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GUIDA RAPIDA

MARK V

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INTRODUZIONE
GUIDA RAPIDA MARK V Mark V non può essere considerato semplicemente un amplificatore. La sua realizzazione e la vasta collezione
di suoni a disposizione sono l’incarnazione di 40 anni di storia della casa produttrice californiana.
Mark V ha raccolto l’eredità della serie Mark consentendo, con la sua ricchezza tonale, di ripercorrere le
pagine più belle della serie omonima, vero marchio di fabbrica che ha reso celebre Mesa/Boogie nell’universo
chitarristico.
Tuttavia, oltre a famose citazioni che fanno rivivere i momenti più celebrati nella storia degli ampli high gain
(da Mark I a Mark IV, sono presenti tutti i tratti distintivi della storia Mark), l’ultimo di casa Mesa risulta un mix
di tradizione ed innovazione tecnologica, capace di ispirare i chitarristi del nuovo millennio facendo apprezzare
l’arte e la passione di Randall Smith, capace di offrire ancora una volta toni e sensazioni destinati a diventare
leggendari ed indimenticabili.

LA SERIE MARK “IN PILLOLE”


La serie Mark è il vero e proprio tratto distintivo dell’intera produzione Mesa/Boogie, iniziata con la celebre
modifica di un Fender Princeton (sostituzione di cono, trasformatore e circuito) nel lontano 1969 ad opera di
Randall Smith.

Mark I: combo da 60 o 100 watt con due canali (pulito + “high gain”) reso celebre da Carlos Santana che lo
utilizza per primo nella registrazione dell’album “Abraxas”. Le prime produzioni sono dissimili e molto vicine
all’idea di “custom made”.

Mark II: Importante per aver introdotto il cambio canale mediante pedale, la seconda serie è diversificata in vari
modelli:
- Mark IIA e Mark IIB: primi modelli della serie con la possibilità di alternare le 12AX7 al FETRON (FET
miniaturizzato utilizzato in luogo di una 12AX7) pensato per non incorrere nei problemi dettati dalla possibile
microfonicità delle valvole. Il B introduce per la prima volta il sistema “Simul-Class” (brevettato da Mesa)
che consiste nell’utilizzare nella sezione finale dell’ampli una coppia di finali in classe AB ed una in classe A,
fondendo il meglio dei due mondi (potenza, rapidità di risposta, efficienza nella gestione delle valvole).
- Mark IIC e Mark IIC+: i più conosciuti di questa versione. Il C migliora il riverbero rendendolo più silenzioso
mentre il C+ dona un canale lead più dinamico ed un loop effetti decisamente funzionale. Con questi nuovi
modelli è possibile utilizzare pedali davanti all’ampli senza sovraccaricare troppo il segnale in ingresso a
discapito del risultato sonoro.

Mark III: introduce il terzo canale (il crunch) e ben due footswitch di controllo.

Mark IV: grazie ai controlli indipendenti per i tre canali, ad eccetto di bass e treble, e altre numerose migliorie,
la resa sonora che ne consegue è inappuntabile. Viene utilizzato negli ‘80s da numerose band del calibro di
Metallica e Dream Theater per il suo suono tight e la iconica “V-shape” utilizzata sull’equalizzatore grafico per
scolpire e forgiare quello che ormai è noto come classic hard rock/metal sound.

LA STRUTTURA DEL MARK V

PANNELLO FRONTALE

Nonostante si possa rimanere sbalorditi, a prima vista, dalla quantità di controlli presenti sul front panel
dell’ampli, l’imbarazzo è solo nel ventaglio delle possibilità sonore e non nell’utilizzo del pannello frontale,
ordinato in maniera efficace ed ampiamente didascalico.
Ai tre canali dell’ampli corrispondono altrettanti moduli con controlli quasi identici per ognuno di essi.

Come è fatto un modulo (fig.1): i sei potenziometri utilizzati sono relativi al classico eq 3 band alti, medi,
bassi) e ai controlli di Master (volume di canale), gain e presence.
Ogni canale possiede tre voicing (voci/preset) opzionabile mediante il primo selettore a sinistra. Il secondo
selettore è relativo all’equalizzatore e permette di averlo sempre attivo, in bypass oppure richiamabile mediante
footswitch. L’ultimo dei tre switch incolonnati sul lato sinistro si occupa della funzione Multi-watt: ogni canale
può essere suonato indipendentemente a 10W (classe A single ended), 45W (classe A push-pull) oppure 90W
(Simul-Class).

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L’ultimo selettore posto al centro del modulo viene utilizzato

GUIDA RAPIDA MARK V


per determinare il “modo” del canale. Spesso le differenze di
selezione di quest’ultimo influenzano la quantità di gain o di
presenza impiegati.

