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Docente:Prof.Luciano Ciucci
luciano.cucci@uniroma1.it
I. Introduzione:
Lo scopo della tesina è di fare le proiezioni demografiche a livello nazionale, di tutta l’Italia. I
dati utilizzati sono stati acquisiti tramite l’internet dal sito dell’ISTAT. E’ stato utilizzato il
programma “Spectrum” per elaborare i dati.
Per fare la proiezione demografica è necessario prendere in considerazione sia gli aspetti
naturali relativi a natalità e a mortalità, sia gli aspetti migratori relativi ad immigrazione ed
emigrazione, nonché alcuni parametri iniziali come la struttura per l’età della popolazione
residenziale nel tempo 0, la speranza di vita per sesso, la struttura per l’età della popolazione
migratoria nel tempo 0. Gli altri parametri sono gestiti direttamente dal software che ricalcola i
dati in diversi anni a venire.
E’ utile paragonare i diversi modelli che prendono in considerazione diversi possibili aspetti
demografici rispetto a mortalità, fecondità e migrazione che possono essere ipotizzati di avere:
- valori costanti in tutto il periodo di previsione;
- possono essere considerati nulli per tutto il periodo revisionale;
- possono avere una tendenza descrivibile tramite una funzione matematica che prevede
diversi valori per anni a venire.
La Tabella n.1 riepiloga tutti i cinque modelli che ho esaminato.
Tabella n.1
Mortalità e speranza
diversi modelli demografici di vita fecondità migrazione
1.a Italia Naturale: modello minimo costante costante nullo
1.b Italia naturale + immigrati: modello permissivo costante costante costante
2.a Italia naturale + fecondità di sost.10 anni:
modello riproduttivo costante tendenza nullo
2.b Italia naturale + immigrati + fecondità variabile:
modello permissivo crescente costante tendenza costante
3 a livello di
Italia naturale + immigrati + fecondità a sostituzione
livello di sostituzione entro 10 anni: m. permissivo massimale costante in 10 anni costante
L’output del programma Spectrum sono i grafici che ho raggruppato per un’analisi più facile in
grafici ”A” dove sono stati confrontati i 4 modelli (tutti tranne il 2.a), e grafici ”B” dove sono stati
confrontati i due modelli “2” – “a” e “b” con il modello 3. La scelta dei modelli da confrontare nei
grafici ”B” era di aggiungere il modello mancante “2.a” e di dare enfasi all’analisi riguardante il
raggiungimento della fecondità di sostituzione entro 10 anni, una volta applicata alla sola
popolazione residenziale attuale (2.a) e un’altra volta nella popolazione residenziale attuale che
ogni anno andrebbe aumentata dell’ammontare dei migranti (risultato del saldo migratorio) di circa
400.000 unità (3). Questi due modelli con la quota di fecondità che arriva in 10 anni a 2,12 sono
stati confrontati con il modello dove la fecondità varia in maniera lineare nel periodo di previsione
sulla base dell’osservazione negli ultimi 10 anni, (e non raggiunge il 2,12) e con il tasso migratorio
costante in tutto il periodo. L’ultimo modello (2.b) spesso si colloca graficamente tra gli altri due
modelli.
Tutti i modelli sono stati nominati per le loro caratteristiche più evidenti: il modello 1.a è stato
nominato modello minimo con il tasso migratorio nullo e il tasso di fecondità fisso, come
attualmente (o meglio la media degli ultime tre anni) a 1,28; il modello 1.b è stato nominato
modello permissivo avendo aggiunto l’ammontare annuale fisso di migrazione ; il modello 2.a
minimo produttivo, avendo aggiunto ai residenti il tasso di fecondità crescente fino a 2,12 in 10
anni e il tasso migratorio nullo; il modello 2.b permissivo crescente, avendo la migrazione al tasso
costante come attuale e la fecondità crescente lineare sulla base delle osservazioni negli ultime 10
anni; il modello 3 permissivo massimale avendo il tasso di fecondità crescente fino al livello di
sostituzione che raggiunge in 10 anni, con la migrazione costante al tasso attuale.
