Vous êtes sur la page 1sur 3

Lo sviluppo psico-sessuale.

La modalità relazionale si modifica secondo le fasi di sviluppo e secondo le


esperienze di vita. La prima fase è quella orale: essa va dalla nascita fino a un anno e
mezzo circa. In questo periodo il bambino porta tutto alla bocca (sia oggetti esterni
che parti del suo corpo o del corpo della madre). Ciò serve loro per relazionarsi con
questi oggetti e per conoscere le loro caratteristiche. L’aspetto che caratterizza quindi
questa prima modalità è quello del “portare dentro di sè”. Essa si realizza anche
attraverso tutti gli altri sensi. Nel secondo semestre di vita comincia a comparire in
modo più evidente l’aggresività attraverso il bisongo di mordere.
Dall’anno e mezzo ai 3 circa osserviamo la fase anale. In questo periodo si
sviluppano particolarmentele capacià motorie e neurologiche che permettono al
bambino movimenti sempre più complessi (camminare, correre, saltare, arrampicarsi)
e di acquisire il controllo sfinterico. Tutto questo fa si che il bambino scopra di avere
una volontà e un potere indipendente da quello della madre.
Il modo si relazionarsi in questa fase sarà dunque caratterizzato dal possesso-potere.
Egli cioè vorrà esercitare un potere anche sulle altre persone e un possesso sia nei
confronti delle persone, che degli oggetti. È il pariodo in cui la madre deve essere a
sua disposizione: il bambino ha iniziato a distinguere la propria individualità da
quella della madre, ma non è disposto a riconoscere dei propri bisogni. In questo
modo essa sibenta un oggetto a disposizione pei il proprio soddisfacimento e verso il
quale esprime la sua gelosia.
Anche gli oggetti sono suoi (è MIO!) e con essi può fare ciò che vuole, quindi anche
distruggerli.
Dal punto di vista del linguaggio, egli esprime l’affermazione della sua infividualità
attraverso il “NO!”, con il quale si contrappone all’individualità e alla volontà
dall’altro. In questo periodo la figura materna inizia a fare delle richieste e a porli dei
limiti tra cui il controllo degli sfinteri: se il bambino avrà sperimentato nella fase
precedente una sufficiente disponibilità affettiva e relazionale da parte della madre,
sarà anch’egli disponibile a soddisfare le richieste che li vengono fatte. In particolare
per quanto riguarda i suoi bisogni fisiologici, sarà disposto a regalare alla madre le
sue feci.
Intorno ai 3 anni diventa consapevole del suo corpo in modo più completo: scopre le
differenze sessuali. È l’inizio della fase FALLICO-EDIPICA, che si conclude intorno
ai 6 anni. In questo periodo il bambino tende ad imitare gli atteggiamenti e le attività
dei genitori in modo sempre più preciso, dando preferenza ai comportamenti del
genitore dello stesso sesso, col quale finirà per identificarsi se lo sviluppo psichico
seguirà un percorso normale.
Dal punto di vista relazionale la femmina inizia a mostrare un interesse particolare
per il padre nel quale ricerca il contatto fisico e le manifestazioni affettuose; mostra
gelosia e rivalità nei confronti della madre. Lo stesso accade per il maschio nel
rapporto con la madre; essi entrano in rivalità nei confronti della madre. In questo
momento il bambino si relaziona ancora in termini duali, cioè concepisce la relazione
in modo ristretto a due sole persone: LUI E L’ALTRO.
Da una parte è importantissimo che i genitori rispondano al figlio in modo da
valorizzarlo, cioè da comunicargli che è BELLO, BRAVO, CHE POTRà
DIMVENTARE COME LORO; dall’altra parte il genitore del sesso opposto non
dovrà dare spazio ad ambiguità, ma dovrà comunicare al figlio che il proprio partner
sessuale è l’altro genitore e riportare il figlio al suo corretto ruolo all’interno della
famiglia. Ciò fa si che il bambino faccia un salto di qualità nel modo di percepire la
relazione e impari a entrare in una relazione triangolare. Da quì prenderà avvio la
distinzione tra la sessualità erotica, quella vissuta con il proprio partner e la sensualità
tenera vissuta con amici e parenti. Se i genitori saranno capaci di aiutare il figlio a
“capire” che non può soddisfare tutti i propri bisogni relazionali con loro, egli potrà
sviluppare la sua capacità di aprirsi alle relazioni sociali (amici, gruppo sportivo,
scuola ecc.) e potrà sviluppare la sua intelligenza attraverso la conoscenza.
Quando in famiglia un genitore chiede inconsciamente al proprio figlio di starli
vicino psicologicamente come un partner, il figlio vivrà una confusione del proprio
ruolo e accentuerà un incesto psicologico, che avrà conseguenze più o meno gravi nel
suo successivo inserimento sociale.
Dai 6 agli 11 anni il bambino attraversa la FASE DI LATENZA, che Freud ha
chiamato così per sottolineare il fatto che la sessualità non si manifesta in modo
esplicito. La proibizione dell’incesto favorisce nel bambino lo sviluppo della capicità
di stare in ambiti sociali estreni alla famiglia (scuola, gruppo sportivo, gruppo di
amici ecc.) e di sviluppare il pensiero logico-razionale e l’interesse per la conoscenza
(es. apprendimento scolastico e interessi personali).
Dopo gli 11 anni con la pubertà, l’individuo entra nell’ultima fase di sviluppo della
sessualità: la FASE GENITALE. Essa comprende e integra tutte le fasi precendenti e,
dice Freud, le sottomette al primato della genitalità. La sessualità dell’individuo si
esprimerà così attraverso tutte le modalità acquisite via via nelle fasi precedenti e in
più acquisterà le caratteristiche di quella adulta.

