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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI

Author(s): Paolo Moreno


Source: Archeologia Classica, Vol. 25/26 (1973 - 1974), pp. 453-463
Published by: L’Erma di Bretschneider
Stable URL: https://www.jstor.org/stable/44366182
Accessed: 31-03-2019 02:48 UTC

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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI

Nell'anno 306 a.C., sottratta l'isola di Cipro al dominio di Tolem


Antigono veniva acclamato re e poteva apparire ancora l'erede dell'im
universale di Alessandro. Il fallimento della successiva spedizione in E
doveva ridimensionare il primo successo, ed Antigono si convinse a co
più da lontano l'azione contro Tolemeo: in questo piano rientrava la co
di Rodi, l'unica città greca rimasta indipendente attraverso le vicend
guite alla morte di Alessandro. Rodi dominava allora i mercati ori
con il commercio di transito e in particolare provvedeva alla distribu
del grano egiziano *), Demetrio, il figlio di Antigono che già si era guadagn
l'epiteto di Poliorcète, fu incaricato dell'impresa nella quale dispiegò
stupefacente quanto vana ingegnosità nelle macchine da guerra: rich
dal padre per risolvere la questione della Grecia continentale, dovette
donare l'assedio, il cui esito era del resto compromesso dagli aiuti ch
continuava a ricevere da Tolemeo.
L'episodio che acquistava per i cittadini di Rodi il senso della definitiv
libertà, accadde in un momento non molto avanzato del 304, forse nell'esta
poiché l'anno dopo nella regione dell'Istmo appariva già eliminata ad oper

*) M. Rostovzev, « Alexandrien und Rhodos », in Klio 30, 1937, PP- 7°-76;


L. Casson « The Grain Trade of the Hellenistic World », in Transactions of the Ame-
rican Philological Association 85, 1954, PP- 168-187; E. Wn,i*, Histoire politique du
monde hellénistique , I-II, Nancy 1966-1967; 1, pp. 59-64, 163-165; C. Schneider,
Kulturgeschichte des Hellenismus I-II, München 1967-1969, I, pp. 387-389; D. LEVI,
«Le campagne 1962-1964 a lasos», in AnnScAt n.s. 27-28, 1965-1966, pp. 401-567,
458-459- Sono lieto di anticipare alcuni risultati di una ricerca sul Colosso di Rodi
nella raccolta di scritti dedicata alla Prof. Margherita Guarducci, alla quale sono le-
gato da viva gratitudine per l'insegnamento ricevuto presso la Scuola Nazionale di
Archeologia, e per i consigli di cui in seguito mi è stata prodiga. Per il presente lavoro
mi sono giovato anche di indicazioni del Dr. Grigori Konstantinopulos, del Prof.
Giorgio Gualandi e del Prof. Doro Levi.

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454 PAOLO MORENO

di Demetrio ogni influenza di Cass


celebrata a Rodi con la dedica di un
che col nome dorico di Halios era st
all'atto della fondazione della città
Camiro e Lindo: per l'impresa fu u
ricavata dal materiale bellico abbandonato dal nemico e si volle che l'al-
tezza del Colosso, con i suoi settanta cubiti, ripetesse quella dell'Elèpoli
con la quale Demetrio aveva cercato di superare le mura 3) .
Benché gli elementi della tradizione siano di per sé determinanti per
datare il progetto ad un momento molto vicino alla partenza di Demetrio,
il problema non ha trovato una soluzione coerente nella letteratura archeo-
logica, dove si continua a parlare di una dedica a qualche anno di distanza
dal 304 4). Ciò nasce dalla insufficiente utilizzazione delle fonti letterarie ed
epigrafiche di cui siamo in possesso.
Plinio 5) dice che i lavori erano durati dodici anni e per altri sessantasei
(o cinquantasei, il testo è incerto) il monumento era rimasto in piedi, crol-
lando poi durante il terremoto che sconvolse Rodi al tempo di Tolomeo III
(246-221). La data del sisma, descritto da Polibio6) e da Strabone7), non è
però quella ricavata da Eusebio8) che viene perpetuata nella letteratura

