Vous êtes sur la page 1sur 8

2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 7

MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
Tecnoliquidità
Tonino Cantelmi

Professore di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione, Università LUMSA, Roma


Professore di Psicopatologia, Università Gregoriana, Roma

Che cosa è la vita reale? ty… gli amici veri sono ridotti a due. Nonostante o for-
Un’altra finestra aperta sul mio desktop! se a causa della continua socialità virtuale”.
Queste osservazioni confermano che la virtualizzazione
1. Un’indispensabile premessa della relazione e la sua spiccata tecnomediazione eleg-
gono una nuova forma di relazione: la connessione.
La “società incessante” è sempre attiva, sempre più E che dire per esempio del Frictionless Sharing?
incapace di staccare la spina (ITSO Inability To Switch La “connessione senza attrito” permetterà a Facebook
Off, così si chiama la sindrome che affligge i workal- di inviare aggiornamenti di stato dell’utente senza il suo
coholic del terzo millennio), sempre lì a digitare, a twit- permesso: ogni volta che guarderemo un video su you-
tare, a condividere, senza differenze tra giorno e not- tube o leggeremo notizie su un giornale on-line o scari-
te, tra feriale e festivo, tra casa e ufficio, come se fos- cheremo un’immagine, una canzone o altro, Facebook
se avviata verso una colossale dipendenza dalla “con- lo comunicherà automaticamente agli altri utenti.
nessione”. I social network, abolendo ogni forma di distinzione tra
Poco più di dieci anni fa presentai in un congresso di privato e pubblico, trasformeranno l’amicizia in “condi-
psichiatria a Roma i primi quattro casi italiani di di- visione”?
pendenza da internet. E se il Frictionless Sharing invece comprimerà lo spa-
Queste osservazioni, arricchite da successivi contri- zio per la provocazione, per la critica, trasformando in-
buti di molti ricercatori italiani, diedero vita a un vasto ternet nella peggiore parodia della Silicon Valley, co-
percorso di ricerca, che ha avuto come obiettivo me sostiene Evgeny Morozov?
l’esplorazione della mente umana proprio mentre ini- Ecco, dunque, la nuova relazione: tecnomediata, affi-
ziava una fatale e ancora imprevedibile mutazione an- data alla connessione e ricca di “condivisioni on line”.
tropologica, quella dei “nativi digitali”, gli abitanti del In fondo, però, abbiamo la sensazione che la fine del-
mondo tecnoliquido postmoderno. la società di massa e il transito nella tecnoliquidità po-
La “società incessante” è caratterizzata, infatti, dal- stmoderna dovranno fare i conti con l’esasperazione
l’abbraccio ineludibile tra il mondo liquido, così come della solitudine esistenziale dell’individuo.
annunciato da Zygmunt Bauman, e la rivoluzione di- E forse non sarà Facebook, né Twitter o neanche ogni
gitale, così come proposta da Steve Jobs. altra forma di “socializzazione virtuale” a placare l’irri-
Ecco perché nell’oscurità del postmoderno parliamo di ducibile bisogno di “incontro con l’altro” che è proprio
“tecnoliquidità”, quale nuovo paradigma esplicativo del- dell’uomo e della donna di ogni epoca: il bisogno di
l’espressività fenomenologica della mente tecnoliquida. “incontro con l’altro” nell’autenticità è così prepotente
La ricerca di emozioni (sensation seeking), il narcisi- e vitale che oltrepasserà il mondo tecnoliquido. E se
smo pervasivo e l’ambiguità sono esaltati dalla tecno- fosse la spiritualità e il suo recupero ad accompagna-
logia, definendo così le caratteristiche dell’uomo po- re l’uomo postmoderno verso una nuova ultramoder-
stmoderno nell’era digitale. nità dell’umano, come sosteneva Bauman?
In altri termini, la rivoluzione digitale e la virtualizza-
zione della realtà intercettano, esaltano e plasmano
alcune caratteristiche dell’uomo liquido: il narcisismo, 2. Introduzione: la Rete delle Reti ed il suo impie-
la velocità, l’ambiguità, la ricerca di emozioni e il biso- toso fascino sulla mente umana
gno di infinite relazioni light. La caratteristica fonda-
mentale della socialità tecnoliquida è la tecnomedia- Il fascino impietoso e seduttivo di Internet non sembra
zione della relazione. Come osserva Maria Laura Ro- lasciar scampo: la Rete delle Reti è ora demonizzata
dotà, “leggere le conclusioni del TESS (Time-Sharing ed assimilata ad un invincibile mostro divorante, ora
Experiment for the Social Sciences, un programma invece esaltata e beatificata per le sue immense po-
che studia e analizza i rapporti sociali) fa sentire un tenzialità. No, non c’è dubbio, la Rete delle Reti rap-
po’ soli. Al netto della caterva di amici di Facebook, presenta comunque la vera, straordinaria novità del III
dei colleghi, di quelli con cui ci si vede a cena, degli millennio: presto gran parte dell’umanità sarà in Rete.
amici di amici o dei partners, dei compagni di calcetto Stiamo assistendo dunque ad un cambiamento radi-
o di aperitivo, gli amici veri restano due o tre… perché cale e siamo forse di fronte ad un passaggio evoluti-
secondo Matthew Brashears della Cornell Universi- vo. L’uomo del terzo millennio, in altri termini, sarà di-

Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14 7


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 8

T. Cantelmi

verso: la mente in Internet produrrà eventi e cambia- e di trasformazione culturale, stanno aprendo territori
MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
menti che non potremo ignorare. sconfinati di studio e di ricerca per antropologi, socio-
Tuttavia Internet è solo uno dei tanti cambiamenti in- logi, psicologi e psichiatri.
dotti dalla rivoluzione digitale, la cui tecnologia non La Rete delle Reti, dunque, è l’unica, vera ed inarre-
può essere semplicemente interpretata come “stru- stabile novità del terzo Millennio: come ogni novità
menti”: la rivoluzione digitale è tale perché la tecnolo- porta con sé inevitabili contraddizioni ed ineludibili
gia è divenuta un ambiente da abitare, un’estensione problematiche. L’effetto dell’incontro tra l’uomo e tec-
della mente umana, un mondo che si intreccia con il nologie così straordinarie è senza dubbio un oggetto
mondo reale e che determina vere e proprie ristruttu- di studio interessante: gli psichiatri non hanno saputo
razioni cognitive, emotive e sociali dell’esperienza, resistere al suo fascino. Ecco perché ci incuriosiscono
capace di rideterminare la costruzione dell’identità e i net-dipendenti, i depressi della realtà virtuale, i cy-
delle relazioni, nonché il vissuto dell’esperire. bersex-dipendenti, i cybertravestiti, i prigionieri delle
Come per ogni innovazione tecnologica, accanto agli MUD, gli innamorati in chat e tanti altri ancora, dai
iniziali entusiasmi giustificati dalle enormi potenzialità protagonisti delle flame wars, le liti furibonde in chat,
di questo media, sempre più specialisti si sono inter- a coloro che non possono smettere di informarsi, af-
rogati sui rischi psicopatologici connessi all’uso e so- fetti come sono da quella strana patologia definita In-
prattutto all’abuso della Rete. In particolare, si è ipo- formation Overload Addiction.
tizzata l’esistenza di una forma di dipendenza dalla La ragnatela mondiale cattura, avanza inarrestabile,
Rete, definita IAD: Internet Addiction Disorder. In real- esalta ed eccita: è lei la straordinaria protagonista del-
tà non dovremmo trascurare il fatto che tutto nacque l’epoca della rivoluzione digitale. Che cos’è la Rete,
per un fantastico scherzo planetario: uno psichiatra se non un immenso e sconfinato labirinto, luogo sen-
americano fece girare in Rete i criteri diagnostici per za centro, anarchicamente disegnato e ridisegnato,
la dipendenza da Internet, mutuati dal DSM IV. Come spazio di ricerca al servizio di un’impresa conoscitiva
spesso succede in Rete, la fantasia fu superata dalla straordinaria, ma anche dimensione dello smarrimen-
realtà, sia pure virtuale: la dipendenza divenne un ar- to del sé e del percorso, attraverso la perdita del fine
gomento straordinariamente attuale. Dibattuta, demo- e dello scopo?
nizzata, esaltata: la Rete non colse la differenza fra È dunque in atto una rivoluzione, la rivoluzione digi-
realtà e scherzo. Altra beffa clamorosa fu l’invenzione tale, che, inaugurando affascinanti universi di cono-
di gruppi on line di auto-aiuto per retomani. L’Internet scenza e di esperienza, ha già da ora modificato il re-
Addiction Disorder, quella vera e non la beffa, diven- gistro delle nostre possibilità mentali e sensoriali, con-
ne un fenomeno noto al di fuori della Rete quando nel tribuendo a plasmare una nuova cultura e differenti
1996 la dottoressa statunitense Kimberly Young, forme e modalità di sentire il rapporto con se stesso,
dell’Università di Pittsburg, pubblicò la ricerca Internet con l’altro da sé e con il mondo. Proprio perché cari-
Addiction: the emergence of a new clinical disorder che di fascino, queste possibilità devono indurci a per-
(1996), relativa allo studio di un campione di soggetti cepire ed a riflettere criticamente circa i loro effetti sul-
dipendenti dalla Rete. Da allora ad oggi sulla stampa la vita psichica e relazionale. Le dinamiche della vita
vengono continuamente riportate le vicissitudini dei reale si possono rivelare insufficienti ed inadeguate
soggetti affetti da questa nuova patologia. Anche le ri- ad una vita in Rete che è davvero tutta da inventare.
cerche che ho presentato in Italia dal 1998 hanno avu- La comunicazione virtuale è caratterizzata da iperte-
to un’eco sorprendente sulla stampa, amplificata dalle stualità, ipermedialità, elevata velocità, sostanziale
TV e dalle radio. L’eccessivo clamore dato dai mass anonimato, giochi di identità, superamento dei norma-
media a tale argomento ha giustamente irritato gli uti- li vincoli spaziotemporali, parificazione dello status so-
lizzatori di Internet, che hanno percepito una sorta di ciale, accesso a relazioni multiple, insorgenza di emo-
ingiustificato attacco alla Rete. Cosicché ho scoperto zioni imprevedibili, anarchia e libertà di trasgressione:
di essere stato oggetto di discussioni e in alcune chat, ingredienti straordinari per trasformare il cyberspazio
ora nei blog e di subire insulti ed attacchi sui più noti in un’affascinante dimensione del nostro stesso vive-
social network. Questa reazione, se da un lato è as- re. In Rete, dunque, è possibile amare, studiare, com-
solutamente comprensibile, dimostra anche che le ri- prare, sognare, è possibile, in altre parole, vivere.
cerche sulle cosiddette condotte psicopatologiche on Le caratteristiche della comunicazione virtuale posso-
line hanno un reale interesse. Tuttavia, al di là del no rendere la Rete più agevole della realtà, anzi tanto
sensazionalismo, i problemi psicopatologici Internet- gradevole da instaurare una sorta di dipendenza. Al-
correlati sono per alcuni psichiatri e psicologi (sempre cuni studi, che ho condotto con la collaborazione di
più numerosi), tra cui me, affascinanti e nuovi, ma molti psichiatri e psicologi, indicano che il 10% dei na-
questo non vuol dire affatto che la Rete sia un qual- vigatori è esposto a questo rischio: un dato inquietan-
cosa di pericoloso e da evitare: più semplicemente ri- te e a mio parere eccessivo. È necessario studiare
tengo che sia inevitabile studiare l’impatto che un questo strano fenomeno dei net-dipendenti quando In-
mezzo così straordinario e, direi, così vitale ha sulla ternet non sarà più un evento ma un’ineludibile realtà.
mente umana. Fenomeni che per ora sono descritti Alcuni soggetti poi presentano curiose regressioni.
come psicopatologici potrebbero in realtà essere gli Ecco allora l’insorgere di un ritiro autistico, che prelu-
indicatori di una curiosa ed a tratti incomprensibile de a fenomeni dissociativi anche gravi: la Trance Dis-
evoluzione dell’uomo del terzo millennio (homo tecno- sociativa da videoterminale, patologia rara, almeno
digitalicus). per ora, che in Italia ha colpito poche decine di irridu-
In effetti le nuove tecnologie mediatiche, oltre ad es- cibili navigatori. Fragilità pregresse impietosamente
sere uno straordinario motore di cambiamento sociale esaltate dalla Rete? Forse. Potenza straordinaria del-

