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non si muova più, non possa sceso su di me, mi hai subito stati i sette saggi a porre le

più ristorare il suo cuore. toccato e mi hai svegliato”. sue fondamenta? Un miglio
«L’amico mio, che io amo Utnapishtim così parlò a quadrato è la città, un mi-
sopra ogni cosa, che ha lui, a Gilgamesh: “Guarda, glio quadrato sono le sue
condiviso con me ogni sorta Gilgamesh! Conta i pani! cisterne oltre alle terre del
di avventure, Enkidu che io Così apprenderai quanti tempio di Ishtar. Per tre
amo sopra ogni cosa, che giorni tu hai dormito”. […] miglia quadrate si estende
ha condiviso con me ogni Gilgamesh così parlò a lui, Uruk senza contare i suoi
sorta di avventure, ha se- a Utnapishtim, il lontano: terreni agricoli”». La storia
guito il destino dell’umani- “Ahimè! Come ho potuto del re sumero copre due de-
tà. Per sei giorni e sette not- fare ciò, Utnapishtim! Dove gli argomenti che vengono
ti io ho pianto su di lui, fino potrò andare adesso? I rapi- trattati in questo numero di
a che un verme non è uscito natori mi hanno intrappola- Graphie: il viaggio - Gilga-
fuori dalle sue narici. Io ho to, nella mia camera da letto mesh compie un duro cam-
avuto paura della morte, ho alberga la morte; dovunque mino per parlare con Utna-
cominciato a tremare e ho io ponga il mio piede, là c’è pishtim - e il sogno: è a cau-
vagato nella steppa». Il la morte”». È, ovviamente, sa di un sonno che l’umani-
viaggio che Gilgamesh com- disperato, e per consolarlo tà perde l’immortalità. A
pie lo conduce da Utnapish- il vecchio Utnapishtim gli ben vedere, però, anche il
tim, l’antico, il superstite offre una sorta di consola- desiderio è presente: tutto il
del diluvio universale. Lui zione: una pianta che cresce cammino di Gilgamesh ini-
solo saprà come risolvere sott’acqua, il cui nome è “Il zia con il desiderio della vita
l’enigma, come sconfiggere vecchio ridiventa giovane”. eterna, di sconfiggere quella
la morte. Il viaggio è terribi- Non è la vita eterna, ma al- terra «da cui nessuno ha
le, e Gilgamesh giunge final- meno ritarda l’inevitabile mai fatto ritorno», per
mente da Utnapishtim total- arrivo della morte. Gilga- usare le parole di Amleto. E
mente provato. «Per poter mesh si tuffa, cattura la ra- tutto ciò ci fa comprendere
raggiungere te, Utnapish- ra pianta, ma mentre è di- come, per i temi più grandi
tim, il lontano, del quale stratto un serpente la man- e profondi dell’esistenza
parlano gli uomini, io gi- gia, rinnovando il suo cor- umana, non ci siano distan-
rovagai, andando in ogni po. Gilgamesh, allora, pian- ze cronologiche o geografi-
dove, attraversai paesi pie- ge disperato. Quando però che, e come lo sguardo uma-
ni di insidie, e navigai per torna ad Uruk, “l’ovile” no di fronte all’infinito mi-
tutti i mari; il mio viso non (viene chiamata così nel stero dell’essere si manifesti
assaporò sufficientemente il poema la prima città, ed è sempre uguale a se stesso,
dolce sonno; mi ammalai un termine di grande sugge- nonostante i secoli e i mil-
quasi per mancanza di son- stione, perché davvero fu il lenni che dividono noi dallo
no; il mio cuore era pieno di primo ovile per l’umanità), sconosciuto scriba che, sotto
angoscia». Il vecchio gli e contempla quello che ha il sole della Mesopotamia,
propone una prova: dovrà saputo costruire, le sue mu- incise quei segni, traman-
vegliare per sette giorni, e ra possenti, i suoi templi che dandoci una storia così re-
allora egli svelerà al re il svettano verso il cielo, Gil- mota e anche così attuale.
segreto della vita eterna. gamesh comprende che ha
Gilgamesh, però, appena si già conquistato l’immortali-
siede s’addormenta, e ogni tà, l’unica possibile per gli
giorno Utnapishtim fa porre esseri umani, ottenere di
un pane accanto a lui. essere ricordato in futuro
Quando Gilgamesh si sve- grazie alle sue opere.
glia, vede i pani secchi, «Quando essi giunsero ad
quelli più morbidi e infine Uruk, l’ovile, Gilgamesh
quello appena sfornato, e così parlò a lui, a Urshana-
capisce d’aver perduto la bi: “Sali, o Urshanabi, sulle
scommessa, e la possibilità mura di Uruk! Percorrile!
di ottenere la vita per sem- Ispeziona le fondamenta,
Nella pagina a fianco, in alto:
pre. «Gilgamesh così parlò scrutane i mattoni: non è
a lui, al lontano Utnapish- forse vero che son davvero Chiesa gotica di San Giorgio
a Valperga Canavese (Torino)
tim: “Non appena il sonno è mattoni cotti? Non sono La Madonna dei Tre Soli

