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L’adolescenza…
L’adolescenza è considerata l’ultima fase del periodo evolutivo della parsona. Essa
ha caratteristiche precise e una durata che varia secondo la cultura d’appartenenza e
che tende ad aumentare man mano che una società si evolve. Ciò è legato al fatto che
il periodo formativo dell’individuo si allunga in base al progresso culturale,
determinando anche il prolungarsi della dipendenza economica dell’adolescente.
L’autonomia oggettiva e quella economica sono i due indici fondamentali che ci
permettono di stabilire il superamento di questa fase e l’ingresso nell’età adulta.
Quanto più il rapporto simbiotico è stato profondo e vissuto intensamente, tanto
prima si manifesteranno nel bambino comportamenti e attiggiamenti di insofferenza e
di critica nei confronti dei genitori. Potremmo così osservare che in alcuni casi questi
aspetti iniziano a minifastarsi intorno ai 9 anni, quando il bambino si trova in quarta
elementare.
La psicoanalisi afferma che l’adolescenza è la fase in cui vengono riattivati tutti i
conflitti non risolti delle fasi precedenti. Ciò in parte spiega gli atteggiamenti spesso
contraddittori tipici dell’adolescente.
Il compito evolutivo fondamentale di questa fase è il distacco, cioè la modificazione
della relazione con le figure genitoriali che è necessaria perché l’adolescente
sperimenti di avere le capacità necessarie ad affrontare le situazioni di vita in prima
persona.
Così osserviamo che tutto ciò che dice il genitore, le sue opinioni e in particolare le
sue proibizioni, non vengono accettate, ma vengono messe in discussione proprio in
quanto provenienti dal genitore.
In realtà l’identità dell’adolescente è ormai strutturata nelle sue linee essenziali sulla
base delle indentificazioni con le figure genitoriali. Ma l’adolescente ha necessità di
sperimentare che il suo comportamento e il suo modo di pensare sono una scelta
personale, deve cioè riappropriarsi del suo modo di essere.
In linea generale, secondo la spicoanalisi, l’adolescenza è l’ultima occasione che
l’individuo ha per risolvere i conflitti non risolti nelle fasi precendenti.
Purtroppo l’atteggiamento degli adulti che li stanno vicino si ripropone identico a
come si è proposto nel passato e ciò costituisce il più grave impedimento alla
possibilità di trovare una nuova soluzione a tali conflitti.
Nella fase adolescenziale considerata nel suo insieme l’individuo deve riuscire ad
integrare a livello psichico la figura materna e quella paterna, cioè essere capace di
riconoscere i propri bisogni senza spaventarsi e di accettare di poterli soddisfare
tenendo conto dei limiti della realtà.