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Gabriele Muratori

NOI
Medici di noi stessi
Medicina tradizionale
ed energia orgonica
per ritrovare la salute

Gli speciali di
Prodotto curato da: Emanuele Cangini per Scienza e Conoscenza/
Gruppo editoriale Macro
Grafica: Melissa Bernardi per Riviste & Co.
via Uberti 33, Cesena FC
direzione@rivisteeco.it

I edizione luglio 2017 - Tutti i diritti riservati

Questo libro in formato e-book è un inserto


della rivista Scienza e Conoscenza.
www.scienzaeconoscenza.it

PROPRIETÀ LETTERARIA DIGITALE DI GRUPPO EDITORIALE MACRO © 2017


Prefazioni

«La verità è nel fondo di un pozzo: lei guarda in un pozzo e vede


il sole o la luna; ma se si butta giù non c’è più né sole né luna, c’è la
verità». Con questa citazione di Leonardo Sciascia ho pensato di apri-
re la mia Prefazione al libro di Gabriele Muratori. Incipit senza meno
singolare ma che riesce ad aderire all’essenza di quanto, il caro amico
medico, vuole esprimere nella presente opera.
E Gabriele, nel suo intento, ci riesce alla perfezione.
Oltre la cultura pressappochista della dualità, oltre il circo mini-
malista e ciarliero delle scorciatoie riduzioniste, oltre il muro dei falsi
ideologismi, esiste una terra vergine, un continente incontaminato,
nel quale le memorie degli antichi calcano il terreno con suole giova-
ni. In questa nuova “Lemuria” (la “verità” sinottica citata nella frase di
Sciascia di cui sopra) Gabriele ci conduce, al meglio di chi, sapendosi
ottimo Cicerone, conosce con precisione sentieri, strade e viottoli.
Il continente dell’antica medicina, quella cinese, tanto cara e affe-
zionata agli addetti del mestiere, lungi dal voler sedurre potenziali
proseliti o dal voler ingolosire eventuali adepti, rispolvera le proprie
tradizioni, mostrandoci quanto antiche, e veritiere, esse siano. L’Ago-
puntura e l’orgone, da semplici citazioni informative, diventano car-
dini di uno sviluppo narrativo intenso e accattivante, una ritmica che
devia dai binari della canonica simmetria sintattica per votarsi a uno
stile giovane, sobrio, brioso. Una verve argomentativa che sa divider-
si, a seconda dell’ispirazione del lettore, tra cronaca di taglio giornali-
stico e racconto da intreccio romanzesco.
«Il medico di se stesso», come avrete modo di leggere nel libro di
Gabriele, non è solo il titolo di un’opera (che profondamente influen-
zerà il percorso dell’Autore), non è semplicemente uno stralcio in ele-
gante abito aforistico: è concetto nobile, a tal punto raffinato da per-
correre sottilmente tutta la trama del libro. Esso si colloca sul piano
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NOI Medici di noi stessi

di una dialettica ripensata e rivista, la nuova grammatica del linguag-


gio accomunante tutti coloro che vorranno, e dovranno, concepire
la salute come valore centrale e imprescindibile, lontanissimo dalle
istanze clientelari e consumistiche (per non dire predatorie e aggres-
sive) tipiche dei nostri tempi disgraziati.
L’obiettivo solenne di Gabriele, quasi fosse l’ultimo baluardo di un
estinto eroe romantico, una sorta di cavaliere senza macchia, è quel-
lo di ricordarci quanto il nostro corpo e la nostra psiche siano unici,
completi e dotati. Totalmente equipaggiati già dalla Natura per poter
far fronte a diverse patologie e diversi disagi.
L’etere, l’energia universale, l’energia immanente, il prana, il Qi:
modi diversi di riferirsi a uno stesso concetto soggiacente.
Nulla di nuovo vi è sotto il sole, e questo Gabriele lo sa. Lo sa bene
a tal punto da riuscire a comunicarlo nelle sue righe, nella più asso-
luta disinvoltura, quella stessa disinvoltura tipica di chi comprende
lucidamente quanto vuol trasmettere e che sa, per percorso forma-
tivo, essere nella sua piena e totale padronanza. Senza esitazione,
senza indugi, il mondo della Medicina di frontiera, di confine non
sarà più. Essa si calerà nel mondo del noto e del quotidiano conqui-
stando, prima, la curiosità dei non avvezzi e seducendo, poi, i cuori
degli appassionati e dei sognatori. Il dottor Muratori non è medico
della negazione o dell’esclusione, è uomo che ha compreso: ha com-
preso con pazienza e impegno quanto la medicina, anzi, la Medicina,
debba essere meditata integralmente e non autoreferenzialmente.
Integralmente, perché nulla escluda nei suoi strumenti, se l’obiettivo
perseguito è quello della tutela e valorizzazione della salute. Auto-
referenzialmente, perché non rimanga disciplina votata unicamente
all’esaltazione di se stessa come strumento di mera vanità egoica, o
come vezzo di deliri personali.
«Isole che ho abitato, verdi su mari immobili» scriveva Salvatore
Quasimodo.
Ecco, su mari immobili mi ha saputo condurre Gabriele.
Mari statici non per bonaccia intellettuale, ma calmi per coscienza
acquisita: la coscienza di chi ha afferrato e inteso la verità in fondo al
pozzo “sciasciano” citato in esordio.
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Prefazioni

Oltre le ombre, le luci, gli spettri dei miti e i racconti di fantasmi:


oltre loro, in fondo al pozzo, troveremo la verità.
La verità di chi, scorgendo un passato mai passato, ha deciso di
ricalcare le orme dei titani.

Emanuele Cangini
Emanuele Cangini, curatore e revisore di testi, giornalista e divulga-
tore scientifico, critico letterario e conferenziere, autore del libro-rac-
colta Geni del passato, collana Scienza e Conoscenza.

Sto avendo il piacere di scrivere questa Prefazione per un medico che


opera tenendo conto di come l’uomo non sia semplicemente una
macchina fatta di “tanti pezzi”, ma costituita soprattutto da molteplici
aspetti.
Da kinesiologo non posso non condividere il fatto che, l’uomo,
vada visto e concepito almeno su tre livelli: strutturale, psicologico e
biochimico.
Quando ci si approccia alla Medicina olistica, il medico non chiede
al paziente cosa ha ma, piuttosto, cosa gli è successo, perché spesso
la malattia è la conseguenza di ciò che non siamo riusciti a gestire
dal punto di vista psico-emozionale. Se perseveriamo nel non darci
ascolto, all’improvviso si manifesta il sintomo.
Ma “l’improvviso” ha sempre bisogno di una lunga preparazione. Il
sintomo è il campanello d’allarme che deve farci comprendere che
qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Se non ci ascoltiamo “dentro” il sintomo può diventare vera e pro-
pria malattia. Ed è dal nostro “dentro” che il percorso di guarigione
deve nascere perché è da lì che dobbiamo partire per avviarci verso
la trasformazione. Personalmente ho imparato, come sostiene peren-
toriamente l’Oracolo di Delphi, che occorre conoscere se stessi. Per
farlo, bisogna ascoltarsi dentro.
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NOI Medici di noi stessi

«Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu, che desideri sondare gli arcani
della natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi
non potrai trovarlo nemmeno fuori.
Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre
meraviglie? In te si trova occulto il tesoro degli dèi. Uomo, conosci te
stesso e conoscerai l’universo degli dèi».
In questo libro ci sono tutte le basi per comprendere che la scienza,
dal passato al presente, dall’Oriente all’Occidente, ci fornisce tutti gli
strumenti per andare oltre.
Nell’oltre dentro di noi.
Il dottor Gabriele Muratori, con questo libro, ci istruisce sul come,
dall’esterno, sia possibile arrivare verso l’interno e riequilibrarci. Cosa
che ritengo necessaria al fine di poter aprire la porta alla coerenza
cardiaca e iniziare a trovare il giusto equilibrio in grado d’introdurci
verso la trasformazione.
Verso l’eliminazione di tutto ciò che appesantisce e non ci fa volare.
Verso la scoperta della dimensione aurea dove il piombo si trasforma
in oro. È una trasformazione alchemica quella che dobbiamo intra-
prendere. A questo punto la riflessione indotta dalla lettura di que-
sta opera potrebbe essere questa: in considerazione delle più attuali
conoscenze che ci giungono dalla biologia, dalle neuroscienze, dalla
medicina, dalla fisica ecc., le quali ci forniscono inequivocabilmente
conoscenze coerenti e appropriate, quale dovrebbe o potrebbe esse-
re la prossima evoluzione dell’essere umano?
Non possiamo non convenire che il tempo è ormai maturo per una
decisione radicale e originale che deve, e dovrà, condurre l’uomo e il
pianeta a una relazione di armonia e amore.
E ancora: da dove partire, se non da noi stessi?
Non possiamo cambiare nulla se non cambiamo noi stessi.
La tecnologia ci ha concesso in questi ultimi anni la possibilità di
scoperte rivoluzionarie. Ma il mondo è cambiato? Ne abbiamo fatto
un posto migliore per noi e per le future generazioni? Probabilmente
dobbiamo cercare un nuovo equilibrio che abbia origine in un pen-
siero originale e rinnovato, che possa portare l’uomo a una nuova
fase di consapevolezza, a una intelligenza spirituale, capace di con-

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Prefazioni

netterci con noi stessi e con tutto ciò che ci circonda. Questo libro,
magistralmente, ci stimola a iniziare questo percorso: non attenden-
do che qualcun altro faccia qualcosa, ma suggerendoci con convin-
cente affabilità di assumere la responsabilità più alta nei nostri con-
fronti e nei confronti del mondo, in ogni suo aspetto.

Alberto Cardillo
Alberto Cardillo, trapanese, rinomato kinesiologo, naturopata,
esperto in cromoterapia, aromaterapia, musicoterapia e raffinato
conoscitore dei test sulle intolleranze alimentari. Segue numerosi
clienti nei suoi studi a Trapani, Milano, Roma, Ancona e Cesena.

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Prologo

Alla fine degli anni Settanta del secolo scorso, il poeta e sceneg-
giatore romagnolo Tonino Guerra nominò il mio paese di origine,
Longiano, “Valle dei ciliegi”. In questo bellissimo paese, dominato
dal castello Malatestiano, che sembra sospeso nel cielo, le soleggia-
te colline, miti d’inverno e fresche d’estate, producono da sempre
abbondante frutta di pregio: ciliegie, pesche, fragole, uva e olive, ed
è questa la prima analogia, quella della valle dei ciliegi, che accosta la
mia terra all’Oriente, dove è tradizione celebrare la primavera con la
Fioritura dei ciliegi (Fig. 1).

Fig. 1 - Longiano la “Valle dei Ciliegi”, foto del signor Giorgio Magnani.

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Prologo

Una seconda storia, narrata sempre da Tonino Guerra, descrive la


forte affinità che lega i romagnoli alla Cina. In una poesia tratta dalla
raccolta Il miele, parla di uno di Santarcangelo, paese natale del poeta,
che nel 1922 è partito per aggiustare la Grande Muraglia e dalla Cina
scrive quattro lettere di cui la quarta è quella più inquietante. La poe-
sia è dialettale e, anche se forse solo i romagnoli la capiranno, vale la
pena riportarne integralmente il tratto.
«la querta letra l’era
pina ’d scarabócc cumè ch’e’ fa al galóini
te pantèn, par fè capòi che ormai l’éra un cinàis
e u s’éra scórd iniquèl, ènca al paròli».
Traduzione: la quarta lettera/era piena di scarabocchi come le
impronte delle galline/nel fango (allusione agli ideogrammi) per far
capire che oramai era un cinese /e si era dimenticato tutto, anche le
parole/.
Stiano tranquilli i lettori… il testo che seguirà sarà completamente
in Italiano!

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Capitolo 1

Come tutto cominciò

La valle dei ciliegi e il Medico di se stesso


Ho vissuto a Longiano (FC) dalla nascita fino all’età di 32 anni quan-
do, per motivi di lavoro e obbligo di residenza, mi sono trasferito a
Savignano sul Rubicone.
Proprio in quegli anni Settanta la farmacia comunale fu rilevata dal
dottor Antonio Luigi Monti; era un pioniere, un precursore, primo tra i
farmacisti della zona a tenere medicinali omeopatici. Come tutti coloro
che apportano novità, era visto inizialmente con diffidenza dai paesani,
ma con l’andare del tempo alla farmacia faceva riferimento sempre più
gente, soprattutto… “forestieri!!”. Ancora studente in medicina e incurio-
sito, gli andai a far visita. Alla fine di una lunga conversazione mi regalò
il libro che poi diventò in cult: Il medico di se stesso di Naboru Muramoto.
Fu da quel libro che appresi i primi concetti delle discipline orien-
tali, che poi rincontrai nei corsi di agopuntura: lo yin, lo yang, la legge
dei cinque movimenti, il ritmo circadiano del percorso dell’energia,
chiamata Qi, lungo i meridiani, la dietetica vegetariana, l’importanza
della ginnastica ecc.
A dire il vero, ancora dai tempi del liceo, ero rimasto affascinato
dalle prime illustrazioni che ritraevano pazienti di ospedali cinesi,
sereni e sorridenti, cui veniva praticata anestesia per parti indolori o
altre operazioni, con Agopuntura.
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Capitolo 1 | Come tutto cominciò

Quando conseguii la laurea e poi la convenzione con il SSN (siste-


ma sanitario nazionale), il dottor Monti divenne mio assistito. Poi nel
2010 si ammalò gravemente e fu mio compito assisterlo a domicilio,
che nel frattempo aveva trasferito a Cesena. Mi costava moltissimo in
termini di risorse e di tempo, ma mi sentivo in dovere di farlo, perché
con la sua professione per decenni aveva fatto del bene a tante per-
sone grazie alle sue cure del tutto originali ed efficaci.
Le mie visite si protrassero fino alla fine del gennaio 2011 e proprio
l’ultimo giorno che gli feci visita a domicilio, il giorno prima della sua
morte, vidi appoggiato su di un tavolo lo stesso libro che mi aveva
regalato quasi quarant’anni prima: Il medico di se stesso di Naboru
Muramoto (Fig. 2).
Tale “coincidenza” dimostra che il tempo a volte si ripropone ciclica-
mente. Questo evento segna la fine del lungo periodo di apprendi-
mento di una vasta serie di conoscenze, durato più di trent’anni, e
segna l’inizio, invece, di un periodo di creatività sempre però guidato
e all’insegna del medesimo titolo: Il medico di se stesso.

