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Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia

Affiliata a
ISDE - International Society of Doctors for the Environment

Tutti gli uomini sono responsabili dell'Ambiente.


I Medici lo sono due volte.
Fino a quando possiamo restare indifferenti ?

Per la costituzione della Sezione ISDE di Brescia

L'Associazione Italiana Medici per l'Ambiente è nata per stimolare l'impegno dei medici per la
salvaguardia dell'ambiente sia in quanto medici che abitanti della terra (http://www.isde.it/).

Dal momento che i rischi per la salute sono inequivocabilmente legati al degrado ambientale e agli
stili di vita, i medici devono orientare il loro ruolo professionale e civile per promuovere la salute
anche attraverso scelte di tutela ambientale; oggi infatti, l'inquinamento dell'ambiente di vita e di
lavoro è sempre più spesso causa o motivo di aggravamento di numerose patologie.

La dimostrazione che molti processi patologici trovano una loro eziopatogenesi in cause
ambientali, quali l'accumulo di inquinanti nell'aria, nell'acqua, nel suolo e nel cibo, e l'esistenza su
scala mondiale di gravi e irreversibili dissesti ambientali, hanno sollecitato una crescente
attenzione del mondo medico verso questi temi.

A Brescia, in particolare, molti indicatori dimostrarono l’esistenza di gravi problemi ambientali che
hanno un impatto negativo sulla salute. Questo è il portato di uno sviluppo industriale che, accanto
al miglioramento sul piano economico ha determinato anche a degrado dell’ambiente ed allo
sfruttamento intensivo ed irreversibile della nostra terra.
Brescia è al centro della Pianura Padana una delle più importanti aree critiche a livello
europeo e mondiale ed è interessata da grave inquinamento dell’aria con concentrazione di
inquinati sistematicamente oltre i livelli stabiliti.
Complessivamente l’inquinamento ambientale urbano è responsabile di effetti nocivi sull’apparato
respiratorio e cardiovascolare, di effetti oncogeni e dell’aumento della mortalità generale. I
principali studi condotti in Europa ed U.S.A. sulla correlazione fra inquinamento atmosferico e
cancro al polmone sono concordi nel valutare che per ogni 10 µg/m3 di PM 2.5 si registra un
incremento tra l'8% ed il 14% di neoplasie polmonari. Si ricorda che l'OMS ha stimato la quota di
decessi attribuibili a valori di PM10 oltre 20µg/m3 in 13 città italiane con oltre 200.000 abitanti sulla
base dei valori di PM10 registrati negli anni 2002-2004. La stima è di 8220 morti/anno di cui 742
morti/anno per cancro del polmone.
Numerose casi indagati stanno ad indicare che la popolazione di Brescia presenta livelli di
concentrazione di inquinanti soprattutto PCB e diossine come risultato di dispersione originato d a
fonti attive in passato, come nel caso dell’industria chimica Caffaro o ancora presenti come
l’inceneritore di rifiuti o gli impianti siderurgici e metallurgici.
Anche la qualità delle acque superficiali e di falda sono gravemente contaminate come
documentano le indagini condotte dagli organi pubblici.
L’inquinamento diffuso di tutte le matrici ambientali si traduce nel fatto che la popolazioni di
Brescia è generalmente esposta a rischio ed alcuni gruppi residenti in aree particolarmente
interessati dal traffico o da insediamenti industriali lo siano in modo maggiore.
Molti dati, in primo luogo i dati di incidenza sui tumori stanno ad indicare che la situazione
di Brescia è particolarmente critica. In generale Brescia si caratterizza per eccessi di rischio di
molte sedi tumorali sia negli uomini (rene, laringe, stomaco, pancreas, sistema nervoso, prostata,
leucemie e linfomi non Hodgkin), sia nelle donne (tiroide, retto, stomaco, cervello, seno, cervice)
nel confronto con i registri del nord Italia.
Non dobbiamo dimenticare che si vanno accumulando ricerche che mostrano con sempre
maggiore evidenza come sia cruciale il momento dello sviluppo fetale non solo per il rischio di
cancro, ma per condizionare quello che sarà lo stato di salute complessivo nella vita adulta. Sono
quindi i bambini i gruppi a maggior rischio e che rischiano di pagare, in futuro, il più alto prezzo in
termini di perdita di salute.

Ma di questi fatti non sembra esservi adeguata consapevolezza poiché le scelte fatte e quelle
prospettate non tengono conto della necessità ed urgenza di introdurre i correttivi necessaria in
quanto Brescia è interessata da ampliamento di insediamenti industriali fortemente inquinanti
come cementifici ed acciaierie, sono previste ulteriori centrali termoelettriche di altissima
potenzialità, Brescia si candida ancora a ricevere per lo smaltimento enormi quanti di rifiuti speciali
e pericolosi, è interessata da nuove “gradi opere” che aumentano traffico, inquinamento e
sfruttamento del territorio.

