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Quando Degas cominciò ad essere conosciuto e i suoi quadri furono sempre più
ricercati, furono comprati a prezzo altissimo le sue ballerine, i suoi cavalli e le sue
scene di guerra o i suoi ritratti, al contrario dei suoi nudi”.
Infatti, nella Parigi del novecento il nudo, a meno che non fosse accademico, aveva
una cattiva reputazione.
Ma ancor più delle ballerine, dei cavalli da corsa o dei ritratti, è il nudo il genere in cui
1 Degas e il nudo
Degas innova e fa evolvere il suo stile nell'arco di una cinquantina di anni.
Le figure nude sono al centro dell'opera di Edgar Degas.
Un vero e proprio viaggio nella ricerca dell'impressionista sul corpo e, in particolare,
sul nudo femminile.
50 anni di lavoro dedicati alla ricerca della forma più pura del corpo umano, cioè il
nudo.
I primi nudi dell’artista, eseguiti durante il suo lungo viaggio in Italia (1856-59) non
hanno però niente di rivoluzionario. Si tratta essenzialmente di copie dei maestri del
Rinascimento.
Non dovrebbe però stupirci ciò che rispose a un
giovane artista venuto a chiderli consigli:
“Bisogna copiare e copiare ancora i maestri, e
soltanto dopo avere dimostrato di essere un bravo
copista, lei potrà ragionevolmente provare a fare
un ravanello dalla natura”.
Questo sapere, acquisito dal confronto con gli
antichi, e poi coi grandi moderni (Goya,
Delacroix, Puvis de Chavannes), fu riutilizzato
poi da Degas per il suo primo quadro presentato al Salon, nel 1865: Scena di guerra
nel Medioevo.
Fanciulle spartane che provocano alcuni giovani 1860-1862 - Olio su tela Cm 109,5 x 155 - The National Gallery, London
Le immagini della donna angelicata e della sensuale seduttrice sfumano per lasciare
spazio ad una nuova figura di donna, più vera.
2 Degas e il nudo
Tra 1870 e 1880, l'interesse di Degas sembra soprattutto rivolto alla raffigurazione di
donne nude riprese nello svolgimento di una loro attività quotidiana, come lavarsi o
pettinarsi o perfino in un momento di riposo dopo il bagno.
Come per le case chiuse, Degas fa ampio utilizzo del monotipo aumentandone
notevolmente il formato e realizzando opere a sfondo scuro che ricordano l’arte dei
maestri olandesi del XVII secolo.
Nei 50 anni di lavoro di Degas la donna viene ritratta in un modo non idealizzato e in
situazioni di quotidianità con tecniche differenti: dal carboncino ai pastelli, dalla
scultura alla pittura.
L'ultima esposizione impressionista, tenutasi nel 1886, rappresenta una svolta nella
carriera di Degas. L’artista presenta opere nuove tra cui una serie di ” nudi di donne
intente a bagnarsi, lavarsi, asciugarsi, strofinarsi o pettinarsi, a cui appartiene “La
tinozza” e “Donna che si veste”.
].
La tinozza1886
Pastello su cartone Cm 60 x 83
Parigi, museo d'Orsay
Donna che si veste 1885 Pastello su carta Cm 80,1 x 51,2
Washington, National Gallery of Art
Sono pochi gli oggetti che si vedono, ma questo non ci impedisce di comprendere che
la donna è ritratta nel momento in cui sta lavando il suo corpo.
La ragazza, il cui volto rimane nascosto agli occhi di chi guarda, è completamente
nuda, ma il suo essere spoglia di tutto non è volgare, anzi assume una delicatezza e
sensualità profondi, rispettosi, quasi timidi.
La luce entra dall’alto a sinistra colpendo il capo della donna, le due braccia e il
piede sinistro, un po’ il destro che rimane nascosto, per lasciare in ombra la schiena
della figura.
I critici di allora furono molto duri con Degas, perché ritenevano che il corpo nudo
ritratto e la sua posa avessero un qualcosa di animalesco in sé.
I pochi dettagli dell’ambiente ci fanno capire che la donna non è ricca, ma vive in
condizioni umili e questo non le impedisce di potersi concedere un rituale bagno per la
pulizia del corpo.
Degas cogli la realtà senza metterla in posa, anzi, quasi di nascosto «come se si
guardassero dal buco della serratura».
«Il nudo» ci spiega Degas «è sempre stato presentato in pose che presupponevano un
pubblico; invece le mie donne sono gente semplice, onesta, che non si occupa d'altro
che della propria cura fisica»
CURIOSTA’
Quando Edgar Degas faceva posare in studio le sue modelle per ritrarle in varie
posizioni, mentre entravano, si lavavano o uscivano da una vasca, pretendeva che si
muovessero e si comportassero come quando erano sole nella loro abitazione, e cioè
come se non ci fosse di fronte a loro il pittore, al fine di riuscire a cogliere la bellezza
essenziale dell’intimità quotidiana di una donna qualunque – non una ninfa o una
nobildonna.