La sollecitazione non tardò a con-


cretizzarsi in una serie di operazioni
che ebbero inizio nell’agosto di quello
stesso anno.
Quello che poteva sembrare uno
slogan di una improvvisata medicina
“fai da te”, ha cominciato gradualmen-
te a trasformarsi in una reale e concre-
ta possibilità operativa e strategica.
Proprio in quell’agosto del 2011
cominciai, sollecitato da alcuni colle-
ghi, a fabbricare i miei primi e originali
apparecchi con l’intenzione che fosse-
ro stimolatori dei punti di agopuntura.
Certamente una sola asserzione
non basta a produrre salute valida o
Fig. 2 - Copertina del libro Il medico di se medicine efficaci: vedremo, tuttavia,
stesso di Naboru Muramoto.
attraverso quali passaggi e strumen-
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NOI Medici di noi stessi

ti questo proposito possa diventare una realtà e una pratica quo-


tidiana.
Credo fermamente che la chiave della propria salute risieda in se
stessi, più che nelle strutture che fino adesso si sono costruite e chia-
mate “eccellenze”; è anche per questo che parlo di “autoterapia” come
chiave della salute fuori da questi apparati.
Negli ultimi anni sui temi della salute è aumentata la consapevolezza
del fatto che, all’origine delle malattie sta, oltre che una certa tipolo-
gia di comportamento “salutare”, anche un tipo di coscienza che con-
duce a stati di benessere.
Le cognizioni e le pratiche terapeutiche derivate dalle tradizioni,
dalle discipline e dalle filosofie orientali hanno messo in evidenza un
fatto: non sempre i modelli analitico-complessi su cui sono fondate
le attuali conoscenze scientifiche, riescono a soddisfare le richieste di
salute.
Per contro i sistemi di conoscenza e attività basati su modelli ana-
logici semplici, presentano un vantaggio di comprensione e applica-
zione immediati.
Questo permette di apprendere il modello teorico e la pratica tera-
peutica con una relativa facilità e con un immediato effetto sul riequi-
librio funzionale della persona curata, attivando quella meravigliosa
tecnologia, ancora quasi del tutto sconosciuta, che da miliardi di anni
permette lo sviluppo della vita con migliaia di reazioni intelligenti e
coordinate.
Attualmente siamo nelle condizioni di utilizzare sofisticati sistemi
diagnostici e operativi, impensabili solo pochi anni fa e in rapidissi-
ma evoluzione: d’altra parte però esistono da sempre in tutti i siste-
mi viventi una intelligenza e una tecnologia biologica, che proprio e
sempre di più le recenti scoperte scientifiche dimostrano straordina-
rie e da sempre funzionati, senza che l’intelligenza mentale dell’inte-
ra umanità e di tutto il creato sapesse nulla in proposito.
Ad esempio, tutti i meccanismi ormonali preposti alla riproduzione
si conoscono da pochi decenni: l’atto della fecondazione, secondo
cui un solo spermatozoo su cento milioni feconda la cellula uovo, è
ancora sconosciuto, eppure con questo sistema sono nati per milioni
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Capitolo 1 | Come tutto cominciò

di anni miliardi di uomini; la stessa cosa si può dire per tutte le spe-
cie animali e vegetali del pianeta, tutti processi avvenuti senza che si
sapesse come.
Quello che ci fa sapere la tecnologia, almeno la sua parte più sana,
è che esiste già una tecnologia perfetta, che da una parte garantisce
i processi che mantengono la vita e, dall’altra, mette in atto sistemi
di adattamento qualora cambino le condizioni del contesto esterno.
La prima chiave per iniziare a curare se stessi è proprio quella
di essere consapevoli che già possediamo, come esseri viventi, i
mezzi e gli apparati che possono farlo.
L’uso sempre più frequente dei fiori di Bach, la pratica del Reiki, la
Emotional freedom technic (EFT), il Theta Healing, la digitopressione,
il massaggio plantare, sono tutti fenomeni molto soddisfacenti che
si stanno sviluppando e conducono a una pratica di vita e di salute
immediata, distogliendo dal bisogno e dalla necessità di riferirsi alle
strutture sanitarie costituite.
Importante è educare a questo tipo di pratiche affinché si impari a
conoscerne i limiti e le possibilità.
La continua riduzione dei servizi sanitari genera malessere diffuso
tra la gente, ma non può avvenire diversamente, in quanto il mante-
nimento di strutture di eccellenza produce e richiede sforzi finanziari
enormi, e il trend attuale è quello della necessità di ridurre le spese,
razionalizzando i servizi, accentrandoli per renderli più funzionali ed
efficienti, almeno nell’intenzione.
È tuttavia evidente la contraddizione che vede l’industria della
salute a produrre servizi sempre più costosi, e i governi impegnati a
ridurre sempre di più le prestazioni a loro carico.
Date tali premesse è proprio in questo momento che si può svilup-
pare una forma di organizzazione della salute che valorizzi le capaci-
tà intrinseche di riequilibrio, presenti in ogni essere umano.
Al momento attuale però, le distanze tra i servizi sanitari istituzio-
nali e le pratiche di salute non convenzionali sembrano essere molto
distanti, e molte persone che per necessità si rivolgono ai servizi sani-
tari e ne rispettano la validità, sentono il bisogno di qualcosa di più
13
NOI Medici di noi stessi

o di diverso, che offra loro una risposta più esauriente al bisogno di


salute.
In questo momento, dunque, le scelte necessarie e indispensabili
sono riduzioni e tagli, ma dobbiamo e possiamo chiederci: è sempre
vero che l’eccellenza ha costi elevati?
O meglio ancora: si può produrre eccellenza anche con costi soste-
nibili?
Si può produrre una serie di servizi che abbiano un costo ragione-
vole, siano una risposta valida ai bisogni, producano quindi consenso
e soddisfazione?
Crediamo che questa sia la sfida del momento, crediamo che non
valga assolutamente la pena recriminare su mancati finanziamenti e
leggi finanziarie restrittive, crediamo e pensiamo che si debba vera-
mente tornare indietro a quando le piccole comunità si organizzava-
no e producevano servizi che ci appaiono in questo momento ana-
cronistici, ma a quel tempo utilissimi.
Ora come non mai si presenta l’opportunità di valorizzare le risorse
umane e trasformarsi in imprenditori o garanti di imprese locali che
producano i servizi che alle burocrazie non interessano, ma che inve-
ce interessano a persone consapevoli che saranno sempre di più e
sempre più sane.
Vogliamo perciò fare parte di questo grande movimento e dare il
nostro contributo motivato e costruttivo.
Cominceremo un lungo viaggio che racconterò per tappe successi-
ve. È comunque significativo che a queste conclusioni, che altro non
sono se non le basi per un nuovo inizio, si arrivi dopo anni, anzi decen-
ni, di professione: forse è un segno di maturata saggezza, forse è la
normale conseguenza di una vita spesa a farsi domande, sperimen-
tare vie di guarigione e risposte dei pazienti, forse è la conseguenza
del non arrendersi mai all’inevitabile destino che accompagna tutte
le vite: la loro ineluttabile fine.

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Capitolo 2

La salute viene da Est

Alla scoperta dell’Oriente


Il percorso è lungo e articolato e parte dai primi anni di professione
oramai lontani.
Era il 1983 quando decisi con un gruppo di amici di frequentare
una scuola di Agopuntura. Questa disciplina è solo una parte della
Medicina tradizionale cinese (MTC), ma è anche la più nota.
La frequentazione della scuola mi aprì un mondo quasi sconosciu-
to; lo studio fino allora compiuto mi ancorava alla tradizione carte-
siana, la quale stabilisce una divisione netta fra “mentale” e “fisico”,
astratto e concreto, Res Cogitans e Res Extensa. Tutta la costruzione
teorica e pratica della materia era basata sul paradigma cartesiano.
La nuova materia, invece, si metteva in contraddizione con esso
introducendo il concetto che esisteva una “energia” immanente,
generatrice e regolatrice dello stato della materia, nascosta ai comu-
ni sistemi di percezione e valutazione in grado d’influenzare simulta-
neamente il corpo e la mente.
Le premesse dell’insegnamento partivano da concetti che all’epo-
ca sembravano paradossali: ad esempio che quello che si vede e si
percepisce con i sensi è pura apparenza, tutte le reazioni biochimiche
e bioelettriche che garantiscono il processo vivente non sono det-
tate dal caso, ma sono il risultato di una energia primordiale che ha
15
NOI Medici di noi stessi

diverse caratteristiche, che poi descriveremo, ma non è percepita dai


classici cinque sensi.
Fin dalle prime lezioni si sosteneva che tra corpo e mente non vi
è differenza, e che gli stati mentali e le emozioni come paura, ira e
tristezza, facevano parte di sintomi correlabili a carenze funzionali di
organi corrispondenti.
Inizialmente sorpreso e meravigliato, poi sempre più “intrigato”
dalla novità (una “novità” con 5000 anni di storia attestata sulle spal-
le), continuai con molto interesse.
L’Agopuntura, come pratica ascritta alle altre della MTC (Fig. 3), è forse
la più antica tecnica medica praticata in modo continuo sul pianeta.

In cinquanta secoli ha
retto egregiamente il con-
fronto con un gran numero
di pratiche terapeutiche,
ha superato crolli di impe-
ri, invasioni di territorio,
colonizzazioni, revisioni e
rivoluzioni culturali, ma la
sua validità non è mai stata
messa in discussione, anzi
proprio ultimamente si sta
diffondendo con rapidità
in tutte le parti del mondo.
Nel 1978 l’Organizzazio-
ne mondiale della sanità
ha pubblicato un rappor-
to che la riconosce uffi-
cialmente come metodo
efficace e accettato di cura
di alcune malattie, il cui
numero è aumentato con
l’andare del tempo.
L’origine della MTC, infat-
Fig. 3 - Antica raffigurazione del percorso di un meridiano.
ti, si perde nella notte dei
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Capitolo 2 | La salute viene da Est

tempi. La MTC nasce come medicina popolare, con un linguaggio e


una diffusione rurale e legata a concezioni filosofiche antichissime.
Nel corso dell’evoluzione, questa medicina inizialmente empirica,
si è arricchita e confrontata con le diverse scuole filosofiche; in parti-
colare con il pensiero taoista e quello confuciano che le hanno confe-
rito un’impronta definitiva.
I primi trattati, prodotti di questa antica conoscenza, risalgono
all’epoca del leggendario Imperatore Giallo, Huang Di (IV-III secolo
a.C.), che nel libro classico Huangdi neijing, la illustra e la descrive
sotto forma di dialogo con il medico di corte Qi Bo.
Da quel momento i trattati si sono susseguiti aggiungendo sempre
nuove acquisizioni, ma mai queste novità hanno smentito le cono-
scenze precedenti.
Già in questo primo trattato vengono enunciate le leggi che rego-
lano il cosmo, lo yin e lo yang, i 5 elementi, le loro applicazioni nel
campo della fisiologia, della patologia, della diagnosi, del trattamen-
to e della prevenzione delle malattie; illustra, infine, il sistema di ricer-
ca dello stato di salute e dell’equilibrio psicofisico.
Secondo la filosofia taoista l’intero cosmo è espressione di un
principio fondamentale chiamato Dao (Tao nella trascrizione occi-
dentale), origine, motore e fine di tutto ciò che esiste, onnipresente
ma impercettibile e indefinibile. Tutto il creato e ogni essere vivente
costituiscono emanazioni del Dao.
Il Dao si esprime tramite l’attività dinamica di due forze (o polarità)
primordiali, lo yin e lo yang, opposti ma coesistenti e complemen-
tari, che a loro volta si manifestano tramite l’azione di una forza di
trasformazione e mutamento: il Qi o soffio vitale, che alimenta ogni
forma di vita, rappresenta la vibrazione vitale dell’universo e scorre
incessantemente ovunque, in ogni aspetto della natura così come
nell’essere umano. È su questo argomento che ci soffermeremo nel
prossimo capitolo, definendone le caratteristiche: è tuttavia interes-
sante descrivere anche gli altri aspetti della costruzione teorica e pra-
tica della MTC.
Lo yin rappresenta l’aspetto femminile, passivo, ricettivo, interno,
freddo, oscuro di ogni fenomeno e si esprime più nella materia.
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NOI Medici di noi stessi

Lo yang è l’aspetto maschile, attivo, creativo, esterno, caldo e lumi-


noso e si esprime più nell’energia. Le due polarità non corrispondono a
entità materiali, né possono esistere e agire separatamente, ma si com-
pletano e trasformano a vicenda in un continuo processo dinamico.
L’universo è anche costituito da 5 elementi primordiali: il legno, il
fuoco, la terra, il metallo, l’acqua; elementi simbolici e al tempo stes-
so costitutivi fondamentali che vengono analogicamente associati a
tutto l’esistente.
I 5 elementi o movimenti (wuxing) non vanno intesi come sostanze
passive e statiche, ma come forze dinamiche impegnate in una tra-
sformazione ciclica: si trovano coinvolti in una relazione reciproca di
“generazione” e “distruzione”; ogni elemento viene generato dal pre-
cedente e dà origine al successivo.