8 Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 9

Tecnoliquidità

la Rete stessa? Forse. I prossimi studi definiranno 3. La tecnomediazione della relazione nell’epoca

MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
meglio la faccenda. Intanto osserviamo alcune forme della postmodernità liquida
di navigazione patologica: cybersex addiction, com-
pulsive on line gambling, cyber relationship addiction, Molti osservatori hanno evidenziato come l’inizio del
MUDs addiction, information overload addiction. E an- terzo millennio sia stato contrassegnato dalla più stra-
cora: come interpretare il diffusissimo fenomeno del ordinaria ed epocale crisi della relazione interpersona-
cybertravestitismo? I mondi virtuali consentono la le. Cosa ha determinato la crisi della relazione interper-
creazione di identità talmente fluide e multiple da tra- sonale? In fondo la tecnologia digitale ne è la risposta
sformare i limiti del concetto stesso di identità. L’espe- e forse anche una concausa, come se, in una sorta di
rienza del cyberspazio è la concretizzazione di un al- causalità circolare, l’esplodere della rivoluzione digitale
tro modo di considerare il sé, non più come unitario, avesse intercettato una crisi della relazione in parte già
ma multiplo. Esperienza questa non del tutto negativa, esistente e al tempo stesso ne avesse accelerato
visto che può consentire al nostro io di accedere ed drammaticamente lo sviluppo. Tuttavia sostengo che
elaborare i nostri molti sé. Il concetto di addiction non alla base della crisi della relazione interpersonale ci sia-
mi sembra che possa esaurire un fenomeno così com- no almeno tre fenomeni, essi stessi amplificati a dismi-
plesso come le condotte psicopatologiche on line. Per sura dalla inarrestabile rivoluzione digitale.
questo preferisco parlare di Internet Related Psycho- I tre fenomeni sono i seguenti:
pathology (IRP), nella quale comprendere una costel- - l’incremento del tema narcisistico nelle società po-
lazione di disturbi e di comportamenti molto lontani stmoderne (di cui gli innamoramenti in chat e le ami-
dall’essere sistematizzati e definiti. Tuttavia tutti que- cizia in facebook sembrano essere i corrispettivi tele-
sti segnali indicano qualcosa di nuovo: siamo cioè al- matici), sostenuto da una civiltà dell’immagine senza
le soglie di una mutazione dell’umano, che, forse, più precedenti nella storia dell’umanità;
che psicologica e sociale, è antropologica. - il fenomeno del sensation seeking, caratterizzato da
Tanti sono ancora gli aspetti da chiarire, tuttavia è pre- una sorta di ricerca di emozioni, anche estreme, ca-
vedibile che in futuro, in considerazione dell’inarresta- pace di parcellizzare e scomporre l’esperienza interu-
bile diffusione della Rete, fenomeni, per così dire, mana facendola coincidere con l’emozione stessa (è
“psicopatologici” connessi ad Internet potranno assu- come se tutta la relazione interpersonale coincidesse
mere dimensioni più ampie e contorni più definiti. Inol- con l’emozione);
tre presto Internet riguarderà non solo giovani-adulti - il tema dell’ambiguità, cioè la rinuncia all’identità e al
(la maggioranza degli utenti oggi in Italia), ma anche ruolo in favore di un’assoluta fluidità dell’identità stes-
adolescenti e bambini. È perciò ineludibile la necessi- sa e dei ruoli, con la conseguente rinuncia alla re-
tà di studiare con attenzione l’impatto che una così sponsabilità della relazione ed alle sue caratteristiche
potente tecnologia ha sulla psiche dell’uomo. generative.
Non possiamo dunque non chiederci “dove stiamo an- Il trionfo dell’ambiguità e della fluidità dell’identità im-
dando?” L’espansione della ragnatela è di per sé inar- pedisce una stabile assunzione di identità (esserci),
restabile ed apportatrice di novità straordinarie. Nessu- che a sua volta si riflette nell’instabilità della relazione
no vorrà rinunciare agli enormi benefici che ne deriva- (esserci con), la quale infine mina profondamente le
no. L’uomo scopre tuttavia nuove ed altrettanto potenti possibilità generative e progettuali della relazione
gratificazioni, connesse con le caratteristiche stesse stessa (esserci per).
della comunicazione virtuale ed interattiva propria della Questi fenomeni, unitamente al tema della “velocità”,
Rete. Non allarmismi: il popolo della Rete ha protesta- sono alla base della profonda crisi della relazione in-
to contro il clamore che stampa, TV e radio hanno dato terpersonale, che sempre più acquista modalità “liqui-
agli studi condotti da me e dai collaboratori. Mi sono at- de”, indefinite, instabili e provvisorie. In questo senso
tirato le critiche del popolo di Facebook quando ho di- la tecnomediazione della relazione (chat, blog, sms,
chiarato che FB è un luogo per “occidentali viziati e nar- social network) offre all’uomo del terzo millennio una
cisisti”, dove il concetto di “amicizia” viene banalizzato risposta formidabile e affascinante: alla relazione si
in modo estremo e dove prevale la necessità di espor- sostituisce la “connessione”, che costituisce la nuova
re in vetrina se stessi in modo inconcludente e superfi- privilegiata forma di relazione interpersonale. È fluida,
ciale. Le critiche sono in parte giustificate: i nostri dati consente espressioni narcisistiche di sé, esalta
sono ancora incerti, mal definiti e nebulosi e la Rete è l’“emotivismo”, è provvisoria, liquida e senza garanzie
un fenomeno così complesso da apparire indescrivibi- di durata, è ambigua e indefinita: la connessione (cioè
le. E in definitiva non è detto che i “paradisi telematici” l’insieme della tecnomediazione della relazione grazie
siano più dannosi di quelli “artificiali” dell’oppio: anzi, alla tecnologia digitale) è dunque la più straordinaria
per certi versi, aprono prospettive affascinanti attraver- ed efficace forma di relazione per l’uomo “liquido”.
so le quali è possibile intravedere potenzialità davvero
interessanti. La Rete delle Reti si propone come una
sorta di cervello planetario, dai confini incerti ed indefi- 4. La crisi dell’identità nella società postmoderna
nibili e dalle potenzialità straordinarie. e la tecnologia digitale
Siamo dunque alle soglie di una fase evolutiva dell’uma-
nità, caratterizzata da tecnologie sempre più umanizza- Esserci, esserci-con, esserci-per: questa è la “pro-
te e da uomini sempre più tecnologizzati. I fenomeni che gressione magnifica” che permette di partire da un Io
osserviamo e che per ora percepiamo come psicopato- (l’esserci), per passare ad un Tu (l’esserci-con) e infi-
logici potrebbero essere i segni di un cambiamento: l’uo- ne giungere ad un Noi (l’esserci-per), dimensione ulti-
mo del terzo millennio, comunque, sarà diverso. ma e sola che apre alla generatività, alla creatività ed

Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14 9


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 10

T. Cantelmi

all’oblatività. Il punto di partenza della “progressione dursi dell’esserci-con all’istante ed al bisogno, fatal-
MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
magnifica” è l’esserci, che in ultima analisi richiama mente tutto questo mina l’esserci-per, cioè la dimen-
all’identità. Nella “cultura del narcisismo”, per usare la sione generativa e oblativa dell’uomo e della donna.
definizione di Christopher Lash, anche le espressioni Per esempio, se decliniamo tutto ciò nell’ambito psico-
più progressiste dell’identità sono contaminate da una affettivo e psicosessuale, la rinuncia all’esserci (identi-
straordinaria enfatizzazione dell’ego, dalla elefantiasi tà sessuale e relativi ruoli) non può non trasmettersi in
dei bisogni di autoaffermazione e da una sorta di una inevitabile mutazione critica della dimensione co-
emergenza di uomini e donne “senza qualità”, come niugale (esserci-con), che a sua volta precipita in una
direbbe Robert Musil. Ma cosa vuol dire “esserci” nel- crisi senza speranze la dimensione genitoriale (esser-
la società liquida di cui parla Baumann? Esserci vuol ci-per). Ed infatti la transizione al ruolo genitoriale
dire rinunciare ad un’identità stabile, per entrare nel- sembra divenire una sorta di utopia: la rinuncia alla ge-
l’unica dimensione possibile: quella della liquidità, ov- nitorialità o il suo semplice rimandarlo nel tempo sono
verossia dell’identità mutevole, difforme, dissociata e un fenomeno sociale tipico dei nostri tempi. Perciò
continuamente ambigua di chi è e al tempo stesso non identità liquide fanno coppie liquide, che a loro volta
è. In fondo la tecnologia digitalica consente all’uomo fanno genitori liquidi, dove per liquido possiamo inten-
ed alla donna del terzo millennio di essere senza vin- dere molte cose, ma una soprattutto, la debolezza del
coli, di tecnomediare la relazione senza essere in re- legame. La “progressione magnifica”, di cui parlavo al-
lazione, di connettersi e di costruire legami liquidi, mu- l’inizio, diviene dunque una progressione “liquida”. Ma
tevoli, cangianti e in ogni istante fragili, privi di so- il punto di partenza è nell’esserci, ovvero nel tema del-
stanza e di verifica, pronti ad essere interrotti. Cosic- l’identità. Nell’epoca di Facebook, l’identità si virtualiz-
ché si è passati dall’uomo-senza-qualità di Musil al- za, come anche le emozioni, l’amore e l’amicizia. La
l’uomo-senza-legami di Baumann in una sorta di con- virtualizzazione è la forma massima di ambiguità, per-
tinuità-sovrapposizione che viene a definire il nuovo ché consente il superamento di vincoli e di confronti,
orizzonte del tema identitario. Ed ecco che l’esserci è aprendo a dimensioni narcisistiche imperiose e prepo-
minato alla sua origine. La crisi dell’identità maschile tenti. Eppure qualcosa non funziona. Lo avvertiamo
e femminile, per esempio, ne è l’espressione più evi- dall’incremento del disagio psichico, dal sempre più
dente. L’identità, cioè l’idea che ognuno di noi ha di se pressante senso di smarrimento dell’uomo liquido, dal-
stesso e il sentirsi che ognuno di noi sente di se stes- la ricerca affannosa di vie brevi per la felicità, dall’au-
so, è dunque in profonda crisi, e il nuovo paradigma è mento del consumo di alcool e stupefacenti negli stes-
l’ambiguità. La crisi dell’esserci ha una prima conse- si opulenti ragazzi della società di Facebook, dall’af-
guenza. Se all’uomo d’oggi è precluso il raggiungi- fermarsi di una cupa cultura della morte, dall’inquie-
mento di un’identità stabile, che si articola e si declina tante incremento dei suicidi, dal malessere diffuso.
nelle varie dimensioni, come in quella psicoaffettiva e Qualcosa dunque non funziona: la liquidità dell’identi-
sessuale, la conseguenza prima è che l’esserci-con tà, con tutte le sue conseguenze, non aumenta il sen-
(per esempio la coppia) assume nuove e multiformi so di felicità dell’uomo contemporaneo. Alcuni studi sul
manifestazioni. L’esserci-con non è più il reciproco re- benessere fanno osservare che la felicità non è corre-
lazionarsi fra identità complementari (maschio-femmi- lata con l’incremento delle possibilità di scelta. Questi
na per esempio), sul quale costruire dimensioni pro- dati fanno saltare una convinzione che sembrava im-
gettuali nelle quali si dispiegano legittime attese esi- battibile. La felicità dunque non è correlata con l’incre-
stenziali, ma diviene l’occasionale incontro tra bisogni mento delle possibili scelte dell’uomo (una visione ov-
individuali che vanno reciprocamente a soddisfarsi, viamente molto legata al capitalismo). Gli stessi studi
per un tempo minimo, al di là di impegni reciproci e di correlano la felicità con il possedere invece un “crite-
progetti che superino l’istante. L’esserci-con è fatal- rio” per scegliere. Avere un criterio per scegliere ri-
mente legato alla soddisfazione di bisogni individuali manda ad altro: avere un progetto, delle idee, un’iden-
che solo occasionalmente e per aspetti parziali corri- tità. Ed ecco che il cerchio si chiude: il tema della li-
spondono. In altri termini l’incontro tra due persone è quidità è sostanzialmente il tema della rinuncia ad ave-
fondamentalmente basato sulla soddisfazione narcisi- re criteri (cioè dimensioni di senso). Ma questa rinun-
stica, individuale e direi solipsistica di un bisogno che cia ha un prezzo: l’infelicità. Ecco perché la “magnifica
incontra un altro bisogno, altrettanto narcisistico, indi- progressione” mantiene anche oggi, e direi soprattutto
viduale e solipsistico. Questo incontro si dispiega per oggi, un alto valore, proprio per il suo portato anti-li-
un tempo limitato alla soddisfazione dei bisogni e quidità. Costruire dimensioni identitarie stabili e non
l’emergere di nuovi e contrastanti bisogni determina ambigue, instaurare relazioni solide e che si dispiega-
inevitabilmente la rottura del legame e la ricerca di no lungo progetti esistenziali che consentono l’apertu-
nuovi incontri. La fragilità dell’essere-con dei nostri ra alla generatività ed all’oblatività, sono ancora, in ul-
tempi si evidenzia attraverso l’estrema debolezza dei tima analisi, l’unico orizzonte di speranza che si apre
legami affettivi, che manifestano un’ampia instabilità per l’uomo del terzo millennio, immerso nel cupo e do-
ed una straordinaria conflittualità. Se l’identità è liqui- loroso paradigma della liquidità.
da, anche il legame interpersonale è liquido, cangian-
te, mutevole, individualista e fragile. L’uomo del terzo
millennio sembra rinunciare alla possibilità di un futu- 5. Predigitali, generazione di mezzo, nativi digitali:
ro e concentrarsi sull’unica opzione possibile, quella il silenzio degli adulti e la sfida educativa
del presente occasionale, del momento, dell’istante.
Fatalmente, il trionfo dell’ambiguità identitaria, la ri- Come ho già detto nei paragrafi precedenti, il terzo
nuncia al ruolo ed alla conseguente responsabilità, il ri- millennio sembra essere caratterizzato dalla più cla-

