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VOCABOLARIO DIALETTALE
PANNESE
a cura di
Giovanna PROCACCINI
Palmira VOLPE
Distretto FG/33
ACCADIA
REGIONE PUGLIA
ASSESSORATO PUBBLICA ISTRUZIONE
C.R.S.E.C. FG/33
ACCADIA
RICERCHE, CATALOGAZIONE,
REPERIMENTI VOCABOLI : Giovanna PROCACCINI
COMPOSIZIONE E IMPAGINAZIONE
ELETTRONICA DI TESTO : Palmira VOLPE
REDAZIONE E COLLABORAZIONE
AMMINISTRATIVA : Giovanni ANZIVINO
Antonio DE VITTO
Maria Donata GIOIA
Giuseppina PATRONE
Lucia Marta RUSSO
® REGIONE PUGLIA
1999
Presentazione
Il vocabolario potrebbe essere considerato una “enciclopedica” del parlato umano, del quale
comprende le parole, la fraseologia, i proverbi e i modi di dire, che esprimono la cultura dei
parlanti una lingua. Per la sua realizzazione occorrono molta dedizione, impegno, tempo e,
innanzitutto, amore per il proprio paese e la propria cultura.
Il Vocabolario Dialettale Pannese, nato da un‟idea di Giovanna Procaccini, viene
pubblicato dopo un laborioso cammino iniziato nel 1986, che all‟apparenza è lungo, ma
che, a ben guardare, è breve, se si considera il lavoro compiuto.
Frutto di un impegno certosino e instancabile nella trascrizione e nello studio delle parole,
esso è stato sempre animato dall‟entusiasmo e dalla curiosità di conoscere ogni aspetto
della di Panni.
La Regione Puglia promuove attività e manifestazioni volte alla conoscenza, alla tutela e
alla valorizzazione del suo vasto patrimonio culturale, che abbraccia i beni materiali e le
espressioni spirituali del suo popolo, con la realizzazione di studi, manifestazioni ed opere
che, come questo Vocabolario Dialettale, ne consentono la conoscenza.
Per lungo tempo, con la diffusione della lingua italiana e per effetto dei mass-media, il
dialetto è stato trascurato; ma recentemente sono stati compiuti numerosi studi rivolti al
recupero di un importante patrimonio che investe tutti gli aspetti della vita e della cultura
del popolo ed è un mezzo linguistico di grande valore espressivo, comunicativo e culturale.
Quale mezzo espressivo specifico della sfera familiare il dialetto rappresenta gli aspetti di
vita più dimessi, ma non certo meno importanti e trascurabili, registra la vita nel suo fluire
quotidiano e nell‟alternarsi delle stagioni, nello svolgimento delle attività e delle
manifestazioni varie, nelle espressioni culturali e spirituali ed è testimonianza dei
sentimenti, delle attese e del pensiero del popolo.
Le parole, la fraseologia, i proverbi e i modi di dire sono tratti dal parlato e dal vivere
quotidiano, ogni momento della giornata e ogni situazione sono stati utili allo studio del
dialetto; la registrazione è avvenuta fra i parlanti, colti nella loro immediatezza, a volte
partecipi inconsapevoli della ricerca.
E‟ stato scandagliato il mondo lavorativo, spirituale, culturale e sentimentale di un paese
piccolo territorialmente, ma grande spiritualmente; molte energie sono state profuse in
questo lavoro che dona il dialetto di Panni alla cultura e a tutti coloro che, Pannesi e non,
amano la cultura e la propria terra.
In questo Vocabolario molti ritroveranno parole, espressioni e modi di dire appartenenti al
proprio paese e ad altre regioni d‟Italia e sentiranno una certa familiarità con il dialetto
pannese, tanto che esso sarà sentito come un‟opera di tutti, perché ognuno vi potrà ritrovare
qualcosa del proprio mondo.
Certamente il Vocabolario non può rappresentare la gestualità del corpo, l‟intonazione e il
timbro della voce, gli atteggiamenti del volto che esprimono i vari sentimenti e che
accompagnano e integrano il linguaggio, ma consente di affidare alla memoria, al cuore e
alla cultura un patrimonio linguistico che con il tempo, se trascurato, rischia di essere
perduto irrimediabilmente.
Oltre che opera di tutela e di valorizzazione del patrimonio dialettale, questo vocabolario è
un dono fatto a quanti hanno dovuto lasciare la loro terra per necessità e che con esso hanno
la possibilità di vedere salvaguardato un bene, la propria lingua, che hanno portato sempre
nel cuore e che non hanno mai dimenticato.
Il dialetto pannese ha molti tratti in comune con i dialetti dei paesi vicini e presenta delle
peculiarità che lo caratterizzano e lo contraddistinguono da loro; ha delle espressioni, una
coloritura, un‟intonazione e una musicalità prettamente pannesi, per le quali un Pannese,
ovunque si trovi, riconosce un Pannese nel sentirlo parlare, anche senza conoscerlo.
Ci si auspica che quest‟opera susciti un interesse non solo campanilistico e sentimentale,
ma anche culturale e che sia di incentivo a proseguire lo studio del variegato mondo dei
nostri paesi che hanno un pregevole patrimonio che va salvaguardato, fatto conoscere e
valorizzato.
Un doveroso ringraziamento va al defunto Antonio Procaccini, che ha donato il materiale
primo da cui è nata l‟idea di realizzare questo Vocabolario; al signor Orazio Cotoia, che si è
rivelato un prezioso informatore; a tutti i Pannesi che, ognuno nel proprio piccolo, hanno
dato un valido contributo; al prof. Pasquale Caratù, che ha dato dei preziosi suggerimenti e
delle importanti indicazioni scientifiche; al personale del Centro Regionale Servizi
Educativi e Culturali FG/33 di Accadia, in particolar modo a Giovanna Procaccini, che ha
curato l‟opera, a Palmira Volpe e a Giovanni Anzivino, suoi preziosi collaboratori; a
Gaetano Cristino, che ha dato l‟avvio all‟opera; ad Antonio De Vitto e a Giovanni Altrui,
che, per alcuni anni Responsabili del Centro Regionale Servizi Educativi e Culturali di
Accadia, ne hanno consentito la realizzazione con il loro sostegno e le loro direttive.
“G. Napione”
IL VOCABOLARIO
Lungi dal pretendere che il lavoro svolto sia scevro di difetti o imperfezioni, comunque
inevitabili di questo genere, ma nel convincimento tuttavia di nulla aver trascurato per
renderlo il più possibile rispondente alle aspettative della gente, è oggi motivo di profonda
soddisfazione, licenziare alle stampe questo complesso e laborioso “Vocabolario Dialettale
Pannese”.
Un ricco apparato di voci, proverbi ed espressioni in vernacolo che, al di là dei suoi chiari
limiti, non avendo esso la presunzione di essere esaustivo, ha tuttavia il merito, a mio
avviso non trascurabile, di colmare un vuoto imperdonabile nella bibliografia locale, non
essendoci precedenti di tale natura. Un piccolo ma prezioso “scrigno della memoria” che
racchiude tutto ciò che è stato possibile raccogliere, nel corso degli anni, del vasto e
sterminato patrimonio dialettale, attraverso una lunga e paziente attività di ricerca, ma
soprattutto con amore filiale e operosa perseveranza. Un lavoro che nasce principalmente
dall’esigenza di un recupero urgente e inderogabile di una lingua che è e rimane una
preziosa eredità lasciataci da chi ci ha preceduto e abbisognevole, oggi più che mai, di
riappropriarsi di quella “identità culturale” e di quegli spazi che la moderna civiltà le ha
tolto.
“Il Vocabolario, scrive Nicola Zingarelli, altro non è se non una di quelle forme con cui
l’uomo tende sempre a volgere in proprietà comune quello che è gesto e anima e
sentimento dei singoli uomini. In questo è la necessità di un vocabolario”.
Ed è in tale ottica che va inquadrato questo lavoro, nella convinzione cioè che un siffatto
vocabolario, destinato in particolar modo alla gente comune e alle tante famiglie dei nostri
emigranti, inteso a rappresentare e rispecchiare quanto più fedelmente possibile la realtà
di una umile e laboriosa Comunità, con le sue tradizioni, la sua cultura, i suoi modi di
espressione, senza alcun intendimento di natura didattica, non debba servirsi di un
linguaggio letterario, ma piuttosto esprimere la semplicità e l’autenticità del sentimento
popolare.
Sono stati pertanto selezionati e riportati in chiave dialettale tutti quei vocaboli che non si
discostano da quelli normalmente in uso nella lingua italiana, omettendo volontariamente
quei termini, per lo più tecnici e scientifici o di origine straniera, che sono frutto ed
espressione della odierna società e non si identificano o non possono collocarsi nel nostro
passato, cercando di coniugare, al tempo stesso, l’antico dialetto con quello più
propriamente “attuale”, al fine di richiamare il passato senza rischiare, però, di
allontanarsi dal presente.
Non nascondo le molteplici e naturali difficoltà che il lavoro ha comportato, ma il sostegno
e soprattutto la valida e impagabile opera di quelle persone che hanno apportato, in
differente misura, il loro contributo, sono stati lievito e incoraggiamento a proseguire nel
delicato compito.
Un pensiero commosso va a mio padre, autore di una inedita e significativa “raccolta” di
vocaboli e detti pannesi, (che sono parte integrante di questa ricerca) il quale per primo mi
insegnò a conoscere ed amare la lingua nativa, la sua ricchezza e la sua spontaneità, e con
il costante apporto dei suoi preziosi appunti e dei suoi paterni consigli mi fu guida sicura e
chiaro punto di riferimento fino all’ultimo dei suoi giorni.
Un pensiero che estendo, unitamente al più sincero ringraziamento, al Sig. Cotoia Orazio
che, nel revisionare i vocaboli, mi ha sostenuto sempre con la saggezza della sua
esperienza, nonché ai tanti compaesani pannesi, che qui non elenco per evitare spiacevoli e
imperdonabili dimenticanze, i quali pur se con il conforto di un solo consiglio, di una sola
ma necessaria parola, hanno dato efficacia e contenuto al “nostro” lavoro.
Mi sia concesso, infine, esprimere un doveroso e obbligato sentimento di riconoscenza e di
gratitudine personale alla collega di Sant’Agata di Puglia, Palmira Volpe, per lo
straordinario e instancabile impegno, quotidianamente profuso, in fase di copiatura,
correzione bozze, realizzazione e, soprattutto elaborazione informatica del testo. Un
sostegno qualificato e determinante per la realizzazione dell’opera, alimentato e sostenuto
da quella ricchezza di entusiasmo e di grande disponibilità che esaltano un lavoro
intelligente e puntiglioso (che le ha permesso di appropriarsi con buona proprietà di
linguaggio del nostro dialetto).
Detto ciò, confido che questo vocabolario possa incontrare se non piena accoglienza,
comprensione almeno per lo sforzo che ha richiesto, alla luce solo di un preciso impegno
culturale e di una testimonianza sensibile da parte di chi lo completò, amica della sua
terra, dei suoi cieli e dei suoi monti, delle sue strade e dei suoi vicoli ma soprattutto della
sua gente.
Giovanna Procaccini
Presentazione del Vocabolario di Panni
La struttura
Vediamo della presente pubblicazione prima di tutto la struttura.
La parte fondamentale è costituita dalla elencazione delle voci organizzate in
lemmi. A questa poi segue la parte italiano-dialetto. Vengono aggiunte quelle che
contengono i Proverbi e Modi di dire, i Nomi e Soprannomi e, infine, i Racconti.
Il Vocabolario vero e proprio è la parte più importante. È fatta da una serie di
lemmi, che aperti dalla voce segnata in grassetto, sono disposti in ordine alfabetico.
Nel lemma voci e frasi dialettali sono riportate in trascrizione semplificata,
accessibile al gran pubblico, sostanzialmente modellata sulla grafia dell‟italiano, con pochi
ed essenziali segni diacritici, per segnare particolarità di suoni, che in italiano scritto non
vengono segnate o che sono indicate diversamente (v. le norme di trascrizione).
A quanto pare, l‟uso di questo tipo di trascrizione agevola di molto la
caratterizzazione anche “esterna” del dialetto.
Questa operazione è stata condotta con fedeltà e con sistematicità, salvo omissioni
involontarie, che ci si sforza di ridurre al minimo e che, comunque, nulla tolgono alla
efficacia della resa.
Il lemma riporta oltre la voce, la sua definizione grammaticale (sostantivo, verbo,
locuzione, congiunzione, ecc.), la frase o le frasi dialettali che ne precisano il contesto.
Particolare importante.
Si sa che la traduzione della voce che segue immediatamente la parola capolemma
rappresenta una condizione astratta che assume la sua valenza, il suo significato pregnante
solo nel contesto del discorso, del quale la frase rappresenta un elemento minimo, e di
questo ci si deve accontentare. Per necessità e per concretezza.
Certamente la condizione ideale, ma anche difficile da realizzare, sarebbe quella di
produrre una serie di testi e anche di una certa ampiezza su determinati argomenti, i diversi
aspetti della vita della comunità dai quali trarre o meglio astrarre le singole voci. E qui c‟è
solo un augurio da fare: che questi testi vengano, in seguito, prodotti.
La seconda parte, quella “italiano-dialetto”, è importante perché serve ad orientare
la ricerca, tramite la voce italiana, della corrispondente dialettale.
Mi pare interessante, in questa parte, la presenza di schedoni, nei quali vengono
riportate le voci che interessano un determinato campo semantico.
Ad es., nello schedone Alimenti sono citate tutte le voci che interessano
l‟argomento: dai nomi (acquasale, cumbòste, ścagliuózze, ecc.), ai verbi (arrahanà, mbanà,
trumbà, ecc.), ai sintagmi (a ppònde re curtjélle, nd’a l’uóglie, ecc.), così da avere voci ed
espressioni, direi comode, per mettere insieme un certo discorso, che abbia in certo qual
senso un contesto.
I Proverbi e i Modi di dire, insieme con i Racconti, costituiscono come le fonti
(direi solo in parte) dal cui contesto si ricavano le diverse parole.
È chiaro che le particolarità delle fonti si oscurano in quello che è un sentire più
generalizzato, che produce, in definitiva, come una specie di voci “cristallizzate”, che caso
mai una volta erano vive anche nella parlata comune e che poi gradualmente si sono
ecclissate o ridotte sulla bocca dei più anziani. Ma anche questo contribuisce ad un‟opera di
scavo, utile per la storia linguistica.
L‟utilizzo di questi testi dev‟essere accompagnato dalla prudenza. È sufficiente
ricordare le possibili forzature dovute ad esigenze di rime o di ritmo. È chiaro che ci si
riferisce ai proverbi soprattutto ma anche ai modi di dire, che possono, con le dovute
precauzioni, essere utilizzati a scopi più propriamente linguistici.
Infine, i Nomi e i Soprannomi. Interessano perché nascondono parole, forme,
costrutti propri del dialetto.
In definitiva, anche le appendici fanno corona, e danno il loro contributo alla
conoscenza della parlata.
Va sottolineato che l‟Autore o meglio gli Autori hanno utilizzato in maniera
intelligente le esperienze dei Dizionari dialettali precedenti, specialmente di quelli
pubblicati nell‟ultimo decennio. Dicevo in maniera intelligente perché hanno selezionato
quello che di nuovo e di positivo veniva apportato.
E, come si sa, è il metodo, nella varietà dei suoi aspetti quello che fa la differenza
rispetto alle altre opere simili.
Pasquale Caratù
Università degli Studi di Bari
Nota bibliografica e abbreviazioni
Sigle bibliografiche
Altre abbreviazioni:
abr. = abruzzese; abr. – mol. = abruzzese – molisano; avigl. = aviglianese (di
Avigliano, prov. Di Potenza); garg. = garganico (Mattinata, Monte Sant‟Angelo); irp. =
irpino (di San Mango sul Calore); manfr. = manfredoniano.
Riferimenti alle parti contenute nel Vocabolario di Panni:
Modi = Modi di dire; Pr. = Proverbi; Racc. = Racconti.
La “e” non accentata è muta alla francese sia nel corpo che alla fine della parola.
CONSIGLIO Gabriele, La parola nel lessico bovinese, Leone Editrice, Foggia, 1992.
DEVOTO G. – OLI G.C., Dizionario della Lingua Italiana, by Felice Le Monnier, Firenze,
1971.
GALANTE Grazia, I Proverbi popolari di San Marco in Lamis, Paolo Malagrinò Editore,
Bari, 1993.
GARZANTI Aldo, Dizionario della Lingua Italiana, realizzato dalla redazione lessicografica,
diretta da Giorgio Cusatelli, Garzanti Editore, 1965.
MARCHITELLI Gino, Vocabolario del dialetto santagatese, edito a cura del Comune di
Sant‟Agata, Roma,. 1983.
TRECCANI Giovanni, Vocabolario della Lingua Italiana (5 volumi), Artigrafiche Ricordi per
i tipi della monotipia Olivieri, Milano, 1986,-1987-1989-1991-1994.
VOCABOLARIO Universale Italiano, compilato a cura della Società Tipografica “Tramater
& Co.”, Napoli, 1829.
ZINGARELLI Nicola, Vocabolario della Lingua Italiana, settima Edizione, Zanichelli
Editore,. Bologna, 1957.
17
Casa contadina:
Le case tipiche dei contadini sono di pietra, senza alcuna presunzione architettonica, anguste e
anche prive di comfort.Sono casette ad uno o due piani al massimo e a stento i raggi di sole
riescono a filtrare attraverso le finestrelle asfittiche e sbilenche.
Sono per lo più costituite da due locali soltanto, il primo che funge da ingresso, cucina e
soggiorno, l'altro è la camera da letto.
Il classico arredamento di queste abitazioni, almeno dove vi vivono ancora i più anziani, è
costituito da mobili di legno grezzo, intagliati molto sommariamente, (còcche ścànnele, còcche
ssègge, nu tavulíne e la bbuffètte).
In un angolo la "cammacàmmere" un grosso cilindro fatto con listelli di canna intrecciati, che
serve per conservarvi il grano e nel ventre di questi recipienti si mettono a maturare "pèzze re
case e casecavádde".
Nella stanza da letto "la cascie", in cui è custodita la "bbiangaríje, l'óre, re ccarte e li sòlete",
ben avvolti "rinde a nu maccatúre attaccáte cu re zzénne".
I servizi igienici sono molto elementari.
Da molti anni per fortuna sono scomparsi "li zepèppe e re ccónghe" che prima sostituivano "li
cèsse" e che venivano svuotati di notte o quando pioveva.
"Lu zepèppe, però, veniva usato con molta parsimonia perché, il più delle volte, si preferiva
appartarsi all'aria aperta, sotto il castello o al campo.
"Nd'a lu juse" accanto a cataste di "ciuócchere e ffasce re lèuna suttile, convivono "lu ciucce,
lu puórche, re ggaddíne, la crape e li cucce", mentre le provviste di frutta per l‟inverno sono
"sóp'a la suppígne" metri e metri quadrati "re méle, castagne, nuce e ssòrve".
Il posto d'onore "nd'a la cucíne" è riservato alla "matrèlle": nella parte superiore "fazzatóre"
viene impastato il pane e di sotto sono ben custodite le enormi forme di pane "re ścanàte".
I decori della cucina sono "re pèrteche" sempre cariche "re nżèrte r'aglie, re pupàjne sicche e
cepódde, sausícchie, sausecchjùne, cacchiarjédde, presótte, cóteche, pjézze re larde, nnògglie
e la ussiche chjéna re nżógne".
Accanto al focolare, "la atte" che si difende dai riverberi della fiamma acciambellandosi dietro
la "pegnate" sempre piena di "cìcere o fasule" brontolanti per il lento bollore.
Nell'altra stanza vi troneggia "lu ljétte" ampio e altissimo, che, per salirvi ci vuole la "sègge o
lu ścànnele".
A capo, l'effigie della "Marònne re lu Vòśche" e altri Santi e ai lati, "la palme bbenerétte, lu
ceròggene re la cannelóre e l'acquasandére".
Nell'ampio spazio sotto al letto riparato "ra lu vandeljétte" dove sono custodite "re ppatane" e
qualche volta, anche "lu tahúte" per il vecchio di casa.
La vita comincia "mbónde re juórne" e si scandisce sempre uguale; alla vigna fino "a la calate
re lu sóle " e poi il rientro; mentre gli uomini riordinano gli attrezzi e "gguvèrnene re bbèstje,
re ffémmene" lestamente stendono "sóp'a lu tumbagne li panne re maccarúne" che poi mettono
ad asciugare sul letto. Quando il pranzo è pronto, solitamente "pezzòtte e menèste o lahanèdde
e fasule" viene ammannito in un'unica "spase a lu céndre re la bbuffètte", e ognuno mangiando
bada a tenere la testa alta per non urtare quella degli altri.
Ogni tanto un sorso di buon vino, "ra lu vucale" , che viene fatto girare ciascuno badando che
il sorso sia corto: quello lungo tocca soltanto al capo di casa.
Subito dopo "re ffémmene" provvedono a rimettere in ordine le povere stoviglie mentre
"mmócche a la pòrte" il capo di famiglia, con "la pippe" caricata di trinciato forte si concede
una lunga fumatina.
Nella tarda estate, dopo cioè i lavori "re la metènne e re la pesature" le donne restano tutta la
giornata in casa per preparare la "cunżèrve re pumberóre", che mettono ad asciugare al sole
"nd'a re spasètte".
"Ndramènde ru ggrane, ru ggranerínje, li fasule, li cícere, re nnuce" si asciugano, sparsi sugli
spiazzi vicino, "re ffìquara" seccano sulle spine di rovi.
L'intera descrizione della casa contadina è stata integralmente tratta dalla rubrica di
toponomastica cittadina: "Una strada alla volta" a cura di COLANGELO Gioacchino.
Nel brano sono stati necessariamente modificati solo i nomi di alcuni oggetti che logicamente
assumono denominazioni diverse da paese a paese.
casecavádde s.m. "caciocavallo": lu cangiánnele cu na mesure re grane. "il
casecavádde n'adda maje mangá sóp'a la castagnaio andava girando per le strade e
tàhule. "il caciocavallo non deve mai avevamo le castagne cambiandole con una
mancare sulla tavola". misura di grano".
caserecòtte s.f. "cacioricotta". castagne arrustúte s.f. "caldarrosta": re
casjédde s.m. "caciotta": na fèdde re castagne arrustúte vanne accumbagnáte
casjédde e nu bbèllu bbucchjére re vine, cu nu bbucchjére re vine. "le caldarroste
àje ché mangiá!. "una fetta di caciotta e un vanno accompagnate con un bicchiere di
bel bicchiere di vino, hai che mangiare!". vino"; - salvagge s.f. "ippocastano".
cassaróle s.f. "casseruola": óje a ttàvele castagnóle s.f. "nacchera".
sime assàje, lu suche n'àja fá bbunàcchie e Castjédde s.m. "Castello, Castello
ppiglie la cassaróle gròsse. "oggi a tavola (contrada al di sotto della passeggiata)":
siamo molti, il sugo ne devi fare parecchio tenìme na bbèlle passjàte attuórne
e prendi la casseruola grande". attuórne a lu castjédde. "teniamo una bella
cassatúre s.f. "gomma per cancellare". passeggiata intorno intorno al Castello".
cassciabbànghe s.m. "cassapanca": casuóppele s.m. "casupola": rinde a
vucíne a la fucagne teníme nu quiddu casuóppele ce vìvene ruje cristjàne
cassciabbànghe ca ce repare ra lu vjénde e sacce cúme fanne!. "dentro a quella
re la pòrte. "vicino al focolare della cucina casupola ci vivono due persone e non so
a mattoni teniamo una cassapanca che ci come fanno!".
ripara dal vento della porta". catàfrje s.m. "cadavere": jéve ggià
casscjére s.m. "cassiere". catàfrje quanne arruvàje l'ajute. "era già
cassíne s.m. "cancellino": sóp'a la cadavere quando arrivo l'aiuto".
lavagne jéva mèglie a ścassá cu lu cassíne cataglìsme s.m. "cataclisma": Marònne
fatte re ciambe re cucce. "sulla lavagna era míje quand'acque à fatte fóre,
meglio a cancellare con il cancellino fatto assemegliáve a nu cataglìsme. "Madonna
con la zampa di coniglio". mia quanta pioggia ha fatto in campagna,
castagnáre s.m. "castagnaio, venditore di assomigliava a un cataclisma".
castagne": lu castagnáre jéve ggeranne pe cataláne s.f. "spaghettata": na serate
re strare e avéveme re castagne ndra cumbagne funisce sèmbe cu na
cataláne. "una serata tra compagni finisce caucíatóre s.m. "persona che tira calci".
sempre con una spaghettata". caurare s.m. "caldaio"; dim.
cataplásme s.m.(fig.) "persona pesante". caurarcjédde.
cataràttele s.f. "botola": scennévene a lu càure agg. "caldo".
juse pe la cataràttele. "scendevano al cautá v.tr. "cariare": vire ca a ffìglite se
sottano per la botola". sònghe cautate ruje rjénde a ffòrze re
catarre s.f. "chitarra": ma ché jé mangiá rólece, puórtele nd'a lu mjéreche.
ścurdate ssa catarre o sì tu ca nu nżaje "vedi che a tuo figlio si sono cariati due
sunarle?. "ma che è scordata codesta denti a forza di mangiare dolci, portalo dal
chitarra o sei tu che non sai suonarla?". medico".
cate s.m. "secchio"; dim. catecjédde. cauzá v.tr. "calzare".
catenjédde s.m. "anello di ferro fisso al cauzatúre s.m. "calzatoio".
muro esterno della casa". càuze s.f. "calza"; dim. cauzètte.
catrammá v.tr. "catramare". cauzettóne s.m. "calzettone"; pl.
catramme s.f. "catrame": Lubèrte s'éja cauzettúne.
ndrecáte lu cauzóne cu la catramme. cauzóne s.m.pl. "calzoni, pantaloni"; pl.
"Alberto si è sporcato i pantaloni con il cauzùne; dim. cauzungjédde.
catrame". cauzungjédde s.m. (term.cul.) "calzone".
cattevjélle agg. e s.m. "cattivello": cavadde s.m. "cavallo"; dim.
fìgliete jé cattevjélle, ma ché vuó fá jé cavaddúzze: nżine a quanne arruvámme
carne ca crésce. "tuo figlio è cattivello, ma fóre lu cavaddúzze quanda zumbe féce
che vuoi fare è carne che cresce"; f. attuórne a la mamme. "fino a quando
cattevèlle. arrivammo in campagna il cavallino quanti
cattuóleche agg. "cattolico". salti fece intorno alla mamma"; cavadde,
catuórce "catorcio": andó l'àje truvate re - loc.avv. "equino": jé carne re cavadde,
ssu catuórce, vá lu jétte, camíne. "dove ru sacce ca nu nde piace, ma pe te métte
l'hai trovato codesto catorcio, vallo a nfòrze, te l'àja sule mangiá. "è carne di
buttare, cammina". cavallo, lo so che non ti piace, ma per
catuózze agg. e s.m. "tozzo, carbonaia"; metterti in forza, te la devi mangiare".
f. catòzze. cavallaríje s.f. "cavalleria".
càuce s.m. e f. "calcio, spintarella": l’àje cavallóne s.m. "colmo dell'inverno".
vulute tu ssu càuce, nu nge passave pe cavètte s.f. "gavetta": vire cúme la puó
ddréte a lu mule e nu nde l'abbuścàve. lavá ssa cavètte ca craje àja métte l'atu
"l'hai voluto tu codesto calcio non ci mangiá. "vedi come la puoi lavare codesta
passavi per dietro al mulo, e non te lo gavetta, che domani devi mettere l'altro
buscavi"; àje viste lu pòste c'accúpe mangiare".
Ndònje? Ché fanne fá li càuce, nd'a la vite cavulaffióre s.m. "cavolfiore".
àja èsse affurtunáte. "hai visto il posto che càvule s.m. "cavolo".
occupa Antonio? Che fanno fare le cazzjàte s.f. "lavata di testa, rimbrotto".
spintarelle, nella vita devi essere cazzjatóne s.m. "grosso rimbrotto".
fortunato"; -e acque pe addulecí r'aulìve cazzíttele agg. "stentino".
s.f. ranno di mezzo (24 ore). cazzóne s.m. e f. "persona alta".
caucenáre s.m. "malta". cazzuttjàte s.f. "cazzottata".
caucèstrúzze s.m. "calcestruzzo". capuócchie, a- loc.avv. "a casaccio".
caucìá v.intr. "calciare, scalciare". ccase s.m. "cacio, formaggio": éo ce
càucia s.f. "calce": pe re ffá janghe li métte sèmbe ru ccase sóp'a li maccarune.
mure re la stadde, avjétte rá quatte mane "io ci metto sempre il cacio sui
re càucia. "per farli bianchi i muri della maccheroni".
stalla, dovette dare quattro mani di calce". ccàuze, a - loc.avv. "punto di maglia a
caucíàte s.f. "scalciata". rovescio".
ccéglie s.f.pl. "ciglia". grande ma assomigli ancora a un
ccerchjétte, a- loc.avv. "a cerchietto". bambino".
cchiqquá v.tr. "scacciare il maiale". cecciuvéttele agg. "civettuola".
cchiù avv. e agg. "più"; - addá avv. cécere s.m. "cece"; pl. cìcere.
"oltre, più in là": àbbete cchiù addá re cecerjédde s.m. "gemma".
cumma Fuluméne, sacce se ròje o tré pòrte céche s.f. "cicatrice".
ròppe. "abita più in là della comare cechetjá v.intr. "giocare con l'acqua".
Filomena, non so se due o tre porte dopo"; cechíje s.f. "cecità, oscurità": lu male
- ggruósse agg. "maggiore"; f. ggròsse; - cchiù gguósse ca te póte caré nguódde jé
matte agg. "poco ripido"; -mmèglie agg. la cechíje. "il male più grande che ti può
"migliore"; - o méne avv. "pressappoco": capitare addosso è la cecità".
sònghe cchiù o méne quatte chilòmetre cecònne s.m. "moccio".
p'arruvá fóre accàta mé. "sono cecòrje s.f. "cicoria".
pressappoco quattro chilometri per arrivare ceculáte s.f. "cioccolata": si putésse,
in campagna da me"; -pìccquele agg. mangiarríje ceculáte ra la matine a la
"minore": lu figlie cchiù pìccquele jé sére. "se potessi, mangerei cioccolata dalla
quidde c'à avute cchiù furtune. "il figlio mattina alla sera".
minore è quello che ha avuto più fortuna". ceculatére s.f. "caffettiera".
ccòrne s.f.pl. "corna". cecune, a la - loc. avv. "alla cieca".
ccundalagge, a - loc.avv. "a quintale". cecunnáre agg. "moccioso".
curtjédde tagliàte, a- loc.avv. "ai ferri cecurjèdde s.f. "cicoria selvatica".
corti". cegliá v.intr. "prudere": me ciglie
ce pron. pers. "ci". mmjézze a la mane o agghia avé argià o
cecá l'uócchie a la tèrre v.tr. "piantare il mazzate. "mi prude in mezzo alla mano o
granturco". devo avere soldi o percosse con mazza".
cecalíje s.f. "cecaggine": ché cecalíje ca ceglí v.intr. "germogliare"; p.p. cegliute:
tènghe, m'agghia ìre sule a gghittá nd'a lu re ppatane sònghe tutte cegliute, va re
ljétte. "che cecaggine ho, mi devo solo gghjétte sjénde a mmè. "le patate sono tutte
andare a buttare nel letto". germogliate, valle a buttare senti a me".
cecate agg. "cieco". ceglióre s.m. "prurito": tènghe nu
cecatjédde s.m.pl. "cavatelli (pasta ceglióre a stu vrazze, fóre m'à muzzecáte
alimentare)". nu muśchidde. "tengo un prurito a questo
cecceljàte agg. "butterato, ticchiolato": braccio, in campagna mi ha morso un
téne na facce tutte cecceljàte, bbrutte moscerino".
nunn'éja, ma idde se respére. "tiene un cegná v.tr. "cinghiare, legare": àje
viso tutto butterato, brutto non è, ma lui sì cegnate bbuóne lu criature ngròppe a lu
dispera"; auànne l'aulíve sònghe tutte ciucce?. "hai cinghiato bene il bambino in
cecceljàte, jé state la ggrannenéte ca féce groppa all'asino".
rinde settèmbre. "quest'anno le olive sono cegnate s.f. "cinghiata": t'avésse vulute
tutte ticchiolate, è stata la grandinata che fá veré quanda cegnate ríje a lu figlie, ca
fece in settembre". lu rumaníje stise ndèrre. "ti avrei voluto
cécche s.f. "chèque": Peppíne, pecché jé far vedere quante cinghiate diede al figlio,
penżjunàte merecane, ògne mmése ave la che lo rimase steso per terra".
cécche. "Giuseppe , perché e pensionato cégne s.f. "fascia per legare il basto al
americano, ogni mese ha lo chèque". cavallo".
cecchetjá v.tr. "scarabocchiare, celá v.tr. "chiudere gli occhi e contare
sgorbiare": la vuó funí re cecchetjá tutte li nel gioco del nascondino".
quatèrne? Sì fatte ggruósse ma assemíglie celebbrá v.tr. "celebrare".
angóre a nu criature. "la vuoi finire di celèbbre s.f.pl. (fig.) "testa".
scarabocchiare tutti i quaderni? Sei fatto cèlebbre agg. "celebre".
celebbríne agg. "nevrotico". cendulíne s.m. "cinturino".
cèleme s.m. "trave maestra". cenduplecá v.tr. "centuplicare": lu
celí voce onom. "cip": lu sjénde nu celí? Segnóre t'adda cenduplecá, tutte ru bbéne
Adda èsse còcche canàreje sóp'a la ca m'àje fatte. "il Signore ti deve
funèste. "lo senti un cip? Deve essere centuplicare tutto il bene che mi hai fatto".
qualche canarino sulla finestra". cenematòcrefe s.m. "cinematografo":
cèllere agg. "celere": tu ca sì tande appríme a Ppanne ce stéve nu
cèllere, vamme a mbustá la léttre a la cenematòcrefe vucíne a la chiésje re la
bbuche vucíne a la pòste accussì parte Nunżjàte. "prima a Panni ci stava un
prime. "tu che sei tanto celere, vammi ad cinematografo vicino alla chiesa
imbucare la lettera alla buca vicino alla dell'Annunziata".
posta così parte prima". cenjére agg. "molle, morbido, soffice,
cemaruóle s.m. "cimaiolo": a nuvèmbre tenero"; f. cenére.
sóp'a re cchiande re pupàjne rjéstene sule cénnere s.f. "cenere": statte attjénde ca
li cemaruóle. "a novembre sulle piante dei sótte a la cénnere c'éja la vrasce. "stai
peperoni restano solo i cimaioli". attento che sotto la cenere c'è la brace".
cemènde s.m. "cemento". cenżemènde s.m. "censimento": auànne
cémmece s.m. "cimice".
cendenáre s.m. "centinaio": apprìme ànne fatte lu cenżemènde, chisà cummà a
p'accattá re ccóse ce vulévene re Ppanne quande sime!. "quest'anno hanno
cendenàre, mó ce vuónne re mmegliàre. fatto il censimento chissà comare, a Panni
"prima per compare le cose ci volevano le quanti siamo!".
centinaia, ora ci vogliono le migliaia". cepjénde s.m. "recipiente"; dim.
cendenàrje s.m. "centenario": auànne se cemenjédde.
festéja lu cendenàrje re la ngurunazzjóne cepódde s.f. "cipolla, valgismo al piede";
-carrare s.f. "giunchiglia".
re la Marònna re lu Vośche. "quest'anno si ceppóne s.m. "ceppaia, mazzeranga"; pl.
festeggia il centenario dell'incoronazione ceppùne.
della Madonna del Bosco". cepuddíne s.m. "cipollaccio".
cendèseme agg. "centesimo". cepuddóne s.m. "mughetto".
cendímele s.m. "mulino piccolo a cepullètte s.f. "porro (ortaggio)".
trazione animale". cerase s.f. "ciliegia, ciliegio"; -
cendrá tr. "centrare": uaglió, te l'avésse majàteche s.f. "ciliegia acidula"; -tòste s.f.
vulute fá veré a Luiggíne, a lu prime cólpe "ciliegia duracina".
à ccendrate lu bbressaglie. "ragazzo, te cerasuóle s.m. "girasole".
l'avrei voluto far vedere a Luigi, al primo cercá v.tr. "cercare, chiedere": mó
colpe ha centrato il bersaglio". ppròpje àja ìre ra Pèppe a ccercá cúme
cendrále agg. "centrale". sònghe jute li fatte. "proprio adesso devi
céndre 1.s.m. "centro": stá sèmbe a lu andare da Giuseppe a chiedere come sono
céndre re l'attenżjóne, se no lu pjérde. "sta andati i fatti".
sempre al centro dell'attenzione, altrimenti cercande agg. "cercatore": e mmó te lu
lo perdi"; 2.s.f. "cresta"; -re adde s.f. ljéve ratuórne a Raffijlúcce, jé cercande ca
"argentina". nu mbuó crére. "e ora te lo levi dattorno a
cendrecjédde s.m. "centrino": zìjme m'à Raffaele, è cercatore che non puoi
rjalate tré cendrecjédde, re vvòglie tené credere".
bbóne care care!. "mia zia mi ha regalato cerculazzjóne s.f. "circolazione": chisà chi
tre centrini, li voglio tenere caramente!". à mmisse ngerculazzjóne tutte quédde
cendrédde s.f. "bullettone (arnese del chiacchjére sóp'a Funżenèlle. "chissà chi
calzolaio)". ha messo in circolazione tutte quelle
cendróne s.m. "chiodo forgiato a mano"; chiacchiere su Alfonsina".
pl. cendrùne.
cére v.intr. "cedere"; cére, re - loc.avv. cevá v.tr. "cibare, imbeccare": vire, àuze
"cereo": tjéne na facce re cére, ché t'éja la cape, cúme quidde passarjédde vá a
succjésse?. "tieni una faccia cerea, che ti è cevá l'auceddúzze nd'a lu nire. "vedi, alza
successo?". la testa, come quel passerotto va a cibare
cerévele agg. "cedevole": statte attjénde, gli uccellini nel nido".
cumbà, ca andó staje cu li pjére la tèrre jé cevate s.f. "cibaria per uccellini".
cerévele. "stai attento, compare, che dove cevelézze s.f. "civiltà": m'à ttrattate cu
stai con i piedi il terreno è cedevole". cevelézze, te l'avésse vulùte fá veré. "mi ha
cerevóne s.m. "grosso serpente". trattato con civiltà, te l'avrei voluto far
cèrne v.tr. "stacciare, vagliare": zì vedere".
Salvató, prime re vénne ru ggrane l'àja ché pron.rel. "che": a ché ppjénże? "a
cèrne accussì lu faje cchiù care. "zio che pensi?"; -bbuó? loc.avv. "che vuoi?"; -
Salvatore, prima di vendere il grano lo zziune! loc.avv. "che azioni! "; -ciazzécche
devi stacciare così lo fai più caro". loc.avv. "che centra".
cernecchjá v.intr. "gironzolare": nu la checózze s.f. "zucca".
truóve maje a la case vá sèmbe chelònne s.f. "colonna": nd'a la chiésje
cernecchjànne. "non la trovi mai a casa va nòste parícchie chelònne mandjénene re
sempre gironzolando". ttré navate. "nella nostra chiesa parecchie
cernecchjáre s.f. "girandolona". colonne mantengono le tre navate".
cernetúre s.f. "stacciatura". chelòstre s.f. "colostro".
cernícchie s.m. "setaccio con fili chi rá s.m. "datore": chi rá la fatíje a
metallici". Angelúcce a Ffògge, jé nu cristjàne assàje
cernecchjóne s.m. "setaccio con fili ricche. "chi dà il lavoro a Angelo a Foggia,
metallici più larghi". è una persona molto ricca".
ceròggene s.m. "cero". chiacchiarésse s.f. "chiacchierina, donna
certefecáte penale s.m. "fedina": me loquace": sì na chiacchiarésse, parle parle
cercárene pure lu certefecáte penale. "mi e nu ngumbíne njénde!. "sei una donna
chiesero anche la fedina". loquace parli parli e non combini niente".
Ceruváre s.m. "Cervaro, Cervaro chiacchiaróne s.m "chiacchierone":
(contrada vicino al fiume, al di sotto della Ndònje jé chiacchiaróne, quanne attacche
strada per Bovino)". a pparlá nu la funisce maje. "Antonio è un
cervjédde s.m. "cervello"; pl. cervèdde. chiacchierone, quando attacca a parlare
cèrze s.f. "ghianda, quercia". non la finisce mai".
cerzòttele s.f. dim. "querciolo". chiacchirjá v.intr. "chiacchierare": ddà
cèsse s.m. "gabinetto": nu nde chiure re sendíve re chiacchierjá tutte quédde
nd'a lu cèsse pe ddòje óre cúme saje fá tu. ffémmene, chi l'accundáve còtte e chi
"non ti chiudere nel gabinetto per due ore crure. "là le sentivi di chiacchierare tutte
come sai fare tu". quelle donne, chi la raccontava cotta e chi
céste pe li panne s.f. "canestra". cruda".
cestefèleche s.f. "cistifellea". chiachjélle s.m. "uomo di poco conto".
cetá v.tr. "citare": Peppúcce fóje cetate chiàha s.f. "piaga": nu pìccquele
pe destemònje a cumbarí nnande a lu caravúgnele, jé arrevendáte na chiàha
Pretóre. "Giuseppe fu citato per testimone gròsse. "un piccolo foruncolo è diventato
a comparire davanti al Pretore". una grande piaga".
cétele s.f. "cedola". chiahá v.tr. "piagare".
cetrule s.m. e agg. "cetriolo, citrullo"; sì chiandá v.tr. "piantare": nunn'agghia
nu pòvre cetrule, nu nde uarde nd'a lu cchiù chiandá njénde, l'àrbele ca ce stanne
spècchie?. "sei un povero citrullo non ti avàstene e avànżene. "non devo più
guardi nello specchio?"; f.pl. cetróle. piantare niente, gli alberi che ci stanno
bastano e avanzano".
chianda ggióvene s.f. "arboscello": jé na ausàvene re cchianghe. "prima invece di
chianda ggióvene, mitte ròje spine tuórne usare i mattoni usavano i basoli".
tuórne accussì nu nże la màngene chianghèdde s.f. "sgabello con tre
l'anemàlje. "è un arboscello metti due piedi".
spine torno torno così non se lo mangiano chianghjédde s.m. "sgabello con quattro
gli animali". piedi per ammazzare i maiali".
chiandaggióne s.f. "piantagione": cinghe chianghjére s.m. "macellaio"; f.
anne fá agghi fatte na chiandaggióne re chianghére.
cinguanda àrbele re frùttere. "cinque anni chiangiulènde s.m. e f. "piagnone": lu
fa ho fatto una piantagione di cinquanta criature re Ndunètte jé bbuóne
alberi di frutta". chiangiulènde, sacce cúme lu suppòrte. "il
chiandatúre s.m. "cavicchio": Bbiasúcce bambino di Antonietta è molto piagnone,
pe chiandá li fasule e li cìcere ausave nu non so come lo sopporta".
chiandatúre cchiù àute. "Biagio per chiangóne accr. "pietrone"; pl.
piantare i fagioli e i ceci usava un chiangùne.
cavicchio più alto". chianòzze s.f. "pialla".
chiande 1.s.f. "pianta"; 2.s.m. "pianto"; chianuózze s.m.dim. "pialla (arnese del
dim. chiandecèdde; dim. chiandílle; - re falegname)".
róse s.f. "rosaio". chiapparjédde s.m. "bambino
chiandèlle s.f. "soletta di cuoio". piccolissimo".
chiandíme s.f. "piantime": óje agghi chiapparóne 1.s.m. "bambino
chiandate òtte mane re chiandíme re paffutello"; 2.accr. "grappolone".
pupàjne, quatte r'acce e rjéce re chiapparúle s.m. "uomo molto piccolo".
pumberóre. "oggi ho piantato otto mani di chiappe s.m. "cappio".
piantime di peperoni, quattro di sedani e chiàppere s.m. "cappero".
dieci di pomodori". chiappíne s.m. "persona astuta".
chiandóne s.m. "piantone": Necuréme chiare-chiare agg. "limpido": jésce ra
fóje misse re chiandóne e nu mbutíje ascí. fóre e vire ché ccjéle chiare-chiare ce stá.
"Nicodemo fu messo di piantone e non "esci fuori e vedi che cielo limpido c'è".
potette uscire". chiarfe s.m. "moccio".
chiane agg. "piano". chiarfúse agg. "moccioso"; f. chiarfóse;
chianèlle s.f. "pianella": figlió, vjéneme dim.m.chiarfusjédde; dim.f. chiarfusèdde.
piglie re cchianèlle sótte a lu ljétte ca nun chiatte agg. "grasso"; accr. chiattóne;
re ttróve. "ragazza, vienimi a prendere le dim.m. chiattulílle; dim.f. chiattulélle.
pianelle sotto al letto che non le trovo". Chiattunáte s.f. "Chiattunata (contrada
chianètte s.f. "pianura, spiazzo": sulla sinistra della fontana Armata, dopo i
attuórne a lu pajése se vìrene sule Salaconi)".
mundagne e nesciuna chianètte. "attorno al chiava s.f. "chiave": la chiava
paese si vedono solo montagne e nessuna attaccatílle a la curréje accussì nu la
pianura". pjérde. "la chiave legatela alla cinghia,
chiange v.intr. "piangere": ché chiange a così non la perdi"; dim. chiavine.
ffá pe quidde, sònghe làgreme perdúte. chiavá v.tr. "assestare": à cchiavate nu
"che piangi a fare per quello, sono lacrime ścaffóne a Melúcce, l'à ffatte ggerá cúm'a
perdute". nu spundóne. "ha assestato uno schiaffone
chianghe s.f. "macelleria, basolo": vá a a Carmela, l‟ha fatta girare come a una
la chianghe e accàtte na còssa r'àjne ca la trottola".
facíme cu ddòje patane nd'a lu furne. "vai chiave ésagonále s.f. "grimaldello
alla macelleria e compra una coscia di (arnese del fabbro)".
agnello che la facciamo con due patate nel chiavètte s.f. "interruttore": jé fatte la
forno"; appríme mméce r'ausá li matune squríje, ggire la chiavètte re la luce, a chi
aspjétte?. "è abbuiato gira l'interruttore chjéme s.f. "piena": cummà, te vulésse fá
della luce, a chi aspetti?". veré che chjéme se face mmjézze a lu córse
chiazze s.f. "piazza": quase ògne quanne chjóve!. "comare, ti vorrei far
gghiuórne ce ngundráveme mmjézze a la vedere che piena si fa in mezzo al corso
chiazze parjénde e amìce pe ce fá na quando piove"!.
passjàte. "quasi ogni giorno ci chjésje s.f. "chiesa": craje a mmatutíne
incontravamo in mezzo alla piazza parenti avima ìre a la chjésje pe ssènde la nuvéne
e amici per farci una passeggiata". re Natale. "domani a mattutino dobbiamo
chiazzjére agg. "piazzaiolo": nuje andare in chiesa per sentire la novena di
nunn'arrazzáme cu quidde ca sònghe Natale".
chiazzjére. "noi non stiamo con quelli che chjésjóle s.f. "altarino costituito da
sono piazzaioli"; f. chiazzére. immaginette sacre".
chicca s.f. "chicchera". chjmódde s.f. "rigagnolo".
chichirinèlle s.f. "ragazza svelta". chjne agg. "pieno": quistu sacche l’àja
chichjèrchie s.f. "cicerchia". fá chjne chjne re grane. "questo sacco lo
Chicuózze s.m. "Chicuozzo (contrada devi fare pieno pieno di grano”; f. chjéne;
sulla strada per Santa Maria del Bosco)". - re ciamuórje agg. "raffreddato"; - re lóte
chigglióne s.m. "testicolo"; pl. agg. "fangoso"; f. chjéne re lóte : nu
chiggliùne. mbutíme passá pe qquédda strare ca jé
chiggnúnghe pron.ind. "chiunque": mó chjéne re lóte. "non possiamo passare per
jucame!. Chiggnúnghe re vuje póte fá quella strada che è fangosa".
sóp’a la carte la pundate ca vóle. "ora chjòcche s.f. "ciocca": se tagliàje na
giochiamo!. Chiunque di voi può fare sulla chjòcche re capìdde pecché le caréve
carta la puntata che vuole". nnande a l’uócchie. "si tagliò una ciocca di
chignundúre s.f. "congiuntura". capelli perché le cadeva davanti agli
chilògne s.f. "ramo usato come asse per occhi"; -r’èrve s.f. "ciuffo d‟erba".
appendere la salsiccia". chjòchiere s.m. e f. "persona molto
chimjénde s.m. "fessura tra mattoni". grossa".
china s.f. "asperula". chjóve v.intr. "piovere"; -a
chire s.m. "ghiro": lu chire jé pisciajummènde v.intr. "piovere a
n’anemalúcce pìccquele e bbellílle. "il catinelle"; -a rellúvje v.intr. "piovere a
ghiro è un animaletto piccolo e bellino". dirotto"; -a rraje v.intr. "piovere a tratti"; -
chìreche s.f. "chierica": appríme tutte li a zeffunne v.intr. "piovere a dirotto"; -sóre
prjéute purtávene la chìreche. "prima tutti sóre v.intr. "piovere adagio adagio"; p.p.
i preti portavano la chierica". chjuóppete.
chisà avv. "chissà". chjrchie s.m. "cerchio, cerchio (parte
chisjóle s.f. "chiesuola": teníme pùre tré della botte)"; f.pl. chjérchie; dim.
chisjóle. "teniamo anche noi tre chiesuole". chjrchitjédde; chjrchie, a lu - loc.avv.
chitre agg. "ghiacciato". "cerchio".
chjcá v.tr. "piegare": stu fjérre si l’àja chjumme s.m. "piombo": jé pesande
chjcá puórtele ra lu ferrare. "questo ferro cúm’a lu chiumme. "è pesante come il
se lo devi piegare portalo dal fabbro". piombo".
chjcatúre s.f. "piegatura": attjénde cúme chjuóte agg. "flemmatico, lento": jé
t’assjétte nu nge fá numunne re chjcatúre a nnùtele ca ce raje prèsscie, quidde jé
la unnèdde. "attenta come ti siedi non ci sèmbe accussì chjuóte. "è inutile che ci dai
fare molte piegature alla gonna". fretta, quello è sempre così lento". jé
chjchirchjóne s.m. "meliloto". bbuóne chjuóte, te face caré re bbrazze. "è
chjéche s.f. "piega"; dim. chjculèdde. flemmatico, ti fa cadere le braccia".
chjéchjere s.f. "scatto del dito medio chjuóve s.m. "chiodo"; chjuóve, cu li -
sulla fronte". loc.avv. "chiodato": pe ffóre vanne bbóne
re ścarpe cu li chjuóve, ma pe lu córse "prendi codesto tovagliolo che è caduto a
cèrte sciulate ca piglie!. "per la campagna terra non lo calpestare".
vanno bene le scarpe con i chiodi, ma per ciambóne s.f. "piede grosso"; pl.
il corso certe scivolate che prendo". ciambùne.
chjure v.tr. "chiudere". ciambòtte s.f. "minestrone di verdura".
chjuse a cchiave loc.avv. "sottochiave": ciambróne s.m. "scarpone"; pl.
se tràsene cristjàne strànje nd’a càsete àja ciambrúne.
tené tutte chiuse a cchiave. "se entrano ciambuótte s.m. "fanghiglia": nu
persone estranee in casa tua devi tenere mettènne li pjére nd'a ssu ciambuótte ca te
tutto chiuso a chiave". ndrjéche re ścarpe. "non mettere i piedi in
chjusùra lambe s.f. "cerniera lampo". quella fanghiglia, che ti sporchi le scarpe".
chjuvaríle agg. "piovoso": abbríle jé ciambuttjá v.intr. "sguazzare": quanne
chiuvaríle. "aprile è piovoso". funéve re chjòve cúme ce addecrjàveme a
chjuveddechjá v.intr. "piovigginare": jé ciambuttjá nd’a li pandane. "quando finiva
seccande stu tjémbe, quase ògne di piovere come ci ricreavamo a sguazzare
gghiuórne chjuveddechéja. "è seccante nelle pozzanghere".
questo tempo, quasi ogni giorno ciammarúche s.f. "lumaca"; dim.
pioviggina". ciammaruchèdde;.pl.ciammaruchjédde.
chjuvizze s.m. "chiodo della trottola". ciamuórje s.m. "raffreddore": ajére
chrille quaqquá v.tr. "chiamare il pegliàje fridde e óje tènghe lu ciamuórje.
maiale". "ieri presi freddo e oggi ho il raffreddore".
ciacce s.f. "carne, polpa". ciange s.f. "ciancia, moina, vezzo":
ciaccélle s.f. "ciccia": mé, a mmàmme quanne fanne re cciange a lu criature
màngete nu póche re ciaccélle accussì ndanne s'accujéte se no jé bbuóne
crisce gruósse gruósse. "su, a mamma chiangiulènde. "quando fanno i vezzi al
mangiati un pò di ciccia così cresci grande bambino allora si acquieta altrimenti è
grande". molto piagnone".
ciàcchete voce onom. "ciacche": e ciangjá v.tr. "vezzeggiare": lu ciangéjne
ciàcchete acciaccàje lu ścarrafóne ra fóre tròppe a qquiddu uaglióne, se vóle truvá
a la pòrte. "e ciacche schiacciai lo bbuóne ammalamènde ròppe. "lo
scarafaggio fuori la porta". vezzeggiano troppo a quel ragazzo, dopo si
ciacciùse agg. "polposo"; f. ciaccióse. troverà molto male".
ciaciuótte s.m. "ciccione": Currare jé ciangianjédde s.m. "fronzolo,
accussì ciaciuótte ca ngàleme quanne face maggiociondolo, ninnolo": cu quédda
la nghianáte re lu córse. "Corrado è così vèste tutta chjéna re ciangianjédde me
ciccione che si affanna quando fa la salita pare na pacchjàne. "con quel vestito tutto
del corso"; f. ciaciòtte. pieno di fronzoli mi sembra una donna del
ciambate s.f. "pedata, zampata": rjétte na volgo".
ciambate a la pòrte e s’apríje re bbòtte. ciangiúse agg. "vezzoso": me faje tuccá
"diedi una pedata alla porta e si aprì ad un li njérve quanne faje lu ciangiúse, sì ffatte
tratto". ciucce vjécchie e vaje truvánne mòsse. "mi
ciambe s.f. "zampa": andó métte sta fai innervosire quando fai il vezzoso, sei
ciambe nu ngrésce cchiù l'èrve. "dove fatto asino vecchio e vai trovando mosse";
metto questa zampa non cresce più l'erba"; f. ciangióse.
-re atte s.f. "piede di gatto"; -re ciucce s.f. ciappètte s.f. "gancetto".
"curva della strada Panni-Scalo"; -re ciaràule s.m. "serpaio": facéve lu
cavadde s.f. "curva della strada Panni- ciaràule l’ùteme re sètte figli o tutte
Scalo"; dim. ciambetèdde. maścule o tutte fémmene e se recéve ca nu
ciambjá v.tr. "calpestare": piglie ssu menéve muzzecáte ra re sjérpere. "faceva
salvjétte ca jé carute ndèrre nu lu ciambjá. il serpaio l'ultimo di sette figli o tutti
maschi o tutte femmine e si diceva che non Cifre s.m. "Lucifero": ròppe c'agghi
veniva morso dalle serpi". funute re ce raccundá lu fatte, Runate jé
ciàula s.f. "cornacchia": la pecciunére arrevendáte nu Cifre, nu lu putéveme
jéva chiéne re pecciune, ma re cciàule re mandené. "dopo che ho finito di
ścattujérne. "la piccionaia era piena di raccontarci il fatto, Donato è diventato un
colombi, ma le cornacchie le Lucifero, non lo potevamo mantenere".
disabituarono". ciglie s.m. "fitta, germoglio": agghi
ciaulavóccapèrte s.f. "ciarliero": sì sendute nu ciglie sótte a lu córe, ché sarrá
ppròpje na ciaulavóccapèrte, tjénete ssa uéje mà?. "ho sentito una fitta sotto al
cóse pe tté. "sei proprio un ciarliero, tieniti cuore, che sarà ehi mamma?".
queste cose per te". cime s.f. "vivagno".
ciauljá v.intr. "ciarlare": fegliò, trase cinde s.f. "cintura": sònghe tjémbe c'àja
rinde funisce re ciauljá e vjéne a còce sti strénge la cinde, ce vóle pacjénże. "sono
maccarúne ca se sònghe ndustáte sópe’a tempi che devi stringere la cintura, ci vuole
lu tumbagne. "figliola, entra finisci di pazienza".
ciarlare e vieni a cuocere questi cinge s.m.dim. "vestitino".
maccheroni che si sono rassodati sulla cinghe agg.num.card. "cinque" .
spianatoia". cinghecjénde agg. num. card.
ciavarre s.m. "giovenco". "cinquecento".
ciavatte s.f. "ciabatta": tenéve nu pare re cinguande agg.num.card. "cinquanta".
ciavatte tutte ścuffuláte. "teneva un paio di cìngule s.m. "bastoncino di pasta fresca".
ciabatte tutte sfondate". ciòcchere s.m. "ciocco"; pl. ciuócchere;
ciavattóne s.m. "ciabattone": jé nu dim. ciuccarjédde.
ciavattóne, ścarpe ścuffuláte, cauzùne ciòffe s.f. "fiocco".
ciónne s.f. "vulva".
strazzate, sèmbe ścammesáte. "è un ciste s.m. "cesta"; dim. cestjédde.
ciabattone, scarpe sfondate, pantaloni cità s.f. "città".
strappati, sempre scamiciato".
cibbùsse s.m. "gibus, cappello". citadenánże s.f. "cittadinanza": Vetucce
ciccecuótte s.m.pl. "ceci, fagioli, ròppe tand'anne s’'éja pegliate la
granturco lessi". citadenánże canatése. "Vito dopo tanti
cìccele s.m.pl. "pezzi di embrici, anni si è preso la cittadinanza canadese".
pezzettini di mattoni". citatíne s.m. "cittadino": Luveggíne ra
cicche pe la cape s.m. pl. "idee (strane quanne stá a Bbulògne jé arrevendáte
per la testa)": nu nde facènne mení li pròpje nu citatíne. "Luigi da quando sta a
cicche pe la cape, ca éo nun ne pòzze Bologna è diventato proprio un cittadino".
cchiù. "non ti far venire idee strane per la citte agg. "zitto": si v'agghia rice lu
testa, che io non ne posso più". cunde v’avíta stá tutte citte, n’adda fiatá
cicchetònne s.m. "ghirigoro, nesciune. "se vi devo dire il racconto vi
scarabocchio, sgorbio"; pl. cicchetuónne. dovete stare tutti zitti, non deve fiatare
cìcene s.m. "orcio": l'acque se mandéne nessuno"; -citte avv. "furtivamente,
fréśche nd'a lu cìcene. "l'acqua si mantiene sottovoce": citte-citte trasjétte nd'a la case
fresca nell'orcio". re nepùteme e citte-citte me n’ascjétte,
cicerevóve s.m. "scudiscio". "furtivamente entrai nella casa di mio
ciciarjédde s.m.pl. "strufoli". nipote e furtivamente me ne uscii". Adù, li
cìcule s.f. "cicciolo": quand'éja saprite fatte tuje re ssjéndene abbasce a lu chiane,
la pizze cu re cìcule, ate ché fèdde re vuó parlá citte-citte?. "Ada, i fatti tuoi li
carne!. "quanto è saporita la pizza con i sentono giù al piano, vuoi parlare
ciccioli, altro che fetta di carne!": sottovoce?".
ciucce s.m. "asino, cavalletto per sfenestráte s.m. "cielo liberatosi dalle
poggiare i tronchi da segare, somaro"; dim. nuvole".
ciucciarjédde; accr: ciuccióne; - cjénde agg.num.card. "cento".
presunduóse s.m. "persona presuntuosa". cjérre s.m. "cerro".
ciuccebbanghe s.m. "ultimo banco della cjérve s.m. "cervo".
classe". cjéuze s.m. "gelso (frutto albero)": fóre
ciuccégne manére, a la- loc.avv. "alla tenime ruje àrbele re cjéuze, une russe e
maniera dell'asino". n’ate janghe. "in campagna teniamo due
ciucciaríje s.f. "asineria": pe li alberi di gelso, uno rosso e un altro
sprupuósete ca rice te ne puó accòrge re la bianco".
ciucciaríje sója. "per gli spropositi che còcce s.f. "cranio, testa".
dice te ne puoi accorgere della sua còcche 1.agg.ind. "qualche"; 2.s.f.pl.
asineria". "senno": chè me staje a ddice, se vére ca
ciucciòtte s.m. "ciuccio, succhietto": nu ndjéne cchiù re còcche ngape. "che mi
mìttece lu ciucciòtte mmócche a Ferelúcce, stai a dire, si vede che non hai più il senno
nun me lu facènne cchiù ssènde re in testa".
chiange. "mettici il ciuccio in bocca a còccatu loc.avv.: "qualche altro"; f.
Fedele,. non me lo far sentire più di coccata; còccatrunáte loc.avv. : "qualche
piangere". altra persona"; còccheccóse agg.ind.
ciuche s.f. "moccio". "qualche cosa"; còccherúne pron.ind.
ciuculatíne s.f. "cioccolatino". "qualcuno".
ciuféche s.f. "roba puzzolente". cócchie s.f. "coppia".
ciumbe agg. "paralitico"; f. ciómbe. còcchiele s.f. "baccello, valva":
ciummenére s.f. "comignolo, fumaiolo": passámme nu bbèllu póche re tjémbe pe
lu vjénde c'à tterate stanòtte m’à fatte lluvá re ccòcchjele a li pesjélle.
ścarrupá la ciummenére. "il vento che ha "passammo un bel po‟ di tempo per
tirato questa notte mi ha fatto crollare il togliere i baccelli ai piselli".
comignolo"; se vére ca jé arruváte vjérne, còccò s.m. "uovo per il bambino".
vire quanda ciummenére càccene fume. "si còccóse pron.ind. "qualcosa"; dim.
vede che è arrivato l'inverno, vedi quanti còccusarèdde.
comignoli cacciano fumo". còce v.tr. "cuocere, scottare"; p.p. cuótte;
ciunghe agg. "cionco, paralitico": ché sì f. còtte; - lu córe v.tr. "seccare"; p.p.
ciunghe, àuzete e vá a abbuvurá la vacche cuótte lu córe.
ca téne séte. "che sei cionco, alzati e vai ad còchele s.f. "galla, ghianda sferica"; - re
abbeverare la mucca che ha sete"; f. l'uócchie s.f. "globo oculare".
ciónghe. codé s.m. "godè": a ffòrze s'èja vulute fá
ciuótte agg. "grasso, spesso"; f. ciòtte; la unnèdde a codè. "per forza si è voluta
dim.m. ciuttulílle; dim. f. ciuttulélle; li fare la gonna a godè".
mure re re ccase re prime jévene accussì còfene s.m. "tinozza per fare il bucato".
ciuótte, ca ce facévene li stipe a mmure. "i còglie v.tr. "cogliere": ruméneche ca
muri delle case di prima erano così spessi, véne avíma ìre a ccòglie re ppére ca se
che ci facevano gli stipi a muro". sònghe ammaturáte. "domenica che viene
ciurle s.m.pl. "capelli scarsi". dobbiamo andare a cogliere le pere che si
ciuvé avv. "cioè". sono maturate"; p.p. cuóvete; f. còvete.
cjéle s.m. "cielo"; -a pecurèlle s.m. còlabbròre s.m. "colabrodo".
"cirrocumulo": quanne vire lu cjéle a còlamaccaróne s.m. "colapasta".
ppecurèlle preparate l’umbrèlle. "quando còmmete agg. "comodo": assjéttete e
vedi il cirrocumulo preparati l‟ombrello; - statte còmmete ca nu nge ljéve ru mmangiá
asppagliaráte s.m. "cielo nuvoloso"; - ra nande. "siediti e stai comodo che non ci
togli il mangiare davanti".
cònde s.m. "conte". Corréa s.f. "Correa (contrada sulla strada
cóndralúce s.f. "controluce": staje per Santa Maria del Bosco, al di sotto) ".
cóndralúce nu nde véche bbuóne, trase ca còrve s.m. "legno a cui è cucito il basto".
vóglie veré chi sì. "stai controluce non ti cóse 1.s.f. "cosa"; dim. cusarèdde; 2.v.tr.
vedo bene, entra che voglio vedere chi "cucire"; p.p. cusute.
sei". còsse s.f. "gamba"; dim. cussulédde.
cóndrapíle s.m. "contropelo". cóteche s.f. "cotenna".
cóndratjémbe s.m. "fuori stagione". còtte s.m. "cappotto"; dim. cuttecjédde.
cóndravjénde loc.avv. "sottovento": cózzeche s.f. "crosta di una ferita,
arrípete a ssa supale accussì staje lattime": figlió, pulízzele bbuóne la cape a
cóndravjénde. "addopati a codesta siepe lu criature, se no se fanne re cózzeche.
così stai sottovento". "ragazza, puliscila bene la testa al
cóndravòglie avv. "controvoglia": vá a bambino, altrimenti si fa il lattime".
ffatjá, ma re cóndravòglie, le piacéve la craje avv. "domani"; -a lu juórne avv.
zuppa prónde!. "va a lavorare ma di "domani pomeriggio".
controvoglia, le piaceva la zuppa pronta". crajaròtte avv. "domani a otto";
cóndre prep. "contro". crajassére avv. "domani sera"; crajmatíne
còneche s.f. "colica". avv. "domattina": crajmatíne, vire ché àja
cónghe s.f. "tinozza di metallo". fá appríme, ca pó s'adda ìre a mmète, ru
cónghie v.tr. "compiere, finire": p.p. ggrane jé fatte. "domattina, vedi che devi
chinghiúte. fare prima, che poi si deve andare a
cónżacauráre s.m. "calderaio": appríme mietere, il grano è fatto".
chiamávene spisse lu cónżacauráre. crapare s.m. "guardiano di capre".
"prima chiamavamo spesso il calderaio". crape s.f. "capra"; dim.m. crapettjédde;
còppa-còppe avv. "superficialmente": pe dim.f. crapettèdde.
mmó la case pulízzele còppa-còppe, pó se crapecciuse agg. "capriccioso"; f.
ne parle a ruvutárle ra sóp'a ssótte. "per crapeccióse.
ora la casa puliscila superficialmente, poi crapicce s.m. "capriccio": Annúcce
se ne parla a rivoltarla da sopra a sotto". finalmènde s'éja luvate lu crapicce re fá nu
còppe s.f. "sèssola": cu la còppe piglie la viagge a l'Amèreca Bbóna. "Anna
farine nd'a lu sacche e mittammílle nd'a lu finalmente si è tolto il capriccio di fare un
sacchettúcce. "con la sèssola prendi la viaggio negli Stati Uniti".
farina nel sacco e mettimela nel sacchetto". crástele s.m. "ergastolo": culpévele re
còppele s.f. "berretto"; dim. cuppulíne. mecírje jé state cundannáte a lu crástele.
còrchje s.f. "arvicola": re ccòrchje "colpevole di omicidio è stato condannato
rannéggene tutte re ttèrre a ggrane. "le all'ergastolo".
arvicole danneggiano tutti i terreni a crenére s.f. "criniera": pe te mandené
grano". bbuóne sóp'a lu cavadde affèrrete a la
córe 1.s.f. "coda"; 2.s.m. "cuore"; -re crenére. "per mantenerti bene sopra al
bbéne, - loc.avv. "indulgente"; -re cane cavallo afferrati alla criniera".
agg. "duro di cuore"; -re sóreche s.m. crepá v.tr. "screpolare".
"piantaggine intermedia"; dim. curecjélle. crepacóre s.m. "crepacuore": a la
córecundènde s.m. "corcontento": màmme l'adda fá murí re crepacóre, ca la
córecundènde Ddíje l'ajùte. "corcontento respónne sèmbe ammalamènde. "alla
Dio l'aiuta". mamma la deve far morire di crepacuore
córele s.f. "schiena". che la risponde sempre malamente".
córre v.intr. "correre, perdere di crepamjénde nguórpe s.m. fig.
recipiente"; p.p. curse; f. córse; - apprjésse "rodimento; - re córe s.m. "crepacuore".
v.tr. "rincorrere". crepazze s.f. " cretto, ragade": n'ascènne
cu re mmane nfósse ra fóre a lu bbalecóne,
se no se fanne re crepàzze. "non uscire con crijóle s.f. "correggiola, stringa": re
le mani bagnate fuori al balcone altrimenti ccrijóle jévene cchiù ffòrte e cchiù
si fanno le ragadi". resestènde re li lacce. "le correggiole
crére 1.v.tr. "credere"; 2.s.m. "credo"; erano più forti e più resistenti dei lacci".
p.p. crerute. crìsce cri loc.avv. "augurare una buona
crerènże s.f. "credito": jé tròppe chine re crescita".
rjébbete e nu ndróve cchiù crerènże. "è cristjàne s.m. e f. "persona".
troppo pieno di debiti e non trova più crjá v.tr. "creare".
credito". crjànże s.f. "creanza": Chilómbe téne
crésce v.intr. "crescere, lievitare". bbóna crijànże me salute sèmbe quanne
crescènże s.f. "luna crescente": luna, me vére. "Colomba tiene buona creanza mi
luna nóve mineme quatte óve, minammílle saluta sempre quando mi vede".
nżine ca te fazze li tagliulíne, une a mmé, crjùse agg. "curioso".
une a tté e n'ate a lu figlie re lu rré. "luna cròcche s.m.fig. "gnocco, rebbio della
luna nuova, buttami quattro uova, forca, uomo curvato".
buttamele in grembo che ti faccio i cròcchie s.f. "capannello, crocchio":
tagliolini, uno a me, uno a te, e un altro al nnande a la Nnunżjàte stá na cròcchie re
figlio del re"; figlió, nu ngòglie li pupàjne cristjàne, jame a veré ché jé succjésse.
pe mètte a l'acite a la crescènże. "ragazza, "davanti all'Annunziata sta un capannello
non raccogliere i peperoni da mettere di persone, andiamo a vedere che è
sottaceto di luna crescente". successo".
crescetóre s.f. "lievito": vá ra cumma cróce s.f. "croce, gruccia per vestiti":
Marjùcce e fatte rá la crescetóre, ca appjénne l'àbbete a la cróce. "appendi
rumàne avima ammassá. "vai dalla comare l'abito alla gruccia per vestiti"; pl. cruce;
Maria e fatti dare il lievito che domani dim. crucètte.
dobbiamo panificare". cróne s.f. "corona": verjétte a zì
cresemá v.tr. "cresimare": a Ppanne Mecalíne nd'a la chjésje cu la cróne
appríme menéve a ccresemá li cristjàne lu mmane c'ammaccáve rusàrje. "vidi zia
Michelina nella chiesa con la corona in
Veśchéve re Bbuvíne e l'ascéveme nnande mano che recitava rosari".
mbrecessjóne a lu Castjédde. "a Panni cròneche agg. "cronico": aramáje la
prima veniva a cresimare le persone il malatíje jé revendáte cròneche, m’agghia
Vescovo di Bovino e gli andavamo sule abbetuá a lu rulóre. "ormai la malattia
incontro in processione al Castello". è diventata cronica, mi devo solo abituare
Crespegnàne s.f. "Crispignano (contrada al dolore".
nelle vicinanze di Santa Maria del Bosco,
al di sopra)". cròśchele s.f.pl. "chicchi di granturco
crespèlle s.f.pl. "dolce natalizio". arrostiti".
Créta janghe s.f. "Creta bianca (contrada cru-cru v.tr. "chiamare il piccione".
sulla strada per santa Maria del Bosco)". crucchè s.f. "crocchetta": a tatà le
cretògne s.f. "terreno cretaceo". piacévene li crucchè re rise, a mmé quidde
criature 1.s.m. "bambino"; 2.s.f. re patane. "a papà gli piacevano le
"creatura"; criature, re- loc.avv. crocchette di riso, a me quelle di patate".
"bambinesco"; dim.m. criaturjédde; f. Crucefìsse s.m. "Crocifisso": la sére re
criaturèdde. lu Ggiuverì Sande se pòrte mbrecessjóne
cricche s.f. "combriccola". lu Crucefìsse. "la sera del Giovedì Santo si
crìchele s.m. "gheriglio": rumbe la nóce porta in processione il Crocifisso".
e ramme li crìchele. "rompi la noce e crugnale s.m. "alchechengi".
dammi i gherigli". crunżale s.m. "goccia dalla grondaia".
crure agg. "crudo": vire ca ru ppane cucciute agg. "cocciuto": Fònże jé cchiù
c'àje accattáte jé crure e se nghiómme. cucciute re nu mule. "Alfonso è più
"vedi che il pane che hai comprato è crudo cocciuto di un mulo".
e appesantisce lo stomaco". cucènde agg. "cocente, rovente": nu
cruréle agg. "crudele". mbegliá la palètte mmane ca jé cucènde,
crurìgne agg. "crudigno". mó l'agghi luvate ra sóp'a la vambe. "non
crurìvele loc.avv. "di non facile cottura". prendere la paletta in mano che è rovente,
cruscè s.m. "uncinetto". ora l‟ho tolta da sopra alla fiamma".
crùśchele s.m. "fetta di pane tostato cucenjédde s.m. "picnic": cu re
condita con olio e sale. cumbagne facéveme lu cucenjédde a lu
crustate s.f. "crostata". chiane, lu juórne re Sandu Vite. "con le
cruste s.f. "gruma": accummjénże a compagne facevamo il picnic al piano, il
lluvá la cruste a la vótte, jé na fatía giorno di San Vito".
seccande. "comincia a togliere la gruma cucìvele loc.avv. "di facile cottura".
alla botte, è un lavoro seccante". cucuzzáre, a lu- loc.avv. "gioco delle
cuccavàje s.f. "civetta": la cuccavàje jé cucuzze".
n'aucjédde re malahúrje e quanne cande jé cucuzzjédde s.m. "zucchina".
cósa bbóna tuccá fjérre. "la civetta è un cuddare s.m. "collare (per arare), giogo
uccello di malaugurio e quando canta è per muli, collare (finimento del cavallo da
cosa buona toccare ferro". tiro)".
cucce s.m. "coniglio, cuccia": vá piglie cuffjá v.tr. "gabbare".
nu cucce nd'a la stadde, accírele ca ce lu cufunatúre s.m. "culo grosso".
mangiame musére cu ddòje patane. "vai a cuglie s.f. "scroto".
prendere un coniglio nella stalla, cugne s.m. "cuneo".
ammazzalo che ce lo mangiamo stasera cugnètte s.m. e f. "persona vivace e
con due patate"; Ndò, àje vòglie a ddice "a intraprendente".
ccucce" a lu cane, quidde nu nże mígliche cujéte s.f. "quiete": sulamènde lundane
pe nnjénde. "Antonio, hai voglia a dire "a ra la cità se póte truvá la cujéte.
cuccia" al cane, quello non si muove per "solamente lontano dalla città si può
niente"; -cucce agg. "mogio-mogio": ròppe trovare la quiete".
ca me respunníje ammalamènde nu nge culá v.tr. "colare": ru llatte c'à ppurtate
salutàmme cchiù, pó me lu verjétte re mení la lattare, appríme re lu vódde l'àja culá.
cucce-cucce. "dopo che mi rispose "il latte che ha portato la lattaia prima di
malamente non ci salutammo più, poi me bollirlo lo devi colare".
lo vidi venire mogio-mogio". culazzjóne s.f. "colazione": facime
cùccheme s.f. "cuccuma". culazzjóne e ppó chiane chiane ce ne jame
cucchiaráte s.f. "cucchiaiata": míttece fóre a zzappá la vigne. "facciamo
n'ate quatte o cinghe cucchiaráte re paste colazione e poi piano piano ce ne andiamo
a ttubbètte, mèglie ca la rròbbe rèste, no in campagna a zappare la vigna".
ca ce vóle. "mettici altre quattro o cinque cule s.m. "culo"; -a pòppe s.m. "culo
cucchiaiate di ditalini, meglio che la roba sporgente".
resta, non che ci vuole". culecá v.tr. "coricare": me cóleche nd'a
cucchiàra s.f. "cazzuola, mestola"; dim. stu ljétte cu la Marònne mbjétte, éo vache
cucchiarèdde: "piccola cazzuola, pe durmí stache a pperícule re murí, éo
cucchiaio di legno, mestolo, cucchiaia". sacce la culecáte nu nżacce l'auzate,
cucchiàre s.m. "cucchiaio"; dim. quest'àneme míje te sì raccumannáte. "mi
cucchiarjédde. corico in questo letto con la Madonna in
petto, io vado per dormire sto a pericolo di
morire, io so la coricata non so l'alzata,
quest'anima mia ti sia raccomandata".