L’equalizzatore: oltre al classico equalizzatore grafico a 5


bande da sempre presente sulla serie Mark, questa volta
nel modulo EQ vi sono altri controlli degni di nota. I tre
potenziometri contrassegnati con numeri 1-2-3 e riferiti ad ogni
fig. 1: modulo Mark V
canale consentono di scegliere indipendentemente
se, al richiamo dell’eq, si debba utilizzare quello a bande (sliders) oppure il preset già configurato dal
costruttore (pre-equalizzato). In quest’ultimo caso, sempre per ogni canale si potrà dosare con i potenziometri
posti sulla destra del modulo EQ l’intervento del preset (preset depth).

Output e Solo: l’output è il volume generale dell’ampli mentre il solo (entrambi funzionanti soltanto se
il loop effetti è attivo) è una sorta di boost per avere più volume quando si desidera uscire dal mix della
band. Ovviamente, la timbrica non viene alterata (come probabilmente avverrebbe con un boost a pedale o
quant’altro) ed il volume cresce. Il potenziometro “solo” (push-pull) permette di andare in “mute”, abilitando
anche la presa tuner presente sul rear panel (l’ideale per il live quando è necessario accordare il proprio
strumento in maniera discreta).

Full power/Variac power: nella seconda modalità, l’ampli lavora a circa metà della potenza.

Tips & tricks: per poter familiarizzare in tempo record con l’ampli, considerando l’analogia dei controlli
tra i vari moduli di ogni canale, ci si può in primis focalizzare su uno di questi esplorando ogni potenzialità
dello stesso per poter affrontare agevolmente le avventure sonore nei due restanti. Ogni voicing mostra
spesso differenze timbriche e di guadagno rispetto agli altri presenti sul medesimo canale. Questo potrebbe
comportare la necessità di cambiare l’equalizzazione/il wattaggio/il modo del canale ad ogni scelta di voicing
diverso per poter dare colore e delineare il suono che abbiamo partorito nella nostra mente.
Ogni canale è dunque un microcosmo da esplorare per estrapolare il risultato sonoro gradito e le possibilità
di “settaggio” sono innumerevoli.
L’equalizzatore grafico ed i preset possono essere chiamati in causa in un secondo step dopo aver scelto
wattaggio, voicing ed equalizzazione di canale.
Fatto ciò, questi possono essere utilizzati per correggere il tiro su quanto fatto oppure per creare qualcosa
di diverso dal suono base di canale (ad es. un taglio delle medie imponente con un V-shape) che magari
vogliamo richiamare dal footswitch in determinati momenti dell’esibizione per avere una soluzione in più.
Trovato il primo suono, possiamo passare con l’esperienza acquisita agli altri due canali decidendo se dare
un filo logico e tradizionale all’utilizzo degli altri canali (clean, crunch e lead) oppure trovando la miglior
soluzione alle proprie esigenze di live/studio/sperimentazione. In questo caso, il limite è solo nei nostri
orizzonti sonori perché nulla è impossibile (si pensi alla versatilità del controllo gain nella modalità high-gain
“extreme”).

PANNELLO POSTERIORE

Anche il pannello posteriore è dotato di una buona serie di controlli, tutti a favore del chitarrista, anche il più
esigente. Andiamo ad analizzare in breve le funzioni salienti:

Fuse: fusibile di tipo “slo-blo” a maggiore tolleranza termica.

Channel select/Loop assign: sono rispettivamente la selezione manuale del canale o mediante footswitch e
l’assegnazione manuale o mediante footswitch del loop.

External switching: uscite jack da inviare ad un Midi switcher per poter “midizzare” il Mark V. E’ possibile
controllare via Midi il cambio canale, la funzione Solo e l’intervento dell’eq (grafico/preset).

Loop effetti: è di tipo seriale e può essere bypassato completamente se lo desiderassimo. Il potenziometro
del send level permette di regolare la sensibilità dell’uscita del preamp per favorire l’ingresso del processore/
pedale che viene collegato nel loop.
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Reverb: regolabile mediante potenziometro singolarmente per ogni canale.
GUIDA RAPIDA MARK V
Pentodo/triodo: selettore funzionante solo sul terzo canale dell’ampli per poter offrire una ulteriore possibilità
sonora in ambito di suoni hi-gain. Il pentodo assicura un attacco molto presente e percussivo utile ad
enfatizzare la nostra capacità nello scandire ritmiche “al fulmicotone”.
Il “mode” triodo è il maggior alleato dello shredder che non resiste alla tentazione di correre sul manico
raggiungendo velocità supersoniche. In questa modalità, si privilegia la fluidità e la rotondità per rendere
distinguibile ogni nota anche a velocità da sequestro chitarra!

Diodi o valvole: sui canali 2 e 3 a 45W, è possibile scegliere la modalità di rettifica tra valvole o stato
solido (diodi). Quest’ultima, a volumi elevati, consente di sfruttare un maggior range dinamico evitando la
compressione del suono.
A 10W, la rettifica avviene automaticamente per mezzo delle valvole mentre a 90W, tramite diodi.

