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PROGETTO ESECUTIVO
PROGETTAZIONE ESECUTIVA E COORD. DELLA SICUREZZA IN FASE DI PROGETTAZIONE Arch. Ph.D. UBALDO OCCHINEGRO
collaboratori alla progettazione architettonica Ing. ALMA TAFUNI Arch. ILARIA PINTO
CONSULENZE SPECIALISTICHE
Allestimento museale e arredi Arch. MICAELA PIGNATELLI
Calcolo strutture, miglioramento sismico Ing. VINCENZO DI CECCA
Impianti elettrici e speciali Ing. NICOLA CONTURSI
Impianti meccanici e prevenzione incendi Ing. MARIO ROSSIGNOLI
Numero Tavola
DATA
1 PREMESSA ............................................................................................................................................... 2
2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO ............................................................................................................... 2
3 L’ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE ..................................................................................................... 2
4 RELAZIONE SUI MATERIALI ................................................................................................................... 4
4.1 CALCESTRUZZO ...............................................................................................................................................................4
4.2 ACCIAIO PER ARMATURA ............................................................................................................................................4
4.3 MATERIALI MURATURA .................................................................................................................................................5
4.4 Rete Fibra ..............................................................................................................................................................................6
4.5 Intonaco Rete Fibra ............................................................................................................................................................6
4.6 ACCIAIO DA CARPENTERIA ........................................................................................................................................7
4.7 BULLONI ...............................................................................................................................................................................8
4.8 DURABILITÀ DEI MATERIALI .......................................................................................................................................8
5 PROCEDURE E PROVE SPERIMENTALI DI ACCETTAZIONE .............................................................. 9
5.1 LINEE GUIDA PER L’IMPRESA ....................................................................................................................................9
5.2 LINEE GUIDA PER LA DIREZIONE LAVORI PER CALCESTRUZZO ............................................................9
5.3 LINEE GUIDA PER LA DIREZIONE LAVORI PER ACCIAI ...............................................................................11
5.4 ACCIAI PER CEMENTO ARMATO ............................................................................................................................11
5.5 ACCIAI PER CARPENTERIE .......................................................................................................................................12
5.6 BULLONI .............................................................................................................................................................................13
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INTERVENTO DI REALIZZAZIONE DEL M.U.D.I.T. - MUSEO DEGLI ILLUSTRI TARANTINI
E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
1 PREMESSA
La presente relazione viene prodotta in ottemperanza a quanto esplicitamente indicato, per la redazione del Progetto Esecutivo,
dall'“art. 33. “Documenti componenti il Progetto Esecutivo” del D.P.R 5 ottobre 2010, n. 207 “Regolamento di esecuzione ed
attuazione del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante «Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE” e secondo quanto precisato dall’A.N.A.C., con Comunicato del
Presidente del 11 maggio 2016 “Oggetto: Indicazioni operative alle stazioni appaltanti e agli operatori economici a seguito dell’entrata
in vigore del Codice dei Contratti Pubblici, d.lgs. n. 50 del 18.4.2016”, paragrafo 1.
2 NORMATIVA DI RIFERIMENTO
D.M. 17.01.2018: “Aggiornament delle norme tecniche per le costruzioni ”, Supplemento ordinario alla “Gazzetta Ufficiale,
n.42 del 20 febbraio 2018.
D.M. 14.01.2008: “Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni ”, Supplemento ordinario alla “Gazzetta
Ufficiale, n.29 del 4 febbraio 2008.
Circolare 02.02.2009 n.617 del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici: "Istruzioni per l’applicazione delle nuove norme
tecniche per le costruzioni di cui al decreto ministeriale 14 gennaio 2008".
Direttiva P.C.M. 09.02.2011: “Valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle Norme
tecniche per le costruzioni di cui al decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del 14.01.2008”.
Le norme NTC 2018, precisano che la sicurezza e le prestazioni di una struttura o di una parte di essa devono essere valutate in
relazione all’insieme degli stati limite che verosimilmente si possono verificare durante la vita normale.