Culèdde s.f. "Colella (contrada al di culpevéle agg. "colpevole".
sotto della Chiesa della Madonna del cultevá v.tr. "coltivare": sta nżénghe re
Bosco)". tèrre l'àja cultevá a uórte, tande l'acque la
culère s.f. "colera": cu lu culère tjéne. "questo pò di terreno lo devi
murjérne tanda cristjàne. "con il colera coltivare a orto, tanto l'acqua la tieni".
morirono tante persone". culture s.f. "coltura".
culèreche agg. "mesto": stá culèreche a culunnèlle s.m. "colonnello".
mmórte, chisà ché l'éja succjésse e nu ru culunnètte s.f. "comodino": nd'a la
vvóle rice. "sta mesto a morte, chissà che culunnètte vucíne a tté stanne li pínnele pe
gli è successo e non lo vuole dire". lu male re cape, pigliammílle. "nel
culíbbrie s.m. "equilibrio": à pperdute lu comodino vicino a te stanno le pillole per
culíbbrie e jé azzuppáte ndèrre. "ha il mal di testa, prendimele".
perduto l'equilibrio ed è stramazzato". cumanná v.tr. "comandare".
culídde s.m. "pannolino per bambino cumannamènde s.m. "comandamento":
piegato in quattro". tu ca vaje a la urtíne, saje quande sònghe
culíne s.m. "colino". li cumannamènde?. "tu che vai alla
cullabburá v.intr. "collaborare": pe ffuní dottrina,sai quanti sono i comandamenti?".
cchiù prjéste stu lavóre, avíma cullabburá cumbagne s.m. "compagno"; dim.m.
tutte quande nżjéme. "per finire più presto cumbagnjédde; f. cumbagnèdde.
questo lavoro, dobbiamo collaborare tutti cumbagníje s.f. "compagnia".
quanti insieme". cumbanágge s.m. "companatico".
cullane s.f. "collana". cumbanjá v.tr.fig. "amministrare
cullarètte s.m. "colletto inamidato della equamente il companatico".
camicia". cumbare s.m. "compare, padrino": m'à
cullasse s.m. "collasso": Peppenjélle ffatte ra cumbare re matremònje e ra
avíje nu cullasse e pe ppóche nu nge ndanne ce sime sèmbe respettáte. "mi ha
lassàje la pèdde. "Giuseppe ebbe un fatto da compare di matrimonio e da allora
collasso e per poco non ci lasciò la pelle". ci siamo sempre rispettati".
cullègge s.m. "collegio". cumbarènże s.f. "comparsa": te l'avésse
cullehá v.tr. "collegare": culléhete cu vulùte fá veré ché bbèlla cumbarènże à
ffràtete cu lu telafóne e ssjénde ché ddice. ffatte mmjézze a nnuje. "te l'avrei voluto
"collegati con tuo fratello con il telefono e far vedere che bella comparsa ha fatto in
senti che dice". mezzo a noi".
culléhe s.m. e f. "collega". cumbarí v.intr. "comparire, far bella
cullètte s.m. "colletto": Arcuméje
figura": mó c'accummènże a cumbarí lu
nunn'ascéve maje ra la case sènże lu sóle ce ne jame a assulacchjárce a lu
cullètte janghe e mbusumáte. "Archimede Castjédde. "ora che incomincia a
non usciva mai dalla casa senza il colletto comparire il sole ce ne andiamo a
bianco e inamidato". soleggiarci al Castello"; p.p. cumbarse.
cullucá v.tr. "collocare": l'ànne cullucáte cumbarjédde s.m. "figlioccio".
a repuóse, mó si ca se póte uré la vite si lu cumbarízzje s.m. "comparatico": cúme
Segnóre l'ajùte. "l'hanno collocato a nu ru ssapive ca ndra nuje ce stá lu
riposo, ora si che si può godere la vita se il cumbarízzje? E nno ra mó ma ra mmane a
Signore l'aiuta". tataránne!. "come non lo sapevi che tra noi
culme s.m. "stoppia per capanna". ci sta il comparatico? E non da ora ma dai
culóre 1.s.m. "colore"; 2. agg. "colorito": tempi di nonno!".
Marònna míje ché culóre janghe ca tjéne! cumbassatóre s.m. "agrimensore".
Ché te face male lu stòmmeche?. cumbassjóne s.f. "compassione": me
"Madonna mia che colore bianco che tieni! facéve cumbassjóne, e l'agghi rate ruje
Che ti fa male lo stomaco?"; pl. culure.
sòlete pe se ìre a accattá ru ppane. "mi cumbluttá v.tr.intr. "complottare": ànne
faceva compassione, e gli ho dato due cumbluttáte cóndre re mé, ma éo l'agghi
soldi per andarsi a comprare il pane". perdunáte tutte quande. "hanno
cumbatte v.intr. "combattere": li suldate complottato contro di me, ma io li ho
nuóstre jérne a cumbatte pùre a l'Afreche. perdonati tutti quanti".
"i nostri soldati andarono a combattere cumbòste s.f. "peperoni sottaceto".
pure in Africa". cumbratóre s.m. "compratore,
cumbattènde agg. "combattente": acquirente"; pl. cumbratúre.
Vetucce fóje cumbattènde nd'a l’ùtema cumbrènżìbbele agg. "comprensibile":
uèrre mundjàle. "Vito fu combattente quédde ca rice jé cumbrènżìbbele, ma nu
nell'ultima guerra mondiale". nge pòzze fá njénde. "quello che dici è
cumbená v.tr. "combinare": óje lu comprensibile, ma non ci posso fare
tjémbe jé state sèmbe chiuvaríle e nu niente".
nż'éja putute cumbená njénde. "oggi il cumbrenżjóne s.f. "comprensione": se
tempo è stato sempre piovoso non si è
potuto combinare niente". nu nge stá cumbrenżjóne, jé nnùtele a
cumbenazzjóne s.f. "combinazione": jé pparlá. "se non ci sta comprensione, è
state na bbèlla cumbenazzjóne ca t'agghi inutile parlare".
ngundráte pe te rice stu fatte. "è stata una cumbriquele s.f. "combriccola": quiddi
bella combinazione che ti ho incontrato per uagliúne avévene furmate na cumbriquele
dirti questo fatto". e ne facévene re tutte li culure. "quei
cumbenetrá v.tr. "compenetrare". ragazzi avevano formato una combriccola
e ne facevano di tutti i colori".
cumbenżáte s.m. "compensato". cumbrumésse s.m. "compromesso":
cumbènże s.m. "compenso". cambe re cumbrumésse sacce cúme face.
cumbète v.intr. "competere": nesciune "vive di compromessi non so come fa".
póte cumbète cu idde, tutte lu làssene ìre. cumbrumétte v.tr. "compromettere": nun
"nessuno può competere con lui, tutti lo me cumbrumétte ca tènghe quatte figli ra
lasciano andare". rá a ccambá. "non mi compromettere che
cumbiatí v.tr. "compatire". tengo quattro figli da dare a campare".
cumbjéte s.f. "compieta (ultima ora cumburtamènde s.m. "comportamento".
canonica)". cúme avv. "come": mange cúme a nu
cumbjétte s.m. "confetto". lupe, statte attjénde ca t'affuóche. "mangi
cumblecá v.tr. "complicare": nu come un lupo, stai attento che ti affochi"; -
ngumplecánne cchiù re cóse re cúme se métte s.m. "cognome": me l'ànne
sònghe cumblecáte ggià. "non complicare presendáte ajére mmjézze a la strare, ma
più le cose di come sono già complicate". n'agghi capite cúme se métte. "me l‟hanno
cumblemènde s.m. "complimento": nu presentato ieri in mezzo alla strada, ma
nfacíte cumblemènde, mangiate quédde ca non ho capito il cognome".
vulite. "non fate complimenti, mangiate cumetive s.f. "comitiva": sta staggióne
quello che volete". agghi viste a lu Castjédde na cumetive re
cumblemjénde s.m.pl. "dolci offerti dagli furastjére, attasce ra ndó sònghe menute!.
sposi". "quest'estate ho visto al Castello una
cumbletá v.tr. "completare". comitiva di forestieri, chissà da dove sono
cumbliànne s.m. "compleanno": craje venuti!".
festéjne lu cumbliànne re Rumíneche, cumízzje s.m. "comizio": l'ata sére vénne
jàtece se no s’uffènne. "domani nu reputáte a tené nu cumízzje abbasce a
festeggiano il compleanno di Domenico, la tavèrne. "l'altra sera venne un deputato a
andateci altrimenti si offende". tenere un comizio giù alla taverna".
cummare s.f. "comare, madrina": vuó che ti dico questo fatto non ti devi
sapé chi m'à ffatte la cummare re commuovere"; p.p. cummòsse.
créseme? Zíjme, la sóre re mamme. "vuoi cummuvènde agg. "commovente".
sapere chi mi ha fatto la comare di cumò s.m. "comò": stipe sse ccarte nd'a
cresima? Mia zia, la sorella di mamma". lu prime terratúre re lu cumò, ca ndó l'ate
cummarèdde s.f. "figlioccia". stanne re lenżóle. "conserva queste carte
cummatte v.tr. "avere a che fare con nel primo cassetto del comò, che nell'altro
qualcuno o qualcosa". ci stanno le lenzuola".
cummeletà s.f. "comodità": nu nd'àja cundá v.tr. "contare": re vvòte ca me sì
spacenżjá pe nnjénde cu tutte ste menute a truvá, se puónne cundá sóp'a re
cummeletà ca tjéne. "non ti devi ddéte. "le volte che mi sei venuto a trovare,
spazientire per niente con tutte queste si possono contare sulle dita".
comodità che tieni". cundabbeletà s.f. "contabilità": pe ttené
cummènde s.m. "convento": tanda bbuóne quéssa cundabbeletà t'àja
tjémbe fá ce stéve lu cummènde cu li scervellá numunne. "per tenere codesta
muónece vucine a la chjésje re la Marònne contabilità ti devi scervellare molto".
re lu Vòśche, mó jé abbandunáte. "tanto cundagge s.m. "contagio".
tempo fa ci stava il convento con i monaci cundale s.m. "quintale, misura di peso da
vicino alla chiesa della Madonna del Kg. 100".
Bosco, ora è abbandonato". cundande agg. e s.m. "contante":
cummení v.intr. "convenire". ngraziarDdíje m'ànne pahate ngundande,
cummenjénże s.f. "convenienza": stache st’argià me servévene pròpje. "grazie a
Dio mi hanno pagato in contanti, questi
citte pe cummenjénże, se no chi me soldi mi servivano proprio".
mandenésse a ddice quédde ca sacce. "sto cundandézze s.f. "contentezza".
zitto per convenienza, altrimenti chi mi cundanná v.tr. "condannare".
manterrebbe a dire quello che so". cundànne s.f. "condanna".
cummersá v.intr. "conversare". cundatíne s.m. "contadino".
cummersazzjóne s.f. "conversazione". cundatóre s.m. "contatore".
cummétte v.tr. "commettere": ché me cunde s.m. "conto, fatto, racconto": mó
vuó fá cummétte n’umecírje. Agghi véne Natale facime re ppéttele e cartellate,
pacjénże, vattinne ljévete ra nande a ce re mmangiáme cu lu musse unde, ròppe
l’uócchie míje. "che mi vuoi far Natale facime li cunde. "ora viene Natale
commettere un omicidio? Abbi pazienza, facciamo le frittelle e cartellate, ce le
vattene, levati davanti ai miei occhi". mangiamo con il muso unto, dopo Natale
cummíche pron.pers. "meco". facciamo i conti"; dim. cundecjédde.
cummínge v.tr. "convincere": cu re cundegnúse agg. "contegnoso": nun
pparóle nu me cummínge, ce vuónne li facènne lu cundegnúse ca qquá stame ndra
fatte. "con le parole non mi convinci, ci nuje. "non fare il contegnoso che qui
vogliono i fatti"; p.p. cummínde. stiamo fra noi".
Cummùne s.m. "Comune, Municipio": cundemblá v.tr. "contemplare".
appríme lu Cummùne stéve nd'a lu viche cundènde agg. "contento": cundènde
ca parte ra li quatte candune e arrive a la idde, cundènde tutte. "contento lui,
chiazze re sópe. "prima il Comune stava contenti tutti".
nel vicolo che parte dai quattro cantoni e cundenuá v.tr. "continuare".
arriva alla piazza di sopra". cundésse s.f. "contessa".
cummunecá v.tr. "comunicare". cundezzjóne s.f. "condizione": nunn'éja
cummuóve v.tr. "commuovere": mó ca te ngundezzjóne re fá ssu lavóre, nunn'éja
riche stu fatte nu nd'àja cummuóve. "ora capace. "non è in condizioni di fare questo
lavoro, non è capace".
cundíneve agg. "continuo": la fatía cunfàrse v.rifl. "confarsi": quisse mòde
cundíneve, stracche. "il lavoro continuo, ca tjéne nu nże cunfànne a nnuje. "codesti
stanca"; cundíneve, re- loc.avv. modi che tieni non si confanno a noi".
"continuamente". cunfenánde p.pr. e agg. "confinante".
cundrabbánde s.m. "contrabbando": à cunferá v.tr. "confidare": statte attjénde,
vennute quédda rròbbe re cundrabbánde. nu nde cunferá cu Marjùcce ca jé
"ha venduto quella roba di contrabbando". vóccapèrte. "stai attento non ti confidare
cundracambjá v.tr. "contraccambiare": a con Maria che è una persona che ridice
lu mumènde nu nżacce cúme agghia tutto ciò che ha visto e sentito".
cundracambjá nu favóre gruósse ca m'à cunferènże s.f. "confidenza": nu ndènne
ffatte. "al momento non so come devo cunferènże a Mengúcce se no se piglie la
contraccambiare un grosso favore che mi mane cu tutte lu vrazze. "non dare
ha fatto". confidenza a Domenico altrimenti si
cundraddíce v.tr. "contraddire": l'àdda prende la mano con tutto il braccio".
sèmbe cundraddíce, maje na vóte ca lu rá cunfermá v.tr. "confermare": pe
raggióne. "lo deve sempre contraddire, cunfermá ca vjéne fàmmele sapé ndjémbe.
mai una volta che gli dà ragione". "per confermare che vieni fammelo sapere
cundraffá v.tr. "contraffare": à in tempo".
cundraffátte la firme re lu patre e mó cunfessiuníle s.m. "confessionale":
quiddu puverjédde se tróve cu re spadde a appríme nd'a la chiésje re Panne ce
lu mure. "ha contraffatto la firma del padre stévene quatte cunfessiuníle". "prima nella
e ora quel poveretto si trova con le spalle chiesa di Panni ci stavano quattro
al muro". confessionali".
cundrare s.f. "contrada". cunfessóre s.m. "confessore".
cundrarjá v.tr. "contrariare". cunfjétte s.m. "confetto"; dim.
cundràrje agg. "contrario": pó féce ru cunfettjélle.
ccundràrje re quande avéve ritte. "poi fece cunfìne s.m. "confine": pe vveré bbuóne
il contrario di quanto aveva detto". lu cunfìne avima métte re termenére. "per
cundrattá v.tr.intr. "contrattare". vedere bene il confine dobbiamo mettere i
cundrattjémbe s.m. "contrattempo". cippi terminali".
cundravenżjóne s.f. "contravvenzione": cunfìtte s.m. "convitto": l'ànne misse
jttàje na nżénghe re munnézze ra fóre, nd'a lu cunfìtte, sòlete spjénnene, ma sule
passàje lu uàrdje e me féce la accussì stanne spenżeráte. "l‟hanno messo
cundravenżjóne. "buttai un pò nel convitto, soldi spendono, ma solo così
d‟immondizia all'esterno, passò la guardia stanno spensierati".
e mi fece la contravvenzione". cunfónne v.tr. "confondere": statte citte
cundrebbuí v.intr. "contribuire": avima e nun me cunfónne cu qquésse chiacchjére.
cundrebbuí tutte quande, se no la féste "stai zitto e non mi confondere con queste
nunn'arrjésce bbóne. "dobbiamo chiacchere".
contribuire tutti quanti, altrimenti la festa cunfrónde s.m. "confronto".
non riesce bene". cunfrundá v.tr. "confrontare,
cundróre s.f. "meriggio, primo incocciare": àja cunfrundá sti rucumènde e
pomeriggio": a la cundróre nunn'àja fatjá, vire ca sònghe tutteèdduje taléccquále.
ma t'àja repusá. "al primo pomeriggio non "devi confrontare questi documenti e vedi
devi lavorare, ma ti devi riposare". che sono ambedue identici".
cundrullá v.tr. "controllare". cunfurtá v.tr. "confortare".
cunduórne s.m. "contorno". cunfuse agg. "confuso".
cunésse s.f. "nespola (colpo), cungegná v.tr. "congegnare": l’ànne
scorreggia". sapute cungegná ssa pazzíje quase quase
me l’ammuccáve. "l‟hanno saputo Panne face cungiérte mmjézze a la chiazze.
congegnare bene questo scherzo, quasi "alle feste patronali la banda di Panni fa il
quasi me lo credevo". concerto in mezzo alla piazza".
cungeljá v.tr. "conciliare": quanne cunglusjóne s.f. "conclusione": mó
m’assètte vucine a lu fucuríle la vambe me meníme a la cunglusjóne, vjéne o nun
cùngílje lu suónne. "quando mi siedo vjéne a mangiá cu nnuje?. "ora veniamo
vicino al focolare la fiamma mi concilia il alla conclusione. vieni o non vieni a
sonno". mangiare con noi?".
cungendrá v.tr. "concentrare": stàteve cungòrdje s.f. "concordia": stéve na
citte ca pe ffá stu lavóre m’agghia cungòrdje nd’a quédda famíglie ca
cungendrá. "statevi zitti che per fare t’ascève lu jate!. "stava una concordia in
questo lavoro mi devo concentrare". quella famiglia che ti veniva la voglia!".
cungepí v.tr. "concepire". cungórse s.m. "concorso".
cungerá v.tr. "congedare": ròppe cungréha s.f. "congrega": a Ppanne ce
receròtte mise re suldate mó l’ànne stá la cungréha re lu Sacramènde. "a
cungeráte. "dopo diciotto mesi di soldato Panni ci sta la congrega del Sacramento".
l‟hanno congedato". cunguíste s.f. "conquista": Ndenjùcce jé
cungére s.m. "congedo". nu bbèllu uaglióne cu l’uócchie a la
cungertá v.tr. "concertare". frecagnóle e nu nge mànghene re
cungertíne s.m. "concertino": a lu cunguíste. "Antonio è un bel ragazzo con
spusalízzje re Mariianníne chiamárene gli occhi maliziosi e non ci mancano le
tutteèdduje li cungertíne. "allo sposalizio conquiste"
di Marianna chiamarono ambedue i cungurdá v.tr. "concordare".
concertini". cùnnele s.f. "culla": lu criature l’àja
cungèsse p.p. "concesso": ammésse e nu abbetuá a stá nd’a la cùnnele no mbrazze
ngungèsse ca rice la veretà e chi te vóle se no li suvrízzje chi te re face?. "il
crére?. "ammesso e non concesso che dici bambino lo devi abituare a stare nella culla
la verità e chi ti vuole credere?". non in braccio altrimenti i servizi chi te li
cungètte s.m. "concetto": re l’amecízzje fa?"; cùnnele, a la- loc.avv. "ripiglino".
tója n’agghia avute sèmbe nu bbuóne cunnescénne v.intr. "condiscendere": nu
cungètte. "della tua amicizia non ho avuto ngunnescénne a quédde ca te rice nepútete
sempre un buon concetto". ca te truóve mmjézze a li mbruóglie. "non
cunghe s.m.pl. "pasta fatta in casa condiscendere a quello che ti dice tuo
(linguaggio dei bambini)". nipote che ti trovi in mezzo agli imbrogli".
cunghiùre v.tr. "concludere": parlame e cunnètte v.tr. "connettere": quann’é ca
pparlame ra tanda tjémbe sènża cunghiùre parle n’arrjésce a cunnètte pròpje pe
njénde. "parliamo e parliamo da tanto nnjénde. "quand‟è che parli non riesci a
tempo senza concludere niente"; p.p. connettere proprio per niente".
cunghiute. cunnumíje s.f. "economia": se vulime ìre
cungiliatóre s.m. "conciliatore": pàtreme nnanże avima fá sule cunnumíje. "se
avíje la nnòmene re cungiliatóre pe vogliamo andare avanti dobbiamo fare
òtt’anne. "mio padre ebbe la nomina di solo economia".
conciliatore per otto anni". cunvessá v.tr. "confessare".
cungìme s.f. "concime". cunvjétte s.m. "confetto".
cungiùre s.f. "congiura": jé na cungiùre cunżá v.tr. "condire"; p.p. cunżate.
cóndre re nuje, ma ché ve site ammattúte?. cunżacrá v.tr. "consacrare".
"è una congiura contro di noi, ma che vi
siete ammattiti?". cunżapévele agg. "consapevole": jé
cungjérte s.m. "concerto, corredo da cunżapévele re l’arróre suje ma nu re
letto": a re ffiéste patrunále la bbande re vvóle rá a ccapí a l’atu frate. "è
consapevole del suo errore ma non lo uóglie. "nel periodo della guerra
vuole dare a capire all‟altro fratello". funzionava il consorzio per la raccolta del
cùnże s.m. "pila di fiscoli sotto la grano, granturco, e olio".
pressa". cunżuhuènże s.f. "conseguenza".
cunżederá v.tr. "considerare": prime re cunżulá v.tr. "consolare".
te métte rinde a quéssa setuazzjóne àja cunżultá v.tr. "consultare": nun facènne
cunżederá ru bbuóne e ru triste. "prima di a ccapuócchie t’àja appríme cunżultá cu
metterti dentro a questa situazione devi màmmete e ffràtete. "non fare a casaccio ti
considerare il buono e il triste". devi prima consultare con tua madre e tuo
cunżegliá v.tr. "consigliare". fratello".
cunżégne s.f. "consegna". cunżumá v.tr. "consumare"; p.p.
cunżendí v.intr. "consentire". cunżumáte.
cunżènże s.m. "consenso": Marjètte cunżume s.m. "consumo": si nu nże
ròppe c’avíje lu cunżènże ra li ggenitúre, mandène lu cunżùme, s’appezzendísce
se spusàje cu Marcúcce. "Maria dopo che prjéste. "se non si mantiene il consumo,
ebbe il consenso dai genitori, si sposò con s'impoverisce presto".
Marco". cunżuóle s.m. "consolo": nu me creréve
cunżèrve s.f. "conserva, salsa (al ca sòremacucíne me purtave lu cunżuóle,
pomodoro)": cummà, la cunżèrve re s’éja pegliate tanda fastirje. "non mi
pumberóre, la fazze assucá nd’a re credevo che mia cugina mi portava il
spasètte a lu sóle, lu mbicce jé ca spisse consolo, si è presa tanto fastidio".
s’adda ruvutá. "comare, la conserva di cuócce s.m. "coccio"; -melóne s.m.
pomodoro la faccio asciugare nei piatti "testa calva"; -re la munnézze s.m.
grandi al sole, il fastidio è che spesso si "pattumiera"; -vjécchie s.m.pl. "anticaglia";
deve girare". dim. cuccetjédde.
cunżiglie s.m. "consiglio": mó vatte cuócchile 1.s.m. "guscio"; 2.s.m.pl.
cùleche, craje me raje na respòste ca la "soldi"; s.f.pl. còcchile.
nòtte pòrte cunżiglie. "ora vai a coricarti, cuóciammílle loc.avv."cucinameli".
domani mi dai una risposta che la notte cuódde s.m. "collo"; -re lu pére s.m.
porta consiglio". "caviglia": Chilómbe s’éja surrutáte lu
cuódde re lu pére mangíne, carènne pe re
cunżime s.m. "condimento": sóp’a li
ścale. "Colomba si è slogata la caviglia
maccarúne mìttece assàje cunżime ca me sinistra cadendo per le scale".
vòglie alleccá li bbaffe "sui maccheroni
mettici assai condimento che mi voglio cuónże s.m. "misurino d‟olio nel
leccare i baffi". frantoio".
cuóppe s.m. "calta, cartoccio": me
cunżiste v.intr. "consistere": allecuórdete rialàrene nu cuóppe re cerase, jévene re
ca lu lavóre nuóste cunżiste c’avima zappá pprime, re pegliàje aggradíte. "mi
ra la matine a la nèura sére. "ricordati che regalarono un cartoccio di ciliegie, erano le
il nostro lavoro consiste che dobbiamo prime, le gradii"; -re gelate s.m. "cono
zappare dalla mattina alla notte fonda"; gelato"; dim. cuppetjédde; dim. cuppetjédde
p.p. cunżestùte. re gelate.
cunżóle s.f. "consolle". cuórje s.m. "cuoio, pelle coriacea": téne
cunżòrte s.m. "consorte". lu cuórje tuóste, mmjate a idde. "tiene la
pelle coriacea, beato lui".
cunżòrzje s.m. "consorzio": nd’a lu cuórne s.m. "corno"; sf.pl. ccòrne; dim.
perjéte re la uèrre funżiunáve lu cunżòrzje curnidde, curnecjédde.
pe la raccòvete re ggrane, ggranerínje e cuórpe s.m. "corpo, pancia, tronco".
Cuórpesdòmene s.m. "Corpus Domini". ne care a ppjézze?. "il cornicione è
cuórve s.m. corvo. disfatto, non vedi che se ne cade a pezzi?".
cuózze s.m. "dorso occhio dell‟accetta, curnice s.f. "cornice".
costola di un coltello, gobba". curnute agg. "cornuto".
cupaggiá v.tr. "equipaggiare": staje curpètte s.m. "corpetto".
cupaggiáte bbuóne andó àja ìre a spalá la curre curre loc.avv."corri corri".
néve?. "stai molto equipaggiato dove devi currègge v.tr. "correggere": lu majéste
andare a spalare la neve?". m’adda currègge lu téme, puó èsse c’agghi
cupe 1.s.m. "alveare"; pl. cùpere: lu nu vóte bbuóne. "il maestro mi deve
mméle l’accattáje ra Petrúcce ca tène fóre correggere il tema, può essere che ho un
numunne re cùpere. "il miele lo comprai buon voto"; -, nu nże póte- loc.avv.
da Pietro che tiene in campagna molti "incorreggibile".
alveari"; 2.s.f. "Valle Cupa (contrada sulla curréje s.f. "cinghia".
strada per i Salaconi)". currènda lètteche s.f."corrente elettrica".
cupèrte s.f. "coperta"; -re péle re currènde s.m. e agg. "corrente": míttele
cunìglie s.f. "coperta di lana": dim. a ccurrènde re tutte, sule accussì se póte
cupertèdde. recide. "mettilo a corrente di tutto, solo
cupetáre s.m. "venditore di torrone". così si può decidere".
cupéte s.f. "torrone". currespónne v.intr. "corrispondere": stu
cupjá v.tr. "copiare". rulóre a lu pjétte currespónne addréte a re
cupjérchie s.m. "cocchiume ,coperchio"; spadde. "questo dolore al petto corrisponde
dim. cuperchjédde. dietro alle spalle".
cuppetjélle s.m. "farfara". curréte s.m. "corredo".
cuppine s.m. "ramaiolo"; dim. currettézze s.f. "correttezza": à ttenute la
cuppenjédde. currettézze re me nvetá, ma nu nge pòzze
cuppulécchie s.f.dim. "cuffietta". ìre a la fèste. "ha tenuto la correttezza di
cuppulóne s.m. "peperone grosso". invitarmi, ma non ci posso andare alla
curadde s.m. "corallo". festa".
curagge s.m. "coraggio": avima avé curretúre s.m. "corridoio".
curagge p’affrundá ògne ccóse bbèlle o currjére s.f. "corriera": stammatíne
bbrutte. "dobbiamo avere coraggio per stévene póche persune abbasce a la
affrontare ogni cosa bella o brutta". tavèrne a aspettá la currjére, l’ate jévene
curaggiúse agg. "coraggioso": n’agghi nghianate a lu Castjédde. "stamattina
viste a nnesciune accussì curaggiúse stavano poche persone giù alla taverna ad
cúm’a tté. "non ho visto nessuno così aspettare la corriera, gli altri erano saliti al
coraggioso come te". Castello".
curàtele s.m. "massaio". currígge v.tr. "correggere una persona".
curdèlle s.f. "cordicina". curríve p.p. e agg. "deluso": jé rumaste
curdóne s.m. "cordiglio, cordone"; dim. curríve pecché nunn’éja arruváte pe
curdungíne. pprime a la córse. "è rimasto deluso
curjàndele s.m. "coriandolo". perché non è arrivato per prima alla corsa".
curine s.m. "groppiera". currómbe v.tr. "corrompere".
curiusá v.intr. "curiosare": fatte li fatte curte agg. "corto".
tuje, nu menènne a curiusá nd’a la case curteddáte s.f. "coltellata".
nòste. "fatti i fatti tuoi, non venire a curtèdde s.f. "coltella".
curiosare nella nostra casa". curteddjá v.tr. "accoltellare".
curnate s.f. "cornata". curteggiá v.tr. "corteggiare".
curnecióne s.m. "cornicione": lu curtéhe s.m. "corteo": quanne spusárene
curnecióne jé sfrabbecáte, nun vire ca se Ggenuvèffe e Ddiaróre, lu curtéhe jéva
luónghe ra vucine a l’arche a li quatte
candune. "quando si sposarono Genoveffa costituzione debole, si deve stare attenta al
e Teodoro il corteo era lungo da vicino freddo".
all‟arco ai quattro cantoni". custjóne s.f. "questione": luvame ra
curtellácce s.m. "squartatoio". mjézze la custjóne e rrestame amice
curtesíje s.f. "cortesia": pe curtesíje, cúm’appríme. "togliamo di mezzo la
famme parlá appríme a mmé e pó me rice questione e restiamo amici come prima".
quédde ca vuó. "per cortesia, fai parlare custòre s.m. (fig.) custode".
prima me e poi mi dici quello che vuoi". custringe v.tr. "costringere": nu lu pòzze
curtjédde s.m. "coltello, trincetto (arnese custringe, se vóle mení àdda mení ra sule.
del calzolaio)"; -a ścatte s.m. "coltello a "non lo posso costringere, se vuole venire
serramanico"; -tagliate, a- loc.avv. "ai ferri deve venire da solo".
corti"; dim. curteddúzze. custruí v.tr. "costruire": s’ànna custruí
curunáre s.f. "donna sfaccendata e paricchie case e ché se vère la víje?. "si
perditempo". devono costruire parecchie case e che si
curunjá v.intr. "andare in giro". vede la via?".
curvache s.f. "cloaca". custurí v.tr. "custodire": s’adda custurí
cuscenáte s.f. "guancialata": frate míje la case quanne manghe lu padróne. "si
se nu nde stàje fitte, te ścaffe na cuscenáte deve custodire la casa quando manca il
ngape. "fratello mio se non ti stai fermo, ti padrone".
schiaffo una guancialata in testa". cute cutà v.tr. "chiamare la gallina".
cuscenètte s.m. "guancialino, spallina, cutedjàne agg. "quotidiano".
tampone": vire ca sóp’a lu cuscenètte Cutìzze s.m. "Cotizzi (contrada sulla
stanne numunne r’àquere, ciuótte e suttile, strada per Accadia vicino al Bosco),
scigli tu. "vedi che sopra al guancialino terreno di 8 are".
stanno molti aghi grossi e sottili, scegli tu"; cuttíche pron.pers. "teco": crajmatíne, ce
vire ca sóp’a lu cuscenètte àja métte l’atu ne meníme cuttíche a Bbuvíne. "domattina,
nghiòstre. "vedi che sopra al tampone devi ce ne veniamo teco a Bovino".
mettere l‟altro inchiostro". cuttóne s.m. "cotone": s’accummènże a
cuscenżjùse agg. "coscienzioso". ssènde lu fridde, léva re lenżóle re cuttóne
cuscjénże s.f. "coscienza": míttete la e mitte quédde re fustàggene. "si
incomincia a sentire il freddo, togli le
mane sóp’a la cuscjénże e ppó parle. lenzuola di cotone e metti quelle di
"mettiti la mano sopra alla coscienza e poi flanella".
parla". cutture s.f. "cottura".
cuscíne s.f.pl. "guanciale"; pl. cuscéne; cutugne s.m. "cotogno".
dim. cuscenjédde. cutulá v.intr. "dondolare, guazzare,
cusecché cong. "cosicché": nu nżacce traballare": feglió fatte rá l’óva fréśche,
njénde, cusecché nun me sènde re me vire appríme se còtelene. "figliola fatti
ndrumétte. "non so niente, cosicché non mi dare le uova fresche, vedi prima se
sento di intromettermi". guazzano"; a sta sègge pe nu la fá cutulá
cusetóre s.m. "sarto"; f. cusetríce.
cusetùre s.f. "cucitura". l’àja accunżá li pjére. "a questa sedia per
cussóne s.m. "coscia". non farla traballare devi aggiustare i
custá v.intr. "costare": quédda rròbbe piedi"; -la cape v.tr. "scrollare la testa".
véne a custá parícchie. "quella roba viene cutuljénde agg. "traballante".
a costare parecchio". cuvá v.tr.intr. "covare": la vòcchele adda
custatá v.tr. "constatare". cuvá r’óve venderùje juórne. "la chioccia
custetuzzjóne s.f. "costituzione": Sèppe deve covare le uova ventidue giorni".
téne na custetuzzjóne rébbele, s’adda stá cuzjénde s.m. "quoziente": mó fá la
attjénde a lu fridde. "Giuseppina tiene una pròve e accussì vire se lu cuzjénde jé satte.
"ora fai la prova e così vedi se il quoziente
è esatto".
cuzzàmmere s.m. "gobbo".
cuzzarjédde s.m. "gobbo".
cuzzechélle s.f. "crosticina di una ferita".
cuzzecóne s.m. "taccagno".
cuzzètte s.m. "nuca": s’abbuścàje nu
pùjne addréte a lu cuzzètte. "si buscò un
pugno dietro alla nuca".
cuzzulédde s.f.pl. "lumache (pasta
alimentare)".
dà avv. "là". destemònje s.m. "testimone": statte
È
bbeche s.f. "epoca": stame l'anghjàte s.f. "camedrio"; -re la tósse s.f.
attraversánne n'èbbeche reffícele. "acetosa"; -re li cadde s.f. "ombelico di
"stiamo attraversando un'epoca Venere"; -re lu latte s.f. "gallio"; -re lu
difficile". talepíne s.f. "piantaggine maggiore"; -re
ébbete agg. "ebete": sí pròpje n'ébbete. mure s.f. "parietaria"; -re sannecóla s.f.
"sei proprio un ebete". "sanicola".; -resenáte s.f. "erba che si va
èbbíve inter. "evviva": sendjétte ra case perdendo"; -ścumate s.f. "erba bruciata".
l'èbbíve ca arruvávene ngjéle, facjérne éśche s.f. "esca (materia vegetale)"; -re
fèste pe lu figlie. "sentii da casa gli evviva córte s.m. e f. "persona incline a far
che arrivavano in cielo, fecero festa per il causa".
figlio". èsèmbje s.m. "esempio".
èccquece avv. "eccoci". èsse v.intr. "essere"; p.p. state.
édde pron.pers. "essa, lei": vá ra édde e
ricce tutte cóse. "vai da lei e dicci tutte le
cose".
ègrègge agg. "egregio": feglió, mó
c'accummjénże a ścrive sse lìttere mìttece
appríme ègrègge e ppó lu nnóme.
"ragazza, ora che inizi a scrivere codeste
lettere mettici prima egregio e poi il
nome".
Èlece s.f. "Elice (contrada sulla strada
per Bovino, sulla sinistra, in curva al
muraglione)".
èmbè cong. "ebbene": èmbè, ché ce
pòzze fá?. "ebbene, che ci posso fare?".
èndráte s.f. "ingresso".
énghie v.tr. "empire".
énnece s.m. "endice": tenime sèmbe
l'énnece nd'a lu nire pe fá fá r'óve a re
ggaddíne. "teniamo sempre l'endice nel
nido per far fare le uova alle galline".
éo pron.pers. "io": pàtreme e éo tenime
la stessa facce, ce assemegliáme numunne.
"mio padre e io teniamo lo stesso viso, ci
assomigliamo molto".
èrére s.m. "erede": Custánże jé state lu
sule èrére re tutta quédda pruprjétà.
"Costanzo è stato il solo erede di tutta
quella proprietà".
érmece s.m. "coppo, embrice"; pl.
ìrmece: cu lu terramóte re vjénde c'à
tterate ajére se sònghe rutte numunne re
ìrmece. "con il terremoto di vento che ha
tirato ieri si sono rotti molti embrici".
érpice s.m. "strascino".
èrre s.f. "edera"; pl. ghèrre.
érva mèdeche s.f. "fieno greco".
èrve s.f. "erba"; -allambáte s.f. "erba
bruciata"; -cimecégne s.f. "stachys"; -re
81
H s’adda
deve
mustrá
mostrare
galanteria con le donne".
halande agg. "galante".
sèmbe
halandaríje cu re ffémmene. "si
sempre
bere a poco a poco".
huste s.m. "gusto": sacce cúme me
sènde, nu nge próve huste cchiù a nnjénde.
"non so come mi sento, non ci provo più
gusto a niente".
halandóme s.m. "galantuomo": hute s.m. "gomito": sònghe carute
Frangiśche jé nu halandóme r’ate tjémbe. luónghe luónghe ndèrre e m’agghi
"Francesco è un galantuomo di altri ścurciate lu hute. "sono caduto lungo
tempi". lungo per terra e mi sono scorticato il
halitte s.f. "garitta": figlie míje, quanne gomito".
vaje a ffá la sendenèlle nd’a la halitte,
mìttete ra sótte n'ata maglie. "figlio mio,
quando vai a fare la sentinella nella garitta,
mettiti sotto un'altra maglia di lana".
hallaríje s.f. "galleria": bbèlle e famóse
sònghe re hallaríje re Melane e Nnàpule.
"belle e famose sono le gallerie di Milano
e Napoli".
harbe s.m. "garbo": àja tené hàrbe pe ffá
cèrte cóse se no nu nde mettènne pe
nnjénde mmjézze. "devi tenere garbo per
fare certe cose altrimenti non ti mettere per
niente in mezzo".
hare s.f. "gara".
harze s.f. "garza": vire ché ràngeche
m’agghi fatte sóp’a la mane, mó la
resenfètte e ppó ce métte la hàrze. "vedi
che graffio mi sono fatta sulla mano, ora la
disinfetto e poi ci metto la garza".
hilá v.intr. "gelare": m’àje fatte hilá,
t’agghi aspettate ròje óre abbasce a la
tavèrne. "mi hai fatto gelare, ti ho aspettato
due ore giù alla taverna".
hilame s.f. "gelo".
hilatíme s.f. "gelata": stammatíne ce
stéve na hilatíme cúme s’avésse juccate pe
ffóre. "stamattina ci stava una gelata come
se avesse nevicato per la campagna".
hómme s.f. "gomma".
hurrazze s.f. "acquazzone, piovasco":
quanne me ne menéve ra fóre m’aghhi
abbuścáte na hurrazze e me sònghe nfusse
tutte quande. "quando me ne venivo dalla
campagna mi sono buscato un acquazzone
e mi sono bagnato tutto quanto".
hustá v.tr. "gustare": pe hustá stu vine
russe, te l’àja véve anżénghe anżénghe.
98
a Sèrre s.f. "La Serra (contrada lambasciùne. "ragazza, fai una frittura di
M via!".
accáneche s.m. "meccanico"
qquá ce vóle lu maccáneche,
nunn'éja cósa tója, nu mettènne mane. "qui
ci vuole il meccanico, non è cosa tua, non
che sta passando, a chi è figlia zio
Donato?".
madduóppele re néva s.m. "palla di
neve"; s.f.pl. maddòppele re néva.
maéste s.f. "maestra".
mettere mano". maffjá v.rifl. "atteggiarsi".
maccarèdde s.f. "dolce di San Vito a maffiuse s.m. e agg. "mafioso": jé nu
spirale". maffiuse nu lu puó rice manghe fatte cchiù
maccaróne s.m. "maccherone, pasta"; pl. a ddà. "è un mafioso non gli puoi dire
maccarúne. neanche fatti più in là".
maccarunáre s.m. "persona che mangia magge s.m. "maggio".
molta pasta". maggiuranże s.f. "maggioranza".
maccarúne a mmane calate e mangiate maggiurènne agg. "maggiorenne": ché
s.m.pl. "pasta fatta in casa"; -accattáte la vuó stá sèmbe apprjésse, aramàje jé
s.m.pl. "paste alimentari"; -alluónghe maggiurènne. "che le vuoi stare sempre
s.m.pl. "tagliatelle più larghe (paste dietro, ormai è maggiorenne".
alimentare)"; -cu lu suche s.m.pl. maglia sfelate s.f. "smagliatura".
"pastasciutta". magliecèdde s.f. "magliettina".
maccatúre s.m. "fazzoletto"; dim. maglióne s.m. "magliolo"; pl. magliúne.
maccaturjédde; -pe ngape s.m. "foulard": mahagná v.tr. "magagnare".
agghi rialate a mmàmme nu maccatúre pe mahazzéne s.m. "magazzino".
ngape tutte fraśchjàte. "ho regalato a màhe s.f. "maga".
mamma un foulard tutto a fantasia". majése agg. "maggese".
Macchiuni s.f. "Macchioni (contrada al majéste 1.s.m. "maestro"; m'allecòrde
di sotto di Sant'Elia, a sinistra su una sèmbe re lu majéste míje re la ścóle
strada mulattiera)". lemendare. "mi ricordo sempre del mio
macenjédde s.m. "macinino". maestro delle scuole elementari". 2.s.f.
macerdòme s.m. "maggiordomo". "sarta".
màchene s.f. "macchina, automobile"; mala ndunate s.f. "cattiva intenzione"; -
dim. machenètte. nnumenáte s.f. "cattiva nomea.".
machenètte s.f. "accendino": ramme la malacriànże s.f. "malacreanza".
machenètte ca m'agghia allumá la malacristjàne s.f. "persona cattiva".
segarètte. "dammi l'accendino che mi devo malafémmene s.f. "donnaccia".
accendere la sigaretta"; -pe carusá s.f. malahúrje s.m. "malaugurio": Pèppe
"tosatrice". face sèmbe l'aucjédde re malahúrje.
machenjá v.tr. "macchinare": lu vire "Giuseppe fa sempre l'uccello di
cúme face? Chisà ché machenéje. "lo vedi malaugurio".
come fa? Chissà che macchina". malalénghe s.f. "malalingua": tutte la
macheníste s.m. "macchinista": cànuscene a qquédda malalénghe, avítale
Andòniucce face lu macheníste re lu tréne si puó. "tutti la conoscono a quella
e se tróve cundènde. "Antonio fa il malalingua, evitala se puoi".
macchinista del treno e si trova contento". malamenducchíle s.m. "pezzettino di
machenóne s.m. "automobile di lusso". qualcosa, pizzico": àja métte n'atu
macóme avv. "eccome": l'agghi viste, malamenducchíle re sale, no re cchiù e lu
macóme l'agghi viste, jé turnate l'atu suche póte ìre. "devi mettere un altro
juórne. "l'ho visto, eccome l'ho visto, è pizzico di sale non di più e il sugo può
tornato l'altro giorno". andare".
madamusèlle s.f. "madamigella": ché
bbèlla madamusèlle ca stá passanne, a chi
Malandríne s.m. "Malandrino (contrada malenguníje s.f. "malinconia": quanda
sulla strada per Santa Maria del Bosco)". malenguníje sènde quanne pènże ca
Malannáte s.f. "annata cattiva, pàtreme e mmàmmeme nu nge stanne
Malannata (contrada sulla strada per cchiù. "quanta malinconia sento quando
Bovino, al di sopra)"; auànne sarrá na penso a mio padre e a mia madre che non
malannate pe tutte li raccòvete, cu ssu ci sono più".
ggéle ca c'éja state!. "quest'anno sarà malepahatóre s.m. "cattivo pagatore".
un'annata cattiva per tutto il raccolto, con malepatúte agg. "malandato": jé
codesto gelo che c'è stato!". malepatúte, ché vvuó fá, stá sule sule e se
malaparáte s.f. "situazione sfavorevole". lasse ìre ògne gghiuórne re cchiù. "è
malaparóle s.f.pl. "parolaccia": te malandato che vuoi fare, sta solo solo e si
vulésse fá sènde ddu uagliungjédde lascia andare ogni giorno di più".
quanda malaparóle rice! "ti vorrei far malepenżánde agg. "malpensante": cu
sentire quel ragazzino quante parolacce na sére ca m'àje viste r'ascí cu Mariúcce
dice!"; pl. maleparóle.
malapárte s.f. "rimprovero". ggià pjénże ca jé la zita míje, sì nu
malaràzze s.f. "razza malvagia". malepenżánde. "con una sera che mi hai
malarucazzjóne s.f. "maleducazione": jé visto uscire con Maria già pensi che è la
malarucazzjóne si nu nżalute chi jé cchiù mia fidanzata, sei un malpensante".
vjécchie re tè. "è maleducazione se non malerezzjóne s.f. "maledizione".
saluti chi è più vecchio di te". maleríce v.tr. "maledire": malerecéve lu
malatjédde agg. e s m. "malatino". juórne ca l'avéve ngundrate. "maledicevo
malatíje s.f. "malattia": téne la malatíje il giorno che l'avevo incontrato"; p.p.
malerítte.
re córe e nu mbóte nghianá re ścale. "tiene malèrve s.f. "malerba, persona poco di
la malattia di cuore e non può salire le buono".
scale". maletenúte agg. "maltenuto".
malatízze agg. "malaticcio". maletjémbe s.m. "maltempo".
malazzjóne s.f. "cattiva azione". malevestúte agg. "malvestito" stá
male re cape s.m. "cefalea, emicrania": malevestúte, se vére ca jé n'óme patùte.
stàteve citte ca tènghe nu male re cape e "sta malvestito, si vede che è un uomo
nu mbòzze sènde rumure. "statevi zitti che patito".
tengo un'emicrania e non posso sentire maluócchie s.m. "malocchio".
rumori"; -sanghe s.m. "sangue cattivo"; - malve s.f." malva".
nganne s.m. "mal di gola". malvagge agg. "malvagio".
malecapetá v.intr. "capitare male". malvóne s.m. "altea".
malecaváte agg. "malnato". mambasse s.f. "mansalva": à ffatte
malecóre s.m. "cattiveria": nu ru fface pe mambasse re tutte quédde c'à truvate pe
malecóre ma pecché jé restratte. "non lo fa nnande. "ha fatto mansalva di tutto quello
per cattiveria ma perché è distratto". che ha trovato davanti".
malecrjáte agg. "malcreato": nu nge puó mammà s.f. "mamma".
rice na paróle ca jé bbóne malecrjáte. mammalúcche agg. "scemo": Fò, sì
"non ci puoi dire una parola che è molto ppròpje nu mammalúcche. Ru vvuó capí ca
malcreato". quésse ccóse se fanne cúme s'ànna fá o nu
malecristjàne s.m. "persona cattiva".
malefàtte agg. "malfatto": jé na fatía nże fanne pe nnjénde?. "Alfonso sei
malefàtte, craje te tòcche re la fá ra cape. proprio uno scemo. Lo vuoi capire che
"è un lavoro malfatto, domani ti tocca di codeste cose si fanno come si devono fare
farlo daccapo". o non si fanno per niente?".
malemúnne s.m. "mondo cattivo". mammanònne s.f. "nonna";
mammetanònne: "tua nonna".
mammaránne s.f. "nonna"; dim. uéje mà, mandjéne stu criature ca
mammélle; -míje: "mia nonna"; frattande lave li piatte e arrecètte na
mammetaránne: "tua nonna". nżénghe la case. "ehi mamma, reggi
mammarínnele agg. "mammaiolo": àje questo bambino che intanto lavo i piatti e
vòglie aspettá ca Cungètte véne cu tté! rassetto un po‟ la casa".
Quédda jé bbóna mammarínnele. "hai mandenúte s.m. "amante": Ndònje facíje
voglia ad aspettare che Concetta viene con ruvutá la chiazze quanne sapíje ca la sòre
te! Quella è molto mammaiola". tenéve lu mandenúte. "Antonio fece
mammatúre s.f. "letame marcito per il rivoltare la piazza quando seppe che la
vivaio". sorella teneva l'amante".
màmme s.f. "madre, mamma": figlia mandre s.f. "ovile": l'àjne re teníme nd'a
míje, l'uócchie re Ddíje e lu córe re la la mandre, aspettáme n'ata nżénghe pe re
màmme nu nd'abbandónene maje. "figlia vénne. "gli agnelli li teniamo nell'ovile,
mia, l'occhio di Dio e il cuore della aspettiamo un altro po‟ per venderli".
mamma non ti abbandonano mai"; Mandróne s.m. "Sierro Mandrone
màmmeme: "mia madre"; màmmete: "tua (contrada oltre l'Ariella sulla cresta della
madre". Montagna, scendendo giù)".
mammòrje s.f. "memoria": si la mbaràje mandulíne s.m. "mandolino".
sùbbete a mammòrje la pujsíje. "se la mane mane loc.avv. "a mano a mano, in
imparò subito a memoria la poesia". fretta"; -reritte s.f. "destra"; -stòrte s.f.
mamuócce s.m. "bamboccio": ché jé ddu "sinistra".
mamuócce c’àje misse ddà, ljévele re màneche s.f. "manico"; màneche,
prèsscie ca me face mbressjóne. "che è
quel bamboccio che hai messo là, toglilo di sènża- loc.avv. "sbracciato": Cungètte
fretta che mi fa impressione". stammatine s'éja misse l'àbbete sènża
mana s.f. "mano"; dim. manuzzèlle; - màneche si vére ca jé arruváte la
reritte s.f. "mano destra"; -stòrte s.f. staggióne. "Concetta stamattina si è messa
"mano sinistra". l'abito sbracciato si vede che è arrivata
mande s.f. "coperta di lana rozza"; dim. l'estate".
mandarèdde. manefrécce, a- loc.avv. "fionda".
mandecètte s.m. "fisarmonica, soffietto"; maneglióne s.m. "chiavaccio": me
appríme sendéveme spisse re sserenáte cu sbattíje nfacce la pòrte e la chiuríje cu
catarre e mandecètte. "prima sentivamo ttande re maneglióne. "mi sbattette in
spesso le serenate con chitarra e faccia la porta e la chiuse con tanto di
fisarmonica". chiavaccio"; paletto.
mandégne s.f. "barile (40-50 l.)". manére, re n'ata- loc.avv. "diverso".
mandèlle s.m. "mantella, mantello": li mangá v.intr. "mancare": "nu nde
tataranne nuóste ausavene li mandèlle a lu facènne mangá njénde, mó piglie la
pòste re li cappuótte. "i nostri nonni penżjóne, mange, bbive e ruórme. "non ti
usavano i mantelli al posto dei cappotti". far mancare niente, ora prendi la pensione,
mandellíne pe li capidde s.f. mangia bevi e dormi".
"pettinatoio". mangamjénde s.m. "mancamento":
mandené v.tr.intr. "durare, mantenere, agghi avute nu mangamjénde r'àrje, n'atu
reggere, sorreggere": nu nże putíje ppóche azzuppáve ndérre. "ho avuto un
mandené cchiù e ścuppàje a cchiange. mancamento d'aria, un altro poco
"non si potette mantenere più e scoppiò a stramazzavo".
piangere"; quanne se spusàje zíjme Aducce manganjédde s.m. "correggiato": vire ca
éo cu sòremacucíne mandenéveme lu véle lu manganjédde stá appujàte addréte a la
janghe. "quando si sposò mia zia Ada, io méte re grane. "vedi che il correggiato sta
con mia cugina reggevamo il velo bianco"; appoggiato dietro il pagliaio".
mangànże s.f. "luna calante". manulèste s.m. "borsaiolo".
mangenòtte s.m. "mancino". manuvrá v.tr. "manovrare": statte
manghe 1.avv. "neanche": quanne mm'à attjénde, nu nde fá manuvrá ra quédda
viste stammatíne nun mm'à dditte manghe fémmene. "stai attento, non ti far
bbòngiòrne, sacce ché vá truvànne ra mé. manovrare da quella donna".
"quando mi ha visto stamattina non mi ha manże agg. "mansueto": quidd’àjne
detto neanche buongiorno, non so che va tenéve l’uócchie manże e ce facéve péne re
trovando da me"; 2.s.f. "sinistra": uardave l’accíre. "quell‟agnello teneva l‟occhio
a mmanghe e a ddritte. "guardava a mansueto e ci faceva pena ammazzarlo".
sinistra e a destra"; -pe la cape avv. mappate s.f. "involto di panni da lavare".
"neanche per idea". mappatèlle s.f. "piccolo involto di panni
mangiá v.tr.rifl. "mangiare"; mangiá, da lavare".
ru- s.m. "cibo": me sònghe abbenghjáte e mappíne s.f. "canovaccio, strofinaccio,
mmó tènghe ru mmangiá sóp'a lu sberla": pe li suvrízzje nd’a la cucíne ce
stòmmeche. "mi sono abbuffato e ora tengo vuónne assàje mappíne. "per i servizi nella
il cibo sullo stomaco"; -a ścruócchie cucina ci vogliono molti strofinacci"; statte
v.tr.rifl. "mangiare a sbafo". citte, nu rrespunnènne ammalamènde, se
mangiaeddòrme s.m. "neonato no te rache na mappíne ca t’appízzeche
tranquillo". nnande a lu mure. "stai zitto, non
mangiamánge s.m. "mangione". rispondere malamente, altrimenti ti do una
mangiapáne a traremjénde s.m. sberla che ti appiccico al muro".
"parassita": allundànele ra càsete, ca maràme s.f. "madama": quanne passe
t'arruvíne, jé sule nu mangiapáne a asseméglie a na maràme, uaje a chi la
traremjénde. "allontanalo da casa tua che ti tòcche. “quando passa assomiglia a una
rovina, è solo un parassita". madama, guai a chi la tocca”.
mangiatóre s.f. "mangiatoia": Marcù vá maramé agg. "povero me".
a mmétte l'atu ffjéne nd'a la mangiatóre. maràngule s.m. "pollice e indice
"Marco vai a mettere l'altro fieno nella distesi".
mangiatoia". marascióne s.m. "borsa del pastore"; pl.
mangiatòrje s.m. "cibaria in grande marasciúne.
quantità". maratté agg. "povero te".
mangíne s.f. "mancino" maraviglie s.f. "meraviglia": jé na
manjá v.tr. "maneggiare". gròssa maravìglia ca s’éja auzàte prjéste,
manjàte s.f. "masnada": site na manjàte óje véne a cchióve!. "è una grossa
re cretine, ve facite feccá nd’a lu sacche meraviglia che si è alzato presto, oggi
sènża rice njénde. "siete una masnada di viene a piovere".
cretini, vi fate ficcare nel sacco senza dire marcandònje s.m. "persona alta e
niente"; -re ścaffe s.f. "quantità robusta".
considerevole di schiaffi". marcangégne s.m. "congegno,
manná v.tr. "inviare, mandare"; l’agghi marchingegno".
mannate a qquiddu pajése m’avéve pròpje Marchètte s.f. "Marchette (contrada sulla
strada per Accadia vicino contrada del
ścucciate. "l‟ho mandato a quel paese mi Bosco)".
aveva proprio scocciato"; -ndréte v.tr. marchie s.m. "romano (peso)".
"respingere". marenáre s.m. "trave legata con due
mannagge escl. "malannaggio". corde dietro al cavallo per trascinare la
manuhuále s.m. "manovale": pe rrefá paglia lontana dalla trebbiatrice".
tutte lu titte ce vuljérne tré manuhuále margaríta ggialle s.f. "santolina".
cchiù lu maste. "per rifare tutto il tetto ci margaríte s.f. "arnica, margherita".
vollero tre manovali più il mastro".
marite s.m. "marito"; maríteme: "mio sparávene recine re maśche. "quando era
marito"; marítete: "tuo marito". festa si sparavano decine di mortaretti".
mariulícje s.m. "latrocinio, ruberia". mascíne s.f. "grammofono".
marjuóle s.m. "ladro"; dim. màścule s.m. "maschio"; dim.
mariungjédde.
màrmere s.m. "marmo". maśculìdde; -felettáte s.m. "madrevite
(arnese del fabbro)".
marmíttele s.f. "paiolo": nu nż’aùsene
cchiù né ppulènde e né mmarmíttele pe la maśculóne s.m. "maschiaccio": feglió, sì
còce. "non si usano più né polenta né pròpje nu maśculóne mméce re jucá cu re
paiolo per cuocerla". ppùpere juóche cu li tàmmere. "ragazza,
maròjne s.f. "tarassaco". sei proprio un maschiaccio, invece di
Marònne s.f. "Madonna"; dim. giocare con le bambole giochi con la
Marunnèlle; -citte citte, s.f. lippa".
"presentazione di Maria Vergine al tempio massáre s.f. "massaia".
(21 novembre)". massarjànde s.m. "massaio".
marpióne s.m. "furbone". massaríje s.f. "masseria".
marrácce s.f. "marrancio": feglió, se massízze agg. "massiccio": lu cèleme
nunn’arrjésce cu qquissu curtjédde a adda èsse massízze. "la trave maestra deve
ttagliá la carne, aùse la marrácce. essere massiccia".
"ragazza, se non riesci con codesto coltello maste s.m. "mastro".
a tagliare la carne, usa il marrancio". masterásce s.m. "falegname".
marróne s.m. "fregatura grossolana". mastrattíve s.f. "espediente, furbizia,
marrúgge s.f. "ballota, marrubio". raggiro": ché ssònghe tutte sse mastrattíve
marteddá v.tr. "martellare". rimme nfacce quédde ca m’àja rice e
marteddáte s.f. "martellata": si nu nde ne vattínne. "che sono tutti codesti espedienti
vaje ra nande t’agghia rá na marteddáte dimmi in faccia quello che mi devi dire e
ngape! Camíne vattínne!. "se non ti vattene".
allontani ti devo dare una martellata in mastrídde s.m. "trappola per topi".
testa! Cammina vattene!". matafóne s.m. "persona disformata".
marterí s.m. "martedì". matenáte s.f. "mattinata": sì state tutte
martjédde s.m. "martello (arnese del na matenáte a pparlá cu quédda ddà, ché
calzolaio, del falegname e del muratore)"; avite ritte?. "sei stato tutta una mattinata a
dim. marteddúzze; -tirachiuóve s.m. parlare con quella là, che avete detto?".
"martello (arnese del fabbro)". materjàle s.m. "feci".
marucchíne agg. "marocchino". matine s.f. "mattina": a la matine re
marze s.m. "marzo". vernerí ce verime abbasce a la tavèrne,
marzellíne s.f. "grano marzuolo". aspjétteme nu nde ne jénne. "alla mattina
Marzílje s.m. "Marsiglio (contrada, di venerdì ci vediamo giù alla taverna,
viottolo sotto il Castello)". aspettami non te ne andare".
maścaráte s.f. "mascherata": jé sule na matóne s.m. "mattone"; pl. matune; -
facciavíste s.m. "mattoncino di
maścaráte, ma si ne jéssere a re ccàsere rivestimento".
lóre, ca facéssere mèglie. "è solo una matre s.f. "madre".
mascherata, ma se ne andassero alle loro matréja s.f. "matrigna"; matréjme: "mia
case, che farebbero meglio". matrigna"; matréjte: "tua matrigna".
maścaróne s.m. "mascherone". matrèlle s.f. "madia".
maścatúre s.f. "serratura". matríquele s.f. "matricola": la
maśche s.m. "lucchetto, mortaretto"; matríquele re la ścuppètte ére state
dim. maśchètte; quanne jéva fèste se allemáte. "la matricola dello schioppo era
stata limata".
matte agg. "opaco". mbaccí v.intr. "impazzire"; p.p.
màttele s.m. "mazzetto di spighe". mbacciute.
mattuógne agg. "mattoide": ròppe c’à mbaccuttá v.tr. "impacchettare":
ppassate tutte quiddi uaje jé revendáte mbaccòttele ssa vèste e mannaccílle
mattuógne. "dopo che ha passato tutti quei accussì si la métte a la fèste.
guai è diventato mattoide"; f. mattògne. "impacchettalo codesto vestito e
matunácce s.m. "mattone ripieno". mandacelo così se lo mette alla festa".
matunáte s.f. "ammattonato, mattonato": mbace loc.avv. "in pace".
nd’a la cucine tenéveme na matunáte rósse mbacjénże loc.avv. "con pazienza".
ca pe la lavá ce vuléve la mane re Ddíje. mbagliá v.tr. "impagliare": vá ra zì
"nella cucina tenevamo un ammattonato Ndeniúcce e fatte mbagliá la sègge
rosso che per lavarlo ci voleva la mano di spagliate. "vai da zia Antonietta e fatti
Dio". impagliare la sedia spagliata".
matunèlle s.f. "mattonella". mbagliasègge s.m. "impagliatore di
matutíne s.m. "mattutino": a matutíne, sedie".
fatte truvá nnande a la chjésje ca jame a mbagliatèlle s.f. "fiasco": se stá
ssènde la nuvéne re Natale. "a mattutino, spaglianne la mbagliatèlle attjénde quanne
fatti trovare davanti alla chiesa che ce mitte lu vine. "si sta spagliando il fiasco
andiamo a sentire la novena di Natale". attento quando ci metti il vino".
mazza lònghe s.f. "pertica". mbalá v.tr. "impalare": nu stènne ddà
mazzácchere s.m. "cavatelli più grandi mbalate ma ajùteme a ffá còccóse. "non
(pasta alimentare)". stare là impalato ma aiutami a fare
mazzafèrre s.m. "nido": attjénde angóre qualcosa".
vaje pe ppegliá lu mazzafèrre e sciule ra mballá v.tr. "imballare".
l’àrbele. "attento ancora vai per prendere il mbalzamá v.tr. "imbalsamare": “vá vire
nido e scivoli dall‟albero". nd’a quédda stanże quanda aucjédde
mazzarèdde s.f. "bastoncello": andó vaje mbalzamàte stanne affile. "vai a vedere in
cu ssa mazzarèdde mmane a ssucchetá re quella stanza quanti uccelli imbalsamati
mmóśche?. "dove vai con codesto stanno in fila".
bastoncello in mano a scacciare le mbambulá v.intr. "imbambolare":
mosche?". quanne agghi ritte lu fatte, Felúcce jé
mazzarjédde s.m. "pannocchia". rumaste mbambuláte. "quando ho detto il
mazze s.f. "bastone, botte"; -re fjérre s.f. fatto. Raffaele è rimasto imbambolato".
"maglio": a spaccá re llèune ajùte assàje mbaná v.tr. "impanare": quésse ffèdde re
la mazze re fjérre. "a spaccare la legna carne mbànele e ppó fríjle e mangiatílle,
aiuta molto il maglio". n’aspettanne a mmé. "codeste fette di
mazzètte re lumine s.m. "scatola di carne impanale e poi friggile e mangiatele,
fiammiferi". non aspettarmi”.
mazzjàte s.f. "percosse con mazza"; accr. mbanate s.f. "panata": cummà, nu
mazzjatóne. nżacce che cóce musére vá a ffuní ca
mazzóle s.f. "mazza (arnese del fabbro), fazze na mbanate. "comare, non so che
mazzuolo (arnese del falegname)". cuocere stasera va a finire che faccio una
mazzuccá v.tr. "sgranare (il granturco)": panata".
ce vulíje na jurnate pe mazzuccá tutte ddu mbanatúre s.f. "filettatura": míttece na
ggranerínje. "ci volle una giornata per
sgranare tutto quel granturco". nżénghe r'uóglie attuórne a la mbanatúre
mbaccemjénde s.m. "impazzimento". e ppó pulízzele cu na pèzze. "mettici un po‟
mbacche s.m. "impacco". d'olio intorno alla filettatura e poi puliscila
mbacciá v.tr. "interessare". con una pezza".
mbanná v.tr. "appannare": li vitre se arrangiamento, più in là vediamo come
sònghe tutte mbannáte, chisà ché ffridde possiamo fare".
adda fá ra fóre. "i vetri si sono tutti mbè? inter. "allora?, beh?": mbè, ché
appannati, chissà che freddo deve fare vvaje truvanne?. "allora, che vai
all‟esterno". trovando?"; mbè, c’avíma fá? Ce vóle
mbappenárse v.rifl. "impappinare": a pacjénże. "beh, che dobbiamo fare? Ci
ccase fíglime sapéve bbóne la pujsíje, a la vuole pazienza".
ścóle s’éja mbappenáte, cu chi te la mbeccá v.tr. "impiccare"; p.p. mbeccáte.
piglie?. "a casa mio figlio sapeva bene la mbecciá v.tr. "impicciare": nu nde
poesia, a scuola si è impappinato, con chi mbeccianne re li fatte re l’ate, pjénże a li
te la prendi?". fatte tuje. "non t‟impicciare dei fatti degli
mbapucchjá v.tr. "imbrogliare, altri, pensa ai fatti tuoi".
infinocchiare". mbéche s.f. "bega": làsseme ìre, nun
mbará v.tr. "imparare". vvòglie mbéche. "lasciami andare, non
mbarazze s.m. "imbarazzo": tènghe nu voglio beghe".
mbarazze re stòmmeche, làsseme pèrde. mbeciate s.f. "incerata".
"ho un imbarazzo di stomaco, lasciami mbecille agg. "discolo": a Gennaríne nu
perdere". lu puó frená, jé pròpje mbecille. "a
mbarcá v.tr. "imbarcare". Gennaro no lo puoi frenare, è proprio
mbare s.f. "rimprovero". discolo".
mbarendá v.tr. "imparentare": pe lu mbegná v.tr. "impegnare": àja mbegná
spusalízzje re Annúcce ce sime mbarendáte tutte quédde ca tjéne pe ppahá li rjébbete.
cu maste Pèppe. "per lo sposalizio di Anna "devi impegnare tutto quello che tieni per
ci siamo imparentati con mastro pagare i debiti".
Giuseppe". mbégne s.m. "impegno".
mbastá v.tr. "impastare": appríme pe ffá mbellecciatúre s.f. "impiallacciatura": se
ru ppane, la farine si mbastave nd’a la stá spezzecánne la mbellecciatúre re la
fazzatóre. "prima per fare il pane la farina pòrte. "si sta spiccicando l'impiallacciatura
si impastava sulla parte superiore della della porta".
madia"; -la càuce v. tr. "ammaltare": mbenná v.tr. "mettere le penne".
uaglió, frattande ca fazze stu lavóre tu mbènne v.tr. "impiccare"; p.p. mbíse.
mbaste la càuce. "ragazzo, nel frattempo mbenżábbele agg. "impensabile".
che faccio questo lavoro, tu ammalta".
mbastóravácche s.m. "grosso serpente mbenżerí v.tr. "impensierire"; p.p.
che impastoia le mucche per succhiarne il mbenżerúte.
latte". mberemènde s.m. "impedimento": tutte
mbasturá v.tr. "accaprettare, íje lisce pecché nu nge stíje nesciune
impastoiare": mbasturàveme li cavadde pe mberemènde. "tutto andò liscio perché non
nu re ffá allundaná. "impastoiavamo i ci fu nessun impedimento"; pl.
cavalli per non farli allontanare". mberemjénde.
mbattá v.tr. "arrangiare": veríme cúme mberí v.tr. "impedire": lu mberíje lu
putíme mbattá na vèste a Ndunètte, la passagge nd’a la térra sója. "gli impedì il
mamme nu ndéne manghe l’uócchie pe passaggio nel suo terreno"; p.p. mberúte.
cchiange. "vediamo come possiamo mberleccá v.tr. "acconciare": s’éja
arrangiare un vestito ad Antonietta, la mberleccáte sùbbete e si né gghiute a la
mamma non ha neanche gli occhi per mésse "si è acconciata subito e se n'è
piangere". andata a messa".
mbattamjénde s.m. "arrangianmento": pe mbestá v.tr. "appestare": tatarà, àje
mmó jé tutte nu mbattamjénde, cchiù addà mbestate la case cu lu fume re la pippe.
veríme cúme putíme fá. "per ora è tutto un
"nonno, hai appestato la casa con il fumo sèmbe ścundènde. "è una persona querula,
della pipa". che ci fai fai è sempre scontento".
mbezzá v.tr. "conficcare, ficcare, mbranate agg. "imbranato": sì ppròpje
introdurre": te mbizze sèmbe mmjézze, fatte mbranate, nun vire ca lu suvrìzzje jéve
li fatte tuje. "ti ficchi sempre in mezzo, fatte re n’ate manére. "sei proprio
fatti i fatti tuoi"; s’éja mbezzate nd’a la imbranato, non vedi che il servizio andava
case míje chi lu vóle cchiù cacciá!. "si è fatto in un‟altra maniera".
introdotto in casa mia e chi lo vuole più mbrazze loc.avv. "in braccio".
cacciare!". mbrellare s.m. "ombrellaio".
mbiandá v.tr. "impiantare": ròppe ca jé mbrèlle s.m. "ombrello": puórte cuttíche
jute ra qquá e ra ddà, à mbiandáte lu mbrèlle ca mó véne a cchióve. "porta
n’uffecíne a Ffògge. "dopo che è andato di con te l‟ombrello che ora viene a piovere".
qua e di là, ha impiantato un‟officina a mbresciá v.tr. "affrettare".
Foggia". mbrèssa mbrèsse loc.avv. "di fretta".
mbianghe loc.avv. "in bianco". mbressiuná v.tr. "impressionare": jé na
mbiastrá v.tr. "insudiciare": nu nde criature ca se mbressjóne cu faceletà. "è
mbiastrá re mmane cu lu ggnóstre quanne una bambina che si impressiona con
ścrive. "non t'insudiciare le mani con facilità".
l'inchiostro quando scrivi". mbrestá v.tr. "prestare": m'àja fá nu
mbicce s.m. "miccia, fastidio": mitte piacére re me mbrestá na nżénghe la
bbuóne lu mbicce se no la méne nu spare. zappe, te l'addúche craje. "mi devi fare un
"metti bene la miccia altrimenti la mina piacere di prestarmi un po‟ la zappa, te la
non spara". riporto domani".
mbiccèmbruóglie s.m. "vicende mbrettenènde agg. "impertinente": ddu
complicate". uaglióne nu nże póte jé tròppe
mbizze s.m. "in pizzo"; -mbizze loc.avv. mbrettenènde. "quel ragazzo non si può è
"sull'orlo". troppo impertinente".
mbjéháte s.m. "impiegato": Andònje jé mbriacá v.tr. "ubriacare": cúm’èsce ra la
mbjéháte a re ppòste re Panne. "Antonio è case se ne vá nd’a la candine a
impiegato alle poste di Panni". mbriacárse. "come esce dalla casa se ne va
mbjéhe s.m. "impiego". nella cantina a ubriacarsi".
mbó….mbó voce onom. "don don": re mbriàche agg. "ubriaco": nu lu vire maje
cambane fanne mbó.. mbó cu lu vjénde. "le
campane fanno don don con il vento". nżènże quidd’óme, stá sèmbe mbriàche.
mbódde s.f. "bolla (term.med.)"; dim. "non lo vedi mai normale quell‟uomo, sta
mbudduzze. sempre ubriaco”; mbriàche, nu póche-
mbónde s.f. "in cima"; -re juórne s.f. loc.avv. "brillo".
"alba". mbriachíje s.f. "ubriachezza".
mbónne v.tr. "aiutare a mettere un peso mbriacóne s.m. "ubriacone".
addosso". mbrjéstete loc.avv. "in prestito": quanne
mbòppe loc.avv. "in alto". raje mbrjéstete na cóse a còccherúne nu
mbòseme s.f. "amido": a qquiddu céndre retòrne maje cúm’jéva appríme. "quando
àja métte la mbòseme accussì face cchiù dai in prestito una cosa a qualcuno non
na bbèlla fuhúre. "a quel centro devi ritorna mai come era prima".
mettere l‟amido così fa più una bella mbrògliatutele s.m. "garbuglione": nu lu
figura". stènne a ssènde ca jé mbrògliatùtele e nu
mbracatúre s.f. "inguine". nde truóve cchiù a li cunde. "non lo stare a
mbraculènde agg. "lamentevole". sentire che è garbuglione e non ti trovi più
mbraculúse agg. "querulo": jé nu ai conti".
cristjàne mbraculúse, ché ce faje faje jé
mbróje s.f. "ombra": fermámece na "Nicola, devi staggiare quest'albero di
nżénghe a la mbróje re quidd’àrbele. melo che pende tutto alla parte di borea".
"fermiamoci un poco all‟ombra di mbuttanúte agg. "degradato": cu
quell‟albero". quéss’azzióne jé pròpje mbuttanúte, ché ne
mbruglióne s.m. "baro": nun vòglie vuó fá cchiù. "con codesta azione è proprio
cchiù jucá cuttíche a ccarte, sì mbruglióne. degradato, che ne vuoi fare più".
"non voglio più giocare a carte con te, sei mbuttí v.tr. "farcire, imbottire": mó ca
un baro". faje la pizze rùsteche mbuttíscele bbóna
mbruóglie s.m. "imbroglio": mbruóglie, bbóna r’óve, sausícchie e ścamózze. "ora
ajutece. "imbroglio, aiutaci". che fai la pizza rustica farciscila ben bene
mbrupèrje s.m. "improperio": ścrivíje a di uova, salsiccia e scamorza".
la zita na léttere chjéne re mbrupèrje. mbuzzulendí v.tr. "appuzzare";
"scrisse alla fidanzata una lettera piena di p.p.mbuzzulendúte.
improperi". mbuzzulí v.tr. "impuzzire"; p.p.
mbrusatúre s.f. "fregatura". mbuzzulúte.
mbruscenjàrse,v. rifl. "rotolarsi". me saje addice loc.avv. "mi sai dire".
mbruvvesá v.tr. "improvvisare": nu nde mecciarjédde s.m. "fiammifero".
mettènne a mbruvvesá, fá re ccóse cu la meccióne s.m. "cerniera"; pl. mecciune;
cape e no cu li pjére. "non ti mettere a mecciùne, a- loc.avv. "nascostamente".
improvvisare, fai le cose con la testa e non mecírje s.m. "omicidio": làssulu stá a
coi piedi". Frangíśche ca quanne stá cu li cicche
mbundá v.tr. "fermare": mó c’arríve ngape póte fá nu mecírje. "lascialo stare a
mbónde a qquiddu sjérre àja mbundá tutte Francesco che quando sta con le idee
la mórre re re ppèquere. "ora che arrivi in strane per la testa può fare un omicidio".
cima a quella collina devi fermare tutto il Mechelásse s.m. "Michelaccio": lu frate
gregge delle pecore". re maríteme face la vite re Mechelásse,
mbundárse v.rifl. "impuntarsi": quiddu mange bbéve e stá a la spasse. "il fratello
ciucce se mbundàje e nun vuléve ìre né di mio marito fa la vita di Michelaccio,
nnande né ddréte. "quell‟asino s‟impuntò e mangia beve e sta a spasso".
non voleva andare né avanti né indietro". meddíquele s.m. "ombelico": sta maglie
mbupazzá v.tr. "agghindare, jé córte, m’arríve sóp’a lu meddíquele.
rinfronzolire": Tresíne s'éja tutta "questa maglia è corta, mi arriva
mbupazzáte e sóttabbrácce a lu zìte, stá sull‟ombelico".
passjànne pe lu Castjédde. "Teresa si è megliare s.m. "migliaio": ramme nu
tutta agghindata e sottobraccio allo sposo, megliare re lire ca musére me vòglie
sta passeggiando per il Castello". revertí. "dammi un migliaio di lire che
mbupulá v.tr. "divulgare, propalare". stasera mi voglio divertire".
mburucchí v.tr.rifl. "impidocchire"; p.p. megliaríne agg. "stolto".
mburucchiúte: la nżalàte nd’a l’uórte jé meglicá v.tr. "rinvenire lentamente,
tutte mburucchiúte. "l‟insalata nell‟orto è muovere".
tutta impidocchita". megliurá v.tr. "migliorare": pe
mbusemá v.tr. "inamidare". mmegliurá la setuazzjóne, te n’àja sule ìre
mbustá v.tr.intr. "imbucare, staggiare, ra Panne. "per migliorare la situazione, te
stazionare": nu nde ścurdá re mbustà la ne devi solo andare da Panni".
cartullíne, accussì parte óje. "non ti megliuríje s.f. "miglioria": se vére ca à
dimenticare di spedire la cartolina, così avute nu póche re megliuríje, lu Segnóre
parte oggi"; Necó, àja mbustá quist'àrbele l’adda fá la gràzzje. "si vede che ha avuto
re méle ca pènne tutte a pparte re vòrje. un po‟ di miglioria, il Signore gli deve fare
la grazia".
megrá v.intr. "emigrare": ròppe la prima nnjénde. "parlando così tu alludi ma io ti
uérre mundiale numunne re panníse dico parla chiaro o non parlare per niente".
penżàrene re megrá nn’Amèreche. "dopo menate re vricce s.f. "sassaiola".
la prima guerra mondiale molti pannesi menazze s.f. "minaccia": cu la menazze
pensarono di emigrare in America". nunn'àje njénde, l'àja pegliá cu ru bbuóne.
megrande s.m. "emigrante". "con la minaccia non hai niente, lo devi
melàjne s.m. "melo selvatico". prendere con il buono".
melazze s.m. "acqua e miele". mènda salvagge s.f. "bocca di lupo".
melédde s.f. "frutto del piccolo melo". mendaletà s.f. "mentalità": tjéne angóre
melídde 1. avv. "dopodomani l'altro la mendaletà andíche, te vuó ammuderná o
ancora"; 2.s.m. "zigomo, piccolo melo no?. "tieni ancora l'antica mentalità, ti vuoi
(albero)". ammodernare o no?".
meliunàrje s.m. "milionario": jé mendastre s.f. "nepitella".
revendáte meliunàrje, nu nże ru ccrére, e mènde s.f. "menta": ché vuó na nżénghe
cambe cúm'appríme. "è diventato re mènde? Te la pòrte musére ra fóre, ne
milionario, non se lo crede, e vive come tènghe numunne. "che vuoi un poco di
prima". menta? Te la porto stasera dalla campagna,
melògne s.f. tasso. ne tengo molta".
melóne s.m. "anguria, cocomero, sesto mendecá v.tr. "dimenticare".
giorno": re state lu melóne te refréśche e méne 1.s.f. "mina"; 2. escl "su!"; méne,
te léve la séte. "d'estate l'anguria ti lu- s.m. "sottrazione".
rinfresca e ti disseta"; pl. melune: jémme, menecá v.intr.tr. "mendicare":
menjémme melune cugljémme. "andammo, nunn'avéve re ché cambá e avía ìre a
venimmo cocomeri raccogliemmo"; -re menecá. "non aveva di che vivere e dovette
pane s.m. "mellone". andare a mendicare".
mèmèlle s.f. "caramella": ché agghia rá menéle s.m. "veleno": ssa merecíne
a stu criature? Vjéne qquá, ramme nu asseméglie a nu menéle, pigliatílle tu!.
vasílle e éo te rache re mèmèlle. "che devo "codesta medicina assomiglia a un veleno,
dare a questo bambino? Vieni qua, dammi prenditela tu!".
un bacio e io ti do le caramelle". menèste s.f. "verdura"; -scèute s.f.
mená v.tr. "buttare, lanciare, scagliare": "verdura pulita".