12. Monographie Arte


Ezio Albrile - I MAGI IN VIAGGIO TRA PITAGORA E ZOROASTRO

I MAGI IN VIAGGIO TRA


PITAGORA E ZOROASTRO
Visioni e realtà alterate
tra ellenismo e iranismo
di Ezio Albrile
1. PEREGRINAZIONI ENTEOGENE
È nota nel mondo antico la dime-
stichezza di Pitagora con l’aldilà:
il filosofo di Samo sarebbe disceso
agli inferi, dove - secondo Ieroni-
mo di Rodi, discepolo di Aristotele
(Fr. 42 [WEHRLI]) - avrebbe visto
l’anima di Esiodo incatenata a
una colonna di bronzo1, nonché
l’anima di Omero oscillare appesa
a un albero, pericolosamente av-
volta da serpenti2. La trasforma-
zione oltretombale di Esiodo in
uno schiavo e di Omero in una avvampa danzando sulla superfi- zolfo misto a vino si otterrà l’ef-
sorta di caduceo umano era, nel- cie immota di uno specchio d’ac- fetto contrario, la luce emanata
l’interpretazione di Ieronimo, la qua8. sarà così abbagliante e fredda da
punizione per ciò che essi avevano Ireneo indugia sul repertorio in- infondere un pallore ceruleo, ca-
detto e scritto riguardo agli dèi. cantatorio di Marco il Mago: me- daverico sui volti dei presenti
Le peregrinazioni infere di Pita- scolando e travasando liquidi (Nat. hist. 35, 50, 175).
gora sono una parte significativa ignoti, l’eretico Marco riproduce Ma altre e più esiziali pratiche
del suo insegnamento3; così pure il miracolo eucaristico (Adv. haer. sono forse alla base della cacciata
gli interessi per la mantica, la I, 13, 2), prepara pozioni psicoat- di Anassilao da Roma. Sempre da
chiaroveggenza, la telepatia, tutti tive per soggiogare le adepte e stu- Plinio sappiamo dell’abilità del
aspetti che nel corso del tempo prarle (Adv. haer. I, 13, 6), un’a- mago neopitagorico nel destreg-
contribuirono a creare un’aura di bitudine condivisa anche dai di- giarsi con droghe psicoattive e ve-
irrazionale sacertà attorno alla scepoli. Verisimilmente dietro al leni. La cicuta (Conium macula-
scuola, mutandone gli intenti ori- livore antiereticale si nasconde tum, L.)11 è nota nel mondo anti-
ginari. Quando il pitagorismo si una cerchia misterica fondata sul co come la pozione letale usata
riproporrà a Roma, secoli più libero uso del sesso e nella quale per sopprimere Socrate (Phaed.
tardi, la trasformazione sarà defi- le sostanze psicoattive (narcotiche 116 a); se ne conoscono però an-
nitiva, i sogni e gli intenti visiona- e allucinogene) hanno una parte che usi terapeutici12. Plinio cita a
ri del maestro mutati in mercimo- rilevante. Un culto enteogeno, questo proposito Anassilao (Nat.
nio, trastulli per cerchie sedicen- dunque, che Ireneo identifica co- hist. 25, 95, 154), ma sembra
temente misteriche. me «gnostico», anche se, in veri- rifiutarsi di dare ulteriori infor-
Nel 28 a.C. Augusto espelle da tà, nessuno degli insegnamenti mazioni e chiude perentorio il di-
Roma e dall’Italia il filosofo neo- impartiti da Marco il Mago sem- scorso affermando: «Io non sug-
pitagorico Anassilao di Larissa bra appartenere specificamente gerirei rimedi nei quali si ritiene
(Hier. Chron. 16) 4 : l’accusa è alla costellazione dottrinale gno- opportuno far bere la cicuta».
aver esercitato arti magiche5 in stica9. Forse questi rimedi implicano un
palese sovversione all’ordine co- Gran parte delle notizie su Anas- uso non convenzionale, enteoge-
stituito. Ireneo, vescovo di Lione, silao ci deriva da Plinio, del quale no, della cicuta, la cui fonte erano
negli anni 177-178 d.C. è in mis- è ritenuto una fonte10. Più preci- probabilmente i Paignia di Anas-
sione a Roma: è l’occasione per samente, al tempo di Plinio dove- silao. Sono infatti noti usi della
compilare un lungo catalogo va circolare in forma di libro un cicuta come afrodisiaco, nonché
ragionato di eresie, in gran parte repertorio di «trucchi» o di «gio- come narcotico, se assunta in si-
classificate come «gnostiche». Il chi magici», di Paignia attribuiti nergia con piante allucinogene13.
tredicesimo capitolo del libro ad Anassilao: da quest’opera Pli- La familiarità di Anassilao con le
primo si apre con la confutazione nio avrebbe attinto gran parte del sostanze psicotrope trova confer-
degli insegnamenti di Marco il materiale magico confluito nella ma in un ulteriore passo di Plinio,
Mago, seduttore e chimerico ciar- sua Storia naturale. Nei passi in nel quale si parla di un noto in-
latano i cui inganni sono avvicina- cui è esplicitamente menzionato, grediente magico, l’ippomane
ti a quelli del più noto Anassilao Anassilao è dipinto come un ma- (hippomanes). Le fonti più anti-
di Larissa6. Evidentemente, nel II go, un illusionista i cui trucchi ri- che descrivono l’ippomane come
secolo d.C., a Roma si conservava cordano gli inganni di Marco il un’escrescenza carnosa nera,
ancora la memoria dei «trucchi» Mago. Il repertorio include giochi sporgente sulla fronte del puledro
(paignia) del filosofo e mago neo- di trasformazione cromatica: se si (Arist. Hist. anim. 6, 22, 7), che
pitagorico7. Un’altra fonte cri- copre una lanterna con del nero la madre mangia alla nascita. Se
stiana latina (Ps.-Cypr. Rebapt. di seppia, la luce irradiata, più ciò non avvennisse, il puledro di-
16, 111, 89 ss.) si diffonde nel scura, tingerà gli astanti, renden- verrebbe rabbioso: da qui il nome
descrivere uno fra i più noti truc- done la carnagione simile a quella hippomanes, composto a partire

