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Zerobubbole – 2/297
Zerobubbole
Critica tecnica
del video "Zero"
Testo originale © 2007-2008 by Paolo Attivissimo. Copertina © 2007-2008 by ZeusBlue. Some rights
reserved (alcuni diritti riservati).
Quest'opera è distribuita secondo licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5
Italia,1 con una clausola supplementare. In sintesi: chiunque è libero di riprodurre, distribuire, co-
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Quest'opera si avvale del diritto di citazione a scopo accademico e di critica previsto dall'Articolo
10 della Convenzione di Berna sul diritto d'autore.
1 I dettagli legali di questa licenza di distribuzione sono disponibili in italiano presso http://creativecommons.org/licenses/by-
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Indice
Introduzione....................................................................................10
La critica in sintesi...........................................................................14
Note tecniche...................................................................................19
L'attentato al Pentagono.......................................................................................134
Geografia dei luoghi............................................................................................................................................135
(L) 35. L'intero Pentagono crolla un'ora dopo............................................................................................136
(L) 36. Mancano i rottami sul prato................................................................................................................137
(L) 37. Il foro troppo piccolo...............................................................................................................................139
(L) 38. Le finestre stranamente intatte..........................................................................................................140
(L) 39. L'aereo "gassificato".................................................................................................................................141
(L) 40. La carlinga integra...................................................................................................................................142
(L) 41. L'aereo è entrato e uscito da tre anelli.............................................................................................143
(L) 42. Mancano i fori dei motori.....................................................................................................................144
(L) 43. Mancano i segni delle ali......................................................................................................................145
(L) 44. Le foto dei rottami comparse solo in seguito..............................................................................146
(L) 45. L'aereo ha chiuso le ali come una libellula....................................................................................148
(L) 46. Ancora il foro troppo piccolo..............................................................................................................149
La dichiarazione del colonnello Nelson..................................................................................................150
(L) 47. Il generale Arnold mandò un pilota a vedere................................................................................151
Il generale scagionato....................................................................................................................................151
La fonte della dichiarazione di Arnold.....................................................................................................151
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(L) 93. Moni Ovadia: al-Qaeda fu fondata da bin Laden nel 1989. Jürgen Elsässer: non esiste
alcuna organizzazione di nome al-Qaeda.......................................................................................243
(L) 94. "Al-Qaeda" è un termine inventato dalla CIA per indicare un database di mujaheddin
addestrati e reclutati dalla CIA stessa...............................................................................................244
(L) 95. Visti facili per i terroristi (prima parte)............................................................................................246
(L) 96. Cinque dei terroristi dell'11/9 avevano lavorato per al-Qaeda in Bosnia...........................247
(L) SCENA TAGLIATA: La CIA offrì soldi ad al-Zawahiri............................................................................249
Le affermazioni attribuite a Bodansky....................................................................................................250
(L) SCENA TAGLIATA: Al-Zawahiri in tournée negli USA.........................................................................253
(L) 97. Visti facili per i terroristi (seconda parte)........................................................................................254
(L) 98. Terroristi dell'11/9 addestrati presso basi militari USA..............................................................255
(L) 99. Dirottatori piloti incapaci: Atta non riuscì a far decollare un aereo a noleggio..............256
(L) 100. Dirottatori piloti incapaci: parla il loro istruttore.......................................................................257
Le competenze di pilotaggio dei dirottatori piloti............................................................................258
Appendici.......................................................................................281
Intervista a Johnelle Bryant..................................................................................282
Atta e al-Shehhi abbandonano un Piper.............................................................288
Lettera aperta di Kevin Ryan al NIST...................................................................290
Testimonianza di William Rodriguez al NIST......................................................292
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Introduzione
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Figura 1. La pagina iniziale del sito ufficiale Zerofilm.info, acquisita il 10 agosto 2008.
Perché "Zerobubbole"?
A qualcuno potrà sembrare poco rispettoso usare il termine "bubbola" nella discussione di una tra-
gedia come l'11 settembre. Ma qui non è in discussione la tragedia: è in discussione quello che
gli autori di Zero affermano intorno a quella tragedia. Sono loro a raccontarla per cartoni anima-
ti; loro a inventare prove inesistenti; loro a usare come esperti persone che dichiarano di credere
agli UFO o di parlare con l'aldilà via computer, come documentato in quest'analisi.
Per cui a nostro avviso usare il termine "bubbole" per descrivere le affermazioni di Zero è già fin
troppo blando. Al tempo stesso, qualsiasi termine più forte conferirebbe alle posizioni di Zero una
dignità che non si meritano.
Ringraziamenti
Il gruppo Undicisettembre desidera ringraziare:
! ZeusBlue per aver contribuito massicciamente alla trascrizione dei dialoghi;
! Roberto e Sabrina per il supporto logistico;
! Gli autori di Screwloosechange e di tanti altri siti di debunking, che hanno offerto di condivi-
dere il proprio materiale liberamente;
! e i tanti che, spesso con preghiera di anonimato, hanno contribuito a questo lavoro e all'in-
tera indagine sull'11/9 e sulle teorie cospirazioniste, animati non da un budget da mezzo mi-
lione di euro, ma dall'obbligo morale di arginare il delirio di fandonie e la vendita di paccot-
tiglia sulla pelle di coloro che sono morti in una delle tragedie più scioccanti della storia re-
cente.
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La critica in sintesi
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Problemi di metodo
Questa analisi critica di Zero documenta alcuni problemi di fondo che gettano dubbi sul rigore ge-
nerale dell'inchiesta e sulla correttezza del metodo di esposizione dei suoi autori:
! Mancano completamente gli esperti competenti: nessuno degli intervistati sostenitori di
ipotesi cospirazioniste è esperto nelle materie di cui parla.
! Le teorie esposte sono in gran parte le stesse già viste in altri video e da tempo smentite,
spesso addirittura dagli stessi complottisti.
! Molti spezzoni sono copiati da altri video complottisti, ripetendone anche gli errori.
! Alcune immagini sono state truccate accelerandole per renderle impossibili o rimontate in
modo ingannevole.
! Gli autori si sono inventati le difese antiaereo del Pentagono, ricorrendo ad un'animazione
che sembra presa di peso dai cartoni animati giapponesi.
