Académique Documents
Professionnel Documents
Culture Documents
SPAZIO NUGAE 3
riVISTE 40
CONTROEDICOLA 4ª
CONTRIBUTO ANNUALE STAMPA PUNTI VENDITA
(4 numeri)
Tipologia contributi:
“NUGAE - scritti autografi”
ORDINARIO ————————————————- € 15,00
SOSTENITORE ——–———————————- € 30,00 ______
BENEMERITO ———————————————- € 50,00
ARRETRATI(1 copia)————————- € 5,00 Libreria Mondadori
ANNATA ARRETRATA —————————- € 20,00
Via Mazzini, 31 — 84091 Battipaglia (SA)
Il versamento del contributo può essere effettuato:
1) inviando i contanti in busta chiusa (includendo
l’indirizzo civico - comprensivo di C.A.P. - presso
cui si desidera ricevere il periodico) al seguente Edicola Di Benedetto
indirizzo:
Piazza Amendola - Battipaglia (Sa)
“Redazione Nugae”
c/o Michele Nigro
Via G. Guinizelli n.14 Sc.A-22 Libreria Baol
84091 Battipaglia (Sa) Via Rocco Cocchia,12(zona Pastena)
2) versando la quota prescelta sul Conto Corrente Salerno
n.49914047 intestato a Nigro Michele, via Guinizel-
li n.14 - 84091 Battipaglia (Sa); specificando nel-
la causale: <<contributo annuale stampa NUGAE -
SCRITTI AUTOGRAFI>>... Libreria Treves
3) inviando un assegno o un vaglia al summenzionato
recapito. Via Toledo, 249/250 - 80132 Napoli
Comunicare, al più presto, il tipo di contribuzione
scelta (specificando l’INDIRIZZO CIVICO utile per
effettuare il servizio di spedizione) utilizzando Libreria “Il pavone nero”
la seguente e-mail: scrittiautografi@virgilio.it
Per informazioni: 333-5297260
di Evelina Pavone
Via Luca Giordano 10/A – 80127 Napoli
LA SCADENZA DELL’ANNUALITA’ VERRA’ COMUNICATA TRA-
MITE APPOSITO AVVISO INCLUSO NELLA SPEDIZIONE DEL-
L’ULTIMO NUMERO. 1
nostra storia locale che è poi storia universale.
L’editoriale
Altra novità di questo numero è la prima “intervista
di Michele Nigro transoceanica” di “Nugae” realizzata grazie alla straor-
dinaria disponibilità di un poeta - James Koller - artista
esponente della Beat Generation ed oggi impegnato
Le novità che caratterizzano l’incipit del terzo anno di nelle delicate tematiche del bioregionalismo… Anche
vita della rivista “Nugae”, sono molteplici e in alcuni con “Jim” abbiamo parlato di emigrazione! E mentre
casi necessarie. Cominciamo dall’aspetto estetico: il leggete questo noioso editoriale, un paio di copie della
software per l’impaginazione è sempre lo stesso nostra rivista stanno “emigrando” negli Stati Uniti ver-
(lo dice pure il proverbio: “chi lascia la via vecchia per so l’abitazione di James Koller… E non solo: anche il
la nuova…!”), ma con dei piccoli accorgimenti e con Prof. Dominic Candeloro di Chicago (pag.6) e la scrit-
un po’ di cura in più si può correre ad Indianapolis trice italo americana Maria Mazziotti Gillan (pag.24)
anche con una “Fiat Cinquecento”. Alcuni Lettori con nel New Jersey riceveranno una copia di “Nugae”…
problemi di vista mi hanno intimato di cambiare il ca- Ci stiamo montando la testa? Niente affatto: sono solo
rattere dei testi: spero di aver accontentato le loro diot- le normali conseguenze del “confronto” senza paura e
trie. L’area stampabile è aumentata in modo tale da dell’interesse culturale che travalica gli angusti confini
sfruttare al massimo lo spazio senza per questo rinun- del proprio giardino.
ciare ad una elegante rifilatura! I Lettori che ci seguono Per quanto riguarda le rubriche, dobbiamo registrare
da tempo avranno sicuramente notato che il formato di alcune nascite: “Appunti di storia” si occuperà so-
“Nugae” oscilla - ahimè! - da un numero all’altro senza prattutto, ma non solo, di storia locale… Battipaglia,
mai trovare pace… Anche quest’ennesimo aspetto in- sotto certi aspetti, è un po’ come un grosso “tumore
stabile, che ha caratterizzato fino ad ora l’impaginazio- urbano” che esiste nel bel mezzo della Piana del Sele
ne, è destinato ad estinguersi. Se in futuro aumentere- senza sapere veramente perché… Una città che si van-
mo o diminuiremo il formato, sarà solo a causa di logi- ta di essere “capofila”, ma che ha tanto bisogno di ri-
ci e programmati motivi editoriali. Il bianco e nero? trovare (o forse solo di organizzare!) una propria iden-
Siamo spiacenti per gli appassionati della cromotipia, tità storica. Noi vorremmo dare, così, il nostro umile
ma la monotona sobrietà di una rivista senza colori è a contributo! “Poesie d’antan”, invece, è un piccolo
dir poco avvincente, se confrontata con l’inutile ipersti- angolo ricavato in una già discreta area destinata alla
molazione sensoriale della nostra società al neon, fatta poesia e dedicato a un certo tipo di liriche: quelle “del
di laser e ormoni… tempo che fu”, quelle che imparavano i nostri nonni a
Per quanto riguarda i più importanti aspetti contenuti- scuola e che oggi nessuno ricorda.
stici, invece, devo dire che l’anno 2006 si sta dimo- Il numero 8 accoglie con entusiasmo anche un altro
strando davvero generoso. Nuove ed interessanti colla- genere con cui non avevamo ancora avuto l’occasione
borazioni stanno prendendo forma o già compaiono in di confrontarci - il vernacolo - degnamente rappresen-
questo numero, grazie soprattutto agli innumerevoli tato dalle liriche di Raffaela Cerino. Il “vernacolo” dal
contatti che si vengono naturalmente a creare nel mo- latino vĕrna, che significa “schiavo nato in casa” e in
mento in cui si sceglie di partecipare agli eventi cultu- seguito “paesano”, “domestico”, è un linguaggio che
rali e sociali che il territorio, provinciale o nazionale, rispecchia fortemente il luogo in cui si è formato; è una
offre. Eventi non sempre strettamente legati al mondo parlata, che caratterizza un’area geografica o addirittu-
della letteratura. Anzi: la letteratura, quella “vera”, ra un singolo paese, affidata quasi esclusivamente alla
quella che non si limita ad una sterile ed autocelebrati- tradizione orale.
va ricerca stilistica, quella che ha come obiettivo prin-
cipale il voler raccontare la vita, deve nutrirsi di realtà Altra interessante new entry è il “genere tesistico”,
sociale, di fatti, di storia - attuale o passata -, di memo- facente parte del vasto settore saggistico: la tesi di lau-
ria… Senza demolire le classiche colonne portanti di rea di Mariano Lizzadro dedicata al poeta Dino Cam-
un periodico letterario (narrativa, poesia e saggistica), pana, si trasferisce dagli ambienti accademici all’edito-
abbiamo sentito l’esigenza di dare più spazio alla sto- ria periodica. Pur trattandosi di una tesi di laurea in
ria, ai suoi personaggi, alla cultura della memoria, ai psicologia, abbiamo apprezzato le argomentazioni in
mutamenti sociali che ne sono conseguiti e che ancora essa contenute, riguardanti uno dei personaggi più in-
non possiamo considerare risolti… Perché l’ispirazione quieti della storia letteraria italiana e mondiale.
poetica, l’idea ossessionante che alimenta la prosa del Ed infine la rubrica “Suoni di lettere” che cercherà di
romanziere, la ricerca meticolosa dell’insoddisfatto indagare sugli affascinanti legami esistenti tra due
saggista, risulterebbero vane se non affondassero le mondi bellissimi che costantemente nutrono la nostra
proprie radici in modo consapevole nel terreno educati- anima assetata di nuovi orizzonti: la musica e la lettera-
vo della storia che le ha generate. Una tappa evolutiva tura. Ad aprire le danze due realtà apparentemente agli
che “Nugae” non poteva ignorare. antipodi: il rock sinfonico di Alan Parsons e la scrittura
Una velata, ma non troppo, tematica di fondo - l’emi- di Edgar Allan Poe. Crediamo, infatti, in un progetto di
grazione - caratterizza, a partire dall’immagine di co- ricerca letteraria in grado di andare oltre i confini cano-
pertina, questo numero 8. Cominceremo da lì, da eventi nici della scrittura e capace di entrare in contatto con
che solo apparentemente sembrano portarci lontano, tutte le altre espressioni artistiche appartenenti alla
oltreoceano, su un piroscafo, ma che inevitabilmente creatività umana.
finiscono per ripercorrere le dimenticate stradine della 2
zato su Bellizzi la massima attenzione di addetti ai la-
Spazio Nugae vori e non, per una rassegna culturale di grande spesso-
eventi e proposte re. Sul tema: “Una diversa abilità che è ricchezza”, è
stato presentato il libro di Doriano Doria e Franco
Leo “Tra sogno…e realtà”, relatore: il prof. Alberto
La serata del 10 Dicembre 2005 ha chiuso Granese docente presso l’Università di Salerno. Una
“I Sabati Letterari”: pubblicazione nata grazie alla straordinaria intuizione
kermesse di grande successo organizzata dall’Assesso- dell’Assessore alle Pari Opportunità di Bellizzi, Franca
re alle Pari Opportunità Franca Pia Ciliberti. Pia Ciliberti. Una commistione cuore-testa, un mixer
per gli autori, Doriano Doria artefice delle splendide
BAGNO DI FOLLA PER LA PRESENTAZIONE poesie e Franco Leo dei magici dipinti. Due diversa-
DEL LIBRO DI DORIANO DORIA E FRANCO LEO mente abili, il primo per una sorta di disagio sociale, il
“TRA SOGNO…E REALTA’” secondo di tipo motorio, supportati entrambi da una
spasmodica voglia di “normalità” in una società ove le
BELLIZZI (Sa) – Cala il sipario sulla prestigiosa ras- “barriere”, non solo architettoniche, stentano ad essere
segna inserita fra le attività programmate dall’Ammini- abbattute, il pregiudizio regna sovrano e ne consegue,
strazione comunale bellizzese, per favorire la parteci- spesso, una emarginazione latente, che esclude da ogni
pazione ad attività culturali e di contesto sociale. Ter- processo di condivisione. Doriano, un giovane che dà e
mina, si auspica momentaneamente, la seconda edizio- chiede amicizia, affetto, forse anche amore, nell’acce-
ne dei “Sabati Letterari”, kermesse di straordinario zione del sentimento “puro”. Nelle sue liriche traspare
successo, ideata dall’Assessorato alle Pari Opportunità, la pressante richiesta di aiuto, di più attenzione, di sen-
presieduto da Franca Pia Ciliberti, in collaborazione timenti a volte celati, altre volte sopiti, ma che riverbe-
con gli Assessorati alla Cultura e alla Programmazione, rano minacciosi nei rari momenti di angoscia, quando
con il Patrocinio del Comune e della Provincia. Gli basterebbe una parola amica, un gesto, uno sguardo
appuntamenti hanno previsto, fra l’altro, per ogni sera- dolce, a dargli fiducia, conforto e serenità. Franco Leo,
ta, un dibattito a tema, intermezzi musicali alternati invece, è capace di “arricchire” chi capita nel suo
alla lettura di poesie o di brani letterari degli autori “raggio di azione”, perché fornisce all’interlocutore
presenti, momenti di solidarietà e condivisione, mostre una lezione di vita, accettando con il sorriso sulle lab-
fotografiche, pittoriche, scultoree e di arte in genere, bra le difficoltà. Franco è un giovane come tanti altri,
secondo il seguente calendario: sabato 5 novembre ma è diversamente abile, “vive” sulla sedia a rotelle,
2005 “La poesia al femminile”, serata a più voci, pre- dalla nascita ma non per questo ha rinunciato alla sua
sentazione dei libri di poesie di: Raffaela Cerino passione: la pittura. Inizia a disegnare avvalendosi di
“Paese addo’ so’ nnata” – Rosaria Zizzo “Petali di pa- quello che oggi definisce il suo migliore amico: il com-
role” – Maria Rosaria Salito “Storia di un amore anti- puter. Non avendo la possibilità di usare le mani, per la
co” – M. Rosaria Pagnani “Mode e modi di donne”; sua disabilità, utilizza la testa e attraverso un innesto
Relatore dott. Alfonso Mariano”; Mostra di pittura di particolare sul personal computer, riesce a realizzare
Roberta Di Francesco; sabato 12 novembre - “Ricordi delle opere straordinarie, di rara bellezza: un’esplosio-
e testimonianze”. Serata in versi dedicata alle vittime ne di colori vivaci che danno luce, solarità ed amore in
di tutte le guerre” – Momenti musicali di Redelio Giu- chi le ammira. Franco Leo è dotato di una intelligenza
bileo. Mostra fotografica di immagini belliche a cura straordinaria, pur non potendo parlare, partecipa con
dell’Arch. Lino Nicolino; sabato 19 novembre – Sera- gesti significativi ad ogni discussione, annuendo o dis-
ta dedicata al poeta Alfonso Gatto in preparazione del sentendo, segue ogni iniziativa culturale, va a cinema,
trentennale dalla morte dal titolo “Amore per la sua teatro, gli piace andare a messa a Salerno. Il suo desi-
terra” – Relatore prof. Francesco D’Episcopo; sabato derio è essere coinvolto da tanti amici ed inserito nel
3 dicembre - Presentazione del libro di Geremia Parag- gruppo, avendo un pulmino a disposizione. La sua te-
gio “Il nido della poiana” – Mostra di scultura di Raf- nacia, lo portò ad organizzare una esposizione per far
faele Russo. Moderatore il giornalista Enzo Landolfi. conoscere le sue stupende opere proprio nella Casa di
Intrattenimenti musicali a cura dell’Accademia Musi- Dio, la chiesa, perché è fermamente convinto che sia
cale L.W. Beethoven di Maria Bergamo con il gruppo proprio il Signore a dargli la forza di affrontare e supe-
“Kind of Mood”, composto da Teresa Boccia (voce), rare ogni difficoltà ed accettare la sua “croce”, quella
Peppe Pacelli (chitarra), Giovanni Crescenzi (basso) e sedia a rotelle che è la sua diuturna compagna di viag-
Fiorenzo Di Palma (percussioni). gio. Oltre alla pittura l’altra grande passione è il calcio,
tifa per il Napoli e la Nazionale; sulla parete della sua
Con lo slogan: “Cogli l’opportunità… di esserci”, la camera è disegnata la “N” della squadra partenopea e
rassegna ha inteso coinvolgere le nuove generazioni ad sul suo letto c’è uno splendido “ciuccio” in peluche che
una più attenta percezione della cultura, ma anche di completa il suo amore per la squadra del “Vesuvio”,
sensibilizzazione e solidarietà nei confronti dei più mentre il soffitto è dipinto con i colori della bandiera
disagiati, intesi a favorire l’integrazione e la socializza- italiana ed un grande vessillo è presente nella sua stan-
zione con i tanti diversamente abili. za. Una voglia di fare eccezionale, non demorde, carat-
tere forte, riesce sempre a perseguire ogni obiettivo che
Manifestazioni culturali cui hanno partecipato i mag-
si pone e vederlo sorridere è fantastico. Un
giori artisti di tutta la provincia e numerosi cittadini.
