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Equipe Multidisciplinare

• IN BASE AL TIPO DI INTERVENTO RICHIESTO DI IAA SI AVRANNO SPECIFICHE FIGURE


PROFESSIONALI ALL’INTERNO DEL GRUPPO DI LAVORO

Diana Spinelli-Killia
Lavorare in Equipe

Diana Spinelli-Killia
Per tutti gli Iaa:
• Medico veterinario esperto in IAA: collabora con il responsabile di progetto, o
dell’attività in caso di AAA, nella scelta della specie animale e della coppia coadiutore –
animale valuta i requisiti sanitari e comportamentali dell’animale impiegato e indirizza
alla corretta gestione dello stesso assumendone la responsabilità.
collabora con il responsabile di progetto nella scelta della specie animale
Collabora con ilresponsabile di progetto nella selezione della coppia coadiutore-
animale
valuta i requisitisanitari e comportamentali dell’animale
indirizza alla correttagestione dello stesso assumendone la responsabilità

Diana Spinelli-Killia
Medico veterinario esperto in IAA:
• Il medico veterinario dell’équipe:
• •sottopone gli animali ad una valutazione sanitaria preventiva
• •individua i criteri per il monitoraggio in itinere
• •effettua una nuova valutazione al termine del progetto
• •predispone una cartella clinica, che deve essere regolarmente
aggiornata, riportante il segnalamento dell’animale,
l’anamnesi, lo stato sanitario, le profilassi eseguite e le
eventuali terapie
• Il medico veterinario dell’équipe:
• •sottopone gli animali ad una valutazione comportamentale (può
avvalersi della collaborazione di veterinari esperti in
comportamento animale, etologi o altri operatori, assumendosene
la responsabilità)
• •individua i requisiti comportamentali per il monitoraggio in itinere
• •verifica periodicamente gli aspetti comportamentali
• •effettua una nuova valutazione al termine del progetto
• •aggiorna la cartella clinica con gli esiti delle valutazioni
comportamentali
Medico Veterinario:
• E' COINVOLTO NELLE FASI DI:
• - PROGETTAZIONE/PROGRAMMAZIONE
• -VERIFICA

Diana Spinelli-Killia
Per tutti gli Iaa:
• Coadiutore dell’animale: prende in carico l’animale durante le sedute. In
tali fasi assume la responsabilità della corretta gestione dell’animale ai fini
dell’interazione e provvede a monitorarne lo stato di salute e di benessere,
secondo i criteri stabiliti dal medico veterinario al quale riferisce eventuali
sintomi di malattia o di disturbi del comportamento. Il coadiutore
dell’animale è in possesso di comprovata esperienza nella gestione delle
specie animali impiegate negli IAA.
•In caso di necessità dispone l’interruzione dell’intervento
COMPILA IN MODO PUNTUALE LA SCHEDA PER LA VALUTAZIONE DEL
BENESSERE STABILITA DAL VETERINARIO

Diana Spinelli-Killia
Coadiutore Dell’animale
• PARTECIPA A:
• PROGETTAZIONE/PROGRAMMAZIONE, Concorda le attività con il Referente
d’intervento/Responsabile di attività

• REALIZZAZIONE
• HA IL RUOLO DI FACILITATORE DELLA RELAZIONE è ESPERTO IN AMBITO ZOOANTROPOLOGICO (CHE
CONOSCE E SA DARE VALORE ALLA RELAZIONE UOMO- ANIMALE) E ESPERTO NELLA “GESTIONE” DI
ANIMALI (PER CONOSCENZA E COMPETENZA)

Diana Spinelli-Killia
AAA-Equipe Multidisciplinare

• LE AAA sono interventi ludico-ricreativi a carattere occasionale rivolti a varie


categorie di utenti, sia a soggetti sani che diversamente abili, finalizzati a migliorare
la qualità della vita. Nelle AAA la relazione con l’animale costituisce fonte di
conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali;
• Tali attività sono rivolte al singolo individuo e/o ad un gruppo di individui (anziani,
soggetti con disabilità intellettiva e/o fisica, minori ospitati in comunità di recupero,
persone ospedalizzate, alunni nel contesto scolastico).