2) F. Hiller von Gärtringen, «Rhodos», in RE, Suppl. V 1931 cc. 779-781,


E. Manni, Demetrio Poliorcète, Roma 1951, Will, Histoire politique, II, pp. 66-67,
R. MaTTOn, Rhodes, Atene 1966, p. 22, C. WehrlL Antigone et Démetrios, Genève
1969, p. 148, nota 44.
3) J. Overbeck, Die antiken Schriftquellen zur Geschichte der bildenden Künste
bei den Griechen, Leipzig 1868, ristampa Hildesheim-New York 1971, nn. 1539-1556.
4) A. Gabriel, « La construction, l'attitude et l'emplacement du Colosse de
Rhodes», in BCH 60, 1936, pp. 331-359; K. Schauenburg, Helios, Berlin 1955;
H. Maryon, « The Colossus of Rhodes », in JHS 76, 1956, pp. 68-86; D.E.L. Haynes,
«Philo of Byzantium and the Colossus of Rhodes», in JHS 77, 1957, PP- 31 1-3 12;
G. Kleiner, Helios und Sol, in Charités, Bonn 1957, PP- 101-104; D. Morelli I culti
di Rodi, Pisa 1959; L. Laurenzi, «Colosso di Rodi», in EAA II, 1959, pp. 773-
774; G. Roux, « Qu'est-ce qu'un xoXoctctóç? », in REA 62, i960, pp. 5-40; S. SzTE-
TYLLO, « Quelques problèmes relatifs à l'iconographie des timbres amphoriques, la
représentation des statues », in Études et Travaux 3, 1966, p. 45-80; P. HowELL,
«The Colossus of Nero», in Athenaeum 46, 1968, pp. 291-299.
6) Plinio, XXXIV, 41.
6) Polibio, V 88 i.
7) Strabone, XIV 652.
8) Eusebio, Olimpiade 139, i.

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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI 455

archeologica, attorno al 224, ma è stata fissata dall' H


persuasiva argomentazione, prima del 226. Successivamen
nuto che l'anno ottimale è il 227, ma la nuova iscrizione
il sisma è avvenuto nel 228 10). Indipendentemente da t
di carattere storico, il Le Bonniec11), nell'edizione criti
di Plinio, stabiliva intanto che nel passo citato era preferibil
Ora risalendo con questa cifra dal 228 e contando anche
arriviamo al 293 come data del completamento dell'op
dodicesimo anno a partire dal 304. Dunque il Colosso fu
della liberazione.
Questa precisazione viene in qualche modo rafforzata da un'altra no-
tizia finora trascurata che dobbiamo alla Suda 12), dove si afferma che il Co-
losso fu innalzato « sotto Seleuco Nicatore, diàdoco di Alessandro il Macè-
done »: il riferimento non è del tutto inconsistente, come vedremo, dal punto
di vista politico, anche se Rodi era più vicina a Tolemeo, ma acquista una
ragione cronologica una volta che abbiamo riconosciuto l'inizio dei lavori
al 304, poiché è quello il tempo in cui Seleuco è riconosciuto re (305/4). La
notizia della Suda potrebbe in definitiva derivare da una fonte annalistica
siriaca, dove era segnata nell'anno iniziale del sovrano13).
La puntualizzazione della cronologia del Colosso consente in primo
luogo di dare una esatta sistemazione alle più antiche testimonianze letterarie,
che sembrano anteriori al crollo della statua. Strabone14) già conosceva
l'epigramma15), tramandato per altra via dalla Antologia greca , che viene
considerato l'iscrizione originale apposta sulla base: « Il colosso in Rodi di
otto volte dieci cubiti faceva Carete il Lindio ». Esso viene a datarsi il 293.

