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Capitolo III
LA MODULAZIONE NUMERICA
III.1- Generalità.
Quando un segnale numerico deve essere trasmesso su canali di tipo passa banda (come
ad es. nel caso di collegamenti wireless, comunicazioni su fibre ottiche o su guide d’onda,
etc.) è necessario ricorrere al processo di modulazione. Nella sua forma più generale il segna-
le modulato è un segnale passa-banda del tipo:
(III.1.1) {
v(t ) = Re vˆ(t )e j 2 πf0t }
in cui vˆ(t ) e f0 rappresentano rispettivamente l’inviluppo complesso del segnale modu-
j =0
di K elementi.
Nel caso di segnalazioni prive di memorie, a cui si fa riferimento in questo capitolo,
l’insieme delle forme di segnalazione {sm (t )}m = 0 è costituito da M = 2k dove k ≥ 1 è il numero
M −1
di bit che costituiscono le parole trasmesse. Le forme di segnalazione, essendo di tipo passa-
banda, si possono anche esprimere mediante il loro inviluppo complesso come:
(III.1.3) sm (t ) = Re sˆm (t )e j 2 πf0 t { }
Sostituendo la (III.1.3) nella (III.1.2) si ha:
∞ ∞
(III.1.4) v(t ) = ∑ Re {sˆm (t − nT )e j 2πf (t −nT ) } = Re
0
∑ sˆm (t − nT )e j 2πf nT e j 2πf t
0 0
n =−∞ n =−∞
dalla quale, confrontata con la (III.1.1), si deduce l’espressione dell’inviluppo complesso del
segnale modulato:
∞
(III.1.5) vˆ(t ) = ∑ sˆm (t − nT )e j 2πf nT 0
n =−∞
Per semplicità e senza perdere di generalità, in quel che segue, si suppone anche che il
prodotto f0 T sia un numero intero positivo, cosicché la (III.1.6) diventa:
(III.1.7) f 0T = k ≫ 1
Nel seguito di questo capitolo sono presentate le caratteristiche delle modulazioni nume-
riche più comunemente adoperate che sono quelle denominate con le sigle ASK, PSK, FSK e
QAM.
dove la quantità ϕ si suppone una costante indipendente dalla sequenza di bit {d n } e la cor-
rispondenza tra i simboli am e i bit d m obbedisce alla regola:
d = 0 ⇒ a = −1
(III.2.2)
d =1 ⇒ a =1
In questo tipo di modulazione la portante è invertita tutte le volte che è presente il bit
d = 0 mentre resta invariata quando è presente il bit d = 1 .
Dalla (III.2.1) si deduce che le l’inviluppo complesso delle forme di segnalazione risulta:
(III.2.3) sˆm (t ) = V0 am e jϕ0 Π t −T 2 m = 0,1 ( T )
e sostituendo la (III.2.3) nella (III.1.8) si ottiene l’espressione dell’inviluppo complesso:
∞
(III.2.4) vˆ(t ) = V0 e jϕ0 ∑ an Π ( t −T T2−nT )
n =−∞
alla quale, per la (III.1.1), corrisponde la seguente forma del segnale modulato ASK:
∞ ∞
(III.2.5) v(t ) = Re V0 e jϕ0 ∑ ( )
an Π t −T T2 − nT e j 2 πf0t = V0 ( )
an Π t −T T2 − nT cos ( 2πf 0t + ϕ0 )
∑
n =−∞ n =−∞
In questo tipo di modulazione la portante è trasmessa tutte le volte che è presente il bit
d = 1 mentre non è trasmessa quando è presente il bit d = 0 .
III.2.3 - Modulazione PSK binaria.
Nella modulazione PSK (Phase Shift Keying) le forme di segnalazione sono definite come:
(III.2.7) sm (t ) = V0 cos(2πf 0 t + ϑm + ϕ0 )Π ( t −T 2
T ) m = 0,1
dove la quantità ϕ si suppone una costante indipendente dalla sequenza di bit {d n } e la cor-
rispondenza tra le fasi ϑm e i bit d m obbedisce alla regola:
d =0 ⇒ ϑ=π
(III.2.8)
d =1 ⇒ ϑ = 0
In questo tipo di modulazione la portante è sfasata di π , ossia invertita, tutte le volte che
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n =−∞ n =−∞
alla quale per la (III.1.1) corrisponde le seguenti forme del segnale modulato PSK:
{ )}
∞ jϑ
∞
v(t ) = Re V0 e jϕ0
∑ ( )
e n Π t −T T2 − nT e j 2 πf0t = V0
Re e ( 0 n 0 ) Π t −T T2 − nT
j 2 πf t +ϑ +ϕ
∑ (
(III.2.12) n =−∞ n =−∞
∞
= V0 ∑ Π ( t −T T2−nT ) cos ( 2πf0t + ϑn + ϕ0 )
n =−∞
e
∞ ∞
(III.2.13) v(t ) = Re V0 e jϕ0 ∑
n =−∞
cn Π ( t −T 2 − nT
T ) e j 2 πf 0 t
= V0 ∑
n =−∞
cn Π ( t −T 2 − nT
T ) cos ( 2πf t + ϕ )
0 0
dove la quantità ϕ si suppone una costante indipendente dalla sequenza di bit {d n } e la cor-
rispondenza fra i simboli am e i bit d m obbedisce alla regola:
d = 0 ⇒ a = −1
(III.2.15)
d =1⇒ a =1
In questo tipo di modulazione la frequenza della portante è aumentata di ∆f tutte le volte
che è presente il bit d = 1 e diminuita di ∆f quando è presente il bit d = 0 .