10 Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 11

Tecnoliquidità

morosa crisi della “relazione interpersonale”, alla qua- nologia digitale ed anzi da essa affascinati, che hanno

MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
le sembra rispondere la tecnologia attraverso tutte le un profilo su facebook come i loro figli, che scimmiot-
nuove modalità di relazione (sms, chat, social net- tano i figli stessi utilizzando il dialetto tecnologico de-
work, ecc…). La relazione interpersonale face-to-face gli adolescenti e che sono pienamente avvolti dalle di-
sembra lasciare il passo a forme di tecnomediazione namiche narcisistiche del contesto attuale. Sono geni-
della stessa, che l’uomo e la donna sembrano gradire tori affettuosi, preoccupati per i loro figli, accudenti,
di più. Questa tecnomediazione ha rapidamente gua- ma hanno rinunciato ad educare, cioè a trasmettere
dagnato terreno in molte forme di relazione: l’amicizia, visioni della vita, narrazioni, assetti valoriali e di signi-
l’amore, l’apprendimento, l’informazione e molti altri ficato, riflessioni di senso. In altri termini vogliono be-
ambiti dei rapporti interumani sono profondamente ne ai loro figli, sono affettuosi, accudenti ma non edu-
sconvolti dall’incursione della tecnologia digitale. La canti. Il rapporto educativo è sempre l’incontro tra due
rivoluzione digitale sembra inoltre essere alla base di libertà, tuttavia nell’ambito del rapporto genitori-figli
una sorta di mutazione antropologica: per questo ho esiste uno sbilanciamento, progressivamente riequili-
definito gli adulti di oggi “generazione-di-mezzo” (affa- brato, proprio dei due ruoli. Il genitore liquido però su-
scinati dalla tecnologia ed alti utilizzatori della stessa, bisce il tema dell’ambiguità, della fluidità dei ruoli, del
ma dotati di un sistema mente-cervello predigitale e fi- narcisismo e del bisogno di emozioni e la relazione
gli di una generazione pre-digitale oggi in estinzione) educativa ne risulta sbiadita proprio nella sua essen-
e i bambini di oggi “nativi-digitali” (cresciuti cioè in co- za. In questo senso il genitore liquido è un genitore si-
stanti immersioni telematiche attraverso i videogiochi, lente, che rinuncia a narrare e a narrarsi, rinuncia a
il cellulare, il computer, l’MP3 e pertanto dotati di nuo- trasmettere una visione della vita, a dare criteri di sen-
ve organizzazioni cognitive-emotive e forse di un cer- so per le scelte, limitandosi ad offrire una molteplicità
vello diverso). Dal mio punto di vista siamo alle soglie di scelte che non possono non determinare un pro-
di una sorta di mutazione antropologica. Chi sono fondo smarrimento nel figlio.
dunque i “nativi digitali”? D’altro canto la generazione attuale vive due fenome-
In alcuni precedenti lavori ho definito “nativi digitali” ni a tenaglia, capaci di spegnere progressivamente la
quanti nati nel terzo millennio e sottoposti a profonde, fiducia e la speranza. Il primo fenomeno è il silenzia-
pervasive e precoci immersioni nella tecnologia digita- mento del desiderio: il bambino “viziato” è quel bam-
le ed ho dichiarato che le osservazioni attuali già ci bino i cui desideri sono soddisfatti prima ancora che li
consentono di notare vere e proprie mutazioni del si- possa manifestare, sono cioè prevenuti e pertanto pri-
stema cervello-mente. I nativi digitali imparano subito vi di desideri. Il secondo fenomeno è caratterizzato
a manipolare parti di sé nel virtuale attraverso gli ava- dall’affermarsi di una visione del futuro nella quale il
tar e i personaggi dei videogiochi, sviluppano ampie futuro stesso è percepito come una minaccia e non
abilità visuospaziali grazie ad un apprendimento pre- come un’attesa. I due fenomeni sono alla base di un
valentemente percettivo, viceversa non sviluppano nichilismo psicologico, che si aggira fra i giovani come
adeguate capacità simboliche (con qualche modifica- un fantasma inquietante e che penetra nelle profondi-
zione di tipo metacognitivo), utilizzano il cervello in tà dell’anima. In questo senso potremmo definire que-
modalità multitasking (cioè sanno utilizzare più canali sta epoca come l’epoca delle passioni tristi, in cui sta
sensoriali e più modalità motorie contemporaneamen- crescendo una generazione orfana di maestri, profon-
te), sono abilissimi nel rappresentare le emozioni (at- damente segregata dal mondo degli adulti e, però, ca-
traverso la tecnomediazione della relazione), un po’ pace di riorganizzarsi attraverso comunità tecnorefe-
meno nel viverle (anzi apprendono a scomporre renziate, dotate di propri saperi, percorsi, costruzioni
l’esperienza emotiva e a viverla su due binari spesso della conoscenza e visioni grazie ad una tecnologia
non paralleli, quello dell’esperienza propria e quello capace di costruire ragnatele relazionali nuove, liqui-
della sua rappresentazione), sono meno abili nella re- de, leggere e infinite.
lazione face-to-face, ma molto capaci nella relazione A proposito dell’educazione si parla oggi di “emergen-
tecnomediata, e, infine, sono in grado di vivere su due za educativa”. Gli adulti da almeno un decennio han-
registri cognitivi e socioemotivi, quello reale e quello no progressivamente rinunciato ad educare. Ma cosa
virtuale. Inoltre non hanno come riferimento la comu- significa educare, se non farsi carico dell’altro attra-
nità degli adulti, poiché, grazie alla tecnologia, vivono verso una relazione autentica, piena, autorevole e
in comunità tecnoreferenziate e prevalentemente vir- aperta alla trasmissione di una visione valoriale e den-
tuali, nelle quali costruiscono autonomamente i per- sa di significati della vita? In questo senso educare
corsi del sapere e della conoscenza. vuol dire riscoprire il valore della relazione e avviene
È in questo contesto che si assiste ad un fenomeno attraverso la riscoperta della narrazione. Narrare se
straordinario: il silenzio degli adulti e lo smarrimento dei stessi, la propria vita, la vita della famiglia e della so-
figli, che potremmo definire “figli orfani di maestri”. I “fi- cietà nella quale viviamo significa trasmettere valori e
gli orfani di maestri” sono però “nativi digitali”, dunque visioni della vita. Questo richiede agli adulti una capa-
capaci di costruire comunità tecnoreferenziate di bam- cità innanzitutto di stare con i figli, di essere-per e di
bini e di adolescenti, dotate di tecnologie e saperi pro- essere-con, di entrarci in relazione, di essere signifi-
pri, che non hanno più bisogno di adulti. Ed ecco profi- cativi ed anche affascinanti. Educare vuol dire anche
larsi una nuova emergenza: l’emergenza educativa. accettare il rischio della libertà dell’altro, che può de-
Ho definito i genitori di oggi, utilizzando una metafora terminare momenti difficili e conflittuali. Educare vuol
altrui divenuta ormai famosa, quella della liquidità, dire trasmettere qualcosa che ci è proprio, che è fatto
“genitori liquidi”. Si tratta di genitori che appartengono nostro e dunque significa anche mettersi in discussio-
alla generazione-di-mezzo, capaci di utilizzare la tec- ne, perché educare vuol dire essere autorevoli, e

Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14 11


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 12

T. Cantelmi

quindi competenti, esperti, ma soprattutto coerenti e ternet è come un mondo parallelo, dove accadono co-
MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
responsabili. Se dopo il tempo della liquidità tornerà il se piuttosto strane, che si declinano nel virtuale con
tempo della riscoperta del valore del legame e della modalità narcisistiche, ambigue ed emozionali proprie
relazione, questo sarà perché alcuni adulti coraggiosi di una visione antropologica che sembra appartenere
avranno accettato la sfida dell’educazione, restituen- all’abitante della società liquida postmoderna. Per
do così all’umanità del terzo millennio la fiducia nella esempio in Rete c’è una sorta di tentativo di dar vita a
vita e la speranza nel futuro. forme religiose nuove, più adatte alla tecnomediazio-
ne: la ricerca di emozioni, che la Rete esalta, può dar
corso a varie forme di pseudoreligioni intriganti e in-
6. La democrazia ai tempi di Twitter quietanti, senza contare il proliferare degli psicosanto-
ni on line e di tante altre proposte confusive. Osser-
Il passaparola elettronico e la sua capacità di influen- vando però il popolo dei navigatori, credo che potrem-
zare le opinioni trova forse una delle sue più evidenti mo leggere quelle forme esasperate di abuso della
espressioni in Twitter, che rappresenta il social net- Rete come una inconsapevole domanda di senso: è
work che più realizza il crowdsourcing, cioè lo sforzo come se l’uomo d’oggi, attraverso forme di ipertecno-
collettivo di costruire una metodologia di collaborazio- logia, si interrogasse sul senso profondo della vita. La
ne tra le persone, con inevitabili ricadute sulla credibi- realtà virtuale costituisce una sorta di sfida e, a modo
lità dell’azione politica dei governi grazie alla possibi- suo, esprime il perenne bisogno di senso dell’uomo.
lità di spostare il potere di influenzamento dalle gerar- Tuttavia il senso di onnipotenza che la Rete può far
chie ai cittadini. Questa azione può essere svolta in provare può essere un profondo inganno per l’uomo e
modo costruttivo e democratico, ma al tempo stesso la rivoluzione digitale promette, in ultima analisi, di
Twitter e in generale i new media possono prestarsi sollevare l’uomo dal peso fastidioso di relazioni inter-
ad essere utilizzati come potentissimi strumenti per di- personali reali e di consegnargli narcisistiche illusioni
struggere, confondere o seminare il caos. Così le di felicità. Osservando quanto avviene nella Rete è
trending topics sviluppate dall’incontrollato ping pong possibile sostenere che il ritorno del sacro può costi-
dei cinguettii di 140 caratteri si trasformano in onde off tuire nel suo complesso una delle risposte possibili al-
line rapide ed imprevedibili, che modificano il consen- le ansie generate dal “buio” postmoderno. In altri ter-
so dei cittadini, in una dialettica dentro-fuori (on line - mini il bisogno di stabilità e di sicurezza può essere in-
off line) infinita ed incontrollabile. Tutto ciò avviene terpretato dal sacro, attraverso forme di tecno spiri-
nell’epoca della globalizzazione, caratterizzata, tra tualità liquide, prive di riferimenti temporali e di strut-
l’altro, dalla fine dello Stato moderno e dalla separa- ture solide. Questo fenomeno è stato ben espresso
zione tra politica e potere: il potere è spalmato nel pia- dalla diffusione della spiritualità new age e dei suoi
neta e non è più localizzato in un luogo definito, slit- tecno derivati.
tando di livello e sfuggendo al controllo dei cittadini. In Poiché dunque il rapporto con i tecnomondi oggi di-
questa separazione risiede l’origine della crisi della sponibili è ineludibile e nessuno potrà fermare la rivo-
democrazia: i governi legittimamente votati e demo- luzione digitale, la domanda sul tappeto per la Chiesa
craticamente eletti non hanno il potere di decidere e la Cattolica è: come è possibile abitare i mondi telemati-
globalizzazione non consente scelte locali. Per questo ci e interagire con i nativi digitali senza scolorire o
Twitter e i new media potrebbero rappresentare una contaminare in modo fatale l’annuncio del vangelo? Il
delle risposte alla crisi della democrazia nell’epoca rischio è infatti quello di cedere alle modalità narcisi-
postmoderna. In altri termini, nell’era della dittatura stiche, emozionali e ambigue della tecnologia digitale,
della globalizzazione, le manifestazioni di piazza e le rinunciando all’autenticità della relazione interperso-
“rivoluzioni” dell’epoca predigitale appaiono risposte nale e alla sua feconda generatività.
insufficienti e prive di efficacia: se il potere è deloca-
lizzato non ci sono “palazzi del potere” da scardinare
ed assaltare. E allora, forse, la formazione del con- 8. I giovani post moderni e l’estetica kitsch, camp
senso e l’influenzamento dell’opinione potrebbero ri- e horribilis del mondo tecnoliquido
partire dal basso e rifondare una democrazia parteci-
pata grazie al ciarliero, rapido, sincopato e planetario Ma qual è dunque l’estetica del mondo postmoderno
cinguettare di Twitter. tecnoliquido? Sostengo che la dimensione estetica
prevalente, nella quale sembrerebbero crescere i na-
tivi digitali, sia pervasa da tre elementi: il kitsch, il
7. Chiesa e byte: il ritorno del sacro camp e il gusto horribilis. Nella seconda metà del-
l’Ottocento, quando i turisti americani volevano acqui-
In una recente indagine ho analizzato i numerosi siti stare in Europa un quadro a poco prezzo, allora chie-
cattolici, istituzionali e non, presenti in Rete. La Chie- devano uno sketch, uno schizzo. Da qui, secondo al-
sa Cattolica si propone dunque in Rete con già una cuni, sarebbe nato il termine kitsch, per indicare le
evidente efficacia, anche se il popolo on line sembra esperienze estetiche di scarso valore, facili, celebrati-
per certi versi ignorare questo sforzo. In Internet, co- ve, volte alla ricerca di un effetto rapido e appariscen-
me è noto, c’è tutto ed il contrario di tutto. Cosicché te. Il kitsch è, in ultima analisi, una sorta di mass cult
proliferano siti più o meno ambiguamente “religiosi”. del bello, a tratti anche trash, volto a soddisfare narci-
Se da una parte la Chiesa Cattolica ha senz’altro col- sistici impulsi pseudoestetici. La dimensione narcisi-
to l’importanza di una pastorale in Rete e non manca- stica, propria del mondo tecnoliquido, sembra trovare
no tentativi di evangelizzare la Rete, d’altro canto In- ampia soddisfazione nella risposta estetica kitsch.

12 Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 13

Tecnoliquidità

L’altro fenomeno estetico è quello del camp, che con- vi digitali potranno “vedere l’invisibile”, come alcuni

MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
siste nel trasformare il serio in frivolo, giocando sul- dissero a proposito dell’opera di Kandinskij e come po-
l’ambiguità, sull’esagerazione, sulla raffinata volgarità tremmo dire a proposito di ogni autentica bellezza:
e sull’eccentrico. L’androgino è certo una delle più si- cioè sarà possibile rimandare ad un “oltre” capace di
gnificative immagini della sensibilità camp, che inter- restituire l’umanità ad ogni forma di digital mind.
cetta bene il bisogno di ambiguità della postmodernità
liquida. E se il mondo tecnoliquido fosse anche attrat-
to dalla bruttezza, da un gusto dell’orrido, dell’estetica 10. Quale sarà il futuro prossimo venturo?
del cyberpunk? Se cyborg, splatter, morti viventi, or-
rore, ricerca del diabolico, fossero le manifestazioni di L’intrecciarsi della rivoluzione digitale con il tema del-
una nuova e celebrativa estetica della bruttezza, volta la liquidità appare come un abbraccio fatale tra due fe-
a soddisfare il bisogno di “emozioni forti” della società nomeni profondamente complementari, capaci di so-
post-moderna tecnoliquida? Il tema estetico dell’horri- stenere una sorta di mutazione antropologica, che ho
bilis sembra in grado di intercettare invece il fenome- cercato di descrivere nei paragrafi precedenti e che
no del sensation seeking dell’epoca postmoderna. trova il suo cortocircuito nell’impatto tra il sistema
Ecco, direi che il kitsch, il camp e il gusto dell’horribi- mente-cervello e la tecnologia digitale, disegnando
lis rappresentano le prevalenti dimensioni estetiche così l’emergere di una generazione che ho definito
che soddisfano i bisogni dell’uomo postmoderno. È in “nativi digitali”. La tecnomediazione del vangelo, come
questo contesto estetico, narcisistico (kitsch), ambi- modalità semplice di interazione con i nativi digitali, ha
guo (camp) ed emotivo (horribilis) che crescono i in sé un rischio: quello di assimilare alla liquidità l’an-
bambini e gli adolescenti immersi nella tecnoliquidità. nuncio evangelico, contaminandolo forse in modo fa-
tale con la visione antropologica narcisistico-emotiva
propria della rivoluzione digitale. Ovviamente questo
9. L’esperienza estetica come manifestazione del- non significa ignorare le enormi potenzialità comuni-
l’uomo: la bellezza e il superamento della tecnoli- cative della tecnologia digitale, ma piuttosto piegarle
quidità alle esigenze di un uso più strumentale che collusivo.
Tuttavia rimane necessario individuare su quali pilastri
Come è noto, Dostoevskij fa esclamare al protagoni- rifondare una possibile trama che consenta di artico-
sta dell’“Idiota” la famosa frase: “la bellezza salverà il lare risposte risananti ai bisogni dell’uomo, che i para-
mondo!” e, aggiungerei, potremmo dire che salverà i disi telematici prossimi venturi non potranno comun-
nativi digitali. Ma quale bellezza? Quella kitsch, camp que colmare. In più circostanze, sollecitato a dare ri-
o horribilis della tecnoliquidità? È anche vero che nei sposte a questo interrogativo, ho sostenuto che oc-
“Fratelli Karamàzov” Mitja non può fare a meno di os- corre puntare su tre processi irrinunciabili:
servare che la “bellezza è una cosa spaventosa e ter- - la necessità di ricostruire percorsi narrativi del-
ribile…. il cuore trova bellezza perfino...nell’ideale di l’identità, che consiste nel dare la possibilità di ela-
Sodoma”. È qui, nella bellezza terribile e paurosa, mi- borare trame narrative nelle quali connettere i tanti
steriosa e indecifrabile, è qui, dice Dmitrij, “che Sata- frammenti identitari dell’uomo liquido: questo signi-
na lotterà con Dio e il loro campo di battaglia è il cuo- fica che dopo l’impatto emotivo di ogni risposta-pro-
re dell’uomo”. posta occorre recuperare la fascinazione della nar-
Tuttavia ritengo che l’estetica tecnoliquida esprima in razione di sé, del proprio gruppo e del mondo, co-