main ō , «delirare» (Plin. Nat.


chi messi in scena da Anassilao, degli Etiopi (Nat. hist. 32, 52, dal greco hippos, «cavallo», e
quello di accendere un fuoco che 141); scaldando in un calice dello

Arte Monographie 13.


Ezio Albrile

hist. 28, 8, 165). Una proprietà e musicali persiani, in cerca di una grandissima ricchezza di
omeopatica sfruttata dai maghi una chiave verso l’armonia co- prapis, cioè di «diaframma-pen-
nella preparazione di filtri erotici smica. Ma le interferenze fra pita- siero», come traduce il Detienne25,
e pozioni malefiche. Anassilao gorismo e religiosità iraniche sono e divenne capace di atti sapienti
intende però riferirsi a qualco- tali e tante da lasciare disorienta- di ogni specie. Infatti, continua
s’altro, cioè al liquido che stilla to anche il ricercatore più saga- l’agrigentino, quando Pitagora
dalla vagina della cavalla in calo- ce18. Pitagora avrebbe appreso tendeva come un arco tutte le
re, utilizzato anch’esso nella ma- dai Magi iranici non solo gli arca- parti del suo prapis, poteva facil-
gia erotica e come veleno 14 . Il ni nei quali è ritmata l’armonia mente contemplare ogni parte
prezioso umore vaginale - secondo del mondo, ma anche specifiche della realtà visibile e invisibile,
Anassilao -, raccolto dopo il rap- tecniche attraverso cui scrutare le come pure ogni parte di dieci o di
porto sessuale e bruciato negli realtà invisibili. È infatti noto che venti vite umane. L’espressione
stoppini delle lucerne, provoche- in numerosi episodi della sua vita oregesthai prapidessin, «tendere
rebbe allucinazioni: gli astanti Pitagora è messo in relazione alle il proprio diaframma», che Em-
infatti si vedrebbero mutati in vicende estatiche di «iatromanti» pedocle usa nei suoi Katharmoi26
uomini dalla testa equina (Nat. dagli strani poteri19. e che significa anche «tendere il
hist. 28, 49, 181). In realtà il L’ascetismo visionario «pitagori- proprio pensiero», allude verisi-
nome hippomanes nel mondo co» è testimoniato nel Fedone pla- milmente ad una tecnica di tipo
antico conosce un mimetismo tonico - in vesti che qualcuno ri- yogico che permette di controllare
enteogeno, è cioè il nome conven- tiene orfiche20 -, secondo cui il la respirazione e di fare del dia-
zionale dietro al quale si nasconde purificarsi è «adoperarsi in ogni framma l’«arco» in cui il soffio,
una celebre e pericolosa pianta modo di tenere separata l’anima concepito come un dardo o una
psicoattiva15, la Datura stramo- dal corpo e abituarla a racco- «freccia», diventa veicolo di tutte
nium16: logico quindi il riferimen-
chiuse nel corpo, nel sōma. Il sof-
gliersi e racchiudersi in se stessa, le forze di natura psichica rac-
to alla percezione alterata e pla- fuori da ogni elemento corporeo,
stica di una nuova realtà. Anassi- ed a restarsene, per quanto è pos- fio, quale freccia tesa sull’arco, è

