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FRANCESCO PETRARCA

Rerum vulgarium fragmenta, 279

Sonetto composto a Valchiusa qualche anno dopo la morte di Laura. Il contatto con il paesaggio naturale
stimola e prepara Petrarca alla visione interiore della sua amata.

Se lamentar augelli, o verdi fronde


mover soavemente a l'aura estiva,
o roco mormorar di lucide onde
s'ode d'una fiorita et fresca riva,

5 là 'v'io seggia d'amor pensoso et scriva,


lei che 'l ciel ne mostrò, terra n'asconde,
veggio, et odo, et intendo ch'anchor viva
di sí lontano a' sospir' miei risponde.

«Deh, perché inanzi 'l tempo ti consume?


10 - mi dice con pietate - a che pur versi
degli occhi tristi un doloroso fiume?

Di me non pianger tu, ché' miei dí fersi


morendo eterni, et ne l'interno lume,
quando mostrai de chiuder, gli occhi apersi».
NOTE

5. là 'v'io seggia: “la dove io sieda” 9 ti consume: “ti distruggi”, “ti consumi”
6. ne: “ci”; n’asconde: “ci nasconde” 10 a che pur: “per quale motivo ancora”
7 veggio: “vedo” 11 ché' miei dí fersi: “che i miei giorni si fecero”

Comprensione e analisi del testo

1. Riassumi con precisione il contenuto del sonetto in un massimo di 10 righe.


2. Individua i parallelismi presenti nella costruzione sintattica della prima e della seconda quartina.
3. Quale figura retorica di suono è presente nel verso 4? Che funzione pensi che svolga?
4. Individua eventuali chiasmi e antitesi presenti nel sonetto.
5. Il paesaggio ha un carattere realistico o ideale? Che rapporto c’è fra descrizione del paesaggio e stato
d’animo del poeta?
6. Laura morta assume verso Petrarca un atteggiamento diverso da quando era in vita. Perché?

Puoi rispondere punto per punto oppure costruire un unico discorso che comprenda le risposte alle domande
proposte.

Interpretazione

A partire dagli elementi individuati nella comprensione e nell’analisi del testo, illustra i temi principali af-
frontati da Petrarca nel Canzoniere e nel Secretum.

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