Diana Spinelli-Killia
AAA-Equipe Multidisciplinare

• OLTRE al veterinario esperto in IAA e il coadiutore del animale avremo la figura del:
 Responsabile di Attività: organizza e coordina le attività. Il ruolo di responsabile
nelle AAA può essere ricoperto da figure professionali e operatori con esperienza e
competenza in relazione agli obiettivi dell’attività stessa.

Diana Spinelli-Killia
EAA-Equipe Multidisciplinare

• OLTRE al veterinario esperto in IAA e il coadiutore del animale avremo le figure del:

• Responsabile di progetto

• Referente di Intervento

Diana Spinelli-Killia
Responsabile di progetto EAA
• coordina l’équipe nella definizione degli obiettivi del progetto, delle relative
modalità di attuazione e valutazione degli esiti. E’ un pedagogista, educatore
professionale, psicologo o psicologo-psicoterapeuta.
• CON PEDAGOSISTA E PSICOLOGO SI INTENDE PERSONE CHE ABBIANO CONSEGUITO
LAS LAUREA MAGISTRALE (3+2), NEL CASO DEGLI PSICOLOGI è RICHIESTO L’ANNO DI
TIROCINIO POST LAUREA, SUPERAMENTO DELL’ESAME DI STATO E ISCRIZIONE
ALL’ALBO DEGLI PSICOLOGI

• MENTRE PER LA FIGURA DI EDUCATORE PROFESSIONALE IL MINISTERO STA


LAVORANDO PER DARE UNA DEFINIZIONE DELLA FIGURA IDONEA PER RICOPRIRE IL
RUOLO.CI SONO DUE LAUREE CHE DANNO LO STESSO TITOLO E SONO ENTRAMBE
TRIENNALI.SIAMO IN ATTESA DI UNA RISPOSTA.

Diana Spinelli-Killia
Referente di intervento EAA
• prende in carico la persona durante la seduta ai fini del raggiungimento degli
obiettivi del progetto. Il responsabile di progetto, per tale ruolo, individua una figura
professionale in possesso di diploma di laurea triennale (o titolo equipollente) in
ambito socio sanitario, psicologico o educativo oppure in possesso di documentata
esperienza e competenza in relazione agli obiettivi del progetto stesso,
assumendosene la responsabilità.

Diana Spinelli-Killia
TAA-Equipe Multidisciplinare
• OLTRE al veterinario esperto in IAA e il coadiutore del animale avremo la figura del:

• Responsabile di progetto

• Referente di Intervento

Diana Spinelli-Killia
Responsabile di progetto TAA
• coordina l’équipe nella definizione degli obiettivi del progetto, delle relative
modalità di attuazione e valutazione degli esiti. E’ un medico specialista o uno
psicologo-psicoterapeuta.

Diana Spinelli-Killia
Referente di intervento TAA

• prende in carico la persona durante la seduta ai fini del raggiungimento


degli obiettivi del progetto. Il responsabile di progetto, per tale ruolo,
individua un’idonea figura professionale dell’Area sanitaria di cui al D.I.
19/02/2009 o appartenente alle professioni sanitarie (ex Legge 43/2006 e
D.M. 29/03/2001) e di documentata esperienza e competenza in relazione
agli obiettivi del progetto stesso.
• DA QUEST’ANNO LO PSICOLOGO è RICONOSCIUTO COME FIGURA
SANITARIA è PUò DIVENTARE REFERENTE DI TAA

Diana Spinelli-Killia
Riassumendo:
• I COMPONENTI DELL'EQUIPE TAA e EAA sono le stesse figure
• RESPONSABILE DEL PROGETTO
• REFERENTE DI INTERVENTO
• COADIUTORE DELL’ANIMALE
• MEDICO VETERINARIO ESPERTO IN IAA

Ma la differenza sta nella qualifica richiesta al responsabile di progetto:

Diana Spinelli-Killia
Responsabile Del Progetto
“coordina l’équipe nella definizione degli obiettivi del progetto, delle relative modalità di
attuazione e valutazione degli esiti”

