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Introduzione generale
In un sistema di risorse scarse il conflitto è più probabile… il Diritto ha la funzione di offrire lo
strumento di soluzione delle controversie alternativo all’uso della forza (…a prescindere da chi è
più forte…).
2° esigenza: in un consorzio (pluralità di persone) vi è una suddivisione del lavoro (in funzione a
talenti e qualità) per far funzionare il sistema occorre che un individuo faccia affidamento su di
altri occorre una Cooperazione tra individui.
Presidiare la Cooperazione significa tener fede all’impegno assunto (chi lo ha assunto deve
adempirlo, chi lo riceve deve pagare).
Il Diritto raggiunge gli obiettivi ponendo delle regole di condotta ai consociati (es. nessuno può
usufruire a piacere di un bene altrui).
Le regole di condotta sono presenti in molti ambiti (es. religiosi, nell’Islam collegate al civile; nella
mercatoria; nella morale…), ma nel Diritto queste regole sono munite di un apparato sanzionatorio
di natura pubblica (statale), di natura sanzionatoria [regole di condotta-giuridiche] (es.
rubareprigione; se non adempio al mio lavoropagare danni, se non li pagoufficiale
giudiziario vende i miei beni all’asta e consegna quota al creditore: sono assoggettato alla sanzione
comminata perché ho violato la regola di condotta).
Le fonti del diritto sono diverse: in generale le fonti di grado superiore indicano quelle di grado
inferiore ma questa regola trova convenzionalmente un punto di arresto in quella che è la norma
fondamentale. La Costituzione si autolegittima, unica soluzione per evitare di andare all’infinito.
L’articolo 1 delle disposizioni preliminari al Codice indica i canali di produzione delle norme
giuridiche: le fonti del Diritto sono: 1 le leggi 2 i regolamenti 3 le norme corporative 4 gli usi.
* è un elenco superato perché le norme corporative sono cadute con il regime fascista
* è un elenco superato poiché al vertice vi è la Costituzione seguita dai Trattati, Regolamenti,
Direttive UE
Gerarchia delle fonti struttura piramidale
A Fonti Costituzionali: costituzione e leggi costituzionali
B Fonti Primarie esterne: trattati, regolamenti, direttive UE
C Fonti Primarie interne: leggi ordinarie, che comprendono anche decreti legge – legislativi
applicati sul territorio nazionale, leggi regionali
D Fonti Secondarie: regolamenti del governo
E Fonti Consuetudinarie: usi e consuetudini
Regolamenti UE: sono norme giuridiche direttamente efficaci sui privati, se in contrasto con norme
dell’ordinamento italiano si crea un aporia tra le 2 norme e si risolve applicando i regolamenti UE,
più in alto nella piramide.
Direttive UE: la direttiva obbliga gli stati, lasciando più o meno margine circa le direzioni tecniche
(norme di dettaglio), ad adempire all’obiettivo dato. Il legislatore (lo stato) deve creare una legge
per il raggiungimento della direttiva e quindi quest’ultima non entra subito in vigore (è
funzionalmente vincolante: vincola l’operato del legislatore).
Legge Ordinaria: principale fonte del nostro ordinamento: presuppone che il progetto 1 venga
approvato dal Senato e dalla Camera dei Deputati (art 70 cost) 2 venga promulgata dal Presidente
della Rep. (il quale può richiedere una 2° promulgazione dalle camere, che se avviene promulga la
legge; art 74 cost) 3 venga pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale (attiva 15gg dopo).
Legge Regionale, sullo stesso gradino della Legge Ordinaria.
*suddivisione competenze regionali-nazionali art 117 cost
*Diritto Privato è di coordinamento civile quindi nazionale
Sullo stesso gradino vi sono i Decreti Legge-Legislativi (leggi ordinarie), emanati dal Governo,
sono canali di produzione delle norme giuridiche contenute nella Legge Ordinaria. Il Governo non
può produrre norme giuridiche senza delega delle camere.
Decreti Legge: provvedimento provvisorio con forza di legge preso sotto responsabilità del
Governo in casi straordinari di necessità e urgenza. Non è a titolo definitivo, ha l’obbligo di essere
presentato il giorno stesso alle camere per la conversione in legge, che se non avviene entro 60gg
perde efficacia (in questo modo è salva la potestà legislativa del Parlamento).
Decreto Legislativo (Delegato): decreto emanato dal Governo su materie tecniche; il Parlamento
può delegare il Governo di legiferare attraverso una Legge Delega
Legge Delega (art 76 cost) caratteristiche, enunciati:
*incarico apposita normativa su quali materie tecniche
*normativa apposita entro un termine definito
*principi e criteri direttivi del decreto legislativo
se scade il termine, la delega cade
se il Governo non rispetta i principi generali il decreto legislativo è incostituzionale
La costituzione conferisce la funzione legislativa alle due camere e ad esse sole, ma consente alle
camere di fare la legge delega e consente al governo di adottare decreti, solo in caso di straordinaria
necessità e urgenza, aventi forza di legge.
Infine vi sono le sentenze dei giudici, che non costituiscono fonte del Diritto perché non sono
vincolanti: lo stesso giudice che ha preso una decisione è libero di cambiarla in futuro regola
solo la controversia concreta. In USA e per l’UE, il precedente è fondamentale.
*statisticamente il giudice di grado inferiore si uniforma a quello superiore o alla Cassazione:
Cassazione (Corte Suprema) – Giudice di 1° grado – Giudice di 2° grado.
La Norma Giuridica
Interpretazione della Norma Giuridica (art 12 disp prel al codice) valore di leggi ordinarie
Interprete ha 3 criteri: interpretazione della legge, contesto, principi generali dell’ordinamento.
Diversi criteri:
• Interpretazione Letterale: significato espresso direttamente dalle parole utilizzate, ma i termini
adottati dal legislatore possono assumere significati diversi in base al contesto (polisemia del
linguaggio)
• Interpretazione Logica: mira a stabilire il vero contenuto della norma, ossia lo scopo che il
legislatore ha inteso realizzare emanandola
“Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione…” (non esiste una norma
corrispondente, ne dall’alto (legislatore) ne dal basso (consuetudine), al caso concreto in questione):
• “…si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe…”: Analogia
LEGIS: via analoga: applicazione analogica di una norma prevista per un caso diverso ma simile a
quello che il giudice deve risolvere: casi simili perché esprimono un’istanza di tutela analoga
(affinità dei casi)
• “…se il caso rimane ancora in dubbio si decide secondo i principi generali dell’ordinamento
giuridico dello stato”: Analogia JURIS in assenza del 1° caso, il giudice applica i principi
generali…che si trovano nella costituzione; anche questa è analogia, ma riferita ai principi
generali
Si ha un’”analogia” di fronte alla lacuna. La lacuna deve essere colmata.
Efficacia nel tempo della Norma Giuridica (art 11 disp prel al codice)
Principio fondamentale: la legge dispone per il futuro, non è retroattiva.
