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SFIGATI D.O.C.
ESCORT E FIGLI DEL BENESSERE
SFIGATI D.O.C.
ESCORT E FIGLI DEL BENESSERE
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certo, questi bravi dottori non sanno che Sasà Puntorelli non è un
uomo comune. È uno sfigato D.O.C., cioè uno di quelli che soffre
di disturbo ossessivo compulsivo da sfiga.
In parole povere, è perseguitato dalla sfortuna solo a causa del
suo modo di pensare, che a sua volta influenza il suo modo di
agire, che a sua volta condiziona il suo comportamento,
caratterizzandolo appunto come uno “sfigato D.O.C.”.
Nonostante ciò, di tutti i ragazzi con cui sono cresciuto fin dalla
tenera età, quindi, di quelle persone che potrei definire vecchi
amici, lui è proprio l’unico, o meglio l’ultimo, a cui sono rimasto
legato.
Sasà non è brutto, ma troppi difetti giocano a suo sfavore,
insomma, la vita rema contro di lui, costringendolo a faticare per
nuotare controcorrente. Come un salmone che risale un fiume per
deporre le uova e morire, uno sfigato D.O.C deve faticare per
raggiungere qualunque obiettivo si prefigge.
Per un poveretto come lui, perfino il controllo del linguaggio è
stato un problema. Infatti, fino a qualche anno fa balbettava ogni
volta che perdeva le staffe, per questo motivo fin dalla tenera età
gli è stato affibbiato il soprannome Sa – sa (Sasà). Comunque,
grazie al mio generoso impegno economico, è riuscito a
sorpassare il problema, dopo lunghissime sedute da uno dei
migliori logopedisti della città. Sinceramente, ho pagato la sua
terapia affinché conversare con lui sia per me meno snervante. È
stato un gesto di falsa carità messo in atto solo perché la cosa mi
torna utile.
Per tutti i figli della società del benessere, Sasà non è altro che
un tipo rozzo, squattrinato e malvestito che deve faticare per
raggiungere i livelli standard della pura sussistenza. Io, invece,
miei stimati lettori, sono il suo esatto opposto, quindi penso che
l’unico vero motivo per cui continuo a frequentarlo è perché mi
fornisce erba buonissima e cocaina di ottimo taglio. Sasà smercia
lo sballo migliore di tutta la città, ma quel poco di attività illecita
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che svolge non gli frutta grossi guadagni. Insomma, come piccolo
imprenditore nel campo delle cosiddette attività illecite il mio
vecchio amico non è mai stato abile.
Alcuni scienziati sostengono che gli esseri umani nascono tutti
con le stesse potenzialità, ovvero: “le nostre abilità, sono solo
frutto dell’apprendimento”. Io credo fermamente nella teoria
opposta, ovvero quella della “trasmissione genetica delle doti
intellettive, delle abilità, e perfino della fortuna (e della
sfortuna)”.
Sasà è stato predestinato ad una vita di fallimenti. Alle persone
fortunate come me, invece, è riservata una vita di facili successi. I
figli del benessere possono anche tentare di distruggere tutto ciò
che la loro famiglia ha costruito nel corso degli anni, possono fare
scelte errate e vivere solo per sperperare denaro, ma restano
comunque uomini vincenti, solo per il fatto di avere un portafogli
dal quale trasbordano banconote da cinquecento euro.
Sasà, come tanti altri sfigati D.O.C., si è sempre rimboccato le
maniche, ma nonostante il suo impegno nei lavori leciti ed illeciti
non ha mai concretizzato nulla di buono. Malgrado ciò, adesso
possiede delle competenze lodevoli nel settore delle droghe
leggere e pesanti. È proprio questo il motivo che ha fatto sì che la
nostra storica amicizia andasse avanti negli anni.
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sacrificare la vita per la patria, oppure propinato ai reduci di
guerra tornati storpi dal campo di battaglia.
Per me questi filmati storici rappresentano una forma artistica
sublime, mi procurano la stessa eccitazione che provo all’interno
di un museo di pittori rinascimentali. L’arte, quella con la A
maiuscola dovrebbe essere l’imitazione fedele della realtà. Odio
profondamente le stravaganze surrealiste e tutte le altre bizzarrie
che propongono gli artisti contemporanei.
Allo stesso modo in cui l’arte ha raggiunto il punto più elevato
nel periodo del Rinascimento, anche un uomo a 40 anni giunge
nel punto più alto di una parabola che inizia inevitabilmente il
suo declino. L’arte, la tecnologia e l’intera società sono in
costante evoluzione verso forme davvero estreme, controverse ed
eccessive, quindi, difficilmente comprensibili. Adesso che ho
raggiunto la veneranda età di 40 anni, vorrei avere delle certezze.
Soprattutto, gradirei che le mie idee sulla realtà sociale fossero
sempre limpide come l’ acqua di un mare incontaminato.
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aiutava suo padre a coltivare un piccolo appezzamento di terra,
tutte le Sante Domeniche. L’agricoltura era la sua religione, suo
padre il suo unico dio. La sua intera esistenza è sempre stata il
lavoro a tempo pieno. Tutti i giorni vendeva fiori. Nel week-end
coltivava il suo unico hobby: zappare la terra. Questa è la vita che
ha condotto fino all’età di vent’anni. Nonostante il suo notevole
impegno lavorativo è riuscito a completare gli studi,
diplomandosi con 36/60 all’istituto agrario. Mi volto a osservarlo,
adesso che di anni ne ha quarantuno, e mi sembra che il tempo sia
volato!
Sasà se ne sta lì, steso sul divano verde mela di casa mia, con la
faccia segnata dalla fatica degli anni trascorsi come povero
studente-agricoltore. Sulle sue occhiaie marroni si intravedono
verdissime vene, che si intrecciano come rami di ciliegio fino ad
arrivare al ciglio inferiore. I suoi occhi sono semichiusi e rossi
come il fuoco. Anche il suo naso è molto arrossato, dal momento
che si è appena sniffato due strisce di coca… Adesso, rolla con le
sue mani tozze e tremolanti uno spinello di tutto rispetto, fatto
con la Skunk. Iniziamo a fumare aspirando in maniera alternata,
annebbiando i nostri pensieri nella noia.
« Lo sai che la Skunk è quattro volte più forte della comune erba.
Tecnicamente è un incrocio tra Cannabis Sativa e Cannabis
Indica ottenuto modificando geneticamente le coltivazioni. Il
THC arriva al 16%, contro il 5% della marijuana comune…
Fratellino mio, ora, lo vedi… È ovvio che ti vengono queste idee
da minchione, come questa cosa qui… Questa cosa di scrivere un
libro… Per cosa o per chi? Vorrei cercare di capire il perché? La
gente di oggi non legge più, guarda solo la TV. »
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in un linguaggio sconnesso e disarticolato. Talvolta, provo
difficoltà a capire ciò che voglia dire, forse perché non capisco
niente di botanica, di THC e stronzate simili. Spesso, però, anche
quando ci troviamo a parlare di altri argomenti, Sasà ingarbuglia
discorsi senza né capo né coda. Fa dei giri di parole assurdi senza
riuscire ad esprimere un concetto. Tuttavia, è l’unico amico che
non ha famiglia e viene a trovarmi ogni volta che ho voglia di una
chiacchierata sincera. È una persona con la quale posso
confidarmi, mostrandomi vulnerabile e reale, al di là della falsa
apparenza con cui mi espongo agli pseudoamici, quelli che come
me sono figli della società del benessere. Insomma, per me Sasà è
una di quelle persone con le quali il confronto risulta utile. Lo
guardo e subito faccio pace con me stesso, perché grazie a Dio
non mi somiglia per niente.
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« Senza pensieri forse eravate voialtri, io i problemi li avevo fin
da piccolo… Lo sai le bastonate che mi dava mio padre… Ti
ricordi come mi conciava, se non andavo a zappare nel mio unico
giorno di riposo. Mentre voi amici ascoltavate alla radio le
partite, oppure andavate a mare nei week-end d’estate, io sono
cresciuto tra le serre e i giardini. »
« Quanto hai ragione Sasà. C’è chi nasce fortunato e chi nasce
sfigato! »
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anni di spremute verdi, fatte con le banconote del portafogli del
mio vecchio. Dieci anni di raccomandazioni, favori di politici e
mazzette girate sottobanco a professori e segretarie
amministrative, per ritoccare ad arte i miei voti.
Alla fine, anch’io sono diventato un manager giacca e cravatta,
così come era scritto. Da padre in figlio, generazione dopo
generazione. Queste sono le regole della nostra società. Se sei
figlio di avvocato studierai giurisprudenza, se figlio di farmacista
avrai una farmacia. Se sei figlio di puttana, allora avrai grossi
problemi!
Non è una bella cosa su cui discutere, anzi, evito sempre di
pensarci. Purtroppo, a giudicare dal gran numero di film
pornografici che la gente comune guarda in streaming su siti web
come “you porn” o “xvideo”, la probabilità di essere figlio di una
delle tante attrici soft o hardcore, amatoriale o professionista,
sarà sicuramente rilevante nelle prossime generazioni. Altrettanto
alta sarà la probabilità di essere figli di una escort, oppure di
qualche Deputato che avrà venduto il suo corpo per ottenere
l’agognato successo.
Soltanto il pensiero di essere figlio di una scimmia che non ha
mangiato per tutta la vita una sola banana mi soffoca, mi stringe
la gola e mi opprime il petto. Fortunatamente, il destino è stato
clemente con me. Infatti, la mia mamma è rimasta illibata fino al
matrimonio. Tranne qualche sporadico rapporto post-
matrimoniale con il Papi, si può dire che sia come un fiore
sbocciato in primavera. Si è mantenuta bella anche durante il
clima rigido dell’inverno. Una settantenne sale e pepe, con il
sorriso sulla bocca ed il crocefisso al collo.
Con Sasà Puntorelli, ovviamente, il destino è stato decisamente
crudele. Nel mio quartiere si dice che lui non sia figlio di suo
padre. La sua povera mamma, morta di cancro qualche anno fa,
ha dato davvero tanto. Si dice sia stata una donna generosissima
perché sapeva amare gli uomini più dei suoi stessi figli. La sua
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era una vera vocazione. Soffriva di un grave disturbo della
personalità, in parole povere era ninfomane. Nonostante tutto,
nessuno si è mai permesso di fare alcuna battutaccia a Sasà. Tutti
temevano, anzi temono ancora oggi, la sua incredibile forza e il
suo istinto animalesco per la lotta di strada. Quando inizia una lite
Rosario Puntorelli arriva fino in fondo, ti annienta sotto una
raffica di pugni. Io ne so qualcosa.
« Cioè? »
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solo ulteriori guai! Durante la mia dipendenza dall’eroina, tu mi
rifornivi del miglior veleno, tanto per fare un esempio.
Comunque, tornando a parlare della nostra lite adolescenziale...
Voglio ricordarti che quella volta eravate in due contro uno, ed io
ero pure più piccolo di voi! »
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Ecco, per esempio, a proposito di sfigati… Cosa mi sai dire di
Salvatore? Lo hai sentito negli ultimi tempi? »
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Le sue erano minacce di un povero fesso. Non lo avrebbe mai
fatto per paura delle nostre ritorsioni. Io e alcuni amici eravamo
dei ragazzini temuti e rispettati. Potevamo bloccare una strada
poco trafficata per organizzare una partita di calcio o perfino un
torneo. Nessuno avrebbe fiatato con i nostri genitori. Frequentavo
i gemelli Scotto, figli del capo mandamento del quartiere. Prima
di lamentarsi del nostro fare scapestrato la gente ci pensava bene.
Avevamo anche il privilegio di giocare sempre con palloni di
cuoio ben mantenuti. Non eravamo di quegli sfigati che negli
anni Ottanta incartavano il giornale con il nastro isolante per
farne un palla, solo perché non potevano permettersi di
comprarne una. Vi domanderete come mai un figlio della società
perbenista si abbassava a giocare con gli scapestrati del
quartiere?! La risposta è molto semplice. Mio padre mi diceva
sempre una frase fatta, citata anche nel celebre film “Bronx”:
studia sui libri e impara dalla strada. Io, quindi, rispettavo ciò
che mi era stato saggiamente consigliato!
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« N’diamo? »
« Quanto pigli? »
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sulle gambe. Niente pugni in faccia, niente denti rotti o tagli sul
viso per non rendere questi manichini del sesso inutilizzabili.
Quel maledetto giorno, io e Sasà non temevamo affatto che ci
avrebbe fermato alcuna pattuglia. In giro si diceva che le forze
dell’ordine erano corrotte e prendevano una percentuale per far
svolgere alle meretrici il loro mestiere. Desideravo ardentemente
che quella triste serata trascorresse rapidamente, per dimenticare
in fretta che avevo abusato anch’io di quel corpo, già violato della
sua innocenza da quindici o venti persone nell’arco di una sola
notte. Vent’anni fa, come oggi, le prestazioni erano celeri e di
scarsa qualità. I dialoghi erano limitati a cose del tipo: “come
và?”, “mamamia che fredo”, “che bello sei”, “dai..veloce.. tu
adesso deve venire, presto!” e falsi versi ed espressioni di
godimento. Sarebbe stato più gratificante e meno schifoso
masturbarsi davanti ad un film porno, ma a quei tempi non
avevano ancora inventato l’adsl e l’offerta pornografica non era
così generosa né liberamente fruibile come adesso. Certo, le
edicole vendevano giornaletti pornografici, ma se acquistavi
quella roba venivi etichettato a vita come maniaco sessuale.
Il mio primo giornaletto porno me lo fece vedere Calogero, il
portiere di casa mia, un tipo con qualche disturbo mentale. Alla
vista di quelle immagini di uomini e donne nude che sembravano
danzare freneticamente mi venne da vomitare. Strani fili bianchi,
come fossero grossi spaghetti uscivano dai genitali maschili.
Roba bianca dappertutto, sui visi e sui seni delle donne, in quelle
pagine difficili da sfogliare, perché appiccicate l’una all’altra.
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depresso o non abbia qualche problema di salute (tipo un brutto
raffreddore o qualche cazzata che a quanto sono ipocondriaco mi
fa pensare subito a qualcosa di grave) vivo per me stesso e me ne
fotto degli altri. Sono un’egoista bastardo che cerca di mangiare
con due forchette da qualsiasi piatto di pasta mi offra il mondo.
Non regalo mai niente al povero vicino, solo qualche falsa
promessa di felicità. Quella volta lì, però, mi venne da riflettere e
non presi sonno facilmente. Pensavo continuamente a quello che
avevo fatto. Ancora oggi non capisco cosa precisamente mi fece
stare male. Insomma, non ricordo se a tormentare la mia
coscienza fosse stato davvero il fatto che avevo sfruttato la
disperazione di quella povera donna, oppure, l’idea che un
membro rispettato dell’alta società, come me, si fosse abbassato
ad andare con una donna di strada..
Di esperienze sessuali già all’epoca ne avevo fatte, ma quella
del sesso a pagamento era la prima. Avevo sedotto e conquistato
ragazzine giurando loro amore eterno, e queste si erano concesse
a me pienamente. Avevo creduto di amare e di essere stato
amato, ma comprare il sesso quella prima volta mi fece schifo.
Ho giurato di non andare mai più con una “puttana di strada” e
non ho mai infranto quella promessa (credo).
Tornato a casa mi fiondai sotto la doccia per lavarmi
accuratamente. Mi sentivo sporco. Nonostante avessi usato un
intero barattolo di sapone liquido, non riuscivo a lavare via la
sozzura.
Esattamente contraria fu la reazione del mio amico Salvatore.
Era esaltato dalla buona prestazione e dal fatto di aver soddisfatto
i suoi bisogni primari al costo di una pizza e una bibita. Col
tempo, prese gusto a svolgere la sua attività di puttaniere.
Comprava dei corpi senza più un’anima. Era un carnefice che si
innamorava delle sue vittime. Credeva nei loro finti orgasmi e nei
complimenti sulle dimensioni del pene che tutte le meretrici
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fanno per circostanza. Si fidava delle puttane al punto tale da non
usare più alcuna precauzione.
Nel 2000 si è ammalato. Ha avuto una febbre a 38 che non lo ha
abbandonato per settimane, diarrea e linfoadenopatia diffusa. Si è
beccato l’ HIV 2, quello di forma più violenta, appartenente di
solito al ceppo africano del virus. Se ne è accorto in tempo, ma
nonostante le cure e gli antiretrovirali che ingurgita a ogni ora del
giorno, si trova adesso (a distanza di molti anni) nella fase
conclamata della malattia, quella che viene definita AIDS.