• IN TAA LA FIGURA DEL RESPONSABILE DI PROGETTO E’ DEL - MEDICO/MEDICO SPECIALISTA


– PSICOTERAPEUTA
• IN EAA LA FIGURA DEL RESPONSABILE DI PROGETTO E’ DELLO PSICOLOGO - EDUCATORE
PROFESSIONALE, PEDAGOGISTA,INSEGNANTE

Diana Spinelli-Killia
Schema Promemoria
AAA: valenza ludica ricreativa - VETERINARIO ESPERTO IN IAA
- COADIUTORE DELL’ANIMALE
- RESPONSABILE DI ATTIVITA’

EAA: valenza educativa - VETERINARIO ESPERTO IN IAA


- COADIUTORE DELL’ANIMALE
-RESPONSABILE DI PROGETTO (pedagogista, educatore
professionale, psicologo o psicologo-psicoterapeuta)
- REFERENTE DI INTERVENTO

TAA: valenza terapeutica (prescrizione medica) - VETERINARIO ESPERTO IN IAA


- COADIUTORE DELL’ANIMALE
- RESPONSABILE DI PROGETTO (medico specialista o uno
psicologo-psicoterapeuta)
- REFERENTE DI INTERVENTO

Diana Spinelli-Killia
TIPO DI UTENZA IN IAA

Dove e con chi?

Diana Spinelli
Tipologia di Utenza negli Iaa:
• BAMBINI (normo-comportamentali, con problemi di DSA, DPS, patologie genetiche, ritardi
motori e cognitivi etc)
• ADOLESCENTI (normo-comportamentali, in comunità, problemi di bullismo e oppositivi,
tossicodipendenza etc)
• ADULTI (normo-comportamentali, terminali, malattie ereditarie, depressione, situazioni di
rischio etc)
• ANZIANI (malattie neurodegenerative, fine vita etc)

Diana Spinelli-Killia
Tipologie di Utenza
• disabilità fisiche
• disabilità mentali
• disagio psichico-emozionale-sociale
• rieducazione fisica e socio-comportamentale
• normo comportamentali

Diana Spinelli-Killia
Strutture in cui possiamo fare interventi di IAA

 Scuole (dall’asilo nido alle scuole superiori)


 Centri per la riabilitazione fisica
 Strutture protette
 Carceri
 Residenze per anziani
 Ospedali psichiatrici
 Centri per il recupero da dipendenze
 Nel domicilio dell’utente
 Altro ancora

Diana Spinelli
Tipologia di Utenza negli Iaa:
• BAMBINI (normo-comportamentali, con problemi di DSA, DPS,
patologie genetiche, ritardi motori e cognitivi etc)
• ADOLESCENTI (normo-comportamentali, in comunità, problemi
di bullismo e oppositivi, tossicodipendenza etc)
• ADULTI (normo-comportamentali, terminali, malattie
ereditarie, depressione, situazioni di rischio etc)
• ANZIANI (malattie neurodegenerative, fine vita etc)

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza
• disabilità fisiche
• disabilità mentali
• disagio psichico-emozionale-sociale
• rieducazione fisica e socio-comportamentale
• normo comportamentali

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza

• In base ai diversi utenti con cui dobbiamo lavorare dobbiamo decidere come
pianificare e progettare l’intervento con l’animale
• Gli utenti vanno dalla fascia dei lattanti agli ultra centenari..provate a pensare
come vi comportereste e che tipo di attività impostereste con due generazioni
cosi distinte e lontane???
• La pet therapy non ha limiti di età, ne limiti di sindromi o patologie, un giorno
si può lavorare in una scuola dove l’obiettivo è quello di migliorare la socialità e
le relazioni dei gruppi classe

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza

• Altre volte invece saremo chiamati a lavorare in istituzionalizzazione come un


carcere o un ospedale, o un hospice, dove invece il nostro obiettivo potrebbe
essere quello di rompere la routine all’interno delle mura, insegnare un lavoro,
o semplicemente offrire un palliativo, o aumentare il benessere e la qualità
della vita.
• Altre ancora in una comunità per tossicodipendenti o comunità protette