Le disposizioni preliminari al codice hanno valore di leggi ordinarie, tuttavia una norma avente
valore di legge ordinaria può derogare l’art 11 e può espressamente incidere sul passato
(retroattiva).
1° caso di irretroattività è nel Codice Penale: se una norma penale fosse retroattiva, sarebbe
incostituzionale (art 25 Cost).
Successioni delle leggi nel tempo
Interviene una legge nuova (non retroattiva: non per rapporti esauriti): se il rapporto inizia prima
dell’uscita della legge e poi nasce una nuova legge, quest’ultima si può utilizzare se non viola la
retroattività, cioè può regolare comportamenti futuri ma non può toccare eventi precedenti o il fatto
generatore.
Onere
Situazione di carattere procedimentale, ibrida.
Consiste nel subordinare l’esercizio di una prerogativa al compimento di un dato atto.
Esempio: Il venditore del bene è tenuto a garantirne il funzionamento, altrimenti si può far valere al
garanzia (sostituzione, riparazione, riduzione del presso).
Onere di denuncia: l’acquirente ha però un periodo di 8 giorni dalla scoperta del difetto per farlo
presente al venditore, altrimenti il compratore perde la facoltà di far valere la garanzia.
Non è a vantaggio del venditore ma si vuole perseguire una situazione di giustizia dei rapporti,
privilegia la certezza e una onesta e rapida soluzione della vicenda.
È ibrida perché si può esercitare il diritto con il compimento di un atto (la rapida scoperta).
L’acquirente deve avere almeno un testimone della scoperta del vizio e della segnalazione entro la
data stabilita.
Interesse legittimo
Sussiste nell’ambito tra privato e pubblica amministrazione.
Si tratta della pretesa da parte del privato affinché la pubblica amministrazione eserciti i propri
poteri nei confronti del privato in modo corretto.
La pubbl.amm. può espropriare un bene del privato per ragioni di pubblica attività.
Es. la pubblica amministrazione espropria la casa perché la zona è stata individuata come luogo
perfetto per costruire un ospedale, la P.A. può farlo con un provvedimento autoritativo, deve pagare
un indennizzo al privato (il più delle volte è inferiore al valore).
Se il privato non vuole disfarsi del bene, in questo caso è assoggettato al potere autoritativo e non
può far valere il diritto di proprietà perché è di fronte ad un potere maggiore:
diritto di proprietà < potere autoritativo (=delle autorità).
Il privato può pretendere che la PA faccia un corretto uso del suo potere = interesse legittimo.
FINE SITUAZIONI GIURIDICHE
Diritto Privato
Risolve i conflitti e regola la cooperazione attribuendo posizioni di vantaggio e di svantaggio.
Il Diritto soggettivo è riferito ad un soggetto, non è astratto ed ha bisogno di entità alle quali inferire
i diritti soggettivi.
La Capacità Giuridica identifica l’attitudine ad essere centro di imputazione di attività giuridiche
(attive e passive). Spetta sia alle persone fisiche sia a determinate organizzazioni complesse (enti).
L’art 1 del CC: la capacità giuridica si acquista con la nascita: quando si nasce si è soggetti del
diritto (titolari di diritti), ideologicamente questo significa: uguaglianza, eliminazione della
schiavitù (=oggetto e non soggetto del diritto) e della discriminazione.
La pluralità di situazioni giuridiche di una determinata persona costituiscono la sua Sfera Giuridica
o il suo Patrimonio. Ogni azione, ogni atto che modifica il proprio patrimonio (di carattere
patrimoniale) equivale alla modifica della propria sfera giuridica, la quale è esposta ad un processo
modificativo quotidiano.
La Capacità di Agire (art 2 CC) identifica la capacità del soggetto di compiere atti che modificano
la propria sfera giuridica.
• La CdA presuppone la comprensione del soggetto, la capacità del soggetto di comprendere gli atti
che si accinge a compiere
• È riconosciuta a tutti i soggetti al compimento del 18° anno di età (esempio di valutazione astratta,
si è ipotizzato essere l’età media adatta per la comprensione degli atti patrimoniali)
Può però essere necessario modificare la sfera giuridica di un minore (art 320 CC): la legge
riconosce ai genitori la rappresentanza dei figli, i quali possono, in nome e per conto del minore,
compiere atti idonei a modificarne la sfera giuridica (es.diritti ed obblighi, di un eventuale contratto,
che pesano sul minore). Limiti:
• il legislatore da tuttavia dei limiti ai genitori, i quali possono compiere solo gli atti di normale
amministrazione (modificano la sfera in maniera superficiale) senza necessario controllo
• mentre per gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione (modificano profondamente il volto
della sfera giuridica) i genitori non possono compierli senza l’autorizzazione del giudice tutelare
che valuta il caso di urgenza o utilità per il minore (es.può essere autorizzata la vendita di un
immobile di proprietà del minore solo in caso di grande convenienza o assoluta necessità)
Nell’art 320 CC sono elencati gli atti eccedenti l’ordinaria amministrazione: riguardo sfera minore
• Alienazione dei beni: modificazione qualitativa del patrimonio (es.bene più tangibile, soldi più
“volatili”)
• Accettazione di un’eredità: è un atto rischioso poiché l’eredità può anche consistere in debiti
piuttosto che crediti. Questa può essere accettata solo se si dimostri che porti un vantaggio al
minore (es.nonno che da eredità al nipote)
• Locazioni ultranovennali: es. affitto di un appartamento di proprietà del minore per più di 9 anni
(sotto, ordinaria amministrazione). Non si vuole che i genitori compiano atti che ingessino le
proprietà del minore per molto tempo dopo la maggiore età
• Riscossione dei capitali: non possono essere riscossi senza l’“ok” del giudice tutela, il quale ne
indica anche l’impiego (es. c/c intestato al nipote, erede dell’assicurazione sulla vita)
Se il genitore viola gli obblighi perdono la potestà parentale e viene nominato un tutore.
Il tutore
Se il minore non ha i genitori si ricorre alla figura del tutore (art 357 CC): “il tutore ha la cura della
persona del minore, lo rappresenta in tutti gli atti civili e ne amministra i beni”.
• Il tutore è nominato dal giudice tutelare
• Dato il fatto che il tutore non ha lo stesso grado del genitore, sorge l’esigenza di controlli molto
più intensi. Ha tuttavia gli stessi poteri dei genitori
• (art 362 CC) Nei 10 giorni successivi alla nomina il tutore deve fare un inventario dei beni del
minore (dato di partenza, fotografia del patrimonio del minore)
• (art 369 CC) Il tutore è vincolato rispetto a certi atti: es. il tutore deve depositare denaro, titoli di
credito, oggetti preziosi presso una banca (c/c intestato al minore) designata dal giudice tutelare,
per garantire la trasparenza dei rapporti. Naturalmente può trattenere la somma per il
mantenimento del minore
• (art 374-375 CC) Per tutti gli atti che incidono sulla sfera giuridica del minore occorre
l’autorizzazione del giudice tutelare e per atti che incidono in maniera ancora più profonda
occorre l’autorizzazione del tribunale
Se il tutore viola questi codici (obblighi previsti dalla legge. Art 382 CC): deve risarcire i danni
(azione di responsabilità) e sarà destituito.
