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An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA

AnV Tard, 10, 2002,


E VII SECOLO p.
D.C. 233 à 233
248

L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO”


A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. *

ANNA LEONE

Intra-mural burials at Carthage (5th-7th cent.)

Studies on intra-mural burials have been developed in the last ten years, focussing especially on
Italy. The aim of this paper is to analyse the phenomenon in North Africa, particularly in Carthage,
the capital of Africa Proconsularis during the Vandal and the Byzantine period. Study in this province
has two main limitations: the first is that urban burials are already common at the end of the 4th
century (earlier than in other parts of the Roman Empire) and the “urban” sectors are often difficult
to define clearly; the second is due to the reliability of data, as much archaeological evidence was
destroyed by excavations in the 19th-beginning of the 20th century. In spite of this Carthage is peculiar,
because a large amount of information is available (even if not always securely dated). In considering
the difficulty in defining the concept of “urban” especially in Late Antiquity, the analysis focuses more
on what can be said to be “urban space”. Data are presented following a topographical order from
north to south, after a short summary of the archaeological evidence from sites along the city wall.
Analysis of burials seems to show that in the Vandal period the very few recorded tombs (always
simple pits) were randomly located in completely abandoned sectors of the city. Later, in the early
Byzantine period it seems possible to suggest a phase of re-organisation, with burials located all
around churches, both inside and outside the city wall. Starting from the end of the 6th and the 7th
century AD the situation seems to change and a larger number of burials in small groups are recorded,
usually located in strict connection with the living and production areas. In the same period well
organised cemeteries inside the city wall have also been excavated; as seen in the cemetery of the
circus. The typology of well constructed graves (all stone cists) and in the case of the circus, the
absence of reuse of decorated stone or marble fragments, seem to suggest the presence of a systematic
and organised reuse of building material in that area. Finally it has to be pointed out that we have very
few examples (and not surely dated) of graves belonging to the Early Arab period; which seems peculiar
as we know that the city certainly survived and was inhabited after the Arab conquest. This anomaly is
probably due to lack of knowledge, complicated possibly by similarity between late Byzantine and
Islamic graves and maybe also by the waste of data resulting from old excavations. [Author]

*
Sono particolarmente grata al Professor Noël Duval per i suoi tiennes = N. Duval, Les nécropoles chrétiennes d’Afrique du Nord,
consigli e per avere seguito con interesse e stimolato questa mia in L’Afrique du Nord antique et médiévale. 2, Monuments funé-
ricerca. Ringraziamenti vanno a L. Spera per le proficue discussioni raires, institutions autochtones : actes du VIe Colloque Interna-
e i consigli bibliografici e a D. Palombi, L. Stirling, A. Nieddu per tional sur l’Histoire et l’Archéologie de l’Afrique du nord (Pau,
avere letto e commentato il testo nella sua fase di elaborazione. 1993), Paris, 1995, p. 187-206; Humphrey, Vandal and Byzan-
Sono grata anche a A. Ennabli, allora conservatore del sito di tine Carthage = J. H. Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage:
Cartagine, per il suo aiuto durante il periodo di lavoro svolto a some new archaeological evidence, in New light on Ancient Car-
Cartagine. Gratitudine va infine a M. Brizzi e A. D’Andrea per thage, J. Griffith Pedley (ed.), Ann Arbor, 1980, p. 85-120; Lantier,
avere collaborato alla elaborazione della pianta Autocad. Eventuali Notes de topographie carthaginoise = R. Lantier, Notes de topo-
errori ed omissioni sono responsabilità esclusiva di chi scrive. graphie carthaginoise : cimetières romains et chrétiens de Car-
Abbreviazioni: Duval, Études d’architecture chrétienne = thage, in CRAI, 1922, p. 22-28; Stevens, Sépultures tardives =
N. Duval, Études d’architecture chrétienne nord-africaine, in S. T. Stevens, Sépultures tardives intra muros à Carthage, in L’Afri-
MEFRA, 82 (2), 1972, p. 1071-1172; Duval, Nécropoles chré- que du Nord antique et médiévale. 2, op. cit., p. 207-217.
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I. INTRODUZIONE il fenomeno registrato nelle città post-classiche africane, non


va sopravvalutato, tenendo in considerazione che fino al VII
Questo lavoro si inserisce nell’ambito della crescente secolo continuarono anche le sepolture nelle necropoli
attenzione rivolta al fenomeno delle sepolture urbane nelle disposte intorno alle chiese extra muros. Questo fattore
città post-classiche, che negli ultimi anni si è sviluppata implica anche che per una comprensione completa del
principalmente in Italia1. L’intento qui è di tentare un fenomeno è necessaria poi una lettura correlata con la
approccio analogo in Nord Africa e di analizzare in dettaglio sopravvivenza delle “necropoli tradizionali”, poste, cioè,
Cartagine, capitale dell’Africa Proconsularis, tra il V e il nelle aree di lunga e reiterata funzione sepolcrale3.
VII secolo d.C., pur nella consapevolezza che, soprattutto In secondo luogo è importante ricordare che tracce di
per la tardoantichità, non sono possibili generalizzazioni di tombe inserite in edifici abbandonati sono oggi ancora visibili
sorta, ma è necessario valutare i dati archeologici in molte delle rovine di città nord africane, ma spesso non è
contestualmente e singolarmente. Questa città però possibile risalire all’ambito cronologico preciso di
costituisce uno dei pochi casi per il Nord Africa per cui si riferimento. Molti dati, infatti, sono andati irrimediabilmente
possiede una discreta quantità di dati analizzabili, sebbene perduti negli scavi realizzati nell’800 e nei primi anni del
talvolta di difficile definizione cronologica ‘900, finalizzati principalmente alla ricerca di evidenze ro-
Prima di iniziare l’analisi dettagliata delle evidenze, re- mane o puniche. La situazione è resa ancora più complessa
lative principalmente alle tombe nello spazio urbano di dal fatto che le sepolture, siano esse Vandale, Bizantine o
Cartagine tra V e VII secolo d.C., è necessario mettere in Arabe4, per lo più prive di corredo e con caratteristiche si-
risalto alcuni aspetti limitanti, estendibili generalmente a tutto mili, non sono in genere tra di loro chiaramente identificabili.
il Nord Africa, che non devono essere tralasciati nella Tuttavia Cartagine, sebbene disponga di una cospicua
valutazione. quantità di dati di difficile interpretazione, nel caso degli
In primo luogo infatti, come da tempo evidenziato dal scavi dell’800 e dei primi ‘900, fornisce una discreta serie
Duval, le città nordafricane presentano dei caratteri peculiari di informazioni più affidabili (anche se purtroppo non
dal punto di vista della tradizione funeraria. In esse il sempre) dalle indagini realizzate nell’ambito del progetto
fenomeno delle sepolture entro spazi urbani, anche se sempre UNESCO per la salvaguardia del sito realizzato tra gli anni
in connessione con edifici religiosi, si registra assai ’70 e ’905, permettendo così di evidenziare (anche se spesso
precocemente, talvolta a partire già dal IV secolo, in via del tutto ipotetica) particolari tendenze o caratteri.
sicuramente dal V secolo d.C.2 Inoltre è spesso difficile
circoscrivere in maniera definitiva l’area da considerarsi II. CARTAGINE CLASSICA E TARDOANTICA:
“urbana”, come per esempio nel caso cartaginese. Pertanto L’ ORGANIZZAZIONE URBANA

L’estensione intra muros di Cartagine non è ancora


1. Si veda soprattutto per l’Italia in generale i contributi in Sepolture completamente nota. L’organizzazione urbana è prima stata
tra IV e VIII secolo. 7° seminario sul tardo antico e l’alto oggetto di studi teorici principalmente da parte di Charles
medioevo in Italia Centro Settentrionale, G. P. Brogiolo, Saumagne, le cui ipotesi sono state in seguito verificate sul
G. Cantino Wataghin (a cura di), Mantova, 1998; per Roma in terreno nell’ambito soprattutto del progetto UNESCO.
particolare si veda R. Meneghini, R. Santangeli Valenzani, Secondo la ricostruzione teorica6, la città di circa 300 ha,
Sepolture intramuranee e paesaggio a Roma tra IV e VII secolo
rifondata in età augustea dopo la sua distruzione, era
d.C., in La storia economica di Roma nell’Alto Medioevo alla
luce dei recenti scavi archeologici, L. Paroli and P. Delogu (a
cura di), Firenze, 1993, p. 89-111; R. Meneghini, R. Santangeli 3. Proprio nel caso di Cartagine, per esempio, un’intensa fase
Valenzani, Corredi Funerari, produzioni e paesaggio sociale a sepolcrale è stata registrata soprattutto a partire dalla fine del VI
Roma tra VI e VII secolo, in RAC, 70, 1994, p. 321-337; secolo d.C. nella chiesa cimiteriale di Bir el Knissia, posta in
R. Meneghini, R. Santangeli Valenzani, Intra-mural Burials at area extra muros a sud della città. Si veda a questo proposito Bir
Rome between the fifth and seventh centuries AD., in Burial, el Knissia at Carthage: a rediscovered cemetery Church, Report
Society and Context in the Roman World, J. Pearce, M. Millett, n.1, S. T. Stevens (ed.), Ann Arbor, 1993 (JRS. Supplementary
M. Struck (ed.), Oxford, 2000, p. 263-269. series, 7).
2. Si veda a questo proposito N. Duval, Nécropoles chrétiennes, 4. Sul problema di distinguere le tombe tardoantiche da quelle
p. 187-206. Qui in particolare (p. 201-202) si fa riferimento ad arabe si veda in generale N. Duval, Nécropoles chrétiennes,
alcuni elementi fondamentali relativi al Nord Africa e connessi p. 188.
principalmente con il problema di definire in maniera 5. Il sito è iscritto come patrimonio mondiale dell’umanità dell’
inequivocabile gli spazi urbani; il fenomeno infatti è qui UNESCO dal 1979 e ha visto susseguirsi diverse équipes
complicato dalla presenza di tombe dentro le città in fasi precoci internazionali. Una breve sintesi di tutti i risultati ottenuti con le
rispetto ad altre parti dell’Impero. Secondariamente la valenza ricerche archeologiche in questi anni è stata pubblicata in Pour
dei dati non può essere considerata omogenea. Nel caso delle sauver Carthage, A. Ennabli (éd.), Tunis, 1992.
iscrizioni spesso non si hanno certezze circa il loro rinvenimento, 6. Si veda Ch. Saumagne, Colonia Iulia Karthago, in BCTH, 1924,
dunque vanno valutate criticamente. p. 131-139.
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Fig. 1 – Pianta del tracciato teorico di
Saumagne (Ch. Saumagne, 1
Colonia Iulia Karthago, in BCTH, 1924)