forze disperse della psych ē la


lao aveva probabilmente molta sibile, anche nella vita presente il fulcro in cui si concentrano le
dimestichezza con piante e miscu- come nella futura, tutta solitaria
gli enteogeni, una familiarità nella in se stessa, intesa a questa sua parte divina racchiusa nell’uomo:
quale forse si deve trovare la mo- liberazione dal corpo come da ciò permette di fissare quest’ulti-
tivazione della sua cacciata dal- catene» (Phaed. 67 c-d.). I poteri ma in un punto fisiologico del
l’Urbe e dall’Italia. dei maestri della cerchia pitagori- corpo, il diaframma, e di «scoc-
ca 21 consistono quindi nel far carla», separandola dal corpo at-
2. INCONTRI FATALI uscire l’anima dal corpo e nel far- traverso la pratica dell’estasi.
Cambise, re di Persia e conqui- vela rientrare nuovamente. La Altrove27, seguendo le ricerche di
statore dell’Egitto (nel 525 a.C.), loro anima si può allontanare per A. Piras e Ph. Gignoux, ho rin-
roso dal tarlo della follia, esaltato il tempo desiderato, poiché è la tracciato paralleli a questo mito-
dalla brama di potenza, crudele e volontà a fissare la durata dell’e- loghema nella tradizione zoroa-

sōma che è sēma, al corpo-tomba,


temerario, deporta Pitagora a stasi: l’anima è così sottratta al striana: si tratta dell’«ordalia
Babilonia17. Lì il filosofo incontra
precede l’estasi di Ardā Wīrāz, un
delle lance» o «delle frecce» che
i Magi, che lo rendono partecipe inteso come un mero contenitore,
dei propri riti e delle proprie co- un involucro somatico trasforma- pio mazdeo che nel libro a lui
noscenze. Dopo un’iniziazione to in un’oscura prigione. Un tra- consacrato compie un viaggio nel-
durata dodici anni, all’età di cin- gitto intravisto da Euripide, che l’aldilà, visitando gli inferi ed
quantasei anni, Pitagora fa ritor- in un’opera perduta (Fr. 68 ascendendo al cielo in compagnia
no a Samo. Sembra una storiella [NAUCK]) proponeva l’arcano di- di un angelus interpres, un
idillica d’una ingenuità che conso- lemma: «Chi sa se vivere non è «angelo-guida28» .
morire e morire vivere?22»
venerati Gāθā, i cinque «Canti»
la e possiamo ben figurarci Pita- Bisogna ritornare ai più antichi e
gora in cattività presso i Magoi Non a caso il filosofo e iatromante
mazdei - i «nefasti creatori di agrigentino Empedocle23 parla di tradizionalmente composti da
tiranni» platonici (Resp. 572 e) - Pitagora come di un uomo dal Zoroastro e corrispondenti a di-
addentrarsi nei misteri aritmetici sapere prodigioso24, che acquisì ciassette dei settantadue «capitoli»

14. Monographie Riflessioni ad Arte


I MAGI IN VIAGGIO TRA PITAGORA E ZOROASTRO

(hāiti) della sezione dell’Avesta


risce. Il composto ah ū m.biš,
Nella pagina a fianco, da sinistra: ni degli uomini, le risana, le gua-
chiamata Yasna, «venerazione,
Cattedrale di San Lorenzo a Genova
Draghi sulla facciata sacrificio», per trovare una pri- «risanatore dell’esistenza», non è
ma, cospicua documentazione en- un’allusione astratta, ma fa rife-
Cattedrale di Santa Maria Assunta
Il Saošyant- (> pahlavi Sōšyans),
teogena nella religione mazdea. rimento a una pratica concreta;
a Ventimiglia (Imperia) - Girari a
sfondo cosmografico nella cripta un’azione taumaturgica 37 dove
il Salvatore futuro29, l’operatore l’estasi terapeutica38 è acquisita
Chiesa gotica di San Fiorenzo della fraš ō .k ə r ə ti (> pahlavi attraverso l’ingestione di un
in Bastia (Cuneo) - Inferno
fraš[a]gird)30, la trasfigurazione
nante» (rōnšngar xwarišn), com’è
«cibo» o di una «bevanda illumi-
del mondo, artefice supremo della
chiamato nei testi pahlavi39. La
scolando il grasso del bue Hatāyōš parola avestica baŋha- (> pahlavi
In basso, da sinistra: storia dell’uomo e del cosmo, me-