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ha viaggiato solo con la fantasia e con i trip che consumava in
discoteca, ma adesso viaggia anche nella realtà, ma non per
documentarsi sui luoghi che dovrebbero visitare i turisti, piuttosto
per altri scopi. Comunque, era lì in ospedale perchè faceva visita
a suo padre. Quindi, adesso mi tocca pure raccontarti come il suo
vecchio è riuscito a sopravvivere pur avendo due reni fuori uso…
Devo spiegarti il collegamento tra la malattia del suo vecchio e i
viaggi di Giulio ai confini dell’Asia. »
« Fratellino mio, sai che ti dico: hai ragione! Solo i detenuti sono
fortunati. Un po’ come Barabba, a loro viene concessa una
seconda possibilità quando vengono liberati dalle patrie galere.
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Sembra che al giorno d’oggi se ti fai mettere dentro per qualche
annetto poi ti danno “il posto sicuro”. Il nostro vecchio amico
d’infanzia Vincenzino Scotto te lo ricordi? »
« Certo che me lo ricordo, che domande fai Sasà! Lo sai che suo
fratello Giovanni mi da una grossa mano negli affari e mi
garantisce protezione. »
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trasformatosi poi in uno squallidissimo tour sessuale. La povertà
e la disperazione di quei luoghi non potreste immaginarla
neanche nel peggiore degli incubi. Nella mia mente affiorano due
ricordi più di ogni altra cosa: i massaggi tantra a buon mercato e
il “balut”.
Ovunque vendevano quella che la popolazione ritiene una vera e
propria prelibatezza. Il primo giorno che ero lì, mi fermai in un
piccolo ristorante e mi portarono un uovo sodo che ingurgitai
tutto di un fiato. Giù per la gola sentivo scendere quello che
sembrava del cotone idrofilo. Iniziai a rigettare, così uscì fuori un
feto di anatra di 16 giorni. Venni a sapere che la gente del luogo
bloccava la schiusa al sedicesimo giorno, perché l’animale non
si formasse. Migliaia di animali neanche nati, uccisi
prematuramente solo per deliziare il palato. Ripreso dallo shock,
mi venne in mente la sospensione volontaria delle gravidanze che
miete vittime innocenti in tutto il mondo, ma soprattutto mia
nonna Lucia che di aborti ne ha fatti 5 (con intrugli della sua
epoca) per non disperdere le risorse finanziarie tra una numerosa
progenie. Mio padre è stato il fortunato primogenito, unico erede
di misere fortune, mentre io sono solo il frutto di una serie di
eventi e assurde coincidenze che hanno permesso che venissi
messo al mondo.
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« Esatto amico mio. »
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per le loro doti nascoste. Nella società odierna, l’unico vero
fattore discriminante è il denaro. Quando sei ricco la vita ti
sorride. Puoi comprare case, cose e persone. Puoi corrompere una
giuria o un giudice, puoi avere accesso a servizi di sanità privati
(quindi efficienti), puoi ricevere un’istruzione migliore, puoi
comprare un titolo di studio presso una scuola privata, oppure una
laurea. Talvolta, c’è chi acquista perfino un pubblico impiego per
il proprio figliolo.
Bob Dylan non cantò mai più dal vivo il brano che sto
ascoltando, da quando Carter venne finalmente rilasciato. Un
giudice della Corte Federale ritenne che non aveva avuto un
processo equo, poiché l’accusa era basata su motivazioni razziali.
Hurricane sarebbe potuto diventare il campione del mondo dei
pesi medi, ma la sfiga si è schierata contro di lui. È una storia
vera, non meno reale di quella che Vi sto raccontando.
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“ESISTENZE PARALLELE”
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suo numero, contrariamente a qualche anno addietro. Mi sono
perfino scordato di memorizzarlo sul mio nuovo cellulare.
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Vestito come gli arbitri di calcio. Tuta coordinata e scarpe da
tennis Nike. Fisico atletico, come sempre. È davvero in perfetta
forma. Subito dopo aver conseguito la laurea in chirurgia
generale, ha trovato impiego presso un rinomato laboratorio di
analisi. Sposato da due anni con una delle donne più belle della
città, tutta casa e chiesa. Conduce una vita per certi aspetti
desiderabile. Anche io talvolta lo invidio. Vorrei essere felice con
poco, come lui. Invece, a causa della mia dipendenza
dall’adrenalina, necessito di emozioni forti e di avventure estreme
per sentirmi vivo. Tuttavia, non è mai tutto oro ciò che luccica!
Così, Gasparino, l’uomo italiano medio per eccellenza, dopo i
convenevoli, inizia a raccontare a me e Sasà i retroscena di una
“imperfetta” vita matrimoniale.
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perché non ne ha voglia. Credo proprio che a questo punto, se
voglio salvare il mio matrimonio, non mi resti altra scelta che
farmi l’amante o andare a puttane. »
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rabbia brutale fremeva dentro me, così desideravo entrare con
pathos dentro lei per farle sentire che nessun uomo sarebbe stato
più potente di me. Il suo ex ragazzo, manager da quattro soldi e
figlio di papà, non poteva penetrarla con la mia intensità. A lei
questa mia passione animale piaceva, così come desiderava anche
la dolcezza con cui facevamo l’amore pochi giorni dopo esserci
sposati. »
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situazione di Gaspare e della ormai frigida Nadia avvalora la mia
tesi. Ma la cosa a me interessa poco.
... La battuta di Gaspare sui “manager figli di papà” è stata una
mancanza di rispetto nei miei confronti. ...Se per qualche strano
motivo si fosse riferito a me?! Gasparino mi ha infastidito ed io
non connetto più tanto bene. Riprendo fiato e continuo a parlare
senza filtrare i pensieri, anche a causa dell’alcool e delle droghe
assunte.
« Tu come lo sai? »
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« È un po’ di tempo che per uccidere la noia frequento dei club
esclusivi dove le coppie fanno le orge tra loro. Questi posti sono
cosi esclusivi che non li trovate su internet, inoltre sono
accessibili solo a gente di un certo livello sociale. Alle feste che
organizzano settimanalmente partecipano (oltre che le coppie
scambiste) anche i ragazzi piacenti e facoltosi come me, che
ovviamente pagano un bonus extra per banchettare ai festini. È
implicata tutta l’alta società, persone insospettabili come il nostro
Consigliere Comunale Francesco Guttuso e ovviamente la sua
mogliettina Germana Quartararo, la tua ex ragazza Gasparino!
Sono molti quelli che fanno parte di questo mondo nascosto.
“Trasgredire” vuol dire infrangere un tabù. Fare qualcosa che per
la società in cui viviamo non è accettabile. Io sono un peccatore
per la cultura che pervade le vostre menti, poiché faccio qualcosa
di talmente estremo da essere ritenuta antisociale. »
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benissimo figli della servitù della mia famiglia. Tuttavia, loro mi
ritenevano parte integrante del loro gruppo.
Oggi, a seguito della mia ultima confessione ai miei due amici
di infanzia, mi sto sentendo per la prima volta un emarginato.
Escluso da qualsiasi gruppo sociale. Gaspare e Sasà hanno
iniziato a guardarmi con sdegno. Chissà cosa stanno pensando?
...Che sono un porco, un depravato senza alcuna morale!
Sanno entrambi dei miei vizi, e dei problemi con la droga. Mi
sono stati vicini anche nei mesi trascorsi in comunità per
disintossicarmi dall’eroina. Adesso, però, ho rivelato il costume
malsano di un mondo perverso, di cui forse ignoravano
l’esistenza.
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Ciao Sasà, per favore non farlo fumare più! Ormai, ha il cervello
bruciato. »
« Come vuoi. »
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girare tra le strade trafficate di Palermo. Molti in città conoscono
il mio macchinone, bianco come la neve, sempre pulito e tirato a
lucido. Fa girare la testa alle donne, come me del resto. Incarna
una personalità vincente e giovanile, sportiva ed elegante. Potete
negarlo quanto volete, miei cari lettori, ma è un dato di fatto: tu
sei la macchina che guidi, i vestiti che indossi, l’orologio che ti
fascia il polso, il profumo che usi, le scarpe che porti ai piedi, lo
stile che utilizzi per atteggiarti quando sei in presenza del gentil
sesso. Tu sei solo una costruzione sociale, evoluta per adattarsi
all’ambiente circostante. Non conta quanto tu possa essere
intelligente, ma poco concreto nel realizzare denaro; non conta il
tuo coraggio quando hai una pistola in tasca e le spalle ben
coperte dagli amici; non conta lo sforzo fisico, quando hai 33
operai che lavorano come schiavi solo per te.
Non possiedo i locali in cui la mia azienda ha sede, anzi a dire il
vero non possiedo neanche tanti beni immobiliari: solo
l’appartamento di 260 mq. ereditato dai miei parents (situato in
uno dei quartieri più ricchi di Palermo) e una splendida villa sita a
Taormina con accesso privato al mare, che sarà mia appena i miei
genitori saranno trapassati. Per adesso il Papi e la Mammy
vivono lì e si godono un po’ di riposo. Tutti i soldi che
guadagno, li spendo come se non ci fosse un domani tra escort,
cene superlussuose, viaggi con pernottamento in alberghi con
suite presidenziali, e ancora, feste organizzate nei locali più IN
d’Italia e soggiorni annuali con yacht noleggiato (con tutto
l’equipaggio di bordo) a Porto Cervo. Tuttavia, la cosa che più di
ogni altra consuma le mie risorse economiche è il vizio del gioco
al Casinò. Mensilmente organizzo un week-end a Montecarlo
solo per il piacere di arrivare su una Bentley all’ingresso
dell’antico Casinò. A un prezzo esorbitante, affitto lì stesso
macchine fantastiche, soltanto per il gusto di farle posteggiare tra
gli sguardi invidiosi dei turisti e della gente comune. Quindi,
faccio il mio ingresso trionfale sul red carpet in grande stile. Non
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mi interessa il fatto che quasi sistematicamente perdo in una notte
dai 7 ai 12 mila euro. Quello che mi fa star bene è il fatto che
tutta l’attenzione si concentra su di me. Gioco grosse cifre al
tavolo di Black Jack, scortato da due ragazze immagine che a fine
serata mi premiano oppure mi consolano con un bel blow job.
Guadagno circa 45.000 euro al mese (fino a qualche anno fa
anche di più), grazie alla gestione di un’impresa che si occupa di
vendita e assistenza di macchine per la stampa digitale,
fotocopiatrici e computer di ultima generazione. La mia azienda
ha due sedi: una fornisce la Sicilia Orientale ed è gestita ancora
da mio padre, l’altra si occupa del mercato della Sicilia
Occidentale ed è gestita da me. Io sono proprietario e gestore
unico di questo grande business, insieme al mio vecchio. Alla sua
età potrebbe benissimo godersi pienamente la pensione, ma per
lui questa azienda rappresenta la sua vita. Ha costruito questo
piccolo impero mattone su mattone, con sacrificio e dedizione.
Ha sempre messo il lavoro al primo posto, prima della famiglia,
della salute, del sesso e dei vizi. Io non gli somiglio per nulla. Le
entrate economiche maggiori, oggi, provengono dalla vendita
delle macchine digitali Xerox. Le vecchie tipografie, quindi i
poveri stampatori, credo ci odino profondamente. Il motivo è
semplice. Una piccola agenzia di grafica e stampa può essere
gestita da due persone (e ne aprono anche un centinaio l’anno in
Italia), mentre, le tipografie vecchio stile, quelle che lavorano con
stampanti GTO a uno o a due colori, necessitano di un maggior
numero di operai specializzati. Inoltre, negli ultimi anni, molti
uffici pubblici e privati utilizzano macchine per la stampa digitale
di ultima generazione, quindi, possono fare a meno di spendere il
loro denaro per carta intestata, locandine, brochure e altri piccoli
lavori tipografici di tiratura limitata. Il risultato è che il progresso
sostituisce con macchinari sofisticati il lavoro dell’uomo.
Lo staff della mia azienda è costituito da 2 segretarie bellissime
(che, ovviamente, mi sono schiacciato per mesi, prima di
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assumerle a tempo indeterminato), due persone addette al reparto
contabile e un totale di 33 tecnici e operai, che si occupano della
riparazione dei macchinari e dei computer, della sostituzione dei
toner e della assistenza a domicilio. Gestiamo il marchio Xerox
solo da qualche anno, mentre per molti anni abbiamo avuto quasi
l’esclusiva sul marchio Canon, facendo grandissimi affari con la
vendita di macchine fotocopiatrici da ufficio. Gli unici addetti al
settore vendita siamo sempre stati io, il mio Pa’ e la fedelissima
signora Franca Schiavello. Da tempo immemore alle dipendenze
di mio padre, per me è diventata come una vecchia zia. La
conosco da quando avevo 17 anni e mi ha sempre dato del Lei,
così io per rispetto alla sua età, ma anche perchè a pelle non mi
ha mai suscitato grandissima simpatia, non le ho mai dato del
“tu”. In fondo, credo sia un modo come un altro per mantenere un
rapporto che si limita solo ed esclusivamente all’ambito
professionale.
Nessun altro membro interno all’azienda tratta con i clienti. Non
possiamo permetterci di far lavorare qualche piccolo
rappresentante a noi subalterno, poiché potrebbe intromettersi nei
nostri affari. Grazie all’aiuto di alcuni vecchi amici di mio padre,
e alle amicizie giuste strette da me negli ultimi dieci anni, la
nostra azienda partecipa alle gare di appalto bandite dalla
Regione Siciliana e le vince sistematicamente.
Circa tre settimane fa uno dei miei impiegati, ovviamente
nell’anonimato assoluto, ha lasciato sulla scrivania del mio
ufficio un foglio con redatto un breve poema dal titolo:
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“La nomea del grande uomo precede le sue opere, come l’aura di
un principe glorioso, ma è il piccolo guerriero che combatte la
battaglia per un regno che non appartiene né a se né al principe,
suo falso padrone. Del soldato non si tiene alcuna memoria: il
coraggio, il sacrificio e la morte non premiano l’umile ape
operaia, perché la superficialità del popolo acclama i colori
dell’oro, nient’altro che polline portato da un umile insetto sul
trono di un inerte bellissimo fiore. Ornato di una ricca corona di
petali, il fiore gode della luce del sole, ma un soffio di vento
lascerà cadere la corona di petali. Oppure, basterà soltanto la
scintillante luce del sole con il suo calore a far appassire la sua
effimera ricchezza”.
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« Cazzate amico mio, solo una montagna di sporco letame! Non
esiste impiegato mediocre che non abbia il vizio o il vezzo di
cenare una volta al mese al ristorante, ostentando la sua brama di
godere del cibo che un altro uomo cucina per lui. Ogni uomo è
servo dell’altro. Pensa agli operai che hanno contribuito a
costruire la mia macchina, le autorimesse che ne garantiscono il
buon funzionamento, oppure i meccanici intrisi di olio sulle loro
tute sozze. Pensa ai benzinai che muoiono di tumore sempre
prima dei settantanni per servire il cibo alla mia “car”.
Vedi, caro Sasà, la mia macchina è come un prolungamento del
mio corpo, anzi, l’attributo primario che possa mostrare la mia
mascolinità. Lo capisci quello che dico? »
38
“LA FINESTRA SULLE STRADE DELLA VITA”
« Che cosa? »
39
« Quella perpetua sarà l’unica che caccerà la grana.
Ah visto, cazzo!
... Che ti avevo detto?! »
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« Si ho visto te. Nel periodo natalizio lo fai spesso. Fai un sorriso
ai poveri e dici loro: “su con la vita! Non pensate ai soldi.
Prendete, forza… Queste banconote non vi daranno la felicita!”