costituita da quattro ampie centurie regolari di 20 x 24 actus stradali furono realizzati soltanto a partire dal II secolo d.C.10
(denominate A, B, C, D), suddivise dal cardo e il decumanus La centuria A, poi, scavata dall’équipe italiana, a Teurf el
maximi e organizzate in insulae rettangolari7. I due settori Sour (al limite nord ovest dell’abitato) non fu mai
della città disposti lungo il mare (B e D) avevano dimensione completamente inclusa nell’abitato, ma una parte rimase
irregolare seguendo l’andamento costiero (fig. 1). Le connessa con la centuriazione rurale precedente (fig. 5
indagini, soprattutto recenti, hanno evidenziato che n°1a)11.
l’impianto regolare della città, seppure verosimilmente A questo complesso panorama va aggiunta la presenza
tracciato nella sua totalità al momento della fondazione, non del circuito murario che fu costruito soltanto in età
fu interamente urbanizzato nella stessa fase. Gli scavi nei tardoantica, intorno al 425 d.C., probabilmente come
settori nord est e sud ovest (centurie B e D) hanno mostrato protezione alla minaccia vandala. Il percorso della cinta
che essi furono edificati e abitati soltanto in un’epoca più (fig. 2) non è completamente noto e le principali lacune circa
tarda, almeno nel II secolo, come evidenziato negli scavi il suo andamento si registrano nella parte settentrionale della
canadesi (fig. 5 n°1b)8 o non furono mai inclusi nell’impianto
urbano come a sud ovest nell’area di Salambo (fig. 5 n°26)9.
Inoltre in entrambe le zone, le canalizzazioni e i tessuti 10. Per una sintesi sul problema in diverse parti della città si veda
ibid., p. 28-29.
11. Lo scavo dell’équipe italiana è stato caratterizzato da una serie
7. Per una sintesi relativamente alla vastità e alle misure dell’assetto di sondaggi. In un settore di scavo è stato possibile evidenziare i
urbano della città augustea si veda G. Ch. Picard, La Civilisation limiti della centuria inclusi nella città. Si sono individuate infatti
de l’Afrique Romaine, 2e éd., Paris, 1990, in particolare p. 158. delle strutture orientate secondo l’andamento della centuria ru-
8. L. Neuru, Le secteur nord-est de la ville, in Pour sauver Car- rale. Si veda in proposito A. Carandini [et al.], Rapporto
thage, op. cit. (n. 5), p. 135-142, in particolare p. 139-140. preliminare delle campagne 1973-1977, in Quaderni di
9. Si veda a questo proposito Excavations at Carthage: the Bri- Archeologia della Libia, 13, 1983, p. 9-61, p. 14-15 per una
tish Mission. 1, 1, in particolare p. 14. sintesi.
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Fig. 2 – Pianta del tracciato murario


(Excavations at Carthage: 2
the British Mission. 1, 1)

città, soprattutto in prossimità della costa e nella zona ovest12.


3
Qui recenti sondaggi a Bir Darouts hanno evidenziato un
tratto del muro parzialmente spoliato. Altri segmenti sono
stati individuati in sezioni esposte nella zona tra le cisterne
de La Malga e l’anfiteatro, facendo proporre la ricostruzione
di un diverso percorso nella zona compresa in questo tratto
(fig. 3)13. A nord, invece, l’area di Sayda fu probabilmente
urbanizzata solo in una fase successiva, e inclusa poi nel
circuito murario14. Nello stesso settore, invece, un intero

12. Per un’analisi del percorso murario si veda L. Poinssot,


R. Lantier, Notes de topographie cartaginoise : une enceinte de
Carthage, in CRAI, 1923, p. 306-311 e, più di recente, Excava-
tions at Carthage: the British Mission. 1, 1, p. 30-36.
13. In questo settore della città sono state scavate cinque trincee
lungo un pendio esteso da nord a sud. Si veda G. J. Evans,
Fouilles: New Evidence for the Line of the Roman City Wall, in
CEDAC, 19, 1999, p. 27-32, in particolare p. 27.
14. Sulla difficoltà nell’individuare l’andamento del tessuto murario
in questa zona N. Duval, L’état actuel des recherches archéolo-
giques sur Carthage chrétienne (Études d’archéologie chrétienne
nord-africaine, 25), in AnTard, 5, 1997, p. 309-350, appendice
2, p. 349. Sull’estensione del tracciato urbano a nord di Bordj
Djedid si veda Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1099
e N. Duval, A. Lézine, Nécropole chrétienne et baptistère sou- Fig. 3 – Nuovo percorso tracciato murario
terrain à Carthage, in CA, 10, 1959, p. 71-147. (Evans, Fouilles: New Evidence)
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Fig. 4 – Pianta delle necropoli cristiane (intra-extra muros) di Cartagine (Lantier, Notes de topographie cartaginoise)