“giacimento” prezioso, venuto alla luce grazie alla ras-
Serata particolare quella tenutasi sabato 10 dicembre,
segna dei “ Sabati Letterari” organizzata da Franca Pia
alle ore 19.00 presso l’Aula Consiliare, che ha cataliz- 3 Ciliberti, estremamente sensibile alle problematiche
inerenti i diversamente abili, alla quale va il merito di con il libro anche i poeti: Franco Nicolino, Immacola-
aver fatto “emergere” due realtà “sommerse”: il mondo ta Merino, Antonio De Stefano, Jole Mustaro, Fran-
ovattato e assente alla richiesta di aiuto di Doriano e la cesco Papalino, Marisa Santoro, Elia Nese, Anna
società moderna attenta più all’apparire che all’essere. Trotta, Anna Giannini, Orazio Colicino, Mario Fe-
Chissà quanti altri stupefacenti interpreti del mondo dei sta, Roberto Furcillo, Roberta Iemma, Liliana Pri-
diversamente abili non riescono ad infrangere e mo, Vito Cerullo, Rino Califano, Giuliano Colicino,
“polverizzare” quelle “maledette” barriere che ancora Marcello Feola, Carmine De Dominicis e Cosimo
li isolano dal mondo. Un’occasione, quella offerta dal Clemente. Premiate anche le lettrici che hanno decla-
Comune di Bellizzi, da non perdere, per alimentare la mato le poesie: Rossella Spisso, Maria Sannino, e
“fiaccola” della solidarietà e della condivisione, con Marina Sole, per le splendide interpretazioni. Hanno
azioni spontanee di volontariato sociale e di recupero ricevuto un libro anche le sottoelencate Associazioni:
di tante “intelligenze”, inopinatamente, sino ad oggi, Opera Vernieri, Venerdì letterari di Albanella:
disperse. Intervenuti, fra gli altri: il sindaco di Bellizzi Gaetano Ricco e Gaetano Marabello; Oltre la Spe-
Bruno Dell’Angelo che si è congratulato per la lode- ranza, Battipaglia Presidente Antonio Marigliano;
vole iniziativa, il vice-sindaco Avvenire – Battipaglia,
e consigliere provinciale Do- Bruno Carbone; Associa-
menico Volpe, l’assessore zione AM.DOS – Bellizzi
alle pari opportunità Franca Carmelinda Forlenza, Nu-
Pia Ciliberti vera “anima” cleo Protezione Civile, Bel-
della manifestazione, l’asses- lizzi - Responsabile Massi-
sore alla cultura Pino Schia- mo La Rocca; A.V.O. Sa-
vo, lo scrivente, la psicologa lerno Presidente Patrizia
Alfonsina Boffardi ed il do- Durante; Fidapa Battipa-
cente universitario Alberto glia; Volo alto Cooperativa
Granese che ha parlato del- sociale – Battipaglia Presi-
l’aspetto semantico-lessicale dente Maria Carmela Mor-
delle belle poesie di Doriano ra; Forum dei Giovani Bel-
Doria e della grande luminosi- lizzi, Presidente Andrea
tà e sacralità delle stupende Volpe; Commissione Pari
opere di Franco Leo. Presenti, Opportunità di Buccino
inoltre: Gerarda Salimbene vice-presidente Piera Cato-
Assessore alle Politiche So- ne; Settima onda Monte-
ciali di Buccino che ha parlato corvino Rovella presidente
della scarsa sensibilità nei Raffaella Capodanno. Un
confronti dei più disagiati; libro anche per i giornalisti
M. Grazia Del Prete Coordi- che hanno seguito l’interes-
natrice Segretariato Sociale, sante rassegna: Michele
Marina Marinari (Piano di Nigro, direttore editoriale ed
Zona) e Membro Commissio- esponente di spicco della
ne Provinciale Pari Opportu- Rivista letteraria “Nugae”,
nità, Annunziata Elia Presi- costante la sua presenza nelle
dente Commissione Pari Op- quattro serate con interventi
portunità di Pontecagnano e centellinati e molto seguiti;
Alberto Massa Sociologo. “Tra sogno e realtà”: volume di poesie e dipinti . Geremia Paraggio “Il Sag-
In copertina: dipinto di Franco Leo.
Sono stati premiati con perga- gio”; Nicola Nigro
mena più libro poeti, scultori, pittori, artisti in genere, “L’informatore delle autono-
che hanno presentato le loro opere durante “ i sabati mie locali”; Domenico Bianchi “Punto d’incontro”;
letterari”: Carolina Santoro “La Nuova Graticola”; Alfonso
Raffaela Cerino, poetessa, per il libro “Paese addo’ Mariano “Il Salernitano” e Antonietta Piscione.
so’ nnata”, Rosaria Zizzo, poetessa, per il libro “Petali Dulcis in fundo due splendide targhe su tela, con im-
di parole”, M. Rosaria Pagnani, scrittrice, per il libro presso il frontespizio del libro, per Doriano Doria e
“Mode e modi di donne”, Maria Rosaria Salito, scrit- Franco Leo, quest’ultimo ha ricevuto, tramite lo scri-
trice, per il libro “Storia di un amore antico”, Geremia vente, il gagliardetto ufficiale del Napoli Soccer, gra-
Paraggio, scrittore, per il libro “Il nido della poiana”, zie alla signora Galloppi e ad Antonio Flaminio, per
Raffaele Russo scultore, Roberta Di Francesco pittri- Franco una gioia incontenibile. Serata affidata alla
ce, Salvatore Bolli pittore, Michela Micciariello per grande bravura e professionalità del giornalista Enzo
la mostra di monili antichi. Premiati per intrattenimen- Landolfi.
to musicale: Maria Bergamo Accademia Musicale
Addobbi floreali: Eden Flowers di Francesco Sica,
L.V. Beethoven di Bellizzi, “Kind of Mood” compo-
riprese fotografiche di Pasquale Coppola.
sto da: Teresa Boccia, Peppe Pacelli, Giovanni Cre-
scenzi e Fiorenzo Di Palma; Redelio Giubileo. Per la
serata “Ricordi e testimonianze” con Mostra Fotografi- Alfonso Mariano
ca ha ricevuto il libro l’Arch. Lino Nicolino. Premiati 4
“Giovanna d’Arco: i lupi e il vento” Concorso Letterario Internazionale
Romanzo inedito per ragazzi di “TROFEO DEL BERGAMOTTO”
Claudio Elliott -Città di Reggio Calabria-
Quarta Edizione
Il concorso si articola in quattro sezioni:
Pubblicato a puntate a cura
A)Poesia in lingua italiana a tema “Il Bergamotto”
dell'Associazione Culturale
B)Poesia in vernacolo a tema “Il Bergamotto”
Italia Medievale
C)Poesia in lingua italiana a tema libero
D)Poesia in vernacolo a tema libero
Quota di partecipazione: 15,00 euro
...puoi leggerlo sul blog: Scadenza: entro e non oltre il 30/08/2006
http://elliott.splinder.com/ Ulteriori informazioni ed il bando completo
possono essere richiesti telefonando al
RISULTATI Presidente Regionale dell’Associazione
SETTIMO “PREMIO UNGARETTI”
UNIVERSUM
CENTRO STUDI AGORA’ Francesco Fiorente
RINGRAZIANDO TUTTI QUELLI CHE CI HANNO ONORATO ai numeri 0965-641256; cell. 328-1244802
DELLA LORO PARTECIPAZIONE E SCUSANDOCI PER IL
RITARDO CON CUI VI INFORMIAMO DELL’ESITO, RITARDO oppure scrivendo alla
DOVUTO A PROBLEMI DI VARIA NATURA, SEGNALIAMO
L’ELENCO DEI VINCITORI E DI QUELLI CHE RICEVERANNO Segreteria Generale del Premio:
UNA SEGNALAZIONE DI MERITO, PERCHE’ HANNO SFIORATO
LA “ZONA MEDAGLIA”. Universum – Calabria
SEZIONE ITALIANO: Via Trapezi 19, Trav. Priv.
1° CASADEI FRANCO di CESENA, 2° DE STEFANO SIMONA di 89060 Croce Valanidi (Reggio Calabria)
NAPOLI, 3° PENSO MARA di MESTRE (VE).
SEGNALAZIONI DI MERITO: e-mail: fiorente@aliceposta.it
PROIETTI GIANFRANCO di TIVOLI (RM), MERCIAI GIAMPAO- associazioneuniversum.calabria@simail.it
LO di SAN MARCELLO (PT), NATALI CARLA di LIVORNO, VEN-
TURINI GLORIA di LENDINARA (ROMA), CATALANO PIETRO sito internet: www.universumcultura.org
di ROMA, MASSARA PATRIZIA E MARIA di REGGIO CALA-
BRIA, INCUDINE ANNA di ROMA, CONSOLI SANTO di CATA-
NIA.
SEZIONE DIALETTO: st’anno ha visto la soddi-
1° PINI PIERINO di MONTICHIARI, 2° D’URSO RICCARDO di sfacente partecipazione di
NAPOLI, 3° SASSETTO FRANCESCO di VENEZIA.
ben 300 poeti! Da una
SEGNALAZIONE DI MERITO: doverosa e giudiziosa pre-
IIRITI MARIA NATALIA di BOVA MARINA (RC). selezione si è giunti ad un
SEZIONE HAIKU: ventaglio finale di 213
1° CATALANO PIETRO di ROMA, 2° IIRITI MARIA NATALIA di opere poetiche raccolte nel
BOVA MARINA (RC), 3° TATARU ANA OLIMPIA di POGGIO A volume che abbiamo il
CAIANO (PO). piacere di presentarvi.
SEGNALAZIONE DI MERITO: Ricordiamo, inoltre, che
PENSO MARA di MESTRE (VE), DI SALVATORE ROSA MARIA di sul numero 9 di “Nugae”
CATANIA. (Aprile 2006) pubblichere-
PREMIO GIOVANI ”TRILUSSA” : mo i vincitori delle due
GAZZOLI ALESSANDRO di EDOLO.
sezioni del concorso
(giovani autori dai 18 ai
ATTESTAZIONE DI MERITO:
30 anni e “over 30”)
NANNINI ALESSANDRO di FAENZA, EMANUELA ESPOSITO di L’antologia di poesie Per richiedere una copia
SOMMA VESUVIANA (NA).
“Premio Cuorediafano” dell’antologia o per
TUTTI I PARTECIPANTI NON ELENCATI POTRANNO AVERE, (2005), edita dalla Casa i n f o r m a z i o n i :
A RICHIESTA, L’ATTESTATO DI PARTECIPAZIONE, CHE E’
GRATIS. LA PREMIAZIONE AVVERRA’ DOMENICA 5 MARZO Editrice/Tipografia “Imma info@cuorediafano.com
2006, ALLE 11,30 NELLA GALLERIA FOTOGRAFICA “TINA MO- & Paolo”, rappresenta il S i t o w e b :
DOTTI”, SITA IN ACERRA (NA) - PIAZZA MONTESSORI N.25. frutto spontaneo del www.cuorediafano.com
CHI NON POTRA’ INTERVENIRE RICEVERA’ LA TARGA A DO-
MICILIO A NOSTRE SPESE. E’ IMPORTANTE SEGNALARE LA Premio l e t t e r a r i o Tipo-Litografia “Imma &
PROPRIA PRESENZA ENTRO LE ORE 10.00 DEL 5 MARZO 2006. “Cuorediafano” organizza- Paolo”, Via Sannio, 3 -
PIERO BORGO, V. ZARA 45, 80011 ACERRA (NA) to dal poeta campano Grottaminarda (Av)
TELEFAX 081-8850793. 5 Rosario Volpi e che que-
“ITALIANI IN AMERICA”
Il 9 Dicembre 2005, presso
l’Archivio Centrale dello Sta-
to a Roma, si è conclusa l’in-
teressante mostra dal titolo
“The dream…per non di-
menticare” dedicata alla dia-
spora del popolo italiano ne-
gli Stati Uniti d’America del
XX secolo. Colonne portanti
dell’evento sono state le im-
magini d’epoca riguardanti
l’emigrazione, provenienti
dalle collezioni americane e
raccolte dal curatore della mostra, l’instancabile Prof.
Dominic Candeloro (storico, antropologo e Direttore
dell’American Italian Historical Association); le opere
areografiche dell’artista Meo Carbone; i preziosi docu-
menti storici dell’Archivio Centrale dello Stato di Ro-
ma; il contributo di giovani artisti e l’ampia partecipa-
zione, tramite disegni e dipinti, degli alunni di alcune
Emigranti italiani - New York 1905
scuole coinvolte nel progetto (vedi l’immagine di co-
pertina!) La tematica di base della mostra è stata, infi-
ne, egregiamente corroborata, dal punto di vista lettera-
rio, dall’intervento della Dott.ssa Elisabetta Marino
dell’Università di Roma “Tor Vergata” (vedi articolo
pag.24) che ha reso partecipi gli intervenuti della poeti-
ca di Maria Mazziotti Gillan, scrittrice americana di
origine italiana (e precisamente dalla provincia di Sa-
lerno!), e della difficile, ma alla fine rinfrancante, ela-
borazione di una propria identità italo americana me-
diante, appunto, la scrittura… La partecipazione del
sottoscritto, in qualità di curatore della rivista “Nugae”,
e del Sig. Cosimo Clemente (collaboratore de “Il sag-
gio”) ai lavori conclusivi della mostra, si è realizzata
grazie all’intermediazione della preziosa Prof.ssa Ma- Sacco e Vanzetti
ria Rosaria D’Alfonso (scrittrice, insegnante di lingua
inglese presso il Liceo Scientifico Gallotta di Eboli
(Sa), con alle spalle una profonda e personale esperien-
za di “vita americana” testimoniata dal libro recensito
nella rubrica “Controedicola” di questo numero) già
coordinatrice, il 30 Novembre 2005, presso il Centro
d’Arte e Cultura “Alfonso Grassi” di Salerno, dell’in-
contro intitolato “Immigrazione: tra sogno e realtà” e
che ha visto la dotta partecipazione del critico storico
Prof. Raffaele Rago (vedi articolo pag.7) e del relatore
Prof. Dominic Candeloro di Chicago Heights - Illinois
(USA). (m.n.)