Oggetto fondamentale è che i minori non possono modificare la loro sfera giuridica (non hanno la
capacità di agire), c’è la necessità di qualcun altro, solitamente i genitori altrimenti il tutore.
Se il minore conclude un contratto di vendita, il contratto è invalido, annullabile.
Minore Emancipato: è colui che si sposa prima del compimento della maggiore età, normalmente
16 anni M e 14 F. se due minori hanno deciso di sposarsi, il legislatore consente ai due coniugi
minorenni di compiere autonomamente gli atti di ordinaria amministrazione (parte della Capacità
di Agire) mentre per quelli eccedenti l’ordinaria amministrazione non vengono sostituiti dai
genitori ma vengono assistiti: integrata dal consenso “maturo” del genitore.
Istituti d’aiuto
Può succedere che un soggetto che sia maggiorenne non abbia lucidità per comprendere il valore
dei propri comportamenti infermità mentale, il legislatore ha formato 3 istituti [recentemente
modificati nella Legge n.6/2004. Legge che ha novellato il codice civile, cioè ha modificato
disposizioni precedenti]: istituto dell’interdizione, dell’inabilitazione, dell’amministratore di
sostegno
B) Istituto dell’Inabilitazione
Similitudini con l’interdizione, sempre con sentenza del giudice:
• Si dichiara l’inabilitazione
• Si nomina il curatore
• Regime di Pubblicità: annotato sui registri dello stato civile. Contratto da inabile è invalido,
annullabile
Diversità dall’interdizione: viene dichiarato inabile perchè
Infermità di mente parziale
Oppure per eccessivo uso di alcool o sostanze stupefacenti espongono il loro o il patrimonio di
famiglia ad un grande pregiudizio
Oppure per eccessiva prodigalità mette a rischio il patrimonio
Oppure perché ceco o sordo (es) dalla nascita: in ragione di questa malattia non ha avuto
esperienza del proprio atto giuridico
Effetti dell’inabilitazione: speculari al minore emancipato: può compiere atti di ordinaria
amministrazione, mentre per quelli eccedenti l’ordinaria amministrazione necessita dell’assistenza
del curatore (il quale integra il suo consenso con quello dell’inabile).
4 Profili:
1) Elenco chiuso e aperto
2) Struttura dei diritti della personalità
3) Atti di disposizione dei diritti della personalità
4) Tecniche di tutela
1) la legge prevede nominativamente alcuni diritti della personalità: elenco di diritti (sopra):
- Se l’elenco fosse chiuso, la persona sarebbe tutelata solo per gli aspetti espressamente tutelati dalla
legge elenco non completo ma puntiforme
- Mentre in base all’elenco aperto, il giudice può aggiungere altri diritti della personalità, può
tutelare la persona anche di fronte ad altri aspetti non previsti dalla legislazione, è tuttavia
necessaria la forma normativa
È la persona nella sua totalità che va tutelata, certi tipi di offesa sono già rientrati nella legislazione
ma col tempo vi è la necessità di prevedere nuove forme di tutela, è opportuno tutelare inediti profili
della persona attaccati dall’evolversi della realtà sociale. Questo compito spetta al giudice.
• Diritto all’identità personale: tipo si offesa sottile, diffamatoria, che non insulta ma che
tradisce la rappresentazione della persona (fa apparire la persona diversa da come è); figlia dei
giornali. Non codificato dal legislatore ma usato in base all’art 2 cost
• Diritto alla riservatezza o diritto al corretto uso dei dati personali, nuova forma di
aggressione; figlia dei computer.
4) Tecniche di tutela
Tutela di carattere inibitorio e risarcitorio (art 7,10 CC)
- inibitorio: cessazione dell’atto lesivo (tutela rivolta al futuro)
- risarcitorio: risarcimento dei danni
esempio di duplice tutela: la tutela di carattere risarcitorio è anche inibitorio
Associazioni riconosciute
Hanno personalità giuridica [che viene concessa dalla pubblica amministrazione: dal prefetto che
decide nel luogo in cui l’associazione ha sede], effetti:
Beneficio della autonomia patrimoniale perfetta: (hanno un patrimonio, non un fondo comune) se
non rispetta scadenza con i creditori, questi possono rivalersi solo sul patrimonio dell’ass., se questo
non è sufficiente i creditori rimangono a mani vuote.
A fronte di questo beneficio vi sono una serie di oneri:
A) imposizione di un determinato assetto organizzativo: la legge impone che le ass. adottino la
struttura corporativa: almeno 2 organi, assemblea e consiglio di amministrazione
Assemblea
• Possono parteciparvi tutti gli associati
• Ha funzioni strategiche modifica lo statuto dell’associazione *1 (mod. le finalità)
• Nomina gli amministratori, li controlla e può revocarli se non adempiono
• Approva il bilancio
Consiglio di amministrazione
• Organo operativo, esecutivo, gestionale
• Ha la funzione “day by day” di organizzare le iniziative necessarie per raggiungere le finalità
• Ha la facoltà di perseguire gli obiettivi
B) la legge determina all’art 10 CC per ottenere il riconoscimento, il contenuto dello statuto:
patrimonio e sede, diritti ed obblighi degli associati.
B1) *1 Prefetto deve necessariamente riapprovare le modifiche apportate allo statuto da parte
dell’assemblea. [statuto parzialmente eterodeterminato]
C) l’associazione deve avere un patrimonio adeguato agli scopi perseguiti, alle finalità indicate
nello statuto. Se sussiste il patrimonio si può ottenere la capacità giuridica
D) DPR 10 Feb 2000 n°361: art 1: le associazioni riconosciute vengono iscritte nel registro delle
persone giuridiche della prefettura e sono soggette alla pubblicità
Esempi:
i sindacati sono ass.non ric. per ragioni di carattere storico: non vogliono essere soggetti a tali
controlli dalla pubbl.amm.
i partiti sia per ragioni di carattere storico: regime di pubblicità; che per ragioni di carattere
contingente: sarebbe l’assemblea a poter nominare istruttori e necessariamente dovrebbero avere un
carattere democratico, non sempre verificato all’interno dei partiti.
Il DPR (decreto del presidente della repubblica) è una veste esteriore attraverso la quale vengono
emanati i regolamenti approvati dal governo.
Fondazioni
• Enti non lucrativi
• SE svolgono attività d’impresa ricavi interno dell’ente
• Hanno personalità giuridica e usufruiscono di autonomia patrimoniale
Differenza con le associazioni riconosciute
I fondatori conferiscono una porzione del loro patrimonio nella fondazione e nell’atto costitutivo
della fondazione prevedono un consiglio di amministrazione che gestisca questo patrimonio in
modo da assicurare il perseguimento delle finalità indicate nell’atto costitutivo.