! Sono stati omessi tutti i testimoni che confermano l'impatto del Volo 77 al Pentagono.
! Non c'è alcun riferimento al Volo 93 caduto in Pennsylvania.
! L'intera questione dell'Edificio 7 del World Trade Center, dichiarata da Giulietto Chiesa più
volte come una delle principali prove, è liquidata in pochi secondi come se fosse irrilevante.
! Dario Fo si fa beffe dei passeggeri morti a bordo degli aerei e degli ingegneri del World Tra-
de Center, uno dei quali è perito nel crollo delle Torri Gemelle.
! Il foro al Pentagono è dichiarato largo "cinque metri", eppure il video stesso mostra, per po-
chi fotogrammi, una delle immagini che presentano lo squarcio intero: quello largo 35 me-
tri.
! Il video presenta ricostruzioni degli eventi che si contraddicono a vicenda e chiede allo
spettatore di trattarle tutte come verità. Ma se si contraddicono, non possono essere tutte
vere.
! La stragrande maggioranza delle persone intervistate non è testimone diretto degli eventi
che descrive, ma riferisce cose dette da altri. Una scelta curiosa, per un'inchiesta che asseri-
sce di voler "ripartire da zero". Gli unici testimoni diretti in tutto il video sono Brian Clark,
Louie Cacchioli e William Rodriguez.
L'aver lasciato tutte queste prove fa dell'organizzatore dell'azione top secret un vero Clouseau del
complotto: e chi sostiene l'esistenza di queste "prove" si trova ad affermare che gli organizzatori
della cospirazione sono al tempo stesso abilissimi geni del crimine, capaci di costruire una cospira-
zione complicatissima ed assicurarsi la perfetta, assoluta, ermetica omertà di tutti i complici, e pa-
sticcioni che sbagliano aspetti fondamentali del loro piano, lasciando così tracce vistose della pro-
pria opera.
Le teorie presentate da Zero seguono questo copione. Per esempio, secondo queste teorie, gli or-
ganizzatori del complotto avrebbero creato una complicatissima messinscena, minando di nasco-
sto, piano per piano, due torri di centodieci piani e un grattacielo di quarantasette piani, creando
identità false per i dirottatori, sostituendo un aereo di linea con un missile o un aereo militare, sba-
razzandosi dei passeggeri, truccando i tracciati radar e zittendo i controllori di volo, ma:
! avrebbero lasciato che le persone da loro identificate come i dirottatori morti negli attenta-
ti ricomparissero disinvoltamente vive poco dopo;
! per far credere che un aereo largo 38 metri ha colpito il Pentagono, avrebbero praticato
nell'edificio un foro di cinque metri usando qualcos'altro, sperando che nessuno se ne ac-
corgesse;
! avrebbero inventato, per i dirottatori, una falsa identità che li dipinge come veri cialtroni
dell'aria, invece di crearne una più plausibile nella quale sono piloti provetti;
! avrebbero fatto compiere agli aerei di linea dirottati manovre impossibili per degli aerei di
quella stazza, sperando che nessun pilota si accorgesse della cosa;
! avrebbero usato due aerei di linea al World Trade Center, un aereo di linea in Pennsylvania,
ma al Pentagono, tanto per cambiare un po', avrebbero usato un missile o un caccia, spe-
rando ovviamente che nessuno passasse di lì con una fotocamera o una telecamera e si ac-
corgesse della leggera differenza di forma e dimensioni che passa fra un missile, un aereo
di linea e un caccia.
1 http://www.megachip.info/modules.php?artid=1927&name=Sections&op=viewarticle.
2 The Men Who Stare at Goats, Jon Ronson, Channel 4 (2004); http://www.stubblebinefamily.com/content/gen_albert.html;
http://undicisettembre.blogspot.com/2008/07/albert-stubblebine-lesperto-militare-di.html.
3 http://undicisettembre.blogspot.com/2006/09/le-chicche-di-steven-jones.html.
4 Nel documento "Behold my Hands: Evidence for Christ's Visit in Ancient America".
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5 Nel suo libro Parapsychology, Philosophy, and Spirituality: A Postmodern Exploration, SUNY Press, 1997.
6 Nel suo libro Warpaint of the Gods (http://www.warpaintofthegods.com/).
7 Russell Disavows American Ex_Aide, New York Times, 10 dicembre 1969: "Bertrand Russell issued a statement here tonight
repudiating any connection with his former secretary, Ralph Schoenman, or knowledge of his activities"; Private Memorandum
Concerning Ralph Schoenman, di Bertrand Russell, pubblicato in The Life of Bertrand Russell, di Ronald W. Clark, Alfred A. Knopf,
New York, 1976, pag. 640–651, e disponibile anche presso
http://karws.gso.uri.edu/JFK/the_critics/Russell/Private_memorandum_of_Russell.html: "...he was playing fast and loose with
funds obtained on the ground that they were to be used for my work for peace... I have found it necessary to prepare a public
statement of repudiation, since I must, if possible, dissociate myself and my wife from all Ralph’s actions in the minds of all men who
will listen...Ralph must be well established in megalomania".
8 Consultabile anche via Internet presso il sito dell'autore (http://takingaimradio.com/hhz/index.htm).
9 9/11 Conspiracy Theorists Gather in N.Y., di Ellen Barry, Los Angeles Times, 10 settembre 2006, consultabile presso
http://fairuse.100webcustomers.com/fairenough/latimes408.html: "There was radio host and activist Ralph Schoenman, who,
during the course of a dizzying two-hour speech Friday, said that "not only was Mohamed Atta monitored by Mossad and the CIA,
but he was being run by German intelligence," and that Hurricane Katrina "had been on the drawing board for years" as a way to
"de-concentrate population" in inner cities".
10 http://paulstott.typepad.com/911cultwatch/2007/11/webster-griff-1.html#more: "Whilst most people associate the 1999 US attack
on Serbia with Bill Clinton, to WTG this was ordered by Al Gore, to impress Prince Charles!" Londra, novembre 2007.
11 Panoptikum des Absurden, di Dominik Cziesche, Jürgen Dahlkamp, Ulrich Fichtner, Ulrich Jaeger, Gunther Latsch, Gisela Leske,
Max F. Ruppert, in Der Spiegel, settembre 2003 (http://wissen.spiegel.de/wissen/dokument/dokument.html?id=28530325).