... Ma perché lo fai? E soprattutto, perché ripeti sempre le stesse
parole a ogni disgraziato a cui fai l’elemosina? »
41
« Se non lo capisci tu Sasà. Chi meglio di te?! Siamo costretti a
vivere una vita che qualcun altro ha già scritto per noi. Nessuno
può far ciò che gli piace! I miei genitori hanno voluto che io
studiassi “Economia e Commercio”, a qualunque costo. Hanno
pagato profumatamente per ottenere da me una laurea scelta da
loro, ma io mi sono lasciato distrarre dai piaceri della vita. Così,
loro hanno sborsato parecchio denaro per comprare il mio titolo
di studio. Dai libri universitari ho imparato solo una cosa: è
possibile arricchirsi solo sulle spalle degli altri. È una delle leggi
fondamentali su cui si basa l’economia moderna. Pochi esperti
hanno tirato fuori i coglioni e hanno scritto come stanno
realmente le cose. La mia esistenza, oggi, ruota solo intorno ai
soldi e alla noia, così come la notte segue il giorno, o viceversa.
Come dice il vecchio Schopenauer : “la vita è un pendolo che
oscilla tra il dolore e la noia, passando per un breve e fugace
attimo dalla felicità”. Ecco, a cosa si riduce la mia esistenza. Un
solo effimero attimo descrive lo stato temporaneo di benessere.
Solo quando il pendolo è perfettamente verticale, quello è il
momento in cui mi sento realmente felice. Vedi, caro amico, la
felicità per uno come me è sempre stata la scoperta di qualcosa di
nuovo... La prima striscia di cocaina: quella che dà lo sballo
migliore. La prima volta che ho fatto davvero l’amore. Il primo
bacio alle scuole medie. Il primo giorno di una bellissima
vacanza che prima o dopo dovrà terminare. È l’attimo più intenso
di un sogno bellissimo. Poi, arriva la noia… La vita reale è una
merda, la società di oggi è ingiusta. Se esiste davvero l’inferno,
noi ci camminiamo già adesso. C’ è un solo dio che domina
questo sporco mondo: il dio denaro! Tutto è in vendita fratello
mio, anche l’amore. »
42
« No Sasà. Non credo nell’amore (o almeno in quello eterno)
perché per me è come la felicità, dura un solo intenso attimo.
Inizia mentre senti che la storia sta già per finire. »
« Tu hai avuto migliaia di donne! Non posso credere che non ti
sia mai innamorato, davvero. »
43
Da quando non stiamo più insieme, le droghe sono tornate a
essere la mia unica consolazione. Tuttavia, grazie al suo aiuto,
credo che non mi bucherò mai più. Questo l’ho giurato! »
44
famiglia” “parcheggi gratuiti” “una città più pulita”. Quest’ultimo
slogan è quello che più degli altri mi fa incazzare… Farsi
propaganda con simili manifesti affissi abusivamente (in modo
selvaggio) è davvero il colmo!
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“cambiano gestione” si trasformano esteriormente, ma sta di fatto
che ti propinano sempre gli avanzi di cibo che restano dal giorno
precedente. Eppure, noi paghiamo per mangiare, scegliamo ciò
che vorremmo gustare, ma alla fine ci presentano un conto
salatissimo e torniamo a casa con un bel mal di pancia.
Sotto il governo Berlusconi, l’Italia è stata la barzelletta che
leggevi nelle vignette del New York Times, ma per i grandi
imprenditori come me, fin quando era lui al potere, gli affari
andavano decisamente meglio. Povero Silvio, leader carismatico
e brillante imprenditore, uomo di successo, vittima dei suoi vizi
(costati miliardi di euro a lui e all’italiano medio). Il suo intento
di crearsi nuovamente un’immagine dignitosa è stato ahimè vano.
Sarà ricordato per il suo carisma, le sue doti manageriali e la sua
vita sessuale iperattiva, insomma, non voglio paragonarmi di
certo a un leader come lui, ma sono molte le cose che ci
accomunano.
La sua caduta è legata essenzialmente a due scandali: i festini
bourlesque e la presunta relazione con Ruby. Che poi io, amici
lettori, questa Ruba Cuori l’ho anche conosciuta personalmente.
Qualche anno dopo lo scandalo, quindi, dopo la pubblicità
iniziale che si è fatta, è tornata con il sedere per terra. La potevi
trovare nei locali più IN di Taormina, a serate poco esclusive. La
vedevi in compagnia di uomini insignificanti e amiche (o
pseudoamiche) che dall’aspetto sembravano delle benefattrici. Mi
faceva pena perché subito dopo la notorietà girava tra i comuni
mortali, e sinceramente io dopo averla vista cadere così in basso
non avrei pagato più di 300 Euro per una sua prestazione.
Ammesso che realmente abbia mai fatto la escort!!!
Purtroppo, per Silvio la sua conoscenza e i festini di Arcore sono
stati davvero una maledizione.
Nella sua immensa generosità, Berlusconi ha continuato a versare
per anni un indennizzo per risarcire dalle diffamazioni tutte
queste ragazze perbene, ingiustamente accusate di essere delle
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prostitute, quando in realtà sono state solo abilissime ballerine di
lap dance. Qualcuno suppone malignamente che le “ragazze
bourlesque” abbiano preso soldi per tenere la bocca chiusa, dopo
averla spalancata al cospetto di molti uomini potenti!
Sul fatto che Silvio abbia avuto rapporti intimi con Ruby ho seri
dubbi. In primo luogo perché un uomo così furbo non si sarebbe
lasciato mai ingannare in modo così meschino. In secondo luogo,
alla veneranda età di 70 anni non credo che sarebbe mai andato
consapevolmente a letto con una minorenne.
Il vizio di andare con le minorenni l’ho avuto anche io quando
avevo l’età di 30 anni. Mi seducevano in palestra con degli
sguardi ammiccanti, con i loro glutei scultorei e le loro tette
sodissime. È stata solo una fase della mia vita.
Oggi, le minorenni hanno rapporti con i loro coetanei nei bagni
delle scuole pubbliche in cambio di una ricarica telefonica. Che
interesse potrebbero avere a venire a letto con me? Solo per
denaro, forse... Ma io non pago per fare sesso con le minori. Sarò
pure il peggiore dei cristiani, ma la pedofilia e l’omicidio sono
due reati che non mi appartengono. Lascio questi vizi ai
pervertiti, e a quei politici cosi schiavi della trasgressione da
arrivare a provare il brivido di scoparsi anche i transessuali.
Il silenzio vale la vita di un uomo, di una donna o di un incrocio
fra le due specie. La storia lo dimostra. Chi parla troppo muore.
Chi si ribella muore.
Sono assolutamente certo che la situazione sotto un governo
oppure un altro sarà sempre la stessa. Le donne più fortunate
sottomesse a questo o a quell’altro politico sono riuscite negli
anni a governare Comuni, hanno Assessorati, sono state perfino
Consiglieri Regionali, forse anche Ministri. Insomma, alla fine
viene sempre ampiamente ripagato l’impegno profuso a tenere
alta la bandiera italiana. Quindi, care lettrici, non vogliatemi male
se penso che, ragionevolmente, l’unico modo per rendere più
credibile il nostro Paese sia quello di eliminare le donne dalla
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politica. Poche sono state le donne al governo che hanno
posseduto realmente gli attributi, e per questo motivo sono state
ingiustamente discriminate! Troppe sono le donne che
“ingiustamente” sono diffamate per avere ottenuto cariche
politiche grazie alla loro vagina.
Personalmente, tra tutti i politici, quelli che odio di più sono
quelli che strumentalizzano i valori della famiglia e della Chiesa.
Il politico medio di giorno si finge un buon cristiano per ottenere
il consenso del popolo, poi la notte va in ritiro spirituale con le
migliori escort, in lussuose camere d’albergo a spendere i soldi
dei contribuenti.
Se davvero si volesse ricominciare da zero, il potere dovrebbe
andare in tutto e per tutto al popolo. Con questo non intendo che
occorre bandire un referendum per ogni proposta di legge, ma
bisogna creare una nuova razza politica. Chi crede veramente
nella patria dovrebbe essere disposto a sacrificare anche la
propria vita. Per questo motivo, abolirei le auto blu, ridurrei a
5000 euro lorde lo stipendio di Deputati, Senatori, Presidenti
della Regione, mentre a 2000 euro l’indennizzo per i Sindaci.
Niente portaborse scelti sulla base della conoscenza diretta,
rimborso dei soli mezzi di trasporto pubblico. Fedina penale
immacolata. Laurea specialistica con il massimo dei voti.
Nessuna immunità parlamentare. Controllo totale delle telefonate
in entrata e in uscita su tutti i telefoni dei politici, da parte delle
forze dell’ordine. Protezione solo in caso di reali minacce subite.
Tuttavia, miei stimati lettori, non mi va che Voi riflettiate troppo
su quello che ho scritto e Vi prego di non ribellarvi contro questo
tipo di politica per rivendicare i Vostri sacrosanti diritti. Restate
inermi come avete sempre fatto, perché io e la mia azienda con i
politici e la mafia locale facciamo grossi affari. Roba di cinque o
sei milioni di euro l’anno di fatturato. Nulla in confronto alle cifre
incredibili che girano come satelliti intorno al grande pianeta del
potere, ma abbastanza per farmi vivere nel lusso.
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Metto alla radio un MP3 e cerco un pezzo del ’97 di Frankie Hi
Nrg “Quelli che Benpensano”, così canticchio il ritornello mentre
Sasà mi ascolta ridendo (finalmente).
49
“SESSO BORGHESE”
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« Si volentieri. Stavo tornando a casa a piedi, ma ho paura che
inizi a piovere nuovamente, sei molto gentile Francesco! »
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in continua evoluzione. Quello che adoro di più sono gli ottimi
risultati da me ottenuti e l’espansione che sono riuscito a dare
all’azienda del mio Papi.
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pensare solo un attimo. Se ognuno si amasse per ciò che è, non
per quello che possiede, oppure, se ognuno di noi potesse
sbattersene di ciò che gli altri pensano malignamente, allora molti
problemi del mondo sarebbero risolti. L’invidia e la
prevaricazione sono i due orchi cattivi che hanno stuprato
ripetutamente le menti degli individui che si muovono nella
società di oggi.
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oggetti che occorre collezionare e ho divorato tutti i pesci, i
pinguini, e i bagnanti che ho incontrato per mare. Adesso, non mi
resta che distruggere un granchio gigante, che sistematicamente
mi trancia di netto. È esattamente la fedele rappresentazione della
mia vita. Ho raggiunto facilmente tutti i miei obiettivi, ma non
riesco a sentirmi completo. Non riesco a comprendere quale sia il
fine ultimo della mia esistenza.
… Una cosa però sono riuscita a capirla benissimo. La
maddalena che mi farà compagnia stasera è ossessionata dal suo
aspetto fisico. È salita a casa, così io la immagino nel panico a
fare il bidet, poi a correre in camera per cercare nel suo armadio il
vestito migliore. La sistemazione dell’acconciatura e la scelta
degli accessori da sfoggiare, probabilmente, le stanno facendo
perdere più tempo del previsto. L’insicurezza rende più lenta ogni
sua azione.
55
non è così. Accanto a me c’era una ninfa, che 30 minuti dopo
essersi specchiata è divenuta una dea. Tutto merito dell’artifizio
della moda.
« Carne o pesce? »
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estasi. Mi ricorda tremendamente il mio primo desiderio sessuale,
mia cugina Rosalia.
57
Salgo in macchina e mi avvio verso casa, mentre sulle note dei
REM inizio a cantare “Loosing my religion”:
“Life is bigger
It’s bigger than you..
.. oh no I’ve said too much
I set it up
That’s me in the corner
That’s me in the spotlight
Losing my religion”
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“PSEUDOLAVORO”
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Questa settimana si prospetta particolarmente bella per me. Ho
ottenuto come premio di produzione dalla Xerox un viaggio a
Cuba. Mi spetta una vacanza gratuita, partenza prevista Sabato
pomeriggio. Quindi, devo sostare nel Bel Paese soltanto qualche
altro giorno, prima di respirare un’aria del tutto nuova. Mi
faranno compagnia altri illustri manager che lavorano nel mio
stesso settore in altre regioni d’Italia, tutta gente fortunata. Io
però sono primo rispetto a loro quanto a fatturato. Il mio Papi ha
fatto un ottimo lavoro prima di me. Si può dire che abbia dato
inizio a un’attività a partire dal nulla, quando ancora si
vendevano soltanto ciclostilo Gestetner e macchine da scrivere
Underwood prodotte da Olivetti in Uruguay. Strada facendo
qualche angelo custode gli è stato vicino. Infatti, più di una volta
ha rischiato la bancarotta, ma alla fine è sempre tornato più forte
di prima. Politici e uomini d’onore lo hanno sempre aiutato e
rispettato. Oggi, queste persone sono per me parte della mia
famiglia allargata. Sono zii, cugini e fratelli di sangue a cui sono
forzatamente legato.
Non penso quasi mai alla storia della mia famiglia né al frutto
degli sforzi fatti dal mio Pa’ per giungere al tanto agognato
successo, perché per me è come se il destino sia stato scritto, anzi
fotocopiato direttamente dal Divino.
60
Queste sono le parole sottolineate:
61
Cristina, la mia segretaria è l’unica fra i miei impiegati a
permettersi di darmi del tu. Tutti gli altri mi chiamano Dottor
Giusani, perché ci tengo parecchio a far pesare la differenza di
status tra me e i miei subalterni. Purtroppo, questo è il prezzo che
devo pagare per essermela portata a letto parecchie volte. Adesso
è fidanzata da un anno. Una gatta morta del genere, bella e senza
cervello, non mi serve un granché. Dovrei trovare un pretesto per
licenziarla, ma sarei facilmente ricattabile. La Signora Franca
Schiavello, invece, è il suo esatto opposto. Non è affatto bella, ma
possiede delle straordinarie qualità lavorative. È stata da sempre
al servizio di mio padre. Non si è mai sposata e vive con il figlio
quasi ventenne, tutto casa e università. Lei si occupa della
contabilità dell’azienda, e anche delle vendite quando io mi
assento da lavoro per qualche motivo. È remissiva ed
estremamente cortese. Dà il cento per cento per ogni compito che
le viene assegnato. Dovrebbe essere il mio braccio destro, ma in
realtà è il vero motore dell’azienda. Con l’esperienza acquisita
nel corso dei lunghi anni trascorsi al fianco del mio vecchio
sarebbe perfettamente in grado di gestire da sola tutta la baracca.
Purtroppo per lei, e fortunatamente per me, a causa della sua
estrema lealtà verso la mia famiglia (e per il fatto che è sempre
stata pagata profumatamente per i suoi servigi) non si è mai
messa in proprio. Poi, alla veneranda età di 54 anni, non avrebbe
motivo di abbandonare una posizione lavorativa che le garantisce
7.000 euro al mese. Talvolta mi è passata per la mente l’idea che
sia stata l’amante di mio padre, ma poi la guardo e voglio sperare
che sia solo un pensiero infondato.
« Signora Franca… »
62
« Nell’ultimo mese in questo ufficio, accadono cose strane. Le
spiego meglio… Qualcuno accede alla mia stanza e lascia
messaggi redatti su fogli A4 o passi della Bibbia. »
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parte delle agenzie delle entrate si fanno più agguerriti. Un giorno
finiremo per trovarci la Guardia di Finanza dentro l’azienda. »
« Spero sia così, anzi le credo sulla parola. Non dica altro. »
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Tornato a casa dopo una giornata di pseudolavoro, non c’è mai
alcuna routine nelle mie azioni. Non sono come quei miseri
impiegatucci di banca, che non vedono l’ora di rincasare per fare
una doccia e poi mettere le pantofole, ripetendo ogni giorno lo
stesso rituale.
Sono piuttosto nervoso, per via della seconda lettera anonima
ricevuta. È un oltraggio alla mia persona. Per togliermi di dosso i
pensieri che mi opprimono strappo la mia camicia Carlo
Pignatelli, sfilo le mie scarpette Tod’s, senza sciogliere i lacci, e
getto a terra la cravatta. Sistemerà tutto Fatima, la collaboratrice
domestica che vive in casa mia 5 giorni su 7, per 24 ore al giorno.
Dal Lunedì al Venerdì è come se avessi una moglie, che lava,
stira, pulisce, cucina e getta perfino l’immondizia, senza mai
rompere i coglioni.