quartiere fu tagliato dalla costruzione del muro, suggerendo principalmente al concetto di spazio urbano, inteso come
quindi che la cinta edificata agli inizi del V secolo non fu caratterizzato dalla presenza di quartieri residenziali e
realizzata con l’intento esclusivo di proteggere tutta la zona produttivi e di strutture pubbliche, che tradizionalmente
fino a quel momento urbanizzata15. Questo elemento, insieme qualificano le aree “urbane”17.
con il destino dei quartieri disposti lungo le mura della città
che tra V e VII secolo furono occupati con fine residenziale, III. NUCLEI SEPOLCRALI E TOMBE ISOLATE
invasi da tombe o rioccupati con diverse finalità, sembra ALL’INTERNO DELLA CITTÀ TRA V E VII SECOLO:
fornire un’indicazione circa l’ambiguità del valore della LE EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
definizione di “intra muros” almeno nel caso cartaginese16.
Per questa ragione con questa accezione si fa qui riferimento Le tombe intramuranee a Cartagine sono già state oggetto
di alcuni studi. Un primo fu realizzato negli anni ’20 dal
15. Per alcune considerazioni su questo aspetto si veda Humphrey,
Vandal and Byzantine Carthage, in particolare p. 103-106. 17. Per il problema della diversa percezione della civitas christiana
16. Per un’analisi generale si veda S. T. Stevens, Transitional rispetto a quella pagana e al diverso rapporto con la cinta muraria
Neighborhoods and Suburban Frontiers in Late- and Post-Ro- si veda G. Cantino Wataghin, Urbs e civitas nella tardo antichità:
man Carthage, in Shifting Frontiers in Late Antiquity, linee di ricerca, in Materiali per una topografia urbana: status
R. W. Mathisen, H. S. Sivan (ed.), Aldershot, 1996, p. 187-200. quaestionis e nuove acquisizioni: V Convegno sull’archeologia
Si vedano anche le considerazioni in N. Duval, cit. (n. 14), ap- tardoromana e medievale in Sardegna (Cagliari-Cuglieri 24-26
pendice 2, p. 348-350. giugno 1988), P. G. Spanu (a cura di), Oristano, 1995, p. 201-239.
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Fig. 5 – Pianta con localizzazione delle sepolture intra-muros (Elaborazione Autocad dell’autore).
Per il tracciato murario e l’organizzazione urbana, la pianta è stata rielaborata, presentando entrambe le teorie,
sulla base di Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1 e Evans, Fouilles: New Evidence.
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Lantier18, che compose una carta ancora fondamentale per A sud ovest, nella zona prossima ai porti, nel settore della
esempio per la localizzazione di sepolture nella zona di Borj città denominato Salambo, due fosse terragne vandale furono
Jedid, oggi non più visibile (fig. 4). Il Duval ha analizzato poste esternamente alla cinta, mentre nel VII secolo delle
approfonditamente il caso cartaginese in svariati lavori sepolture a cassa di pietra nel terreno e in anfora, prive di
relativi soprattutto all’architettura cristiana nord africana, corredo, furono scavate direttamente dentro le mura nelle
ma anche alle necropoli e alle sepolture privilegiate19. Infine strutture abitative e produttive in uso (fig. 5 n°26)24. Anche
la Stevens ha realizzato una prima raccolta delle tombe intra a nord est (fig. 5 n°1b), negli scavi canadesi, sono state
muros, che il mio studio ha inteso integrare e meglio precisare individuate tombe bizantine (anche queste a cassa scavate
con una localizzazione puntuale delle singole evidenze nel terreno e databili verosimilmente al VII secolo d.C.) in
archeologiche, visualizzate su una pianta (fig. 5)20, pur nella relazione a quartieri residenziali che sopravvissero in uso
consapevolezza che si tratta di un lavoro non definitivo, ma fino al VII secolo, sebbene caratterizzati da suddivisioni e
destinato ad essere ampliato e modificato in futuro21. parcellizzazioni degli impianti abitativi25. Nello stesso settore
della città, più verso la costa, trovava spazio l’area di Sayda,
3.1 Aree periferiche caratterizzata dalla presenza di un battistero sotterraneo e
Per illustrare in maniera esaustiva il fenomeno delle da poche tombe molto ricche, come la cappella di Asterius26.
sepolture disposte in spazio urbano è necessario anticipare Una nuova area di sepolture, disposta sia internamente
brevemente l’evoluzione dei quartieri periferici disposti che esternamente alla cinta per cui non è stata proposta una
lungo la linea di confine del tracciato murario tardo-antico. cronologia, è stata recentemente rinvenuta nella zona di Bir
Osservando queste zone residenziali limitanee, si sono Darouts (Fig. 5 n°30), ad ovest dell’abitato27. In prossimità
registrate diverse fasi di occupazione con funzione funeraria. di quest’ultima, più a sud, nell’angolo sud ovest del circo è
A nord ovest dell’abitato, dopo la costruzione della cinta stata messa in luce una necropoli, anch’essa posta appena
difensiva, una necropoli, posta appena al di fuori delle mura, all’interno della cinta muraria. L’area, sebbene con alcune
fu in uso nella prima metà del VI secolo, mentre una tomba frequentazioni ad uso funerario anteriori, fu trasformata in
nell’insula ancora abitata sarebbe stata inserita nel VII secolo area cimiteriale principalmente nella prima metà del VII
d.C. e in un altro settore di sondaggi una necropoli invase secolo28. Le sepolture sono caratterizzate per lo più da casse
l’abitato dalla metà del VI secolo (fig. 5 n° 1a)22. In scavate nel terreno con pareti in pietra, coperte da lastre, tre
particolare le tombe rinvenute nello scavo sono state indicate tombe soltanto sono in anfora e due sono realizzate con pareti
come a cassa di pietra scavate nel terreno, prive di corredo23.
24. Si veda Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1,
per le tombe vandale p. 19 per quelle di VII secolo p. 25. Si veda
18. Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 22-28.
anche Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, in particolare
19. Per l’architettura nord africana, con analisi dettagliata di
p. 100-104.
Cartagine Duval, Études d’architecture chrétienne; per le
25. Per la sopravvivenza del quartiere residenziale fino al VII secolo
sepolture privilegiate N. Duval, L’inhumation privilegiée en Tu-
si veda Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 103-106.
nisie et en Tripolitaine, in L’inhumation privilegiée du IVe au
Queste tombe sono citate anche in Stevens, Sépultures tardives,
VIIIe siècle en Occident : actes du colloque tenu à Creteil les 16-
p. 213, n. 36. Tombe in questo settore, ma esterne alle mura sono
18 mars 1984, Paris, 1986, p. 25-34; per le necropoli Duval,
state anche rinvenute in un altro scavo canadese. Qui undici
Nécropoles chrétiennes.
sepolture sarebbero state inserite in un edificio termale
20. La pianta qui presentata (fig. 5) è stata rielaborata in Autocad
utilizzando come basi di riferimento principalmente la pianta del abbandonato tra VI e VII secolo, si veda Stevens, Sépultures
Lantier, Notes de topographie carthaginoise, e la pianta con tardives, p. 213 n. 37. Per un’analisi dettagliata M. B. Garrison,
relativa anche alle necropoli o tombe cristiane di Cartagine P. Foss, C. M. Wells, A Newly Discovered Criptoportycus and a
pubblicate in L. Ennabli, Carthage, 1997, fig. 1. Bath at Carthage, in JRA, 6, 1993, p. 251-260. Si veda anche
21. Stevens, Sépultures tardives. L’apparato grafico di supporto M. B. Garrison, University of Michigan Excavation at Carthage.
presentato in questo testo segnala le diverse aree con presenza di Report of the 1987 and 1988 seasons, in CEDAC, 10, 1993,
tombe registrate all’interno della città. Non vengono però indicate p. 15-19.
in maniera precisa le localizzazioni delle sepolture. 26. N. Duval, A. Lézine, Nécropole chrétienne et baptistère sou-
22. Lo scavo realizzato in più punti ha evidenziato diverse terrain à Carthage, cit. (n. 14).
situazioni: cf. A. Carandini [et al.], cit. (n. 11). Nell’area III nella 27. Si veda G. J. Evans, Fouilles, cit. (n. 13). Le tombe non sono
prima metà del VI secolo fu posta una necropoli appena al di descritte precisamente, due sono dette two simple graves (p. 28);
fuori del tracciato murario (p. 15). Nello stesso settore tra 550- anche per le altre tre sembra si tratti di semplici fosse terragne.
600 d.C. si registra l’abbandono della rete viaria urbana e La presenza di tombe in questo settore sarebbe suggerita dal
l’inserimento della necropoli dentro la cinta muraria. rinvenimento a Damous Darouts di alcune iscrizioni (pagane)
Contemporaneamente il cimitero extra-urbano venne rinvenute da Delattre (p. 28, n. 19) e citate in A. Delattre, Ins-
abbandonato. Nell’area IV (p. 15) nel VII secolo fu inserita una criptions de Carthage (épigraphie païenne), in Recueil Cons-
necropoli nell’insula forse abbandonata. tantine, 1893, p. 175.
23. Si veda a questo proposito A. Carandini [et al.], cit. (n. 11), 28. The Circus and the Byzantine Cemetery at Carthage,
p. 33. J. H. Humphrey (ed.), Ann Arbor, 1988, p. 327.
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in crudo29; infine tre sono in sarcofago di pietra30. I blocchi (fig. 5 n°10)34. Si tratta di sepolture realizzate a cassa con
utilizzati nella costruzione delle fosse sono di riutilizzo, pareti in pietra scavate nel terreno. Queste tombe sono
prelevati da strutture precedenti, ma sono usati però quasi tipologicamente analoghe a quelle rinvenute a Teurf el Sour
esclusivamente blocchi lisci; in un solo caso infatti viene negli scavi italiani sopra citate, datate tra la fine del VI e il
messo in opera un frammento architettonico decorativo VII secolo. In passato esse erano state considerate tutte
relativo ad una cornice31. contemporanee e riferite ad una possibile vasta area
Spostando l’attenzione nella zona intra muros vera e sepolcrale in uso appunto tra VI e VII secolo e disposta nel
propria si identificano diversi settori trasformati a partire settore nord ovest dell’abitato.
dall’età tardo-antica in aree di sepolture. Nell’illustrare i dati Prossimi a quest’area dell’edificio circolare, in effetti si
relativi alla presenza di queste tombe si procederà trovano due complessi per lo spettacolo di età classica, il
progressivamente dal nord al sud dell’abitato, seguendo, teatro e l’odeon, riutilizzati insieme con il portico di
quando i dati lo permettono, anche un ordine cronologico. collegamento tra le due strutture, con funzione funeraria
Si indicheranno inoltre anche gli edifici religiosi individuati (fig. 5 n°4-5 e zona retinata). Per quanto riguarda le sepolture
nei diversi settori dell’abitato. Si ritiene infatti che l’analisi rinvenute nell’odeon non si hanno indicazioni precise circa
delle sepolture in spazi urbani non possa essere avulsa dal la cronologia ed è difficile ricostruire l’evoluzione. Tuttavia,
contesto di riferimento. Giacché, infatti, il rapporto tombe dal momento che l’area sarebbe stata utilizzata
ed edifici di culto è una dicotomia importante nella successivamente come scarico dagli abitanti delle zone