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza
• Altre ancora saremo chiamati a lavorare in una scuola dove l’obiettivo potrebbe
essere semplicemente quello di fare un attività diversa dal solito e promuovere le
relazioni e la socializzazione, ma potrebbe capitarci anche di lavorare in una classe
doce è presente uno o più bambini oppositivo-provocatori o autistici, in questo caso
i nostri obiettivi sarebbero ben diversi, da studiare a tavolino con maestre e
insegnanti

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza ed Equipe

• Visti i molteplici campi e le tante tipologie di utenze ora è più chiaro a cose realmente serva
lavorare in equipe e quanto sia importante discutere e prendere decisioni differenziate per
ogni tipo di progetto di IAA
• La comunicazione all’interno dell’equipe regna sovrana, se non c’è comunicazione non si può
lavorare al meglio
• Non ha senso avere bravissimi singoli professionisti, possono essere anche i migliori, ma per
esserlo veramente devono comunicare, fare squadra per il bene degli utenti e del progetto

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza ed Equipe
• L’equipe è costituita da singoli individui tutti formati in specifici ambiti e competenti
in determinati campi, solo unendo il sapere si può creare un progetto ad hoc,
individualizzato e creato su misura per la persona o per il gruppo di persone
• L’equipe è un puzzle e tutti i pezzi devono combaciare perfettamente per avere un
lavoro ben riuscito

Diana Spinelli
Equipe e Utenza

Diana Spinelli
Tipologie di Utenza ed Equipe
• Tutti abbiamo delle preferenze anche se spesso non ci focalizziamo troppo su quali
sono i nostri limiti, ognuno di noi preferirebbe lavorare con una categoria di utenti,
oppure mai si sentirebbe a suo agio a lavorare con un’altra