12 http://www.dailymail.co.uk/pages/live/articles/news/news.html?in_article_id=474364&in_page_id=1770.
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Mancanza di documentazione
Un altro aspetto fondamentale e altamente criticabile di Zero dal punto di vista metodologico è il
fatto che il video non fornisce fonti per le proprie affermazioni, neanche quando potrebbe farlo
con estrema facilità, per esempio tramite i sottotitoli.
Zero è sostanzialmente una serie di interviste a persone di dubbia serietà e di nessuna competen-
za tecnica che riferiscono, a modo loro, quello che altri avrebbero detto, scritto o fatto. E questo av-
viene anche quando le fonti originali sarebbero facilmente presentabili, per esempio perché si trat-
ta di citazioni di articoli e libri. Perché Zero ricorre ai sunti fatti da altri, invece di mostrare le fonti
dirette e dare allo spettatore la libertà di accedervi per valutarle senza l'interposizione di filtri?
Errore sistematico
Sottolineare ogni errore dei complottisti può sembrare una forma di accanimento, ma è necessario
per dimostrare due concetti importanti nell'analisi del cospirazionismo di qualsiasi genere.
Infatti si può essere tentati di perdonare gli errori minori dei complottisti, perché capita a tut-
ti di sbagliare. Ma non capita a tutti di sbagliare sistematicamente a favore delle proprie tesi.
Come potrete osservare in quest'analisi di Zero e in quelle di altri libri e video che presentano ipo-
tesi alternative su vari temi, dallo sbarco sulla Luna all'omicidio Kennedy, ogni volta che i complot-
tisti citano un dato che risulta poi essere errato se lo si controlla, non sbagliano mai nel senso che
danneggerebbe la loro teoria di complotto prediletta.
Quando gli errori seguono questa tendenza sbilanciata, non si possono più attribuire a semplici in-
ciampi, ma è chiaro che c'è all'opera una distorsione metodologica di base oppure, nel peggiore
dei casi, la malafede. In ogni caso, l'attenuante dell'errore di distrazione non è invocabile.
Non solo: i complottisti non ammettono e non correggono quasi mai i propri errori, special-
mente se sono vantaggiosi, mentre il metodo scientifico d'indagine fa tesoro dei propri sbagli,
non li nasconde e ritiene indispensabile la loro correzione nell'ambito di un processo che porta
progressivamente, per selezione darwiniana, alla ricostruzione più coerente e corretta degli eventi.
Queste, al di là dei dettagli nei quali è facile perdersi, sono le principali caratteristiche che distin-
guono un'indagine rigorosa da un approccio preconcetto, nel quale si è già deciso chi è il colpevo-
le e si ritagliano i dati per farli calzare al verdetto predefinito.
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Note tecniche
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Versione di riferimento
Questo documento si riferisce alla versione distribuita su DVD ad aprile 2008. Dialoghi e titoli di
Zero sono stati trascritti senza correggere gli errori presenti negli originali. Gli autori di Zero non
hanno fornito alcun supporto (si veda anzi l'Avvertenza di copyright più avanti).
Avvertenza di copyright
Questo documento non cita integralmente i dialoghi di Zero per ragioni di diritto d'autore. Ri-
corre invece a dei sunti e include citazioni letterali solo occasionali, strettamente nei limiti con-
cessi dal diritto di critica e di citazione.
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I produttori di Zero ci hanno infatti espresso formalmente la loro contrarietà alla pubblicazione in-
tegrale dei dialoghi contenuti nel video. Riteniamo che tale pubblicazione rientri nel diritto di criti-
ca, perché è oggettivamente difficile commentare e criticare per intero qualcosa che non si può ci-
tare per intero, ma non desideriamo alimentare questo tipo di polemica.
Comprendiamo che questa limitazione comporta un approccio meno trasparente e una lettura più
disagevole e ce ne scusiamo con i lettori, anche se chiaramente si tratta di un problema che non
dipende da noi.
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Pre-sigla
Prima che inizino i titoli, Zero presenta la telefonata di una persona condannata a morire nel rogo
delle Torri Gemelle, facendola riascoltare fino al momento della morte. O almeno così sembra: ma
un esame dei fatti rivela che la telefonata è stata manipolata.
Il risultato di questa scelta è un clima emotivamente devastante, che coinvolge visceralmente lo
spettatore e gli rende difficile ragionare sulle affermazioni successive riguardanti Osama bin Laden,
prima dei titoli, e su quanto verrà detto in seguito nel resto del video.
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VITTIMA: Qui non c'è ancora nessuno, e tutto il piano è invaso dalle fiamme. Siamo qui, e
non riusciamo a respirare... fa molto, molto, molto caldo
Questa descrizione delle terribili condizioni ai piani in fiamme delle Torri Gemelle è molto impor-
tante per quello che affermerà in seguito Zero.
CENTRALINISTA: Okay!
CENTRALINISTA: No no no...
In originale, come si può sentire dall'audio di Zero, la centralinista non dice affatto "tenga duro,
chiederò a qualcuno". Dice "Say your prayers", ossia "Reciti le sue preghiere".
Perché Zero si prende queste libertà gratuite con la traduzione?
VITTIMA: Morirò...
CENTRALINISTA: No, pensi positivo... deve aiutare gli altri ad andare via di lì.
VITTIMA: Aiuto!
Zero non lo specifica, ma la vittima è Melissa Doi1 (Figura 3), intrappolata all'83° piano della Torre
Sud, dove lavorava per la IQ Financial Systems, Suite 8300. Aveva 32 anni. La registrazione proviene
dagli atti del processo Moussaoui.2
Shock emotivo
Lasciando da parte per un momento la commozione che suscita que-
sta atroce rappresentazione della morte in diretta, occorre porsi una
domanda: cosa c'entra questa testimonianza con l'intento di Zero,
che è dimostrare la presunta falsità della versione comunemente accet-
tata degli eventi?
Non c'entra nulla. L'unica spiegazione plausibile per l'uso di questo
spezzone è l'intento strumentale: creare appunto un clima emotiva-
mente scioccante, per coinvolgere lo spettatore e rendergli difficile ra- Figura 3. Melissa Doi,
gionare su quanto gli verrà suggerito in seguito. vittima degli attentati al
World Trade Center.