valutazione degli elementi a disposizione, si è reso necessario limitrofe e nel VII secolo sarebbe stata intensamente abitata35,
fare riferimento alla presenza di queste strutture, seppure sembrerebbe ipotizzabile che le tombe siano state inserite
brevemente e non analizzando in dettaglio le problematiche nel settore subito dopo la distruzione del complesso,
(di identificazione, datazione e tipologiche) relativa ai singoli successivamente alla conquista vandala; sebbene vada te-
edifici. nuto presente che i dati non permettono di comprovare
sicuramente alcuna ipotesi. Pare ancora più difficile poi
3.2. La zona del teatro e dell’odeon inquadrare cronologicamente le sepolture nel criptoportico
Nella parte settentrionale, in un’area ancora prossima al di collegamento, tra i due edifici per lo spettacolo. Succes-
circuito murario, è stato scavato un edificio circolare, forse sive, invece, e relative probabilmente all’età bizantina sono
religioso, che dal Senay è stato identificato con una memoria le sepolture inserite nella scaena e nell’orchestra del teatro
di tipo orientale e a cui sarebbe stata in seguito annessa una (fig. 5 n°5) e che si svilupparono probabilmente intorno ad
basilica; ma entrambe le ipotesi sono ancora oggetto di un complesso religioso, un oratorium (rinvenuto anch’esso
discussione32. Recentemente, infatti è stato proposto che il in connessione con tombe su uno dei lati del complesso)36.
secondo edificio sia da riferirsi all’VIII secolo, e che si tratti Questo edificio viene descritto come posto sui gradini del
verosimilmente di un edificio di età araba, forse sorto al di primo moenianum del teatro, decorato con mosaici
sopra di una domus bizantina. Le tombe inserite nell’edificio raffiguranti pesci e con una volta realizzata in pasta vitrea37.
dopo l’abbandono, e datate precedentemente tra la fine del
VI e il VII secolo33 sarebbero ora relative al periodo islamico nes, 9), le tombe sarebbero in relazione con le fasi di abbandono
dell’edificio (p. 82); P. Senay [et al.], Carthage. 4, Rapport pré-
liminaire des fouilles 1979, Montréal, 1980 (= Cahiers des étu-
29. Ibid., p. 330 s. des anciennes, 12), p. 219.
30. Ibid., p. 333. 34. Si veda B. Caron, C. Lavoie, in questo volume. Le tombe sono
31. E’ stato individuato anche un blocco con un incasso, ridatate sulla base del fatto che essendo ora l’edificio riferito
sicuramente di riutilizzo. Tutti gli altri frammenti usati nella all’VIII secolo, ed essendo le tombe posteriori al suo abbandono,
realizzazione delle tombe sono blocchi lisci (Ibid., p. 330). la datazione viene ora ad abbassarsi all’età araba. Nella stessa
32. Per l’identificazione dell’edificio circolare con una memoria zona dell’odeon sarebbero state rinvenute in vecchi scavi tombe
orientale si veda in generale P. Senay, Le monument circulaire, indicate come islamiche. L’identificazione non è tuttavia certa.
in Pour sauver Carthage, op. cit. (n. 5), p. 105-113. Per la Si veda G. Vitelli, Islamic Carthage: the archaeological,
discussione circa la funzionalità dell’edificio annesso si veda historical and ceramic evidence, Carthage, 1981, p. 6.
B. Caron, C. Lavoie, Les recherches canadiennes dans le quar- 35. S. Ellis, Carthage in the 7th century: an expanding popula-
tier de la « rotonde de l’Odéon » à Carthage : un ensemble pa- tion?, in Cahiers des études anciennes, 17, 1980, p. 31-42 su
léochrétien des IVe-Ve siècles ou une phase islamique d’occupa- questo aspetto si veda in particolare p. 34.
tion et de construction du VIIIe siècle ?, in questo volume. 36. In Stevens, Sépultures tardives, p. 212 si propone come
33. Si veda P. Senay [et al.], Carthage. 1, Rapport préliminaire cronologia al VI-VII secolo e forse più tardi.
des fouilles 1976, Montréal, 1976 (= Cahiers des études ancien- 37. Si veda a questo proposito in generale G. Ch. Picard,
nes, 6), p. 22-85, in particolare si tratta di quattro tombe a cassa M. Baillon, Le théâtre romain de Carthage, in Ve Colloque Afri-
in pietra scavate nel terreno ricoperte con materiale di reimpiego que du Nord, Avignon, 1990, p. 11-27. Per una descrizione di
(p. 32-33); P. Senay [et al.], Carthage. 2, Rapport préliminaire questo complesso forse religioso si veda anche Gauckler, Nou-
des fouilles 1978, Montréal, 1978 (= Cahiers des études ancien- velles archives de missions, 15, 1907, p. 457.
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 241
In questo caso specifico inoltre, aldilà della relazione con 3.3. Borj Jedid e Ard es Smachi
l’edificio di culto, non si può neppure escludere (soprattutto
In connessione con questo settore e con quello di Dermech
in considerazione dei dati di scavo molto sommari a
potrebbero essere anche le zone di Ard es Smachi (fig. 5
disposizione) che la presenza dell’area di sepolture potesse
n°6a) e Borj Jedid (fig. 5 n°6b). In entrambi i casi si tratta di
risultare anche da una eventuale fortificazione del teatro e
ricche aree residenziali di età classica, in cui sono state
successiva occupazione, fenomeno assai frequente in epoca
rinvenute sepolture tutte riferite all’età bizantina, disposte
bizantina38.
dentro strutture abitative, come ad esempio ad est del cardo
Spostandosi verso la costa si trova un nuovo nucleo
XIV est43 e in prossimità del forte di Borj Jedid44. Inoltre
sepolcrale, datato al VII secolo, posto tra i cardines IX e X
una tomba di bambino realizzata in lastre di terracotta
est e i decumani V e VI nord all’interno di una ricca domus
decorate e datata all’età bizantina, è stata segnalata nel settore
forse abbandonata in questa fase (fig. 5 n°9)39. Nell’isolato
di Ard es Smachi all’interno di una casa45. In tutti i casi non
successivo verso la costa, tra i cardines X e XI est i decumani
viene specificato se le strutture abitative in cui vengono
IV e V nord, in prossimità della Maison de Tellus, fu distrutto
inserite le tombe fossero ancora in funzione con uso
sul finire degli anni ’50 un edificio probabilmente con
residenziale, oppure se fossero in quel momento in completo
funzione religiosa, per cui è stato proposto anche che si
stato di abbandono. Questo elemento ovviamente non per-
trattasse di un monastero, sebbene i dati archeologici non
mette di proporre ipotesi circa l’evoluzione di questo settore
paiano essere sufficienti a supportare l’ipotesi (fig. 5 n°8)40.
dell’abitato nel VI e, più probabilmente, nel VII secolo,
All’interno del complesso sono state rinvenute delle
sebbene le evidenze archeologiche spingano a propendere
sepolture della prima metà del VII secolo. Un secondo
per la presenza di una vasta area con funzione cimiteriale.
edificio posto in prossimità di quest’ultimo, tra i cardines
XII e XIII est e i decumani IV e V nord (fig. 5 n°7), sarebbe 3.4. Area sepolcrale di Dermech-Douimès
stato identificato da Gauckler come il monastero di Santo
Stefano41. Il rinvenimento di tutte queste sepolture e la In prossimità del settore di Borj Jedid, poco a sud, dietro
vicinanza topografica suggeriscono forse una connessione alle monumentali terme di Antonino, infatti, si trova un’ampia
di questo settore con la vasta area di culto identificata nella area caratterizzata in età bizantina forse da tre o quattro chiese
vicina zona di Dermech e forse anche con la zona di Borj (fig. 5 n°12 e in particolare fig. 6). Due degli edifici religiosi
Jedid e Ard es Smachi42. sarebbero infatti stati distrutti per indagare la sottostante
necropoli punica46. La vasta area sepolcrale si sviluppava in
38. In generale per una raccolta di tutte le fortificazioni Nord connessione con la chiesa più antica di Dermech-Douimès I
Africane Pringle, Byzantine Africa. (datata tra la fine del IV secolo d.C. e gli inizi del V secolo
39. C. Balmelle, A. Ben Abed, A Bourgeois, H. Broise, J.-
P. Darmon, A. Rebourg, Recherches franco-tunisiennes sur la
colline de l’odéon à Carthage en 1991-1993, in VIe Colloque ques sur Carthage chrétienne (Études d’archéologie chrétienne
Afrique du Nord, Paris, 1995, p. 421-438, in particolare p. 437. Nord-Africaine. XXV), in AnTard, 5, 1997, p. 309-350 in
Nella domus sono state scavate 4 tombe anch’esse realizzate a particolare a p. 334.
cassa di pietra scavate nel terreno. La datazione non è fornita 43. Si veda a questo proposito Lantier, Notes de topographie car-
precisamente, si suggerisce genericamente forse il VII secolo. thaginoise, p. 27 n. 6, n°26. Si veda anche Stevens, Sepultures
Sembra che l’insula sia stata abbandonata definitivamente alla tardives, p. 210.
fine del VII secolo. Le tombe sono citate anche in Stevens, Sé- 44. Ancora in Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23,
pultures tardives, p. 213, n. 35. n°27. Si fa qui riferimento alla presenza di tombe in questo settore
40. Per l’ipotesi di identificazione con un possibile monastero si già in epoca precedente, tra il I e il II secolo d.C. Tombe cristiane
veda da ultimo L. Ennabli, La basilique de Carthagenna et le sono state segnalate nel sistema di canalizzazioni in relazione
locus des sept moines de Gafsa : nouveaux édifices chrétiens de alle cisterne note in quest’area (G. Vitelli, op. cit. (n. 34), p. 5).
Carthage, Paris, 2000 (Études d’Antiquités Africaines). Per E’ stata proposta l’esistenza di un edificio religioso in questa
un’analisi critica delle evidenze archeologiche ed una ri-lettura zona della città, si veda J. Vaultrin, Les basiliques chrétiennes à
interpretativa del monumento si veda la recensione di N. Duval, Carthage. Études d’archéologie et d’histoire 1930, in Revue
in AnTard, 8, 2000, p. 386-391, in particolare p. 390. Lo studioso Africaine, 73, 1932, p. 181-211, in particolare p. 209, n. 4: « Dans
propone che il complesso più che il Monastero di Bigua, data la cette même région il y avait un bassin carré d’origine chrétienne
incertezza dell’identificazione, dovrebbe essere indicato come dans les ruines d’un monument en forme d’hémicycle.» Delattre
“le monument à auges du quartier des villas” (p. 380). che scavò questa struttura la interpretò come un battistero. An-
41. Per l’identificazione con il Monastero di Santo Stefano che in Stevens, Sépulture tardives, p. 210.
M. Gauckler, Le quartier des Thermes d’Antonin et le couvent 45. J. Ferron, M. Pinard, Plaques de terre cuite préfabriquées
de Saint Etienne à Carthage, in BCTH, 1903, p. 410-420; Du- d’époque byzantine découvertes à Carthage, in Cahiers de Byrsa,
val, Études d’architecture chrétienne, p. 1096-1098. 2, 1951, p. 97, pl. 1. Citata anche in Stevens, Sépultures tardi-
42. L’ipotesi che tutto il settore sia da considerarsi una vasta area ves, p. 210.
sepolcrale in connessione con la Basilica di Dermech è stata già 46. Per una sintesi generale dell’area si veda Duval, Études d’ar-
avanzata in N. Duval, L’ état actuel des recherches archéologi- chitecture chrétienne, in particolare p. 1078-1098.
242 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002

