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ANNA LEONE
Studies on intra-mural burials have been developed in the last ten years, focussing especially on
Italy. The aim of this paper is to analyse the phenomenon in North Africa, particularly in Carthage,
the capital of Africa Proconsularis during the Vandal and the Byzantine period. Study in this province
has two main limitations: the first is that urban burials are already common at the end of the 4th
century (earlier than in other parts of the Roman Empire) and the “urban” sectors are often difficult
to define clearly; the second is due to the reliability of data, as much archaeological evidence was
destroyed by excavations in the 19th-beginning of the 20th century. In spite of this Carthage is peculiar,
because a large amount of information is available (even if not always securely dated). In considering
the difficulty in defining the concept of “urban” especially in Late Antiquity, the analysis focuses more
on what can be said to be “urban space”. Data are presented following a topographical order from
north to south, after a short summary of the archaeological evidence from sites along the city wall.
Analysis of burials seems to show that in the Vandal period the very few recorded tombs (always
simple pits) were randomly located in completely abandoned sectors of the city. Later, in the early
Byzantine period it seems possible to suggest a phase of re-organisation, with burials located all
around churches, both inside and outside the city wall. Starting from the end of the 6th and the 7th
century AD the situation seems to change and a larger number of burials in small groups are recorded,
usually located in strict connection with the living and production areas. In the same period well
organised cemeteries inside the city wall have also been excavated; as seen in the cemetery of the
circus. The typology of well constructed graves (all stone cists) and in the case of the circus, the
absence of reuse of decorated stone or marble fragments, seem to suggest the presence of a systematic
and organised reuse of building material in that area. Finally it has to be pointed out that we have very
few examples (and not surely dated) of graves belonging to the Early Arab period; which seems peculiar
as we know that the city certainly survived and was inhabited after the Arab conquest. This anomaly is
probably due to lack of knowledge, complicated possibly by similarity between late Byzantine and
Islamic graves and maybe also by the waste of data resulting from old excavations. [Author]
*
Sono particolarmente grata al Professor Noël Duval per i suoi tiennes = N. Duval, Les nécropoles chrétiennes d’Afrique du Nord,
consigli e per avere seguito con interesse e stimolato questa mia in L’Afrique du Nord antique et médiévale. 2, Monuments funé-
ricerca. Ringraziamenti vanno a L. Spera per le proficue discussioni raires, institutions autochtones : actes du VIe Colloque Interna-
e i consigli bibliografici e a D. Palombi, L. Stirling, A. Nieddu per tional sur l’Histoire et l’Archéologie de l’Afrique du nord (Pau,
avere letto e commentato il testo nella sua fase di elaborazione. 1993), Paris, 1995, p. 187-206; Humphrey, Vandal and Byzan-
Sono grata anche a A. Ennabli, allora conservatore del sito di tine Carthage = J. H. Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage:
Cartagine, per il suo aiuto durante il periodo di lavoro svolto a some new archaeological evidence, in New light on Ancient Car-
Cartagine. Gratitudine va infine a M. Brizzi e A. D’Andrea per thage, J. Griffith Pedley (ed.), Ann Arbor, 1980, p. 85-120; Lantier,
avere collaborato alla elaborazione della pianta Autocad. Eventuali Notes de topographie carthaginoise = R. Lantier, Notes de topo-
errori ed omissioni sono responsabilità esclusiva di chi scrive. graphie carthaginoise : cimetières romains et chrétiens de Car-
Abbreviazioni: Duval, Études d’architecture chrétienne = thage, in CRAI, 1922, p. 22-28; Stevens, Sépultures tardives =
N. Duval, Études d’architecture chrétienne nord-africaine, in S. T. Stevens, Sépultures tardives intra muros à Carthage, in L’Afri-
MEFRA, 82 (2), 1972, p. 1071-1172; Duval, Nécropoles chré- que du Nord antique et médiévale. 2, op. cit., p. 207-217.
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costituita da quattro ampie centurie regolari di 20 x 24 actus stradali furono realizzati soltanto a partire dal II secolo d.C.10
(denominate A, B, C, D), suddivise dal cardo e il decumanus La centuria A, poi, scavata dall’équipe italiana, a Teurf el
maximi e organizzate in insulae rettangolari7. I due settori Sour (al limite nord ovest dell’abitato) non fu mai
della città disposti lungo il mare (B e D) avevano dimensione completamente inclusa nell’abitato, ma una parte rimase
irregolare seguendo l’andamento costiero (fig. 1). Le connessa con la centuriazione rurale precedente (fig. 5
indagini, soprattutto recenti, hanno evidenziato che n°1a)11.
l’impianto regolare della città, seppure verosimilmente A questo complesso panorama va aggiunta la presenza
tracciato nella sua totalità al momento della fondazione, non del circuito murario che fu costruito soltanto in età
fu interamente urbanizzato nella stessa fase. Gli scavi nei tardoantica, intorno al 425 d.C., probabilmente come
settori nord est e sud ovest (centurie B e D) hanno mostrato protezione alla minaccia vandala. Il percorso della cinta
che essi furono edificati e abitati soltanto in un’epoca più (fig. 2) non è completamente noto e le principali lacune circa
tarda, almeno nel II secolo, come evidenziato negli scavi il suo andamento si registrano nella parte settentrionale della
canadesi (fig. 5 n°1b)8 o non furono mai inclusi nell’impianto
urbano come a sud ovest nell’area di Salambo (fig. 5 n°26)9.
Inoltre in entrambe le zone, le canalizzazioni e i tessuti 10. Per una sintesi sul problema in diverse parti della città si veda
ibid., p. 28-29.
11. Lo scavo dell’équipe italiana è stato caratterizzato da una serie
7. Per una sintesi relativamente alla vastità e alle misure dell’assetto di sondaggi. In un settore di scavo è stato possibile evidenziare i
urbano della città augustea si veda G. Ch. Picard, La Civilisation limiti della centuria inclusi nella città. Si sono individuate infatti
de l’Afrique Romaine, 2e éd., Paris, 1990, in particolare p. 158. delle strutture orientate secondo l’andamento della centuria ru-
8. L. Neuru, Le secteur nord-est de la ville, in Pour sauver Car- rale. Si veda in proposito A. Carandini [et al.], Rapporto
thage, op. cit. (n. 5), p. 135-142, in particolare p. 139-140. preliminare delle campagne 1973-1977, in Quaderni di
9. Si veda a questo proposito Excavations at Carthage: the Bri- Archeologia della Libia, 13, 1983, p. 9-61, p. 14-15 per una
tish Mission. 1, 1, in particolare p. 14. sintesi.
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Fig. 4 – Pianta delle necropoli cristiane (intra-extra muros) di Cartagine (Lantier, Notes de topographie cartaginoise)
quartiere fu tagliato dalla costruzione del muro, suggerendo principalmente al concetto di spazio urbano, inteso come
quindi che la cinta edificata agli inizi del V secolo non fu caratterizzato dalla presenza di quartieri residenziali e
realizzata con l’intento esclusivo di proteggere tutta la zona produttivi e di strutture pubbliche, che tradizionalmente
fino a quel momento urbanizzata15. Questo elemento, insieme qualificano le aree “urbane”17.
con il destino dei quartieri disposti lungo le mura della città
che tra V e VII secolo furono occupati con fine residenziale, III. NUCLEI SEPOLCRALI E TOMBE ISOLATE
invasi da tombe o rioccupati con diverse finalità, sembra ALL’INTERNO DELLA CITTÀ TRA V E VII SECOLO:
fornire un’indicazione circa l’ambiguità del valore della LE EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
definizione di “intra muros” almeno nel caso cartaginese16.