Prescrivono inoltre che debba essere assicurata una robustezza nei confronti di azioni eccezionali.
Le prestazioni della struttura e la vita nominale sono riportati nei successivi tabulati di calcolo della struttura. La sicurezza e le
prestazioni saranno garantite verificando gli opportuni stati limite definiti di concerto con il Committente in funzione dell’utilizzo della
struttura, della sua vita nominale e di quanto stabilito dalle norme di cui al D.M. 14.01.2008 e s.m. ed i.
In particolare si è verificata :
- la sicurezza nei riguardi degli stati limite ultimi (SLU) che possono provocare eccessive deformazioni permanenti, crolli
parziali o globali, dissesti, che possono compromettere l’incolumità delle persone e/o la perdita di beni, provocare danni ambientali e
sociali, mettere fuori servizio l’opera. Per le verifiche sono stati utilizzati i coefficienti parziali relativi alle azioni ed alle resistenze dei
materiali in accordo a quando previsto dal D.M. 17.01.2018 per i vari tipi di materiale. I valori utilizzati sono riportati nel fascicolo delle
elaborazioni numeriche allegate.
- la sicurezza nei riguardi degli stati limite di esercizio (SLE) che possono limitare nell’uso e nella durata l’utilizzo della struttura
per le azioni di esercizio. In particolare di concerto con il committente e coerentemente alle norme tecniche si sono definiti i limiti
riportati nell’allegato fascicolo delle calcolazioni.
- la sicurezza nei riguardi dello stato limite del danno (SLD) causato da azioni sismiche con opportuni periodi di ritorno definiti
di concerto al committente ed alle norme vigenti per le costruzioni in zona sismica
- robustezza nei confronti di opportune azioni accidentali in modo da evitare danni sproporzionati in caso di incendi, urti,
esplosioni, errori umani.
- Per quando riguarda le fasi costruttive intermedie la struttura non risulta cimentata in maniera più gravosa della fase finale.
3 L’ORGANIZZAZIONE STRUTTURALE
sono distinte 3 unità strutturali chiamate, in maniera semplificata, CORPO A, CORPO B, CORPO C e CORPO D.
Il corpo B rappresenta il corpo di fabbrica principale della masseria, ad uso storicamente residenziale, si sviluppa su due livelli e
presenta al primo livello tre ampi vani voltati a botte, a cui è successivamente stato annesso un ulteriore ambiente, nella parte
retrostante, caratterizzato da due volte a stella affiancate
È composto da 5 celluce interconnesse numeratate da 1 a 5. Le cellule 1 e 2, rappresentano gli ambienti voltati a stella nella parte
posteriore del corpo. Seppur la successione storica di costruzione, oltre alla tipologia costruttiva differente del sistema di copertura, è
chiaramente leggibile anche in facciata, ed evincibile dall’assenza di legamenti su di essa, la connessione delle “ appese” (elementi
che partono dal muro di piedritto e generalmente sporgono da questo circa 5 centimetri, creando il caratteristico “dente”) della volta e
dei muri di piedritto alla parete esterna delle cellule 3 e 4, ha portato alla condizione di definizione unica dell’unità strutturale.
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
Il secondo corpo di fabbrica denominato corpo A, è posto in maniera ortogonale al primo, è costituito da un’unica cellula edilizia in
muratura e si compone di un grande ambiente voltato a botte con nicchie laterali, a cui sono stati successivamente annessi nel tempo
altri edificati in adiacenza con il primo Corpi C e D.
I corpi C e D sono costituiti da volte a stella e presentano tessiture murarie differenti dal corpo A. Il corpo C è costituito da una sola
cellula mentre il corpo D da due strutturalmente interconnesse.
Il collegamento tra i corpi A e B è ottenuto in corrispondenza della volta di ingresso sul prospetto principale Sud, sulla quale insiste
una cellula edilizia costruita in fase differente rispetto alla due unità principali e di chi sono chiaramente leggibili in facciata assenza di
ammorsamenti.
