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Bibliografia secondaria:
http://oseegenius.unigre.it/pug/resource?uri=188&v=l
Introduzione:
- Si tratta di sottrare il soggetto all`esser. Non si tratta di trovare un altro modo d’esser; ma
si tratta di trovare ciò che altro dall`esser.
- Il passaggio per l’etica si fa nella trascendenza.
o Da Platone in poi; interpretare il bene a partire dell`esser.
o Soltanto la trascendenza ci porta ad non identificare più il bene con il esser.
Se non si fa il passaggio della alterità; non si arriva all’etica.
- Soggettività e trascendenza?
o Giudizi intenzionali, giudizi oggettivanti.
o La questione della coscienza nella fenomenologia può esser un passaggio verso la
trascendenza.
o Secondo Levinas l’ontologia degli altri toglie la degnità al volto dell’altro….
La dimensione del soggetto (analitica esistenziale) è strumentale alla
questione dell`esser… in realtà non c’è un vero interessa per la
soggettività.
Soggettività è considerata nella misura in cui mi permette la
comprensione dell`esser…
È questo toglie la peculiarità della soggettività che lui cerca.
o Passività originaria: questa responsabilità non la scelgo: la nudità del volto mi
chiede d’esser accolto oppure non…
Ma questo vuol dire che originariamente sono affettato dall`altro malgrado
me…
- C`è una dimensione di scrittura molto impegnata sul pensiero ebraico: la immagine è
quella di Abrahamo che non sa dove va…
o Abramo è una filosofia spaesata…
o Ulise rappresenta l’immagine della filosofia occidentale la imm del ritorno sul
medesimo…
Lettura della ontologia: ritorno sul medesimo..
o Dimensione dell`alterità, in Levinas, è sempre il luogo dove si manifesta questa
trascendenza.
Soggettività e trascendenza sono le due chiave che vanno tenute insieme.
- Un`altra modalità per parlare di trascendenza è la categoria di creazione. Per capire
questa categoria, la critica di Levinas alla tradizione occidentale è una critica al concetto
di essenza. Andrebbe scritto “Essenze”… Essa è il tentativo di sostanzializzare la realtà, e
quindi il medesimo, quindi perdere la unicità della soggettività: persino il non esser viene
riletto come ciò che non è.
o E anche sappiamo dal punto di vista etico di questo:
Perciò Agostino e STA parlano del male su una mancanza del male.
Rileggere la negatività in riferimento al esser è il primato assoluto
della essenza. IN questo senso la essenza ricopre ogni eccezione.
Perfino la relatività è ri-colleta all`esser..
Così è impossibile la trascendenza e anche così è impossibile pensare la
soggettività…
- Il tentativo di Levinas è di un linguaggio che sia capace di parlare d`altro dall`esser: non
di parlare dell esser in un altro modo.
o Secondo Levinas, differenza tra esser e nulla, in realtà è ri-detta in termini
ontologici… non si tratta solo di pensare il nulla tramite lo stesso linguaggio
dell`esser… questo fa Heidegger… invece Levinas va altrove…
- Quindi, l`individualità viene esclusa; il sogg perde la sua irrepetibilità. La sogg non è una
modalità delle essenze… Essenza non permette di parlare della soggettività… Essenza
permette parlare di ciò che accomuna, non di ciò che differenza (vedere bene questo
punto)…
- Da Hegel in poi che la soggettività è stata ridotta a coscienza, ma in un certo senso,
l`identificazione del soggetto con la sostanza, si trova nelle categorie di aristotele.
o Nelle categorie la sostanza è il sostratto (soggetto della predicazione)
Questo pensiero ragiona come se avesse assistito alla creazione del
mondo…
Come se avesse eliminato la trascendenza perché io sono l’inizio…
In fondo, la visione della coscienza di Husserl è ritornare a questa
dimensione della soggettività: la creazione del senso avviene nella
coscienza.
- La coscienza Husserliana appare comunque come punto di partenza.
o Non vuole dire la nozione della trascendenza che tira dopo…
o La coscienza non è prima! La coscienza non riesce mai a trovare fondamento da
sé stessa! Questo vuol dire ragionano come se avessero assistito alla creazione del
mondo!
o Il principio non principio che fonda la coscienza è anarchia: è un inizio che io non
possiedo mai!! Non può esser la coscienza Husserliana perché il principio di me
non lo trovo mai, non lo possiedo mai… ma questo principio mi dice anche che
questo fondamento (prima) è gratuita: non c`è un motivo; non è una causa
(archè)…
È un principio anarchico! Gratuità! Sono stato eletto, convocato ma
gratuitamente… forse è la gratuità più gratuita (Marion)
- Si tratta di cogliere nella trascendenza nella relazione:
o Relazione non si chiude in io-tu (Buber): C’è il terzo (vedere come)
o Ma anche nella idea di infinito (DK): Dio? (vedere come)
- Questo principio ritrovo anche nella passività originaria:
o Passività è una condizione dell’esistenza.
o Concetto di esser e sostanza è ciò che meno individua il soggetto.