Fatima, la mia attuale colf, tra tutte quelle che si sono
avvicendate nel corso degli anni, è l’unica che sa svolgere bene
soltanto il suo mestiere. Per difendermi da me stesso, ho scelto lei
perché è una donna un po’ avanti con gli anni. È sposata ed è di
sani principi. Certo, non mi creo problemi a girare nudo per casa,
anche in sua presenza, ma non corro il rischio di avere alcuna
erezione nel vederla. Le colf che avevo prima di lei erano giovani
Rumene, Ucraine, Russe e Moldave. Piuttosto che fare le
faccende domestiche, finivano per diventare le mie puttane. La
cosa non mi andava bene perché trovando il divertimento
direttamente in casa, spesso, rinunciavo alle uscite. Insomma, non
andavo più a caccia di donne all’esterno della maison.
Con Fatima le cose stanno diversamente. Non la sfiorerei neanche
con un dito. È una donna particolarmente attenta all’igiene e
svolge bene il suo lavoro. Mi è fedele, nel senso che non si è mai
azzardata a toccare una delle tante penne costosissime che
colleziono, oppure uno dei 5 Rolex che possiedo, o ancora
qualsiasi altro oggetto di valore.
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... Fatima, percepisce subito il mio umore, così, oggi vedendomi
un po’ scazzato, ha messo tutto il suo impegno per deliziare il
mio palato con un ottimo cous cous marocchino. Dopo aver
mangiato, ho iniziato a sentire un tremendo bisogno di riposare,
un po’ per via del su e giù praticato la scorsa notte con Claudia,
un po’ a causa dell’alcool e delle droghe assunte ieri pomeriggio
con Sasà.
Il mio corpo si surriscalda facilmente e sento presto gli effetti
dello stress. Credo che sia un effetto collaterale della cocaina. Ti
da molta energia, ma dopo ti rende nervoso. Infine, quando
svanisce del tutto il suo effetto, arriva la fase down e inizi a
sentirti stanco e apatico (così, spesso, hai bisogno di un’altra
dose, come fosse una tazzina di caffé). Dopo essere uscito da
qualche anno dal tunnel dell’eroina, credo di saper controllare la
mia dipendenza dalle droghe. Non faccio un uso smodato di
cocaina, ma il rischio di diventarne dipendente esiste.
Il riposino pomeridiano è uno dei lussi più belli che la vita da
scapolo possa garantirti. Per me un sonnellino è necessario,
affinché il cervello non vada in ebollizione. Ho davvero bisogno
di riassestare il mio sistema nervoso.
Mi chiedo come cazzo facciano i pochi politici semiseri, i
commercialisti (sempre alle prese con i numeri), gli avvocati, i
bancari e tutti quelli che lavorano quasi senza sosta fino a 12 ore
giornaliere. Secondo me rischiano seriamente di cadere in crisi
psichiche, diventando schiavi del proprio lavoro.
La nevrosi lavorativa attanaglia sia i perdenti che i vincenti. Tutti
quelli che lavorano sodo, impegnando costantemente il proprio
intelletto, credo che finiscano col diventare delle macchine.
Probabilmente, sviluppano un sistema nervoso incapace di reagire
allo stress, ma contemporaneamente diventano esseri incapaci di
provare sentimenti verso se stessi, verso la propria famiglia e i
propri figli. La dipendenza dal lavoro uccide più dell’alcool e
delle droghe. Gli schiavi di questo sistema malato finiscono per
66
morire di infarto, non curano più il proprio aspetto fisico e
abbandonano progressivamente i loro hobby. Cercano invano di
far carriera, ma la meritocrazia in Italia non esiste, così la vita gli
passa davanti come fosse un treno in corsa. Alla loro fermata il
treno che dovrebbe portarli a destinazione fa una sosta, ma loro
non salgono perché si ferma troppo lontano dal luogo che
desiderano raggiungere. Dovrebbero fare un po’ di strada a piedi,
ma camminare è faticoso, quindi decidono di non salire. Così,
dopo qualche tempo, passa un secondo treno, ma fa un tragitto
troppo lungo. Troppe tappe prima di giungere a destinazione,
quindi loro non salgono. Il tempo scorre inesorabilmente. Arriva
un terzo treno, ma è davvero troppo affollato, loro non salgono.
Passa un quarto treno, e ancora un quinto, ma loro continuano ad
attendere quello giusto. Finalmente, si rendono conto che è il
momento di decidersi a salire sul primo mezzo utile. Passa
l’ultimo treno, ma loro sono vecchi e stanchi, purtroppo, la sosta
che fa è troppo rapida e loro non hanno più i riflessi pronti, quindi
non salgono. Il mezzo riparte velocemente e loro lo osservano
allontanarsi con la tristezza nel cuore. Avrebbero potuto prendere
il primo treno, senza esitare. Avrebbero potuto vivere la loro
esistenza, senza aspettare il treno giusto, quello che con buona
probabilità non passerà mai.
Fortunatamente, per me il treno giusto ha fatto la sua prima sosta
alla mia fermata e il capotreno in persona mi ha invitato a salire.
Ho scelto il posto più comodo. Adesso, sono uno di quelli che
mette il lavoro al secondo o al terzo posto, dopo il gentil sesso e il
divertimento estremo. Forse il mio stile di vita non mi consentirà
di vivere a lungo, però sono certo che non sarà il lavoro a
uccidermi. Non sarò mai schiavo del governo ladro e della fatica
giornaliera. I soldi sono il mio unico dio, il sesso è la mia
palestra, l’alcool e le uscite con gli pseudoamici costituiscono la
base su cui poggia la mia autostima. Mai e poi mai sarei in grado
di vivere sotto il continuo sforzo fisico dettato dal lavoro
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manuale, tipo quello che fa Sasà per intenderci. Non vivrò mai da
perdente o da sfigato, impiegatuccio statale malpagato, automa di
un’azienda o di una multinazionale. Per me, la vita di un
dipendente statale o di un impiegato di azienda può essere
paragonata a un orologio analogico, che scandisce infinitamente
tic e toc senza fermarsi un istante. Ritengo che questa gente viva
un esistenza piatta e monotona. Sono degli Sfigati D.O.C. perché
sono affetti da un inguaribile Disturbo Ossessivo Compulsivo.
Ripetono costantemente le stesse azioni, giorno dopo giorno,
come se vivessero imprigionati all’interno di una trama di un film
poco entusiasmante. Fortunatamente, io sono diverso. Vivrò
sempre per godere dei frutti più buoni che dà la terra, coglierò i
fiori più belli, staccando da essi uno a uno i petali, per il gusto di
camminare come un imperatore romano.
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“TV SPAZZATURA”
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fisica. Non hai una bella storia da raccontare se a capirla sei solo
tu. Quindi, in televisione si racconta solo una trama prevedibile,
con un finale immediatamente comprensibile (anche al più
ritardato dei telespettatori).
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della sigaretta al risveglio. È perfino più aromatica di quella che
fumi dopo una grande scopata.
Sento un bisogno irresistibile di sfogare i miei pensieri sulla
società di oggi. Quindi, prendo carta e penna e inizio a scrivere
tutto ciò che state leggendo...
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« Sì, dottor Giusani. Nessun problema. Metto nel bagaglio a
mano l’Ipad, la tastiera ripiegabile e il mouse. Come al solito
giusto? »
« Sì, però, prendi anche quel block notes con la copertina Mont
Blanc (il diario che state leggendo). Riponilo con cura all’interno
della tasca esterna della valigetta. »
« Obbedisco, signore. »
72
Le domande che più di tutte mi tormentano sono due:
Una sola certezza, il diario della mia vita sarà fedele alla realtà.
Una riproduzione viva quanto quella di un quadro
Rinascimentale. Non ometterò alcun particolare, non farò censure
e continuerò a raccontarvi la mia vita per come si svolge, giorno
dopo giorno, nella buona e nella cattiva sorte.
Questa non è una fiction né un reality show. La mia vita sarà pure
costruita sulla superficialità e sulla ricchezza, ma è vera, è reale
come l’aria che pur non vedendo respirate.
73
“ ESCORT”
©+RODFDULĖRPLR4XDQWRWHPSRqFKHQRQWLIDLVHQWLUH"6RQR
felice che mi hai chiamata. È sempre un piacere parlare con te,
amore. »
75
troppo evidente, distolse l’attenzione da me per riprendere a
coccolare il suo uomo. Arrivati al dessert, finalmente, Eva si è
alzata per andare alla toilette, così io ho colto l’occasione per dire
ai commensali che avevo bisogno di andare a fumare una
sigaretta. Mi sono piazzato all’uscita del bagno delle donne.
Quindi, le ho bloccato la via di uscita, poi ho iniziato a fissarla
intensamente, lei mi guardava in modo provocatorio. Il suo
profumo Chanel mi è entrato nelle narici e io non ho resistito. Le
ho afferrato le mani, quindi, spingendola contro il muro ho
iniziato a baciarla. Mi è subito venuto un desiderio incredibile di
possederla. Volevo sbattermela lì stesso, dentro il bagno delle
signore, ma lei mi ha detto:
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Vi chiederete come mai un uomo che può avere quasi qualsiasi
donna frequenta le escort?
Un uomo affascinante non avrebbe mai avuto bisogno di pagare
per fare sesso. Quelli come me vanno a puttane solo perché
vogliono il dominio assoluto sulla donna. Si paga per la
prestazione che desidera, senza complicazioni né coinvolgimento
sentimentale.
Quando mi porto a letto una nuova maddalena non posso
chiederle subito di fare certi giochetti che sarebbero troppo
perversi. Il sesso con una donna che seduco nella vita reale è
impegnativo, talvolta, persino ansiogeno.
In primo luogo, ci vuole una certa abilità nel conquistare una
donna al giorno d’oggi. Certo, ci sono milioni di ragazze facili,
ma occorre sempre un discreto dispendio di energie e di denaro
prima che la tipa venga a letto con me o con qualsiasi altro figlio
della società del benessere.
In secondo luogo, io non saprò mai se una donna viene a letto con
me per le cene che le offro e per lo stile di vita che potrei
garantirle. Insomma, quando conquisto una donna la colpisco per
ciò che sono o per quello che possiedo?
In terzo luogo, un perfezionista patologico come me, con tratti di
narcisismo evidenti, non può fare a meno di pensare al top della
prestazione. Mi ritrovo quindi a essere forzatamente altruista. Il
sesso per me non è solo un piacere, ma un dover mostrare quanto
sono bravo a letto. Ogni volta cerco di dare il massimo possibile,
e quando un uomo basa la propria autostima sul risultato delle sue
prestazioni sessuali, cessa di essere uomo e si trasforma in una
macchina incapace di provare affetto.
Il problema che in un modo o nell’altro si presenta a tutti i
playboy di oggi è questo: essere bravi come attori pornografici.
L’obiettivo non è semplice da raggiungere, e Voi donnine che
talvolta vi divertite a guardare le cose sozze in TV o su internet,
dovete sapere che quello che vedete sullo schermo è pura
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finzione. Tagli di scene, attori strapompati di viagra e altri artifici
rendono la prestazione strabiliante. Il mondo reale è diverso.
Il 50% degli uomini non ha alcun controllo sulla eiaculazione.
L’altro 45% soffre di problemi di erezione o viene condizionato
dall’ansia della prestazione.
Fortunatamente, un tipo come me rientra in quella piccola
percentuale di esseri umani che, vivendo la prestazione come una
sfida, trasforma l’ansia in adrenalina positiva… Io adoro
l’adrenalina!
Non faccio il pornostar di mestiere, ma la routine con cui faccio
sesso mi ha reso una macchina quasi infallibile. Le escort sono un
campo di allenamento indispensabile per me. Una dipendenza più
forte di quella che avevo per l’eroina. Un vizio che condivido con
tutta la società del benessere.
C’è differenza tra andare a puttane per strada e andare a escort. Il
fatto che paghi per una prestazione è l’unica cosa che crea un
minimo di associazione tra le due categorie di maddalene
dispensatrici di piacere. C’è differenza anche tra escort e puttane
di appartamento. Quello che cambia è l’igiene, l’eleganza e la
qualità del servizio.
Sulla base dell’esperienza acquisita nel corso della mia lunga
carriera di playboy – puttaniere, oggi sono in grado di fare una
distinzione tra sei categorie di prostitute, anche se nella realtà dei
fatti, a livello mondiale, la suddivisione sarebbe molto più
articolata e complessa.
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Se a propinarvi questa lezione di vita è quello che la società
perbenista definirebbe un uomo senza scrupoli, allora non potete
che dare un peso maggiore alle mie parole. Quelli che ben
pensano hanno la stessa mia opinione a riguardo, quindi la tesi
che sostengo credo possa definirsi del tutto validata.
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I loro profili, li trovi in siti internet specializzati, con tanto di
servizi e tariffe. Il loro onorario oscilla dai 100 euro per mezz’ora
ai 250 euro l’ora. I clienti sono per lo più impiegati bancari, o
impiegati statali, insoddisfatti delle proprie mogli.
80
Una brava escort riesce a fare sentire unico qualsiasi uomo si
trova davanti, e se ben pagata riesce anche a darti la sensazione di
amarti follemente. Si tratta della cosiddetta GFE (Girl Friend
Experience), quella che tutti gli uomini in cerca di affetto
desiderano.
Eva, la escort che sto andando a trovare per la terza volta in vita
mia, appartiene alla quinta categoria e riceve in un appartamento
lussuoso del center city. Adora i gioielli in oro e i Rolex, ma più
di ogni altra cosa riesce a scroccare cene, gite in barca e borse
Gucci o Luis Vuitton, facendo innamorare di lei i clienti più fessi.
Io ho sempre pagato in contanti la sua prestazione. Non le ho mai
regalato nulla, a parte il piacere.
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La spoglio lentamente e la inizio a baciare dolcemente, prima
sulle labbra, poi sul seno. La adagio sul letto per leccarle l’interno
coscia fino a giungere lì dove le piace di più. Poi, lei fa lo stesso
con me. Indosso immediatamente il preservativo, come faccio
con tutte le donne che non conosco. Lei inizia a muoversi sopra
di me, mentre le nostre lingue si incrociano e il nostro fiato si fa
sempre più corto. Gode per davvero. Ho l’esperienza necessaria
per capire quando una donna finge. Lei con me non finge.
Raggiunge l’orgasmo una prima volta, e poi una seconda volta…
Alla fine tocca a me raggiungere il piacere e siccome ci metto una
vita, mi fa giungere alla meta con uno stupendo rapporto orale
scoperto.
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Che ci crediate o no, mie adorate lettrici, perfino le puttane
perdono la testa per me. Anche a loro riesco a dare piacere. La
mia mente si è abituata a reagire bene agli stimoli sessuali sia
quando sono sotto pressione (perché la donna mi piace
particolarmente), sia quando sono totalmente spensierato. Le
escort, quindi, sono per me solo una palestra e un vizio come tanti
altri.
« Va bene, signore. »
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« Sei una brava donna Fatima. Sei un’ottima domestica. Mi fido
di te, ma le chiavi del garage non le lascerei neanche a mio
fratello, se ne avessi uno. Guiderai solo al ritorno. Fa solo
attenzione a non schiantarti in autostrada. Non per la macchina,
ma per te! Dove la trovo più una domestica così ?! »
Meglio così. Era solo una prova. Volevo vedere fino a che punto
fosse remissiva. Se mi avesse dato del tu mi sarei preoccupato.
Adesso, invece, ho la certezza che posso fidarmi pienamente di
lei. Di solito mi accompagna in aeroporto uno dei miei operai, ma
a causa della brutta aria che tira in azienda ho preferito non dire a
nessuno della mia partenza. La signora Franca Schiavello dirigerà
gli affari, senza troppe difficoltà, mi auguro.
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« Dice che il vostro amico Salvatore è in fin di vita. I suoi
genitori hanno voluto informare gli amici … Nel caso desiderate
passare a dargli l’ultimo saluto. Comunque, ho detto al suo amico
che Lei non era in casa, signore. »
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povero come lui si è solo limitato a lottare per sopravvivere. La
sua fine è arrivata. Ha perso la sua battaglia.
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“MAFIA”
Sono stanco, anzi distrutto. Vado a letto senza pensare alla morte
di Salvatore. Mi addormento e basta. Sogno la mia adolescenza
vissuta come anticonformista, figlio dell’altissima borghesia che
non pensava ai soldi e preferiva la compagnia della gente
mediocre. Mi rendo conto che sono cambiato. Crescendo sono
diventato come uno dei tanti figli della società del benessere. Il
mio business e il mio conseguente prestigio sociale dipendono da
cattive amicizie: gente mafiosa, politici corrotti e arrampicatori
sociali sono diventati gli unici “amici” che ho. Prima era diverso.