con hōm (< avestico haoma) bian-


Abbazia romanica di San Costanzo
bang/mang)40, connessa col san-
scrito bhang ā , «canapa 41 », la
al Monte a Villarsancostanzo (Cuneo)
Capitelli con lettere dell'alfabeto co31, nel rinnovamento finale pre-
aramaico kannabis di Erodoto (4, 74, 1)42,
(anōš)32, la libagione perenne che
parerà una pozione d’immortalità
Chiesa romanica di San Tomaso è di estremo interesse a riguardo.
a Briga Novarese (Novara)I Il bang o mang43 è talvolta defini-
to «medicinale» (avestico baēšaz-
farà risorgere i morti e rende
MAGI IN VIAGGIO TRA immortali i viventi33. S’è molto
ya- > pahlavi b ē šaz) 44 ed ha -
PITAGORA E ZOROARO discusso sulla reale natura enteo-
Figurazioni fungine da arco
trionfale gena di questa pozione. Vorrei qui secondo le dosi, l’uso e le piante
però richiamare brevemente la con le quali viene di volta in volta
Chiesa della Confraternita della funzione del Saošyant quale stru- identificato - la capacità di «sanare»
Santa Croce a Rocca Canavese

ə r ə sā H ā iti G ā θ ā si
(Torino) - Volta decorata mento di visione interiore34. In e di «guarire» (avestico bišaz-)45.
Tat.θβā.p
~ L’azione di questo composto psi-
allude infatti al Saošyant quale coattivo che ha proprietà alluci-
aiuto e soccorso nel vedere ciò che nogene, narcotiche o entrambe in
all’uomo comune è precluso, nel reciproca sinergia 46, andrebbe
percepire un’altra realtà. Tenterò infine considerata assieme a quel-

hōm), da relazionare con il soma-


di tradurre questo difficile passo: la dell’haoma-avestico (> pahlavi
«O Mazda, [è] attraverso la Ret-
titudine che / il benefico risanato- vedico. L’haoma è la materia
re dell’esistenza, l’alleato, / scru- principale del sacrificio avestico47,
ta le opere [degli uomini], grazie il fluido enteogeno ricettacolo del-
allo spirito35». la forza luminosa48, la libagione
L’opera del Saošyant dilata la co- da cui si dipana il culto zoroa-
scienza oltre i limiti della perce- striano49.
zione ordinaria; ciò che fa risor- Tutte queste esperienze visionarie
gere i trapassati e dona l’eternità presuppongono uno stato di co-
ai viventi non è un’azione lontana scienza e una percezione della
nel tempo e nello spazio, bensì un realtà alterate. Una modificazione
evento visionario che si produce dell’esistenza attraverso la dilata-

lo lo Zamyā d Yašt, il Saošyant


qui e ora, in ogni istante. Secondo zione visionaria del mondo inte-
riore, enteogeno. Le culture mo-
rende incorruttibile il mondo cor- derne hanno smarrito il senso te-

occhi della mente 36», h ō diδat~


poreo, poiché «egli vede con gli rapeutico di tali esperienze, un

xratəuš
¯ dōiθrābyō.. C’è una rela-
senso che è alla base del culto
ipnotico e onirico dell’incubatio,
zione fra visione e guarigione, il un rito diffusissimo nell’antichità
Saošyant osserva i lasciti, le azio- classica e cristiana50, sia in area

Riflessioni ad Arte Monographie 15.


Chiesa gotica di San Pietro ad Avigliana
(Torino) - Figure fantastiche

greca che in area italica51. il fabbro fondono i metalli57. Uno


dei testi principali di questa pro-
3. UN SACRO SOGNARE toalchimia è un’opera metallurgi-
Esso consisteva nell’addormen- ca della biblioteca di Assurbani-
tarsi presso un luogo sacro, con la pal (668-626 a.C.) nella quale si
speranza di ricevere in sogno la palesano la «nascita» e la «cresci-
visita del Dio e i suoi opportuni ta» dei metalli nel ventre della
suggerimenti (Plut. Consol. ad terra58. È l’idea della vita appli-
Apoll. 14, 109 c). Ci si presentava cata al mondo minerale e di rifles-
di persona al santuario prescelto, so l’alba di una fisiologia occulta
a volte a digiuno e senza aver be- che rintraccia l’omologo della
vuto vino, sacrificando almeno un petra genitrix nelle piante o
montone dal vello nero e passando all’interno dello stesso corpo
la notte sdraiati sulla pelle dell’a- umano. Logico, quindi, accedere
nimale (Paus. 1, 34, 5). Durante il a tale percezione separata della
sonno appariva il dio, che dava al realtà attraverso vie non conven-
postulante i consigli richiesti52. zionali, come quelle del sogno e
I modi e le forme dell’incubatio della visione.
rimandano a uno sfondo arcaico Varcata la soglia onirica, la mente
in cui il sogno, indotto da mezzi può fare ogni cosa, creare e per-
naturali oppure dall’ingestione di cepire un nuovo mondo, una nuo-
piante o succedanei psicoattivi, va realtà, simultaneamente. Chi
permette l’acquisizione di una pratica questi ascosi sentieri sa
conoscenza celata ai più. La tra- bene dei pericoli cui va incontro:
dizione mesopotamica conserva l’alterazione del piano di coscien-
una memoria di queste pratiche za porta verso zone liminali in cui
in una folta letteratura neobabilo- i confini fra lo stato di veglia e il
nese che reinterpreta l’anteceden- sogno sono molto labili, al punto
te mitologia sumerica e accadica da essere confusi. La salvezza,
secondo paradigmi che oggi defi- quindi, può presentarsi capovol-
niremmo «esoterici 53 ». Uno di ta: l’ipnotico diventare la via
questi documenti, proveniente verso il risveglio, e il sogno l’unica
dall’archivio del tempio di Eanna vera realtà. Una discesa nel mon-
a Uruk e datato 21 maggio 541 do infero, nel fondo di un’esisten-
a.C., due anni prima della con- za che resta inaccessibile, dissolta
quista persiana di Babilonia, chia- in un enigma.
risce ulteriormente il rapporto fra
la «conoscenza segreta» 54 e il
luogo appartato, ipnotico tramite
il quale comunicare con il divino.
Nel testo è significativo l’uso della
parola accadica dakkannu, un
prestito dal sumerico da-ga-na,
«camera, camera da letto»; il ter-
mine è rintracciabile nella lettera-
tura divinatoria e mitologica, nel
lessico medico55 e significativa-
mente in una serie di testi che
istruiscono e riferiscono di mani-
polazioni «protoalchemiche» o
«chimiche56», nei quali esso desi-
gna il luogo appartato dov’è collo-
cato il forno in cui l’apprendista o

