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ADAMO ROSSI E L’ORGANO DELLA CHIESA DI S.

BARTOLOMEO IN
SOLOMEO

L’organaro perugino Adamo Rossi é senza dubbio una delle figure meno conosciute ed al tempo
stesso più interessanti della storia organaria umbra, il limitato numero di lavori e lo stato spesso
lacunoso di quelli a noi giunti non impediscono una valutazione più che positiva del contributo dato
alla nobile e misconosciuta arte di costruire organi a canne.
Adamo Rossi, detto Adamino forse a causa della statura o della corporatura minuta, nacque nel
1753 in una località imprecisata, probabilmente del perugino, da Sante Rossi e dal 1777 abitò a
Perugia nella Parrocchia di Santa Maria di Colle. In quell’anno divenne organista della Basilica di
S.Pietro a Perugia mentre era maestro di cappella il celebre Francesco Zanetti ricoprendo tale
incarico fino al 1842 data in cui lasciò il posto al figlio Francesco. In quegli anni era organaro
stipendiato dalla Basilica il celebre Francesco Fedeli dal quale il nostro apprese probabilmente i
primi rudimenti dell’arte che avrebbe esercitato negli anni successivi. Le due attività furono svolte
da Adamo Rossi per tutta la vita e due dei figli si sono in seguito divise le mansioni paterne
succedendogli a S. Pietro nella mansione di organista ed alla Cattedrale di S.Lorenzo in quella di
organaro.
Questa doppia attività di organista ed organaro influì in maniera rilevante nelle scelte estetiche di
Adamo Rossi ponendolo di fronte alla necessità di soddisfare le nuove esigenze musicali sia
nell’una che nell’altra veste acquisendo in questo modo una più approfondita visione del problema
rispetto agli altri organari. Nel 1785 aveva realizzato quello che viene considerato il suo capolavoro,
l’organo per la chiesa degli Olivetani a Perugia che in seguito venne ceduto alla Parrocchiale di
Solomeo dove é tuttora conservato. Negli anni successivi oltre a vari lavori di manutenzione e di
costruzione di nuovi strumenti nelle chiese di Umbertide e Gubbio soggette al convento benedettino
di S.Pietro divenne accordatore e manutentore degli organi della Basilica Benedettina di S.Pietro a
Perugia in sostituzione dell’oramai vecchio Francesco Fedeli ed affiancando questa nuova mansione
a quella di organista che come già detto ricoprì per tutta la vita (sul basamento della cassa
dell’organo grande della basilica é ancora visibile il suo nome accuratamente graffito in caratteri
maiuscoli e racchiuso da una semplice riquadratura).
Adamo Rossi morì nella abitazione di proprietà del Capitolo della Cattedrale di S.Lorenzo al n.128
di Via Papale (oggi Corso Cavour) il 23 Febbraio del 1843 e fu sepolto nella Chiesa di S.Maria di
Colle (oggi Auditoriom Marianum) dove purtroppo né una pietra tombale né una lapide lo ricordano
ai suoi concittadini.
Le caratteristiche estetiche dell’opera di Rossi sono riconducibili ad un primo esame alle tradizioni
della scuola umbro-marchigiana ed alla dinastia dei Fedeli in particolare, anche in relazione allo
stretto rapporto avuto con Francesco Fedeli, ma se ne discostano per alcuni particolari che meritano
di essere approfonditi. Nell’opera dei Fedeli appare piuttosto raramente il Flauto Traversiere di 8’
che invece é quasi una costante nei lavori di Adamo Rossi che lo costruisce sia a cuspide che a
camino prediligendo comunque quest’ultima foggia e giungendo a realizzarlo con la calotta saldata
secondo una prassi pressochè inedita nella scuola umbro-marchigiana. Un altro elemento particolare
sono le ancie che non seguono affatto i modelli usati dai Fedeli adottando invece le tube coniche e
doppio coniche (fusiformi) usate da Sebastiano Vici di Montecarotto ed in seguito dal suo discepolo
Angelo Morettini.
