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CAPITOLO 1 AZIENDE SPORTIVE

Introduzione: lo studio del bilancio delle società di calcio presuppone la conoscenza delle principali
vicende che, negli ultimi anni, hanno contraddistinto la storia di questi club.
Le principali vicende che hanno segnato queste tappe sono segnate dalla presenza di:

1) Precaria situazione economico-finanziaria che coinvolge l’intero comparto del calcio


professionistico.
2) Cambiamenti significativi della disciplina del rapporto di lavoro che lega lo sportivo alla relativa
società d’appartenenza

In questo scenario, tra questi 2 punti tra loro interconnessi, la FIGC ed il legislatore sono stati
costretti ad intervenire attraverso l’approvazione di diversi provvedimenti per far fronte ai problemi
che si erano venuti a creare.
E’ possibile ricondurre lo studio degli eventi e delle fonti normative di riferimento a 3 diversi
periodi storici:
- il primo riguarda anni 60/70 → in cui sorgono e si sviluppano Le prime competizioni a livello
internazionale ed aumenta la dimensione economica dell’attività sportiva.
- il secondo ( 1981- metà anni ‘90), all’interno di cui trova vita la prima legge sullo sport
professionistico
-il terzo, dal 1996 (anno di emanazione della ‘’sentenza Bosman’’) - sino ai giorni nostri.

ANNI 60/70 – Periodo al quale possiamo ricondurre la nascita delle moderne società calcistiche

All’inizio i sodalizi sportivi sono costituiti in forma di associazione sportiva e gestiti da un


‘’mecenate’.
Il periodo è caratterizzato da diversi fattori:
- l’aumento del tasso tecnico delle competizioni e l’ampliamento delle stesse oltre i confini
nazionali
- il progressivo interessamento al calcio dei media e in particolari delle televisioni
- il conseguente coinvolgimento del pubblico nella vicenda agonistica

La continua crescita a livello economico delle attività porta a diverse conseguenze:

- la figura del praticante lascia progressivamente posto a quella dell’atleta professionista


- aumenta in maniera significativa il livello di indebitamento dei club
- si rileva un sistematico disavanzo finanziario dalla gestione.

La forma di associazione assume sempre più connotati di natura imprenditoriale, mentre


parallelamente iniziano ad incrementare i costi relativi all’acquisto e alla gestione dell’atleta.

Una gestione pressochè ‘’improvvisata’’ spinge la FIGC ad approvare una serie di provvedimenti:

DELIBERA DEL CONSIGLIO FEDERALE DELLA FIGC DEL 16 SETTEMBRE 1966:


stabilisce lo scioglimento delle associazioni calcistiche professionistiche e la nomina di un
commissario straordinario per ciascuna di esse.
DELIBERA DEL CONSIGLIO FEDERALE DELLA FIGC DEL 21 DICEMBRE 1966: Si
delega la Presidenza Federale ad approvare e rendere obbligatorio uno statuto tipo per tutte le
società professionistiche.

* la trasformazione in società di capitali obbliga le società ad adottare un sistema contabile


economico-patrimoniale superando i limiti della contabilità finanziaria; ciò consentì una maggiore
trasparenza informativa, con la finalità di agevolare i controlli da parte della federazione.

“Trasformazione di fatto in SpA” con adozione di uno statuto tipo:


– oggetto sociale. Si esclude qualsiasi altra finalità diversa da quella sportiva allo scopo di evitare
che lo sport da “fine” possa divenire “mezzo” per la realizzazione di business alternativi
– assenza dello scopo di lucro (soggettivo). si riconosce la legittimità di generare ricchezza
attraverso l’esercizio di un’attività sportiva (lucro oggettivo), ma si ribadisce l’inammissibilità di
poterla distribuire (divieto di lucro soggettivo)
– rappresentanti esterni tra i soci e partecipazioni azionarie. FIGC ha la facoltà di acquisire una
partecipazione azionaria nella società sino ad un ammontare massimo del 5%
– controllo esterno sulle scelte di gestione. Preventiva approvazione, da parte degli organi federali,
di tutte le deliberazioni societarie concernenti assunzioni di mutui, rilascio di fideiussioni, creazioni
di scoperti di conto corrente, e di ogni altra forma di finanziamento, oltre ad operazioni concernenti
il rilascio di garanzie sui beni sociali e l’emissione di cambiali

In questo passaggio, emerge il tentativo da parte del CONI, attraverso la FIGC, di stringere le
maglie dei controlli sulla gestione delle società. Tale sistema non produsse gli effetti sperati:
- ricerca di remunerazioni indirette tramite ritorni di immagine grazie alla popolarità dei club
- scarsa attenzione alle condizioni di equilibrio economico/finanziario
- rincorsa esasperata e a qualsiasi costo del risultato sportivo
Per concludere, c’era uno scenario catastrofico. Le cause sono diverse: divieto della finalità di
lucro, capitali da investire elevati (stipendi, acquisti, iscrizione alle competizioni).