à mmenate nu vricce bbóne lundane e ppó mení v.intr. "venire"; p.p. menute;
rice ca stá fiacche. "ha lanciato un sasso menitavínne "venitevene"; -lu ràngule
molto lontano e poi dice che sta fiacco"; -li v.tr. "avere voglia di qualcosa"; -lu ulíje
maccarúne v.tr. "calare la pasta"; -lu v.intr. "ustolare": nu nde re mangiá ra sule
bbanne v.tr. "bandire"; -lu vandaglie re mèmèlle, raccílle a qquiddu
v.tr.rifl. "sventagliare": ché te crire éo fatíe uagliungjédde ca le stá menènne lu ulíje.
"non te le mangiare da solo le caramelle,
o pjénże ca me stache a mená lu vandaglie daccele a quel ragazzino che lo stai
tutte la iurnate. "che ti credi io lavoro o ustolando".
pensi che mi sto a sventagliare tutta la meníccule s.m. "lenticchia".
giornata"; -lu tuócche v.tr. "fare la conta"; ménne s.f. "mammella";.pl. mménne.
-mazzate v.intr. "picchiare": nu menanne mènnele s.f.pl. "mandorla, mandorlo,
cchiù mazzate a qquiddu pòvre criature ca semi di zucca": la mènnele vucíne a la
nu nge cumbíne njénde. "non picchiare più tórre jé seccate, n'à ppurtate re mènnele a
quel povero bambino che non combini l'anne!. "il mandorlo vicino alla vasca in
niente"; -re bbòtte v.intr. "alludere": cemento per irrigazione è seccato, ne ha
parlanne accussì tu mine re bbòtte ma éo portato di mandorle all'anno"; -atterráte
te riche o parle chiare o nu mbarlá pe s.f.pl. "mandorle pralinate".
mennelícchie s.m. "mignolino".
menuórchie s.m. "persona mostruosa". nfusse fine a lu merudde. "Stanislao ha
menute s.f. "venuta": cúm’jé state la jute avuto la pioggia per strada e si è ritirato
jé state la menute, cu tutte quésse si ne bagnato fino al midollo".
jéve ggià asciute. "come è stata l'andata è mesatèdde s.f. "mensile misero".
stata la venuta, con tutto ciò se ne era già mescíśche s.f. "carne di pecora
uscito". essiccata".
menuzzá v.tr. "tagliuzzare": feglió ché mesculànże s.f. "mescolanza":
àje fatte? Te sì mmisse a menuzzá lu
ggiurnale ma nu lu facènne caré pe apprepare la mesculànże pe li mule.
ndérre. "ragazza che hai fatto? Ti sei "prepara la mescolanza per i muli".
messa a tagliuzzare il giornale ma non lo mése s.m. "mese, mestruazione"; dim.
far cadere per terra". mesarjédde; pl. mise; -ca trase loc.avv.
menuzzíglie s.m.pl. "minutaglia". "mese prossimo"; -mése avv.
"mensilmente"; mése, nu pjézze re lu- s.m.
mènże s.f. "mensa". "decade".
mènżele s.f. "mensola". mesícule agg. "minuscolo".
menżíle agg. "mensile". mesùre s.f. "misura"; dim. m.
merácquele s.m. "miracolo": agghi avute mesurjédde "misura di cereali e di peso da
nu merácquele nu nge pòzze crére. "ho 2 Kg."; -re tèrre s.f. "terreno 2 are".
avuto un miracolo e non ci posso credere". méte s.f. "pignone di paglia"; -re paglie
meraglie s.f. "medaglia"; dim. s.f. "pagliaio".
meraglíne. metènne s.f. "mietitura": auànne avíme
mèrce s.f. "pus": la ferite nu nż'éja fatte na bbóna metènne a lu quarte re
angóre chiuse, èsce numunne re mèrce. "la Bbuvíne. "quest'anno abbiamo fatto una
ferita non si è ancora chiusa, esce molto buona mietitura alla parte di Bovino".
pus". metetóre s.m. "mietitore"; pl. metetúre.
mèrche s.m. "segno della cicatrice, métte v.tr. "mettere"; p.p. miste, misse; -
marchio (del bestiame)": lu mèrche si vére a mmesure v.tr. "mettere in prova un
sóp'a la gròppe re lu cavadde nu nde puó vestito"; -a ppizze v.tr. "accantonare"; -a
sbagliá. "il marchio si vede sulla groppa ppòste v.tr. "riordinare": Mecalì, a
del cavallo non ti puoi sbagliare". mmàmme, appríme r'ascí mitte a ppòste la
merciajuóle s.m. "merciaiolo". càmmere tója. "Michelina, a mamma,
mercióne s.m. "brocca sbreccata". prima di uscire riordina la tua camera"; -a
merculerí s.m. "mercoledì". spunże v.tr. "ammollare": ru ppane jé fatte
mercùrje ggialle s.m. "cerume". seretízze pe te lu mangiá l'àja métte a
merecá v.tr. "medicare": appríme r'ascí spunże. "il pane è raffermo per
m'àja merecá lu vrazze ca éo nu mbòzze fá mangiartelo lo devi ammollare"; -ca v.tr.
njénde cu la mana stòrte. "prima di uscire "supporre": mettíme ca tutte quédde ca
mi devi medicare il braccio che io non m'àje ritte jé alluvére, mó ché vvuó
posso far niente con la mano sinistra". cumbená, vuó métte ssciglie?.
merecáne agg. "americano". "supponiamo che tutto quello che mi hai
merecíne s.f. "medicina". detto è vero, ora che vuoi combinare, vuoi
merediunále agg. "meridionale": sime mettere dissidio?"; -capesótte v.tr.
cundènde re èsse merediunále e ce ne "capovolgere"; p.p. misse capesótte; -
vandame, àje ché ddice?. "siamo contenti èspòste v.tr. "esporre": craje Nanníne
di essere meridionali e ce ne vantiamo, hai métte èspòste la bbiangaríje re la figlie,
che dire?". jàmece cummà ca avíma ché veré.
meríquele s.f. "mora". "domani Anna espone la biancheria della
merudde s.m. "midollo": Stanżelláne à figlia, andiamoci comare che abbiamo che
avute l'acque pe la strare e s'éja arreteráte vedere". -la fóche v.tr. "strangolare"; -la
mèzzesóle v.tr.iter. "risuolare": dde ścarpe v.rifl. "vergognare"; -sóp'a l'uócchie v.tr.
l'avéva jttá, m'agghi fatte métte la "non sopportare una persona"; -tuórne
mèzzesóle e pòzze terá nnande. "quelle tuórne v.tr. "recingere".
scarpe le dovevo buttare, le ho fatte métterse luónghe luónghe ndèrre
risuolare e posso tirare avanti"; -la pèzze v.tr.rifl. "sdraiarsi": cúm'arruvàje fóre
v.tr. "rammendare"; -la tàvele v.tr. stéve bbuóne stracche e me mmettjétte
"apparecchiare": feglió, mitte la tàvele ca luónghe luónghe ndèrre. "come arrivai in
mó véne pràtete e s'adda mangiá. campagna stavo molto stanco e mi
"ragazza, apparecchia che ora viene tuo sdraiai".
padre e si deve mangiare"; -li vricce v.tr. mèuze s.f. "milza".
"acciottolare": l'andìce mettjérene li vricce mèzzabbòtte s.m. "persona piccola di
a ttutte re strare re Panne. "gli antichi statura".
misero i ciottoli a tutte le strade di Panni"; mèzzacauzètte s.f. "donna di bassa
-lu lècche v.tr. "persona che deve dire statura".
sempre la sua"; -mane v.tr. "principiare"; - mèzzahúste s.f. "ferragosto": ce veríme a
mbjétte v.tr. "intestare": àja métte mbjétte la mèzzahúste vuó o nun vuó. "ci vediamo
a tté e mmugljérete tutte re ppruprjètà. a ferragosto vuoi o non vuoi".
"devi intestare a te e a tua moglie tutte le Mezzane s.f. "Mezzana (contrada sulla
proprietà"; -mmjézze v.tr. "frapporre": strada per San Marco)".
s'éja misse mmjézze p'avetá na lite, ma mèzzaníne s.m. "tramezzo": facjémme lu
nunn'à cumbenate njénde. "si è frapposto mèzzaníne rinde a qquédda càmmere,
per evitare una lite, ma non ha combinato addréte ce vanne re llèune e nnande stá
niente"; -nd'a la sacche v.tr. "intascare"; - bbèlle pulite. "facemmo il tramezzo dentro
nghiane v.tr. "sperperare": rinde a dduje a quella camera, dietro ci va la legna e
anne à mmisse nghiane tutte quédde davanti sta ben pulito".
c'avévene lassate la màmme e lu patre, mèzzemaglie s.f. "maglia bassa
accucchjáte cu ssanghe e suróre. "in due (uncinetto)".
anni ha sperperato tutto quello che mèzze mèzze agg. "incompleta".
avevano lasciato la mamma e il padre, mezzètte s.m. "staio, misura di peso 24
accumulati con sangue e sudore"; - kg.": ajère vennjétte quatte mezzètte re
nguódde v.tr. "indossare": óje pe gghí a la grane a cumma Fuluméne e uaragnàje
mésse t'àja métte nguódde lu còtte nuóve. bbunàcchie. "ieri vendetti quattro stai di
"oggi per andare a Messa devi indossare il grano a comare Filomena e guadagnai
cappotto nuovo"; -nżjéme v.tr. "unificare": parecchio"; -re tèrre s.m. "terreno are
16½".
vire ca la maéste adda métte nżjéme li migliatjédde s.m.pl. "lampredotti".
uagliune re la tèrze cu quidde re la quarte, miglie salvagge s.m. "erica".
sule pe óje. "vedi che la maestra deve míje agg.poss.m. e f. sing. e pl. "mio"; f.
unificare i ragazzi della terza con quelli pl. méje.
della quarta, solo per oggi"; -ra parte v.tr. mìle s.m. "mela, melo"; -cutugne s.m.
"appartare": stá sèmbe penżerúse, se métte "melacotogna"; s.f.pl. méle cutógne: re
ra parte e nu mbarle cu nnesciune. "sta ffacìme a ffèdde re mméle cutógne e re
sempre pensieroso, si apparta e non parla mettíme sóttacíte. "le facciamo a fette le
con nessuno"; -re rràreche v.intr. mele cotogne e le mettiamo sottaceto"; -
"abbarbicare"; p.p. misse re rràreche: la lappióne s.m. "mela appiola"; -
chiande re mìle à mmisse re rràreche. "la lemungjédde s.m. "mela limoncella"; pl.
pianta di melo è abbarbicata"; Nanníne à méle lemungèdde.
mmisse re rràreche nd'a quédda case e nu millepjére s.m.invar. "millepiedi".
la spuóste cchiù. "Anna è abbarbicata in mittafuóche s.m. "mettimale": làssule
quella casa e non la sposti più"; -ścuórne pèrde ca jè nu mittafuóche, te face truvá
mmjézze a li mbruóglie. "lascialo perdere mmarène s.f. "amarena".
che è un mettimale, ti fa trovare in mezzo mmasciate s.f. "imbasciata": à
agli imbrogli". mmannate la mmasciate a Nnanníne pe lu
mjéreche s.m. "medico"; dim. frate re Addjéche. "ha mandato
merechícchie; pl. mjérece. l'imbasciata ad Anna tramite il fratello di
mjérle s.m. "merlo". Diego".
mjézze agg. "mezzo"; -addurmúte agg. mmattí v.intr. "ammattire"; p.p.
"sonnacchioso": Runate stéve mjézze mmattúte: jé rumaste mmattute pe rresòlve
addurmúte peqquésse t'à dditte na cóse pe quiddu prubbléme. "è rimasto ammattito
n'ate. "Donato stava sonnacchioso perciò ti per risolvere quel problema".
ha detto una cosa per un'altra"; -apjérte mmécce s.f.pl. "gambe".
agg. "semiaperto"; f. mèzze apèrte; - mméce avv. "invece": mméce re
mjézze agg. "incompleto"; -mbriache agg. chiacchirjá cèrche re fá li fatte. "invece di
"ebbro": mó jé ggià mjézze mbriache e chiacchierare cerca di fare i fatti".
putarríje funí re véve. "ora e già ebbro e mméle s.m. "miele": sònghe jute ra
potrebbe finire di bere"; -zite m.pl. "ziti più cumba Vite, stéve la mugljére ca pesave
sottili (pasta alimentare)"; mjézze, re - zùcchere e mméle, recjétte ramme nu
loc.avv. "medio": l'anjédde ca m'àje póche, me ne ríje nu bbèllu póche, recjétte
rialate jé làrehe l'agghia métte a lu rite re ramme nu picche, me ścaffàje nu càuce
mjézze. "l'anello che mi hai regalato è largo ndrippe. "sono andato dal compare Vito,
lo devo mettere al dito medio". stava la moglie che pesava zucchero e
mjézzecrure agg. "semicrudo". miele, dissi dammi un pò, me ne diede un
mjézzecuótte agg. "semicotto". bel pò, dissi dammi un pochino, mi diede
mjézzejuórne s.m. "mezzogiorno, ora un calcio nella pancia"; mméle, cu ru-
sesta (12 ora canonica)". loc.avv. "melato".
mjézzequarte s.m. "misura di peso da 6 mmerjatamènde avv. "immediatamente".
kg.". mmerjàte agg. "immediato": la chiamate
mmaggená v.tr. "immaginare": àja jé state mmerjàte, n'à avute manghe tjémbe
mmaggená quédde ca t'aspètte, te l'ànne re salutá li parjénde. "la chiamata è stata
ritte tutte quande. "devi immaginare quello immediata, non ha avuto neanche il tempo
che ti aspetta, te l'hanno detto tutti quanti". di salutare i parenti".
mmaletepéne, a- loc.avv. "a malapena": mmèrne s.f. "merenda": racce la
a mmaletepéne cammíne, però re ccóse mmèrne a lu criature spùnżece nu stuózze
sòje si re face ra sule, nun vóle nesciune re pane e míttece ru zzùcchere pe ssópe.
attuórne. "a malapena cammina, però le "dacci la merenda al bambino inzuppaci un
cose sue se le fa da solo, non vuole tozzo di pane e mettici lo zucchero sopra".
nessuno intorno". mmèrse s.f. "salita"; -re Sàrje s.f.pl.
mmalezzjá v.tr. "ammaliziare": jé nu "discese o salite di Sario": te face assàje
uaglióne ggià mmalezziáte, nu nge sémbre. paùre affacciánnete sóp'a re mmèrse re
"è un ragazzo già ammaliziato, non ci Sàrje. "ti fa molta paura affacciarti sulle
sembra". discese di Sario".
mmane loc.avv. "in mano, nelle mani"; -
a vavóne loc.avv. "una volta"; -mmjérse mméścá v.tr. "immischiare": nu me
s.f. "manrovescio". mmeścate nd'a quéssa facènne, sònghe
mmanére s.f. "maniera": ché mmanére fatte vuóste. "non mi immischiate in
sònghe quéste re me trattá e ché staje codesta faccenda, sono fatti vostri".
mmjézze a li vuóśche?. "che maniere sono mméśche s.f. "miscuglio".
queste di trattarmi e che stai in mezzo ai mmeserí v.tr. "immiserire"; p.p.
boschi?". mmeserúte: ra quanne la mugljére l'à
mmaràme, a- loc.avv. "ombroso". llassate Vetucce jé pròpje mmeserúte. "da
quando la moglie lo ha lasciato Vito è s'adda mmuttá. "dopo una decina di giorni
proprio immiserito". che il vino ha bollito, si deve imbottare.
mmetá v.tr. "invitare": rinde state agghi mmuttíte s.f. "trapunta": quanne la mitte
mmetate tutte li parjénde ca stanne fóre la muttíte a lu ljétte? Nu nżjénde
tèrre a mmangiá nu múzzeche a ccasa c'accummènże a ffá fridde?. "quando metti
míje. "d'estate ho invitato tutti i parenti che la trapunta al letto? Non senti che
stanno fuori paese a mangiare un boccone incomincia a fare freddo?".
a casa mia". mó avv. "adesso, ora": abbíjte ca mó me
mmète v.tr. "mietere": peścràje avíme ne vènghe chiane chiane, apprjésse a tté.
ìre a mmète ru ggrane ca jé fatte a li "avviati che ora me ne vengo piano piano,
Furlazze. "dopodomani dobbiamo andare a appresso a te"; -quand'ave avv. "poco
mietere il grano che è maturo ai Furlazzi". tempo fa"; mó, ra- loc.avv. "da molto
mmìrje s.f."invidia". tempo"; mó, re- loc.avv. "da poco tempo".
mmite s.m. "invito". mòbbele s.m. "mobile".
mmjàte agg. "beato": mmjàte tra re móle a acque s.f. "mola a smeriglio
ffémmene. "beato tra le donne". (arnese del falegname)".
mmjérse agg. "inverso". mòlle s.f. "elastico".
mmjézze loc.avv. "in mezzo": figlie míje mòmbrèste loc.avv. "ben presto".
nu nde mettènne maje mmjézze a dduje ca mómó avv. "chissà quando".
fanne allíte. "figlio mio, non ti mettere mai mòneche 1.s.f. "monaca, suora": jésce na
in mezzo a due che litigano". nżénghe ra fóre, ché àja revendá mòneche
mmó, pe- loc.avv. "per ora". re clausure?. "esci un pò fuori, che devi
mmócche loc.avv. "in bocca"; -a la pòrte diventare monaca di clausura?"; 2.s.m.
loc.avv. "sull'uscio". "monaco, un soldo, trabiccolo": vènghe a
mmòre s.m. "modo": àja fá a mmòre lu munne quanne léve lu mòneche ra rinde
míje se no vattínne. "devi fare a modo mio
altrimenti vattene". a lu ljétte e me cóleche, tróve dde lenżóle
mmùcate s.m. "grano seccato alla càure càure. "vengo al mondo quando
radice". tolgo il trabiccolo da dentro al letto e mi
mmuccá v.intr. "cadere di lato, cedere da corico, trovo quelle lenzuola calde calde";
un lato, imboccare": a ppràtete, l'àja sule pl. muónece.
mmuccá quanne mange, ché vuó fá jé fatte mónge v.tr. "mungere": quanne t'abbíje
vjécchie. "a tuo padre lo devi solo a mmónge re vvacche, ca pó facíme
imboccare quando mangia, che vuoi fare è attarde pe vvénne ru llatte nd'a lu pajése.
fatto vecchio". "quando ti avvii a mungere le mucche, che
mmucedí v.intr. "immucidire, marcire": poi facciamo tardi per vendere il latte nel
si rjéste re ffìquara nd'a lu stipe si paese".
mópe agg. "sordomuta".
mmucedíscene, puórtele a ru ffriśche nd'a móre re Ddíje s.m. "mendicante": cu
la candine. "se lasci i fichi nello stipo si tutte quidde sòlete ca téne asseméglie nu
immucidiscono, portali al fresco nella móre re Ddíje cúme vá vestute. "con tutti
cantina"; p.p. mmucedúte. quei soldi che tiene assomiglia ad un
mmuste s.m. "mosto": si vuó fá lu vine mendicante come va vestito".
cuótte apprufítte mó ca stá lu mmuste. "se mòrge s.f. "barbazzale": nu nderá tròppe
vuoi fare il vin cotto approfitta ora che c'è la capézze se no lu cavadde si face male cu
il mosto". la mòrge. "non tirare troppo la cavezza
mmutá v.tr. "cambiare lenzuola o altrimenti il cavallo si fa male con il
vestiti". barbazzale".
mmutate s.f. "cambio di indumenti". mórre s.f. "gregge, gruppo disordinato di
mmuttá v.tr. "imbottare": ròppe na persone": ddu uaglióne nu ndéne manghe
recine re juórne ca lu vine à vuddute,
na recine r'anne e vvire ché mmórre re li pulecíne. "raccogli codeste briciole e
ppèquere vá a cambjá. "quel ragazzo non portacele giù ai pulcini".
tiene neanche una decina d'anni e vedi che muddíche s.f. "mollica": cúme facévene
gregge di pecore va a pascolare"; -re figlie l'andíche, mangiávene la ścòrce e
s.f. "figliolanza". rumanévene la muddíche. "come facevano
mórse s.f. "morsa (arnese del fabbro), gli antichi, mangiavano la corteccia e
barletto (arnese del falegname)": ssa tàvule lasciavano la mollica".
mìttele nd'a la mórse ca mó te l'allísce cu mufalànne avv. "anno scorso".
la chianòzze. "codesta tavola mettila nel mugljére s.f. "moglie": nu juórne jétte a
barletto che ora te la liscio con la pialla"; - cardídde e ne truvàje cjénde e mmille,
re lu bbanghe s.f. "morsa a banco (arnese recjétte a mmugljèreme "cuóciammílle" e
del falegname)". me risse "cuóciatílle" l'acchiappàje pe lu
mòrule s.m. "modulo". tuppílle e recjétte "vjéne, mange ca sònghe
móśca gròsse s.f. "lucilia". cardidde". "un giorno andai a cardoncelli e
móśche re lu mméle s.f. "ape": avíme ne trovai cento e mille, dissi a mia moglie
preparate fóre nu mjézze varrile vjécchie, "cuocimeli" e mi disse "cuociteli"
accussì re mmóśche re lu mméle ce vanne l'acchiappai per la crocchia e dissi "vieni,
a ffá lu cupe. "abbiamo preparato in mangia che sono cardoncelli";
campagna un mezzo barile vecchio, così le mugljèreme: "mia moglie"; mugljèrete:
api ci vanno a fare l'alveare". "tua moglie".
mulegnáme s.f. "melanzana".
móśchjére s.m. "moscaiola". mulenáre s.m. "mugnaio": óje lu
mòtòpiche s.m. "martello pneumatico". mulenáre stéve accussì ammujnáte
mòve v.tr. "muovere": nu nde mòve ra mmjézze a ttutte ddi sacche re farine, ca nu
qquá, lu sjénde a ffràtete cúme chiange m'à manghe salutáte. "oggi il mugnaio
nd'a la cùnnele, vá lu nàzzeche. "non ti stava così ammoinato in mezzo a tutti quei
muovere di qua, lo senti a tuo fratello sacchi di farina, che non mi ha neanche
come piange nella culla, vallo a cullare"; salutato".
p.p. muósse; -la córe v.intr. mulìdde s.m. "brocca a due manici".
"scodinzolare": quiddu cane sule ca me Mulìne s.m. "Mulino (contrada sulla
vére ra nu miglie lundane accummènże a strada per Accadia, vicino Marchette)".
mmòve la córe. "quel cane solo che mi mullá v.tr. "mollare": ce mullàje ruje
vede da lontano un miglio incomincia a ścaffùne a Tresíne, sule accussì si stíje
scodinzolare". citte. "ci mollai due schiaffoni a Teresa,
mózze p.p. "mozzato". solo così si stette zitta".
mozzióne s.f. "emozione": ché mozzióne mullètte s.f. "molletta per i panni".
c'avjétte quanne verjétte r'arruvá a mumènde s.m. "momento".
ffìglime alandrasátte. "che emozione che munastére s.m. "monastero".
ebbi quando vidi di arrivare mundá v.intr. "montare, montare di
improvvisamente mio figlio". cavalli".
mubbìlje s.f. "mobilia": Ndunètte à spise mundagnáre s.m. "montanaro": nuje re
numunne, ma à accattáte na bbèlla Panne sime cundènde re èsse mundagnáre.
mubbìlje a la figlie ca se spóse. "noi di Panni siamo contenti di essere
"Antonietta ha speso molto, ma ha montanari".
comprato una bella mobilia alla figlia che mundagne s.f. "montagna, Montagna
si sposa". (contrada su monte Crispignano)": Panne,
muccùse agg. "moccioso"; f. muccóse; lu pajése nuóste stá sóp'a na mundagne.
dim.m. muccusjédde; dim.f. muccusèdde. "Panni, il nostro paese sta sopra ad una
muddechèdde s.f. "briciola": arresìrje montagna".
sse muddechèdde e puórtacílle abbasce a mundagnóle s.f. "collinetta".
mundahutése agg. "montagutese"; pl. muórele s.m. "modello": a li pjére téne
mundahutíse "abitanti di Montaguto". nu bbèllu muórele re ścarpe. "ai piedi
mundeljunése agg. "monteleonese"; pl. tiene un bel modello di scarpe".
mundeljuníse "abitanti di Monteleone". muórse s.m. "morso (boccone)"; dim.
mundóne s.m. "montone, mucchio, mursecjédde.
musone"; dim mundungjédde: muórte agg. "deceduto".
"mucchietto". mùpe agg. "sordomuto".
munduuá v.tr. "mentovare, nominare": mupégne, a la-l oc.avv. "di soppiatto, a
nun me lu munduuá ca me tòcche li njérve. gesti": à ffatte tutte a la mupégne nunn'à
"non me lo nominare che mi innervosisco". ddate a capí njénde a nesciune. "ha fatto
munezzáre s.m. "immondezzaio, tutto di soppiatto non ha fatto capire niente
mondezzaio": sta case si nu la pulizze a nessuno".
revènde nu munezzáre. "questa casa se non muraggíje s.f. "emorragia": la sóre re
la pulisci diventa un mondezzaio". cajnàteme avíje na muraggíje accussì
muniglie s.f. "polvere di carbone". ffòrte ca l'avjérna purtá re prèsscie a
munná v.tr "diserbare (erba bassa), Ffògge. "la sorella di mio cognato ebbe
mondare, scerbare con la zappetta": un‟emorragia così forte che la dovettero
crajmatíne àuzete mòmbrèste c'àja ìre a portare di fretta a Foggia".
mmunná ru ggrane. "domattina alzati muralètte s.m. "listelli dell'intelaiatura".
presto che devi andare a diserbare il murcate s.m. "mercato": lu larghe
grano". Ndependènże a Ppanne se chiame lu
munne s.m. "mondo": uaglió, munne jé murcate, ca andícamènde facévene lu
state, munne jé e munne sarrá. "ragazzo, murcate pecché jévene l'ùteme case. "il
mondo è stato, mondo è, mondo sarà". largo Indipendenza a Panni si chiama il
mùnnele s.m. "spazzaforno (strumento mercato, che anticamente facevano il
del forno)". mercato perché erano le ultime case".
munnézze s.f. "immondizia, spazzatura": murèlla s.f. "brunella": murèlla, mia
ljéve ssa munnézze ra qquá nnande, nun murèlla si me vuó bbéne me faje la rusélle,
vire quanda muśchìdde ca ce stanne?. si me vuó male me faje la cuzzechélle.
"togli codesta spazzatura qui davanti, non "brunella, mia brunella se mi vuoi bene mi
vedi quanti moscerini che ci stanno?". fai la rosellina, se mi vuoi male mi fai la
munnulatúre s.m. "spazzaforno crosticina".
(strumento del forno)". mùrere s.f.pl. "muri".
munumènde s.m. "monumento": musére murge s.f. "roccia".
ascínne abbasce a lu munumènde ca éo murí v.intr. "morire"; -ru ffuóche v.intr.
stache ddà vucine ca t'aspètte. "stasera "spegnersi del fuoco"; p.p. muórte; -accíse
scendi giù al monumento che io sto là v.tr. "ammazzare": puózze murí accíse,
vicino che ti aspetto". quanne te sebbríje a ffatjá, sàbbete
munuzzá v.tr. "triturare": appríme ca sande?. "che tu possa essere ammazzato,
tenéve li rjénde riascéve a mmunuzzá pure quando ti sbrighi a lavorare, sabato
re ppréte, mó cale sana sane ògne ccóse. santo?"; -re fame p.p. "affamato": a la
"prima che tenevo i denti riuscivo a matine pe la prèsscie si ścurdàrene ru
triturare anche le pietre, ora ingoio ogni mmangiá, a la sére s'arreteràrene muórte
cosa intera". re fame. "al mattino per la fretta si
munżegnóre s.m. "monsignore"; pl. dimenticarono il cibo, alla sera si ritirarono
munżegnúre. affamati; -re séte p.p. "assetato": jéve
muódde agg. "bagnato"; f. mòdde. tande muórte re séte ca s’accapuzzàje a la
bbuttíglie r'acque e si la śculàje. "era tanto
assetato che avvicinò la bocca alla bottiglia Muścarjédde s.f. "Boscarelli (contrada
di acqua e se la scolò". sulla strada per Panni-Scalo al di sotto del
muríteche agg. "ombroso". Lammicco)".
murmurá v.intr. "mormorare": staje musce 1.agg. "floscio, moscio": tenéve
sèmbe a mmurmurá, statte na nżénghe nu cappjédde musce. "teneva un cappello
citte. "stai sempre a mormorare, stai un floscio"; sì ppròpje musce, àuze na
poco zitto". nżénghe sti pjére se no quanne avìma
muróse agg. "umorosa". arruvá dammónde?. "sei proprio moscio,
murrécene s.f. "muriccia"; pl. murricene. alza un poco questi piedi altrimenti quando
murròjde s.f.pl. "emorroidi": statte citte, dobbiamo arrivare là sopra?". 2.s.m
nu nde lamendanne cchiù cu sse murròjde, "gatto"; dim. muscille; -musce v.tr.
mó te rache na créme. "stai zitto, non ti "chiamare il gatto".
lamentare più con codeste emorroidi, ora ti musciaríje s.f. "lentezza esagerata".
do una crema". muścatjédde agg. e s.m. "moscatello":
mursjá v.tr. "storcere la bocca". avíve che vvéve quanne a ttàvele
murtacigne agg. "mortigno, smorto": ddu
culóre re la vèste jé tròppe murtacigne, nu cacciáveme lu vine muścatjédde. "avevi
nde la mettènne ca nu nde stá bbóne. "quel che bere quando a tavola cacciavamo il
colore del vestito è troppo smorto, non te vino moscatello".
lo mettere che non ti sta bene". muśche s.m. "spalla": sònghe carute e
murtale s.m. "mortaio". m’agghi fatte male lu muśche. "sono
murtatèlle s.f. "mortadella": me piace caduto e mi sono fatto male la spalla"; pl.f.
mangiá la murtatèlle mmjézze a ddòje mmóśche.
fèdde re pane. "mi piace mangiare la muśchélle s.f. "ragazza gracile, persona
mortadella in mezzo a due fette di pane". che si sente subito offesa".
murtecjédde s.m. "morticino".
murtefecá v.tr. "mortificare": nu nde muśchídde s.m. "moscerino".
murtefecá cu quésse paróle ra njénde. muścóne s.m. "corteggiatore (fig.),
"non ti mortificare con codeste parole da moscone, vespa": cummà, fìglite téne
niente". parícchie muścune attuórne, statte
murtóre s.m. "successione": cu tutte attjénde ca te l’arruóbbene. "comare, tua
quédde pruprjétà ca tène chisà quande figlia tiene parecchi corteggiatori intorno,
adda pahà re murtóre. "con tutte quelle stai attenta che te la rubano".
proprietà che tiene chissà quanto deve musechjá v.intr. "brontolare".
pagare di successione". musecóne s.m. "brontolone": mugljéra
murtòrje s.m. "ambiente triste, míje, sì nu mesecóne, nu nde pòzze cchiù
mortorio": quéssa féste asseméglie a nu suppurtá, la vuó funí na vòte pe ssèmbe?.
murtòrje, ce vóle cchiù allegrézze. "moglie mia, sei una brontolona, non ti
"codesta festa assomiglia ad un mortorio, posso più sopportare, la vuoi finire una
ci vuole più allegria". volta per sempre?".
muruse s.m. "pane morbido". musére avv. "stasera": musére ce verìme
murveddíne s.f. "centocchio". abbasce vucíne a la Cróce. "stasera ci
murvidde s.m. "morbillo": statte attjénde vediamo giù vicino alla Croce".
nu lu facènne ìre a la ścóle, quisse mussaróle s.f. "museruola": mìttece la
vruscelícchie ca téne nfacce adda èsse lu mmussaróle a lu cane e vattínne fóre
murvìdde. "stai attento non lo fare andare a spenżeráte. "mettici la museruola al cane e
scuola, codesti piccoli brufoli che tiene in vattene in campagna spensierato".
faccia deve essere il morbillo". musse s.m. "labbra, muso"; dim.
musale s.m. "tovaglia". mussícchie, mussecjédde, mussídde; -a
musse loc.avv. "da vicino"; -cúm’a nu
lèbbre s.m. "labbro leporino"; -luónghe muzzóne s.m. "cicca, mozzicone,
s.m. "broncio": cúme riche na cóse ca nu persona piccola di statura"; pl. muzzune:
le vá a ggènje, face lu musse luónghe. nu gghjénne raccugliènne li muzzune re
"come dico una cosa che non le va a genio, segarètte ca t’arruvíne la salute. "non
fa il broncio"; -suje o tuje loc.avv. andare raccogliendo mozziconi di sigarette
"capacità sua o tua". che ti rovini la salute"; dim. muzzungjédde
mussjá v.tr. "disapprovare": màmmete "persona piccolissima di statura"; f.
musséje ma nu nde parle, l’àja capí a muzzungèdde.
vvóle. "tua madre disapprova ma non ti
parla, la devi capire a volo".
mustazze s.m.pl. "mustacchi, baffo";
dim. mustazzjédde; accr. mustazzóne; -re
crape s.m.pl. "barba di becco".
mustazzóne s.m. "mostacciata": si nu
nde faje li fatte tuje te rache nu
mustazzóne e te ṡbalànże daffóre. "se non ti
fai i fatti tuoi ti do una mostacciata e ti
sbalzo là fuori".
musullíne s.f. "mussolina".
mutandèdde s.f. "mutandina dei
bambini".
mute s.m. "imbuto"; dim. mutidde; -cu
la rézze s.m. "imbuto con la rete".
muterá v.tr. "moderare": feglió, mòtere
sse pparóle, chi te crire re èsse?. "ragazza,
modera codeste parole, chi ti credi di
essere?".
mutèrne agg. "moderno": la ggevendù
mutèrne nu ndéne respètte pe nesciune,
salve cezzjóne. "la gioventù moderna non
tiene rispetto per nessuno, salvo
eccezione".
mutive s.m. "motivo": nu nge salutáme
cchiù, ru ssaje lu mutive? Éo nu ru sacce.
"non ci salutiamo più, lo sai il motivo? Io
non lo so".
muvemènde s.m. "movimento".
muzzecá v.tr. "addentare, mordere": nu
mbassanne pe qquédda strare ca ce stá nu
canaglióne ca te póte muzzecá. "non
passare per quella strada che ci sta un
cagnone che ti può mordere".
mùzzeche s.m. "morso, boccone trasl.";
dim. muzzechícchie.
muzzecúne loc.avv. "a spizzico": si me
l’àja rice lu fatte remmílle tutte, no
muzzecúne. "se me lo devi dire il fatto
dimmelo tutto, no a spizzico".
muzzètte s.f. "mozzetta".
125
N
acezzí v.intr. "inacidire"; p.p.
acezzúte: avjémma jttá na "Antonietta, allora finisci di cullare tuo
rameggiáne re vine ca jéve fratello quando si è addormentato, me ne
nacezzúte. "dovemmo buttare una posso andare spensierata?".
damigiana di vino che era inacidita". nd'a l'uóglie loc.avv. "sottolio": auànne
nàlese s.f. "analisi": me sònghe fatte la agghi misse nd'a l'uóglie re ścarciòffele, re
nàlese, jé ssciuta bbóne. "mi sono fatta le mulegnáme, li cepuddíne e li pupàjne.
analisi, sono uscite buone". "quest'anno ho messo sottolio i carciofi, le
nande, re- loc.avv."anteriore": ce melanzane, i cipollacci e i peperoni".
mbasturáje re cciambe re nande a lu ndaccarí v.tr.fig. stecchire; p.p.
cavadde pe nu lu fá allundaná. "ci ndaccarùte.
impastoiai le zampe anteriori al cavallo per ndacche s.f. "tacca": sóp'a la stile re lu
non farlo allontanare". pulerènde àja fá na ndacche a na
napuletáne agg. "napoletano": tènghe na quarandìne re cendìmetre. "sul manico del
sórecucíne ca jé napuletáne. "ho una bidente devi fare una tacca a una
cugina che è napoletana". quarantina di centimetri".
Nardèlle s.m. "Nardella (contrada sulla ndagliá v.tr. "intagliare": mó mìttete a
strada per Bovino a sinistra per Cervaro e ndagliá lu smèrle a quiddu céndre. "ora
Mulino)". mettiti ad intagliare lo smerlo a quel
Nardùdde s.m. "Nardulli (contrada sulla centro".
strada per la Fontana Vecchia e oltre sulla ndaglie s.m. "spigolo": strattalmènde
strada mulattiera)". sònghe jùte a ttuzzá nnande a lu ndaglie re
naśche s.f. "narice". la pòrte e menumále ca m'agghi fatte sule
naśchètte s.f. "nasiera". nu bbubbóne. "distrattamente sono andato
naśchiá v.tr. "annusare, odorare": a urtare davanti allo spigolo della porta e
naśchiàve ra qquá e ra ddá ma nun meno male che mi sono fatto solo un
riascéve a capí ra ndó menéve quédda bernoccolo".
puzze re cepódde. "annusava di qua e di là ndamá v.tr. "dare inizio".
ma non riusciva a capire da dove veniva ndanne avv. "allora": ndanne ére nu
quel cattivo odore di cipolla". cunde e mmó jé n'ate. "allora era un conto
e ora è un altro".
naśchílle agg. e s.m. "schizzinoso"; f. ndarsjá v.tr. "intarsiare".
naśchélle. ndatte agg. "intatto": feglió, lu libbre nun
nase s.m. "naso"; dim. nasille; -cricche l'àje lètte pe nnjénde, jé ndatte. "ragazza, il
s.m. "altezzoso"; -felènde, s.m. "naso libro non l'hai letto per niente, è intatto".
affilato, schizzinoso"; -ngrespáte s.m. ndebbiatúre s.f. "mansarda".
"naso arricciato". ndebbulí v.tr. "indebolire"; p.p.
nasidde s.m. "nasello". ndebbulúte.
nassce v.intr. "nascere": se sape andó se ndecepá v.tr. "anticipare": avjétte
nassce e nu nże sape andó se móre. "si sa ndecepá la partènże pecché me facjérne
dove si nasce e non si sa dove si muore". sapé ca fìglime stéve cu la fréve àuta.
natícchiele s.f. "nottola": azzécche la "dovetti anticipare la partenza perché
pòrte e ggire la natícchiele. "avvicina la fecero sapere che mio figlio stava con la
porta e gira la nottola". febbre alta".
natrèdde s.f. "anatra". ndecíse, èsse- v.tr. "esitare": Raffjulúcce
nazzacùnnele s.f. fusaggine. quanne adda fá còccóse re gruósse jé
nazze-nazze agg. "satollo". sèmbe ndecíse. "Raffaele quando deve fare
nazzecá v.tr. "cullare": Ndunè, ndanne qualcosa di grosso esita".
funisce re nazzecá a ffràtete quanne s'éja
ndefètte loc.avv. "in difetto". ndesí v.intr. "irrigidire"; p.p. ndesute
ndelleggènde agg. "intelligente". sònghe ròje óre ca t'aspètte mmjézze a la
ndellètte s. "m. intelletto". strare sònghe ndesute pe lu fridde. "sono
ndenaglie s.f. "arzinga (arnese del due ore che ti aspetto in mezzo alla strada,
fabbro), tenaglia (arnese del falegname)". sono irrigidito per il freddo".
ndènde s.m. "intento": stá tutte ndènde a ndespunènde agg. "indisponente": nu lu
uardá chi passe, àje vòglie a chiamarle nu pòzze veré pe nnjénde a Ppèppe ca jé
nde sènde. "sta tutto intento a guardare chi ndespunènde. "non lo posso vedere per
passa, hai voglia a chiamarlo non ti sente". niente a Giuseppe che è indisponente".
ndènne v.tr. "ascoltare, intendere": sti ndetulá v.tr. "intitolare": ànne ndetuláte
figlie nun me vuónne ndènne pe nnjénde nu la strare nóve a nu carute nguèrre. "hanno
nżacce cúm'agghia fá. "questi figli non mi intitolato la strada nuova a un caduto in
vogliono ascoltare per niente non so come guerra".
devo fare". ndevíreve s.m. "individuo": ògne
ndenżjóne s.f. "intenzione". ndevíreve téne lu carattere suje. "ogni
ndepáteche agg. "antipatico": individuo tiene il suo carattere".
fratetecucíne jé ndepáteche, pòrta nu ndile s.f. "intelaiatura della porta,
vjénde, quanne passe chisà chi se crére re stipite".
èsse. "tuo cugino è antipatico, borioso, ndindí a lu nase s.m. "gocciolone".
quando passa chissà chi si crede di essere". ndindolò, a- loc.avv. "a stacciaburatta".
nderetínghete e nderetánghete s.m. ndiste agg. "svelto".
"persona inaffidabile". ndlindí s.m. "tintinnio": quanne sjénde
nderizze s.m. "indirizzo": ścrive bbuóne nu ndlindí, statte secure ca jé Custanżúcce
lu nderizze sóp'a l'angalòppe. "scrivi bene ca s'arretíre cu re crape ra fóre. "quando
l'indirizzo sulla busta". senti un tintinnio, stai sicuro che è
nderline s.m. "abbaino": si nu nge Costanzo che si ritira con le capre dalla
campagna".
facévene lu nderline, quédda stanże ndó avv. "dove": mà, ndó stanne re
rumanéve ndunne a la squríje. "se non ci ccàuze, nu re pòzze truvá. "mamma, dove
facevano l'abbaino, quella stanza rimaneva stanno le calze, non le posso trovare"; ndó
proprio al buio". vá Nannenèlle accussì re córse?. "dove va
nderòclisme s.m. "enteroclisma": si nu Anna così di corsa?".
mbuó ìre re cuórpe t'àja fá lu nderòclisme. ndòcche s.m. "rintocco".
"se non puoi andare di corpo ti devi fare ndòmmene agg. "indomato".
l'enteroclisma". ndra prep.sempl. "tra": ndra mé e tté nu
nderpretá v.tr. "interpretare": nu ng'éja parahóne, quanne maje avime
nderpretá quédde ca t'agghi ritte a ffatte mangiate nd’a lu stésse piatte?. "tra me e
tuje. "non interpretare quello che ti ho te non c'è paragone, quando mai abbiamo
detto a modo tuo". mangiato nello stesso piatto?"; -lume e
nderrá v.tr. "interrare". lustre loc.avv. "alba": me sònghe misse
ndèrre loc.avv. "a terra, in terra"; ndèrre, ngammíne ndra lume e lustre p'arruvá fóre
ra- loc.avv. "da terra"; ndèrre, pe- loc.avv.
"per terra". cu ru ffrìśche. "mi sono messo in cammino
nderessá v.tr. interessare. all'alba per arrivare in campagna con il
nderrèsse s.m. "interesse": ànne fatte fresco".
allite pe custjóne re nderrèsse. "hanno ndrambí v.tr. "incurvare"; p.p.
litigato per questioni di interesse". ndrambúte.
ndesechí v.intr. "intisichire"; p.p. ndramènde avv. "intanto, mentre":
ndesecúte. ndramènde tu te vjéste éo me vache a ffá
na peppjàte. "mentre tu ti vesti io mi vado
a fare una pipata".
ndramezzá v.tr. "tramezzare". cesto, devi ancora intrecciare tutti quei
ndranżechí v.tr. "impratichire": s'adda vinchi".
appríme ndranżechí nd’a lu lavóre, pó ndrenżecá v.tr. "cominciare a imparare".
vèche quande se mmèrete. "si deve prima ndrestí v.intr. "entrare in coma, intristire,
impratichire nel lavoro, poi vedo quanto si rattristare"; p.p. ndrestùte.
merita". ndridde s.m. "spruzzo".
ndraprí v.tr. "dischiudere, socchiudere"; ndriglie s.m. "peritoneo del maiale".
p.p.m. ndrapjérte; f. ndrapèrte. ndrippe loc.avv. "in pancia".
ndrattabbele agg. "intrattabile": Felúcce ndríscele s.m. "getto d'acqua sottile";
ra quanne à ffatte allite cu la zìte jé dim. ndrescelícchie.
arrevendáte ndrattábbele. "Raffaele da ndrite s.f. "nocciole infornate e infilate".
quando ha litigato con la fidanzata è ndruglie s.m. "intruglio".
diventato intrattabile". ndrujtá v.tr. "introitare": rinde state àje
ndrattjéne s.m. "intrattenimento". ndrujtáte parícchie, ce sònghe state
ndravatúre s.f. "travatura": fá na bbóna numunne re furastjére. "d'estate hai
ndravatúre, Andò, se no me care lu titte introitato parecchio, ci sono stati assai
ngape. "fai una buona travatura, Antonio, forestieri".
altrimenti mi cade il tetto in testa". ndrumétte v.tr.rar. "intromettere": nu
ndrecá v.tr. "intrigare, sporcare": nu nde nd'agghi chiamate ché te ndrumítte a ffá?.
ndrecá re li fatte re l'ate e accussì staje "non ti ho chiamato che ti intrometti a
cchiù tranguille. "non ti intrigare dei fatti fare?".
degli altri e così stai più tranquillo". ndruná v.tr. "intronare": a San Custànże
ndrecande agg. "curioso". ànne fatte nu bbèllu fuóche, ma ròppe
ndrecandaríje s.m. "pettegolezzo": ché tenéve re ggurécchie ndrunate. "a San
ssònghe tutte quésse ndrecandaríje li fatte Costanzo hanno fatto un bel fuoco, ma
stanne accussì e accussì. "che sono tutti dopo tenevo le orecchie intronate".
questi pettegolezzi, i fatti stanno così e ndrundulamjénde s.m. "dondolamenti":
così". famme ascénne ra la màchene, cu tutte ssi
ndrécce s.m. "intreccio": Marònna míje ndrundulamjénde me ggire la cape.
ché ndrécce tenéve ddu cunde a "fammi scendere dalla macchina, con tutti
mmaletepéne l'agghi capite. "Madonna codesti dondolamenti mi gira la testa".
mia che intreccio teneva quel racconto a ndrunduljá v.intr. "dondolare".
malapena l'ho capito". ndrunghe loc.avv. (fig.) "in tronco".
ndrécchie agg. "pettegola": nu nde pòzze ndruppecá v.intr. "incespicare": statte
veré ca sì tròppe ndrécchie, ma fatte li attjénde ca ndruppechíje nnande a ddà
fatte tuje, lassa pèrde. "non ti posso vedere préte. "stai attento che incespichi davanti a
che sei troppo pettegola, ma fatti i fatti quella pietra".
tuoi, lascia perdere". ndruvelà v.tr.intr. "annebbiare,
ndrecchjére s.m. e f. "impiccione". intorbidare": se sònghe ndruvuláte
ndrecchilúse agg. "bleso": àja avé l'uócchie sarrá rebbúlezze o còccata
pacjénże cu Rucchíne, ca jé ndrecchilúse, cóse?. "si sono annebbiati gli occhi sarà
peró jé nu bbuóne uaglióne. "devi aver debolezza o qualche altra cosa?".
pazienza con Rocco che è bleso, però è un ndufá v.tr. "intontire".
buon ragazzo". ndulecí v.tr. "addolcire, indolcire"; p.p.
ndrecchísse agg. "inframmettente"; f. nduleciúte.
ndrecchjésse. ndummacá v.tr. "pestare di botte, colpire
ndrecciá v.tr. "intrecciare": e mmó lu allo stomaco".
funisce quiddu ciste, àja angóre ndrecciá nduná v.tr. "intonare": Neculíne téne na
tutte quidde vìnghje. "e ora lo finisci quel vócia ndunate, t'addecríje quanne lu
sjénde re candá nd'a la chjésje. "Nicola
tiene una voce intonata, ti ricrei quando lo sai il fatto non devi negare, che non
senti di cantare nella chiesa". combini niente".
ndunacá v.tr. "intonacare". néha re fave s.f. "farfaraccio"; -re grane
ndundí v.tr. "intontire". s.f. "favagello".
ndunne agg. e avv. "proprio": ssi panne nehòzzje s.m. "negozio": nd'a ddu
sònghe ndunne assutte. "codesta nehòzzje truóve re tutte e tutte a ppóche
biancheria è proprio asciutta". prèzze. "in quel negozio trovi di tutto e
nduócche s.m. "a metraggio". tutto a poco prezzo".
nduónde agg. e s.m. "tonto": sacce nehuziánde s.m. "negoziante".
cúm'è c'asseméglie nu nduónde. "non so nélluvére loc. "nevvero": jé state na fatìa
com'è che assomiglia ad un tonto". refficele, nélluvére? Córe re màmma sója
nduppá v.tr. "intoppare": sònghe vjénete a rrepusá. "è stato un lavoro
nduppáte nnande a nu ciòcchere, e difficile, nevvero? Cuore di mamma sua
m'agghi ścurciate lu retòne re lu pére. vieniti a riposare".
"sono intoppato davanti ad un ciocco, e mi nennille s.m. "bimbo, ragazzino": ché
sono scorticato l'alluce". bbèllu nennille. A chi jé figlie?. "che bel
nduppe s.m. "intoppo". bimbo, a chi è figlio?"; f. nennélle.
ndurá v.tr. "indorare": li fiùre re nepóte s.m. e f. "nipote"; pl. nepute;
cucuzzjédde falle nduráte e ffritte. "i fiori nepúteme: "mio nipote"; nepútete: "tuo
di zucchine falli indorati e fritti". nipote"; f. nepóteme: "mia nipote";
ndurcemegliárse v.rifl. "attorcigliarsi": nepótete: "tua nipote".
nd'a la staggióne passate verjétte fóre na nervuse agg. "nervoso": lassáteme stá,
sèrpe ca se ndurcemegliáve attuórne a stache nervuse pe li fatte míje. "lasciatemi
n'àrbele. "nella scorsa estate vidi in stare, sto nervoso per i fatti miei".
campagna un serpente che si attorcigliava nesciune agg. "nessuno".
intorno ad un albero". nèspele s.f. "nespola, nespolo".
ndurlóne agg. "lanternuto". nettatúre s.m. "arnese di legno o canna
ndurtùte agg. "storto". appuntito per pulire gli arnesi da lavoro".
ndurzárse nganne v.rifl. "strozzarsi". nèura sére s.f. "notte fonda".
ndusiàsme s.m. "entusiasmo": calme, néva s.f. "neve"; -a pile re cane s.f.
calme ché jé tutte ssu ndusiasme, avíma "neve fitta"; -frácete s.f. "bioscia"; -tónne
appríme sturjá la setuazzjóne e ppó se s.f. "neve crostosa"; néva, re- loc.avv.
vére. "calma, calma che è tutto codesto "nevoso": jé tjémbe re néva, mó vire
entusiasmo, dobbiamo prima studiare la crajmatíne quanda ne truvame. "è tempo
situazione e poi si vede". nevoso, ora vedi domattina quanta ne
ndussecá v.tr. "intossicare". troviamo".
ndussecúse s.m. "persona che dà nevére s.f. "nevaio": appríme ce stéve la
fastidio"; f. ndussecóse. nevére a lu Castjédde e rinde ce mettévene
ndustá v.tr. "indurire, rassodare". nu stratte re néva e nu stratte re paglie e la
nduvenjédde s.m. "indovinello". stepávene pe la staggióne. "prima ci stava
nechèlle s.m. e f. "nichelino, quattro il nevaio al Castello e dentro mettevano
soldi": agghi perdute nu nechèlle, mó ca uno strato di neve e uno strato di paglia e
vache a ccase chi la vóle sènde a la conservavano per l'estate".
mmàmme. "ho perso un nichelino, ora che nfacce prep. "verso".
vado a casa chi la vuole sentire a mamma". nfame agg. "infame": jé sule na calúnnje
negliare s.f. "nebbia"; dim. negliarèdde; nfame, quiddu puverjédde nunn'à ffatte
accr. -tèrra tèrre. njénde. "è solo una calunnia infame, quel
nehá v.tr. "negare": si saje lu fatte poveretto non ha fatto niente".
nunn'àja nehá, ca nu ngumbine njénde. "se nfanfalúte agg. "confuso": me sònghe
nfanfalúte e agghia accattáte na cóse pe
n'ate. "mi sono confuso e ho comprato una nfratte s.m. "ciarpame": ché ssònghe ssi
cosa per un'altra". nfratte, quanne te recire re re gghittá nd'a
nfanfarre s.f. "fanfara". la munnézze?. "che sono codesti ciarpami,
nfarená v.tr. "infarinare": mó ca faje li quando ti decidi di buttarli
cecatjédde nu nde nfarená la unnèdde, nell'immondizia?".
mìttete lu sunale nnande. "ora che fai i nfreculjá v.tr. "far affrettare".
cavatelli non ti infarinare la gonna, mettiti nfreculjére s.m. "persona che mette
il grembiule davanti". fretta"; f. nfreculére.
nfassá v.tr. "fasciare": appríme re nfruvènże s.f. "influenza": cummà,
criature re nfassávene pe parícchie tjémbe, n'agghi ché te rice, la nfruvènże auànne jé
cèrte vòte mane e tutte. "prima i bambini li state pròpje ammalamènde. "comare, non
fasciavano per parecchio tempo, certe ho che dirti, l'influenza quest'anno è stata
volte anche le mani. proprio malamente".
nfassánne s.f. "fasce del neonato". nfucá v.tr. "riscaldare, scaldare"; -la
nfaunúte s.m. "idiota". zèlle v.intr. "andare di volta il cervello".
nfelá v.tr. "infilare". nfucate s.f. "scaldata": t’àja sebbrjá, rá
nfelíce agg. "infelice". na nfucate a la carne e rammílle, nu
nfetendúte agg. "fetido". ndènghe manghe nu póche re tjémbe. "ti
nfètte agg. "molesto": recive ca fìglite jé devi sbrigare, dai una scaldata alla carne e
nfètte, tutte lu tjémbe ca jé state cummíche dammela, non ho neanche un po‟ di
jé state bbuóne bbuóne. "dicevi che tuo tempo".
figlio è molesto, tutto il tempo che è stato nfumarse v.rifl. "stizzirsi": te nfume pe
con me è stato buono buono". nnjénde, ma quéste ru puó fá cu màmmete
nfjérne s.m. "inferno": ljévete ra nande, no cu mmé, chi te crire re èsse?. "ti
vá a lu nfjérne!. "togliti davanti, vai stizzisci per niente, ma questo lo puoi fare
all'inferno!". con tua madre non con me, chi ti credi di
nfónne v.tr. "bagnare, intingere": nu essere?".
nfunnènne ru ppane nd'a lu piatte míje. nfunucchjá v.tr. "abbindolare,
"non bagnare il pane nel mio piatto"; infinocchiare": nu nde facènne nfunucchjá
p.p.m. nfùsse; f. nfósse; -cúm'a nu ra quidde, ca nunn’éja mèglie re tè. "non ti
paparjédde agg. "bagnato fradicio"; - fare infinocchiare da quello, che non è
r'accquacce agg. "rugiadoso"; f. nfósse migliore di te".
r'accquacce. nfuórchie s.m. "succhione, pollone".
nfòrze loc.avv. "in forza". nfurcá v.tr. "inforcare": nfurcaje ru
nfra prep.sempl. "fra".
nfraccáse s.m. "confusionario". ffjéne anżénghe anżénghe ca nu nże la
nfracetá v.intr. "marcire". ferave. "inforcò il fieno a poco a poco che
non se la sentiva".
nfranżesàte agg. "volto pieno di ferite". nfurchjá v.intr. "infoltire".
nfraśchjá v.intr. "fogliare": l'àrbele nfurjá v.intr. "infuriare": l'ànne
accummjénżene a nfraśchjá, jé tutte n'ata cundrarjàte e s'éja nfurjàte ca nun lu
cóse. "gli alberi iniziano a fogliare, è tutta putive mandené. "l'hanno contrariato e si è
un'altra cosa". infuriato che non lo potevi mantenere".
nfraśchime s.m. "fogliame": ché nfurmá v.tr. "informare": l'àja nfurmá re
nfraśchíme stá nd'a ddu vòśche, nu nże tutte, pó si la vére idde ché bbóle fá. "lo
devi informare di tutto, poi se la vede lui
vére na nżénghe re sóle. "che fogliame sta che vuole fare".
in quel bosco, non si vede un po' di sole". nfurná v.tr. "infornare": crajmatíne t’àja
nfrattá e sfrattá v.tr. "riempire e auzá prjéste ca la furnare adda nfurná ru
svuotare". ppane a li cinghe. "domattina ti devi alzare
presto che la fornaia deve infornare il pane tuórne. "non lo fare ingolosire altrimenti
alle cinque". non te lo togli da torno".
nfussá v.tr. "infossare": rinde a ttutte nganne s.f. "gola".
quédda lóte jé nfussate e pe se n'ascí c’éja ngapace agg. "incapace": jé ngapace re
vulute la mane re Ddíje. "dentro a tutta rice buscíje. "è incapace di dire bugie".
quel fango è infossato e per uscirsene c'è ngaparrá v.tr. "accaparrare": numunne
voluto la mano di Dio". re cristjàne se révene ra fá pe se ngaparrá
ngaddute agg. "incallito". ru ggrane re Flice. "molte persone si
ngaggiá v.tr. "ingaggiare". davano da fare per accaparrarsi il grano di
ngagnárse v.rifl. "rincagnarsi": cu nu Felice".
njénde si la piglie e se ngagne. "con un ngape loc.avv. "sul capo, in testa"; -a
niente se la prende e si rincagna". l'anne loc.avv. "all'inizio dell'anno".
ngagnuse agg. "permaloso"; f. ngapezzá v.tr. "incavezzare, rimboccare
ngagnóse. le coperte": lu cavadde l'àja ngapezzá e
ngalemá v.tr. "affannare": Marònna míje ppó attácchele a lu catenjédde. "il cavallo
cúme sònghe ngalemáte a ffá sta lo devi incavezzare e poi lo leghi all'anello
nghianáte!. "Madonna mia come sono di ferro fisso al muro esterno della casa".
affannato a fare questa salita!". ngappá v.tr. "acchiappare, capitare": si
ngalvaccá v.tr. "accavallare le gambe": ne vuléve fuje ma lu ngappàje pe la
nu stéve assettate còmmede si nu ggiacchétte. "se ne voleva scappare ma lo
ngalvaccáve re ccòsse. "non stava seduto acchiappai per la giacca"; ngappá, a-
comodo se non accavallava le gambe". loc.avv. "acchiapperella": quanne ce
ngammá v.tr. "legare la vite a un revertéveme a jucá a ngappá mmjézze a lu
sostegno". murcate éo, Linucce, Nannenèlle e
ngammará v.tr. "mangiare di grasso". Ndunètte. "quanto ci divertivamo a giocare
nganá v.tr.intr. "accanire, ringhiare": ad acchiapperella in mezzo al mercato io ,
quatte, cinghe cane se nganávene attuórne Lina, Anna ed Antonietta".
a n'uósse c'avéve jttate la chianghére. ngappamóśche s.m. "acchiappamosche":
"quattro cinque cani si accanivano intorno pe ngappamóśche sótte a lu lambadàrje
ad un osso che aveva buttato la macellaia". mettjétte quédda carte appezzecóse. "per
s’éja nganate cóndre a ffràteme e quidde acchiappamosche sotto il lampadario misi
puverjédde nu nżapéve njénde. "si è quella carta appiccicosa".
accanita contro mio fratello e quello ngappètte s.m. "molletta per i panni".
poveretto non sapeva niente". ngapputtárse v.rifl. "incappottarsi":
nganalá v.tr. "incanalare". ngappuóttete bbuóne mó ca jésce, face nu
ngandá v.tr. "incantare, inclinare": nun fridde ca nu nże póte. "incappottati bene
me rjésce a ngandá cu sse cchiacchiere. ora che esci, fa un freddo che non si può".
"non riesci ad incantarmi con codeste ngapuní v.rifl. "incaponire, intestardire";
chiacchiere". p.p. ngapunúte: s'éja ngapunúte r'ascí e
nganná v.tr. "ingannare": pe nganná lu nu l'avíme putute mandené. "si è
tjémbe s'assettárene sóp'a lu murètte e intestardito di uscire e non l'abbiamo
accumenżárene a pparlá re lu passate. potuto mantenere".
"per ingannare il tempo si sedettero sul ngará v.tr. "rincarare": lu ggnuraje e
muretto e incominciarono a parlare del ngaraje la ddóse recènnece ca lu
passato". renunzjàve. "lo rimproverai e rincarai la
nganna nganne loc.avv. "all'ultimo dose dicendogli che lo denunziavo"; -la
momento". mane v.tr. "caricare la mano"; p.p.
ngannaccá v.tr. "ingioiellare". ngarute.
ngannarutí v.tr. "ingolosire": nu lu
facénne ngannarutí se no mó te lu ljéve ra
ngaracòsse s.m. "a cavalluccio": quanne che altrimenti morde le persone". te
jéva fóre lu patre purtave lu criature l'agghia specciá chiane chiane ssi capidde
ngaracòsse. "quando andava in campagna ngatenáte, nu nghiange. "te li devo
il padre portava il bambino a cavalluccio"; pettinare piano piano codesti capelli
ngaracòsse, a- loc.avv. "scaricalasino". incatricchiati, non piangere".
ngaravugliá v.tr. "aggomitolare, ngauciá v.tr. "calcinare".
ravvolgere": si me vuó fá nu piacére, ngavá v.tr. "incavare": se sciupave
ngaravuóglieme tutta ssa lane. "se mi vuoi juórne pe gghiuórne e la facce se ngaváve
fare un piacere, aggomitolami tutta codesta sèmbe re cchiù. "si sciupava giorno per
lana". ze Seppúcce se ngaravugliàje nd'a giorno e la faccia si incavava sempre di
lu sscialle vérde e se ne íje a la mésse. "zia più".
Giuseppina si ravvolse nello scialle verde e ngazzá v.tr. "irritare": m'agghi ngazzate e
se ne andò a messa". me ne sònghe jute, se no l'abbuttáve re
ngarecá v.tr. "incaricare": nu nde ścaffe. "mi sono irritato e me ne sono
ngarecá re njénde statte tranguille, ca me andato, altrimenti lo gonfiavo di schiaffi".
la véche tutte éo. "non te ne incaricare di ngazzuse agg. "collerico, irascibile,
niente stai tranquillo, che me la vedo tutto rabbioso": Martuméje jé nu tipe ngazzuse
io". vóle avé sèmbe raggióne. "Bartolomeo è
ngarná v.tr. "prendere il vizio". un tipo collerico vuole avere sempre
ngarnate agg. "incarnito": zòppeche ca ragione"; Vetúcce téne nu temberamènde
tènghe n'ógne ngarnate, sacce cúm'agghia ngazzuse ca nun lu puó rice manghe fatte
fá!. "zoppico che tengo un unghia cchiù addá. "Vito tiene un temperamento
incarnita, non so come devo fare". irascibile che non gli puoi dire neanche
ngarpenárse v.rifl. "arrampicarsi": fatti più in là".
vuléve pegliá lu nìre sóp'a l'àrbele ma nu nge loc.avv. "non ci".
nge arriascíje a ngarpenárse. "voleva ngecalí v.tr. "abbagliare, accecare": me
prendere il nido sull'albero ma non ci pundaje la lambadíne nfacce e me
riuscì ad arrampicarsi". ngecalíje. "mi puntò la lampadina in faccia
ngarpetjá v.tr. "cercare di raggiungere e mi abbagliò"; p.p. ngecalúte.
migliori obiettivi". ngegná v.tr. "incignare": pròpje ajére à
ngarrá v.tr. "azzeccare, indovinare": ngegnate la vótte re vine. "proprio ieri ha
uaglió, re tutte quéste dumande ca t'agghi incignato la botte di vino".
fatte nunn'àje ngarrate na respòste, sì nu ngegnárse v.rifl. "ingegnarsi": pe puté
ciucce!. "ragazzo, di tutte queste domande terá nnande la vite s'éja ngegnáte ndutte re
che ti ho fatto non hai indovinato una mmanére. "per poter tirare avanti la vita si
risposta, sei un asino!". è ingegnato in tutte le maniere".
ngartamènde s.m. "incartamento"; pl. ngégne s.m. "ingegno".
ngartamjénde. ngegnjére s.m. "ingegnere": ajére pahàje
ngarzárse v.tr. "mettersi alle costole". lu pruggètte a lu ngegnjére, annevíne
ngasciá v.tr. "incassare": li cljénde óje quanne s’éja pegliate?. "ieri pagai il
sònghe state póche e avime ngasciáte progetto all'ingegnere, indovina quando si
póche sòlete. "i clienti oggi sono stati è preso?".
pochi e abbiamo incassato pochi soldi". ngegnúse agg. "ingegnoso": andó se
ngatastá v.tr. "accatastare": ngatástele métte métte arrjèsce, quiddu ggióvene jé
bbóne re llèune, accussì ce ne vanne re ngegnúse. "dove si mette mette riesce, quel
cchiù. "accatastala bene la legna, così ce giovane è ingegnoso".
ne va di più". ngelusí v.tr. "ingelosire": nu nge recènne
ngatená v.tr. "aggrovigliare, incatenare, njénde a lu zite, se no lu faje ngelusí. "non
incatricchiare": ngatíne lu cane ca se no ci dire niente al fidanzato, altrimenti lo fai
mózzeche a li cristjàne. "incatena il cane ingelosire".
ngemendá v.tr. "insultare, molestare, curva della strada Panni-Scalo, lui non si è
provocare, stuzzicare": fatte li fatte tuje e fatto niente ma la macchina è tutta rotta".
nu lu ngemendá se no quidde te zómbe ngèrte agg. "incerto": stá ngèrte si si
nguódde e t'affóche. "fatti i fatti tuoi e non n'adda ìre o adda rumaní. "sta incerto se
lo provocare altrimenti quello ti salta se ne deve andare o deve restare".
addosso e ti affoca"; ògne vòte ca lu vére ngevelí v.tr. "incivilire"; p.p. ngevelúte.
lu ngemènde, chisà quale juórne Vetúcce ngevile agg. "incivile".
l'adda accíre. "ogni volta che lo vede lo nghiaccá v.tr. "imbrattare, sporcare
stuzzica, chissà quale giorno Vito lo deve lievemente": nu nżapéve fá ate ca
ammazzare". nghiaccá lu quatèrne re cecchetuónne.
ngemènde s.m. "provocazione". "non sapeva fare altro che imbrattare il
ngenáglie s.f.pl. "gambe". quaderno di scarabocchi".
ngendíve s.m. "incentivo": sule lu nghiacche s.m. "imbratto"; dim.
ngendíve ce vuléve, mó chi lu mandéne nghiacchetjélle.
cchiù. "solo l'incentivo ci voleva, ora chi lo nghianá v.tr. "salire": p'appènne quiddu
mantiene più". quatre àja nghianá sóp'a la ścalédde. "per
ngenerí v.tr. "ammorbidire"; p.p. appendere quel quadro devi salire sulla
ngenerúte. scaletta".
ngenetá v.tr. "concepire". nghianáte s.f. "salita": la nghianáte jé
ngènete s.m. "embrione": nd'a l'uóve mala a ffá, e pe ffá quédda sótte a lu
quiddu śchive niure ca vire jé lu ngènete. murcate te jésce la lénghe ra fóre. "la
"nell‟uovo quel bruscolo che vedi è salita è male a fare, e per fare quella sotto
l'embrione". al mercato ti esce la lingua di fuori".
ngèneve agg. "ingenuo": cúme sì nghiane agg. "orizzontale,
ngèneve, te crire tutte quédde ca te rinne, pianeggiante": re ttèrre ca tènghe nd'a la
apre l'uócchie ca mó jé malemúnne. "come Puglie sònghe tutte nghiane. "i terreni che
sei ingenuo, credi tutto quello che ti tengo in Puglia sono tutti pianeggianti".
dicono, apri gli occhi che ora il mondo è nghiasidde s.m.pl. "cose piccolissime".
cattivo". nghiastre s.m. "impiastro".
ngengjére s.m. "incensiere". nghiavecá v.rifl. "andarsi a perdere".
ngennerí v.tr. "incenerire". nghjéme s.m. "imbastitura".
ngenżá v.tr. "incensare": nun me ngenżá nghimá v.tr. "imbastire": feglió, prime
cu sse pparóle ca nun me cummínge. "non r'ascí m'àja nghimá la chjéche a lu
mi incensare con codeste parole che non cauzóne, accussì pe craje sarrá pprónde.
mi convinci". "ragazza, prima di uscire mi devi imbastire
ngepjá v.tr. "cominciare, iniziare, la piega al pantalone, così per domani sarà
principiare". pronto".
ngeprjá v.tr. "incipriare": Annandònje se nghiummá v.tr. "appesantire lo
ngepriàje la facce appríme r'ascí. stomaco".
"Annantonia si incipriò la faccia prima di nghiummáte agg. "piomboso".
uscire". nghiurdárse v.rifl. "ammalarsi delle
ngeratíne s.f. "incerata": attjénde a lu ginocchia".
muzzóne re segarètte ca m'appicce la nghiure v.tr. "rinchiudere".
ngeratíne. "attento alla cicca di sigarette nghiuvá v.tr. "inchiodare": àja nghiuvá
che mi bruci l'incerata". quédda funèste ca jé rótte. "devi
ngerènde s.m. "incidente": à avute nu inchiodare quella finestra che è rotta".
ngerènde a cciambe re cavadde, idde nu ngiambecá v.intr. "inciampare":
nż'éja fatte njénde ma la máchene jé tutte Mariúcce ngiambecáje nnande a la pòrte e
ścasciate. "ha avuto un incidente alla se féce male lu renucchie. "Maria
inciampò davanti alla porta e si fece male ngruciá v.tr. "incrociare": ngruciàje re
il ginocchio". bbrazze e nun vulíje fá cchiù nnjénde.
ngianghe agg. "grullo, svanito": ché ne "incrociò le braccia e non volle fare più
vuó ra quidde, jé ngianghe. "che ne vuoi niente".
da quello, è grullo". ngrugná v.intr. "ingrugnare".
ngiarmá v.rifl. "arrangiare". ngruścá v.tr. "crostare".
ngjénże s.m. "incenso": nd'a la chjésje ngrussá v.tr. "ingrossare".
cúme trasjémme, sendjémme l'adduóre re ngruvattáte agg. "incravattato": maste
ngjénże. "nella chiesa come entrammo, Angícche se appresendáje a la fèste tutte
sentimmo l'odore di incenso; -salvagge lesciate e ngruvattáte. "Mastro Francesco
s.m. "assenzio". si presentò alla festa tutto lisciato e
ngità loc.avv. "in città". incravattato".
ngiuccarúte p.p. e agg. "acciocchito": nguacchiá v.tr. "macchiare": nu
Fuluméne jé rumaste ngiuccarúte pe li nguacchiá pe ndèrre ca mó agghi lavate.
rèume. "Filomena è rimasta acciocchita per "non macchiare per terra che ora ho
i reumi". lavato".
ngiuciá v.tr. "cioncare, inciuccarsi, nguacchie s.m. "macchia"; dim.
sbevucchiare, trincare". nguacchicjédde.
ngiuttá v.tr. "ingrassare". nguagliá v.intr. "muracchiare".
nglude v.tr. "includere". nguaraggiá v.tr. "incoraggiare": nu nde
ngòglie v.tr. "colpire"; p.p. nguóvete; fá nguaraggiá, trase ca mange cu nnuje.
ngòglie, a chi ngòglie- loc.avv. "a chi "non ti far incoraggiare, entra che mangi
capita". con noi".
ngòscie s.m. "vuoto ai quattro angoli nguartá v.tr. "inquietare": statte citte
della volta a botte". nun me facènne nguartá. "stai zitto non mi
ngóse e ścóse loc.avv. "cuce e scuce". fare inquietare".
ngrasce loc.avv. "in abbondanza". ngucciá v.intr.rifl. "incocciare": mó, mó
ngraziarDdíje loc.avv. "in grazia di l'agghi ngucciate a la chiazze re sópe. "or
Dio". ora l'ho incocciato alla piazza di sopra".
ngreccá v.tr. "drizzare": nu ngreccá re ngucculáte p.p. e agg. "accoccolato":
ggurécchie ca nuje nun stame recènne Ndònje s'éja ngucculáte pe capá li cìcere e
njénde re male. "non drizzare le orecchie mmó pe s'auzá lu vòglie!. "Antonio si è
che noi non stiamo dicendo niente di accoccolato per scegliere i ceci e ora per
male". alzarsi lo voglio!".
ngrefelá li capidde v.tr. "rizzare i ngué voce onom. "ué": ra mó ca lu
capelli". criature face ngué ngué, vire feglió ca
ngrére, ra nu- loc.avv. "incredibile". vularrá bbéve ru llatte. "da molto tempo il
ngrespá v.tr. "aggrottare". bambino fa ué ué, vedi ragazza che vorrà
ngrille agg. "mal coperto per bere il latte".
negligenza"; f. ngrélle. nguèsete s.f. "questua": parícchie
ngróce loc.avv. "in croce". ggiuvene sònghe asciute pe la nguèsete pe
ngròppe loc.avv. "in groppa": mó ce re ffjéste re San Custànże. "parecchi
mettime a ccavadde, éo mmjézze a la varde giovani sono usciti per la questua per le
e tu ngròppe. "ora ci mettiamo a cavallo, io feste di San Costanzo".
in mezzo al basto e tu in groppa". nguiatatòrje s.f. "arrabbiatura".
ngruccunúte agg. "curvo": ze Vetúcce jé nguline s.m. "inquilino".
ngruccunúte ma jé arruváte a ngullá v.tr. "incollare".
cjéndeétréanne. "zio Vito è curvo ma è ngulpá v.tr. "incolpare": pe qquédde ca
arrivato a centotreanni". jéve succjésse se ngulpávene l'une cu l'ate.