16. Monographie Riflessioni ad Arte


Note Greek Religion. A Study on the Orphic Isaia (Testi e Ricerche di Scienze Religio-
Movement, London 19522, p. 264. se, 20), Brescia 1983, p. 120.
1 Sul valore infero del bronzo, mi permet- 23 Cfr. M. DETIENNE, «La “Démonologie” 40 GH. GNOLI, s.v. «Bang. I: In Ancient
to di rinviare a E. ALBRILE, Oltre le soglie d’Empédocle», in Revue des Études Grec- Iran», in YARSHATER, Encyclopaedia Ira-
di Ade. Un excursus mitografico, in Lau- ques, 72 (1959), pp. 1-17; da segnalare P. nica, III, London-New York 1989, pp. 689
rentianum, 47 (2006), pp. 337-348. KINGSLEY, Ancient Philosophy, Mystery b-690 a.
2 Diog. Laert. 8, 21; la discesa agli inferi and Magic. Empedocles and Pythagorean 41 H.S. NYBERG, Die Religionen des alten
di Pitagora era anche il motivo per il quale Tradition, Oxford 1995 (trad. it. di M. Iran (Mitteilungen der vorderasiatisch-
la sua figura e la sua opera erano tenute in Bonazzi, Misteri e magia nella filosofia aegyptischen Gesellschaft, 43 Band), J.C.
grande stima e onorate dagli abitanti di antica. Empedocle e la tradizione pitagori- Hinrichs Verlag, Leipzig 1938, p. 290.
Crotone. ca, Milano 2007). 42 Cfr. K. MEULI, «Scythica», in Hermes,
3 Per maggiori ragguagli, cfr. E. ALBRILE, 24 Cfr. anche E. ZELLER-R. MONDOLFO, La 70 (1935), p. 122; M. ELIADE, Lo sciamani-
I Magi agli inferi, in Studi sull’Oriente filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, smo e le tecniche dell’estasi (Orizzonti
Cristiano, 14 (2010), pp. 5-24. II: Ionici e Pitagorici, Firenze 1938, pp. dello spirito, 18), Roma 1974 (rist. 2005),
4 R. HELM (Hrsg.), Eusebius Werke, VII 329-331. pp. 424-425; un’altra interpretazione in
(GCS 47), Berlin 1956, pp. 163, 26-164, 2. 25 DETIENNE, La Notion de Daïmôn, pp. E. ALBRILE, «Daēvica enteogena. L’identi-
5 Cfr. R.HELM, Zusätze in Eusebius Chro- 79 ss. tà psicoattiva dell’antica religiosità irani-
nik und ihr Wert für Literaturgeschichte 26 DETIENNE, La Notion de Daïmôn, p. 80. ca», in Rivista degli Studi Orientali, N.S.
(Philologus, Supplementband, 21), Leipzig 27 E. ALBRILE, «La forma delle illusioni. 82 (2009), pp. 265-267.
1929, p. 62; M.W.DICKIE, The Learned Demiurgie visionarie tra ermetismo e 43 AirWb, col. 925.
Magician and the Collection and Trans- gnosi», in Laurentianum, 49 (2008), pp. 44 AirWb, col. 916.
mission of Magical Lore, in D.R. JORDAN- 353-369. 45 AirWb, coll. 966-967.
H.E. T HOMASSEN (eds.), The World of 28 AWN 1, 20-21 (A. PIRAS, «Le tre lance 46 Cfr. W. BELARDI, The Pahlavi Book of
Ancient Magic. Paper from the first Inter- del giusto Wīrāz e la freccia di Abaris. the Righteous Viraz, I. Chapters I-II
national Samson Eitrem Seminar at the Ordalia e volo estatico tra iranismo ed (Biblioteca di Ricerche Linguistiche e Filo-
Norwegian Institute at Athens, 4-8 May ellenismo», in Studi Orientali e Linguisti- logiche, 10), Roma 1979, p. 116.
1997 (Papers from the Norwegian Institute ci, 7 [2000], p. 96); PH. GIGNOUX, «Une 47 Cfr. W.W. MALANDRA, s.v. «Sacrifice: I.
at Athens, 4), Bergen 1999, p. 165. ordalie par les lances en Iran», in Revue In Zoroastrianism», nella versione elettro-