SECONDO PERIODO: DAL 1981 ALLA META’ DEGLI ANNI 90

La legge 91/81 è stato il primo e ad oggi unico provvedimento che disciplina lo sport in Italia.
Vede la luce nel blocco del calcio mercato imposto dalla pretura di Milano, che inibiva i
rappresentanti delle società calcistiche a svolgere trattative e stipulare contratti aventi ad oggetto la
cessione di un giocatore a un’altra società. Tra le principali ragioni che hanno portato
all’emanazione della legge 91/81, la dottrina giuridica aziendalistica concorda sull’impellenza di
regolamentare il rapporto di lavoro dello sportivo professionista.
Sul fronte dei contenuti introduce una serie di disposizioni volte a regolamentare i seguenti aspetti:
- oggetto sociale e forma giuridica della società sportiva professionistica;
- sistema dei controlli federali
- rapporto tra atleta e società e relative modalità di trasferimento

OGGETTO SOCIALE E FORMA GIURIDICA DELLA SOCIETA’ SPORTIVA


PROFESSIONISTICA:

- Forma giuridica: estensione da SpA a SpA + Srl


- Oggetto sociale: ‘’perseguimento delle attività sportive’’
- Finalità di lucro: conferma divieto di lucro soggettivo

SISTEMA DEI CONTROLLI

- Prendono forza di legge i precedenti sistemi di controlli


- I controlli vengono estesi alle operazioni di investimento immobiliare e di straordinaria
amministrazione
- La federazione per gravi irregolarità di gestione può chiedere al tribunale la messa in liquidazione
della società.

Le società in questo periodo si trovano ad operare in assenza di autonomia economica, assenza di


autonomia decisionale e dunque senza lo sviluppo di responsabilità.

RAPPORTO TRA ATLETA E SOCIETA’

Ante 91/81→ vincolo sportivo e rapporto di lavoro. Post 91/81 → solo rapporto di lavoro.
IPP= nasce con la finalità teorica di recuperare i costi sostenuti per la crescita del giocatore.
Effettivamente detto indicatore mantiene in vita il vecchio ‘’vincolo sportivo’’.
1) CALCOLO: Si calcola moltiplicando un parametro base (media emolumenti globali lordi delle
ultime 2 stagioni) x il Coefficiente di moltiplicazione (in funzione dell’età e delle categorie di
arrivo/destinazione).
2) TERMINE ENTRO IL QUALE LA SOCIETA’ MATURAVA IL DIRITTO A PERCEPIRE
L’IPP: La legge 91/81 non stabiliva alcuna indicazione sul termine entro il quale si estingueva
l’IPP.
- La FIGC fissò la scadenza del diritto alla corresponsione dell’IPP al termine della seconda
stagione successiva a quella in cui era terminato il precedente rapporto contrattuale

EFFETTI CONSEGUENTI: L’ultima società del calciatore non poteva pretendere alcuna
prestazione, salvo che intervenisse la proroga del vecchio contratto o la stipula di uno nuovo
Il giocatore, a sua volta, non poteva trasferirsi sino a quando la società stessa non concedeva il
nullaosta o si accordava per il pagamento dell’IPP con una nuova società

3) LA POSSIBILITA’ DI DEROGA NELLA DEFINIZIONE DEL VALORE FINALE


DELL’IPP: il valore dell’IPP costituiva l’importo massimo che il vecchio club poteva chiedere al
nuovo per il trasferimento dell’atleta in questione. Il trasferimento del giocatore, entro i due anni
successivi alla scadenza del contratto poteva dunque essere oggetto di libera definizione tra la
società titolare del diritto e le società potenzialmente interessate all’acquisto.

DAL 96 AI GIORNI NOSTRI Sentenza Bosman e avvento pay Tv/Pay per view

1) Sentenza Bosman
• Sono messe in discussione tutte le norme che prevedono:
– la facoltà concessa alle federazioni sportive, nazionali ed internazionali, di includere nei rispettivi
regolamenti norme che limitavano la partecipazione di giocatori stranieri dell’Unione Europea, alle
competizioni sportive
– il diritto di pretendere il pagamento di una determinata somma di denaro per il trasferimento di un
proprio giocatore giunto a scadenza di contratto

Il 15 dicembre del 1995 la Corte di Giustizia europea accoglie il ricorso su entrambe le questioni
sollevate. Le conseguenze dirompenti della sentenza:
- La sentenza – sebbene indirizzate al solo giudice del rinvio (nella fattispecie, la Corte di Liegi) – è
produttiva di effetti immediati in tutti gli ordinamenti degli Stati membri, compreso il nostro
- Da questo momento, non è più consentito alle società calcistiche europee di richiedere il
pagamento di un’indennità per il trasferimento degli atleti professionisti
- Sparisce qualsiasi vincolo o limite alla possibilità di schierare giocatori stranieri comunitari
nei campionati sportivi professionistici da parte di ogni società.

RAGGIO D’AZIONE SENTENZA BOSMAN


- trasferimento degli sportivi europei in ambito transfrontaliero
- non incideva sulla circolazione all’interno dei singoli Stati membri
A livello temporale la sentenza – come tutte quelle della corte europea – la sentenza avrebbe dovuto
avere effetto retroattivo; la corte non applicò tale regola per la sentenza in esame (vista la portata
del provvedimento e i problemi che avrebbe creato).

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