•) M. Holleaux, « Polybe et le tremblement de terre de Rhodes », in REG


36, 1923, pp. 480-498; id., Études d' épigraphie et d'histoire grecques , I, Paris 1938,
pp. 445-462.
10) K. WiLL, Histoire politique , I, p. 165, 270, 334, G. PUGLIESE CABRATELE!,
« Supplemento epigrafico di lasos », in AnnScAt n.s. 29-30, 1967-1968, pp. 437-486
n. 2, pp. 445-453; M. Guarducci, Epigrafia greca , II, Roma, 1969, p. 120.
n) H. LE Bonniec, H. GallET de Santerre, Pline l'Ancien , Histoire Naturelle ,
livre XXXIV , Paris 1953, pp. 122, 193-194.
12) Suda, KoXoaaaeúç.
18) A. Aymard, « Du nouveau sur la chronologie des Séleucides », in REA 57,
Ï955, p. 105, E. Will, Histoire politique , I, p. 59. Vedi note 46 e 51.
14) Strabone, XIV, 652.
16) Antologia greca , XVI 82.

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456 PAOLO MORENO

Nel VI libro dedicato, sia nelY Antologia


epigrammi votivi, è compreso l'altro epigr
«A te, Elio, fino all'Olimpo innalzarono gli
colosso bronzeo, quando, placata l'onda di E
glie di nemici. Che non solo sui mari fiori,
indomita libertà: ai discendenti da stirpe d
e in terra ». Il Wilamowitz vi negava il va
lo attribuiva ad Alceo di Messene, il che sig
cedone della guerra sociale (220-217) 17). E'
sembra tuttavia da riferire alla tradiziona
menti si dovrebbe arrivare al tempo della
Caria e la Eicia furono assegnate a Rodi 19).
quindi di una composizione non lontana da
caso anteriore al terremoto del 228. Gli st
certamente anche per il frammento di Sopa
dando al grande colosso forgiato in bronzo
e per la descrizione tecnica di Filone21).
Per quel che riguarda il significato politi
non è necessario dedurre dalla nuova cron
polemico verso gli Antigonidi, poiché il cli
decisivo per l'indipendenza era in realtà
metrio si era svolto in un'atmosfera cavalle
to Protogene che nel suo studio dei sobbor
« sotto la spada » 22); i mercanti di Rodi in
di continuare praticamente indisturbati i lo
dini di Rodi in un'assemblea si erano oppos
tute le statue di Antigono e Demetrio, ma
le onoranze ai due personaggi, il cui proce
avviato dal tempo dell'impresa di Cipro23)
stata onorevole per tutti e la città risultav

16) Antologia greca, VI, 171.


17) H. Beckby, Antologia Graeca, I, München
18) P.M. Fraser, G.B. Bean, The Rhodian Peraea and Islands, Oxford 1954-
19) H.H. Schmitt, Rom und Rhodos, München 1957, PP- 81-84, E. Will, His-
toire politique, II, 188-190.
20) Sopatro di Pafo, fr. i.
21) Filone di Bisanzio, Le sette meraviglie, IV, 14 Órelli.
22) Plinio, XXXV, 105. Vedi nota 70.
2S) Ch. Habicht, Gottmenschentum und Griechische Städte, München 1956, p. 73.

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CRONOLOGIA DEI, COLOSSO DI RODI 457

Antigono, il quale si faceva chiamare « figlio di Helios » 24)