pieno il declino della bellezza, trasformata in spetta- me modalità propria per la costruzione dell’identità;
colo e consumata secondo modalità tecnocannibali- - la necessità di recuperare il gusto del bello: la tec-
che, ridotta ad un’esperienza autoreferenziale e orna- nologia manifesta tutto e utilizza la percezione in
mentale. modo esaustivo, il bello rimanda sempre a qualco-
In realtà esperire il bello richiede risorse: risorse emo- s’altro e utilizza la percezione in modo simbolico e
tive, cognitive, simboliche e persino spirituali. metaforico;
E allora quale bellezza salverà il mondo? A quale bel- - la necessità, questa sì assoluta ed irrinunciabile,
lezza dobbiamo educare i nativi digitali? di accogliere l’altro nell’ambito di relazioni inter-
Come sostiene Claudia Caneva, ciò che è importante personali sane e risananti, riscoprendo la poten-
recuperare, dinanzi al mutismo spettrale delle forme zialità terapeutica della relazione umana.
artistiche tecnoliquide, è la dimensione etica e al tem- Su questi tre punti a mio parere vanno ricostruiti mon-
po stesso enigmatica della bellezza, sia di quella natu- di, anche telematici, oltre che reali, che declinino que-
rale che di quella artistica. Le grottesche forme del ste necessità nei luoghi, nel tempo e nell’organizza-
kitsch, del camp e dell’horribilis possono essere supe- zione sociale.
rate dalla bellezza considerata come uno dei trascen-
dentali in cui l’essere si esprime. Il compito della pro-
posta spetta ad adulti coraggiosi, che siano in grado di Bibliografia
recuperare l’immenso patrimonio di bellezza che il
creato e l’arte hanno prodotto nei secoli. Ma soprattut- Bauman Z. Il buio del postmoderno, Aliberti Editore, 2011.
to occorre ritrovare il coraggio di proporre alle genera- Caneva C. Bellezza e persona, Armando Editore, 2008.
Cantelmi T. Tecnoliquidità, San Paolo Edizioni, 2013.
zioni digitali la “ricerca” della bellezza e di svelarne il
Cantelmi T et al. Avatar, Edizioni Mag, 2010.
tesoro simbolico, oltre che percettivo, in essa contenu- Cantelmi T et al. La mente in internet, Piccin Editore, 2000.
to. Se alla digital mind dei bambini e degli adolescenti Cantelmi T, Barchiesi R. Amori difficili, San Paolo Edizioni,
sarà concesso di “esperire” il bello, allora anche i nati- 2006.

Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14 13


2_Cantelmi_Modelli x la mente_1_13 27/08/13 11:20 Pagina 14

T. Cantelmi

Cantelmi T, Carpino V. Il tradimento on line, Franco Angeli Edi- Eco U. Storia della bellezza, Bompiani editore 2006.
MONOGRAFIA TECNOLIQUIDITÀ
tore, 2005. Grasso A. Essere continuamente connessi, nuova malattia del no-
Cantelmi T, Giardina Grifo L. La mente virtuale, San Paolo Edi- stro tempo, Corriere della Sera del 05/01/2012.
zioni, 2003. Lorizio G. prefazione Bellezza e Persona, di C. Caneva, Arman-
Cantelmi T, Orlando F. Narciso siamo noi, San Paolo Edizioni, 2005. do Editore 2008.
Cantelmi T, Orlando F. Psicologia del trading on line, Centro Scien- Morozov E. Pedinati da Facebook, Corriere della Sera -Lettura,
tifico Editore, 2002. 02/11/2011
Cantelmi T, Putti S, Talli M. @Psychotherapy, EUR, Roma 2001. Parsi MR, Cantelmi T. L’immaginario prigioniero, Mondadori,
Cantelmi T, Talli M, D’Andrea A, Del Miglio C. La mente in Inter- 2009.
net, Piccin Editore, Padova 2000. Rodotà ML. Più amici grazie a Facebook? Quelli veri sono solo
Cantelmi T, Toro MB. Avatar, Magi Edizioni, 2010. due, Corriere.it, 2011.
Caretti V. Psicodinamica della Trance Dissociativa da videoter- Young KS. Caught in the Net, John Wiley & Sons, New York, 1998,
minale, in Cantelmi T. et al. La mente in Internet, Piccin Edi- edizione italiana: Presi nella Rete, a cura di T. Cantelmi, Cal-
tore, Padova, 2000. derini Edizioni, 2000.

14 Modelli per la mente 2013; V (1-3): 7-14

Vous aimerez peut-être aussi