Per questa ragione con questa accezione si fa qui riferimento Le tombe intramuranee a Cartagine sono già state oggetto
di alcuni studi. Un primo fu realizzato negli anni ’20 dal
15. Per alcune considerazioni su questo aspetto si veda Humphrey,
Vandal and Byzantine Carthage, in particolare p. 103-106. 17. Per il problema della diversa percezione della civitas christiana
16. Per un’analisi generale si veda S. T. Stevens, Transitional rispetto a quella pagana e al diverso rapporto con la cinta muraria
Neighborhoods and Suburban Frontiers in Late- and Post-Ro- si veda G. Cantino Wataghin, Urbs e civitas nella tardo antichità:
man Carthage, in Shifting Frontiers in Late Antiquity, linee di ricerca, in Materiali per una topografia urbana: status
R. W. Mathisen, H. S. Sivan (ed.), Aldershot, 1996, p. 187-200. quaestionis e nuove acquisizioni: V Convegno sull’archeologia
Si vedano anche le considerazioni in N. Duval, cit. (n. 14), ap- tardoromana e medievale in Sardegna (Cagliari-Cuglieri 24-26
pendice 2, p. 348-350. giugno 1988), P. G. Spanu (a cura di), Oristano, 1995, p. 201-239.
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Fig. 5 – Pianta con localizzazione delle sepolture intra-muros (Elaborazione Autocad dell’autore).
Per il tracciato murario e l’organizzazione urbana, la pianta è stata rielaborata, presentando entrambe le teorie,
sulla base di Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1 e Evans, Fouilles: New Evidence.
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Lantier18, che compose una carta ancora fondamentale per A sud ovest, nella zona prossima ai porti, nel settore della
esempio per la localizzazione di sepolture nella zona di Borj città denominato Salambo, due fosse terragne vandale furono
Jedid, oggi non più visibile (fig. 4). Il Duval ha analizzato poste esternamente alla cinta, mentre nel VII secolo delle
approfonditamente il caso cartaginese in svariati lavori sepolture a cassa di pietra nel terreno e in anfora, prive di
relativi soprattutto all’architettura cristiana nord africana, corredo, furono scavate direttamente dentro le mura nelle
ma anche alle necropoli e alle sepolture privilegiate19. Infine strutture abitative e produttive in uso (fig. 5 n°26)24. Anche
la Stevens ha realizzato una prima raccolta delle tombe intra a nord est (fig. 5 n°1b), negli scavi canadesi, sono state
muros, che il mio studio ha inteso integrare e meglio precisare individuate tombe bizantine (anche queste a cassa scavate
con una localizzazione puntuale delle singole evidenze nel terreno e databili verosimilmente al VII secolo d.C.) in
archeologiche, visualizzate su una pianta (fig. 5)20, pur nella relazione a quartieri residenziali che sopravvissero in uso
consapevolezza che si tratta di un lavoro non definitivo, ma fino al VII secolo, sebbene caratterizzati da suddivisioni e
destinato ad essere ampliato e modificato in futuro21. parcellizzazioni degli impianti abitativi25. Nello stesso settore
della città, più verso la costa, trovava spazio l’area di Sayda,
3.1 Aree periferiche caratterizzata dalla presenza di un battistero sotterraneo e
Per illustrare in maniera esaustiva il fenomeno delle da poche tombe molto ricche, come la cappella di Asterius26.
sepolture disposte in spazio urbano è necessario anticipare Una nuova area di sepolture, disposta sia internamente
brevemente l’evoluzione dei quartieri periferici disposti che esternamente alla cinta per cui non è stata proposta una
lungo la linea di confine del tracciato murario tardo-antico. cronologia, è stata recentemente rinvenuta nella zona di Bir
Osservando queste zone residenziali limitanee, si sono Darouts (Fig. 5 n°30), ad ovest dell’abitato27. In prossimità
registrate diverse fasi di occupazione con funzione funeraria. di quest’ultima, più a sud, nell’angolo sud ovest del circo è
A nord ovest dell’abitato, dopo la costruzione della cinta stata messa in luce una necropoli, anch’essa posta appena
difensiva, una necropoli, posta appena al di fuori delle mura, all’interno della cinta muraria. L’area, sebbene con alcune
fu in uso nella prima metà del VI secolo, mentre una tomba frequentazioni ad uso funerario anteriori, fu trasformata in
nell’insula ancora abitata sarebbe stata inserita nel VII secolo area cimiteriale principalmente nella prima metà del VII
d.C. e in un altro settore di sondaggi una necropoli invase secolo28. Le sepolture sono caratterizzate per lo più da casse
l’abitato dalla metà del VI secolo (fig. 5 n° 1a)22. In scavate nel terreno con pareti in pietra, coperte da lastre, tre
particolare le tombe rinvenute nello scavo sono state indicate tombe soltanto sono in anfora e due sono realizzate con pareti
come a cassa di pietra scavate nel terreno, prive di corredo23.
24. Si veda Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1,
per le tombe vandale p. 19 per quelle di VII secolo p. 25. Si veda
18. Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 22-28.
anche Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, in particolare
19. Per l’architettura nord africana, con analisi dettagliata di
p. 100-104.
Cartagine Duval, Études d’architecture chrétienne; per le
25. Per la sopravvivenza del quartiere residenziale fino al VII secolo
sepolture privilegiate N. Duval, L’inhumation privilegiée en Tu-
si veda Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 103-106.
nisie et en Tripolitaine, in L’inhumation privilegiée du IVe au
Queste tombe sono citate anche in Stevens, Sépultures tardives,
VIIIe siècle en Occident : actes du colloque tenu à Creteil les 16-
p. 213, n. 36. Tombe in questo settore, ma esterne alle mura sono
18 mars 1984, Paris, 1986, p. 25-34; per le necropoli Duval,
state anche rinvenute in un altro scavo canadese. Qui undici
Nécropoles chrétiennes.
sepolture sarebbero state inserite in un edificio termale
20. La pianta qui presentata (fig. 5) è stata rielaborata in Autocad
utilizzando come basi di riferimento principalmente la pianta del abbandonato tra VI e VII secolo, si veda Stevens, Sépultures
Lantier, Notes de topographie carthaginoise, e la pianta con tardives, p. 213 n. 37. Per un’analisi dettagliata M. B. Garrison,
relativa anche alle necropoli o tombe cristiane di Cartagine P. Foss, C. M. Wells, A Newly Discovered Criptoportycus and a
pubblicate in L. Ennabli, Carthage, 1997, fig. 1. Bath at Carthage, in JRA, 6, 1993, p. 251-260. Si veda anche
21. Stevens, Sépultures tardives. L’apparato grafico di supporto M. B. Garrison, University of Michigan Excavation at Carthage.
presentato in questo testo segnala le diverse aree con presenza di Report of the 1987 and 1988 seasons, in CEDAC, 10, 1993,
tombe registrate all’interno della città. Non vengono però indicate p. 15-19.
in maniera precisa le localizzazioni delle sepolture. 26. N. Duval, A. Lézine, Nécropole chrétienne et baptistère sou-
22. Lo scavo realizzato in più punti ha evidenziato diverse terrain à Carthage, cit. (n. 14).
situazioni: cf. A. Carandini [et al.], cit. (n. 11). Nell’area III nella 27. Si veda G. J. Evans, Fouilles, cit. (n. 13). Le tombe non sono
prima metà del VI secolo fu posta una necropoli appena al di descritte precisamente, due sono dette two simple graves (p. 28);
fuori del tracciato murario (p. 15). Nello stesso settore tra 550- anche per le altre tre sembra si tratti di semplici fosse terragne.