CORPO B
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
Sarà realizzata una scala in acciaio autoportante e realizzata in carpenteria metallica, costituita da due telai
principali con due colonne in profili HEA 100 e HEA 200 ciascuno in profilati, con struttura di base costituita
da una piastra in c.a. Inoltre saranno costruita una piattaforma elevatrice e un ballatoio per accedere al
piano primo anch’esso giuntato dalla struttura esistente e autoportante.
Rck: resistenza caratteristica cubica; valore medio nel caso di edificio esistente.
E: modulo di elasticità longitudinale del materiale per edifici o materiali nuovi.
G: modulo di elasticità tangenziale del materiale, viene impiegato nella modellazione di aste e di elementi guscio a comportamento
ortotropo.
Poisson: coefficiente di Poisson.
γ: peso specifico del materiale.
α: coefficiente longitudinale di dilatazione termica.
CURVA B450C
Descrizione E G ν γ α
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di pietra tenera (tufo, calcarenite, 195000000 Default (75581395) 0.29 1300 0.000006
ecc.) LC3_1
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di pietra tenera (tufo, calcarenite, 243000000 Default (97200000) 0.25 1300 0.000006
ecc.) LC1_malta buona
Proprietà muratura DM87
Descrizione: descrizione o nome assegnato all'elemento.
Tipo di blocchi: tipo di blocchi (D.M. 87).
fbk: resistenza caratteristica a compressione dell'elemento. [daN/m²]
fbk_: resistenza caratteristica a compressione dell'elemento in direzione orizzontale nel piano del muro. Dato da richiedere al produttore. [daN/m²]
Malta: classe della malta.
fk: resistenza caratteristica della muratura a compressione. [daN/m²]
fvk0: resistenza caratteristica a taglio della muratura. [daN/m²]
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Descrizione Tipo blocchi Cat.blocchi fbk fbk_ Tipo malta Res.compr.malta GammaM
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di pietra tenera (tufo, Pietra naturale II 300000 60000 Composizione 250000 3
calcarenite, ecc.) LC3_1 squadrata prescritta
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di pietra tenera (tufo, Pietra naturale II 300000 60000 Composizione 250000 3
calcarenite, ecc.) LC1_malta buona squadrata prescritta
Proprietà muratura NTC2008/NTC2018 2
Descrizione: descrizione o nome assegnato all'elemento.
Livello di conoscenza: indica se il materiale è nuovo o esistente, e in tal caso il livello di conoscenza secondo Circ.617 02/02/09 §C8A. Informazione impiegata solo
in analisi D.M. 14-01-08 (N.T.C.) e D.M. 17-01-18 (N.T.C.).
Cl.esec.: classe di esecuzione (D.M. 14-01-08 4.5.6.1).
fk: resistenza caratteristica a compressione della muratura (D.M. 14-01-08 4.5.6.1, 11.10.3.1). [daN/m²]
fvk0: resistenza caratteristica a taglio della muratura in assenza di tensioni normali (D.M. 14-01-08 4.5.6.1, 11.10.3.2). [daN/m²]
fhk: resistenza caratteristica della muratura a compressione in direzione orizzontale (nel piano della parete) D.M. 14-01-08. [daN/m²]
fkt: resistenza caratteristica a trazione (D.M. 14-01-08). [daN/m²]
f medio: resistenza media a compressione della muratura, per materiale esistente. [daN/m²]
tau medio: resistenza media a taglio della muratura, per materiale esistente. [daN/m²]
E medio: valore medio del modulo di elasticità normale utilizzato per materiale esistente in caso di analisi statica non-lineare (pushover). [daN/m²]
G medio: valore medio del modulo di elasticità tangenziale utilizzato per materiale esistente in caso di analisi statica non-lineare (pushover). [daN/m²]
Descrizione Livello di Cl.esec. fk fvk0 fhk fkt f medio tau medio E medio G medio
conoscenza
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di LC3 (FC = 1) 2 200000 10000 40000 0 107000 Default (3500) 195000000 58500000
pietra tenera (tufo, calcarenite, ecc.)