Il primo gruppo dei grafici (A) confronta i modelli 1.a, 1.b, 2.b e 3, mentre il secondo gruppo (B) fa
il confronto fra i modelli 1.b, 2b e 3. L’allegato _grafA contiene 15 diagrammi con 4 linee di
diverso colore che indicano i 4 modelli confrontati come descritto nella Legenda grafici (A).
allegato, Invece l’allegato graf_B contiene i grafici che confrontano i tre modelli come descritto
nella tabella seguente:
Tabella n.3:Legenda grafici (B) – vedi allegato 3
diversi modelli demografici colore
2.a Italia naturale + fecondità di sost.10 anni
2.b
Italia naturale + immigrati + fecondità variabile
3 Italia naturale + immigrati + fecondità a
livello di sostituzione entro 10 anni
II. DATI INIZIALI E PARAMETRI UTILIZZATI
Per tutti i modelli vale l’ipotesi che i dati iniziali sono come quelli dell’anno 2003:
- Rapporto tra i nati maschi e le femmine che rimane invariato alla quota di 105 nati
maschi su 100 nate femmine,
- Il modello di vita è Coale-Demny-occidentale,
- Dai dati relativi alla speranza di vita alla nascita, che per i maschi è di 76,9 anni e per le
femmine di 82,7 anni; (dati medi tra l’anno 2002 e 2003) vedi tabella n. 4;
- Il tasso di fecondità attuale è di 1,28, la media degli ultimi tre anni (2002-2004) vedi
tabella n. 4;
- La struttura per l’età della popolazione residenziale come nella tabella n. 5 (prime due
colonne);
- La struttura per l’età della popolazione migratoria come nella tabella n. 5 (3° e 4°
colonna);
- L’ammontare della popolazione migratoria nel 2003 è 411.970 – tabella n .6 (è da
precisare che sono state prese in considerazione solo le righe 4 e 9, evitando di
introdurre nei modelli i parametri che potrebbero essere erronei).
Tabella n. 4
Numero medio di figli per donna* Speranza di vita alla nascita*
2002 2003
2002 2003 2004
maschi femmine maschi femmine
ITALIA 1,27 1,30 1,26 77,0 82,9 76,8 82,5
Tabella n. 5
Struttura per l'età iniziale
residenti in Italia Saldo migratorio in %
M F M F
0-4 1.356.890 1.287.740 5,7 5,3
5-9 1.363.720 1.287.930 5,3 5,2
10-14 1.463.580 1.386.930 5,1 4,9
15-19 1.483.510 1.409.060 7,7 7,1
20-24 1.675.680 1.617.380 15,7 19,5
25-29 2.077.070 2.036.240 21,7 21,3
30-34 2.294.230 2.254.290 16,4 13,3
35-39 2.375.340 2.348.460 9,2 7,7
40-44 2.110.030 2.113.680 5,2 5,1
45-49 1.893.290 1.921.170 2,5 3,2
50-54 1.851.930 1.909.760 1,2 2,3
55-59 1.693.250 1.776.130 1,2 1,9
60-64 1.641.150 1.791.470 1,5 1,8
65-69 1.444.520 1.665.680 1,1 1
70-74 1.243.070 1.584.530 0,2 0,4
75-79 932.276 1.386.070 0,2 0
80+ 866.689 1.778.330 0,1 0
27.766.225 29.554.850 100% 100%
In alcuni casi mancano i dati statistici, come ad esempio la distribuzione per le classi d’età e per
sesso della popolazione migratoria relativi all’anno iniziale, i quali sono invece disponibili per
l’anno 2000 (allegato 1). Così sarà utilizzata la stessa distribuzione percentuale per sesso e per
le classi d’età dell’anno 2000 ma applicata alla numerosità relativa all’anno 2003. Così
possiamo osservare che il saldo migratorio per il 2000 era positivo per 170.367 unità, mentre il
dato relativo solo ai migranti stranieri era positivo per circa 192.000 unità. Il saldo migratorio
relativo solo agli stranieri nel 2003 raggiunge 412.000 unità, circa il doppio rispetto al 2000.