600 d.C. si registra l’abbandono della rete viaria urbana e La presenza di tombe in questo settore sarebbe suggerita dal
l’inserimento della necropoli dentro la cinta muraria. rinvenimento a Damous Darouts di alcune iscrizioni (pagane)
Contemporaneamente il cimitero extra-urbano venne rinvenute da Delattre (p. 28, n. 19) e citate in A. Delattre, Ins-
abbandonato. Nell’area IV (p. 15) nel VII secolo fu inserita una criptions de Carthage (épigraphie païenne), in Recueil Cons-
necropoli nell’insula forse abbandonata. tantine, 1893, p. 175.
23. Si veda a questo proposito A. Carandini [et al.], cit. (n. 11), 28. The Circus and the Byzantine Cemetery at Carthage,
p. 33. J. H. Humphrey (ed.), Ann Arbor, 1988, p. 327.
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in crudo29; infine tre sono in sarcofago di pietra30. I blocchi (fig. 5 n°10)34. Si tratta di sepolture realizzate a cassa con
utilizzati nella costruzione delle fosse sono di riutilizzo, pareti in pietra scavate nel terreno. Queste tombe sono
prelevati da strutture precedenti, ma sono usati però quasi tipologicamente analoghe a quelle rinvenute a Teurf el Sour
esclusivamente blocchi lisci; in un solo caso infatti viene negli scavi italiani sopra citate, datate tra la fine del VI e il
messo in opera un frammento architettonico decorativo VII secolo. In passato esse erano state considerate tutte
relativo ad una cornice31. contemporanee e riferite ad una possibile vasta area
Spostando l’attenzione nella zona intra muros vera e sepolcrale in uso appunto tra VI e VII secolo e disposta nel
propria si identificano diversi settori trasformati a partire settore nord ovest dell’abitato.
dall’età tardo-antica in aree di sepolture. Nell’illustrare i dati Prossimi a quest’area dell’edificio circolare, in effetti si
relativi alla presenza di queste tombe si procederà trovano due complessi per lo spettacolo di età classica, il
progressivamente dal nord al sud dell’abitato, seguendo, teatro e l’odeon, riutilizzati insieme con il portico di
quando i dati lo permettono, anche un ordine cronologico. collegamento tra le due strutture, con funzione funeraria
Si indicheranno inoltre anche gli edifici religiosi individuati (fig. 5 n°4-5 e zona retinata). Per quanto riguarda le sepolture
nei diversi settori dell’abitato. Si ritiene infatti che l’analisi rinvenute nell’odeon non si hanno indicazioni precise circa
delle sepolture in spazi urbani non possa essere avulsa dal la cronologia ed è difficile ricostruire l’evoluzione. Tuttavia,
contesto di riferimento. Giacché, infatti, il rapporto tombe dal momento che l’area sarebbe stata utilizzata
ed edifici di culto è una dicotomia importante nella successivamente come scarico dagli abitanti delle zone
valutazione degli elementi a disposizione, si è reso necessario limitrofe e nel VII secolo sarebbe stata intensamente abitata35,
fare riferimento alla presenza di queste strutture, seppure sembrerebbe ipotizzabile che le tombe siano state inserite
brevemente e non analizzando in dettaglio le problematiche nel settore subito dopo la distruzione del complesso,
(di identificazione, datazione e tipologiche) relativa ai singoli successivamente alla conquista vandala; sebbene vada te-
edifici. nuto presente che i dati non permettono di comprovare
sicuramente alcuna ipotesi. Pare ancora più difficile poi
3.2. La zona del teatro e dell’odeon inquadrare cronologicamente le sepolture nel criptoportico
Nella parte settentrionale, in un’area ancora prossima al di collegamento, tra i due edifici per lo spettacolo. Succes-
circuito murario, è stato scavato un edificio circolare, forse sive, invece, e relative probabilmente all’età bizantina sono
religioso, che dal Senay è stato identificato con una memoria le sepolture inserite nella scaena e nell’orchestra del teatro
di tipo orientale e a cui sarebbe stata in seguito annessa una (fig. 5 n°5) e che si svilupparono probabilmente intorno ad
basilica; ma entrambe le ipotesi sono ancora oggetto di un complesso religioso, un oratorium (rinvenuto anch’esso
discussione32. Recentemente, infatti è stato proposto che il in connessione con tombe su uno dei lati del complesso)36.
secondo edificio sia da riferirsi all’VIII secolo, e che si tratti Questo edificio viene descritto come posto sui gradini del
verosimilmente di un edificio di età araba, forse sorto al di primo moenianum del teatro, decorato con mosaici
sopra di una domus bizantina. Le tombe inserite nell’edificio raffiguranti pesci e con una volta realizzata in pasta vitrea37.
dopo l’abbandono, e datate precedentemente tra la fine del
VI e il VII secolo33 sarebbero ora relative al periodo islamico nes, 9), le tombe sarebbero in relazione con le fasi di abbandono
dell’edificio (p. 82); P. Senay [et al.], Carthage. 4, Rapport pré-
liminaire des fouilles 1979, Montréal, 1980 (= Cahiers des étu-
29. Ibid., p. 330 s. des anciennes, 12), p. 219.
30. Ibid., p. 333. 34. Si veda B. Caron, C. Lavoie, in questo volume. Le tombe sono
31. E’ stato individuato anche un blocco con un incasso, ridatate sulla base del fatto che essendo ora l’edificio riferito
sicuramente di riutilizzo. Tutti gli altri frammenti usati nella all’VIII secolo, ed essendo le tombe posteriori al suo abbandono,
realizzazione delle tombe sono blocchi lisci (Ibid., p. 330). la datazione viene ora ad abbassarsi all’età araba. Nella stessa
32. Per l’identificazione dell’edificio circolare con una memoria zona dell’odeon sarebbero state rinvenute in vecchi scavi tombe
orientale si veda in generale P. Senay, Le monument circulaire, indicate come islamiche. L’identificazione non è tuttavia certa.
in Pour sauver Carthage, op. cit. (n. 5), p. 105-113. Per la Si veda G. Vitelli, Islamic Carthage: the archaeological,
discussione circa la funzionalità dell’edificio annesso si veda historical and ceramic evidence, Carthage, 1981, p. 6.
B. Caron, C. Lavoie, Les recherches canadiennes dans le quar- 35. S. Ellis, Carthage in the 7th century: an expanding popula-
tier de la « rotonde de l’Odéon » à Carthage : un ensemble pa- tion?, in Cahiers des études anciennes, 17, 1980, p. 31-42 su
léochrétien des IVe-Ve siècles ou une phase islamique d’occupa- questo aspetto si veda in particolare p. 34.
tion et de construction du VIIIe siècle ?, in questo volume. 36. In Stevens, Sépultures tardives, p. 212 si propone come
33. Si veda P. Senay [et al.], Carthage. 1, Rapport préliminaire cronologia al VI-VII secolo e forse più tardi.
des fouilles 1976, Montréal, 1976 (= Cahiers des études ancien- 37. Si veda a questo proposito in generale G. Ch. Picard,
nes, 6), p. 22-85, in particolare si tratta di quattro tombe a cassa M. Baillon, Le théâtre romain de Carthage, in Ve Colloque Afri-
in pietra scavate nel terreno ricoperte con materiale di reimpiego que du Nord, Avignon, 1990, p. 11-27. Per una descrizione di
(p. 32-33); P. Senay [et al.], Carthage. 2, Rapport préliminaire questo complesso forse religioso si veda anche Gauckler, Nou-
des fouilles 1978, Montréal, 1978 (= Cahiers des études ancien- velles archives de missions, 15, 1907, p. 457.