6 Cfr. J.D. DUBOIS, Gnose et manichéisme, de l’Histoire des Religions, 200 (1983), p. nica di YARSHATER (ed.), Encyclopaedia
in Annuaire EPHE, Sciences religieuses, 159. Iranica (www.iranica.com/articles/sacrifi-
115 (2006-2007), pp. 209-210. 29 Cfr. C.G. CERETI, «La figura del reden- ce-i), 2010.
7 Altra documentazione sulla filiazione tore futuro nei testi iranici zoroastriani. 48 Cfr. GH. GNOLI, «Un particolare aspet-
pitagorica di Anassilao in M. WELLMANN, Aspetti dell’evoluzione di un mito», in to del simbolismo della luce nel Mazdei-
Die Physiká des Bolos-Demokritos und Annali dell’Istituto Orientale di Napoli, 55 smo e nel Manicheismo», in Annali dell’I-
der Magier Anaxilaos aus Larissa (1995), pp. 57 ss.; A. HINTZE, «The Rise of stituto Orientale di Napoli, N.S. 12 (1962),
(Abhandlungen der Preussischen Akade- the Saviour in the Avesta», in CH. RECK- p. 102; M. ELIADE, Trattato di Storia delle
mie der Wissenschaften, Philosophisch- P. ZIEME (Hrsg.), Iran und Turfan: Wer- Religioni (Universale Scientifica Borin-
Historische Klasse 7), Berlin 1928; poi ner Sundermann zum 60. Geburtstag ghieri, 141/142), Torino 1976, pp. 199-
DICKIE, The Learned Magician, p. 167. gewidmet, Wiesbaden 1995, pp. 77-97. 200.
8 DICKIE, The Learned Magician, p. 166. 30 Cfr. A. HINTZE, s.v. ««Frašō.kərəti», in 49 Cfr. E. ALBRILE, «Un’inebriante salvez-
9 Inclusi gli insegnamenti sul «Corpo della E. YARSHATER (ed.), Encyclopaedia Irani- za. Culti enteogeni e mitologie fra elleni-
Verità» (Adv. haer. I, 14, 1 ss.), che a ca, X, New York 2001, pp. 190 b-192 b. smo e iranismo», di prossima pubblicazio-
ragion veduta sembrano neopitagorici. 31. HINTZE, «Frašō.kərəti», p. 192 a., ne in Studi Classici e Orientali.
10 DICKIE, The Learned Magician, p. 166. 32 Bundahišn (ir.) cap. 34 (ANKLESARIA, p. 50 Cfr. M. WACHT, s.v. «Inkubation», in
11 J. BILLERBECK (Hrsg.), Flora classica, 226, 3-6; nuova edizione del capitolo tra- RAC, 18, Stuttgart 1998, coll. 179-265.
Leipzig 1824, p. 69. dotto da G. MESSINA, «Mito, leggenda e 51 Sulle ascendenze iranico-pitagoriche del
12 Theophr. Hist. plant. 1, 8; 6, 2; Diosc. storia nella tradizione iranica», in Orien- rito, cfr. Strab. XI, 7, 1, 508; R. ENGEL,
4, 97; Plin. Nat. hist. 25, 95, 151-153. talia, 4 [1935], p. 276); cfr. il passo paral- s.v. «Zalmoxis», in Der Kleine Pauly.
13 CH. R ÄTSCH , Enzyklopädie der lelo in Bundahišn (ind.) cap. 19. Lexikon der Antike, V, Stuttgart 1975, col.
psychoaktiven Pflanzen. Botanik, Ethno- 33 Cfr. GH. GNOLI, «Note sullo “Xvarənah-”», 1455.
pharmakologie und Anwendung, AT Ver- in AA.VV., Orientalia J. Duchesne-Guille- 52 WACHT, Inkubation, coll. 211 ss.
lag, Aarau (Schweiz) 20078, p. 553 a-b. min emerito oblata (Acta Iranica 23 – 53 A. LIVINGSTONE, Mystical and Mytholo-
14 Cfr. Verg. Georg. 3, 280; Tibull. 2, 4, Hommages et Opera Minora II/9), Leiden gical Explanatory Works of Assyrian and
58; Prop. 4, 5, 18. 1984, pp. 214 ss. Babylonian Scholars, Winona Lake
15 RÄTSCH, Enzyklopädie, p. 632, n. 351. 34 Implicita nei legami fra il Saošyant- e la 20072, pp. 71 ss.