LC3_1
(circ.617 C8A.2) Muratura a conci di LC1 (FC = 1,35) 2 200000 10000 40000 0 Default Default (5250) Default Default
pietra tenera (tufo, calcarenite, ecc.) (315000) (243000000) (81000000)
LC1_malta buona
Descrizione E γ Fc Ft Produttore
PLANITOP HDM RESTAURO 800000000 1900 1500000 80000 www.mapei.com
Descrizione E G Poisson γ α
S275 21000000000 Default (8076923077) 0.3 7850 0.000012
Proprietà acciai CNR 10011
Descrizione: descrizione o nome assegnato all'elemento.
Tipo: descrizione per norma.
fy(s<=40 mm): resistenza di snervamento fy per spessori <=40 mm. [daN/m²]
fy(s>40 mm): resistenza di snervamento fy per spessori >40 mm. [daN/m²]
fu(s<=40 mm): resistenza di rottura per trazione fu per spessori <=40 mm. [daN/m²]
fu(s>40 mm): resistenza di rottura per trazione fu per spessori >40 mm. [daN/m²]
Prosp. Omega: prospetto per coefficienti Omega.
σ amm.(s<=40 mm): σ ammissibile per spessori <=40 mm. [daN/m²]
σ amm.(s>40 mm): σ ammissibile per spessori >40 mm. [daN/m²]
fd(s<=40 mm): resistenza di progetto fd per spessori <=40 mm. [daN/m²]
fd(s>40 mm): resistenza di progetto fd per spessori >40 mm. [daN/m²]
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
Prospetto omega sag.fr.(s>=3mm): prospetto coeff. omega per spessori >= 3 mm.
Prospetti σ crit. Eulero: prospetti σ critiche euleriane.
Descrizione Tipo fy(s<=40 mm) fy(s>40 mm) fu(s<=40 mm) fu(s>40 mm)
S275 S275 27500000 25500000 43000000 41000000
4.7 BULLONI
I bulloni, conformi per le caratteristiche dimensionali alle norme UNI EN ISO 4016:2002 e UNI 5592:1968, devono appartenere alle
classi indicate nella norma UNI EN ISO 898-1:2001. Gli elementi di collegamento impiegati nelle unioni a taglio devono soddisfare i
requisiti di cui alla norma armonizzata UNI EN 15048-1:2007 “Bulloneria strutturale non a serraggio controllato” e recare la relativa
marcatura CE, con le specificazioni di cui al punto A del §11.1.
BULLONI - HILTI
Profondità di posa effettiva: hef = 47 mm, hnom = 54 mm
Materiale: A4
Certificazione: ETA-98/0001
Classe 8.8
Resistenza ultima a Trazione fuk N/mm2 800
Resistenza ultima a Snervamento fyk N/mm2 640
4.8 DURABILITÀ DEI MATERIALI
Le caratteristiche di durabilità dei calcestruzzi da impiegare nelle opere di progetto sono valutate secondo la Normativa Europea ENV
206 secondo quanto stabilito dal D.M. 17.01.2018. Per quanto riguarda le prescrizioni minime di spessore di copriferro, si fa riferimento
alle indicazioni correlate contenute nell’ Eurocodice 2.
La durabilità del calcestruzzo è la capacità di durare nel tempo, resistendo alle azioni aggressive dell’ambiente, agli attacchi chimici,
all’abrasione o ad ogni altro processo di degrado che coinvolga oltre alla pasta cementizia anche le eventuali armature metalliche.
Classi di esposizione per calcestruzzo strutturale, in funzione delle condizioni ambientali secondo norma UNI 11104:2004 e UNI EN
206-1:2006. Bisogna individuare le caratteristiche minime che deve possedere il calcestruzzo per proteggere l’opera, in base alla
combinazione di classi di esposizione: il rapporto acqua/ cemento massimo, il contenuto minimo di cemento e la classe di resistenza
minima.