nalzamento del Colosso vanno cercate altrove, nell'opport
l'indipendenza e la potenza economica dell'isola, ripetendo
ranto che in quegli anni aveva imposto agli indigeni ed agl
stigio della lega italiota con i colossi di Zeus 25) e di Eracle
il senso dell'epigramma celebrativo che abbiamo citato, d
l'affermazione che il voto seguì la fine della guerra, solta
nemici, che non vengono nominati, e invece la chiara ma
mire espansionistiche di Rodi.
T'esatta cronologia del monumento, se dunque aggiunge qualcosa al
quadro delle ambizioni di rappresentanza panellenica rapidamente maturate
a Rodi, ci offre ben altre possibilità di inquadramento nella situazione interna
dell'isola. Il catalogo dei sacerdoti di Halios 27) rinvenuto a Rodi nel 1944,
dà infatti il nome del sommo sacerdote addetto al culto per ciascun anno
a partire dalla fondazione della città (408/7) e ciò rende possibile qualche
ipotesi su uno dei personaggi determinanti nell'esecuzione dell'impresa.
L'iscrizione è su due colonne e la frattura della lastra nella parte inferiore
fa sì che la lista dopo l'anno 369/8 nella prima colonna abbia una lacuna
di estensione incerta; inoltre nessuno dei nomi contenuti nella seconda colonna
si può riferire esattamente ad un anno e pertanto è rimasta qualche incer-
tezza nella parte finale della lista, che direttamente ci interessa. Il margine
di dubbio è tuttavia limitato: la cronologia, già fissata nelle liste di sacerdoti
di Lindo 28), porta a credere che la seconda colonna cominci con il sacerdote
eponimo del 327/6 e il massimo scarto possibile è di cinque anni indietro
fino al 332/1. Abbiamo quindi la certezza che il nome del sacerdote del 304/3
sia tra gli ultimi sette conservati in buone condizioni prima della frattura.
Secondo la cronologia bassa proposta dal Morricone l'eponimo di quell'anno

24) ErmodoTo in Plutarco, Iside e Osiride , 24ČL


26) J. Dörig, « Zeus Koloss von Tarent », in Jdi 79, 1964, pp. 257-278, P. Mo-
reno, «Le Zeus de Lysippe à Tarente», in RA 1971, pp. 289-290.
26) J. Dörig, « Lysipps Letzes Werk», in Jdl 72, 1957, PP- I9-43i L. Porti,
« Nota sullo Herakles di Taranto », in Klearchos 5, 1963, pp. 18-30; P. Moreno, in
Atti del IX Convegno di Studi sulla Magna Grecia , Taranto 1969, Napoli 1970, pp. 139-
142, tav. XVI.
27) L. Morricone, « I sacerdoti di Halios, Frammento di un catalogo rinvenuto
a Rodi », in AnnScAt n.s. 11-13, *949-195 L PP- 351-380; GuardüCCI, Epigrafia
greca, II, p. 344.
28) Ch. Blinkenberg, Lindos, II, 1-2, Berlin-Copenhagen 1941, II, 1, n. 1,
n. 220, II, 2, n. 648; Guarducci, Epigrafia greca, II, pp. 341-342.

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458 PAOLO MORENO

sarebbe Diossippo figlio di Ierofonte, perso


mastica rodia, ma del quale possiamo almen
di cittadini di origine lindia: è stato infatt
con la stessa regola triennale che era st
lista dei sacerdoti di Athana a Lindo29) e
alternanza significa la successione di cittad
ginarie delle tre città che avevano forma
Ialiso, Camiro, Lindo è confermata dai num
nella lista dei sacerdoti di Halios e tutto f
proprie phylai , in cui era rimasta articola
questo schema, Diossippo va considerato d
il catalogo, nella parte che si può verifica
ragionevole pensare che il sistema fosse m
lacuna tra la prima e la seconda colonna,
alcune precisazioni air ipotesi del Morrico
conservato alla fine della prima colonna è
ed anche il primo della seconda colonna è
lacuna erano in numero multiplo di tre. Qu
la datazione bassa preferita per altri mot
l'interruzione della prima colonna al 369/
con uno scarto di quarantadue anni divisibile
consentirebbe solo altre due delle date pos
lonna, cioè il 330/29 o il 333/2 che lasciano
un numero di anni multiplo di tre. Dalle t
del sacerdote del 304/3 viene a cadere sem
di Lindos: Diossippo, Poliarato o Agesidam
troppo ovvia la constatazione che anche
Colosso era di Lindo.
L'origine lindia di Poliarato è confermata dal più tardo omonimo, noto
a Lindo attorno al 245 31): il nome appare anche su bolli anf orari 32). Ma come