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 241
In questo caso specifico inoltre, aldilà della relazione con 3.3. Borj Jedid e Ard es Smachi
l’edificio di culto, non si può neppure escludere (soprattutto
In connessione con questo settore e con quello di Dermech
in considerazione dei dati di scavo molto sommari a
potrebbero essere anche le zone di Ard es Smachi (fig. 5
disposizione) che la presenza dell’area di sepolture potesse
n°6a) e Borj Jedid (fig. 5 n°6b). In entrambi i casi si tratta di
risultare anche da una eventuale fortificazione del teatro e
ricche aree residenziali di età classica, in cui sono state
successiva occupazione, fenomeno assai frequente in epoca
rinvenute sepolture tutte riferite all’età bizantina, disposte
bizantina38.
dentro strutture abitative, come ad esempio ad est del cardo
Spostandosi verso la costa si trova un nuovo nucleo
XIV est43 e in prossimità del forte di Borj Jedid44. Inoltre
sepolcrale, datato al VII secolo, posto tra i cardines IX e X
una tomba di bambino realizzata in lastre di terracotta
est e i decumani V e VI nord all’interno di una ricca domus
decorate e datata all’età bizantina, è stata segnalata nel settore
forse abbandonata in questa fase (fig. 5 n°9)39. Nell’isolato
di Ard es Smachi all’interno di una casa45. In tutti i casi non
successivo verso la costa, tra i cardines X e XI est i decumani
viene specificato se le strutture abitative in cui vengono
IV e V nord, in prossimità della Maison de Tellus, fu distrutto
inserite le tombe fossero ancora in funzione con uso
sul finire degli anni ’50 un edificio probabilmente con
residenziale, oppure se fossero in quel momento in completo
funzione religiosa, per cui è stato proposto anche che si
stato di abbandono. Questo elemento ovviamente non per-
trattasse di un monastero, sebbene i dati archeologici non
mette di proporre ipotesi circa l’evoluzione di questo settore
paiano essere sufficienti a supportare l’ipotesi (fig. 5 n°8)40.
dell’abitato nel VI e, più probabilmente, nel VII secolo,
All’interno del complesso sono state rinvenute delle
sebbene le evidenze archeologiche spingano a propendere
sepolture della prima metà del VII secolo. Un secondo
per la presenza di una vasta area con funzione cimiteriale.
edificio posto in prossimità di quest’ultimo, tra i cardines
XII e XIII est e i decumani IV e V nord (fig. 5 n°7), sarebbe 3.4. Area sepolcrale di Dermech-Douimès
stato identificato da Gauckler come il monastero di Santo
Stefano41. Il rinvenimento di tutte queste sepolture e la In prossimità del settore di Borj Jedid, poco a sud, dietro
vicinanza topografica suggeriscono forse una connessione alle monumentali terme di Antonino, infatti, si trova un’ampia
di questo settore con la vasta area di culto identificata nella area caratterizzata in età bizantina forse da tre o quattro chiese
vicina zona di Dermech e forse anche con la zona di Borj (fig. 5 n°12 e in particolare fig. 6). Due degli edifici religiosi
Jedid e Ard es Smachi42. sarebbero infatti stati distrutti per indagare la sottostante
necropoli punica46. La vasta area sepolcrale si sviluppava in
38. In generale per una raccolta di tutte le fortificazioni Nord connessione con la chiesa più antica di Dermech-Douimès I
Africane Pringle, Byzantine Africa. (datata tra la fine del IV secolo d.C. e gli inizi del V secolo
39. C. Balmelle, A. Ben Abed, A Bourgeois, H. Broise, J.-
P. Darmon, A. Rebourg, Recherches franco-tunisiennes sur la
colline de l’odéon à Carthage en 1991-1993, in VIe Colloque ques sur Carthage chrétienne (Études d’archéologie chrétienne
Afrique du Nord, Paris, 1995, p. 421-438, in particolare p. 437. Nord-Africaine. XXV), in AnTard, 5, 1997, p. 309-350 in
Nella domus sono state scavate 4 tombe anch’esse realizzate a particolare a p. 334.
cassa di pietra scavate nel terreno. La datazione non è fornita 43. Si veda a questo proposito Lantier, Notes de topographie car-
precisamente, si suggerisce genericamente forse il VII secolo. thaginoise, p. 27 n. 6, n°26. Si veda anche Stevens, Sepultures
Sembra che l’insula sia stata abbandonata definitivamente alla tardives, p. 210.
fine del VII secolo. Le tombe sono citate anche in Stevens, Sé- 44. Ancora in Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23,
pultures tardives, p. 213, n. 35. n°27. Si fa qui riferimento alla presenza di tombe in questo settore
40. Per l’ipotesi di identificazione con un possibile monastero si già in epoca precedente, tra il I e il II secolo d.C. Tombe cristiane
veda da ultimo L. Ennabli, La basilique de Carthagenna et le sono state segnalate nel sistema di canalizzazioni in relazione
locus des sept moines de Gafsa : nouveaux édifices chrétiens de alle cisterne note in quest’area (G. Vitelli, op. cit. (n. 34), p. 5).
Carthage, Paris, 2000 (Études d’Antiquités Africaines). Per E’ stata proposta l’esistenza di un edificio religioso in questa
un’analisi critica delle evidenze archeologiche ed una ri-lettura zona della città, si veda J. Vaultrin, Les basiliques chrétiennes à
interpretativa del monumento si veda la recensione di N. Duval, Carthage. Études d’archéologie et d’histoire 1930, in Revue
in AnTard, 8, 2000, p. 386-391, in particolare p. 390. Lo studioso Africaine, 73, 1932, p. 181-211, in particolare p. 209, n. 4: « Dans
propone che il complesso più che il Monastero di Bigua, data la cette même région il y avait un bassin carré d’origine chrétienne
incertezza dell’identificazione, dovrebbe essere indicato come dans les ruines d’un monument en forme d’hémicycle.» Delattre
“le monument à auges du quartier des villas” (p. 380). che scavò questa struttura la interpretò come un battistero. An-
41. Per l’identificazione con il Monastero di Santo Stefano che in Stevens, Sépulture tardives, p. 210.
M. Gauckler, Le quartier des Thermes d’Antonin et le couvent 45. J. Ferron, M. Pinard, Plaques de terre cuite préfabriquées
de Saint Etienne à Carthage, in BCTH, 1903, p. 410-420; Du- d’époque byzantine découvertes à Carthage, in Cahiers de Byrsa,
val, Études d’architecture chrétienne, p. 1096-1098. 2, 1951, p. 97, pl. 1. Citata anche in Stevens, Sépultures tardi-
42. L’ipotesi che tutto il settore sia da considerarsi una vasta area ves, p. 210.
sepolcrale in connessione con la Basilica di Dermech è stata già 46. Per una sintesi generale dell’area si veda Duval, Études d’ar-
avanzata in N. Duval, L’ état actuel des recherches archéologi- chitecture chrétienne, in particolare p. 1078-1098.
