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NUOVA BATTAGLIA SKY MEDIASET: UN SOLO VINCITORE

Vi è una lotta intestina in Italia, una lotta fatta a colpa di spot e decreti leggi. I due combattenti si
stanno preparando allo scontro che potrebbe essere decisivo per decretare il vincitore. Da una parte
delle barricate c'è Sky, il colosso televisivo satellitare di Rupert Mardoch, dall'altra Mediaset, con la
sua logora tecnologia digitale ma con grossi aiuti provenienti dal governo. A rimetterci sempre e
comunque saranno i cittadini. A rischio oltre tremila posti di lavoro solo a Sky, che implicherebbe
poi un effetto domino che affosserebbe altri mille e cinquecento posti.
Dati preoccupanti, soprattutto in un momento come questo dove gli sforzi governativi dovrebbero
essere indirizzati al risolvere i problemi di occupazione, non a crearne altri. Il centro nevralgicodella
battaglia è l'ultimo attacco a Sky degli esponenti governativi del Pdl, con un decreto legge che
dovrebbe essere approvato nelle prime settimane del 2010. Questo prende spunto da una direttiva
UE in materia di telecomunicazioni. L'azione del governo prevede una riduzione dell'affollamento
pubblicitario nelle reti satellitari dal 18 al 12 per cento, ovvero in ogni ora di trasmissione verranno
concessi al massimo 7,2 minuti anziché 10.8, con una consistente perdita di guadagni. Il tetto per le
reti generaliste invece si alzerebbe dal 18 al 20 per cento. Questa bozza di decreto andrebbe quindi
in contrasto con la direttiva europea che ha deciso che i paesi membri debbono autoregolamentarsi e
che prevede un tetto massimo del 20% di affollamento pubblicitario nelle rete generaliste e che non
tratta minimamente il tema pubblicità nelle pay tv. In Italia si avrebbe solo un benificiario quindi e
questo benificiario sarebbe lo stesso Presidente del Consiglio. Chi l'avrebbe mai detto.
Ma non solo questo punto è inserito nel decreto governativo. L'aspetto che preoccupa più il gruppo
di Murdoch è il passaggio di consegne per l'autorizzazione a trasmette nuovi canali televisivi via
satellite da Agcom al Ministero delle Telecomunicazioni. Questo amplierebbe di molto il tempo
necessario per la messa in onda, almeno in Italia, di nuove frequenze televisive, che per la tv via
satellite sono illimitati. Fino ad oggi infatti l'autorizzazione per ogni nuova messa in onda era
obbligata ad arrivare entro 24 ore, cosa che sarebbe impossibile se si cambiasse il controllore.
I danni sarebbero copiosi per l'azienda satellitare e lo squalo sarebbe in trappola. Dagli uffici
dirigenziali si vocifera che Murdoch sarebbe intenzionato, qualora il decreto venisse approvato, a
disinvestire nel nostro paese e a piedi rimarrebbero appunto quasi tremila persone, tra tecnici,
giornalisti e personale vario. I danni poi riguarderebbero anche i gruppi Sit-com, Disney,
DeAgostini, Rcs e Fox che con Sky hanno interessi notevoli. Anche loro sarebbero quindi costretti a
limitare la loro forza lavoro. Se questo scenario si materializzasse anche la Rai indirettamente
verrebbe danneggiata, in quanto sarebbe vincolata ai tetti pubblicitari oggi esistenti. La pubblicità
infatti si trasferirebbe in massa dove c'è maggiore spazio e maggiore visibilità. E dove se no nelle
reti Mediaset? E tutto questo alla faccia del conflitto di interessi. Ma questa è un'altra storia, la
stessa storia.

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