Nel 1888 Francesco Saverio Nitti così scriveva: - “Se (Per le fonti bibliografiche si rimanda all’ultima
vi è classe che ha gioito dell‘aumento del dazio sui parte)
cereali e che interessa che sia messo un limite al nu-
mero degli emigranti è certamente quella dei piccoli Raffaele Rago vive a Battipaglia. Critico e revisionista
borghesi che vivono di rendita. Essi con le loro anghe- storico, da sempre palese antagonista degli studiosi di
rie e i loro soprusi hanno contribuito a rendere più regime, concentra la propria attenzione soprattutto sulla
triste la sorte di coloro che costringono ad emigra- maltrattata storia dei Borbone, la rivoluzione napoletana
re”… Accanto a questi soprusi, molti contadini furono del 1799, sul fenomeno del cosiddetto “brigantaggio”,
anche ingannati dalla falsa propaganda delle agenzie di sull’emigrazione e sulle innumerevoli “patriottiche ine-
navigazione, che fecero vedere l’America come la loro sattezze” riguardanti l’unità d’Italia che ancora abbonda-
salvezza e quella della famiglia, nascondendo, ad arte, no imperterrite nei libri di storia… Ha pubblicato libri di
l’inganno di una “vita di tormenti e di stenti”. Nel 1883 poesie e di narrativa per la scuola. Collabora con la rivi-
il sindaco di San Mauro La Bruca denunciava che sta “Il Postiglione” e il periodico battipagliese di politi-
“E’ a conoscenza di questa Amministrazione che un 8ca, costume ed attualità “News Controcorrente”.
Appunti di storia va davvero di tutto. Fu compito del Menna dare una
più degna collocazione alla popolazione scolastica bat-
di Paolo De Vita tipagliese che nel 1931 aveva raggiunto le 844 unità.
Il primo progetto per la realizzazione del plesso scola-
stico fu affidato agli ingegneri Michele e Luigi De An-
gelis e fu approvato, per una spesa prevista di Lire
“Lo stato della scuola battipagliese negli anni ‘30” 870.000, col decreto del 5 febbraio 1930. Per avere la
"Ho sempre viva nella mente la penosissima impressio- certezza che la richiesta per il concorso governativo
ne ch'ebbi nel visitare la prima volta le scuole di Batti- nella spesa per gli interessi del mutuo da contrarsi con
paglia: alcune installate in terreni angusti, senz'aria e la Cassa DD. e PP. (Depositi e Prestiti) andasse a buon
senza sole; altre, nelle fetide stanzette di un fabbricato fine, il Commissario Alfonso Menna preferì ridimen-
demaniale del rione dell'antica colonia. Piccole gale- sionare la spesa alla cifra di Lire 550.000, bastevole
re, destinate a torturare il corpo ed il cervello dei bam- per la realizzazione del primo lotto della scuola. Così
bini". Con queste parole si apre il dodicesimo capitolo l'1 dicembre del 1930 un decreto governativo concede-
- avente per oggetto l'istruzione primaria - del libro di va al comune di edificare il primo lotto della "de Ami-
Alfonso Menna "Origini e formazione del comune di cis" e successivamente Menna ottenne anche l'eroga-
Battipaglia", del quale il cav. Vincenzo Citro custodi- zione del mutuo da pagare in concorso con lo stato.
sce amorevolmente una rarissima copia. Nel testo che Il primo lotto per la realizzazione della scuola "de
il Commissario Prefettizio del neonato comune di Bat- Amicis" prevedeva la costruzione di dieci aule, che
tipaglia aveva inviato al Prefetto della Provincia di avrebbero contenuto l'intera popolazione scolastica
Salerno nel 1931, dell'epoca. Per il
a mo' di sunto del Commissario Prefet-
lavoro che egli ese- tizio si trattava di
guì durante il suo dare le prime essen-
mandato ammini- ziali risposte alle
strativo, non manca esigenze primarie
un'esauriente pano- della popolazione,
ramica sull'attività anche di quella sco-
scolastica a Battipa- lastica che poteva
glia, che proprio in contare su di un edi-
quell'anno avrebbe ficio in grado di
visto sorgere il pri- raddoppiare in futu-
mo edificio creato e ro la sua recettività
consacrato alla di almeno altre dieci
scuola: il plesso aule. Dopotutto fu lo
e l e m e n t a r e stesso Menna a fare
"Edmondo de Ami- redigere la perizia
cis". Prima di quel del secondo lotto per
fatidico 1931 la vita l'ampliamento della
scolastica a Battipaglia era ben altra cosa. I bambini scuola, da lui stesso approvata con deliberazione del 15
che frequentavano la scuola primaria erano così suddi- maggio 1931. La scuola elementare, i cui lavori furono
visi: quelli iscritti alle prime tre classi erano sistemati appaltati in data 23 marzo 1931 alla Cooperativa "La
in altrettante stanze site al primo piano dell'ultima Muraria" di Roccapiemonte sorse sul terreno di pro-
"compresa" di Via Olevano, alle quali si accedeva per prietà della signora Mastrillo, maritata Mezzacapo alla
mezzo di una scala di legno, detta scalandrone. La quale andò un indennizzo di Lire 10 il mq. La scelta
quarta classe si trovava in un locale a pian terreno ove della zona dove sarebbe sorto l'istituto scolastico e la
adesso ha sede la Deutsche Bank e l'ultima a Via Roma configurazione architettonica dello stesso furono og-
(ex negozio ottica Messina). Ogni classe aveva il suo getto di un'attenta analisi dello stesso Menna. "Per as-
insegnante: gli alunni di prima elementare erano affida- sicurare alle aule una ricca provvista di aria e di luce,
ti alla maestra De Matteis, quelli di seconda alla mae- il suolo a sede dell'edificio fu scelto in località isolata,
stra Altieri, i bambini che frequentavano la terza ele- pur essendo nel centro dell'abitato. La funzione delle
mentare venivano seguiti dalla maestra Tatò - De Sio, scuole non sarà, così, disturbata, dagli assordanti ru-
gli alunni di quarta erano con la maestra Cincotti - Pe- mori delle industrie e del frastuono provocato dall'in-
trone, mentre in quinta elementare c'era ad attenderli il tenso transito rotabile che si svolge sui tratti interni
temibile maestro Domenico De Sio, che non lesinava delle due arterie nazionali. L'edificio è esposto a mez-
l'uso della bacchetta per mantenere l'ordine nella sua zogiorno e, a settentrione, è protetto da colline".
classe. Le famiglie che se lo potevano permettere man- "Il piazzale antistante, oggi adibito a mercato domeni-
davano i propri figli al doposcuola dalla sorella della cale, e le ampie zone riservate a giardino, ai lati, assi-
maestra De Matteis, o dalla sorella della maestra Altie- cureranno una completa indipendenza all'edificio, an-
ri. Gli alunni si rifornivano del materiale didattico nel che quando questo subirà graduali ampliamenti, in
negozio di De Francesco, detto "O Sinnichiello", per conseguenza dell'incremento della popolazione scola-
via della sua funzione di messo comunale. Nel suo em- stica". "Per le dimensioni del suolo è stato largheggia-
porio, sito all'estremità della "compresa" che fa angolo to, allo scopo di avere il terreno occorrente per i futuri
con Via Mascagni e piazza della Repubblica si vende- 9 ampliamenti dell'edificio di assicurare alla casa della
scuola una indipendenza in rapporto ai fabbricati che Amicis", dopo la seconda guerra mondiale non restaro-
potranno sorgere in quel rione, di avere, infine, acco- no che gli scheletri. Per far fronte all'emergenza scola-
sto all'edificio un piccolo campo sportivo". "L'edificio stica, le insegnanti elementari ospitarono nelle proprie
è distribuito su due piani, con cinque aule per ogni abitazioni gli alunni per le lezioni, mentre la scuola di
piano, ed ha tre bracci di fabbrica: uno sul fronte prin- Avviamento professionale fu collocata in un angolo del
cipale, con sei aule; agli altri due perpendicolari e Municipio solo a partire dal 1947. Questo istituto, de-
laterali al primo, con quattro aule. I due bracci laterali nominato "Guglielmo Marconi", dette i natali, a partire
potranno prolungarsi gradualmente, a seconda del dal 1962, alla II^ scuola media battipagliese che trove-
bisogno. Sicchè le aule potranno, a mano a mano, ele- rà il suo ricovero definitivo in un confortevole edificio
varsi a dodici, quattordici, sedici, ecc.". "Sul prospetto nel 1973. La prima scuola media fu inaugurata, invece,
principale si hanno due ingressi: uno a sinistra, per il nel 1951. Il suo primo "sponsor" fu l'allora assessore
pianterreno, l'altro a destra, per il piano superiore. alla scuola, il prof. Antonio Baldi e costituì una valida
I due piani possono comunicare fra loro, mediante il alternativa alla scuola media privata (detta
vano di porta fra la scala ed il vestibolo di destra". "Governativa") già esistente sul territorio. La sua prima
"Alle aule è stata riservata la posizione sud- est; preside, Adriana Costanzo chiese ed ottenne che la
ai corridoi, quella nord- ovest". scuola fosse intitolata ad un suo zio, filosofo calabrese,
Gli alunni che per la prima volta occuparono i banchi Francesco Fiorentino. La crescita demografica di Batti-
della "de Amicis" furono 844, dei quali circa 200 pro- paglia nel corso degli anni '60 e '70 si rispecchiava an-
venienti dalle frazioni di Belvedere, Santa Lucia e Ser- che nell'incremento della popolazione scolastica e, con
roni. Una cifra nel suo complesso non trascurabile se si esso, nell'edilizia, quest'ultima non sempre al passo con
considera che solo nove anni prima (anno scolastico le esigenze di quegli anni, tanto da costringere i presidi
1921-22) gli iscritti erano in tutto 279, dato che molto all'introduzione dei doppi turni. I Circoli Elementari si
diceva anche sull'incremento demografico di Battipa- moltiplicarono (nel 1978 se ne contavano già quattro),
glia, passata dai 4193 abitanti del 1921 agli 8049 del così come le scuole medie che nel 1976 divennero cin-
1930. Se nel centro di Battipaglia sorgeva in quegli que, in seguito all'inaugurazione della "Sandro Penna"
anni il primo vero edificio scolastico, per i bambini che che seguiva, nel breve volgere di nove anni la nascita
vivevano in periferia i disagi restavano immutati. Così della "G. Salvemini" (1970) e della "Alfonso Gat-
il Menna venne incontro almeno alle esigenze degli to" (1973).
alunni residenti a Belvedere realizzando in loco due
aule, seppure adattate in stanze non proprio consone Fonti bibliografiche:
all'uopo. Ma anche in questa circostanza, il prefetto
Menna dette dimostrazione di lungimiranza, poichè "Origini e fondazione del comune di Battipaglia" (A.
fece redigere un progetto per la realizzazione di una Menna);
scuola potendo contare su di un sussidio statale per la "Battipaglia. Documenti, testimonianze, personaggi dal
costruzione di edifici di piccole dimensioni in aree ru- 1929 al 1969" (AA.VV. Edito dalla FIDAPA di Batti-
rali. In località Serroni e S. Lucia, inoltre, funzionava- paglia, 1991);
no due scuole dell'Ente contro l'analfabetismo con an-
nesso un appezzamento di terreno per la pratica agrico- "1914-1979: 65 anni di sviluppo economico e di cresci-
la. Nel 1938 fu inaugurata la prima scuola superiore di ta sociale nel segno della cooperazione" (AA.VV. Edi-
Battipaglia; si trattava di un istituto per l'Avviamento to dalla Cassa Rurale ed Artigiana di Battipaglia,
Professionale di tipo industriale maschile e femminile, 1979).
a programmi ridotti. Della scuola superiore e della "de
“IMAGINES”
IMMAGINI E VICENDE DI STORIA LOCALE DALLE ORIGINI AD OGGI: AGROPOLI
Ciclo di incontri/seminari presso la BIBLIOTECA CIVICA viale Europa, Agropoli (Sa) - ore 17
4/2/06 dott.ssa Antonia Tierno “La terra del latte e del miele: il Cilento tra Longobardi e Normanni
18/2/06 dott.Giovanni Guardia “La conservazione di un dipinto:”l’Annunciazione” della Cappella di Casa Rotoli
25/2/06 dott. Giuseppe Cirillo “Settecento cilentano”
4/3/06 ins. Maria Elena Esposito “Luisa Sanfelice”
18/3/06 dott. Antonio Capano “Il Cilento e il mare”
25/3/06 dott. Domenico Chieffallo “Brigantaggio ed Emigrazione”
8/4/06 dott. Domenico Chieffallo “Agropoli, terra di confino politico”
22/4/06 arch. Costabile Cerone “Realtà industriali cilentane:
10 la fornace di Agropoli”
L’intervista più viaggi. Per quanto mi riguarda una “vita buona”
significa anche “bisogni veri”, alimenti e abitazioni,
cure sanitarie, interazioni familiari e sociali che siano
a cura di Michele Nigro adeguatamente e non eccessivamente perseguite e co-
Traduzione di Maria Rosaria D’Alfonso nosciute, in modo tale da avere del tempo a nostra di-
sposizione per osservare e riflettere sul nostro ambiente
A Napoli, precisamente al Largo del Petraio, il 7 No- naturale e sociale. È stato detto che noi diventiamo ciò
vembre 2005 ho conosciuto James Koller… Ovvia- che facciamo. Ma c’è di più. Il comportamento sociale
mente non è stato un incontro casuale! Avevo ricevuto orienta la biologia. Qual è la base nella scelta del com-
un invito, da parte di Gino Sansone (artista della Co- pagno? Che cosa significa avere figli? Stiamo perpe-
munità del Petraio), a partecipare alla “Festa della poe- tuando le relazioni di gruppo (“tribali”) o quelle reli-
sia” durante la quale si sono esibiti, con alle spalle lo giose? Stiamo contribuendo inconsciamente al sogno
stupendo scenario notturno offerto dal Golfo di Napoli capitalistico? Il rapporto genitori-figli, figli-genitori,
illuminato dalla luna, poeti e musicisti napoletani... quello tra famiglia ed amici, fornisce le direttive e la
Neanche Ettore Meis è riuscito a sfuggire al reading base per le scelte che si faranno, ogni relazione inter-
collettivo, gettando nella mischia la poesia “Sentori” personale contribuisce al futuro e alla sua interazione
apparsa sul n.5 di “Nugae”. Ospite d’onore della serata, genetica e sociale.