L’anatomia energetica
Il corpo umano è strutturato in cinque organi pieni (zang): cuore
(xin), polmoni (fei), reni (shen), milza-pancreas (pi), fegato (gan), e cin-
que visceri cavi (fu): intestino crasso (dachang), stomaco (wei), intesti-
no tenue (xiaochang), vescica (pangguang), cistifellea (dan), triplice
riscaldatore (sanjiao); quest’ultimo è considerato il sesto viscere e
non ha una sua struttura anatomica, ma è invece un viscere/funzio-
ne, in rapporto con tutti gli altri organi e visceri, che sono sotto la sua
direzione/protezione.
Organi (yin) e visceri (yang) sono tra loro dipendenti e comple-
mentari e ciascuno di essi rappresenta un “insieme energetico” e rico-
pre specifiche funzioni che si allargano anche alla sfera psichica; per
esempio il fegato determina nell’individuo la capacità decisionale
e strategica oltre ad avere implicazioni metaboliche e sul sangue; il
cuore, che comprende l’apparato cardiovascolare e la parte dell’en-
cefalo deputato a sentimenti ed emozioni, è la sede dello spirito vita-
le e permette all’individuo di essere cosciente di sé e di determinare il
suo posto nell’universo focalizzando i corretti andamenti esistenziali;
la milza guida le funzioni pancreatiche e il sistema linfatico, ma deter-
mina anche la capacità cogitativa e memorizzatrice essendo la sede
18
Capitolo 2 | La salute viene da Est

del pensiero; il polmone, che governa l’insieme del sistema respira-


torio e la funzione cutanea (epidermide e peli), è anche artefice della
capacità introspettiva e infine il rene che, oltre alla funzione urina-
ria, regola quella endocrina, delle ghiandole surrenali e riproduttiva
delle gonadi ed è sede della volontà e del vigore fisico.

La terapia
Scopo della terapia è ripristinare il più possibile, nel tempo, l’equilibrio
energetico proprio di quella persona, tenendo conto della fase della vita
dell’individuo e delle sue caratteristiche intrinseche. Più si ritrova quell’e-
quilibrio e più la persona riabbraccerà la salute psicofisica.
La terapia si avvale fondamentalmente di cinque metodiche, cia-
scuna con proprie indicazioni e caratteristiche preferenziali applica-
bili in base alla diagnosi fatta dal medico.
Le metodiche sono: Agopuntura, Massaggio (Tui Na), Dietetica, Far-
macologia e Ginnastiche mediche.
La dietetica e le ginnastiche mediche sono molto utilizzate anche
per la prevenzione dalle malattie in base alle caratteristiche di terre-
no costitutivo della persona. Le altre sono, generalmente, più utiliz-
zate in terapia cioè quando la malattia è apparsa o si è manifestata
da tempo.
Sulla efficacia dell’Agopuntura e sulla sua capacità di modulare i
più fini eventi cellulari ormai non vi è alcun dubbio. Parlare di effica-
cia comprovata dell’Agopuntura nella sola terapia del dolore rappre-
senta una visione obsoleta e riduzionistica.
Numerosissimi sono gli studi eseguiti nelle università di tutto il
mondo e anche in quelle americane, presso le quali l’azione terapeuti-
ca dell’Agopuntura e la corrispondenza delle teorie filosofiche tradizio-
nali con i risultati di ricerche cliniche e di laboratorio, suscitano sempre
maggiore interesse e producono conferme sempre più valide, al punto
tale che si attribuisce a questa metodica la proprietà di modulare l’e-
spressione genica, regolando la crescita e il differenziamento cellulare.
Citiamo, tuttavia, il risultato di soli tre lavori tra i tanti fatti, che riassu-
mono i meccanismi d’azione principali dell’Agopuntura.
19
NOI Medici di noi stessi

Il primo lavoro è stato prodotto dall’Università di Harward, con l’a-


iuto dell’équipe del Massachusetts General Hospital, che possiede
uno dei più grandi centri di neuroimaging del mondo. Grazie a questo
metodo è stato dimostrato che l’Agopuntura può controllare diretta-
mente il cervello emotivo.
Stimolando un solo punto, situato sul dorso della mano fra il pol-
lice e l’indice, lo studio ha messo in evidenza un’anestesia parziale a
carico dei circuiti del dolore e della paura.
Questo punto, chiamato «intestino crasso 4» nei manuali di Ago-
puntura cinese, è uno dei più antichi e più utilizzati proprio per con-
trollare la sofferenza e l’ansia.
Lo studio compiuto ad Harvard dimostra che l’Agopuntura è effet-
tivamente in grado di bloccare le aree del cervello emotivo respon-
sabili dell’esperienza della sofferenza e dell’angoscia, e ci permette di
capire meglio risultati impressionanti come, per esempio, le rapidis-
sime regressioni del dolore anche in pazienti oncologici.
Mi è capitato personalmente di trattare nel 2007 una signora ope-
rata di carcinoma vescicale, portatrice di stomia, che doveva ricorre-
re alle terapie del pronto soccorso per coliche violentissime almeno
ogni quattro o cinque giorni. Una volta i familiari mi hanno chiesto
cortesemente la visita domiciliare e, quasi disperato anch’io, ho pen-
sato di praticarle l’Agopuntura. In attesa di concludere la seduta i
familiari mi hanno offerto un caffè e un po’ di conversazione ecc., e
di mano in mano che trascorreva il tempo i gemiti della signora si
facevano sempre meno strazianti, fino a che si è calmata del tutto.
Proseguendo un certo numero di sedute, da allora le coliche non si
sono più presentate e la signora sta tuttora bene.
Una seconda indicazione ci viene dagli esperimenti sui conigli resi
insensibili al dolore fisico e sugli eroinomani in disintossicazione.
I dati raccolti suggeriscono anche un’azione stimolante dell’Ago-
puntura sulla secrezione di endorfine, le piccole molecole prodotte
dal cervello che agiscono con un meccanismo simile alla morfina e
all’eroina.
I ricercatori cominciano a individuare anche un terzo meccanismo
d’azione: una seduta di Agopuntura avrebbe una diretta influen-

20
Capitolo 2 | La salute viene da Est

za sull’equilibrio fra le due branche del sistema nervoso autonomo,


aumentando l’attività di quello parasimpatico (il “freno” della fisiolo-
gia) a spese del simpatico (“l’acceleratore”).
Questa tecnica favorirebbe dunque la coerenza del ritmo cardia-
co e, più in generale, permetterebbe di riequilibrare tutte le funzioni
degli organi del corpo, con conseguenze del tutto chiare sull’equili-
brio generale e di grande portata terapeutica.
Riprenderemo in seguito questo importante aspetto. L’importan-
za di questo equilibrio per il benessere emotivo, la salute, il rallenta-
mento dei processi di invecchiamento e la prevenzione della morte
improvvisa è stata sancita con articoli apparsi su tutte le riviste scien-
tifiche più autorevoli del mondo come «The Lancet», «The American
Journal of Cardiology», «Circulation», solo per citarne alcune.
Questo equilibrio fisiologico corrisponde a quello dell’energia vita-
le, o Qi, di cui parlano testi orientali di 2500 anni fa?
Da questo secondo capitolo possiamo trarre una seconda chiave
neurofisiologica per essere medici di se stessi:
Il controllo delle emozioni negative (con tutti i sistemi che ne
favoriscono l’efficacia), l’autoproduzione di endorfine (con tutte
le tecniche adeguate) e l’attivazione del sistema parasimpatico
(con tutte le tecniche adeguate) attivano tutte le proprietà di
autoguarigione che portano al benessere emotivo e fisico, alla
salute e al rallentamento dei processi d’invecchiamento.

21
Capitolo 3

L’energia vitale: il Qi

Agopuntura e Qi
Nel capitolo precedente abbiamo visto che tra le varie tecniche
terapeutiche sulle quali si regge la MTC, l’Agopuntura è di gran lunga
la più efficace nel risolvere rapidamente le problematiche di dolo-
re, di ansia, di infezioni. Non si vuole svilire con ciò tutto l’operato di
coloro che si prodigano a diffondere le altre tecniche terapeutiche,
ma solo focalizzare la nostra attenzione su quella parte veramente
originale e strutturata in modo organico che è l’Agopuntura cinese.
Non si può, poi, parlare di Agopuntura senza una premessa, riassu-
mibile nella presenza e nell’attività di quel tipo di energia chiamata Qi.
Nell’insegnamento della MTC l’assunto secondo cui la materia
vivente esiste perché è informata dal Qi, cioè da questa forma di
energia vitale, è uno dei concetti di cui non si può fare a meno ed è
uno dei primi a essere insegnato.
Fu proprio in occasione delle prime lezioni del corso di Agopuntu-
ra che ho sentito per la prima volta parlare di questa forma di energia,
chiamata appunto Qi.
Per la MTC la presenza di un’energia chiamata “Qi” o, più semplice-
mente il Qi, riveste un ruolo fondamentale nell’universo, ha quindi
una importanza primaria di dimensione cosmica. Essendo il costi-
tuente fondamentale di tutte le cose, si può anche paragonare a una
22
Capitolo 3 | L’energia vitale: il Qi

sorta di Soffio che anima l’universo e la vita stessa. Il “Soffio” non ha


una forma, ma produce, anima, e mantiene ogni forma; è presente in
tutte le cose in natura e informa le funzioni della mente umana.
Già migliaia di anni fa la cultura cinese non faceva distinzione tra
materia ed energia, in quanto la materia era considerata una forma
concentrata di energia.
Quindi tutto l’esistente, così come si presenta a noi, è una manife-
stazione di quella energia che lo costituisce; e tutte le trasformazioni
e i cambiamenti che avvengono nell’universo sono espressione delle
trasformazioni e dei mutamenti di questa energia.
Nell’individuo, invece, è la presenza del Qi che ne costituisce l’“Es-
senza”, cioè quella peculiare caratteristica che distingue ogni essere
da tutti gli altri.
Secondo un’interpretazione spirituale o filosofica a noi più conso-
na, potremmo tradurla più concretamente come impronta personale
e individuale somigliante alla coscienza di sé o all’anima.
Il Qi circola nei meridiani e ha un suo ritmo circadiano stabilito, un
ritmo che si ripete giorno dopo giorno, ora dopo ora per tutta la vita.
A ciascuno degli organi e visceri fondamentali corrisponde una via
preferenziale di accesso e un percorso cutaneo che viene chiamato
Meridiano (o Canale) e su cui sono reperibili i punti di agopuntura. Il
continuo e stretto legame d’interdipendenza tra organi e visceri viene
assicurato dall’energia che circola attraverso i meridiani e si distribu-
isce nel corpo secondo cicli definiti, dagli organi pieni ai visceri cavi,
parte dalla periferia e parte dall’interno
Lungo il tragitto dei meridiani emergono sulla superficie della
pelle centinaia di punti particolari, ognuno in relazione diretta con
un insieme di cellule, una funzione del corpo, un organo o un’emo-
zione, e che possono essere stimolati con aghi praticando quindi l’A-
gopuntura classica.
Questi punti sono veri “crateri” di energia che possono essere sti-
molati in vari modi: o nella maniera tradizionale, con aghi; o con raggi
laser; o con calore emesso da carboncini di moxa; o da pressione digi-
tale; o da correnti elettriche con una determinata onda (TENS); infine
pure con luci colorate.
23
NOI Medici di noi stessi

La MTC distingue nell’organismo umano diversi tipi di Qi, e, a secon-


da della funzione e della localizzazione, attribuisce ad essa una serie
piuttosto complicata di nomi e attributi, che cerchiamo di semplificare.
L’energia complessiva presente nell’organismo umano è detta
Zheng-Qi, tradotta anche come Qi normale o Qi corretto. Essa rappre-
senta l’insieme di tutti i tipi di energie che circolano nell’organismo.

Le fonti di Zheng-Qi (energia complessiva del corpo) sono tre:


una ereditaria, Yuan-Qi; due acquisite, Tian-Qi cioè l’energia pro-
veniente letteralmente dal cielo, e incamerata attraverso l’aria che
respiriamo, e infine Gu-Qi, l’energia ricavata dalla digestione degli
alimenti.
• Lo Yuan-Qi (Qi originale o ereditario), il Qi originario che ere-
ditiamo dai nostri genitori al momento del concepimento.
In questo momento l’essere vivente neo-concepito eredita
un patrimonio di Yuan-Qi che da allora in poi, e per tutta la
vita, non può più essere in alcun modo arricchito anzi, esso
va incontro a un progressivo decadimento provocando l’ine-
vitabile invecchiamento.
• Il Tian-Qi (Qi del cielo) è l’energia che acquisiamo per mezzo
della respirazione. Penetra nel corpo attraverso la funzione
respiratoria propria del polmone, che la estrae dall’aria inspi-
rata: essa è presente nell’aria, ma non è l’aria, né l’ossigeno.
• Il Gu-Qi (Qi degli alimenti) è l’energia che acquisiamo attra-
verso l’alimentazione e la digestione degli alimenti che ha
inizio nello stomaco e prosegue poi nell’intestino, con una
serie di rielaborazioni coinvolgenti tutti gli organi. Come nel
caso precedente questa energia è presente negli alimenti,
ma non si tratta dei singoli alimenti scomposti in proteine,
glucidi, lipidi, sali minerali, oligoelementi o ancor peggio
calorie: essa è una proprietà energetica, non materiale.