242 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002
è discussa; la trasformazione in basilica infatti risalirebbe presso il porto rettangolare (fig. 5 n°24)68 che si estendevano
all’età bizantina62. Infine nella stessa area, in rue Ibn Chabaat, anche nel tophet (fig. 5 n°25)69 e a sud del decumanus VI
nel Cardo XIII, è stato identificato un edificio circolare la sud (fig. 5 n°29) 70.
cui funzione religiosa, come nel caso del complesso posto I dati relativi a questo settore intra muros sembrano
presso il teatro, è dubbia63. evidenziare che le tombe di V secolo vennero scavate in un
settore della città completamente abbandonato, quelle più
3.9. Area dei porti tarde invece furono inserite in connessione con strutture
In questo settore sono stati individuati diversi gruppi di abitative e produttive ancora in uso nella stessa parte della
tombe, cronologicamente riferibili a due periodi: l’età città.
vandala e il VII secolo d.C. In questo stesso settore doveva inoltre trovarsi la vasta
Datate all’età vandala sono infatti alcune delle sepolture, area collinare di Koudiat el Hobsia, oggi completamente
caratterizzate da fosse terragne, rinvenute dentro il porto distrutta, comprendente forse un monastero e una vasta
circolare, sull’isolotto (fig. 5 n°22)64. Si tratta in questo caso necropoli cristiana71.
di un’area che, abbandonata dopo la conquista vandala, come
testimoniato dai dati archeologici, fu probabilmente IV. LE INUMAZIONI IN SPAZIO URBANO A CARTAGINE
TRA V E VII SECOLO: STATUS QUAESTIONIS
utilizzata, anche se sporadicamente con questa funzione. Va
inoltre segnalato che il limitato numero di sepolture registrato I dati evidenziati sebbene spesso sommari permettono
all’interno di questo complesso evidenzia che altre dovevano alcune considerazioni di carattere principalmente topografico
essere le aree cimiteriali in uso in questo periodo, sebbene e tipologico tenendo presente che si tratta di un lavoro in
pochi siano i dati relativi a sepolture databili a questa fase. fieri suscettibile di approfondimento72, ma già stimolante
Cinque tombe sono invece state scavate lungo il porto
rettangolare (fig. 5 n°23). Per queste ultime però è stata
porto circolare (nella zona sud est) da A. Merlin, Note sur les
proposta insieme alla datazione di V secolo al contempo
fouilles exécutées en 1908 dans la région de Carthage, in BCTH,
anche una cronologia all’età bizantina65. 1909, p. 51-53, in particolare p. 52. Si veda anche Stevens, Sé-
Tombe, tutte con cassa in pietra scavata nel terreno e pultures tardives, p. 211.
datate questa volta al VII secolo, furono inserite sia nei settori 68. Le tombe non sono descritte, né viene indicato il numero
produttivi a nord del porto (fig. 5 n°20)66 sia, nuovamente, preciso. Si veda L. E. Stager, Excavations at Carthage 1975. The
sull’isolotto circolare67, forse ancora nei magazzini voltati Punic Project: First Interim Report, in The Annual of the
American Schools of Oriental Research, 43, 1978, p. 151-170,
in particolare p. 153-161 Si veda anche Humphrey, Vandal and
62. La struttura è stata oggetto di discussione soprattutto per la Byzantine Carthage, in particolare p. 99.
sua fase più antica di IV/V secolo. E’ stato proposto infatti che 69. Le tombe, rinvenute in vecchi scavi, non sono descritte e la
avesse funzione religiosa anche nel suo impianto originale cronologia qui proposta è messa in relazione con la datazione
(L. Ennabli, La Basilique de Carthagenna, op. cit. (n. 40), p. 16 delle altre tombe rinvenute nell’area circostante. Si veda
s.). L’ipotesi pare poco convincente per la tipologia architettonica L. Poinssot, R. Lantier, cit. (n. 12). Le tombe nel tophet sono
del complesso, piuttosto allungata e poco adattabile alla funzione indicate anche in C. Charles-Picard, Carthage, Paris, 1951, p. 27.
di chiesa (cf. recensione di N. Duval, in AnTard, 8, 2000, p. 386- Qui viene proposto come cronologia il periodo dopo il III secolo,
391, qui p. 388). non su basi stratigrafiche, ma sull’idea che l’intero settore sarebbe
63. Si veda a questo proposito F. Rakob, Forschungen im stato abbandonato dopo il terremoto. Un’indicazione infine del
Stadzentrum von Karthago, in Röm. Mitt., 102, 1995, p. 435-461. rinvenimento di sepolture probabilmente tarde senza corredo nel
64. Queste tombe (3) sono datate alla seconda metà del V secolo tophet è in A. Merlin, Séance de la Commission de l’Afrique du
d.C. e sono state rinvenute nel settore nord est dell’isolotto. Si nord, in BCTH, 1943-1945, p. 457.
veda H. Hurst, Excavation at Carthage 1977-1978: Fourth Interim 70. Trincea scavata nella proprietà Ghali, si veda. C. Annabi, Ac-
Report, in Antiquaries Journal, 59, 1979, p. 19-50, in particolare tivités à Carthage : les sondages de sauvetage, in CEDAC, 1,
p. 38. Si veda anche Stevens, Sépultures tardives, p. 211. 1978, p. 19.
65. Si tratterebbe di tombe costruite in pietra. Per la datazione al V 71. Si veda in generale per la descrizione delle strutture (tombe
secolo si veda Stevens, Sépultures tardives, p. 24. Per la datazione con simboli cristiani, un edificio colonnato, un sarcofago
all’epoca bizantina si veda Ennabli, Carthage, 1997, p. 10, n. 17. bizantino) L. Carton, Documents pour servir à l’étude des ports
66. Si tratta di 10 tombe prive di corredo, Excavations at Car- et de l’enceinte, in Revue tunisienne, 1912, p. 35-56. Si veda
thage: the British Mission. 2, 1, p. 310. Anche in Stevens, Sé- anche P. Monceaux, in BCTH, 1916, p. 226 e Stevens, Sépultu-
pultures tardives, p. 211. Nello stesso settore, ma sul lato ovest res tardives, p. 212. Da ultimo H. Hurst [et al.], The Sanctuary
del porto è stata posizionata un’area sepolcrale cristiana (nella of Tanit at Carthage in the Roman period: a reinterpretation,
zona delle saline, fig. 5, n°21) riportata nella fig. 1 in L. Ennabli Portsmouth, 1999 (JRA. Supplementary series, 30), p. 84-90.
Carthage, 1997. 72. Si ritiene infatti che a completamento di questo lavoro
67. H. Hurst, cit. (n. 64), in particolare p. 41 e 44. Le sepolture preliminare sarà opportuno ampliare la ricerca includendo
vengono rinvenute principalmente nel settore nord est del porto. nell’analisi una rilettura anche delle necropoli extraurbane e forse
Di difficile datazione sono invece le tombe rinvenute sempre nel dei dati epigrafici già pubblicati.