dicevo, “Jim” Koller: invitato dalla Rete Bioregionale La tua poesia è ricca di riferimenti naturalistici vis-
Italiana per leggere alcune poesie tratte dalla sua ulti- suti in prima persona come se volessi suggellare i
ma raccolta “Close to the ground” (“Vicino alle origi- momenti più importanti della vita collegandoli ai
ni” - Ed. Rete Bioregionale Italiana & Coyote Books). fatti della natura piuttosto che alle date effimere
Così lo ha definito Gino “Cavallo di Vento” della Tri- della cosiddetta Storia Ufficiale. La poesia è il com-
bù dell’Arcobaleno Fiammeggiante: “Jim è una perso- pletamento della naturale gioia dell’esistere?
na semplice, schiva, quasi invisibile… Non butta sul
mercato ciò che è racchiuso nel cuore… ma quando La vita è vissuta in contesti. Nel contesto del mondo
l’atmosfera si fa profonda e i rapporti caldi, eccolo naturale gli esseri umani funzionano insieme ai sistemi
sciogliersi e condividere il suo vissuto, le sue esperien- e ai cicli dati. Bisogna far attenzione, imparare il pro-
ze di vita, la poesia i(n)spirata.” L’intervista che segue cesso di “causa ed effetto” di questi sistemi e di questi
nasce con la stessa semplicità, anche se la complessità cicli. L’archeologia, l’antropologia, la storia sono tutte
delle risposte lascia trapelare l’impegno totale di un piene di esempi di tentativi umani che non erano in
artista che va oltre il verso … armonia. Ma sembra che noi non impariamo dai nostri
errori. Forse la poesia funziona poiché aiuta a ricono-
…Nella prefazione di “Close to the ground” affer- scere le verità…
mi: “Per me la poesia è celebrazione di tutto ciò che
esiste, di tutto ciò che è vivo o è stato vivo…” In una tua poesia scrivi: “Does it matter/ whether the
Pensi che l’essere umano, oggi, abbia dimenticato il hawk/ understands cause & effect?” (“Importa forse/
valore della vita, della storia (anche biologica) e di se il falco/ comprende causa & effetto?”)
quegli intimi meccanismi che permeano la sua esi- Cosa ci dovrebbe insegnare la semplicità istintiva
stenza? insita nella Natura?
Io non credo che sia una questione di aver dimenticato La natura non si riferisce ad altri sistemi se non ai si-
qualcosa. Infatti abbiamo a nostra disposizione delle stemi propri e ai propri cicli. Come esseri umani ci
informazioni, oggi più che mai. Ciò che manca è la possiamo aspettare dalla natura solo ciò che essa è real-
consapevolezza della nostra esigenza di focalizzare sul mente, e quindi è questo che dobbiamo insegnare a noi
concetto che siamo individui bisognosi di venir fuori stessi. Aristotele avrebbe detto: “E’ nella natura del
dal flusso, e di scoprire che dobbiamo analizzare se falco essere cacciatore”. La filosofia e la scienza sono i
tutto ciò di cui abbisogniamo sia informazione rilevan- dilemmi dell’uomo.
te, per poi riunirci al flusso e quindi creare per noi stes- Ho letto da qualche parte, correggimi se sbaglio,
si la vita che desideriamo. La maggior parte della po- che la tua esperienza poetica sarebbe cominciata nel
polazione del nostro pianeta cerca di funzionare utiliz- 1956 quando, in una San Francisco pervasa dal-
zando il modello economico conosciuto come capitali- l’energia mistica dei poeti della Beat Generation,
smo. Capisco che il capitalismo cerchi coscientemente fosti scoperto da Philip Whalen… In questo nostro
di contenderci tutti a proposito di ciò che è la vita, di mondo attuale, tecnologicamente globalizzato e so-
ciò che è necessario per vivere. Il capitalismo crea pro- cialmente omologato, quali energie percepisci in
dotti, sopravvive diffondendo quel prodotto a popola- ambito artistico?
zioni sempre più grandi, le quali avranno stili di vita
sempre più complessi. Intere popolazioni sono convin- La mia esperienza con la poesia è iniziata a 10 anni nel
te di lavorare e di acquistare ciò che immaginano per- 1946. Mi fu regalato un libro dal titolo “Cento poesie
metterà loro di migliorare la propria vita. La pubblicità che raccontano” (“One Hundred Narrative Poems”).
arriva al punto di delineare gruppi-target e di offrire Quelle forme che trovai nel libro sono le prime che ho
beni e stili di vita che facilmente saranno accettati. usato e le ho imitate, realizzando i loro collegamenti
Mentre la vita familiare è in molti mercati, l’unità di con la musica popolare, che è stata un’altra parte dei
famiglia ideale per il capitalismo è ridotta perché rad- miei interessi che ho successivamente coltivato. In un
doppia i bisogni, i.e. crea l’esigenza di numerose cose, primo momento ho osservato le energie “Beat” di San
beni più numerosi, una più consistente comunicazione, 11 Francisco nel 1956. Avevo lavorato l’inverno prece-
dente in una fabbrica di poltrone nel Midwest mentre ne meglio in forma orale che in forma scritta. Là dove
ero ancora a scuola, e a venti anni giravo nel Midwest, si devono trasmettere emozioni, sento di fare del mio
facendo ogni lavoro che potevo e sapevo fare. A San meglio quando sono presente fisicamente per essere
Francisco fui attratto dalla libreria “City Lights”, che a visto e ascoltato mentre le trasmetto.
quei tempi era piccolissima... Allora ho sentito le ener- Come nacquero la rivista “Coyote’s Journal” e i
gie, ho sentito le cose che accadevano, ma non ho in- “Coyote Books”?
contrato nessuno… Mi sono collegato alla scrittura
“Beat” dopo aver letto una recensione del 1957 di “On Nel 1964 ero direttore responsabile della sezione poe-
the road”, che si riferiva ai poeti di San Francisco e sia di una rivista letteraria - “The Northwest Re-
così ordinai il libro. Ho incontrato Philip Whalen, Ri- view” (Università dell’Oregon) - quando quella rivista
chard Brautigan e gli altri, personalmente, solo nel fu sospesa nel tentativo di non far circolare un’intervi-
1960. sta con Fidel Castro, alcune poesie di Philip Whalen e
una traduzione di “To Have Done With The Judgement
Le energie Beat erano da considerarsi di largo respiro, of God” (“Aver Trattato Con il Giudizio di Dio”) di
ma per la maggior parte esse riflettevano il distacco da Antonin Artaud. Noi direttori, quando fummo licenzia-
quei valori economici, scaturiti dagli anni ’30, che si ti, decidemmo di continuare a pubblicare il materiale
proposero in primis come valori religiosi, in linea con che avevamo già accettato per la pubblicazione con
le idee di individualismo e identità nel mondo corpora- una nuova rivista “Il Giornale del Coyote” (“Coyote’s
tivistico allora in via di espansione. Molti americani Journal”). Nell’avere le adesioni degli abbonati, deci-
lasciarono gli Stati Uniti. Per quelli che rimasero l’Esi- demmo che vi era un interesse sufficiente per scrivere
stenzialismo e il Buddismo, dove ne erano conosciute anche libri, quindi seguì la “Coyote Books”.
le teorie, contribuirono a dare nuove direttive. L’ugua-
glianza sociale e i valori ambientali, in linea generale, Che cos’è il movimento underground, a cui hai am-
arrivarono più tardi, negli anni ’60. Oggi (Gennaio piamente partecipato ?
2006), le migliori energie riflettono l’impegno nel Il malfamato episodio del “Be-In” (“siate con noi”), a
mantenere e nell’estendere quel terreno ambientale San Francisco nel 1966, portò orde di giovani verso la
guadagnato negli anni ’60 quando era diffuso il pensie- città per un’ “Estate d’Amore”, creando confusione in
ro ecologico; riflettono l’impegno continuo nel mante- tutta la sezione “Haight – Ashbury” della città. Peter
nere tutte le identità etno-linguistiche. Specialmente Berg, Emmett Grogan e altri fondarono gli
per quelle tribù indigene deliberatamente spiazzate “Scavatori” (“the Diggers”) per organizzare e procura-
dalle azioni violente del capitalismo globale. Il capita- re servizi sanitari, alimentari e gli alloggi gratuiti.
lismo vorrebbe eliminare il pensiero tribale, sostituire L’Azienda delle Comunicazioni (“Communications
le tribù con governi provvisti di pieni poteri che posso- Company”), iniziata dagli “Scavatori”, procurò delle
no essere comprati col denaro oppure cambiati o mani- distribuzioni gratuite sulle strade, mentre annunciavano
polati a proprio vantaggio al fine di procurarsi petrolio, eventi e servizi che diedero luogo alla poesia e all’arte
gas o altri vecchi “materiali grezzi”. libera. Claude Hayward e Richard Brautigan mi chiese-
Secondo me, quei programmi che propongono modelli ro di aiutarli nell’Azienda delle Comunicazioni. Ho
di vita migliori e un migliore tenore di vita riguardo la contribuito ad assisterli con altri progetti “Scavatori”,
salute, con tutta la questione dei diritti umani sul piane- come potevo.
ta, può solo fallire là dove si utilizzano criteri diversi Che cos’è il bioregionalismo ?
da quelli dei popoli che si prefiggono di assistere. Ci
sono società dove una maggioranza non è sufficiente Un’isola ha un perimetro chiaramente definito. Ciò che
per decidere un voto – tutti devono finalmente essere accade sull’isola, a proposito della struttura dell’am-
d’accordo. Criteri arbitrari, come confini arbitrari, rap- biente e in termini di economia e dinamica della popo-
presentano interessi acquisiti. Per quanto riguarda la lazione, fa parte di modelli biogeografici. I famosi eco-
scrittura, la parte migliore proviene da coloro che sono sistemi, i cui perimetri sono meno chiaramente definiti
in grado di esprimere nella propria lingua la propria su un più vasto gruppo di terreni contigui, sono analo-
realtà individuale e la propria realtà linguistica. gamente regioni con modelli biogeografici. Si deve
pensare a tali regioni come a delle bioregioni. Il movi-
Il tuo modo di fare arte non ha paura di sperimenta- mento bioregionale iniziò negli U.S.A negli anni ’70
re: pittura, fotografia, letture pubbliche, teatro, quando i componenti di gruppi ecologicamente consa-
musica… Testimoni di questa poliedricità sono lo pevoli, specialmente coloro che sentivano di essere
spettacolo teatrale ''The bone show'' (1987) e la per- parte di una “società alternativa”, si risistemarono nelle
formance condivisa con Beltrametti dal titolo abitazioni o nelle aree nuove, cercando di ridefinire e
''Graffiti lyriques'', un mix di pittura, lettura e mu- di capire ex novo il concetto di “regione” in termini di
sica… Il vero artista è colui che non si accontenta di ecologia e del “vivere in maniera giusta” in quelle aree
una sola ed unica forma espressiva? prescelte. Uno studio della progressione culturale uma-
Suppongo che il vero artista sia colui che non si ferma na e delle usanze in questi luoghi aiutò a chiarire i mo-
prima di creare, in un qualche campo, ciò che sente di delli biogeografici e quei cambiamenti positivi o nega-
dover creare. Ognuna delle arti sembra adattarsi a que- tivi che si erano effettuati o che erano stati resi possibi-
sto o quel fine particolare. In base alla mia esperienza li con ogni nuovo tentativo. Con opportuni cambia-
ho scoperto che riesco ad esprimere alcune cose meglio menti si poteva ottenere una certa sostenibilità. Oltre la
nella scrittura (alcune meglio in poesia e non in prosa, scienza venne la conoscenza degli spiriti di un luogo
o viceversa), altre meglio sulla tela - per alcune perso- 12 che hanno bisogno di mantenere la felicità. Tutte le
culture, umana, animale o vegetale, come anche il luo- Ibn Khaldun, nato nella Spagna musulmana del 13°
go fisico in sé, necessitavano di essere in armonia se si secolo, ha descritto nelle sue opere l’effetto delle mi-
volevano ottenere le condizioni per vivere una “buona grazioni berbere in Spagna. Egli pensava che con ogni
vita”. Il bioregionalismo si occupa di questi argomenti. nuova migrazione di successo la popolazione della
Che valore hanno le differenze individuali esistenti Spagna sarebbe stata nuovamente vitale e forte. Tra
all’interno di una comunità? una migrazione e l’altra (gli spagnoli) diventavano
sempre più deboli fino all’avvento della migrazione
Con l’avvento di numerose popolazioni, caratterizzate successiva. Ibn Khaldun si riferiva ad uno stato non del
da culture e idee diverse, il linguaggio e le idee della tutto definito, alla popolazione di un territorio fisico.
città cambiano rapidamente, mentre, salvo poche diffe- La stessa idea di immigrazione oggi presuppone confi-
renze, la lingua e le idee delle comunità rurali cambia- ni arbitrari, misura gli effetti che gli immigrati creano
no relativamente poco e in periodi più estesi. Le comu- nell’ambito di quei confini - il che, per quanto utile dal
nità rurali che non tollerano le differenze ideologiche, punto di vista dello stato-nazione, non dice nulla in
alla fine stimoleranno i giovani ad andare via. Una co- termini del valore di eticità. Gli stati che si definiscono
munità chiusa dal punto di vista genetico si estinguerà solo per via del proprio potere possono solo essere con-
nel tempo. cepiti in un senso arbitrario. Né il tribalismo né l’etni-
Dato tutto ciò, è logico che una comunità crei e segua cità forniscono dati positivi per un tale stato, ad ecce-
modelli che la reggeranno secondo i suoi desideri. zione dei luoghi in cui un gruppo si impone con la for-
Trattasi di modelli che riescano a farla stare in pace za in un’altra regione, per realizzare differenze nella
con se stessa e nello stesso tempo le permettano di popolazione dando luogo, eventualmente, ad una forma
mantenere buoni rapporti con le comunità vicine. Per di “democrazia” controllata - una tattica, questa, che
fare queste cose, credo che una comunità debba neces- può essere benefica o dannosa per tutti quelli che sono
sariamente favorire il flusso di nuova gente e di nuove coinvolti. In termini di bioregionalismo noi possiamo
idee. (Il che non vuol dire che debba incoraggiare il solo valutare come gli immigranti si rapportano al-
commercio capitalistico, che tollera come unico valore l’ecosistema nel quale entrano a far parte, i.e. si può
il profitto). sapere come essi valorizzano il luogo o lo denigrano.
