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1-8 '%1
ATTI E MEMORIE
DE
,
SOCIETA TIBURTINA DI STORIA ED'ARTE
GIÀ
TIVOl,I
N ula sca. d81lA Società
in ViU" à'EsIII
IL DIALETTO TIBURTINO
FONOLOGIA
VOCALI
CONSONANTI
B. - Ali contrario <l'altri dialetti, il tiburtino rivela una
notevole tendenza a raddoppiar consonanti, e non solo nella
massa fonetica, ma anche in principio, sì da comporre talora
suoni così duri che la comune grafia non è sufficiente araI"
l'l'esentarli. Tra i suoni piìl duri sono le gutturali.
Figghju - figlio; piggio' . pigione; gghjo ppe de ssa - giù
per di lì; gghjacculi - legami per le some; aremmonnà - sbuco
ciare; conzoluzzio' - consolazione; ecc.
Invece il doppio r dell'italiano viene ridotto appena a
un semplice r: tera - terra; guera . guerra; TeTltni - Torrioni.
9. - B. Molti esempi si possono cogliere nel nostro (lia-
h~tto di quel fenomeno comune alle parlate romanze, di con-
fusione, originata da differenziazione di pronunzia, verso il
In secolo, tra belI: fabula . favola; s porberà - spolverare;
abbiasse - avviarsi; arebbodà - avvoltar~, avvolgere; la bali.
scia - valigia; nel chiamare o' Loci' - o Lucia; sbodà . svol.
tare; la sbodata delle carrozze· WlO svolto di una strada tib.;
resbigghjasse - risvegliarsi; sbelà (la brascia) • svelare, sco-
prire (la brage); contrario: arebbelà - coprire; sbaporà .
svaporare ecc.
Tale confusione è più facile coglierla nel parlare dei
vecchi.
Nota; freve - febbre.
so leT': GI01UlANI
6.
82 IGINO GIORDANI
N EOLOGISMI
METATESI
ASSIMILAZIONE
PERDITA DI SUONI
23. - Vedemmo "oIta per voIta vari casi. Per es. l avanti
a t, vota - volta; rossu " grosso; beuta - be"llt8; scanagghjà
. scandagliare; scadalcttll " scaldaletto. Si odono frasi come:
non .~e le ò venne " non se le vnol vendere; l'cmmaria o"
l'Ave Maria.
RAFFORZAMENTO
SVILUPPO DI SUONI
TRONCAMENTO E fU O
26. - l\'lolle le parole troncate, accorciate, ma sempre
in vocale: tULli gl'infiniti dei verbi (sprefibbià rompe!. i il
collo; aremcmì - rimanere; scrive - scrivere); le parole in
zi,orie: ,~trltzzio' - istruzione.
Tutte però indistintamente le parole tronche (ossitone),
quando la cadenza ritmica della Irase lo riehieda, per spe-
eiali appoggiature della parlata tiburtina, possono essere col-
mate dall'enclitica ne (verosimilmente la ne latina).
Lu si vist!/' mo' - l 'hai visto adesso; si vistu mone? sì o
no?; none . no!; Chi? o chine?; ondo' • dove?; oppure:
andOJ~e?; tre - lrene; tu - lune; si • sine (spesso si sente
sine, sine? - si sì); lo vo' - lo vuoi, o lo vone?; comm'è •
com'è, o cOTnm'ene?; a dCl sludiane se vo passane, none no' -
hai da studiare se vuoi passare, no, no! ...
MORFOLOGIA
2i. - Da una rapida disamina dei più notevoli fenomeni
fOlletici deJ dialetto, passiamo alle differenze morfologiche
le quali, se non soo né numerose né rilevanti rispetto alle
desinenze, sono ilJ"e~ caratteristiche ri petto alle fle.'ì8ioni,
consistenti spc"so, come vcJr(}mo, in ùeterminate colorazioni
di tono varianti coi generi e le p~rsone. Anche per la mor-
fologia occorre limitarsi alle discrepanze più eviclcnU tra lino
gua e dialetto, proponenclocì in seguito di fornire un 'idea piìl
precisa col trascrivere dei brani dialettali. E cominciamo con
l'articolo.
liano: neutri: dello, alo, nello, ecc. (collo vinu col vino;
commatte collo male = combatte col male).
AGGETTIVI
(Indo\'inello)
(1) Angelo elello. Quell'a Dio è un caso di dativo elico; éle . avete;
ène • è.
96 IGINO GIORDA:"!
VERBI
7.
98 rCINO GLOIW "r
Scegne, scendere.
Scegno, seigni, scegne; sccgnemo, scegnetc, scignu (nu).
Scegnca, sccgnì, scegnea; scegnemmiu) scegnevvio, scegnèanu.
Scegnì, scegnissi (scesi, scendesti), ecc.
Scintu, sceso.
Palogno, ungere.
Palogno, palugni, palogne.
Palognì (unsi); paluntu (unto); ZUZZlt paluntu, unto bisunto.
l ItlNO GIORDANI
APPENDICE
la cavalla
è de lu re
cucciulapcnna
ve' a me.
Oppure: Cucciulapenna
ve' a 1ne
che te do'
pa' c re
PO,' e re
e la reggina
cucciulapenna
piccinina.
Sono i richiami cantati dai bambini le sere estive allc
cucciulapenne (lucciole) perché si lascino prendere.
Boccia, bottiglia.
A caulla (a cavallo), a eavalluccio, il vincente, picchiando
sulla schiena del compagno che ha iI dorso curvato e gli occhi
bendati, interroga:
Bu, bu)
quante corna sta qU4SSU?
Zipidizzì - zipidizzà
va' a la catà.
ICINO GIORDANI