Dalla (III.2.7) si deduce che le l’inviluppo complesso delle forme di segnalazione risulta:
(III.2.16) sˆm (t ) = V0 e j 2 πam ∆ft e jϕ0 Π t −TT 2 m = 0,1 ( )
e sostituendo la (III.2.16) nella (III.1.8) si ottiene l’espressione dell’inviluppo complesso del
segnale modulato FSK:
∞
(III.2.17) vˆ(t ) = V0 e jϕ0 ∑ e j 2πa ∆f (t − nT )Π ( t −T T2− nT )
n
n =−∞
alla quale, per la (III.1.1), corrisponde la seguente forma del segnale modulato FSK:
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∞ j 2 πan ∆f ( t − nT )
v(t ) = Re V0 e jϕ0 ∑
n =−∞
e Π ( t −T 2 − nT
T ) e j 2 πf 0t
∑ Re {e ( )}
∞
(III.2.18) = V0
j 2 πf 0t + 2 πan ∆f ( t − nT ) +ϕ0 )
Π ( t −T 2 − nT
T
n =−∞
∞
= V0 ∑ Π ( t −T T2−nT ) cos 2πf0t + 2πan ∆f ( t − nT ) + ϕ0
n =−∞
Assumendo che il prodotto ∆fT sia un numero intero positivo la (III.2.17) e la (III.2.18) si
n =−∞
e
∞
(III.2.20) v(t ) = V0 ∑ Π ( t −T T2−nT ) cos 2π ( f0 + an ∆f ) t + ϕ0
n =−∞
ASK, PSK, OOK e FSK binaria. Nella stessa figura è riportato anche l’andamento del segnale
∞
in banda base ∑ an rect ( t −T T2−nT ) con an ∈ {−1,1} per la modulazione ASK(PSK).
n =−∞
d 1 1 0 1 1 0 1
ASK
binario
t PSK
OOK binario
t
FSK binario
t
Fig. III.1 – Rappresentazione dei segnali ASK, PSK, OOK e FSK binari.
Da questa figura si rileva facilmente che il segnale modulato può presentare delle discon-
tinuità negli istanti tn = nT commutazione, ossia laddove la sequenza dati presenta una tran-
sizione 0 → 1 o 1 → 0 . Per le modulazioni ASK(PSK) e OOK binarie l’entità di tali discontinui-
tà vale:
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Mentre per quanto riguarda la modulazione FSK binaria, con riferimento alla (III.2.18), il
segnale modulato presenta negli istanti tn = nT commutazione delle discontinuità di ampiez-
za pari a:
∆ = v(tn+ ) − v(tn− ) = V0 cos [ 2πnf 0T + ϕ0 ] − cos [ 2πnf 0T + 2πan −1∆fT + v ]
(III.2.23)
= 2V0 sin(2πnf 0T + πan −1T ∆f + ϕ0 ) ⋅ sin(πan −1T ∆f )
In questo paragrafo sono presi in esame i sistemi di modulazione M -ari con riferimento
alle rappresentazione geometrica delle loro forme di segnalazione rispetto ad un sistema di
riferimento ortonormale individuato nel loro sottospazio di appartenenza. Tale rappresenta-
zione è detta costellazione dell’insieme delle forme di segnalazione o della modulazione e
ogni singola forma di segnalazione rappresenta un punto della costellazione. A tal propo-
sito, si ricorda che le forme di segnalazione di una modulazione M -aria senza memoria ap-
partengono ad un insieme di {sm (t )}m = 0 costituito da M = 2k segnali a energia finita distinti e
M −1
N −1
(III.3.1) sm = ∑ sm , un un
n =0
Dalla (III.3.5) si deduce che le l’inviluppo complesso delle forme di segnalazione risulta:
(III.3.7) ( )
sˆm (t ) = V0 am e jϕ0 Π t −TT 2 m = 0,1,… , M − 1
Chiaramente dalle (III.3.5) e (III.3.7) si deduce che la modulazione ASK M -aria è lineare.