mosaico del Dominus Julius (sul versante nord ovest della


collina, fig. 5 n°13)49 e nel lato sud est de la Maison de la
Chasse au Sanglier (fig. 5 n°11). In prossimità di
quest’ultima, in uno degli ambienti voltati che sostruivano
una terrazza su cui doveva sorgere forse un vasto edificio
termale pubblico, sembra sia stata posta in età bizantina una
cappella con funzione religiosa50. Anche in questo caso, le
tombe potrebbero essere in connessione con l’edificio di
culto. Otto sepolture, infine, per cui non viene proposta
alcuna datazione, sarebbero state rinvenute, nello stesso
settore della città, tra la strada moderna dell’aeroporto e la
stazione del TGM Hannibal (fig. 5 n°16)51. Purtroppo in
nessun caso si è in grado di specificare se le aree residenziali
continuarono ad avere una qualche funzione o se tutta la
zona fu abbandonata e riconvertita ad uso funerario in età
bizantina, o forse alla fine dell’età bizantina. Nulla inoltre è
noto circa la tipologia delle fosse sepolcrali.

3.6 La collina della Byrsa


Sulla collina della Byrsa, originario foro della città,
trovavano spazio, probabilmente alcuni edifici religiosi. E’
stato proposto che nella Basilica civile fosse stata inserita in
età bizantina una chiesa (fig. 5 n°17). La costruzione di una
cappella dedicata alla Theotokos sarebbe stata edificata per
volere di Giustiniano52, sebbene poi la localizzazione precisa
Fig. 6 – Area di Dermech
(Duval, Études d’architecture chrétienne) di questa struttura resti da definire. In passato infatti è stata
proposta l’identificazione con un ambiente trilobato
d.C.)47. L’area cimiteriale disposta intorno alla chiesa era rinvenuto all’interno del cosiddetto “palazzo vandalo”, ma
vastissima estendendosi sia sul lato est verso la costa, dove gli scavi in questo settore sono stati sommari e non
raggiungeva le latrine delle terme di Antonino, sia verso nord,
dove si connetteva forse con il settore di Borj Jedid e ad ovest
possibilmente con il settore dei cosiddetti monasteri. Una 49. Si veda Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 27,
peculiarità evidenziata da questo particolare contesto n. 2; anche in Stevens, Sépultures tardives, p. 213. Non viene
topografico, che distingue Cartagine da tutte le altre città nord fornita alcuna indicazione cronologica. Altre sepolture nello stesso
africane, è la completa assenza di tombe scavate all’interno settore sono segnalate in Lantier, sempre numerate con numero
20 (cfr. fig. 5 n° 15).
delle chiese urbane. Il vasto edificio religioso, infatti che
50. Si veda Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 27,
comprende anche un battistero, non presenta sepolture disposte n. 2. Si veda anche Stevens, Sépultures tardives, p. 213, n. 38.
nel piano pavimentale internamente al complesso di culto48. Per la descrizione dell’edificio si veda R. Lantier, Les grands
champs de fouilles de l’Afrique du Nord (1915-1930), in AA,
3.5. Settore della Collina di Giunone 1931, p. 462-575; in particolare p. 502 e anche R. Lantier, Dé-
couvertes archéologiques sur la colline dite de Junon à Car-
Un altro nucleo di tombe, riferite genericamente all’epoca
thage, in BCTH, 1921, p. 87-94, in particolare p. 92. Si specifica
bizantina, è stato individuato in diversi punti nell’area che nella struttura voltata a nord est vengono chiuse tre porte e
residenziale della collina di Giunone: vicino alla casa del vengono inserite due file di colonne. L’identificazione con un
edificio religioso è fatta sulla base del rinvenimento di iscrizioni
cristiane e sul ritrovamento di materiale ceramico con simboli
cristiani.
47. Per la datazione della prima fase della chiesa si veda A. Ben 51. Informazione in Stevens, Sépultures tardives, p. 213, n. 40.
Abed-Ben Khader, in Corpus des mosaïques de Tunisie. 4, Sempre sulla collina di Giunone durante dei sondaggi fatti per
Karthago, Carthage. 1, Tunis, 1999 in particolare p. 99. Il settore verificare la posizione del cardo III est viene segnalato il
sepolcrale è anche in Stevens, Sépultures tardives, p. 210. Per la rinvenimento di epigrafi cristiane, ma non è precisato se si tratti
difficoltà nel leggere l’estensione di questo settore sepolcrale si di tombe o di materiale di riutilizzo (cf. Ch. Saumagne, Notes de
veda Duval, Appendice 2, p. 348. topographie cartaginoise, in BCTH, 1930-1931, p. 654-659, in
48. La peculiarità è gia evidenziata in Duval, Nécropoles chré- particolare p. 654).
tiennes , p. 202. 52. Si veda a questo proposito Procopio, De Aedificiis, VI, 5.
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 243
permettono di confermare l’ipotesi53. Tra i resti archeologici fu rinvenuta nel cardo IX est (sondaggio in rue Saint Augus-
si registra un oratorio sotterraneo sul versante nord est della tin) (fig. 5 n°14)58. Lungo la costa infine, nel quartiere
collina54. Per quanto riguarda, invece, la presenza di tombe, produttivo cosiddetto di Magone, situato tra il decumano
non ci sono dati certi, sebbene un cospicuo numero di massimo e il decumano I nord e i cardines XVI, XVII, XVIII,
iscrizioni funerarie cristiane sia indicato come proveniente si ha notizia del rinvenimento generico di sepolture
dall’area della piazza presso la basilica civile. Si fa all’interno di strutture, sebbene non venga proposta una
riferimento infatti ad alcuni documenti epigrafici funerari definizione cronologica precisa. Esse infatti vengono
rinvenuti nelle c.d. absidi dei Beulé, forse in connessione genericamente riferite sia al VII secolo sia all’occupazione
con la vicina basilica. Tali evidenze potrebbero suggerire araba (fig. 5 n°32)59.
un’ipotetica presenza di un cimitero in questa zona della
città forse in età bizantina. (fig. 5 n°31)55. La difficoltà nella 3.8. Area a sud della Byrsa
valutazione di questi documenti deriva dal fatto che spesso Un altro nucleo di edifici religiosi si registra più a sud
le epigrafi, qualora anche l’indicazione della provenienza dove si trovava la cosiddetta basilica di Carthagenna (fig. 5
fosse esatta, possono essere state riutilizzate nella n°19), sicuramente con funzione religiosa e monumentale
decorazione di edifici e quindi in seconda giacitura rispetto nella sua fase bizantina. Probabilmente un secondo
alla loro funzione originale. Inoltre gli scavatori di quel settore complesso di culto era posto lì vicino, a Bir Messaouda (fig. 5
della città, Ferron e Pinard56, non fanno alcuna menzione del n°18), dove è stato rinvenuto un battistero, facendo supporre
rinvenimento di tombe. La presenza di chiese sulla collina anche l’esistenza di una seconda chiesa60. Inserita in uno
tuttavia potrebbe suggerire l’eventuale attestazione di un degli ambienti annessi della cosiddetta basilica di
settore cimiteriale anche in questa parte della città. Carthagenna è stata rinvenuta una tomba di età Vandala
inserita quando l’edificio era completamente abbandonato61.
3.7. Lato est della Byrsa
A proposito di questo rinvenimento è necessario specificare
Sul lato est della collina della Byrsa, lungo la costa, sono che la funzione religiosa di questo complesso nel IV secolo
state effettuate poche indagini e non si hanno molte
informazioni relative a ritrovamenti. Scavi di salvataggio
hanno portato alla luce una tomba di un adulto ed una di un 58. La datazione non è precisa. Si tratta di una tomba in pietra su
bambino in prossimità di un edificio bizantino colonnato cui è stata rinvenuta un’anfora di V secolo d.C. Questo dato
nel cardo XVII est (fig. 5 n°33)57. Un’altra sepoltura di adulto tuttavia non permette di escludere che la tomba possa riferirsi al
VI o al VII secolo (S. P. Ellis, Carthage Sewers Project, in
CEDAC, 9, 1988, p. 22-37 e Stevens, Sépultures tardives, p. 211).
53. Per una sintesi del problema relativo a questo complesso si 59. Si veda F. Rakob, Dossiers. Allemagne, in CEDAC, 2, 1979,
veda Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1122. p. 21-29 in particolare p. 29. Nel quartiere nel IV secolo fu inserita
Sicuramente questo edificio ha avuto una lunga frequentazione. una struttura absidata, verso il mare, che è stata messa in relazione
Secondo gli scavatori sarebbe stato edificato nel IV secolo, con la presenza di un collegio connesso con il culto imperiale.
ricostruito nel VI (con l’inserimento della cappella), ma una Le fondazioni di una seconda struttura absidata sarebbero inoltre
frequentazione araba sarebbe testimoniata dal rinvenimento di state rinvenute nello scavo di E 118, nello stesso settore della
un’alta percentuale di ceramica islamica (si veda a questo città. (F. Rakob, Die römischen Bauperioden, in Karthago. 1,
proposito J. Ferron, M. Pinard, Les fouilles de Byrsa 1953-1954, Die Deutschen Ausgrabungen in Karthago, F. Rakob (ed.),
in Cahiers de Byrsa, 5, 1955, p. 31-81 in particolare p. 32). Mainz, 1991, p. 242-251). Non si può escludere che il complesso
54. Si veda a questo proposito in generale Duval, Études d’archi- absidato abbia assunto forse in età bizantina una funzione
tecture chrétienne, p. 1122. Sempre sulla collina di Byrsa si ha religiosa.
notizia di un deposito paleocristiano posto all’interno di una cisterna 60. Per il battistero (con fonte esagonale posto direttamente al di
abbandonata agli inizi del V secolo d.C. (J. Deneauve, Un dépo- sopra di un piano pavimentale punico, tagliando tutti gli strati
toir paléochrétien sur la colline de Byrsa à Carthage, in AntAfr, romani) si veda da ultimo P. McCulloch, Trial excavation at the
8, 1974, p. 133-156). La vicinanza di quest’ultima con il cosiddetto “Bir Messaoud” site, Av. bourguiba, Carthage, Dermech, in
palazzo vandalo ha fatto ipotizzare che potesse essere in relazione CEDAC, 15, 1996, p. 13. L’esistenza della chiesa di età bizantina
con la cappella della Theotokos. La difficile identificazione di potrebbe essere confermata (sebbene per il momento ancora a
quest’ultima, nonché la parzialità dei dati disponibili non permette livello ipotetico) da recenti sondaggi che hanno messo in luce
di proporre o di confermare alcuna ipotesi. strutture bizantine piuttosto importanti per indicazioni si veda
55. Per le epigrafi rinvenute in questa zona si veda L. Ennabli, Les R. Miles, Rescue Excavations of Ancient Structures between
inscriptions funéraires chrétiennes de Carthage. 3, Carthage Cardines IX and X at the “Bir Messaouda” site, Av. Bourguiba,
intra et extra muros, Rome, École française de Rome, 1991 Carthage-Dermech, in CEDAC, 19, 1999, p. 41-44 in particolare
(CÉFR, 151), in particolare iscrizioni nn. 196-208, dalla zona p. 44.
delle absidi di Beulé, e sulla collina nn. 209-217. Si veda anche 61. Si tratterebbe di una tomba ricoperta di calce, forse posta in un
Stevens, Sépultures tardives, p. 213. cortile aperto. Si veda Stevens, Sépultures tardives, p. 211, n. 20.
56. cfr. supra n. 53. Per la tomba si veda anche J. H. Humphrey, Vandal and Byzan-
57. Stevens, Sépultures tardives, p. 211. tine Carthage, p. 115 si tratterebbe della tomba di un bambino.
244 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002