Manca però l’assemblea degli iscritti, vi è quindi un distacco dal patrimonio di chi ha costituito la
fondazione. In mancanza dell’assemblea il controllo è esercitato dalla pubblica amministrazione.
Art 25 CC: la pubblica amministrazione svolge i compiti dell’assemblea nelle ass.ric. (nomina
controlla revoca amministratori), può sciogliere la fondazione quando ritiene che questa non può
perseguire la mission dello statuto. Il cons.di amm. non può modificare lo statuto (è rigido).
Atto costitutivo e statuto sono un unico documento.
Le ONUS?!
Beni
I conflitti tra i consociati nascono per il problema delle risorse produttive.
Il concetto di bene serve ad identificare il soggetto legittimato ad usufruire del bene.
Beni pubblici: presuppongono un regime di uso normalmente aperto a tutti i consociati.
Beni privati: risorsa rispetto alla quale l’ordinamento legittima soltanto un determinato soggetto ad
usufruirne.
Articoli del Codice Civile:
810 $ Nozione generale di bene (sono beni le cose che possono formare oggetto di Diritto)
Art 810 CC: La definizione giuridica di bene è diversa da quella naturalistica di cosa: è possibile
che cose che non sono beni giuridici (es.aria) in quanto non assoggettabili al potere dell’uomo e
beni giuridici che non sono cose (beni immateriali) come le opere d’ingegno.
814* Energie
2575*-2585* Beni immateriali (opere dell’ingegno-invenzioni)
*Corrispondenza biunivoca fra norma e bene considerato.
$
Non c’è corrispondenza biunivoca (rapporto d’identità) tra beni e cose né tra cose in senso
giuridico e cose con valore economico
• Mentre l’art 810 CC si presta a 2 diverse interpretazioni:
1°: tra beni e cose c’è un rapporto d’identità: i beni possono essere soltanto le cose (categoria
chiusa) + eventualmente altre entità considerate nell’ordinamento come cose (energie, opere
dell’ingegno…| es.nel caso delle TV private, legge del più forte? La risp. del diritto è sempre
contraria al mero uso della forza).
2°: sono beni le cose che possono formare oggetti di diritti: non vi è rapporto d’identità (beni=cose)
ma rapporto di contingenza: le cose sono beni, ma possono essere beni in senso giuridico anche
altre cose.
Nel caso della 1° int. se una risorsa non è stata considerata dal legislatore non può essere regolata,
MA qualunque risorsa che scatena un conflitto tra privati deve essere oggetto di criterio di
soluzione da parte del diritto si usa la 2° int. la categoria dei beni è una categoria aperta.
Esempio: anni70, TV privatabanda per trasmettere: questo comporta che l’etere è divenuto una
risorsa, l’uso delle bande deve avvenire secondo determinate regole o no (visto che non è riportato
negli articoli)?2° int. ha diritto di trasmettere su una data freq.chi per 1° ha trasmesso sulla stessa.
• Sempre art 810: sono beni le cose.
Tutte le cose o solo quelle con valore economico (cioè identità perfetta tra cose in senso giuridico e
cose in senso economico)? -in larga misura non corrispondono mai- In caso di identità perfetta tutte
le cose prive di valore economico sono senza tutela (es. risarcimento del danno è dovuto solo di
fronte ad una perdita patrimoniale es. collana di conchiglie).
Secondo il nostro ordinamento tutte le cose possono essere considerate beni giuridici, ma quando
una cosa priva di valore economico diventa bene giuridico? Diventano bene giuridico quando vi è
un atto di appropriazione, quando cambia lo status giuridico della cosa (es. raccolta della
conchiglia).
Concetto di pertinenza
Presuppone un aggregato di più beni: vi è la cosa principale ed altri beni diversi. La pertinenza è un
bene distinto ma è posto a livello di ornamento o fruizione della cosa principale (es. statua posta nel
giardino la statua è una pertinenza, è un ornamento del giardino).
Rilevanza giuridica della pertinenza è che se viene venduta la cosa principale, anche se non
specificato viene venduta la pertinenza (automaticamente)
Il proprietario della cosa principale può vendere la cosa principale distintamente dalla pertinenza
ma va specificato, altrimenti, nel silenzio delle parti, la pertinenza accompagna la cosa principale
Così come un proprietario di una cosa materiale può sfruttare la cosa nella maniera opportuna, deve
poter farlo anche il proprietario di un bene immateriale.
Ma i beni materiali hanno una fruizione unica, quindi per tutelare le prerogative del
proprietario è sufficiente assicurargli la disponibilità materiale del bene.
Mentre i beni immateriali possono essere utilizzati contemporaneamente da più persone.
Bisogna impedire che gli altri utilizzino l’opera diritto di esclusiva dei beni immateriali (art
2577 CC): il diritto d’autore comporta tutele (tutela civile) di carattere sia inibitorio che
risarcitorio.
Proprietà libro III, art 832 CC; definizione di proprietà art 42 cost. (Diritto reale assoluto)
3 punti: 1°contenuto, 2°modi d’acquisto, 3°azioni di difesa della proprietà
Contenuto
Libertà d’azione rispetto ad un dato bene: al proprietario è riconosciuto il diritto/potere di dare al
bene la destinazione che ritiene più opportuna, 832 CC dice: godere e disporre del bene e cioè:
Trarre dal bene tutte le utilità che questo può offrire
Elevare il bene a vicende di carattere traslativo (=atti di disposizione =vendita =monetizzare il
bene)
Questa sfera di libertà di azione non è illimitata, 832 CC: entro i limiti e con l’osservanza degli
obblighi stabiliti dall’ordinamento giuridico: limiti (2):
1: da una parte limiti di carattere esterno o derivanti da regole di buon vicinato
2: dall’altra limiti di carattere conformativo: più profondi perché entrano nel contenuto dei diritti
della proprietà derivanti dall’art 42 cost. la proprietà privata deve essere assicurata in modo da
garantire la funzione sociale.
1: limiti di carattere esterno (art 840 CC): la sfera di libertà d’azione in altezza e verso il sottosuolo è
limitata fino allo spazio d’interesse del proprietario, viceversa non può opporsi ad attività di terzi
negli spazi in altezza e verso il sottosuolo che egli non abbia interesse ad escludere.
1: limiti che trovano la loro matrice nelle regole di buon vicinato (art 844 CC): l’esercizio della
proprietà può portare a delle immissioni (odori, rumori…), esternalità negative. Queste sono lecite
fin tanto che rimangono entro la soglia di normalità, se superata le immissioni diventano vietate. Il
concetto di base è che il proprietario non può fare de bene ciò che vuole: le esternalità negative
devono essere tollerabili o altrimenti verrebbero sacrificati diritti dei vicini.