Rimontaggio ingannevole
Se non ci facciamo distrarre dalla commozione e andiamo a cercare informazioni, scopriamo che la
telefonata è stata rimontata in modo ingannevole per aumentarne l'impatto emotivo.
La telefonata originale non è affatto interrotta drammaticamente dal crollo dell'edificio, come
invece fa sembrare Zero, ma anzi prosegue per circa 20 minuti. Le grida di aiuto di Melissa Doi, che
in Zero sembrano pronunciate mentre la Torre Sud si distrugge, sono invece rivolte ai pompieri che
le sembra di aver sentito: infatti in Zero è stata tagliata la parte in cui la Doi dice "Wait! Wait! We
hear voices! HELLO! HELP! HEEEELP!" ("Aspettate! Aspettate! Sentiamo delle voci! EHI! AIUTO! AIUTOO!").
Inoltre Melissa Doi, secondo un elenco delle vittime,3 riuscì a scendere per 40 piani, fino al 44°, dal
quale avrebbe chiamato sua madre con un cellulare, ma risulta perita nel crollo della torre.
Un quadro ben diverso dalla morte in diretta presentata crudamente da Zero, e un inizio davvero
esemplare per un video che pretende di dimostrare la falsità della versione ufficiale.
1 http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/5259224.stm.
2 Audio disponibile presso http://llnwstatic.viacomlocalnetworks.com/wcbs/docs/911a/01_Moussaoui_Trial_Calls.mp3;
trascrizione disponibile presso http://www.answers.com/topic/9-11-dispatcher-transcript.
3 http://worldtradeaftermath.com/wta/okay/melissa_doi.asp.
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Manipolazione sonora
Dopo le parole rimontate ad arte di Melissa Doi, Zero offre subito un altro esempio di trucco di
montaggio. Il rumore che (in Zero) interrompe la telefonata è quello di un'esplosione, non di un crol-
lo. Un espediente che suggerisce in modo subliminale una delle tesi cospirazioniste che verrà pre-
sentata in seguito: la distruzione delle Torri Gemelle tramite esplosivi.
Melissa Doi dice che scotta tutto, ma Zero dirà che gli incendi erano modesti
La drammatica testimonianza di Melissa Doi stride con le successive affermazioni di Zero, secondo
le quali le temperature degli incendi non erano affatto elevate e gli incendi erano modesti. Eppure
qui ci viene presentata la terribile testimonianza di una donna che grida che si sente bruciare: "fa
molto, molto, molto caldo". E poi: "Fa caldissimo, sto bruciando".
Non solo: ascoltando la parte tagliata da Zero, si scopre inoltre che la Doi dice che non vede fiam-
me, eppure il pavimento scotta dappertutto ("It's very hot everywhere on the floor").
Riflettiamo un attimo. Ogni solaio del World Trade Center era una struttura di travi e lamiera d'ac-
ciaio, sulla quale vi era una gettata di 10 cm di calcestruzzo. Ci vuole un incendio non trascurabile
per far scottare un pavimento del genere due piani più in alto rispetto al centro dell'impatto, avvenu-
to all'81° piano.4
Inoltre la telefonata della Doi inizia alle 9:17, ossia 14 minuti dopo l'impatto, 5 e prosegue appunto
per 20 minuti, nei quali la donna descrive fumo ovunque e calore intensissimo. Dunque non si può
neppure argomentare che l'incendio si è esaurito rapidamente.
Eppure Zero sosterrà, nonostante le grida di Melissa Doi, che gli incendi avevano "temperature non
certo elevatissime" ed erano "a corto di ossigeno".
E' soltanto la prima delle tante contraddizioni che compaiono in questo video.
4 L'83° piano, dove si trovava la Doi, fu colpito dalla parte esterna dell'ala destra, priva di carburante e di scarso potere
penetrante.
5 http://www.nysun.com/article/38055.
Zerobubbole – 27/297
Una sequenza di immagini, tratte da giornali e telegiornali, mostra Osama bin Laden e
gli attentati. Varie voci inglesi e italiane di cronisti si accavallano e parlano di bin Laden
e di al-Qaeda.
George W. Bush dice in inglese che vuole "giustizia" e cita i poster "Wanted" del Far
West.
Parla Nafeez Mosaddeq Ahmed, presentato come "Docente di relazioni internazionali – Università del
Sussex".6
Nafeez Mosaddeq Ahmed dice che sul sito Web dell'FBI Osama bin Laden non è
indicato come ricercato per gli attacchi del'11 settembre, ma solo per altri attacchi.
Ahmed afferma inoltre che "diversi giornalisti" hanno contattato telefonicamente l'FBI
chiedendo chiarimenti, e la risposta ricevuta è stata "non abbiamo nessuna prova".
6 http://en.wikipedia.org/wiki/Nafeez_Mosaddeq_Ahmed.
7 http://www.elioelestorietese.it/?page=disco/brano&id_brano=186.
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Cospiratori pasticcioni
Zero, come vedremo, insinua che le autorità americane si sono fatte da sole gli attentati usando
tecnologie sofisticatissime e hanno gettato la colpa su bin Laden. Ma al tempo stesso vuole farci
credere che all'FBI (che presumibilmente fa parte della Grande Cospirazione) sono così idioti da di-
menticarsi di indicare bin Laden tra i ricercati, lasciando una falla nella versione ufficiale che per-
mette agli eroi della "ricerca della verità" di scoprire il complotto ultrasegreto.
Qui esordisce in Zero un'altra fallacia classica del cospirazionismo, che ricorrerà spesso nel seguito
del video di Chiesa e Fracassi: la Sindrome del Cospiratore Pasticcione. I complottisti, infatti, sosten-
gono che i cospiratori sono così incredibilmente sofisticati e organizzati da perpetrare sparizioni di
aerei e passeggeri, demolire grattacieli di nascosto, falsificare con perfetta coerenza montagne di
documenti, corrompere al silenzio tutti i testimoni, senza neppure una gola profonda... eppure la-
sciano, nei propri complicatissimi piani, delle lacune incredibilmente grossolane come questa, sco-
pribili dal primo dilettante che passa. Ha senso?