29) Blinkenberg, Lindos , II, 1, cc. 61-148; Guarducci, Epigrafia greca, II,
p. 342.
80) Morricone, in AnnScAt 1949-1951, p. 355, c. II, lin. 24-30.
31) Blinkenberg, Lindos , II, 1, n. 98.
82) M.P. Nilsson, « Timbres amphoriques de Lindos », in Exploration archéo-
logique de Rhodes , V, Copenhagen 1909, n. 237, Hiller von Gärtringen, in RE,
Suppl. V cc. 834-840, n. 224.

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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI 459

abbiamo detto, si dovrebbe preferire per il 304 il nome d


sonaggio non è illuminato da altri elementi epigrafici, ma
dare a questo proposito quanto si può ricavare dai nomi m
talogo. I^a notizia che a Rodi il sacerdote di H alios fosse
a sorte tra tutti i cittadini 33), va non solo perfezionata co
nanza triennale tra gli iscritti alle tribù in cui probabilm
cittadinanza, ma anche rivista alla luce della constatazi
maggioranza dei personaggi sono aristocratici e di molti
tezza che avevano precedentemente ricoperto altre cariche
tuari minori34). Si ha cioè l'impressione di un'autentica ca
e che l'eventuale sorteggio riguardasse une categoria lim
un'altra contraddizione dunque nella questione della demo
già nelle fonti antiche era variamente giudicata, trattand
di compromesso35). Se anche ci sfugge quale fosse il pote
definitiva l'incidenza del sommo sacerdote in una question
legata al culto, ma anche cosi largamente impegnativa pe
nanza, possiamo intuire quale fosse il peso clientelare in
appalti. È provato che i cittadini di Rodi conservavan
con le città di provenienza della famiglia, come si ricava d
monianze epigrafiche36). Il nome di Carete non è più illu
letterarie ed epigrafiche, se non per il Colosso, rispetto
rodi la cui attività si svolge attorno al tempo che ci inte
scultori di nome Aristonida 37), Tisagora38) o Evandro39

88) Blinkenberg, Lindos, II, 2, n. 698 lin. 14-15.


84) Morricone, in AnnScAt 1949-195 1, p. 375.
86) G. Pugliese Carratelll « Alessandro e la costituzione rodia », in Par Pass
4, 1949, pp. 1 54-171; G. Pugliese Carratelll « La formazione dello stato rodio»,
in Studi Classici e orientali 1, 195 1, pp. 77-88; P. Fraser, «Alexander and the
Rhodian Constitution », in Par Pass 8, 1952, pp. 192-206.
8#) G. Pugliese Carratelll « Per la storia delle associazioni in Rodi antica »,
in AnnScAt n.s. 1-2, 1939-1940, pp. 147-200.
87) Blinkenberg, Lindos, II, 1, n. 42; A. di Vita, « Aristonidas 1 », L. Guer-
rini, « Aristonidas 2 » in EAA I 1958 p. 652; G. Pugliese Carratelll « Supplemento
epigrafico rodio», in AnnScAt n.s. 14-16, 1952-1954, pp. 247-316, n. 7.
88) G. Lippold, « Tisagoras », in RE VI A, 1937, cc- 1467-1468; P. Moreno,
« Tisagoras », in EAA VII, 1966, p. 880.
89) Morricone, in AnnScAt 1949-1951, p. 371; M.B. Marzani, « Euandros »,
in EAA, HI, i960, p. 511.