CLASSE MINIMO
ESPOSIZIONE DESCRIZIONE CLASSE DI MASSIMO CLASSE DI CONTENUTO DI DIAMETRO MAX
NORMA UNI 11104 DELL’AMBIENTE RESISTENZA RAPPORTO A/C CONSISTENZA CEMENTO INERTI [MM]
UNI EN 206-1 [KG/M3]
Parti di strutture di
contenimento
liquidi,fondazioni.
Calcestruzzo armato
XC2 C25/30 0.60 S3 300 32
ordinario o
precompresso
prevalentemente
immerso in acqua o
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
terreno non
aggressivo.
Calcestruzzo armato
ordinario o
precompresso in
esterni con superfici
XC3 C28/35 0.55 S3 300 32
esterne riparate dalla
pioggia, o in interni con
umidità da moderata
ad alta.
Le Norme tecniche del 2008 prescrivono, a proposito dei dettagli costruttivi degli elementi monodimensionali, che ”al fine della
protezione delle armature dalla corrosione, lo strato di ricoprimento di calcestruzzo (copriferro) deve essere dimensionato in funzione
dell’ aggressività dell’ ambiente e della sensibilità delle armature alla corrosione, tenendo anche conto delle tolleranze di posa delle
armature”. Coerentemente a quanto prevede la normativa europea e consigliato dalle Norme tecniche come valido riferimento, è
possibile utilizzare la norma UNI EN 1992-1-1per dimensionare correttamente i copriferri.
5 PROCEDURE E PROVE SPERIMENTALI DI ACCETTAZIONE
5.1 LINEE GUIDA PER L’IMPRESA
- ADOTTARE DISTANZIATORI conformi alla realizzazione di un copriferro con spessore pari a quanto indicato nelle singole tavole
di progetto e nella tavola dei particolari costruttivi .
- STAGIONARE ad umido le superfici del CLS per almeno 3 giorni dal getto con membrane antievaporanti, teli di plastica, acqua
nebulizzata, ecc.).
5.2 LINEE GUIDA PER LA DIREZIONE LAVORI PER CALCESTRUZZO
- VERIFICARE che esista la certificazione del calcestruzzo industrializzato richiesta obbligatoriamente dalle Norme Tecniche per le
Costruzioni emanate con il DM del 17 Gennaio 2018;
- PRELEVARE, o far prelevare alla propria presenza (o in presenza di un tecnico di fiducia esplicitamente delegato), il CLS fornito
per la confezione dei provini da inviare a un Laboratorio Ufficiale con richiesta scritta di eseguire il controllo di accettazione, di tipo A
oppure B, richiesto obbligatoriamente dalle Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con il DM del 17.01.2018.
Si richiamano di seguito le procedure e le prove sperimentali di accettazione così come definite nel D.M. 17.01.2018 al Cap. 11. Il
Direttore dei Lavori ha l’obbligo di eseguire controlli sistematici in corso d’opera per verificare la conformità delle caratteristiche del
calcestruzzo messo in opera rispetto a quello stabilito dal progetto e sperimentalmente verificato in sede di valutazione preliminare. Il
controllo di accettazione va eseguito su miscele omogenee e si configura, in funzione del quantitativo di calcestruzzo in accettazione,
nel:
- controllo di tipo A di cui al § 11.2.5.1
- controllo di tipo B di cui al § 11.2.5.2
Il controllo di accettazione è positivo ed il quantitativo di calcestruzzo accettato se risultano verificate le disuguaglianze di cui alla Tab.
