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21 maggio 2019 - 12:53 > Versione online

Teatro, rugby e poesia per aprire le porte del


carcere

PESARO – Sport, poesia, teatro e carcere: è un evento che parte da un campo di rugby e arriva a
Cesare Pavese, passando per un istituto di pena, quello in programma lunedì 3 giugno, dalle 14,
nella sala teatro della Casa circondariale di Pesaro. Promosso dal Teatro Universitario Aenigma di
Urbino, lo spettacolo si intitola “Rugby, Corpo a corpo. Ricordi e ritorni tra gioco e sogno di una
vita” ed è liberamente ispirato a "La luna e i falò" di Cesare Pavese. Drammaturgia e regia sono di
Francesco Gigliotti, assistente alla regia è Romina Mascioli, mentre la consulenza sul Rugby è di
Giuseppantonio De Rosa. Ideazione e direzione artistica sono di Vito Minoia. In scena, detenuti e
detenute della Compagnia "Lo Spacco" della Casa Circondariale di Pesaro insieme agli studenti di
Scienze Motorie dell’UniversitàdiUrbino.
“All’origine, il gioco era connesso al sacro – spiega una nota dell’organizzazione - e gli atleti si
affrontavano per confermare il sentimento civico di appartenenza a un gruppo. Nulla di più
lontano dalla competizione commerciale a cui si è giunti oggi. Il gioco della palla ovale, con
l’affrontarsi corpo a corpo degli atleti è però tale da restituire alla competizione agonistica gli
antichi valori simbolici dimenticati. La performance teatrale prende forma nell’immaginare il
vissuto dei protagonisti come persone che si giocano i loro sogni, nel ricordo di una vita
all’interno di una comunità a cui sentono di voler appartenere. La poesia-racconto di Cesare
Pavese, ispirata liberamente al suo romanzo ‘La luna e i falò’, diviene ricerca espressiva per gli
attori nella evocazione delle loro vite fra gioco e realtà”.
Lo spettacolo si inserisce nel programma "L’Arte Sprigionata" a cura della Casa Circondariale di
Pesaro, realizzato in collaborazione con la Biblioteca Comunale San Giovanni, e sostenuto dalla
legge regionale 28 nell’ambito del Progetto unitario del Coordinamento Regionale Teatro in
Carcere Marche. Il lavoro coinvolge un gruppo di detenuti e detenute della Compagnia "Lo
Spacco" e numerosi studenti di Pedagogia generale per il Corso di Scienze Motorie, Sportive e
della Salute dell’UniversitàdiUrbino nell’ambito del Progetto ‘Teatro e Rugby in Carcere’ a cura
di Vito Minoia e Rosella Persi, Associato di Pedagogia generale e sociale.

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21 maggio 2019 - 12:53 > Versione online

“Ancora una volta – sottolinea Vito Minoia - al centro dell’esperienza ci sono aspetti formativi sia
professionalizzanti, con particolare attenzione all’interpretazione dell’attore nel teatro
contemporaneo, sia di crescita umana e relazionale tra il ‘dentro’ e il ‘fuori’. Siamo tornati a
praticare in modo più istituzionalizzato quella modalità che già nel 1994 attivammo facendo
lavorare teatralmente insieme nella Casa Circondariale di Modena studenti universitari di Urbino
e detenuti della sezione ‘protetti’, una modalità che oggi viene sperimentata anche in altre
università italiane e internazionali”. “Questa volta – prosegue Minoia - al centro della nostra
attenzione c’è lo sport del Rugby con le sue specificità educative, che valorizzeremo anche in
forma poetica grazie all’accostamento alla scrittura di Cesare Pavese. Un’esperienza che apre le
porte a future sperimentazioni con il Corso di Scienze Motorie dell’UniversitàdiUrbino
considerando l’alto numero di allievi che ha chiesto di partecipare al progetto: 55 gli studenti che
hanno partecipato al laboratorio, lasciando poi il posto ad una loro rappresentanza per la
realizzazione dello spettacolo conclusivo. Tante anche le domande di autorizzazione all’ingresso
in carcere per assistere all’evento”. (Teresa Valiani)

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