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7 A.Di Scipio, "Models of material and of musical design become inseparable. A
study in composition-theory", in AAVV (a cura di J.Louhivuori), Atti della International
conference of cognitive musicology, Jyväskylä, 1993.
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8 Per prendere giustamente le distanze da meccanicismi troppo facili e da troppo
facili entusiasmi costruttivisti, Edgar Varèse nel 1957 scriveva: "...come ha detto Debussy,
le opere d'arte producono regole, ma le regole non producono opere d'arte" (cfr. Il suono
organizzato. Milano, 1985, p.101). Un esempio di sano approccio critico nei confronti
dell'entusiasmo per i mezzi elettronici dell'epoca, fu dato anche da Franco Evangelisti nel
suo scritto "Verso una composizione elettronica" (Annuario dell'Accademia di S.Cecilia,
Roma, 1969).
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9 Non a caso lo studioso Howard Rheingold, a proposito del ruolo dei media
digitali nella cultura contemporanea, parla di tools for thought (strumenti per il pensiero)
piuttosto che di tools of thought (strumenti di pensiero); cfr. Tools for thought, New York,
1985.
10 È ciò che Dufourt, nel contributo iniziale di questo volume, indica come
difficile presa di coscienza teorica.
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In tal modo ci viene anche ricordato che la sapienza tecnica dell'uomo non è
(non è mai stata) solo una testimonianza a posteriori delle conoscenze
sviluppate fino a un certo momento, ma anche e sempre un contribuito
attivo, che genera nell'ambiente condizioni irripetibili e imprevedibili, e che
conduce a un rinnovamento. È in questo senso che il computer, come si è
detto, può creare e suscitare le condizioni del sogno - prima di realizzare
sogni - e far emergere idee e intuizioni fin-qui-inudibili (inconcepibili)
anziché proporsi come un servo preciso ma stupido al servizio del già-
udibile (concepibile).
A questo punto, si può sottolineare la metafora di libertà implicita in questa
concezione "eretica" del rapporto tra arte e tecnologia: infatti, quanto
abbiamo appena visto sta a significare che la tecnologia del computer -
mezzo potenziale di cultura democratica e di crescita sociale, ma anche
mezzo di condizionamento, o al più di svago ed entertainment - viene
piegata alla libertà espressiva individuale anziché essere assecondata nelle
caratteristiche (efficenza e potenza) sbandierate dal mercato e dalla cultura
ufficiale. Si noti l'aspetto paradossale di questa condizione: piegare il mezzo
a favore della libertà di pensiero implica appropriarsi del mezzo, conoscerlo
da vicino, laddove invece tenersene a distanza in nome dell'autonomia della
propria musicalità dall'"arido mezzo tecnico" significa invece lasciarsi
appropriare dal mezzo, stare al suo gioco (che spesso è quello, dettato dalla
cultura industriale, dell'efficenza e della precisione esecutiva). "Lasciarsi
appropriare" dal computer significa non solo affidarsi a una logica di
efficentismo, ma anche accettare le teorie, le conoscenze sulla cui base è
progettato ogni programma/sistema di cui facciamo uso. Una seria ricerca
espressiva, invece, finisce spesso col tradire il determinismo di questa
logica, mettendone in questione le basi teoriche stesse.
Un tratto importante di questa condizione culturale, rimanda alla
progressiva decentralizzazione, al processo di parcellizzazione che qualifica
la sociologia dell'arte - non esclusa la musica - nell'era informatica. È un
aspetto che la riflessione dovrà presto affrontare con profondità, ma che si
manifesta davanti ai nostri occhi quotidianamente e con forza quando
osserviamo non solo la diffusione capillare dei personal computers, ma
anche, ormai, il crescere di quella vera e propria foresta di scambio
informazionale che è la comunicazione su reti di computers (networking).
Questi fenomeni sociali favoriscono la distribuzione delle conoscenze, delle
informazioni, delle tecniche, delle idee, anziché - com'era tipico dell'era
industriale e di tutte le sovrastrutture che emanano da essa nel presente - la
loro centralizzazione in luoghi di privilegio, la loro focalizzazione
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12 Su questa condizione estetica e cognitiva si concentra il mio stesso lavoro
teorico e compositivo; si veda A.Di Scipio, "Models of material....", op.cit.; ed inoltre "La
musica di due culture. Tracce di una mutazione", in AAVV (a cura di C.Boschi) Musica e
scienza. Il margine sottile. Roma, 1991; "Micro-time sonic design and the formation of
timbre", Contemporary music review, 10(2), 1994; "Kairòs: sulla morfologia dinamica del
suono e del tempo", Sonus, 12, 1994; infine "Formal processes of timbre composition
challenging the dualistic paradigm of computer music", in AAVV, Atti dell'ISEA -
International symposium on electronic arts, Helsinki, 1994.
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13 Cfr. D.Smalley, "Spectro-morpholoy and structuring processes", in AAVV (a
cura di S.Emmerson) The language of electroacoustic music. Londra, 1986
14 Cfr. R.Doati, "Il caso filtrato", Quaderni della Civica Scuola di Musica, 21-22,
1992.
15 Cfr. A.Di Scipio, "Da Concret PH a Gendy301. Modelli compositivi nella
musica elettroacustica di Xenakis", Sonus, 1995.
16 Cfr. H.Brün, "Infraudibles", in AAVV (a cura di H. von Foerster e
J.Beauchamp) Music by computer. New York, 1966.
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20 Con "struttura di controllo" intendo l'interfaccia che connette modello di
articolazione formale e modello del materiale sonoro - quando i due sono tenuti nettamente
distinti nel processo compositivo.
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24 Si veda G.M.Koenig, "Summary observation on compositional theory", Utrecht,
1971; una antologia di scritti di Koenig, riguardanti il suo lavoro teorico e compositivo è
corso di pubblicazione, a cura dello scrivente, per i tipi di Semar (Roma).
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Agostino Di Scipio
L'Aquila, Novembre 1994
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25 Inoltre devo ringraziare gli amici e colleghi che hanno gentilmente letto le
bozze delle varie traduzioni contenute in questo libro (T.Baldassarre, P.Rotili, M.C.De
Amicis); un particolare ringraziamento va a Serafino Di Eusanio per una preliminare
revisione critica di questa prefazione e a Christopher Rolfe per alcune preziose indicazioni
bibliografiche.
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