Tabella n.6
Dati relativi alla migrazione nell’anno 2003
Tabella n.7
Saldo migratorio (vedi allegato 1) enll’2000
Italiani Stranieri
m f m f
- 16 -34 25 27
- 8.201 -4.868 96.314 87.122
Tavola 11 - Cittadini italiani iscritti per trasferimento di residenza dall'estero, per classe di età, provincia di destinazione e sesso – (2000)
Tavola 12 - Cittadini italiani cancellati per trasf. di residenza per l'estero, per classe di età, provincia di origine e sesso - (2000)
Tavola 13 - Cittadini stranieri iscritti per trasferimento di residenza dall'estero, per classe di età, provincia di dest. e sesso - (2000)
Tavola 14 - Cittadini stranieri cancellati per trasferimento di residenza per l'estero, per classe di età, provincia di origine e sesso - (2000)
Fecondita’
I modelli utilizzati ipotizzano che la fecondità sia uguale per tutte le regioni e anche per gli stranieri,
che il saldo migratorio rimanga fisso e che la crescita naturale sia fissa con la stessa speranza di
vita. Sono tutti parametri che potrebbero essere analizzati con dati più precisi, ma il modello
diventerebbe assai più complicato.
I dati relativi alla fecondità sono importanti perchè in base al modo in cui sono presi in
considerazione determinano tre diversi modelli demografici. Così nel modello 1 la fecondità è
considerata costante nel tempo, uguale al tasso attuale. Nel modello 2 si calcolano le diverse
equazioni che soddisfino i dati osservati nei ultimi 10 anni. Tra le diverse possibili soluzioni si
accetta quella che soddisfa al meglio i dati e per la quale abbiamo il valore di “R” maggiore. In
questo caso è stata accettata la regressione lineare con la formula: y = 9,4748 x + 1175,5 ; con
R2=0,7134. Con tale formula si fa la proiezione per i prossimi 50 anni.
Invece nel modello 3, si deve calcolare il tasso di fecondità che garantisce entro 10 anni di
raggiungere il livello che garantisca la sostituzione della popolazione, cioè che il tasso di fecondità
arrivi al 2,12 . E’ stata ipotizzata una crescita lineare per i primi 10 anni per poi mantenersi allo
stesso tasso fino al 2053.
1° 2 3 4 5 6 7 8 9 10
1,279723 1,364996 1,459744 1,554492 1,64924 1,743988 1,838736 1,933484 2,028232 2,12298
Le proiezioni partono dall’anno 2003 fino al 2053. Il confronto tra i diversi modelli ci aiuta a capire
come diversi fenomeni demografici possano influenzare la distribuzione e la numerosità delle
singole classi d’età nelle popolazioni future. Il rapporto di quantità tra le diverse classi raggruppate
possono darci i principali indicatori demografici, che hanno una notevole influenza sugli aspetti
economici e sociali, come ad esempio il rapporto di dipendenza.
III.i Popolazione totale e per singoli classi,
L’età mediana è un indicatore utile della struttura per l’età, che ci aiuta a capire come cambierebbe
la popolazione con tutte le conseguenze sociali ed economiche che seguono tali cambiamenti. Per i
confronti si osservarono i diagrammi A3 e B7. Possiamo osservare che il modello minimo porta a
un rapido invecchiamento della popolazione. Nel 2013 l’età mediana sarebbe in crescita dagli
attuali 40 anni a 43-44 anni, ed arriverebbe a 50 anni intorno al 2027, per rallentare, ma sempre
crescendo all’età di 52 anni nel 2053, cioè l’età mediana tra 50 anni aumenterebbe di 10 anni
rispetto a quella attuale.