Ma è solo quello? O c`è altra cosa di fronte al esser?
- Questo aprirsi alla creazione e porsi nella diacronia dove emerge la elezione
ingiustificabile:
o È porsi non più nella sincronia dove sto situato; ma porsi nella diacronia
irrecuperabile dove merge la elezione.
o Quindi, occorre mettere in causa, il privilegio filosofico dell`esser. Questo vuol
dire altrimenti che esser; o trascendenza.
o Non si tratta di distruggere l`esser o negarlo; ma non di comprendere l`esser come
originaria, ma comprendere dall’altro dall`esser; il bene (ma cosa è il bene ebreo)
Fare una lettura tradizionale del bene come derivante dall`esser; vuol dire
riportare il bene alla storia, calcoli dell`esser…
Leggere bene alla luce del esser distrugge la gratuità; la eccedenza
del bene…
o Si riconduce così al bene al calcolo, a come stanno le cose,
ecc…
o E non accaso Platone poneva il bene al di sopra dell`esser (e anche Plotino)…
questo non è necessariamente una prospettiva religiosa.
- In Levinas il bene è inteso ciò che mi ama prima che io l`ami… è la eccedenza che mi
precede…
o “L`uno di cui parla Platone è estraneo alla definizione ed al limite; al luogo ed al
tempo; alla identità con sé, ed alla differenza in rapporto a sé…”
Esso è altra cosa che tutto ciò: ed non in rapporto a un termine relativo…
o Suo cammino somiglia e rimanda al discorso di Platone sul Uno.
- Sono tutte strade che ci portano verso la trascendenza; un`altra strada è la idea di infinito:
o DK: idea infinito pensata dall`io (ma è semplicemente un'altra strada? Come
raggiunge essa?)
È una relazione particolare perché non è come quella tra contenente e
contenuto… perché l`io non può contenere l`infinito…
Il soggetto si trova di fronte ciò che propriamente parlando non si può
pensare: si trova di fronte all`impensabile…
È una relazione paradossale quella davanti alla idea dell`infinito…
Siccome l’infinito mi apre all`esterno; ma è una apertura senza limite; nel
pensarla: io penso più di quello che ritengo di pensare: in questo senso, la
idea di infinito è apertura alla trascendenza; sfugge dal limite…
- Mi trovo a pensare all’infinito ma non sono all`origine di ciò che penso.
- Tradizione della filosofia occidentale si concentra sul presente: perciò è una filosofia del
presente.
o Perché Agostino dice che solo il presente è? Proprio perché si colloca su una
riflessione che si colloca sull`esser… quindi: riflessione di tipo ontologica.
o Levinas non si colloca nella sincronia ma nella diacronia. Se l`idea di elezione è
un altro modo di dire l`origine: la domanda sul origine è una contemplazione di
questa elezione: non è un mistero ineffabile ma è una realtà pre-logica; e pre-
sintetica…
Questo vuol dire che queste elezioni originaria non posso dirla nel logos;
non vuol dire che non posso dirla… (non posso dirla nei termini della
logica)
o Ciò che non può esser chiuso nella categoria del logos è proprio il bene: Il bene è
ciò che sta origine.
- Ora, vediamo il concetto ancor più vicino alla trascendenza: concetto di traccia:
o Qua Levinas riprende una espressione di Plotine: Nella Eneada V: “traccia
dell`uno fa nascere la essenza”: Per Levinas, il principio anarchico (elezione
stessa) non può esser che descritta che nei termini della traccia.
Quale è la differenza tra la traccia e il segno?