"per quello che era successo si incolpavano "vedi che fuori fa freddo e solo con
l'uno con l'altro". codesta maglietta indosso prendi il
ngulunná v.tr. "incolonnare": uaglió, raffreddore": -,ra- avv. "di dosso".
angóre t'àja mbará a ngulunná re ccifre, nguórpe loc.avv. "in corpo".
quanne te muóve?. "ragazzo, ancora ti devi ngurduná v.tr. "incordare": me la sènde
imparare a incolonnare le cifre, quando ti ngurdunáte sta còsse, sarranne li rèume.
muovi?". "me la sento incordata questa gamba,
ngumbatíbbele agg. "incompatibile". saranno i reumi".
ngumbenżá v.tr. "rimunerare": l'àja ngurná v.tr. "incornare": statte attjénde,
ngumbenżá si t'à ffatte lu piacére. "lo devi uaglió, mó ca vaje a cambjá re vvacche nu
rimunerare se ti ha fatto il piacere". nde fá ngurná. "stai attento, ragazzo, ora
ngumbetènde agg. "incompetente": te che vai a pascolare le mucche non ti far
mitte a pparlá andó jésce e ndó trase ma sì incornare".
ngumbetènde nfatte re museche. "ti metti a ngurpurá v.tr.fig. "ingoiare".
parlare dove esci dove entri ma sei ngùse e ścuse loc.avv. "cuci e scuci".
incompetente in fatto di musica". nguzzá v.tr. "avere voglia (volontà)".
ngummárse v.rifl. "saldarsi di un osso nguzzechí v.tr. "incrostare": nun facènne
fratturato". nguzzechí la cunżèrve nnande a lu
ngummerá v.tr. "incomodare": nu nde caurare, strjéchele sùbbete. "non fare
ngummerá, ce vache éo a ppegliarle a la incrostare la conserva davanti al caldaio,
stanżjóne, bbaste rengraziàrte. "non ti strofinalo subito"; p.p. nguzzecúte.
incomodare, ci vado io a prenderlo alla nicchie s.m. "loculo".
stazione, basta ringraziarti". nire s.m. "nido"; pl. nírere.
ngummerí v.tr. "inumidire": trase quissi níure agg. "bruno, negro, nero": nu nge
panne ca tjéne spase, se no se stá níure cchiù nìure re la felínje. "non ci
ngummeríscene cu la negliare. "entra sta nero più nero della fuliggine"; f. nèure;
codesti panni che tieni stesi, altrimenti si -sótte a l'uócchie s.m. "occhiaia": nun me
inumidiscono con la nebbia". pòzze uardá a lu spècchie pecché nu
ngummuse agg. "stucchevole". mbòzze veré lu nìure sótte a l'uócchie.
ngundendábbele agg. "incontentabile": "non mi posso guardare allo specchio
Custà, nu nde puónne pegliá nné a la perché non posso vedere le occhiaia".
sàzzje nné a la riune, sì ngundeddábbele. nìurefúme s.m. "nerofumo".
"Costanzo, non ti possono prendere né njéhe s.m. "neo".
sazio né digiuno, sei incontentabile". njénde pron.indef.inv. "niente"; njénde,
ngundenuazzióne loc.avv. "in nun face- loc.avv. "sebbene"; njénde, nu
continuazione". ndéne- loc.avv. "nullatenente".
ngundrá v.tr. "incontrare": pe nu nde njéndereméne avv. "nientedimeno":
ngundrá cu Melúcce àja fá n'ata strare. njéndereméne tu staje qquá e mmàmmete
"per non incontrarti con Carmela devi fare te vá truvanne pe ccjéle e pe ndèrre.
un'altra strada". "nientedimeno tu stai qui e tua madre ti va
ngunnulí, v.tr. arcuare; p.p. ngunnulùte. trovando per cielo e per terra".
nguódde avv. "addosso, in collo, njérve s.m. "nervo".
indosso": Feréle purtave nguódde nu njérvengalvaccáte s.m. "nervo
pacche bbuóne pesande, chisà lu frate ché accavallato": ròje sóre sime ra l'Italia
à mannate ra Bbulògne!. "Fedele portava venime quistu njérvengalvaccáte ścavalcá
addosso un pacco molto pesante, chissà il lu vulime. "due sorelle siamo dall'Italia
fratello che ha mandato da Bologna!"; vire veniamo questo nervo accavallato lo
ca rafóre face fridde e sule cu quéssa vogliamo scavalcare".
magliètte nguódde piglie lu ciamuórje. nnábbele agg. "inabile".
nnacedírse v.tr. "guastarsi il sangue". nnògne luóche avv. "dovunque,
nnaccquá v.tr. "annacquare": stu vine jé ovunque": nnògne luóche se stá bbuóne
nnaccquate, bbevatílle tu, éo bbéve póche, quanne ce stá la pace. "dovunque si sta
ma nu bbucchjére lu vòglie bbuóne. bene quando c'è la pace".
"questo vino è annacquato, bevilo tu, io nnóme s.m. "nome": ché nnóme ànne
bevo poco, ma un bicchiere lo voglio rate a qquiddu criature? Sacce se l'ànne
buono". chiamate cúm'a lu tataránne, agghia
nnahurá v.tr. "inaugurare". addummanná a ssòreme. "che nome hanno
nnàlbbse loc.lat. "in Albis". dato a quel bambino? Non so se l'hanno
nnalfabbéte agg. e s.m. "analfabeta": jé chiamato come il nonno, devo chiedere a
pròpje nu nnalfabbéte, né ssape ścrive né mia sorella".
ssape lègge e nu nge puó manghe passá pe nnòque agg. "innocuo".
vucine. "è proprio un analfabeta, né sa nnóreche re re ddéte s.f.pl. "nocche": me
scrivere né sa leggere e non ci puoi fanne male re nnóreche re re ddéte, sacce
neanche passare per vicino". cúm'agghia fá!. "mi fanno male le nocche,
nnammarí v.tr. "amarire": Marì, ru non so come devo fare".
ssacce ca te piace l'amare, peqquésse pe nnuje a nnuje, a-loc.avv. "tra di noi".
nnammarí li cecatjédde àja fá sfríje nnumená v.tr. "nominare": pure ca staje
l'uóglie cu li pupàjne sicche e ppò re lundane te nnumenáme spisse. "benché stai
ccunże. "Maria, lo so che ti piace l'amaro, lontano ti nominiamo spesso".
perciò per amarire i cavatelli devi far nnumenáte s.f. "nomea".
friggere l'olio con i peperoncini e poi li nnuśche s.m. "muschio": quanne a
condisci". Nnatale avévema fá lu presèpje, jéveme a
nnammurá v.tr. "innamorare": se ffá lu nnuśche sóp'a re mmurge. "quando a
nnammuràje re quédda feglióle cúme la Natale dovevamo fare il presepe,
veríje e ppó se l'à spusate. "si innamorò di andavamo a fare il muschio sulle murge".
quella ragazza come la vide e poi se l'è nnùtele agg. "inutile".
sposata". nnuzènde agg. "innocente": jé nnuzènde
nnande avv. "avanti, davanti": stéve e nnesciune lu vóle crére. "è innocente e
nnande a tutte quande quanne jétte a la nessuno lo vuole credere".
pòste a pahá la bbullétte re la lucia. "stavo nòbbele agg. "nobile": jé njénde lu
davanti a tutti quanti quando andai a nòbbele! Nu lu stènne a ssènde né ce rènne
pagare alla posta la bolletta della luce"; -e cunferènże. "è niente il nobile! Non lo
ddréte avv. "avanti e dietro". stare a sentire né ci dare confidenza".
nnaścónne, a- loc.avv. "nascondino"; nòcche s.f. "fiocco"; dim. nucchetèlle.
nnase a nnase, a- loc.avv. "ad uscio ad nocchètte s.f.pl. "fiocchetti (pasta
uscio". alimentare)".
nnaspre s.m. "glassa": n'agghi avute nocchiù avv. "non più".
tjémbe re te prepará lu nnaspre sóp'a la nóce s.f. "noce (frutto, albero)"; pl.
pizza rólece sarrá pe n'ata vòte. "non ho nnuce; -re lu cuódde s.f. "osso del collo".
avuto tempo di prepararti la glassa sulla nócia maśche s.f. "malescio".
torta sarà per un'altra volta". nóne avv. "no".
nnatèrne loc.avv. "in eterno". nònònne s.m. "nonno".
nnemmecá v.tr. "inimicare". nóre s.f. "nuora"; nòreme: "mia nuora";
nnevenatríce s.f. "chiromante". nòrete: "tua nuora".
nnezzióne s.f. "iniezione"; pl. nnezziúne. nòtte, re-loc.avv. "notturno".
nnòglie s.f.pl. "stomaco essiccato del nóve 1.agg.n.card. "nove, nuova": ànne
maiale". fatte la strare nóve pe gghí a lu cummènde.
"hanno fatto la strada nuova per andare al
convento"; 2.s.f. "ora terza (9 ora nustrane agg. "nostrano".
canonica)". nutá v.tr. "notare, nuotare": Grazjélle se
nózzele s.m. "nocciolo"; pl. nùzzele: face sèmbe nutá, mó cu na cóse, mó cu
attjénde a nu nde calá li nùzzele re cerase n'ate. "Grazia si fa sempre notare, ora con
se no t'affuóche. "attento a non ingoiarti i una cosa, ora con un'altra"; si tu nu nżaje
noccioli di ciliegie altrimenti ti affochi". nutá ché ce vaje a ffá a lu mare? Pe te lavá
nucchicá v.tr. "piegare". li pjére?. "se tu non sai nuotare, che ci vai
nucédde s.f. "nocciolo (frutto, albero)"; - a fare al mare? Per lavarti i piedi?".
salvagge s.f. "betulla". nutare s.m. "notaio".
nucellíne merecáne s.f. "arachide". nutizzje s.f. "notizia": finalmènde ròppe
nuje pron.pers. "noi". tanda male nutizzje jé arruvate una bbóne,
nummale agg. "non buono, inservibile": ca nepùteme à avute lu pòste. "finalmente
nummálene agg.sing. e pl. "non buoni, dopo tante brutte notizie è arrivata una
inservibili". buona, che mio nipote ha avuto il posto".
nùmmere s.m. "numero". nutrizze s.f. "nutrice".
numunne avv. "assai, troppo": sta carne nuttate s.f. "nottata": agghi passate na
jé numunne pe mmé, raccílle a l'ate, na mala nuttate, sèmbe a penżá a qquédde ca
fèdde m'abbàste. "questa carne è troppa m'àje ritte. "ho trascorso una brutta nottata,
per me, dagliela agli altri, una fetta mi sempre a pensare a quello che mi hai
basta". detto".
nun avv. "non": statte citte nun me fá nuvande agg.n.card. "novanta".
nghianá li cicche ngape. "stai zitto non mi nuvecjénde agg.n.card. "novecento".
far salire idee strane per la testa". nuvéle s.f. "novena": apprime pe gghí a
nunjénde s.m.inv. "nonnulla": cu ssènde la nuvéle re Natale ce auzàveme a
nunjénde se nfùrje, nu nżaje maje cúme li cinghe re la matine. "prima per andare a
l'àja pegliá. "con nonnulla si infuria, non sentire la novena di Natale ci alzavamo
sai mai come lo devi prendere. alle cinque del mattino".
nunżiamàje loc.avv. "mai sia". nuvèmbre s.m. "novembre".
nuóste agg.poss. "nostro"; f. nòste. nuvetà s.f. "novità": accummjénże a
nure agg. "nudo": la nutizzje la sapjétte rraccundá re nnuvetà re lu pajése ca jé
nure e ccrure, sacce cúme nu nge numunne ca ce manghe. "incomincia a
rumanjétte sicche. "la notizia la seppi nuda raccontare le novità del paese che è molto
e cruda, non so come non ci rimasi secco". che ci manco".
nùreche s.m. "groppo, nocchio, nodo": nuvjélle agg. "novello": jé angóre
tènghe nu nùreche nganne, nu mbòzze nuvjélle s'adda mbará, racce tjémbe. "è
manghe parlá. "tengo un groppo in gola, ancora novello si deve imparare, dagli
non posso neanche parlare"; f.pl. tempo"; f. nuvèlle.
nnóreche; dim.m. nurechícchie; -a lu nuvulécchie s.f. "nuvoletta": ròppe na
stòmmeche s.m. "peso sullo stomaco"; - jurnate cu nu cjéle accussì celèste mó
ścurretúre s.m. "nodo scorsoio". accummènże a ascí na nuvulécchie. "dopo
nurecúse agg. "nodoso": ssu ciòcchere jé una giornata con un cielo così celeste ora
nurecúse si nun lu puó spaccá, làssulu incomincia a uscire una nuvoletta".
pèrde ce pènże ru ffuóche. "questo ciocco nuvulúse agg. "nuvoloso": andó t'abbíje
è nodoso se non lo puoi spaccare, lascialo nun vire ca lu cjéle jé nuvulúse? Mó véne a
perdere ci pensa il fuoco". cchióve. "dove ti avvii non vedi che il cielo
nurmale agg. "normale": pe tté tutte jé è nuvoloso? Ora viene a piovere".
nurmale, póte caré lu munne, nu nde nùzzele, cu li -loc.avv. "gioco con i
ścummuóve. "per te tutto è normale, può noccioli"; nùzzele re vajnèdde, cu li-
cadere il mondo non ti scomponi". loc.avv. "gioco con semi di carruba".
nvanvalí v.tr. "frastornare"; p.p. nżegná v.tr. "insegnare".
nvanvalúte. nżegnalá v.tr. "segnalare": pe ssa fatía
nvecchiá v.tr. "invecchiare".
nvugliá v.tr. "invogliare": àja nvugliá lu m'ànne nżegnaláte nu ggióvene c'àbbete
criature a lu stùrje cu la prumèsse re nu dabbasce a lu Cupóne, tu lu canusce?.
rjàle. "devi invogliare il bambino allo "per codesto lavoro mi hanno segnalato un
studio con la promessa di un regalo". giovane che abita laggiù al Cupone, tu lo
conosci?".
nżaccá v.tr. "insaccare": nu nde sacce
rice quanda cuócce e cuccetjédde stanne nżegnale s.m. "segnale": agghi misse nu
nżaccàte nd'a ddu jusidde. "non ti so dire nżegnale nd'a lu libbre, mó nu lu tróve
quanti cocci e piccoli cocci stanno cchiù, l'àje luvate tu?. "ho messo un
insaccati in quel sottano". segnale nel libro, ora non lo trovo più, l'hai
tolto tu?".
nżagagliá v.tr. "bastonare"; p.p.
nżellá v.tr. "adirare": nu nde nżellá, ca
nżagagliáte. re nguiatatòrje fanne male a lu córe. "non
nżagná v.tr. "salassare". ti adirare, che le arrabbiature fanno male al
nżalaní v.intr. "insanire, rincretinire"; cuore".
p.p. nżalanúte: n'àje ché ne fá cchiù, jé nżelvaggí v.tr. "inselvatichire"; p.p.
pròpje nżalanúte. "non hai che farne più, è nżelvaggiúte.
proprio rincretinito". nżénghe avv. "poco"; nżénghe, n'ata-
nżalate s.f. "insalata, lattuga": puórte ra loc.avv. "un altro poco"; nżénghe, na-
fóre ruje pjére re nżalate ca re vache a loc.avv. "un poco"; nżénghe, ra qquá e
vvénne pe lu pajése. "porta dalla campagna n'ata- loc.avv. "fra poco".
due cespi d'insalata che li vado a vendere nżenná v.intr. "entrare appena appena".
per il paese".
nżenuá v.tr. "insinuare": ché vvulisse
nżangulendá v.tr. "insanguinare".
nżenuá, ca sònghe state éo a derecílle tutte
nżangulendáte agg. "sanguinolento": quédde ccóse a Lesètte?. "che vorresti
ajére sére verjétte lu zíje re mmugljéreme insinuare che sono stata io a dircele tutte
cu la facce tutte nżangulendáte, jéva quelle cose a Luisa?".
carute ra lu mule. "ieri sera vidi lo zio di nżènże loc.avv. "in sensi".
mia moglie con la faccia tutta
sanguinolenta, era caduto dal mulo". nżenżżíbbele agg. "insensibile": téne nu
córe re prétre ròppe quédde ca l'éja
nżapuná v.tr. "insaponare": nżapunele
bbuóne ssu cullétte, nun vire cúm'jé succjésse jé revendate nżenżżíbbele.
nìure?. "insaponalo bene codesto colletto, "tiene un cuore di pietra dopo quello che
non vedi com'è nero?". gli è successo è diventato insensibile".
nżapurí v.tr. "insaporire": pe nżapurí la nżeparábbele agg. "inseparabile":
menèste àja métte la cóteche, l'aurécchie, quédde e ddòje cummare mó nu nże
la córe e lu pére re puórche. "per pàrlene cchiù, apprìme jévene
insaporire la verdura devi mettere la nżeparábbele. "quelle due comari ora non
cotenna, l'orecchio, la coda e il piede di si parlano più, prima erano inseparabili".
maiale". nżeppá v.tr. "inzeppare": nżeppàje quédda
nżapúte s.f. "insaputa": si ne íje a la bbaligge ca nun ne putève cchiù. "inzeppò
nżapúte re tutte quande. "se ne andò quella valigia che non ne poteva più"; -
all'insaputa di tutti quanti". l'ùppele v.tr. "tappare la bottiglia".
nżé loc.avv. "in se". nżerrá v.tr. "rinserrare".
nżecchí v.tr. "insecchire". nżertá v.tr. "fare la resta".
nżèrte s.f. "resta". nżùche loc.avv. "in succhio": l'àrbele nu
nżetá v.tr. "innestare": ajére agghi fatte l’àja putá quanne jé nżùche. "l'albero non
nżetá tré melàjne. "ieri ho fatto innestare lo devi potare quando è in succhio".
tre meli selvatici". nżuccúse s.m. "boccone difficile da
nżevá v.tr. "insegare". inghiottire".
nżevuse agg. "segoso"; f. nżevóse: nżuddesfátte agg. "insoddisfatto":
quanne te lave ssa vèste, vire cúm'jé appríme ce accundendáveme re póche, óje
nżevóse, nu nde mitte ścuórne?. "quando ti li ggiùvene tjénene tutte ma sònghe
lavi codesto vestito vedi come è segoso, nżuddesfátte. "prima ci accontentavamo di
non hai vergogna?". poco, oggi i giovani tengono tutto ma sono
nżìcche loc.avv. "in secco". insoddisfatti".
nżìcchete nżácchete loc.avv. "in modo nżuffecjénde agg. "insufficiente".
fulmineo". nżulazzióne s.f. "insolazione".
nżjéme avv. "insieme". nżulecá v.tr. "assolcare".
nżìne 1.prep. "fino": nżìne a quanne?. nżulefá v.tr. "inzolfare": craje agghia
"fino a quando?"; 2.s.m. "in grembo": ìre a li Salacúne pe nżulefá la vigne, se no
cúme se veréve ca stéve cundènde ca se care malate. "domani devo andare ai
truvave nżìne a la famìglia sója. "come si Salaconi per inzolfare la vigna, altrimenti
vedeva che stava contento che si trovava in si ammala".
grembo alla sua famiglia". nżulufatúre s.m. "inzolfatoio".
nżìpete agg. "insipido": mugljéra míje, nżulènde agg. "insolente".
sta nżalate jé nżìpete, mìttece ru ssale se nżultá v.tr. "insultare": nu lu nżultá, ché
no te la mange tu. "moglie mia, questa vvuó ra quidde, nu ndéne cólpe. "non lo
insalata è insipida, mettici il sale altrimenti insultare, che vuoi da quello, non tiene
te la mangi tu". colpa".
nżìste 1.v.intr "insistere"; 2.agg. "furbo". nżulucá v.tr. "insolcare, solcare": tu vaje
nżìte s.m. "innesto": li nżite ca facjétte óje a nżulucá la tèrre, éo vache craje pe
mufalánne sònghe tutte pegliate. "gli chiandá li fasule. "tu vai oggi a insolcare il
innesti che feci l'anno scorso sono tutti terreno, io vado domani per piantare i
attecchiti". fagioli".
nżógne s.f. "sugna, strutto": li sausícchie nżunnulúte agg. "insonnolito".
pe re mmandené cenjére rinde vjérne nżuócchele nżuócchele agg. "piano
l'agghia métte nd'a nu vasètte cu la piano".
nżógne. "la salsiccia per mantenerla tenera nżuónne loc.avv. "in sogno".
d'inverno la devo mettere in un doglio con nżuperbí v.tr. "insuperbire": pe tutte li
la sugna"; Tresù, nunn'àje maje mangiate cumblemènde ca t'à fatte lu majéste, nu
la pizze cu la nżógne? Nu nżaje ché t'àje nde nżuperbí. "per tutti i complimenti che
pèrse!. "Teresa, non hai mai mangiato la ti ha fatto il maestro, non ti insuperbire".
pizza con la sugna? Non sai che ti sei
perduta!". nżuppurttábbele agg. "insopportabile":
nu nge la fazze cchiù, jé revendáte
nżómme avv. "insomma": nżómme,
musére vjéne a ccase sì o no?. "insomma, nżuppurttábbele. "non ce la faccio più, è
stasera vieni a casa si o no?". diventato insopportabile".
nżuccá v.intr. "andare di traverso". nżurá v.tr. "ammogliare": penżàve re
nżuccará v.tr. "inzuccherare". nżurá lu figlie cu na feglióle ricche, ma
idde pe respòste si ne ścappaje cu
qquédda ca vuléve ra tanda tjémbe.
"pensava di ammogliare il figlio con una
ragazza ricca, ma lui per risposta se ne
scappò con quella che voleva da tanto
tempo"; p.p. nżuràte.
nżurdí v.tr.intr. "assordare": allùcche a
qquiddi uagliune ca la funíscene re ce
nżurdí cu re trumbètte. "sgrida quei
ragazzi che la finiscono di assordarci con
le trombette".
nżurdíne loc.avv. "in sordina".
nżuspettí v.tr. "insospettire".
140
O
una scatola e faccio un pacco urgente a
tande la vóce, cu chi te crire re mia figlia".
parlá?. "ahó, non alzare tanto òrje s.m. "odio".
la voce, con chi ti credi di òstje re vjénde s.m. "alito di vento": jé
parlare?". nu meráquele ca mmjézze a lu chiane nu
ócce s.f. "paura". ndire manghe n’òstje re vjénde. "è un
òfete s.m. "sudiciume": pe tutte miracolo che in mezzo al piano non tira
quiss’òfete ca stá nd’a la case sarranne neanche un alito di vento".
mise ca nu pulízze. "per tutto codesto òtte agg.n.card. "otto".
sudiciume che sta nella casa saranno mesi òttecjénde agg.n.card. "ottocento".
che non pulisce". óve s.f.pl. "uova"; -a sciuscjélle s.f.pl.
ógne s.f. "unghia". "uova strapazzate"; -àpele s.f.pl. "uova con
óje avv. "oggi": sacce pecché óje me guscio molle"; -sciaccquate s.f.pl. "uova
sènde stracche e n’agghie fatte njénde. sterili"; -ścaurate s.f.pl. "uova sode".
"non so perché oggi mi sento stanco e non
ho fatto niente".
ólepe s.f. "volpe"; pl. ggùlepe; dim.
ulpacchjédde; accr. ólepa vècchje.
oljàte agg. "oleato": la putéháre m’à
mmisse la murtatèlle nd’a la carte oljàte.
"la bottegaia mi ha messo la mortadella
nella carta oleata".
ólme téglie s.m. "tremolo".
óme s.m. "uomo"; pl. uómene; dim.
umecjédde; accr. umóne; óme, r' agg.
"virile": fìglite a ggià fatte na vóce r'óme,
sònghe vulate tutte quist'anne!. "tuo figlio
ha già fatto una voce virile, sono volati
tutti questi anni!".
ónge v.tr. "ungere"; p.p. unde, f. ónde:
feglió, tjéne la unnèdde ónde, ché l’uóglie
mméce re lu métte nd’a la nżalate te l’àje
jttate pe nguódde?. "ragazza, tieni la gonna
unta, che l‟olio invece di metterlo
nell‟insalata te lo sei buttato addosso?".
ónne s.f. "onda".
ónże s.f. "oncia": jé ljégge nu mbése
manghe n’ónże. "è leggero non pesa
neanche un‟oncia".
órdene s.m. "filare di una vigna"; pl.
ùrdene.
óre, punde e mumènde avv. "ogni
momento".
orgènde agg. "urgente": quidde e dduje
sausícchie c’agghi assutte a la pèrteche re
mmétte nd’a na ścàtele e ce fazze lu
pacche orgènde a ffíglime. "quelle due
salsicce che ho asciutto all‟asse le metto in
141
accarjá v.tr. "fare la fame, cunżuláte!. "ho avuto una pallata dietro
P schiaffeggiare sonoramente".
acce agg. "pazzo": ché sì ppacce
ca te vuó fá tutte ssa víje
alappjére, mìttete ngròppe a lu cavadde e
vjénatínne a lu pajése. "che sei pazzo che
alla schiena che mi sono consolato!".
padde s.f. "palla"; dim. paddùccele.
padrenquanquère
"protoquamquam":
s.m.
faje
e
sèmbe
padrenquànquère, vattinne ljévete ra
f.
lu
ti vuoi fare tutta codesta strada a piedi, nande a l'uócchie míje. "fai sempre il
mettiti in groppa al cavallo e vienitene al protoquamquam, vattene togliti davanti
paese"; dim.m. pacciarjédde; dim.f. agli occhi miei".
pacciarèdde. padróne, sènża - loc.avv. "randagio".
pacche s.f. "anta, mezzena, spicchio": padrunále agg. "patronale": a re ffjéste
chiure ssa pacche re la pòrte ca véne nu
vjénde tira tire. "chiudi codesta anta della padrunále re San Custánże e re la
porta che viene un vento difilato"; na Marònne re lu Vòśche, ca sònghe lu
pacche re puórche l'avíme spartute, l'ate la vendeséje e lu vendesètte r'aùste, ce veríme
facíme craje ca mó stame stracche. "una tutte li panníse, quiddi vucíne e quiddi
mezzena di maiale l'abbiamo divisa l'altra lundane. "alle feste patronali di San
la facciamo domani che ora siamo Costanzo e della Madonna del Bosco, che
stanchi"; -re cule s.f. "natica": ajére sono il ventisei ed il ventisette di agosto, ci
carjétte e me sònghe annuùrute tutte na vediamo tutti i pannesi, quelli vicini e
pacche re cule. "ieri caddi e mi sono quelli lontani".
annerita tutta una natica"; -re lèuna s.f. paggèlle s.f. "pagella": Carmelíne à
"pezzo di legno". avute tutte bbèlle vóte sóp'a la paggèlle e
pàcchere s.f. "schiaffo sonoro". lu patre e la mamme stanne bbuóne
pacchiàne s.f. "donna del volgo"; dim. cundènde. "Carmela ha avuto tutti bei voti
pacchianèlle. sulla pagella e il padre e la madre stanno
paccìá v.intr. "pazzeggiare": la vuó funí molto contenti".
re paccìá o t'agghia purtá a lu pàggene s.f. "pagina": t'àja stá attjénde a
manecòmje?. "la vuoi finire di pazzeggiare nu strazzá re pàggene re lu quatèrne. "ti
o ti devo portare al manicomio?". devi stare attento a non strappare le pagine
pacciaglióne s.m. "pazzerellone". del quaderno".
paccíje s.f. "pazzia": jé pròpje na paccíje paglia óglie s.f. "calamo aromatico".
ascí sènża njénde nguódde, mìttete ssa pagliare 1.s.m. "capanna"; 2.s.f.
mandarèdde. "è proprio una pazzia uscire "Pagliara (contrada sulla strada per Santa
senza niente addosso, mettiti questa Maria del Bosco)"; dim. pagliarjédde.
coperta di lana più piccola". pagliére s.f. "fienile": Neculí nun
pacciuógne agg. "pazzoide": nu lu fumanne, ca puó appecciá la pagljére.
stènne a ssènde jé nu pacciuógne, aggísce "Nicola non fumare, che puoi bruciare il
tutte a ffatte suje. "non lo stare a sentire è fienile".
un pazzoide, agisce tutto a modo suo"; f. pagline agg. "paglierino".
pacciògne. pagliuśche s.f. "pagliuzza".
paccòttine s.m. "pacchetto di tabacco". pagnòtte agg. "paffuto"; dim.m.
pacenżiúse agg. "paziente". pagnuttjélle; dim.f. pagnuttèlle.
pagnuótte s.m. "pane di granturco".
pacjénże s.f. "pazienza". pahá v.tr. "pagare"; -prónda casse v.tr.
padda priggiònjére, a- loc.avv. "gioco "pagare in contanti"; -ra cape v.tr.
della palla prigioniera". "ripagare".
paddate s.f. "pallata": agghi avute na pahamènde s.m. "pagamento".
paddate addréte a re śchéne ca m'agghi pahatóre s.m. "pagatore".
pàhe s.f. "paga": quanne jé juórne re palise agg. "palese": lu fatte jé tande
pàhe, a la pòste la file re li penżjunáte palise ca nunn'àje cchiù ché ddice. "il fatto
arrive nżìne a la pòrte. "quando è giorno è tanto palese che non hai più che dire".
di paga, alla posta la fila dei pensionati pallammáne s.f. "pallamano".
arriva fino alla porta". palline s.m. "boccino": Custà, piglia lu
pahunázze agg. e s.m. "paonazzo": s'éja mètre e ammesúre, accussì te faje capace
accussì arraggiate ca jé fatte pahunázze. ca la pàdda míje stá cchiù vucíne a lu
"si è così arrabbiato che è fatto paonazzo". palline, saje o nu nżaje jucá a bbòcce?.
pahunjàrse v.rifl. "pavoneggiarsi": jé "Costanzo, prendi il metro e misura, così ti
nnùtele ca te pahunígge, sì sèmbe tu, nu fai capace che la mia palla sta più vicino al
nżì cangiate pe nnjénde. "è inutile che ti boccino, sai o non sai giocare a bocce?".
pavoneggi, sei sempre tu, non sei cambiato pallòngine s.m. "bolla di sapone"; pl.
per niente". pallúngine.
pajése s.m. "paese"; dim. pajsjédde, pallóne s.m. "bubbola, pallone"; pl.
pajsòtte. pallúne: na recine re uagliune se mettjérne
pajòneche s.f. "aquilegia". a jucá a pallóne a la Nunżiàte, nu nże
pajsane 1.s.m. "concittadino"; 2.agg. putève manghe passá. "una decina di
"paesano": andó vaje vaje, quanne manghe ragazzi si misero a giocare a pallone
tu re ccrire truóve nu pajsane pe nnande. all'Annunziata, non si poteva neanche
"dove vai vai, quando manco te lo credi passare".
trovi un paesano davanti". pallunáte s.f. "pallonata": mó ca sònghe
palate s.f.pl. "bastonate": quanda palate passate pe la chiazze pe ppóche nu
ce rjérne, lu lassarne mjézze muórte pe m'agghi abbuścáte na pallunáte. "ora che
ndèrre. "quante bastonate gli diedero, lo sono passato per la piazza per poco non mi
lasciarono mezzo morto per terra". sono buscato una pallonata".
pale s.f. "scapola, badile": cu na sciulate pallunjére agg. "ballista": nu lu stènne a
fenjétte ndèrre cu li rine e me fanne male ccrére a Ggiuuànne ca jé pallunjére. "non
re ppale. "con una scivolata finii a terra lo stare a credere a Giovanni che è
con i reni e mi fanno male le scapole"; ballista".
piglie ssa pale e mìttete a svacandá li palme s.m. "spanna".
fuósse re tèrre. "prendi codesto badile e palómme s.f. "colomba".
mettiti a svuotare i fossi di terra"; -re lèune palumbe s.m. "colombo": ra la
s.f. "ventilabro"; - re méte s.m. "stollo". pecciunére ca tenime a lu casine sònghe
pàleje s.m. "bandierone processionale, sparute cendenáre re palumbe. "dalla
cuccagna": a San Custànże, abbasce a lu colombaia che teniamo al casino sono
chiane fanne parícchie juóche, a mmé me spariti centinaia di colombi".
piace lu pàleje. "a San Costanzo, giù al palummèlle s.f. "colombella": quiddu
piano fanno parecchi giochi, a me piace la cacciatóre se purtàje a ccase na recine re
cuccagna". palummèlle. "quel cacciatore si portò a
paljá v.tr. "bastonare"; p.p. paljáte. casa una decina di colombelle".
paljáte s.f. "bastonatura". palummésse sf. pala (strumento del
paljatóne s.m. "bastonatura eccessiva": forno).
nu juórne fràteme avíje nu paljatóne ra pambanèdde s.f.pl. "gocce d'olio
màmme, ca se l'allecòrde angóre mó. "un sull'acqua".
giorno mio fratello ebbe una bastonatura pambanízze s.m. "infreddatura": n'ascí
eccessiva da mamma, che se la ricorda cu ssu tjémbe ca te piglie lu pambanízze.
ancora adesso". "non uscire con questo tempo che ti prendi
palidde s.m. "paletto per sostegno". l'infreddatura".
pambascióne s.m. "babbaccione, pannètte s.m. "federa del guanciale,
imbelle": jé nu pambascióne andó lu mitte tenda (che serve da schermo in una
ddà rèste. "è un babbaccione dove lo metti stanza)": tire lu pannètte ca pràtete s'adda
là resta". vèste e tu jésciatínne. "tira la tenda che tuo
pambuglie s.f.pl. "resti di erba e foglie padre si deve vestire e tu escitene".
secche". pannettére s.f. "zaino": uaglió, mó ca
panare s.m. "paniere"; dim. panarjédde. vaje a ccambjá re ppèquere puórte nd'a la
panarízze s.m. "patereccio": nu mbuó pannettére nu stuózze re pane e n'àcene re
mmagená cum'éja fasterjùse lu panarízze. case. "ragazzo, ora che vai a pascolare le
"non puoi immaginare com'è fastidioso il pecore porta nello zaino un tozzo di pane e
patereccio". un cantuccio di cacio".
pandane s.m. "pozzanghera". pannucce s.m. "pannicello".
pandumíje s.f. "depressione". panuráme s.m. "panorama": ché
panduóteche agg. "anormale". panuráme se vére ra l'Arjèdde, jé
pane s.m. "pane"; -speseláte s.m. "pane mundjàle. "che panorama si vede
che comincia a lievitare"; -squacianáte dall'Ariella, è mondiale".
s.m. "pane sformato". panżaròtte s.m. "dolce natalizio".
panecuótte s.m. "pancotto": màngete lu panżate s.f. "panciata": ljévete ra nande
panecuótte cu dduje pupàjne sicche e
passe pure musére. "mangiati il pancotto se no te rache na panżate. "togliti davanti
con due peperoncini e passa anche altrimenti ti do una panciata".
stasera". pànże s.f. "pancia"; dim. panżarèdde;
panèdde s.f. "pagnotta"; dim. accr. panżóne.
paneddúzze. panżé s.f. "viola del pensiero".
panine mbuttíte s.m. "sandwich": pe la panżònje s.f. "bugia, stupidaggine,
matine va bbuóne nu panine mbuttíte, ma menzogna".
la sére vache truvanne nu piatte càure. papagne s.f. "rosolaccio"; -salvagge s.f.
"per la mattina va bene un sandwich, ma la "celidonia".
sera vado trovando un piatto caldo". papagnèdde s.f. "pisolino".
paniste s.m. "persona che mangia molto papanònne s.m. "nonno"; papétanònne:
pane". "tuo nonno".
pannacciáre s.m. "pannaiolo". paparasciánne s.m. "barbagianni".
pannáte s.f. "fregatura". paparjédde s.m. "piccolo papero".
panne s.m.pl. "biancheria, pellicola nel paperjá v.tr. "diguazzare": quanne vuó
nodo della canna"; -nguzzecute s.m.pl. ascí ra quéss'acque? Àje funute re
"biancheria mal lavata"; -ra lavá s.m.pl. paperjá?. "quando vuoi uscire da codesta
"bucato": tènghe na cónghe re panne ra acqua? Hai finito di diguazzare?".
lavá e l'agghia fá tutte sópe a lu papétele s.f. "palpebra": apre e chiure la
struculatúre. "tengo una tinozza di metallo papétele tré vòte ca accussì se léve lu
di bucato e lo devo fare tutto sull'asse per
lavare la biancheria"; -re maccarúne s.m. śchive ra rinde a l'uócchie. "apri e chiudi
"sfoglia di pasta": feglió, musére a ttàvele la palpebra tre volte che così si toglie il
sime rjéce, prepare quatte panne re bruscolo da dentro all'occhio".
papòcchie s.f. "frottola, pastocchia".
maccarúne, pènże c'abbástene. "ragazza, pappahálle s.m. "pappagallo": sì ppròpje
stasera a tavola siamo dieci, prepara nu pappahálle. "sei proprio un
quattro sfoglie di pasta, penso che pappagallo".
bastino". pappalóne 1.agg. "credulone, melenso":
pannése agg. "pannese"; pl. panníse: jé nu pòvre pappalóne ca s'ammòcche tutte
"abitanti di Panni". quédde ca le rinne. "è un povero credulone
che si crede tutto quello che gli dicono"; paravíse s.m. "paradiso": chisà, vaje
2.s.m. "persona buona a nulla". mbaravíse cu tutte li pise. "chissà, vai in
pappamòlle s.m. "persona senza paradiso con tutti i pesi".
energia". pare s.m. e agg. "paio, pari": cu Nanníne
pappeciònne s.m. "ragnatela"; pl. ce sìme viste ròppe nu pare re mise ce sime
pappeciuónne. misse a pparlá e nu la funéveme cchiù.
pàppele s.m. "parassita vegetale"; - "con Anna ci siamo viste dopo un paio di
addurmúte s.m. "persona pigra". mesi ci siamo messe a parlare e non la
pappòtte s.f. "poltiglia": li maccarúne finivamo più"; -e spare loc.avv." pari e
sònghe ścuótte e sònghe fatte tutte na dispari".
pappòtte, mangiatílle tu si re vuó. "i paré v.intr. "sembrare".
maccheroni sono scotti e sono diventati parégge s.m. "pareggio".
tutta una poltiglia, mangiateli tu se li parèndallárghe s.m. "parente lontano";
vuoi". pl. parjéndallárghe.
pappuljá v.tr. "mangiare, pappare": ché parènde s.m. "parente"; pl. parjénde.
t'àje pappuljàte musére?. "che ti sei parendéle s.f. "parentela".
mangiato stasera?". parícchie 1.agg. "parecchio": sònghe
papuócchie s.m. "cosa fatta alla meglio". paricchie juórne ca nu nde véche, ché nu
papusce s.f. "pantofola". nge si state a Ppanne?. "sono parecchi
papuse agg. "cisposo"; f. papóse. giorni che non ti vedo, che non sei stata a
pará v.tr. "parare": me ścanżaje e Panni?"; 2.s.m. "coppia di animali al
giogo".
riascjétte a ppará la facce ra nu ścaffe ca parlá v.intr. "parlare": nu mbarlá cchiù,
me stéve ranne màmme. "mi scansai e mó àja fá sule li fatte. "non parlare più, ora
riuscii a parare il viso da uno schiaffo che devi fare solo i fatti"; parlá, ru- s.m.
mi stava dando mamma". "linguaggio"; -citte citte v.intr.
paraggíreche s.m. "panegirico": óje lu "bisbigliare": nun me parlá citte citte nd'a
paraggíreche jé luónghe, mà, fá a l'aurécchie ca jé mala rucazzjóne. "non
mmangiá cchiù attarde. "oggi il panegirico bisbigliarmi nell'orecchio che è cattiva
è lungo, mamma, fai a mangiare più tardi". educazione"; -chiane chiane v.intr.
parahóne s.m. "paragone". "parlare a bassa voce".
parahuná v.tr. "paragonare": nun me parlannánde agg. "sincero".
puó parahuná a nnesciune, éo sònghe éo. parlatúre s.f. "parlata".
"non mi puoi paragonare a nessuno, io parliste s.m. "parolaio": statte cundènde
sono io". ca cu Ndunètte nu nd'adduórme, jé bbóna
parahunábbele agg. "paragonabile". parliste. "stai contenta che con Antonietta
parángule s.m. "paranco". non ti addormenti, è una buona parolaia".
paranże s.f. "gomitolo, insieme di paròcchele s.f. "bastone nodoso"; -a re
cinque mietitori". ddète s.f.pl. "edema delle estremità degli
paratúre s.f.pl. "interiora": accàtteme arti superiori".
ròje paratúre ca vòglie fá li turcenjédde. paróle s.f. "parola"; dim. parulélle,
"comprami delle interiora che voglio parulécchie; paróle, re póche- loc.avv.
preparare i lampredotti". "taciturno".
parauócchie s.m. "paraocchi (finimento parrucchjàne s.m. "parrocchiano".
del cavallo da tiro)". parruózze s.m. "pane con farina e
paraurécchie s.m. "paraorecchie": crusca".
mìttete la còppele cu li paraurécchie, ca ra partafòglie s.m. "portafoglio": uaglió,
fóre ce stá nu ggéle!. "mettiti il berretto mó ca vaje ngità statte attjénde a lu
con i paraorecchie, che fuori c'è un gelo!". partafòglie. "ragazzo, ora che vai in città
stai attento al portafoglio".
parte v.intr. "partire"; p.p. partute; -re passate s.f. "mandata": lu purtóne l'àja
fóre loc.avv. "esterno". chiure cu ddòje passate. "il portone lo devi
partemjénde s.m.pl. "scomparti". chiudere con due mandate".
partícule s.f. "particola". passatjémbe s.m. "passatempo": ògne
parúle s.m. "prato verde"; -re la Córte ssére, a lu café, jucame a ccarte pe
s.m. "Padula della Corte (contrada al di passatjémbe. "ogni sera, al bar, giochiamo
sopra della fontana di Sant'Elia)". a carte per passatempo".
parzióne s.f. "porzione"; pl. parziune. passe s.m. "valico": stá nu passe nd'a re
parzunále s.m. "mezzadro". rròcchie, azzicche a la strare, l'agghi
Pasqua rusate s.f. "Pentecoste". asciate ajére quanne passàje ra ddà. "sta
Pasquarèdde s.m. "Pasquetta": ògne un valico nei cespugli, vicino alla strada,
anne a Ppasquarèdde ce facime na l'ho trovato ieri quando passai di là"; -
ścambagnáte a la Marònne re lu Vòśche. Pasquine s.m. "Passo Pasquino (contrada
"ogni anno a Pasquetta facciamo una gita sulla strada Panni-Scalo vicino a "Ciambe
alla Madonna del Bosco". re cavàdde").
passá v.intr.tr. "passare, trascorrere": mó passecjédde s.m. "passetto": mó ca
c'à cchiuóppete nu mbuó passá pe t'ànne luvate lu ggésse a lu pére, fá nu
l'accurtatóre, t'àja mená pe la tèrre re passecjédde a la vòte. "ora che ti hanno
Frangìśche. "ora che è piovuto non puoi tolto il gesso al piede, fa un passetto alla
passare per la scorciatoia, ti devi buttare volta".
per il terreno di Francesco"; ddóche passe passeggjére agg. e s.m. "passeggero":
lu tjémbe, sèmbe jttate mmjézze a na nunn'avènne paure ca nun vvéne a
strare, cumbà la vite va pe tté!. "costi passi cchióve, sònghe nuvele passeggjére. "non
il tempo, sempre buttato in mezzo alla aver paura che non viene a piovere, sono
strada, compare la vita va per te!"; - nuvole passeggere".
bbuóne v.intr.tr. "guarire, ristabilirsi"; p.p. passjá v.intr. "passeggiare": tatà se
passate bbuóne; -nnande v.tr. mettíje a ppassjá pe la stanże pecché stéve
"sorpassare": tutte lu passàrene nnande e nervuse. "papà si mise a passeggiare per la
idde rumaníje addréte. "tutti lo stanza perché stava nervoso".
sorpassarono e lui rimase indietro"; -sópe passjàte s.f. "passeggiata": facìmece na
v.tr. "sorvolare": a lu ttuórte c'àje avute passjàte pe pegliá na nżénghe r'àrje.
pàssece sópe, chiure l'uócchie e vvá "facciamoci una passeggiata per prendere
nnande. "sorvola sul torto che hai avuto, un po‟ d'aria".
chiudi gli occhi e vai avanti". pastambròre s.f. "pastina": stammatíne
passábbele agg. "passabile". jame ljégge, mangiame pastambròre, ce
passacére s.m. "liscia (arnese del lavame re ggurèdde. "stamattina andiamo
calzolaio)". leggeri, mangiamo pastina, ci laviamo le
passallá v.tr. "scacciare il cane". budella".
passamáne s.m. "corrimano". pastarèlle s.f.pl. "biscotti friabili".
passamundágne s.m. "passamontagna": paste s.f. "pasta alimentare"; -a ttubbètte
Marònne míje cúme sì bbrutte cu quissu s.f. "cannolicchio, ditalini (pasta
passamundágne!. "Madonna mia quanto alimentare); -re la reggine s.f.
sei brutto con codesto passamontagna!". "maccheroncini (pasta alimenatre).
passapuórte s.m. "passaporto". pastenáche s.f. "carota".
passarjédde s.m. "passerotto": quanne li pastètte s.f. "pastella".
passarjédde vanne pe ndèrre adda fá pastóra s.f. "pastoia": uaglió, si li mule
maletjémbe. "quando i passerotti vanno per ànna cambjá, mìttece la pastóra. "ragazzo,
terra deve fare cattivo tempo". se i muli devono pascolare, mettici la
pastoia".
pastruócchie s.m. "pastrocchio".
pastuse agg. "pastoso": jé nu vine pe prep. "per, verso": s'adda fatjá pe
pastuse, t'addecríje a bbéve. "è un vino vvive. "si deve lavorare per vivere"; jé
pastoso, ti ricrei a bere". tròppe bbèlle pe èsse alluuére. "è troppo
pasuónne s.m. "persona assonnata"; f. bello per essere vero"; Dorúcce nu nge
pasònne. pare ma s'abbíje pe li settand'anne, si re
patanáre s.m. "venditore di patate". ppòrte pròpje bbuóne. "Dora non sembra
patane s.f. "bulbo, patata": puórte ma s'avvia verso i settant'anni, se li porta
còcche patane re dàlje ra fóre ca la vòglie proprio bene".
chiandá nd'a nu vase sóp'a lu bbalecóne. peccase loc.avv. "putacaso": si peccase
"porta qualche bulbo di dalia dalla ngundre a Rusíne, salutammìlle. "se per
campagna che lo voglio piantare in un vaso caso incontri Rosa, salutamela".
sul balcone"; dim. patanèdde; -ścaurate peccelatjédde s.m.pl. "dolci pasquali per
s.f. "patata lessa". maschietti".
patemjénde s.m. "patimento": à ffatte na pecché avv. "perché": vurrja sapé
vite re patemjénde mó li figlie lu fanne stá pecché nu nge vjéne cchiù a ccase. "vorrei
mmjézze a re rróse. "ha fatto una vita di sapere perché non vieni più a casa".
patimenti ora i figli lo fanno stare in mezzo pecciungjédde s.m. "piccioncino".
alle rose". pecciunére s.f. "colombaia, piccionaia":
patènde s.f. "diploma, patente": vatte a appríme facévene cchiù spisse re ccase cu
ppegliá la patènde e ppó t'accatte la la pecciunére. "prima facevano più spesso
màchene. "vai a prenderti la patente e poi le case con la colombaia".
ti compri l'automobile"; lu figlie re pecculézze s.f. "piccolezza": ma famme
Bbiasúcce s'éja pegliate la patènde re lu piacére, nu nde preoccupá pe ògne
majéste re ścóle. "il figlio di Biagio si è pecculézze. "ma fammi il piacere, non ti
preso il diploma di maestro di scuola". preoccupare per ogni piccolezza".
patí v.intr. "patire"; p.p. patute. péce s.f. "orichicco": appríme tataránne
Patratèrne s.m. "Padreterno": Patratèrne facéve la còlle cu la péce re re cerase.
míje famme la gràzzje, famme uarí a "prima nonno faceva la colla con
mmaríteme. "Padreterno mio fammi la l'orichicco delle ciliegie".
grazia, fai guarire mio marito". pecunáte s.f "picconata": pe ppóche
pàtre s.m. "padre"; pàtreme: "mio ścanżàje na pecunate ngape, nu ru sacce
padre"; pàtrete: "tuo padre". manghe éo cúme facjétte. "per poco evitai
patrennòste s.m. "paternostro": la prime una picconata in testa, non lo so nemmeno
prehjére ca riche a la matine jé lu io come feci".
patrennòste. "la prima preghiera che dico pecundríje s.f. "ipocondria": statte na
alla mattina è il paternostro". nżénghe rescetáte nu nde facènne pegliá
patresuónne s.m. "sonno profondo". ra la pecundríje. "stai un po‟ sveglio non ti
patríje s.m. "patrigno"; patríjme: "mio far prendere dall'ipocondria".
patrigno"; patríjte: "tuo patrigno". pecuózze s.m. "frate laico, persona molto
patrunále agg. "padronale". curva": la pulezzíje re la chjésje jé curate
pauruse agg. "pauroso". ra nu pecuózze. "la pulizia della chiesa è
pazzjá v.intr. "scherzare". curata da un frate laico".
pazzjarjédde s.m. "persona incline allo pecurále s.m. "pastore, pecoraio": ògne
scherzo, zuzzurellone": Ndònje jé nu tipe gghiuórne lu pecurále adda purtá re
sèmbe allégre, jé lu pazzjarjédde re la ppèquere a cambjá. "ogni giorno il pastore
cumbagníje. "Antonio è un tipo sempre deve portare le pecore a pascolare".
allegro, è lo zuzzurellone della pecuraljédde s.m. "pastorello"; f.
compagnia"; f. pazzjarèdde. pecuralèdde.
pazzíje s.f. "scherzo"; dim. pazzjèlle. pecuse agg. "asmatico": jé nu vjécchie
pecuse, ma su lu verísse cúm’jé allégre ca
jé nu piacére!. "è un vecchio asmatico, ma pegnate s.f. "pignatta"; dim.m.
se lo vedessi come è allegro che è un pegnatjédde.
piacere"; f. pecóse. pegnóne s.m. "cumulo conico di biche".
pèdde s.f. "pelle". pegnuóle s.m. "pignolo, pinolo":
peddécchie s.f. "pelletica". Luiggíne, jé tande pegnuóle ca vá truvanne
peffíne avv. "perfino": ché ne vuó ra lu pile nd'a l'uóve. "Luigi è tanto pignolo
Lesándre, à uffése peffíne lu pàtre!. "che che va trovando il pelo nell'uovo"; li
ne vuoi da Alessandro, ha offeso perfino il pegnuóle me piacene arrustute. "i pinoli
padre". mi piacciono arrostiti".
pègge agg. "peggio, peggiore". pegnurá v.tr. "pignorare": mó a
pegliá v.tr.intr. "attecchire, prendere"; -a Lesándre ànna pegnurá la case ca nunn’jé
lu chiappe v.tr. "accappiare": t'avésse riasciute a ppahá li rjébbete. "ora ad
vulute fá veré cúm'Angícche pegliàje a lu Alessandro devono pignorare la casa che
chiappe quiddu cavadde. "ti avrei voluto non è riuscito a pagare i debiti".
far vedere come Francesco accappiò quel pelacre s.f. "podagra".
cavallo"; -a mmale v.intr. "impermalire": pelajuóle agg. "cavilloso": Angícche
Runate se l'éja pegliate a mmale ca nu quanne adda jucá a ccarte face sèmbe lu
l'ànne mmetate, ma idde nunn'éja parènde. pelajuóle. "Francesco quando deve giocare
"Donato si è impermalito che non l'hanno a carte fa sempre il cavilloso"; f. pelajòle.
invitato, ma lui non è parente"; - àneme peleccá v.tr.intr. "mangiucchiare".
v.tr. "rianimarsi": pegliàje àneme cúme peljá v.intr. "cavillare": nun peljá sèmbe
veríje lu mjéreche. "si rianimò come vide il sóp'a tutte re ccóse, aráttete còcche vòte,
medico"; -n'ata víje v.intr. "deviare": nd'a famme stu piacére. "non cavillare sempre
lu vaddóne l'acque à ppegliate n'ata víje. su tutte le cose, adattati qualche volta,
"nel burrone l'acqua ha deviato"; -na stòrte fammi questo piacere".
v.tr.rifl. "lussare": agghi pegliate na stòrte peluméne avv. "perlomeno": si tu nu
a lu pére e nu mbòzze manghe appujárle mbuó mení a truvarme peluméne fá mení a
ndèrre. "mi sono lussato il piede e non mmàmmete. "se tu non puoi venire a
posso neanche appoggiarlo a terra"; -nu trovarmi perlomeno fai venire tua madre".
muórse v.tr. "fare uno spuntino": musére peluse agg. "peloso"; f. pelóse.
sònghe affamáte, pecché a mèzzjuórne pembenèlle s.f. "donna linda e pulita".
agghi pegliate sule nu muórse. "stasera pená v.intr. "penare": la malatíje l'à
sono affamato, perché a mezzogiorno ho ffatte pená ma mó ngraziarDdíje stá
fatto solo uno spuntino"; -nnòrje v.tr. bbunarjédde. "la malattia l'ha fatto penare
"odiare": jé nu tipe ca se face pegliá ma ora grazie a Dio sta benino".
nnòrje ra tutte. "è un tipo che si fa odiare pendemènde s.m. "pentimento"; pl.
da tutti"; -ra cape v.tr. "ripigliare, pendemjénde.
riprendere": àje pegliate ra cape lu pendí v.rifl. "pentire"; p.p. pendute.
traścurse re ajéresére, nu nde sì fatte pendure s.f. "bronchite": ché t'avéve ritte
angóre capace. "hai ripreso il dialogo di re nunn'ascí càure càure ra fóre a la
iere sera, non ti sei ancora fatto capace"; - pòrte? Nunn'àje vulute sènde e mmó tjéne
ra fésse v.tr. "turlupinare": vòle sèmbe la pendure. "che ti avevo detto di non
pegliá ra fésse a li cristjàne, chisà qualu uscire caldo caldo fuori alla porta? Non hai
iuórne tróve a còccherúne ca ce rómbe la voluto sentire ed ora tieni la bronchite".
cape. "vuole sempre turlupinare le penjóne s.f. "opinione": téne na mala
persone, chissà quale giorno trova penjóne re mé, sacce ché l'agghi fatte. "ha
qualcuno che gli rompe la testa"; -statíje una cattiva opinione di me, non so che gli
v.tr. "aver caldo"; -tjémbe v.intr. ho fatto".
"soprassedere". pènne v.intr. "pendere".
pegliárse còrele v.tr. "offendersi".
pénne s.f. "plettro"; pénne, nu ndéne- penżjóne s.f. "pensione"; pl. penżjúne;
loc.avv. "implume". dim. penżjungèdde.
pennechjá v.intr. "dormicchiare,
sonnecchiare": ròppe ca s'arreteràje ra penżjunáte s.m. "pensionato": tata míje
fóre tutte freddelúse, se mettíje a quanne se penżjunàje nu nżapéve cúme
pennechjá vucine a lu fucuríle. "dopo che passá la jurnate, pó s'abbetuàje a la vite re
si ritirò dalla campagna tutto freddoloso, si penżjunáte. "mio padre quando si
mise a sonnecchiare vicino al focolare". pensionò non sapeva come passare la
pennechjàte s.f. "siesta": ròppe sta giornata, poi si abituò alla vita del
pennechjàte me sènde bbuóne, mó pòzze pensionato".
repegliá a ffatjá. "dopo questa siesta mi penżuse agg. "pensoso": Curráre stéve
sento bene, ora posso riprendere a assettáte tutte penżuse a nu zìnne chisà
lavorare". ché jéva succjésse. "Corrado stava seduto
pènnece s.m. "frutta legata e appesa, tutto pensoso ad un canto chissà che era
regalo". successo".
pennjélle s.m. "pennello, pennello peònje s.f. "begonia".
(arnese del barbiere)"; -pe luvá li capidde pepetjá v.intr. "farfugliare": nu mbepetjá,
s.m. "pennellessa (arnese del barbiere)". fatte capí se no ché ce riche a ffràteme?.
pennine s.f.pl. "penne (pasta "non farfugliare, fatti capire altrimenti che
alimentare)". dico a mio fratello?".
penòzze s.f. "arachide". peppjá v.intr. "pipare": tatarà nu
penuse agg. "penoso": Bbiasúcce, à mbeppjá cchiù, àje mbuzzulúte na case e la
avute nu lavóre penuse, ma n'ave ché ffá, saluta tója si ne vá. "nonno non pipare più,
s'adda accundendá. "Biagio ha avuto un hai impuzzolito una casa e la tua salute se
lavoro penoso, ma non ha che fare, si deve ne va".
accontentare". peppjàte s.f. "pipata": na véppeta re vine
penżá v.intr. "pensare": làsseme penżá ra lu vucale e na bbèlla peppjàte, ce vóle a
nu mumènde e ppó te rache la respòste. la sére ròppe c'àje mangiate. "una bevuta
"lasciami pensare un momento e poi ti do di vino dal boccale e una bella pipata, ci
la risposta"; -e repenżá v.tr. "rimuginare": vuole la sera dopo che hai mangiato".
Vetù, la vuó funí re penżá e repenżá? peqquésse 1.cong. "perciò": àje
Aramàje nu nge stá cchiù njénde ra fá. mangiate numunne re cerase peqquésse
"Vito la vuoi finire di rimuginare? Ormai mó te face male la panże. "hai mangiato
non c'è più niente da fare". troppe ciliegie perciò ti fa male la pancia";
pènża mó e pènża pó loc.avv. "pensa e 2.agg. e pron.dim. "per questo".
ripensa". pèquara s.f. "pecora"; pl. ppèquere; dim.
penżábbele agg. "pensabile": nunn'éja pecurèlle.
pèr, lu- loc.avv. "moltiplicazione".
penżábbele c'à pputute fá quédde ca me perále s.m. "pianta"; dim. peraljédde.
rice, jé nu bbrave uaglióne. "non è perazze s.m. "perastro": quiddu ca vire
pensabile che ha potuto fare quello che mi sótte a lu lémmete jé nu perazze, l'àja
dici, è un bravo ragazzo". nnestá. "quello che vedi sotto al limite è un
penżamènde s.m. "pensamento"; pl. perastro, lo devi innestare".
penżamjénde. pèrce v.intr. "penetrare"; p.p. perciute.
pènże 1.s.m. "tuta"; 2.s.f. "ripresa pèrde v.tr. "perdere, smarrire": ddu facce
(sartoria)". re mòstre re fràteme m'à ppèrse re cchiave
penżerúse agg. "pensieroso"; f. re la pòrte, musére avima trasí pe la
funèste. "quel mascalzone di mio fratello
penżeróse.
penżjére s.m. "pensiero".
mi ha perduto le chiavi della porta, stasera non mi dire niente che la testa non sta in
dobbiamo entrare dalla finestra". testa".
perdènże s.f. "perdita": la raccòvete re períquele s.m. "pericolo": fá sùbbete, se
ru ggrane jé mberdènże. "la raccolta del no curre lu períquele r'arruvá tarde. "fai
grano è in perdita". subito, altrimenti corri il pericolo di
pèrdejuórne s.m. "perdigiorno". arrivare tardi".
pèrdetjémbe s.m. "perditempo". perlecchìsse agg. "ordinato, scrupoloso";
perduná v.tr. "perdonare": si còccherúne f. perlecchésse.
permétte v.tr. "permettere": nu nd'àja
t'uffènne, pjénże a perdunárle. "se permétte re me respónne se no te rache
qualcuno ti offende, pensa a perdonarlo".
perdunábbele agg. "perdonabile": si sì quatte ścaffe e t'appízzeche nnande a lu
mure. "non ti permettere di rispondermi
state malate jé perdunábbele ca nu nżì altrimenti ti do quattro schiaffi e ti
menute a lu spusalìzzje re fíglime. "se sei appiccico al muro"; p.p. permisse.
stato ammalato è perdonabile che non sei pernacchie s.m. "pernacchia": chi à
venuto allo sposalizio di mio figlio". ffatte lu pernacchie, uagliù, auzasse la
pére s.m. "cespo, piede": musére puórte mane se no uaje a vvuje. "chi ha fatto la
ra fóre nu pére re nżalate e ròje cepódde e pernacchia, ragazzi, alzasse la mano
ce re mangiame cu nu stuózze re pane. altrimenti guai a voi".
"stasera porta dalla campagna un cespo perócchie s.m. "pidocchio"; pl.
d'insalata e due cipolle ce li mangiamo con perucchie; -puddine s.m. "pidocchio
un tozzo di pane"; pl. pjére; dim. peruzze; pollino".
-mmacande s.m. piede a vuoto; -re ciucce peróne s.m. "prugna, prugno"; pl.
s.m. "alliaria"; -re puórche s.m. perúne: me piàcene re cchiù li perúne
"grimaldello, bisegolo (arnese del ggialle ca quiddi zuccaríne. "mi piacciono
calzolaio)"; -re vacile s.m. "lavamano". di più le prugne gialle che quelle
pereculúse agg. "pericoloso"; f. zuccherine".
pereculóse. persóne s.f. "persona"; pl. persúne.
perepì s.m. "basco": uaglió, quanne trase persunágge s.m. "personaggio": sì
nd'a na case ljévete sùbbete lu perepì pe ppròpje nu bbèllu persunágge vuó èsse
rrucazzióne. "ragazzo, quando entri in una paháte sènża fatijá. "sei proprio un bel
casa togliti subito il basco per educazione". personaggio vuoi essere pagato senza
perètte s.m. "bottiglione a forma di pera lavorare".
(4-6 l.)"; pl. perjétte. persunále agg. "personale": statte
perettjédde s.m. "bottiglione (2 l.)". attjénde angóre pjérde lu rucumènde
perfezziuná v.tr. "perfezionare": t'àja persunále. "stai attento ancora perdi il
perfezziuná, pó puó parlá cúme vuó. "ti documento personale".
devi perfezionare, poi puoi parlare come pèrtecalònghe s.f. "perticone": nu
vuoi".
pèrgheme s.m. "pergamo". nżapéve ca quiddu uaglióne jéve figlie a
pergiuníje s.f. "prigionia": zì Pasquále, à tté, Marònna míje ché pèrtecalònghe!.
ffatte numunne r'anne re pergiuníje a "non sapevo che quel ragazzo era tuo
l'Àfreche. "zio Pasquale ha fatto molti anni figlio, Madonna mia che perticone!".
di prigionia in Africa". pertecáre s.f. "aratro di legno".
perí v.intr. "ammuffire"; p.p. perute. pèrteche s.f. "asse per appendere la
peridde s.m. "piccolo pero". salsiccia o altro sotto il soffitto".
pèrjéte s.m. "periodo": Ndò, nd'a stu pertuse s.m. "foro, pertugio, stambugio":
pèrjéte nun me recènne njénde ca la cape à ffatte nu pertuse nd'a lu mure ca ce cape
nun stá ngape. "Antonio, in questo periodo la atte cu tutte lu sóreche. "ha fatto un foro
nel muro che ci va il gatto con tutto il
topo"; ànne abbetáte numunne r'anne nd'a peścóne s.m. "Cantone (contrada sulla
nu pertuse, mó va vire ché ccase ca strada per Bovino, al di sopra), macigno";
tjénene!. "hanno abitato troppi anni in uno pl. peścùne.
stambugio, ora vai a vedere che casa che
tengono!"; pl.f. pertóse. peścràje avv. "dopodomani".
perúle s.m. "cappelletto della calza". peścridde avv. "dopodomani l'altro".
perúne agg. "per ciascuno": ce rjérne nu pésele agg. "lieve di peso".
lìbbre perúne e ce mannárene a ccase. "ci pesjélle s.m.pl. "piselli": Marì, n'ascènne
diedero un libro per ciascuno e ci ca tjéne ra ścucchiljá li pesjélle. "Maria,
mandarono a casa". non uscire che tieni da sbaccellare i
perúte s.m. "muffa". piselli".
pesá v.intr.tr. "trebbiare": crajmatíne petatúre s.m. "potatoio, pennato":
avima ìre a ppesá ru ggrane mmjézze a lu l'uperàje ànne putate l'àrbele r'aulíve chi
chiane, tenime ruje pegnune. "domattina cu l'accètte e chi cu lu petatúre. "gli operai
dobbiamo andare a trebbiare il grano in hanno potato gli alberi di ulivo chi con
mezzo al piano, teniamo due cumuli conici l'accetta e chi con il potatoio".
di biche". petazze s.m. "pezzettini".
pesandézze s.f. "pesantezza": tènghe na pétene s.f. "lamina, carattere somatico".
pesandèzze re cape ca nun ne pòzze cchiù, petíggene s.f. "lentiggine": téne numunne
m'agghia ìre sule a culecá. "tengo una re petíggene ma jé bbèlle assàje. "tiene
pesantezza di testa che non ne posso più, troppe lentiggini ma è molto bello".
mi devo solo andare a coricare". petíne s.f. "pedina".
pesanne s.f. "trebbiatura". petínje s.f. "lentiggine".
pesatúre 1.s.f. "aiata": mó ca funime ssa petrate s.f. "pietrata": fìglime óje s'éja
pesatúre, jame a mmangiá. "ora che abbuścáte na petrate ngape, l'agghia
finiamo questa aiata, andiamo a mangiare"; avuta purtá a mmerecá ra lu mjéreche.
2.s.m. "pestello". "mio figlio oggi si è buscato una pietrata in
Peścare s.f. "Pescara (contrada all'uscita testa, l'ho dovuto portare a medicare dal
del paese, sulla strada per Accadia, al di medico".
sotto)". petrine s.f. "pietrina".
pésce s.m. "pene". pettá v.tr. "dipingere, pitturare".
pescelécchie s.f. "vulva della bambina". péttelangúle s.m. "persona sciatta".
pescelícchie s.m. "pene del bambino". péttele s.f. "frittella, lembo della camicia,
pesciá v.intr. "orinare". zeppole": si te mange re ppéttele appéna
péscia s.f. "vulva". asciute ra la fressóre, mbósse nd'a ru
pesciacchiáre s.m. "piscione". mméle, t'allícche li bbaffe. "se ti mangi le
pesciajuóle s.m. "pescivendolo". zeppole appena uscite dalla padella,
pesciarèlle s.f. "diuresi abbondante": ché bagnate nel miele, ti lecchi i baffi".
óje tjéne la pesciarèlle ca vaje sèmbe a la petteljá v.intr. "lavoricchiare".
víje re lu cèsse?. "che oggi tieni la diuresi petteljére agg. "attaccato a una persona
abbondante che vai sempre nel cara".
gabinetto?". pettenésse s.f. "pettine"; dim.
pesciárse sótte ra re resate v.fig. pettenessíne.
"sbellicarsi dalle risate". pettuóje s.m. "bambino minuto".
pesciatúre s.m. "vaso da notte, pettura s.f. "trucco".
pozzanghera di piscio di animali". petturále s.m. "pettorale (finimento del
pescíne s.f."orina". cavallo da tiro)".
pezzajuóle s.m. "pizzaiolo".
pèzze s.f. "toppa": ssu cauzóne jé tutte
pèzze pèzze quanne te faje capace re lu
jttá, jé tròppe tarde. "codesto pantalone è piattare s.m. "venditore di piatti,
tutto toppe toppe quando ti fai capace di piattaia": Nanní, mìtte mane mane ssi
buttarlo, è troppo tardi"; -re case s.f. piatte nd'a lu piattare e ascimacínne.
"forma di formaggio fresco"; dim. pezzòtta "Anna metti in fretta questi piatti nella
re case. piattaia e usciamocene".
pezzecatèlle s.f. "pizzichino". piattenfúnne s.m. "piatto fondo".
pezzecèdde s.f. "pezzuola". piattenghjàne s.m. "piatto piano".
pezzecuórve s.m. "orzaiolo". piattjédde s.m. "piattino".
pezzédde s.f.pl. "quadrucci (pasta piatuse agg. "pietoso": jé n'óme
alimentare)". sucjévele e piatuse cu tutte li cristjàne. "è
pezzelá v.tr. "pizzicare": m'à pezzeláte lu un uomo socievole e pietoso con tutte le
vrazze tande fòrte ca jè rumaste lu ségne persone".
nìure. "mi ha pizzicato il braccio tanto piazzapulíte s.f. "razzìa": li marjuóle
forte che è rimasto il segno nero". nd'a la massaríje re Ggiuuanníne ànne
pezzeljá v.tr. "beccare": re ggaddíne fatte piazzapulíte re tutte re ggaddíne. "i
stanne pezzeljànne tutte re muddíche ladri nella masseria di Giovanna hanno
c'agghi ścuteláte ra lu mesale. "le galline fatto razzìa di tutte le galline".
stanno beccando tutte le molliche che ho picche picche agg. "poco poco".
fatto cadere dalla tovaglia". picchíjá v.intr. "piagnucolare": Funżíne
pezzendaríje s.f. "pezzenteria": ché jé nun face ché picchíjá ra la matine a la
tutta quéssa pezzendaríje, tutte na vòte vuó sére. "Alfonso non fa che piagnucolare
sparagná?. "che è tutta questa pezzenteria, dalla mattina alla sera".
tutto una volta vuoi risparmiare?". picchie s.m. "piagnucolìo": Ggiuuánne
pezzènde s.m. "pezzente, salsiccione quanne piglie nu picchie, nu lu puó
(con carne insanguinata, cotenna, rognone, accujatá re nesciuna manére. "Giovanni
milza, lingua)": nun fá sèmbe lu pezzènde, quando prende un piagnucolìo, non lo puoi
cacce quisse sòlete ca tjéne è ùrete la vite. acquietare di nessuna maniera".
"non fare sempre il pezzente, caccia picchiúse agg. "piagnucoloso".
codesti soldi che tieni e goditi la vita". píccquele agg. "piccolo"; dim.
pezzendjélle agg. "piccolo pezzente". pecculíne.
pezzètte s.m. "barbetta": ce accaréve re piche 1.s.f. e "asma, gazza": téne la
cchiù cu quiddu pezzètte. "stava meglio piche zì Jucce nu mbóte ascí manghe
con quella barbetta". nnande a la pòrte. "tiene l'asma zia Maria
pezzòtte s.f.pl. "quadrucci (pasta non può uscire neanche davanti alla porta";
alimentare)". quanne jéve criature me rialàrene na piche
pezzuótte s.m. "indumento." e la mettjétte nd'a la caggióle. "quando ero
piacé v.intr. "piacere": t'agghi purtate na bambina mi regalarono una gazza e la misi
nżénghe re ceculáte, crére ca t'adda piacé. nella gabbia"; 2.s.m. "piccone (arnese del
"ti ho portato un po‟ di cioccolata, credo contadino e del muratore)".
che ti deve piacere". pjére, cu li- loc.avv. "pedestre": à ffatte
pianda grasse s.f. "erba di San nu traścurse cu li pjére, si me mettève a
Giovanni". pparlá éo l'accucchjàve mèglie ròje
pianéte s.f. "fortuna". paróle. "ha fatto un discorso con i piedi, se
piatanże s.f. "pietanza": m'éja piaciute mi mettevo a parlare io le accoppiavo
la piatanże ca m'àje preparáte, l'agghi meglio due parole".
mangiate a vuccune chine. "mi è piaciuta pjérestalle s.m. "piedi del letto,
la pietanza che mi hai preparato, l'ho piedistallo".
mangiata a bocconi pieni". pjérne s.m. "perno".
pjétte s.m. "camicetta, petto, seno": re
ffémmene re prime ausávene pjétte e
ggunnèdde. "le donne di prima usavano ci siamo trovati mentre si leggeva
camicette e gonne". à ppegliate re pjétte la l'epistola".
custjóne, sule accussì pòte stá mbace. "ha piumbá v.intr. "piombare".
preso di petto la questione, solo così può pizza rólece s.f. "torta".
stare in pace"; la mamme se strengíje a lu pizze s.m. "angolino"; -re pane s.f. "pane
pjétte lu figlie e se mettíje a cchiange. "la a ciambella".
mamma si strinse al seno il figlio e si mise pízzele s.m. "pizzicotto"; dim.
a piangere". pezzelicchie.
pjézze s.m. "pezzo"; dim. pezzecjédde; - plácete agg. "placido".
re fémmene s.f. "donna formosa e alta"; - plutóne s.m. "plotone"; pl. plutúne.
re tèrre s.m. "fondo (terreno)". pó avv. "poi": pe mmó mangiame, pó si
piglie loc.avv. "per esempio". ne parle. "per ora mangiamo, poi se ne
pigne s.f. "pino". parla".
pile 1.s.m. "cavillo, pelo": pe mmétte la póche agg. "poco"; dim. picche,
firme a stu cundratte nu ndruvá tanda pile. pucarjédde, puchícchie.
"per mettere la firma a questo contratto pòddele s.f. "farfalla"; dim.
non trovare tanti cavilli"; 2.s.f. "vasca di puddelécchie; accr. puddulóne; -re néva
pietra"; -re lèune s.f. "catasta di legno": pe s.f. "falde di neve".
qquésta vernate sièddenò avaste la pile re pólece s.m. "pulce"; pl. pùlece.
lèuna c'avime fatte rinde state. "per questa pólepe s.m. "polpo".
invernata si o no basta la catasta di legno póleve s.f. "polvere"; dim. pulvécchie.
che abbiamo fatto d'estate". pòleze s.f. "polizza".
pínnele s.m. "pillola"; dim. pómbe s.f. "enteroclisma, irroratrice".
pennelícchie. pónde 1.s.m. "ponte"; s.f. "punta, sponda
piómbe s.m. "filo a piombo (arnese del del letto"; -re lu rite s.f. "polpastrello":
muratore)". nun vòglie cchiù còglie róse ca me sònghe
pípele s.m. "pene". punde la pónde re lu rite. "non voglio più
pippe s.f. "pipa"; dim. pepparèdde. raccogliere rose che mi sono punto il
píre s.m. "pero, pera"; pl. ppére; dim. polpastrello"; dim. pundecjèdde.
perédde. pónge v.tr. "pungere": tatà pe nu nże fá
pírete s.m. "peto". pónge ra la lane re la maglie, se mettéve
pisce s.m.pl. "pesci"; dim. pescetjédde. n'ata re cuttóne sótte. "papà per non farsi
Pìscele s.m. "Pisciolo (contrada sulla pungere dalla lana della maglia, si metteva
strada sotto la Fontana Nuova al di sotto di sotto un'altra di cotone".
Sario)". pòpònne s.m. "babàu": Funżì, si nun la
pisciaunnèdde s.f.pl. "girandola a terra funisce re chiange chiame a lu pòpònne e
(fuochi d'artificio)": cúme se revjértene te véne a ppegliá. "Alfonso, se non la
quiddi uagliune a spará re pisciaunnèdde. finisci di piangere chiamo il babàu e ti
"come si divertono quei ragazzi a sparare viene a prendere".
le girandole a terra". pòppò s.f. "automobile per bambini".
pise s.m.pl. "pesi". pòrche s.f. "pòlka": cumbà jàmece a ffá
piste s.f. "orma": ce stévene re ppiste re quatte zumbe re pòrche. "compare
puórcespíne e ssònghe state quidde ca andiamoci a fare quattro salti di pòlka"; -re
s'ànne mangiate re nnuce, statte secure. tèrre s.f. "striscia di terreno arato di circa 3
"ci stavano le orme di cinghiale e sono m.":
stati quelli che si sono mangiati le noci, pòrta nu vjénde loc.avv. "borioso": nu
stai sicuro". nd'affleggènne, Angiulíne jé accussì, pòrta
pístele s.f. "epistola": sìme jute a la nu vjénde. "non ti affliggere, Angelo è
mésse e ce sime truvate ndramènde se così, borioso".
leggéve la pístele. "siamo andati a messa e
pòrtaddúce s.m. "intermediario fra prendere quei soldi alla posta ci vuole la
fidanzati". procura".
pòrtanfànne s.m. "sacchetto per prègge s.m. "pregio": Nanníne téne lu
neonato". prègge ca jé sengére a lu cjénde pe
pòrtazecchíne s.m. "borsellino, ccjénde. "Anna tiene il pregio che è sincera
portamonete". al cento per cento".
póse s.f. "fondo di caffè". prehá v.tr. "pregare": si vuó lu piacére
pòste s.f. "una decina del rosario"; pòste, àja prehá a ron Vecjénże, ca puó èsse ca
a lu- loc.avv. "in vece". te ru fface. "se vuoi il piacere devi pregare
pòvre agg. "povero"; dim.m. puverjédde; a don Vincenzo e può essere che te lo fa".
dim.f. puverèdde. préhe inter. "prego": tu m'àje
pòvróme s.m. "poveruomo". rengrazziàte e éo t'agghi respuóste préhe e
ppane s.m. "pane". la cóse funisce qquá. "tu mi hai ringraziato
pperúte s.m. "muffa": sti fasulíne l'àja ed io ti ho risposto prego e la cosa finisce
sule jttá, nun vire ca pe ssópe s'éja fatte lu qui".
pperúte?. "questi fagiolini li devi solo prèhula s.f. "pergola": jàmece a uré na
buttare, non vedi che sopra si è fatta la nżénghe re frìśche sótte a la prèhula.
muffa?". "andiamoci a godere un po‟ di fresco sotto
ppile mmjérse, a- loc.avv. "persona alla pergola".
senza scrupoli". prejére s.f. "preghiera".
ppiù, lu- loc.avv. "addizione": fatte ssa prelebbáte agg. "prelibato": li
pàggene re ppiù, ca craje te la currègghe. turcenjédde sònghe reffícele a ppreparárle
"fatti codesta pagina di addizione, che ma prelebbáte a mmangiarle. "i
domani te la correggo". lampredotti sono difficili a prepararli ma
ppízzeche e petazze, a- loc.avv. "poco per prelibati a mangiarli".
volta". premére s.f. "primiera".
ppóte, se ru- loc.avv. "se può". premmésse s.m. "permesso": prime re
pranèlle s.f. "piega sul bordo inferiore trasí nd'a na case cirche sèmbe
della gonna". premmésse. "prima di entrare in una casa
pràteme s.m. "mio padre"; pràtete s.m. chiedi sempre permesso".