Queste tre sono le fonti da cui attinge il patrimonio di Qi presente


nell’organismo.
24
Capitolo 3 | L’energia vitale: il Qi

A questo punto però il Qi è ancora allo stato grezzo e non può esse-
re utilizzato come tale: è la base però per ulteriori trasformazioni in
forme più raffinate di energie, aventi funzione propria.
La nuova forma di Qi, quella alla fine funzionale, prende il nome
di Zeng-Qi o energia vera. È quella che circola nei meridiani, origina
dal centro del torace, si distribuisce con il classico ritmo circadiano
(Fig. 4) partendo dall’organo Polmone, che esercita così una funzione
propulsiva, comportandosi come una specie di mantice, con gli atti
respiratori.
Ancora non basta, questo tipo di energia si divide in altri due sottotipi:
lo Ying-Qi (o energia nutritiva) che apporta trofismo agli organi e il
Wei-Qi (o energia difensiva) che sottende a tutte le funzioni proprie
del sistema immunitario.
In sintesi: l’essere vivente è un sistema che acquisisce energia,
all’atto supremo dell’inizio della sua vita, e successivamente non solo
dagli alimenti, ma anche dal cosmo.
La rielabora attraverso l’azione degli organi e dei visceri e con que-
sto tipo di energia nutre ogni parte del corpo, attraverso il percorso
dei meridiani, ed esercita funzioni difensive, cioè tiene attivo il siste-
ma immunitario.

Le funzioni del Qi nel corpo umano si possono ricondurre a cinque tipi:


– funzione di movimento: il Qi è l’energia che permette tutti i
movimenti del nostro corpo, movimenti intesi in senso lato.
Movimenti volontari, movimenti involontari, funzionamento
degli organi, crescita, sviluppo.
– funzione di difesa: il Qi esplica un’azione di difesa nei con-
fronti degli agenti patogeni esterni, e cerca di contrastarli se
riescono a penetrare nell’organismo.
– funzione di trasformazione: il Qi è l’energia necessaria affin-
ché possano svolgersi tutte le reazioni metaboliche e le
trasformazioni fisiologiche necessarie a mantenere in vita il
nostro corpo (per esempio, la trasformazione delle essenze
alimentari nei vari costituenti dell’organismo).
25
NOI Medici di noi stessi

– funzione di mantenimento: il Qi consente il mantenimento dei


vari costituenti dell’organismo nelle proprie sedi. Consente,
quindi, il contenimento del sangue nei vasi, degli organi nelle
proprie sedi anatomiche, trattiene l’urina, controlla il sudore ecc.
– funzione di riscaldamento: il Qi produce calore, e ha una
funzione di termoregolazione, contribuendo a mantenere
costante la temperatura corporea.

Fig. 4 - Ritmo circadiano della circolazione del Qi lungo i meridiani.

26
Capitolo 3 | L’energia vitale: il Qi

Il pensiero analogico
«Dovete procedere in senso analogico e non in senso analitico».
«Usate una forma mentis analogica e non una forma mentis analitica».
Erano raccomandazioni frequenti durante l’insegnamento nella
scuola di MTC, e tornando a valutarle oggi, per quei tempi erano dav-
vero rivoluzionarie. Ho già riferito in questo testo l’immediata perce-
zione della differenza tra il sistema di interpretazione della realtà di
tipo cartesiano, dominante assoluto del sapere universitario dell’epo-
ca (ma anche di questa), e il sistema di interpretazione della MTC che
non distingueva nettamente la materia dall’energia.
Ho anche accennato che l’insegnamento delle antiche filosofie
orientali, che avviene con metodo analogico, permette un rapido
apprendimento della materia o comunque di un metodo di approc-
cio soddisfacente.
In ogni caso tutte le discipline antiche, che conservano un fascino
del tutto moderno, procedono in entrambi i casi in modo analogi-
co e analitico: a quel tempo il metodo analogico era considerato di
secondo livello, rispetto al metodo analitico che primeggiava in tutti
i campi scientifici.
Riferisce l’enciclopedia Treccani: «L’analogia indica in filosofia un
rapporto di somiglianza fra due enti, detti analoghi, tale che dall’e-
guaglianza o similarità constatata tra alcuni elementi di tali enti si
possa dedurre l’eguaglianza o somiglianza anche di tutti gli altri loro
elementi».
Più genericamente, nell’uso comune, “l’analogia è il rapporto che
la mente coglie fra due o più cose che hanno nella loro costituzione,
nel loro comportamento o nei loro processi qualche tratto comune”.
Il pensiero e l’interpretazione della realtà per analogia procedono
per similitudini, metafore e intuizioni in un percorso coerente fino a
trovare la ragione dei fatti.
Diversamente il pensiero analitico porta alla scomposizione di un
tutto, concreto o astratto, nelle parti che lo costituiscono, soprattutto
a scopo di studio, fino ai più piccoli e microscopici componenti: con-
duce sì a una verità scientifica, ma questa verità spesso è avulsa dal
27
NOI Medici di noi stessi

contesto globale e se non viene integrata in questo contesto perde


di valore.
Di fatto questo è il limite di molte ricerche attuali, che scoprono
importanti molecole, proteine ed enzimi, che però all’atto pratico e
per la salute hanno poche applicazioni.
Contemporaneamente in quegli anni, precisamente nel 1981,
venne conferito il premio Nobel per la Medicina al neurofisiologo
Roger Sperry per le scoperte riguardanti le singole funzioni degli
emisferi cerebrali.
Grazie a questi studi si scoprì che, diversamente da quanto era opi-
nione comune, ogni emisfero del cervello (destro e sinistro) non solo
presiede a specifiche funzioni, ma è dotato di una sua coscienza.
Si ebbe la conferma che l’emisfero sinistro è quello dei due che ha
il dono della parola, com’era già noto, e che è dominante in tutte le
attività che riguardano il linguaggio, l’aritmetica, l’analisi e l’uso in
generale delle funzioni razionali.
Quello destro, seppure “muto” e capace solo di addizioni semplici
(sembra poter contare più o meno fino a 20) è superiore al sinistro, fra
l’altro, nella comprensione visuo-spaziale (per esempio leggere una
mappa o riconoscere un volto), è portato alla formulazione di ana-
logie e a riconoscere le emozioni. Fino a quel momento si dubitava
che vi fosse una forma di coscienza nell’emisfero destro che, invece,
afferma Sperry è:

«Un sistema cosciente a pieno titolo, in grado di percepire,


pensare, ricordare, ragionare, volere ed emozionarsi, il tutto a
un livello tipicamente umano; sia l’emisfero destro che quello
sinistro possono essere simultaneamente coscienti in espe-
rienze mentali differenti, talora persino in conflitto tra loro, che
viaggiano in parallelo».

La interpretazione della realtà per analogia è una prerogativa del


cervello destro, uno stato della coscienza che integra perfettamente
le conoscenze di tipo analitico. Pur studiando una medicina vecchia
di 3000 anni, eravamo stimolati a usare le proprietà scoperte da poco,
dell’emisfero destro, decisamente al passo coi tempi!!!
28
Capitolo 3 | L’energia vitale: il Qi

La mente umana, infatti, dispone già di tutti gli strumenti ed è in


grado di elaborare istantanee connessioni analogiche, intuizioni,
intenso uso delle risorse immaginative attraverso la propria funzione
simbolica; può sviluppare vaste capacità creative, e sviluppare l’incre-
dibile potenziale genetico di cui dispone.
La tecnologia diventa perciò un mezzo – e non un fine – che deve
ritrovare il suo compito di aiuto delle attività umane, al fine di miglio-
rare le condizioni di vita.
Questo può avvenire con il ricongiungere le capacità elaborative di
entrambi i nostri emisferi cerebrali in quella totalità di pensiero che ci
stimola a riflettere oltre la dualità.
D’altra parte nella pratica clinica e nella terminologia, moltissimi
sono i riferimenti analogici:
“Ho il fuoco nella gola”, “ho sentito una pugnalata”, “sento una tena-
glia che mi stringe”, “mi sembra di avere la testa in una morsa”, “ho
gli spini nella pancia”, sono alcune della affermazioni più frequenti
dei pazienti; oppure i termini come flogosi, infiammazione, rigidità e
pirosi, sono tutti di tipo analogico.
Infine il sintomo più temuto e più trattato con mille sistemi, cioè il
dolore, è valutato ancora con un unico mezzo universalmente rico-
nosciuto: la scala di valutazione video-analogica (Fig. 5).

Fig. 5 - Scala numerica video-analogica per la valutazione del dolore.

29
NOI Medici di noi stessi

Una terza chiave possiamo ora aggiungere per diventare “Medico


di se stesso”.
Gli stati psichico ed emozionale concorrono allo stesso modo
a determinare salute e malattia. Se vogliamo governare davvero
e profondamente i processi di cura e guarigione, dobbiamo com-
prendere profondamente che la biografia di una persona è la sua
biologia, e che la guarigione autentica e completa passa neces-
sariamente attraverso la cura delle ferite psichiche o il supera-
mento dei blocchi emozionali, dei nodi esistenziali, degli schemi
e delle credenze limitanti.

30
Capitolo 4

Il concetto di etere
nella storia e l’Orgonomia

Qi, prana ed etere: una conoscenza parallela


lunga cinquanta secoli
Poniamoci una serie di domande: l’Agopuntura è una tecnica tera-
peutica valida solo in estremo Oriente o in tutto il mondo?
Risposta: è valida in tutto il mondo.
Domanda: se così è, le sue premesse sono valide solo in estremo
Oriente o in tutto il mondo?
Risposta: sono valide in tutto il mondo.
Domanda: allora il Qi esiste solo in estremo Oriente, oppure qualcu-
no in qualche altra parte del mondo ha elaborato qualcosa di simile
forse chiamandolo con nomi diversi, dato che parla una lingua diversa?
Risposta: in effetti l’esistenza di un’energia come funzione univer-
sale e onnipresente, è sempre stata colta dall’uomo e anche presso
civiltà diverse da quella cinese.
Molte di queste concezioni si possono ricondurre alle filosofie
orientali che, da sempre, hanno fatto degli assunti energetici la colon-
na portante dei propri paradigmi. Un’altra virtù di fondo consiste nel
fatto che si sono sviluppate per millenni senza mettere in discussione
le conoscenze precedentemente acquisite.
31
NOI Medici di noi stessi

In questo ambito ritroviamo, ad esempio, oltre al concetto di Qi su


cui si basano discipline derivanti dalla cultura cinese, anche il concet-
to di prana, su cui si basa la filosofia indiana.
Il grande vantaggio di questo sistema di conoscenza, a prescindere dal
nome o dalla tradizione culturale dal quale proviene, consiste nel fatto
di essere basato su modelli analogici semplici, che presentano, come si
è detto, la possibilità di comprensione immediata di un fenomeno, qua-
lora si conoscano alcuni principi fondamentali alla base di tutte le realtà.
Un procedimento analogo si riscontra nel principio dell’olografia,
secondo il quale una piccola parte porta con sé la rappresentazio-
ne del tutto; questo è esattamente il contrario invece dell’analisi che
porta a parcellizzare la realtà senza considerare le mille relazioni che
una piccola parte ha con le parti circostanti.

Il Prana
Per gli antichi Indiani e anche per i moderni, significa letteralmente
vita e in seconda istanza viene inteso come respiro e spirito. Nono-
stante ciò, la tradizione induista spesso identifica i vari significati
della parola come una cosa sola.
Secondo la fisiologia induista, tutti gli esseri viventi, in quanto tali,
sono dotati di prāna, la cui conservazione deriva dal corretto svolgi-
mento di tutte le funzioni psicologiche, emotive e fisiologiche neces-
sarie al mantenimento armonico dell’equilibrio.
Secondo tale filosofia, uno dei modi più evidenti attraverso cui gli
esseri viventi ottengono prāna è dato ndalla respirazione, che veicola
oltre all’ossigeno (elemento grossolano) anche la vitalità (elemento
sottile) che traiamo dall’aria.

32
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

Breve storia dell’etere dagli antichi Greci fino al


XX secolo
Etere: fu una figura della mitologia greca, personificazione divi-
nizzata dell’atmosfera superiore, purificata perché respirata soltanto
dagli dèi dell’Olimpo.
Il filosofo greco Democrito, primo nella storia dell’Occidente a par-
lare di atomi, afferma che l’atomo si sviluppa proprio da vortici, i quali
si creano nel “vuoto”, in questo caso specifico non dissimile dall’ete-
re. Attraverso questo movimento di vortici ha luogo la formazione di
atomi e oggetti di materia in un ciclo di trasformazione senza fine, di
nascita, morte e rinascita.
Nelle scienze antiche e medievali l’etere rappresentava un concet-
to classico, definito quale quinto elemento dopo i quattro fondamen-
tali (Fuoco, Terra, Aria, Acqua) nelle premesse teoriche della materia
alchemica e nella filosofia della natura.
È fondamentale richiamarsi a questo concetto perché è sempre
stato argomento, più o meno manifesto, di discussione lungo il corso
dello sviluppo della nostra cultura e filosofia.
Cartesio (1596-1650), il matematico della tridimensionalità, cre-
dette nell’esistenza dell’etere e spiegò questa sua esistenza come il
mezzo in cui, nel sistema solare, come in un gigantesco vortice, i pia-
neti sono immersi e come la causa che produce la loro rivoluzione
intorno al Sole.
Anche grandi fisici come Isaac Newton (1643-1727), in certi tratti
delle loro opere scientifiche, hanno parlato di etere.
In un suo recente libro dal titolo Invenzioni non autorizzate, lo stu-
dioso indipendente Marco Pizzuti riprende con puntualità e compe-
tenza queste interessanti informazioni.
Si afferma in più di una pubblicazione che Isaac Newton non fosse
un assertore dell’esistenza dell’etere, ma sembra parlarne in più occa-
sioni, vediamo le citazioni testuali:
«Io suppongo che vi sia diffusa ovunque una sostanza eterea,
capace di contrarsi e di dilatarsi, fortemente elastica e del tutto simile
all’aria da ogni punto di vista, pur essendo molto più sottile di essa».

33
NOI Medici di noi stessi

In un’altra occasione nel 1704, nella prima edizione di Opticks, sua


opera sull’ottica, postulò l’esistenza di «un mezzo etereo capace di
trasmettere vibrazioni più velocemente della luce».