Se un gruppo etnico è più capace di un altro nel rappor-
Quale funzione ha il gruppo etnico nel mondo di tarsi ad un dato luogo, oppure se riesce di più a rappor-
oggi? tarsi rispetto al luogo precedente, ciò potrebbe signifi-
Un gruppo etnico ha generalmente una storia comune, care che lo spostamento ha fatto progredire il gruppo.
in comune c’è una certa consistenza artistica, linguisti- In alcune tue riflessioni su popolazioni e bioregioni
ca e, in minore misura, anche culinaria. (Ciò potrebbe leggiamo: “Quando studiamo gli esseri umani dob-
avere o meno una continuità religiosa). Oggi queste biamo osservarne l’attività soprattutto attraverso la
caratteristiche comuni possono fornire una identità e storia scritta e ciò che accade molte migliaia di anni
dei valori per tutti gli individui che si dibattono nel- prima di essa…” Cosa intendi dire?
l’ambito della monocultura capitalista - che essi si
ritengano o meno “etnici”. Nella maggior parte delle Quello che volevo dire era: “Quando si studiano gli
circostanze le persone corrispondono a nomi dati, il esseri umani dobbiamo guardare verso l’attività umana
che rende chiara la loro appartenenza a questo o a quel in tutta la sua evoluzione storica (documentata) e a
gruppo etnico – se mai se lo dovessero chiedere… molte migliaia di anni prima di ciò”. Poi ho continuato
In un mondo ideale io credo che i gruppi etnici potreb- a dire: “Se riduciamo la nostra visuale storica vedremo
bero governarsi da sé. Nel nostro mondo, caratterizzato solo una parte del quadro, il che non può aiutare, bensì
da una comunicazione istantanea, la maggior parte del- sviare l’interpretazione verso una direzione condizio-
le persone in una gran parte del mondo hanno le poten- nata (a causa di ciò che abbiamo deciso di guardare).”
zialità di mettersi in contatto con chiunque. Questa La storia è un’interpretazione dei fatti che si conoscono
comunicazione può seguire varie linee: interessi ed in un dato momento. È informata dal tempo in cui essa
etnicità sono le prime due... Non importa più dove sia- è stata scritta, come anche dalle peculiarità e dai condi-
mo dal punto di vista geografico per capire a chi ci zionamenti del pensiero dell’autore. Allo stesso modo
accostiamo con la nostra sfera emotiva. Nello stesso in cui le traduzioni devono essere aggiornate da una
tempo quelli che sono vicini in senso fisico potrebbero generazione all’altra, così la storia richiede una riscrit-
non avere assolutamente niente in comune, tranne il tura dal punto di vista delle prospettive della società
loro indirizzo. Mentre coloro che sono vicini fisica- contemporanea, attribuendo criteri di attualità alle vec-
mente devono accettare le leggi del luogo in cui vivo- chie scritture. Man mano che si descrivono nuovi even-
no, essi non devono, credo, sottoporsi a quelle leggi ti, essi diventano più o meno significativi. Anche i do-
che non hanno nulla a che vedere con le loro stesse cumenti “inattaccabili” dell’archeologia cambiano se
tradizioni o con il proprio stile di vita; eccetto in termi- considerati alla luce di un’altra epoca. Credo che il mio
ni di come trattano i propri vicini e le bioregioni in cui punto di vista fosse che niente di ciò che conosciamo
vivono e si muovono. della preistoria proviene da reali testimonianze, anzi ne
In questo numero di “Nugae” tratteremo, sotto vari è la speculazione di qualche condizionamento. Così,
aspetti, del tema dell’emigrazione… Confrontandoci analogamente, la nostra interpretazione di ciò che chia-
con la “dottrina” dei bioregionalisti, l’emigrazione miamo documentazione storica riflette (logicamente) i
deve essere vissuta come una sconfitta dell’etnicità o condizionamenti dei tempi in cui scrive lo storico,
come un arricchimento del gruppo stesso? 13 mentre noi, con il nostro sistema di valori, facciamo le
nostre considerazioni. Certamente, ogni volta, vi è un Philip Lamantia, poeta della beat generation, rifiutò
valore in ciò che è stato scritto. Ma questo deve essere di pubblicare i propri versi perché ritenne che essi
giudicato non solo in rapporto al “quando e perché” è avevano già compiuto la loro funzione nel momento
stato scritto, ma anche in base a ciò che si pensa ora. in cui avevano dato sollievo alle sue inquietudini…
Sei famoso in Europa anche grazie alla tua amicizia D’altronde anche tu, sempre in “Remembering
con lo scomparso poeta italo-svizzero Franco Bel- Franco”, affermi: “sapevamo che molti di coloro che
trametti. Leggendo “Remembering Franco” ho ci leggevano…vedevano “solo le orme” che lasciava-
avuto l’impressione di rivivere le avventure di Neil mo…” Quando e come senti l’esigenza di condivi-
Cassady e Jack Kerouac nel celebre “On the road”... dere, tramite la pubblicazione, i tuoi versi?
Che cos’è per te il viaggio? Dopo aver pubblicato per anni ci si rende conto che
Franco Beltrametti era il figlio buona parte di quello che si scri-
di un uomo che aveva trascorso ve è frainteso quando si legge.
una buona parte della propria Infatti Lamantia quando pubblicò
vita lavorando nelle ferrovie il suo primo libro in assoluto, si
svizzere. Da ragazzo Franco ha rese conto che non aveva avuto
viaggiato spesso con suo padre e bisogno, né aveva mai desiderato
quindi ha amato notevolmente le il successo che seguì alla pubbli-
stazioni ferroviarie. Anni più cazione dell’opera. Gli bastò la
tardi, negli Stati Uniti, io e lui scrittura in sé per riprendere
facemmo un giro speciale per l’equilibrio che cercava. Quando
vedere le vecchie stazioni ferro- mi riferisco alle tracce che la-
viarie. Quando Franco andò per sciammo con la nostra scrittura,
la prima volta in Giappone, egli intendo dire che un altro non può
attraversò l’Asia, come aveva mai vivere l’esperienza dell’auto-
fatto Blaise Cendrars, attraver- re stesso, indipendentemente
sando la Siberia con la ferrovia. dall’abilità dello scrittore - anche
Analogamente, andò in America se il lettore, in qualche modo, ne
con la nave, come aveva fatto ricava il senso e si rende conto
Cendrars - ma Franco arrivava Franco Beltrametti e James Koller
che è successo qualcosa che vale
dal Giappone e non dall’Europa. la pena di conoscere. Le cose scritte sono
I miei stessi viaggi iniziarono nel 1940. La mia fami- come finestre che si affacciano nella vita di qualcun
glia proveniva dal Midwest, dal centro del paese, lonta- altro, come impronte nella neve che raccontano una
no da qualsiasi posto. Quando finì la guerra nel 1945, storia.
io avevo nove anni ed ero pronto per vedere il mondo. Allen Ginsberg, durante l’epoca in cui la minaccia
Nei due anni successivi ho convinto i miei genitori a nucleare sembrava vicinissima, disse in televisione o
percorrere in auto l’Ovest, nel Wyoming, New Mexico, scrisse in una sua poesia: “Andate a farvi f…, voi e
Texas: era il 1947. la vostra bomba atomica!” Poiché oggi viviamo altre
Ancora nei due anni seguenti abbiamo viaggiato attra- minacce non meno gravi, cosa ne pensi della politica
verso il nord-ovest, l’ovest, e di nuovo poi a sud-ovest. ambientalista dei paesi industrializzati e in partico-
Nel 1950 siamo andati a New Orleans, Key West lar modo dell’indifferenza di Bush nei confronti del
(Florida) e poi siamo tornati a casa attraverso la Caroli- Protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici?
na del Nord e del Sud. I paesi industrializzati sono controllati da quelle indu-
Credo che si conosca meglio il posto in cui si vive strie. Fino a quando il capitalismo e l’industria gover-
quando è possibile rapportare quel luogo ad altri luoghi neranno, le preoccupazioni sociali e ambientali saranno
noti. Essendo stato all’Ovest, posso vedere dove sia il secondarie a quelle economiche. Il pianeta ha bisogno
Midwest perché creo una relazione incentrata su di un di eliminare il sistema capitalistico, ha bisogno di ri-
sistema fluviale ai margini orientali delle pianure che durre la domanda di produzione industriale. La mag-
raggiungono i monti, il grande bacino, e poi ancora gior parte di noi non ha bisogno di una “vita miglio-
montagne che si susseguono fino al Pacifico. Analoga- re” (più comodità), abbiamo già in eccedenza ciò di cui
mente, credo che visitare la Germania e la Scandinavia abbiamo bisogno. Perché dunque ci sorprende che un
ci aiuti a capire perchè il Midwest fu insediato da tede- petroliere ha poco rispetto per gli effetti dell’inquina-
schi e scandinavi dopo che la Guerra Civile aveva ucci- mento?
so un gran numero di inglesi, scozzesi ed irlandesi. A quale religione appartieni? O meglio: coltivi una
Per quanto mi riguarda partire e ritornare a casa raffor- tua religiosità? E come?
za il concetto (di casa) nella mia mente, mi chiarisce Credo che tutto ciò che esiste abbia uno spirito e che
ciò che essa è e ciò che essa non è, mi chiarisce chi è e questi spiriti rimangano anche mentre noi cambiamo le
chi non è lì con me. I miei amici vanno qua e là sul nostre forme. Credo che sia possibile conoscere tali
pianeta. Noi capiamo che il fatto che siamo collegati ha spiriti. Capisco che il pianeta debba essere una realtà
poco a che vedere con un dato luogo, o con una deter- unificata e integrata, con un proprio spirito. Credo che
minata routine in quel luogo; anzi il nostro legame è di l’uomo debba preoccuparsi di capire gli spiriti, di co-
natura spirituale e si collega al benessere del pianeta di municare e di commiserarsi con loro per il benessere
cui tutti vogliamo far parte. 14
del pianeta.
La contemplazione derivante dal vivere immersi cambiamento è drammatico, qualche altra volta piut-
nella natura è l’unica possibilità che abbiamo per tosto sottile, ma vi è sempre un cambiamento. Sono a
non essere schiacciati dal collettivismo sociale e mo- favore di quello scrittore o di quell’artista che lascia
rale. Quale futuro intravedi per l’uomo metropoli- liberamente fiorire il suo lavoro, non credo che
tano, tu che hai scelto di abitare in una casa nei bo- dovrebbe essere forzato.
schi sull’isola di Georgetown, lungo la costa del Che cos’è per te la libertà?
Maine?
Una volta “libertà” significava libero da controllo ar-
Il vantaggio del vivere nella foresta è che le cose sono bitrario, costrizione o prigione. Con gli obblighi del
più chiare (lì) in quanto vi sono poche variabili, per controllo arbitrario, così diffuso nel mondo d’oggi, si
quanto tutto rimanga lo stesso. Le città sono il risultato potrebbe dire che la libertà e la condizione dell’essere
della necessità di produrre e di far proliferare i beni. Le liberi (“freedom & liberty”) siano diventate più eviden-
convenienze di chi possiede, dei produttori e dei vendi- ti con la cosciente e deliberata mancanza di rispetto che
tori, si riscontrano in una città dove il lavoro e il si manifesta nei confronti di ciò in cui non si crede.
cliente (-lismo) sono a portata di mano. Quando il capi-
talismo non sarà più la base sulla quale sono organizza-
te le nostre società, allora potremo riorganizzarci se- James Koller nasce nel
condo le linee utilitaristiche che forniscono altri biso- 1936 negli Stati Uniti,
gni. L’antropologia ci racconta che il gruppo sociale ad Oak Park (Illinois), e
ideale funziona meglio quando conta circa trecento trascorre i primi 36 anni
individui in tutto, come nel caso di un villaggio con nel west e midwest ame-
organizzazione agricola e non una città. ricano. Il suo primo rea-
In una poesia dedicata al tuo amico Franco ding negli Stati Uniti
Beltrametti (“Echo summit” – “La vetta dell’eco” ; risale al 1959, ma è nel
30/11/1995) scrivi: “Rising before me now / these 1965 che riceve credito
mountains are the Sierras, / where you built your e stima al “Berkeley
house”…(“Mi sorgono davanti adesso/ queste mon- Poetry Conference”. Fin
tagne, la Sierra/ dove ti sei costruito la casa”). dagli anni '70 partecipa
Che significato ha per te la parola casa? a numerose letture e
E’ solo un luogo fisico o è, prima di tutto, festival in Europa. Dal
u n a c o n d i z i o n e m e n t a l e ? 1964 Koller pubblica la
Per Franco la casa che egli costruì significò molto di rivista “Coyote’s Journal” che diverrà forum catalizza-
più della struttura – rappresentava il ritorno nel paese tore per molteplici forme artistiche: poesia, fotografia,
in cui era nato suo padre e dal quale era stato strappato. teatro, prosa… Fonda la casa editrice “Coyote Books”;
È stato certamente un modo di vivere, una possibilità condivide la direzione del giornale di recensioni libra-
inerente … La mia opinione è che la casa è un rifugio, rie “Otherwise”. Partecipa attivamente allo svolgersi
che si tratta di una cosa temporanea, qualcosa che si del movimento underground, promuovendo la visione
dovrebbe essere in grado di lasciare. Noi viviamo sul di una Terra – Madre popolata da esseri viventi frater-
terreno, sul pianeta e siamo orientati nel sapere come e namente uniti…
dove spostarci quando è necessario. Poeta e scrittore, ma anche artista visivo e fotografo
In un’altra tua poesia, invece, affermi: “After sixty (mostre a Portland - Maine, Santa Fè - New Mexico, e
years, / they say, one can start again./ I think I will / New York), realizza lo spettacolo teatrale ''The bone
need some sleep first.” (“Dopo i sessant’anni,/ show'' (1987). Negli anni 1987/89 Koller ed il suo inti-
dicono, si può ricominciare./ Penso che dovrò/ farmi mo amico, il poeta ticinese Franco Beltrametti scom-
una dormita, prima.”- 31/5/1996). Secondo una vi- parso nel 1995, portano la performance ''Graffiti lyri-
sione, diciamo, mediterranea dell’esistenza, ques'' (pittura, letture e musica) da Bologna a Stoccol-
“pigrizia” e “meditazione” spesso coincidono… ma e negli U.S.A., paese che i due attraverseranno più
Cosa ne pensi di quell’ozio che precede l’inizio di volte assieme dal 1977 al 1989. Koller è cresciuto nel-
qualcosa di nuovo nella vita? l’ambiente della Beat Generation tra Ginsberg, Ke-
rouac e Ferlinghetti, e appartiene oggi alla Comunità di
Raramente mi sono dedicato all’ozio… Mi interessano poeti e pensatori bioregionalisti, che include Gary
troppe cose. Per gran parte della mia vita, quando non Snyder, Peter Berg, Nanao Sakaki, Gary Lawless e
ero impegnato nelle mie pubblicazioni o nel vendere i altri. James Koller ha pubblicato quattro romanzi e
miei libri, ho lavorato nel giardinaggio, oppure come quaranta raccolte di poesie e testi teatrali, saggi ecolo-
arborista, oppure nell’edilizia paesaggistica. Il lavoro gici, sociali e letterari. Negli anni 1968 e 1973 riceve il
mi è piaciuto perchè ha dato la possibilità alla mia National Endowment for the Arts fellowship. La sua
mente di vagare, senza richiedere costantemente la mia ultima opera è “Like It was” un mix di prosa, poesia e
attenzione. Io non scrivo tutti i giorni, mi siedo per stralci di un romanzo inedito. I suoi lavori sono tradotti
scrivere solo quando sono certo di avere qualcosa da in italiano, francese, tedesco, olandese e svedese. Nel
dire. Ciò che l’arte ha fatto per me è stato nei tempi di 1972 si trasferisce nel Maine, in una casa nei boschi
transizione che mi ha fornito, durante gli spazi tra un sull’isola di Georgetown. E' sposato e padre di sei figli.