"tuo padre". préne agg. "gravida, incinta": Annúcce jé
prattecá v.tr. "praticare": li cristjàne l'àja préne re quatte mise e nu nge pare. "Anna
prattecá numunne re juórne pe re è incinta di quattro mesi e non ci sembra".
ccanósce. "le persone le devi praticare prenòspre s.f. "peronospora": auànne la
molti giorni per conoscerle". prenòspre à ffatte ranne a quase tutte re
pràtteche s.f. "pratica": àja métte vígnere. "quest'anno la peronospora ha
mbràtteche quédde ca te stache recènne. fatto danno a quasi tutte le vigne".
"devi mettere in pratica quello che ti sto prenutá v.tr. "prenotare": m'àja prenutá
dicendo". nu pòste a lu tiatre mbrima file. "mi devi
preccètte s.m. "pinze per occhielli (arnesi prenotare un posto al teatro in prima fila".
del calzolaio)". preputènde agg. "prepotente": nu mbòzze
precepízzje s.m. "precipizio". veré pe nnjénde a Rachiucce ca face sèmbe
precessjóne s.f. "processione"; pl. lu preputènde. "non posso vedere per
precessjúne. niente ad Eraclio che fa sempre il
prechiácche s.f. "porcacchia". prepotente".
precíse s.f. "solco protettivo prerecá v.intr. "predicare": nu mbrerecá
perimetrale". a lu vjénde, sònghe paróle perdute, quidde
precóche s.f. "pesca, pesco". nu nde stá a ssènde. "non predicare al
precúre s.f. "procura": pe ppegliá ddi vento, sono parole perdute, quello non ti
sòlete a la pòste ce vóle la precúre. "per sta a sentire".
prerecatóre s.m. "predicatore". prevelègge s.m. "privilegio": seccóme
prèreche s.f. "predica": sjénde sjé ra ché téne lu prevelègge re lu pòste ca accúpe,
ppùlpete véne la prèreche. "senti senti da se crére ca jè revendáte patratèrne.
che pulpito viene la predica". "siccome tiene il privilegio del posto che
prerelètte agg. "prediletto": jé lu occupa, si crede che è diventato
prerelètte re lu tataránne, uaje a chi lu padreterno".
tòcche. "è il prediletto del nonno, guai a preveleggiá v.tr. "privilegiare".
chi lo tocca". preveré v.tr. "prevedere".
prerelígge v.tr. "prediligere": nun prezziuse agg. "prezioso": quist'anjédde
prerelígge nu figlie a ścàpete re n'ate, li re pàtreme pe mmé jé assàje prezziuse.
figli sònghe tutte talèccquále. "non "quest'anello di mio padre per me è molto
prediligere un figlio a scapito di un altro, i prezioso".
figli sono tutti uguali". prezzóne s.m. "cappotto rozzo e
presagge s.m. "presagio". pesante"; pl. prezzune.
presciá v.intr. "compiacere"; p.p. prjàrse v.rifl. "rallegrarsi": nu nże
presciate. prjàsse tande, se prime nu nżape cúme
presendá v.tr. "presentare". stanne re ccóse. "non si rallegrasse tanto,
presendazzióne s.f."presentazione". se prima non sa come stanno le cose".
presendemènde s.m. "presentimento": priatòrje s.m. "purgatorio": se tróve
craje nu me vòglie mòve ra case, tènghe nu sèmbe n'àneme re lu priatòrje ca t'ajùte.
presendemènde ammalamènde. "domani "si trova sempre un 'anima del purgatorio
non mi voglio muovere da casa, ho un che ti aiuta".
cattivo presentimento". prjémete s.m. "stimolo di diarrea,
preserènde s.m. "presidente". premito".
pressciajuóle agg. "frettoloso". prjéste agg. e avv. "presto"; dim.
prèsscie s.f. "fretta". prestulídde.
prèsse s.f. "torchio oleario". prjézze s.f. "allegrezza": próve na prjézze
prèsseche s.f. "persica, pesca, pesco". sule ca te véche, uardánne a tté jé cúme se
prestìgge s.m. "prestigio". verésse a ppràtete. "provo un'allegrezza
presutte s.m. "prosciutto"; pl. presótte solo che ti vedo, guardandoti è come se
appríme cúm’jéve bbélle a vveré rinde a vedessi tuo padre".
ògne ccase re ppèrteche chjéne re presótte. primamatíne avv. "prime ore del
"prima come era bello a vedere in ogni giorno".
casa gli assi appesi sotto il soffitto pieni di primatíve agg. "primaticcio": feglió, nun
prosciutti". gghjénne a accattá re ppatane ca nd'a ssi
préta pòmmece s.f. "pomice"; -turchine juórne jéscene quédde primatíve. "ragazza,
s.f. "verderame". non andare a comprare le patate che in
prétamòrte s.f. "pietra refrattaria". questi giorni escono quelle primaticce".
préte s.f. "pietra": Nenúcce jé fauze, tire prime avv. "prima": prime re parlá,
la préte e s'arretíre la mane. "Antonio è pjénżece. "prima di parlare, pensaci"; -
falso, tira la pietra e si ritira la mano"; dim. figlie agg. e s.m. "primogenito": lu prime
petròccele; -re ndaglie s.f. "pietra figlie re Tresúcce jé partute pe lu Canetà e
angolare". ppó une a la vòte chiame tutte li frate. "il
prétènne v.tr. "pretendere": n'àje cchiù primogenito di Teresa è partito per il
ché prétènne, t'agghi pahate nżìne a Canada e poi uno alla volta chiama tutti i
l'ùteme cendèseme. "non hai più che fratelli"; -re tutte avv. "anzitutto": pe ffá
pretendere, ti ho pagato fino all'ultimo ssu viagge prime re tutte àja prepará re
centesimo". bbaligge. "per fare questo viaggio anzitutto
prèute s.m. "prete"; pl. prjéute; dim. devi preparare le valige"; -re lu tjémbe
priutácchie.
avv. "anzitempo": auànne la vernégne jé prufessjuníste. "puoi avere fiducia di
menute prime re lu tjémbe. "quest'anno la Rosario è un buon professionista".
vendemmia è venuta anzitempo". prufferí v.tr. "proferire".
primmavére s.f. "primavera": óje jé lu pruffetjá v.intr. "perfidiare".
prime juórne re primmavére, stá nu bbèllu pruffetjùse agg. "perfidioso, persona
sóle, m'agghia fá na passjàte a lu persistente".
Castjédde; "oggi è il primo giorno di pruffíne, a la- loc.avv. "alla fine".
primavera, sta un bel sole, mi devo fare prufile s.m. "profilo": lu prufile tuje jé
una passeggiata al Castello". talèccquále a ppàtrete. "il tuo profilo è
pròje v.tr. "porgere"; p.p. prujúte. uguale a tuo padre".
prónde agg. "pronto": mà, tjéne prónde li prufìtte s.m. "profitto": Custà. li spjénne
sòlete ca cúme funisce Necóle re fatjá, li sòlete, ma sònghe sòlete sande, pecché
l'àja pahá. "mamma, tieni pronti i soldi Mechelíne stùrje cu prufitte. "Costanzo, li
che come finisce Nicola di lavorare, lo spendi i soldi, ma sono soldi santi, perché
devi pagare". Michele studia con profitto".
pròpete avv. "propriamente". prufumá v.tr. "profumare": Mmaculà,
pròpje agg. e avv. "proprio": jé state àje prufumáte na case, ché t'àje misse tutte
pròpje na ścustumatézze, ca m'àje la bbuttiglie r'adduríne?. "Immacolata, hai
respuóste accussì. "è stata proprio una profumato una casa che ti sei messa tutta la
scostumatezza, che mi hai risposto così". bottiglia di profumo?".
pròve s.f. "prova"; pl. pruóve. prufunne agg. "profondo".
prre scióte loc.avv. "chiamare il cavallo". prufussóre s.m. "professore".
prrritté loc.avv. " chiamare le pecore". pruggettá v.tr. "progettare": vire appríme
prubbabbeletà s.f. "probabilità": cu re ccóse cúme se míttene e ppó
prubbabbeletà peścràje me ne vènghe fóre accummjénże a ppruggettá. "vedi prima le
ra la matìne pe stá na nżénghe a l'àrje cose come si mettono e poi incomincia a
apèrte. "con probabilità dopodomani me progettare".
ne vengo in campagna dalla mattina per pruggètte s.m. "progetto": Feleríche
stare un po‟ all'aria aperta". parle, parle téne sèmbe la cape chjéne re
prubbléme s.m. "problema": la maéste pruggètte. "Federico parla, parla tiene
m'à ddate nu prubbléme numunne reffícele sempre la testa piena di progetti".
prujbbí v.tr. "proibire": nun me puó
ca n'agghi ndó ṡbatte la cape. "la maestra prujbbí re trasí nd'a sta case, pecché
mi ha dato un problema troppo difficile tènghe pure éo la parzióne. "non mi puoi
che non ho dove sbattere la testa". proibire di entrare in questa casa perché
prucache s.f. "ononide". tengo anch'io la porzione".
prucessá v.tr. "processare". prumésse s.f. "promessa".
prucjésse s.m. "processo": re ccóse ca prumétte v.tr. "promettere": nu
m'àje ritte nunn'ànne nesciune valóre e tu mbrumétte si nu mbuó mandené. "non
nun me facènne nu prucjésse. "le cose che promettere se non puoi mantenere".
mi hai detto non hanno nessun valore e tu prundézze s.f. "prontezza".
non mi fare un processo". prununżjá v.tr. "pronunciare".
prudicce s.m. "purino".
prudigge s.m. "prodigio". prupènże agg. "propenso".
prudótte s.m. "prodotto". prupjétà s.f. "proprietà": la prupjétà jé la
prufessjóne s.f. "professione": Vetturíne míje e ne fazze quédde ca vòglie. "la
face la prufessjóne líbbere. "Vittorio fa la proprietà è la mia e ne faccio quello che
professione libera". voglio".
prufessjuníste s m. e f. "professionista": prupízzje agg. "propizio": àja aspettá lu
puó avé ferúcje re Resàrje jé nu bbuóne mumènde prupízzje pe ce parlá, se no
ścuórdatílle. "devi aspettare il momento pruvveré v.tr. "provvedere"; p.p.
propizio per parlarci, altrimenti pruvverúte.
dimenticatelo". pruvviste s.f. "provvista": zìjme à ffatte
prupòste s.f. "proposta": nunn'à re ppruvviste pe la vernate, ca s'azzòppe la
accettáte la prupòste ca l'agghi fatte e néva nu mbòte ascí. "mia zia ha fatto la
mmó si ne pènde. "non ha accettato la provvista per l'invernata che se arriva
proposta che gli ho fatto e ora se ne pente". all'improvviso la neve non può uscire".
prusunduóse agg. "presuntuoso": Ndònje puche s.f. "arista, marza": mó ca jate
jé nu ciucce prusunduóse. "Antonio è un apprjésse a la prucessjóne re re spiche,
asino presuntuoso". stàteve attjénde, spècje vuje criature, a
prutahuníste s.m. e f. "protagonista": nun ve fá ìre re ppuche nd'a l'uócchie. "ora
Bbennárde vóle fá sèmbe lu prutahuníste, che andate appresso alla processione delle
nu nżape ca quidde ca stanne tuórne spighe state attenti, specie voi bambini, a
non farvi andare le ariste nell'occhio";
tuórne nu nżònghe fésse. "Bernardo vuole famme na puche accata te re quédda
fare sempre il protagonista non sa che cerase tòste e puórtammílle ca la vòglie
quelli che stanno torno torno non sono annestá sópe a l'àrbele míje. "fammi una
fessi". marza da te di quella ciliegia duracina e
prutègge v.tr. "proteggere": Cristòfene portamela che la voglio innestare sul mio
face carrjére pecché còccherúne lu albero".
prutègge. "Cristoforo fa carriera perché puddare s.f. "Stella Polare".
qualcuno lo protegge". puddastre s.f. "pollastra"; dim.m.
prutestá v.intr. "protestare": Cicce à puddastrjédde; dim.f. puddastrèdde.
pprutestáte cóndre tutte quédde ccóse ca puddítre s.m. "puledro".
nun vanne cúm'ànna ìre. "Francesco ha
protestato contro tutte quelle cose che non puéte s.m."poeta": nu nżaje manghe
vanno come devono andare". lègge e vuó fá lu puéte, vatte cùleche, vá!.
pruvá v.tr. "provare"; -ra cape v.tr. "non sai neanche leggere e vuoi fare il
"riprovare". poeta, vatti a coricare, vai!".
pruvèrbje s.m. "proverbio": quanne pùggele s.m. "pugile".
puglie s.f. "campagna nel foggiano".
sjénde ra l'anżjàne cèrte pruvèrbje, Pugliglie s.m. "Pugliglio (contrada sulla
t'accuórge quanda sapjénże tenévene li strada per Bovino, al bivio per andare a
vavune. "quando senti dagli anziani certi Cervaro)".
proverbi, ti accorgi quanta sapienza puisíje s.f. "poesia": quanda puisíje ce
tenevano gli avi". facéve mbará la maéste quanne jéveme a
pruverènże s.f. "provvidenza": re quiste la ścóle. "quante poesie ci faceva imparare
tjémbe l'acque fusse pròpje na pruverènże la maestra quando andavamo a scuola".
pe la cambagne. "di questi tempi la pùjne s.m. "cazzotto, pugno"; pl. pójne;
pioggia sarebbe proprio una provvidenza dim. pujnícchie.
per la campagna". pujnjàte s.f. "cazzottata": si
pruvètte s.f. "arnese cavo per provare il l'ammeretáve quédda pujnjàte accussì se
formaggio". mbare a pparlá. "se la meritava quella
pruvulóne s.m. "provolone": vire vì a cazzottata così impara a parlare".
Custanżúcce cúme mózzeche bbèlle pulecenáre s.m. "pulcinaio": si càmbene
quédde e ddòje fèdde re pane cu lu tutte ddi pulecíne nd'a lu pulecenáre,
pruvulóne mmjézze. "vedi vedi a Costanzo vòglie stá bbuóne ngrasce re tutte cóse. "se
come morde bene quelle due fette di pane vivono tutti quei pulcini nel pulcinaio,
con il provolone in mezzo". starò in abbondanza di tutte le cose".
Pulecenèlle s.m. "Pulcinella": vicino all‟ultima colonna ci stava un
Pulecenèlle jé la maśchera napuletáne pulpito".
c'ave sèmbe fame e sséte. "Pulcinella è la pulpètte s.f. "polpetta".
maschera napoletana che ha sempre fame e pulùjne s.f. "pruina": làvele quisse
sete". perùne ca accussì se léve la pulùjne e ppó
pulecíne s.m. "pulcino, picciolo": re mangiatidde. "lavale codeste prugne che
ccerase l'àje spezzecá ra l'àrbele cu lu così si toglie la pruina e poi mangiatele".
pulecíne. "le ciliegie le devi staccare pulutróne s.f. "poltrona": assjéttete
dall'albero con il picciolo". sóp’a ssa pulutróne ca staje cúm’a nu
pulèmeche s.f. "polemica": me sònghe pascià. "siediti su codesta poltrona che stai
ścucciate re te sènde, mó te mitte a ffá
come ad un pascià".
pure pulèmeche, ché vvaje truvanne?. "mi pulvécchie re re ttàrule s.f. "tarmolo":
sono scocciato a sentirti, ora ti metti a fare n’agghi manghe funute re pulezzá e vvá
anche polemica, che vai trovando?". vire mó truóve n’ata vòte la pulvécchie re
pulènde s.f. "polenta". re ttàrule. "non ho neanche finito di pulire
pulerènde s.m. "bidente": quanne la e vai a vedere ora trovi un‟altra volta il
tèrre jé tòste pe la zappá ce vóle lu tarmolo".
pulerènde. "quando il terreno è duro per pulvine s.m. "sinibbio": a vvòrje nu
zapparlo ci vuole il bidente". mbuó spundá, lu pulvine te jétte ndèrre,
pulezzá v.tr. "pulire"; -affile v.tr. vire re rràfene c’à ffatte. "a borea non puoi
"razziare": a Mmartuméje ànne pulezzáte spuntare, il sinibbio ti butta a terra, vedi i
affile tutte l’anemàlje ca tenéve a li cumuli di neve ammassati dal vento che ha
Furlázze. "a Bartolomeo hanno razziato fatto".
tutti gli animali che teneva ai Forlazzi"; -ra pumate s.f. "pomata".
cape v.tr. "ripulire". pumbá v.tr. "pompare".
pulezzáte s.f. "pulita"; dim. pulezzatèlle. pumberóre s.m. "pomodoro": ajére
pulezzíje .sf. "polizia, pulizia": la accattámme nu cundale re pumberóre pe
pulezzíje nunn’éja bbóne sule nd’a la ffá la cunżèrve. "ieri comprammo un
sacche. "la pulizia non è buona solo nella quintale di pomodori per fare la salsa".
tasca". pumbètte s.f. "schizzetto": Ddulurà,
pulezziòtte s.m. "poliziotto". n’ascènne musére mmjézze a la chiazze cu
pulíteche s.f. "politica": s’éja reterate ra la vèsta nóve, ca ce stanne li uagliune cu
la pulíteche nun ne vóle cchiù sapé. "si è re pumbètte. "Addolorata, non uscire
ritirato dalla politica non ne vuole più stasera in mezzo alla piazza con il vestito
sapere". nuovo, che ci sono i ragazzi con gli
pullmande s.m. "pullman". schizzetti".
pulmóne s.m. "polmone"; pl. pulmune: pumbjá v.tr. "irrorare": ce vuljérne
allúcche allú, ca tjéne bbuóne pulmune. parícchie uperàje pe pumbjá la vigne a
"grida grida, che tieni buoni polmoni". Lavèdde. "ci vollero parecchi operai per
pulmuníte s.f. "polmonite". irrorare la vigna a Lavella"; -cu la préta
Pulóne s.m. "Epulone, abbeveratoio": turchine v.tr. "ramare".
nun facènne lu ricche Pulóne stipatílle ssi pumbjére s.m. "pompiere".
sòlete pe ddòppe. "non fare il ricco pumbunáre s.m. "lupo mannaro": cúme
Epulone conservateli questi soldi per sendévene re numená lu pumbunáre re
dopo". ccriature s’accujatavene. "come sentivano
pùlpete s.m. "pulpito": uardánne la di nominare il lupo mannaro i bambini si
chjésje nòste, a mmane reritte, vucine a acquietavano”.
l’ùtema culònne ce stéve nu pùlpete. pumètte s.m. "cane volpino".
"guardando la nostra chiesa, a destra, pùmmete voce onom. "pum, tacchete":
pùmmete, jé carute Seppúcce. Citte a
mmàmme ca te rache la cìcule re punterá v.tr. "ponderare": prime r’aggí
mammaránne. "pum, è caduta Giuseppina. àja punterá bbuóne la setuazzjóne. "prima
Zitta a mamma che ti do il cicciolo di di agire devi ponderare bene la situazione".
nonna"; auzaje la pénne e pùmmete na puógge s.m. "trespolo": nu stènne cchiù
bbèlla macchie sóp’a lu quatèrne. "alzai la alérte, se no te stracche, piglie ssu puógge
penna e tacchete una bella macchia sul e assjéttete azzicche a mmé. "non stare più
quaderno". in piedi, altrimenti ti stanchi, prendi
pundá v.intr. "puntare": mó ca vaje a lu codesto trespolo e siediti vicino a me".
quarte re fahúgne àja pundá bbuóne li puóje s.m. "poggio, sedile in pietra": lu
pjére ndèrre se no lu vjénde te pòrte. "ora puóje abbasce a lu chiane jàtele a pulezzá
che vai alla parte di favonio devi puntare ca craje jé San Ggiuuànne e arrive la
bene i piedi per terra altrimenti il vento ti Marònne re lu Vòśche. "il poggio giù al
porta". piano andatelo a pulire che domani è San
pundare s.f. "macigno infossato per Giovanni e arriva la Madonna del Bosco".
metà, pezzo di roccia staccata dalla puópele s.m. "popolo": feglió, fìcchete
parete". rinde, nun facènne puópele, ca li fatte tuje
pundarjédde s.m. "pungolo". nu l’adda sapé nesciune. "ragazza, infilati
punde s.m. "punto"; -nìure s.m. dentro, non fare popolo, che i fatti tuoi non
"comedone". li deve sapere nessuno".
pundécchie s.f. "puntina". puórche s.m. "maiale, porco": mange
pundellá v.tr. "puntellare". cúm’a nu puórche, n’ata nżénghe nun
pundélle s.f. "puntello". trase manghe cchiù nd’a la pòrte. "mangia
pundjá v.tr. "cucire, dar di punti". come ad un maiale, un altro po‟ non entra
pundíglie s.m. "puntiglio": nun vuó neanche più nella porta"; pl. puórce; dim.
accunżendí pe pundíglie. "non vuoi purceddúzze, purcjédde.
acconsentire per puntiglio". puórchespíne s.m. "cinghiale,
pundine s.f. "chiodo, merletto": porcospino"; pl. puórcespíne.
mammarànne facéve pundine pe re puórre s.m. "porro, verruca": la sóre re
llenżóle, re ttuvaglie, li mesale e ppure pe nòreme tenéve na mane chjéne re puórre.
re métte nd’a li stipe. "nonna faceva "la sorella di mia nuora teneva una mano
merletti per le lenzuola, le tovaglie ed piena di verruche".
anche per metterli negli stipi"; -e puórte s.m. "porto".
ścarpjédde s.f.pl. "punzone per fabbro". pupàjne s.m. "peperone"; - pezzute s.m.
pùngeche s.m. "punteruolo": piglie nu "peperoncino"; -re la quagljètte s.m.
pùngeche e jame a lu chiane a ścarfugliá "peperoncino"; -sicche s.m. "peperoncino".
lu ggranerínje. "prendi un punteruolo ed pupazzjédde s.m. "pupazzetto".
andiamo al piano a scartocciare il pupe s.f. "bambola": Ngurnatèlle
granturco". pazzjàve tutte la jurnate cu na pupe
pungechjá v.intr.tr. "lavorare a maglia, mbrazze. "Incoronata giocava tutta la
pungolare": pe lu fatjá l’àja pungechjá giornata con una bambola in braccio"; pl.
nguórpe. "per farlo lavorare lo devi púpere; dim. puparèdde.
pungolare in corpo". pupécchie s.f. "pupa".
pungeglióne s.m. "aculeo": andó pupídde s.m. "ciucciotto di stoffa ripieno
di zucchero".
rumaníje lu pungeglióne re lu muścóne, pupizze s.f. "pipita": feglió, nu nderá re
s’anghiaje tutte la facce. "dove rimase il pupizze accussì, cu li rjénde, tàgliele cu re
pungiglione della vespa si gonfiò tutto il ffuórfece se no jésce lu sanghe. "ragazza,
viso". non tirare le pipite così con i denti, tagliale
pungènde agg. "spinoso". con le forbici altrimenti esce il sangue".
puplètteche agg. "apoplettico": avíje nu si te lu mange a mèzzjuórne jé r’argjénde,
cólpe puplètteche e ce rumaníje lu cuórje. si te lu mange a la sére jé re chiumme. "se
"ebbe un colpo apoplettico e ci rimase la ti mangi un‟arancia al mattino è d‟oro, se
pelle". te la mangi a mezzogiorno e d‟argento, se
puppù s.f. "cacca, popò": quiddu te la mangi alla sera è di piombo".
uagliungjédde à ffatte la puppù sóp’a la purtèdde s.f. "portella".
ścale, attjénde nu nd’assettànne. "quel purtèlle s.f. "portellino del fornello".
ragazzino ha fatto la cacca sulla scala, purtellúzze s.m. "porticina".
attento non sederti". purtenáre s.m. "portinaio".
pupulá v.tr. "popolare": Panne jé purtjére s.m. "portiere": pàtreme,
pupulate assàje rinde state, quanne quanne jéve ggióvene facéve lu purtjére
vjénene li pajsane ra lundane. "Panni è nd’a la squadre re pallóne re Panne. "mio
popolato molto in estate, quando vengono i padre, quando era giovane faceva il
paesani da lontano". portiere nella squadra di pallone di Panni".
pupulazzióne s.f. "popolazione": la purtóne s.m. "portone"; dim.
pupulazzióne re Panne jé scemate purtungíne.
numunne cu la megrazióne. "la purucchiúse agg. "pidocchioso": jé nu
popolazione di Panni è molto scemata con uaglióne purucchiúse, statte attjénde nu
l‟emigrazione". nd’avvecená. "è un ragazzo pidocchioso,
purcare s.m. "porcaio". stai attento non ti avvicinare".
purcaríje s.f. "porcheria". pusá v.tr. "posare": àja pusá appríme lu
purcjédde s.m. "porcello"; s.f. purcèdde: piatte sóp’a la bbuffètte e ppó ramme
sì na purcèdde, vire cúme te sì ndrecate lu aurènżje. "devi posare prima il piatto sul
cinge, óje te l’agghi misse pulite. "sei una tavolino piccolo e poi dammi retta".
porcella, vedi come ti sei sporcata il pusetivamènde avv. "espressamente": jé
vestitino, oggi te l‟ho messo pulito". menute pusetivamènde pe me rice lu fatte e
purcile s.m. "porcile": andó vaje? nun farme cumbená uaje. "è venuto
Tuórne ndréte, tèccquete la ścópe e espressamente per dirmi il fatto e non
pulizze, nun vire ca sta case stá farmi combinare guai".
revendánne nu purcile. "dove vai? Torna pusetive, re- loc.avv. "di proposito,
indietro, eccoti la scopa e pulisci, non vedi apposta": l’à ffatte re pusetive pe me
che questa casa sta diventando un porcile". ranneggiá. "l‟ha fatto apposta per
pure cong. "anche": pure óje face càure danneggiarmi".
sònghe pròpje stuffute, resídere lu ffriśche. pusezzjóne s.f. "posizione": te truóve
"anche oggi fa caldo sono proprio stufo, nd’a na bbrutte pusezzjóne, andó te ggire
desidero il fresco"; -ca cong. "benché": ggire te cuóce. "ti trovi in una brutta
posizione, dove ti giri giri ti scotti".
pure ca Custànże stéve stracche ròppe na pussebbeletà s.f. "possibilità".
jurnate re fatíje, m’accumbagnáje a la pusseré v.tr. "possedere": te n’àja frecá
stanżjóne. "benché Costanzo stava stanco re tutte quande, pussjére case e ttèrre e
dopo una giornata di lavoro, mi puó fá lu segnóre cu na còsse sóp’a n’ate.
accompagnò alla stazione". "te ne devi fregare di tutti, possiedi case e
purtá v.tr. "portare"; -a la fine v.tr. terreni e puoi fare il ,signore con una
"compire": ce ne vóle re tjémbe pe ppurtá gamba sull‟altra".
a la fine tutte ssu lavóre. "ce ne vuole di pussèsse s.m. "possesso".
tempo per compiere tutto codesto lavoro"; pussíbbele agg. "possibile": sèmbe ca jé
-addréte v.tr. "trainare". pussíbbele, stu lavóre l’àja fá tu. "sempre
purtahalláre s.m. "venditore di arance". che è possibile, questo lavoro lo devi fare
purtahálle s.m. "arancia, arancio": si te tu".
mange nu purtahálle a la matine jé r’óre, pustale s.f. e agg. "postale, pullman".
pustjá v.tr. "posteggiare". puzzètte s.m. "chiusino": nd’a lu pajése
pustjére s.m. "portalettere". ce stanne puzzètte re fjérre e puzzètte re
putá v.tr. "potare". préte. "nel paese ci sono chiusini di ferro e
putatóre s.m. "potatore"; pl. putatúre: chiusini di pietra".
piglie ssu putatúre ca vòglie tagliá st’aste Puzzídde s.m. "Puzzillo (contrada sulla
ca ndóppe cu la cape. "prendi codesto strada per la Fontana Vecchia)".
pennato che voglio tagliare questo ramo puzzulènde agg. "puzzolente": quanne
che urto con la testa". pulízze quéssa càmmere? Nu nżjénde
puté v.intr. "potere". cúm’jé puzzulénde?. "quando pulisci
putéha s.f. "bottega": la putéha re zì codesta camera? Non senti com‟è
Jucce jéve linde e pinde. "la bottega di zia puzzolente?".
Maria era linda e dipinta".
puteháre s.m. "bottegaio": lu puteháre
adda èsse ggendile cu li cljénde, sule
accussì póte fá affare. "il bottegaio deve
essere gentile con i clienti, solo così può
fare affari".
putènde agg. "potente": quissu
uagliungjédde téne na vóce putènde
quanne face gruósse putarríje revendá
tenóre. "codesto ragazzino tiene una voce
potente quando diventa grande potrebbe
diventare tenore".
putére s.m. "podere, potere": numunne re
pannise àbbetene nd’a li putére vucine
Fògge. "molti pannesi abitano nei poteri
vicino Foggia".
putestà s.m. "podestà": li putestà stévene
quanne stéve lu fascisme. "i podestà
stavano quando stava il fascismo".
putresíne s.m. "prezzemolo"; -salvagge
s.m. "erba Roberta".
puverjédde s.m. "accattone": quanne
menéve lu juórne re li muórte quiddu
puverjédde tuzzulánne a ttutte re ppòrte
recéve: “pe l’àneme re li muórte cicce
crure e cicce cuótte”. "quando veniva il
giorno dei morti quel poveretto bussando a
tutte le porte diceva: "per l‟anima dei morti
ceci crudi e ceci cotti"; f. puvurèdde.
puvertà s.f. "povertà": cu tanda sòlete
c’à ttenute jé muórte mbuvertà, ścurdate
ra tutte. "con tanti soldi che ha tenuto è
morto in povertà, dimenticato da tutti".
puze s.m. "polso".
puzze s.m. e f. "pozzo, puzzo"; puzze, a
la- loc.avv. "per intuito".
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R
á v.tr. "dare"; p.p. rate; ger. raciuóppe s.m. "grappolo"; -scinde o
ranne; ramecílle: "diamocelo"; allaśche s.m. "spargolo".
-aurènżje, v.tr. "dare retta": nu raddattuórne avv. "là intorno".
lu rènne aurènżje ca mó pjérde raddóppje s.m. "raddoppio".
tjémbe, falle mení craje a ccàsete. "non raddulecí v.tr. "raddolcire".
dargli retta che ora perdi tempo, fallo radduppjá v.tr. "raddoppiare": a
venire domani a casa tua; -mazze ngule Angícche l'àja radduppjá la pàha e vvire
v.tr. "sculacciare": Matalé, quanne àja rá cúme véne a fatjá. "a Francesco gli devi
mazzate a lu criature, l'àja rá mazze ngule, raddoppiare la paga e vedi come viene a
maje nfacce. "Maddalena, quando devi lavorare".
dare bastonate al bambino, lo devi ràdje s.f. "radio"; dim. radijcèdde.
sculacciare ma mai in faccia"; - rafanjédde s.m. "ravanello".
parlamjénde v.tr. "rivolgere la parola"; - ràfene s.f. "cumulo di neve ammassato
pícchere pàcchere v.tr. "dare botte". dal vento".
racape avv. "daccapo": accummjénże a ràffje s.f. "rafia".
raccundá lu fatte racape. "incomincia a raffrundá v.tr. "raffrontare": àje
raccontare il fatto daccapo". raffrundáte re ddòje firme? Te ne sì
racche s.f. "laniccio sui vestiti, pelucco". accòrte ca quésse ca tjéne nnande
raccialárde s.m. "battilardo": stu pjézze nunn'éja la míje?. "hai raffrontato le due
re larde l'àja arracciá sóp'a lu firme? Te ne sei accorto che codesta che
raccialarde. "questo pezzo di lardo lo devi tieni davanti non è la mia?".
battere sul battilardo". raffrunde s.m. "raffronto".
raccòglie v.tr. "raccogliere"; p.p. raffurzá v.tr. "rafforzare": ssu mure l'àja
raccuóvete. raffurzá, ca si ne stanne carènne re ppréte.
raccòvete s.f. "raccolta": la raccòvete re "codesto muro lo devi rafforzare, che se
stanno cadendo le pietre".
re mméle auànne jé state bbóne, nu nżacce rafóre avv. "fuori".
andó l'agghia métte. "la raccolta delle ragge 1.s.f. "rabbia": la ragge t'arruvíne
mele quest'anno è stata buona, non so dove lu féchete, statte calme. "la rabbia ti rovina
devo metterle". il fegato, stai calmo"; 2.s.m.pl.
raccumanná v.tr. "raccomandare": cúme "radiografia": Culurínde éja ra parícchie
se sònghe misse re ccóse adda sule juórne ca téne lu male re stòmmeche, craje
raccumanná l'ànema a Ddíje. "come si s'adda ìre a ffá li ragge. Clorinda è da
sono messe le cose deve solo parecchi giorni che tiene il mal di stomaco,
raccomandare l'anima a Dio". domani si deve andare a fare la
raccumannáte s.f. "raccomandata": la radiografia".
léttere l'agghi fatte raccumannáte pe stá raggióne s.f. "ragione": ché ce rice rice,
cchiù secure. "la lettera l'ho fatta nun vvóle capí raggióne. "che gli dici dici,
raccomandata per stare più sicura". non vuole capire ragione".
raccundá v.tr "narrare, raccontare": raggiuná v.intr. "ragionare".
s’assettàje e accumenżàje a raccundá raggiunamènde s.m. "ragionamento": te
cúm’jévene jùte li fatte. "si sedette e stache facènne stu raggiunamènde pe te fá
incominciò a raccontare come erano andati capí tanda cóse ca nu nżaje. "ti sto
i fatti". facendo questo ragionamento per farti
ràchene s.m. "ramarro": lu ràchene jé capire tante cose che non sai".
vérde e jé cchiù ggruósse re na raggiunévele agg. "ragionevole": puó ìre
serpógnele. "il ramarro è verde e più ra quidde a pparlá ca jé nu cristjàne
grande della lucertola". raggiunévele. "puoi andare da quello a
rachenjá v.intr. "camminare a stento". parlare che è una persona ragionevole".
raggiunjére s.m. "ragioniere": jé rangecá v.tr. "graffiare": nu nd'azzeccá
raggiunjére e mmjézze a li nnúmmere tròppe a la atte ca te ràngeche. "non ti
s'adda sapé mòve. "è ragioniere e in mezzo avvicinare troppo al gatto che ti graffia"; -
ai numeri si deve saper muovere". nganne v.tr. "avere la gola irritata".
rahanèdde s.f. "raganella, rantolo": rangecáte s.f. "graffiata": cu quédd'ógne
Felúcce, bbéne míje téne la rahanèdde, se m'à ffatte na rangecáte sóp'a lu vrazze, ca
vére ca stá a la fine re li juórne suje. me face angóre male. "con quelle unghie
"Raffaele, bene mio, tiene il rantolo, si mi ha fatto una graffiata sul braccio, che
vede che sta alla fine dei suoi giorni". mi fa ancora male".
rahazzáte s.f. "ragazzata": agghi ràngeche s.m. "graffio": tènghe nu
pacjénże Nannì, jé state na rahazzáte, ché ràngeche a la còsse, sacce cúme me
l'agghi accíre a ffìglime?. "abbi pazienza l'agghi fatte. "ho un graffio alla gamba,
Anna, è stata una ragazzata, che lo devo non so come me lo sono fatto".
ammazzare a mio figlio?". ranghe s.m. "crampo": quanne
rahù s.m. "ragù": mammaránne facéve l'affjérrene li ranghe a li pjére, nu mbóte
nu rahù bbuóne scicche, se sendéve mòve nu passe. "quando lo afferrano i
l'adduóre r'abbasce a re ścale. "nonna crampi al piede non può muovere un
faceva un ragù ben saporito, si sentiva passo".
l'odore da giù alle scale". rangiata s.f. "aranciata".
rallendá v.tr. "rallentare": Austí, nun rangóre s.m. "rancore".
rallendánne lu passe se no n'arruváme ràngule s.m. "affanno, desiderio di
fóre manghe pe crajmatíne. "Agostino, mangiare qualcosa, languore di stomaco,
non rallentare il passo altrimenti non rangola": agghi fatte tutte re córse e mmó
arriviamo in campagna neanche per ca sònghe arruváte a li quatte candune
domattina". tènghe lu ràngule. "ho fatto tutto di corsa e
rama s.f. "rame". ora che sono arrivato ai quattro cantoni
ramagljètte s.m. "canna tagliata a croce tengo l'affanno".
con infilate le ciliegie con picciolo". rangutánghe s.m. "orango".
ramare s.m. "ramaio". rannárse v.rifl. "dannarsi": si vóle
rame s.f. "dama": Mariúcce se móve cambá alluónghe n'accórre rannárse
cúm'a na rame. "Maria si muove come a l'àneme pe ccèrte fessaríje. "se vuole
una dama". vivere a lungo non occorre dannarsi
rameggiane s.f. "damigiana"; dim. l'anima per certe fesserie".
rameggianèdde. ranneggiá v.tr. "danneggiare": auànne la
ramére s.f. "lamiera": ra lu ferrare ce sìccete ranégge lu raccòvete, pó vire.
facjémme fá na bbèlla ramére pe mmétte "quest'anno la siccità danneggia il raccolto,
sóp'a lu pagliare. "dal fabbro ci facemmo poi vedi".
fare una bella lamiera per mettere sulla raparte avv. "in disparte": a re ffjéste ra
capanna"; -re lu ljétte s.f. "parti superiori e bballe Menecúcce stá sèmbe raparte. "alle
inferiori del letto di latta stozzata". feste da ballo Domenica sta sempre in
rammagge s.m. "danno": Rucchíne jé disparte".
jùte a cambjá re ppèquere nd'a la tèrre re rape salvagge s.f. "buon Enrico".
lu vucine e à ffatte assàje rammagge. rapjére avv. "dappiè": musére nu nde ne
"Rocco è andato a pascolare le pecore nel jénne a ccàsete, ce putime arrangiá, te
terreno del vicino e ha fatto molto danno". cùleche rapjére a lu ljétte. "stasera non te
ramòste s.f. "racimolo". ne andare a casa tua, ci possiamo
rangasce s.f. "grancassa". arrangiare, ti corichi dappiè al letto".
rangascjére s.m. "suonatore di rappurtá v.tr. "rapportare": nu nde pòzze
grancassa". rice njénde ca sùbbete lu vaje a rappurtá a
range s.m. "granchio"; dim. rangetjédde.
ccàsete. "non ti posso dire niente che ràsele s.m.pl. "vari filari di viti separati
subito lo vai a rapportare a casa tua". da un viottolo".
rappuse agg. "aspro"; f. rappóse. rasópe avv. "disopra": va vire rasópe
raquanne cong. "dacché": raquanne nd'a l'ata stanże si ce stá la còppela míje.
sònghe partute pe l'Àmèreche nunn'ànne "vai a vedere disopra nell'altra stanza se ci
ścritte manghe na léttere. "dacché sono sta il mio berretto".
partiti per l'America non hanno scritto rasótte avv. "disotto": ljévete rasótte ca
neanche una lettera". càrene re presótte. "togliti disotto che
rarángete s.m. "di rancido": sti cadono i prosciutti".
maccarúne vjénene rarángete e r'àja jttá. raspe s.f. "raspa (arnese del falegname)".
"questi maccheroni vengono di rancido e li raspènde p.p. "allappato": cu re ssòrve jé
devi buttare". rumaste la lénghe raspènde. "con le sorbe
rarecá v.intr. "radicare": sònghe è rimasta la lingua allappata".
abbetúdene rarecáte e nun re puó ṡdrarecá. raspine s.m. "seghetto".
"sono abitudini radicate e non le puoi rassemegliá v.intr. "rassomigliare"
sradicare"-. rasseméglie telèccquále a lu pàtre nu nde
ràreche s.f. "radice". puó ṡbagliá. "rassomiglia uguale al padre
raretóre s.f. "raschiatoio (strumento del non ti puoi sbagliare".
forno)". rasserená v.tr. "rasserenare": Ngíngile
rarinde loc.avv. "all'interno". s'adda rasserená, re ccóse cúme sònghe
rarse accanósce v.intr. "darsi a jute, sònghe jute bbóne. "Cecilia si deve
conoscere"; -ra fá v.intr. "arrabbattarsi": se rasserenare le cose come sono andate, sono
rá ra fá pe uaragná còcche ssòlete. "si dà andate bene".
da fare per guadagnare qualche soldo". rasteddá v.tr. "rastrellare": àja rasteddá
rasá v.tr. "radere": a qquissu tutte quiddu ffjéne, accussì se pulizze la
uagliungjédde àja rasá tutte li capidde tèrre. "devi rastrellare tutto quel fieno, così
pecché téne li perucchie. "a codesto si pulisce il terreno".
ragazzino devi radere tutti i capelli perché rasteddìjá v.tr. "raspare (del cavallo)":
tiene i pidocchi". stu cavadde cúm’jésce ra la stadde se
rasatèrre agg. "rasente il terreno". métte a rasteddìjá. "questo cavallo come
raścá v.tr. "grattare, raschiare": nu nde esce dalla stalla si mette a raspare".
raścá cu l'ógne ca te faje ascí lu sanghe rastegljére s.f. "rastrelliera": la
sóp'a lu vrazze. "non ti grattare con le rastegljére l'àja métte a n'autézze ca re
unghia che ti fai uscire il sangue sul bbèstje ce puónne arruvá. "la rastrelliera la
braccio". devi mettere ad un'altezza che le bestie ci
possono arrivare".
raścaàtte s.m. "agrifoglio, Rasca Gatti rastjédde s.m. "rastrello": craje purtáteve
(contrada sulla strada per Santa Maria del li rastjédde ca ce sjérvene tutta la jurnate.
Bosco, salendo verso la montagna)". "domani portatevi i rastrelli che ci servono
raśche s.m. "scaracchio": attjénde ddà, tutta la giornata".
nu mmettènne lu pére ca pe ndèrre ce stá rasule s.m. "rasoio (arnese del barbiere)".
nu raśche. "attento là, non mettere il piede ratamòbbele s.f. "automobile".
che per terra c'è uno scaracchio". ratavjédde s.m. "tirabrace (strumento del
raśchìjá v.intr. "scaracchiare": ché forno)".
vvreògne! Andó stá stá se métte a raśchìjá, rate s.f. "data": me sèrve la rate re
nàscete re Nanníne, tu la saje? Se no
face pròpje śchife. "che vergogna! Dove
sta sta si mette a scaracchiare, fa proprio agghia fá na ścappàte a la case, pe
schifo". l'addummanná. "mi serve la data di nascita
di Anna, tu la sai? Altrimenti devo fare una rebbelézze s.f. "debolezza": n'agghi
scappata a casa sua per domandargliela". mangiate njénde e ttènghe na rebbelézze
ratiglie s.f. "graticola". ca nu nge véche. "non ho mangiato niente
ratine s.m. "aratro di legno più piccolo". e tengo una debolezza che non ci vedo".
rattacápe s.m. "grattacapo": nu nde rebbellá v.tr. "ribellare".
pegliànne mbégne cu nesciune ca sònghe rèbbete s.m. "debito"; pl. rjébbete.
sule rattacápe. "non prendere impegni con rebbetóre s.m. "debitore": me sì
nessuno che sono solo grattacapi". rebbetóre re na vìsete. "mi sei debitore di
rattacáse s.f. "grattugia": ramme la una visita".
rattacáse ca vòglie ggrattá ru furmagge. rebbjélle s.m. "frastuono, ribellione":
"dammi la grattugia che voglio grattugiare nd'a lu viche re sótte ce stéve nu rebbjélle,
il formaggio". sacce ché jé succjésse, agghia
rattigne s.m. "donnaiolo". addummanná. "nel vicolo di sotto ci stava
ratuórne avv. "dattorno": ljévete un frastuono, non so che è successo, devo
ratuórne nun me scucciá. "togliti dattorno chiedere". pe na cóse ra njénde jé
non mi scocciare". succjésse nu rebbjélle. "per una cosa da
ravajuóle s.m. "raviolo (pasta niente è successa una ribellione".
alimentare)". rebbusciáte agg. "debosciato": stá sèmbe
razzjére s.m. "daziere". jttàte nd'a na candine jé revendáte nu
ràzzje s.m. "dazio". rebbusciáte. "sta sempre buttato in una
razzime s.f. "razzaccia". cantina è diventato un debosciato".
razzjuná v.tr. "razionare". recanósce v.tr. "riconoscere"; p.p.
razzucínje s.m. "raziocinio": Ndònje nu recanusciúte.
ndéne pe nnjénde razzucínje, vóle avé recanuscènde agg. "riconoscente."
sèmbe raggiòne. "Antonio non tiene per recápete s.m. "recapito": Reméte jé
niente raziocinio, vuole avere sempre partute e nun mm'à lassate nesciune
ragione". recápete. "Ermete è partito e non mi ha
re s.f. "erre" lasciato nessun recapito".
rèaggí v.intr. "reagire": cummà, àja recarúte s.f. "ricaduta": auànne sònghe
rèaggí a lu rulóre, la vite jé fatte accussì, state ammalamènde agghia avute pure la
avima tutte murí. "comare, devi reagire al recarúte e nun me pòzze remétte.
dolore, la vita è fatta così, dobbiamo "quest'anno sono stato male ho avuto
morire tutti". anche la ricaduta e non mi posso
rebbassá v.tr. "ribassare": nun vuónne rimettere".
rebbassá li prèzze nóne e nnóne, re quistu recchióne agg. "omosessuale".
passe chisà andó jame a funí. "non recefrá v.tr. "decifrare": pe recefrá ssu
vogliono ribassare i prezzi no e no, di ścritte ce vóle tjémbe e pacjénże. "per
questo passo chissà dove andiamo a decifrare codesto scritto ci vuole tempo e
finire". pazienza".
rebbassárse v.fig. "abbassarsi, recèmbre s.m. "dicembre".
umiliarsi": nun la chiamanne a Ccungètte, rèceme s.f. "decima": appríme a Ppanne
ca nu nge véne, se rebbasse cu nnuje. "non se pahave la rèceme a la chjésje. "prima a
la chiamare a Concetta che non ci viene, si Ppanni si pagava la decima alla chiesa".
abbassa con noi". recènde agg. "decente": mìttete na vèste
rebbatte v.tr. "dibattere". recènde pe gghí a la mésse. "mettiti un
rebbattúte s.m. "sottopunto". vestito decente per andare a messa".
rébbele agg. "debole": Mengúcce à recennóve agg.n.card. "diciannove".
ttenute la fréve e stá assàje rébbele. receròtte agg.n.card. "diciotto".
"Domenico ha tenuto la febbre e sta molto recéśche agg. "grecese"; pl. reciśche.
debole". "abitanti di Greci".
recesjóne s.f. "decisione": quá nu nge malve, uórje e fiche sécche tagliate. "per
puó cchiù stá, vire re pegliá na recesjóne, farti passare la tosse preparati un decotto
ca jé arruváte pròpje lu mumènde juste. con le malve, orzo e fichi secchi tagliati".
"qua non ci puoi stare più, vedi di prendere recrjá v.tr. "ricreare".
una decisione, che è arrivato proprio il recríje s.m. "ricrìo": jéva nu recríje
momento giusto". quanne ògne ggiuverì e ssàbbete nżjéme a
recessètte agg.n.card. "diciassette". papanònne Mengúcce me ne jéve a lu
recéve v.tr. "ricevere". cìneme vucine a la Nunżjàte. "era un ricrìo
rechianá v.tr. "stancare". quando ogni giovedì e sabato insieme a
rechiará v.tr. "dichiarare": nu nże vóle nonno Domenico me ne andavo al cinema
rechiará ma véne ògne ssére a truvá a vicino all'Annunziata".
ffìglime. "non si vuole dichiarare ma viene recultòre s.m. "agricoltore".
ogni sera a trovare mia figlia". recultúre s.f. "agricoltura": a Ppanne, cu
rechine agg. "ripieno": óje m'agghie la megrazzióne re li ggiúvene la recultúre
cunżuláte a mmangiá ra zíjme Annúcce, jé sscése a zzére. "a Panni, con
m'à preparáte pupàjne rechine. "oggi mi l'emigrazione dei giovani l'agricoltura è
sono consolato a mangiare da mia zia scesa a zero".
Anna, mi ha preparato peperoni ripieni"; f. recumbenżá v.tr. "ricompensare": cúme
rechjéne. te pòzze recumbenżá pe lu favóre ca m'àje
recjétte s.m. "asilo, ricetto": Carlù, nu fatte?. "come ti posso ricompensare per il
ndènne recjétte a ppersune ca nu favore che mi hai fatto?".
nganusce, ca te puó truvá mmjézze a li recuperárse, nu mbuté- v.rifl.
uaje. "Carlo, non dare asilo a persone che "districarsi": cu tutte quidde cuócce
non conosci, che ti puoi trovare in mezzo
ai guai". mmane nu nże putéve recuperá. "con tutti
recíne s.f. "decina". quei cocci in mano non si districava".
recíre v.tr. "decidere": na vòte e bbóne recurrènże s.f. "decorrenza".
t'àja recíre, o sì o no. "una volta e buona ti recuttáre s.m. "ricottaio".
devi decidere, o si o no"; p.p. recíse. recuttèdde s.f. "ricottina": Paulí, cúm'è
recíve s.m. "ricevuta": si ce raje li sòlete ca stammatíne m'àje purtate sule na
fatte lassá lu recíve. "se ci dai i soldi fatti recuttèdde?. "Paola, com'è che stamattina
lasciare la ricevuta". mi hai portato solo una ricottina?".
recòre s.m. "decoro": à ssapute mandené recuverá v.tr. "ricoverare": ajérematíne
lu recòre re la famiglie sènża macchie ànne recuveráte a Ppèppe a l'uspetále,
stéve pròpje ammalamènde. "ieri mattina
nżìne a la mòrte. "ha saputo mantenere il hanno ricoverato a Giuseppe all'ospedale,
decoro della famiglia senza macchia fino stava proprio malamente".
alla morte". refecjénde agg. "deficiente": a qquidde
recórre v.intr. "ricorrere": la vite jé
triste, sóra míje, quanne àje bbesuógne nun l'àja rá aurènżje pecché jé refecjénde.
nunn'àje a chi recórre, ménu male ca tjéne "a quello non gli devi dar retta perché è
còccóse ra parte. "la vita è triste, sorella deficiente".
mia, quando hai bisogno non hai a chi refená v.tr. "non trovare pace".
ricorrere, meno male che tieni qualcosa da refenetíve agg. "definitivo": s'adda
parte". pegliá na recesjóne refenetíve. "si deve
recòte v.tr. "coltivare granturco"; -la prendere una decisione definitiva".
vigne a mmagge v.tr. "ricoltivare la vigna refení v.tr. "definire"; p.p. refenúte.
a maggio". refènne v.tr. "difendere": te vulésse fá
recòtte s.m. "decotto": pe te fá passá la veré cúme refènne la sóre, nun vóle capí
tósse prepárete nu recòtte cu ffiure re raggióne. "ti vorrei far vedere come
difende la sorella, non vuole capire refreggèrje?. "Vincenzo, oggi ha fatto
ragione". molto caldo te ne vuoi venire con me
refenżóre s.m. "difensore": l'ahucáte all'Ariella per trovare un pò di refrigerio?".
refenżóre jé re Bbuvíne. "l'avvocato refreścá v.tr. "rinfrescare": a la mbróje
difensore è di Bovino". re quidd'àrbele s'assettárene pe
refése s.f. "difesa": a la case téne nu refreścárse. "all'ombra di quell'albero si
fecíle pe rrefése persunále. "a casa tiene un sedettero per rinfrescarsi".
fucile per difesa personale". refreścáta, a la- loc.avv. "al tramonto".
refètte s.m. "difetto"; pl. refjétte. refreścáte s.f. "rinfrescata": ròppe tanda
refettúse agg. "difettoso": stu chiavíne
p'aprí la pòrte jé refettúse, l'àja fá veré a sìccete ce vuléve na refreścáte. "dopo tanta
lu ferrare. "questa chiavetta per aprire la siccità ci voleva una rinfrescata".
porta è difettosa, la devi far vedere al refreścatóre s.f. "con il fresco di
fabbro"; f. refettóse. temperatura".
reffecultà s.f. "difficoltà": se tróve refrónde avv. "di fronte": zíjme àbbete a
pròpje nd'a ggròsse reffecultà, agghia veré la case refrónde, valle a ttruvá, ave
cúme lu pòzze ajutá. "si trova proprio in piacére re te veré. "mia zia abita alla casa
grosse difficoltà, devo vedere come lo di fronte, valla a trovare, ha piacere di
posso aiutare". vederti".
refferá v.intr. "diffidare": àja refferá re refúgge s.m. "rifugio".
tutte, pjénżece bbuóne prime re te mòve. refuggiárse v.rifl. "rifugiarsi".
"devi diffidare di tutti, pensaci bene prima refuháte loc.avv. "di botto".
di muoverti". refurní v.tr. "rifornire": prime
reffícele agg. "difficile". c'accummènże la vernate, t'àja refurní re
reffónne v.tr. "diffondere"; p.p. reffuse: ògne ccóse, pecché se véne na néva nu
la gramégne s'éja reffuse pe tutte la tèrre. mbuó ascí. "prima di incominciare
"la gramigna si è diffusa per tutto il l'invernata, ti devi rifornire di ogni cosa,
terreno". perché se arriva la neve non puoi uscire".
refjatá v.intr. "respirare". reggemènde s.m. "reggimento": Maríje
refícje s.m. "edificio": cummà, lu refícje téne nu reggemènde re sóre una cchiù
śculásteche l'ànne fatte andó stéve bbèlle re n'ata. "Maria tiene un reggimento
appríme lu cambe spurtive e ànne di sorelle una più bella dell'altra".
reggestióne s.f. "digestione": nun me
abbandunáte re ścule vècchie ca stévene facènne arraggiá se no fazze na mala
dammónde. "comare, l'edificio scolastico reggestióne. "non mi fare arrabbiare
l'hanno fatto dove stava prima il campo altrimenti faccio una brutta digestione".
sportivo e hanno abbandonato le scuole reggíne s.f. "regina": la fémmene jé la
vecchie che stavano là sopra". reggíne re la case. "la donna è la regina
refónne v.tr. "rifondere": mà, àja della casa".
refónne l'acite nd'a la fesine re li pupajne, reggióle s.f. "mattonella".
se no l'àja jttá. "mamma, devi rifondere reggióne s.f. "regione": uaglió ru ssaje
l'aceto nella giara dei peperoni, altrimenti ca la reggióne nòste jé la Puglie?.
li devi buttare". "ragazzo lo sai che la nostra regione è la
refreddá v.tr. "raffreddare"; p.p. Puglia?".
refreddáte: l'àrje s'éja refreddáte ròppe reggiunále agg. "regionale".
ddu rellúvje r'acque. "l'aria si è raffreddata réglie s.f. "mandria, ammasso, cumulo":
dopo quel diluvio di pioggia". stéve na réglie re préte e dduje passe ra la
refreggèrje s.m. "refrigerio": Vecié, óje à massaríje, chiane chiane re luvaje tutte
ffatte càure assàje te ne vuó mení cu mmé quande. "stava un cumulo di pietre a due
a l'Arjédde pe truvá na nżénghe re
passi dalla masseria, piano piano le tolsi relezziúse agg. "delizioso": re state
tutte quante". l'Arjédde jé lu pòste cchiù relezziúse ca
regliuttá v.intr. "ruttare": uaglió, ave mó tenime a Ppanne. "d'estate l'Ariella è il
ave ca staje regliuttánne la vuó funí o no? posto più delizioso che teniamo a Panni".
Ce vóle pure nu póche re crianże!. relígge v.tr. "dirigere": nu nże n'adda ìre
"ragazzo, da molto tempo che stai ruttando pecché ce stanne numunne re lavure ra
la vuoi finire o no? Ci vuole anche un po‟ religge. "non se ne deve andare perché ci
di creanza!". stanno molti lavori da dirigere".
regliutte s.m. "rutto". relìzzje s.f."delizia": mangiá nu bbèllu
regná v.intr. "degnare, regnare": nu piatte accúleme re cecatjédde, pe mmé jé
nż'éja regnate re ce mení a truvá alluméne na relìzzje. "mangiare un bel piatto colmo
na vòte. "non si degnato di venirci a di cavatelli, per me è una delizia".
trovare almeno una volta"; agnúne re nuje rellúvje s.m. "diluvio": fóre c'éja state nu
adda regná a ccasa sója. "ognuno di noi rellúvje nu nże veréve né ccjéle né ttèrre.
deve regnare a casa sua". "in campagna c'è stato un diluvio non si
régne agg. "degno"; régne, nunn'éja- vedeva né cielo e né terra".
loc.avv. "indegno": né manghe régne r'avé relusjóne s.f. "delusione".
lu salute nuóste. "è indegno di avere il rembuccá v.tr. "rimboccare".
saluto nostro". rembumbá v.intr. "rimbombare": la case
réhule s.f. "regola". rembumbáve quanne sparávene li fuóche
relambá v.intr. "lampeggiare": musére, mmjézze a lu chiane. "la casa rimbombava
pròpje nu la funísce re relambá. "stasera, quando sparavano i fuochi in mezzo al
proprio non la finisce di lampeggiare". piano".
relecáte agg. "delicato". rembursá v.tr. "rimborsare".
relecatézze s.f. "delicatezza". remená v.tr. "dimenare": quanne vire ca
rèleche s.f. "delega": si n'éja jute a ssu cane si métte a remená la córe, àja
l'Àmèreche e m'à lassate la rèleche pe capí ca stá cundènde. "quando vedi che
pegliá la penżjóne. "se n'è andata in codesto cane si mette a dimenare la coda,
America e mi ha lasciato la delega per devi capire che sta contento".
prendere la pensione". remétte v.tr. "dimettere"; p.p. remisse:
releggènde agg. "diligente": sònghe jute cumbà, cúme s'avésse sendute ca se
addummanná a lu majéste re fìglime e m'à sònghe remisse ruje cunżegliére.
dditte ca jé assàje releggènde. "sono "compare, come se avessi sentito che si
andato a chiedere al maestro di mio figlio e sono dimessi due consiglieri".
mi ha detto che è molto diligente". remíte s.m. "eremita": le piace a
releggióne s.f. "religione": tatà míje jé staresínne sule, sule cúm'a nu remite. "gli
muórte cu lu cunfòrte re la releggióne. "il piace a starsene solo solo, come a un
mio papà è morto con il conforto della eremita".
religione". remmáteche s.f. "grammatica": àje
relenguènde agg. "delinquente": lu sturjàte la remmáteche? No. A chi
ścànżene tutte pecché sanne ca jé nu aspjétte?. "hai studiato la grammatica? No.
relenguènde. "lo scansano tutti quanti A chi aspetti?".
perché sanno che è un delinquente". remònje s.m. "demonio": alluccáve
relerá v.intr. "delirare". cúm'a nu remònje, Criste síje qquá.
relettánde s.m. "dilettante". "gridava come a un demonio, Cristo sia
relètte agg. "diletto": nu lu tuccánne ca qui".
jé l'amiche míje relètte. "non lo toccare che remòve v.tr. "rimuovere"; p.p.m.
è l'amico mio diletto". remuósse; f. remòsse.
remustrá v.tr. "dimostrare": mó vóle rènnete s.f. "rendita": la rènnete re la
remustrá l'amecìzzje, avéva penżá tèrre jé ścarse. "la rendita del terreno è
appríme. "ora vuole dimostrare l'amicizia, scarsa".
doveva pensare prima". rennetóre s.f. "lattazione".
renále s.m. "orinale". renucchjá v.tr. "inginocchiare": nd'a la
renáre s.m. "denaro". chjésje trasíje cu la lénghe pe ndèrre e ppó
rendatúre s.f. "dentatura": ze Vetúcce se renucchjàje sóp'a l'autare. "nella chiesa
téne numunne r'anne; ma téne la rendatúre entrò con la lingua per terra e poi si
angóre sane. "zio Vito tiene molti anni; ma inginocchiò sull'altare".
tiene la dentatura ancora sana". renucchie s.m. "ginocchio"; f.pl.
rènde s.m. "dente, rebbio"; pl. rjénde; ddenócchie; -re réte s.m. "grassella".
dim. renduzze; -pezzute s.m.pl. "denti renunżjá v.tr. "denunziare": statte
canini"; -re nande s.m.pl "denti incisivi". attjénde a ccúme parle ca m'uffjénne, lu
rendére s.f. "dentiera": pe puté mangiá tròppe jé tròppe te vache a renunżjá. "stai
cúm'appríme s'éja fatte fá la rendére. "per attento a come parli che mi offendi, il
poter mangiare come prima si è fatto fare troppo è troppo ti vado a denunziare".
la dentiera". renuse agg. "arenoso, renoso, sabbioso";
rendiste s.m. "dentista": lu rendiste jé lu
mjéreche ca face cchiù paùre a li cristjàne. f. renóse: la tèrre a la Peścàre jé renóse.
"il dentista è il medico che fa più paura "il terreno alla Pescara è arenoso".
alle persone". renvangá v.tr. "rinvangare": nun
rendracciá v.tr. "rintracciare". renvangá lu passate, ścurdamacílle,
renduzzá v.tr. "rintuzzare": staje sèmbe a penżàme a óje. Famme sènde, màmmete
renduzzá, mó l'àja funí. "stai sempre a ché t'apprepáre pe mmangiá?. "non
rintuzzare, ora la devi finire". rinvangare il passato scordiamocelo,
réne s.f. "arena, sabbia": mó ca pensiamo a oggi. Fammi sentire, tua madre
apprepáre lu caucenáre, àja métte ròje che prepara per mangiare?".
parte re réne e na parte re cemènde. "ora rènże-rènże loc.avv. "orlo-orlo".
che prepari la malta, devi mettere due parti rependènde s.m. "dipendente": Nanníne
di sabbia e una parte di cemento"; dim. jé na rependènde re lu Cùmmune. "Anna è
renèlle. una dipendente del Comune".
rènne v.tr. "dare, rendere": nunn'àja repènne v.intr. "dipendere": Neculíne jé
rènne cunde a nnesciune re quédde ca faje rumaste sule e nun vóle repènne ra
abbaste ca tjéne la cusciénże a ppòste. nesciune. "Nicola è rimasto solo e non
"non devi rendere conto a nessuno di vuole dipendere da nessuno".
quello che fai, basta che tieni la coscienza repenżá v.intr. "ripensare": pènże e
a posto". repènże e nu nżacce s'agghi chiuse a
rennehá v.tr. "rinnegare": Ggiuuánne si ccase o no, agghia sule turná ndréte.
n'éja jute ra lu pajése, à rrenneháte tutte, "penso e ripenso e non so se ho chiuso a
parjénde, amice e cumbare. "Giovanni se casa o no, devo solo tornare indietro".
ne è andato dal paese, ha rinnegato tutti, repéte v.tr. "ripetere": nu ciucce cúm'a
parenti, amici e compari". quidde nun l'agghi maje viste mó jé la
rennenèlle s.f. "rondine": jé ra numunne tèrza vóte ca repéte la quinda. "un asino
re staggiune ca nu nże vìrene cchiù come quello non l'ho mai visto, ora è la
rennenèlle. "è da molte stagioni che non si terza volta che ripete la quinta".
vedono più rondini". repezzá v.tr. "rammendare, rattoppare":
rennenóne s.m. "rondone"; pl. quédda puverèdde nu ndéne mèzze e
rennenúne. ppasse re gghiurnáte sane a repezzá re
bbèste. "quella poveretta non ha mezzi e
passa le giornate intere a rattoppare i “mi sento a disagio in questa situazione,
vestiti". ma ora sto al ballo e devo solo ballare”.
repjézze s.m. "rammendo, rattoppo": ché resajuóle agg. "ridanciano"; f. resajóle.
ssònghe ssi repjézze a la unnèdde, nu nde resastrúse agg. "disastroso"; f.
mitte ścuórne r'ascí?. "che sono questi resastróse: se tróve ngundezzióne pròpje
rammendi alla gonna, non ti vergogni di resastróse, bbéne míje. "si trova in
uscire?". condizioni proprio disastrose, poveretto".
repílle s.m. "piegolina". resblènne v.intr. "risplendere": tande àja
repóche loc.avv. "dappoco": jé n'óme pulezzá ddi vitre ca ànna resblènne. "tanto
repóche. "è un uomo dappoco". devi pulire quei vetri che devono
repuóse s.m. "riposo". risplendere".
repusá v.tr. "riposare". rescendènde agg. e s.m. "discendente".
repusetá v.tr. "depositare": sti sòlete resceplíne s.f. "disciplina".
r'àja repusetà óje stésse a la pòste, se no te rescetá v.tr. "risvegliare, svegliare":
re funisce. "questi soldi li devi depositare uaglió, vire ca sònghe re ddjéce quanne te
oggi stesso alla posta, altrimenti te li vuó rescetá?. "ragazzo, vedi che sono le
finisci". dieci quando ti vuoi svegliare?".
requèsete, pe- loc. avv. "per comodità". rescetárse v.rifl. "spigliarsi": Mecalíne,
rèquiamatèrne s.m.. "requiem aeternam". ra quannne stá ngità s’éja rescetate bbóne,
rére s.m. "erede". fusse jute appríme!. "Michelina da quando
rerecá v.tr. "dedicare": s'éja rerecáte sta in città si è spigliata, se fosse andata
tutte a la famiglie. "si è dedicato tutto alla prima!".
famiglia". rescíbbele s.m. "discepolo": lu
rerembètte avv. "dirimpetto": ce lu masterásce vucine case téne nd’a la
ddiche éo, pecché àbbete rerembètte a putéha numunne re rescíbbele. "il
nnuje. "glielo dico io, perché abita falegname vicino casa tiene nella bottega
dirimpetto a noi". molti discepoli".
reretá s.f. "eredità": la case l'à avute pe rescióle s.f. "grano tenero o calvello".
reretà ra lu zíje ca jé muórte a Bbonżàgre. reścòrdje s.f. "discordia": ndra quédde e
"la casa l'ha avuta per eredità dallo zio che ddòje famiglie ce stá sèmbe reścòrdje. "tra
è morto a Buenos Aires". quelle due famiglie ci sta sempre
reréte agg. "didietro": angóre adda funí discordia".
re janghjá, jé rumaste ra fá lu reréte re la reścúrse s.m. "discorso": l’ata sére ce
case. “ancora deve finire di imbiancare, è jémme a ssènde lu reścúrse ca teníje lu
rimasto da fare il didietro della casa”. sìnneche sóp’a li fjérre re la chjésje.
rerínde agg. "interno". "l‟altra sera andammo a sentirci il discorso
rerítte agg. "destro, diritto": me face che tenne il sindaco sui ferri della chiesa".
male lu vrazze rerítte sarrá ca sònghe
tuzzate nnande a lu ndaglie. "mi fa male il reścussjóne s.f. "discussione": sóp’a
braccio destro sarà che sono urtato davanti qquidde e ddùje argumènde aprjémme na
allo spigolo"; pe nun ppèrde tjémbe ce ne reścussjóne ca mandeníje alluónghe.
jémme rerítte, reritte ra zì Annúcce. "per "sopra a quei due argomenti aprimmo una
non perdere tempo ce ne andammo diritto discussione che durò a lungo".
diritto, da zia Anna"; -rerítte e a la stòrte, reścute v.tr. "discutere": se mettjérne a
a la- loc.avv. "diritto e rovescio (della reścute cu ccalme e riascjérne a capí
stoffa)". cúm’jérne jute li fatte. "si misero a
resagge s.m. "disagio": me sènde a discutere con calma e riuscirono a capire
resagge nd’a sta setuazzjóne, ma mó come erano andati i fatti".
stache a lu bballe e agghia sule abballá. reścréte agg. "discreto".
resedrá v.tr. "desiderare": figlie míje, resíje s.f. "eresia": quéste ca staje
nun resedrá quédde ca nu mbuó avé. recènne jé pròpje na resíje. "questa che
"figlio mio, non desiderare quello che non stai dicendo è proprio un'eresia".
puoi avere”. resípele s.f. "erisipela": Menuccèlle jé
resegná v.tr. "disegnare": mìttete a state tanda tjémbe cu la resipele, mó stá
resegná e ndanne funisce quanne àje fatte bbunarèdde. "Filomena è stata tanto tempo
nu bbèlle resigne. "mettiti a disegnare e con l'erisipela, ora sta benino".
allora finisci quando hai fatto un bel resiste v.intr. "resistere": nun resestjétte
disegno". cchiù a qquédde maleparóle e ścuppàje a
resembegná v.tr. "disimpegnare". cchiange. "non resistetti più a quelle
resendatíve agg. "ripreso in salute". parolacce e scoppiai a piangere".
resenderessá v.tr. "disinteressare": se resòlve v.tr. "risolvere"; p.p. resuólte.
resenderèsse re li figlie, vulésse sapé respènże s.f. "dispensa".
pecché l'à mmisse a lu munne. "si resperá v.intr. "disperare, respirare": ra
disinteressa dei figli, vorrei sapere perché parícchie tjémbe nunn'ave nutìzzje ra lu
li ha messi al mondo". figlie e peqquésse jé resperáte. "da
resendí v.tr. "risentire"; p.p. resendúte. parecchio tempo non ha notizie dal figlio e
resenfettá v.tr. "disinfettare": quanne per questo è disperato".
l'andice se ferévene a nu rite, pe se respèttatévele agg. "rispettoso": jé na
resenfettá mettévene sóp'a la ferite nu feglióle respèttatévele andó te vére vére te
pappeciònne. "quando gli antichi si salute. "è una ragazza rispettosa dove ti
ferivano a un dito per disinfettare vede vede ti saluta".
mettevano sulla ferita una ragnatela". respettúse agg. "dispettoso": Ndeniúcce
reserènże s.f. "residenza": fratemecucíne jé respettúse face sèmbe lu cundràrje re
Luiggìne téne la reserènże a Nnàpele. quédde ca ce rice. "Antonio è dispettoso fa
"mio cugino Luigi tiene la residenza a sempre il contrario di quello che gli dici".
Napoli". respiacé v.intr. "dispiacere": nu nd'àja
reserèrje s.m. "desiderio". respiacé si nun vènghe a ccàsete, ma
resèrte s.m. "deserto". stache mbecciate nżìne a li capidde. "non
resertóre s.m. "disertore". ti devi dispiacere se non vengo a casa tua,
resfá v.tr. "disfare": fá e resfá jé tutte na ma sto impicciato fino ai capelli".
fatía. "fare e disfare è tutto un lavoro". respiacére s.m. "dispiacere": a
resgrazziáte agg. "disgraziato": óje jé nu mmàmmete nunn'àja rá respiacére se no se
juórne resgrazziáte nesciuna cóse me vá sènde ammalamènde. "a tua madre non
bbóna. "oggi è un giorno disgraziato devi dare dispiacere altrimenti si sente
nessuna cosa mi va bene". malamente".
resgrázzje s.f. "disgrazia": a Luciétte la respjétte s.m. "dispetto": face ògne ccóse
resgrazzje la córre apprjésse. "a Lucia la a respjétte re lu frate. "fa ogni cosa a
disgrazia le corre appresso". dispetto del fratello".
resgustá v.tr. "disgustare": nu nde sacce respónne v.intr. "rispondere": Ngurnatè,
rice cúme me resgustàje quanne te verjétte àja respònne a qquédda léttere ca t'à
re mangiá re lahanèdde cu lu sanghe re ścritte Custànże se no s'uffènne.
puórche. "non ti so dire come mi disgustai "Incoronata, devi rispondere a quella
quando ti vidi mangiare le tagliatelle con il lettera che ti ha scritto Costanzo altrimenti
sangue di maiale". si offende"; -a ttuóne, v.intr. "rispondere a
resigne s.m. "disegno": quisse nu tono".
nżònghe resigne ma sònghe cicchetuónne. respòteche agg. "dispotico": jé nu
"questi non sono disegni ma sono respòteche, mare a chi ce stá vucine. "è un
scarabocchi". dispotico, povero a chi gli sta vicino".
resprezzá v.tr. "disprezzare": pecché lu matreculáre. "devi andare al distretto
resprjézze accussì, lassa pèrde, craje militare per ritirare il foglio matricolare".
quidde póte revendá jénnerete. "perché lo restrubbá v.tr. "disturbare": nu nde
disprezzi così, lascia perdere, domani restrubbá a accumbaggnárme a la pòrte,
quello può diventare tuo genero". canóśche la strare. "non ti disturbare ad
respuníbbele agg. "disponibile". accompagnarmi alla porta, conosco la
respunżábbele agg. "responsabile". strada".
ressanguá v.tr. "dissanguare": me restrugge v.tr. "distruggere"; p.p.
sònghe quase ressanguate pe pahá li restrutte.
rjébbete tuje. "mi sono quasi dissanguato restuccá v.tr. "ripassare maggese".
per pagare i tuoi debiti". resubblegá v.tr. "disobbligare": me
restá v.intr. "restare": ché bbrutta sòrte sònghe resubblegáte cu Ndònje rànnece
c'à avute la sóre re cajnáteme; nun le ruje litre r'uóglie e cinghe litre re vine.
sònghe restate ca l'uócchie pe cchiange. "mi sono disobbligato con Antonio
"che brutta sorte che ha avuto la sorella di dandoci due litri d'olio e cinque litri di
mio cognato, non le sono restati che gli vino".
occhi per piangere". resuccupáte agg. "disoccupato":
restabblí v.tr. "ristabilire". quabbasce, ra nuje ce stanne cchiù
restànże s.f. "distanza": ndra Panne e resuccupáte. "quaggiù da noi ci stanno più
Ffògge ce stá na restànże re na disoccupati".
cinguandíne re chilòmetre. "tra Panni e resunèste agg. "disonesto".
Foggia ci sta una distanza di una resurjéndáte agg. "disorientato":
cinquantina di chilometri". mmjézze a tutta quédda ggènde se sendéve
restená v.tr. "destinare": ché vuó fá, resurjéndáte. "in mezzo a tutta quella
Ddíje à rrestenáte accussì e s'adda fá la gente si sentiva disorientato".
vulundà ssója. "che vuoi fare, Dio ha resvéglie s.f. "sveglia".
destinato così e si deve fare la sua réte avv. "dietro": àbbete a la parte re
volontà". réte, a qquarte re fahúgne. "abita alla parte
restènne v.tr. "distendere"; p.p. restise. di dietro, a parte di favonio"; -pére loc.avv.
"passo indietro"; -punde loc.avv. "punto
restenżjóne s.f. "distinzione": nun fazze indietro"; réte, re- loc.avv. "posteriore": la
restenżjóne ndra quistu criature e sacche re réte re li cauzune jé squarciate,
qquidde, sònghe tutte e dduje àneme re mìttece ruje punde. "la tasca posteriore dei
Ddíje. "non faccio distinzione tra questo pantaloni è strappata, mettici due punti".
bambino e quello, sono tutti e due anime di rèteche agg. "eretico": Fònże nu nge vá
Dio". maje nd'a na chjésje pecché jé rèteche.
restèrze avv. "l'altro ieri ancora". "Alfonso non ci va mai in chiesa perché è
restíve agg. "restìo": Aròlfe jé nu eretico".
uaglióne restive a ubberí. "Adolfo è un rétecòsce s.m. "girello".
ragazzo restìo a ubbidire". rétene s.f. "redine": mandjéne fòrte re
restócce s.f. "stoppia"; -appecciáte s.f. rrétene se no lu cavadde te piglia la mane.
"fanfaluca". "mantieni forte le redini altrimenti il
restocráteche agg. "aristocratico". cavallo ti prende la mano".
restráhe v.tr. "distrarre"; p.p. restratte. retèrze avv. "avantieri": sacce óje cúme
restrazzióne s.f. "distrazione": te la vuó vóle èsse lu tjémbe ma retèrze pe ffóre
pegliá, ma nu nd'agghi salutate sule pe s'appecciáve, me la verjétte
restrazzióne. "te la vuoi prendere, ma non ammalamènde. "non so oggi come vuole
ti ho salutato solo per distrazione". essere il tempo ma avantieri per la
restrétte s.m. "distretto": àja ìre a lu campagna si bruciava, me la vidi
restrétte meletáre pe reterá lu fuóglie malamente".
retine s.f. "gratella". sicche v.tr. "dimagrire"; -turde v.rifl.
retmèteche s.f. "aritmetica": Lenù, lu "rabbuiarsi": tutte re bbòtte jé revendáte
prubbléme re retmèteche ca à ddate la turde nfacce. "tutto ad un tratto si è
maéste óje jé bbuóne refficele. "Lina, il rabbuiato in faccia".
problema di aritmetica che ha dato la reveríbbele agg. "rivedibile".
maestra oggi è molto difficile". revertemènde s.m. "divertimento": lu
retóne s.m. "pollice"; -re lu pére s.m. revertemènde me lu piglie jénne a jucá a
"àlluce". ccarte a lu café. "il divertimento me lo
retrángule s.f. "imbraca (finimento del prendo andando a giocare a carte al bar".
cavallo), straccale": mitte bbóne la revettá v.tr. "orlare".
retrangule, aùze la córe a lu cavadde. revètte s.m. "orlatura".