11.2.I seguente:
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
prelievi in fase di getto maturati in condizioni di laboratorio (definita come resistenza potenziale). È accettabile un valore medio della
resistenza strutturale, misurata con tecniche opportune (distruttive e non distruttive) e debitamente trasformata in resistenza cilindrica
o cubica, non inferiore all’85% del valore medio definito in fase di progetto. Per la modalità di determinazione della resistenza strutturale
si potrà fare utile riferimento alle norme UNI EN 12504-1:2002, UNI EN 12504-2:2001, UNI EN 12504-3:2005, UNI EN 12504- 4:2005
nonché alle Linee Guida per la messa in opera del calcestruzzo strutturale e per la valutazione delle caratteristiche meccaniche del
calcestruzzo pubblicate dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
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INTERVENTO DI REALIZZAZIONE DEL M.U.D.I.T. - MUSEO DEGLI ILLUSTRI TARANTINI
E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
I valori di resistenza ed allungamento di ciascun campione, accertati in accordo con il punto 11.3.2.3, da eseguirsi comunque prima
della messa in opera del prodotto riferiti ad uno stesso diametro, devono essere compresi fra i valori massimi e minimi riportati nella
tabella seguente:
Nel caso di campionamento e prova in cantiere, che deve essere effettuata entro 30 giorni dalla data di consegna del materiale in
cantiere, qualora la determinazione del valore di una quantità fissata non sia conforme al valore di accettazione, il valore dovrà essere
verificato prelevando e provando tre provini da prodotti diversi nel lotto consegnato. Il prelievo dei campioni va effettuato a cura del
Direttore dei Lavori o di tecnico di sua fiducia che deve assicurare, mediante sigle, etichettature indelebili, ecc., che i campioni inviati
per le prove al laboratorio incaricato siano effettivamente quelli da lui prelevati. Qualora la fornitura, di elementi sagomati o assemblati,
provenga da un Centro di trasformazione, il Direttore dei Lavori, dopo essersi accertato preliminarmente che il suddetto Centro di
trasformazione sia in possesso di tutti i requisiti previsti al § 11.3.1.7, può recarsi presso il medesimo Centro di trasformazione ed
effettuare in stabilimento tutti i controlli di cui sopra. In tal caso il prelievo dei campioni viene effettuato dal Direttore tecnico del centro
di trasformazione secondo le disposizioni del Direttore dei Lavori; quest’ultimo deve assicurare, mediante sigle, etichettature indelebili,
ecc., che i campioni inviati per le prove al laboratorio incaricato siano effettivamente quelli da lui prelevati, nonché sottoscrivere la
relativa richiesta di prove. La domanda di prove al Laboratorio autorizzato deve essere sottoscritta dal Direttore dei Lavori e deve
contenere indicazioni sulle strutture interessate da ciascun prelievo. In caso di mancata sottoscrizione della richiesta di prove da parte
del Direttore dei Lavori, le certificazioni emesse dal laboratorio non possono assumere valenza ai sensi del presente decreto e di ciò
ne deve essere fatta esplicita menzione sul certificato stesso.
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E CASA DI CESARE GIULIO VIOLA.
30 prove a trazione su provette ricavate sia da saggi prelevati direttamente dai prodotti sia da saggi appositamente
accantonati dal produttore in numero di almeno 2 per colata o lotto di produzione, relativa alla produzione
intercorsa dalla visita precedente.
Controlli nei centri di trasformazione
Devono essere effettuate per ogni fornitura minimo 3 prove, di cui almeno una sullo spessore massimo ed una sullo spessore minimo.
Il prelievo dei campioni va effettuato a cura del Direttore Tecnico dell’officina che deve assicurare, mediante sigle, etichettature
indelebili, ecc., che i campioni inviati per le prove al laboratorio incaricato siano effettivamente quelli da lui prelevati.
Controlli di accettazione in cantiere
I controlli in cantiere, demandati al Direttore dei Lavori, sono obbligatori e devono essere eseguiti secondo le medesime indicazioni di
cui al precedente § 11.3.3.5.3, effettuando un prelievo di almeno 3 saggi per ogni lotto di spedizione, di massimo 30 t.