8 http://www.teamliberty.net/id267.html: "The reason why 9/11 is not mentioned on Usama Bin Laden’s Most Wanted page is
because the FBI has no hard evidence connecting Bin Laden to 9/11.... The FBI gathers evidence. Once evidence is gathered, it is
turned over to the Department of Justice. The Department of Justice than decides whether it has enough evidence to present to a
federal grand jury. In the case of the 1998 United States Embassies being bombed, Bin Laden has been formally indicted and charged
by a grand jury. He has not been formally indicted and charged in connection with 9/11 because the FBI has no hard evidence
connected Bin Laden to 9/11."
Zerobubbole – 29/297
I veri motivi dell'assenza di bin Laden fra i ricercati dell'FBI per l'11/9
Esaminiamo ora le questioni di fatto. In realtà ci sono diverse ragioni per cui l'FBI non ha formal-
mente inserito bin Laden nell'elenco dei ricercati per l'11 settembre.
! Azione di guerra, quindi l'FBI è fuori. Gli attacchi dell'11 settembre 2001 sono stati consi-
derati azione di guerra, al punto da provocare l'attivazione, per la prima volta nella storia,
del patto di difesa atlantico (NATO). Prova ne è che non solo bin Laden, ma nessun altro
terrorista di quella lista è ricercato dall'FBI per i fatti dell'11 settembre. Ulteriore prova è
la semplice constatazione che gli organizzatori degli attacchi arrestati ed estradati in USA, a
partire da Khalid Sheikh Mohammed, sono sottoposti a processo militare presso la base di
Guantanamo. La cattura o l'eliminazione di Osama bin Laden è quindi di competenza mili-
tare, né potrebbe essere diversamente, visto che l'FBI è un organo di polizia e pertanto non
può prevedere l'opzione dell'"eliminazione" e non può essere coinvolta in questioni militari.
! Bin Laden è elencato altrove. Bin Laden è stato inserito in un altro sito web dedicato alla
ricerca dei terroristi, il sito Rewards For Justice,9 nel quale, accanto a una taglia di ben 25 mi-
lioni di dollari, è precisato che "Usama bin Ladin is wanted in connection with the September
11, 2001 attacks" (Figura 4): è ricercato in relazione agli attacchi dell'11 settembre. Rewards
For Justice è un programma gestito direttamente dal Dipartimento di Stato americano.10
Figura 4. La taglia del Dipartimento di Stato su Osama bin Laden, dal sito
Rewards For Justice.
re affatto sorpreso della situazione, dovuta a restrizioni legali e all'obbligo del giusto pro-
cesso per qualsiasi accusato: "Può sembrare un po' strano, visto da fuori, ma dal punto di vista
legale ha senso. [...] Se fossi parte del governo, sarei perplesso se mi chiedessero di mettere un
cartello "Wanted" quando non sono state depositate accuse formali, chiunque sia l'accusato".12
Oltretutto, la pagina dei Most Wanted dell'FBI è la prima a dire che "potranno essere asse-
gnate nuove incriminazioni man mano che procedono le varie indagini relative ad altri eventi
terroristici, come per esempio gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001".13 Non sembra pro-
prio che l'FBI voglia negare il ruolo di bin Laden: è semplicemente in attesa dell'atto formale
che lo consenta.
Ma come mai non si procede a quest'atto formale di incriminazione? Negli Stati Uniti, questo
richiede che le prove vengano presentate in tribunale, e nel caso di bin Laden tali prove include-
rebbero fonti di intelligence e prigionieri di al-Qaeda: lo stesso problema si è posto per il processo
Moussaoui. Rendere note queste fonti le comprometterebbe e forse i tempi non sono ancora ma-
turi per farlo.
Del resto, l'FBI afferma che le accuse precedenti già bastano per arrestare e condurre in tribunale
bin Laden e gli altri terroristi citati nella pagina contestata,14 per cui non c'è ragione di compromet-
tere queste fonti estremamente delicate.
12 "It might seem a little strange from the outside, but it makes sense from a legal point of view," said Kelley, now in private practice. "If I
were in government, I'd be troubled if I were asked to put up a wanted picture where no formal charges had been filed, no matter
who it was."
13 "Future indictments may be handed down as various investigations proceed in connection to other terrorist incidents, for example,
the terrorist attacks on September 11, 2001."
14 "The indictments currently listed on the posters allow them to be arrested and brought to justice"
(http://www.fbi.gov/wanted/terrorists/fugitives.htm).
15 "As the FBI has said since 9/11, bin Laden was responsible for the attack,'' Kolko said in a statement. ''In this latest tape, he again
acknowledged his responsibility. This should help to clarify for all the conspiracy theorists, again - the 9/11 attack was done by bin
Laden and al-Qaeda.'' Notizia Associated Press di Maamoun Youssef, 30/11/2007. L'articolo è disponibile solo a pagamento
presso l'Associated Press (http://www.ap.org), ma è citato per esempio presso http://www.gmanews.tv/story/70837/Bin-
Laden-urges-Europeans-to-stop-aiding-US-in-Afghan-war e presso http://www.thedailystar.net/story.php?nid=13785.
16 http://news.bbc.co.uk/2/hi/europe/4472377.stm.
Zerobubbole – 31/297
L'affermazione di Zero è quindi non solo illogica, ma anche inveritiera, ed ha l'unico fine di insinua-
re nello spettatore dubbi del tutto infondati, secondo un copione tipico di tutti i video e libri com-
plottisti.
Non viene fornita la fonte precisa che permetta di vedere in che contesto originale era calata que-
sta frase. Peraltro si tratta di una semplice considerazione ipotetica, che non aggiunge e non toglie
nulla ai fatti.
Ancora una volta, allo spettatore viene suggerito il concetto di esplosione tramite la colonna sono-
ra. Sembra improbabile che gli autori di Zero non potessero permettersi di acquistare e utilizzare il
rumore di un crollo.
La voce fuori campo di Nafeez Mosaddeq Ahmed dice che "questo è solo l'inizio".
Zerobubbole – 32/297
Questa parte del video ci propone testimonianze di grandi esplosioni e dichiarazioni dei progettisti
secondo le quali le Torri Gemelle erano in grado di resistere a impatti di grandi aerei di linea.