Diana Spinelli
BENEFICI PER I BAMBINI
• Secondo alcune ricerche, l’animale nella sua diversità morfologica e
comportamentale solleciterebbe il bambino nella formazione e nella ricchezza
dell’immaginario, offrendogli più modelli per i suoi processi elaborativi e
rafforzando la sua fantasia. Inoltre, l’interazione con la diversità dell’animale o il
semplice fare riferimento alla diversità dell’animale, aiuterebbe il bambino
nell’affrontare la multiformità, trasformando la diffidenza in curiosità e
tolleranza. L’animale ha un ruolo formativo di enorme rilevanza nello sviluppo
mentale di un bambino o di un ragazzo. Attraverso gli stimoli che l’animale
fornisce al bambino, richiamando la sua attenzione, ponendogli dei problemi e
suggerendogli delle soluzioni, favorisce una vera e propria ginnastica cognitiva.
Secondo alcuni autori il pet induce nel bambino uno stato di sicurezza affettiva
che favorisce il relazionarsi con il mondo esterno, l’espressività, l’esploratività e
l’equilibrio emotivo.
IL BAMBINO A SCUOLA
• Svariate ricerche hanno dimostrato che i bambini si identificano più
facilmente con gli animali che con le figure umane. Questo
processo è probabilmente agevolato dal fatto che tra animali e
bambini vi sono alcune similitudini, come l'utilizzo prevalente del
canale comunicativo non verbale e alcune somiglianze
morfologiche (es: la struttura del capo e la grandezza degli occhi).
Proprio per la facilità con la quale si verificano tali processi di
identificazione, si può affermare che il cucciolo d'uomo riesca a
proiettare sugli animali le proprie emozioni, ansie e insoddisfazioni,
così che il pet diventa una sorta di estensione del proprio Io,
fenomeno che permette al bambino di dominare situazioni
stressogene di ansia e paura
IL BAMBINO A SCUOLA
• Avere a che fare con gli animali aiuta il bambino a comprendere il
“diverso” e gli consente di realizzare rapporti sociali positivi.
Durante l'incontro con il pet il piccolo inizia a prendere in
considerazione bisogni, comportamenti e necessità diversi dai
propri e tutto questo facilita lo sviluppo di atteggiamenti empatici e
decentrativi. È stato dimostrato che l'allenamento a tenere
atteggiamenti empatici rappresenta un valido strumento per
prevenire o ridurre comportamenti violenti (caratteristica dei
disturbi della personalità antisociale è infatti proprio la mancanza di
empatia, ovvero un difetto nella comprensione dei sentimenti altrui
e degli effetti che sugli altri hanno le proprie azioni).
IL BAMBINO A SCUOLA
• L'educazione affettiva e socio-emotiva del bambino, ausiliata
dalla presenza dell'animale, favorisce quindi il benessere psico-
fisico del piccolo, aiutandolo a crearsi una positiva immagine di
sé e a instaurare relazioni gratificanti con gli altri. Per questo
motivo, lavorare sulle emozioni, anche nei formali luoghi di
apprendimento (tra i quali la scuola), è importante per
insegnare ai bambini ad auto-controllarsi e a diminuire la
propria aggressività, nonchè per prevenire la depressione, per
permettere ai piccoli di sperimentare relazioni sociali più
soddisfacenti e per accrescere la loro autostima.
IL BAMBINO CON PROBLEMI DI COMUNICAZIONE
• Difficoltà di linguaggio, alterazioni nell’articolazione, ritardo
nell’acquisizione della parola, disfasia, balbuzie, difficoltà di
pronuncia, anomalie come omissioni o inversioni di fonemi
rappresentano alcuni tra i più frequenti esempi di difficoltà di
comunicazione.
IL BAMBINO CON PROBLEMI DI COMUNICAZIONE
• In questo frangente, le attività mediate dall’animale potrebbero
essere utili a contribuire al miglioramento dell’espressività e al
recupero del linguaggio. Le dimensioni prescritte potrebbero
essere, in proposito, soprattutto quella ludico-cognitiva, ludico-
performativa ed epistemico-biografica, attraverso le quali è
possibile sollecitare il fruitore a impegnarsi in attività in cui il
linguaggio diventa un elemento indispensabile per l’esecuzione di
compiti con l’animale. Da tenere in grande considerazione è anche
l’area affettiva, specialmente in quei casi in cui le difficoltà di
comunicazione dovessero essere legate ad un’autostima deficitaria,
a senso di insicurezza o a ritiro sociale.
IL BAMBINO CON PROBLEMI COGNITIVI
• Nel caso di IAA con un bambino caratterizzato da problemi di
tipo cognitivo, per individuare le dimensioni d'intervento da
prescriversi occorre partire da una valutazione delle condizioni