L’organo di Solomeo (vedi disposizione fonica in calce) é sicuramente lo strumento più grande ed il
meglio conservato fra quelli pervenutici di Adamo Rossi non avendo subito interventi rilevanti di
restauro o ammodernamento come é purtroppo accaduto in altri casi, tale fortunata circostanza
permette oggi di analizzare nei dettagli l’opera di questo artigiano-artista le cui particolarità
costruttive meritano di essere evidenziate. In questo stupendo strumento merita di essere segnalata,
oltre al già menzionato Traversiere con canne a camino, la presenza di due Flauti di 4’ (il primo si
estende per tutta la tastiera utilizzando per le prime otto note le canne dell’Ottava ed é denominato
Flautino, il secondo di taglia più stretta é limitato ai soli soprani viene chiamato Ottavino) e di due
registri in dodicesima (la Duodecima con canne di taglio del Principale estesa per tutta la tastiera ed
il Nasardo con canne a cuspide limitato ai soli soprani) caratteristica del tutto inconsueta nella
scuola umbro-marchigiana alla quale lo strumento, basato su un Principale di 8’ dalla taglia
piuttosto stretta, si ispira in maniera piuttosto fedele adottando un ripieno esteso fino alla XXIX le
cui file adottano le misure dell’Ottava inferiori di circa due semitoni rispetto a quelle del
Principale.Fra i registri di “concerto” oltre al Flautino, Ottavino e Nasardo già menzionati possiamo
trovare la Cornetta cara ai Fedeli, la classica Voce Umana (stranamente iniziante dal re3 nonostante
la spezzatura fra bassi e soprani sia localizzata fra il do3 ed il do#’) intonata crescente e due mezzi
registri ad ancia con tube in stagno posti in facciata di fronte alle canne del Principale e
precisamente l’Arpone bassi con tube fusiformi e la Tromba soprani con tube coniche.
Le peculiarità riscontrate nell’opera di Adamo Rossi possono essere giustificate dai rapporti avuti
con altre scuole organarie tramite gli strumenti dei quali é stato via via curatore, come gli organi di
S.Pietro a Gubbio costruiti da Vincenzo Fulgenzi (il nome completo dell’organaro, di origine
parigina, era Vincenzo di Beltramo di Fulgenzio Quemar) e da Giovanni Billori di Tolosa allievo di
Guglielmo Hermans, l’organo Nuovo di S.Pietro a Perugia costruito nel 1615 da Dionigi da
Cortona che all’epoca del nostro presentava caratteristiche del tutto inconsuete all’organaria italiana
quali la Sesquialtera ed il Cornetto e lo strumento di Luca Neri da Leonessa (Rieti) della Basilica di
S.Domenico di Perugia. Tali contatti con estetiche così diverse hanno certamente influenzato
positivamente Adamo Rossi permettendogli di conoscere molto pur muovendosi poco, cosa della
quale certamente seppe fare tesoro apprezzando come organista ed imitando come organaro.

Eugenio Becchetti
Organo costruito da Adamo Rossi perugino per la chiesa parrocchiale di Solomeo

Tastiera di 47 tasti in bosso e pero placcato in ebano Do1 Re5 con prima ottava corta
Pedaliera a leggio di 12 pedali con prima ottava corta
Spezzatura bassi-soprani fra Do3 e Do#3

Registri a pomello a tiro in legno di bosso posti in doppia fila su tavola di registrazione adestra della
tastiera, cartellini a stampa originali
Corista attuale prossimo a La 440 Hz

Disposizione fonica

Principale bassi Arpone bassi


Principale soprani Tromba soprani
Ottava Voce Umana
Duodecima Traversiere soprani (8’)
Decimaquinta Flautino (4’)
Decimanona Ottavino soprani (4’)
Vigesimaseconda Nasardo soprani (2’2/3)
Vigesimasesta Cornetto soprani (1’3/5)
Vigesimanona Contrabbasso e ottava (sempre inserito)

Tiratutti a manovella dall’Ottava


Un mantice a cuneo alimentato da due pompe sottostanti
Scritta sul frontalino della tastiera:
“ADAMUS.ROSSI.PERUSIA.FECIT. ANNO MDCCLXXXXI”

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