Traccia è diacronica; il segno è sincronico (rimanda direttamente a
qualcosa)
o Segno ha una relazione strutturale con ciò di cui è segno:
Parola sta al posto del ogg (parola è segno di)
Relazione strutturale tra l’uno ed l’altro
o Traccia non ha questo carattere di intenzionalità; è solo
gratuità… non c`è una relazione di necessità; solo mi dice
che c`è stato un passaggio…
o Colui che passava di là non è mai stato presente: eccedeva ogni presenza e
contemporaneità… è una anteriorità di Dio in rapporto ad un mondo che non può
ospitarlo; che non può racchiudere l`infinito… in questo senso può esser solo una
traccia, perché non può esser posseduta… passato immemorabile che non si è mai
presentato… perché se si fosse presentato sarebbe determinato; richiudibile,
sincronico,… è L`uno che ogni filosofia voleva dire al di là dell`esser…
Ciò che la filosofia ha cercato è essattamente questa trascendenza che non
è riuscita ad dire se non nelle categorie dell`esser; e quindi ha lasciato solo
una traccia…
Nel momento in cui ha lasciato d`esser pensato e che è stato
lasciato
o La dimensione logica-argomentativa si incontra con dei paradossi e che non
riescono a risolvere: il riferimento, come avviene? E altre cose, così…
- Questa dimensione di trascendenza è ritrovata nella dimensione relazionale: come faccio
a non cancellare la unicità e particolarità della soggettività: non semplicemente nella
apertura ad un tu…
o Non è la relazione io-tu che mi fa cogliere la trascendenza: Relazione io-tu è una
relazione reciproca e simmetrica, artificiale, chiusa, non aperta, che si esaurisce, è
una relazione formale perché può unire tanto l`uomo con le cose come l`uomo
con l`uomo… relazione io-tu preferisce la relazione privata, la clandestinità della
coppia che basta a sé, dimenticandosi dall`universo… viene vista come chiusura
non come apertura alla trascendenza…
Quindi, riufiuta il tu perché non è alla altezza della trascendenza…
Questa riflessione porta alla introduzione del concetto di “ileità”
Trascendenza nella quale è frustrata ogni amicizia…
o Per sopprimere la ambiguità del tu si propone il passaggio da “tu” a “egeità”:
questo passaggio si sottrae al gioco trascendenza-immanenza…
Ma la trascendenza radicalmente può esser colta se in questa relazione io-
tu introduciamo un terzo: la esperienza della apertura; dove la relazione
non è più reciproca (non solo)
Relazione io-tu è formale e artificiale: non esiste; è solo formale.
Può esser una illusione.
Pensare la relazione come reciprocità non è come stanno le cose:
Trascendenza è sempre presente… relazione io-tu oscura la
trascendenza… io-tu è un modo che posso scegliere per oscurare la
trascendenza…
Ma in che senso va riportata ad schemi logici? Nel senso del equilibrio; di
un interesse; di una parità; mentre il terzo permette il dis-interessamento.
L`altro mi libera dall`interesse per me: l`altro è la grazia che mi
svincola da me stesso…
o Dis-interesse mi libera dall`essre…
o E non sono uno: la mia passività dice che non sono uno, non sono uno: il fatto
d`esser vulnerabile dice la mia alterità…
Soggettività è costitutivamente apertura a questa trascendenza…
Sono costitutivamente aperto alla trascendenza… (come si distingue dalla
tradizione cristiana)
L`alterità è ciò che sottrae l`altro alla manipolazione…
o Se questa bontà si riducesse al dirsi, si smentirebbe… (non si riduce al
proclamarsi)
Io ho la traccia! Non afferro l`alterità…
- L’ordine della concettualità non è originario (logos non è primo)
o Linguaggio teologico cerca di concettualizzare ciò che sta all`origine… cerca di
dire un concetto: ciò che sta all`origine…
o Tematizzazione è proprio la negazione della anarchia che sta all`origine:
tematizzare vuol dire non accettare la frustrazione di non poter cogliere…
- La trascendenza si svela nel volto dell`altro… questo è Trascendenza…
o Non c`è una relazione con la trascendenza, ma una trascendenza cha appare sulla
nudità del volto dell`altro… dove sono chiamato…
La relazione non si può esaurire con il tu perché questo esclude la
trascendenza che è dissimetria…
Ma che volto ha? Il terzo è un volto che non esaurisce la
relazione…
ESPOSIZIONE 1: MASSIMO
- Forma con la quale L tenta trasmettere il suo contenuto:
o Cosa significa l`Argomento tenendo in conto il Detto-Dire
Prima del immemorabile L si muove al interno della memoria
Memoria ai più prossimi…
o Ha che fare con lo spazio?
o O anche ha che con un movimento tensione in tempo
(etico)
Riferimento ai suoi cari più vicini… (nomi biblici: condivisone di
una storia privata in ambito pubblico)
o Resi presenti tramite la scrittura: una ri-evocazioni fatta
convocazione…
Tema della obbligazione è già presente nel desiderio di ricordare
sempre… dovere di fare memoria…
Ipotesi di Massimo: Siamo in un tribunale nel quale si richiama un
giudizio
o Quale sono le strategie di Levinas per non sfuggire nella tematizzazione.