è discussa; la trasformazione in basilica infatti risalirebbe presso il porto rettangolare (fig. 5 n°24)68 che si estendevano
all’età bizantina62. Infine nella stessa area, in rue Ibn Chabaat, anche nel tophet (fig. 5 n°25)69 e a sud del decumanus VI
nel Cardo XIII, è stato identificato un edificio circolare la sud (fig. 5 n°29) 70.
cui funzione religiosa, come nel caso del complesso posto I dati relativi a questo settore intra muros sembrano
presso il teatro, è dubbia63. evidenziare che le tombe di V secolo vennero scavate in un
settore della città completamente abbandonato, quelle più
3.9. Area dei porti tarde invece furono inserite in connessione con strutture
In questo settore sono stati individuati diversi gruppi di abitative e produttive ancora in uso nella stessa parte della
tombe, cronologicamente riferibili a due periodi: l’età città.
vandala e il VII secolo d.C. In questo stesso settore doveva inoltre trovarsi la vasta
Datate all’età vandala sono infatti alcune delle sepolture, area collinare di Koudiat el Hobsia, oggi completamente
caratterizzate da fosse terragne, rinvenute dentro il porto distrutta, comprendente forse un monastero e una vasta
circolare, sull’isolotto (fig. 5 n°22)64. Si tratta in questo caso necropoli cristiana71.
di un’area che, abbandonata dopo la conquista vandala, come
testimoniato dai dati archeologici, fu probabilmente IV. LE INUMAZIONI IN SPAZIO URBANO A CARTAGINE
TRA V E VII SECOLO: STATUS QUAESTIONIS
utilizzata, anche se sporadicamente con questa funzione. Va
inoltre segnalato che il limitato numero di sepolture registrato I dati evidenziati sebbene spesso sommari permettono
all’interno di questo complesso evidenzia che altre dovevano alcune considerazioni di carattere principalmente topografico
essere le aree cimiteriali in uso in questo periodo, sebbene e tipologico tenendo presente che si tratta di un lavoro in
pochi siano i dati relativi a sepolture databili a questa fase. fieri suscettibile di approfondimento72, ma già stimolante
Cinque tombe sono invece state scavate lungo il porto
rettangolare (fig. 5 n°23). Per queste ultime però è stata
porto circolare (nella zona sud est) da A. Merlin, Note sur les
proposta insieme alla datazione di V secolo al contempo
fouilles exécutées en 1908 dans la région de Carthage, in BCTH,
anche una cronologia all’età bizantina65. 1909, p. 51-53, in particolare p. 52. Si veda anche Stevens, Sé-
Tombe, tutte con cassa in pietra scavata nel terreno e pultures tardives, p. 211.
datate questa volta al VII secolo, furono inserite sia nei settori 68. Le tombe non sono descritte, né viene indicato il numero
produttivi a nord del porto (fig. 5 n°20)66 sia, nuovamente, preciso. Si veda L. E. Stager, Excavations at Carthage 1975. The
sull’isolotto circolare67, forse ancora nei magazzini voltati Punic Project: First Interim Report, in The Annual of the
American Schools of Oriental Research, 43, 1978, p. 151-170,
in particolare p. 153-161 Si veda anche Humphrey, Vandal and
62. La struttura è stata oggetto di discussione soprattutto per la Byzantine Carthage, in particolare p. 99.
sua fase più antica di IV/V secolo. E’ stato proposto infatti che 69. Le tombe, rinvenute in vecchi scavi, non sono descritte e la
avesse funzione religiosa anche nel suo impianto originale cronologia qui proposta è messa in relazione con la datazione
(L. Ennabli, La Basilique de Carthagenna, op. cit. (n. 40), p. 16 delle altre tombe rinvenute nell’area circostante. Si veda
s.). L’ipotesi pare poco convincente per la tipologia architettonica L. Poinssot, R. Lantier, cit. (n. 12). Le tombe nel tophet sono
del complesso, piuttosto allungata e poco adattabile alla funzione indicate anche in C. Charles-Picard, Carthage, Paris, 1951, p. 27.
di chiesa (cf. recensione di N. Duval, in AnTard, 8, 2000, p. 386- Qui viene proposto come cronologia il periodo dopo il III secolo,
391, qui p. 388). non su basi stratigrafiche, ma sull’idea che l’intero settore sarebbe
63. Si veda a questo proposito F. Rakob, Forschungen im stato abbandonato dopo il terremoto. Un’indicazione infine del
Stadzentrum von Karthago, in Röm. Mitt., 102, 1995, p. 435-461. rinvenimento di sepolture probabilmente tarde senza corredo nel
64. Queste tombe (3) sono datate alla seconda metà del V secolo tophet è in A. Merlin, Séance de la Commission de l’Afrique du
d.C. e sono state rinvenute nel settore nord est dell’isolotto. Si nord, in BCTH, 1943-1945, p. 457.
veda H. Hurst, Excavation at Carthage 1977-1978: Fourth Interim 70. Trincea scavata nella proprietà Ghali, si veda. C. Annabi, Ac-
Report, in Antiquaries Journal, 59, 1979, p. 19-50, in particolare tivités à Carthage : les sondages de sauvetage, in CEDAC, 1,
p. 38. Si veda anche Stevens, Sépultures tardives, p. 211. 1978, p. 19.
65. Si tratterebbe di tombe costruite in pietra. Per la datazione al V 71. Si veda in generale per la descrizione delle strutture (tombe
secolo si veda Stevens, Sépultures tardives, p. 24. Per la datazione con simboli cristiani, un edificio colonnato, un sarcofago
all’epoca bizantina si veda Ennabli, Carthage, 1997, p. 10, n. 17. bizantino) L. Carton, Documents pour servir à l’étude des ports
66. Si tratta di 10 tombe prive di corredo, Excavations at Car- et de l’enceinte, in Revue tunisienne, 1912, p. 35-56. Si veda
thage: the British Mission. 2, 1, p. 310. Anche in Stevens, Sé- anche P. Monceaux, in BCTH, 1916, p. 226 e Stevens, Sépultu-
pultures tardives, p. 211. Nello stesso settore, ma sul lato ovest res tardives, p. 212. Da ultimo H. Hurst [et al.], The Sanctuary
del porto è stata posizionata un’area sepolcrale cristiana (nella of Tanit at Carthage in the Roman period: a reinterpretation,
zona delle saline, fig. 5, n°21) riportata nella fig. 1 in L. Ennabli Portsmouth, 1999 (JRA. Supplementary series, 30), p. 84-90.
Carthage, 1997. 72. Si ritiene infatti che a completamento di questo lavoro
67. H. Hurst, cit. (n. 64), in particolare p. 41 e 44. Le sepolture preliminare sarà opportuno ampliare la ricerca includendo
vengono rinvenute principalmente nel settore nord est del porto. nell’analisi una rilettura anche delle necropoli extraurbane e forse
Di difficile datazione sono invece le tombe rinvenute sempre nel dei dati epigrafici già pubblicati.
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 245
per la comprensione dei fenomeni di trasformazione dello citati a nuclei sepolcrali ben organizzati, ma piuttosto a
spazio urbano. Si tralascerà di analizzare l’aspetto relativo sepolture occasionali distribuite in zone abbandonate
al carattere ideologico nel rapporto tra vivi e morti ed alla dell’abitato. Certo dovevano esserci delle aree cimiteriali in
sua evoluzione, già oggetto di numerosi studi negli ultimi uso dentro o fuori la città, ma i dati sono attualmente troppo
anni e spesso analizzato anche in rapporto al problema delle pochi e limitati per permettere di avanzare qualsiasi ipotesi.
sepolture intra muros tardo-antiche73. Subito dopo l’arrivo dei Bizantini sembra di identificare
Prendendo in esame innanzitutto soltanto le tombe per una riorganizzazione della prassi sepolcrale dentro la città e
cui è stata proposta una cronologia, è possibile identificare le tombe nello spazio urbano sono disposte intorno alle
diversi caratteri tra l’età vandala e bizantina. Il V secolo, chiese o a piccoli edifici religiosi, come nel teatro con
post conquista vandala, è il primo momento in cui si registra l’oratorium (fig. 5 n°5), sulla collina di Giunone presso un
l’invasione con nuclei sepolcrali di edifici pubblici o aree altro possibile oratorio (fig. 5 n°11) e nella basilica di
pubbliche, evidentemente non più utilizzati secondo le Dermech I (fig. 5 n°12), dove le sepolture erano dislocate
funzioni originarie. Le tombe sono però ancora raggruppate intorno all’edificio di culto. In nessun caso infatti a Cartagine
in settori destinati unicamente ai defunti, come l’isolotto all’interno dell’abitato sono registrate tombe disposte dentro
circolare abbandonato in questa fase, oppure dentro ad edifici la chiesa vera e propria, contrariamente a quanto evidenziato
non più in uso, ma ben circoscritti come potrebbe essere il in altre città africane. Inoltre quasi nulla si conosce sulla
caso dell’odeon. tipologia tombale delle sepolture relative al VI secolo; la
Dal punto di vista tipologico inoltre, le tombe vandale maggior parte delle inumazioni relative a questo periodo
disposte nell’isolotto circolare e quelle contemporanee messe sono attestate soltanto da documenti epigrafici76.
in luce a Salambo (fig. 5 n°26) sono tutte fosse terragne74. Tra la fine del VI e il VII secolo il panorama si trasforma,
Analogamente con semplici fosse sono descritte le sepolture analogamente a quanto viene registrato in tutti i settori della
rinvenute a nord, al di fuori delle mura, al punto 90 di Falbe, città non solo in relazione alle aree funerarie. In tutte le parti
dove è stata identificata la presenza di un nucleo sepolcrale scavate è stata registrata infatti una progressiva tendenza a
vandalo. In questo settore però le tombe sono talvolta in ridurre gli spazi, attraverso la costruzione di muri divisori,
fosse comuni, per questo è stato suggerito che i defunti come attestato per esempio nel settore produttivo a nord del
fossero stati vittime di un’epidemia. Un altro carattere porto circolare (fig. 5 n°20) 77 o nell’area a nord est
peculiare di questo cimitero è la presenza di un corredo dell’abitato (fig. 5 n°1b)78, e la progressiva commistione di
composto per lo più da semplici vasi in ceramica comune o piccoli ambienti produttivi legati ad aree residenziali. Per
da cucina75. quanto riguarda le sepolture, in questa fase sono noti nuclei
La povertà delle tombe intra muros vandale, ma anche la sepolcrali, o meglio probabilmente veri e propri cimiteri
loro sporadicità, non farebbe pensare, in questi esigui casi organizzati ai margini della città, come quello intramuraneo
presso il circo (fig. 5 n°27), della prima metà del VII secolo,
oppure nuclei di tombe posti in prossimità di aree abitative
73. Si veda in generale sul problema P.-A. Février, La tombe chré- e produttive. In entrambi i casi le sepolture non sembrano
tienne et l’au-delà, in Le temps chrétien de la fin de l’Antiquité
essere strettamente in relazione con la presenza di un edificio
au Moyen Âge, IIIe-XIIIe siècles, Paris, 1984, p. 163-183;
Ph. Ariès, L’homme devant la mort, Paris, 1977. Per un approccio religioso, sebbene, soprattutto nel caso del circo, l’area non
direttamente in relazione alle sepolture urbane si veda G. Cantino
Wataghin, C. Lambert, Sepolture e città. L’Italia settentrionale
tra IV e VIII secolo, in G. P. Brogiolo, G. Cantino Wataghin (a 76. Molte epigrafi funerarie rinvenute a Cartagine sono state
cura di), Sepolture tra IV e VIII secolo. 7° seminario sul tardo pubblicate. In particolare tutti i documenti epigrafici rinvenuti
antico e l’alto medioevo in Italia Centro Settentrionale, Mantova, nelle due necropoli extraurbane a nord dell’abitato in connessione
1998, p. 89-114. con la Basilica Maiorum e la cosiddetta Basilica di Santa Monica
74. Non si può specificare precisamente per la sepoltura rinvenuta sono state pubblicate in L. Ennabli, Les inscriptions funéraires
in uno degli ambienti della cosiddetta Basilica di Cartagenna, chrétiennes de Carthage. 1, La basilique dite de Sainte-Monique,
situata nella parte meridionale della città. Cf. supra n. 61. à Carthage, Rome, 1975 (CÉFR, 25) e L. Ennabli, Les inscrip-
75. Per un’analisi dettagliata di questo settore di scavo si veda tions funéraires chrétiennes de Carthage. 2, La basilique de
S. Dietz, S. Trolle, Premier rapport préliminaire sur les fouilles Mcidfa, Rome, 1982 (CÉFR, 62). Le epigrafi di diversa
danoises à Carthage: les campagnes 1975-1977, København, provenienza, intra ed extra muros, (comprese quelle la cui
1979. In particolare sulle sepolture si veda E. Poulsen, Tombs of provenienze non è più nota) sono state pubblicate in L. Ennabli,
the 4th-5th centuries AD in the Danish sector at Carthage, in Ca- Les inscriptions funéraires chrétiennes de Carthage. 3, op. cit.
hiers des études anciennes, 18, 1986, p. 141-154 e sull’area (n. 55).
cimiteriale S. T. Stevens, A Late Roman Urban Population in a 77. Si veda Excavations at Carthage: the British Mission. 2, 1.
cemetery of Vandalic date at Carthage, in JRA, 8, 1995, p. 263- L’intero complesso sembra essere stato abbandonato dopo il 660
270. Per una sintesi generale sullo scavo si veda S. Dietz, Le d.C.
secteur nord-est de la ville: Falbe point 90, in Pour sauver Car- 78. Si veda in generale Humphrey, Vandal and Byzantine Car-
thage, op. cit. (n. 5), p. 263-270. thage, in particolare p. 103-106.
246 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002