«E questo mezzo non è identico a quel mezzo mediante cui la


luce è rifratta e riflessa e per effetto delle cui vibrazioni la luce
comunica il calore ai corpi ed è spinta verso accessi di facile
riflessione e di facile trasmissione?
[...] E questo mezzo non è estremamente più raro e sottile
dell’aria, ed è più elastico e attivo?
E non penetra facilmente in tutti i corpi? E non è sparso (a cau-
sa della sua forza elastica) in tutti i cieli?».

Nello stesso testo Marco Pizzuti riferisce anche del lavoro di James
Clerk Maxwell (1831-1879), il celebre fisico che riuscì a calcolare e spie-
gare tutti i fenomeni elettromagnetici con una sola teoria unitaria.
I suoi studi permisero per esempio di dedurre che campo elettrico
e campo magnetico sono manifestazioni di una sola realtà fisica e di
attribuire alla luce le proprietà di un’onda elettromagnetica.
Ancora oggi tutte le sue equazioni sono considerate valide, nono-
stante siano state elaborate sul concetto di etere.
Delle venti equazioni originali elaborate fino al 1865, oggi se ne cono-
scono solo quattro, poiché le restanti vennero escluse dallo stesso Maxwell
nelle successive edizioni dei suoi scritti, per fini di semplificazione.
Sta sorgendo un grande interesse, proprio ai giorni nostri, sulla
riscoperta di queste sedici importanti equazioni perdute, che spie-
gherebbero invece numerosi fenomeni dell’universo, compresa la
presenza dell’etere.
Augustin Jean Fresnel (1788-1827) a cui si deve la formulazione
dei cosiddetti integrali di Fresnel, strumenti matematici attraverso i
quali riuscì a elaborare una teoria che spiegasse tutti i fenomeni otti-
ci (riflessione, rifrazione, interferenza e diffrazione), spiegò la natura
ondulatoria della luce come un “vibrare in un mezzo fluido”.
Più tardi Heinrich Rudolf Hertz (1857-1874) dimostrò che anche l’e-
lettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pieno di
un mezzo vibrante fluido (poiché si propagava per oscillazione).
34
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

Guglielmo Marconi (1874-1937) successivamente si avvalse di que-


sto concetto inventando la telegrafia senza fili e la radio.
Tuttora le trasmissioni radio sono dette “Via etere” come se il con-
cetto fosse rimasto inalterato attraverso tutto questo tempo.
In fisica, nel corso del XIX secolo, l’etere fu, quindi, considerata una
sostanza universale, secondo un modello teorico che la considerava
il mezzo attraverso cui si trasmettevano le onde elettromagnetiche,
come per esempio la luce e i raggi X, analogamente al modo in cui le
onde sonore vengono trasmesse attraverso mezzi elastici come l’aria
e le onde marine dall’acqua.
Si supponeva che l’etere fosse privo di peso, trasparente, privo di
attrito, non individuabile chimicamente o fisicamente e capace di
permeare tutta la materia e lo spazio.
Tale teoria incontrò crescenti critiche, finché nel 1881, al fine di
dimostrare definitivamente l’esistenza dell’etere, Michelson e Mor-
ley misero in atto un esperimento, designato specificamente a indi-
viduare il moto della terra attraverso l’etere. Questo esperimento
non dimostrò nulla, dimostrò l’assenza di qualsiasi suo effetto. Calò
quindi un pesante sipario sull’esistenza dell’etere, rinforzato dal
fatto che poco più tardi la teoria della relatività avrebbe postulato
al contrario lo spazio come vuoto, cioè il nulla al di fuori di quanto
non ha massa.
Non completamente rassegnati al fallimento dell’esperimento di
Michelson e Morley, alcuni scienziati sentirono dopo pochi anni l’esi-
genza di rivedere e valutare criticamente i loro esperimenti eseguiti.
Ad esempio Dayton Miller, basandosi sugli studi dei due scienziati,
effettuò una lunga serie di esperimenti, durati oltre vent’anni, con
oltre 200.000 misurazioni, trovando sempre risultati che, invece, con-
fermavano l’esistenza di un etere che influenzava la Terra nel suo spo-
stamento nel cosmo.
Dai risultati degli esperimenti emerse, inoltre, che la velocità della luce
non era costante in tutte le direzioni, ma variava in funzione di esse.
In base a queste scoperte, oltre a dimostrare la presenza di un etere
nel cosmo, veniva automaticamente invalidata anche la teoria della
relatività di Einstein. Tuttavia la teoria del vuoto oramai aveva preso
35
NOI Medici di noi stessi

piede e sembrava desse soddisfazione a buona parte degli scienziati


mondiali, e nessuno aveva in quel momento intenzione di rimetterla
in discussione.

L’etere nel XX secolo. L’opera fondamentale


dell’ingegner Marco Todeschini (1899-1988)
Il XX secolo è stato un periodo molto difficile per chi credeva
nell’esistenza dell’etere. Per queste persone l’emarginazione da ogni
discussione e dibattito era quasi la regola, presso un mondo scienti-
fico e accademico saldamente attaccato, dominato e infatuato dalla
teoria della relatività, che ne esclude la presenza e che considera lo
spazio come vuoto.
Destino volle che proprio un ingegnere italiano, Marco Todeschini,
si opponesse con tutte le sue forze a questo conformismo e, con una
serie di intuizioni, scoperte e invenzioni elaborasse una interessantis-
sima e ancora attuale teoria sulla presenza dell’etere e sui suoi effetti
in tutti i campi dell’esistente.
Todeschini per oltre trent’anni ricercò e individuò il principio uni-
fenomenico, quel principio cioè unificatore della formazione di tutti
i fenomeni, ponte di passaggio tra il mondo materiale e quello spiri-
tuale.
Fondamento per tutta questa conoscenza è, in contrapposizione
alle tesi della relatività einsteiniana, la rivalutazione del concetto di
“etere”, ovvero di quel fluido sottilissimo responsabile di ogni moto
e fenomeno dell’universo, dal mondo atomico a quello cosmologico,
con una influenza reciproca tra le realtà biologiche e psichiche.
Nell’ambito della teoria della presenza dell’etere introdusse con
assoluta novità una componente psichica e spirituale fino ad allora
emarginata da tutti gli scienziati.
Secondo Todeschini esiste una “intelligenza Universale” di natura
puramente spirituale che, grazie alla presenza delle forze che mette
in atto, trasforma lo spazio vuoto in uno spazio pieno a densità
costante, proprio come un’altra sostanza materiale.
36
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

In poche parole, lo spazio privo di qualsiasi particella atomica o


subatomica, sinonimo perciò di vuoto assoluto, per il fatto stesso di
essere sede in ogni suo punto di “forze”, diventa inerte, assume una
massa, una certa densità, al pari della materia; oppone per questo
resistenza a corpi in movimento o induce riduzione di velocità in
corpi già in movimento. In questo modo si comporta come spazio
pieno.
Todeschini quindi ammette l’esistenza di uno spazio tridimensio-
nale, fluido, denso e incompressibile, con una densità propria pari a
1/9x10 elevato alla ventesima potenza, inferiore a quella dell’acqua
che è circa uguale a 1 kg/dm3.
Cercando, poi, il fondamento a un principio unificante, afferma che
la meccanica con cui si verificano i fenomeni naturali nel microcosmo
(corpo umano) è la stessa del macrocosmo (universo).
Nella sua opera principale dal titolo Spazio-biofisica e Psicodinami-
ca, sostiene che l’esistenza dell’etere è la condizione indispensabile e
per la formazione della materia, e per il sistema di percezione corpo-
rea attraverso l’attivazione degli organi di senso. Riassume egli stesso
in modo molto sintetico il suo pensiero in questo brano:
«Il mondo fisico è costituito solamente di spazio fluido inerziale, i
cui movimenti rotanti costituiscono i sistemi atomici e astronomici
che formano la materia».
Questo testo richiama il fatto che come si formano i sistemi stellari
e galattici, cioè quelli di dimensione infinitamente grande, così si for-
mano in sistemi atomici, infinitamente piccoli.
Durante il XX secolo svolse la sua attività un altro scienziato molto
interessante e controverso, che se vogliamo parlare di etere o forme
di energie simili non possiamo trascurare. Si tratta di W. Reich, il quale
attraverso i suoi studi giunse a scoperte molto interessanti anche se
“non autorizzate”, come riporta Marco Pizzuti nel suo testo già citato.
Wilhelm Reich fu medico, psicoanalista, proveniente dalla grande
e famosa scuola di Vienna fondata da Sigmund Freud. A differenza
di molti suoi colleghi si impegnò anche in attività politiche e sociali.
Non si fermò qui: si interessò pure di fenomeni fisici e biologici e
la scoperta dell’energia orgonica, che presenta caratteristiche molto
37
NOI Medici di noi stessi

simili all’etere tanto che si può identificare con esso, fa parte di que-
sto suo interesse . Lasciò in eredità una serie di invenzioni e sistemi
terapeutici di grande valore e attualità, che ancora oggi vengono
apprezzati e utilizzati soprattutto nei campi della psicoanalisi, della
medicina e della meteorologia.
Grazie al fatto che non è assolutamente costoso procurarsi, fab-
bricarsi e adattare alle proprie esigenze gli strumenti che egli stesso
ha inventato, numerosi estimatori della sua opera e liberi ricercatori
hanno potuto riprodurre con una certa facilità i suoi esperimenti e
metodi di cura. Questa materia è completamente libera da brevetti o
diritti d’autore.
Anch’io, quando ho cominciato a costruire gli apparecchi di mia
ideazione, mi sono avvalso di questa possibilità.
Tutto lo studio che ha compiuto di potrebbe denominare Orgo-
nomia.
L’Orgonomia è, perciò, la scienza che studia il generarsi e gli effetti
a livello cosmico, fisico, meteorologico, biologico, dell’energia orgo-
nica, scoperta e studiata da Wilhelm Reich dagli anni Trenta agli anni
Cinquanta del secolo scorso, fino quindi alla sua morte avvenuta nel
1957.
Per la prima volta nella storia della biologia energetica, uno scien-
ziato ha fabbricato e messo a punto strumenti che generassero e
concentrassero, in determinati punti, quell’energia primordiale di cui
l’umanità per secoli ha discusso e cercato di applicare per migliorare
le sue condizioni di salute e di vita.
Quello che fino ad allora era un concetto filosofico, o dipendente in
gran parte da condizioni esterne agli organismi viventi, e che questi
non potevano controllare , poteva diventare un concetto fisico pon-
derabile e ottenibile con adeguati strumenti, peraltro di facile fabbri-
cazione.
Infatti, alla fine delle sue sperimentazioni, ottenne che l’orgone
(etere) presente in atmosfera si accumulava spontaneamente dentro
l’accumulatore, purché questo fosse costruito rispettando il sistema
di alternare opportunamente gli strati di materia organica a quelli di
metallo (Fig. 6).

38
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

Fig. 6 - Schema in sezione semplificato della struttura di un accumulatore orgonico (tratto da


Il Manuale dell’accumulatore orgonico, James DeMeo).

Questo semplificò oltremodo tutto il sistema di produrre energia


orgonica, e Reich si trovò nella condizione di disporre di orgone con-
centrato in modo semplice, economico e pressoché inesauribile.

39
NOI Medici di noi stessi

La varietà e ricchezza degli esperimenti hanno portato a evidenzia-


re un tipo di energia e risorsa per l’umanità, unica ed efficace, gene-
rosamente elargita dal sole e ovunque presente; la semplicità dei
mezzi per accumularla ha permesso inoltre ai ricercatori di continua-
re l’opera di Reich anche con poche risorse, ma con molta dedizione,
determinazione, generosità e volontà di produrre strumenti utili per
il benessere dell’umanità. Tutto questo si e svolto con l’indifferenza o
peggio, l’ostilità, di governi paradossalmente impegnati in finanzia-
menti e sprechi spesso erogati per svolgere ricerche inutili e dannose.
In pratica W. Reich non scoprì nulla che non fosse già stato menzio-
nato da conoscenze antecedenti a lui, ma le superò e le giustificò, con
una grande quantità di esperimenti e introdusse un sistema scientifi-
co per modellare questo mezzo.
Reich non ha, perciò, scoperto un nuovo tipo di energia, ma si è
dato un metodo di ricerca innovativo, che lo ha portato a identificare
quel tipo di energia che è sempre esistito (Fig. 7).
L’ingegner Carlo Splendore, un libero ricercatore italiano recente-
mente scomparso, che ha costruito e insegnato a costruire il Rotor-
gon, cioè il rotore orgonico che utilizza il moto dell’orgone da ovest
a est, ottenendo un movimento continuo senza dispendio di energia
alcuna, riassume così l’opera di W. Reich.

«Nel 1939 W. Reich scoprì i bioni, che emettevano un tipo sco-


nosciuto di energia che, a sua volta, sembrava non obbedire
alle leggi note della fisica. Reich chiamò questa energia Ener-
gia vitale, od Orgone (da organismo e da orgasmo), e giunse
alla conclusione che essa non era altro che una radiazione di
origine cosmica. Egli si pose subito il quesito se vi fosse una
qualche analogia tra le proprietà dell’orgone e le funzioni attri-
buite all’etere da molti ricercatori. Ne concluse che “la maggior
parte di queste funzioni coincide con molte funzioni dell’ener-
gia orgonica cosmica, che sono state osservate direttamente e
riprodotte sperimentalmente”».

Egli pertanto definì come flusso dell’etere nella struttura membra-


nosa umana la corrente orgonica dell’uomo.
40
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

Al contrario dell’etere, che si pensava fosse in stato di quiete, Reich


trovò che l’orgone appartiene a una corrente ondulatoria che per-
corre il pianeta da ovest verso est, a una velocità superiore di quella
della Terra. L’esito negativo degli esperimenti di Michelson e Morley,
che si proponevano di verificare l’esistenza dell’etere, è da attribuire,
secondo Reich, appunto al fatto che si pensava che l’etere fosse in
stato di quiete e, quindi, che la Terra si muovesse attraverso un etere
stazionario. Ma l’osservazione dell’orgone atmosferico dimostra che
l’etere «non è affatto stazionario, bensì si muove più rapidamente del
globo terrestre». Secondo Reich, quindi, l’ipotesi della possibile esi-
stenza dell’etere continua a essere valida.