Come si stabiliscono concretamente: (riguardo limiti derivanti da regole di buon vicinato)
- O esiste una normativa di settore (es.discoteche)
- Oppure di tratterà di valutare caso per caso secondo il 2° comma 844 2 criteri:
1. priorità dell’uso (es.costruisco casa vicino all’aeroporto, devo tollerare di più il rumore)
2. al di là della priorità dell’uso, bisogna contemperare (adattare) le ragioni della proprietà a
quelle della produzione (es.costruisco casa vicino ad una fabbrica siderurgica)
Naturalmente sono vietate tutte le immissioni gravose per la salute (art 2 cost)
Divieto di atti emulativi (art 833 CC): punto di partenza è che il proprietario ha molta libertà ma
non può fare atti i quali non abbiano lo scopo che quello di nuocere o recare molestie ad altri. In
base a 2 presupposti:
1) Presupposto negativo: atti che non arrecano nessun vantaggio al proprietario (“riflessivo”)
2) Presupposto positivo: atti che arrecano molestia a terzi
Può essere definito un limite di carattere conformativo, perché impedisce un certo uso del bene,
limita il proprietario nel suo campo d’azione; ma più che un vero e proprio limite conformativo, il
legislatore vieta l’esercizio di atti di abuso della proprietà.
2: limiti di carattere conformativo: regole che discendono dall’art 42 cost.: consentono di orientare
la proprietà verso la funzione sociale. Vengono introdotti rispetto a certi tipi di beni (non si parte
dalla proprietà ma dal bene).
1° Esempio, la proprietà terriera (art 44 cost, applicazione dell’art 42 cost. base di legittimazione
della riforma agraria degli anni 50 latifondi): costituisce una risorsa produttiva, al fine di
conseguire la produzione la legge può imporre dei limiti alla proprietà (specifica la funzione
sociale): il proprietario ha il dovere di coltivare il terreno (altrimenti può essere espropriato). In
questo caso la proprietà è un diritto-dovere.
2° Esempio, beni privati di carattere culturale: le mie prerogative sono limitate la funzione ultima
è quella sociale.
3° Esempio, suoli edificabili.
4° Esempio, legge sull’equocanone.
Non esiste più un unico statuto, un'unica disciplina della proprietà ma vi sono discipline specifiche.
In linea di fondo la funzione della proprietà è l’utilità sociale
Quando viene in gioco un particolare tipo di bene il legislatore detta una disciplina specifica
(es.codice dei beni culturali).
La proprietà è un diritto assolutamente illimitato per il proprietario solo nel caso dei beni di
consumo. Mentre è un diritto limitato se:
se il bene può pregiudicare un interesse collettivo
se il bene costituisce una risorsa produttiva rilevante per l’intero sistema (es. proprietà terriera:
strumento di produzione di ricchezza) idea è che se proprietà è razionalmente sfruttata occorre
che chi ha la proprietà si dia razionalmente da fare
Da sottolineare
La vendita di un bene fa si che la proprietà di un bene passi dal venditore all’acquirente.
Si possono trasferire soltanto i diritti di cui si è titolari: in questo caso l’acquirente diviene
proprietario soltanto dopo la dimostrazione che il venditore fosse il proprietario del bene: prova
diabolica *smisps nel caso si acquisti a titolo derivativo bisogna risalire la catena di vendita fino ad
un venditore che era proprietario a titolo originario (pubblicità immobiliare è un onere e non un
obbligo).
Condominio
Si tratta di una comunione forzosa, non vi si applica l’art 1111 CC.
L’art 1117 CC riporta un elenco delle parti comuni (suolo, muri maestri, tetti, scale, portoni…)
anche se vi sono parti che possono essere comuni o di proprietà esclusive (es.canna fumaria). Il
1117 CC da una presunzione di appartenenza comune: ciò vuol dire che nel silenzio le parti elencate
sono comuni. Tuttavia il regolamento di condominio può disporre in modo diverso dal 1117 CC ad
eccezioni di alcune parti obbligatoriamente comuni (es.muri perimetrali).
Poste le parti comuni come si dividono le spese, quali sono le quote ideali delle parti comuni?
Tabella millesimale, meccanismo:
Si mettono insieme tutte le proprietà esclusive, il totale di queste è mille
Ciascun proprietario ottiene un numero pari alla proporzione della superficie del suo
appartamento e mille
In base ai millesimi si basano le quote
Amministrazione (manutenzione) delle parti comuni: spetta all’amministratore:
- nominato dall’assemblea condominiale (dai condomini)
ha il compito di sovrintendere all’amministrazione della cosa comune
rappresenta i condomini nei confronti dei fornitori
sta in giudizio in nome e per conto del condominio
riscuote le spese condominiali
L’uso delle cose comuni devono essere fissate da un regolamento (modalità di fruizione della cosa
comune). L’approvazione del regolamento compete all’assemblea condominiale:
- organo collegiale
- si riunisce almeno una volta l’anno
ha il compito di approvare il regolamento sulle modalità di fruizione della cosa comune
nomina l’amministratore (incarico annuale, per questo l’assemblea deve riunirsi…)
approvare bilancio (proposto dall’amministratore) preventivo (previsione) e consultivo (esborsi e
entrate condominio)
determinare opere di amministrazione straordinaria e innovazione
L’assemblea viene convocata due volte perché necessita, per poter deliberare, quorum costitutivi e
deliberativi che normalmente non si raggiungono mai e quindi si passa a deliberare nella 2° riunione
che richiede quorum minori (1/3 teste e millesimi invece che 2/3).
Per deliberazioni di ordinaria amministrazione occorre l’accordo di 1/3 delle teste e 1/3 dei
millesimi mentre per deliberazioni di straordinaria amministrazione e per innovazioni occorre la
maggioranza di 2/3 delle teste e dei millesimi. Se si tratta di spesa gravosa o voluttuarie, i
condomini possono essere esonerati dal pagamento della loro quota.
Diritti reali su cosa altrui (godimento - garanzia)
La proprietà è il prototipo dei diritti reali. Rispetto ad un bene vi può essere un unico diritto di
proprietà, non si possono avere più diritti di proprietà distinti.
I diritti reali su cosa altrui insistono sul loro contenuto su un bene altrui. 2 gruppi:
Diritti reali di garanzia: pegno (grava su beni mobili) e ipoteca (beni immobili).
Sono sempre connessi ad un titolo di credito. Pongono il loro titolare in una posizione di vantaggio:
ad esempio tra i creditori di un debitore, il titolare del diritto di garanzia ha la facoltà di soddisfarsi
per primo e per intero sui beni (nel caso di inadempimento) del debitore.
Per i diritti reali di garanzia vale il diritto di seguito: se il bene viene vento, il terzo acquista anche il
pegno o l’ipoteca che gravano sul bene.
Modi di costituzione del diritto reale di garanzia
Non basta il contratto (come per i dir.reali di godimento) ma occorre:
• Nel caso del pegno la consegna del bene mobile
• Nel caso dell’ipoteca che il relativo bene sia iscritto al registro pubblicitario immobiliare
Servitù (in breve): le servitù prediali (fondo), consistono nel peso imposto a un fondo (detto
servente) per l’utilità di un altro fondo (detto dominante) appartenente a un’altra persona. A
differenza dell’usufrutto, una servitù non priva completamente il proprietario della facoltà di
godimento del bene e può essere costituita in modo determinato o imperpetuo.