L’adolescenza…
L’adolescenza è considerata l’ultima fase del periodo evolutivo della parsona. Essa
ha caratteristiche precise e una durata che varia secondo la cultura d’appartenenza e
che tende ad aumentare man mano che una società si evolve. Ciò è legato al fatto che
il periodo formativo dell’individuo si allunga in base al progresso culturale,
determinando anche il prolungarsi della dipendenza economica dell’adolescente.
L’autonomia oggettiva e quella economica sono i due indici fondamentali che ci
permettono di stabilire il superamento di questa fase e l’ingresso nell’età adulta.
Quanto più il rapporto simbiotico è stato profondo e vissuto intensamente, tanto
prima si manifesteranno nel bambino comportamenti e attiggiamenti di insofferenza e
di critica nei confronti dei genitori. Potremmo così osservare che in alcuni casi questi
aspetti iniziano a minifastarsi intorno ai 9 anni, quando il bambino si trova in quarta
elementare.
La psicoanalisi afferma che l’adolescenza è la fase in cui vengono riattivati tutti i
conflitti non risolti delle fasi precedenti. Ciò in parte spiega gli atteggiamenti spesso
contraddittori tipici dell’adolescente.
Il compito evolutivo fondamentale di questa fase è il distacco, cioè la modificazione
della relazione con le figure genitoriali che è necessaria perché l’adolescente
sperimenti di avere le capacità necessarie ad affrontare le situazioni di vita in prima
persona.
Così osserviamo che tutto ciò che dice il genitore, le sue opinioni e in particolare le
sue proibizioni, non vengono accettate, ma vengono messe in discussione proprio in
quanto provenienti dal genitore.
In realtà l’identità dell’adolescente è ormai strutturata nelle sue linee essenziali sulla
base delle indentificazioni con le figure genitoriali. Ma l’adolescente ha necessità di
sperimentare che il suo comportamento e il suo modo di pensare sono una scelta
personale, deve cioè riappropriarsi del suo modo di essere.
In linea generale, secondo la spicoanalisi, l’adolescenza è l’ultima occasione che
l’individuo ha per risolvere i conflitti non risolti nelle fasi precendenti.
Purtroppo l’atteggiamento degli adulti che li stanno vicino si ripropone identico a
come si è proposto nel passato e ciò costituisce il più grave impedimento alla
possibilità di trovare una nuova soluzione a tali conflitti.
Nella fase adolescenziale considerata nel suo insieme l’individuo deve riuscire ad
integrare a livello psichico la figura materna e quella paterna, cioè essere capace di
riconoscere i propri bisogni senza spaventarsi e di accettare di poterli soddisfare
tenendo conto dei limiti della realtà.

Le trasformazioni fisiche dell’adolescente…


Tutto lo sviluppo dell’adolescente si collega sempre a dei vissuti psichici e in
definitva ad una elaborazione dell’identità sessuale. Se l’individuo ha vissuto in
modo sufficientemente libero dai conflitti la strutturazione e la propria identità
sessuale (fase edipica), non avrà particolari problemi nelle trasformazioni corporee
che avvengono in questa fase.
Se invece durante la fase edipica ci sono stati conflitti profondi, l’individuo avrà
problemi nell’accettare queste trasformazioni.

Vous aimerez peut-être aussi