lavoro e l’altro oppure tra le serie di poesie e, ovvia-
mente, il lavoro nuovo è veramente nuovo, non (FONTI: www.petraio.com ; www.portodeisanti.org ;
riprende ciò che stavo facendo prima. Qualche volta il 15 Rete Bioregionale Italiana)
associa e le conferisce autenticità, e che non può essere
Il laboratorio in questo caso poetica, poiché si tratta di un esercizio
di Vito Cerullo di prosa scientifica. Mentre la prima di valenza
“ordinaria” si rende necessaria per i motivi appena
esposti, la seconda tipologia di “tensione interna” (5) é
frutto dell’irregolarità che si determina all’interno del
“Anatomia di una poesia.” sistema metrico adottato. Stratagemma che si contem-
E’ abbastanza noto che un poeta, intuita la felice pla dall’ottocento in proiezione al novecento, ma con
espressione di un concetto decida di costruirvi intorno episodi a ritroso nella storia letteraria, giù, sino agli
un discorso poetico. Un’intuizione di termini da non esperimenti delle Canzoni del Davanzati. Per esempio,
collocarsi necessariamente in apertura del testo, ma che in una farsa del Sannazaro (La giovane e la vecchia,
può situarvisi nella zona mediana o in coda ad essa. Si vv. 1 - 4) leggiamo:
sa che un autore operi raccogliendo inizialmente noti-
zie sommarie attraverso i cosiddetti “taccuini”, oppure
organizzandosi secondo “abbozzi” per personali mano- Care e belle compagne
scritti: la trasposizione della materia dal primitivo ab- non sia chi più si lagne de sua sorte,
bozzo al definitivo componimento creativo, in riferi-
mento alle due rispettive estensioni grammaticali, forse né de l’acerba morte o de fortuna,
appartenenti ad un unico percorso sintattico ed emozio- che non han colpa alcuna a’nostri danni
nale, pone anche qui un problema non tanto in natura
di spazio e di tempo, cioè del “dove” e del “quando”,
ma nel senso del “come” (1) ovvero del modo median- L’endecasillabo al verso 2 rima al primo emistichio col
te cui attuarsi. In parole povere, non tutto può essere verso iniziale (un settenario); e si potrebbe procedere,
trasferito sempre alla lettera da una parte all’altra, nello osservando del suo secondo semiverso in rima col pri-
stesso ordine, per ovvie esigenze di ritmo e di suono; mo del verso successivo (sempre un settenario) e così
variabili, queste, irrinunciabili circa la verifica della via… compiendo un salto in avanti nel tempo, un eser-
funzionalità del verso libero, superata ormai l’adozione cizio metrico spregiudicato si denota operante in due
della prova scientifica della rima dal novecento in poi. versi di Gozzano:
Il capovolgimento della lineare (2) successione dei
termini in gioco, considerando che verità oggettiva non
coincide con quella poetica, può condurre lungi dal le tele di Massimo d’Azeglio, le miniature
significato che ci eravamo prefissi in partenza. Il croni- i dagherrotipi: figure sognanti in perplessità
co dilemma è privilegiare dunque la forma o il conte-
(L’amica di Nonna Speranza, vv. 9-1O)
nuto? Resta allo stato attuale un aderire ancora parziale
e “in modo imperfetto” alle cose, volendo orientare
nella nostra direzione i differenti esiti del pensiero pa- Innanzitutto, è stato osservato di una ipometria all’emi-
scoliano esemplificati in un suggestivo passo dell’Era stichio di partenza al verso 9 “le tele di Massimo”,
nuova. Pervenendo al cuore del nostro argomento, cir- e quindi di una rima imperfetta (più attendibilmente
ca norme di poesia distinta da prosa, denotiamo del un’assonanza di tono) instaurata tra “Massimo” in rela-
classico endecasillabo dantesco “In forma dunque di zione a “perplessità”. Il notevole fenomeno di tensione
candida rosa” (Par. XXXI, I) riportato spesso a model- si innescherebbe nella divisione praticata artificiosa-
lo di rappresentazione di un verso: ovvero, un insieme mente alla voce “d’Azeglio” in “d’A-zeglio” consen-
di sillabe e accenti.(3) La menzionata componente ver- tendo così di recuperare una sillaba in più, ottenendo
sale viene a ritrovarsi compressa tra il “discorso verba- un novenario d’apertura e un successivo ottonario ai
le piano”, la lingua nel complesso, e il “metrema”, fe- due semiversi in questione. Rilevante, infine, appare la
nomeno che ne determina una “tensione”(4). Maggiore serie di ictus rinvenibili nel breve schema posto in evi-
sarà il dislivello tra i due elementi in gioco, lingua e denza. Le figure anisosillabiche (in opposto alle speci-
metro, (é il caso di schemi elaborati o tradizionali) tan- fiche e tradizionali soluzioni isosillabiche) sembrano
to maggiore risulterà la tensione, vitale affinché ci sia essere in apparenza similari a quelle poc’anzi esamina-
poesia. E fatta salva anche in presenza dell’effetto-rima te, ma vi differiscono per la presenza di una blanda
ritenuto come tentativo a volte svincolante da questo metricità e dalla dilatabilità dell’intera struttura: nel
progetto; stimabile già di grado minore nelle dinamiche senso che all’interno di una singola strofa vi si possono
del verso libero. Tecnica conflittualità operante da rintracciare ottonari, novenari, decasillabi o altre misu-
Dante a Pascoli, e rimodellata lungo il cammino dalla re metriche. Se ne segnalano nella poesia del Duecento
petrarchesca attrazione gravita-zionale. Un eventuale di stampo giullaresco (che predilige il novenario) e di
appianamento tra i due poli determinerebbe quella pro- vocazione mistica (orientata verso l’ottonario) nel caso
sa che pur tuttavia contempla regole di disciplina fuor- delle Laude cortonesi o in quelle di Iacopone da cui
vianti comunque da norme di limitazione grafica, ictus leggiamo rispettivamente in ottonario, novenario, deca-
e posizioni che contraddistinguono il marchio della sillabo ed endecasillabo:
poesia. Il “poéme en prose” (Baudelaire, i vociani...) da
tradurre nel rovescio di prosa lirica, va inteso quale Molto me so’ delongato
prosa. E’ stata segnalata la presenza di “frammenti me- Ma a quil che covelle me dona
trici” in pagine di critica; la volontarietà e suo opposto,
non può prescindere dalla funzione principale che le si 16 Corrocciato me so’ per usanza,
Alluminato me mostro da fore. lo successivo, secondo modalità che oscillano in fun-
(Molto me so’ delongato, XXIX) zione dell’autore e dei tempi, ne risulta quale prodotto
anch’esso di un colmato percorso letterario. Evoluzio-
ne che nella seconda metà del novecento porta a rico-
Con quaternari tripli ai primi due versi, doppi al terzo e noscere al dato del “significante”, quale semplice trac-
quarto; e un ottonario al verso conclusivo nell’esempio cia sonora di un termine (“Capelvenere”) non ancora
cortonese O Maria, d’omelia: caricato di senso, un’indipendenza (9) nei confronti del
“significato”, all’intercorrere tra le due figure di un
“rapporto segnico”.(10) Il paesaggio dalla versifica-
Gran reina, chi inchina ciascun regno zione tradizionale a quella libera accade già con i tenta-
tivi d’inversione pascoliana ancora contenuti nello sti-
sì m’affina la curina, quando segno.
le, e che nei modi di una rappresentazione più visiva
Io non degno - ‘n core tegno delle cose, conosce un‘altra tappa fondamentale col
tuo figura - chiar’ e pura, Futurismo e per qualche frammento crepuscolare:
“Battaglia/Peso+odore” (Marinetti),
ch’ogne mal m’é ‘n oblianza. “Uomo+vallata+montagna”(Boccioni). Le diverse
(LC, X, vv. 4-8) linee crepuscolari, più sintomatiche che plastiche in
questo senso, vanno dallo scherzo formale di Palazze-
schi “Clof, Clop, Cloch” nella Fontana malata, a una
Rappresentano esempi di figure pianificata poetica della
metriche di spessore storico nella “colloquialità” per Gozzano. Nel
vicenda letteraria, e ormai d’anti- tempo di una poesia ormai
quariato come la rima composta o “abortita” non esente da episodi di
franta congeniale a Dante, e che “elettricità”, si colloca Govoni con
riportiamo per qualche segmento: le sue sperimentazioni “rarefatte”,
“...ch’ altrove troppa,/...con gran- dove all’interno o di contorno a un
d’urli,/...per forza di pop- oggetto vengono didascalicamente
pa./...poscia pur lì/.../…Perché distribuite parole in evidente anar-
burli?” (Inf., VII, vv. 25-28, 30). chia. Importante contributo grafi-
Il sistema in figura decentrerebbe co successivo si compie attraverso
per valenze prosodiche l’accento la scheletrica parola ungarettiana
da “pur lì” a “pùr li”. Nell’infinito naufraga in mezzo alla pagina
novero dei tipi di rime, accenne- dell’Allegria, mentre le “triture”
remmo a quelle “desinenziali” di Saba sono percepibili su di un
anacronistiche e dantesche; quindi piano tematico. La contraddizione
a quelle “identiche”, in esiti di ermetica, per qualcuno “rimpianto
“parola-rima”. Proiettando in ere- di coscienza” fuori tempo, riscat-
dità al novecento quelle tata in parte con singolari soluzio-
“traumatiche”, “Crocifisso: prezzo ni grammaticali (specifiche prepo-
fisso” attraverso le rinnovate an- sizioni, ellissi ed altre formale) si
golature della poetica passeggiata coglie anche nella teorizzazione di
palazzeschiana. Interessante si un linguaggio d’ambivalenza (11)
rivela la fenomenologia della che non rende agevole la facoltà
“rima equivoca”, dove in “una di comprensione come, ad esem-
coppia omonimica”(6) una delle pio, per diversi idilli sinisgalliani
due forze in atto contraddice il di Vidi le Muse, quella relativa al
significato dell’altra: mistero di “ombre”, a diretti o
“donna:donna”. La “rima derivativa” (7) o pseudo tale, sottintesi “tu” da adeguare a figure di identità maschile
“fiore: cavolfiore”, risulterebbe essere un riflesso della o femminile, oppure a età tramontate. La tecnica neo-
precedente e vi differirebbe non presentando sconnes- avanguardista di disporre parole in collage e farle ruo-
sione etimologica. Di rime, se ne concepiscono a deno- tare nello spazio, é già di là da quella poesia compassa-
minazione “canonica”, perché rispondente a un canone ta nel descrivere la monotona banalità del quotidiano
di riferimento che allinea diversi poeti; “case: cimase”, circa un evento meteorologico o un giorno qualunque,
ad esempio, coinvolge almeno: Pascoli, Gozzano, come un altro. Se non fosse piovuto, se non fosse stato
Montale, Moretti, Sinisgalli e Giannangeli. Se ne dise- di mercoledì, se non fosse accaduto a Cesena (e tutto
gnano in “orizzontale” o per soluzioni “scalene”. questo ad incipit di più vari significati) forse sarebbe
“Assonanze” e “allitterazioni” (quest’ultime intese co- andata diversamente...
me decorate ripetizioni di suono: <<ai piedi belli con NOTE
dieci conchiglie>> in Parola di Quasimodo) risalenti
nell‘uso a letterature neolatine e allo stilema germani- (1) Centrata diversamente la questione in Quasimodo,
co, ne costituiscono una sorta di ritorno sperimentativo messa in luce da S. Ramat (Quasimodo e lo spazio
alle origini dopo aver completato l’escursione storica. grammaticale, in Storia della poesia italiana del ‘900,
Lo stesso “enjambement” (8), spiegabile nella dinami- Milano 1976, p.284). Lo stesso fenomeno è riscontra-
ca di spezzatura del senso di un verso che rinvia a quel- 17 bile dall’altrove citato “spazio letterario” di
M.Blanchot, rimodulandosi verso lo “spazio lirico” Bologna, 1968, pp. 68s).
teorizzato da Vàrvaro ed emerso dal suo Struttura e
forme della letteratura romanza del Medioevo, Napoli
1968. (8) “notevole” per Aymone (Tre idilli di Sinisgaslli,
Salerno 1981, p.24) quello rinvenibile nella serie “nel
buio/ Tocca” nella lirica Ora so non dolermi da Vidi le
(2) In riferimento a un sistema ovviamente più rigoro- Muse di Leonardo Sinisgalli. “Spezzature” o prosaici
so nelle rimature dantesche; da cui T. Wlassics cerca “enjambement”, dunque. Circa i “versi spezzati” o me-
di rilevare quella rima “prima nata” che di norma nel glio “rompimenti di versi” ne riferisce Tasso ai Discor-
prodotto finito appare quale ultima. (Interpretazioni di si dell’arte poetica e al Poema eroico; il Minturno
prosodia dantesca, Roma 1972, pp. 9ss.). (Arte poetica) riporta note su “versi incatenati” e su
“legamenti di versi”. Il DEI autorizza “spezzatura” alla
relativa voce a far data dal XVIII secolo. Terminologia
(3) Vedi A. Levi, Della versificazione italiana, in del cinquecento risulta “inarcatura” secondo Fubini
“Archivum Romanicum”, XIV, p.462. Con connota- (Studi sulla letteratura del Rinascimento, Firenze
zioni più precise in W.T.Elwert, Versificazione italiana 1947) che tuttavia vi predilige “Enjambement”, sebbe-
dalle origini ai giorni nostri, Firenze 1973. ne il DEI la confermi per il XVIII secolo. Riassumendo
“enjambement” é del XVII secolo
e il verbo “enjamber” del XVI.