Non era questa la vita che avrei dovuto vivere, ma ormai ci sono
dentro. Anche se volessi cambiare, sarebbe impossibile.
Stranamente mi alzo che è mattino presto, senza che la sveglia
suoni. Fatima ancora dorme. Decido di lasciarla riposare.
Mi faccio il caffé da solo. È proprio imbevibile. Sembra acqua
sporca! Mi sono rammollito, non sono più in grado neanche di
preparare un caffé decente. Mi occorre un po’ di carica e metto su
un disco dei Verve “Bittersweet Symphony”.
I can change…
I can change…
I can change…
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gemello di successo, spetta una buona provvigione sugli affari
che mi procura. Questi sono i nostri accordi. Inoltre, è il mio
recupera crediti personale. Grazie ai suoi scagnozzi nessun
cliente manca mai un pagamento. Non pago il pizzo alla mafia,
piuttosto i miei amici mafiosi mi garantiscono protezione e mi
danno una mano negli affari. Ovviamente, pago profumatamente
queste amicizie, ma non posso farne a meno. Io e la mafia siamo
sempre stati forzatamente legati. Non ho mai avuto rapporti con
grandi boss, ma solo con soldati e capi mandamento. Non è una
bella vita quella del mafioso. Avrai pure l’onore, il rispetto della
gente, ma prima o poi finisci ammazzato, oppure in galera. Un
giorno sei il capo dei capi, un altro ti nascondi come un sorcio.
Purtroppo, mio nonno, il padre di mio padre, iniziò a lavorare per
“cosa nostra” quando aveva appena 25 anni. È sempre stato
fissato con la boxe. Mio padre mi ha raccontato che sul ring era
rapidissimo e aveva un gancio destro davvero molto potente. So
che ha vinto numerosi incontri per KO, ma a quei tempi in Italia
non si guadagnavano soldi con questo sport. La sua indole
violenta lo ha portato ad avere brutte amicizie. Magari, non
sarebbe diventato il campione del mondo dei pesi medi né era
bravo come Rubin Carter alias “hurricane”, ma avrebbe
comunque potuto vivere onestamente. Invece, per campare la
famiglia, cioè mia nonna e mio padre, riscuoteva il pizzo presso
gli esercenti del quartiere. Tutti lo temevano, così credo che non
abbia mai avuto bisogno di usare la forza per ottenere il denaro.
Ha raccolto un bel po’ di soldi riuscendo a garantire a mio padre
una vita comoda. Dopo 25 anni di attività illecita, cioè all’età di
50 anni, entrò per l’ultima volta in un negozio.
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Tradotto letteralmente in lingua italiana significa: “pure noi
dobbiamo bagnarci il becco”. Pizzo, infatti vuol dire becco. Come
gli uccellini, i mafiosi raccolgono le molliche dai commercianti.
Tutti devono pagare. Una volta era così! Solo che il macellaio a
cui aveva chiesto i soldi mio nonno era stanco di dividere i suoi
profitti con la mafia e per farglielo capire non usò le parole, ma la
mannaia con cui stava affettando la carne. Mio padre, quindi, in
un certo senso è stato figlio di una vittima della mafia. Però non
ha mai voluto vendetta, perché a lui non interessava entrare a far
parte del mondo che ha ucciso mio nonno. Così, con i soldi che
ha ereditato, iniziò la sua attività di commerciante. Tutti i mafiosi
gli portavano rispetto, per via di ciò che era accaduto a mio
nonno. Tutti cercavano di aiutarlo, anche se lui voleva cavarsela
da solo. Alla fine, in un modo o nell’altro, la mafia è stata sempre
vicina alla mia famiglia, anche se queste “amicizie” non le
abbiamo scelte noi. Le abbiamo “ereditate” e non possiamo
rinnegarle né io né mio padre.
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« Dottor Giusani, so già che sta andando a Roma al convegno
della Xerox. Ho una ventiquattrore pronta. È sicuro che non vuole
che io la accompagni? »
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mangiare. Riprendo a scrivere per qualche minuto il diario della
mia vita, poi lo chiudo e lo conservo nella valigetta da imbarcare.
Saliamo in macchina direzione aeroporto Falcone – Borsellino.
Arrivati nei pressi di Capaci, la radio casualmente trasmette un
celebre brano di Jhon Lennon : “Imagine”.
Lennon cantava un utopico mondo di pace, in cui tutti gli uomini
potessero vivere in armonia, ma venne ucciso in modo freddo e
spietato da uno psicopatico. Le sue note si diffondono nei miei
timpani, ma non nella mia testa, fino a quando raggiungo il punto
in cui il giudice Giovanni Falcone saltò in aria insieme ai membri
della scorta. Allora, un brivido mi attraversa la schiena.
Non ho mai ucciso un uomo. Non sono un tipo violento, eppure
tengo una pistola in casa per legittima difesa ed un'altra in
azienda. Mi diverte sparare al poligono, ma soprattutto frequento
gente che è in grado di compiere omicidi efferati. Così, per la
prima volta mi chiedo se anche io in parte contribuisco ad
alimentare il fenomeno mafioso. Evito solitamente di pensarci
perché la cosa mi fa stare male. Purtroppo, però, la realtà è che
spesso ragiono come con la stessa mentalità di quegli uomini che
sono arrivati a commettere stragi per raggiungere il potere. I
grandi boss, e alcuni dei politici più influenti, commissionano
omicidi senza sporcarsi le mani. Prima o poi, la sete di potere mi
porterà a far questo per difendere il mio piccolo impero
economico. Quindi, quanto sono differente da loro?
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“DROGA”
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« Stronzo. Che cazzo ci fai qui. Io non ti conosco! Non metterti in
testa strane idee. Non ho amici da presentarti e non ti voglio fra i
piedi. Stammi lontano e non guardarmi neanche, fino a quando ti
sarai liberato della merda che ti porti addosso. »
« Sasà perché cazzo non me lo hai detto che avresti preso il mio
stesso aereo? Te lo ripeto, io e te non ci conosciamo né qui in
aeroporto né quando saremo a Roma. Ci siamo intesi? »
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in galera per spaccio di droga, infatti quando la consumo ne tengo
per me solo piccole dosi… Poi, un lampo passa per la mia testa.
Mi ricordo che domani sera, dopo il convegno mattutino è
prevista un’uscita con il mio amico Giovanni Sardella, candidato
a Sindaco di Palermo e con Luca Garofalo, un giovane che vive
un po’ a Roma e un po’ in Sicilia. Un tipo che non ha mai
lavorato, ma grazie ai numerosi affitti che riscuote è abbastanza
ricco. Suo padre è stato un costruttore di successo. Si dice che “la
prima generazione costruisce, la seconda conserva e la terza
distrugge”. Lui, invece, sta dilapidando tutto il capitale di
famiglia. Luca e Giovanni sono due tipi simpatici, ma non
saranno mai due veri amici. Li frequento solo per coincidenza di
interessi. Entrambi hanno un palato raffinato e il vizio di sniffare
la bamba quando partecipano a serate sfrenate.
Sono le sette di sera, smetto di scrivere il diario della mia vita e
chiamo Sasà al cellulare.
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« Non fare lo stronzo Sasà. Che impegni hai stasera? Volevo
chiederti se ti andava di farti un giro con me, però esci da casa
bello pulito, giusto? Ci siamo intesi immagino… »
« Non scherzo, Sasà. Giuro. È solo un modo per farti capire che
in fondo ti voglio bene. Però starò giusto un paio d’ore. Domani
mattina ho il convegno della Xerox, inoltre, di sera devo vedermi
con gente importante. »
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« Va bene, Francesco. Direi che due ore sono sufficienti. Mi
ripulisco e torno in Porche Cayenne insieme a te. A quel punto
sarò io a rischiare dato che qualche grammo sarai tu ad averlo
addosso. »
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“CENTRO SOCIALE DEL SESSO OCCASIONALE”
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labirinto dal quale sembra impossibile uscire. Mi rendo conto
immediatamente che, nonostante mi sia vestito quasi come tutti
gli altri, si capisce che sono il solo fighetto attorniato da un
branco di sinistroidi sfigati. Quindi, percependo la grande
differenza con la gente che mi circonda, per un attimo mi sento
emarginato. È davvero strana l’empatia dell’essere umano.
Quando ti senti solo cerchi in qualche modo di somigliare a chi ti
sta intorno assumendone usi e costumi. Tuttavia, io non riuscirei
mai a sentirmi parte di questo gruppo di persone.
Sasà conosce molta gente. Tossici, cannati, rastafarinai si servono
da lui. Nessuno mi conosce, ma non posso stare muto in disparte.
Non è nel mio stile. Così, per catturare la simpatia di questi esseri
umani, così diversi da me, inizio a parlare del governo ladro e
dello sfruttamento della classe operaia, quella che io stesso, nel
mio piccolo, governo.
Dopo le prime sniffate, Sasà mostra già i segni dello sballo. Non
so che cazzo si sia portato, oltre alla cocaina. Si è allontanato un
attimo da me ed è tornato con le tasche piene di soldi. Io mi sono
concesso il lusso di bere una birra Moretti.
100
« Mamma mia, quanta coca hai tirato? Cerca di sbrigarti a
ripulirti vecchio mio. »
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erba, e quel bastardo del mio amico se l’è svignata senza dirmi
niente.
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« Perdonami Francesco, però ho trovato un bel “buco da tappare”.
Guarda quella biondina con le gambe lunghissime, magra, con gli
stivali di pelle e la t-shirt bianca con disegnati dei teschi neri. »
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« Si, ma lo farai senza di me. Chiamati un taxi e fai quello che
vuoi, io torno a casa. »
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mentre lui, seduto con la sua conquista sul sedile posteriore inizia
già a darsi da fare.
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un figlio della società del benessere come me che si ritrova a
guidare quasi dieci chilometri, come un tassinaro da quattro soldi,
con due cafoni che si masturbano reciprocamente sul sedile
posteriore della Porche Cayenne che ho noleggiato.
Adesso, devo proprio chiamare Sasà, altrimenti la mia coscienza
non mi farà dormire stanotte. Domani c’è il grande meeting
aziendale e non posso permettermi di trascorrere una notte in
bianco.
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« Ho smesso per sempre di bucarmi, quindi, adesso tu chiami un
taxi e te ne vai… Prendi i tuoi vestiti e sparisci dalla mia vista. »
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“IL MEETING”
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abbiamo sempre parlato di affari. Mi scambio il numero di
cellulare con ognuno di loro. So che hanno vinto in premio quel
viaggio solo perchè hanno raggiunto un ottimo fatturato, quindi
nell’arte della vendita sono bravi quasi quanto me.
La riunione riprende. Finalmente, scorrono sul megaschermo i
dati delle vendite delle macchine digitali in Italia. Tiro un sospiro
di sollievo perchè la mia Regione è la prima. Questo significa una
sola cosa, la mia azienda è ancora la numero uno in Italia nel
campo della vendita di macchinari Xerox agli uffici pubblici e
alle aziende private.
Purtroppo, il mio entusiasmo dura poco. I dati continuano a
scorrere e io vorrei sprofondare. Apprendo che, a seguito delle
indagini di customer satisfaction effettuate a mia insaputa, il
servizio di manutenzione in Sicilia risulta essere il meno
efficiente a livello nazionale. I miei clienti lamentano il fatto che
gli interventi non sono tempestivi. Inoltre, costantemente si
ritrovano con macchine che presentano sempre lo stesso
problema. Il giudizio sulla professionalità dei tecnici che si
occupano della manutenzione delle macchine è scarso (2 punti su
una scala da 1 a 5). La cortesia e la disponibilità dei miei operai è
appena sufficiente (3 punti su 5).
La riunione continua, ma io esco fuori a fumare una sigaretta. Il
mio orgoglio ha subito una ferita profondissima. Devo cambiare
il modo di gestire il personale. La gente che lavora per me non è
stupida. È colpa mia se non pago i corsi necessari per il loro
aggiornamento, a causa del mio vizio di scialacquare denaro.
Inizio a pensare, inoltre, che il cliente finale non è soddisfatto
solo perché il mio personale non è trattato in maniera dignitosa.
Come può un operaio sfruttato all’inverosimile essere cortese e
disponibile?!
Rientro in sala e rimugino, mentre i dati continuano a scorrere
…Apprendo che il commercio elettronico diretto potrebbe
mandare in fallimento gran parte delle aziende che gestiscono il
110
marchio Xerox. La cosa è preoccupante. Da questo si evince
ancor più l’importanza del servizio di assistenza e manutenzione.
La riunione giunge al termine e io non sono per nulla soddisfatto,
anzi sono piuttosto incazzato! Non posso licenziare nessuno dei
miei operai, altrimenti sarei ricattabile. Il modo in cui li pago e i
loro orari di lavoro non sono affatto in linea con il contratto
nazionale dei lavoratori. In più, i tecnici che utilizzo si occupano
anche della manutenzione delle fotocopiatrici Canon. Insomma,
la verità è che sfrutto ogni operaio su più fronti, così i problemi
cominciano a emergere per la prima volta in modo palese. Saluto
i miei colleghi, senza fermarmi con loro a pranzo. Torno al mio
albergo quasi immediatamente. Il mio organismo è provato,
anche a causa della stanchezza della notte precedente. Ci
vorrebbe una pista di cocaina per svegliarmi, ma decido di
evitare. Preferisco tornare in albergo a riposare per godermi
appieno la mia ultima sera a Roma.
111
“L’INCUBO HIV”
113
per me un fattore di rischio non indifferente! Tuttavia, credetemi
stimati lettori, non mi sento affatto come un folle che gioca alla
roulette russa per il piacere del rischio. Prendo sempre le mie
precauzioni, anche quando l’alcool mi offusca totalmente il
cervello.
114
la semplice influenza stagionale. Avete mai meditato con sospetto
al fatto che il ceppo virale muta ogni anno. Un po’ come avviene
per l’HIV, il virus evolve costantemente. Forse non è un caso.
Forse c’è una correlazione tra il virus che causa la semplice
influenza stagionale e il virus dell’HIV. Forse sono il prodotto di
uomini potentissimi che giocano con il nostro destino. Pensateci
solo un attimo… Il virus dell’influenza cambia nome ogni anno,
come fosse il modello di un automobile. Di conseguenza, si rende
necessaria la produzione di nuovi vaccini che Voi acquisterete,
soprattutto se siete vecchi decrepiti, cardiopatici o soltanto
fortemente ansiosi per il Vostro stato di salute. A mio avviso,
dietro le malattie contagiose (e non solo quelle) c’è un gruppo di
uomini superpotenti che si diverte a perpetrare un gioco sadico,
ma redditizio, che vede Voi (e la Vostra stessa vita) come pedoni
da sacrificare in una complessa partita di scacchi. Voi, non siete
altro che stupidi bancomat da cui prelevare, senza alcuna
commissione, migliaia di euro.
… La verità è che il governo guadagna sulla nostra cattiva salute.
Ci forniscono liberamente sigarette extra tassate e super dannose.
Inventano leggi per creare marmitte catalitiche con filtri
antiparticolato che lasciano passare particelle cancerogene e
polveri così sottili che il nostro organismo le accumula in modo
molto più semplice di quanto avvenisse prima dell’invenzione dei
catalizzatori. Il governo sovrano, le multinazionali, le industrie
del tabacco, i grossi petrolieri e forse anche lo stesso Ministero
della Salute sono il vero cancro della nostra società.
… Ovviamente, di tutti questi discorsi filosofici a Sasà non gliene
potrebbe fregare un cazzo, ma io penso a tutte queste cose,
mentre per mezzora lo osservo, immobile, sdraiato sul divano di
pelle nera della mia suite d’albergo.
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« Precisamente, a quale delle due ti riferisci? Al fatto di avere
somministrato inconsapevolmente dell’HGB a una tossica,
oppure al fatto di esserti scopato una tossica?! »
« Intendi in negativo? »
116
È facile rassicurare un amico che si trova in questa brutta
situazione, ma è un po’ più difficile quando ti ci trovi
personalmente. Io ho provato le sue stesse sensazioni qualche
anno prima, a causa di un paio di rapporti non protetti con
ragazze facili. Credetemi, è come vivere un incubo.
Preghi Dio e tutti Santi che non farai più cazzate, fino a quando
vedi che il test è negativo. Poi, dimentichi tutte le vane promesse
e vai avanti con la solita vita.