"metti bene l'imbraca, alza la coda del revòrzje s.m. "divorzio": ròppe sètt'anne
cavallo". quidde e ddùje ànne cercate lu revòrzje.
rettàngule s.m. "rettangolo". "dopo sette anni quei due hanno chiesto il
rettate s.m. "dettato": Funżenèlle à divorzio".
ppegliate nu bbrutte vóte a lu rettate. revóte agg. "devoto"; pl. revute: li
"Alfonsina ha preso un brutto voto al pannise sònghe numunne revute a la
dettato". Marònne re lu Vòśche. "i pannesi sono
rettatóre s.m. "dittatore": cummanne assai devoti alla Madonna del Bosco".
ttutte a bbacchètte cúm'a nu rettatóre. revressecá v.tr. "agitare recipienti".
"comanda tutti a bacchetta come un revutá re ggurèdde v.intr. "gorgogliare
dittatore". dell'intestino".
retuccá v.tr. "ritoccare":. revuzzióne s.f. "devozione": "lu truvave
retuórte agg. "ritorto": mammanònna sèmbe nd'a la chjésje pe revuzzióne o pe
Ggiuuanníne à ffatte na cupérte janghe a passá lu tjémbe?. "lo trovavo sempre nella
cruscé cu lu cuttóne retuórte. "nonna chiesa, per devozione o per passare il
Giovanna ha fatto una coperta bianca a tempo?".
uncinetto con il cotone ritorto". revví loc.avv. "eccole, eccoli".
returnjélle s.m. "ritornello". rézze s.f." rete"; dim. retine, rezzecèdde.
retuzze s.m. "mignolo". rezzètte s.f. "ricetta": vatte fa fá la
revane s.m. "divano": stéve còmmede rezzètte ra lu mjéreche, ca li pìnnele
assettáte sóp'a lu revane e me ścunferáve sònghe funute. "vatti a far fare la ricetta dal
re m'auzá. "stavo comodo seduto sopra al medico, che le pillole sono finite".
divano e mi rincresceva di alzarmi". riabbéte s.m. "diabete": quanne tjéne lu
revéce s.f. "ripetersi del cadere della riabbéte nu nde puó mangiá manghe nu
pioggia il giorno dopo". rólece. "quando tieni il diabete non ti puoi
revendá nu mùzzeche v.tr. mangiare neanche un dolce".
"impiccolire": pe la paùre r'abbuścá nu rialá v.tr. "regalare": agghia rialá ròje
ggaddine e nu pare re pecciungjédde a
ścaffe jé revendáte nu mùzzeche. "per la Ppaulúcce ca m'à ffatte nu piacére. "devo
paura di buscare uno schiaffo è regalare due galline e un paio di
impiccolito"; -russe v.tr. "arrossare": te piccioncini a Paolo che mi ha fatto un
vuó calmá? Nun vire ca quiss'uócchie piacere".
sònghe revendáte russe a ffòrze re riale 1.agg. "reale"; 2.s.m. "regalo"; 3.s.f.
chiange?. "ti vuoi calmare? Non vedi che "vaglio".
questi occhi sono arrossati a forza di rialètte s.m. "dialetto".
piangere?"; f. -rósse; -sécche v.tr. rialezzá v.tr. "realizzare": chiane chiane
"dimagrire": Maríje revendàje sécche àja rialezzá tutte li piane ca te sì pprefisse.
ròppe na malatíje bbóna lònghe. "Maria "piano piano devi realizzare tutti i piani
dimagrì dopo una malattia molto lunga"; - che ti sei prefisso".
rialíje s.f. "mancia, regalìa": te lu fazze male i reni, non so se è il tempo o che è"; -
stu suvrìzzje ma m'àja rá la rialíje. "te lo rine loc.avv. "lungo la schiena".
faccio questo servizio ma mi devi dare la ringhiange v.tr. "rimpiangere": nun
mancia". ringhiange njénde, la vite cúme vá, vá
riassunde s.m. "riassunto": pe te mbará bbóne, uratílle pe ccjénd'anne. "non
a ścrive, àja fá numunne re riassunde. "per rimpiangere niente, la vita come va, va
imparare a scrivere, devi fare molti bene, goditela per cento anni".
riassunti". rióle s.f. "portellino (parte della botte)".
riàvele s.m. "diavolo": asseméglie nu rire v.intr. "ridere"; p.p. rerute.
riàvele pe ffóre, abbatte lu munne. riśche s.m. "disco": me piace re sènde
"assomiglia un diavolo per la campagna, ògne tande nu riśche r'òpere. "mi piace
abbatte il mondo"; dim. riavulìcchie. sentire ogni tanto un disco d'opera".
riavvecená v.tr. "ravvicinare": ròppe rise s.f. "risata"; dim. resatèdde, resélle.
tand'anne r'alletetòrje, Mariúcce se sta rite s.m. "dito"; pl. ddéte.
riavvecenánne a la famiglie. "dopo tanti riulàre agg. "regolare": mettíteve l'àneme
anni di litigio, Maria si sta ravvicinando mbace ca jé tutte riulàre. "mettetevi
alla famiglia". l'anima in pace che è tutto regolare".
ricce agg. "riccio". riùne s.m. "digiuno": falle ìre a cculecá
ricche agg. "ricco": Lubbèrte jé bbóne riùne accussì vére ché ssegnífeche
ricche ca nu nżape manghe idde quanda uaragná nu stuózze re pane. "fallo andare
sòlete téne. "Alberto è molto ricco che non a coricare digiuno così vede che significa
sa neanche lui quanti soldi ha". guadagnare un tozzo di pane".
rice v.tr. "dire"; p.p. ritte; ger. recènne; - rjéce agg.n.card. "dieci".
bbuscíje v.intr. "mentire": nu nżì capace rjécemile agg.n.card. "diecimila".
re rice bbuscíje, frate míje, ma ògne ttande rjénghie v.tr. "riempire".
ce vuónne pe gghí nnande. "non sei capace rjéste s.m. "resto": lu rjéste tjénatílle ca
di dire bugie, fratello mio, ma ogni tanto ci te piglie nu café. "il resto tienitelo che ti
vogliono per andare avanti"; -male v.intr. prendi un caffè".
"spettegolare". ròcchie s.f. "cespuglio, gruppetto".
riínghimènde s.m. "rinterro": mó c'à ròjne s.f. "coltello a due manici per
ffunute re fá lu lavóre re riínghimènde si incavare il legno, arnese per accorciare
ne véne a lu pajése. "ora che ha finito di zoccoli agli equini".
fare il lavoro di rinterro se ne viene al rólece agg. "dolce": quanne mitte ru
paese". zzùcchere nd'a ru ccafé nu nge ne
riínghitíve agg. "riempitivo": jé nnùtele mettènne numunne, pecché nun me piace
ca nżiste, éo nu nge vache a la féste re tròppe rólece. "quando metti lo zucchero
cumma Annúcce, n'agghia fá ra nel caffè, non ce ne mettere molto, perché
riínghitíve. "è inutile che insisti, io non ci non mi piace troppo dolce".
vado alla festa della comare Anna, non ròlle s.m. "rotolo".
devo fare da riempitivo". rómbenóce s.m. "schiaccianoci".
riítale s.m. "ditale": mammaránne tenéve rómbe v.tr. "rompere"; p.p. rutte; f. rótte.
nu riítale r'argjénde. "nonna teneva un rómbezzòlle s.m. "frangizolle".
ditale d'argento". ron s.m. "don": àje lètte maste ron
rinde avv. "in, dentro, entro"; -state avv. Ggesuálde?. "hai letto Mastro Don
"d'estate"; -vjérne avv. "d'inverno". Gesualdo?".
rine s.m.pl. "reni": Marònna míje, cúme ròndèlle s.f. "rosetta": agghi misse na
me fanne male li rine, sacce si jé lu tjémbe rondèlle a la cernjére re la pòrte accussì
o ché jé. "Madonna mia, come mi fanno nu strusce cchiù pe ndèrre. "ho messo una
rosetta alla cerniera della porta così non
striscia più per terra".
rónghe s.f. "roncola": quanne vjéne fóre qquá e ddà. "in mezzo alla piazza le
nu nde ścurdá re purtá la rónghe pe tagliá persone stavano a frotta qua e là".
re spine sóp'a lu lémmete. "quando vieni in rrótterecuódde, a- loc.avv. "a
campagna non ti dimenticare di portare la rompicollo": lu verjétte re córre
roncola per tagliare le spine sul limite". capabbásce pe lu córse a rrótterecuódde.
rònnele s.f. "donnola": na rònnele jé "lo vidi di correre in giù per il corso a
trasute nd'a lu addenáre e à accíse tutte re rompicollo".
ggaddíne. "una donnola è entrata nel rrucá v.tr. "educare": pe rrucá re
gallinaio e ha ammazzato tutte le galline". ccriature ce vóle assàje pacjénże. "per
ròppe prep. "dopo": a la chjésje sime educare i bambini ci vuole molta
arruuate ròppe re vuje. "alla chiesa siamo pazienza".
arrivati dopo di voi"; ce verime ròppe a lu rrucazzióne s.f. "educazione": quidde
Castjédde, vucine a la ggabbíne. "ci uagliune nu ndjénene pe nnjénde
vediamo dopo al Castello, vicino alla rrucazzióne. "quei ragazzi non tengono per
cabina". niente educazione".
ròppemangiáte s.m. "dopopranzo". rruje pjétte, a- loc.avv. "doppiopetto": jé
róppje s.f. "due soldi". cchiù còmmede nu cappòtte a rruje pjétte.
ròrme v.intr. "dormire": ruórme, ruórme, "è più comodo un cappotto a doppiopetto".
tande stá pràtete ca fatíja pe tté. "dormi, ruàgne s.f. "tutti i recipienti utili per la
dormi, tanto sta tuo padre che lavora per vendemmia".
te"; p.p. rurmùte. rubbacóre s.m. e f. "rubacuori":
rósa cacazzare s.f. "rosa canina"; - Ggiuuànne se crére nu rubbacóre,
squaquaracchiáte s.f. "rosa spampanata". ścustáteve ca stá passanne!. "Giovanni si
ròsamaríne s.f. "rosmarino". crede un rubacuori, scostatevi che sta
róse s.f. "rosa"; pl. ruse; dim. rusídde. passando!".
rósecasícce agg. e s.m. "tirchio": nu nge rubbenètte s.m. "rubinetto".
puó sfeccá na lire, jé nu rósecasícce, puó rubbetá v.intr. "dubitare": àja rubbetá re
murí re fame ca nu nże ggire manghe tutte, viste re ccóse cúme vanne. "devi
attuórne. "non gli puoi estorcere una lira è dubitare di tutti, visto le cose come
un tirchio puoi morire di fame che non si vanno".
gira neanche intorno". rùbbje s.m. "dubbio": sènża rùbbje t'àja
róte s.f. "dote, ruota": Marjètte, rá ra fá. "senza dubbio ti devi dar da fare".
spusànnese, avíje ra lu patre na bbèlla rubbíne s.m. "rubino".
róte. "Maria, sposandosi, ebbe dal padre rubbrecá v.tr. "seppellire".
una bella dote". rucate s.m. "ducato": nun vvale nu
róve s.f. "doga (parte della botte)". rucate, làssele pèrde. "non vale un ducato,
rré s.m. "re". lascialo perdere".
rréhule, a- loc.avv. "in regola". rucchèlle s.m. "rocchetto".
rremóte, a lu- loc.avv. "a riparo rucchjá v.intr. "tubare": sjénde cúme
(luogo)". stanne rucchjànne tutte ddi pecciune,
rrice mangamjénde, pe nun- loc.avv. tuórcece lu cuódde e mangiamacílle. "senti
"per non sottovalutare". come stanno tubando tutti quei colombi,
rrighe, a- loc.avv. "rigato". torcici il collo e mangiamoceli".
rrise s.m. "riso". ruche s.m. "duca": lu ruche re Bbuvine
rròbba nduócche s.f. "stoffa a tenéve cendenáre r'èttere re tèrre. "il duca
metraggio". di Bovino teneva centinaia di ettari di
rròbbe s.f. "roba, stoffa"; dim. terreno".
rubbecèlle. rùchele s.f. "ruchetta": musére te fazze
rròcchie, a- loc.avv. "a frotta": mmjézze truvá na nżalate re rùchele e cepódde te
a la chiazze li cristjàne stévene a rròcchie
vuó bbuóne addecrjá. "stasera ti faccio rumá v.tr. "domare, ruminare": t'àja stá
trovare un'insalata di ruchetta e cipolle ti attjénde a quiddu cavadde pecché s'adda
vuoi ben ricreare". prime rumá bbuóne. "ti devi stare attento a
ruchésse s.f. "duchessa". quel cavallo perché si deve prima domare
rucle s.m. "lucro": nun face maje njénde bene".
sènża rucle. "non fa mai niente senza rumande s.f. "domanda": pe ffá lu
lucro". cungòrse àja manná la rumande ngarta ra
rùcula salvagge s.f. "barbarea". bbólle. "per fare il concorso devi mandare
rucumènde s.m. "documento": quanne la domanda in carta da bollo".
vaje fóre tèrre nu nde ścurdá lu rumane agg. "romano".
rucumènde re ndennetà. "quando vai fuori rumanèlle s.f. "gronda": la rumanèlle jé
paese non ti dimenticare il documento spaccate àja sule chiamá lu frabbecatóre.
d'identità". "la gronda è spaccata devi solo chiamare il
ruèlle s.m. "duello". muratore".
rugne s.f. "rogna": uaglió, sì ppròpje na rumaní v.intr. "rimanere"; p.p. rumase,
rugne. "ragazzo, sei proprio una rogna". rumaste; -tassate v.intr. "ricevere una
rugnóne s.m. "rognone"; pl. regnune. brutta notizia, sentirsi gelare il sangue";
rugnunáte s.f. "rognonata". rumaniresínne "rimanersene".
rugnuse agg. "rognoso". rumànże s.m. "romanzo": mméce re
ruje agg.n.card. "due": famme fá ruje sturjá se métte a llégge rumànże. "invece
passe ca sònghe pròpje ngiuccarúte. di studiare si mette a leggere romanzi".
"fammi fare due passi che sono proprio rumanżíne s.f. "ramanzina": lu majèste
acciocchito"; f. ròje: sònghe ròje vóte ca te me féce na rumanżíne pe lu vitre rutte, pó
chiame. "sono due volte che ti chiamo".
rujbbòtte s.m. "doppietta": luvì-luvì ca apre e ścummuóglie sapíje ca jéva state
mó si ne véne cu lu rujbbòtte ché avìma Ggelardíne. "il maestro mi fece una
fá? Nu nge rèste ca re ìre a ccacce. ramanzina per il vetro rotto, poi apri e
"eccolo-eccolo che ora se ne viene con la scopri seppe che era stata Gerardina".
doppietta, che dobbiamo fare? Non ci resta rumaste zite loc.avv. "zitella".
che andare a caccia". rumecìlje s.m. "domicilio": cu la còsse
rujcjénde agg.n.card. "duecento". rótte nu nde puó mòve? Fatte purtá tutte a
rujmila agg.n.card. "duemila": cummà, rumecìlje. "con la gamba rotta non ti puoi
nu mazze re spàrece l'agghi paháte rujmila muovere? Fatti portare tutto a domicilio".
lire. "comare, un mazzo di asparagi l'ho ruméneche s.f. "domenica": "Il giorno
pagato duemila lire". delle Ceneri le donne usavano appendere
rujpjézze s.m. "due pezzi". ai balconi un pupazzo con le sembianze
ruleciázze agg. "dolciastro": stu vine jé femminili, vestito con abiti tradizionali, la
ruleciázze, jé nu vòtastòmmeche, vivatílle famosa Quarantana.
tu. "questo vino è dolciastro, è un Sul corpo del pupazzo, formato da una
voltastomaco, bevitelo tu". patata, si infilavano sette penne di gallina
rulline s.m. "rollino". da togliere ogni domenica, l'ultima la
rulóre s.m. "dolore": nu mbòzze cchiù domenica di Pasqua. Con questo metodo si
suppurtá stu rulóre a lu vrazze. "non posso misurava la durata della Quaresima".
più sopportare questo dolore al braccio"; rumèsteche agg. "domestico": se sèrvene
pl. rulure; dim. rulurícchie. re lu rumèsteche vendequattóre sóp'a
rulucézze s.f. "dolcezza": Cataríne jé nu vendequàtte, ché ffanne li sòlete!. "si
tipe tìmmede e s'adda trattá cu rulecézze. servono del domestico ventiquattrore sopra
"Caterina è un tipo timido e si deve trattare a ventiquattro, che fanno i soldi!".
con dolcezza". rumma s.f. "rum".
runá v.tr. "donare": a la cummarèdde, rurmeglióne s.m. "dormiglione": jé nu
zìjme à rrunate nu laccettíne r'óre. "alla rurmeglióne, s'àuze sèmbe tarde a la
figlioccia, mia zia ha donato una catenina matine. "è un dormiglione, si alza sempre
d'oro". tardi al mattino".
runfechjá v.intr. "ronfare": la nòtte la rurmute s.f. "dormita": stanòtte, ròppe
passe a runfechjá ngundinuazzióne, mó tanda nòtte ca n'agghi putute ròrme agghi
mòrje la cape. "la notte la trascorre a fatte na bbèlla rurmute. "questa notte,
ronfare in continuazione, mi fa male la dopo tante notti che non ho potuto dormire
testa". ho fatto una bella dormita".
runfòrze s.m. "rinforzo": Mariù, àje rurrupá v.intr. "dirupare": nu nde
avute paùre, musére nu nżì menute sóle , rurrupánne, apre l'uócchie ca qquá sònghe
àje chiamate lu runfòrze. "Maria hai avuto tutte vricce. "non ti dirupare, apri gli occhi
paura, stasera non sei venuta da sola, hai che qui sono tutti sassi".
chiamato il rinforzo". rusàrje s.m. "rosario".
runfurzá v.tr. "rinforzare": lu mure ca jé rusce s.m. e f. "grugnito, scarto di
rumaste alérte l'àja runfurzá cu ddòje carboni".
pundélle. "il muro che è rimasto in piedi lo rusciá v.intr. "grugnire": lu puórche à
devi rinforzare con due puntelli". accumenżàte a rrusciá, prepàrece lu
rungiglie s.m. "ronchetto". vavetóne. "il maiale ha incominciato a
runnuvá v.tr. "rinnovare": tatà, rinde a grugnire, preparaci il trogolo".
trènd'anne, à runnuváte tutte la case ra ruśche re néva s.f. "spruzzata di neve";
sóp'a ssótte. "papà, in trent'anni ha dim. ruśchetèdde.
rinnovato la casa da sopra a sotto". rusecá v.tr. "rodere, rosicchiare": agghi
runżèlle s.f. "donzella". truvate na ścòrce re case rusecáte, vuó
ruócchie 1.s.m. "rocchio"; 2.agg. veré ca ce stanne li sùrece?. "ho trovato
"tarchiato". una buccia di formaggio rosicchiata, vuoi
ruócele s.m. "rocchetto senza filo". vedere che ci stanno i topi?"; -chiuóve v.tr.
ruóspe 1.s.m. "rospo": sule abbrérle li "arrovellare": rusecáve chiuóve pe puté
ruóspe, te fanne spavjénde. "solo a vederli terá nnande ma nesciune rru sapéve. "si
i rospi, ti fanno spavento"; 2.agg. "non arrovellava per poter tirare avanti ma
dirozzato": jé nu ruóspe se no nu nde nessuno lo sapeva".
parlave accussì. "è un non dirozzato rusecarèdde s.f. "cartilagine": a
altrimenti non ti parlava così"; f. ròspe.
ruóte s.m. "teglia, tortiera": feglió, pe li Lubbèrte le piace re ścruccá la
ùnnece mìtte la pizze cu l'aréghene nd'a lu rusecarèdde. "ad Alberto gli piace
ruóte e puórtela a lu furne. "ragazza, per le scroccare la cartilagine".
undici metti la pizza con l'origano nella rusecarjédde agg. "croccante": lu
teglia e portala al forno"; dim. rutecjédde. turróne jé rusecarjédde, ce vuónne li
ruótele s.m. "arnese di legno per girare il rjénde bbuóne. "il torrone è croccante, ci
latte, 900 gr. (misura di peso)". vogliono i denti buoni"; f. rusecarèdde.
rùppje agg. "doppio": ròppe ca s'éja rusecárse nguórpe v.rifl. "rodersi".
rusidde s.m. "bocciolo".
śculate tutte quiddu vine ce vére rùppje. rusòlje s.m. "rosolio".
"dopo che si è scolato tutto quel vino ci russá v.intr. "russare": a mmaríteme nu
vede doppio"; f. róppje. lu pòzze cchiù ssènde re russá, vá a funí ca
ruppióne s.m. "doppione": re quissu m'agghia ssciórte. "a mio marito non lo
libbre tènghe nu ruppióne. "di questo libro posso sentire più di russare, va a finire che
ha un doppione". mi devo separare".
rùrece agg.n.card. "dodici". russazze agg. "rossastro".
rurecèseme agg.n.ord. "dodicesimo".
russe agg. "rosso"; f. rósse; -malupìle ruvutá v.tr. "rivoltare, rovistare": la
s.m. "persona con capelli rossi"; -re l'uóve nżalàte l'agghi cunżàte cu l'uóglie, l'acite
s.m. "tuorlo": mó ca faje la créme àja e ru ssale, mó ruvuótele e ppòrtele a
pegliá sule lu russe re l'uóve. "ora che fai ttàvele. "l'insalata l'ho condita con l'olio,
la crema devi prendere solo il tuorlo"; - l'aceto e il sale, ora rivoltala e portala a
russe s.m. "rossore eccessivo". tavola"; pe ttruvá lu martjédde àja ruvutá
russètte s.m. "rossetto": nepóteme mmjézze a quiddi fjérre nd'a la cascètte.
Veròneche s'accummènże a mmétte lu "per trovare il martello devi rovistare in
russétte a lu musse, jé fatta gròsse e nun mezzo a quei ferri nella cassetta"; -lu titte
me ru ccrére. "mia nipote Veronica v.tr. scoperchiare il tetto.
s'incomincia a mettere il rossetto alle ruzze 1.s.m. "ruzzo": te piace lu ruzze,
labbra, è diventata grande e non me lo Runà, ma mó t'àja arreterá ca lu libbre
credo". t'aspètte. "ti piace il ruzzo, Donato, ma ora
russigne agg. "rossiccio". ti devi ritirare che il libro ti aspetta"; 2.s.f.
russóre s.m. "rossore". "ruggine"; 3.agg. "rozzo".
rusturánde s.m. "ristorante": me saje ruzzenále agg. "dozzinale": sta rròbbe jé
rice Lucì, appríme chi jéve a mmangiá a lu ruzzenále, puó fá sule ròje mappine.
rusturánde, nesciune, re ffjéste si facévene "questa stoffa è dozzinale, puoi fare solo
nfamíglie. "mi sai dire Lucia, prima chi due strofinacci".
andava a mangiare al ristorante, nessuno, ruzzjá v.intr. "giocare, ruzzare": mó jé lu
le feste si facevano in famiglia". tjémbe c'anna ruzzjá sti uagliune, làssele
rutábbele agg. "rotabile": cumbà spenżerate nu l'alluccánne. "ora è il tempo
Ggiuuà, sònghe quarand'anne ca ce che devono giocare questi ragazzi, lasciali
manghe ra Panne, m'allecòrde la spensierati, non li sgridare".
rutábbele pe la stanżjóne chjéna re vricce. ruzzine s.f. "dozzina": accátteme na
"compare Giovanni, sono quarant'anni che ruzzine r'óve e ppuórtammílle, famme stu
ci manco da Panni, mi ricordo la rotabile piacére, te uaragne l'àneme. "comprami
per la stazione piena di ciottoli". una dozzina di uova e portamele, fammi
rutèdde s.f. "rotula, girandola su un palo questo piacere, ti guadagni l'anima".
(fuochi d'artificio), tagliapasta".
rutèlle s.f. "fusaiolo, rotella": jé spezzate
la rutèlle re lu fuse e nun mbòzze felá. "è
spezzato il fusaiolo del fuso e non posso
filare"; Frangì, ché staje recènne, ché te
manghe còcche rutèlle? Ru vuó capí ca
nun bòzze fá njénde?. "Francesco, che stai
dicendo, che ti manca qualche rotella? Lo
vuoi capire che non posso fare niente?".
ruvàje s.m. "roveto".
ruve s.m. "rovo".
ruvére s.m. "dovere": si respjéttene li
diritte tuje, tu àja respettá li ruvére tuje.
"se rispettano i tuoi diritti, tu devi
rispettare i tuoi doveri".
180
abbe s.m. "persona ignorante". quello che era successo, lui non aveva
A bbagliato ngecalúte.
bbandonare abbanduná.
bbassare avasciá.
Abbassarsi rebbassárse.
Abbasso abbasce.
Abbellire fá bbèlle.
Abbellito fatte bbèlle.
Abbeveratoio pulóne.
Abbigliare urná.
ABBIGLIAMENTO
A la stòrte, àbbete, àbbete a ggiacche, abbetecjédde, acchiàle, accun żatúre, ammuláre,
aneddúzze, anjédde, appundá, arecchíne, bbèste, bbórse, bbrachessíne, bbrellòcche, bbrudètte,
bbursètte, bburzellíne, cacciamáne, càmmese, cammesèlle, cammesóle, cammesullíne,
cammíse, cannuttjére, cappeddúzze, cappjédde, cappucce, capputtíne, cauzá, càuze, cauzètte,
cauzettóne, cauzettúne, cauzóne, cauzune, cauzungjédde, chiandèlle, chianèlle, ciambróne,
ciambrùne, ciavàtte, cibbùsse, cinde, cinge, ciòffe, còdè, còppele, còtte, crióle, cullane,
cullarètte, cullètte, culidde, cuppulécchie, cuppulíne, curnecjédde, curpètte, cuscenètte,
cuttecjédde, fassatúre, fasse, fattèèbbóne, fattèèbbuóne, ferrètte, ferrettíne, ferrjétte, funnjélle,
furchètte, furmèdde, fustággene, ggiacchètte, ggiacchettèdde, ggiacchettóne, ggunnèdde,
laccettíne, lehande, llòrge, maccatúre, maccatúre pe ngape, maccaturjédde, magliecèdde,
mandèlle, mutandèdde, nfassànne, nòcche, nucchetèlle, papusce, paraurécchie,
passamundàgne, pènże, perepì, perùle, péttele, pezzuótte, pjétte, pòrtanfánne, pòrtazecchíne,
prezzóne, prezzune, re lusse, rròbbe, rubbecèlle, sacche, saccucce, ścarpe, ścarpe a bbòcche
re lupe, ścarpe apèrte, ścarpe cu la mézza sóle, ścarpe cu la pèzze, ścarpe cu lu tacchine,
ścarpe vasce, ścarpetèlle, ścazzètte, ścazzèttele, sciaccquàglie, sciacculattóne, sciamisse,
sciammèreche, sciarpetèdde, ścòlle, ścuffje, ścullatúre, sènża maneche, ṡgavaglie, sóttòcanne,
spengulóne, stenerecchiá la vèste, stuuàle, sulètte, sunale cu lu pettìne, sunale pe nnande,
sunale pe la ścóle, sunaljédde, suttaníne, tabbáne, tacche, tacchecjédde, terande, terándele,
tòneche, tunacèlle, tunacóne, uànde, uardamàcchie, unnèdde, unneddúzze, vandàglie, vavére,
velecjédde, vèste, vèste a pparapàlle, vèste ra lutte, vèste stralambàte, vestecèdde, vestite,
vrachètte, vuttunére, zaharèdde, zambíttele, zucculètte, zumbafuósse, zuócchele.
Abbinare accucchjá. Abitanti in periferia fùrise.
Abbindolare nfunucchjá. Abitare abbetá.
Abboccato bbuccature. Abituare abbetuá.
Abbondante ggrasciùse, f. ggrascióse. Abolire abbulí.
Abbondanza ggràssce. Abusare abbusá.
Abbondanza, in- ngrassce. Abuso abbuse.
Abbondare stá ngrassce. Accadere capetá
Abborracciare arrunżá. Accalorare accalurá.
Abbracciare abbrazzá. Accanire nganá.
Abbraccio abbrazze. Accanto accuóste.
Abbrancare avvrangá. Accantonare métte a ppizze.
Abbronzare fá nìure cúm’a nu cataruózze. Accaparrare ngaparrá.
Abbuiare fá la squríja. Accapigliare afferrá pe li ciurle.
Abburattare apparecchjá. Accapponarsi fá la pedde re addíne.
Abburattata apparecchjate. Accarezzare allesciá.
Abile àbbele. Accasciare abbatte.
Abilità abbeletà. Accatastare ngatastá.
247
Accavallare le gambe ngalvaccá. Accostumare accustumá.
Accecare ngecalí. Accovacciarsi agguattárse.
Accendere appecciá. Accrescere accrésce.
Accendere la sigaretta allumá la segarètte. Accudire accurí.
Accendino machenètte. Accumulare accucchjá.
Accenditoio allumacannéle. Acido acízze, àcete.
Accennare azzenná. Acquaiolo acquajuóle.
Accenno azzínne. Acquaragia acquarágge.
Accento accènde. Acquasantiera acquasandére.
Accentratore vóle fá tutte ísse. Acquattarsi agguattárse.
Acchiappamosche ngappamóśche. Acquietare accujatá.
Acchiappare ngappá. Acquirente cumbratóre; pl. cumbratúre.
Acchito acchìtte. Acquistare accattá.
Acciaio azzàre. Acquisto accáttete.
Acciarino azzaríne. Ad uscio ad uscio a nnase a nnase.
Acciottolare métte li vricce. Adagiare araggiá.
Acciottolato vrecciunate. Adagio aragge.
Accipicchia jé fésse!. Adattamento arattamjénde.
Acciuffare acciaffá. Adattare arattá.
Accoccare attaccá re zzénne. Adatto aràtte.
Accoccolato ngucculate. Addentare muzzecá.
Accodare attaccá addréte. Addentrare feccá rinde.
Accoglienza accugliènże. Addetto rivendita sale e tabacchi salajuóle;
Accogliere accòglie. f. salajòle.
Accollacciato accullacciáte. Addiaccio lu sseréne.
Accollare accullá. Addietro addréte.
Accolta accòvete. Addizionare addezziunà.
Accoltellare curteddjá. Addizione lu ppiù.
Accolto accuóvete. Addobbo apparáte.
Addolcire ndulecí.
Accomiatarsi lecenżjárse. Addolorato adduluráte.
Accomodare accunżá. Addoparsi arrepárse.
Accomodare (in casa) accumetá. Addormentare addòrme.
Accompagnamento accumbagnamènde. Addossato appujàte.
Accompagnarsi arrazzá. Addosso nguódde.
Acconciare mberleccá. Addotto addùtte.
Accondiscendere accunnescénne. Addurre addúce.
Acconsentire accusciá. Adeguare atequá.
Accontentare accundendá. Adesso mó.
Acconto accùnde. Adiacente azzícche.
Accoppiare accucchjá. Adirare nżellá.
Accordarsi accurdárse. Adocchiato aucchjàte.
Accorgersi addunárse. Adoperare aduprá.
Accortamente ziche-ziche. Adorazione adurazzióne.
Accostare accustá. Adottare aruttá.
Accostare oggetti diversi accafuddá. Adunare arrjuní.
Accosto accuóste.
248
Adunato arrjunúte. Aeroporto arjupòrte.
Aereo apparécchie. Affacciare affacciá.
Aeroplano arjuplàne. Affagottare affauttá.
ALIMENTI
A l'acite, abbenghiárse, abbruścá, àcene re case, acquasále, acquasciòsce, àjme, allessá,
allésse, ammassá, arracciá, arracciatóre, arrahaná, arróste, arruste, arrustúte, bbaccalà
arrahanáte, bbaccalà spunżate, bbagnamaríje, bbrasciòle, bbròre, bbruraglie, bbruróse,
bbruruse, cacchiarjédde, cape re sausícchie, capecuódde, capuzzèdde, carne, carne
ngandaráte, carne tagliàte a ppònde re curtjédde, casaróve, case, case re quaglie,
casecavàdde, caserecòtte, casjédde, castagne arrustúte, cataláne, ccase, cécere, chiàppere,
chichjèrchie, ciacce, ciaccélle, ciambòtte, ciccecuótte, cìcere, cìcule, còcchjele, còccò, còce,
cóteche, crescetóre, cròśchele, crucché, crure, crurigne, crùśchele, crurívele, cucívele,
cumbanágge, cumbanjá, cumbòste, cunżá, cunżàte, cunżèrve, cunżìme, cuótte, cutture,
fasóle, fasule, fave arrappáte, fecatjélle, féchete re puórche, fèdde, feddóne, fedduzze, felare,
fellate, felètte re lu puórche, féquele, fèzze, fèzze re l'uóglie, fióre, fòglie, fòglie amméśche,
fónge, fónghe, frahamaglie, frécule, fritta, funge, fungetjédde, furmagge, furmagge
sguízzere, ggliògliere, janghe re l'uóve, jòtte, luvá la séte, luvá la ścòrce, luvá lu panne, luvá
r'òssere, luvá ru ggrasse, maccarúne cu lu suche, mbaná, mbanate, mbuttí, mená li
maccarúne, menèste, menèste scèute, meníccule, mesciśche, migliatjédde, mjézzecrùre,
mjèzzecuótte, mméle, muddechèdde, muddìche, munná, murtatèlle, muruse, nd'a l'uóglie,
ndrite, ngiuciá, nnòglie, nnuce, nóce, nucédde, nżìpete, nżógne, óve, óve a sciuscjélle, óve
ścauràte, pacche, pagnuótte, pane, pane speseláte, pane squacianáte, panecuótte, panèdde,
paneddúzze, panìne mbuttìte, parruózze, pastètte, patane, patane ścauràte, patanèdde,
peleccá, péttele, pèzze re case, pezzènde, pezzòtta re case, pizze re pane, póse, ppane, presùtte,
presótte, pruvulóne, pulènde, pulpètte, pupàjne, pupàjne pezzute, pupàjne re la quagljètte,
pupàjne sicche, pupìdde, quaccquarjá, quaglie, rahù, raràngete, recòtte, recuttèdde,
rétecòscie, rrise, ru mangiá, rugnunàte, ruleciàzze, russe re l'uóve, salamóre, salatjélle,
salìte, saprìte, saprìte re sale, sausecchióne, sausecchiùne, sausìcchie, ścagliuózze,
ścamózze, ścaná, ścanàte, ścarpètte, ścataruzzá, ścaurá, ścauratjédde, sciapìte, scicche,
ścòce, ścòrce, ścrescendáte, ścucchiljá, ścuótte, ścurzètte, seglitùre, sémmele, seretízze,
sfelènże, sfríje, sfrjùte, spaccatèlle, spezzeljá, spruócchele, spulecá, spulecarjélle, stòzzere re
pane, stracòce, stracòtte, stracuótte, stuózze re pane, stuppóse, stuppùse, stupuruse, sùche,
sùche finde, sùche scinde scinde, suchicchie, sucóse, sucùse, suffritte, supursàte, tacche,
tacchecèdde, taràdde, taràdde re paste re casecavádde, taràdde cu l'óve, taraddúzze, tòrtene,
trippe, tròzzele, trumbá, turcenjédde, uóglie, uóve ṡbattùte urrìne, vajnìglie, vendreśche,
vrascialètte, zambaglióne, zòzze, zuccaríne, zuppetèlle.
Affannare ngalemá. Affettare il salame fellá.
Affannoso affannúse. Affezionare affezziuná.
Affaticare trapazzá. Affilare ammulá.
Affatturare fá la fatture. Affittare allucá.
Affermarsi farse nu nnóme. Affliggere appená.
Afferrare acciaffá. Afflosciare afflusciá.
Affettare feddjá. Affogare affucá.
249
Affollare affullá. Allora? mbè?.
Affondare affunná. Alludere mená re bbòtte.
Affossare affussá. Alluminio allumínje.
Affrancare affrangá. Almeno alluméne.
Affrettare mbresciá, sebbrjá. Altare autáre.
Affrontare affrundá. Altarino costituito da immaginette sacre
Affronto affrunde. chjésjóle.
Affumicare affumá. Altezza autézze.
Agevolare aggevulá. Alto, in- mbòppe.
Agghindare mbupazzá. Alto, su in- capammónde.
Aggiudicare agghiurecá. Altrimenti se no.
Aggiungere agghiónge. Altro agg.m. atu; pl. ati; f. ata, pl. ate.
Aggiunto agghiùnde. Altro, l‟- quidd’àte, f. quédd’ata.
Aggiustare accunżá. Altrove a n’atu pizze.
Aggobbire aggubbá. Alzare auzá.
Aggomitolare ngaravugliá. Alzarsi presto auzàrse cu lu penżjére.
Aggranchiare aggrangá. Amarire nnammarí.
Aggranchire arruzzulí. Amarognolo agg.m. amaruósteche, f.
Aggrottare ngrespá. amaròsteche.
Aggrovigliare ngatená. Ambedue agg.m. tutteèddùje, f.tutteèddòje.
Agire aggí. Ambientare ambjèndá.
Agito aggíte. Ambiente triste murtòrje.
Agitare acetá. Amen ammènne.
Agitare recipienti revressecá. Amico amiche, pl. amice.
Agretto agrulílle. Amico intimo amiche stritte, f. amica
Agro acre. strétte.
Ahó! ó. Amido mbòseme.
Aiutare ajutá. Ammaccare ammahagná, ammatundá.
Aiutare a mettere un peso addosso mbónne. Ammaestrare ammajstrá.
Aldilà a l’atumúnne. Ammaliziare mmalezzjá.
Alfabeto arfabbéte. Ammansire ammanżí.
Allacciare allazzá. Ammansito ammanżíte.
Allagamento allahamènde. Ammassare arregliá.
Allagare allahá. Ammassato arregliàte.
Allappato raspènde. Ammasso réglie.
Allegare allehá. Ammattire mmattí.
Allegrezza prjézze. Ammattito mmattute.
Allegria allegrézze. Ammattonato matunáte.
Allentare allaścá, allendá. Ammazzare murí accise.
Allineare allenjá. Ammesso ammísse.
Allogare allucá. Ammettere ammétte.
Alloggiare alluggiá. Ammodernare ammuderná.
Allontanare allundaná. Ammodernato ammudernáte.
Allontanarsi írsene lundane. Ammogliare accasá, nżurá.
Allontànati! sciarappe! Ammoinare ammujná.
Allora ndanne.
250
Ammollare métte a spunże. Ammuffire perí.
Ammorbidire ngenerí. Ammuffito perute.
Ammorbidito ngenerúte. Ammutolire ammupí.
Ammortare ammurtá. Ammutolito ammupúte.
Ammosciare ammusciá. Amoreggiare fá l'amóre.
Ammucchiare ammunduná.
ANNO - MESI- GIORNI - ORE - STAGIONI
A la refreścáta, abbríle, Accannelóre, ajére, ajérematíne, ajéressére, anne, anne che véne,
annecjédde, auànne, aùste, autànne, bbòmmèspre, calá la cumbjéta, calàte re lu sóle,
caperànne, caperevjérne, cavallóne, cóndratjémbe, crajaròtte, crajassére, craje, craje a lu
juórne, crajmatíne, cumbjéte, cundróre, fá nòtte, frubbàre, gghiurnàte, ggiugne, ggiuverì,
innàre, juórne, juórne accussì, juórne juórne, juórne re féste, jurnàte, luglie, lunnerì, magge,
marterì, marze, matenáte, matine, matutíne, mbónde re juórne, melídde, melóne, men żìle,
merculerì, mesarjédde, mése, mése ca trase, mése mése, mèzzahúste, mìse, mjézzejuórne,
mufalánne, musére, ndra lume e lustre, nèura sére, ngape a l'anne, nnàlbbse, nóve, nu pjézze
re lu mése, nuttàte, nuvèmbre, óje, Pasqua rusàte, pasquarèdde, peścràje, peścrìdde,
primamatíne, primmavére, quarandóre, quatt'anne, ra n'anne ngap'a n'ate, re juórne, re state,
recèmbre, restèrze, retèrze, rinde state, rinde vjérne, ruméneche, sàbbete, sére, settemáne,
settèmbre, sólelijóne, staggióne, stammatíne, state, Tuttelisánde, uttóbre, veggílje,
vendequattóre, vendóre, vernàte, vernerì, verníje, vjérne.
Analfabeta nnalfabbéte. Anestesia addòbbje.
Analisi nàlese. Anestetizzare addubbjá.
Anche cong. pure. Angioletto angelícchie.
Ancia varóle. Angolino pizze.
Ancora angóre. Angolo àngule.
Andante andànde. Angoscia anguscie.
Andar di volta il cervello nfucá la zélle. Angoscioso angusciúse, f. anguscióse.
Andarci capé. Anima spirata ànema ssciùte.
Andare gghí, íre. Annacquare nnacquá.
Andare a letto agghiazzá. Annebbiare ndruvelá.
Andare di casa in casa case case, casarjá. Annegare annehá.
Andare di traverso nżuccá. Annerire annùurí.
Andare e venire íre e mení. Annichilire tassá.
Andare in cerca íre spjértete. Annodare annurecá.
Andare in giro curunjá. Annuire azzenná re sí.
Andare via smammá. Annusare naśchiá.
Andarsene iresínne. Ansia ànżje.
Andarsi a far benedire allecciá. Anteriore re nande.
Andarsi a perdere nghiavecá. Anticaglia cuócce vjécchie.
Andata jute. Anticamente andicamènde.
Andato gghiute, jute. Antichità andechetá.
Andato e venuto jute e menute. Anticipare ndecepá.
Andatura cammenatúre. Anticipo andícepe.
Andiamocene jammecínne. Antico andíche, pl. andíce.
Aneddoto anètete. Antipatia andepatíje.
251
Antiquato andequáte. Approvare appruvá.
Anziché anżecché. Appuntamento addate, appundamènde.
Anzitempo prime re lu tjémbe. Appuzzare mbuzzulendí.
Anzitutto prime re tutte. Appuzzato mbuzzulundúte.
Aperto apjérte; f. apèrte. Aprire aprí.
Apoplettico puplètteche. Aprirsi con impeto del canale sburrárse.
Appaiare accucchjá. Arciprete acciuprèute.
Appaltare appaldá. Arco arche; pl. àrquere.
Appaltatore appaldatóre. Arcuare ngunnulí.
Appannare mbanná. Arcuato ngunnulúte.
Apparecchiare métte la tàvele. Ardere appecciá.
Apparentare apparendá. Ardimento ardemjénde.
Apparire farse veré. Ardire tené curagge.
Appartare métte ra parte. Argentato argendáte.
Appartenere fá parte. Argento argiénde.
Appassionare appassjuná. Argomento argumènde.
Appassire ammusciá. Arido sícche, f. sécche.
Appena agguajtepéne. Ariella (zona curvilinea lungo la
Appena appena agguàje agguàje. passeggiata del Castello) Arjèdde.
Appena in tempo juste-juste. Arioso arjùse; f. arjóse.
Appendere appènne. Aritmetica retmèteche.
Appesantire appesandí. Armacollo armacuódde.
Appesantito appesandúte. Armaiolo armajuóle.
Appeso appíse; f. appése. Armonia armuníje.
Appestare mbestá. Armonica a bocca urganètte.
Appiccicare appezzecá. Armonioso armunjuse;f. armunjóse.
Appiccicaticcio appezzecatízze. Arnesi arníse.
Appiccicoso appezzecúse, f. appezzecóse. Arrabattare rarse ra fá.
Appisolarsi appapagnárse. Arrabbiare arraggiá.
Appisolato appapagnáte. Arrabbiatura ngujatatòrje.
Applaudire vatte re mmane. Arrampicarsi ngarpenárse.
Applauso vattute re mane. Arrangiamento arrangiamjénde,
Applicare appellecá. mbattamjénde.
Appoggiacapo appójacape. Arrangiare mbattá, ngiarmá, ścambuljá.
Appoggiare appujá. Arrendere arrènne.
Appoggio appuóje. Arrendevole ca s’arrènne.
Appositamente appòste appòste. Arreso arrennúte.
Apposta re pusetíve. Arrestare fermá.
Appostare appustjá. Arretrato attrassáte.
Appostarsi fá la micce, fá la pòste. Arri! arré!.
Apprendere apprénne. Arricchire arrecchí.
Appressare arrepá. Arrivare arruvá.
Appresso apprjésse. Arrivare all‟improvviso azzuppá.
Approfittare apprufettá. Arrivederci stàmece bbéne, stàteve bbuóne,
Approfondire apprufundí. statte bbuóne.
Appropriarsi appruprjárse. Arrossare revendá russe o rósse.
252
Arrotare ammulá. Atterrato ṡbattùte re cuórpendèrre.
Arrotino ammólafuórbece. Attestare accapezzá.
Arrotondare attunná. Attiguo accuóste.
Arrovellare rusecá chiuóve. Attizzare stuzzenjá.
Arroventato fatte fuóche. Atto notarile strumènde.
Arrugginire arruzzí. Attorcigliare ndurcemegliá.
Arrugginito arruzzúte. Attorniare atturnjá.
Arruolato arruláte. Attorno attuórne.
Arso arseculúte. Attraversare ṡbraccá.
Articolo artìcule. Augurare ahurá.
Artificio artefìzzje. Augurio ahùrje.
Artigiano artíste. Augurio di buona crescita crisce....cri.
Artigiano poco abile uastamestjére. Aumentare aumèndá.
Ascensione Ascenżjóne. Automatico atumàteche.
Asciugare assucá. Automobile màchene, ratamòbbele.
Asciutto assutte. Automobile di lusso machenóne.
Ascoltare annaselá, ndènne. Automobile per bambini poppò.
Asfaltare asfaldá. Automobilina machenètte.
Asfalto asfalde. Avanti nnande.
Asilo recjétte. Avanti e dietro nnande e ddréte.
Asineria ciucciaríje. Avanzo spezzóne.
Aspettare agguardá. Avarizia stengiaríje.
Aspettare con ansia spandecá. Ave Maria Aummaríje.
Aspro rappuse, f. rappóse. Aver caldo pegliá statíje.
Assaggiare attrajá. Aver voglia di qualcosa ascí lu jate.
Assaggio assagge. Avere avé.
Assai numunne. Avere a che fare con qualcuno o qualcosa
Assaporare assapurá. cummatte.
Assembramento ggendòrje Avere molta fame allupá.
Assestare chiavá. Avere tra le unghia avérógne.
Assoggettare assuggettá. Avere voglia (volontà) nguzzá.
Assomigliare assumegliá. Avere voglia di qualcosa mení lu ràngule.
Assommare assummá. Avuto aùte.
Assonnare appasunná. Avvampare abbambá.
Assopirsi appapagnárse. Avvelenare abbelená.
Assorbire assuppá, attrappá. Avvenire 1.s.m. abbeníre; 2. v. abbení.
Assordare nżurdí. Avventurare abbendurá.
Assottigliare assuzzá. Avverare abberá.
Assunta Assunde. Avvertenza abbertènże.
Astensione astenżjóne. Avviare abbijá.
Astrologo stròleghe. Avvicinare abbecená, azzeccá.
Attaccare attaccá. Avvicinare la bocca ad un recipiente
Attaccare briga fá lòtene. accapuzzá.
Atteggiarsi maffjá. Avvicinarsi troppo arrenżá.
Attenti attènde. Avvilire abbalí.
Attento attjénde. Avvinghiare aggranfá.
253
Avvio abbíje.
Avvisare abbesá.
Avviso abbíse.
Avvitare abbetá.
Avvocato ahucate.
Avvolgere arravugliá.
Avvolgimento disordinato arravuóglie.
Azionare azziuná.
Azione azzióne; pl. azziùne.
Azzeccare ngarrá.
Azzimare azzemá.
Azzittire fá stá citte.
Azzopparsi azzuppárse.
Azzuffare acciuppejá.
254
abàu pòpònne. Basare bbasà.
B abele bbabbéle.
acetto vasílle.
achelite bbacalíte.
Baciamano vasamáne.
Baciare vasá.
Basculla bbaścùglie.
Basolato acchiangáte.
Basolo chianghe.
Basta abbaste, avaste.
Bastaio vardare.
Bacio vase. Bastante avastánde.
Bacio alla francese vase a pizzechílle. Bastare abbastá, avastá.
Badare abbará. Bastonare nżagagliá, paljá.
Bagaglio bbahaglie.
Bagnare abbagná, ammuddá, nfónne. Bastonato nżagagliàte, paljàte.
Bagnato p.p.m. ammuddáte, muódde, Bastonate palate.
nfùsse, f. mòdde, nfósse. Bastonatura paljàte.
Bagnetto bbagnecjédde. Bastonatura eccessiva paljatóne.
Baionetta vajnètte. Bastoncello mazzarèdde.
Ballare abballá. Bastoncino bbastungjédde.
Ballerino bballaríne. Bastone mazze.
Balsamo bbàlzeme. Bastone nodoso paròcchele.
Balzare zumbá. Batista bbattíste.
Balzellare zumbjá. Batosta ścòppele
Bambagia vammace. Battaglio vattáglie.
Bambinello Gesù Bbammenjélle. Battere vatte.
Bambolotto bbambulòtte. Battere al gioco ścórre.
Bancale bbanghe luónghe. Batteria (fuochi d’artificio) bbattaríje.
Bancarella bbangarèdde. Battesimo bbattézze.
Banchetto bbanghètte. Battezzare vattjá.
Banco bbanghe. Battibecco lòtene.
Bancone bbangóne. Batticuore vattecóre.
Bandire mená lu bbanne. Battimano vattemáne.
Banditore bbannetóre, pl. bbannetúre. Bàttola tàccquele.
Bando bbanne. Batuffolo ggliuómmere.
Bandolo cape re la matasse. Beato mmjáte.
Bara tahùte. Becchino ścattamuórte.
Baracca bbarrácche. Beffa làja.
Baraccone bbarraccóne. Beffeggiare fá la làja.
Baraonda bbarahónne. Bega mbéche.
Barbetta pezzètte. Beh! mbè.
Barca bbarche. Belvedere bbèlleveré.
Barcaiolo bbarcajuóle. Ben presto mòmbrèste.
Barchetta bbarchecèdde. Benchè pure ca.
Barcollare strummeljá. Benda fasse.
Barcolloni strummeljùne. Bendare fassá.
Barista caffettjére, f. caffettére. Bene bbuóne.
Barlume lucia rébbele. Benedetto bbenerítte, f. bbenerétte.
Baronessa bbarunésse. Benedire bbeneríce.
Baronia bbaruníje. Benedizione bbenerezzjóne.
Baruffa alletetórje.
255
Benino bbunarjédde, bbunarèdde. Benvenuto bbòmmenute.
Benservito bbènżérvíte. Bere bbéve, véve.
Bensì bbenżí.
BEVANDE
Accquàte, acìte, ànnese, café, lehuóre, melàzze, muścatjédde, rangiàta, rumma, rusòlje,
sàjte, spìrete, vèrmutte, vine, vine lammeccáte.
Bollire vódde.
Bere dal recipiente accapuzzá. Bollito vuddute.
Bersaglio bbressaglie. Bollore vudde.
Bestemmia jastéme; pl. gghiastéme. Bombardare bbumbardá.
Bestemmiare jastemá. Bombardino bbumbardíne.
Betoniera bbidònjére. Bomboniera bbumbunjére.
Bevibile ca se póte bbéve. Bonariamente bbunariamènde.
Bevuta véppete. Bontà bbundá, bbunézze
Bevuto vevute. Borbottare bburbuttá.
Biancastro janguójne, f. jangòjne. Bordello bburdèlle.
Biancheria bbiangaríje, panne. Boria vjénde.
Biancheria mal lavata panne nguzzecúte. Borsaiolo manulèste.
Bianco janghe. Botta taccarate, fig. bbòtte.
Bianco, in- mbianghe. Bottaio secchiàre.
Biascicare ammagliá. Botte mazze.
Biberon bbibbèrò. Botte da orbi taccherjàte.
Bicarbonato carbunáte. Bottega putéha.
Bilancino velanżóne. Bottegaio putéháre.
Bioccolo fiòcche. Bottino bbuttíne.
Bisbigliare parlá citte citte. Botto, di- refuháte.
Bisognare abbesugnà. Braccetto, a- sòttabbràcce.
Bisogno abbesuógne. Bracciata vrazzàte.
Bisognoso abbesugnúse. Braccio, in- mbrazze.
Bisticciare acciuppejá. Branca granfe.
Bisticcio acciuppiatòrje. Brancata ggranfate.
Bisunto bbesùnde, f. bbesónde. Brandello zénżele.
Bizzeffe, a- a bbezzjéffe. Breccia vrécce.
Bloccare bbluccá. Bricia frìcule.
Blusante sblusate. Briciolo friculícchie.
Boccata vuccate. Brigadiere bbrehatjére.
Boccetta bbuttegliòzze. Brigante bbrehande.
Bocchino bbucchíne. Brindare fá lu bbrínnese.
Bocciare sbucciá. Brindisi bbrínnese.
Boccino pallíne. Brivido di freddo freddegliàzze.
Bocconcino muzzechícchie, vuccungjédde. Broncio musse luónghe.
Boccone mùzzeche, vuccóne, pl. vuccune. Brontolare musechjá.
Boccone difficile da inghiottire nżuccuse. Bruciacchiare agghiaurá.
Boia bbóje. Bruciare abbrusciá, sarde.
Bollare bbullá. Bruciato sardute.
Bollente vuddènde.
256
Bruscolo śchìve.
Bubbola pallóne, pl. pallune.
Bucare vucculjà.
Bucato panne ra lavá.
Buccolo bbòcchele.
Buchino vucculícchie.
Buco vùcchele.
Buggerare bbuzzará.
Bugia bbuscíje, panżònje.
Buio squríje.
Buona intenzione bbóna ndunáte.
Buona nomea bbóna nnumenáte.
Buonafede bbónafére.
Buonanima bbónàneme.
Buonanotte bbónanòtte.
Buonasera bbónasére.
Buongiorno bbòngiòrne.
Buonsenso bbònżènże.
Buontempo bbóndjémbe.
Burattino bburrattíne.
Burla ṡghérze.
Burlare ṡgherzjá.
Burrone vaddóne.
Buscare abbuścá.
Buscherare bbuzzará.
Bussare tuzzulá.
Bussata tuzzuláte.
Busso tuózzele.
Busta angalòppe.
Buttare mená.
Buttero vùttere.
257
C
abina ggabbíne. Calzatoia zeppecèdde.
acciare cacciá. Cambiare cangiá.
adavere catáfrje. Cambiare lenzuola o vestiti mmutá.
adere caré. Cambio cámbje.
Cadere di lato mmuccá. Cambio di indumenti mmutate.
Caduta carute. Cameriere cammarjére; f.cammarére.
Caduta rovinosa azzuóppe. Camion cámmje.
Cafone zaccquáre, zàmmere. Camionista camiuníste.
Cafonesco cafunéśche. Camminare a stento rachenjá, trachenjá.
Cagione caggióne. Camminare di buon passo tracchjá.
Cagliare quagliá. Campana cambane.
Calare di peso sfreddá. Campanella cambanèdde.
Calcare accalecá. Campanello cambanjédde.
Calcestruzzo caucèstrúzze. Campanile cambanáre.
Calciare caucìá. Campare cambá.
Calcio càuce. Campionario cambiunárje.
Calcolare calculá. Canaletti portanti acqua al mulino
Calcolo càlcule. ggurre.
Calderaio cónżacauráre. Canapa cánneve, stóppe.
Calesse sciarabbálle. Cancan canganne.
Calligrafia ścretture. Cancellare ścangellá, ścassá.
Calmante calmande. Cancellino cassíne.
Calmare accalemá. Candela cannéle.
Calpestare ciambjá. Cannonata cannunáte.
Calpestìo truppetízze. Cannuccia cannuzze.
Calzante accarènde. Cantare candá.
Calzare (fig.) accaré. Cantilena candeléne.
CANTINA
Acciaccá, acciaccatóre, agliàneche, agliàteche, àmmele, bbucchjére, bbutteglióne,
bbuttegliúne, bbuttiglie, cacóne, cannédde, carràre, chjérchie, chirchie, cruste, cupjérchie,
fiaśche, fiaśchjédde, ggiarne, ggiarnetèdde, gguttapèrghe, gradde, jure, lammeccá, luvá
l'ùppele, luvá la crùste, mandégne, mbagliatèlle, mercióne, mmuste, mmuttá, mulìdde, mute cu
la rézze, nżeppá l'ùppele, óppele, perètte, perettjédde, perjétte, raciuóppe, raciuóppe scinde o
allàśche, rameggiàne, rameggianèdde, ramòste, rióle, róve, ruàgne, sécchie, secchióne,
strénge, strengetóre, strengetúre, struìdde, tenèdde, tenjédde, terá, turàccele, ùppele, ùppele re
suórve, varrecjédde, varréle, varríle, vascijédde, venàzze, vine, vótte, vuttucèdde, vucàle,
zulufarjélle.
Canto cande, zinne. Capacità sua musse suje.
Cantone candóne, pl. candune. Capacità tua musse tuje.
Cantoniere candunjére. Capannello cròcchie.
Cantuccio zennecjédde. Capigliatura capeddére.
Canzoncina canżungèdde. Capintesta capendéste.
Canzoni canżùne. Capire avvèrtí, capí.
Capitare capetá, ngappá.
Canzoniere canżunjére. Capitare male malecapetá.
258
Capitombolo ścazzematómmele. Carezza carízze.
Capo cape. Caricare carrecá.
Capo, sul- ngape. Caricare la mano ngará la mane.
Capobanda capebbànde. Caricatura carrecatúre.
Capocchia capuzzèdde. Carico càrreche.
Capoccia capaddòzzje. Carnevale carnuvále.
Capofamiglia cape re famíglie. Carnevaletto carnuvalícchie.
Capoguardia capeuàrdje. Carovana caraváne.
Capomastro capemáste. Carpentiere carpendjére.
Caporale capurále. Carponi struscenjùne.
Caporione capurjóne. Carraia carrare.
Capotavola capetávele. Carriera, di gran- alangarrére.
Capovolgere capuvutá, métte capesótte. Carro traíne.
Capovolto capevutáte, misse capesótte. Carrozzella carruzzèdde.
Cappietto cacchióle. Carrucola taròzzele.
Cappottare accapputtá. Carte carta.
Capriccio crapìcce. Carta d’identità tèssere.
Capriola ścazzematómmele. Cartacarbone cartacupiatíve.
Carabiniere carbunjére. Cartaio cartare.
Carattere somatico pétene. Cartastraccia cartastrázze.
Caratteri di scrittura minutissimi Cartasuga cartassucánde.
Cartello cartjédde.
cacatèdde re móśche. Cartoccio cuóppe.
Carbonaio caravunjére. Cartoccino cuppetjédde.
Carboncello caravungjédde. Cartolina cartullíne.
Carbone caravóne, pl. caravúne. Cartoncino cartungíne.
Carbonella caravunèlle. Cartoni cartune.
Carestia carastíje.
IN CASA
Ammubbeljá, angìne, angínere, angòljére, anguljére, annèttapjére, appójafjérre, arche re
préte, armàgge, armàtje, assucapánne, attarúle, bbagnaróle, bbalecóne, bbalìgge, bballatúre,
bbaùglie, bbiangàríje, bbuffètte, bbùssele, calamàre, calamarére, calascìne, calennárje,
camìne re la ciummenére, cammacámmere, cammarèdde, cammaróne, càmmere, càmmere
r'àrje, canalóne, candìne, cangeddúzze, cangjédde, canneljére, capezzére, carafóne,
casarèdde, casarjédde, cascetèdde, cascettóne, cascie, cascióne, case, càsere, càsete,
cassciabbànghe, casùcce, casuóppele, cataráttele, catenjédde, caurarcjédde, cauràre,
cauzatúre, cèleme, cendrecjédde, cèsse, céste pe li panne, chianghèdde, chianghjédde, chiava,
chiavìne, chimjénde, cìccile, ciste, cistjédde, ciummenére, còfene, cónghe, cróce, crucefìsse,
culunnètte, cumò, cundatóre, cungjérte, cùnnele, cunżóle, cuócce re la mmunnézze, cupèrte,
cupèrte re péle re cunìglie, cupertèdde, curnecióne, curréte, curretúre, cuscéne, cuscenjédde,
cuscìne, érmece, fasciédde, ferrjàte, fjérre pe stuzzenjá, frabbecá, fucàgne, fucuríle, funèste,
funestrèdde, funestrjédde, funustróne, fuórfece, furbecètte, furnacèlle, furnacètte, furnìdde,
grare, ìrmece, janghjá, jttatúre, jusciatúre, juse, jusìdde, lambarúle, lambe, lambìne, làmmje,
làmmje a crucére, landèrne, lavandíne, lebbraríje, lenżòle, lenżùle, lenżulícchie, letràtte,
lettecjédde, ljétte, lucére, lùcia, lùcia a uóglie, lume, lume a cambàne, lume a ttubbe,
mandarèdde, mande, maneglióne, mappíne, maścatúre, maśche, maśchètte, mascìne, matóne,
259
matóne facciavíste, matrèlle, matunácce, matunáte, matùne, matunèlle, mbeciàte, mbrèlle,
mènżele, mèzzaníne, mmuttíte, mòbbele, mòneche, mubbìlje, mùrere, murtàle, musàle,
natìcchiele, ndebbiatúre, nderlíne, ndile, ngeratíne, ngòscie, pacche, pannètte, pannùcce,
passamáne, pére re vacìle, pèrteche, pertùse, pesciatúre, piattàre, pjérestálle, pónde,
pulutróne, purtèdde, purtèlle, purtellúzze, purtóne, purtungíne, quartìne, quatre, radijcèdde,
ràdje, ramére re lu ljétte, reggióle, renàle, resvéglie, revàne, rubbenètte, rumanèlle, ruvutá lu
titte, saccóne re frusce, saccungjédde, salvjètte, ṡbarre, ṡbattepánne, ścale re la pòrte,
ścalédde, ścalefaljétte, ścamùzze, ścànnele, ścannelètte, ścarajàzze, ścarrupá, ścarrupízze,
ścascìzze, ścure, sègge, seggióle, seggiulédde, settemaníne, spaddére, spannetúre, spógne,
stanżóne, stepóne, stójavócche, struculatúre, stucchie, succòrpe, suppìgne, ṡvrasciá,
tabbacchére, tàhule, tahulíne, terratóre, terratúre, tèste, testére, tettarjédde, tévele, titte,
tòneche, trafùcchile, travètte, tréppete, truócchele, tuvàglie, ungenùdde, vacìle, vàfje,
vammjére, vandàglie, vandeljétte, varre, varreláre, vitre, vócche r'òpere, vracjére, vrasce,
zepèppe.
Casa, in- nde case. Cedere da un lato mmuccá.
Casaccio, a- a ccapuócchie. Cedevole cerévele.
Cascare caré. Cedola cétele.
Casereccio fatte ngase. Ceffone ścaffóne; pl. ścaffune.
Caso, per- pe ścange. Celebrare celebbrá.
Caspita! azzo!. Celebre cèlebbre.
Cassetta cascètte. Celere cèllere.
Cassettina cascetèdde. Cenere cénnere.
Cassiere casscjére. Cenerina ajníce.
Castagnaio castagnáre. Cenno azzínne.
Castello Castjédde. Censimento cenżèmènde.
Castigare ggastegá. Centenario cendenárje.
Castigo gastìghe. Centesimo cendèseme.
Cataclisma cataglísme. Centrale cendrale.
Catafascio ścatasce. Centrare cendrá.
Catorcio catuórce. Centro céndre
Catramare catrammá. Centuplicare cenduplecá.
Catrame catràmme. Cercare cercá.
Cattiva azione malazzióne. Cercare di raggiungere migliori obiettivi
Cattiva intenzione mala ndunate. ngarpetjá.
Cattiva nomea mala nnumenáte. Cercare di trarre, dire o dare notizie
Cattiveria malecóre. sfrangeljá.
Cattolico cattuóleche. Cercare di vedere veré abbré.
Cavalcioni, a- a la sciangúle. Cerchietto chirchitjédde.
Cavalleria cavallaríje. Cerchio chirchie, pl. chjérchje.
Cavalluccio, a- ngaracòsse. Cercine sparre.
Cavillare peljá. Cereo re cére.
Cavillo pile. Cerniera meccióne, pl. mecciune.
Cazzottata cazzuttjàte, pujnjàte. Cerniera a incastro fundícce, vertécchie.
Cazzotto pùjne, pl. pójne. Cernita scèute.
Cedere cère. Cero ceròggene.
260
Cerotto sparatràppe. Ciacche ciàcchete.
Cervaro Ceruváre. Ciancia ciange.
Che 1.cong. ca; 2.pron. ché. Cianfrusaglia scerpetáglie.
Che azioni! ché zziune! Ciarla sciòscele.
Che centra? Ché ciazzécche?. Ciarlare ciauljá.
Che sia benedetto bbeneríche! Ciarpame nfratte.
Che vuoi ggnó... ggnó. Ciascuno perune.
Che vuoi? ché bbuó? Cibaria in grande quantità mangiatòrje.
Chèque cécche. Cicca muzzóne, pl. muzzune.
Chiacchierare chiacchirjá. Cieca, alla- a la cecúne.
Chiarire acchiarí. Cigolare stredá.
Chiarore lucése. Cima, in- mbónde.
Chiedere cercá. Cimitero cambesánde.
Chierica chìreche. Cinematografo cenematòcrefe.
Chiesa chjésje. Cinghia curréje.
Chiesuola chisjóle. Cinghiare cegná.
Chinare calá. Cinghiata cegnate.
Chiodato cu li chjuóve. Cinturino cendulíne
Chiodo della trottola chiuvìzze. Ciocca chiòcche.
Chiromante nnevenatríce. Cioè ciuvè.
Chissà attàsce, atté, chisá. Ciottolino vreccetjédde.
Chissà quando! mómó. Ciottolo vricce.
Chitarra catarre. Ciottolone vreccióne, pl. vrecciune.
Chiudere chjure, serrá. Circolazione cerculazzióne.
Chiudere gli occhi e contare nel gioco Circuire zengarjá.
del nascondino celá. Circuizione turnjélle.
Chiudersi di un canale ammarrárse. Cisposo papuse, ścazzùse, f. papóse,
Chiunque chiggnùnghe. ścazzóse
Chiusino puzzètte. Citare cetá.
Ci ce. Città citá.
Ci,non- nge.
CITTÀ - CITTADINI
Accrjése, accríjse, Amèreca Bbóne, Bbònżàgre, bbulugnése, bbuvenése, bbuveníse, delecetése,
delecetíse, fiurendíne, frangése, frangíse, fuggiane, merecáne, mundahutése, mundahutíse,
mundeliunése, mundeliuníse, napuletáne, pannése, panníse, recéśche, reciśche, sandahatése,
sandahatíse, sguìzzere, spagnuóle, taljàne, tuścane, ursarése, ursaríse.
Città, in- ngitá. Codesto m. quissu, ssu, pl.quisse, ssi; f.
Cìttadinanza citadenànże. quéssa, ssa, pl.quésse, sse.
Cittadino citatìne. Cognome cúme se métte.
Ciuccio ciucciòtte. Colare culá.
Cloaca curvache. Colazione culazzióne.
Cocca zénne. Collaborare cullabburá.
Coccio cuócce. Collega culléhe.
Cocente cucènde. Collegare cullehá
Collegio cullègge.
Collo, in - nguódde.
261
Collocare cullucá. Compenso cumbènże.
Colmatura acculematúre. Competere cumbète.
Colmo accùleme. Compiacere presciá.
Colonna chelònne. Compiaciuto presciàte.
Colonnello culunnèlle. Compiere cónghie.
Colore culóre, pl. culure. Compire purtà a la fine.
Colorito culóre. Compiuto chinghiùte.
Colpevole culpévele. Compleanno cumbljànne.
Colpire ngòglie. Completare cumbletá.
Colpire allo stomaco ndummacá. Complicare cumblecá.
Colpito nguóvete. Complimento cumblemènde.
Colpo con le nocche delle dita sulla testa Complottare cumbluttá.
caròcchie. Comportamento aggíre, cumburtamènde.
Colpo violento bbuffettóne. Comportarsi stupidamente stupetjá.
Coltellata curteddàte. Comprare accattá.
Comandamento cumannamènde. Comprare alimenti poco per volta accattá
Comandare cumanná. a ffriśche a ffriśche.
Comare cummàre. Compratore cumbratóre, pl. cumbratúre.
Combattente cumbattènde.
Combattere cumbàtte. Comprensibile cumbrènżibbele.
Combinare accquaquagliá, cumbená. Comprensione cumbrenżjóne.
Combinazione cumbenazzióne. Compromesso cumbrumésse.
Combriccola cumbrìquele, cricche. Compromettere cumbrumétte.
Come cúme. Comune Cummùne.
Cominciare accumenżá, ngepjá. Comunicare cummunecá.
Concentrare cungendrá.
Cominciare a imparare ndrenżecá. Concepire cungepí, ngenetá.
Comitiva cumetìve. Concertare cungertá.
Comizio cumìzzje. Concertino cungertíne.
Commettere cummétte. Concerto cungjérte.
Commosso cummòsse. Concesso cungèsse.
Commovente cummuvènde. Concetto cungètte.
Commuovere cummuóve.
Comodità cummeletá. Conciare accunżá.
Comodità, per- pe requèsete. Conciare male lazzerjá.
Comodo còmmete. Conciliare cungeljá.
Compagnia cumbagníje. Conciliatore cungiliatóre.
Comparatico cumbarízzje. Concittadino pajsàne.
Compare cumbare. Concludendo a la fine re li cunde.
Comparire cumbarí Concludere cunghiùre.
Conclusione cunglusióne.
Comparsa cumbarènże. Concluso cunghiute.
Comparso cumbarse. Concordare cungurdá.
Compassione cumbassióne. Concordia cungòrdje.
Compatire cumbiatí. Concorso cungòrse.
Compenetrare cumbenetrá. Condanna cundanne.
Compensato cumbenżáte. Condannare cundanná.
262
Condiscendere cunnescénne. Congelare ferrá.
Condizione cundezzióne. Congelato ferrate.
Condoglianze lu salute. Congiuntura chignundúre.
Confarsi cunfàrse. Congiura cungiúre.
Confermare cunfermá. Congrega cungréha.
Confessare cunvessá. Connettere cunnètte.
Confessare reati vummecá. Conoscenza canuscènże.
Confessionale cunfessiuníle. Conoscere canósce.
Confessore cunfessóre. Conquibus quibbusse.
Conficcare feccá, mbezzá. Conquista cunguíste.
Confidare cunferá. Consacrare cunżacrá.
Confidenza cunferènże. Consapevole cunżapévele.
Confinante cunfenànde.
Confondere cunfónne. Consegna cunżégne.
Confortare cunfurtá. Conseguenza cunżuhuènże.
Confrontare cunfrundá. Consenso cunżènże.
Confronto cunfrónde, facciaffrùnde. Consentire cunżendí.
Confronto, in- affrónde. Conservare stepá.
Confusione ammujne. Considerare cunżederá.
Congedare cungerá.
Congedo cungére. Consigliare cunżegliá.
Congegnare cungegná. Consiglio cunżìglie.
Congegno marcangégne.
CONTRADE
Abbuvuratúre, Acqua sàuze, Alvanjédde, Àrje re lu Cummúne, Bbruścafáve, Cannuzze,
Castjédde, Ceruváre, Chiattunáte, Chicuózze, Corréa, Crespegnáne, Créta janghe, Culèdde,
Cupe, Cutìzze, Èlece, Faìte, Féhe, Féhe Felítte, Felítte, Fra ścale, Fundàna Vècchie, Fundàne
re Cape, Fundàne Remàte, Furlàzze, Ggiardelúpe, Iardìne, Iazzàne, Irmeciále, La Sèrre, Lahe,
Lahe Vaddóne, Lame re Ciòce, Lame re San Custanże, Làmmeje, Lammícche, Lavèdde,
Lavèdde sóp'a lu Pónde, Leccetjélle, Macchiùne, Malandríne, Malannáte, Mandróne,
Marchètte, Marzìlje, Mezzàne, Mulìne, Mundàgne, Muścarjédde, Nardèlle, Nardùdde,
Pagliàre, Parùle re la Córte, Passe Pasquìne, Pe ścare, Peścóne, Pìscele, Puglìglie, Puzzìdde,
Raścahátte, Salacúne, Sàlece, Sanda Maríje, Sanda Maríje re lu Vòśche, Sandu Marche,
Sandu Pjétre, Sand’Uííje, Sandu Vìte, Sàrje, Sciarrélle, Ścugliarúle, Sjérre Natulíne, Sjérre re
la Cróce, Sjérre re lu Spedàle, Sjérre Varàlle, Sótte a la Ferruvíje, Tòbbje, Tremulízze, Vadde,
Vadde re la Cèrze, Vaddùne, Varrjàce, Vòśche, Vòśche Cutìzze .
Consistere cunżìste. Consumare cunżumá, strure.
Consistito cunżestùte. Consumato cunżumáte, strutte.
Consolare cunżulá. Consumo cunżume.
Consolo cunżuóle. Contabilità cundabbeletá.
Consorzio cunżòrzje. Contagiare ammeścá.
Constatare custatá. Contagio cundagge.
Consultare cunżultá. Contante cundande.
263
Contare cundá. Contorcimento turcenjàmjénde.
Conte cònde. Contorno cunduórne.
Contemplare cundemblá. Contrabbando cundrabbànde.
Contentezza cundandézze. Contraccambiare cundracambjá.
Contenuto quidde ca stá ddinde. Contrada cundrare.
Contessa cundésse. Contraddire cundraddíce.
Conticino cundecjédde. Contraffare cundraffá.
Contiguo azzìcche azzìcche. Contrariare cundrarjá.
Continuamente re cundìneve. Contrarietà ścámbele.
Continuare cundenuá. Contrario cundrarje.
Continuazione, in- ngundenuazzióne. Contrarsi arrunghiárse.
Continuo cundíneve.
Conto cunde.
IL CORPO UMANO
Abbrachí, abbracúte, accaluramènde, accattá, accèsse, acciungá, alá, ale, alìme, alleggerí,
alleggerúte, ammussá, anghjáte, annuhurúte, ascédde, ascí lu sanghe, assàleme, auníje,
aurécchie, auzá re spadde, auzàte re spadde, bbècche, bbóna carnascióne, bbrazze, bbubbóne,
cacagliá, cacàglie, cacarèlle, cadde, calecágne, caneglióle, cannaríne, cannaróne,
cannaruózze, cannetjédde, cannuóle, cape, cape re muórte, capédde, capellére, capetjédde,
capídde, capídde ngrefeljàte, caravógnele, caravúgnele, carnaggióne, carusá, carusáte, cautá,
ccéglie, cecalíje, cecceljàte, céche, cechíje, cecònne, ceglióre, celèbbre, cepódde, cervèdde,
cervjédde, cestefèleche, chelòstre, chiaha, chiahá, chiange, chiarfe, chigglióne, chiggliùne,
chine re ciamuórje, ciambe, ciambóne, ciambùne, ciamuórje, ciglie, ciónne, ciuche, ciurle,
còcce, còchele re l'uócchie, còneche, córe, córele, còsse, cózzeche, crepàzze, cufunatúre,
cuglie, cule, cule a ppòppe, culère, cullàsse, cunésse, cuócce melóne, cuódde, cuódde re lu
pére, cuórje, cuórpe, cuózze, curecjélle, cussóne, cussulédde, cutulá la cape, cuzzechélle,
cuzzètte, ddenócchie, ddéte, derrùtte, dunżélle, fá la tósse, fá lu sosònne, fá na vambe re
fuóche, facce, facce abbussacchjàte, faccenìure, faccia vérde, facciódde, farangíte, farfugliá,
féchete, fféle, fianghe, frajá, frevàcce, fréve, frevódde, frevóne, frónde, funnamjénde, fussetèlle,
ggaramèdde, ggeramjénde re cape, ggliuttí, ggurécchie, ggurèdde, gruppe nganne, hute, jate,
jate ca puzze, làgreme, lénghe, lengùzze, letterízzje, malatíje, male nganne, male re cape, male
re Sandu Vite, male sanghe, mana, mana rerìtte, mana stòrte, mangìne, manuzzèlle,
maràngule, materjàle, mbaccí, mbódde, mbracatúre, mbuddúzze, meddìquele, melìdde, ménne,
mennelícchie, mèrce, mèrche, mercùrje ggialle, merùdde, mése, mèuze, mmécce, mménne,
mmócche, mmóśche, mópe, muórte, mùpe, murraggíje, murí, murròjde, mursjá, murvìdde,
muśche, musse, musse cúm'a nu lèbbre, mussecjédde, mussícchie, mussídde, mustàzze,
mustazzjédde, mustazzóne, naśche, nase, nase felènde, nase ngrespáte, nasìlle, nassce, ndindì a
lu nase, ndrecchilúse, ndrippe, nfranżesáte, nfruvènże, nganne, ngenàglie, ngènete,
nghiummá, nghiurdárse, ngrefelá li capídde, ngummárse, nìure sótte a l'uócchie, njéhe, njérve,
njérvengalvaccáte, nnóreche, nnóreche re re ddéte, nóce re lu cuódde, nùreche a lu
stòmmeche, nżagná, nżangulendáte, óffele, ógne, òssere, osserecèdde, pacche re cule, pale,
panarízze, panżarèdde, panże, panżóne, papétele, paròcchele a re ddéte, patresuónne, pecóse,
pecùse, pèdde, peddécchie, pegliá àneme, pegliá na stòrte, pelàcre, pendùre, pepetjá, pére,
perùzze, pésce, pescelécchie, pescelícchie, péscia, pesciá, pesciarèlle, pescìne, petìggene,
petìnje, pezzecuórve, piche, pile, pìpele, pjére, pjétte, pìrete, pónde re lu rite, préne, prjémete,
264
pulmóne, pulmùne, pulmuníte, punde nìure, puórre, pupìzze, puppù, puze, rahanèdde, rangecá
nganne, ranghe, ràngule, raśche, rebbelézze, refjatá, reggestióne, regliuttá, regliùtte, regnùne,
relerá, rendatúre, rènde, rendùzze, rennetóre, renùcchie, rerùte, rescetá, resìpele, resperá,
ressanguá, retóne, retóne re lu pére, retúzze, revendá sicche o sécche, revutá re ggurèdde,
riabbéte, rine, rire, rite, rjénde, rjénde pezzùte, rjénde re nande, ròrme, rugne, rugnóne,
rulóre, rulùre, rulurícchie, rusecarédde, russá, rutèdde, sajàteche, sanghe, sangìve,
ṡbenemènde, ṡbení, ṡbusceljamjénde, ścacàcce, ścacazzá, ścàcche, ścacchetjédde, ścacchìá,
ścapuzzjá, ścazzíje, śchéne, sciangá la vócche, sciasciá, sciascianárse, scigliàte, sciòglie la
trézze, sciòvete, sciuglimjénde, ścummacerí, ścummacerúte, ścunucchjá, ścussá, ṡdegná re
ccòsse, ṡderrená, sefíleche, sèrchia, sfuóghe, sfuóghe a lu musse, ṡgalemá, ṡgangá, ṡghéletre,
ṡgrave, ṡgravetá, ṡguómete, sòpraffjàte, spadde, spangeddá, spangèdde, spangeddúzze,
spateddá, spelàte, spennárse la lénghe, sprupuósete, sputazzá, sputàzze, spute, stá malàte,
starnutjá, steglióle, stendìne, stenerecchjá, stengenárse, stengenjá, stòmmeche, stòrte, strappá
la pèdde, strappuljá lu stòmmeche, stumbóne, stummacá, sturcenjá, sucá la ménne,
sunnarjédde, suónne, surá, suràte, suratízze, surchjá, surde, surdìa, suróre, surrutá,
susenjédde, tagliá, tavéglie, techéddeche, techìddeche, teddechjá, terá lu jate, tòcche, tóssa
convulsíve, treppecèdde, treppóne, trippe, turàce, turcecuódde, tussá, tussàzze, tussélle,
ucchicjédde, ùffele, ugliarúle, ùlgere, ulíje, uócchie, uócchie abbussacchiáte, uócchie a la
frecagnóle, uócchie appappalúte, uócchie re triglie, uócchie sburràte, uócchie trambe, uósse,
uósse pezzìdde, urecchiùne, urèdde, ureddúzze, urte re tòsse, ussatúre, ussécchje, ussecjédde,
ussíche, vajuóle, vambóre, vangàle, vave, vavjá, vèste, vive, vócche, vócia ràuche, vrazze,
vrùscele, vruscelícchie, vucchélle, vummecá, vuómmeche, vuózze, vuózze nd'a la mbracatúre,
vutte re sanghe, vuzzecjédde, vvéne, zélle, zennjá, zuppíje.