Con la politica migratoria permissiva crescente (modello 2.b – colore verde nel graf.A e giallo nel
graf.B), la crescita dell’età mediana sarebbe continua ma più lenta, per arrivare nel 2013 a 41,5 anni
e nel 2053 a 45 anni; mentre con la politica migratoria permissiva accompagnata con l’aumento
della fecondità al livello di sostituzione entro 10 anni, cioè secondo il modello permissivo
massimale, la popolazione inizierebbe a ringiovanire dopo il 2027 per arrivare all’età mediana di 39
anni nel 2053. Anche secondo il modello riproduttivo la popolazione inizierà a ringiovanire dopo il
2030 per arrivare all’età mediana di circa 40 anni nel 2053.
E’ facile osservare come il modello minimo comporta un invecchiamento relativamente rapido, a tal
punto che nel 2053 si avrebbe addirittura una piramide rovesciata con la maggioranza della
popolazione vecchia e le classi d’età più giovani sempre meno numerose.
Secondo il modello produttivo, si avrebbe una forma rettangolare nel 2053 con la base, cioè la
parte più giovane, addirittura più larga.
E’ interessante osservare come cambia la forma della struttura per l’età nel modello permissivo
crescente, quello più reale con le politiche migratorie permissive; si vede una asimmetria sia per
l’età sia per il sesso e con una gobba che nel caso dei maschi parte dalla classe d’età 30-34 e
decresce abbastanza velocemente dopo la classe 65-69, mentre nella parte femminile la gobba inizia
già nella classe 25-29 e inizia a decrescere nella classe 55-59, ma lentamente.
Nel modello permissivo massimale si riprenderebbe la forma normale della piramide nel 2053.
III.v Crude Death rate - Tasso grezzo di mortalità (per mille), Crude birthe rate – tasso
grezzo di nascita, Tempo di raddoppio
Il tasso grezzo di mortalità indica la somma di tutti i morti in un anno sull’ammontare di tutta la
popolazione dello stesso anno, invece il tasso grezzo di nascita indica il rapporto tra il numero dei
nati e l’ammontare della popolazione. Questi due tassi sommati ci danno il tasso d’incremento
naturale, analizzato nel paragrafo a seguire. (vedi allegati)
Il diagramma di tempo di raddoppio, mostra quanto tempo è stato necessario perchè la popolazione
raddoppiasse, e indica come i processi demografici siano lenti e difficili da prevedere proprio
perchè con gli anni si accumulano diversi fenomeni e “portano” con se un’inerzia e solo negli anni
futuri mostrano tutte le conseguenze connesse ad un certo fenomeno. (vedi allegati)
III.iv Annual Growth Rate – Tasso d’Incremento annuale (complessivo), Rate of natural
Increase – Tasso d’incremento naturale
Il tasso di incremento naturale calcola la differenza tra i nati e i morti, applicando i tassi secondo il
modello occidentale. Entrambi i tassi sono correlati con la struttura per l’età. Così accumulando gli
anziani in una società è chiaro che il tasso di mortalità aumenterà. Il tasso di incremento annuale
complessivo prende in considerazione, oltre ai “movimenti” naturali anche i “movimenti” relativi
ai saldi migratori, tutti espressi in termini percentuali sull’ammontare della popolazione.
Nei grafici “A5” e “B15” possiamo osservare che solo il modello permissivo massimale a lungo
termine garantisce una crescita naturale. Il grafico della funzione che descrive la crescita naturale è
molto interessante, ma pur troppo mostra solo le parti positive del diagramma. Lì si vede un picco
positivo nel 2012 legato alla struttura giovanile della popolazione migratoria, e che anch’essa dopo
il 2012 inizia ad invecchiare e produce, nell’analisi della popolazione, complessivamente un
risultato naturale negativo, cioè la numerosità dei morti supera quelli dei nati, per dopo riprendersi
grazie alla fecondità di sostituzione che inizia a produrre gli effetti positivi dopo il 2027.