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“NOTTI DA LEONI”
Con Sasà fuori dai coglioni, non mi resta che contattare gli
pseudoamici per godermi una insana serata: trasgressiva e
adrenalinica. Gli “pseudoamici” sono quei conoscenti con cui ti
vedi solo qualche sera. Sono i tuoi compagni di bevute e di
giochi. Con loro ho una coincidenza di interessi, nessuna amicizia
profonda, nessun legame forte. Sono come le puttane che mi
scopo una sera e non mi cercano il giorno dopo. Magari mi ci
diverto tanto, ma non ho alcun obbligo morale nei loro confronti.
I miei pseudoamici preferiti degli ultimi anni sono Giovanni
Sardella, detto Don Giovanni, e Luca Garofalo, detto il Pesce
Spada. Credo siano malati di sesso persino più di me. Con Luca
la natura è stata davvero generosa: può vantare un armamentario
di proporzioni colossali. Non solo ha una dotazione super, ma sa
utilizzarla davvero bene! C’è una grossa differenza tra essere e
avere. Puoi nascere nella famiglia più ricca dell’universo e
crescere come sfigato, puoi possedere le migliori macchine senza
saperle guidare, oppure, puoi avere un bazooka tra le gambe che
non spara bene i suoi colpi perché lo usi molto di rado. Durante il
mio curiosare quotidiano tra le notizie più bizzarre del web, mi
sono ritrovato a leggere la storia di un uomo che non sfrutta
affatto bene ciò che il destino gli ha benevolmente concesso. Un
tale Jonah Falcon, un tipo che fino a 39 anni ha vissuto a casa con
la mamma. Non vive nel lusso, anzi, tranne qualche comparsa in
serie televisive, non ha fatto nulla di rilevante nella sua vita. Si
dice che sia bisessuale, ma a me da l’impressione di essere gay.
Ha una faccia da ingenuo e un fisico da bamboccio. Ciò che lo
distingue dagli sfigati comuni è che tra le gambe gli striscia
un’anaconda di 34 cm. È entrato nel Guinnes World Record come
l’uomo più attrezzato di sempre, tuttavia la sua dote nascosta non
119
esce spesso alla luce del sole, anzi, forse è proprio del tutto
inutilizzata.
C’è un detto siciliano che dice: “chi avi u pani unn’avi i rienti”
(chi ha il pane non ha i denti per poterlo mangiare). Talvolta,
credo che qualcuno desidera vivere da sfigato, ci trova gusto. C’è
gente che ha paura del successo e di come il denaro possa
cambiare radicalmente la vita. Quando non hai nulla, non temi di
perdere nulla. Quando cavalchi l’onda del successo hai paura che
prima o poi inizi la discesa. Personalmente, ho sempre avuto il
terrore di perdere tutto ciò che ho, perché ciò che ho rappresenta
ciò che sono.
120
ammirazione, pochi vi hanno libero accesso. Questo è lo scopo
degli spazi privati nelle discoteche di alta classe, non mischiarti
mai alla gente comune. Uno come me non deve assolutamente
passare inosservato. Questa notte ho prenotato un tavolo riservato
nel migliore locale della capitale. Ho richiesto 7 modelle e ho
ordinato Vodka Belvedere e Dom Perignon Vintage 1995.
Uno dei due pseudoamici, Giovanni, si è candidato a Sindaco di
Palermo e la serata che ho organizzato è il mio modo di
dimostrare la mia vicinanza e la mia collaborazione alla sua
campagna elettorale.
Luca, invece, è uno dei ragazzi più simpatici e piacenti che abbia
mai conosciuto, ma anche lui non sarà mai un amico vero. È solo
un ottimo attore, uno showman che sa bene intrattenere il
pubblico. Con il suo enorme pendolo ipnotizza le donne, mentre
la sua faccia da eterno ragazzino e i suoi occhi azzurri penetranti
risvegliano un senso materno. Luca è uno di quei ragazzi fanatici
che si sparano le foto in posa per postarle sui social network.
Trascorre quasi tutto il suo tempo in palestra e nei migliori centri
estetici di Roma e Palermo. Frequenta assiduamente solarium e
parrucchieri costosissimi. Il suo unico hobby è l’ozio. Credo
abbia sviluppato una dipendenza dal relax e dal benessere
psicofisico. Un disturbo più unico che raro! Spende una fortuna
in sedute di joga e sesso tantrico, ma la sua vera ossessione sono i
massaggi con finale orale. Non è ricchissimo, ma non ha
assolutamente alcuna volontà (né necessita) di lavorare. La sua
famiglia gli ha lasciato in eredità svariati appartamenti, così,
adesso lui si limita a ritirare i soldi degli affitti. Tuttavia, sembra
che il denaro che incassa così facilmente non gli riesca a bastare
mai. Così, Luca rompe costantemente le palle agli inquilini
affinché siano puntuali nel pagamento, spesso lo pretende persino
in anticipo. È uno di quelli che non si perde neanche una serata
della movida italiana. Conosce non solo tutti i migliori locali
notturni di Roma e Palermo, ma sa anche ogni pettegolezzo sulla
121
gente che li frequenta. È uno di quelli che hanno 5 mila amici su
facebook, ma nella vita reale nessuno gli vuole bene veramente.
Un tipo così dovrei odiarlo, invece mi sta parecchio simpatico.
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« Mi spiace amico mio, proprio non posso. Sono certo che faresti
una carneficina di cubane… Magari ti porto un sigaro. Ce lo
fumeremo al mio ritorno quando ti racconterò le mie avventure.»
« Certo, caro Luca. Sei mai rimasto deluso da una delle tante
serate trascorse in mia compagnia?! »
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bellissime, vestite come bambole di porcellana. Erano delle escort
top class che avevo contattato segretamente affinché tendessero
un’imboscata ai miei compagni di serata. Le avevo pagate perché
gli facessero perdere la testa. Nel caso in cui qualcuno di loro ci
avesse provato, loro avrebbero di certo ceduto alle avance. Avevo
pagato perfino un extra nel caso in cui uno dei miei amici avesse
chiesto di praticare del sesso non convenzionale. Pagamento
anticipato, senza la certezza della consumazione.
Mentre entrava quel ben di Dio, io non mi scomposi affatto.
Luca, che era accanto a me, si passò le mani tra i capelli e bevve
un bicchiere di vino bianco tutto di un fiato. Gli altri, che stavano
fino a un attimo prima spaparanzati, con la cintura dei pantaloni
slacciata per abbuffarsi a più non posso, balzarono dalla sedia
come se avessero visto la Madonna. Le escort che avevo pagato
profumatamente erano dodici fighette, tutte più o meno sui 25
anni. Sembravano delle modelle o delle soubrette. Iniziarono tutti
a guardarle chiedendosi chi fossero e che ci facessero lì, in quella
sottospecie di taverna. Io feci finta di niente, mostrandomi del
tutto disinteressato. Ricordo che Luca, inizialmente, aveva
supposto che quelle splendide fanciulle avevano deciso di fare
una bella mangiata di pesce in un posto tipico. Per lui, erano delle
modelle che festeggiavano un addio al nubilato in un posto in cui
non potevano essere importunate. Io gli detti credito.
124
loro bellezza. Dissi che se loro ci avessero provato li avrebbero di
certo mandati a cagare.
In effetti, fatta eccezione per me e Luca, gli altri 5 pseudoamici
sono dei mezzi cessi. È vero, fanno parte dell’alta società,
tuttavia, il loro savoir faire non si è sviluppato come avrebbe
dovuto. Quella sera erano piuttosto impacciati. Imploravano Luca
perché si facesse avanti. Lo utilizzavano come se fosse uno di
quei cani da caccia che si mandano in avanscoperta per stanare le
prede. Effettivamente, le avance di Luca hanno una percentuale
altissima di riuscita, soprattutto sono rapidissime. È come un
ghepardo. Fissa la preda e scatta all’attacco a una velocità
incredibile. Anche in quella occasione non si smentì. Si è fatto
avanti, dopo avere fissato intensamente una di loro. Credo abbia
studiato le sue mosse in modo perfetto. Gli era bastato
pochissimo. Aveva fatto le giuste battute per catturare la loro
attenzione. Osservavo impassibile, mentre le donne ridevano e
scherzavano con lui, dopo appena 5 minuti di conversazione
erano già in perfetta sintonia. Luca aveva sedotto la più bella fra
tutte loro e aveva iniziato a sbaciucchiarle il collo, grazie alla
classica scusa di voler annusare il suo ottimo profumo. Che
uomo, Luca… Un Casanova puttaniere proprio come me.
All’inizio non sapeva di essere caduto nel mio gioco goliardico.
Per lui era stato fin troppo facile fare colpo, anche più del solito.
È ovvio... Quelle lì erano delle escort pagate da me per soddisfare
tutte le sue fantasie.
125
posto con i due ragazzi più timidi della combriccola. Non passò
molto tempo e iniziarono a stressarmi per andare a socializzare
anche noi. Gli dissi di andare pure, volevo restare da solo. Era il
giorno del mio 38° compleanno, ma nessuno di loro, neanche
Luca, lo aveva ricordato. Durante tutta la giornata avevo ricevuto
messaggi telefonici e chiamate da parte di tutti i miei amici di
infanzia, dai miei genitori e da qualche mia ex ragazza. Era il mio
compleanno e nessuno degli pseudoamici mi aveva fatto un
regalo, anzi, ero stato io a donare agli altri. Per un attimo fui
pervaso da una tristezza intensa. Poi, tre femminone si
avvicinarono al mio tavolo e cominciarono a tirami su il
morale… Non soltanto il morale! Finimmo la cena in fretta,
concludendo con uno sgroppino e della frutta.
I camerieri osservarono, increduli, il locale messo in disordine da
un’orda di barbari e di troie. Andammo tutti quanti a casa mia e
fu una nottata assolutamente indimenticabile. Nulla da invidiare
allo zio Silvio e ai festini bourlesque che organizzava ad Arcore.
L’unico che sapeva chi erano veramente quelle donne ero io. Agli
altri ragazzi, loro dissero che erano delle modelle. Probabilmente,
avevano origliato le nostre congetture!
A fine serata si erano divertite davvero tanto a tirare cocaina e
pompini a noialtri pervertiti. Tutte erano rimaste pienamente
soddisfatte. Io mi ero chiuso in camera con le tre ragazze che
avevano cominciato a farmi eccitare al ristorante, e ovviamente le
ho scopate meglio di un attore hard. In questi casi ricorro a
qualche aiutino, non so se avete capite a cosa mi riferisco?!
Quella sera, avevo assunto una dose massiccia di Cialis, così il
mio pene non voleva proprio smosciarsi. Dopo 4 ore di sesso
estremo fui costretto a bagnarmi la fronte con il ghiaccio e misi
l’uccello sotto il flusso d’acqua fredda del bidet. Quando esageri
con il dosaggio di vasodilatatori, il cuore accelera il suo ritmo
normale. Le tempie iniziano a farti male, come se un polipo
stesse tentando di insinuare i suoi tentacoli fra gli anfratti del
126
cervello. Dormimmo tutti a casa mia. Anzi, a dire il vero io non
dormii affatto. Uscito dalla mia camera da letto, mi accorsi che i
due pseudoamici più timidi si erano innamorati di due puttane. Le
sbaciucchiavano sulle guance e sulla fronte, mentre stavano
distesi nudi sul divano verde di casa mia. Le accarezzavano
dolcemente il volto, osservandole mentre dormivano come due
principesse di un regno incantato. Insomma, erano davvero
patetici, dolci come due zollette di zucchero. Mi davano la
nausea. Che scena! Chissà se le due tipe una volta sveglie gli
avrebbero rivelato che erano due puttane. Mi feci un bel caffè e
osservai.
Ovviamente, le due puttane al risveglio erano diventate di colpo
acidissime e loro erano stupiti dal repentino cambio d’umore. Li
salutarono e se ne tornarono a casa senza lasciargli il loro numero
di telefono. Poi, feci andare via le 3 donne che mi avevano fatto
compagnia. Non dico per vantarmi, ma erano davvero devastate
dalla stanchezza! Poco alla volta, andò via l’intero coro di angeli
celesti. Luca uscì da quella che da ragazzino era la mia camera e
mi ringraziò. Era l’unico che aveva capito come stavano
realmente le cose.
« Perché lo ringrazi? »
127
« Non innamorarti mai di una che te la da al primo appuntamento.
Non innamorarti mai dopo una sola scopata. Questa è la regola.
Io e te, caro Luca, le donne le conosciamo bene. Loro invece ci
sono caduti come dei fessi… Sono fiero di te, amico mio. Questa
notte l’anaconda che hai tra le gambe l’avrà terrorizzata, quella
poveretta… Spero non le abbia fatto troppo male. »
128
« Benissimo ragazzi miei. Sono solo un po’ stressato per la mia
campagna elettorale, gli impegni politici mi stanno snervando
parecchio. Ci voleva proprio una serata con i miei due elettori più
sinceri. »
129
Entriamo nella discoteca più esclusiva della capitale, come
attori di Hollywood, sfilando su un lungo tappeto rosso, mentre la
folla si accalca per riuscire a raggiungere l’ingresso. Sembrano
tante sardine che tentano di scappare dal foro sulla rete del
pescatore. Solo a pochi di quei piccoli pesci è consentito
partecipare alla festa. Devi essere nella lista degli organizzatori e
avere un abbigliamento assolutamente elegante, altrimenti un
frocio alla porta che si intende di moda rimbalza anche il fratello
minore del dj.
130
muoviamo, per separarci dalla gente comune. Non occorre
pescare tra la folla, potremmo tranquillamente corteggiare le
modelle che l’organizzatore che conosco ha messo al nostro
tavolo.
131
a una cena. Loro preferiscono dialoghi superficiali, frasi di
circostanza e soprattutto tanto umorismo. A molte ragazze non
importa neanche ciò che dici, piuttosto è importante come lo dici.
Per un paio d’anni ho fatto ricerche sulla prossemica e sulla
mimica utilizzata durante il dialogo face to face.
La comunicazione non verbale, durante il gioco della seduzione,
risulta perfino più importante di quella verbale. Se sei un bravo
comunicatore, dai gesti inconsapevoli dell’interlocutore riesci a
capire il grado di interesse che ha nei tuoi confronti. Intuisci se si
sta annoiando, se è eccitato, oppure se non vede l’ora di tornare a
casa.
Monica, la modella che ha stregato il mio amico Giovanni, è
davvero annoiata. Lo intuisco ogni volta che la osservo,
nonostante lei reciti molto bene la parte per cui viene pagata, cioè
intrattenere i vip.
« Caro Luca, credo che a questo punto solo una cosa può salvare
la serata all’Onorevole: un’offerta generosa, un regalino fatto in
modo discreto e appropriato alla ragazza. »
132
dopo, ci allontaniamo dal nostro spazio privato per rimorchiare
due belle ragazze. Siamo rapidissimi, un gioco di sguardi con due
giovani ninfe, qualche strusciamento e in meno di 15 minuti
siamo già seduti a slinguazzare con loro nei divani. Allora,
congediamo le ragazze immagine, ringraziandole per la loro
piacevole compagnia. Offriamo da bere alle nostre nuove
conquiste per farle perdere i freni inibitori.
Sono quasi le quattro di notte, quindi decidiamo di andare via dal
locale. Pago un conto salatissimo. Mi dirigo con Luca e le due
fanciulle verso il mio hotel. Luca prende una camera per lui e la
sua donna. Io, invece, ospito la mia conquista nella suite
superlusso in cui alloggio.
Le due tipe che abbiamo abbordato, sono due freschissime
studentesse universitarie sui 25 anni, di quelle che vivono in
provincia. Stanno in una campana di vetro fino al diploma, poi,
non vedono l’ora di trasferirsi nella capitale per vivere da sole,
libere dal controllo dei genitori. Regalano la verginità al primo
passante. A notte fonda, quindi, io e Luca ci siamo ritrovati a fare
la maratona del sesso con due freschissime laureande in
giurisprudenza.
Alle dieci del mattino le due fanciulle ci salutano perché devono
andare in facoltà per incontrarsi con il professore con il quale
stanno preparando la tesi di laurea. Fortunatamente, capiscono
entrambe che è stata un’avventura di una notte, anzi, sembra
proprio che per loro sia una routine.
Appena le due ninfe vanno via, Luca lascia la sua camera per
venirmi a trovare nella mia lussuosa suite.