I professionisti della salute, i medici a Brescia in particolare, possono e devono avere un ruolo più
diretto del creare e sostenere l’importanza del degrado ambientale nel deteriorare la salute dei
cittadini.

ISDE Italia è l’associazione che vuole valorizzare il ruolo di interfaccia che il medico può svolgere
tra il mondo della ricerca scientifica e quello dei tecnici che si occupano di salute, per una corretta
diffusione delle conoscenze relative ai problemi della salute legati all'ambiente sia nei decisori
politici sia nella popolazione in generale.

Per far ciò è necessario superare le barriere, collaborare con le altre figure di tecnici della salute,
raccordarsi con quei settori professionali che più possono influenzare gli amministratori e la
popolazione - in particolare i media, la scuola, il mondo giuridico e quello economico. E’ opportuno
sostenere e consigliare le altre categorie professionali e le amministrazioni affinché promuovano
politiche di prevenzione e quindi di salvaguardia ambientale, creando consenso intorno a scelte
talvolta scomode e impopolari. E’ altresì necessario intervenire, anche per via legale, contro i
soggetti, pubblici e non, che perseguono iniziative non rispettose della salute dell'ambiente.

Per questo è opportuno che anche a Brescia i medici innanzitutto si muovano nella direzione che Il
nuovo codice di deontologia medica ha indicato all’articolo, il numero 5, alla “Educazione alla
salute e rapporti con l’ambiente” che recita “Il medico è tenuto a considerare l’ambiente nel
quale l’uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini. A tal fine il
medico è tenuto a promuovere una cultura civile tesa all’utilizzo appropriato delle risorse naturali,
anche allo scopo di garantire alle future generazioni la fruizione di un ambiente vivibile. Il medico
favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di
promozione della salute individuale e collettiva.”

Come recita anche un recente documento congiunto FNOM CeO – ISDE Italia, noi medici siamo i
primi osservatori di questi fenomeni in tutte le nostre professionalità:

o Come operatori delle Aziende Sanitarie dei Dipartimenti di prevenzione contribuiamo a


rilevare la frequenza e distribuzione delle malattie ed osserviamo il progressivo
consolidamento dei dati che indicano un aumento delle patologie e della mortalità da
inquinamento atmosferico.
o Come medici di medicina generale constatiamo direttamente nei nostri ambulatori la
diffusione sempre maggiore di patologie tumorali e soprattutto l’abbassamento dell’età di
incidenza (K mammari, Linfomi ecc.)
o Come pediatri vediamo aggravarsi nei bambini residenti in zone più inquinate o più
trafficate patologie come l’asma, il raffreddore primaverile, le bronchiti, le broncopolmoniti e
soprattutto i tumori (in Europa negli ultimi 30 anni si è registrato un incremento dell'1,2 %
annuo dei tumori fra 0 e 14 anni e dell'1,4% tra i 14-19 anni)
o Come medici specialisti in tutte le branche vediamo il costante aumento delle patologie
cronico-degenerative tra cui quelle cardiocircolatorie e respiratorie che rappresentano le
cause principali di mortalità e di ricovero o di disturbi nello sviluppo del sistema nervoso
centrale legati all’esposizione a un vasto spettro di inquinanti chimici ambientali
o Come dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale vediamo le risorse indirizzarsi
prevalentemente verso la cura, la riabilitazione e la diagnosi precoce piuttosto che verso la
prevenzione primaria.
o Come medici universitari e ricercatori studiamo le correlazioni tra patologie ed ambiente
insalubre e le portiamo a conoscenza degli studenti.

Queste conoscenze esprimono una grande responsabilità dei medici e degli altri professionisti
della salute per le potenzialità che hanno di tradursi in un contributo utile al miglioramento della
società bresciana, nei confronti della popolazione e dei politici.

L’ISDE a Brescia può contribuire in modo decisivo affinché le competenze e le conseguenze che i
medici sono in grado di raccogliere abbia un impatto significativa di cultura e consapevolezza nella
società ricordando le parole di Lorenzo Tomatis “adottare il Principio di Precauzione e quello di
Responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l' occultamento di
informazioni su possibili rischi , evitare che si consideri l' intera specie umana come un insieme di
cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico...
Invece di accettare una società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte
sfuggono ormai completamente agli individui e domina il Principio della crescita economica ad
ogni costo, si può pensare ad uno sviluppo che si attui sui principi di Precauzione e responsabilità,
dando priorità alla qualità della vita e all'equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al
di sopra dell' interesse economico".

Dott. Celestino Panizza

Referente ISDE per la provincia di Brescia

Brescia 23 Luglio 2008

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