L’insieme delle forme di segnalazione può essere rappresentato per mezzo di un’unica fun-
zione di base u (t ) ottenuta normalizzando il segnale:
(III.3.8) f ( t ) = cos(2πf 0 t + ϕ0 )Π ( t TT )
− 2
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0
0 1
M =2 u
T T
−V0 +V0
2 2
00 01
0 11 10
M =4 u
T T T T
−3V0 −V0 +V0 +3V0
2 2 2 2
In Fig. III.7 è riportata la costellazione ASK M -aria per diversi valori di M e sono anche
indicati le configurazioni dei simboli binari da associare alle forme di segnalazione
nell’ipotesi che si adotti il codice di Gray. Da questa figura si deduce che la modulazione
ASK M -aria è isoenergetica solo per M = 2 ossia ASK binaria.
Si deduce inoltre facilmente che l’energia Em associata alla generica forma di segnalazio-
ne segnale sm (t) vale:
V02T 2
(III.3.13) Em = am
2
e dipende dal simbolo trasmesso. Di conseguenza, se i simboli am si suppongono equiproba-
bili, il valore medio di Em è:
M 2 −1
(III.3.14) E = E { Em } =
V02T
2
{ }
E am2 = V02T
6
Per la (III.3.3) il baricentro della costellazione ASK è dato dal vettore b del sottospazio S1 :
M −1 T T
(III.3.15) b= ∑
PmV0 am u = V0 E {am } u
m =0 2 2
che coincide con l’origine della retta se i simboli sono equiprobabili. Pertanto la modulazione
ASK è a energia minima se i simboli sono equiprobabili.
III.3.2 - Modulazione PSK M-aria.
Nel caso della modulazione PSK M -aria, le forme di segnalazione sono definite dalle:
(III.3.17) sm (t ) = V0 cos(2πf 0 t + ϑm + ϕ0 )Π ( t −T 2
T ) m = 0,1,… , M − 1
Dalle (III.3.17) e (III.3.19) si deduce che le l’inviluppo complesso delle forme di segnalazio-
ne risulta:
(III.3.20) sˆm (t ) = V0 e jϑm e jϕ0 Π ( t TT ) = V cm e j Π ( t TT )
− 2
0
ϕ0 − 2
m = 0,1,… , M − 1
dove si è posto cm = e jϑm = cos ( ϑm ) + j sin ( ϑm ) .
Dalle (III.3.20) e (III.3.19) si deduce rispettivamente che la modulazione PSK M -aria è li-
neare e che l’insieme delle forme di segnalazione può essere rappresentato per mezzo delle
funzione di base ortonormali u0 (t ) e u1 (t ) ottenute ortonormalizzando i segnali:
f 0 ( t ) = cos(2πf 0 t + ϕ0 )Π
( )t −T 2
T
(III.3.21)
f1 ( t ) = sin(2πf 0 t + ϕ0 )Π ( ) t −T 2
T
È utile osservare che le due funzioni di base u0 (t ) e u1 (t ) sono ortogonali. Infatti il loro
prodotto scalare:
∞ T
(u0 , u1 ) = ∫−∞ u0 (t )u1 (t )dt = T ∫0 cos(2πf0t + ϕ0 ) sin(2πf0t + ϕ0 )dt
2
(III.3.22)
T
=T ∫0 sin(4πf0t + 2ϕ0 )dt = 0
1
vamente.
L’energia specifica associata alla generica forma di segnalazione sm (t ) , per la (III.3.26) va-
le:
V02T V 2T
(III.3.27) Em = cos 2 ( ϑm ) + sin 2 ( ϑm ) = 0
2 2
ed è indipendente dall’indice m . Pertanto la modulazione PSK M -aria è isoenergetica e di
conseguenza il valore medio di Em coincide con l’energia di una qualsiasi delle sue forme di
segnalazione indipendentemente dalla distribuzione di probabilità dei simboli:
M −1
V 2T V 2T M −1 V02T
(III.3.28) E = E { Em } = Pm 0 = 0 ∑
Pm = ∑
m=0 2 2 m=0 2
Per quanto detto la costellazione dei segnali PSK con M > 2 giace su una circonferenza di
raggio V0 T 2 e i punti di costellazione sono uniformemente distribuiti su di essa come mo-
strato in Fig. III.4. dove sono anche rappresentate le configurazioni dei simboli binari da as-
sociare ai vari valori della fase ϑ m nell’ipotesi che si adotti il codice di Gray.
u2 u2
M= 2 M=4 01 M=8 010
011
001
0 1
u
11 00 u1 110 000 u1
111 100
10 101
Infine, per le (III.3.3) e (III.3.4) il baricentro della costellazione PSK con M > 2 è dato dal
vettore b del sottospazio S 2 :
T M −1 T M −1
(III.3.29) b = V0 Pm cos ( ϑm ) u0 − V0
∑ Pm sin ( ϑm ) u1 ∑
2 m=0 2 m=0
o in modo equivalente dal punto:
T M −1 T M −1
(III.3.30) b = V0 Pm cos ( ϑm ), −V0 ∑ Pm sin ( ϑm ) ∑
2 m =0 2 m =0
che se i simboli sono equiprobabili diventa:
V T M −1 V T M −1
(III.3.31) b= 0 cos ( ϑm ), − 0 ∑ ∑ sin ( ϑm )
M 2 M 2 m=0
m =0
e coincide con l’origine di S 2 .
