3 editoriale.
qxd:prova first 1 19-11-2010 12:36 Pagina 3
EDITORIALE [ di Francesco Bogliari, direttore responsabile ]
Le partite Iva
non sono tutte uguali
“
“Con la fattura sono 120. Senza sono 100”. Quante volte ci
siamo sentiti dire questa frase dall’idraulico, dall’elettrici-
sta, dal medico, dall’avvocato, dall’artigiano ecc. E quante
volte abbiamo resistito alla tentazione di risparmiare quei
20 euro? Quanti di noi hanno eroicamente risposto: “Mi
faccia la fattura comunque, anche se non posso scaricarla;
mi scusi ma è una questione di principio”. Eh, scagli la
prima pietra…
Provate a immaginare invece la stessa frase pronunciata
dal consulente aziendale al suo committente: “La mia con-
sulenza informatica costerebbe 1.200 euro, ma se non
vuole la fattura e me la paga in contanti fanno 1.000”.
Ecco, questa frase non può essere pronunciata perché que-
sta situazione non esiste in natura.
La prestazione professionale erogata all’azienda deve
essere fatturata perché l’azienda deve riportarla tra i suoi
costi al fine di abbassare il reddito su cui verranno calco-
late le imposte. La prestazione professionale erogata al
privato cittadino dovrebbe per legge essere fatturata,
ma dato che il cittadino non può scaricare quel costo
dalla sua dichiarazione dei redditi scatta la “combinazio-
ne di interessi” tra venditore e compratore: il primo non
paga tasse perché non dichiara, il secondo acquista il
servizio a un costo inferiore.
Ecco quindi che si crea una forte distonia all’interno del
mondo dei professionisti: esistono quelli che possono
evadere e quelli che non possono farlo. E questa distonia
va segnalata all’opinione pubblica, perché non si può più
continuare a sentir dire che “gli autonomi” tout court
“sono tutti evasori”. Ci sono autonomi evasori e autono-
mi non evasori. Tra questi ultimi i professionisti fornitori
di servizi alle imprese.
Mettiamo subito in chiaro le cose: questa rivista è per il
rispetto della legge, non incentiverà mai in nessuna
forma, diretta o indiretta, l’evasione o l’elusione fiscale,
non dirà mai che se le tasse sono elevate è giustificato non
pagarle. Aiuterà solo il professionista contribuente a ope-
rare al meglio nei limiti che gli consente la legge, sugge-
rendogli tutte le opportunità previste dalla legge stessa.
IL GIORNALE DELLE PARTITE IVA
3 / dicembre 2010
La nostra posizione è, molto semplicemente, che le tasse
devono pagarle tutti e solo in questa maniera tutti
potranno pagarne di meno. Non è moralmente, economi-
camente e politicamente concepibile che un Paese come il
nostro sia schiacciato da un’evasione fiscale dall’entità
enorme riportata nelle pagine seguenti.
Siccome una quota dell’evasione (non la totalità – il
grosso lo fanno le operazioni offshore nei paradisi fisca-
li) si annida in una certa tipologia di lavoro autonomo, a
contrastarla basterebbero semplici iniziative legislative.
Quelle che vanno sotto il nome di “contrasto di interessi”.
Le lasciamo spiegare a quel pericoloso sovversivo guerri-
gliero terrorista brigatista che risponde al nome di Bruno
Tabacci, che così scriveva nel maggio 2005: “Poiché non
dobbiamo fare un richiamo di tipo etico, dobbiamo fissa-
re delle regole che costringano i cittadini a marciare drit-
to, l’unica regola che può essere introdotta è quella del
contrasto di interessi. Il contrasto di interessi si costruisce
sul gioco delle detrazioni. Se il cittadino A fornisce una
prestazione al cittadino B, il cittadino B ha il diritto di
avere il documento che comprova quella prestazione che
lui ha pagato per il solo fatto che, a sua volta, la porta in
detrazione: questo è il principio cardine, che nel nostro
sistema fiscale non c’è e che va introdotto. Se noi questo
lo facessimo accadrebbe, per incanto, quello che abbia-
mo potuto verificare quando negli anni scorsi si è intro-
dotto quel beneficio fiscale legato alle piccole opere edili
che si facevano nelle nostre abitazioni, andando a smuo-
vere un settore che era tutto in nero e che ha cominciato
ad emergere. Quindi è una battaglia che si deve fare,
perché noi siamo subissati da queste esperienze, dal
mattino quando ci alziamo ed entra l’idraulico e ti fa la
domanda se ‘la vuoi con la fattura o senza’, alla sera
quando andiamo davanti al notaio a dichiarare il falso in
un passaggio di proprietà immobiliare”.
Semplice, direte voi, giusto, onesto. Che ci vuole? Già, che
ci vuole. Ci vuole la volontà politica di farlo. Ma questo è
un altro discorso.