sia stata indagata in maniera approfondita e non sia possibile degli ex-edifici pubblici e il loro utilizzo a partire dall’età
escludere assolutamente questa eventualità. tardoantica, alla possibile esistenza di una commercia-
Osservando la tipologia delle tombe scavate, datate a lizzazione organizzata anche dei materiali di spolio, a se-
questo periodo, nella necropoli presso il circo quasi tutte le conda delle necessità dei singoli acquirenti88. Nel processo
inumazioni di adulti sono caratterizzate da casse con pareti di trasformazione dei paesaggi urbani del resto i complessi
di pietra scavate nel terreno, rare quelle in anfore, per lo più per lo spettacolo, abbandonati principalmente per un
contenenti bambini o donne. Le tombe descritte sono progressivo distacco dalla tradizione ideologica ad essi
principalmente quelle classificate dal Duval, nella tipologia connessa, ebbero spesso principalmente un utilizzo come
da lui elaborata sulle tombe cristiane in Nord Africa, come cava di materiale89. Analoga a quella del circo, potrebbe,
a cassa in pietra (coffres de pierre) e indicate come le più per esempio essere la situazione registrata nel teatro, dove
comuni, principalmente utilizzate nelle pavimentazioni delle la metà ovest della cavea viene progressivamente smantellata.
chiese79. Questa tipologia tombale è registrata nel VII secolo E’ difficile infatti pensare che si tratti dell’intervento libero
a Cartagine in più settori: nell’area dei porti, in particolare a e indiscriminato dei cittadini, ma è più logico supporre che
nord del porto circolare (fig. 5 n°20)80, al centro dell’isolotto esistesse un controllo programmato di queste forme di
(fig. 5 n°22)81; nella parte nord della città sia a Teurf el Sour “degrado”, di “destrutturazione” della città antica, coma già
(fig. 5 n°1a)82, a nord ovest, sia nello scavo canadese, a nord proposto per la Roma altomedievale dal Delogue
est (fig. 5 n°1b)83 e a sud a Salammbo (fig. 5 n°26)84. Questa probabilmente da parte di chi governava la città. Del resto il
evidenza archeologica che sembra accomunare tipo- tracciato viario che conduceva al circo era in uso ancora nel
logicamente molte delle tombe urbane di questo periodo non VII secolo, sebbene la struttura di fatto avesse perso
sembra poter essere considerata come una caratteristica dis- completamente la sua funzione originaria, acquisendo quella
criminante e sembra difficilmente far pensare alla di area di necropoli e forse residenziale90 Inoltre strade e
presenza di vere e proprie tombe privilegiate intra muros, tracciati viari vengono ancora restaurati dalla seconda metà
come suggerito in passato 85. Piuttosto sembra lecito del VI secolo, come nel caso del cardo III est che doveva
ipotizzare, come già supposto nel caso di Roma86, che ci ancora avere il sistema fognario funzionante nel VII secolo91,
fosse un sistema organizzato finalizzato alla regolazione ed o realizzati ex novo, come nell’area di Salambo (fig. 5
alla gestione di determinate aree sepolcrali anche negli spazi
urbani, forse talvolta non in evidente connessione con edifici
religiosi. Questa evidenza del resto, come suggerito per il 88. Per un’analisi dei testi giuridici connessi con la legislazione e
caso romano, potrebbe giustificare la presenza di sepolture la circolazione dei materiali di reimpiego si veda H. Saradi-
in sarcofagi di pietra registrate nella necropoli del circo; è Mendelovici, Christian Attitudes toward Pagan Monuments in
pensabile infatti che, almeno per un periodo, ci fosse Late Antiquity and their Legacy in later Byzantine Century, in
un’organizzazione che provvedeva alla vendita di questi DOP, 44, 1990, p. 47-61, in particolare p. 51 s. Per una
materiali e probabilmente allo scavo ed alla costruzione delle discussione generale più ampia circa il riuso degli edifici pubblici
tombe87. Questa ipotesi spinge a considerare anche un e una raccolta dell’apparato legislativo si veda G. Cantino
Wataghin, ...Ut haec Christo Domino in ecclesiam consecratur:
secondo aspetto legato ai materiali utilizzati. Nel caso del
il riuso cristiano di edifici antichi tra Tarda Antichità e Medioevo,
circo le tombe erano interamente costruite con blocchi di
in Ideologie e pratiche del reimpiego nell’Alto Medioevo, Spoleto,
riutilizzo, per lo più semplici e squadrati, in un solo caso è 1999 (Settimane CISAM, 46), t. 2, p. 673-751.
stato registrato un frammento di cornice riutilizzato. Questa 89. Gli edifici per lo spettacolo acquisiscono in primo luogo un
evidenza potrebbe far pensare, in via del tutto ipotetica e da uso “in negativo” diventando cava di materiale; nel processo di
approfondire forse anche attraverso il supporto di fonti destrutturazione essi vengono poi trasformati principalmente con
legislative che chiariscano la questione relativa alla proprietà tre funzioni: fortificazioni, luoghi di sepoltura, luoghi di abita-
zione (si veda a questi proposito M. P. Del Moro, Spoliazione,
rioccupazione, obliterazione: modalità di reimpiego degli edifici
79. Duval, Nécropoles chrétiennes, p. 196. da spettacolo in età tardoantica e altomedievale, in DOMUM
80. Cf. supra n. 66. TUAM DILEXI: Miscellanea in onore di Aldo Nestori, Città del
81. Cf. supra n. 67. Vaticano, 1998 (Studi di Antichità Cristiana, 53), p. 265-281.
82. Cf. supra n. 22. 90. Per Roma altomedievale si veda P. Delogu, Solum imperii,
83. Cf. supra n. 25. urbs ecclesiae : Roma fra tarda antichità e alto Medioevo, in
84. Cf. supra n. 24. Sedas regiae, 2000, p. 83-108. Per il circo di Cartagine si veda
85. Stevens, Sépultures tardives, p. 216. Si mette in risalto il fatto The Circus and the Byzantine Cemetery at Carthage, op. cit.
che spesso queste tombe intra muros sono meglio costruite e più (n. 28), p. 71.
protette di quelle situate al di fuori della cinta urbica. 91. Le case abbandonate in questo settore della città, tra decumano
86. R. Meneghini, R. Santangeli Valenzani, cit. (n. 1), p. 265. VI e cardo III, furono rioccupate nel VII secolo. Le strutture
87. Anche questa tipologia di sepoltura è indicata come solitamente costruite in crudo furono collegate con la canalizzazione del
privilegiata e più frequente negli edifici di culto (Duval, Nécro- cardine evidentemente ancora in uso (Humphrey, Vandal and
poles chrétiennes, p. 195). Byzantine Carthage, p. 106).
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 247
n°26)92, nel cardo III93, a sud94 e a nord del porto circolare95, Bou Said, si trovano diverse aree di sepoltura come Dar
e forse nel settore prossimo al cardo X est 96. Questo Bou Kris, Koudiat Zateur, per cui è stata proposta un
fenomeno sembra suggerire che si cercasse di salvare datazione all’età vandala e Sanjet Kodia riferita all’età
l’assetto urbanistico della città, realizzando in maniera bizantina99. Nello stesso periodo è imponente anche la
programmata la sua trasformazione. necropoli e la Basilica annessa di Damous el Karita, posta
Considerando poi le tombe, sempre di VII secolo, disposte in un’area più prossima al circuito delle mura100. Ad ovest,
intorno all’area dei porti, esse sembrano essere caratterizzate tra La Marsa e la Malga sorgeva un’altra area sepolcrale
da piccoli gruppi di più sepolture. I dati a disposizione con complesso basilicale, Bir Ftouha, corrispondente
dunque non permettono per il momento nemmeno di probabilmente alla Mensa Cypriani, anch’essa in uso in età
escludere che anche in questo caso, essendo esse sempre bizantina101.Tra gli edifici religiosi con necropoli annesse si
casse con pareti in pietra, non si tratti di piccole aree di trovano nello stesso settore, più a nord est anche la Basilica
sepolture organizzate, in stretta connessione con le zone Maiorum e quella detta di Santa Monica102. In particolare
abitative, ma forse non direttamente con edifici religiosi per questi due cimiteri, in uso già nel IV secolo, sono state
come nel caso del circo. pubblicate le iscrizioni funerarie, che sembrano suggerire
Confrontando, infine, gli elementi fin qui considerati con una riduzione di attestazioni tra la fine del VI secolo e l’inizio
quelli relativi ai nuclei sepolcrali extraurbani, emerge del VII secolo103. Questa riduzione potrebbe essere spiegata
l’esiguità numerica delle aree funerarie nello spazio urbano, come il sintomo di una crisi della prassi epigrafica, sicura,
rispetto invece alle numerose necropoli extramuranee fino ad esempio, per Roma in questi secoli104.
ad oggi note; tale comparazione del resto ci induce a riflettere Del resto l’esistenza di una ricca committenza, ancora
sull’entità del fenomeno delle sepolture urbane. nel VII secolo, è attestata per esempio più a sud-est ma
Di difficile definizione cronologica sono le zone di sempre al limite nord dell’abitato, nell’area di Sayda, dove
sepoltura cristiana, per lo più già in uso come necropoli
pagane, disposte sul lato ovest esterno alla città, come il
cimitero degli officiales a Bir el Jebbana e Bir es Zitoun97, o
la necropoli in prossimità della cosiddetta villa di 99. Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23; una sintesi
è anche in L. Ennabli Carthage, 1997, p. 15-17. Qui sono
Scorpianus98. Non si è a conoscenza in questa parte del
proposte le datazioni all’età vandala e bizantina per i due nuclei
suburbio dell’esistenza di edifici cristiani che possano essere sepolcrali, ma non viene data indicazione circa i dati utilizzati
connessi con le necropoli, ma del resto questo settore (sia per proporre tale cronologia.
dentro che fuori le mura non è stato indagato in maniera 100. Per una sintesi generale di inquadramento del monumento si
sistematica) è solo limitatamente conosciuto. Nel suburbio veda Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1107-1115.
settentrionale, ad una discreta distanza dalle mura, lungo la 101. Questo complesso è stato scavato solo in minima parte
moderna strada Tunisi–La Marsa, tra Koudiat Zateur e Sidi A. L. Delattre, Lettre sur les fouilles de Bir Ftouha, in CRAI,
1928, p. 252 (in cui viene anche proposto che si tratti di un edificio
termale); si veda anche L. Poinssot, R. Lantier, L’archéologie
92. Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1. chrétienne en Tunisie (1920-1932), in Atti del III Convegno
93. Un tratto di canalizzazione per un tratto del cardo III Internazionale di Archeologia cristiana, Roma, 1934, p. 387-
(Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 104). 410 e Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1119-1120. Uno
94. Questo settore fu scavato da Saumagne alla ricerca del cardo scavo recente di S. Stevens ha permesso di ritrovare la vasta
finitimus e fu trovato un tratto di strada interamente realizzato basilica vista parzialmente dal Gauckler.
con materiale di riutilizzo e coperto con uno strato di abbandono 102. Per una sintesi generale sulle due strutture si veda Duval,
contenente materiale ceramico bizantino e arabo (Ch. Saumagne, Études d’architecture chrétienne, p. 1103 s. e p. 1116 s.
Notes de topographie cartaginoise, in BCTH, 1930-1931, p. 657). 103. L. Ennabli, Les inscriptions funéraires chrétiennes de Car-
95. Il cardo XIV fu completamente ricostruito nel pieno VI secolo thage. 1, op. cit. (n. 76) e L. Ennabli, Les inscriptions funéraires
(Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 108). chrétiennes de Carthage. 2, op. cit. (n. 76). La maggior parte
96. Un sondaggio di emergenza ha portato alla luce la presenza delle epigrafi rinvenute in questi contesti sepolcrali sono riferite
del tracciato viario pavimentato in due fasi successive in calce e al VI secolo d.C.
poi in lastre. La cronologia fornita per le due fasi di 104. Sull’analisi della prassi epigrafica cristiana a Roma a partire
ripavimentazione è genericamente vandala e bizantina (si veda il dal IV secolo si veda C. Carletti, Epigrafia dei cristiani a Roma
sondaggio in rue de l’Amirauté in S. Ellis, cit. (n. 58), p. 16-17). nell’età post-costantiniana. Prassi e ideologia, in Atti dell’XI
97. Si veda Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23; congresso internazionale di epigrafia greca e latina, Roma, 1999,
una sintesi è anche in L. Ennabli Carthage, 1997, p. 15-17. p. 591-602; la versione più ampia pubblicata in C. Carletti, Un
98. Cf. J. Rossiter, Excavations at the villa of Scorpianus 1994, in mondo nuovo. Epigrafia funeraria dei cristiani a Roma in età
CEDAC, 15, 1996, p. 40-43. Dai dati archeologici sembra che post-costantiniana, in Vetera Christianorum, 35, 1998, p. 39-67
l’area sia stata abbandonata nel IV secolo e poi convertita ad uso e da ultimo C. Carletti, Dalla pratica aperta alla pratica chiusa.
funerario (p. 42). Nella rilettura seguita allo scavo è stato Produzione epigrafica a Roma tra V e VIII secolo, in Roma
ipotizzato che non si tratti di una villa privata, ma piuttosto di un nell’alto medioevo, Spoleto, 2001 (Settimane CISAM, 49),
vasto edificio termale forse pubblico (p. 42). p. 325-392.
248 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002