di base dell’utente, attraverso test specifici che permettano di
determinare le aree di potenziale miglioramento. A seconda
delle competenze di base presenti,
IL BAMBINO OSPEDALIZZATO
• La malattia comporta sofferenze, rinunce e disagi sotto molti
punti di vista: impone la permanenza in stati di immobilità o di
semi-immobilità, l'isolamento rispetto al proprio ambiente e ai
propri affetti, una dieta particolare e la sottoposizione regolare
a procedure curative più o meno fastidiose e dolorose. Una
simile situazione è difficile da affrontare per un bambino ed è
ancora più difficile da comprendere
IL BAMBINO OSPEDALIZZATO
• Studi hanno riscontrato che i bambini ricordano con maggiore
facilità le sensazioni e i luoghi, più che le persone. Sono quindi
più sensibili a ciò che li circonda: suoni, colori, movimenti. Il
contatto con gli animali può permettere loro di rapportarsi a
stimoli piacevoli sia alla vista, che al tatto, in grado di suscitare
il sorriso e di dare psico-emotivamente sollievo al cucciolo
d'uomo quando sia afflitto da stati di preoccupazione,
introversione e tensione.
IL BAMBINO OSPEDALIZZATO
• Tuttavia, poiché il bambino è un individuo, per definizione, più
fragile, dato che la sua maturazione psicologica è ancora in fase
di strutturazione, rendergli maggiormente sopportabile
l'esperienza di ospedalizzazione e di malattia potrebbe
permettergli di rielaborarla in modo migliore. La migliore
rielaborazione di un'esperienza spiacevole evita nel soggetto la
permanenza di traumi, che potrebbero riaffiorare in futuro,
causandogli disagi.
IL MALATO TERMINALE
• La realtà della malattia nella sua fase terminale o avanzata comporta una
notevole complessità, poiché coinvolge sia aspetti organici che psicologi, i
quali vengono vissuti con intensità dal malato e dai suoi famigliari, oltre
che dal personale sanitario che segue il paziente stesso.
• Ogni sforzo è orientato ad alleviare il più possibile il dolore del paziente, a
prolungarne l'esistenza, a evitarne l’isolamento psicologico e sociale e a
sostenerne la grande sofferenza psico-fisica. In realtà, in situazioni come
questa, è l’intero nucleo famigliare che viene preso in carico, poiché la
stabilità emotiva del malato dipende fortemente da quella dell’ambiente a
lui circostante, amici e personale sanitario compresi.
IL BAMBINO OSPEDALIZZATO
• Gli obiettivi delle attività mediate dall’animale in tali casi
solitamente vanno dalla stimolazione psico-fisica, alla
distrazione, al coinvolgimento e alla condivisione. Sono da
evitare tutte le attività che possono far riflettere la persona sul
suo passato o sul suo futuro e le attività performative, che il
paziente non sarebbe in grado di affrontare, considerate le
condizioni di estrema debolezza nelle quali si trova.
DIVERSAMENTE ABILI
• Appartengono a questa categoria di utenza persone che, per
nascita o incidenti, hanno perso parzialmente l’uso del proprio
corpo e persone portatrici di difficoltà motorie e/o di ritardi
cognitivi. Gli animali possono agevolare, in queste persone, il
rilassamento dei muscoli, costituire per esse uno stimolo in grado
di abbassare il livello di tensione psico-fisica e di ridurre quindi
eventuali stereotipie presenti. Inoltre i pet possono rappresentare
un’occasione di contatto tattile per soggetti che non hanno altri
sensi abili e un'opportunità per poter lavorare sulle proprie abilità
psico-fisiche residue, al fine di allenarle, mantenerle e potenziarle.
DIVERSAMENTE ABILI
• Il contatto con l’animale, fatto di carezze, di abbracci e di
“fisicità”, suscita emozioni intense e a volte anche nuove per
questo tipo di utenza. In taluni casi, attraverso l'interazione con
esso, è inoltre possibile aprire alla persona nuove possibilità
comunicative, sino ad allora magari rimaste inesplorate,
favorendo anche una sua migliore e più agevole interazione
con il mondo circostante.
Autismo e IAA si incontrano
• Prioritariamente si prefigge di stimolare la comunicazione e
rompere l’isolamento della persona autistica o con tratti di
autismo.
• Facilitando la relazione con l’operatore, il contatto con
l’animale consente a quest’ultimo di intervenire in quelle aree
in cui il paziente ha maggiori necessità di progredire, può
essere perciò impiegato, con l’intervento di personale
specializzato, a scopi educativi così come psicomotori,
logopedici, psicoterapeutici, ecc.