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 245
per la comprensione dei fenomeni di trasformazione dello citati a nuclei sepolcrali ben organizzati, ma piuttosto a
spazio urbano. Si tralascerà di analizzare l’aspetto relativo sepolture occasionali distribuite in zone abbandonate
al carattere ideologico nel rapporto tra vivi e morti ed alla dell’abitato. Certo dovevano esserci delle aree cimiteriali in
sua evoluzione, già oggetto di numerosi studi negli ultimi uso dentro o fuori la città, ma i dati sono attualmente troppo
anni e spesso analizzato anche in rapporto al problema delle pochi e limitati per permettere di avanzare qualsiasi ipotesi.
sepolture intra muros tardo-antiche73. Subito dopo l’arrivo dei Bizantini sembra di identificare
Prendendo in esame innanzitutto soltanto le tombe per una riorganizzazione della prassi sepolcrale dentro la città e
cui è stata proposta una cronologia, è possibile identificare le tombe nello spazio urbano sono disposte intorno alle
diversi caratteri tra l’età vandala e bizantina. Il V secolo, chiese o a piccoli edifici religiosi, come nel teatro con
post conquista vandala, è il primo momento in cui si registra l’oratorium (fig. 5 n°5), sulla collina di Giunone presso un
l’invasione con nuclei sepolcrali di edifici pubblici o aree altro possibile oratorio (fig. 5 n°11) e nella basilica di
pubbliche, evidentemente non più utilizzati secondo le Dermech I (fig. 5 n°12), dove le sepolture erano dislocate
funzioni originarie. Le tombe sono però ancora raggruppate intorno all’edificio di culto. In nessun caso infatti a Cartagine
in settori destinati unicamente ai defunti, come l’isolotto all’interno dell’abitato sono registrate tombe disposte dentro
circolare abbandonato in questa fase, oppure dentro ad edifici la chiesa vera e propria, contrariamente a quanto evidenziato
non più in uso, ma ben circoscritti come potrebbe essere il in altre città africane. Inoltre quasi nulla si conosce sulla
caso dell’odeon. tipologia tombale delle sepolture relative al VI secolo; la
Dal punto di vista tipologico inoltre, le tombe vandale maggior parte delle inumazioni relative a questo periodo
disposte nell’isolotto circolare e quelle contemporanee messe sono attestate soltanto da documenti epigrafici76.
in luce a Salambo (fig. 5 n°26) sono tutte fosse terragne74. Tra la fine del VI e il VII secolo il panorama si trasforma,
Analogamente con semplici fosse sono descritte le sepolture analogamente a quanto viene registrato in tutti i settori della
rinvenute a nord, al di fuori delle mura, al punto 90 di Falbe, città non solo in relazione alle aree funerarie. In tutte le parti
dove è stata identificata la presenza di un nucleo sepolcrale scavate è stata registrata infatti una progressiva tendenza a
vandalo. In questo settore però le tombe sono talvolta in ridurre gli spazi, attraverso la costruzione di muri divisori,
fosse comuni, per questo è stato suggerito che i defunti come attestato per esempio nel settore produttivo a nord del
fossero stati vittime di un’epidemia. Un altro carattere porto circolare (fig. 5 n°20) 77 o nell’area a nord est
peculiare di questo cimitero è la presenza di un corredo dell’abitato (fig. 5 n°1b)78, e la progressiva commistione di
composto per lo più da semplici vasi in ceramica comune o piccoli ambienti produttivi legati ad aree residenziali. Per
da cucina75. quanto riguarda le sepolture, in questa fase sono noti nuclei
La povertà delle tombe intra muros vandale, ma anche la sepolcrali, o meglio probabilmente veri e propri cimiteri
loro sporadicità, non farebbe pensare, in questi esigui casi organizzati ai margini della città, come quello intramuraneo
presso il circo (fig. 5 n°27), della prima metà del VII secolo,
oppure nuclei di tombe posti in prossimità di aree abitative
73. Si veda in generale sul problema P.-A. Février, La tombe chré- e produttive. In entrambi i casi le sepolture non sembrano
tienne et l’au-delà, in Le temps chrétien de la fin de l’Antiquité
essere strettamente in relazione con la presenza di un edificio
au Moyen Âge, IIIe-XIIIe siècles, Paris, 1984, p. 163-183;
Ph. Ariès, L’homme devant la mort, Paris, 1977. Per un approccio religioso, sebbene, soprattutto nel caso del circo, l’area non
direttamente in relazione alle sepolture urbane si veda G. Cantino
Wataghin, C. Lambert, Sepolture e città. L’Italia settentrionale
tra IV e VIII secolo, in G. P. Brogiolo, G. Cantino Wataghin (a 76. Molte epigrafi funerarie rinvenute a Cartagine sono state
cura di), Sepolture tra IV e VIII secolo. 7° seminario sul tardo pubblicate. In particolare tutti i documenti epigrafici rinvenuti
antico e l’alto medioevo in Italia Centro Settentrionale, Mantova, nelle due necropoli extraurbane a nord dell’abitato in connessione
1998, p. 89-114. con la Basilica Maiorum e la cosiddetta Basilica di Santa Monica
74. Non si può specificare precisamente per la sepoltura rinvenuta sono state pubblicate in L. Ennabli, Les inscriptions funéraires
in uno degli ambienti della cosiddetta Basilica di Cartagenna, chrétiennes de Carthage. 1, La basilique dite de Sainte-Monique,
situata nella parte meridionale della città. Cf. supra n. 61. à Carthage, Rome, 1975 (CÉFR, 25) e L. Ennabli, Les inscrip-
75. Per un’analisi dettagliata di questo settore di scavo si veda tions funéraires chrétiennes de Carthage. 2, La basilique de
S. Dietz, S. Trolle, Premier rapport préliminaire sur les fouilles Mcidfa, Rome, 1982 (CÉFR, 62). Le epigrafi di diversa
danoises à Carthage: les campagnes 1975-1977, København, provenienza, intra ed extra muros, (comprese quelle la cui
1979. In particolare sulle sepolture si veda E. Poulsen, Tombs of provenienze non è più nota) sono state pubblicate in L. Ennabli,
the 4th-5th centuries AD in the Danish sector at Carthage, in Ca- Les inscriptions funéraires chrétiennes de Carthage. 3, op. cit.
hiers des études anciennes, 18, 1986, p. 141-154 e sull’area (n. 55).
cimiteriale S. T. Stevens, A Late Roman Urban Population in a 77. Si veda Excavations at Carthage: the British Mission. 2, 1.
cemetery of Vandalic date at Carthage, in JRA, 8, 1995, p. 263- L’intero complesso sembra essere stato abbandonato dopo il 660
270. Per una sintesi generale sullo scavo si veda S. Dietz, Le d.C.
secteur nord-est de la ville: Falbe point 90, in Pour sauver Car- 78. Si veda in generale Humphrey, Vandal and Byzantine Car-
thage, op. cit. (n. 5), p. 263-270. thage, in particolare p. 103-106.
246 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002
sia stata indagata in maniera approfondita e non sia possibile degli ex-edifici pubblici e il loro utilizzo a partire dall’età
escludere assolutamente questa eventualità. tardoantica, alla possibile esistenza di una commercia-
Osservando la tipologia delle tombe scavate, datate a lizzazione organizzata anche dei materiali di spolio, a se-
questo periodo, nella necropoli presso il circo quasi tutte le conda delle necessità dei singoli acquirenti88. Nel processo
inumazioni di adulti sono caratterizzate da casse con pareti di trasformazione dei paesaggi urbani del resto i complessi
di pietra scavate nel terreno, rare quelle in anfore, per lo più per lo spettacolo, abbandonati principalmente per un
contenenti bambini o donne. Le tombe descritte sono progressivo distacco dalla tradizione ideologica ad essi
principalmente quelle classificate dal Duval, nella tipologia connessa, ebbero spesso principalmente un utilizzo come
da lui elaborata sulle tombe cristiane in Nord Africa, come cava di materiale89. Analoga a quella del circo, potrebbe,
a cassa in pietra (coffres de pierre) e indicate come le più per esempio essere la situazione registrata nel teatro, dove
comuni, principalmente utilizzate nelle pavimentazioni delle la metà ovest della cavea viene progressivamente smantellata.