Infatti:
M −1 M −1 jϑm M −1 M −1 jϑm
(III.3.32) ∑ cos ( ϑ m ) = Re ∑ e , ∑ sin ( ϑm ) = Im ∑ e
m =0 m = 0 m =0 m = 0
e
M −1 M −1 j 2 π m M −1 2 π m
j 1 − e j 2π
(III.3.33) ∑ e j ϑm
= ∑ e M = ∑ e
M
= 2π
=0
m =0 m =0 m=0 j
1− e M
Dalla (III.3.34) si deduce che le l’inviluppo complesso delle forme di segnalazione risulta:
(III.3.36) ( )
sˆm (t ) = V0 e jϕ0 e j 2 πam ∆ft Π t −T 2 m = 0,1,… , M − 1
T
Dalle (III.3.34) e (III.3.36) si deduce che la modulazione FSK M -aria non è lineare. In ef-
fetti la FSK binaria è lineare come mostrato di seguito. Infatti, la (III.3.36) per M = 2 si può
scrivere come:
(III.3.37) sˆm (t ) = V0 e jϕ0 cos ( 2πam ∆ft ) + j sin ( 2πam ∆ft ) Π ( t TT )
− 2
m = 0,1
che essendo am ∈ {−1,1} corrisponde alle:
sˆ0 (t ) = V0 e jϕ0 cos ( −2π∆ft ) + j sin ( −2π∆ft ) Π ( t TT ) − 2
zando i segnali:
(III.3.40) f m (t ) = cos[2π( f 0 + am ∆f )t + ϕ0 ]Π ( t TT )
− 2
m = 0,1,… , M − 1
Siccome il prodotto scalare fra due qualsiasi delle funzioni definite nella (III.3.40) vale:
T
fn , fm = ∫0 cos[2π( f0 + an ∆f )t + ϕ]cos[2π( f0 + am ∆f )t + ϕ0 ]dt =
1 T
=
2 ∫0 cos[2π(an − am )∆ft ] + cos[2π(2 f0 + (an + am )∆f )t + 2ϕ0 ]dt =
(III.3.41) 1 sin [ 2π(an − am )∆fT ] sin[2π(2 f 0 + (an + am )∆f )T + 2ϕ] − sin ( 2ϕ0 )
= +
2 2π(an − am )∆f 2π(2 f 0 + (an + am )∆f )
T sin[2π(2 f 0 + (an + am )∆f )T + 2ϕ] − sin ( 2ϕ0 )
= sin c [ 2(an − am )∆fT ] +
2 4π(2 f 0 + (an + am )∆f )
che, se è f 0T è un intero, si riduce alla:
T sin[2π(an + am )∆fT + 2ϕ0 ] − sin ( 2ϕ0 )
(III.3.42) fn , fm = sin c [ 2(an − am )∆fT ] +
2 4π(2 f 0 + (an + am )∆f )
Dalla questa è evidente che le funzioni f m (t ) non costituiscono, in generale, un insieme di
funzioni ortogonali; tuttavia se ∆f si sceglie in modo tale che risulti:
(III.3.43) T ∆f = k k ∈ℕ
an − am = 2 ( n − m )
(III.3.44)
an + am = 2 ( n + m ) − 2( M − 1)
{u }
M −1
Quindi rispetto alle funzioni di base m (t ) = fm (t ) E fm la (III.3.34) si può scrivere
m =0
come:
(III.3.46) sm (t ) = V0 E f m um (t ) m = 0,1,… , M − 1
e dal momento che per la (III.3.45) l’energia specifica della generica funzione f m (t ) vale
E f m = T 2 sostituendo nella (III.3.46) si ottiene:
T
(III.3.47) sm (t ) = V0 um (t ) m = 0,1,… , M − 1
2
Per quanto detto la modulazione FSK è M-dimensionale e, nell’ipotesi che sia soddisfatta
la (III.3.43), anche ortogonale. La costellazione della FSK ortogonale giace sugli assi di un
iperspazio di dimensione M e tutti i punti della costellazione distano in ugual modo
dall’origine:
T
(III.3.48) sm = V0 um m = 0,1,… , M − 1
2
in cui { sm }m = 0 e {um }m =0 denotano i vettori rappresentativi dei segnali {sm ( t )}m =0 e {um ( t )}m = 0
M −1 M −1 M −1 M −1
rispettivamente.