Lo scopo è indurre lo spettatore a concludere che se le Torri Gemelle erano progettate per resiste-
re e non l'hanno fatto, qualcos'altro ne ha determinato il collasso, e le testimonianze di grosse
esplosioni insinuano l'azione di una demolizione con ordigni detonanti.
In realtà, la prima considerazione da fare è che le Torri Gemelle hanno resistito agli impatti. Decine
di migliaia di persone hanno potuto salvarsi grazie alla resistenza strutturale dei due edifici.
Quello che ne ha causato il collasso è stato il calore provocato dagli incendi incontrollati, innescati
dal carburante ma alimentati dal contenuto degli edifici, che hanno indebolito l'acciaio delle strut-
ture, il cui rivestimento ignifugo era stato significativamente asportato dagli impatti.
Questo meccanismo è stato analizzato a fondo sia dal National Institute of Standards and Techno-
logy (NIST), sia da numerosi altri team ingegneristici indipendenti, anche mediante esperimenti
reali e simulazioni computerizzate.
Le inchieste tecniche hanno accertato che, al di là delle dichiarazioni dei progettisti, nei documenti
progettuali non c'è alcuna indicazione che la struttura fosse stata concepita per resistere alla com-
binazione di eventi verificatasi l'11 settembre, come descritto nel rapporto del NIST.17
Il NIST ha anche sottolineato che in ogni caso, con i sistemi di calcolo disponibili all'epoca in cui fu-
rono costruite le Torri Gemelle, era praticamente impossibile tener conto di tutte le variabili con-
nesse all'impatto di un grande aereo carico di carburante e scagliato alla massima velocità.
La circostanza ricorda da vicino quello che avvenne con il Titanic: anche in quel caso i progettisti
dichiararono che la nave era inaffondabile, ma la realtà fu ben diversa.
Quanto alle esplosioni, esse sono diretta conseguenza dell'evento. Gli aerei hanno impattato le Tor-
ri Gemelle, provocando un boato; il carburante si è nebulizzato ed è esploso, e il suono di questi
boati ed esplosioni si è trasmesso sia lungo la struttura, sia attraverso l'aria, viaggiando a velocità
differenti: nell'acciaio il suono si muove a circa 5100 metri al secondo, mentre nell'aria si muove a
circa 340 metri al secondo. Il suono di uno stesso evento, quindi, può raggiungere un osservatore
in due istanti diversi, restituendo l'impressione che si tratti di due eventi distinti.
Zero cita Frank DeMartini, manager progettuale che riponeva tanta fiducia nelle "sue" Torri, è rima-
sto ucciso nel crollo della Torre Nord. Prima di morire è riuscito a mettere in salvo decine di perso-
ne ed aveva persino comunicato via radio di aver colto i segni premonitori dell'imminente collas-
so.18 Sua moglie Nicole, ispettore strutturista, era con lui quella mattina ed è riuscita a mettersi in
salvo. Né DeMartini prima di morire, né la moglie dopo, hanno mai avanzato il minimo sospetto
che ci fossero cariche esplosive negli edifici.19 Ma questo Zero non lo dice.
Passiamo ora all'esame in dettaglio delle affermazioni di questa parte di Zero.
17 http://wtc.nist.gov/NISTNCSTAR1CollapseofTowers.pdf.
18 "De Martini was heard on a recorded radio transmission advising that the express elevators were in danger of collapse"
(http://archive.columbiatribune.com/2003/Aug/20030829News013.asp).
19 http://archive.columbiatribune.com/2003/Aug/20030829News013.asp.
Zerobubbole – 33/297
Brian Clark racconta di essersi trovato al lavoro all'84° piano della Torre Sud (quella
colpita per seconda) e di aver udito un "grande 'bum'" alle 8:46.
Il narratore (il doppiatore Francesco Pannofino) racconta che alle 8:46:40 il secondo
aereo colpì l'altra torre e la squarciò dal 93° al 99° piano.
Per la precisione, la fusoliera dell'aereo impattò all'altezza del 96° piano, dove causò i danni più si-
gnificativi. I piani al di sotto e al di sopra subirono danni meno gravi. Un dettaglio che si rivelerà
non trascurabile.
Brian Clark ricorda che vi fu un annuncio dell'"autorità portuale" (la Port Authority of
New York and New Jersey, PANYNJ, responsabile della gestione degli edifici del WTC),
che disse che la torre in cui lui si trovava era al sicuro e non era necessario evacuarla.
Pochi minuti dopo, mentre parlava con un suo collega che aveva iniziato a scendere e
poi era risalito, ci furono "due enormi esplosioni" e l'edificio tremò.
Questa dichiarazione di "due enormi esplosioni" va tenuta a mente, perché andrà confrontata con le
dichiarazioni di William Rodriguez citate più avanti da Zero.
Il narratore spiega che il Volo 175 colpì la Torre Sud alle 9:03:11.
Stranamente, alcune delle immagini di questa parte di Zero sono accelerate rispetto alla realtà. Non
è chiaro se si tratti di un dilettantesco errore di produzione o di un effetto mirato a rendere più
drammatici gli eventi (caso mai non lo fossero già a sufficienza): in ogni caso, è una rappresentazio-
ne scorretta della realtà.
Brian Clark racconta che tutto gli "è esploso" intorno e che in quel momento non
sapeva che l'impatto dell'aereo era avvenuto "sei piani più in basso".
In realtà l'aereo colpì la Torre Sud con la fusoliera all'altezza dell'81° piano, ma per via del proprio
assetto inclinato causò danni dal 78° all'84° piano. Il grosso dei danni si verificò all'81° piano, quindi
ancora più vicino a Clark di quanto lui stesso ricordi: un esempio eloquente del fatto che i testimo-
ni, anche quando sono in perfetta buona fede, sono spesso più imprecisi di quello che si potrebbe
comunemente pensare.
Zerobubbole – 34/297
Brian Clark racconta di aver udito picchiare su un muro e gridare debolmente e di aver
soccorso una persona.
La persona salvata da Clark è Stanley Praimnath. La vicenda è ben nota sia agli inquirenti, sia ai
giornalisti, e non ha nulla di misterioso, come vedremo in seguito.20
20 http://www.crono911.net/ig/Inganno.html#52._Sopravvissuti; http://www.911myths.com/html/no_wtc2_inferno_.html.