133
eterno ragazzino. Quando esci dalla trentina, inizi a chiederti se
puoi continuare per sempre a vivere senza una relazione stabile.
Luca ancora non è sfiorato da queste crisi di mezza età. Sembra
ancora un teen ager. Ha preso il mio IPad per connettersi a
facebook. Deve curare il suo profilo!
« Non capisco perché mi taggano nelle foto in cui esco male, che
cazzo! »
134
costantemente dalla gente. Sono un esibizionista. Mi diverte
essere al centro dell’attenzione. Ritengo che anche tu sia un po’
megalomane, il fatto che non utilizzi i social network rappresenta
un’incoerenza rispetto alla tua personalità prorompente. »
135
continuamente su ciò che fanno. Ma onestamente chi cazzo se ne
fotte di loro?
Alcuni studi scientifici dicono che postare su facebook il proprio
stato rilascia nel cervello le stesse sostanze chimiche che vengono
prodotte dall’organismo quando si fa sesso. Se fosse davvero
così, penso che un domani non ci saranno più donne e uomini, ma
solo un esercito di segaioli che non escono mai da casa. Vivremo
intrappolati in una realtà virtuale come nel film “il mondo dei
replicanti”.
Tuttavia, caro Luca, la cosa che più odio è il prestigio sociale
creato dal “mi piace”. Credo che questa microapplicazione (se
così si può chiamare) sia l’indicatore della figaggine di un
profilo. Cioè, ci sono profili come il tuo, amico mio, in cui sotto
le foto le ragazze mettono un paio di “mi piace”, solo per
accrescere la tua autostima. Il successo di un profilo è decretato
dal numero di “LIKE” postati sotto le banali affermazioni
pubblicate in bacheca, sommati al numero di “LIKE” sotto le tue
foto personali, più il numero di link che tu metti in bacheca e la
gente condivide.
Sinceramente Luca, vorrei capire che senso ha facebook per
te?!»
136
« Sai che penso, caro Francesco... Un domani (non molto
lontano) il fisco inizierà “seriamente” a utilizzare i social network
per controllare il reddito pro capite e la veridicità della
dichiarazione dei redditi al fine di un pagamento equo delle tasse.
Forse è per questo che tu non utilizzi più facebook già da un paio
d’anni. »
« Che figlio di puttana sei, Luca. Non parlare mai così di me alle
mie spalle, ti avverto! Prendi sul serio quello che ti dico, non sto
scherzando. »
137
Non posso crederci. Più il mondo si evolve, più aumentano i
sistemi di controllo che la società esercita sull’individuo. Per di
più, oggi, è diventato quasi impossibile riuscire ad avere una
personalità autentica: incondizionata dai media, da internet e dal
sistema di informazioni che riceviamo attraverso libri, giornali e
leader opinion. È difficile dire che si ha un’idea precisa su una
tematica specifica. Ogni nostra credenza, ogni opinione in merito
al cibo, ai gusti sessuali, alla religione è solo il frutto di un
condizionamento psicologico. Pensateci bene, cari lettori. Fino a
un secolo fa gli unici due media in grado di condizionare il nostro
pensiero erano i quotidiani e l’arte (pittura e scultura). Adesso, i
mezzi di comunicazione si moltiplicano costantemente
diventando sempre più coercitivi, nonostante ci facciano credere
il contrario. Facebook e tutti gli altri social network costituiscono
l’ultima frontiera del mondo della comunicazione digitale.
Tuttavia, da quando sono nate le prime chat room è stato
costruito un mondo parallelo, che lungi dall’aumentare le
opportunità di socialità ha contribuito a creare delle barriere. Gli
amici di internet, quelli con cui “chatti” o con cui scambi
informazioni sulla rete non sono dei veri amici, non sono neanche
degli pseudoamici. Sono solo sequenze numeriche di 0 e di 1.
Sono dei bit che giocano a essere dei Gigabyte. Facebook e le
chat in genere come Badoo, Meetic e WeChat hanno contribuito
alla costruzione di ampie barriere, argini indistruttibili che
limitano l’affettività e il desiderio di fare conoscenze profonde.
Mentre crescono il numero di segaioli e i rapporti sessuali sterili,
ovviamente, diminuiscono i rapporti di amicizia veri e le storie
d’amore nate da una conoscenza diretta. Inoltre, se è vero che
nessuno pensa più con la propria testa, facebook ha contribuito a
diffondere quella che chiamano “intelligenza collettiva”, in realtà
a mio giudizio solo una idiozia generale pervasiva.
138
Ovviamente, Luca fa parte del mondo di coloro che hanno
sviluppato una grave dipendenza da facebook, ma la sua è una
ossessione particolare. Luca, come me, è un serial killer di donne,
nel senso che annienta ogni sentimento, diventando un manichino
del sesso. È una puttana che fornisce prestazioni eccezionali solo
per migliorare il proprio ego. Per lui facebook è solo un’arma in
più. Mettere uno strumento del genere nelle mani di un pedofilo,
di un maniaco sessuale o semplicemente di un qualunque playboy
arrapato significa incrementare la violenza sulle donne. Il rispetto
che le femministe pretendono di avere è fatto a pezzi da un gioco
a cui loro stesse inconsapevolmente (o consapevolmente)
prendono parte. È un dato di fatto, ogni nuova scoperta
tecnologica che sembra sviluppare nuove libertà di espressione,
in realtà, provoca solo una nuova costrizione sociale all’interno di
schemi predefiniti. Se non fai parte di questo mondo virtuale non
esisti.
Personalmente, ho deciso di non esistere. Se vuoi distinguerti
dalla massa talvolta devi uscire fuori dalle regole, o meglio, devi
andare in controtendenza. Le persone che sono realmente di
successo non hanno facebook perché non gli serve assolutamente
a nulla. Non avere un profilo facebook per me significa: diventare
un essere umano evoluto, superiore agli altri. Un vincente non ha
bisogno di una pubblicità eccessiva. Facebook è solo una
reclamizzazione del proprio ego. Una persona già famosa e di
successo, come me, non ottiene nulla esibendosi su un social
network popolato in maggioranza da sfigati. Molto meglio vivere
da leoni nel mondo reale.
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un’ora per chattare con le tue fan di facebook, almeno ho
impegnato il tempo in modo proficuo. »
140
« Ma che senso avrebbe? Francesco pensi davvero che il governo
voglia la nostra morte? »
141
istantaneo delle giocate. In poche parole, il maxi-computer fa
uscire sempre la combinazione che non è stata giocata. Tutti quei
poveri sfigati che, come te, continuano a scommettere al
superenalotto mi fanno pena. Giochi solo per arricchire le casse
dello Stato, quindi anche le tasche dei partiti politici che ci
governano! »
142
“RITORNO A PALERMO”
143
« Sasà ti serva da insegnamento. Non voglio parlare più dell’altra
sera. Per favore … »
144
« Tranquillo, Francesco. Da oggi Rosario Puntorelli ha smesso
con la droga, con lo spaccio e il lavoro sporco. Mi dedicherò
soltanto al mio negozio di fiori e cercherò di condurre una vita
tranquilla. »
145
scritto solo il suo nome, la data di nascita e quella di morte. Pochi
fiori e nessun parente a far da veglia alla sua tomba. Sono quasi
solo in tutto il cimitero. È quasi ora di chiusura. Mentre osservo il
suo sepolcro nessun sentimento mi sfiora. Penso solo al fatto che
di fronte alla morte dovremmo essere tutti uguali, invece, non è
così. In Italia c’è distinzione anche tra ricchi e poveri. Se sei
povero, al costo di 4 mila euro acquisti un loculo in mezzo a tanti
altri. Compri una bara dignitosa e paghi l’agenzia funebre per il
servizio. Se sei ricco acquisti uno spazio più prestigioso, magari
una cappella per tutta la famiglia al costo di un appartamento in
centro città. Nei paesi musulmani è diverso. Quando muori, che
tu sia ricco o povero, non fa differenza. In Tunisia, per esempio,
ti seppelliscono nudo, come mamma ti ha fatto, avvolto in un
sudario. Nessuna agenzia funebre. Nessuna tomba di legno
pregiato. Sei morto, quindi, a che cosa serve il lusso una volta che
sei trapassato?! Mi piacerebbe poter fare questa domanda agli
antichi egizi, ma so già quale sarebbe la risposta: “apparire”
anche dopo la morte.
Prima di salutare per sempre Salvatore, il mio sguardo si ferma
sul marmo di un ragazzo morto a 25 anni. Un bel figliolo
davvero. Sorridente, sembra un angelo. Sul suo loculo una scritta
cattura la mia attenzione.
146
Sono triste per me stesso. Forse, il vero sfigato della società di
oggi sono io e solo adesso me ne sto rendendo conto.
147
« Perché? Dimmi perché lo ha fatto? Cosa vuole da me? Quanti
soldi le ha dato mio padre in tutti questi anni?! Mi risulta che lei
viene pagata quasi 7 mila euro al mese… Riesce a campare un
figlio di 20 anni all’Università privata, inoltre con i soldi che ha
guadagnato nella mia azienda si è comprata due appartamenti.
Mio padre la ha tolta dalla strada… Quindi adesso lei mi dice
perché vuole rovinare tutto quello che abbiamo costruito? »
148
cose, ma soprattutto pagherò perché tu esca per sempre fuori
dalla mia vita e da quella della mia famiglia. »
« Hai la mia parola… Adesso va’ via e non farti più vedere,
raccogli le tue cose e lascia per sempre il mio ufficio. »
149
Scotto e con tutta la gentaglia che mi garantisce il successo negli
appalti pubblici. Mi rendo conto che è il momento di
comportarmi come un allenatore. Per diventare un manager
onesto, devo costruire una squadra vincente utilizzando in modo
giusto tutti gli impiegati che ho a disposizione. I tecnici devono
iniziare ad avere rapporti telefonici diretti con i clienti, anzi,
ognuno deve avere un portfolio clienti. Potrebbero fottermi
creando un’attività loro, ma se li pago bene e se cambio
atteggiamento nei loro confronti, forse, mi resteranno fedeli.
Finora, ho sempre fatto ruotare gli addetti all’assistenza tecnica
affinché nessuno stringesse legami forti con il cliente. Adesso,
sono costretto a fare tutto l’opposto. Devo decentrare tutto e
rischiare di perdere su qualche fronte. Qualcuno di loro mi
abbandonerà strada facendo, ma chi resterà al mio fianco sarà
pagato profumatamente. Il mio stipendio dovrà diminuire
drasticamente, per questo ho deciso che il viaggio a Cuba lo farò
comunque. Sarà il mio ultimo momento spensierato prima di
gettarmi a capofitto sul lavoro.
150
lo stesso obiettivo. Mi rendo conto che in questi anni ho fatto i
miei porci comodi. Sono venuto tardi a lavoro, spesso mi sono
assentato lunghi periodi per viaggi di affari o di piacere. Ho fatto
una vita che molti di Voi probabilmente invidiano. Adesso, però,
do la possibilità a ogni dipendente di crescere all’interno di
questa azienda. Chi si impegnerà duramente farà carriera e
guadagnerà molti soldi. Il vero motore dell’azienda sarete Voi. Il
“nostro” lavoro permetterà la sussistenza mia e Vostra. Lo so, io
non sono mai stato un uomo onesto, ma ho deciso di cambiare e
la mia parola è una sola! Prometto che, se Vi impegnerete, il
Vostro stipendio aumenterà sempre più. Siamo in tempo di crisi e
sapete bene che trovare lavoro in Sicilia è diventato praticamente
impossibile. Vi garantisco un futuro sereno, ma Voi dovete
impegnarvi al massimo e andare d’amore e d’accordo con il
Vostro team e soprattutto con me… Un’ultima cosa, io mancherò
per due settimane e Voi dovrete cavarvela da soli. Iniziate a
trattare i nostri clienti come se fossero i Vostri figli. Al mio
ritorno se noterò dei piccoli cambiamenti positivi, vorrà dire che
avrò fatto la scelta giusta. »
151
“LA RIVOLUZIONE SESSUALE A CUBA”
153
desiderio irrefrenabile di scopare, ma la sua morale o la sua
timidezza glielo impediscono. Dopo 3 giri di rum invecchiato 7
anni comincia a sbloccarsi.
154
« Ma che cazzo avete combinato ieri notte?! Ragazzi siamo in un
luogo pericoloso! Ci avete fatti stare in pensiero… Siamo andati a
fare colazione e alla reception ci dicono che non vi siete ritirati.
Siete pazzi o cosa? »
155
Devo essere sincero con Voi, amici lettori, Cuba è sicuramente un
luogo affascinante, ma il pericolo è sempre dietro l’angolo. Mi
ritrovo, quindi, in una situazione davvero particolare. Io sono
figlio dell’altissima borghesia, così come lo sono i colleghi partiti
con me. Sono abituato a scopare con modelle, ragazze immagine
pulitissime e super attente alla loro salute. Andare a giocare una
partita fuori casa mi ha sempre creato fobie. Solo durante i miei
viaggi in terra araba mi sento pienamente sicuro. Sono uno dei
pochi privilegiati che può scopare in luoghi così ostili alla libertà
sessuale. Il mondo arabo mi affascina in toto: la cultura, le usanze
e le tradizioni. In quei luoghi esotici ho avuto il piacere di
intrattenermi con angeli scesi dal cielo. Ho posseduto donne
bellissime quasi vergini, che si concedono solo a pochi uomini.
Roba da sceicchi con il gusto dell’esclusività. C’è gente che per
cifre esorbitanti va nei Paesi Arabi perchè gradisce cogliere la
verginità della donna. Io, però, non sono mai stato uno di quelli.
Un altro luogo in cui mi sento davvero a casa è Sydney. Lì ho
preso quasi residenza presso lo Stiletto Brothel, un bordello
superconfortevole, dove le escort ti controllano perfino il pene
con un macchinario di ultima generazione, una specie di
spettrometro che da la certezza quasi assoluta che tu non abbia
alcuna malattia venerea. Il condom è comunque d’obbligo. Le
ragazze dello Stiletto svolgono un ruolo emozionale più che
fisico, sono escort strapagate che conoscono bene la psiche
umana e riescono a donarti affetto quasi reale.
156
trascorso, insieme a tutti i miei colleghi un intero pomeriggio da
buon turista. Abbiamo visitato Piazza delle Armi e il mercato
attiguo, pieno di bancarelle in cui si vendono cimeli della
rivoluzione, imperdibile per un collezionista di oggetti storici.
157
« Ehilà, Guglielmo pensavo di averti perso! Dove sei stato? »
158
« Francesco, devo confidarti una cosa. La ragazza di ieri notte mi
ha totalmente fottuto il cervello. Non ho fatto altro che pensare a
lei. Vedi per me non è stata solo una squallida scopata. Mi piace
davvero. È stato come un fulmine a cielo sereno. »
159
violino. Io sono un po’ perplesso per le modalità abbastanza
patetiche con cui si sta svolgendo il mio approccio a Lucilla.
Roba da quindicenni. A cena con l’amico e la compagna di lui.
Gli appuntamenti doppi mi hanno sempre fatto molta tristezza. La
partita va giocata da solo, perché l’errore dell’altro può
compromettere irrimediabilmente il risultato. Se Guglielmo
stasera combina qualche stronzata, se non sarà all’altezza della
situazione, passerò un'altra notte in bianco. Abbiamo prenotato
presso il ristorante “La Torre”, soprattutto per le buone recensioni
e per la vista panoramica sull’Habana.
La sala del ristorante è costituita da un unico ambiente, niente
angoli per appartarci, nessun tavolo si differenzia dall’altro.
Siamo due comunissimi mortali nella terra di nessuno. Mi è
sempre piaciuto distinguermi dalla massa. Avere qualcosa di
unico per rendermi immediatamente riconoscibile è una delle
cose a cui non posso proprio rinunciare. Quindi, il fatto che il
nostro incontro con due bellissime donne italiane si svolga in un
luogo così anonimo crea in me un senso di insicurezza. All’arrivo
di Lucilla, tutte le perplessità sul metodo di approccio, e sulla
situazione fanciullesca che abbiamo creato, divengono una
certezza. Lei è bellissima. La sera precedente non ho notato il suo
fascino, la dolcezza del suo sguardo, la pelle liscissima, i capelli
neri e gli occhi verdi come due gemme preziose. Ieri era vestita
con un jeans e una t-shirt, ma adesso sfoggia un’eleganza degna
di una first lady. Sono trascorsi ormai diversi anni dall’ultima
volta che una ragazza ha suscitato in me queste sensazioni.