Il possesso vale come elemento di vicende circolatorie la cui disciplina in qualche misura devia dai
principi generali:
1° regola (riferita al 1153): Non si può generalmente divenire proprietario di un bene se lo si
compra da qualcuno che non ne è proprietario, ma questa regola subisce dei temperamenti:
art 1153 CC: colui al quale sono alienati (venduti) beni mobili da parte di chi non è proprietario ne
acquista la proprietà mediante il possesso purché la persona che acquista sia in buona fede: il 1153
si riferisce a beni mobili, requisiti:
1. Titolo (atto di disposizione, es.contratto di vendita o donazione) astrattamente idoneo (=in linea
generale serve al trasferimento del bene ma non nel caso concreto che colui che aliena non sia il
proprietario) al trasferimento
2. Consegna del bene (avere il possesso del bene mobile oggetto del contratto)
3. Buonafede (colui che figura come acquirente alla consegna del bene non sa che il venditore non
ne è il proprietario)
Se sussistono questi 3 requisiti: colui che con l’atto di vendita figura come acquirente
diviene proprietario del bene, non a titolo derivativo ma a titolo originario (nasce un nuovo
diritto di proprietà in capo a colui che figura come acquirente. In cima vi è sempre un atto di
disposizione, un contratto).
In questo caso il legislatore ha deciso di sacrificare il proprietario perché questa regola favorisce la
circolazione dei beni mobili: se altrimenti non esistesse la regola si richiederebbe che venditore
dimostri la proprietà del bene (es.edicolante dimostri proprietà del giornale in vendita); con la
regola l’acquirente è sicuro dei suoi acquisti.
2° regola: 1155 CC: Soggetto proprietario vende (atto di disposizione) bene mobile a più acquirenti.
Requisiti:
1. Atto di disposizione
2. Effettivo proprietario
3. Vende più volte il medesimo bene = più atti di disposizione per lo stesso bene
Questo porta ad un conflitto tra acquirenti! Chi è il proprietario del bene? Deve essere preferito
l’acquirente che ha per 1° acquisito (1) il possesso (NB: la consegna NON l’acquisto) del bene
in (2) buonafede. Questo perché non esiste regime di pubblicità per i beni mobili e quindi si
presume che il possidente sia proprietario.
Prestazione - contenuto
Una prestazione può essere di diversi caratteri: fare (es.tinteggiare la stanza), consegnare
(guardarobiere consegna il cappotto), o anche non fare (es.benetton è un negozio in franchising, il
venditore si impegna a vendere solo abbigliamento di quella marca); oppure dare alla latina:
trasferire un diritto. Prestazione pecuniaria, somma di denaro.
Le prestazioni devono avere determinate caratteristiche (1174 CC):
- la prestazione che forma l’oggetto della obbligazione può essere di carattere patrimoniale o (non)
extrapatrimoniale (es. realizzare opera di ricostruzione contrapposta a vedere una partita di calcio)
- MA anche se non patrimoniale deve (la prestazione) suscettibile di valutazione economica: questo
è il limite tra prestazione giuridica o di cortesia (quest’ultima non è in grado di essere oggetto della
prestazione). Esempio: la badante è una prestazione in vendita sul mercato quindi si tratta di
rapporto giuridico, mentre se offro compagnia ad una persona senza discorso di professionalità la
prestazione non è suscettibile di valutazione economica, si tratta di un rapporto di cortesia.
La prestazione costituisce il contenuto dell’obbligazione (1175 CC):
• Non solo tratta la prestazione principale
• Ma l’oggetto dell’obbligazione non si esaurisce nella prestazione principale ma ci possono essere
ulteriori obblighi non esplicitamente indicati dalle parti ma derivanti dal fatto che le parti devono,
nel rapporto giuridico, comportarsi con correttezza
Si dice quindi che l’oggetto della obbligazione è un oggetto complesso formato dalla prestazione
principale più dalla regola generale di correttezza. Il 1175 si riferisce sa a debitore che a creditore:
anche il creditore è tenuto ad offrire una prestazione nei confronti del debitore, consistente nella
cooperazione per rendere più agevole la prestazione del debitore.
Esempio: contratto di riparazione del PC
Riparare il computer
Ipotizzando che ella riparazione si venga a conoscenza di informazioni riservate dell’utente il
centro assistenza non può divulgare le info perché vi è “l’obbligo generale di correttezza”(non
esplicitamente indicato dalle parti. Risvolto applicativo della regola generale di correttezza).
La mancata esecuzione della prestazione dovuta è una condizione necessaria ma non sufficiente per
potersi parlare di inadempimento, questo perché può sussistere il caso dell’ (1) impossibilità
sopravvenuta (2) derivante da causa non imputabile al debitore (1218 va letto in stretto
collegamento al 1256). Il debitore deve dimostrare sia 1 che 2 o è considerato inadempiente e
quindi condannato al risarcimento dei danni: l’obbligo di fare la prestazione si trasforma in obbligo
di pagare somma di denaro a titolo di risarcimento: somma equivalente al valore della prestazione
più i pregiudizi connessi al mancato perseguimento della prestazione (danni).
Obbligazioni specifiche
Il legislatore ha considerato specificatamente alcuni tipi di obbligazioni:
A) Obbligazioni pecuniarie (1227 CC…e 1224)
B) Obbligazioni solidali (1292 CC…)
C) Obbligazioni alternative
D) Obbligazioni indivisibili
A) Obbligazioni pecuniarie: hanno come oggetto il pagamento di una somma di denaro. Sono
assoggettate al principio nominalistico: se dal momento della nascita dell’obbligazione alla
scadenza del termine di pagamento il valore della moneta cambia, il debitore è tenuto a pagare il
valore nominale della somma dovuta. La regola del principio nominalistico è tuttavia derogabile
ma solo in caso di espressa deroga delle parti o altrimenti, nel silenzio, ci si attiene al principio.
Ad esempio derogabile con la clausola oro: si valuta quanto oro si compra con la somma in
questione alla nascita della obbligazione e si determina che al termine il debitore dovrà dare
l’importo pari a riacquistare lo stesso quantitativo di oro.
- Se al momento della scadenza il debitore non paga è da considerarsi inadempiente poiché è una
prestazione sempre possibile, ed è tenuto a risarcire i danni.