L’energia specifica associata alla generica forma di segnalazione sm (t ) , per la (III.3.48) va-
le:
V02T
(III.3.49) Em =
2
ed è indipendente dall’indice m . Pertanto la modulazione FSK M -aria è isoenergetica e di
conseguenza il valore medio di Em coincide con l’energia di una qualsiasi delle sue forme di
segnalazione indipendentemente dalla distribuzione di probabilità dei simboli:
M −1
V 2T V 2T M −1 V02T
(III.3.50) E = E { Em } = ∑
Pm 0 = 0 Pm = ∑
m=0 2 2 m=0 2
Infine, per le (III.3.3) e (III.3.4) il baricentro della costellazione FSK è dato dal vettore b
del sottospazio S M :
M −1 M −1 M −1
T
(III.3.51) b= ∑ ∑ Pm sm , un un = ∑
PnV0 un
2
n = 0 m =0 n =0
V T V0 T V T
(III.3.53) b= 0 , ,… , 0
M 2 M 2 M 2
(III.3.57)
u0 (t ) = 2
T ( )
cos(2πf 0 t + ϕ0 )Π
t −T 2
T
sin(2πf t + ϕ )Π ( ) t −T 2
u1 (t ) = 2
T 0 0 T
{snm ( t )}n,m=0
M1 −1, M 2 −1
, u0 ( t ) e u1 ( t ) rispettivamente.
Si deduce inoltre facilmente che l’energia Enm associata alla generica forma di segnalazio-
ne segnale snm (t ) vale:
(III.3.60) Enm =
V02T 2
2
(
an + bm2 )
e dipende dal simbolo trasmesso. Di conseguenza il valore medio di Enm è:
(III.3.61) E = E { Enm } =
V02T
2
{ } { }
E an2 + E bm2
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(III.3.62) E=
V02T
6
( V 2T
M 12 − 1 + 0
6
) (
M 22 − 1 )
Per la (III.3.3) il baricentro della costellazione ASK è dato dal vettore b del sottospazio S 2 :
M1 −1 M 2 −1 M1 −1 M 2 −1
b = ∑ ∑ Pn Pm snm , u0 u0 + ∑ ∑ Pn Pm snm , u1 u1
n = 0 m =0 n = 0 m = 0
M1 −1 M 2 −1 T M1 −1 M 2 −1 T
= ∑ ∑ Pn PmV0 an u0 + ∑ ∑ Pn PmV0 bm u1
n = 0 m =0 2 n =0 m =0 2
(III.3.63)
M −1 M 2 −1 T M1 −1 M 2 −1
T 1
= V0 ∑ Pn an ∑ Pm u0 + ∑ Pn ∑ Pm bm u1
2 n =0
m =0
2 n =0
m =0
T T
= V0 E {an } u0 + E {bm } u1
2 2
o in modo equivalente dal punto:
T T
(III.3.64) b = V0 E {an } , V0 E {bm }
2 2
che coincide con l’origine della retta se i simboli an e bm sono entrambi equiprobabili. Per-
tanto la modulazione QAM è a energia minima se le due ASK componenti sono a energia
minima.
Per la modulazione QAM M -aria qua-
u2
drata con M = 2 k le parole devono essere
0010 0110 1110 1010
10 00
0011 0111 1111 1011 si pone:
(III.3.65) M1 = M 2 = M = 2k 2
velli e i simboli così ottenuti sono distribuiti alternativamente sui due canali in uscita da un
convertitore serie-parallelo e modulati con segnali ASK in quadratura. Accanto alle costella-
zioni QAM rettangolari o quadrate fin qui esaminate possono esistere costellazioni di diversa
struttura. In Fig. III.6 ne sono presentate alcune particolarmente significative.
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u1 u1
u0 u0
M =8 M = 16
mente determinata solo se ci si limita al caso di modulazioni lineari prive di memoria con in-
viluppo complesso vˆ(t ) definito dalla (III.1.8). In queste condizioni la densità spettrale del se-
gnale modulato Wv ( f ) si può ricavare in funzione di quella Wv̂ ( f ) del suo inviluppo com-
plesso come:
1
(III.4.1) Wv ( f ) = Wvˆ ( f − f 0 ) + Wvˆ ( − f − f 0 )
4
III.5.1 - Modulazione ASK.
Nel caso della modulazione ASK M -aria l’inviluppo complesso, sostituendo la (III.3.7) nel-
la (III.1.8), risulta:
∞ ∞
(III.4.2) vˆ(t ) = ∑ V0 an e jϕ Π ( t −T T2−nT ) = ∑ α n p ( t − nT )
0
n =−∞ n =−∞
dove si è posto α n = V0 an e j ϕ0
∈ ℂ e p (t ) = Π ( t −T 2
T ).
Dalla (III.4.2) si deduce che la densità spettrale dell’inviluppo complesso si può ricavare
mediante la seguente formula ricavata nel Capitolo I:
P( f )
2
con
(III.4.5) Rα ( r ) = E { α∗n α n + r }
=
{ }
E α 2 r=0
mα 2 altrove
essendo i simboli complessi stazionari e incorrelati.