E’ interessante osservare (vedi i dati sotto il grafico_B) che il modello 2.a con la migrazione nulla e
la fecondità di 2,12, mantiene il tasso di crescita naturale negativo ma contenuto nel tempo e varia
da –0,21 nel 2007 fino a –0,16 nel 2012, per iniziare a diminuire lentamente in maniera quasi
lineare fino a “solo” –0,45 nel 2053(vedi B15).
Dall’A5 si osserva che se il tasso di fecondità rimane come quello attuale, mentre la migrazione si
ferma al tasso nullo, secondo il modello minimo il tasso di crescita naturale nel 2007 sarebbe
negativo al livello di 0,49% per arrivare a –1,0% nel 2030.
Forse è ancora più interessante osservare i diagrammi relativi all’incremento complessivo. Anche lì
l’unico modello che ci dà una crescita continua è il modello permissivo massimale. E’ molto
interessante che con l’ 1.b - modello permissivo, cioè quello con i tassi di migrazione e di fecondità
che rimangono al livello attuale, la crescita annuale scenderebbe allo zero nel 2035; invece con il
2.b – modello permissivo crescente (verde), che ipotizza il livello d’immigrazione costante e il
tasso di fecondità con la crescita lineare, mantenendo la tendenza dell’ultimo decennio avrebbe una
crescita complessiva sempre in diminuzione per iniziare a crescere di nuovo verso il 2045.
Queste funzioni sono molto interessanti, parlando in termini matematici, perchè tutti i modelli
sembrano avvicinarsi periodicamente e dopo di nuovo allontanarsi gli uni dagli altri. Forse sarebbe
il caso di ricontrollare il corretto funzionamento del software facendo le prove ed i calcoli a mano.
IV Conclusioni
Già dal primo paragrafo (III.i) si poteva capire quale importanza possano avere le valutazioni
demografiche per costruire le serie politiche di migrazione, le politiche dedicate alla famiglia e allo
sviluppo. E’ chiaro pure che si deve stare molto attenti a non permettere (è impossibile) l’abuso, da
parte sia dei politici sia dei mass media, delle analisi demografiche, come purtroppo succede spesso
nei vicini balcani dove le politiche demografiche sono state spesso utilizzate come serve delle
politiche nazionali, e di solito finiscono come scusa per progettare le pulizie etniche o nel miglior
caso la progettazione dello spostamento delle popolazioni senza alcun consenso o consultazione
democratica della stessa popolazione.
Invece lo sviluppo della statistica e dei sistemi di gestione delle informazioni legati al territorio,
oggi permettono una più accurata simulazione degli scenari demografici di diversi livelli: comunali,
regionali, macro regionali e nazionali utili per ulteriori analisi economico – sociale – ambientali.
Mentre il saldo migratorio potrebbe essere meglio controllato tramite le politiche restrittive e un
miglior controllo delle frontiere, nonché tramite le politiche di sviluppo progettate tempestivamente,
il tasso di fecondità sarebbe molto più difficile de progettare o influenzare.
Un esempio del ragionamento economico è che sarebbe difficile mantenere il PIL attuale con la
popolazione diminuita per il 10%, invece nel modello permissivo massimale la popolazione
residenziale raggiungerebbe la quota di quasi 80 milioni, che sembra eccessiva per l’Italia che già
ha un’altissima densità di popolazione sul territorio.
L’analisi è stata concentrata nel confronto grafico dei diversi modelli, mentre un’ulteriore
aprofondimento è possibile analizzando i dati delle tabelle che produce Spectrum ed analizzando il
rapporto tra i singoli indicatori dei diversi modelli.
Tra i cinque modelli analizzati, mi sembra che il modello permissivo crescente basato sulla
continuazione delle tendenze attuali è il più probabile, anche se penso che a causa della congiuntura
internazionale e della situazione economica in Italia ed Europa ci si potrebbe aspettare nei prossimi
5 anni una diminuzione del saldo migratorio, per poi di nuovo aumentare con uno sviluppo positivo
dell’ economia.