Come si articola l’obbligo risarcitorio (1224): si compone della somma di denaro dovuta,
maggiorata dagli interessi moratori i quali sono dovuti automaticamente, a prescindere dalla
circostanza che il creditore dimostri di avere subito un danno. La misura degli interessi può basarsi
o sul tasso legale (stabilito dal ministero del tesoro) o può essere stabilito un tasso maggiore dalle
parti. Tuttavia può accadere che gli interessi moratori non bastino a coprire l’entità del danno subito
e nel caso ci si è basati sul tasso legale, il creditore può richiedere danni aggiuntivi, i quali dovranno
essere provati e ai quali si applicano i criteri del danno risarcibile (1223,1225,1227-2°) mentre se si
era stabilito un tasso tra le parti il creditore non può richiedere danni aggiuntivi.
B) Obbligazioni solidali: 3 tipi: solidità passiva, attiva, mista
Solidità passiva: si ha questo tipo di obbligazione quando per la medesima prestazione nei
confronto di un creditore abbiamo più debitori.
1° regola: il creditore è legittimato a richiedere l’intera prestazione a uno qualsiasi dei debitori.
2° regola: se questo la esegue svincola se stesso e gli altri.
3° regola: il debitore può chiedere agli altri debitori le quote a lui dovute (in via di regresso). Queste
quote si presumono uguali se non risulta diversamente.
Solidità attiva: un debitore, più creditori.
1° regola: ciascun creditore può richiedere l’intera prestazione al debitore.
2° regola: il debitore compie la prestazione e libera se stesso nei confronti di tutti i creditori.
3° regola: gli altri creditori possono agire in via di regresso per avere la loro quota dal creditore.
Solidità mista: più debitori più creditori. Stesse regole.
L’azione di regresso (1298 CC): serve a pareggiare i rapporti interni, tra condebitori o concreditori.
Le obbligazioni solidali si dividono inoltre in:
• Obbligazioni solidali nell’interesse comune: portano vantaggio a tutti i condebitori (es. comprare
una barca in comunione: obbliga i condebitori a pagarne il prezzo e porta il vantaggio nel
diventarne tutti comproprietari).
• Obbligazioni solidali nell’interesse esclusivo: più soggetti sono tenuti in solido per la medesima
prestazione ma l’obbligazione viene assunta per l’interesse di uno solo.
In solido (più soggetti obbligati per un uni debito).
1944 1° comma: il fideiussore è obbligato in solido col debitore principale al pagamento del debito
(condebitori: debitore principale + fideiussore).
Fideiussione, garanzia personale:
garanzia (non reale ma) personale del credito.
La funzione è la stessa di pegno e ipoteca (garanzie reali): cioè sono strumenti che aumentano la
probabilità di soddisfacimento dell’interesse del creditore in caso di inadempimento del debitore.
Il meccanismo delle garanzie personali permette al creditore di richiedere la prestazione per intero,
non soltanto al debitore principale ma anche al fideiussore (garante, di solito una banca).
Con la fideiussione anche il fideiussore, oltre che il debitore, risponde dei suoi debiti con tutti i
suoi beni, presenti e futuri (patrimonio), si ha quindi una duplicazione delle masse patrimoniali
sulle quali il creditore può far valere le proprie ragioni.
Le garanzie personali non riguardano uno specifico bene (come pegno e ipoteca) ma coinvolgono
tutto il patrimonio, del debitore principale e del garante.
Svantaggio della garanzie personali:
Se il garante non paga spontaneamente, il creditore può aggredirne i beni, ma in questo caso
diventa creditore chirografario, cioè assoggettato al principio di parità di trattamento con gli altri
creditori. Se il patrimonio non è sufficiente a soddisfare tutti i creditori, questi non saranno
pienamente soddisfatti.
Se ad effettuare il pagamento è il debitore principale, questo non potrà rivalersi sul fideiussore,
poiché l’obbligazione solidale è nell’interesse esclusivo verso di lui
Se ad effettuare il pagamento è il garante, quest’ultimo potrà richiedere al debitore principale per
intero l’impoverimento poiché il vantaggio è solo nei confronti del db. principale
Il fideiussore (garante), solitamente la banca, ha come vantaggio nel rilasciare la fideiussione il
pagamento di una somma di denaro.
B: rapporto giuridico patrimoniale perché il contratto è diretto a regolare SOLO gli interessi
patrimoniali delle parti. Ad esempio il matrimonio non è un contratto poiché vi sono in gioco anche
interessi di natura personale.
A: accordo giuridico fra 2 o più parti: sebbene i poli siano 2, cioè venditore e acquirente, il contratto
può essere formato da più parti. Ad esempio l’associazione è un contratto, ha tante parti quanti sono
gli associati.
1: costituire un rapporto giuridico 1173: il contratto può essere fonte di obbligazioni. Ad esempio in
un contratto di appalto sorge, in capo al committente un’azione pecuniaria, in capo all’appaltatore
una prestazione di costruzione della strada.
2: regolare un rapporto giuridico: ad esempio il rinnovo dell’abbonamento di sky: le parti emettono
la volontà di rinnovare il rapporto, modificando aspetti di un precedente rapporto.
3: estinguere un rapporto giuridico: il contratto può estinguere le obbligazioni in essere. Ad esempio
ci è un contratto di locazione della durata di un anno, viene fatto un nuovo accordo (di comune
accordo, un nuovo contratto) di estinguere il contratto precedente.
Questi sono i procedimenti attraverso i quali si arriva alla conclusione del contratto.
La trattativa è in realtà un processo caotico, per far si che questa sia più definita le parti concludono
accordi preparatori come l’opzione e il contratto preliminare che introducono elementi di rigidità:
Opzione (1331 CC): introduce un elemento di rigidità; figura che vincola un soggetto lasciando
libero l’altro: è un accordo per il quale un soggetto tiene ferma la propria proposta per un certo
termine nel quale la controparte è libera di accettare o rifiutare. Esempio concreto: squadra A vuole
prendere un calciatore e fa una proposta alla squadra B. La squadra A dietro pagamento tiene ferma
la proposta da gennaio a giugno, a giugno la squadra A può scegliere se acquistare il giocatore o
lasciar cadere la proposta (de ridare i soldi per l’opzione). Il beneficiario dell’opzione acquista
diritto potestativo perché l’esercizio di questo diritto modifica la sfera giuridica della controparte.
Annullabilità del contratto (una delle due figure di invalidità del contratto, l’altra è nullità)
• il contratto concluso dall’incapace legale (inabile, interdetto, amm.di sost.) è annullabile poiché il
suo consenso è viziato (non è in grado di comprendere il significato dei suoi atti)
• il contratto concluso dall’incapace naturale è annullabile se sussiste la malafede (428, vedi pg 9)
• nuove anomalie che conducono all’annullabilità del contratto (1427 CC…): errore, violenza, dolo.
Errore: 2 tipi, ostativo e mutivo/vizio:
Errore Ostativo: è un errore che non attiene al momento della formazione del consenso, questo si
forma genuinamente, l’errore si verifica alla manifestazione della volontà del contraente (es.
pensava di comprare 10 e compra 100).
Errore Mutivo/vizio: attiene al momento della formazione della volontà: consiste ad una falsa
rappresentanza delle realtà al momento del contratto e questo infirma la regolare formazione del
consenso (pensa di avere di fronte un artista invece è un babbo).