Tuner/Slave: presa per accordatore e uscita slave (per andare in un altro finale). Per l’uscita slave esiste anche
un controllo di output (slave level).

Fan: è possibile poter spegnere la ventola con l’apposito interruttore. È consigliabile tenerla sempre accesa
ma, in situazioni di recording, può essere comodo eliminare anche il minimo rumore di fondo provocato dalla
ventola.

EL34/6L6: interruttore per selezionare il giusto set di bias a seconda delle valvole utilizzate nella sezione finale
dell’ampli.

COME SUONA IL MARK V

Consapevoli di trovarvi davanti ad uno degli amplificatori con maggior ricchezza tonale e versatilità d’impiego,
qui in seguito troverete qualche indicazione da seguire sulla rotta alla ricerca del vostro sound.

Canale 1
E’ certamente il canale con meno gain e che privilegia suoni cristallini sino a dei leggeri crunch in ottica vintage/
blues.

Clean: molto ben bilanciato e derivato dai migliori puliti del Mark IV. Se lo si vuole sentir “clippare” naturalmente,
è consigliabile l’utilizzo a 10 o 45W. E’ certamente il voicing con più headroom a disposizione.

Fat: più corpo e più basse rispetto al clean. Viene definito il suono più “blackface” dell’intero set-up in quanto è
ricco di basse e medie frequenze e certamente regala più enfasi sulle armoniche. Il sustain cresce e può tornar
utile anche per dei soli.

Tweed: tipicamente vintage con una leggera distorsione, evidenzia un boost sulle frequenze medie. Con il gain
molto alto, è consigliabile ridurre le basse per ottenere una maggior trasparenza nell’esecuzione. È il ponte tra
il primo e il secondo canale e tende una mano agli amanti del rock classico.

Canale 2
Emerge come il canale più versatile dell’ampli grazie, soprattutto, al controllo del guadagno decisamente
sensibile ad ogni variazione.

Edge: è il meno distorto tra i voicing del secondo canale. Il range dinamico è molto ampio, soprattutto grazie
alle basse frequenze più tight e molto ben controllabili.

Crunch: è uno dei mode inediti venuto alla luce con la progettazione di Mark V. In questo caso, le basse sono
molto corpose e la distorsione più presente ed incisiva. Consigliato l’utilizzo a 45 watt (classe A push-pull) per
ottenere il meglio.

Mark I: questa è la voce più carica di gain del canale e dà diritto allo stesso di non figurare solamente come
un rhythm channel, facendolo risultare anche un’ottima soluzione per l’approccio al solo. Sound vagamente
settantiano (si pensi ad Abraxas di Santana) con ottimo livello di saturazione ed imponenza combinata ad una
sorprendente fluidità per favorire l’esecuzione. All’interno di questo modo è possibile scegliere se vogliamo:
-Mark I Normal: treble più presenti e suono brillante in stile simil-blackface.
-Mark I Thick: suono di stampo British con gain aggiunto.

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Canale 3

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Questo è il canale high-gain per definizione, capace di offrire ogni soluzione per gli amanti di hard rock/heavy
metal. In alternativa, la sua versatilità lo rende idoneo anche per coloro che amano suoni più “scarichi” di
guadagno per rimanere in territori classic rock ed affini.

Mark IIC+: è il lead mode del celebrato Mark IIC+, capace di distinguersi per la sua distorsione corrosiva e ricca
di armoniche. Vista la ricchezza di frequenze medio-alte, è consigliabile, se necessario, attenuare presence e
treble per ottenere un suono comunque definito nonostante la sua aggressività. Rispetto all’originale modello
omonimo, è stata apportata una miglioria costruttiva per poter ottenere un attacco più veloce e d’impatto.

Mark IV: il sound è decisamente ampio e privilegia la potenza ed il feeling grazie alla presenza delle frequenze
medie. Grazie al suo equilibrio nell’equalizzazione generale, il richiamo dell’eq grafico può essere il giusto
modo per scoprire nuovi territori inesplorati e dare forma al nostro ego sonoro.

Extreme: il punto di partenza è il sound del Mark IV ma per questa nuova voce creata da Mesa l’intento è volto
a consentire maggior spessore e violenza rispetto al predecessore. In questa modalità, la power section del
vostro ampli viene sollecitata al massimo per darvi potenza saturazione ed attacco.

Normal/Bright: merita attenzione la presenza inusuale di un controllo bright su un canale distorto. Con lo
switch su normal si ha una soluzione meno brillante e con riduzione di “buzz” per favorire gli strumenti
con single coil oppure particolarmente rumorosi. Con il bright mode inserito, vi sarà invece un’aggiunta
cospicua di armoniche che darà l’impressione di aver aggiunto guadagno e aggressività al proprio suono.

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