chiese79. Questa tipologia tombale è registrata nel VII secolo E’ difficile infatti pensare che si tratti dell’intervento libero
a Cartagine in più settori: nell’area dei porti, in particolare a e indiscriminato dei cittadini, ma è più logico supporre che
nord del porto circolare (fig. 5 n°20)80, al centro dell’isolotto esistesse un controllo programmato di queste forme di
(fig. 5 n°22)81; nella parte nord della città sia a Teurf el Sour “degrado”, di “destrutturazione” della città antica, coma già
(fig. 5 n°1a)82, a nord ovest, sia nello scavo canadese, a nord proposto per la Roma altomedievale dal Delogue
est (fig. 5 n°1b)83 e a sud a Salammbo (fig. 5 n°26)84. Questa probabilmente da parte di chi governava la città. Del resto il
evidenza archeologica che sembra accomunare tipo- tracciato viario che conduceva al circo era in uso ancora nel
logicamente molte delle tombe urbane di questo periodo non VII secolo, sebbene la struttura di fatto avesse perso
sembra poter essere considerata come una caratteristica dis- completamente la sua funzione originaria, acquisendo quella
criminante e sembra difficilmente far pensare alla di area di necropoli e forse residenziale90 Inoltre strade e
presenza di vere e proprie tombe privilegiate intra muros, tracciati viari vengono ancora restaurati dalla seconda metà
come suggerito in passato 85. Piuttosto sembra lecito del VI secolo, come nel caso del cardo III est che doveva
ipotizzare, come già supposto nel caso di Roma86, che ci ancora avere il sistema fognario funzionante nel VII secolo91,
fosse un sistema organizzato finalizzato alla regolazione ed o realizzati ex novo, come nell’area di Salambo (fig. 5
alla gestione di determinate aree sepolcrali anche negli spazi
urbani, forse talvolta non in evidente connessione con edifici
religiosi. Questa evidenza del resto, come suggerito per il 88. Per un’analisi dei testi giuridici connessi con la legislazione e
caso romano, potrebbe giustificare la presenza di sepolture la circolazione dei materiali di reimpiego si veda H. Saradi-
in sarcofagi di pietra registrate nella necropoli del circo; è Mendelovici, Christian Attitudes toward Pagan Monuments in
pensabile infatti che, almeno per un periodo, ci fosse Late Antiquity and their Legacy in later Byzantine Century, in
un’organizzazione che provvedeva alla vendita di questi DOP, 44, 1990, p. 47-61, in particolare p. 51 s. Per una
materiali e probabilmente allo scavo ed alla costruzione delle discussione generale più ampia circa il riuso degli edifici pubblici
tombe87. Questa ipotesi spinge a considerare anche un e una raccolta dell’apparato legislativo si veda G. Cantino
Wataghin, ...Ut haec Christo Domino in ecclesiam consecratur:
secondo aspetto legato ai materiali utilizzati. Nel caso del
il riuso cristiano di edifici antichi tra Tarda Antichità e Medioevo,
circo le tombe erano interamente costruite con blocchi di
in Ideologie e pratiche del reimpiego nell’Alto Medioevo, Spoleto,
riutilizzo, per lo più semplici e squadrati, in un solo caso è 1999 (Settimane CISAM, 46), t. 2, p. 673-751.
stato registrato un frammento di cornice riutilizzato. Questa 89. Gli edifici per lo spettacolo acquisiscono in primo luogo un
evidenza potrebbe far pensare, in via del tutto ipotetica e da uso “in negativo” diventando cava di materiale; nel processo di
approfondire forse anche attraverso il supporto di fonti destrutturazione essi vengono poi trasformati principalmente con
legislative che chiariscano la questione relativa alla proprietà tre funzioni: fortificazioni, luoghi di sepoltura, luoghi di abita-
zione (si veda a questi proposito M. P. Del Moro, Spoliazione,
rioccupazione, obliterazione: modalità di reimpiego degli edifici
79. Duval, Nécropoles chrétiennes, p. 196. da spettacolo in età tardoantica e altomedievale, in DOMUM
80. Cf. supra n. 66. TUAM DILEXI: Miscellanea in onore di Aldo Nestori, Città del
81. Cf. supra n. 67. Vaticano, 1998 (Studi di Antichità Cristiana, 53), p. 265-281.
82. Cf. supra n. 22. 90. Per Roma altomedievale si veda P. Delogu, Solum imperii,
83. Cf. supra n. 25. urbs ecclesiae : Roma fra tarda antichità e alto Medioevo, in
84. Cf. supra n. 24. Sedas regiae, 2000, p. 83-108. Per il circo di Cartagine si veda
85. Stevens, Sépultures tardives, p. 216. Si mette in risalto il fatto The Circus and the Byzantine Cemetery at Carthage, op. cit.
che spesso queste tombe intra muros sono meglio costruite e più (n. 28), p. 71.
protette di quelle situate al di fuori della cinta urbica. 91. Le case abbandonate in questo settore della città, tra decumano
86. R. Meneghini, R. Santangeli Valenzani, cit. (n. 1), p. 265. VI e cardo III, furono rioccupate nel VII secolo. Le strutture
87. Anche questa tipologia di sepoltura è indicata come solitamente costruite in crudo furono collegate con la canalizzazione del
privilegiata e più frequente negli edifici di culto (Duval, Nécro- cardine evidentemente ancora in uso (Humphrey, Vandal and
poles chrétiennes, p. 195). Byzantine Carthage, p. 106).
An Tard, 10, 2002 L’INUMAZIONE IN “SPAZIO URBANO” A CARTAGINE TRA V E VII SECOLO D.C. 247
n°26)92, nel cardo III93, a sud94 e a nord del porto circolare95, Bou Said, si trovano diverse aree di sepoltura come Dar
e forse nel settore prossimo al cardo X est 96. Questo Bou Kris, Koudiat Zateur, per cui è stata proposta un
fenomeno sembra suggerire che si cercasse di salvare datazione all’età vandala e Sanjet Kodia riferita all’età
l’assetto urbanistico della città, realizzando in maniera bizantina99. Nello stesso periodo è imponente anche la
programmata la sua trasformazione. necropoli e la Basilica annessa di Damous el Karita, posta
Considerando poi le tombe, sempre di VII secolo, disposte in un’area più prossima al circuito delle mura100. Ad ovest,
intorno all’area dei porti, esse sembrano essere caratterizzate tra La Marsa e la Malga sorgeva un’altra area sepolcrale
da piccoli gruppi di più sepolture. I dati a disposizione con complesso basilicale, Bir Ftouha, corrispondente
dunque non permettono per il momento nemmeno di probabilmente alla Mensa Cypriani, anch’essa in uso in età
escludere che anche in questo caso, essendo esse sempre bizantina101.Tra gli edifici religiosi con necropoli annesse si
casse con pareti in pietra, non si tratti di piccole aree di trovano nello stesso settore, più a nord est anche la Basilica
sepolture organizzate, in stretta connessione con le zone Maiorum e quella detta di Santa Monica102. In particolare
abitative, ma forse non direttamente con edifici religiosi per questi due cimiteri, in uso già nel IV secolo, sono state
come nel caso del circo. pubblicate le iscrizioni funerarie, che sembrano suggerire
Confrontando, infine, gli elementi fin qui considerati con una riduzione di attestazioni tra la fine del VI secolo e l’inizio
quelli relativi ai nuclei sepolcrali extraurbani, emerge del VII secolo103. Questa riduzione potrebbe essere spiegata
l’esiguità numerica delle aree funerarie nello spazio urbano, come il sintomo di una crisi della prassi epigrafica, sicura,
rispetto invece alle numerose necropoli extramuranee fino ad esempio, per Roma in questi secoli104.