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460 PAOLO MORENO

presa fosse concepita dalla classe mercan


evince dalla notizia di Sesto Empirico40) su
e dalla affermazione di Filone 41) sulla crisi
fu allora forse che nella statuaria rodia in
La possibilità di datare al 304 la decision
tavia anche da un altro punto di vista il
Carete. Lo scultore era allievo di Lisippo, il
attivo, per quanto in età veneranda43). Una
il progetto del Colosso44), evidentemente
ranto45), ma in ogni caso una catena di in
di una estrema presenza del maestro in ori
abbassare il «Seleuco re»46), al 304, come
l'isola, potrebbe riferirsi la quadriga dei Ro
si può assegnare l'epigramma di Coo che
Lisippo»48). Al cumulo degli argomenti si
scoperta, di per sé non determinante, ma e

40) Sesto Empirico, Contro i matematici , VII, 107.


41) Filone di Bisanzio, Le sette meraviglie, IV, 14 Orelli.
42) Plinio, XXXIV, 140-141.
48) F.P. Johnson, Lysippos, Durham 1927, pp. 68-69, Ch. Picard, Manuel
ď archéologie grecque , La sculpture, IV, 2, Paris 1963, p. 445, E. SjÖQViST , Lysippus,
Cincinnati 1966, p. 10. Vedi note 46, 47 e 48.
44) Scolio a Luciano, Icaromenippo, 12.
45) Vedi nota 25.
46) IG, XIV, 1206; E. Löwy, Inschriften Griechischer Bildhauer, Leipzig 1885,
487; J. Marcadè, Recueil des signatures de sculpteurs grecs, I-II, Paris 1953,1957,
i p. 70.
**) G. Daux, A. Salac, Fouilles de Delphes, III, 3, Paris 1932, pp. 321-336;
L. Crome, « Die Goldenen Pferde von San Marco und der Goldene Wagen der Rho-
dier », in BCH 87, 1963, pp. 209-228; Picard, Manuel, IV, 2, pp. 520-539, 1475.
48) J.D. BeazlEy, A.S.F. Bow, « An Epigram from Cos », in Classical Review
43, 1929, pp. 120-122; P. Moreno, Testimonianze per la teoria artistica di Lisippo,
Treviso 1973, n. 4, 1, commento. Riferiscono l'epigramma ad un altro scultore di
nome Lisippo: R. Herzog, « Epigramm der Kinderstatue eines Lysipp in Kos »,
in Schumacher Festschrift, Mainz 1930, pp. 207-209; Marcadè, Recueil, I, p. 76; G.A.
Mansuelli, « Lysippos 2 », in EAA IV, 1961, p. 752; ma dalle nuove fotografie e
dalle osservazioni compiute sulla pietra dal Dr. Grigori Konstantinopulos, la lettura
al verso 3: ó vé[oç]„ non appare provata più che quella seguita dai primi editori:
ííťkoujs AÚCTL7T7roç ó Y¿[p^v], che ha un'esatta rispondenza in AgaTia, Antologia
greca, XVI, 332, i.

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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI 461

scuola lisippea nel Mediterraneo orientale, del tumulo di Salamina di Ci


con i ritratti di argilla bruciati con i defunti, forse del 311: le immag
listiche corrispondono all'uso del calco attestato da Plinio per Eisistr
Ma ancora più importante è il fatto che dopo la battaglia di Ipso (30
leuco ottenne la Siria, sicché il suo dominio si affacciava al Mediterran
e un eventuale rapporto di Gisippo con il sovrano diveniva più facile dai c
in cui sembra documentata la sua ultima attività. Un ritratto di Sele
è infatti attestato ad Antiochia al momento della fondazione (300), q
viene chiamato anche Eutichide, l'altro allievo di Eisippo, per innalz
colosso della divinità tutelare52). È stato ampiamente dimostrato
porto iconografico e stilistico della Tiche di Antiochia con l'Eracle di I
a Taranto53). Così l'esperienza dello Zeus deve essere stata determ
per la figura stante di Elio, ed acquista pregnanza l'esempio della Rh
ad Herennium M) in cui Carete « guardava ogni cosa alla presenza del m
al lavoro ».
Naturalmente è anche possibile una spiegazione diversa: identificando
l'autore del Colosso con il Chaereas di Plinio55), autore di un gruppo di Ales-
sandro e Filippo, e col Chairias architetto al servizio di Alessandro, ricordato
da Vitruvio56), il rapporto di alunnato potrebbe risalire ad una prima e più
ovvia presenza di Iyisippo a Rodi al tempo di Alessandro 57). Ea firma di Ei-