Fig. 7 - La galassia “occhio di Dio” al centro della quale si può vedere una vasta area di colore blu, lo
stesso della radiazione che scoprì W. Reich.

41
NOI Medici di noi stessi

Effetti biologici di una carica orgonico-eterica


confrontati con quelli dell’Agopuntura
Gli effetti biologici di una forte carica orgonica ottenuti con gli
apparecchi di W. Reich si possono così riassumere:
1 - Generale effetto tonico, espansivo sull’intero sistema para-
simpatico con conseguente moderazione dell’intensità della
risposta emozionale. (Essa estrinseca in una serie di migliora-
menti dei parametri fisici testimoni di un’aumentata attività
parasimpatica).
2 - Moderazione della pressione arteriosa e della frequenza car-
diaca.
3 - Incremento della peristalsi intestinale.
4 - Incremento della respirazione profonda.
5 - Incremento della velocità di rigenerazione, della crescita dei
tessuti e della riparazione e cicatrizzazione delle ferite.
6 - Sensazioni di formicolio e di calore alla superficie della pelle.
7 - Miglioramento del potenziale immunitario valutato attra-
verso la maggiore attività fagocitaria dei globuli bianchi.
8 - Miglioramento in generale del livello energetico, dell’attività
e della vitalità.

Tutto ciò concorda con l’attività dimostrata dell’Agopuntura nel


Capitolo 1, in particolare negli effetti di moderazione delle forti emo-
zioni negative, e attivazione del sistema parasimpatico.
Un’ulteriore dimostrazione che la somministrazione o la regola-
zione del flusso del Qi-etere producono effetti simili, e soprattutto
benefici.
Direttamente derivati dai grandi accumulatori orgonici di W. Reich,
sono quelli di mia ideazione, molto più piccoli e versatili, nati proprio per
concentrare nell’organismo vivente un carica orgonica su di una superfi-
cie vasta quanto quella di un punto di agopuntura (Fig. 8 e Fig. 9).

42
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

Fig. 8 - Modello di fabbricazione di un apparecchio orgonico atto a stimolare


un punto di agopuntura (G. Muratori).

Fig. 9 - Gli accumulatori orgonici atti a stimolare singoli punti di agopuntura.

43
NOI Medici di noi stessi

Esso ha una forma a cupola ed è costituito da quattro cupolini metalli-


ci alternati da quattro strati di materiale organico (lana di pecora o visco-
sa, che è un derivato del legno). Tra il cupolino più interno metallico e la
pelle su cui è appoggiato si forma la cella di concentrazione dell’energia,
luogo ove questa energia viene captata dal sistema biologico.

Anche se il XX secolo è stato un secolo buio per gli assertori dell’esi-


stenza dell’etere, anno dopo anno, ricerca dopo ricerca, risultato dopo
risultato, molti scienziati cominciano a loro modo ad accettare le descri-
zioni stesse fatte da Todeschini (anche sulla formazione della materia)
e cominciano pure ad ammettere le scoperte di W. Reich sull’orgone.

L’etere nel terzo millennio, ovvero il paradosso


della materia vuota e dello spazio pieno
Già diciotto anni sono passati dall’inizio del millennio e la ricerca
non si è certo fermata.
Ad esempio: citiamo la testimonianza del professor Santilli, nato
nel 1935 a Capracotta, nella regione del Molise. Si è laureato in fisica
presso l’università di Napoli. Dal 1967 è stato ricercatore e ha svol-
to attività universitaria presso le università statunitensi di Miami e di
Boston, acquisendo la cittadinanza americana. Nel 1976 e 1977 ha
insegnato presso l’Istituto di fisica teorica del Massachusetts Institu-
te of Technology e nel 1978 ha brevemente svolto attività di ricerca
presso il dipartimento di matematica della Harvard University. Nel
1980 ha elaborato una teoria che costituirebbe una nuova genera-
lizzazione della meccanica quantistica, alla quale ha dato il nome di
“meccanica adronica” (dalla particella dell’adrone) e sostiene di aver
inoltre formulato una nuova matematica basata su un nuovo tipo di
numeri a cui ha dato il nome di “isonumeri santilliani”.
Alla domanda “cos’è l’etere?”, risponde:

«Senza dubbio, l’etere costituisce uno dei più grandi misteri


della scienza del terzo millennio. Posso solo indicare le mie ve-
dute personali, peraltro condivise da tanti scienziati nel mon-
44
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

do. Secondo questo gruppo, l’etere è un mezzo universale ve-


ramente fisico, ossia con proprietà fisiche, che pervade tutto
l’universo ed è necessario per la caratterizzazione e per la pro-
pagazione sia delle onde elettromagnetiche sia della materia.
Lei non potrebbe sentire la mia voce senza l’aria come mezzo
fisico che la propaghi, dal momento che la voce è caratterizzata
da onde longitudinali, ossia in cui l’oscillazione avviene nella di-
rezione di propagazione. Secondo lo stesso argomento, lei non
potrebbe vedere il mio viso senza un mezzo fisico che propaghi
la luce, perché le onde elettromagnetiche sono appunto onde,
sono entità che non possono propagarsi senza un mezzo fisico.
In questo caso però si tratta di onde trasversali, ossia onde la cui
oscillazione avviene in direzione perpendicolare alla direzione
del moto, [come sosteneva Todeschini; N.d.A.] per cui lo spazio è
previsto avere la caratteristica di un mezzo fisico rigido».

A livello di fisica atomica, si è scoperto che l’elettrone è una “oscil-


lazione pura” con altissima frequenza, dell’ordine di dieci alla ventesi-
ma hertz al secondo. L’aspetto chiave è che non c’è nulla di “materia-
le” che oscilla nell’interno dell’elettrone, ossia l’elettrone è costituito
dalla oscillazione di un punto dell’etere concepito, di nuovo, come
mezzo fisico universale. Quando l’elettrone si muove, non si muove
nulla di materiale, ma si ha semplicemente il passaggio dell’oscil-
lazione dello spazio che caratterizza l’elettrone da un dato punto
dell’etere a un altro. Quindi, secondo la definizione di etere indicata
sopra, l’etere come mezzo universale è necessario sia per la caratte-
rizzazione, ossia per la vera esistenza dell’elettrone, ma anche per la
sua propagazione, proprio come per le onde elettromagnetiche. Nel
primo caso l’oscillazione è localizzata, mentre nel secondo caso l’o-
scillazione è sotto forma di onda, ma si tratta sempre di oscillazioni di
punti dell’etere senza alcuna “massa” oppure entità “materiale”, come
concepito da noi. Lo stesso si aspetta avvenga per tutte le particelle
elementari e quindi per tutta la materia.
La materia è “totalmente” vuota e lo spazio è totalmente pieno del
mezzo fisico che chiamiamo etere.
45
NOI Medici di noi stessi

Il professor Santilli conclude l’intervista suggerendo «non solo ai


giovani, ma anche alle menti giovani di tutte le età, senz’altro lo stu-
dio dell’etere perché, come detto all’inizio, se fatto seriamente, può
portare ad avanzamenti scientifici semplicemente al di là della nostra
immaginazione».

L’esperienza di Maglione e Mazzocchi


Sempre nel 2007 i ricercatori italiani Maglione e Mazzocchi, l’uno
ingegnere l’altro medico odontoiatra, fecero una ricerca per dimo-
strare l’incremento dell’attività parasimpatico-vagale in soggetti
posti a soggiornare nelle cabine orgoniche ideate da W. Reich.
Lo stato di equilibrio energetico e psicofisico dei soggetti dello stu-
dio fu valutato con la metodica Ryodoraku, che consente, misurando
il potenziale elettrico cutaneo, di valutare lo stato di “buona conduci-
bilità” dei meridiani. La metodica appartiene al grande mondo dell’A-
gopuntura ed è interessante in quanto confronta i risultati di una
somministrazione diretta di orgone-etere sul sistema dei meridiani e,
di conseguenza, sull’intero sistema psicofisico dipendente dalle con-
dizioni del sistema nervoso autonomo.
Dalla ricerca si possono trarre alcune conclusioni interessanti.
La permanenza nella cabina orgonica induce a una diminuzione
del potenziale elettrico della pelle significativo e comune a tutte le
persone che sono state esaminate, causata da un aumento dell’attivi-
tà parasimpatica dell’organismo.
In queste condizioni infatti, si realizza una sostanziale diminuzio-
ne delle attività dello stato di vigilanza del corpo umano, proprio del
sistema ortosimpatico, e una maggiora attività del sistema parasim-
patico, la cui attività è in condizioni fisiologiche prevalente durante il
sonno e nelle ore notturne.
Questo permetterebbe un efficace “recupero” delle fatiche quoti-
diane che il sistema ortosimpatico invece sostiene, per consentire al
nostro organismo l’attività diurna.
L’aumento di temperatura interna, registrato con la misurazione
mediante termometro ascellare, in una situazione di sostanziale immo-
46
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

bilità quale è quella della persona che siede nell’ORAC (acronimo di cabi-
na ad accumulazione orgonica), è statisticamente significativo e potreb-
be convalidare questa teoria dello stimolo sul sistema neuroendocrino.
Questo fatto potrebbe supportare, ancora una volta, l’ipotesi di
un’azione di stimolo dell’energia orgonica, dell’etere e dell’Agopun-
tura sul sistema parasimpatico.
I valori che maggiormente diminuiscono dopo il soggiorno in cabi-
na orgonica appartengono ai meridiani del fegato, delle vie biliari e
dello stomaco.
Con tutti i limiti di un’interpretazione molto riduttiva della com-
plessa Medicina cinese, si può notare che questi meridiani rappre-
sentano quelli maggiormente attivi in condizioni di stress e quindi
d’iperattività del sistema ortosimpatico. Senza trarre conclusioni
affrettate, l’ipotesi che il soggiorno in cabine orgoniche possa crea-
re una riduzione di tono ortosimpatico, a favore di un aumento del
parasimpatico, troverebbe un’ulteriore conferma.
Questa, infine, non ce l’aspettavamo…
In una intervista rilasciata a Fabio Fazio nella trasmissione Che
tempo che fa nel 2013, la professoressa Fabiola Gianotti, direttrice
del progetto di ricerca presso il CERN di Ginevra, che ha portato alla
dimostrazione dell’esistenza del bosone di Higgs, a un certo punto ha
affermato riguardo al primo miliardesimo di secondo di vita dell’uni-
verso: «Immagini l’universo permeato da un mezzo… da un campo,
un mezzo trasparente, una specie di Etere». E poi prosegue descri-
vendo le varie fasi di formazione della materia, in cui le particelle si
rapportano con questo mezzo fluido e assumono fisionomia propria.
Evviva, eureka!!! Cosa stanno pensando al CERN che non osano
divulgare!!!
Sicché di parlare di “etere” non si è mai smesso – magari con altri
nomi o giri di parole – e poi di “universo olografico”, “universo elet-
trico” e “universo plasmatico” e così via, per costruire un modello più
consono alla realtà e che considerasse, almeno per alcuni studiosi,
anche la componente “spirituale” dell’universo.
Con il passare del tempo, poi, e il progredire delle ricerche anche
in campo spirituale, l’elemento “Coscienza”, da sempre escluso a pri-
47
NOI Medici di noi stessi

ori, perché ritenuto indimostrabile dalla ricerca scientifica ortodossa,


cominciò a essere preso in considerazione.
A questo punto è necessario, e ci stiamo pensando seriamente,
che si possano produrre sistemi pratici per “sintonizzarsi” in maniera
molto profonda con l’universo stesso.
Noi pensiamo seriamente che si debba costruire con attenzione un
fondamento filosofico che connetta la teoria dell’etere e la coscienza.

Il “conforto” di Giuliana Conforto


Scrive sul suo blog l’astrofisica di fama mondiale Giuliana Conforto,
in un articolo intitolato Il ritorno dell’etere e dell’armonia:
«Il “vuoto” è ciò che tanti saggi e scienziati hanno chiamato “etere”».

«L’etere riporterà l’armonia nel mondo», diceva Aristotele (384-322


a.C.). Per Cartesio (1596-1650) l’etere è un mare pieno di vortici e,
secondo teorie recenti, è un superfluido denso di moti ruotanti che
hanno una peculiarità: sono quantizzati, posti su una scala universale
i cui gradini hanno una precisa e ben nota unità di misura.
L’ascesa dell’umanità non è un fatto spirituale, ma l’effetto della
“Volontà del padre che è nei cieli”, cioè nelle teste di quelli che voglio-
no il bene comune. E usare il lato luminoso non è fantascienza, ma
coscienza di ciò che siamo: terminali speciali del Web Cosmico. I fili
invisibili del Web possono essere percorsi da quella corrente “debole”
ed è la componente neutra della Forza che i fisici chiamano “Elettro-
debole”. Il risveglio della Forza è oggi provato da un fenomeno che le
scienze osservano e i media non riportano. È la comparsa di antima-
teria che sarebbe scomparsa più di tredici miliardi di anni fa, secondo
la teoria del Big Bang.

All’insaputa degli “esperti” il ritorno dell’etere sta accrescendo la


sensibilità dei tanti che cercano la verità e non si fidano più di un
“sapere” che, in fondo, non regge alla verifica dei fatti. Il riscaldamen-
to globale è peraltro negato da chi, invece, prevede una nuova era
glaciale.
48
Capitolo 4 | Il concetto di etere nella storia e l’Orgonomia

La coscienza sente il vincolo d’amore con la FONTE della Vita, il


Cuore della Terra che sta cambiando con inattesa celerità come l’u-
niverso. Lo provano ricerche geofisiche molto serie e poco diffuse. Il
cambio è possente, perché la corrente debole è la forza nucleare più
celere e capace di generare l’alchimia dell’intero universo e non solo
del poco (5%) osservato dalle sonde spaziali. Con il salto quantico
dell’etere, la Forza si risveglia e può cambiare tutto in tempi brevi…
Quando? Per me è imminente, ma non so dire quando.