Contrattare cundrattá. Coppia cócchie.
Contrattempo cundrattjémbe. Coprire accumegliá, ammandá.
Contravvenzione cundravenżjóne. Coprirsi del rame di una patina verde
Contribuire cundrebbuí. arramárse.
Contro cóndre. Coraggio curagge.
Controllare cundrullá. Corallo curadde.
Controluce cóndralúce. Cordaio zucare.
Controvoglia cóndravòglie. Cordicina curdèlle, zuculédde.
Contundere ammatundá. Cordiglio curdóne.
Contuttoché cu tutte quèsse. Cordoncino curdungíne.
Convenienza cummenjénże. Cordone curdóne.
Convenire cummení. Coriandolo curjàndele.
Convento cummènde. Coricare culecá.
Conversare cummersá. Cornice curnìce.
Conversazione cummersazzióne. Corona cróne.
Convincere cummínge. Corpo, in- nguórpe.
Convinto cummínde. Corpus Domini Cuórpesdòmene.
Convito festíne. Correggere currègge.
Convitto cunfítte. Correggere una persona currígge.
Corrente currènde.
Convivere stá nżjéme. Corrente elettrica currènda lètteche.
Coperto ammandáte. Correre córre.
Copiare cupjá. Correttezza currettézze.
265
Corri corri curre-curre. Criticare treddecá.
Corriera currjére. Croccante rusecarjédde, f. rusecarèdde.
Corrispondere currespónne. Crocchia tuppe.
Corrompere currómbe. Crocchio cròcchie.
Corso curse; f. córse. Croce cróce, pl. cruce.
Corteggiare curteggiá. Croce, in- ngróce.
Corteo curtéhe. Crocetta crucètte.
Cortesia curtesíje Crollare ścarrupá.
Corto curte. Cronico cròneche.
Corto, a- accurte. Crostare ngruścá.
Cosa cóse. Cuccagna pàleje.
Cosa da niente caperezevecjénże. Cucchiaiata cucchiaráte.
Cosa fatta alla meglio papuócchie. Cuce e scuce ngóse e ścóse.
Coscienza cuscjénże. Cuci e scuci nguse e ścuse.
Cose non riuscite fetécchie. Cucinameli cuóciammílle.
Cose piccolissime nghiasídde. Cucire pundjá.
Così accussì. Cullare nazzecá.
Così e cosà accussì e accuddì. Cumulo réglie.
Così sia accussessíje.
Cosicché cusecchè. Cuocere appena appena ścaglindá.
Cosina cusarèdde. Curiosare curiusá.
Costà ddóche. Curiosare su tutto spruná.
Costare custá. Cursore linguètte.
Costei quéssa ddó, quéssa, ssa. Curva vutatóre.
Costì ddóche. Curva della strada Panni-Scalo ciambe re
Costituzione custetuzzióne. cavadde.
Costringere custrínge. Curva della strada Panni-Scalo ciambe re
Costruire custruí. ciucce.
Costui quissu ddó, quisse, ssu. Curvare calá.
Cotone cuttóne. Custode custóre.
Cozzare tuzzá. Custode del cimitero cambesandáre.
Cozzo tuzze. Custodire custurí.
Creanza crjànże.
Creare crjá.
Credere ammuccá, crére.
Credito crerènże.
Credo crére.
Creduto crerute.
Crepacuore crepacóre, crepamjénde re
córe.
Crepitare ścrepeddjá.
Crescere crésce.
Crescere in altezza speselá.
Cresimare cresemá.
Critica tríddeche.
266
D
abbasso ddabbasce. Delicato relecáte.
accapo racape. Delizia relízzje.
acché raquanne. Delizioso relezziùse.
ama rame. Delusione relusjóne.
Dando ger. ranne. Deluso curríve.
Dannarsi rannárse. Demonio bbruttabbèstje, remònje.
Danneggiare ranneggiá. Denaro renare.
Danno rammagge. Denso farre.
Dappertutto a tutte li pizze. Dentiera rendére.
Dappiè rapjére. Dentista rendíste.
Dappoco repóche. Dentro rinde.
Dar botte da orbi taccherjá. Denunziare renunżjá.
Dar di punti pundjá. Deperire ścummacerí.
Dar retta rá aurènżje. Depositare repusetá.
Dare rá, rènne. Depressione pandumíje.
Dare il più senza pagamento abbarrucá. Deprimere abbatte.
Dare inizio ndamá. Deserto resèrte.
Dare uno schiaffo allendá nu ścaffe. Desiderare resedrá.
Darsi a conoscere rarse accanósce. Desiderio reserèrje.
Darsi le arie fessiá. Desiderio di mangiare qualcosa ràngule.
Data rate. Desolazione desulazzióne.
Dato rate. Destinare restená.
Datore chi rá. Destra mane rerítte.
Dattorno ratuórne. Destreggiare trapuljá.
Davanti nnande. Destro rerítte.
Daziere razzjére. Dettare addettá.
Dazio ràzzje. Dettato rettate.
Debito rèbbete, pl. rjébbete. Detto ritte.
Deceduto muórte. Deviare pegliá n’ata víje.
Deceduto da molto stramuórte Devoto revóte, pl. revute.
Decente recènde. Devozione revuzzióne.
Decidere recíre. Dialetto rialètte.
Decifrare recefrá. Diamocelo ramecílle.
Decima rèceme. Dialogo traścurse.
Decisione recesjóne. Diavolino riavulícchie.
Deciso recíse. Diavolo riàvele.
Decoro recòre. Dibattere rebbatte.
Decorrenza recurrènże. Dicendo ger. recènne.
Dedicare rerecá. Diceria deciaríje.
Definire refení. Dichiarare rechiará.
Definitivo refenitíve. Didietro reréte.
Definito refenúte. Dies irae Diasílle.
Degnare regná. Dietro addréte, ddréte, réte.
Degno régne. Difendere refènne.
Delega rèleche. Difensore refenżóre.
Delicatezza relecatézze. Difesa refése.
267
Difetto refètte, pl. refjétte. Disabituare ścarná, ścattuí.
Difetto, in- ndefètte. Disagio resagge.
Difettoso refettuse, f. refettóse. Disapprovare mussjá.
Difficile reffícele. Disapprovare con un cenno del capo
Difficoltà reffecultá. capuzzjá.
Diffidare refferá. Disarmare sciarmá.
Diffondere reffónne. Disastro ścatasce.
Diffuso reffuse. Disastroso resastrúse, f. resastróse.
Difilato tiratíre. Discendente rescendénde.
Digiuno riune. Discepolo rescíbbele.
Diguazzare paperjá. Dischiudere ndraprí.
Dilaniare fá a ppjézze. Dischiuso p.p.m. ndrapjérte, f. ndrapèrte.
Dilatare squacianá. Disciplina resceplíne.
Dilatare la cimosa del tessuto stralambá.
Diletto relètte. Disco riśche.
Diluire sciòglie. Discolo mbecílle.
Dimenare remená. Disconoscere ścanósce.
Dimenticare mendecá, ścurdá. Discorde nunn’éja r’accòrde.
Dimentichiamocelo ścurdamacílle. Discordia reścòrdje.
Dimesso remísse. Discorso reścùrse.
Dimettere remétte. Discretamente accussì accussì,
Dimezzare smezzá. bbunareddúzze, strìppele-stràppele.
Diminuire ammangá. Discreto reścréte.
Diminuire maglie ammangá. Discussione reścussióne.
Dimostrare remustrá.
Discutere reścùte.
Din don dindó.
Dio Ddíje. Disdetta ṡdétte.
Dio ne liberi Ddíjenelibbere. Disdire ṡdìce.
Dipanare ścaravugliá. Disegnare resegná.
Dipendente rependènde. Disegno resígne.
Dipendere repènne. Disertore resertóre.
Dipingere pettá. Disfare resfá.
Diploma patènde. Disfare la carbonaia ścatuzzá.
Dircelo ddirecílle. Disgrazia resgràzzje.
Dire ddice, rice. Disgustare resgustá.
Dire, a- a ddice. Disimpegnare resembegná.
Dirigere relígge. Disinfettare resenfettá.
Dirimpetto rerembètte. Disintasare suppelá.
Diritto jusse, rerítte. Disinteressare resenderessá.
Diritto, a- (punto di maglia)- a ścuseture. Disobbligare resubblegá.
Diritto e rovescio della stoffa, a- a la Disopra rasópe.
rerìtte e a la stòrte. Disotto rasótte.
Dirotto, a- a zeffunne. Dispari spare.
Dirupare rurrupá. Disparte, in- raparte.
Dirupo derrupe. Dispensa respènże.
268
Disperare resperá. Distretto restrétte.
Disperdere spèrde. Distribuire spunżjá.
Disperso spèrse. Districarsi nu mbuté recuperárse.
Dispetto respjétte, ścattamjénde. Distruggere restrugge.
Dispiacere 1.s.m. respiacére; 2.v. respiacé. Distrutto restrutte.
Disponibile respuníbbele. Disturbare restrubbá.
Disprezzare resprezzá. Disunire ścucchjá.
Disseppellire sfussá. Dittatore rettatóre.
Dissidio sciglie. Divaricare sciangá.
Distanza restànże. Diventare arrevendá.
Distendere restènne. Diverso re n’ata manére.
Disteso restíse. Divertimento revertemènde.
Distinzione restenżióne. Dividere sparte.
Distogliere ṡdugliá. Divorare strafucá.
Divorzio revòrzje.
Distrarre ṡbacelí re cape. Divulgare mbupulá.
Distrattamente strattalmènde. Documento rucumènde.
Distrarre restrahe.
Distrazione restrazzióne.
DOLCI
Bbabbà, bbuścuttjédde, cannellíne, cannuóle, casatjédde, cauzungjédde, ceculàte, ciciarjédde,
ciuculatíne, crespèlle, crustàte, cumbjétte, cumblemjénde, cunfettjélle, cunfjétte, cunvjétte,
cuóppe re ggelàte, cupéte, cuppetjédde re ggelàte, ggelàte, maccarèdde, mèmèlle, mènnele
atterráte, nnaspre, panżaròtte, pastarèlle, peccelatjédde, péttele, pizza rólece, rólece,
sangunácce, savujàrde, stréttamaurízzje, tatóne, tatùne, turróne, turrùne, zetarèdde.
Dolcezza rulucézze. Doppione ruppióne.
Dollaro tòllere Doppiopetto a rruje pjétte.
Domanda rumande. Dormicchiare pennechjá.
Domandare addummanná. Dormita rurmute.
Domare rumá. Dose ddóse.
Domestico rumèsteche. Dosso, di- ra nguódde.
Domicilio rumecìlje. Dote róte.
Don ron. Dottore duttóre.
Don...don mbó...mbó. Dottrina urtíne.
Donare runá. Dove andó, ndó.
Dondolamenti ndrunduliamjénde. Dovere 1.s.m. ruvére; 2.v. avé.
Dondolare cutulá, ndrunduljá. Dovunque nnògne luóche.
Dondolare nel camminare zechetenjá. Dovuto 1.p.p.aùte; 2.s.m.quédde ca s’adda
Donneare attjá. rá.
Donzella runżèlle. Dozzina ruzzíne.
Dopo ròppe. Dozzinale ruzzenále.
Dopopranzo ròppemangiàte. Drizzare ngreccá.
Doppia róppje. Dubbio rùbbje.
Doppietta rujbbòtte. Dubitare rubbetá.
Doppio rúppje; f. róppje. Duca ruche.
269
Ducato rucate.
Duchessa ruchésse.
Due pezzi rujpjézze.
Due soldi róppje.
Duello ruèlle.
Durante tutte lu tjémbe.
Durare mandené.
Duretto tustulìdde, f. tustulédde.
Duro tuóste, f. tòste.
Duro di cuore córe re cane.
270
bbene embè. Entro rinde.
E bete ébbete.
cce Homo Acciaòme.
ccezione accezzjóne.
Ecco! ttè!.
Eccoci èccquece.
Entusiasmo ndusiàsme.
Epifania Bbefaníje.
Epistola pìstele.
Epoca èbbeche.
Epulone Pulóne.
Eccola! laví!. Equilibrio culíbbrje.
Eccole revví. Equipaggiare cupaggiá.
Eccoli revví. Equiparare appará.
Eccolo! luví! Erede èrére, rére.
Eccome macóme. Eredità reretá.
Eccotelo! tèqquatílle! Eremita remíte.
Eccoti tèccquete. Eresia resíje.
Eclissi acclísse. Eretico rèteche.
Economia cunnumíje. Ergastolo crastele.
Edificio refícje Ermetico armèteche.
Educare rrucá. Erre re.
Educazione rrucazzióne. Errore arróre, pl. arrure.
Effe fì. Esagerare saggerá.
Effettivo affettíve. Esagerazione in tutto ścrufìcje.
Efficace face bbéne. Esaltare auzà ngjéle.
Egli idde. Esame isáme.
Egregio ègrègge. Esaminare sammená.
Eh! ué!. Esattamente satte satte.
Ehi! uéje!. Esatto satte.
Elastico lasteche, mòlle. Esattoria satturíje.
Elementare lemendáre. Esca éśche.
Elemosina lemòsene. Esempio èsèmbje.
Elettricista lettecíste. Esempio, per- piglie.
Elettrico lètteche. Esemplare semblare.
Eliminare lemená. Esequie ssèquje.
Emaciare ścummacerí. Esercizio sercìzzje.
Emergere (fig.) addjà. Esistere siste.
Emigrante megrande. Esistito sestute.
Emigrare megrá. Esitare èsse ndecíse.
Emozione mòzzióne. Espediente mastrattíve.
Empire énghie, gghénghie. Espellere cacciá ra fóre.
Endice énnece. Esperienza sperjénże.
Enteroclisma ndèròclisme, pómbe. Esperimento spremènde, pl. spremjénde.
Entrambi tutteèddùje. Esplicito sbblícete.
Entrante ca trase. Esporre métte espòste.
Entrarci capé. Espressamente pusetivamènde.
Entrare trasí. Espresso ispèrse.
Entrare appena appena nżènná. Espropriare spruprjá.
Entrare in coma ndrestí. Essa édde, pl. lóre.
Entrata s.f. e p.p. trasute. Essere v. èsse.
271
Essere disponibile stá a ccòmede.
Esso idde, pl. lóre.
Estensione stenżjóne.
Esteriore re fóre.
Esterno parte re fóre.
Esterno, all’- ra fóre.
Estorcere sfeccá.
Estraneo strànje.
Estratto stratte.
Estremità zinne.
Esumare sfussá.
Età ità.
Eternità ternetá.
Eterno atèrne.
Eterno, in- nnatèrne.
Etichetta tacchètte.
Evitare avetá.
Evviva! ébbíve.
272
Fallimento fallemjénde.
F
accenda facènne. Fallire fallí.
acoltà facultá. Fallito fallùte.
actotum sape fá tutte. Fame insaziabile lòpeche.
agotto fangòtte.
FAMIGLIA
Cajnàte, cajnàteme, cajnàtete, cunżòrte, figliàstre, figlie, figlie re lu/la nepóte, fìglime, fìglite,
fràte, fratecucíne, fratecucíne carnàle, fràteme, fratemecucíne, fratetecucíne, fràtete,
ggenetóre, ggenetúre, ggnóre zíje, jénnere, jénnereme, jénnerete, mammà, mammanònne,
mammaránne, mammaránna míje, màmme, mammélle, màmmeme, mammetanònne,
mammetaránne, màmmete, marìte, maríteme, marítete, matre, matrèja, matréjme, matréjte,
mórre re figlie, mugljére, mugljèreme, mugljèrete, nepóte, nepóteme, nepótete, nepúte,
nepùteme, nepùtete, nònònne, nóre, nòreme, nòrete, papanònne, papetanònne, parèndallárghe,
parènde, parendéle, parjénde, parjéndallárghe, pàtre, pàtreme, pàtrete, patríje, patríjme,
patríjte, pràteme, pràtete, prime figlie, quarte figlie, ścacatóre, sciòssce, secónde figlie, sògre,
sògreme, sògrete, sóre, sóre cchiù pìccquele, sórecucíne, sòremacucíne, sòretacucíne, sòreme,
sòrete, ssóre, suógre, suógreme, suógrete, surellàstre, tatá, tataránne, tataránne míje,
tataránne tuje, tàte, tatílle, tatóne, tèrze figlie, vavóne, vavùne, zíje, zíje re lu pàtre o re la
màmme, zjàne, zizì.
Familiarizzare affameljà. Fardelletto sarcenèdde.
Famoso famùse, f. famóse. Fardello sàrcene.
Fandonia fandònje. Fare fá.
Fanfara nfanfàrre. Fare a strisce lenżjá.
Fanghiglia ciambuótte. Fare e disfare fá e sfá.
Fango lóte. Fare il fiocco annuccá.
Fangoso chine re lóte, f. chjéne re lóte. Fare la conta mená lu tuócche.
Fantasia fandasíje. Fare la fame paccarjá.
Fantasia, a- fraśchjàte. Fare la posta fá lu mbuóste.
Fanteria fandaríje. Fare la resta nżertá.
Far affrettare nfreculjá. Fare lega arrazzá.
Far aspettare lungamente fá allungá lu Fare presto fá mane-mane.
cuódde. Fare rozzamente acciapputtá.
Far bella figura cumbarí. Fare sparire sparafónne.
Far brutta figura ścumbarí. Fare storie fá mòsse.
Far cambiare aria in una stanza ṡbendá. Fare uno spuntino pegliá nu muórse.
Far capolino fá zizí Farfarello farfarjédde.
Far compagnia assìste l’ànème. Farinoso sfarenènde.
Farmacia spezziaríje.
Far crepare di rabbia ścattanguórpe. Farmacista spezzjàle.
Far crocchio arrucchiárse. Farneticare quartjá.
Far figura accaré.
Farsi il bagno sciaccquarjárse.
Far finta fá abbré. Fasciare nfassá.
Far segnare a debito dal negoziante Fasciatura fassatúre.
appundá. Fastidio fastírje, mbicce.
Far togliere il vizio ścarná. Fastidioso fasterjùse.
273
Fatica fatíje. Figura fuhúre.
Faticare fatijá. Figurare affihurá.
Faticatore fatjatóre. Fila felaránde.
Fatterello fattarjédde. Fila, in- affíle.
Fatto 1.s.m. cunde; 2.p.p. fatte. Filaccia file sfelate.
Fatto di buona misura fatte re salute. Filare felá.
Fatto sparire sparafúse. Filistei figlisdèje.
Favola fàbbele. Filo di ferro fjérre felate.
Favoloso favulúse. Filosofia felusufíje.
Favorire favurí. Fine, alla- a la pruffíne.
Febbricitare accalurá. Finimondo fineremúnne.
Fede fére. Finire cónghie, funí.
Fedina penale certefecáte penale. Finire ogni cosa spetjá.
Ferie vacanże. Finito funute.
Feritoie circolari sajttére. Fino anfíne, nżíne.
Fermare mbundá. Finora finammó.
Fermentare vódde. Fionda jónde.
Fermo fitte. Fioretto fiurètte.
Ferraglia fjérre vjécchie. Fiorire fiurí.
Ferri corti, a- a ccurtjédde tagliate. Fiorito fiurute.
Ferro fjérre. Fisarmonica mandecètte.
Ferrovia ferruvíje. Fischiare friśchjá.
Ferula spalmate. Fischietto friśchètte.
Fesseria fessaríje, frecaríje.
Fessura felagne. Fischio friśche.
Fessura nelle rocce del Castello Fiscolo fríścule.
spaccazze. Fissazione fìseme.
Feste ffiéste. Fiumana jumare.
Festeggiamento festeggiamènde, pl. Fiutare usemá.
festeggiamjénde. Fiuto ùseme.
Festeggiare festjà. Flaconcino flaccungíne.
Festino conviviale dopo il compimento Flacone flaccóne, pl. flaccùne.
dell’opera capecanále. Flauto fràule.
Festino mondano senza brio fjéramósce. Floscio musce.
Fetido nfetendute. Focatico fucateche.
Fetidume fetendaríje. Focherello fucarjélle.
Fiaccare arrènne. Fochista fuchíste.
Fiamma vambe, pl. bbambe. Foglietto fugliètte.
Fiammella vambarèdde. Foglio fuóglie.
Fiammifero lumíne, mecciarjédde. Folletto ścazzematjédde.
Ficcare mbezzá. Folto astrìnde, f. astrénde.
Fidare ferá. Fondaco fùnneche.
Fiducia ferùcje. Fondamentale fundamendále.
Fifa fiffe. Fondare fundá.
Figlioccio cumbarjédde, f. cummarèdde. Fondo del recipiente funne.
Figliolo fegliuóle. Fontana fundane.
274
Fontaniere acquajuóle, fundanjére. Frantoio trappíte.
Fontanina fundanìne. Frantoista trappetáre.
Fonte funde. Frapporre métte mmjézze.
Forare spertusjá. Frastornare nvanvalí.
Forbiciata furfeciàte. Frastuono rebbjélle.
Forchettata furcenáte. Frate laico pecuózze.
Foresta furèste. Fraterno re frate.
Formare furmá. Fratino ze mòneche.
Forno di pietra calcarea calecáre. Frattempo, nel- frattande.
Foro pertuse; pl. pertóse. Fregare bbuzzará, frecá, fónge.
Forse vatterubbíre. Fregato bbuzzaráte, frecate, fungiùte.
Forte scapaccione ścuppulóne. Fregatura frecatúre, mbrusatúre, pannate.
Fortuna furtune, pianéte. Fregatura grossolana marróne.
Forza, in- nfòrze. Fregio frègge, pl. frise.
Forza, per- affòrze. Frenesia frennesíje.
Forzare furzá. Frequentare ambiente e persone arrazzá.
Fossetto fussetjédde. Freschetto freśculídde.
Fosso fuósse. Fresco friśche.
Fotografo futògrefe. Frescura freśchetúdene.
Fra nfrá. Fretta prèsscie.
Fra poco ra qqua e n’ata nżénghe. Fretta, di- mbrèssa mbrèsse.
Fracasso frahásse. Fretta, in- mane mane.
Fradiciume fracetúme. Friabile ścanneljénde.
Fragile fràggele. Friggere fríje.
Fraintendere capí na cóse pe n’ate. Fronte, di- faccefrónde, refrónde.
Frammenti di vaso di terracotta ggraste. Frontiera frundjére.
Frana lame. Fronzolo ciangianjédde.
Franare allamá. Frotta, a- a rròcchie.
Francobollo franghebbólle; pl. Frottola papócchie, stròppele.
franghebbùlle. Frugare sfrucchenjá.
Frangia zìnżele.
FRUTTA
Àcene, acenjédde, aulíva nèure, aulíve, cachísse, caścavéglie, ceràse, ceràse majàteche,
ceràse tòste, cjéuze, crìchele, cutùgne, fiche, ficherínnele, fìquara, fìquara verdéśche, fràhule,
frùttere, granàte, luvá li nùzzele, melàjne, méle cutógne, méle lemungèdde, melédde, melóne,
melóne re pane, melùne, mènnele, merìquele, mìle, mìle cutùgne, mìle lappióne, mìle
lemungjédde, mmaréne, néspele, nnuce, nóce, nócia maśche, nózzele, nucédde, nucellìne
merecáne, nùzzele, pacche, pegnuóle, pènnece, penòzze, perédde, perìdde, peróne, perùne,
pìre, ppére, precóche, prèsseche, pulecìne, pulújne, purtahàlle, smèrge, sòrve,
squaquaracchjàte, trigne, tórse, turse, ulécene, uve a mménne re vacche, vajnèdde, vérde.
ORTAGGI
Acce, aglicèdde, capa r'aglie, cappùcce, cavulaffióre, càvule, cecòrje, cemaruóle, cepódde,
cepullètte, cetróle, cetrùle, checózze, cucuzzjédde, cuppulóne, fasulíne, felàzze, fenùcchie,
fiurìlle, funócchie, gghjéte, jéte, mènnele, mulegnáme, nżalàte, pastenáche, patàne, patanèdde,
275
pesjélle, pumberóre, pupàjne, putresíne, rafanjédde, rùchele, ścarciòffele, ścarfuóglie,
ścaróle, spógne, spulecarjélle, spunżàle, urtuláne, urtulìzzje, vasanecóle, vónghele, vràsseche,
vruócchele, vùnghele.
Frustata ścrujatáte.
Fucile fecíle.
Fuga fuha.
Fuga di fidanzati fiùte.
Fuggi fuggi fuje-fuje.
Fuggire fuje.
Fuggirsene fujresínne.
Fuggito fìùte.
Fuliggine felínje.
Fumare fumá.
Fumatina fumatèlle.
Funaio zucare.
Fune zóche.
Funicella zuculédde.
Funzionare funżiuná.
Fuochi d’artificio piccoli bbumbètte.
Fuoco fuóche.
Fuoco in abbondanza fuóche a
bbattaglióne.
Fuorchè fóre ca.
Fuori mano stramane.
Fuori paese fóre tèrre.
Fuori rafóre.
Fuoruscire di fumo trabbuccá.
Furbizia mastrattíve.
Furioso furiùse, f. furióse.
Furtivamente citte citte.
Fusaiolo rutèlle.
276
G
abbano tabbàne. Gancetto ciappètte.
abbare cuffjá. Gara hàre.
abbia caggióle Garante arànde.
alanteria halandaríje. Garantire arandí.
Galeotto galjòtte. Garbare aggarbá.
Gallare addjá. Garbo hàrbe.
Galleria hallaríje. Garitta halítte.
Galoppare galuppá. Garza hàrze.
Galoppo ggaluóppe. Garzone arzóne, pl. arzùne.
GIOCHI
A attacéle, a ccerchjètte, a ffurmèdde, a lappazzíje, a ndindóló, a ngappá, a ngaracòsse, a
nnaścónne, a padda priggiònjére, a sbattemáne, a ścuppettuóle, a tamburrèlle, a toccafjérre, a
vóla vóle, a la cùnnele, a la seggióle, a la uèrra frangése, a la zóche, a li quatte candùne, a lu
cambanóne, a lu chirchje, a lu cucuzzáre, a lu fazzulètte, a lu ścaffe, a lu sciule, a lu spundóne,
a re vrécce, cu li nùzzele, cu li nùzzele re vajnèdde, dòndò, gghiucá, ggiratónde, jucá, juóche,
manefrécce, padde, paddùccele, pallaammáne, pallóne, pallòngíne, pallùne, pallùngíne,
puparèdde, pupazzjédde, pùpe, pupécchie, pùpere, ruzze, ruzzjá, ścarecasále, ścarecavarréle,
ścórre, spundóne, strùmmele, tàmmere, totì, tuócche, zurle, zurljá.
Gattabuia gargiùbbele. Giallognolo ggialluógnele, f. ggiallògnele.
Gattamorta attamòrte. Gigante ggiahànde.
Gelare hilá. Giocare con l’acqua cechetjá.
Gelataio ggelatáre. Giocatore jucatóre.
Gelosia ggelusíje. Gioia ggiòje.
Gendarme ggiandarme. Gioiello ggiujèlle.
Genio ggènje. Giornale ggiurnàle.
Gente ggènde. Giorni, a- a gghiuórne.
Gentilezza cevelézze. Giorno di magro juórne ca nu nże mange
Genuino ggenuíne. carne.
Geografia ggiògrafíje. Giostrare ggiustrá.
Geometra ggiòmetre. Giovamento suggiuóve.
Gesso ggésse. Giovare juvá.
Gesti, a- a la mupégne. Gioventù ggevendù.
Gesto ggèstre. Giramento ggeramjénde.
Gesù Cristo Ggése Criste Girandola a terra (fuochi d’artificio)
Gettare gghittá, jttá. pisciaunnèdde.
Gettare all’aria scengeljá. Girandola su un palo rutèdde.
Getto d’acqua sottile ndriscele. Girandoloni ggenżiùne.
Getto d’acqua sottilissimo ndrescelícchie. Girare ggerá.
Ghiacciare ferrá. Girare in tondo fá re ttórne.
Ghiacciato chitre, ferrate. Giravolta ggiravòte.
Ghiacciolo ferrazzóne, pl. ferrazzùne. Girellare fá li turnjélle.
Ghiaia bbrécciulíne.
Ghirigoro cicchetònne, pl. cicchetuónne. Giro in carrozzella ścarruzzjàte.
Ghirlanda ggrellande. Gironzolare cernecchjá.
Girovago vá sbattune.
Giaciglio ścarajàzze. Giù abbasce.
277
Giù, in- capabbasce. Grazia di Dio, in- ngraziarDdíje.
Giudeo ggiuréje. Grembo, in- nżìne.
Giudicare gghiurecá, jurecá. Gridare alluccá.
Giudizio ggiurízzje. Grido allùcche.
Giumella jummèdde. Grillare vódde.
Giunta jónde; pl. gghjónde. Grillato vuddute.
Giuntura jungetúre. Grinzoso singhe-singhe.
Giusto juste. Grondare ścórre.
Gloria gròlje. Groppo nùreche.
Gloriare frusciá.
Glorioso gluriùse. Grossa contrarietà ścambelacchióne.
Gocce d’acqua sull’olio pambanèdde. Grossezza ggrussézze.
Grossi fuochi d’artificio calecásse.
Goccia dalla grondaia crunżàle. Grossista ggrussíste.
Goccia stizze. Grosso bastone stajuóle.
Goccina stezzecèdde. Grosso rimbrotto cazzjatóne.
Gocciolare stezzechjá.
Godere urè. Grugnone ṡgregnóne.
Godetevelo! uritavílle! Gruppetto ròcchie.
Goduto urute. Gruppo tròpele.
Golosità cannarutízzje. Gruppo disordinato di persone mórre.
Gomitolino ggliuómmere. Guadagnare abbuścá, uaragná.
Gomitolo parànże. Guadagno uaràgne.
Gomma hómme. Guadagnucchiare ścambuljá.
Gomma per cancellare cassatúre. Guaio uaje.
Gonfiare abbuttá, anghjá. Guancialata cuscenáte.
Gonfiarsi come una botte abbuttárse. Guancialino cuscenètte.
Gorgo vurve. Guardare tremènde, uardá.
Gorgogliare urvegliá. Guardare di sbieco smecciá.
Governare uverná. Guardato tremendúte.
Governo uvèrne. Guardia uàrdje.
Gradire aggradí. Guarire passá bbuóne, uarí.
Gradito aggradíte. Guarito passate bbuóne, uarute.
Graffiare rangecá. Guastare ścunżá, uastá.
Graffiata rangecáte. Guastarsi il sangue nnacedírse.
Graffio ràngeche. Guasto ścunże, uaste.
Grammatica remmàteche. Guazzare cutulá.
Granatino carlendíne. Guerra uèrre.
Grancassa rangasce. Guidare uirá.
Granfiata ggranfàte. Guscio cuócchile, pl. còcchile.
Gratis aggratísse. Gustare hustá.
Grattacapo rattacápe. Gusto huste.
Grattare raścá.
Grattugiare grattá.
Gratuito franghe.
Grazia ggràzzje.
Grazia di Dio ggraziarDdíje.
278
attura jttatúre. Impedimento mberemènde; pl.
IN CAMPAGNA
Abbàtte, abbufunáte, accauzá, accètta gròssa, accètte, accettúdde, acchianá, acchiuccá,
acculemá, accuzzá, àcene, affasciá, a l'ammasóne, ammammá, ammasunárse, ammaturá,
ammurrárse, ande, andenjére, angóne, angùne, appalummárse, appecciá l'èrva sécche o la
restócce, appezzuttá, ará, aràte, ardàre, àrbele, àrbele annarúle, àrbelecjédde, àrje,
arraciuppá, arraccquá, arrecená, arrecenúte, arregná, arresenárse, arreserjá, arreserjàte,
arrussá, ascí li nfuórchie, assauráte, assàure, aste, astecèdde, attummá, attuppá, atturchjá,
ausjédde, autùre, bballe, bbanghe, bbiame, bbianghètte, bbràsseche, bbufóne, bburràcce,
cacchiuóle, cacciá l'aste, cacciá lu ssàure, cafóne, cafunázze, cafungjédde, cambagnuóle,
cambíje, cambjá, cambjére, canàle cupjérte, canaljédde, cannédde, cannezzàte, cannìte,
cannìzze, cappúdde, carnecchiá, carrá, carusèdde, catuózze, cecá l'uócchie a la tèrre,
cecerjédde, ceglí, cegliùte, ceppóne, ceppùne, cèrne, cernecchjóne, cernetúre, cernìcchie,
chiandá, chiandaggióne, chiandatúre, chiande, chiandecèdde, chiandìme, chianètte,
chiapparóne, chilògne, chjòcche r'èrve, ciòcchere, ciuccarjédde, ciucce, ciuócchere, còglie,
còvete, crapàre, cretògne, cròcche, cuddàre, cugne, culme, cultevá, cultùre, cumbassatóre,
cundatíne, cunfìne, cungìme, cuórpe, cuóvete, cuózze, curàtele, érpice, èrve, èrve allambáte,
èrve resenáte, èrve ścumàte, fá l'ausjédde, fá lu ścasse, fá lu stracche, fá re ggrègne, fá vérde,
falòppe, fasce re lèuna suttíle, fascetjédde re lèune, fascìme, fàuce, faucìá, faucìàte, fauciatóre,
fauciatúre, faucióne, favùcce, fènże, féscene, fjéne, fjéne pe re vvèstje, fòrbece pe putá, fórche,
fóre, fraśche, fraśchetèdde, frólece, frósce, frùlece, frusce, fruttìvele, fumjére, furcédde,
furcìdde, furcóne, gglòbbe, ggramégne, ggrane, ggranerínje, ggrassùme re la tèrre, ggrègne,
gràlete, granìdde, jazze, jérmete, jóre re cungìme, jóśche, jrmetá, jrmetánde, leghìme,
lehatúre, lettére, lèuna, lèuna fèrme, lèuna suttìle, lèuna tunnìzze, lòpeche, luvá la jòśche, luvá
la ścòrce, luvá la vézze, luvá re ppréte, maglióne, magliùne, majése, malannáta, malèrve,
mammatúre, manganjédde, mangiatóre, marchie, marenáre, marzellíne, massaríje,
massarjànde, màttele, mazza lònghe, mazzarjédde, mazzuccá, mbustá, mesùre, mesùre re tèrre,
méte, méte re paglie, metènne, metetóre, metetúre, métte re rràreche, mezzètte, misse re
rràreche, mmète, mmucàte, mundagnóle, munná, murrécene, murrícene, nettatúre, nfra śchjá,
nfraśchíme, nfuórchie, nfurcá, ngammá, nnuśche, nu sacche re tèrre, nùreche, nżetá, nżèrte,
nżite, nżùche, nżulecá, nżulefá, nżulucá, nżulufatúre, órdene, pacche re lèune, pagliàre,
pagliarjédde, pagliùśche, pagljére, pale re lèune, pale re méte, palídde, pambùglie, panne,
pannettére, parànże, parùle, parzunále, pastóra, patàne, pecciunére, péce, pecurále,
pecuralèdde, pecuraljédde, pegliá, pegliá a lu chiappe, pegnóne, peràle, peraljédde, pére,
pertecáre, pesá, pesànne, pesatúre, petatúre, piche, pile re lèune, pjézze re tèrre, pómbe,
pòrche re tèrre, precìse, prèhula, prenòspre, préta turchìne, prudìcce, pùche, puglie,
pulerènde, pumbjá, pumbjá cu la préta turchíne, pundarjédde, pùngeche, purcàre, putá,
putatóre, putatúre, putére, puzze, raccòglie, raccòvete, raccuóvete, raciuóppe, ramagljètte,
ramòste, ràreche, rasatèrre, ràsele, rasteddá, rastjédde, ratìne, recòte, recòte la vigne a
mmagge, recultòre, recultùre, réglie, rènde, renóse, renùse, rescióle, restócce, restócce
appecciàte, restuccá, riàle, riínghiménde, rjénde, ròcchie, ròjne, rómbezzòlle, rónghe,
rungìglie, ruócchie, ruvaje, sacche, sacche r'ardìche, sacche re nderlíce, sacchètte,
sacchettèdde, sacchettjédde, sacchettúcce, saccóne re paglie, sàleme, saramendá, saramjénde,
sarcetjá, sarcetjá la vigne a ggiugne, ṡbangá,ścacchjá, ścacchiatúre, ścaglie, ścagliètte,
280
ścambá ròcchie, ścanneljá, ścappe, ścapuzzá, ścarajàzze, ścarde, ścarfugliá, ścaténe,
śchiuccá, sciaccquatúre, sciamàrre, sciuóglie, sciuppá, ścòrce, ścrujàte, ścucchiljá, ścunfená,
ścungá, ṡdrarecá, ṡdràule, secatóre, secatúre, séccete, séche, segafjéne, semènde, semjénde,
semmená, sémmene, semmenatóre, semmenatúre, sfelá, sfelecá, sfelènże, sfraśchiá, sjérre,
sóleche, spatuórchie, specá, speculá, spjandá, spiandáte, spiche, spiche resenáte, spiche tórse,
spóle, spruhatúre, spruócchele, spruvá, spruvatíve, spuddá, stàbbele, stabbeljá, staccióne,
stadde, stambjélle, statéle, stile, stjére, strame, strungá, struppóne, stumbóne, stuóle, stuzzá li
mazzarjédde, sùleche, sulechícchie, supàle, surgènde, surgive, taccarjédde, tàcchere,
taccherjá, tàhule, témbe, termenére, tèrra grasse, tèrra ngastàgne, tèrra sécche, tèrra
vrecciulélle, tèrre, tèrre cúm'a l'éśche, terretòrje, terródde, tórre, tòrtene, traíne, trajnjére,
tràlece, trapjandá, trattùre, tré tómmele re tèrre, triàngule, truócchele, tufe, tùmmele, tùmmele
re tèrre, tuórchie, tuózze, ualàne, uardjàne, uócchie, uócchie re canne, uòffele, uórje, uórte,
ùrdene, urécchie, urscíglie, urtecjédde, urtulàne, vaccàre, vandére, vanghe, vasciàn że,
vecchjégne, vecciáre, vegnarèdde, vegnarúle, véne, vérdene, véreche, vernégne, versùre,
véttele, vézze, vìgnere, vìnghje, vijòccele, vòmmere, vòśche, vrassecále, vràsseche, vrazzeláre,
vreccetjédde, vreccióne, vrecciulélle, vrecciùne, vregná, vricce, vummarèlle, vurve, vuśchètte,
zannjá, zappá, zappá la vigne, zappèdde, zappjédde, zappùdde, zappuljá, zéppe, zeppecèdde,
zùlefe.
Incartamento ngartamènde; pl Incolpare ngulpá.
ngartamjénde. Incolume sane e ssalve.
Incassare ngasciá. Incominciare accumenżá.
Incatenare ngatená. Incomodare ngummerá.
Incatricchiare ngatená. Incomodo ścunże.
Incavare ngavá. Incompatibile ngumbatíbbele.
Incavo ggaglie. Incompleto mjézze mjézze.
Incendiare appecciá. Incontentabile ngundendábbele.
Incenerire ngennerí. Incontrare ngundrá.
Incensare ngenżá. Incoraggiare nguaraggiá.
Incensiere ngengjére. Incordare ngurduná.
Incenso ngjénże. Incravattato ngruvattáte.
Incentivo ngendíve. Incredibile ra nu ngrére.
Incerto ngèrte. Incrociare ngruciá.
Incespicare ndruppecá. Incrostare nguzzechí.
Inchiostro ggnòstre. Incrostato nguzzecúte.
Inciampare ngiambecá. Incurvare ndrambí.
Incidente ngerènde. Incurvato ndrambúte.
Incignare ngegná. Indagare ścanagliá.
Incipriare ngeprjá. Indebolire ìre addréte, ndebbulí.
Incirca, all’- a uócchie e ccróce. Indegno nunn’éja régne.
Incivilire ngevelí. Indietreggiare ìre rétecule.
Inclinare ngandá. Indietro addréte.
Includere nglude. Indigesto nu nże póte alleggerí.
Incocciare cunfrundá, ngucciá. Indirizzo nderízze.
Incolonnare ngulunná. Individuo ndevìreve.
281
Indolcire ndulecí. Ingresso èndrate.
Indolcito nduleciúte. Ingrossare ngrussá.
Indolenzire addòrme. Ingrugnare ngrugná.
Indolenzito addurmúte. Iniezione nnezzióne.
Indorare ndurá. Iniezioni nnezziune.
Indossare métte nguódde. Inimicare nnemecá.
Indosso nguódde. Iniziare ngepjá.
Indovina annevenatríce. Iniziare a bollire furfechjá.
Indovinare affrundá, annevená, ngarrá. Inizio di gomitolo jéffele.
Indovinello nduvenjédde. Innamorare nnammurá.
Indurire ndustá. Innervosire tuccá li njérve.
Indurito annussáte. Inquietare nguartá.
Infangare azzangá. Inquilino ngulíne.
Infarinare nfarená. Insaccare nżaccá.
Infastidirsi sfasterjárse. Insanguinare nżangulendá.
Infeltrire arreterá.
Inferno nfjérne. Insanire nżalaní.
Infiacchire abbalí. Insapore nu ndéne sapóre.
Infilare nfelá. Insaporire nżapurí
Infilarsi sotto le coperte agguattárse. Insaputo nżapute.
Infiltrare fónne. Insecchire nżecchí.
Infine a la fine. Insegare nżevá.
Infinocchiare mbapucchjá, nfunucchjá.
Infoltire nfurchjá. Insegnare nżegná.
Informare nfurmá. Inseguire appersagliá.
Infossare nfussá. Inselvatichire nżelvaggí.
Infreddatura pambanízze. Inselvatichito nżelvaggiúte.
Infreddolire appagliará. Inseparabile nżeparábbele.
Infruttifero ca nu mbòrte frutte. Inservibile nummále.
Infuriare nfurjá. Inservibili nummálene.
Ingaggiare ngaggiá. Insieme nżjéme.
Ingannare nganná.
Ingegnarsi ngegnárse. Insinuare nżenuá.
Ingegnere ngegnjére. Insistere nżíste.
Ingegno ngégne. Insolazione nżulazzióne.
Ingelosire ngelusí. Insomma nżómme.
Inginocchiare renucchjá.
Insospettire nżuspettí.
Ingioiellare ngannaccá.
Insudiciare mbiastrá.
Ingiuria ggnuramjénde.
Ingiuriare ggnurá. Insufficiente nżuffecjénde.
Ingobbire ṡgubbá. Insultare ngemendá, nżultá.
Ingoiare calá, ngurpurá. Insuperbire nżuperbí.
Ingolosire ngannarutí. Intabarrare accapputtá.
Ingozzare strafucá. Intagliare ndagliá.
Ingrandire fá cchiù ggruósse. Intanto ndramènde.
Ingrassare acciuttá. Intarsiare ndarsjá.
282
Intasare uppelá. Inumidire ngummerí.
Intascare métte nd'a la sacche. Inutile nnútele.
Intatto ndatte. Invecchiare nvecchjá.
Integralmente affíle affíle. Invece mméce.
Intelletto ndellètte. Inventare ammendá.
Intendere ndènne. Inverso mmjérse.
Intento ndènde. Inverso, all’- alammèrse.
Intenzione ndenżióne. Inviare manná.
Interessare mbacciá, nderessá. Invidia mmìrje.
Interesse nderrèsse. Invitare mmetá.
Interno rerínde. Invito mmíte.
Interno, all’- rarínde. Invogliare nvugliá.
Intero sane-sane. Involto di panni da lavare mappate.
Interpretare nderpretá. Inzaccherare azzangá.
Interrare nderrá. Inzeppare nżeppá.
Interruttore chiavètte. Inzuccherare nżuccará.
Interstizio ṡbácule. Inzuppare spunżá.
Intestardire ngapuní. Io éo.
Intestare métte mbjétte. Ipocondria pecundríje.
Intingere nfónne. Irrigidire ndesí.
Intirizzire arruzzulí. Irrigidito ndesute.
Intisichire ndesechí. Irrimediabile sènż’arremérje.
Intitolare ndetulá. Irritare ngazzá.
Intonacare ndunacá. Ispettore spettóre.
Intonare nduná. Ispezionare spezzjuná.
Intontire ndufá, ndundí. Istigare ajstecá.
Intoppare nduppá. Istruire struuí.
Intoppo nduppe.
Intorbidare ndruvelá.
Intorno attuórne.
Intorno intorno tuórne tuórne.
Intossicare ndussecá.
Intrattenimento ndrattjéne.
Intravedere straveré.
Intravisto stravíste.
Intrecciare ndrecciá.
Intreccio ndrécce.
Intrigare ndrecá.
Intristire ndrestí
Introdurre mbezzá.
Introitare ndrujtá.
Intromettere ndrumétte.
Intronare ndruná.
Intrufolarsi feccárse mmjézze.
Intruglio ndruglie.
Intuito, per- a la puzze.
283
L
à ddá. Lavoricchiare petteljá.
à dentro ddaddínde. Lavoro fatìa.
à dietro ddaddréte. Lavoro, non finire o completare un-
à fuori ddàffóre. acciuuí.
Là, in- addá. Lavoro intermittente lasse e ppiglie.
Là intorno ddàttuórne, raddattuórne. Lavoro leggero artalègge.
Là sopra dammónde, ddàssópe. Leccare alleccá.
Là vicino dabbecíne. Leccornia leccardízzje.
Laboratorio labbratòrje. Lega léhe.
Laccio lazze. Legaccio attaccáglie.
Lacerare lazzerjá. Legalmente pe víje re légge.
Ladro marjuóle. Legare attaccá, cegná.
Ladruncolo mariungjédde. Leggenda leggènde.
Laggiù ddabbasce. Leggere lègge.
Lagna latuórne. Leggero ljégge, f. lègge.
Lago lahe. Legittima leggítteme.
Lamentare lamendá. Lei édde.
Lamento lamjénde. Lembo zénne.
Lamiera ramére. Lèmme lèmme lòcche lòcche.
Lamina pétene. Lentamente tòme tòme.
Lampante lambande. Lentezza chjutaríje, lendézze.
Lampione lambjóne, pl. lambjùne. Lentezza esagerata musciaríje.
Lanciare mená. Lesinare terá.
Lanetta lanettíne. Lettere líttere.
Laniccio lanacce. Letto leggiúte.
Laniccio sui vestiti racche. Levante luhuánde.
Lappare surchjá. Levare luvá.
Largo làrehe. Levarsi speselárse.
Lasciare lassá. Levatrice vammane.
Lasciare lividi ammatundá. Lezione lezzióne, pl. lezziùne.
Lassù ddassópe. Lezzo addáje.
Lateralmente re quarte. Lì ddó.
Latitante vá fujènne. Lì dentro ddóddìnde.
Lato quarte. Liberare lebberá.
Latrocinio ladrucínje, mariulícje. Libero da impegno spicce.
Lattaio lattare. Libero líbbere.
Lattifero lattóse. Libretto della pensione s.f. lebbrètte.
Laurea làurje Libretto s.m. lebbrètte.
Laureare laurjá. Libricino lebbrecjédde.
Lavandaia lavannáre. Libro libbre.
Lavare lavá. Licenziare lecenżjá.
Lavare a mano il bucato streculá. Lieve (di peso) pésele.
Lavata di testa cazzjàte. Lievitare crésce.
Lavorare fatijá. Limitare lemetá.
Lavorare a maglia fatijá a mmaglie, Limite lémmete.
pungechjá. Limpido chiare chiare.
Lavorare con solerzia truttjá.
284
Linea línja.
Lineamento linjamènde.
Lineetta lenjètte.
Linguaggio ru parlá.
Liquame quaquaròglie.
Liquidare lequetá.
Lisciare allesciá.
Lisciata allesciáte.
Lisciatina allesciatèlle.
Liscio lisce.
Liscivia lessíje.
Lite allíte, sciarre.
Litigare acciuppjá, fá allíte, fá sciarre,
sciarrá.
Litigio alletetórje.
Livellare assuzzá.
Locale lucale.
Locomotiva lucumetíve.
Loculo nicchie.
Lodare ludá.
Logico lòggeche.
Lontana, alla- alalundáne.
Lontananza lundanánże.
Lontano alluónghe, lundane.
Lontano sia arassesíje.
Loquacità taccarèdde.
Lordo lurde.
Lordura lurddízzje.
Loro lóre.
Lottare luttá.
Lucidare allucetá.
Lucido lùcete.
Lucifero cifre.
Lucignolo lucígne.
Lucro rucle.
Lui idde.
Lunga lònghe.
Lungo la schiena rine-rine.
Lungo luónghe.
Lungo, a- alluónghe.
Luogo luóche; pl. luóchere.
Lupinaio lupenáre.
Lupo mannaro pumbunáre.
Lustrare (i mobili) allustrí.
285
acchia nguacchie. Male, non c’è- stríppele stráppele.
M acchiare nguacchjá.
acchina machene.
acchinare machenjá.
Macchinetta machenètte.
Macchinista macheníste.
Maledetto malerítte.
Maledire maleríce.
Maledizione malerezzióne, sendènże.
Maleducazione malarucazzióne.
Malfatto malefátte.
Macchiolina nguacchicjédde. Malinconia malenguníje.
Macellaio chianghjére, f. chianghére. Malocchio maluócchie.
Macellare accíre. Maltenuto maletenúte.
Macelleria chianghe. Manata uangiate.
Macerare ścummacerí. Manatella uangiatèdde.
Macigno peścóne, pl. peścune. Mancamento mangamjénde.
Macigno infossato per metà pundare. Mancare mangá.
Madama maràme. Mancia rialíje.
Madamigella madamusèlle. Mandare manná.
Madonna Marònne. Mandata passate.
Madonnina Marunnèlle. Mandolino mandulíne.
Madrina cummare. Maneggiare manjá.
Maestro majéste; f. maéste. Mangiare mangiá, pappuljá.
Mafioso maffiuse. Mangiare a sbafo mangiá a ścruócchie.
Maga mahe. Mangiare cibo disgustoso e pesante
Magagnare ammahagná. stumbagná.
Magari! ammaháre. Mangiare di grasso ngammará.
Magazzino mahazzéne. Mangiare di magro ścammará.
Maggioranza maggiurànże. Mangiare smodatamente ścrufunjá.
Maggiordomo macerdòme. Mangiare troppo abbuttá.
Maggiore cchiù ggruósse; f. cchiù ggròsse. Mani, nelle- mmane.
Maglia alta (uncinetto) bbattute. Manico maneche.
Maglia bassa (uncinetto) mèzzemàglie. Maniera mmanére.
Mai sia! nunżiamáje!. Maniera dell'asino, alla- a la ciuccégna
Mal coperto per negligenza ngrille; f. manére.
ngrélle. Maniere, con le buone- cu ru bbuóne.
Malacreanza malacriànże. Mano, alla- alamáne.
Malamente ammalamènde. Mano, a mano a- mane mane.
Malannaggio mannagge. Mano aperta uange.
Malapena, a- a mmaletepéne. Mano, in- mmane.
Malaugurio malahúrje. Manovrare manuvrá.
BARBIERE
Ammulá, assucacapídde, bbrellandíne, capédde, capidde, carusá, cóndrapíle, fá la cape, fá la
varve, fuórfece, machenètte pe carusá, mandellíne pe li capidde, nżapuná, pennjélle,
pennjélle pe luvá li capidde, pettenésse, pettenessíne, rasùle, ścamurrá, ścrime, ścupètte,
specciá li capidde, strappe, tuvaglie, vacenèlle, varvaríje, varve, varvjére.
286
CALZOLAIO
Allustrá, bbangarjédde, cendrédde, chiuóve, crióle, cuórje, curtjédde, fórme, fórme re fjérre,
fòrte re la ścarpe, martjédde, métte la mèzzesóle, passacére, preccètte, ścarpàre, ścupètte,
semenżèlle, sóle, sópatàcche, spaccaòcchjèlle, spartepúnde, suglie, tenàglie a ddjénde,
tirasóle, uardamáne, vandére, vattechiuóve.
FABBRO
Allemá, ammulá, angùre, azzarí, càlebbre, cendróne, cendrùne, chiave èsagonale, chiuóve,
fémmene felettáte, ferrá, ferràre, ferraríje, fòrbece, fòrge, lime piatte, tondìne, mezzatónde,
martjédde tirachiuóve, màścule felettáte, mazze re fjérre, mazzóle, mbanatúre, mórse,
ndenàglie, pundíne e ścarpjédde, séche, sferrá, tràpene.
FALEGNAME
Bbite, chianòzze, chianuózze, chiuóve, ggiravíte, gubbia, làppese, lime, marteddúzze,
martjédde, maste, masteráscie, mazzóle, mbellecciatúre, móle a acque, mórse, mórse re lu
bbanghe, ndarsjá, ndenàglie, nghiuvá, ngullá, pére re puórche, pundíne, raspe, raspíne,
ròndèlle, ścarpjédde, sciùscele, secá, secatúre, séche a mmane, secòzze, sengatúre, serràcchie,
spìnnele a mmane, tàhule, tahulédde, tahulóne, tràpene a mmane, zéppe re lu bbanghe.
FORNAIO
Furnare, furne, mùnnele, munnulatúre, nfurná, palummésse, raretóre, ratavjédde, stagnére,
tàhule re ru ppane.
MURATORE
Ànnete, bbattetóre, bbuggiàrde, bbujàcche, caldarèlle, caucenáre, càucia, cèleme, cemènde,
ceppóne, cìccele, cucchiàra, cucchiarèdde, facciavíste, frabbecá, frabbecatóre, fràbbeche,
fragàsse, fuósse p'abbagná la càucia, ggésse, ggraste, grale, jttá ndèrre, levjélle, manuhuàle,
martjédde, maste, matóne, matunácce, matùne, mbastá la càuce, mòtòpiche, muralètte,
ngauciá, nguagliá, pale, piche, piómbe, pundélle, quaglie, réne, ru ffine, ścarpjédde,
ścucchiljá, ścummegliá lu titte, sfammecá, sfrabbecá, ṡguazze, squadre, stunacá, suppónde,
tahulóne, zappe, ze maste, zóche.
SARTA - SARTO
Acchiètte, acciàppe, acciappètte, accurtá, ache, allarehá, àquare, cacciá lu nghiùse a vvíje re
rinde, capescióle, chiculédde, chjéche, chjusùra lambe, cóse, cusetóre, cusetríce, cusetúre,
cusute, fendarèlle, fenemjénde, fòtere, fresìlle, fuórfece, furmèdde, futará, ggésse, majéste,
métte a mmesùre, métte la pèzze, nghimá, nghjéme, pènże, pèzze, pranèlle, quatrjédde,
rebbattúte, repezzá, repjézze, repìlle, rétepunde, revettá, revètte, riítale, rròbba nduócche,
rucchèlle, sartulédde, sarturíje, śchjemá, ścóse, ścuppá, ścuppàte, ścusetúre, ścusute,
ṡgavagliá, sóprammáne, spagnulètte, speghètte, spìngule, strénge, vùcchele re l'ache, vuttóne,
vuttune.
Manrovescio mmane mmjérse.
Mansalva mambasse.
287
Mansueto manże. Mediatore zanżáne.
Mantenere mandené. Mediatore di cavalli zénghere.
Marchingegno marcangégne. Medicare merecá.
Marcio fràcete. Medichino merechícchie.
Marcire mmucedí, nfracetá. Medicina merecíne.
Marcito mmucedúte. Medico mjéreche; pl. mjérece.
Marciume del legno cajcce. Medio re mjézze.
Maritare ammaretá. Melato cu ru mméle.
Marmo mármere. Melma lippe.
Marocchino marucchíne. Melmoso leppùse, f. leppóse.
Marrancio marracce. Memoria mammòrje.
Martellare marteddá. Mendicare menecá.
Martellata marteddáte. Mensa mènże.
Mascherata maścaráte. Mensile misero mesatèdde.
Mascherone maścaróne. Mentalità mendaletá.
Masnada manjàte. Mentire rice buscíje.
Massaggiare struculá. Mentovare munduuá.
Massaggio struculáte. Mentre ndramènde.
Massaia massare. Menzogna panżònje.
Massiccio massízze. Meraviglia maravíglie.
Masticare acciaccá. Mercato murcate.
Masticare lentamente ammagliá. Merciaiolo merciajuóle.
Masticare pigramente agliaccá. Merenda mmèrne.
Matricola matríquele. Meridionale merediunále.
Meccanico maccàneche. Merletto pundíne.
Meco cummíche. Mescolanza meśculanże.
Medaglia meraglie. Mescolare acqua e vino vattjá lu vine.
Medaglina meraglíne. Mescolare ammeścá.
Medaglina sacra semmeráglie. Messo misse, miste.
Medesimo lu stésse.
METEREOLOGIA
A la sulàgne, abbafáte, accquàcce, acquarèdde, acque, acque a llavìne, acque furjóse, àleme
re vjénde, archetráve, arjétta fréśche, asserenáte, assulacchjá, assulacchjàte, bbabbjóne,
bbabbjùne, calá, calìnje, calinjùse, càure, chimódde, chjóve, chjóve a pisciajummènde, chjóve
a rellùvje o a zeffùnne, chjóve a rraje, chjóve sóre sóre, chjuóppete, chjuvaríle, chjuveddechjá,
cjéle a pecurèlle, cjéle appagliaráte, cjéle sfenestráte, cóndravjénde, crescèn że, fahùgne,
farreceddáte, farrecjédde, feleppíne, ferrá, ferrate, fridde, fridde sicche, ggéle, gghiuccá,
ggrànnele, ggrannenéte, hilàme, hilatíme, hurràzze, juccá, juccanízze, jucculjá, jusce, laghe,
lambe, maddòppele re néva, madduóppele re néva, maletjémbe, mangànże, na bbòtte re
vjénde, negliàre, negliàre tèrra tèrre, negliarèdde, néva, néva a ppile re cane, néva fràcete,
néva tónne, nfósse r’accquàcce, nfùsse r’accquàcce, nuvulécchie, nuvulùse, òstje re vjénde,
pòddele re néva, pulvìne, quarte, ràfene, re néva, refreścatóre, relambá, rellùvje, revéce,
ruśche re néva, ruśchetèdde, ścalìnje re sóle, sceddechjá, śchiòve, śchiuóppete, ścòrciacrápe,
sóle c'accummènże a auzá, spére, sulìcchie, tjémbe, tjémbe ścattate, tramundá, trapanáte,
288
trònere, truóne, tumbèste, unnàte re vjénde, ursarése, vendjá, vjénde, vendarjédde, vendeléte,
vòrje.
Metraggio, a- nduócche. Misura di peso da 100 kg. cundale.
Mettere métte, ścaffá. Misura mesure.
Mettersi alle costole ngarzárse. Misurino mesurjédde.
Mezzo mjézze. Misurino d’olio nel frantoio cuónże.
Mezzo, in- mmjézze. Modello muórele.
Mezzo litro di vino na mèzza re vine. Moderare muterá.
Mezzo usato per togliere il malocchio Moderno mutèrne.
ucchiatúre. Modo mmòre.
Mi sai dire me saje addíce. Modo fulmineo, in- nżícchete nżácchete.
Miccia mbicce. Modo loro, a- a ffatte lóre.
Michelaccio Mechelásse. Modo mio, a- a ffatte míje.
Migliorare megliurá. Modo suo, a- a ffatte suje.
Migliore cchiù mmèglie. Modo tuo, a-a ffatte tuje.
Miglioria megliuríje. Modulo mòrule.
Millanteria fanatecaríje. Mogio mogio cucce-cucce.
Mina méne. Moine ciange.
Minaccia menazze. Molestare ngemendá.
Minacciare ammenazzá. Mollare mullá.
Minore cchiù píccquele. Mollare un ceffone ścaffá nu ścaffóne.
Minuscolo mesícule. Molle ceniére, f. cenére.
Minutaglia menuzzíglie. Molletta per i panni mullètte, ngappètte.
Mio míje; pl. f. méje.
Miracolo meràcquele. Mollo spunże.
Molte percosse con mazza mazziatóne.
Mischiare ammeścá. Moltiplicazione lu pér.
Miscuglio mméśche. Molto tròppe assaje.
Misura di peso 900 gr. ruótele. Molto condito stumbagnuse.
Misura di cereali e di peso da 2 kg. Molto fumo fumére.
mesure. Molto presto prestulídde.
Misura di peso da 6 kg. mjézzequarte. Molto salato arraggiate.
Misura di peso da 12 kg. quarte. Momento mumènde.
Misura di peso da 24 kg. mezzètte.
Misura di cereali e di peso 48 kg.
tùmmele.
IL MONDO ANIMALE
A l'ammasóne, abbuccá, abbuvurá, abbuvuratúre, accucciulí, accustumí, àdde, àdde re nòtte,
addenáre, addenèlle, addíne, addúcce, àffete, affòrge, agghiazzá, agghiónge li vuóve,
agghiurdárse, aggròppá, aglistrjédde, àjne, àjne gruósse, àjnecjédde, alìce, ammammulí,
ammasunárse, ammasuóne, ammurrárse, anemále, anemàlje, anemalúcce, annecchjá,
annécchje, anquìlle, appagliaráte, appannatóre, arénghe, arragliá, arré vòte, arrecciá,
arretená, assàme, attarèdde, attarjédde, atte, auceddúzze, aucjédde, àuze, bbèstje, bbrésseche,
bbruśche, bbu bbu, bbùfele, bbulze, bbuvuróne, cacatèdde, cacciá fóre ra la tane, cacciùne,
cacciungjédde, calamarjédde, cambàne, cambanjédde, cambecá, càmbeche, cambjá,
canaglióne, canàreje, canepúzze, caníglie, cannàle, capecjérre, capézze, capóne, cardílle,
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carusá, carusate, cavadde, cavaddúzze, cchiqquà, ccòrne, chiappe, cégne, celí, cémmece,
céndre re adde, cerevóne, cevá, cevàte, chire, chrille quaqquà, ciambe, ciambetèdde,
ciammarúca, ciammaruchèdde, ciammaruchjédde, ciàula, ciavàrre, cicerevóve, ciùcce,
ciucciarjédde, ciuccióne, cjérve, còrchje, córe, córve, crape, crapettédde, crapettjédde,
crenére, cru-cru, cuccavàje, cucce, cuddàre, cuórne, cuórve, cùpe, cùpere, curine, curnate,
curnídde, cute cutá, cuvá, drummetàrje, fá celí celí, fá re ppòste, fá retecúle, falgunètte,
falgunjétte, felètte, figliá, fòrge, fracciòmme, fracciuómme, frustallá, fujne, furcèlle, furmá na
parìglie, furmíche, ggatte, gghiòrde, ggiardenjére, ggranavòttele, ggridde, ggùlepe, granfe,
grattá, guverná, i…arré, isce, jàccule, jazze, jènghe, jummènde, juve, lebbràcchie, lèbbre,
lénnele, lìnnele, liunésse, ljóne, ljùne, ljébbre, lòndre, lópàje, lupacchjédde, mandre,
mastrìdde, mazzaférre, mbastóravácche, mbasturá, mbenná, mèrche, melògne, mjérle,
millepjére, mónge, mòrge, mórre, móśca gròsse, móśche re ru mméle, móve la córe, mundá,
mundóne, musce, mùsce mùsce, muśchìdde, muscìlle, muścóne, mussaróle, naśchètte,
natrèdde, ndrìglie, nganá, ngapezzá, ngròppe, ngurná, nire, nìrere, nu ndéne pénne, ólepa
vècchie, ólepe, pacche, palómme, palumbe, palummèlle, paparasciànne, paparjédde,
pappahálle, pappeciònne, pappeciuónne, pàppele, paratúre, parauócchie, paricchie, passallá,
passarjédde, pecciungjédde, pecurèlle, pèquara, perócchie, perócchie puddìne, perucchie,
pescetjédde, petturále, pezzeljá, piche, pisce, pòddele, pólece, pólepe, ppèquere, prre scióte,
prrritté, puddastre, puddastrèdde, puddastrjédde, puddítre, puddulécchie, puddulóne, pùlece,
pulecenáre, pulecìne, pumètte, pungeglióne, puórce, puórcespíne, puòrche, puórchespíne,
purceddúzze, purcìle, purcjédde, quagliuózze, ràchene, rahanèdde, range, rangetjédde,
rangutánghe, rasteddìjá, rastegljére, re cavàdde, réglie, rennenèlle, rennenóne, rennenúne,
renucchie re réte, rétene, retràngule, ricce, ròjne, rònnele, rucchjá, rumá, ruóspe, rusce,
rusciá, sàleme, sanapurcèlle, sandanecóle, sanguètte, saràche, sarachèdde, ṡbulacchjá,
ṡburdeglóne, ścamá, ścame, ścapezzá, ścarpióne, ścarrafóne, ścarrafùne, sceddàte, scédde,
sceddùzze, śchernúzzele, śchine, sciaccquàglie, sció, sció-sció, ścujàttele, ścumàzze, ścutecá,
ścuzzá, ścuzzàte, sèrpa r'acque, sèrpe, serpjénde, serpógnele, sicce, sjérpere, soprànne,
sóreche, sóttacóre, sóttapanże, sóttòcanne cu li cambanjédde, spenná, spine re lu pésce,
sprucculjá, spurucchjárse, ssamá, stacche, staffale, stambóne, stambùne, strame, stréppe,
stuóle, suátte, succhetá, sùrece, surecídde, tagliafuórbece, taglióle, talepíne, taràndele, tarle,
tàrule, tàure, taurí, teràndele, testùjne, tì…tì, torciamússe, tréglie, ttéqquá, tunne, tuzzulatúre,
uarnemjénde, uèrre, uésciù, ulpacchjédde, umbrùse, uórje, urse, usegnuóle, ùsse péglie,
utjédde, vacche, vaccìne, vagná, vannìne, varde, varve re lu cavàdde, vavetóne, vèndre, vèrme
luónghe, vermecjédde, vesàzze, vestjàme, vèstje, vicce, vjérme, vjérme luónghe, vòcchele, vóve,
vòzze, vranghe, vrécce, vriglie, vulpìne, vuóve, vurve, vurvuglióne, vurvugliúne, zan żarróne,
zappá, zeré zeré, zòcchele, zóche, zucculóne, zurre, zuzù, zzèqquà.
Momento, all'ultimo- ngànna Monsignore s.m.sing. munżegnóre, pl.
ngànne. munżegnure.
Monaca caperepèzze, mòneche. Montagna mundagne.
Monaco mòneche, pl. muónece. Montanaro mundagnare.
Monastero munastére. Montare mundá.
Mondezzaio munezzáre. Monumento munumènde.
Mondo munne. Morbido cenjére; f. cenére.
Mondo cattivo malemunne. Mordere muzzecá.
Monocolo caramèlle. Mormorare murmurá.
290
Morsettino muzzechícchie.
Morsetto mursecjédde.
Morso muórse, mùzzeche.
Mortaretto maśche.
Morticino murtecjédde.
Mortificare murtefecá.
Mortigno murtacígne.
Morto muórte.
Mortorio murtòrje.
Moscaiola móśchjére.
Mosso muósse.
Mostacciata mustazzóne.
Mostrare fá veré.
Motivo mutive.
Movimento muvemènde.
Mozzato mózze.
Mozzetta muzzètte.
Mozzicone muzzóne, pl. muzzùne.
Mucchietto mundungjédde.
Mucchio attuóppe, mundóne.
Mucchio di ghiaia vrecciúme.
Muffa pperúte.
Mugnaio mulenáre.
Mulinello frule pacce.
Mulino piccolo a trazione animale
cendímele.
Municipio Cummune.
Muovere mòve, meglicá.
Mussolina musullíne.
Mutare cangiá.
291
acchere castagnóle. Nascosto annaścuóste.
N arrare raccundá.
ascondere annaścónne,
ammucciá.
Nascondere in un luogo profondo
suffunná.
Nascosto, di- aùmme aùmme.
Nasello nasídde.
Nave légne.
Neanche manghe.
Neanche per idea manghe pe la cape.
Nascostamente a mecciune, annaścúse.
NUMERI
Bbinde, cendenáre, cinghe, cinghecjénde, cinguànde, cjénde, ddòje, dduje, megliáre, nóve,
nùmmere, nuvànde, nuvecjénde, òtte, ottecjénde, quarànde, quatte, quattecjénde, quattòrdece,
quìnnece, recennòve, receròtte, recessètte, recíne, rjéce, rjécemíle, ròje, ruje, rujcjénde,
rujmìla, rùrece, rurecèseme, séje, séjcjénde, sessandíne, settandíne, sètte, settecjénde, sìrece,
tré, trecjénde, trènde, trendíne, trerecèseme, trìrece, une, ùnnece, uttànde, venderùje, vendíne,
vendùne, vinde, zzére.
Negare nehà. Normale nurmale.
Negoziante nehuziànde. Nostrano nustrane.
Negozio nehòzzje, sciòrpe. Nostro nuóste, f. nòste.
Negro níure. Notaio nutare.
Neon liònne. Notare nutá.
Nero nìure, f. nèure. Notizia nutízzje.
Nerofumo nìurefùme. Notturno re nòtte.
Nespola (colpo) cunésse. Novello nuvjélle; f. nuvèlle.
Nessuno nesciune. Novena nuvéle.
Nettare annettá. Novità nuvetá.
Nevaio nevére. Nudo nure.
Nevvero nélluvére. Nuotare nutá.
Nichelino nechèlle. Nuova nóve.
Niente di meno njéndereméne. Nuovo, di- arréte.
Niente njénde. Nutrice nutrízze.
Niente niente annjénde annjénde.
Ninnolo ciangianjédde.
No nóne.
Nobile nòbbele.
Nodino nurechícchie.
Nodo nùreche, pl. nnóreche
Nodo scorsoio nùreche ścurretúre.
Nodoso nurecúse.
Noi nuje.
Noi, tra di- a nnuje a nnuje.
Nomea nnumenáte.
Nome nnóme.
Nominare munduuá, nnumená.
Non nun.
Non più nòcchiù.
Non volerne sapere vulé nganne.
Nonnulla nunjénde.
292
bbedienza ubberjénże. Ora, per- pe mmó.
O bbligare ubblegá.
bbligo,d’- re furzíve.
ccasione accasjóne.
Occhiata ucchjàte.
Occorrente accurrènde.
Orario urárje.
Orco uórche.
Ordinare urdená.
Ordinario urdenárje.
Ordine, in- affíle.
Occupare accupá. Orefice aréfece.
Odiare pegliá nnòrje, udjá. Organetto urganètte.
Odio òrje. Organizzare urganezzá.
Odio, in- annòrje. Orientamento urjéndamènde.
Odorare addurá, naśchjá, usemá. Orientare urjéndá.
Odore adduóre, úseme. Originale uriggenale.
Odoroso addurènde. Originario uriggenárje.
Offendere abbuttá re male paróle, uffènne. Origliare annaselá.
Offendersi pegliárse còrele. Orizzontale nghiane.
Offerta uffèrte. Orizzontare urizzundá.
Offesa uffése. Orletto urlecjédde.
Offrire uffrí. Orlo urle; f.pl. órlere.
Oggetto uggètte. Orlo orlo rènże rènże.
Oggetto di scarso valore stagnarjédde. Orlo, sull’- mbizze mbizze.
Ogni momento óre, punde e mumènde. Orma piste.
Ognuno agnùne. Ormai aramáje.
Ohé! ué!. Ornamento urnamènde, pl. urnamjénde.
Oleato oljàte. Ornare urná.
Oliare ugliá. Orologiaio llurgiáre.
Oltre cchiù addá. Osare tené la facce tòste.
Ombra mbróje. Oscurità cechíe, squríje.
Ombrellaio mbrelláre. Oscurità impenetrabile squríja tèrra tèrre.
Ombroso a mmaráme, muríteche. Oscuro, all'- alasquríje.
Omicidio mecírje. Ospedale spetale.
Oncia ónże. Ospitare uspetá.
Onda ónne. Ospizio uspízzje.
Ondulato aggarbáte. Ossequiare ussequjá.
Onestà unestá. Osservare usservá.
Onomastico unumásteche. Ossessione ussessióne.
Onorare unurá. Ossesso ussèsse.
Onore unòre. Ossigeno ussíggene.
Opaco matte. Ostacolo ustácule.
Operaio uperáje. Ostensorio spére.
Operazione uperazzjóne. Ostinare ustená.
Opinione penjóne. Ottavino attavíne.
Opposto uppòste. Ottenere uttené.
Oppresso upprèsse. Ottenuto uttenúte.
Opprimere uppríme. Ottimo strafìne.
Otturare uppelá.
Or ora a ffriśche a ffriśche. Ovale uvale.
Ora mó.
293
Ovatta uvatte.
Ovunque nnògne luóghe.
Oziare stá cu re mmane ndrippe.
294
P
acchetto di tabacco paccòttíne. Pagare in contanti pahá prónda casse.
ace, in- mbace. Pagatore pahatóre.
ace, non trovare- refená. Pagella paggèlle.
adreterno Patratèrne. Pagina pággene.
Padrino cumbare. Paglierino paglíne.
Padronanza padrunànże. Paio pare.
Padronale patrunale. Palese palíse.
Paesano pajsane. Pallata paddate.
Paese pajése. Pallonata pallunate.
Paesello pajsjédde. Pallone pallóne, pl. pallùne.
Paesotto pajsòtte. Palpare attandá.
Paga pàhe. Panciata panżàte.
Pagamento pahamènde. Panegirico paraggíreche.
Pagare pahá.
PASTA
Àcene re grane, àcene re pépe, bbrecciatjélle, capellíne, capìdde r’àngele, cecatjédde, cìngule,
cunghe, cuzzulédde, felatjédde, friśchetjédde, fusìdde, ggnòcche, lahanèdde, làhene, lasàgne
ricce, maccaróne, maccarúne, maccarúne a mmane calàte e mangiàte, maccarúne accattáte,
maccarúne alluónghe, mazzàcchere, mjézze zite, nocchètte, panne re maccarúne, pastambròre,
paste a tubbètte, paste re la reggìne, pennìne, pezzédde, pezzòtte, ravajuóle, ścappúne,
sémmele, stellíne, taccunjélle, tagliulíne, vermecjédde, vrucchitèdde.