ad oggi note; tale comparazione del resto ci induce a riflettere Del resto l’esistenza di una ricca committenza, ancora
sull’entità del fenomeno delle sepolture urbane. nel VII secolo, è attestata per esempio più a sud-est ma
Di difficile definizione cronologica sono le zone di sempre al limite nord dell’abitato, nell’area di Sayda, dove
sepoltura cristiana, per lo più già in uso come necropoli
pagane, disposte sul lato ovest esterno alla città, come il
cimitero degli officiales a Bir el Jebbana e Bir es Zitoun97, o
la necropoli in prossimità della cosiddetta villa di 99. Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23; una sintesi
è anche in L. Ennabli Carthage, 1997, p. 15-17. Qui sono
Scorpianus98. Non si è a conoscenza in questa parte del
proposte le datazioni all’età vandala e bizantina per i due nuclei
suburbio dell’esistenza di edifici cristiani che possano essere sepolcrali, ma non viene data indicazione circa i dati utilizzati
connessi con le necropoli, ma del resto questo settore (sia per proporre tale cronologia.
dentro che fuori le mura non è stato indagato in maniera 100. Per una sintesi generale di inquadramento del monumento si
sistematica) è solo limitatamente conosciuto. Nel suburbio veda Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1107-1115.
settentrionale, ad una discreta distanza dalle mura, lungo la 101. Questo complesso è stato scavato solo in minima parte
moderna strada Tunisi–La Marsa, tra Koudiat Zateur e Sidi A. L. Delattre, Lettre sur les fouilles de Bir Ftouha, in CRAI,
1928, p. 252 (in cui viene anche proposto che si tratti di un edificio
termale); si veda anche L. Poinssot, R. Lantier, L’archéologie
92. Excavations at Carthage: the British Mission. 1, 1. chrétienne en Tunisie (1920-1932), in Atti del III Convegno
93. Un tratto di canalizzazione per un tratto del cardo III Internazionale di Archeologia cristiana, Roma, 1934, p. 387-
(Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 104). 410 e Duval, Études d’architecture chrétienne, p. 1119-1120. Uno
94. Questo settore fu scavato da Saumagne alla ricerca del cardo scavo recente di S. Stevens ha permesso di ritrovare la vasta
finitimus e fu trovato un tratto di strada interamente realizzato basilica vista parzialmente dal Gauckler.
con materiale di riutilizzo e coperto con uno strato di abbandono 102. Per una sintesi generale sulle due strutture si veda Duval,
contenente materiale ceramico bizantino e arabo (Ch. Saumagne, Études d’architecture chrétienne, p. 1103 s. e p. 1116 s.
Notes de topographie cartaginoise, in BCTH, 1930-1931, p. 657). 103. L. Ennabli, Les inscriptions funéraires chrétiennes de Car-
95. Il cardo XIV fu completamente ricostruito nel pieno VI secolo thage. 1, op. cit. (n. 76) e L. Ennabli, Les inscriptions funéraires
(Humphrey, Vandal and Byzantine Carthage, p. 108). chrétiennes de Carthage. 2, op. cit. (n. 76). La maggior parte
96. Un sondaggio di emergenza ha portato alla luce la presenza delle epigrafi rinvenute in questi contesti sepolcrali sono riferite
del tracciato viario pavimentato in due fasi successive in calce e al VI secolo d.C.
poi in lastre. La cronologia fornita per le due fasi di 104. Sull’analisi della prassi epigrafica cristiana a Roma a partire
ripavimentazione è genericamente vandala e bizantina (si veda il dal IV secolo si veda C. Carletti, Epigrafia dei cristiani a Roma
sondaggio in rue de l’Amirauté in S. Ellis, cit. (n. 58), p. 16-17). nell’età post-costantiniana. Prassi e ideologia, in Atti dell’XI
97. Si veda Lantier, Notes de topographie carthaginoise, p. 23; congresso internazionale di epigrafia greca e latina, Roma, 1999,
una sintesi è anche in L. Ennabli Carthage, 1997, p. 15-17. p. 591-602; la versione più ampia pubblicata in C. Carletti, Un
98. Cf. J. Rossiter, Excavations at the villa of Scorpianus 1994, in mondo nuovo. Epigrafia funeraria dei cristiani a Roma in età
CEDAC, 15, 1996, p. 40-43. Dai dati archeologici sembra che post-costantiniana, in Vetera Christianorum, 35, 1998, p. 39-67
l’area sia stata abbandonata nel IV secolo e poi convertita ad uso e da ultimo C. Carletti, Dalla pratica aperta alla pratica chiusa.
funerario (p. 42). Nella rilettura seguita allo scavo è stato Produzione epigrafica a Roma tra V e VIII secolo, in Roma
ipotizzato che non si tratti di una villa privata, ma piuttosto di un nell’alto medioevo, Spoleto, 2001 (Settimane CISAM, 49),
vasto edificio termale forse pubblico (p. 42). p. 325-392.
248 ANNA LEONE An Tard, 10, 2002
in connessione con un edificio di culto, si registrano poche cimiteri, come nella zona di Dermech e nei cosiddetti
ricche tombe come la cappella di Asterius, datata proprio al monasteri a nord della città, nonché la attestazione di aree
VII secolo. Di contro nel suburbio meridionale si trova la sepolcrali ridotte, come nel caso della zona dei porti, o più
zona di Koudiat el Hobsia (oggi distrutta) 105, forse vaste, come nel cimitero del circo, ma non sempre in
caratterizzata da un monastero ed un cimitero e ancora sono relazione con edifici di culto. Sembra che la struttura
attestate aree sepolcrali a sud ovest in prossimità del moderno organizzativa della città sopravviva, i tracciati viari in alcuni
villaggio di Douar el Chott106. Sempre nel VII secolo nel casi vengono restaurati e mantenuti in vita e in altri invece
suburbio meridionale è testimoniata invece una fase con un vengono talvolta obliterati, come nel quartiere di Magone108;
ampio numero di deposizioni presso la Basilica cimiteriale, questi fenomeni sono ovviamente condizionati e determinati
forse doppia, di Bir el Knissia che, costruita tra fine V e dalle necessità della nuova città e dei suoi spazi di
inizio VI secolo, è interessata proprio a partire dalla fine del frequentazione.
VI secolo da una fase di ampliamento107. Infine in pochi casi si sono identificate tombe che
Dal punto di vista topografico i dati a disposizione non potrebbero essere riferite all’epoca araba, presso l’edificio
permettono di valutare pienamente l’evoluzione dell’assetto circolare, presso il c.d. Monastero di Bigua, nel battistero
urbano. Non si è in grado per esempio di specificare se i sotteraneo del Lycée (Saydah) e nel quartiere di Magone.
quartieri residenziali a nord della città, progressivamente Altre sepolture, datate però forse al XIII secolo, sarebbero
invasi da tombe, siano stati completamente abbandonati o state rinvenute ai piedi della collina di Byrsa. Anche in
siano sopravvissuti almeno in parte. Le evidenze questi casi si tratterebbe di tombe ben costruite realizzate
spingerebbero a pensare ad una continuità di vita di questi con blocchi di riutilizzo109. L’esiguità dei dati ovviamente
settori urbani, in connessione però con la presenza di un non permette alcuna considerazione in proposito, sebbene
edificio religioso con una necropoli. E’ per esempio vada evidenziata la corrispondenza tipologica di queste
l’immagine che emerge dai dati del teatro: invaso da sepolture con quelle di VII secolo, suggerendo forse un
sepolture in età bizantina, mentre nel vicino odeon si protrarsi anche in età araba di un sistema programmato e
registrano quartieri abitativi. La differenza significativa che organizzato dentro la città.
sembra identificabile tra il VI e il VII secolo è la progressiva
riduzione degli spazi dei vivi e l’occupazione di questi con Leicester University