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di Carlo Mariani
Il percorso
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1. La medicina
13. L’uomo-macchina delle origini 2. Lo statuto della
e l’Encyclopédie medicina
Malattie delle donne, Natura della donna, Malattie I-IV, Epidemie I-VII
(costituisce un repertorio vastissimo di casi clinici, esperienze,
osservazioni: carattere non sistematico della trattazione)
La medicina delle origini
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Milza
Terra
Ovest Est
Flegma Polmoni Acqua Aria Cistifellea Bile Gialla
Venere Marte
Fuoco
Fegato
Bibliografia:
P. Manuli, Medicina e antropologia nella tradizione antica, Torino,
Loescher, 1980.
Le teorie dello Hegemonikon
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Cervello
Cuore
Bibliografia:
P. Manuli – M. Vegetti, Cuore, sangue e cervello. Biologia e antropologia
nel pensiero antico, Milano, Episteme, 1977
Le teorie dello Hegemonikon
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Bibliografia:
Sulla simbologia del sangue nella cultura popolare cfr. P. Camporesi, Il
sugo della vita, Milano, Mondadori.
Le teorie dello Hegemonikon
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Bibliografia:
G. Cambiano, Platone e le tecniche, Torino, Einaudi, 1971, pp. 36-48
Le teorie dello Hegemonikon
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Sui tre spiriti del corpo (quello naturale, quello vitale e quello
animale)
Sulle quattro età dell’uomo: adolescenza, giovinezza, vecchiaia,
decrepitezza
Il corpo nella medicina medievale
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Il concetto di uomo-
microcosmo è una
teoria che ha avuto una
lunga tradizione
filosofica e scientifica.
La prima riproduzione
grafica è quella di
Vitruvio (I sec. a.C.).
Leonardo da Vinci,
Robert Fludd
Il corpo nella medicina medievale
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In un ambiente universitario
tradizionale come quello di Oxford,
ancora alla metà del XV sec., la
conoscenza del corpo umano era ferma
a Galeno e ai suoi volgarizzatori del
Duecento (i Practica di Lanfranco da
Milano).
Un documento di queste scarse
conoscenze è il manoscritto Wellcome
290 del Wellcome Institute for the
History of Medicine di Londra.
Il confronto e il
debito con la
tradizione galenica
e araba risultano
molto evidenti da
una comparazione
dei principali codici
di medicina.
Il Fasciculus esercitò
una notevole influenza
anche nella
iconografia delle ferite
da taglio, un aspetto
che suscitò l’interesse
dei medici militari.
La profonda
rivoluzione operata
da Leonardo da
Vinci (1452-1519)
consiste
nell’accompagnare il
disegno anatomico
all’osservazione
empirica e alla
descrizione.
L’anatomia di Leonardo da Vinci
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Di grande interesse è il
tema dell’anatomia
femminile
L’anatomia di Leonardo da Vinci
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il terzo è quello riservato all’analisi del cranio, allo studio del cervello e
all’origine dei nervi.
L’anatomia è una sorta di tecnologia del lutto, di ritualità scientifica
e di banco di prova della devozione: vi sono coinvolti medici,
chirurghi, tecnici del bisturi (i cosiddetti barbitonsores), preti e
giudici, ma anche coloro che sono addetti al recupero dei cadaveri, a
profanare le tombe, a seppellire i resti del corpo anatomizzato.
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
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Alla realizzazione
delle tavole
anatomiche lavorò
il fiammingo Jan
Stephan van
Kalcar, che
apparteneva alla
cerchia di Tiziano.
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
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1. Osteologia
2. Miologia
Nei capitoli su ossa e muscoli Vesalio
dimostra che la mandibola umana è
formata da un solo osso.
3. Sistema vascolare
4. Sistema nervoso
5. Organi addominali
6. Torace
7. Cervello
Il De Humani Corporis Fabrica di Vesalio
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Volume
Il “teatro” dell’anatomia
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A Padova si addottorò in
medicina una nutrita schiera
di studenti olandesi.
I contatti tra la giovane
Repubblica delle Province
Unite e la Repubblica di
Venezia erano peraltro
strettissimi.
Il teatro di anatomia di
Padova rappresentò il
modello dello spazio
anatomico dell’Università di
Leida, realizzato da Peeter
Paaw (1564-1617), già allievo
di Girolamo Fabrizi
d’Acquapendente e docente
di anatomia.
Spettacolarizzazione e
retorica.
L’anatomia morale dello
spettacolo della morte.
Il corpo come exemplum
morale nella Leida
calvinista e puritana.
Il “teatro” dell’anatomia
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Rembrandt, La lezione di anatomia del Dottor Tulp (1632). L’Aia, Mauritshuis D.R.
Il “teatro” dell’anatomia
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Nella tela di
Rembrandt i medici
stessi sono spettatori
della lezione
anatomica.
Negli affreschi di
Palazzo Pitti dipinti da
Pietro da Cortona
nella Sala della Stufa
(1640), la posizione
del giovane ritratto
nell’Età dell’argento
riproduce la posizione
di una delle Tabulae
Anatomicae (1618).
Il modello di Vesalio è
evidentemente sullo sfondo, ma ciò
che conta non è tanto il dettaglio
scientifico ma la sua trasfigurazione.
Le 27 tavole descrivevano
soprattutto muscoli, ossa, nervi e
vasi sanguigni.
Le tavv. 21-26 sono peraltro di
un’altra mano, e vennero aggiunte
dal curatore dell’edizione 1741,
Gaetano Petrioli, chirurgo di Vittorio
Amedeo II di Sardegna.
L’uomo-macchina e l’Encyclopédie
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