16 Cfr. C.A.P. RUCK, «Gods and Plants in daēnā; cfr. H INTZE , The Rise of the 54 Cfr. P.-A. BEAULIEU, «New Light on
the Classical World», in R.E. SCHULTES-S. Saviour, pp. 83-84; A. PIRAS, «Visio ave- Secret Knowledge in Late Babylonian
VON REIS (eds.), Ethnobotany: Evolution stica I. Prolegomena à l’étude des proces- Culture», in Zeitschrift für Assyriologie,
of a Discipline, Portland (Oregon) 1995, sus visuels dans l’Iran ancien», in Studia 82 (1992), pp. 98 ss.
p. 135. Iranica, 27 (1998), p. 177; D.L. MARTIN, 55 BEAULIEU, «New Light on Secret Kno-
17 Vit. Pyth. 4, 19 (GIANGIULIO II, pp. 330- «The Vision of Zoroaster. An Essay on the wledge», pp. 101-102.
331). Mystical Origins of the “Good Vision”», in 56 H. Z IMMERN , «Assyrische chemisch-
18 Una rassegna in questo senso sono i Iran & Caucasus, 3-4 (1999-2000), pp. 10-11. technische Rezepte», in Zeitschrift für
materiali raccolti da A. PANAINO, «Greci e 35 Yasna 44, 2; cfr. anche P IRAS, Visio Assyriologie, 36 (1925), p. 182; 192.
Iranici: confronto e conflitti», in S. SET- avestica, p. 175. 57 BEAULIEU, «New Light on Secret Kno-
TIS (cur.), I Greci. Storia Cultura Arte 36 Yašt 19, 94; cfr. A. HINTZE (Hrsg.), Der wledge», p. 103.
Società, 3. I Greci oltre la Grecia, Torino Zamyād-Yašt. Edition, Übersetzung, 58 R. EISLER, «Die chemische Terminolo-
2001, pp. 79-136. Kommentar (Beiträge zur Iranistik, Band gie der Babylonier», in Zeitschrift für
19 Cfr. I.P. CULIANU, «Iatroi kai Manteis. 15), Wiesbaden 1994, p. 381; GH. GNOLI, Assyriologie, 37 (1926-1927), pp. 109-131;
Sulla struttura dell’estatismo greco», in Ricerche Storiche sul Sīstān Antico ID., «L’origine babylonienne de l’alchi-
Studi Storico Religiosi, 4 (1980), pp. 289 (Report and Memoirs, X), IsMEO, Roma mie», in Revue de Synthèse Historique,
ss.; e M. D ETIENNE , s.v. «Demoni», in 1967, pp. 22; 24 e n. 1. N.S. 41 (1926), pp. 1-17; ripresi da M.
Enciclopedia Einaudi, IV, Torino 1978, p. 37 PIRAS, Visio avestica, p. 176. ELIADE, Cosmologia e alchimia babilonesi,
564. 38 MARTIN, The Vision of Zoroaster, pp. 9- trad. it. di A.R. Leone, Firenze 1992, pp.
20 M. DETIENNE, La Notion de Daïmôn 32. 41 ss.
dans le Pythagorisme Ancien (Bibliothè- 39 GH. GNOLI, «Ašavan. Contributo alla
que de la Faculté de Philosophie et Lettres studio del libro di Ardā Wirāz», in GH.
de l’Université de Liège, Fasc. CLXV), GNOLI-A.V. ROSSI (cur.), Iranica (Istituto
Paris 1963, p. 71. Universitario Orientale – Seminario di
21 CULIANU, Iatroi kai Manteis, pp. 290 ss. Studi Asiatici/Series Minor, X), Napoli
22 È il celebre verso riportato da Platone 1979, p. 439; ID., «Questioni comparative
nel Gorgia (492 e), da mettere in rapporto sull’Ascensione d’Isaia: la tradizione ira-
con la citata dottrina orfica sull’anima nica», in M. PESCE (cur.), Isaia, il Diletto
raccontata sempre da Platone nel Cratilo e la Chiesa. Visione ed esegesi profetica
(400 c); cfr. W.K. GUTHRIE, Orpheus and cristiano-primitiva nell’Ascensione di

Riflessioni ad Arte Monographie 17.

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