Zerobubbole – 35/297
0:06. Dario Fo racconta che le torri riacquistarono "subito il loro assetto strutturale"
perché erano state "concepite proprio con questo intento".
Abbiamo progettato gli edifici per resistere agli impatti di uno o più aerei di linea.
Frank De Martini
Manager della costruzione
del World Trade Center
Zero presenta, come titolo sullo schermo (Figura 6), quella che secondo i suoi autori sarebbe una
citazione di Frank DeMartini, responsabile dell'esecuzione del progetto del WTC, morto negli atten-
tati.
La citazione è falsa. De Martini non ha mai detto questa frase: non può averlo fatto, perché non
era uno dei progettisti, per cui non poteva dire "abbiamo progettato". Ha in realtà detto una frase
assai diversa, ben nota a chi segue il cospirazionismo perché già citata da altri video:
"L'edificio era stato progettato per sostenere l'impatto di un 707 a pieno carico. Era l'aereo più grande dell'epoca. Cre-
do che la struttura probabilmente potrebbe resistere a più impatti di aerei di linea, perché questa struttura è
come la rete di una zanzariera – questa griglia fitta – e il jet è semplicemente una matita che trapassa la rete. In effet-
ti non fa nulla alla rete."21
La frase proviene dal documentario Twin Towers Meraviglie Perdute di History Channel e specifica-
mente da un'intervista rilasciata da DeMartini il 25 gennaio 2001 (Figura 7).
Si nota subito la manipolazione effettuata dagli autori di Zero: è stato eliminato il contesto, per cui
lo spettatore non esperto non può sapere che la dichiarazione fu fatta prima degli attentati dell'11
settembre, dunque in una situazione decisamente informale, nella quale l'impatto di un aereo di li-
nea era una mera ipotesi.
21 "The building was designed to have a fully loaded 707 crash into it. That was the largest plane at the time. I believe that the building
probably could sustain multiple impacts of jetliners because this structure is like the mosquito netting on your screen door – this
intense grid – and the jet plane is just a pencil puncturing that screen netting. It really does nothing to the screen netting."
Zerobubbole – 36/297
22 http://www.patriotsquestion911.com/engineers.html.
Zerobubbole – 37/297
0:06. Steven Jones dice che le torri erano simili ad alberi, in cui "le fibre sono
interconnesse tra loro, perciò se tenti di piegarlo, l'albero è in grado di assorbire e
assecondare la tensione."
Il paragone è quanto mai scorretto, perché omette il fatto di certo non trascurabile che molte del-
le "fibre" strutturali delle torri, ossia le colonne, furono tranciate dagli impatti degli aerei. La
struttura delle torri era quindi tutt'altro che integra e non era in grado di assorbire i carichi straor-
dinari che le sarebbero gravati addosso a causa dei cedimenti e indebolimenti indotti dagli incen-
di. Volendo insistere con il paragone arboreo, le Torri Gemelle erano semmai alberi trapassati da
un'accetta scagliata alla velocità di un proiettile.
Inoltre gli alberi sono strutture piene: le Torri Gemelle, invece, avevano un nucleo centrale e un
perimetro che reggevano la struttura, ma il resto era cavo (ovviamente, perché ci dovevano lavora-
re dentro le persone). Il 95% del volume delle Torri era spazio vuoto. Il paragone è quindi del
tutto ridicolo: immaginate di scavare un albero togliendone il 95% del legno e di trapassarlo con
un'accetta e chiedetevi come si comporterebbe.
Perché Zero perde tempo con paragoni fantasiosi e insensati, invece di darci elementi concreti e
scientifici?
24 http://www.byu.edu/.
Zerobubbole – 39/297
0:07. Il narratore segnala che la Torre Sud crollò "improvvisamente" 56 minuti dopo
essere stata colpita.
"Improvvisamente" sembra suggerire che non vi furono segni premonitori dei crolli: questa è una
tesi sostenuta da molti cospirazionisti, secondo i quali questa natura improvvisa del crollo è spie-
gabile soltanto con una demolizione intenzionale.
Ma la tesi è basata su un assunto falso, perché vi furono in realtà molte avvisaglie per entrambe
le torri. Purtroppo, a causa dell'inefficienza delle comunicazioni radio, non furono comunicate a
molti dei soccorritori:25 ben 343 vigili del fuoco perirono nei crolli delle Torri Gemelle. Ecco qualche
esempio di queste avvisaglie.
Torre Sud:
! Alle 9:37, 22 minuti prima del crollo, un civile al 106° piano della Torre Sud chiamò il numero
d'emergenza 911 dicendo che un piano sottostante stava collassando.26
! Gli elicotteristi della polizia di New York avvisarono del crollo imminente della Torre Sud
con circa dieci minuti d'anticipo27 e segnalarono che si stavano staccando "grandi pezzi" dal-
la Torre Sud.28
! Le testimonianze dei soccorritori riferiscono che un messaggero trasmise alla postazione di
comando dei vigili del fuoco, in un edificio adiacente denominato World Financial Center 2,
l'allerta secondo il quale un ingegnere riteneva che entrambe le torri stavano assumendo
una condizione che ne avrebbe causato il crollo. Il messaggero stava facendo rapporto
quando crollò la Torre Sud.29
Torre Nord:
! Alle 9:32, ben mezz'ora prima di qualsiasi crollo, il vicecomandante dei vigili del fuoco Jose-
ph Callan diede l'ordine di evacuare la Torre Nord, perché "l'edificio non era più sicuro":
Circa 40 minuti dopo essere arrivato nell'ingresso, ho preso la decisione che l'edificio non era più
sicuro. E questo era sulla base delle condizioni nell'ingresso, grandi pezzi d'intonaco che cadeva-
no, si stavano rompendo tutte le lastre di vetro alte sei metri sull'esterno dell'ingresso. C'era un
evidente movimento dell'edificio e questa è stata la ragione, sulle ricetrasmittenti portatili, per la
quale ho dato l'ordine a tutte le unità del Fire Department di lasciare la Torre Nord.30
25 http://www.fireengineering.com/articles/article_display.html?id=158382.