Poiché risulta:
{ }
2 2
= E V0 an e jϕ0 = V0 e jϕ0 E {an } = V02 ma2
2
mα
{ } = E {V a e }
(III.4.6)
E α
2
0 n
j ϕ0 2
{ } { }
= E V02 an2 = V02 E a 2
(III.4.7)
Rα ( r ) = V02
{ }
E a2 r=0
ma2 altrove
dalla quale si deduce che i simboli complessi α n ammettono a meno di un fattore costante
pari a V02 la stessa autocorrelazione della codifica PAM multilivello.
Quindi, se i simboli sono equiprobabili, è facile verificare che la (III.4.4) risulta pari a:
M 2 −1
(III.4.8) Wα ( f ) = V02
3
M 2 −1
essendo E a 2 = { } 3
e ma = 0 .
vale:
2 2 2B 2 B2
(III.4.11) BM = = = 2 =
T kT0 k log 2 M
ossia, come era lecito aspettarsi, il doppio della PAM in banda base con la stessa dipendenza
dal numero di livelli M o dal numero k di bit che costituiscono le parole. Inoltre, anche la
potenza media del segnale modulato ASK cresce come quella del segnale PAM in banda base
con il numero dei livelli:
∞ M 2 −1
Pv = ∫−∞ Wv ( f ) df = V0
2
(III.4.12)
6
III.5.2 - Modulazione OOK.
La densità spettrale di potenza del segnale modulato OOK binario ha la stessa espressio-
ne di quello ASK binario dove la funzione di autocorrelazione (III.4.7) dei simboli
{
α n ∈ 0,V0 e jϕ0 } a meno di un fattore costante pari a V02 coincide con l’autocorrelazione della
∞ ∞
(III.4.16) vˆ(t ) = ∑ V0e jϑ e jϕ Π ( t −T T2−nT ) = ∑ α n p ( t − nT )
n 0
n =−∞ n =−∞
dove si è posto α n = V0 e j ϑn
e j ϕ0
∈ ℂ e p (t ) = Π ( t −T 2
T ).
Procedendo in modo analogo a quanto fatto per la modulazione ASK M -aria valgono le
(III.4.3), (III.4.4) e (III.4.5):
Poiché risulta:
{ } { } { }
2 2 2
= E V0 e jϑn e jϕ0 = V0 e jϕ0 E e jϑn = V02 E e jϑn
2
mα
{ } = E {V e } = E {V } = V
(III.4.17) 2
j ϑn
e jϕ0
2
E α 0 0
2
0
2
L’occupazione spettrale della PSK M -aria è uguale a quella della ASK M -aria in quanto
l’ampiezza di banda vale:
2 2 2B 2 B2
(III.4.22) BM = = = 2 =
T kT0 k log 2 M
ma a differenza della ASK M -aria la potenza non dipende dal numero di livelli M :
∞ V2
(III.4.23) Pv = Wv ( f ) df = 0 ∫
−∞ 2
III.5.4 - Modulazione FSK binaria.
Nel caso della modulazione FSK, relativamente solo allo schema binario in quanto come si
è visto è lineare, l’inviluppo complesso sostituendo la (III.3.39) nella (III.1.8) risulta:
∞
vˆ(t ) = ∑ V0 e jϕ 0 cos ( 2π∆f ( t − nT ) ) + jan sin ( 2π∆f ( t − nT ) ) Π ( t −T 2 − nT
T )
n =−∞
(III.4.24)
∞ ∞
= ∑ αn p f (t − nT ) + j ∑ βn pq ( t − nT )
n =−∞ n =−∞
dove si è posto:
α n = V0 e jϕ0 p f ( t ) = cos ( 2π∆ft ) Π ( t −T 2
T )
(III.4.25)
βn = anV0 e jϕ0 pq ( t ) = sin ( 2π∆ft ) Π ( t −T 2
T )
Dalla (III.4.24) si deduce che la densità spettrale dell’inviluppo complesso si può ricavare
mediante la seguente formula, che è una generalizzazione di quella ricavata nel Capitolo I:
Stesura provvisoria delle dispense rielaborate del Prof. G. Mamola - 47 -
Pf ( f ) Pq ( f )
2 2
Wvˆ ( f ) = Wα ( f ) + Wβ ( f ) +
T T
(III.4.26)
Pf ( f ) Pq∗ ( f ) Pq ( f ) Pf∗ ( f )
j Wαβ ( f ) − Wβα ( f )
T T
dove:
∞ ∞
Wα ( f ) = ∑ Rα ( r ) e− j 2πfrT Wβ ( f ) = ∑ Rβ ( r ) e− j 2πfrT
r =−∞ r =−∞
(III.4.27)
∞ ∞
Wαβ ( f ) = ∑ Rαβ ( r ) e− j 2πfrT Wβα ( f ) = ∑ Rβα ( r ) e− j 2πfrT
r =−∞ r =−∞
con
E α
2
{ } r =0 { }
E β 2 r =0
Rα ( r ) = E { α∗n α n + r } = , Rβ ( r ) = E {β∗n βn + r } =
2
,
mα 2 altrove mβ altrove
(III.4.28)
∗
E α nβn { } r=0 {∗
E βn α n }r =0
{
Rαβ ( r ) = E α∗n βn + r = } {
, Rβα ( r ) = E β∗n α n + r } = ,
mα∗ mβ altrove mβ∗ mα altrove
loro.