5.6 BULLONI
Controlli nei centri di trasformazione
I produttori di bulloni e chiodi per carpenteria metallica devono dotarsi di un sistema di gestione della qualità del processo produttivo
per assicurare che il prodotto abbia i requisiti previsti dalle presenti norme e che tali requisiti siano costantemente mantenuti fino alla
posa in opera.
Il sistema di gestione della qualità del prodotto che sovrintende al processo di fabbricazione deve essere predisposto in coerenza con
la norma UNI EN ISO 9001:2000 e certificato da parte di un organismo terzo indipendente, di adeguata competenza ed organizzazione,
che opera in coerenza con le norme UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2006. I documenti che accompagnano ogni fornitura in cantiere di
bulloni o chiodi da carpenteria devono indicare gli estremi della certificazione del sistema di gestione della qualità.
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M
EN 998-1 EN 998-2
D
CONFORME ALLA NORMA CONFORME ALLA NORMA
EUROPEA EUROPEA
EN 998-1 EN 998-2
GP-CS IV
p H ro
MALTA PER INTONACI
INTERNI ED ESTERNI
G-M15
MALTA DA MURATURA
ito ta u
lan es
P R
Malta premiscelata, fibrorinforzata,
bicomponente ad elevata
duttilità a base di calce idraulica
naturale (NHL) ed Eco-Pozzolana,
di colore chiaro, particolarmente
indicata per il rinforzo strutturale
“armato” di supporti in muratura in
abbinamento a Mapegrid G 120 e
Mapegrid G 220 o Mapegrid B 250,
e per la regolarizzazione di
superfici in pietra, mattoni e tufo
itop auro Restauro deve essere eseguita, a seconda il sistema tintometrico ColorMap®.
n t
Pla Res
dell’applicazione prescelta, con agitatore
o in betoniera a bicchiere (applicazione NORME DA OSSERVARE DURANTE
manuale) nel caso di grossi quantitativi, E DOPO LA MESSA IN OPERA
o nel miscelatore dell’intonacatrice (per • Nessun accorgimento deve essere preso
l’applicazione a macchina). con temperatura intorno a +20°C.
Nel caso di applicazione manuale, versare il
componente B (liquido) in idoneo recipiente • Dopo l’applicazione, Planitop HDM
pulito, aggiungere quindi lentamente, sotto Restauro, in condizioni di clima
agitazione meccanica, il componente A particolarmente secco, caldo o ventilato
(polvere). Mescolare accuratamente Planitop deve essere stagionato con cura ed è
HDM Restauro per qualche minuto, avendo consigliabile proteggere la superficie
cura di asportare dalle pareti e dal fondo dall’evaporazione rapida della parte liquida.
del recipiente la polvere non perfettamente
dispersa. La miscelazione dovrà protrarsi fino Pulizia
a completa omogeneità dell’impasto (totale A causa dell’alta adesione di Planitop HDM
assenza di grumi); per questa operazione Restauro anche sul metallo, si consiglia di
è molto utile l’impiego di un agitatore lavare gli attrezzi da lavoro con acqua
meccanico a basso numero di giri per evitare prima che la malta faccia presa. Dopo
un eccessivo inglobamento di aria. la presa la pulizia può essere fatta solo
Nel caso in cui, invece, la malta sia applicata meccanicamente.
a spruzzo, è necessario utilizzare macchine
Posa del primo intonacatrici a miscelazione separata. CONSUMO
strato a spatola di
Planitop HDM Restauro 1,9 kg/m² per mm di spessore.
all’estradosso di Applicazione della malta
una volta Utilizzata per la posa di CONFEZIONI
Mapegrid G 120, Mapegrid G 220 Unità da 30 kg:
o Mapegrid B 250
componente A: sacchi da 25 kg;
1. Applicazione con spatola metallica piana
componente B: taniche da 5 kg.
(o con intonacatrice) di uno strato uniforme
di ca. 4-5 mm di Planitop HDM Restauro.