- Citazione al interno del testo di Levinas
o 5 citazioni iniziali:
Il dire si gioca nella relazioni di soggettività in un dramma.
A tre: eterno (yahveh) – profeta – popolo
Si vede il tentativo di lacerare lo scritto…
o È una risposta a Derridà ed la sua critica a Totalità e Infinito.
- Essenza e des-interessamento
o Come è possibile determinare un argomento preciso? (abbiamo il titolo
“Argomento”)
Argomenti morali (Gallarate): modi particolari per provare la esistenza di
Dio tramite la obbligazione morale della coscienza
Proprio perché questo testo ha che fare con la trascendenza, ciò che si
propone di fare è non tanto tematizzare la esistenza di Dio ma parlare di
Dio tramite un argomento morale e non ontologico. Stiamo alla scia di
Kant
o Il testo comincia con una presupposizione (Blondel al inizio della azione fa
qualcosa così?)
Se la trascendenza ha un senso può solo significare che… (Witt)
Dalla esasperazione ontologia e linguaggio emerge il tema etico;
come a Witt
La via di evasione che emerge è la soggettività: soggettività responsabile
di qualcosa (imputabile?)
Kategorein di Aristotele (K2) diventa così a partire da ciò che
significava nel greco antico: accusare qualcuno di qualcosa (K1)
Levinas tratta di riportare al pre-filosofico (al K1) per andare al di là della
essenza (come lo fa Marion superandolo)
- Filosofia: poesia che è pre-fazione o silenzio (Levinas – Wittgeinstein)
o Ma proviamo a dire nel detto e poi a disdire sempre meglio? O abbracciamo il
silenzio?
Sussurro di Dio o il c`è che impone… a dove andiamo?
o Comprendere meglio come Levinas supera Derridà
Il linguaggio di L è ipocrita: continua a tematizzare ma disdice…
Derridà parla del linguaggio scritto come il luogo del logos; unico spazio
della differanza…
E perciò L non utilizza “essanza”; ma un altro modo… per uscire
da Derridà…
Articolo di Levinas su Dio senza esser…
- La sensibilità in Altrimenti che Esser
o Non è la fonte della conoscenza; sarebbe una sensibilità messa al servizio della
ontologia ma è una sensibilità del soggetto; intesa come vulnerabilità del soggetto.
È una direzione inversa: di passività.
o La prima caratteristica della soggettività (che poi arriva alla fine)
E filosofia prima, etica, si fonda su questo punto iniziale che è sensibilità.
Ogni volta che cerco conatus essendi; gestione del mondo, inevitabilmente
un esser affetti.
Non c`è mai una affermazione del mio esser slegata del mio esser
affetto.
o È una vulnerabilità ci costituisce. Se teniamo in conto questa vulnerabilità
originaria comprendiamo la questione della etica come filosofia prima.
Vulnerabilità della quale mi prendo cura o uccido (violenza)
Mi richiede d’esser responsabilità; responsabilità perciò non è scelta ma
c`è già. Qua comprendiamo la antecedenza della responsabilità rispetto
alla libertà.
o La comunità occidentale (che nasce sulla difesa della libertà), non può che finire
nel individualismo: mi assicuro miei diritti difendendomi dal altro.
Diversa è una comunità che nasce dalla responsabilità, dove la priorità
della responsabilità non è ideologia ma un dato di fatto.
Cappiamo così, la prossimità. Non è caratterizzata dalla
reciprocità.
o Relazione reciproca IO-TU, comporta un esaurimento della
relazione entro la reciprocità, ci fa perdere la trascendenza
apertura, cosa ci permette aver una relazione aperta?
Reciproco è chiuso, equilibrio, risolto, due
o Per tenere aperta questa reciprocità introduce la categoria
del ille che spezza la reciprocità… il terzo dice che questa
relazione non è mai reciproca.
Non esiste una relazione che sia reciproca
realmente, cioè, svincolata da tutti gli altri… ma è
sempre dal terzo
o In questo senso cappiamo la idea della soggettività come
accusativo
o Soggetto non è mai punto di partenza (nominativo) ma arrivo sempre dopo, in
ritardo a me perfino, e c`è sempre un altro che me precede, ed questo impedisce
che la relazione sia mai reciproca.