Poiché risulta:
{ }
2
mα = E V0 e jϕ0 = V0 e jϕ0 = V0 e jϕ0
2
⇒ mα = V02
{ } = E {V e
E α
2
0
j ϕ0 2
} { }
= E V02 = V02
{ }
2
mβ = E V0 an e jϕ0 = V0 e jϕ0 E {an } = V0 e jϕ0 ma
2
(III.4.29) ⇒ mβ = V0 e jϕ0 ma = V02 ma2
{ } = E {V a e
E β
2
0 n
jϕ0 2
} { }
= E V02 an2 = V02 E a 2 { }
{ } { } { }
∗
E α∗nβn + r = E β∗n α n + r = E V0 e − jϕ0 an + rV0 e jϕ0 = V02 E {an + r } = V02 ma
sostituendo nella (III.4.28) si ottiene:
Rα ( r ) = V02 ,
E a2
Rβ ( r ) = V02
{ } r=0
,
(III.4.30) ma2 altrove
Rαβ ( r ) = V02 ma , Rβα ( r ) = V02 ma ,
Quindi, se i simboli sono equiprobabili, è facile verificare che la (III.4.27) risulta pari a:
∞
V2 ∞
Wα ( f ) = V02 e j 2 πfrT = 0 δ ( f − r T ) Wβ ( f ) = V02
∑ ∑
(III.4.31) r =−∞ T r =−∞
Wαβ ( f ) = 0 Wβα ( f ) = 0
dove si è fatto uso della formula di Poisson ed essendo E a 2 = 1 e ma = 0 . { }
Infine, sostituendo la (III.4.31) nella (III.4.26) si trova:
∞
V2 V2
Wvˆ ( f ) = 02 Pf ( f ) δ ( f − r T ) + 0 Pq ( f ) ∑
2 2
T r =−∞ T
(III.4.32)
2 ∞
V V2
Pf ( r T ) δ ( f − r T ) + 0 Pq ( f )
∑
2 2
= 02
T r =−∞ T
Trasformando secondo Fourier le espressioni che assumono le funzioni p f (t ) e pq (t ) nella
- 48 - Stesura provvisoria delle dispense rielaborate del Prof. G. Mamola
(III.4.25), si ottiene:
{
Pf ( f ) = T e − j π( f −∆f )T sinc ( f − ∆f ) T + e− jπ( f +∆f )T sinc ( f + ∆f ) T
2 }
(III.4.33) T
2 {
= e− j πfT e j π∆fT sinc ( f − ∆f ) T + e − j π∆fT sinc ( f + ∆f ) T }
{
= T ( −1) e− jπfT sinc ( f − ∆f ) T + sinc ( f + ∆f ) T
2
k
}
e
{
Pq ( f ) = T e − j π( f −∆f )T sinc ( f − ∆f ) T − e− j π( f +∆f )T sinc ( f + ∆f ) T
2j }
(III.4.34) {
= T e − j πfT e j π∆fT sinc ( f − ∆f ) T − e − j π∆fT sinc ( f + ∆f ) T
2j }
{
= T ( −1) e − j πfT sinc ( f − ∆f ) T − sinc ( f + ∆f ) T
2j
k
}
( )
k
dove, facendo uso di ∆fT = k con k ∈ ℕ , si è scritto e ± j π∆fT = e ± j πk = e± jπ = ( −1) .