Dott.ssa Diana Spinelli


Autismo e IAA si incontrano
• In linea generale il contatto fra un bambino con autismo e un
animale, come un cane ad esempio, può essere favorito dal tipo di
comunicazione non verbale che viaggia fra essere umano e
animale, che non impegna quindi il bambino in una forma di
reciprocità relazionale verbale che non riesce a sostenere.
• Inoltre, un animale domestico stimola processi di identificazione
tali per cui il bambino, e anche il bambino con autismo, trasferisce
proiettivamente alcune caratteristiche di sé stesso nell’animale che
diventa un “ponte” di comunicazione fra il piccolo paziente e il suo
terapeuta.

Diana Spinelli-Killia
Autismo e IAA si incontrano
• La pet therapy seppur strutturata nello specifico intervento,
lascia spazio all’imprevedibilità, alla flessibilità, che solo un
animale sa dare. La relazione che si crea tra il cane/cavallo e
l’utente è genuina

Diana Spinelli-Killia
TOSSICODIPENDENTI
• La tossicodipendenza si caratterizza per l’assunzione
continuativa di sostanze illegali, capaci di modificare lo stato
mentale e fisico di colui che ne fa uso e abuso. Il
tossicodipendente può assumere tali sostanze con diversi
intenti, da quello di voler risolvere problemi ritenuti
insormontabili, a quello di voler dimenticare situazioni di
sofferenza, oppure può farlo per il semplice piacere di ricercare
uno stato di rilassamento o di eccitazione.
TOSSICODIPENDENTI
• La persona tossicodipendente si caratterizza per l’impossibilità
di astenersi dall'assunzione di tali sostanze (rispetto alle quali
egli ha una dipendenza sia fisica che psicologica), per le
modificazioni comportamentali (dall’apatia agli eccessi di
rabbia) e per la compromissione delle capacità sociali e
lavorative che questa comporta.
TOSSICODIPENDENTI
• Le attività mediate dall’animale, in simili casi, possono
stimolare l'instaurarsi di relazioni autentiche, di un clima
empatico (dimensioni, queste, spesso sopite da ripetuti atti
antisociali messi in atto dalla persona tossicodipendente) e far
sentire il soggetto capace ed efficace, con un conseguente
aumento della sua autostima e del suo senso di autoefficacia.
ANZIANI
• L’invecchiamento è un processo naturale e fisiologico, che
comporta un deterioramento del corpo e quindi un mancato
rinnovamento delle cellule che compongono i vari tessuti, le
quali, ad un certo punto del ciclo vitale di un essere vivente,
cessano di rigenerarsi. Se si pensa che alcune cellule, come
quelle nervose, non si riproducono mai e iniziano a morire
dalla nascita, siamo in grado di capire perché molti dei disturbi
legati alla quarta età siano di natura psichica.
ANZIANI
• Gli interventi mediati da animali si inseriscono nell’ambito di tutte
quelle attività destinate alla quarta età volte alla promozione e
all’integrazione dell'individuo. È stato dimostrato che, se una
persona anziana continua ad impegnarsi in attività fisiche e mentali
per lei significative, non solo il decadimento generale del soggetto
viene rallentato, ma possono essere efficacemente prevenuti anche
gli stessi stati depressivi. Le attività effettuate tramite la mediazione
dell’animale partono dall’individuazione dei bisogni dell’utenza,
alcuni dei quali possono dirsi comuni alle persone appartenenti a
questa fase biologica della vita (come il deficit nelle relazioni
interpersonali significative, gli stati ansiosi, la sensazione di
inutilità, etc.).
ANZIANI
• In questo momento della vita la persona sposta il proprio focus
d’attenzione su se stessa e riorganizza il proprio modo di
vivere, ritirandosi da attività prettamente sociali. A proposito di
questa tendenza all'auto-emarginazione, è difficile stabilire
quanto a ciò contribuisca la tipicità delle caratteristiche legate
a questa fase biologica e quanto invece possano influire le
spinte emarginanti sociali (ci si riferisce qui ad un modello di
società occidentale), che ritengono l’anziano un soggetto
inutile, portatore di esigenze più che di vantaggi e profitto.
ANZIANI
• la riduzione degli stati depressivi
• la riduzione dello stress e dell’ansia
• la stimolazione dell'esercizio mentale
• l’incremento dell’autostima
• l’incremento dell’autonomia
• l'incremento della socializzazione
• il miglioramento dell’umore (riduzione dei comportamenti
aggressivi)
• il miglioramento delle funzioni cognitive in coloro che sono affetti
da demenza senile
Pet therapy e Alzheimer

• Il rapporto con l’animale può mostrarsi una preziosa alleanza nei


più svariati contesti. Se consideriamo, infatti, individui anziani
istituzionalizzati in casa di riposo, la mancanza di stimoli sociali
può aggravare l’isolamento dovuto all’età senile e alla malattia,
comportando una degenerazione psicologica, emotiva e cognitiva.