(4) Cfr. C. Di Girolamo, Due Ulteriori digressioni in
forme di tensione, in Teoria e “accavallamento” traduzione dal-
prassi della versificazione, Bolo- lo spagnolo “encabalgamiento”, e
gna 1983, in particolare pp. 97 - il poco efficace “intralciamento”.
116. “Versbrechung” in tedesco e
“run-on lines” in inglese. Si ricor-
di, infine, l’odierna soluzione
(5) Si rileva a volte di un’iper-
tecnica in “rigetto”. La parola
metria in soluzione di perfezione
“spezzatura” (relativa al concetto
come in un esempio di Montale
rinviato in successione, e non al
da Satura (Le rime): in cui, in
verso: P. Valesio, On Poeties and
riferimento a una tediosità di ri-
Metrical Style, in “Poetics”, 2,
me maggiore di quella relativa
1971) rende il senso di quell’im-
alle “dame di San Vincenzo”, il
mediatezza non comune ad altre
disporre ai due estremi della liri-
denominazioni esaminate. (Si
ca i termini “delle: quelle”; ov-
rinvia più diffusamente a Di Gi-
vero ai margini “di sicurezza”,
rolamo, cit.,p.53). Si veda inoltre
rende sempre la rima ipermetra e
R . C r e ma n t e , N o t a s u l -
allo stesso tempo perfetta.
l’”enjambement”, in “Lingua e
(Indipendentemente da un discor-
stile”, 11, pp. 377ss. (1967).
so di rime, la “riuscita” di una
poesia è verificabile negli esiti di
“un bel fuoco” duraturo per quel (9) Cfr. G.L. Beccaria, L’auto-
Sinisgalli che si spinge persino “La nascita di una poesia vista con gli occhi del foglio” (m.n.) nomia del significante, Torino
oltre nell‘elaborare la formula 1975.
della poesia: a+bj, ovvero, la somma delle quantità
reali (a e b) e l’operatore immaginario ( j ) agente in
esse). (10) C. Segre, Il segno letterario (già in Simbolo, me-
La non regolarità del ritmo che conduce all’uniformarsi tafora e allegoria. Atti del convegno di Bressanone,
dell’accento e dell’ictus su di un’identica posizione, si 1976) in Semiotica filologica, Torino 1979.
coglie nell’endecasillabo ungarettiano “Per condurmi,
Madre, sino al Signore” riscontrabile in una poesia del
Sentimento del tempo. (Di Girolamo, op. cit., p.115). (11) Complessa ambivalenza rimandabile anche alla
decifrazione di effetti cromatici concentrati, ad esem-
pio, sull’aggettivo “bianca” relativo a una
(6) Secondo una “tensione dialettica”, appunto, che “terra...d’infanzia” (cantata ancora in Ora so non do-
“sotto identica forma” conosce il contrasto di lermi) in ipotesi fisicamente polverosa o risultante tale
“accezioni o specializzazioni diverse della stessa paro- dalla evocatività del ricordo; tesi che probabilmente si
la” (R.Stefanini, Figure retoriche nel verso e in rima, compensano e si escludono a vicenda. W. Empson ha
in “Italica”, XLVIII, pp. 367ss.). inteso delineare gli aspetti più vari di innumeri ambi-
guità, attraverso riscontri storici, antropologici ed este-
tici. (Sette tipi di ambiguità, Torino 1965).
(7) Separazione di etimologia conferisce, viceversa,
vita alla rima ambigua. (P. Valesio, Strutture dell’allit-
terazione. Grammatica, retorica e folklore verbale, 18
Poesie Trame
Fascino spietato equilibratore del
“tutto è come deve essere”
Una lente da lontano dona ragione a quanto
Schiavo di luce Clamorosamente è in un nucleo
e in suo classico calzar stretto il rivelarsi
Stiamo sugli alberi, del barlume di una luce propria,
frutti asserviti, in volti chiari o adombrati pretesto,
schiavi motivo a crear varco
dei tralci e del vino… preamboli di azioni ingiuste indurre alle sembianze
… Aggrappati ai tronchi, di reazioni nascoste nel dietro le quinte
immaturi per la dipartita, di una vita per sé.
maturi per l’ etere… Delva Della Rocca
… Grevi e lancinanti,
ma sempre protetti dalla scorza,
Orfeo sveglio
dal tempo,
Iniziava, come iniziava il raggio,
dal guscio.
sciogliendole i capelli sul cuscino
e a furia di separar le ciocche
Quando, in cambio,
scopriva il viso.
una bellissima luna,
Lei, la sposa, imbronciata di sonno:
in una sera d’ estate,
-ancora un po’!-
verrà a svegliare
e se lo tirava al seno la furbetta.
i nostri corpi nervosi e sudati…
quando, poi,
scomparirà Euridice, amata fino all’orlo
affamati più dei lupi, a ritornar padrone sulla tua terra, _______________________________
violentatori di donne ma sei morto,
Da “Parole con il bacio” :
e macellai di indifesi, ucciso a tradimento
di bambini e vecchietti tremanti, da gente che nemmeno conosceva Guardando i lampioni
occuparono il tuo paese, la tua assolata contrada. Ciclopi
mostrando al mondo intero T’hanno spogliato, indifferenti al sole
il lor valore, t’hanno strappato l’anima ed il cuore, come me
non contro eserciti agguerriti, t’hanno lasciato morire come un cane, aspettano la notte
ma verso deboli cittadini, per la gioia per fissare
che desideravano solamente di chi del tuo ardire lo stesso punto
vivere in pace. non ha capito nulla di nulla, caparbiamente,
Ora ti chiamano brigante, ma continuano a chiamarti, finché
hai abbandonato casa e famiglia con disprezzo, regge l’anima
e chiedi l’elemosina brigante, che la ruggine
di un tozzo di pane ché hai lottato corrode;
per poter vivere ed essere libero. contro chi pensava di farti diventar troppo distanziati
Sei violento, uccidi, [schiavo,
per baciarsi,
ma t’hanno spinto a farlo, con l’armi e parole incomprensibili.
troppo alti
tu cerchi di salvar la tua dignità, Le tue gesta
per farlo io;
che uomini infami son ormai leggenda
e poi anch’io
vogliono toglierti, e c’è ancor chi ti ricorda
cerco chi mi baci.
disonorandoti in tutti i modi. e fa le lodi al tuo coraggio.
21 Gianfranco Proietti
Eco di baci L’emigrante
E' fosco l'aere, No, no, non splendere Sulle tue pagine l'ultimo pianto!
il cielo e' muto, su tanti guai, scolpisci, o Storia,
ed io sul tacito sole d'Italia, l'altrui nequizie Ramingo ed esule
veron seduto, non splender mai; e la sua gloria, in suol straniero,
in solitaria malinconia e sulla veneta e grida ai posteri vivrai, Venezia,
ti guardo e lagrimo, spenta fortuna tre volte infame nel mio pensiero;
Venezia mia! si eterni il gemito chi vuol Venezia vivrai nel tempio
della laguna. morta di fame! qui del mio core,
Fra i rotti nugoli Venezia! Viva Venezia! come l'imagine
dell'occidente l'ultima ora e' venuta; L'ira nemica del primo amore.
il raggio perdesi illustre martire, la sua risuscita
del sol morente, tu sei perduta... virtude antica; Ma il vento sibila,
e mesto sibila Il morbo infuria, ma l'onda e' scura,
per l'aria bruna il pan ti manca, ma il morbo infuria, ma tutta in tenebre
l'ultimo gemito sul ponte sventola ma il pan le manca... e' la natura:
della laguna. bandiera bianca! Sul ponte sventola le corde stridono,
bandiera bianca! la voce manca...
Passa una gondola Ma non le ignivome
della città. palle roventi, Ed ora infrangasi Sul ponte sventola
"Ehi, dalla gondola, ne' i mille fulmini qui sulla pietra, bandiera bianca!
qual novità ?" su te stridenti, finché e' ancor libera,
"Il morbo infuria, troncaro ai liberi questa mia cetra.
Arnaldo Fusinato
il pan ci manca, tuoi di' lo stame... A te, Venezia,
sul ponte sventola Viva Venezia! l'ultimo canto,
23
bandiera bianca!" Muore di fame! l'ultimo bacio,
La recensione passato che, all’epoca, avvertiva come un peso: “I
thought I was being transformed, lifted up and away
di Elisabetta Marino from my own Italian self” (32). Fu solo nel 1985,
POESIA (Università di Roma “Tor Vergata”) quando vide per la prima volta il suo nome per esteso,
“Maria Mazziotti Gillan”, stampato all’interno di
un’antologia intitolata - non a caso - The Dream Book:
The Dream… per non dimenticare: l’esperienza an Anthology of Writings by Italian American Women,
italiana in America colta attraverso gli occhi di che la scrittrice riscoprì quell’orgoglio per le proprie
Maria Mazziotti Gillan. origini che l’ha portata a prendere nuovamente posses-
La letteratura italiana americana è permeata dall’idea so del suo nome, guidandola in un lento processo di
del sogno e dalla parallela necessità di dimenticare, di riconciliazione dei frammenti della propria identità
cancellare i tratti caratteristici della propria italianità capace di rompere il silenzio, di sciogliere i nodi del
come prezzo da pagare per potersi meglio fondere nel dolore nella poesia. Uno tra i suoi contributi più inte-
melting pot, in quel crogiolo di lingue e di culture che è ressanti è senza dubbio il volume intitolato Where I
l’America. L’esperienza della Come From (1997), che raccoglie
poetessa Maria Mazziotti Gillan, componimenti scritti tra il 1980 e
nata a Paterson (New Jersey) nel il 1995 cui l’autrice ha rifiutato di
1940 da genitori originari della attribuire una stretta cronologia,
provincia di Salerno, appare forse per sfuggire alla logica di
esemplificativa di un cammino di mutua esclusione tra passato e
maturazione e crescita che molti presente che è sottesa alla linea
artisti americani di origine italia- temporale, promuovendo invece
na hanno percorso prima e dopo un’idea di ritorno, di compresen-
di lei, e che si traduce nella sere- za, di unione, in un tempo che, pur
na presa di coscienza della natura dilatandosi, costantemente si ri-
composita della propria identità piega su se stesso.
(dopo anni di conflittualità e di Il silenzio, tipico delle prime ge-
rifiuto), nel recupero dei contenu- nerazioni di immigrati, stigmatiz-
ti rimossi, e nella conseguente zate per l’uso di un inglese imper-
scoperta della scrittura come stru- fetto (noto come “broken En-
mento per infrangere il silenzio, glish”), viene evocato nella poesia
per riappropriarsi della propria dal titolo “Growing up Italian”,
voce negata, quasi come una tera- dove si legge: “In Kindergarten,
pia, che sia in grado di ricompor- English words fell on me,/ thick
re il trauma per la paventata per- and sharp as hail. I grew silent”
dita delle proprie origini. (54). Il senso di inadeguatezza e la
Nella testimonianza autobiografi- necessità di variare il proprio co-
ca intitolata “Why I Took Back dice linguistico e comportamenta-
My Name”, Maria Mazziotti Gil- le a seconda del contesto emergo-
lan descrive i suoi numerosi ten- no anche in “Public School No. 18
tativi miranti a “rub out [her] Paterson, New Jesey”, dove l’au-
foreigness” (31), a cancellare ciò trice commenta: “At home, my
che la rendeva diversa, estranea a words smooth in my mouth/ […]
quel tessuto sociale all’interno del In school, I am silent […]/ With-
quale desiderava inserirsi: ai folti out words, they tell me/ to be
capelli, neri e ribelli, aveva infatti tentato di dare un ashamed./ I am” (12). L’imbarazzo per le origini italia-
aspetto più ordinato, pettinandoli in continuazione; la ne è evidente nel componimento “Arturo”, dedicato a
sua pelle olivastra era stata schiarita con l’aiuto di co- quel padre che lei chiamava Arthur, sperando di privar-
smetici; aveva ridotto le dimensioni del suo naso italia- lo, in questo modo, almeno dello strato più superficiale
no, “[her] big Italian nose” (31), ricorrendo a un inter- della sua italianità. La poesia, tuttavia, si conclude con
vento di chirurgia estetica. Alla progressiva eliminazio- l’orgogliosa affermazione della propria identità come
ne dei tratti fisici mediterranei si era presto affiancata italiana americana, espressa chiaramente nelle battute
la metamorfosi del suo nome: “Maria” era riservato finali: “Listen, America/ this is my father, Arturo, / and
all’ambiente domestico, al lessico familiare, mentre per I am his daughter, Maria. Do not call me Marie” (51).
gli amici era “Mary”, “Marie”, “Ria” o “Rie”. Il culmi- Il recupero dell’origine italiana da parte dell’autrice
ne di questo processo venne raggiunto con la scelta di sembra avvenire anche attraverso l’esaltazione della
abbandonare il proprio cognome italiano a favore di figura materna, che quasi si trasforma in un paradigma
quello di suo marito, “Gillan”, che tutti avrebbero sa- capace di abbracciare i concetti di lingua madre e di
puto pronunciare correttamente, che non le avrebbe madre patria. In “Heritage”, si legge infatti che la voce
creato imbarazzo, affrancandola finalmente da quel 24 italiana di sua madre, in un primo tempo appena per-
cettibile, avvolta in una coltre di silenzio, diviene via
via più chiara, col trascorrere dei giorni (“your voice a
whisper that grows clearer/ with each day” – 113). Nel-
la poesia dal titolo “Connection”, invece, la figura ge-
nitoriale si trasforma in “the only solid place/ on which
to stand” (63), in un territorio degli affetti in cui la di-
stanza geografica e culturale tra l’Italia e l’America
può finalmente annullarsi. Ciò che ha animato la mo-
stra intitolata The Dream… per non dimenticare, all’in-
terno della quale la presentazione dei testi di Maria
Mazziotti Gillan ha avuto luogo, sembra esser stata la
volontà di preservare, nella coscienza degli italiani e
degli italiani d’America, la memoria di un sogno di
affermazione che, tra luci e ombre, speranze e delusio-
ni, ha coinvolto centinaia di famiglie, imbarcatesi alla
volta della terra promessa americana tra la fine del-
l’Ottocento e la metà del secolo successivo. I contorni,
ormai sfumati nel tempo, di questa nostra avventura
oltreoceano si accostano, tuttavia, in modo sorprenden-
te, ai tratti del nuovo fenomeno migratorio che sta
coinvolgendo l’Italia, percepita questa volta non come
Maria Mazziotti Gillan (foto Ellen Denato)
luogo di partenza ma come terra d’approdo per molti
immigrati. Ed ecco che il ricordo cui il titolo della mo-
stra si appella, quel filo che, dipanandosi, ha potuto Il nonno di Maria Mazziotti, Alessandro Mazziotti, era
unire i numerosi materiali fotografici, artistici e lettera- originario di Galdo Cilento, in provincia di Salerno. In
ri presentati, capaci di dare un corpo all’Italian Ameri- America sposò Laura Cortiglia di Pollica (Salerno). Il
can Dream, non si limita a sostenere il solo culto per il padre di Maria, Arturo Mazziotti, nacque negli Stati
passato, pur sottolineando l’importanza di preservare Uniti, ma a due anni si trasferì con i genitori a Galdo
un legame stretto e vitalizzante con le proprie radici; il Cilento dove rimase fino a 16 anni. Poi ritornò in Ame-
ricordo riesce, infatti, a fornire gli strumenti adatti a rica dove, nel 1935, sposò Angelina Schiavo. Poco
comprendere e interpretare il presente, incoraggiandoci dopo nacque Maria.