k
{ }
2
Pf ( f ) = T sinc ( f − ∆f ) T + sinc ( f + ∆f ) T
2 2
(III.4.35) 4
2
sinc ( fT − k ) + sinc ( fT + k )
T 2
=
4
e di conseguenza:
2
Pf ( r T ) = T sinc ( r − k ) + sinc ( r + k )
2 2
(III.4.36)
4
e
{ }
2 2
Pq ( f ) = T sinc ( f − ∆f ) T − sinc ( f + ∆f ) T = T sinc ( fT − k ) − sinc ( fT + k )
2 2 2
4 4
sin ( πfT − k π ) sin ( πfT + k π ) T 2 ( −1)k sin ( πfT ) − ( −1)k sin ( πfT )
2 2
2
=T − =
4 π ( fT − k ) π ( fT + k ) 4 π ( fT − k ) π ( fT + k )
2
(III.4.37) 2
2
−2k
= 2 sin ( πfT )
1 1 T2
= 2 sin ( πfT )
T 2
− 2
4π ( fT + k ) ( fT − k ) 4π ( fT )2 − k 2
2 k2
= T 2 sin 2 ( πfT )
π ( fT )2 − k 2
2
che sostituite nella (III.4.32) forniscono:
∞
V02 2 2
Wvˆ ( f ) = 2 ∑ T4 sinc ( r − k ) + sinc ( r + k ) δ ( f − r T ) +
T r =−∞
V02T 2 sin 2 ( πfT ) k2
(III.4.38) +
T π2 ( fT )2 − k 2
2
V02 V 2T k2
= δ ( f − k T ) + δ ( f + k T ) + 0 2 sin 2 ( πfT )
4 π ( fT )2 − k 2
2
Nel caso particolare in cui è ∆f = 1 T , ossia k = 1 (scostamento minimo di frequenze che
garantisce sia la continuità di fase del segnale modulato che l’ortogonalità delle forme di se-
gnalazione), si ottiene:
V 2T sin ( πfT )
2
V02
(III.4.39) Wvˆ ( f ) = δ ( f − 1 T ) + δ ( f + 1 T ) + 0 2
π fT 2 − 1 2
4
( )
dalla quale, per la (III.4.1), può dedursi la densità spettrale del segnale modulato:
Stesura provvisoria delle dispense rielaborate del Prof. G. Mamola - 49 -
V02T sin ( π ( f − f 0 ) T ) sin 2 ( π ( f + f 0 ) T )
2
Wv ( f ) = + +
4π2 2 2
( (
f − f0 ) T ) − 1
( (
f + f0 ) T ) − 1
2 2
(III.4.40)
V02
+ δ ( f − ( f 0 + 1 T ) ) + δ ( f − ( f 0 − 1 T ) ) + δ ( f + ( f 0 − 1 T ) ) + δ ( f + ( f 0 + 1 T ) )
16
L’ampiezza di banda dell’inviluppo complesso del segnale modulato può essere scelta in
base al criterio null to null. Quindi, l’ampiezza di banda unilatera è determinata dal primo
annullamento (passaggio per lo zero per frequenze positive) della (III.4.39) e di conseguenza
la l’ampiezza di banda del segnale modulato FSK binario con ∆f = 1 T vale:
2 4
(III.4.41) B2 = 2 =
T T
che risulta essere il doppio dell’ampiezza di banda della ASK(PSK) binaria.
Inoltre, la (III.4.40) si annulla f = ± f 0 e presenta quattro delte di Dirac centrate nelle
frequenze f = f 0 ± 1 T e f = − f 0 ± 1 T .
La potenza media del segnale modulato FSK binario può essere anche facilmente valutata
come:
∞ E V02
(III.4.42) Pv = ∫−∞ Wv ( f ) df = T =
2
dove si è fatto uso della (III.3.50).
III.5.5 - Modulazione QAM.
Nel caso della modulazione QAM M -aria l’inviluppo complesso, sostituendo la (III.3.56)
nella (III.1.8), risulta:
∞ ∞
(III.4.43) vˆ(t ) = ∑ V0 ( an + jbm ) e jϕ Π ( t −T T2−nT ) = ∑ α n p ( t − nT )
0
n =−∞ n =−∞
{ }
2 2
= E V0 ( an + jbm ) e jϕ0 = V0 e jϕ0 E {an + jbm } = V02 ma + jmb = V02 ma2 + mb2
2 2
mα
{ } = E {V ( a }
(III.4.44)
{ ( )} = V { } { }
2
+ jbm ) e jϕ0 E an2 + E bm2
2
E α = E V02 an2 + bm2 2
0 n 0
(III.4.45)
V2
Wα ( f ) = 0 M 12 − 1 + M 22 − 1
3 ( ) ( )
M 12 − 1 M 2 −1
essendo E a 2 = { } 3
{ }
, E b2 = 2
3
e ma = mb = 0 .
(III.4.46)
V 2T
(
Wvˆ ( f ) = 0 M 12 − 1 + M 22 − 1 sin c 2 ( fT )
3 ) ( )
e per la (III.4.1) si ottiene:
(III.4.47)
V 2T
( ) ( )
Wv ( f ) = 0 M 12 − 1 + M 22 − 1 sin c 2 ( ( f − f 0 ) T ) + sin c 2 ( ( f + f 0 ) T )
12
- 50 - Stesura provvisoria delle dispense rielaborate del Prof. G. Mamola
Nel caso di modulazione QAM M -aria quadrata sostituendo la (III.3.65) nelle (III.4.46) e
(III.4.47) si ottiene:
2
(III.4.48) Wvˆ ( f ) = V02T ( M − 1) sin c 2 ( fT )
3
e per la (III.4.1) si ottiene:
V02T
(III.4.49) Wv ( f ) = ( M − 1) sin c 2 ( ( f − f0 ) T ) + sin c 2 ( ( f + f0 ) T )
4