Tuttavia, non posso lasciarmi prendere troppo da lei, altrimenti il
mio viaggio a Cuba sarà di certo il meno prolifico della storia
dell’uomo quanto a numero di donne scopate!
Ci sono due ostacoli che mi separano da Lucilla. Il primo è
Guglielmo, e la sua infatuazione per Ginevra. Il secondo è la
totale indifferenza di Lucilla al mio fascino. È come se un tipo
come me lo abbia già conosciuto milioni di volte. Ogni dialogo
160
con lei e ogni mia strategia seduttiva non portano a nulla. Eppure,
sono certo di piacerle, altrimenti ieri sera non mi avrebbe baciato.
E poi, anche adesso che sto seduto di fronte a lei al tavolo di un
ristorante cubano, lo leggo nei suoi occhi… È innegabile il fatto
che prova una forte attrazione sessuale per me. Gioca a fare la
stronza. Forse, è una di quelle donne che nel rapporto di coppia
vuole comandare. Glielo faccio notare, lei mi dice che dominare
gli altri e il mondo che la circonda le ha sempre garantito una vita
felice. Sostiene di riuscire a ottenere tutto ciò che desidera grazie
all’approccio che utilizza. Tutte queste stronzate “psicosociali” le
conosco di certo meglio di lei. La mia esperienza nelle relazioni
interpersonali è sicuramente superiore alla sua. Conquistare
Lucilla, mi sembra quasi una sfida impossibile… Arrivati al dolce
intuisco che, se voglio avere la sua stima, devo necessariamente
uscire fuori dai soliti schemi. Lei non vuole essere sedotta con il
denaro, o con qualcosa di artificiale. Vuole qualcosa di autentico.
Dopo la cena mi viene in mente un’idea geniale. Propongo a
Guglielmo di separarci. Così, pago un taxi al mio nuovo amico e
salgo da solo con Lucilla nella macchina superlusso che ho preso
a noleggio.
Il silenzio fra di noi è rotto solo dai battiti del mio cuore, ma
credo che lei non possa percepirli.
161
nascondo da anni. Devo fare uscire il mio lato umano e mettermi
a nudo per ciò che sono, con i miei pregi e i miei difetti.
Decido, con il suo tacito accordo, di fermarmi in una spiaggia
incantevole. Siamo solo io e lei, distesi sul mio enorme telo a
guardare un magnifico cielo stellato.
Inizio una lunga chiacchierata con lei, mostrando anche il mio
lato più debole e vulnerabile. Praticamente, le racconto
brevemente tutta la mia esistenza. Il fulcro dei nostri discorsi
diventa il modo in cui io sia cambiato nel corso degli anni. Mi
sembra quasi di parlare con la mia coscienza, e lei è pronta ad
ascoltarmi, senza giudicarmi. Non ho mai pianto davanti a una
donna, ma alla fine del mio soliloquio, una lacrima scorre sulla
mia guancia destra, fino ad arrivare alla bocca. Lei se ne accorge.
162
Mentre me ne sto sdraiato in spiaggia sotto un sole rovente,
ripenso alla notte appena trascorsa, aspettando la telefonata di
Lucilla che non arrivava.
Scrivo incessantemente il mio diario per cercare di spiegarvi cosa
significa amare, ma per quanto mi sforzi non riesco a trovare le
parole giuste…
Lucilla, purtroppo non chiama, forse ancora dorme, ma io sento
l’esigenza di rivelarle le emozioni che mi ha suscitato.
Prendo il cellulare e le invio questo messaggio:
163
altro uomo quanto ama me. Ogni volta che ci troviamo a parlare
di lei e della sua vita, riesce abilmente a sviare il discorso.
... A distanza di una settimana dal “viaggio di nozze a Cuba”,
Lucilla si è trasferita a casa mia. La mia adorata Fatima ha
iniziato a lavorare per me solo a part-time 3 volte la settimana.
Tuttavia non gli ho ridotto di molto la paga.
Lucilla si è mostrata subito una perfetta mogliettina. Cucina dei
manicaretti squisiti. Aspetta che torni da lavoro per saltarmi
addosso, strappando con violenza i miei vestiti firmati. Adora il
sesso quasi più di me. La nostra passione è come l’eruzione di un
vulcano. Si accende ogni volta che i nostri occhi si incrociano per
più di dieci secondi. Il letto è quasi sempre disfatto. Facciamo
l’amore tre volte al giorno.
“MMS” : Mattina, Mezzogiorno e Sera. L’unico corpo che
desidero è il suo. Le altre donne, praticamente, non le guardo più.
Niente più vita mondana, niente avventure selvagge. Niente
alcool, orge e feste esagerate. Solo e sempre Lucilla. L’affinità e
la complicità sessuale tra noi è davvero al limite dell’utopico.
Siamo come il meccanismo di precisione di un orologio svizzero,
di quelli in cui due rotelle dentate si incastrano perfettamente,
girando simultaneamente, per scandire puntuali i battiti del tempo
dell’amore.
... Passano velocemente giorni, poi settimane e ancora mesi. Io e
Lucilla diventiamo una coppia solidissima e io inizio un processo
di cambiamento, radicale e irreversibile.
Da quando ho cambiato politica aziendale, il lavoro va
abbastanza bene. Guadagno molto meno, mentre i miei impiegati
molto di più rispetto a prima. I clienti sono soddisfatti per la
puntualità e l’efficienza dell’assistenza tecnica. Le vendite non
sono calate per nulla, anzi, qualche impiegato si sta rivelando un
ottimo collaboratore.
164
Mi dedico al lavoro molto seriamente, ho messo da parte le brutte
amicizie e ho iniziato a trascurare gran parte dei miei
pseudoamici.
Sasà è risultato negativo al test dell’hiv e io ho tirato un sospiro
di sollievo. Anche lui ha iniziato un percorso per cambiare vita e
io ho deciso di aiutarlo. È diventato un impiegato della mia
azienda, ancora ha bisogno di formarsi, ma ce la mette tutta. Ha
smesso con la droghe pesanti e leggere. Ha smesso con l’alcool e
non fuma neanche più una sigaretta. Io sto seguendo il suo stesso
percorso. Ho smesso con i vizi.
Ho iniziato a frequentare in modo assiduo il mio vecchio amico
Gaspare, insieme ci alleniamo in palestra due volte a settimana.
Sua moglie Nadia e la mia amata Lucilla sono diventate ottime
amiche. Il suo matrimonio ha ripreso a funzionare alla grande.
Forse l’influenza di Lucilla su sua moglie è stata determinante.
Sta di fatto che hanno ripreso a fare l’amore ogni sera, e le
fantasie sessuali di Gaspare vengono soddisfatte appieno. Quando
usciamo la sera tutti e quattro insieme non c’è uomo che non si
volti ad ammirare le nostre donne.
Insomma, finalmente la mia esistenza sembra aver acquisito una
certa regolarità e io sono felice così.
… Purtroppo, però la vita non è mai come ti aspetti, così un
giorno un fulmine a ciel sereno ha aperto uno squarcio nel mio
cuore. Un Lunedì pomeriggio di Maggio, bello e luminoso come
tutti i giorni che sono trascorsi da quando Lucilla è entrata
prepotentemente nella mia vita, si è fatto vivo Guglielmo. Mi
telefona in ufficio da Milano. Anche lui ha continuato la storia
con Ginevra. Talvolta, ci siamo anche visti per trascorrere
qualche week-end insieme. Dopo tutto è grazie a lui che ho
conosciuto Lucilla. La sua donna però non si è trasferita a casa
sua, tanto meno ha cambiato città. È rimasta a vivere a Roma,
l’ombelico del mondo.
165
Non appena rispondo al telefono, capisco dal tono affranto della
sua voce che si è lasciato con Ginevra. La loro storia d’amore,
figlia della passione e della spensieratezza di una bellissima
vacanza, è finita per sempre.
...Guglielmo sta per spiegarmi il perché…
Vengo a sapere così, tramite lui, che Lucilla, Ginevra e le altre
due amiche erano andate a Cuba per prendersi un meritato riposo
da lavoro. L’ultima cosa che cercavano era una storia d’amore o
tanto meno qualche avventura sessuale. Volevano soltanto vedere
un mondo nuovo, diverso da quello che conoscevano. Credevano
che nessuno, in quel paradiso di gnocca avrebbe fatto caso a loro.
Solo così si sarebbero sentite davvero libere.
Quello che Guglielmo si è sentito in obbligo di dirmi è di certo
l’ultima cosa che un uomo innamorato vorrebbe sapere. Le nostre
donne erano delle escort in vacanza. Proprio così, amici lettori.
Erano delle professioniste del sesso di altissimo livello. Sono
state così naturali, genuine, intelligenti e simpatiche che non
abbiamo sospettato nulla. Lucilla, ha degli occhi così dolci, un
visino tenero e pulito, e un seno così piccolo e naturale che mai e
poi mai potrei immaginarla mentre scopa con dei perfetti
sconosciuti in cambio di denaro.
La morte è scesa dentro il mio cuore. Com’è possibile? Come ho
fatto a essere stato così cieco? Dopo tutte le esperienze sessuali e
interpersonali che ho avuto, sono caduto da un albero come un
ragazzino che si arrampica per la prima volta a cogliere delle
pigne. E proprio una di queste pigne è piombata dritta sul mio
cranio.
166
Sono stato ferito profondamente e sono davvero turbato. Arrivo a
casa, senza alcuna idea precisa. Non appena apre la porta, Lucilla
capisce tutto solo dal mio sguardo. Inizia a piangere
disperatamente. Il suo viso angelico è ancora più dolce, mentre le
lacrime sgorgano copiose dai suoi occhi color verde smeraldo…
Avrei dovuto sbatterla fuori da casa mia, ma non ho avuto il
coraggio. Forse il destino ha fatto in modo che due spiriti così
affini si incontrassero. Per certi versi, sono stato una puttana
anche io, non meno di lei. Ho scopato con migliaia di donne, di
tutte le razze e di tutte l’età. Ho peccato molto più di lei, e ora
l’Onnipotente mi sta mettendo alla prova, infliggendomi una
punizione davvero sarcastica. Non è facile accettare il proprio
destino, soprattutto quando sei convinto che sei tu a scegliere la
tua vita. Io in realtà, nell’arco della mia frenetica esistenza non ho
quasi mai scelto nulla di buono, fino a quando non ho iniziato a
ragionare con il cuore, piuttosto che con la testa, oppure con
l’uccello... Così, ho voluto fare il contrario di ciò che andava
fatto. Io e Lucilla siamo restati uniti. Non possiamo distruggere la
nostra storia d’amore, soltanto per ciò che siamo stati in passato.
È una prova durissima che dovrebbe cancellare tutti i miei
peccati.
Mi capita spesso di pensare a tutti gli uomini che sono entrati nel
corpo bellissimo di Lucilla. Quante labbra si sono sovrapposte
alle sue? ...Cinquantenni o sessantenni ricchissimi si saranno
approfittati di lei. Sinceramente, dopo una settimana di ossessioni
infernali, abbiamo preso la saggia decisione di non parlare mai
più del suo passato. Per quanto ne sappia, è stata a letto soltanto
con uomini potentissimi, sceicchi megamiliardari e pezzi grossi
del Governo Europeo.
Intelligente, loquace, solare e bellissima. È stata abituata a uno
stile di vita da diva di Holliwood. Quindi, il fatto che adesso si sia
trasferita a casa mia, anche per lei potrebbe essere un sacrificio.
167
Non sono affatto povero, ma non sono in grado di competere con
gli $ceicchi. Questo è sempre stato il vero motivo per cui non
sono mai stato entusiasta delle poche vacanze trascorse a Dubai o
in Quatar. Lì c’è troppa gente milionaria, così, in quei luoghi mi
sono sentito alla stregua di un comune cittadino italiano che
prova a confrontarsi con un figlio del benessere come me.
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“REDENZIONE”
…Sono passati due anni da quando sto con Lucilla e la mia vita è
totalmente cambiata. Sono sposato con lei e la gioia più grande della
mia vita è stata vederla partorire nostro figlio Andrea. Poco prima
del mio matrimonio, mio padre mi ha detto delle parole che non
scorderò mai.
« Sono fiero di te figlio mio. La mia vita è stata sempre una scalata
verso il successo, ma adesso guardo te e capisco che il tuo
cambiamento è la cosa più bella che mi sia potuta accadere. Da
domani andrò in pensione, mi godrò un po’ di meritato riposo. Ho
messo in vendita l’azienda di Catania. Gli affari a me vanno
malissimo da un anno a questa parte. Tu invece, contro il mio
volere, hai adottato una politica aziendale vincente. Non importa
quanto guadagni, quanti soldi hai in tasca o quanto sei di successo
agli occhi degli altri. La cosa importante è fissare un obiettivo e
raggiungerlo. »
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... Carissimi lettori, oggi, mi sento davvero felice. Guadagno quasi
dieci mila euro al mese e sono manager di una azienda di successo.
Non sono più ricco come lo ero qualche anno fa, ma ho cambiato
stile di vita e spendo il mio denaro per la mia famiglia… Anzi, se
devo essere sincero, adesso per me diecimila euro al mese sono
anche troppi, così ho deciso di adottare dieci bambini a distanza.
Faccio donazioni mensili alle persone bisognose e ho costituito
un’associazione non profit per tutti coloro che intendono
disintossicarsi dall’alcool, dalla droga e dal gioco d’azzardo. Sto
finanziando anche un’associazione che si occupa di togliere le
prostitute dalla strada in Italia e nei paesi poveri. La metà del mio
stipendio lo utilizzo per fare del bene al mio prossimo. Finalmente,
ho capito il vero significato della vita. La cosa più importante al
mondo non è il denaro, ma l’amore. L’adrenalina da cui dipendo,
oggi, è il sesso disinibito che vivo riservatamente con mia moglie in
camera da letto. Il mio successo e il mio valore di uomo è
determinato dagli obiettivi che raggiungo, non da ciò che guadagno.
Chi si ricorderà di me?! Tutti quelli a cui ho fatto del male con il
mio stile di vita dissoluto, ma anche tutti quelli a cui oggi faccio del
bene. Si ricorderanno di me le persone che mi amano: mia moglie,
mio figlio, gli amici quelli veri (quelli a cui non interessa apparire
ma essere). Anche Lucilla, è cambiata profondamente. Non vuole
alcun lusso né eccessi nella nostra vita. Insieme, facciamo
periodicamente viaggi low cost per godere dei paesaggi più belli che
la natura possa donare, prendendo i voli più economici e dormendo
nei B&B in cui alloggia la gente comune. Piuttosto che una cena a
un ristorante, preferiamo mangiare un panino e bere una birra
sdraiati su un telo da mare, magari su una spiaggia in cui il cielo è
illuminato da milioni di stelle! Insieme, abbiamo deciso di
impegnarci per rendere il mondo migliore. Forse noi due saremo
solo una goccia in un oceano, ma potremmo essere un esempio per
tutti i figli della società del benessere. Potremmo essere l’inizio di
un mondo migliore dove “ciò che conta davvero non è il denaro, ma
l’amore.”
(Fine)
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INDICE
SFIGATI D.O.C. ,
ESCORT E FIGLI DEL BENESSERE pag . 3
ESISTENZE PARALLELE pag. 25
LA FINESTRA SULLE STRADE DELLA VITA pag. 39
SESSO BORGHESE pag. 51
PSEUDOLAVORO pag. 59
TV SPAZZATURA pag. 69
ESCORT pag. 75
MAFIA pag. 87
DROGA pag. 93
CENTRO SOCIALE DEL SESSO OCCASIONALE pag. 99
IL MEETING pag. 109
L’INCUBO HIV pag. 113
NOTTI DA LEONE pag. 119
RITORNO A PALERMO pag. 143
LA RIVOLUZIONE SESSUALE A CUBA pag. 153
REDENZIONE pag. 169
171
Ogni riferimento a persone o fatti accaduti è puramente
casuale. I protagonisti di questo libro sono frutto
dell’immaginazione. Non ho mai lavorato né per la Xerox né
per la Canon. Sono solo uno scrittore e questo non è un
racconto autobiografico.
172
Trapani, Giuseppe
ISBN | 9788893061100
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