Qualunque tipo di errore giustifica l’annullamento del contratto purché abbia due requisiti (1428):
1. L’errore (vizio) deve essere essenziale (1429 CC): il legislatore fa un elenco di ipotesi in cui
l’errore è essenziale:
Quando ricade sulla natura del contratto (es.ignoranza sugli effetti giuridici del contratto)
Quando ricade sull’oggetto del contratto (es.bene)
Quando ricade sull’identità dell’altro contraente (es.pensavo fosse un artista, è un babbo)
Quando riguarda errore sul diritto (es.ignoravo di comprare un terreno non edificabile)
Il comune denominatore è che un errore è essenziale quando in assenza di quel errore il
contraente non avrebbe concluso il contratto (si ricorre al metodo dell’eliminazione mentale).
Non viene tutelata qualunque imperfezione ma, in caso di patologie gravi, quelle che non
avrebbero determinato il contratto.
2. Il vizio essenziale deve essere riconoscibile (1431 CC): la riconoscibilità è posta a tutela della
controparte.
Principio della tutela dell’affidamento: impone che un soggetto, destinatario di una dichiarazione
contrattuale, possa legittimamente confidare sulla corrispondenza del significato della
dichiarazione con l’effettiva volontà del contraente in assenza di indici che possano far pensare il
contrario. Cioè che non vi siano campanelli d’allarme (utilizzando l’ordinaria diligenza) che
facciano pensare che quella persona non abbia l’effettiva volontà di concludere il contratto.
Se l’errore non è riconoscibile, quella dichiarazione è da ritenersi genuina e il contratto è valido.
Malgrado la sua essenzialità, se l’errore/vizio non è riconoscibile, il contratto è valido!
Dolo: raggiro, inganno, manovra fraudolenta che una delle parti pone in essere nei confronti
dell’altra, e che mira a indurre in errore l’altro contraente; in questo caso l’errore è provocato dalle
manovre fraudolente della controparte.
Il 1429 (errore essenziale) fissa una serie di ipotesi, mentre il dolo va a coprire tutte le altre ipotesi
di errore essenziale, come il cosiddetto errore sul prezzo (es.se vendo un bene ad un prezzo più
basso del valore di mercato, la legge non mi tutela perché l’onere di verifica era mio; mentre se uno
mi indica un valore più basso e mi compra il bene a quel prezzo, il contratto è annullabile a causa
delle sue manovre fraudolente). 2 tipi + 1:
1. Dolo determinante (1439 CC): senza il raggiro del contraente la controparte avrebbe evitato di
concludere il contratto. In questo caso il contratto è annullabile.
2. Dolo incidente (1440 CC): senza il raggiro la controparte avrebbe comunque concluso il contratto
ma a condizioni diverse (es.prezzo). In questo caso il contratto rimane in piedi ma il contraente in
malafede è tenuto a risarcire i danni (es.differenza di prezzo).
3. Dolo determinante da parte di un terzo (1439 2°comma): raggiro che proviene da soggetto
estraneo alle parti, il quale, per suo interesse nella conclusione del contratto, pone dei raggiri
affinché la parte incerta si decida a concludere il contratto. La stessa parte può chiedere
l’annullamento del contratto a patto che la parte contraente fosse a conoscenza di questi raggiri.
Sia tutela della volontà della vittima dei raggiri, sia tutela dell’affidamento della controparte.
Violenza (1434 CC…): a venire in gioco è la cosiddetta violenza compulsiva, cioè della minaccia di
un male ingiusto (es.o concludi il contratto o bomba nell’auto). In questo caso il contratto è
annullabile sia se proviene dalla controparte, sia se proviene da un terzo. La legge si disinteressa
dell’affidamento e tutela solo la volontà.
Tra errore ( accorgersi dell’errore, che sarebbe potuto essere concepito con l’ordinaria diligenza)
e dolo (essere a conoscenza di raggiri), la norma più intensa nel tutelare l’affidamento è il dolo.
I metodi di tutela della volontà e della tutela dell’affidamento sono diversi per errore, dolo e
violenza, con una anomalia viene privilegiata la tutela della volontà, con un’altra l’affidamento.
Approfittamento: squilibrio tra le prestazioni: astrattamente il principio del giusto prezzo dovrebbe
valere in tutti i casi ma concretamente questo principio non è stato recepito dal nostro ordinamento,
ciò si tocca con mano nella disciplina delle prestazioni: l’ordinamento interviene solo negli stati di
pericolo e bisogno.
Il contratto può produrre tre tipi di effetti: organizzativo, obbligatorio, contratto ad effetti reali:
1. organizzativo: produce effetti che portano all’organizzazione di enti (es.fondazioni, società)
2. obbligatorio: (1173 CC) contratto che fa nascere obbligazioni a carico delle parti (es.contratto
d’appalto effetto è solo obbligazioni)
3. contratto ad effetti reali (1376 CC):
A) vicende di carattere traslativo della proprietà. Es.vendità (ha più effetti: obbligazioni
e trasferimento proprietà) è un effetto reale: 1376 dice che la proprietà si trasferisce per effetto
del solo accordo, della mera conclusione del contratto e non serve la consegna del bene (ciò
deriva dal codice napoleonico,prima anche consegna del bene)
B) costituzione di diritti reali minori: in questo caso non è una vicenda traslativa ma
vicenda costitutivo/derivativa (creare un diritto reale/nascita da un diritto reale precedente).
Es.diritto reale di godimento che non necessita della consegna del bene. NON diritto reale di
garanzia poiché non nasce per effetto del contratto ma necessita o di consegna del bene
(pegno) o di iscrizione nel registro immobiliare (ipoteca)
C) trasferimento di un altro diritto: si intende del diritto di credito ( situazione attiva:
valore positivo). Il 1376 dice che questa vicenda traslativa si produce per effetto delle parti: il
trasferimento del credito si produce per il solo fatto che il creditore originario (cedente) e il
terzo (cessionario) concludono l’atto traslativo. Il consenso del debitore non è richiesto (1260)
MA la cessione del diritto di credito è efficace solo nel momento in cui viene informato il
debitore (1264). Se non viene informato e paga il creditore originario, si libera della
prestazione. La traslazione ha senso quando il creditore originario vende il suo diritto di
credito a un prezzo minore del suo credito; vendendo il diritto non corre il rischio
dell’inadempimento del debitore.
Da sottolineare che contratti reali e contratti con effetti reali sono due cose differenti:
Contratti reali è uno dei modi di conclusione del contratto, hanno la peculiarità di perfezionarsi solo
se interviene la consegna del bene (es. contratti: comodato, mutuo, costitutivo del pegno). La
nozione di diritti reali si contrappone alla nozione di contratti consensuali, quali si concludono già
per effetto dell’accordo.
Contratti con effetti reali: la nozione non individua un modo di conclusione del contratto, ma un
certo tipo di effetti che il contratto produce (atto successivo alla conclusione del contratto).
Fine.