Alla fine di questo capitolo possiamo introdurre la quarta e la quin-


ta chiave del medico di se stesso.
La malattia è un allontanamento dalle leggi universali che
regolano il cosmo e la nostra stessa vita, è una mancanza d’ascol-
to alle richieste più profonde di cambiamento del nostro essere.
La malattia in realtà si può trasformare in un momento di con-
sapevolezza per la nostra esistenza, in un’occasione per ritrovare
noi stessi e la nostra armonia interiore.

Biografia Gabriele Muratori: Medico di medicina generale, spe-


cialista in Medicina dello sport e igiene e Medicina preventiva.
Accreditato presso l’Ordine dei medici di Forlì - Cesena come medi-
co praticante in Agopuntura, Medicina tradizionale cinese, Neural-
terapia. Esperto nella Floriterapia di Bach. Esperto in Radioestesia
e Orgonomia in campo medico. Ideatore dell’Eliosinergia (marchio
registrato) sistema di salute, cura e guarigione. Accademico corri-
spondente presso l’Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubi-
cone.

49
Capitolo 5

Battito del cuore coerente:


il respiro dell’anima

Per concludere
Adesso abbiamo tutto, abbiamo il Qi dei cinesi e l’etere degli occi-
dentali, e sappiamo che i due diversi sostantivi sottendono allo stes-
so tipo di energia: secoli di storia ed esperimenti ci hanno portato a
questa consapevolezza.
Abbiamo gli strumenti tradizionali per agire sul Qi, gli aghi di agopun-
tura o altri dispositivi, abbiamo quelli per agire sull’etere e aumentarne
gli effetti proprio nella dimensione che ci interessa, quella biologica.
Chiaramente l’etere che impregna l’universo, che forma le parti-
celle subatomiche, che le informa, che promuove il moto degli astri
e si muove attraverso gli astri è una cosa interessante, ma se non
focalizziamo l’attenzione a livello biologico e per la salute o le miglio-
ri qualità di vita, tutto ciò perde di interesse e validità.
Se riprendiamo lo schema di costruzione degli accumulatori orgo-
nico-eterici di W. Reich, con la disposizione alternata di strati di mate-
ria organica all’esterno e di lamine metalliche all’interno, vediamo
che la natura, ancora una volta, ci ha ampiamente preceduti.
50
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

Di seguito sono rappresentate le molecole “magiche” per le forme


viventi vegetali e quelle animali (vertebrati), le molecole catturatrici e
portatrici di luce ed energia e infine di vita: la clorofilla per i vegetali
e l’emoglobina per gli animali (Fig. 10).

Fig. 10 - In rosso il nucleo centrale dell’emoglobina, in verde il nucleo centrale della clorofilla.

Quello rappresentato in figura è il nucleo centrale delle moleco-


le: qui è già evidente la presenza di un cuore metallico (ferro per l’e-
moglobina, magnesio per la clorofilla) in entrambe e un involucro di
materia organica all’esterno. Anche in natura esistono, essendo indi-
spensabili per la vita, due formidabili accumulatori di energia vitale,
in grado di compiere un lavoro enorme, difficilmente quantificabile
per le sue dimensioni, di produzione di tutti i tipi di energia che si
sviluppano, formano, dirigono reazioni biochimiche e ordinano la
materia vivente.
Le nostre centrali elettriche spariscono di fronte all’enorme lavo-
ro che queste due molecole fanno per la vita del pianeta, captando
quell’energia che l’universo eroga abbondate e gratuita.

I nostri accumulatori, benché efficaci, sembrano rudimentali di


fronte a tanta perfezione. Introduciamo perciò ora la sesta chiave
51
NOI Medici di noi stessi

del medico di se stesso: l’assorbimento di energia eterica è in


realtà l’ingrediente più importante nella salute di un organismo,
e i processi convenzionali di respirazione, ingestione ed esposi-
zione al sole sono solo parte del puzzle: forse importante solo
per il livello in cui ogni processo è in grado di rinnovare conti-
nuamente la nostra scorta di energia eterica.
La vita di tutta la materia, come anche di ogni creatura vivente,
dipende innanzitutto dall’energia cosmica, vitale, immanente, e
dalla luce irradiata dal sole. Le malattie iniziano quando queste
due grandi energie cessano di penetrare nell’organismo con la
forza sufficiente a mantenere un buono stato di salute.

Ma procediamo.
L’effetto, a mio avviso più significativo, che accomuna la terapia
con Agopuntura e la terapia orgonico-eterea è la stimolazione del
sistema parasimpatico.
Questo è un momento chiave e per ottenere un effetto biologico
positivo e per entrare in una dimensione di coscienza di livello “vibra-
zionale” superiore.
È una forma di sapienza popolare quella che dice che le scelte, le deci-
sioni importanti, vanno prese con calma, vanno prese cioè in condizione
di attività del sistema parasimpatico, e non con fretta, con rabbia, o det-
tate dalla paura, condizione in cui è in attività il sistema ortosimpatico.
Non è facile riassumere in poche righe le funzioni di questi due
sistemi, grandi regolatori dell’attività di tutti gli organi, visceri e appa-
rati del corpo umano, ma ci proviamo, mettendole anche a confronto.
Il sistema parasimpatico presiede al recupero funzionale.
Attraverso il sistema di nervi che partono dalla cavità cranica, in
buona parte rappresentati dal nervo vago, è in grado di attivare nei
vari visceri e organi quelle attività biologiche che presiedono al recu-
pero funzionale delle cellule e dei loro apparati interni.
Direttamente connesso alla parte più antica del cervello, quella che
abbiamo ereditato nel corso della evoluzione dai rettili e dai mammi-
feri che ci hanno preceduti, è l’esecutore della straordinaria proprietà
52
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

di autoguarigione che questa parte di cervello possiede. Controlla


tutto ciò che determina il benessere psicologico e fisico.
Ogni forma di stimolazione del sistema parasimpatico o della sua
più ampia parte rappresentata dal nervo vago, conduce a indubbi
benefici di ordine fisico, intellettivo e spirituale.
Il nervo vago costituisce gran parte del sistema nervoso parasimpati-
co e diventa più attivo quando l’individuo pratica la meditazione o altre
tecniche di controllo (Agopuntura, stimolazione con orgone-etere ecc.).
Durante il sonno l’attività del nervo vago è prevalente e, con le sue
diramazioni in tutti gli organi della cavità addominale, conduce una
serie di stimoli nervosi che attivano nelle cellule di tutti gli organi
vitali tutte le operazioni di recupero funzionale, di disintossicazione
e di migliore utilizzo dell’apporto di ossigeno e metaboliti. Questo si
traduce in una migliore qualità del sangue che irrora tutti gli organi,
e a livello cerebrale compie ulteriori benefici.
Il sistema nervoso simpatico, controparte del parasimpatico è, inve-
ce, l’agente della instabilità e della condizione di allarme emotivo.
In questa condizione consuma rapidamente la buona energia
dell’organismo e lo conduce inevitabilmente in una situazione di
carenza prima, e di sofferenza, poi.
Tutte le scelte e le attività di disciplina personale che conducono
alla salute devono mirare al controllo della natura emotiva, che si
ottiene con un’attenta moderazione dell’attività del sistema nervoso
simpatico.
Attraverso quest’ultimo, inoltre, è possibile che si risvegli la parte
più profonda e subconscia della psiche umana, con i suoi istinti ani-
mali che affiorano in superficie, e con essi altri elementi indesiderabili
del subconscio.
L’uomo che vive in tensione costante con il proprio subconscio
non è sereno.
Sono necessarie tutte le proprietà e le funzioni della coscienza supe-
riore per sanare questa condizione, individuando ogni sistema e modo
di moderare e amministrare progressivamente questa istintualità.
Suggestiva è la descrizione che fa Douglas Baker nel suo testo Ana-
tomia Esoterica, ed. Crisalide:
53
NOI Medici di noi stessi

«I “cervelli” multipli diventano un cervello solo. La neocorteccia


(la parte “pensante”), il sistema limbico, il talamo, l’ipotalamo e
l’amigdala (la parte “emotiva”) e il midollo allungato (la parte
“intuitivo-inconscia”) raggiungono una modalità di comunica-
zione intercellulare che prima non esisteva – se non in modo
latente e potenziale. Viene oltrepassata una soglia, probabil-
mente spiegabile in termini sia di trasformazione elettrochimi-
ca cellulare che di crescita di nuove terminazioni nervose.
Il risultato è un nuovo stato di coscienza, che trova la sua corri-
spondenza comunque in termini neurofisiologici.
A sua volta, esso crea una nuova modalità di percezione e di senti-
re, che conduce alla scoperta di forme logiche non-razionali intese
come di dominio della mente (ma nemmeno irrazionali), forme cioè
multilivello/integrate/simultanee, invece che lineari/sequenziali».

La materia vivente guidata da un nuovo stato del sistema nervoso,


supera lo stato di prigionia sofferente e inizia un cammino di consape-
volezza e libertà, mediato da condizioni di migliore salute cellulare, ela-
borazione di forme logiche conformi e avvincenti, spiritualità elevata.
Quello che poteva essere considerato esoterico, ora, grazie alle
numerose acquisizioni nel campo della neurofisiologia, non lo è più.
La forma logica multilivello/integrata/simultanea ci porta a intro-
durre un fenomeno studiato e definito per comprendere una serie di
eventi in una chiave del tutto nuova: l’entanglement.

Coerenza quantistica
Recentemente il matematico Roger Penrose e l’anestesiologo
Stuart Hamerof hanno proposto un modello di acquisizione di stati
di coscienza basato su un tipo di attività cerebrale chiamata “neuro-
dinamica quantistica”.
Il modello fondato su di uno studio attento del cervello, dimostra
che i microtubuli, piccole formazione intracellulari che costituiscono
l’ossatura dei neuroni cerebrali, funzionino su tutta la massa cerebra-
54
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

le in uno stato di “entanglement orchestrato” tra loro, e proprio que-


sto stato genera un atto di coscienza.
I microtubuli rappresentano una specie di ossatura di tutte le cellule.
Nell’ambito del citoplasma cellulare ne organizzano la forma e la
funzione.
I microtubuli sono vere e proprie unità dotate di intelligenza pro-
pria, e questa forma elementare di intelligenza dei microtubuli fu
verificata direttamente dagli esperimenti di Hameroff sulla divisione
cellulare nelle cellule normali e cancerose: egli si accorse infatti della
straordinaria capacità dei cromosomi di separarsi in maniera estre-
mamente precisa grazie all’azione regolatrice dei microtubuli.
Introduciamo a questo punto il ruolo della stimolazione vagale,
che ha come effetto il recupero funzionale degli organi vitali nella
cavità addominale e toracica. In questa condizione, gli organi e i
visceri ben funzionanti e nutriti da una buona ossigenazione del
sangue, producono tutti quei substrati e metaboliti di cui il cervello
si nutre per un buon funzionamento, e in questo modo si attiva un
proficuo ciclo virtuoso.
Gli organuli subcellulari dei neuroni, e in primo luogo i microtubuli
neuronali, si modificano e attivano una serie coerente di reazioni cel-
lulari, concretizzando nel tessuto vivente i concetti astratti.
Questa serie di reazioni porta tutti gli atomi delle molecole del
corpo in uno stato di maggiore funzionalità.
Questo fenomeno prende il nome di “coerenza quantistica” che,
applicata alla funzione neuronale, comporta la formazione del
momento conscio, cioè di uno stato proprio di coscienza.
Il segreto, o meglio, la condizione atomica e molecolare di questo
fenomeno, è che gli elettroni che trasportano la corrente elettrica si
muovono tutti insieme in modo coerente, come se fossero un’unica
gigantesca particella.
La conseguenza di questa generale armonia è che la corrente
elettrica scorre praticamente senza ostacoli.
Questa situazione secondo Roger Penrose si verifica a livello cere-
brale, ed è mediata dall’attività dei tubuli presenti a migliaia nei miliar-
di di neuroni, che sono le cellule fondamentali del sistema nervoso.
55
NOI Medici di noi stessi

Secondo i nostri modelli, esiste un’energia che genera materia


vivente che, però, non fluttua nell’universo in modo casuale, ma è
guidata da un’intelligenza.
Questa risorsa ha il potere di dirigersi e avere azione risanante
all’interno dell’organismo, modificando la struttura intrinseca degli
atomi e di tutte le sostanze da essi costituite. Il primo atto di que-
sto processo, la chiave di attivazione di tutto il procedimento, sta
nel neurone, che possiede all’interno del citoplasma delle strutture
chiamate microtubuli (Fig. 11). Sono comuni in tutte le cellule, ma nel
neurone svolgono un ruolo particolare in quanto possono far collas-
sare le funzioni d’onda.
Cioè possono trasformare, attivati da onde vibratorie della materia
eterea, l’energia in un processo biochimico, possono cioè trasformare
un concetto astratto in un processo biochimico o elettrochimico.
A questo livello avviene, dunque, la concretizzazione dell’astratto, i
concetti astratti assumono una caratteristica corrispondente biologica,
biochimica, bioelettrica, e una serie di reazioni di quest’ordine porta
l’informazione a tutte le cellule. Questo è il meccanismo per cui del
materiale biologico, fatto di
atomi, molecole e macro-
molecole è in grado di ela-
borare concetti, formulare
idee, credere in ideali, ragio-
nare sul concetto di Dio ecc.
Non solo, è da questo tipo
di neuroni, così attivati, che
partono le informazioni di
ordine bioelettrico che atti-
vano tutte le altre cellule
dell’organismo.
Il “momento conscio”,
cioè il momento di acquisi-
zione della coscienza corri-
spondente al collasso della
funzione d’onda, che racco-
Fig. 11 - La localizzazione dei tubuli a livello neuronale.