Dott.ssa Diana Spinelli


PET THERAPY E ALZHEIMER

• A tal proposito, i coniugi Corson, pionieri della sperimentazione


della pet-therapy, hanno identificato otto aspetti che
caratterizzano le strutture in cui sono inseriti gli anziani:

Dott.ssa Diana Spinelli


PET THERAPY E ALZHEIMER

1) il gruppo sociale chiuso;


2) la scarsità di cure individualizzate;
3) il sistema rigido che lascia poco spazio all’individualità;
4) una ridotta intimità;
5) vita priva di obiettivi;
6) l’assenza di rinforzo positivo della situazione affettiva;
7) la riduzione dei contatti sociali;
8) la presenza di un deficit sensoriale per aggravamento dell’isolamento tattile, oltre che sociale.

Dott.ssa Diana Spinelli


Il lavoro con l’animale interessa diverse abilità:
• 1) Sviluppo dello schema corporeo e potenziamento muscolare
• 2) Orientamento spaziale
• 3) Abilità visuo-spaziali semplici e complesse
• 4) Integrazione relazionale

Diana Spinelli
Il lavoro con l’animale interessa diverse abilità:
• 5) Aumento dei canali comunicativi e relazionali
• 6) Consapevolezza del sé
• 7) Miglioramento delle fluttuazioni d’arousal
• 8) Inserimento nell’attività individuale e di gruppo

Diana Spinelli
Il lavoro con l’animale interessa diverse abilità:
• 9) Sviluppo del problem solving
• 10) Migliorare la capacità dell’uso di attrezzi
• 11) Migliorare le coordinazioni di base
• 12) Risveglio di temi del profondo

Diana Spinelli
Benefici degli Iaa
• Le attività di Pet Therapy possono contribuire al benessere psicologico e facilitare il
raggiungimento di obiettivi di socializzazione, ludici, educativi e terapeutici:
• Le aree maggiormente interessate sono:

Diana Spinelli
Area Affettivo- Relazionale

• Stimolazioni a livello affettivo ed emotivo


• Acquisizione di sicurezza
• Potenziamento dell’autostima e dell’autoefficacia
• Riduzione di vissuti di depressione e ansia
• Miglioramento delle capacità relazionali
• Sviluppo di interessi

Diana Spinelli
Area Comportamentale

• Miglioramento delle capacità di autocontrollo


• Diminuzione dell’aggressività
• Accettazione e rispetto di regole e limiti
• Diminuzione di atteggiamenti stereotipati
• Incremento del senso di responsabilità

Diana Spinelli
Area Cognitiva

• Potenziamento delle capacità di concentrazione e attenzione


• Potenziamento delle capacità di memorizzazione
• Attribuzione di finalità ad azioni
• Comprensione ed esecuzione di compiti
• Potenziamento del concetto spazio-temporale
• Potenziamento del concetto di quantità
• Acquisizione di nozioni riguardanti i cani e l’attività cinofila

Diana Spinelli
Area Psicomotoria

• Stimolazioni sensoriali
• Sviluppo della coordinazione motoria
• Favorire il rilassamento
• Acquisizione ed integrazione dello schema corporeo
• Potenziamento della motricità globale
• Potenziamento della motricità fine
• Controllo o diminuzione dei movimenti atetosici e/o delle ipercinesie
• Miglioramento delle posture

Diana Spinelli
Area Linguistica Ed Espressiva

• Arricchimento del linguaggio


• Potenziamento della volontà comunicativa
• Potenziamento dell’azione gestuale e mimica

Diana Spinelli
Obiettivi e Pianificazione

• In base al tipo di utenza che richiede il progetto, si decidono insieme gli obiettivi e le aree su
cui intervenire maggiormente, per fare questo è necessario fare un ascolto attivo
dell’utente stesso, della sua famiglia, e dei suoi medici, e di tutte quelle persone che lo
hanno seguito e che conoscono le sue fragilità e i suoi punti di forza.
• Questo è un aspetto fondamentale da non dimenticare e da prendere sempre in
considerazione, se non ci interfacciamo con chi ha già in carico l’utente e con chi lo conosce
il nostro lavoro non sarà completo.

Diana Spinelli

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