4e) K. Karageorgis, «Recent discoveries at Salamis (Cyprus) », in AA 1966,


pp. 252-254, figg. 65-68.
5°) Plinio, XXXV, 153.
61) Libanio, Discorso antiocheno , 92.
62) T. Dohrn,, Die Tyche von Antiochia, Berlin i960.
M) Moreno, in Atti del IX Convegno di Studi sulla Magna Grecia , pp. 139-140.
Vedi nota 52.
M) Rhetorica ad Herennium VI 9.
56) Plinio, XXXIV, 75, M.T. Amorelli, « Chares » in EAA II, 1959, pp.
534-535.
M) Vitruvio, VII, praef., 14; X, 13, 3, L. Guerrini, « Chaireas 1 », in EAA
II, 1959, p. 530.
67) Johnson, Lysippos, 69; Hiller von GärTringen, in RE Suppl. V, cc. 777-
779; V. Ehrenberg, Alexander and the Greeks , Oxford 1938, p. 18; W.W. Tarn,
Alexander the Great , I-II, Cambridge 1948, I pp. 31-38; II, pp. 28, 174-175, 205-
207, 214-216; Pugliese CarraTELLI, in Par Pass 1949, p. 167, nota 1; Fraser,
in Par Pass 1952, p. 201, nota 2; E. Pearson, The lost Histories of Alexander the Great ,
Eondon i960, p. 261; Picard, Manuel, IV, 2, pp. 441-442.

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462 PAOLO MORENO

sippo a Lindo 58) sarebbe allora in relazion


rio di Atena, ricordato dalla Cronaca di L
Se la data d'inizio dei lavori per il Coloss
mini più rigorosi il problema del rapporto
crazione del monumento nel 293 ci aiuta ad
lificazione di Carete nella tradizione antica. L'acme dello scultore viene così
a coincidere puntualmente con quella di Eutichide, degli altri discepoli di
Lisippo, Euticrate e Laippo, dei figli di Prassitele, Cefisodoto e Timarco,
parimenti attivi in oriente, infine dell'ateniese Firomaco, l'ultimo dei bron-
zisti compreso nei Later culi Alexandrini60): tutti costoro sono infatti collo-
cati da Plinio61), sulla scorta di Apollodoro, nella Olimpiade 121 (296-293).
Ci spieghiamo dunque ancora meglio l'aneddoto della Rhetorica ad Herennium ,
dove l'apprendistato da Lisippo non è inteso solo nel senso aneddotico, con
cui la tradizione medievale porrà Giotto a contatto di Cimabue. Si trattava
dell'ultima generazione che aveva conosciuto direttamente i grandi maestri
del tempo « attorno a Filippo e fino ai successori di Alessandro », come si
sarebbe espresso Quintiliano62). Poi, come osserva la fonte neoclassica della
Rhetorica ad Herennium , non sarebbe rimasta altra possibilità che rimon-
tare la bellezza ideale da diversi modelli63). Il colorito rodio dell'episodio,
l'unico in cui il nome dello scultore di Lindo sia accostato a quelli di Mirone,
Policleto e Prassitele, fa pensare che questa fonte fosse il trattato « Sulla
pittura e la plastica in bronzo» di un Kallixeinos M), da identificare con
l'omonimo scrittore rodio autore della descrizione di Alessandria65), e con
il Callixenus ricordato come bronzista da Plinio 66) nella rinascita della Olim-

M) Blinkenberg, Lindos, II, i, n. 50; MarcadE; Recueil, I p. 68.