in connessione con un edificio di culto, si registrano poche cimiteri, come nella zona di Dermech e nei cosiddetti
ricche tombe come la cappella di Asterius, datata proprio al monasteri a nord della città, nonché la attestazione di aree
VII secolo. Di contro nel suburbio meridionale si trova la sepolcrali ridotte, come nel caso della zona dei porti, o più
zona di Koudiat el Hobsia (oggi distrutta) 105, forse vaste, come nel cimitero del circo, ma non sempre in
caratterizzata da un monastero ed un cimitero e ancora sono relazione con edifici di culto. Sembra che la struttura
attestate aree sepolcrali a sud ovest in prossimità del moderno organizzativa della città sopravviva, i tracciati viari in alcuni
villaggio di Douar el Chott106. Sempre nel VII secolo nel casi vengono restaurati e mantenuti in vita e in altri invece
suburbio meridionale è testimoniata invece una fase con un vengono talvolta obliterati, come nel quartiere di Magone108;
ampio numero di deposizioni presso la Basilica cimiteriale, questi fenomeni sono ovviamente condizionati e determinati
forse doppia, di Bir el Knissia che, costruita tra fine V e dalle necessità della nuova città e dei suoi spazi di
inizio VI secolo, è interessata proprio a partire dalla fine del frequentazione.
VI secolo da una fase di ampliamento107. Infine in pochi casi si sono identificate tombe che
Dal punto di vista topografico i dati a disposizione non potrebbero essere riferite all’epoca araba, presso l’edificio
permettono di valutare pienamente l’evoluzione dell’assetto circolare, presso il c.d. Monastero di Bigua, nel battistero
urbano. Non si è in grado per esempio di specificare se i sotteraneo del Lycée (Saydah) e nel quartiere di Magone.
quartieri residenziali a nord della città, progressivamente Altre sepolture, datate però forse al XIII secolo, sarebbero
invasi da tombe, siano stati completamente abbandonati o state rinvenute ai piedi della collina di Byrsa. Anche in
siano sopravvissuti almeno in parte. Le evidenze questi casi si tratterebbe di tombe ben costruite realizzate
spingerebbero a pensare ad una continuità di vita di questi con blocchi di riutilizzo109. L’esiguità dei dati ovviamente
settori urbani, in connessione però con la presenza di un non permette alcuna considerazione in proposito, sebbene
edificio religioso con una necropoli. E’ per esempio vada evidenziata la corrispondenza tipologica di queste
l’immagine che emerge dai dati del teatro: invaso da sepolture con quelle di VII secolo, suggerendo forse un
sepolture in età bizantina, mentre nel vicino odeon si protrarsi anche in età araba di un sistema programmato e
registrano quartieri abitativi. La differenza significativa che organizzato dentro la città.
sembra identificabile tra il VI e il VII secolo è la progressiva
riduzione degli spazi dei vivi e l’occupazione di questi con Leicester University

108. F. Rakob, Die römischen Bauperioden, in Karthago. 1, op.


cit. (n. 60), p. 242-251. Nel corso del VII secolo le strade vengono
progressivamente invase da edifici. Questo fenomeno è più
evidente nella zona dei porti che sembrano diventare anche più
intensamente abitati.
109. Sepolture furono rinvenute nella parte sud della collina da
Beulé, che le riferì al XVIII secolo (G. Vitelli, op. cit. (n. 34),
p. 17). Diverse invece erano le tombe rinvenute sul fianco sud
105. Cf. supra n. 71. ovest della Byrsa, descritte come disposte dentro alla parte
106. Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23; una sintesi absidata di una domus bizantina. Queste sarebbero state realizzate
è anche in L. Ennabli Carthage, 1997, p. 15-17. con blocchi lavorati e messi in opera; risalirebbero al XIII secolo.
107. Bir el Knissia at Carthage, op. cit. (n. 3), p. 303-307. Si veda Vitelli (ibid., p. 18) evidenzia come queste tombe (disposte a
anche N. Duval, La Basilique de Bir el Knissia à Carthage : une nord-est sud-ovest) abbiano un orientamento anomalo per un
fouille du Père Delattre redécouverte et réétudiée, in AnTard, 3, cimitero arabo, che viene giustificato con una necessità legata
1995, p. 283-302. allo spazio disponibile.

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