a non venir meno a quell’impegno volto alla realizza- Nel 1981 a Maria Mazziotti è stato attribuito dal New
zione di un futuro d’integrazione, di rispetto reciproco Jersey State Council il premio «Arts Creative Writing
e di condivisione autentica tra le culture che tutti noi Grant»; nel 1985 ha vinto il «Premio Sri Chinmoy» e il
siamo chiamati ad assumerci e di cui Maria Mazziotti «Premio Walt Whitman». Le sue poesie sono state
Gillan si è fatta portavoce, con la sua poesia. scelte per l'«Editor's Choice 1985 Selection». È stata
proposta per il «Pushcart Prize». Ha tenuto recital di
sue poesie in varie università e centri di poesia degli
Bibliografia Stati Uniti. Ha insegnato alla Drew University, al
Maria Mazziotti Gillan, Where I come From, Guernica, Bloomfield College, al Passaic County College e alla
Toronto, 1997. Missouri University. Attualmente dirige la rivista
The Paterson Literary Review. I suoi lavori sono ap-
parsi su numerosi giornali tra cui The New York Times,
The Christian Science Monitor, Poetry Australia e Po-
etry Ireland. Ha pubblicato numerose raccolte di poe-
Elisabetta Marino è ricercatrice di letteratura inglese
sie, tra cui Winter Light, The Weather of Old Seasons,
all’Università di Roma “Tor Vergata”. Ha pubblicato
Taking Back My Name e, recentemente, Where I Come
un volume dal titolo Tamerlano dalla letteratura ingle-
From: Selected and New Poems. Nel 1980 ha fondato
se alla letteratura americana (Roma, Sun Moon Lake,
il Poetry Center presso il Passaic County Community
2000), ha curato gli atti della seconda edizione del con-
College. Ora questa istituzione è conosciuta in tutti gli
vegno “Asia and the West”, organizzato dalla professo-
Stati Uniti: stampa un giornale; pubblica collane di
ressa Lina Unali presso l’Università di Roma “Tor
poesia. L'attività è seguita dalla comunità locale, da
Vergata” (Roma, Sun Moon Lake, 2002), e ha curato
studenti, e da persone provenienti da ogni parte del
assieme a B. Simal Gonzalez una raccolta di saggi dal
New Jersey e da New York.
titolo Transnational, National, and Personal Voices,
New Perspectives on Asian American and Asian Dia-
Fonti: www.santantonio.org
39
riVISTE
“Next” - rivista di cultura connettivista - “Due Sicilie”
Fondata e diretta da Periodico indipendente dei popoli delle Due Sicilie.
Zoon, Pykmil e X (il 146° anno di occupazione
rifiuto del nome costitui-
sce una precisa scelta Direttore: Antonio Pagano
filosofica dei padri fon- Bimestrale “…del Sud
datori e dei collaborato- redatto e stampato da
ri, come ci conferma duosiciliani al Nord”,
l’incipit dell’art.6 del questo periodico rappre-
“manifesto del connetti- senta la “voce cartacea”
vismo”: “Non abbiamo di quell’ampia fascia di
nomi: i nostri nomi non “storici alternativi” che,
ci identificano, sono solo contrapponendosi agli
una forma di control- studiosi di regime, cerca-
lo…”) “Next” è una in- no di revisionare la sto-
teressante ed inquietante ria d’Italia dall’unità ai
rivista fatta di racconti nostri giorni… Senza
(fantascienza), poesie (ribattezzate “Connessioni”) e mezzi termini, infatti, il
rubriche che a volte trascendono la classica argomenta- sottotitolo della rivista fa
zione letteraria per andare ad indagare all’interno di riferimento ai già tra-
quel mondo tecnologico che permea la nostra esisten- scorsi “146 anni di occu-
za. Lo spirito del periodico è prevalentemente gotico- pazione”.
matrixiano: la realtà percettiva, quella che abbiamo
imparato ad ereditare, viene messa a dura prova. E le Non si tratta, ovviamente, di una rivista che incita ad
inquietudini di chi non si accontenta dell’ordine costi- uno sterile odio interregionale o ad altre forme di cam-
tuito, rappresentano lo stimolo per una ricerca che non panilismo, ma cerca di fare luce su quei reali fatti stori-
si affida ai comuni sensi… Infatti i connettivisti ci che per troppi anni sono stati insabbiati sotto un ac-
“…come rabdomanti cibernetici…” anelano “…alle comodante patriottismo scolastico che ha trasformato i
connessioni segrete che fondono nel Tutto Unico Supe- carnefici in “eroi” e le ingiustizie economiche in
riore il significato e lo spirito di tutte le cose.” “necessarie trasformazioni”. Come spiega la Redazione
Ma affidiamoci alla spiegazione diretta di uno dei cura- di “Due Sicilie” in seconda di copertina:
tori, “X” : "Il nome, innanzitutto. Nella lingua di Sha- “L’Associazione Due Sicilie, nell’intento di rafforzare
kespeare “next” significa “prossimo” e richiama quin- i vincoli di fraternità tra tutti i Duosiciliani sparsi nel
di il futuro, ambiente nel quale, in quanto amanti della mondo, promuove un azione culturale tesa al recupero
fantascienza, ci sentiamo particolarmente a nostro della nostra memoria storica e al rafforzamento della
agio. Ma nella parola è insita anche un’assonanza nostra identità millenaria. Questa azione si è resa ne-
particolarmente fortunata con “text”, e quindi con la cessaria perché le nostre popolazioni stanno subendo
scrittura che ci proponiamo di rinnovare. Dopotutto, da molti anni un gravissimo processo di sradicamento
uno tra i più grandi autori viventi, James Graham Bal- culturale, che per la maggior parte dipende proprio
lard, ha dichiarato all’epoca della sua teorizzazione dal ceto colto meridionale, molto spesso ostile ed edu-
dell’inner space (nell’ambito di un’ondata di rinnova- cato dalle continue falsità diffuse dallo stesso Stato
mento che scosse la science fiction negli anni ’60) che italiano sin dal 1860 al disprezzo della propria terra
la fantascienza ha sostituito nel contesto della lettera- d’origine. Il periodico “Due Sicilie” ha lo scopo di
tura il ruolo delle vecchie avanguardie. In nessun ge- dare la più ampia e costante diffusione della verità
nere è infatti possibile “fare sperimentazione” come in sugli avvenimenti della nostra storia, soprattutto re-
questo, che si presta all’anticipazione per sua stessa cente, per consentire di comprendere l’origine dei no-
natura. Next si pone come un bollettino di informazio- stri mali attuali e di far nascere quella coscienza che è
ne, narrativa e poesia. Il numero 0, un esperimento per l’unica vera forza per poter migliorare la nostra socie-
sondare i gusti del pubblico e le reazioni della critica, tà continuamente brutalizzata da un sistema di governo
stampato in formato ridotto e con grafica essenziale, volutamente unidirezionale e che è contro i nostri inte-
ha avuto una tiratura di 100 copie e, pur con i suoi ressi da 145 anni. Il nostro sforzo è soprattutto rivolto
difetti, un successo ben superiore alle nostre aspettati- ai Duosiciliani emigrati, le prime vittime, per lo più
ve, che ci ha praticamente obbligati a una ristampa. Il inconsapevoli, della subdola e gravissima colonizza-
numero 1 è stato accolto con lo stesso entusiasmo. zione dei nostri territori e della nostra mente.”
Niente male, per un progetto nato come esperimento Per maggiori informazioni sulle attività dell’associa-
anacronistico di avanguardia". Per maggiori informa- zione o sul periodico: Associazione Due Sicilie –
zioni sul Connettivismo, per prenotare una copia e per casella postale 305 – 36100 Vicenza;
leggere i 13 punti del “manifesto del connettivismo”: e-mail:duesicilie@hotmail.com oppure
next@domist.net oppure http://www.domist.net/next/ 40 www.duesicilie.org
“Lato selvatico” “Carmilla” “Alchimie”
Pubblicazione aderente alla Rivista dell’immaginario Rivista trimestrale di
Rete Bioregionale Italiana (Terza serie) narrativa, arte, cultura
info: morettig@iol.it Direttore edit.: Valerio Evangelisti info: alchimie.to@libero.it
“Scrapbook of America”
“Il libro della sventura”
di Maria Rosaria D’Alfonso
Autobiografia di un brigante.
America degli anni Sessanta. Italiani in
America. Martin Luther King, i fratelli di Michele Di Gè
Kennedy, il Vietnam. Un America vista a Nella prefazione di Gaetano Salvemini
ritroso con coinvolgenti flashbacks, di che arricchisce una delle prime riedizioni
fotografie e canzoni, che ricordano incon- del presente documento storico leggiamo:
“L’eredità della Priora” tri e momenti di vita vissuta tra sorrisi e “Michele Di Gè di Rionero, uscito di
di Carlo Alianello pianti. Mentre la New Age si avvia con il carcere nel 1893, grazie alla diminuzione
suo inarrestabile progresso economico e di pena accordatagli dal nuovo codice
Vasto affresco e sofferta rievocazione tecnologico, il passato ritorna inesorabil- penale (Zanardelli)… ha avuto la curiosa
degli eventi che si svilupparono nell’Italia mente e vichianamente con il fenomeno idea di scrivere la propria biografia…”
meridionale tra il 1861 e il 1862, migratorio che rende l’Italia, e con essa raccontando “…come in carcere imparò a
L‘eredità della Priora rimane ancor oggi, l’Europa, paese di accoglienza. In tempi leggere e a scrivere…” Il singolare scritto
a trent’anni dalla pubblicazione, la insu- in cui si parla di Intercultura, di conflit- del vecchio brigante, in questo caso, non
perata saga del brigantaggio, che trova tualità interetnica, di guerre che scaturi- subisce grosse alterazioni e l’editore cerca
tuttavia la sua forza e la sua originalità scono dalle prepotenti incomprensioni, di rimanere fedele al testo sgrammaticato,
nella capacità dell’Autore di accomunare Storie Americane si propone dunque ma vero, dell’autore.
in “elegiaco compatimento” vinti e vinci- come lettura semiseria di una simbolica
tori. Ma è principalmente sulla condizione vecchia America, di quel sogno ameri- La versione più recente, invece, che qui
dei vinti sotto qualsiasi bandiera, di tutti cano che ancora oggi anima le giovani presentiamo, edita a cura di Lacaita Edi-
quelli che combattono e amano per i pro- generazioni e gli eterni navigatori, curiosi tore e risalente al 1971, fa parte della
pri ideali, o, come i briganti, per un istin- di conoscere l’altra fetta del mondo e collana editoriale “Briganti e galantuomi-
tivo senso di giustizia, che si leva il canto desiderosi di cogliere l’incognita del pro- ni” diretta da Tommaso Pedio e Piero
pensoso di Carlo Alianello. Nata come prio essere. La protagonista (Mary) ci Lacaita. La lunga parte iniziale a cura di
romanzo ideologicamente orientato a far racconta di sé in modo semiserio, mentre Vincenzo Buccino, ricca di elementi nar-
valere le ragioni del Sud contro un Nord vive la sua esperienza americana, con- rativi e di approfondimenti, prende il
invasore e conquistatore, L‘eredità della frontandosi continuamente con quella sopravvento sullo scritto autografo del
Priora diventa inevitabilmente il romanzo italiana di provenienza, e noi la seguiamo, brigante effettuando un’operazione oppo-
dell’unità nazionale e, insieme, forte ri- piccola Alice, divertendoci sulle ambigue sta a quella del Salvemini che ebbe modo
chiamo per tutti gli uomini di tutti i tempi, e spesso confuse battute dialettali del suo di credere soprattutto nell’impatto genui-
soprattutto nostri, così tragicamente se- Meridione (Sicilia, Campania, Lucania), no del testo del Di Gè. Entrambe le ver-
gnati da incomprensioni etniche e razziali. ed emozionandoci in questo “viaggio sioni, però, si congedano dal lettore nella
della memoria” fatto di incontri, di lotte stessa maniera, con le parole del brigante:
Carlo Alianello (1901-1981) è stato pro- “Questo è il libro della sventura: e chi
fessore di liceo e collaboratore del per la sopravvivenza in una società com-
plessa, e di meraviglie grandi e piccole. vuole sentire il vero, qui ci è il male e il
“Corriere della Sera”, de “Il Giornale bene. Io, il tribolato, mi chiamo Di Gè
d’Italia” e del “Messaggero”. Il suo primo Tradotto minuziosamente in lingua ita-
liana da Scrapbook in America, testo di Michele natio di Rionero in Vulture.”
romanzo è L ‘Alfiere (1943).
letteratura angloamericana già in ado- (Michele Nigro)
zione nelle scuole e nell’Ateneo di
Salerno, questo libro si presenta come una Lacaita Editore – Manduria (1971)
serie di novelle che raccontano in cre-
Edizioni Osanna Venosa scendo l’iter della protagonista nelle fasi
dell’infanzia e della prima adolescenza.
L. 28.000 (i.i.) Amor “patrio”, spirito di appartenenza, e
lotta per una identità caratterizzano la
protagonista che in qualche modo ci ad-
dentra nella complessa realtà dell’immi-
grante, inaugurando la fiction italoameri-
cana ambientata negli anni Sessanta e
collocandosi nella panoramica della let-
teratura nordamericana sulla scia di
grandi autori come Arthur Miller
(Giovanni Di Luca).