69) BunkenbeRG, Lindos, II, i, n. 2, par. 38; Guarducci, Epigrafia greca,
II, p. 305.
60) H. DiELS, « Laterculi Alexandrini », in Abhandlungen der Deutschen Akade-
mie der Wissenschaften zu Berlin 1904, 2, pp. 3-24, col. 7, 6-9; Moreno, Testimo-
nianze, n. 5, 6-9.
61) Plinio, XXXIV, 51; Le Bonniec, Gallet De Santerre, Pline, pp. 44-49.
125, 210-212.
62) Quintiliano, XII, 10, 6.
6S) F. Preisshofen, P. Zanker, « Reflex einer eklektischen Kunstanschaung
beim Auctor ad Herennium», in Dialoghi di Archeologia, 4-5, 1 970-1971, pp. 100-119.
64) Fozio, 104b, 38.
66) F. Jacoby, Die Fragmente de Griechischen Historiker, I-III, Berlin-Leiden
1923-1958, III C, n. 627, T. 1-2.
66) Plinio, XXXIV, 52.

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CRONOLOGIA DEL COLOSSO DI RODI 463

piade 156 (156-152). A Rodi, come rivelano i monumenti, si trattava


rinascenza non puramente neottica, ma sicionia, collegata alla tradiz
dei trattati pergameni di Senocrate67) e di Antigono68).
La scelta di Carete per il Colosso diventa infatti significativa an
della precoce diffusione in Asia Minore della teoria artistica lisippea,
passo con la maniera sicionia69). Nel 304 abbiamo visto che era attiv
l'isola Protogene, autore di un trattato in cui sosteneva ancora la ne
di seguire «il vero non il verisimile»70). Gisippo al contrario era lat
l'estetica aristotelica, per cui egli non rendeva gli uomini « quali son
« quali sembra che siano»71). L'impianto di un ramo della scuola
corrisponde pertanto alla diffusione della nuova dottrina a Perga
Senocrate ed Antigono. Inoltre Lisippo era autore, con ogni probabi
di una teoria dei colossi elaborata a Taranto sulla scorta della meccanica
peripatetica di Stratone di Lampsaco 72) e degli epigoni di Archita 73) :
abbiamo visto, Eutichide se ne fece interprete per la Tiche di Antioch
ora possiamo affermare che per primo l'aveva introdotta Carete a Rod
Paolo Moreno

#7) B. Schweitzer, « Xenokrates von Athen », Beiträge zur Geschichte der


antiken Kunstforschung und Kunstanschaung, Schriften der Königsberger
Gelehrten-Gesellschaft, Geisteswissenschaftliche Klasse, 60, 1932, 1, pp. 1-52;
B. Schweitzer, Zur Kunst der Antike , Ausgewählte Schriften , I, Tübingen 1963,
pp. 105-164, traduzione italiana « Senocrate di Atene » in Alla scoperta di Fidia ,
Milano 1967, pp. 255-314.
fl8) Schweitzer, Xenokrates, p. 3; A. KIESSLING, U. Von WilamowiTz Mol-
LENdorf, «Antigonos von Karystos » in Philologische Untersuchungen 4, 1881, pp. 1-
355; Scheweitzer, Xenokrates, p. 3; S. Ferri, « Antigonos di Karystos», in EAA
I, 1958, p. 4*6.
69) P. Moreno, « Riflessi della teoria artistica di Lisippo in Asia Minore », in
X International Congress of Classical Archaeology, Ankara 1973 (in corso di pub-
blicazione) .
70) Plinio, XXXV, 103; Suda, 7rp<ùTOYévy)ç. Vedi nota 22.
71) Plinio, XXXIV, 65; Moreno, Testimonianze, n. 18, 31-33 commento.
72) C. Wehrli, Die Schuhle von Aristoteles, Straton von Lampsakos, Basel 1950
p. 24.
73) Moreno, Testimonianze, n. 18, 13-21 commento.

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