56
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

glie in sé in un unico stato quantistico il complesso entanglement glo-


bale che unisce i microtubuli nel cervello: questa seconda fase viene
denominata “riduzione obiettiva orchestrata”.
Obiettiva perché il collasso della funzione d’onda riduce uno stato
quantistico a uno stato classico.
Orchestrata perché il momento di coscienza risulta dall’azione
concertata di un certo numero di microtubuli entangled nel cervello.
Questa seconda fase innesca i normali processi elettrici tramite i quali
neuroni e sinapsi comunicano tra loro per mezzo di segnali conven-
zionali.

Ci siamo spinti molto avanti, ma l’ipotesi è affascinate. Possiamo


tuttavia contare su alcuni punti fermi.
1. Il particolare tropismo per il DNA che ha l’orgone, che dall’inter-
no del citoplasma cellulare si dirige al nucleo, sede proprio del
DNA.
2. La possibilità conseguente che una carica orgonico-eterea attivi
le facoltà già innate di entanglement biologico degli acidi nuclei-
ci.
3. Che la stessa carica attivi anche una coscienza olografica e neu-
rodinamica, formi cioè una coscienza capace di interagire con la
realtà e con i diversi livelli di realtà.

Coerenza cardiaca
In uno studio pubblicato nell’«American Journal of Cardiology», i
ricercatori dell’HearthMath Institute hanno dimostrato che il semplice
fatto di evocare un’emozione positiva, grazie a un ricordo o anche a
una situazione immaginata, induce molto rapidamente la transizione
della variabilità cardiaca verso una fase di coerenza del ritmo del battito
cardiaco, che si ripercuote rapidamente sul cervello emotivo, al quale
segnala che nella fisiologia va tutto bene, portandogli così stabilità.
A sua volta, il cervello emotivo risponde rafforzando la coerenza
del battito. Questo “va e vieni” produce un circolo virtuale che con un
po’ di allenamento permette di mantenere lo stato di massima coe-
57
NOI Medici di noi stessi

renza per mezz’ora o anche più a lungo, stabilizzando il sistema ner-


voso autonomo e l’equilibrio simpatico-parasimpatico.
Una volta raggiunto questo stato, ci troviamo in una situazione
ottimale per fronteggiare tutte le eventualità, e possiamo accedere
simultaneamente alla saggezza del cervello emotivo – l’“intuizione”
– e alle funzioni di riflessione, di ragionamento astratto e di pianifica-
zione del cervello cognitivo.
Più ci si esercita a utilizzare questa tecnica, più diventa facile entra-
re in coerenza.
Una volta familiarizzati con questa condizione interiore, si è per
così dire capaci di comunicare direttamente con il proprio cuore.
Noi possiamo farci domande tipo: “Nel fondo del mio cuore, amo
davvero questa persona?” e prestare attenzione alla reazione del cuore.
Se si prova un’altra ondata di calore interiore e di benessere, ciò
significa quanto meno che il cuore desidera quella persona e vuole
mantenere il contatto.
Se invece il cuore sembra ritrarsi un po’, se la coerenza diminuisce,
vuol dire che il cuore preferisce evitarla e consacrare la sua energia
ad altro.
Non necessariamente quella è la soluzione migliore: dopo tutto,
molte coppie attraversano momenti di crisi durante i quali il cuore
vorrebbe essere altrove, almeno per un poco, prima di riconciliarsi
e trovare una felicità duratura. In ogni caso, è estremamente impor-
tante essere consapevoli della preferenza del cuore ad ogni passag-
gio della vita, perché influenza molto il presente. In questo autentico
dialogo interiore, immagino il cuore come un ponte verso il nostro
“io viscerale”, un interprete per il cervello emotivo, improvvisamen-
te aperto a una comunicazione diretta. Sapere se il cervello emotivo
spinge in una direzione diversa da quella che si è scelta razionalmen-
te è essenziale.
Se è il caso, bisogna sforzarsi di rassicurare il cervello emotivo su
altri piani, perché non si arrivi a un conflitto con il cervello cognitivo, al
sabotaggio delle nostre capacità di riflessione e, infine, al caos fisiolo-
gico e alla sua conseguenza estrema, la dispersione cronica di energia.
58
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

Il programma che misura la variabilità del battito cardiaco permet-


te di visualizzare l’influenza dei pensieri sulla coerenza e sul caos.
Quando si focalizza l’attenzione sul cuore e sul benessere interiore,
è possibile vedere il cambiamento di fase e l’aumento della coerenza
sotto forma di onde regolari e dolci. Per contro, se ci si lascia distrarre
da pensieri negativi o da preoccupazioni (la normale tendenza del
cervello lasciato a se stesso), in pochi secondi la coerenza diminuisce
e il caos prende il suo posto. Se ci si abbandona alla collera, il caos
aumenta in modo esplosivo e immediato, e il tracciato sul monitor
disegna un orizzonte montuoso e minaccioso.
Questo programma di biofeedback permette di visualizzare istan-
taneamente il livello di coerenza, dunque di accelerare l’apprendi-
mento della tecnica.
La settima chiave del medico di se stesso è questa:
Esistono strumenti, come gli apparecchi eliosinergici, che come
erogatori di energia orgonica producono un’azione stimolante del
sistema parasimpatico, con tutte le implicazioni biologiche e neuro-
fisiologiche che questo comporta come attivazione di questo formi-
dabile apparato di recupero e antistress. Attraverso un meccanismo
dimostrato di vasodilatazione, avviene un maggiore apporto di ossi-
geno al cervello, organo dove avvengono i fenomeni di formazio-
ne degli stati di coscienza. Questo ci consente non solo di ottenere
benefici di ordine fisico, ma anche benefici di ordine trascendente e
metafisico. Il flusso di questa energia a livello dell’organismo e l’arric-
chimento che ne deriva, conducono non solo l’organismo, ma l’ intera
persona, all’armonia con le leggi che governano il cosmo.

In sintesi
Negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso i fondamenti della
MTC hanno trovato in Europa una vasta serie di estimatori e prati-
canti, di conseguenza un numero sempre maggiore di pazienti ha
potuto beneficiare della tecnica più diffusa, l’Agopuntura. Fonda-
mento di questa consiste nella presenza e nella circolazione lungo
percorsi preferenziali, detti meridiani, di una energia, a quel tempo
59
NOI Medici di noi stessi

trascurata e negata dai più, chiamata in cinese Qi. La concezione che


nel corpo umano scorresse anche energia non era per nulla sconta-
ta, anzi incontrava forti resistenze nel mondo scientifico, che invece
sosteneva che la materia fosse sottoposta a leggi proprie che esclu-
devano l’energia.
Questa concezione “meccanicistica” ha condotto la scienza e l’es-
sere umano a entità scomponibili in frazioni sempre più piccole che
potevano essere oggetto di studio specialistico e particolareggiato,
e legittimava anche il non essere a conoscenza degli effetti di quella
azione sulle altre parti del corpo (Metodo analitico).
Per contro, l’avvicinarsi alle filosofie orientali portava a una visione
d’insieme, cioè olistica, secondo cui ogni parte del corpo influenzava
positivamente o negativamente le altre in un tutt’uno di sinergia di
azione (Metodo olistico analogico).
Questa diversità di opinioni e scuole di pensiero esiste tuttora:
paradossalmente la materia più ostica e drammatica della medicina,
l’oncologia, costringe la medicina e i medici a una visione di insie-
me del problema, in quanto per le sue caratteristiche di insorgenza e
diffusione e per l’estrema tossicità dei sistemi di cure, si comporta di
fatto in modo “olistico”, cioè coinvolge oggettivamente l’organismo
intero.
Parallelamente a questo sono state acquisite nuove conoscen-
ze apparentemente distinte dai concetti della medicina cinese, che
hanno messo in luce l’esistenza di una energia universale che trova
rispondenza nei sistemi biologici, li informa, li fa funzionare, ne deter-
mina la durata del funzionamento, e quindi il loro stato di salute. Tali
conoscenze prendono il nome di “orgone” per W. Reich, ed etere per
tanti altri autori.
L’approfondimento della dimensione del Qi da “energia che scorre
nei meridiani” a una sua dimensione di origine cosmica, ha potuto
portare a un’unificazione dei due concetti e a renderli coerenti verso
la stessa direzione fino a indentificarli.
In questo processo si innesca quindi il lavoro di W. Reich, ideatore,
forse tra i primi al mondo, di strumenti e apparecchiature in grado di
concentrare e somministrare questa energia fondamentale cosmica,

60
Capitolo 5 | Battito del cuore coerente...

ma anche vitale e immanente, cioè presente, pure se in diverse misu-


re e proporzioni, ovunque.
Seguendo gli schemi di costruzione delle apparecchiature di W.
Reich, si può quindi individuare una strumentazione semplice, ver-
satile e portatile, di dimensione “puntiforme” (tipo punti di agopun-
tura), del diametro di circa 2 cm, che somministri a sistemi biologici
questo tipo di energia.
Nascono così gli Apparecchi eliosinergici, piccoli, portatili, efficaci,
di semplice costruzione e applicazione.
Esiste uno studio clinico che dimostra senza ombra di dubbio che
questo tipo di apparecchiatura innesca l’attività del sistema parasim-
patico, condizione fondamentale per accedere a livello del sistema
nervoso centrale a stati di coscienza di vibrazione più elevata, al
superamento delle emozioni di basso livello del tipo rabbia e paura,
e all’attivazione di quei sistemi di guarigione intrinseci propri del cer-
vello limbico.
A livello cardiaco si raggiunge rapidamente lo stato di coerenza
cardiaca, condizione ottimale per equilibrare in senso di produzione
di salute l’asse cuore-cervello.
Non resta che provarli, esaminarli, testarli e conoscere sempre
meglio il loro campo di applicazione, che si presenta vasto e impre-
vedibile, ma sempre attuale e affascinante.

61
BIBLIOGRAFIA

De Marchi, Luigi e Valenzi, Vincenzo, Wilhelm Reich una formida-


bile avventura scientifica ed umana, collana “Scienza e conoscenza”,
Macro edizioni, Cesena 2007.
Muratori, Gabriele, Eliosinergia, Sì edizioni, 2014.
Pez, Franco e Pez, Vittorio, Energia orgonica, Macro edizioni, Cese-
na 2005.
Pizzuti, Marco, Scoperte scientifiche non autorizzate, Il Punto d’In-
contro, 2011.
Rainville, Claudia, Metamedicin2.0. Ogni sintomo è un messaggio,
Edizioni Amrita, Giaveno (TO) nuova edizione 2015.
Reich, Wilhelm, La biopatia del cancro, Sugarco edizioni, 1986.
Reich, Wilhelm, L’assassinio di Cristo, Sugarco edizioni, 1994.
Santillo, Gaetano, Anatomia e Fisiologia secondo la Medicina tradi-
zionale cinese, BookSprint Edizioni, 2014.
Teodorani, Massimo, Bohm. La fisica dell’infinito, Macro edizioni,
Cesena 2006.
Teodorani, Massimo, Entanglement. L’intreccio del mondo quanti-
stico: dalle particelle alla coscienza, collana “Scienza e Conoscenza”,
Macro edizioni, Cesena 2015.
Teodorani, Massimo, Marco Todeschini. Spaziodinamica e psicobio-
fisica, collana “Scienza e Conoscenza”, Macro edizioni, Cesena 2009.

Sono stati consultati i seguenti siti web


http://aeteres.com/articoli/
http://www.giulianaconforto.it/?p=4708

62
Biografia Gabriele Muratori

Medico di medicina generale, specialista in Medicina dello sport e


igiene e Medicina preventiva.
Accreditato presso l’Ordine dei medici di Forlì - Cesena come medi-
co praticante in Agopuntura, Medicina tradizionale cinese, Neural-
terapia. Esperto nella Floriterapia di Bach. Esperto in Radioestesia
e Orgonomia in campo medico. Ideatore dell’Eliosinergia (marchio
registrato) sistema di salute, cura e guarigione. Accademico corri-
spondente presso l’Accademia dei Filopatridi di Savignano sul Rubi-
cone.

63
Indice generale

Prefazioni ................................................................................... 3
Prologo Autore ........................................................................... 8

Capitolo 1 - Come tutto cominciò..................10


La valle dei ciliegi e il Medico di se stesso ................................ 10

Capitolo 2 - La salute viene da Est..................15


Alla scoperta dell’Oriente ......................................................... 15
L’anatonia energetica ................................................................ 18
La terapia ................................................................................. 19

Capitolo 3 - L’energia vitale: il Qi ..................22


Agopuntura e Qi....................................................................... 22
Il pensiero analogico ................................................................ 27

Capitolo 4 - Il concetto di etere nella storia e


l’Orgonomia...................................................31
Qi, prana ed etere: una conoscenza parallela lunga cinquanta
secoli ................................................................................... 31
Il Prana ..................................................................................... 32
Breve storia dell’etere dagli antichi Greci fino al XX secolo ...... 33

64
L’etere nel XX secolo. L’opera fondamentale dell’ingegnere Marco
Todeschini (1899-1988)........................................................ 36
Effetti biologici di una carica orgonico-eterica confrontati con
quelli dell’Agopuntura.......................................................... 42
L’etere nel terzo millennio, ovvero il paradosso della materia
vuota e dello spazio pieno ................................................... 44
L’esperienza di Maglione e Mazzocchi ..................................... 46
Il “conforto” di Giuliana Conforto ............................................ 48

Capitolo 5 - Battito del cuore coerente: il respiro


dell’anima .......................................................... 50
Per concludere ......................................................................... 50
Coerenza quantistica ................................................................ 54
Coerenza cardiaca.................................................................... 57
In sintesi ................................................................................... 59

Bibliografia ............................................................................... 62
Biografia Gabriele Muratori ...................................................... 63

65
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