IMMAGAZZINAGGIO
2. Sul prodotto ancora “fresco” inserire
Planitop HDM Restauro componente A,
Mapegrid G 120, Mapegrid G 220 o
conservato negli imballi originali in luogo
Mapegrid B 250 comprimendola con una
asciutto ha un tempo di conservazione di
spatola piana in modo da farla aderire
12 mesi.
perfettamente alla malta applicata.
Planitop HDM Restauro componente B
3. Applicazione di un secondo strato uniforme
ha un tempo di conservazione di 24 mesi.
di ca. 4 mm di Planitop HDM Restauro
Conservare entrambi i componenti ad una
in modo tale da coprire completamente la
rete. temperatura non inferiore a +5°C.
4. Lisciatura della superficie “fresca” con
spatola piana. ISTRUZIONI DI SICUREZZA
Teli adiacenti di Mapegrid G 120, PER LA PREPARAZIONE E LA
Posizionamento della Mapegrid G 220 o Mapegrid B 250 nei MESSA IN OPERA
rete di rinforzo in
punti di giunzione, sia longitudinalmente che Planitop HDM Restauro comp. A contiene
fibra di vetro leganti idraulici speciali che a contatto
alcali-resistente trasversalmente, dovranno essere sormontati
Mapegrid G 220 per uno spessore di almeno 5 cm. con sudore o altri fluidi del corpo possono
provocare corrosione e danni oculari.
Eventuale finitura della malta Planitop HDM Restauro comp. B non è
Dopo l’applicazione di Planitop HDM considerato pericoloso ai sensi delle attuali
Restauro, nel caso si desideri una finitura normative sulla classificazione delle miscele.
più fine utilizzare uno dei prodotti da rasatura Durante l’uso indossare guanti e occhiali
della gamma MAPEI tipo Mape-Antique FC protettivi ed utilizzare le consuete precauzioni
Ultrafine o Mape-Antique FC Civile o per la manipolazione dei prodotti chimici.
Mape-Antique FC Grosso (malte da rasatura In caso di contatto con gli occhi o la pelle
di diversa granulometria, a base di calce ed lavare immediatamente e abbondantemente
Eco-Pozzolana, esenti da cemento). con acqua e consultare il medico.
L’eventuale rivestimento protettivo può Per ulteriori e complete informazioni riguardo
essere eseguito, dopo l’indurimento completo l’utilizzo sicuro del prodotto si raccomanda di
della finitura utilizzata con Elastocolor consultare l’ultima versione della Scheda Dati
Pittura (vernice elastica protettiva e Sicurezza.
decorativa a base di resine acriliche in
dispersione acquosa) previa applicazione PRODOTTO PER USO PROFESSIONALE.
di Elastocolor Primer (fondo fissativo a
Posa del secondo solvente ad alta penetrazione) AVVERTENZA
strato a spatola di o mediante l’utilizzo di prodotti della linea Le informazioni e le prescrizioni sopra
Planitop HDM Restauro Silexcolor, a base di silicati o Silancolor, riportate, pur corrispondendo alla nostra
all’estradosso di una
volta in modo da a base di resina siliconica. migliore esperienza, sono da ritenersi, in
coprire in maniera
omogenea la rete
Mapegrid G 220
DATI TECNICI (valori tipici)
Comp. A
Aspetto: polvere
Colore: chiaro
Comp. B
Miscelazione conclusa di
Aspetto: liquido fluido Planitop HDM Restauro
Colore: bianco
DATI APPLICATIVI
Applicazione a spruzzo
Durata dell’impasto: ca. 1 h di Planitop HDM
Restauro su parete
Tempo di presa (inizio-fine): 10 h / 20 h in muratura
PRESTAZIONI FINALI
≥ 0,8
Adesione al supporto (laterizio) valore dichiarato e
EN 1015-12 non richiesto Modo di rottura
(N/mm²): modo di rottura (FP)
(FP) = B
Modulo elastico a
UN EN 13412 non richiesto non richiesto 8,000
compressione (GPa):