Già in partenza la relazione non può esser reciproco; il imparare a parlare
del bambino è una risposta ad uno che gli convoca… (Von Balthasar –
Ulrich)
Se subisco questa responsabilità cappiamo perché il soggetto per Levinas è
il accusativo.
o Radicalità della responsabilità di Levinas: se il soggetto è sempre al accusativo,
cioè, sempre responsabile, la sua pienezza di responsabilità non può che
raggiungerla nel esser più responsabile… e dove c`è il limite: la sostituzione
dell`altro… è una figura di radicalità (ha in mente la immagine del servo di
Yahveh)
- L’infinito di Levinas
o Richiama un linguaggio biblico apertamente. Ha proprio in mente il concetto di
Gloria (kabod): attraversamento della presenza di Dio, che io non esperimento
mai nel suo presente, perché muoio… vedo Dio dalle spalle, nella sua traccia
soltanto
Traccia
Enigma
Attraversamento che impedisce di fermare questa trascendenza in un detto
La gloria può esser raccontata sulla base di una esperienza.
La gloria per dirsi deve attraversare l`umano senza poter esser
detta
o Concetto di creazione: La gloria rimanda alla creazione certamente ma non si può
determinare l’origine del principio (chi è stato presente nella creazione?)
o Utilizzo di un linguaggio biblico:
Etica e Infinito (Levinas): Lettura della bibbia è stato fondatrice della mia
esperienza anche inconsapevolmente, e questa fonda il pensiero di L.
Sapienza biblica è pre-filosofica e ci appartiene a tutti (poi
mostrata nella sua filosofia)
o La ontologia nasce nella esigenza di Giustizia… se non c`è detto chiaro, la
giustizia non ci può esser: la conseguenza è ridurre enti ad un sistema; ed quando
perdo la trascendenza, questo è il inizio della violenza.
Paradossalmente nella giustizia nasce paradossalmente la violenza:
Piccolo
o Etica di Levinas è lo spazio della trascendenza; della gloria.
Trascendenza è un argomento dell’etica.
Solo si significa nell`altro. La Gloria, non si conosce se non obliquamente,
come? Nella responsabilità per l`altro… se il livello più radicale è la
sostituzione… allora per noi cristiani?
o Etica ci rimanda alla originalità an-archica (senza principio): io non posso
cogliere il principio (questione della creazione): mio inizio non lo possiedo mai;
ed la gloria-trascendenza-altor mi rimanda ad questo… è il crollo di ogni delirio
di onnipotenza
Critica a tutte le filosofie del soggetto (io onnipotente che risolve tutto)
Sincerità del dire è testimone della gloria del infinito; ma è una
testimonianza che io posso cogliere in questa dia-cronicità, ma che non
posso mai possedere nella sincronicità del detto…
Perciò infinito si significa nella testimonianza… qua si trasparisce
la gloria dell’infinito…
o Enigma: Gloria di Dio è obliqua (non diretto): non si può vedere direttamente ma
attraverso un altro.
Origine an-archica della parola di Dio.
Tramite la parola (linguaggio) fa una lettura del origine che è anarchico; la
creazione.
Linguaggio si dice soltanto nel nostro dirci…
Non è dico e non dico; ma è dire e disdire… (è pensiero ebraico; pensiero
a ritroso…) DISDIRE…. Cosa vuol dire?
- Pensiero in movimento…
ESPOSIZIONE 3-4
Esposizione 3
- Critica di Levinas
o Critica alla temporalizzazione della fenomenologia di Husserl e Heidegger
Bisogna capire bene questo.
- Riferimento di Levinas a Husserl.
o Metodo fenomenologico ma crea una frattura, nella fenomenologia, ma continua
ad esser fenomenologico.
o Ma come è fenomenologico?
Riduzione in riduzione…
Verso il sentire; ma non più la via per la conoscenza, ma la via
della soggettività, cioè, la sua passività…
Il fatto è che la riduzione non va all’origine ma ad un principio
anarchico…
Esposizione 4
- Dire: Traccia impressa nel detto: Detto rimane proposta sotto forma di proposizione…
o Dire è la massima passività.
- Malgrado sé: “contro la mia volontà”.
Pensiero di Levinas
- La questione non è costruire una descrizione dell`uomo (costituire); ma se vogliamo dare
una vera impostazione fenomenologica, dal momento che rimane sempre aperta. Sul fatto
che non è riducibile ad una cosa, nominabile, ecc non può mai entrare in una dottrina
sistematica.
o Unicità senza identità: se non ci fosse la unicità della soggettività non ci sarebbe
responsabilità…
È un essere senza ontologia. (non capisco)
- Il dolore, cosa vuol dire per Levinas?
o
-