Pannaiolo pannacciáre. Parrucchiera capére.
Panorama panuráme. Parte quarte, víje.
Pappare pappuljá. Parte all’altra, da una- ra nu quarte a
Paradiso Paravíse. n’ate.
Paragonabile parahunábbele. Parte, da parte a- ra fóre a ffóre.
Paragonare parahuná. Parte, dalla sua- a l’ale suje.
Paragone parahóne. Particola partícule.
Paranco paràngule. Partire ìre fóre tèrre, parte.
Parare pará. Partito partute.
Parecchio bbunacchie, parícchie. Passabile passábbele.
Pareggio parégge. Passaporto passapuórte.
Pari pare, suózze, f. sòzze. Passare l’effetto dell’ubriachezza ṡvená.
Pari e dispari pare e spare. Passare passá.
Pari pari suózze suózze. Passatempo passatjémbe.
Parlantina taccarèdde. Passeggero passéggjére.
Parlare parlá. Passeggiare passjá.
Parlare a bassa voce parlá chiane chiane. Passeggiata passjàte.
Parlata incomprensibile ggiargianése. Passeggio strusce
Parlata parlatúre. Passetto passecjédde.
Parlottare sparluttá. Passo indietro réte pére.
Parola paróle, sciòscele. Passo lungo scialànghe.
Parolaccia malaparóle; pl. maleparóle. Pastocchia papòcchie.
Parolaio parlíste. Pastoso pastuse.
Parolina parulécchie, parulélle. Pastrocchio pastruócchie.
Parrocchiano parrucchjàne.
295
PERSONA: caratteristiche.
A ppile mmjérse, abbalúte, abbasáte, abbènje, abburracciáte, abbussacchiáte, accafuddáte,
acciaccáte, acciaccóne, acciappóne, accrianżáte, accundarèdde, accundarjédde, affàbbele,
affacennáte, affaráte, affurtunáte, alanúre, alabbunáte, allaccanúte, allattánde, alléccapiátte,
alletteráte, amàbbele, ammujnatóre, ammupúte, amurúse, andìste, anghjàte, angìbbele,
anżjóse, anżjùse, appasunnáte, appecciafuóche, apprènżíve, arraffóne, arraggiáte, arreccúte,
arrepecchiàte, arruzzulúte, asciùte pacce, attamurrúte, attemammóne, attùse, àuta, àute,
avanżatjédde, bbabbjóne, bbanghére, bbarbògge, bbècchie, bbèlla fémmene, bbèlle, bbellílle,
bbellìzze, bbèllu, bbèllufàtte, bbéve angóre ru llatte, bbirbandóne, bbóne, bbónóme,
bbruttulílle, bbuóne, bbusciàrde, bbusciardèlle, bbusciardjélle, bbusciardázze, bbusciardóne,
ca ce vale, cacaccióse, cacacciùse, cacaglióne, cacasótte, caccelénghe, cafóne, cafunázze,
cafungjédde, cagge, cagliuózze, calurúse, caméle, canèrce, cannarutázze, cannarúte, capa
vacànde, capacchióne, capandéndele, capatòste, capascigliàte, caperícce, capetuóste,
capezzóne, capjénde, capóne, capòteche, capuóteche, capuzzjédde, caràppele, carastúse,
carnètte, carrucchjàne, carrucchjóne, cataplásme, catòzze, catuózze, cattevèlle, cattevjélle,
caucíatóre, cazzíttele, cazzóne, cecàte, cecciuvéttele, cecunnáre, celebbríne, cercànde,
cernecchjàre, cetrùle, chiacchiaróne, chiacchiarésse, chiachjélle, chiangiulènde,
chiapparjédde, chiapparóne, chiapparúle, chiappíne, chiarfóse, chiarfùse, chiarfusèdde,
chiarfusjédde, chiatte, chiattóne, chiattulélle, chiattulílle, chichirinèlle, chjòchiere, chjuóte,
ciaciòtte, ciaciuótte, ciangióse, ciangiùse, ciàula vóccapèrte, ciavattóne, ciómbe, ciónghe,
ciòtte, ciùcce presunduóse, ciumbe, ciunghe, ciuótte, ciuttulélle, ciuttulílle, córe cundènde,
crapeccióse, crapecciúse, criatùre, criaturèdde, criaturjédde, cristjàne, crjóse, crjùse, cròcche,
cruréle, cucciùte, cugnètte, culèreche, cumbàgne, cumbagnèdde, cumbagnjédde, cundegnúse,
cundènde, cunfùse, curaggiùse, curnùte, curunáre, cuscenżjùse, cuzzàmmere, cuzzarjédde,
cuzzecóne, éśche re córte, facce re mbise, facce re mòstre, facce rósse, facce russe, facce
sénghe sénghe, faccetuóste, facciatòste, face ascí re ścatèdde, facultúse, fanàteche, fanfarróne,
farabbútte, farfaglióne, fatjatóre, fattìzze, fàuze, fefùse, feglióle, fegliulèdde, felabbustjére,
felòseme, femmenázze, fémmene, fémmene re case, femmenèlle, femmenóne, femmenúcce,
feréle, fessìlle, festajuóle, fetendóne, fetóse, fetùse, fine, fine-fine, fiume surde, fracciòmme,
fracciuómme, fraccòmede, fraffòglie, franfellécchie, franfellícchie, fra śchètte, fraulóne,
frechíttele, freddelúse, frégne, frùśchele, fruscióne, frustére, frustjére, fucùse, furastére,
furastjére, furèsteche, furzùse, ggàute, ggelùse, ggendíle, ggenerúse, ggenjùse, gghjàseme,
ggióvene, ggiuvanuttjélle, ggiuvanuttóne, ggnòcche, ggnurànde, ggnurandóne, ggrascióne,
gravànde, gròsse, gruósse, grussucèdde, grussecjédde, grussulédde, grussulídde, halànde,
halandóme, janghe cúm'a la cére, jé nżiste, jé tand’óre quande pése, labburjùse, lamendúse,
lengùte, lluse, lòffere, luffjàne, lunàteche, lupe re nòtte, maccarunáre, maggiurènne,
malacristjàne, malafémmene, malalénghe, malatjédde, malatízze, malecaváte, malecriáte,
malecristjàne, malepahatóre, malepatúte, malepenżànde, malèrve, malevestúte, malvàgge,
mammalúcche, mammarínnele, mamuócce, mandenúte, mangenòtte, mangiaèddòrme,
mangiamánge, mangiapáne a traremjénde, marcandònje, marpióne, màścule, maśculídde,
maśculóne, matafóne, mattògne, mattuógne, mbacciùte, mbraculènde, mbraculúse, mbranàte,
mbrettenènde, mbriàche, mbriacóne, mbrògliatútele, mbruglióne, mbuttanúte, megliaríne,
meliunàrje, menuórchie, métte lu lècche, mèzzabbòtte, mèzzacauzètte, mjézze addurmúte,
mjézze mbriàche, mittafuóche, mmeserúte, móre re Ddíje, muccóse, muccùse, muccusèdde,
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muccusjédde, mundóne, muórte re fame, muórte re séte, musce, muśchélle, muścóne,
musecóne, muzzóne, muzzungèdde, muzzungjédde, naśchélle, naśchìlle, nase cricche, nase
felènde, nazze-nazze, ndaccarúte, ndebbulúte, ndelleggènde, ndepáteche, nderetìnghete e
nderetànghete, ndesecúte, ndespunènde, ndiste, ndòmmene, ndrattábbele, ndrecánde,
ndrécchie, ndricchísse, ndrecchjére, ndrecchjésse, nduónde, ndurlóne, ndussecóse, ndussecúse,
nennélle, nennìlle, nervùse, nfame, nfanfalúte, nfaunùte, nfelìce, nfètte, nfraccàse, nfreculére,
nfreculjére, nfusse cúm'a nu paparjédde, ngagnóse, ngagnùse, ngapáce, ngapunúte, ngazzúse,
ngegnùse, ngèneve, ngevelúte, ngevíle, ngianghe, ngiuccarúte, ngruccunúte, ngumbetènde,
níure, nnàbbele, nnòque, nu mbéve vine, nu mbòte avé figlie, nu ndéne njénde, nu ndéne
sjénże, nu nże póte currègge, nu póche mbriàche, nuzènde, nvanvalúte, nżalanúte,
nżenżżíbbele, nżiste, nżuddesfàtte, nżulènde, nżunnulúte, nżuppurtábbele, nżuráte, óme,
pacce, pacchiàne, pacchianèlle, pacciaglióne, pacciarèdde, pacciarjédde, pacciògne,
pacciuógne, pacenżjùse, padrenquanquére, pagnótte, pagnuttèlle, pagnuttjélle, pahunázze,
pallunjére, pambascióne, panduóteche, paníste, pappalóne, pappamòlle, pàppele addurmúte,
parlannánde, pasònne, pasuónne, paurùse, pazzjarèdde, pazzjarjédde, pecculíne, pecuózze,
pegnuóle, pelajóle, pelajuóle, pelóse, pelùse, pembenèlle, penżeróse, penżerúse, penżùse,
pèrdejuórne, perlecchìsse, perlecchèsse, persóne, persùne, pertecalònghe, pesciacchiàre,
péttelangúle, petteljére, pettuóje, pezzènde, pezzendjélle, piatùse, picchiùse, pìccquele, pjézze
re fémmene, pòrta nu vjénde, pòrtaddúce, pòvróme, preputènde, pressciajuóle, pruffetjùse,
prusunduóse, purcèdde, purucchiúse, puverèdde, puverjédde, quaccquaraccquá, quattuócchie,
rattìgne, re bbéne córe, re criatùre, re póche paróle, rébbele, rebbetóre, rebbusciàte,
recchjóne, refecjénde, releggènde, relenguènde, relettánde, resajóle, resajuóle, resgraziáte,
respettatévele, respettúse, respòteche, restòcrateche, restràtte, resuccupáte, resunèste,
resurjéndáte, rósecasícce, ròspe, rubbacóre, rumàste zite, ruócchie, ruóspe, rurmeglióne, russe
malupíle, ruzze, sabbe, salvàgge, sandarèdde, sandemeseríne, sanduócchie, sane, sapùte,
saputjélle, sarchiapóne, satuórne, ṡbabbàcule, ṡbélete, ṡbèteche, ṡbrafànde, ṡbruffóne,
ṡbulàcchie, ścacchjàte, ścacchiatjédde, ścalandróne, ścamùzze, ścandàte, ścandumáte,
ścanusciùte, ścanżafatíje, ścanżunáte, ścapàrbje, ścapìlle, ścarazínżele, ścaróse, ścarugnáte,
ścarùse, ścarùte, ścattanguórpe, ścattóne, ścattuùte, ścàuze, ścauzacáne, ścazzuóppele,
sceremenghílle, scèrquele, śchefelòtte, śchétte, śchifùse, sciabbàtte, sciabbècche, sciaccquètte,
sciacculattóne, scialóne, sciambagnóne, sciaòrte, sciapìte, sciaròglie, sciascianáte, sciauórte,
sciauráte, scigliàte, scigne, sciuèrte, sciulàte, sciurtúte, sciuurtóne, ścónżajuóche,
ścraccanáte, ścravaccamundágne, ścrianżàte, ścruccóne, ścrupulúse, ścucciatóre,
śculèreche, ścullacciáte, ścummacerúte, ścummettetóre, ścundénde, ścundróse, ścundrùse,
ścunferóne, ścunżederáte, ścuraggiùte, ścurciànde, ścurdarédde, ścurdarjèdde,
ścurnacchiáte, ścurnùse, ścuscenáte, ścustumáte, sécche, secchìne, sechetenòsse, sengére,
sènża sjénże, sènża vulundà, senżíbbele, sfaccìme, sfacennáte, sfasuláte, sfelóse, sfelùse,
sfuttetóre, sfuttetúre, ṡgheletrúte, sicche, sicche sicche, sicche a li cane, sljàle, smaniùse,
smurfióse, smurfiùse, spaccóne, spajsàte, spamìsse, spanàte re cape, spanżíve, spassùse,
speluórce, spenżeráte, speranżóne, speretúse, spèrte, spezéche, spiandáte, spicciafacènne,
spilapíppe, spòrche, spruvverúte, spulecchióne, spulechíne, spundànje, spuórche,
spurcaccióne, spustàte, squìccele, stá citte, stá malamènde, stá murènne, stangóne, sterrafàtte,
stinge, stracche, strafuttènde, stravahánde, strazzóne, stremenżúte, strèuse, strùmmele,
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strunże, strùppje, strurjàne, stucràteche, stuóteche, stùpete, stupetégne, stupetígne,
stuppaglióse, stuppagliùse, sturdúte, sturjùse, sucjévele, sufìsteche, sularíle, suletàrje,
superbóse, superbùse, supruósse, surdellíne, suspettóse, suspettúse, sustùse, ṡvugliàte,
taccunére, taccunjére, tamàrre, tefùse, tené cchiù re cjénd’anne, téne la stessa ità, téne lu
carùse, téne na lópe, téne trénd’anne, teracóre, teretécchete, teretìcchete, tjàte, tórde,
trambégne, trambìgne, tranguìlle, trapulóne, traretóre, travestúte, treppùte, trerecánde, trippe
r'acquasále, tripperabbòzzje, trucculécchie, trucculícchie, trùfele, trufelícchie, trugne, tuózze,
turde, turse, tuzzacúle, uagliunástre, uagliungjédde, uaglióne, uagliùne, uagliùne cresciùte
cúm'a la malèrve, ubberjénde, ufàne, uljùse, umecjédde, umóne, uómene, urguglióse,
urgugliùse, ustìle, uzzjùse, vahabbónde, vajàsse, valurúse, vandajóttele, vandajuóttele, vanùse,
vasce, vasciulédde, vasciulídde, vavònne, vècchie, vecchiarèdde, vecchiarjédde, vecchióne,
véggete, vengetóre, vérde cúm’a nu ràghene, vére alluónghe, vére stuórte, véreve, vevènde,
vevetóre, vezzjùse, vezzóche, vezzuóche, vjécchie, vjécchie re lu mestjére, vìreve, vóccapèrte,
vóccapjérte, vòtabbandjére, vòtafacce, vótte a ffá juórne, vótte a ffá nòtte, vracche, vreugnóse,
vreugnúse, vucculóne, vulgàre, vulùbbele, vulundàrje, vulunderúse, zavarróne, zellùse,
zenżelóse, zenżelúse, zerepéttele, zerepíttele, zetàcchere, zite, zórre, zózze, zumbellíne, zuóppe,
zupparjélle, zurre, zuzze, zzuóteche.
Patente patènde. Pensa e ripensa pènża mó e pènża pó.
Paternostro patrennòste. Pensabile penżábbele.
Patimento patemjénde.
Patina lippe. Pensamento penżamènde, pl.penżamjénde.
Patinoso leppùse, f. leppóse. Pensare penżá.
Patire patí. Pensiero penżjére.
Patito patute. Pensiero fisso fìseme.
Patronale padrunále. Pensionato penżjunáte.
Pattuglia bbattuglie. Pensioncina penżjungèdde.
Pattugliare bbattugliá.
Paura ócce. Pensione penżjóne, pl. penżjùne.
Pavoneggiarsi pahunjárse. Pentimento pendemènde, pl. pendemjénde.
Pentire pendí.
Pazienza pacjénże. Pentito pendute.
Pazienza, con- mbacjénże. Per pe.
Pazzeggiare paccìá. Perché pecché.
Pazzia paccíje. Perciò peqquésse.
Pedata ciambate. Percorso periferico ddréte pe ddréte.
Pedestre cu li pjére. Percossa taccaráte.
Pedina petíne. Percosse con mazza mazzjàte.
Peggio pègge. Percuotere taccherjá.
Peggiore pègge. Perdere pèrde.
Peggiore guaio cape uaje. Perdere elasticità smullá.
Pelucco racche. Perdere di recipiente córre.
Penare pená, spandecá. Perdere il ben dell’intelletto sbaljá.
Pendere pènne. Perdita perdènże.
Penetrare pèrce. Perditempo pèrdetjémbe.
Penetrato perciùte. Perdonabile perdunábbele.
Pennello pennjélle. Perdonare perduná.
Penoso penuse.
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Perfezionare perfezziuná. Pestare di botte ndummacá.
Perfidiare pruffetjá. Pestare sfraffá.
Perfino peffíne. Pettegolare sfurfeciá.
Perforare spertusjá. Pettegolezzo ndrecandaríje.
Pergamo pèrgheme. Pettinatrice capére.
Pericolo perìquele. Pezzenteria pezzendaríje.
Pericoloso pereculúse, f. pereculóse. Pezzettini petazze.
Periodo pèrjéte. Pezzettino di qualcosa malamendúcchile.
Perlomeno peluméne. Pezzetto pezzecjédde.
Permesso 1.s.m. premmésse; 2.p.p. Pezzi di spago per legare sacchi e scarpe
permísse. attaccaglie.
Permettere permétte. Pezzo pjézze.
Pernacchia pernàcchie. Pezzo di qualcosa spezzóne.
Perno pjérne. Pezzo di roccia staccata dalla parete
Perseguitare bbersagliá. pundare.
Persona che compra capelli capelláre. Pezzuola pezzecèdde.
Persona che fa e compra formaggi Piacere piacé.
quaratíne. Piagnisteo latuórne.
Personaggio persunágge. Piagnucolare picchìjá.
Personale persunále. Piagnucolìo picchie.
Pesantezza pesandézze. Pianeggiante nghiane.
Pescivendolo pesciajuóle. Pianissimo acchiàne acchiàne.
Pesi pise. Piano chiane.
Peso, a buon- a bbómbise. Piano piano nżuócchele nżuócchele.
Peso lordo lórde.
PIANTE - PIANTE SPONTANEE - FIORI
Acce re mundàgne, acce salvàgge, ammazzacavádde, ànnese, ardìca mòrte, ardìche, aréghene,
arùte, àurle, aulíve, bbióle, bbùssele, cachísse, cagge, calìpse, cambomillóne, cambumílle,
cannelòtte, cannuzze re jumàre, capejànghe, capìdde r'àngele, carde acquarúle, carde re San
Ggiuuànne, cardìdde, cardògne, cardóne, caròfene, caruófene, caruófene re grane,
caścavéglie, castagne salvagge, cecurjèdde, céndre re àdde, cepódde carràre, cepuddíne,
cepuddóne, ceráse, cerasuóle, cèrze, cerzòttele, chianda ggióvene, chiande re róse,
chjchirchjóne, china, ciambe re atte, ciangianjédde, ciglie, cjérre, cjéuze, còchele, còre re
sóreche, crugnàle, crióle, cuóppe, cuppetjélle, cutugne, èrre, èrva mèdeche, èrve cimecégne,
èrve re mùre, èrve re sannecóla, èrve re lu talepíne, èrve re la tósse, èrve re l'anghjàte, èrve re
li cadde, èrve re lu llatte, felerjéche, fenócchie salvàgge, fiche, ficherínnele, filece, fílece
maścùle, fióre, fióre a aste, fióre a cambanjédde, fióre re San Luígge, fióre re la papàgne,
fiùre, fiùre re sjérpere, fràscene, fraśche re lu fióre, fràule a mazzètte, fràula salvàgge, fucse,
funucchjédde, ghèrre, ggaròfene a mmazzètte, ggiglie, ggiglie salvàgge, ggruscìne, ggurre,
ggramégne, ggranate, gladiòle salvàgge, gòrre, inèstre, jónge, junge, jungéte, lambascióne,
lambasciùne, làssene, lattuchèlle, leàndre, lénghe re cane, lupenèlla suttìle, malèrve, malve,
malvóne, marascióne, marasciùne, margaríta ggialle, margaríte, maròjne, marrùgge, melàjne,
mènda salvàgge, mendàstre, mènde, mènnele, merìquele, miglie salvagge, mile, murèlla,
murveddíne, mustàzze re crape, nazzacùnnele, néha re fáve, néha re grane, nèspele, ngjén że
salvagge, nnuce, noce, nucèdde, nucédde salvàgge, óleme, òlme téglie, paglia óglie, pajòneche,
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panżé, papagne, papagne salvagge, peònje, peràzze, pére re ciùcce, perídde, peróne, pianda
grasse, pigne, pire, prechiàcche, precóche, prèsseche, prucàche, purtahálle, putresíne
salvagge, rape salvagge, raścaàtte, rósa cacazzáre, rósa squaquaracchiàte, ròsamaríne, róse,
rùcula salvagge, ruse, rusìdde, ruve, sàlece, sàleche, salacóne, salacùne, sàleche janghe,
sàlvje salvagge, sarapúdde, savóce, ścarciòffele, ścattuócchie, ścavóne, ścavùne, ścuparèdde,
ścuppá, sèmbrevíve salvagge, serpendíne, smèrge, spagnuóle, sparrechéte, sparrechéte
salvagge, sparecíne, spàrrece, spàrreche, spenàcce re San Loren żo, sperùjne, spigaddòsse,
spigaróle, spinacàgge, spinapólece, spinapùlece, spine, strapuddá, sucaméle, suórve, suórve
salvagge, tamarígge, téglie, tòrte, tòrte velenóse, trefuóglie, trefuóglie cu la fraśca larghe,
uange re atte, ulécene, ùleme, ulevèdde, ùpele, urscìne, uva spine, uva spine a mazzètte,
vasamáne, vasanecóle salvagge, vendògne, veścuójne, vézze, vjóla janghe o ggialle,
viólaróppje, vjóle, vjóle a tuvàglie, vòlpíne, vurràjne, vusciulóne, vutucèlle, zanganjédde,
zìrpele.
Piantino chiandílle. Pietra préte.
Pianto chiande. Pietra refrattaria prétamòrte.
Piantone chiandóne. Pietrata petrate.
Piazza chiazze. Pietrificare tassá.
Piazzaiolo chiazzjére, f. chiazzére. Pietrina petríne.
Piazzare appjazzá. Pietrisco bbrecciulíne.
Picchiare mená mazzate. Pietrone candóne, chiangóne; pl. candùne,
Piccola bara tahutjédde. chiangùne.
Piccola lite letechètte. Pietruzza petròccele.
Piccola pietra arrotondata zavórre. Pigia-pigia vutta-vutte.
Piccola striscia di terra lenghetjédde. Pignorare pegnurá.
Piccolezza pecculézze. Pigrizia ścunferézze.
Piccolino pecculíne. Pila di fiscoli sotto la pressa cunże.
Piccolo coccio cuccetjédde. Pillola pínnele.
Piccolo imbratto nghiacchetjélle. Pillolina pennelìcchie.
Piccolo involto di panni da lavare Piolo tácchere.
mappatèlle. Piombare piumbá.
Piccolo píccquele. Piombo chiumme.
Piccolo raggio di sole sperecèdde. Piomboso nghiummáte.
Picconata pecunáte. Pipa pippe.
Picnic cucenjédde. Pipare peppjá.
Piede a vuoto pére mmacande. Pipata peppjàte.
Piedi, a- alappjére. Pipetta pepparèdde.
Piedi, in- alérte.
Piedi, non reggersi bene in- abbannuná. Pisolino papagnèdde, ścapezzatóre.
Piedistallo pjérestálle. Pitturare pettá.
Piegare chjcá, nucchicá. Più cchiù.
Piegatura chjcatúre. Più in là cchiù addá.
Piena dell’acqua chjéme. Pizzaiolo pezzajuóle.
Pieno chine; f. chjéne. Pizzicare pezzelá.
Pizzichino pezzecatèlle.
Pietanza piatanże. Pizzico malamendùcchile.
Pietra angolare préte re ndaglie.
300
Pizzicottino pezzelìcchie. Popolare pupulá.
Pizzicotto pízzele. Popolazione pupulazzióne.
Pizzo, in- mbizze. Popolo puópele.
Placare accalemá. Porcheria purcaríje.
Placido plàcete. Porgere pròje.
Plenilunio luna chjéne. Portafogli partafòglie.
Plettro pénne. Portalettere pustjére.
Plotone plutóne, pl. plutune. Portamento cammenatúre.
Pò di…., un- na jóśche….. Portamonete portazecchíne.
Pochino picche, pucarjédde puchícchie. Portare addùce, purtá.
Poco nżénghe, póche. Portiere purtjére.
Portinaio purtenàre.
Poco a poco, a- anżénghe anżénghe. Porto 1.p.p. prujúte; 2.s.m puórte.
Poco alla volta a ffriśche a ffriśche. Porzione parzióne, pl. parziùne.
Poco condito scialappate. Porzione da gr.250 quartecèdde.
Poco, da- friśche friśche. Posare pusá.
Poco per volta a ppízzeche e petázze. Posizione pusezzióne.
Poco poco picche picche. Possedere pusseré.
Poco ripido cchiù mmatte. Possesso pussèsse.
Poco tempo fa mó quand’ave. Possibile pussìbbele.
Poco, un- na nżénghe. Possibilità pussebbeletá.
Postale pustale.
Poco, un altro- n’ata nżénghe.
Podestà putestà. Posteggiare fá la poste, pustjá.
Poesia puisíje. Posteriore re réte.
Poeta puéte. Posticcio appustízze.
Poggio puóje. Potente putènde.
Poi pó. Potere 1.s.m. putére; 2.v. puté.
Polemica pulèmeche. Poveretto bbéne míje.
Politica pulíteche. Poverino puverjédde, f. puverèdde.
Polizia pulezzíje. Povero pòvre.
Poliziotto pulezziòtte. Povero me! maramé!.
Polizza pòleze. Povero te! maratté!.
Polka pòrche. Povertà puvertà.
Polposo ciacciuse, f. ciaccióse. Pozzanghera di piscio di animale
Poltiglia pappòtte. pesciature.
Polvere póleve. Pozzanghera pandane, zambane.
Polvere di carbone muníglie. Pratica pràtteche.
Polvere di gesso gghisse. Praticare prattecá.
Polverina pulvécchie. Precipizio precepìzzje.
Pomata pumate. Precipizio, a- a dderrupe.
Pomice préta pòmmece. Predica prèreche.
Pompare pumbá. Predicare prerecá.
Pompiere pumbjére. Predicatore prerecatóre.
Ponderare punterá. Prediletto prerelètte.
Ponte pónde. Prediliggere prerelígge.
Ponticello pundecjédde. Pregare prehá.
Preghiera prejére.
301
Pregio prègge. Processo prucjésse.
Prego préhe. Procura precure.
Prelibato prelebbáte. Prodigare scialá.
Premere accalecá. Prodigio prudigge.
Prendere pegliá. Prodotto prudótte.
Prendere botte abbuścá. Proferire prufferí.
Prendere il fresco freśchjá. Professione prufessjóne.
Prendere il vizio ngarná. Professionista prufessjuníste.
Prendere una storta sgarmettá. Professore prufussóre.
Prenotare prenutá. Profilo prufìle.
Preoccupare spandá. Profitto prufìtte.
Preoccuparsi eccessivamente spandecá. Profondo prufùnne.
Presagio presagge. Profumare prufumá.
Presentare appresendá, presendá. Profumo adduóre, adduríne (miscela).
Presentazione presendazzióne. Progettare pruggettá.
Presentazione di Maria Vergine al Progetto pruggètte.
Tempio ( 21 Novembre) Marònne citte Proibire prujbbí.
citte. Promessa prumésse.
Presentimento presendemènde. Promettere prumétte.
Presidente preserènde. Prontezza prundézze.
Pressappoco cchiù o méne. Pronto prónde.
Prestare mbrestá. Pronunciare prununżjá.
Prestigio prestígge. Propalare mbupulá.
Prestito, in- mbrjéstete. Propenso prupènże.
Presto prjéste. Propizio prupízzje.
Prete prèute; pl. prjéute. Proposito, di- re pusetive.
Pretendere pretènne. Proposta prupòste.
Pretino priutácchie. Propriamente pròpete.
Prevedere preveré. Proprietà prupjétá.
Prezioso prezziùse. Proprio ndunne, pròpje.
Prigione galére. Prosit a la salute.
Prigionia pergiuníje. Prostituta zòcchele.
Prima appríme, prime. Prostrare jttà.
Prima uscita della madre con il bambino Protagonista prutahuníste.
dopo il parto ascí a ssande. Proteggere prutègge.
Primaticcio primatíve. Protestare bbaccagliá, prutestá.
Primeggiare galljá. Prova pròve; pl. pruóve.
Primiera premére. Provare pruvá.
Principiare métte mane, ngepjá. Provenire vení ra.
Privilegiare preveleggiá. Proverbio pruvèrbje.
Privilegio prevelègge. Provocare ngemendá.
Probabilità prubbabbeletà. Provocazione ngemènde.
Problema prubbléme. Provvedere pruvveré.
Procedere ìre nnande. Provveduto pruvverúte.
Processare prucessá. Provvidenza pruverènże.
Processione precessjóne, pl. precessjùne. Provvista pruvviste.
302
Prudere cegliá.
Puah! ggliacche!.
Puerile re criature.
Pugile púggele.
Pugnetto pujnícchie.
Pugno pùjne, pl. pójne.
Pugno dato di punta fecòzze.
Pulcinella Pulecenèlle.
Pulire annettá, pulezzá.
Pulire il muso annettá lu musse.
Pulire un tubo otturato sfrucchenjá.
Pulirsi la bocca stujárse lu musse.
Pulita pulezzáte.
Pulitina pulezzatèlle.
Pulizia pulezzíje.
Pullman pullmande.
Pulpito púlpete.
Pum! púmmete!.
Pungere pónge.
Pungolare pungechjá.
Punta pónde.
Puntare pundá.
Puntellare pundellá, suppundá.
Puntiglio pundíglie.
Puntina pundecèdde, pundécchie.
Punto punde.
Punzecchiare (fig.) sfreculjá.
Punzecchiare spungechjá.
Purgatorio priatòrje.
Putacaso peccase.
Putrefarsi ìrsene a mmale.
Putrefatto jute a mmale.
Puzzare fetí,.
Puzzo fjéte, puzze, tuffe.
Puzzolente puzzulènde.
303
Q ua dentro quaddínde.
uaderno quatèrne.
uadrare quatrá.
uadretto cangèlle.
Quadriglia quatríglie.
Quinto quinde.
Quotidiano cutedjàne.
Quoziente cuzjénde.
Quaggiù quabbasce.
Qualche còcche.
Qualche altra còccata.
Qualche altra persona còccatrunáte.
Qualche altro còccatu.
Qualche cosa còcchéccóse.
Qualcosa còccóse.
Qualcosina còccusarèdde.
Qualcuno còccherúne.
Qualora assí.
Qualche cosa che non si regge strùmmele.
Quando quanne.
Quantità quandetá.
Quantità considerevole di schiaffi
manjàte re ścaffe.
Quantità, in grande- a strafótte.
Quanto quande, pl. quanda.
Quassù quammónde.
Quaterna quadèrne.
Quattr'occhi, a- assule assule.
Quattrino quatríne.
Quattro soldi nechèlle.
Quattrocchi quattuócchie.
Quell’altro quidd’àte; f. quédd'ata.
Quello quidde, quiddu, ddu; pl. quiddi,
ddi; f.sing. quédda, ddà; pl. quédde, dde.
Querela quarére.
Questione custióne.
Questo quiste, quistu, stu, pl. quisti, sti;
f.sing. quésta, sta, pl. quéste, ste.
Questo, per- peqquésse.
Questo qui quistu qquá.
Questua nguèsete.
Qui quá.
Qui sopra quassópe.
Qui sotto quassótte.
Qui vicino quabbecíne.
Quiete cujéte.
Quinta quinde.
Quintale cundale.
Quintale, a- a cundalagge.
304
T abacco tabbacche.
abella tabbèlle.
abellina tabbellíne.
Tabernacolo tabbernáquele.
Tacca ndacche.
Tentare tendá.
Tentare di parlare bene l'italiano
sporcheggiá.
Tentativo tendatíve.
Tentazione tendazzjóne.
Tacchete pùmmete. Teoria tiuríje.
Tacere stá citte. Tepore jàure.
Taglialegna liunarule. Terminare funí.
Tagliare tagliá. Terra tèrra.
Tagliare in malo modo ammarracciá. Terra, a- ndèrre.
Tagliente tagljènde. Terra, da- ra ndèrre.
Tagliuzzare menuzzá. Terra, in- ndèrre.
Tambureggiare tamburrjá. Terra, per- pe ndèrre.
Tamburello tamburrjélle. Terremoto terramóte.
Tamburo tamburre. Terribile terrìbbele.
Tampone cuscenètte. Terrorizzare fá métte paùre.
Tantino tanducchíle. Teso tise.
Tanto tande, pl. tanda. Testa in giù, a- capesótte.
Tanto in tanto, di- a bbòtte a bbòtte. Testa, in- ngape.
Tantum ergo Tandumèrghe. Testa vuota capa ssciaccque.
Tappare uppelá. Testamento testamènde.
Tarantella tarandèlle. Testata capate.
Tardare addummurá. Testimone destemònje.
Tardi attarde. Testimoniare destemunjá.
Tarlare tarulá. Ti te.
Tarmolo pulvécchie re re ttàrule. Ticchiolato cecceljàte.
Tascapane taścappáne. Tiepido tupèdde.
Tastare attandá. Timidezza ścuórne.
Tastoni attandúne. Tingere ténge.
Tavernaio tavernáre. Tinozza nel frantoio per far posare l’olio
Te ti. per poi prenderlo àngele.
Teatro tiàtre. Tinta tinde.
Teco cuttíche. Tintin dindin.
Tela molto leggera telètte. Tintinnio ndlindlì.
Telaio telare. Tiralatte sucaménne.
Telo fèrze. Tirare terá.
Temere avé paùre. Tirare un pugno allazzá nu pùjne, allendá
Tempestare tumbestjá. nu pùjne.
Tempo, da molto- ave mó..ave, ra mó ave, Tirchieria terchiaríje.
ra mó. Tirocinio turecínje.
Tempo, da poco- re mó. Tizio Tìzzje.
Tempo, da quando- ra quand’ave. Tizzo tezzóne, pl. tezzune.
Tempo, in- attjémbe attjémbe Tò tè.
Temporeggiare fá li prenuótte. Toccare tuccá.
Tenere tené. Toccare fastidiosamente tazzecá.
319
Togliere luhuá. Trafficare tracchjá.
Togliere la fuliggine dalla canna fumaria Trafiggere trapassá ra parte a pparte.
sfenneljá. Traforare trafurá.
Togliere la salsiccia o altro dall’asse sotto Tragedia traggèdje.
il soffitto spènne. Tragico tràggeche.
Togliere un peso di dosso spónne. Tragitto traggítte.
Toletta tulètte. Trainare purtá addréte.
Tombolare caré capesótte. Tramezzare ndramezzá.
Tondo tùnne, f. tónne. Tramoggia tramója.
Topaia cafuórchie. Trangugiare calá abbasce.
Topicida veléne pe li sùrece. Tranquillizzare trangullezzá.
Toppete! túppete!. Transitorio tranżetòrje.
Torbido trùvele, f. tróvele. Trappolare trapuljá.
Torcere tòrce, turcenjá. Trascinare strascená.
Torchio oleario prèsse. Trascorrere passá.
Tormentare turmendá. Trasferire straferí.
Tormento turmjénde. Trasformare trasfurmá.
Tornaconto turnacónde. Traslocare cangià case.
Tornare turná. Trasloco càmbje re case.
Tornare indietro vutá cuózze. Trasparente trasparènde.
Tornese turnése. Trasportare strapurtá.
Torno torno tuórne tuórne. Trattabile trattàbbele.
Torrente turrènde. Trattare trattá.
Torrione turrjóne. Trattenere il pianto annuzzá.
Torto tuórte, turcenjàte. Trattino lenjétte.
Tortuoso tutte curve. Tratto, ad un- re bbòtte.
Tortura turtùre. Trattoria tratturíje.
Torturare turturá. Travatura ndravatúre.
Tosatrice machenètte pe carusá. Travedere traveré.
Toscaneggiare tuścaneggiá. Traverso travjérse.
Tossico tuósseche. Travestire travestí.
Totale tutale. Travisare stravesá.
Tra ndra. Travolgere accarrá.
Traballante cutuljénde. Treccia trézze.
Traballare cutulá. Trecciolina trezzódde, pl. trezzùdde.
Traboccare scigliá, trabbuccá. Tremare tremá.
Trabocchetto trabbucchètte. Tremare di freddo arruzzulí.
Tracannare śculá nżine a l’ùtema stizze. Tremarella cacacce, tremarèdde.
Traccia strascíne. Tremito trjémete.
Traccia nella parete per fili e tubi Tremolante tremuljènde.
carasce. Tremolare tremuljá.
Tracciare fá la tracce. Trespolo puógge.
Tradimento traremènde, pl. traremjénde. Triangolo triàngule.
Tradire trarí. Tribolare spandecá, trevulá.
Tradizionale tradezzjunále. Tribolo trìvele, pl. trivùle.
Tradurre traduce. Tribunale trubbunále.
320
Triciclo trecicule.
Tricolore triccolóre.
Triduo tríruve.
Trincea trengére.
Trinità Trennetà.
Triturare munuzzá.
Trofeo truféje.
Trombetta trumbètte.
Trombettare trumbettjá.
Trombettiere trumbettjére.
Trombone trumbóne.
Tronco, in- ndrunghe.
Troneggiare truneggiá.
Troppo asciutto àśche.
Troppo numunne.
Trottare truttjá.
Trottata truttjàte.
Trovare asciá, truvá.
Trovata truvate.
Trucco pettura.
Tubo tubbe.
Tubo di gomma urèdde.
Tuo tuje, f. tója.
Turbine trebbítte.
Turlupinare pegliá ra fésse.
Tuttora angóramó.
321
U
bbidire ubberí. Ultimatum ultematúmme.
briacare mbriacá. Ultimo ùteme.
briachezza mbriachíje. Ultimo, in- alùteme.
ccidere accíre. Ultimo banco della classe ciuccebbànghe.
Uccisione accíse. Umettare abbagná.
Ucciso accíse. Umidità ummerézze.
Udire sènde. Umido ùmmere.
Uè nguè. Umiliarsi rebbassárse.
Uff! uffa!. Umorosa muróse.
Uguagliare èsse talèccquale. Uncinetto cruscè.
Uguale talèccquale. Ungere ónge.
UTENSILI (cucina)
Abbrustulatúre, bbuàtte, bbuccàcce, bbuccherúzze, bbucchjére, bbuttegljèdde, bbutteglióne,
bbuttegliúne, bbuttíglie, caccavèlle, caccavóne, cacciacárne, camèlle, camellíne, canestrjédde,
canìstre, carràve, cassaróle, cate, catecjédde, cavètte, ceculatére, chicca, cìcine, còlabbròre,
cólamaccaróne, cùccheme, cucchiàra, cucchiàre, cucchiarèdde, cucchiarjédde, culìne, cuózze,
cuperchjédde, cupjérchie, cuppenjédde, cuppìne, curtèdde, curteddúzze, curtellácce, curtjédde,
curtjédde a ścatte, fazzatóre, fesenèdde, fesìne, fressóre, fressurèdde, furcìne, lahenatúre,
macenjédde, marmíttele, mute, mutìdde, panàre, panarjédde, pegnàte, pegnatjédde, pesatúre,
piattenfúnne, piattenghjàne, piattjédde, pile, pruvétte, raccialárde, ratìglie, rattacáse, retìne,
rómbenóce, ruóte, ruótele, rutecjédde, rutèdde, salére, ścannatúre, ścólapjàtte, ścummarèdde,
ścummareddùzze, ścummarjédde, ścutèdde, setàzze, séte, setìne, sfèrre, sìcchie, sicchicjédde,
spase, spase re sandenecóle, spasètte, stajédde, statelètte, tazzecèdde, tianjédde, tijddùzze,
tirabbisció, tjàne, tjèdde, tjèdde ca sbódde, tumbàgne, uandjére, vasètte, velànże, velanżèdde,
vuccàglie, zupperèdde.
Unguento angujénde.
Unico unendutte. Uscire ascí.
Unificare métte nżjéme. Uscito asciute, ssciute.
Unire auní. Ustolare mení lu ulíje.
Unito aunute. Usufrutto sufrutte.
Unto unde; f. ónde. Utensile utenżìle.
Untuoso unduse.
Uova con guscio molle óve àpele.
Uova sterili óve sciaccquate.
Urgente orgènde.
Urlare alluccá.
Urlo allucche.
Urtamento urtamjénde.
Urtare tuzzá.
Urto tuzze.
Usanza ausànże.
Usare ausá.
Usciere sscjére.
Uscio, sull’- accape a la pòrte, mmócche
a la pòrte
322
V
a bene vabbuóne. Venditore di castagne castagnáre.
a via ma cammíne. Venditore di granaglie carrajuóle.
acante vacande. Venditore di lupini lupenáre.
accinare fá lu nnèste. Venditore di patate patanáre.
Vacillare strummeljá. Venditore di piatti piattáre.
Vagare ìre ngire. Venditore di torrone cupetáre.
Valere valé. Venduto vennute.
Valico passe. Venire mení.
Valido vàlete. Venitevene menitavínne.
Valorizzare valurezzá. Ventare vendjá.
Valvola vàlvule. Ventata vendate.
Vanagloria ufanaríje. Ventilare vendelá.
Vaneggiare vaneggiá. Venturo ca véne.
Vanità vanaríje. Venuta menute.
Vantaggio vandagge. Venuto menute.
Vantaggioso vandaggiúse. Veramente averamènde.
Vantamento avandamjénde. Verbale frubbale.
Vantare avandá. Vergogna bbrehògne, ścuórne, vreògne.
Vanto vànde. Vergognare métte ścuórne, vreugná.
Vanvera, a- aèreje. Verità veretà.
Vapore jàure. Vero alluuére.
Vaporoso vapurúse. Versare scigliá.
Varco vàre. Verso nfacce, pe.
Varechina lessjèlle.
Variabile varjàbbele. Vescovo Véścheve.
Vestire vèste.
Vasca vaśche. Vestito vestute.
Vasca mulino ad acqua furmale. Vezzeggiare ciangìá.
Vattelappesca vattasce, vattelufríje, Vezzo ciange.
vattelufútte. Via víje.
Vecchiaia vecchiàre. Via Crucis Via Cruce.
Vece vécete; pl. bbécete. Via di corsa vattelufréche.
Vece, in- a lu poste. Via vai vajèbbjéne.
Vedere abbré, allusciá, avvré, veré. Viaggio vjagge.
Vedetta bberétte. Viale stradóne.
Vedi, lo- ru bbí. Vicenda vecènne.
Veduta verute. Vicenda, a- abbécete.
Vegetare veggetá. Vicende complicate mbiccèmbruóglie.
Veleno bbeléne, menéle. Vicesindaco Vicesínneche.
Velocità velucetà. Vicinato vucenáte.
Vendere vénne. Vicino accurte, azzicche, vucine.
Vendere a vil prezzo abbarrucá. Vicino, da- musse a mmusse.
Vendita vénnete. Vicoletto veculicchie.
Venditore vennetóre; f. vennetríce. Vicolo viche, viquele.
Venditore di arance purtahalláre. Vigilare vecelá.
323
Vigile agg. vìcele. Vossignoria vussignuríje.
Vigliaccheria carugnáte. Vostro vuóste, f. vòste.
Villanata cafunáte. Votare vutá.
Villania cafunaríje. Votazione vutazzjóne.
Vincere vénge. Vuoto vacande.
Vincere tutto ścórre.
Vincita véngete.
Vincolare vengulá.
Vincolo vìngule.
Vinto bbinde, vinde.
Violino vjuline.
Virgola vìrguale.
Virgoletta vergulètte.
Virile r’óme.
Vis’a vis faccefrónde.
Viscidume quagliaròzze.
Visitare bbesetá.
Visite bbísete.
Vittoria vuttòrje.
Vittorioso vutturjùse.
Viuzza trasónnele.
Vivagno cime.
Vivere cambá.
Vizio vìzzje.
Vocabolario cabbulàrje.
Vocale vucale.
Vocazione vucazzjóne.
Voce vócia.
Voglia ulíje.
Voi vuje.
Voialtri vujàute.
Volare abbulá.
Volentieri vulendjére.
Volere vulé.
Volgere vutá.
Volo abbuóle.
Volontà vulundà.
Volta vòte.
Volta, una- mmane a vavóne.
Voltare vutá.
Volte, a- a bbòte.
Voltastomaco vòtastòmmeche.
Volume vulume.
Voluto vulute.
324
Z
ampata ciambate.
ampogna sambógne.
ampognaro sambugnáre.
ecchinetta zecchenètte.
Zeppo zippe.
Zingaro zénghere, pl. zìnghere.
Zitto citte.
Zizzania zezzàjne.
Zoccolatura zucculatúre.
Zoppicare zuppecá.
Zoppiconi zuppècúne.
Zuffa acciuppiàtòrje.
Zufolo flàute re canne.
Zuppo trapanáte.
325
MODI DI DIRE
E
LOCUZIONI DIALETTALI
MODI DI DIRE
1 A bbòtte a bbòtte.
A gradi, a più riprese.
3 A ccangiá cchè?
A quale scopo?
4 Á cangiàte facce.
Ha cambiato faccia.
Dicesi di persona che muta nell'aspetto (per rimprovero, emozione, vergogna,
ecc.).
8 A Ddíje a la vendùre.
Nelle mani di Dio e della sorte.
327
10 A ffréca cumbàgne.
A danno del migliore amico.
11 A mmènd'a mmènde.
Locuzione che esprime dimenticanza.
12 A mmùzzech'e ppetàzze.
A morsi e a pezzettini.
A intervalli.
13 A pparlà jé artalègge.
Agire non è facile come il parlare.
14 Á ścupèrte l'Amèreche!
Ha scoperto l'America!.
Dicesi di chi presume di aver trovato una cosa nuova che invece è vecchissima.
15 Abbuścà la mazzètte.
Ricevere qualcosa (spec. un compenso) illecitamente.
16 Abbuścà la pagnòtte.
Guadagnare per vivere.
17 Abbuścárse nu pambanízze.
Prendere molto freddo.
18 Accàtt'e bbénne.
Compra e vende.
Dicesi di persona che traffica in checchessia.
328
19 Accattà lu sóle quanne èsce.
Comprare il sole quando esce (Iperbole).
Locuzione che vale per "aver carestia di ogni cosa". Lib.Son.,114 "E comperar
conviengli infino al sole".
20 Accunżá pe re ffjèste.
Conciare per le feste.
Ridurre una persona molto male con percosse e sim.
21 Addrízze re ggurécchie!
Drizza le orecchie!
Stammi bene a sentire!
22 Addulucí lu pìnnele.
Addolcire la pillola.
Mitigare una cosa spiacevole e dura da sopportare.
25 A la bbanghe re lu sciùle.
Alla banca dello "scivolo".
Iperbole, velata di bonaria ironia, che denunzia indisponibilità di denaro.
26 A la sanfasòn (francesismo).
Senza maniere (franc. sans façons).
29 A li cane recènne.
Ai cani dicendo.
Mai sia!
30 Allegrézze nżuónne.
Allegrezza, contentezza illusoria e non reale.
32 Alluccá ngape.
Gridare in testa.
Rimproverare aspramente.
33 Allungá lu bbròre.
Allungare il brodo.
Dilungarsi.
38 Appecciá ru ffuóche.
Accendere il fuoco (fig.).
Accendere gli animi, attizzare, incitare.
40 Armàmece e jjàtece.
Armiamoci e andateci.
Dicesi di chi spinge altri ad intervenire, tenendo, però, se stesso al sicuro.
44 Ascí sfalle.
Cattiva riuscita di programmi, propositi, ecc.
45 Ascí trezzúdde.
Non guadagnare alcunché.
331
46 Asseméglie nu sande meseríne.
Dicesi di persona dall'aspetto emaciato o dal tono dimesso.
51 Avé a r'ógne.
Avere alle unghie.
Avere tra le mani, avere a tiro.
53 Avíma fá li cunde.
Dobbiamo fare i conti (fig.).
Chiedere ragione a qualcuno del suo agire.
54 Azzèttelesíje.
Locuzione d'altri tempi, oggi piuttosto desueta, la cui traduzione letterale può
ipotizzarsi verosimilmente come "sia accettata". Tipica del gergo popolare viene
pronunciata dalla gente sottintendendo la speranza, l'auspicio che la propria visita
presso un luogo pio, per impetrare una grazia, abbia l'effetto sperato.
332
55 Bbónanòtte a li sunatúre!.
Buona notte ai suonatori.
E abbiamo completato l'opera!.(fig.)
60 Caré ra lu ljétte.
Cadere dal letto.
Alzarsi presto.
61 Carè re bbrazze.
Demoralizzare.
63 Ce móre lu vèrme.
Ci muore il verme.
Si muore dal freddo.
333
64 Ce vóle la mane re Ddíje.
Ci vuole la mano di Dio.
Ce ne vuole.....!
79 Cìtte-cìtte, alluccánne-alluccánne.
Zitto-zitto, gridando-gridando.
Di poca segretezza.
80 Córe re mamme!
Cuore di mamma!
Bene mio!
335
81 Crisce figlie e ccrisce puórce.
Cresci figli e cresci maiali.
È una massima piuttosto amara ma talvolta veritiera nel suo significato: allevare
figli, da cui spesso si riceve ingratitudine e non riconoscenza, è come allevare
maiali.
82 Crisce sande!
Possa crescere santamente!
87 Cu lu sanghe a li rjénde.
Col sangue ai denti.
Rabbiosamente con sdegno.
91 Cundá a la femmeníle.
Contare alla femminile.
Fare i conti in maniera semplice.
93 Cu re ggurèdde mbrazze.
Con le budella in braccio.
Controvoglia.
94 Curnùte e mmazziàte.
Cornuto e bastonato.
Oltre il danno anche la beffa.
95 Cu ru bbuóne o cu la fòrze.
Con il buono o con la forza.
Forzatamente.
96 Cùsete la vócche.
Cuciti la bocca.
Stai zitto!.
100 Fá a ścarecavarréle.
Fare a scaricabarili.
Scaricarsi addosso l'un l'altro la responsabilità.
111 Fá pùngeche.
Fare una cosa di poco valore.
112 Fá re ścarpe.
Fare le scarpe (fig.).
Mostrarsi amico e nuocere di nascosto.
150 Jé na cammenànde.
Dicesi di persona che perde tempo gironzolando qua e là.
155 Jé na malèrve.
Dicesi di persona malvagia.
157 Jé na paróla!
È tutt'altro che una cosa facile!
185 Le sap'affòrte.
Gli riesce difficile.
349 Rá li nùmmere.
Dare i numeri (fig.).
Locuzione che simboleggia stranezza o incoerenza in ciò che si dice. Parlare a
vanvera.
449 Vá cu lu sibbèmòlle.
Dicesi di persona lenta nell'incedere (o nell'agire).
451 Vá rustucciùne.
Dicesi di persona che cammina di nascosto.
452 Vá spareciùne.
Dicesi di persona che va scappando.
453 Vá spjértete.
Dicesi di persona smarrita, che va in cerca di qualcosa.
454 Vá sturcenjùne.
Dicesi di persona che, in genere, agisce contro la norma.
PROVERBI
380
Proverbi
ITALIANO
1 A àcene a àcene s'énghie la màcene.
Ad acino ad acino si riempie la macina.
3 A ccase re chi nu ndéne figlie, nun gghjénne nné pe ssòlete nné pe ccunżíglie.
A casa di chi non ha figli, non andare né per soldi né per chiedere consigli.
50 Carte, cande.
Le parole volano, le cose scritte rimangono.
58 Cerase caleme nganne, t'àgghi aspettàte n'anne, t'aspètte n'atu mése nżine ca
vaje a nu turnése.
Ciliegia scendi nella mia gola, ti ho aspettato un anno ti aspetto un altro mese
finché vai ad un tornese (non costerai di meno).
63 Chi àle póche vale; vóle sule mangiá, véve e nu bbellu ljétte pe repusá.
Chi sbadiglia vale poco; vuole solo mangiare, bere e un bel letto per riposare.
76 Chi lasse la víje vècchie e ppiglia la nóve, sape che llasse e nu nżape ché ttróve.
Chi lascia la strada vecchia e prende quella nuova, sa che lascia ma non sa che
cosa trova.
112 Chi téne capidde vòte, chi téne renare cónde, chi téne mugljére bbèlle cande.
Chi ha molti capelli li acconcia, chi ha molto denaro conta, chi ha una bella moglie
canta.
120 Chi téne rjéce figlie l'allóche, chi ne téne une l'affóche.
Chi ha dieci figli li sistema, chi ne ha uno l'affoga.
132 Chi vóle fá ru ggràne sémmene majse, chi vóle fá lu vine chiande murise.
Chi vuol raccogliere grano semina maggese, chi vuole fare il vino pianta uva
(paradisa o malvasia).
136 Ciàula vóccapèrte àje lassate la case apèrte, jé jùte lu malandríne e s'éja pegliate
la mèglia addíne.
Cornacchia dalla bocca aperta hai lasciato la casa aperta, è andato il malandrino e
si é preso la migliore gallina.
148 Cúm'a nesciuna case manghe la pòrte, a nesciuna tèrre manghe la víje.
Come a nessuna casa manca la porta, a nessun terreno manca la strada.
149 Cúme nu nże funisce maje na vótte r'acite, accussì nu nże funisce maje nu malu
marite.
Come non si finisce mai una botte d'aceto, così non si finisce mai un cattivo
marito.
161 Figlie pìccquele, uaje pìccquele; figlie gruósse uaje gruósse; figlie spusate, vite
sacrifecáte.
Figli piccoli, guai piccoli; figli grandi, guai grandi; figli sposati, vita sacrificata.
165 Furbare curte e amare, si li juórne míje sarríjne tutte, facésse ferrà lu vine nd'a
re vvutte.
Febbraio corto e amaro, se i giorni miei fossero tutti, farei congelare il vino nelle
botti.
255 Marze, marzìcchie, re cràpe méje ànne fatte nu pare re curnídde, si marze
ngrógne si ne càrene pile e ógne.
A Marzo le mie capre hanno messo fuori un paio di cornini, se Marzo s'ingrugna
se ne cadono peli e unghia.
258 Mazze e panèlle fanne li figlie bbèlle; pane e presùtte fanne li figlie bbrutte.
Botte e pagnotte fanno i figli belli (crescono), pane e prosciutto crescono i figli
brutti.
282 Nu nde mbecciá, nu nde ndrecá, fatte li fatte tuje e nu nde ne ngarecá.
Non t'impicciare, non ti intricare, fatti i fatti tuoi e non te ne incaricare.
286 Nu pàtre rá a cambá cjénde figlie e cjénde figlie nun ranne a cambá nu pàtre.
Un padre dà a campare cento figli e cento figli non danno a campare un padre.
289 Nun renghiànge le ggevendù, pecchè si n'éja jùte e nun tòrne cchiù.
Non rimpiangere la gioventù, perché se n'è andata e non torna più
290 Nunn'àja maje rice a la mane mangìne quédde ca face la mane rerìtte.
Non devi mai dire alla mano sinistra quello che fa la mano destra.
326 Quanne àje fame nu ndjéne pane; quanne àje séte nu ndjéne acque.
Quando hai fame non hai pane; quando hai sete non hai acqua.
361 Rùsse re sére bondjémbe se spére; rùsse re matìne brutte tjémbe s'avvecìne.
Rosso di sera bel tempo si spera; rosso di mattina brutto tempo si avvicina.
362 S'àja pegliá mugljére e s'àja accattà vaccìne, pígliere nd'a lu pajése tuje e maje
ra quidde vucìne.
Se devi prendere moglie e se devi comprare bovini, sceglili nel tuo paese e mai da
quello vicino.
369 Se mbaccísce tré vvòte nd'a la vite: ggevendù, vecchiàre e mmjézze tjémbe.
Si impazzisce tre volte nella vita: gioventù, vecchiaia ed età di mezzo.
371 Séca séca cumbà, la séche nun vóle secá, vóle carne e maccarùne e nnu vvóle
cchiù ffasùle.
Sega sega compare, la sega non vuole segare perché vuole mangiare carne e
maccheroni e non vuole più fagioli.
390 Si nun face càure a lluglie e aùste sarrá aspre ògne mmuste.
Se non fa caldo a luglio e agosto sarà aspro ogni mosto.
394 Si te piace re ìre re prèsscie, ca quiste pe ttè jé nu lusse, statte attjénde ca te può
ścasciá la cape e rómbe lu musse.
Se ti piace andare di fretta, questo per te è un lusso, stai attento che ti puoi rompere
la testa e il muso.
397 Si tu quanne parle bbèlle paróle ausarràje, n'àja avé paùre ca la lénga
ścurciarràje.
Se tu quando parli userai belle parole, non aver paura che la lingua si scorticherà.
399 Si tu vuò ca la róte lèste àdda ggerá, unge spisse lu pjérne e édde velóce jarrá.
Se tu vuoi che la ruota giri velocemente, ungi spesso il perno e la ruota andrà
veloce.
408
400 Si vuò cuffiá lu vucìne adduórmete priéste e àuzete prime a la matìne.
Se vuoi gabbare il vicino vai a letto presto e alzati prima la mattina.
402 Sì ffrate e ssóre fine a qquande mange tutte nd'a lu stésse pjatte.
Sei fratello e sorella fin quando mangi nello stesso piatto.
Bbellònje Bellonia.
A Bbenerítte Benedetto.
Bbennárde Bernardo.
Addèzzje Decio. Bbiasúcce Biagio.
Addjéche Diego. Bbommenúte Benvenuto.
Adúcce Ada. Bbunefácje Bonifacio.
Aèrche Adelchi.
Aggìrje Egidio.
Aghetèlle Agata.
Agnázje Ignazio. C
Aitáne Gaetano.
Albíne Albino. Carlìne Carla, Carlo.
Alduràte Eldorado. Carlúcce Carlo.
Aledúcce Alida. Carméle Carmela.
Alèsje Alessio. Carmelíne Carmela.
Alfréde Alfredo. Carmenèlle Carminella.
Algebbjére Alcibiade. Carmenjélle Carmine.
Amèlje Amelia. Carmenúcce Carmine.
Andjéche Antioco. Carusíne Carosina.
Andréje Andrea. Casumérre Casimiro.
Angelécchie Angela. Cataríne Caterina.
Angelumarje Angelo Maria. Cecílje Cecilia.
Angícche Francesco. Celestríne Celestino.
Angiulíne Angela. Cèsere Cesare.
Annamaríje Anna Maria. Chiaríne Chiara.
Annandònje Anna Antonia. Chilómbe Colomba.
Annúcce Anna. Ciccandònje Francescoantonio.
Annuzzèlle Anna. Cicce Francesco.
Anżèlme Anselmo. Ciccellúzze Francesco.
Apollònje Apollonia. Cicchepáule Francescopaolo.
Arcuméje Archimede. Ciccílle Francesco.
Armínje Erminio. Ciriáquele Ciriaco.
Aròlfe Adolfo. Clemènde Clemente.
Arríche Enrico. Clemendíne Clementina.
Assúnde Assunta. Crescènżje Crescenzo.
Assundìne Assunta. Crestenèlle Cristina.
Auròre Aurora. Cristòfene Cristoforo.
Austíne Agostino. Culurínde Clorinda.
Cungètte Concetta.
Cungettíne Concetta.
Cungòrdje Concordia.
B Cunżíglie Consiglia.
Curráre Corrado.
Bbèllaggírje Placidia.
413
Custànże Costanzo. Fuluméne Filomena.
Custanżúcce Costanzo. Funżenèlle Alfonsina.
Funżíne Alfonso.
D Furliáne Floriano.
Danżíne Abbondanza.
Dduluráte Addolorata.
Delfíne Delfina. G
Diaróre Teodoro.
Dorúcce Dora. Gelárde Gerardo.
Geremíje Geremia.
Géròleme Girolamo.
Geseppíne Giuseppina.
E Ggianníne Giovanna.
Ggiòvánne Giovanna.
Elènúcce Elena. Ggiúlije Giulia.
Elvíre Elvira. Ggiuljètte Giulia.
Emílje Emilio. Ggiurítte Giuditta.
Èpele Euplio. Ggiuvannenèlle Giovanna.
Èrquele Ercole. Ggiuvanníne Giovanna.
Giacínde Giacinta.
Giavacchíne Gioacchino.
Gilletrúre Geltrude.
F Gine Luigia.
Giòrgge Giorgio.
Faustíne Fausto. Giuuánne Giovanni.
Feleríche Federico. Giuvannángele Giovannangelo.
Felíppe Filippo. Giuvíne Giovina.
Felúcce Raffaele. Grabjéle Gabriele.
Feréle Fedele. Graziúcce Graziano.
Ferelúcce Fedele. Grazjèlle Grazia.
Fiurènże Fiorenza. Gregòrje Gregorio.
Fiurínde Fiorinta. Gualángele Nicola Angelo.
Flaviàne Flaviana.
Flàvje Flavio.
Flíce Felice.
Fònże Alfonso.
I
Frangéśche Francesca. Innare Gennaro
Frangeśchíne Francesca.
Franghíne Francesca.
Frangíśche Francesco.
Freddenánde Ferdinando. J
Fròlije Florio.
Fulmenúcce Filomena. Jucce Maria.
414
Mariúcce Maria.
L Marjètte Maria.
Marterúcce Marta.
Laruètte Laura. Martuméje Bartolomeo.
Laurjénże Lorenzo. Mataléne Maddalena.
Leccárde Riccardo. Mattéje Matteo.
Lenùcce Lina, Nicolina. Mattíje Mattia.
Lesàndre Alessandro. Mecalenèlle Michelina.
Letízzje Letizia. Mecalíne Michelina.
Libbèratóre Liberatore. Mecalúcce Michele.
Lióne Leone. Mechelíne Michele.
Lise Elisa. Meliúcce Emilia.
Lisètte Luisa. Meljètte Emilia.
Liunòre Eleonora. Melúcce Carmela.
Lubbèrte Alberto. Menecúcce Domenica.
Lucíje Lucia. Mengúcce Domenico.
Lucjètte Lucia. Menúcce Filomena.
Luícia Luigia. Menuccèlle Filomena.
Luícje Luigi. Metílde Matilde.
Luiggíne Luigi, Luigia. Mimí Domenico.
Luisètte Luisa. Minghe Domenico.
Lunárde Leonardo. Mmaculáte Immacolata.
Lutuvíche Lodovico. Mmaculatèlle Immacolata.
Luvícije Luigi Mudèste Modesta.
M N
Manuéle Emanuele. Nanèlle Gaetana.
Marchiònne Melchiorre. Nannenèlle Anna.
Marcúcce Marco. Nanníne Anna.
Margaríte Margherita. Nardíne Leonardo.
Mariandònje Mariantonia. Nardúcce Leonardo.
Mariánne Marianna. Nastasíje Anastasia.
Marianníne Marianna. Natalíne Natalino.
Màrje Mario. Ndenjúcce Antonietta, Antonio.
Maríje Maria. Ndònje Antonio.
Maríje Gesèppe Maria Giuseppa. Ndunètte Antonietta.
Maríje Gràzzje Maria Grazia. Nduníne Antonino, Antonio.
Maríje Michéle Maria Michela. Necóle Nicola.
Maríje Revíne Maria Divina. Neculíne Nicola, Nicolina.
Maríje Ruméneche Maria Domenica. Necuréme Nicodemo.
Maríje Savèrie Maria Saveria. Nenúcce Anna, Antonio.
Maríje Stélle Maria Stella. Ngurnatèlle Incoronata.
415
Ngurunáta Incoronata.
Nine Anna.
R
Ninuccèlle Anna.
Nuccetèlle Anna. Rachelíne Rachele.
Rachiúcce Eraclio.
Nucènżije Innocenzo. Raffaéle Raffaele.
Nùnżje Nunzio. Raffiulúcce Raffaele.
Nunżjáte Annunziata. Raffjèlúcce Raffaela.
Nunżiatíne Annunziata. Raimónde Raimonda.
Reccángele Arcangelo.
Relètte Diletta.
Reméte Ermete.
O Remícje Remigio.
Rèmígge Remigio.
Olmetèlle Olmitella. Renàte Renato.
Órsele Orsola. Resárje Rosaria, Rosario.
Resariúcce Rosaria.
Riapòlde Leopoldo.
Riinízzje Dionigi.
P Rite Rita.
Ròcche Rocco.
Paścále Pasquale. Rosànne Rosanna.
Pasqualíne Pasquale, Pasqualina. Rubbèrte Roberto.
Pasqualúcce Pasquale. Rucchenèlle Rocchina.
Pàule Paolo. Rucchíne Rocchina, Rocco.
Paulíne Paola. Rumíneche Domenico.
Paulúcce Paolo. Runáte Donata, Donato.
Pellegríne Pellegrino. Runatèlle Donata.
Penúcce Giuseppina. Runatúcce Donato.
Pèppe Giuseppe. Runżíne Oronzo.
Peppenèlle Giuseppina. Ruselíje Rosalia.
Peppenjélle Giuseppe. Rusenèlle Rosa.
Peppína Giuseppina. Rusíne Rosa.
Peppíne Giuseppe.
Peppúcce Giuseppe.
Petrúcce Pietro.
Pjétre Pietro. S
Pricete Brigida.
Prurènżje Prudenza. Sabbèlle Isabella.
Pumbílje Pompilio. Sandenèlle Santa.
Sandíne Santa.
Sandríne Alessandro.
Sandúcce Santo.
Sèppe Giuseppina.
Seppúcce Giuseppina.
416
Siste Sisto. Vergginje Virginia.
Stanżelláne Stanislao. Vetandònje Vitantonio.
Stèfene Stefano. Vetanjélle Vitaniello.
Vetturíne Vittorio.
Vetúcce Vito.
Vitalfònże Vitalfonso.
T Vròneche Veronica.
TèmístecheTemistocle.
Tenuccèlle Assunta.
Toníne Antonio. Z
Totònne Antonio.
Tresenèlle Teresa. Zafíne Serafina.
Tresíne Teresa. Zarafíne Serafina.
Tresúcce Teresa. Zefferíne Zefferino.
Tummáse Tommaso. Zembróse Sinforosa.
Tummasíne Tommaso. Zufíje Sofia.
Tunuccjélle Antonio.
U
Ubbálte Ubaldo.
Ufèmje Eufemia.
Uggènje Eugenio.
Ugulíne Uga.
Ulèrje Aurelio.
Ulíje Elia.
Ulímbje Olimpia.
Unuríne Onorina.
Urázzje Orazio.
Urbáne Urbana.
Ustáchje Eustachio.
Usválde Osvaldo.
Utíne Oto.
V
Valleverdíne Valleverdina.
Vastjáne Sebastiano.
Vecènże Vincenza.
Vecenżèlle Vincenza.
Vecjénże Vincenzo.
Vendúre Buonaventura.
417
SOPRANNOMI
418
A C
Accquacàure. Cacafundáne.
Achillécchie. Cacàglie.
Aggnése. Cacciacàrne.
Albíne. Cacciacìcce.
Algìbbjére. Cacùsce.
Andìle. Cafóne.
Angelamariamerecréje. Caggése.
Àngele. Cajfatte.
Angelumèje. Cajónże.
Angiulubbèlle. Calascìne.
Anjélle. Calvìne.
Annarjédde. Cambanèlle.
Apòstòleche. Cambesandàre.
Arcuméje. Cambramóre.
Aśchetjédde. Cammarére.
Attavìne. Candalanòtte.
Attò. Cangelljére.
Aumìdje. Cangiàrre.
Cangjédde.
Canestrjédde.
Capacchióne.
B Capellàre.
Caperevòcchele.
Bbacchettóne. Caperìcce.
Bbaffùte. Capeścasciàte.
Bbalefóne. Capesuttìle.
Bbàrbere. Capóne.
Bbarbètte. Cappanèure.
Bbarracàne. Cappeddùzze.
Bbellìne. Cappjédderefjérre.
Bbènjamíne. Cappuccíne.
Bbennàrde. Capurále.
Bbersagliére. Caradònne.
Bbèrtucce. Carchiètte.
Bbesàzze. Carlemàrzje.
Bbicafalò. Carleráttele.
Bbombìse. Carlètte.
Bbònżacche. Carlóne.
Bbresèmbje. Carlòsce.
Bbucchenòtte. Carlumíneche.
Bbufalàre. Carmelécchie.
Bburràcce.
419
Carònde. Ciccarjédde.
Carpíne. Cìcche.
Carrettóne. Cicchelàcche.
Carrubbíne. Cicchenàcche.
Carruózze. Ciccilùse.
Carruzzére. Ciccóne.
Cartasciugànte. Ciccuvèlle.
Carulíne. Cicèdde.
Carusèllafíne. Cichiciòche.
Cascètte. Cicìcche.
Cascióne. Cicinjédde.
Casciulélle. Ciciróne.
Caspatíne. Ciculìcchie.
Casumérre. Cicurjáre.
Catàlde. Cjérresìcche.
Catarenàzze. Ciòtte.
Catarenjédde. Cippecìppe.
Catenjédde. Cirasuóle.
Catìcchile. Còcce.
Caulacchióne. Còla.
Cazzóne. Crapajánghe.
Celóne. Crapàre.
Cemìche. Créte.
Cendrìlle. Cricche.
Cénfele. Críchele.
Cerchiàre. Crichelàsce.
Cerjàcule. Crichelícchie.
Cernicchiàre. Cristarjédde.
Cèsere. Cucchiarjédde.
Cesjénde. Cuculàre.
Chéche. Culàzze.
Chiacchiarèlle. Culécchie.
Chiandóne. Culerìnde.
Chianghitjédde. Culetuórte.
Chjélle. Cumbassatóre.
Ciaccatabbàcche. Cungettóne.
Ciambapelóse. Cunżeglióne.
Ciambéjasùrece. Cuóccerepìppe.
Ciambóne. Cuppulìne.
Ciambulédde. Curràre.
Ciannítte. Custanżjédde.
Ciaralláre.
Ciàule.
Ciaulícchie.
Ciccandònje.
420
Geròleme.
D Gesèppepìccule.
Giannìne.
Diaróre. Giardenjére.
Giavacchíne.
Gióvannóne.
E Giuréje.
Giuvannèlle.
Guangióne.
Èpele. Guastafjérre.
J
F Jabbaccóne.
Jacchése.
Falbóne. Jacóne.
Fecìle. Jnchìne
Fecilètte. Juràte.
Felecióne.
Femmenèlle.
Femmenóne.
Ferrìtte. L
Festiccióle.
Fetìlle. L’accrjése.
Fiurènże. L'andecrìste.
Fiurìnde. L'aréfece.
Fraàsse. L’avvucàtemàzze.
Fraffòglie. L'infèrne.
Frangeśchjédde. L’ursarése.
Franżése. La bbaccòtte.
Frécchie. La bbalìlle.
La bbiòndìne.
Freścóne. La calavrése.
Frùsce. La ciòte.
Frùsse. La curàtele.
Furliàne. La fàcche.
Furmechèlle. La fate.
La fuggiàne.
La furnàre.
G La lucetréssòlde.
La marchése.
Galànde. La meliunàrje.
Gambamàtte. La mòneche.
421
La mòrte. Lu tùrche.
La nèure. Lu vecciáre.
La pacciògne. Lu zénghere.
La paùre. Lu zucàre.
La rumàne. Lu zungulése.
La santère. Lu zuóppe.
La stagnàre. Lu zupparjédde.
La stòrte. Luèrre.
La zìnghere. Luicjédde.
Labbratòrje. Lungònghe.
Lange. Luurnatóre.
Lécce. Luvecióne.
Leccióne. Luvilluvì.
Lèlle.
Lèstelèste.
Lisàcchere.
Lu bbèlle. M
Lu cacciatóre.
Lu capebbànde. Maccàneche.
Lu capellàre. Maccaróne.
Lu cecònne. Malafàuce.
Lu ceregnulàne. Mallésse.
Lu ciaràule. Manapjérte.
Lu cònde. Mangiacàne.
Lu crapàre. Mannaggiaàlaglie.
Lu fóngetìse. Marchiònne.
Lu furbeciàre. Marchìtte.
Lu ggìglie. Marcìane.
Lu lòffere. Marenèlle.
Lu maghe. Mariaferéle.
Lu mjérle. Marianne
Lu mulenàre. Marònnamíje.
Lu mùsce. Marteddùzze.
Lu mussùte. Marteljàne.
Lu napuletàne. Maśculóne.
Lu pìre. Massàre.
Lu pezzènde. Massarèlle.
Lu quaratése. Massaròtte.
Lu rangascjére. Mastalèsje.
Lu russe. Masterunàte.
Lu sandahatése. Mazzahàtte.
Lu sassòfene. Mazzìne.
Lu secchíare. Mecalìcchie.
Lu stradàrje. Mecaljédde.
Lu stumbe. Mecalóne.
422
Mechélerecàrle. Pagliètte.
Mengarjédde. Paglióne.
Menghefiàcche. Palazze.
Menghìlle. Palluttìne.
Mengóne. Panarése.
Mennelícchie. Pandulìne.
Mèule. Papalìne.
Mezzètte. Papònne.
Miàne. Paròlle.
Mursílle. Paruócchele.
Muscílle. Passannànde.
Muścóne. Pasteèfasúle.
Musserechíre. Pasturjédde.
Mùsserezùcchere. Patìsce.
Mustàzze. Paulóne.
Peccióne.
Pechéche.
Pecurèdde.
N Pelàte.
Pellacciùte.
Nardèlle. Pellegrìne.
Nasóne. Pelùse.
Ndindì. Pepelòtte.
Ndòrce. Peperùsce.
Ndrióne. Pèppecapùte.
Ndròndele. Pèppepégne.
Necóleluónghe. Pèpperefùrje.
Necuréme. Pèpperelèbbre.
Nènne. Pèpperepàule.
Ngandalùpe. Peppóne.
Ngappaucjédde. Perazzjédde.
Ngeccarjédde. Pèrdue.
Nghjéreche. Pertùse.
Ngìngele. Peścarùle.
Nicche. Pesciòcche.
Ndunjéle. Pescióne.
Pèsseme.
Petrólle.
P Pettelóne.
Pezìlle.
Pezzàjme.
Pacciaglióne. Pezzendódde.
Pacìlje. Pezzuttàre.
Pagliarèdde. Pianùre.
Pagliarùle.
423
Piatùse. Rusulíje.
Picchepàcche. Rutèdde.
Piéttetónne.
Pilefòrte.
Pinde.
Pisciaccquà. S
Pisciajuóle.
Pissepìsse. Salèmme.
Póleve. Sandamarònne.
Pòscie. Sandandrjàne.
Prichjélle. Sangherebbìsse.
Pulecenèlle. Sarachèdde.
Pulìte. Sasse.
Pumbenàre. Sassòfene.
Pumbìlje. Ścacatóre.
Pungenàre. Ścardalàne.
Pupajnàre. Ścarde.
Purcarjédde.
Putrusìne. Ścarnécchie.
Ścarpalègge.
Ścarpasciòvete.
Ścarpullìne.
Q Ścarrupatùtte.
Qualàngele. Ścartòcchie.
Quaquaróne. Ścatédde.
Quinneceèsséje. Ścavètte.
Scènne.
Sciallònghe.
R Sciangalèbbre.
Sciaràppe.
Sciosciammócche.
Raffailjédde. Sciasciànne.
Rangascjére. Sciòcche.
Rastjédde. Sciólì.
Recchenèlle. Sciósce.
Recciulélle.
Sciosciacùle.
Recéśche. Sciòsciasóje.
Reméte. Śculése.
Revìne.
Rizze. Ścuràte.
Rombìte. Seggiulìne.
Rumenecóne. Sembìcce.
Ruócele. Seneścàreche.
Rusannjédde. Seppuccjédde.
424
Sèttemetènne. Turre.
Sfrattacasscióne. Tuzzarùle.
Sisterecafóne.
Spadóne.
Spelaròcchie.
Spìrete. U
Spite.
Spurupàcchie. Uauà.
Spusìne. Ustàchje.
Sscjére.
Staccióne.
Staffjére.
Strascìne.
V
Strazzàte.
Strusce. Valaddìre.
Surdóne. Valèndíne.
Valoróse.
Varàlle.
Vardàre.
T Veccìne.
Vecelànde.
Tamàrre. Vetecèste.
Tamurrjére. Vetóne.
Tarzànne. Vetòsce.
Tatóne. Vetuccióne.
Tautìste. Vezzuóche.
Tavìtte. Vjérne.
Tembóne. Viulóne.
Tèppèppe. Vròneche.
Teretìcchete. Vulìtelipére.
Teretuppeteélahenatùre.
Terramóte.
Tèrranèure.
Tìbbetàbbe.
Z
Tòbbje.
Trapulìne. Zaccaríje.
Trastólle. Zambèlle.
Trécene. Zanghètte.
Trémmaríje. Zécche.
Trèndapíle. Zélle.
Treppètte. Zembìcce.
Trerecìne. Zemòneche.
Trezòche. Zengaràcchie.
Trippe. Zengarjédde.
Turche. Zengóne.
425
Zenżelóne.
Zepòce.
Zevjécchie.
Zialùce.
Zichetezòche.
Zùlefe.
Zuppechèlle.
Zurìche.
Zurràre.
426
RACCONTI
427
*remenutìve re Runàte.