26 "At 9:37 a.m., a civilian on the 106th floor of the South Tower reported to a 9-1-1 operator that a lower floor—“90-something
floor”—was collapsing." Staff Statement n. 13, pag. 21.
27 http://www.fireengineering.com/articles/article_display.html?id=158382: "... reports from police helicopters predicting the
imminent collapse of the South Tower 10 minutes before it occurred... Police heard the transmission; the fire department did not.".
28 "... at approximately 9:49 a.m., one of the NYPD helicopter units reported over the Special Operations Division radio channel that
"large pieces" were falling from WTC 2". NIST NCSTAR 1-8, pag. 95.
29 "emergency responders reported during their interviews that around the same time period that these radio messages were being
collected and distributed, a runner was sent from OEM to th FDNY Incident Command Post (ICP) to inform them that an engineer
believed the WTC towers were nerign conditions that would cause a collapse. The runner... was in the process of delivering the
message when WTC 2 collapsed." NIST NCSTAR 1-8, pag. 95.
30 "Approximately 40 minutes after I arrived in the lobby, I made a decision that the building was no longer safe. And that was based on
the conditions in the lobby, large pieces of plaster falling, all the 20 foot high glass panels on the exterior of the lobby were breaking.
There was obvious movement of the building, and that was the reason on the handy talky I gave the order for all Fire Department
units to leave the north tower." Trascrizione del rapporto di Joseph Callan, n. 9110195, 2/11/2001. L'orario esatto è riportato nel
Rapporto della Commissione 11/9, capitolo 9, e a pag.-12 nel documento "FINAL REPORT - The Role of the Volunteer Fire Service in
the September 11, 2001 Terrorist Attacks" pubblicato dal National Volunteer Fire Council. Il Rapporto della Commissione 11/9 è
incerto se Callan abbia dato l'ordine a causa dei danni all'edificio o a causa del falso allarme per un inesistente terzo aereo
dirottato verso New York ("At 9:32, a senior chief radioed all units in the North Tower to return to the lobby, either because of a false
report of a third plane approaching or because of his judgment about the deteriorating condition of the building").
Zerobubbole – 40/297
! Gli elicotteri della polizia segnalarono la presenza di sintomi di crollo imminente della Torre
Nord circa 20 minuti prima che avvenisse.31
I crolli non avvennero dunque affatto "improvvisamente", e le teorie di demolizione delle Torri Ge-
melle si scontrano con queste testimonianze di danni e cedimenti, che sono sintomi classici di un
collasso progressivo, dovuto al cedimento della struttura, e non sono compatibili con una demoli-
zione controllata.
Come può dell'esplosivo causare movimenti e cedimenti degli edifici, anche al piano terra, sotto gli
occhi dei vigili del fuoco, addirittura un'ora prima dell'inizio della presunta demolizione controllata?
0:07. Brian Clark ricorda che appena dopo essere uscito dalla torre, la vide crollare "in
soli 8-10 secondi", "su se stessa", e nota che la torre "si è polverizzata".
La testimonianza di Clark dimostra che i ricordi, in condizioni traumatiche, sono normalmente di-
storti e conditi da osservazioni aggiunte in seguito: Clark di certo non si è fermato a cronometrare
il crollo, per cui quegli "8-10 secondi" sono un dato inserito a posteriori.
Le durate effettive dei crolli sono decisamente superiori, come si può verificare dai filmati e docu-
mentari riguardanti l'11 settembre. Per la Torre Sud, la prima a crollare, quella a cui si riferisce Clark,
si può fare riferimento sia all'audio del crollo, registrato nel documentario 11/9 dei fratelli Jules e
Gédéon Naudet dall'interno della Torre adiacente, e al video girato da Luigi Cazzaniga.32 Entrambi
documentano una durata di almeno 16 secondi. Un dato oggettivo che sarà prezioso in seguito.
Inoltre numerose immagini dimostrano che la parte centrale di entrambe le Torri restò in piedi
per quasi un minuto, formando delle "guglie" alte circa 200 metri (Figure 10-13).
Figura 10. Le "guglie" della struttura centrale della Torre Nord, rimaste in
piedi dopo il crollo.
32 http://www.youtube.com/watch?v=C4BzqemGlQU.
Zerobubbole – 42/297
Figura 11. Le "guglie" della Torre Nord. L'edificio antistante è il WTC7, alto 174 metri, e
permette di valutare l'altezza delle "guglie".
Zerobubbole – 43/297
Figura 12. Le "guglie" della Torre Sud: la struttura verticale che si scorge dietro il fumo,
subito dopo il crollo della Torre Sud, non è un grattacielo situato dietro la Torre: è la
porzione centrale della Torre stessa. Credit: Aman Zafar.
Figura 13: In questa foto, scattata alcuni istanti più tardi, la struttura è infatti scomparsa.
Credit: Aman Zafar.
Zerobubbole – 44/297
Zero non considera e non mostra questi fatti, sfruttando le parole di Clark (che, a quanto risulta,
non è affatto sostenitore di ipotesi cospirazioniste) per insinuare nello spettatore alcuni concetti
falsi che suggeriscono una demolizione controllata:
! Le Torri Gemelle non sono affatto cadute ordinatamente in verticale, ma hanno distribuito
macerie in tutte le direzioni, fino a oltre 170 metri di distanza, con un cumulo centrale che corri-
sponde solo vagamente alla pianta degli edifici, tant'è che parte delle facciate è rimasta in pie-
di.
! Una struttura reticolare cava, alta e snella, come quella delle Torri, non collassa piegandosi di
lato, come un albero, ma perde la propria integrità strutturale ben prima di potersi inclinare in
blocco.
! Le macerie non si sono affatto polverizzate come può sembrare dalle parole di Clark. Il ce-
mento non strutturale, sbriciolandosi in frammenti di ogni dimensione, ha ovviamente genera-
to anche un'enorme quantità di polvere finissima, ma la struttura metallica si è frammentata in
grandi elementi.
Le condizioni tutt'altro che polverizzate delle macerie, la loro distribuzione tutt'altro che verticale e
l'estensione della dispersione dei frammenti sono chiaramente documentate in Figura 14.
Figura 14: Le porzioni di facciata delle Torri Gemelle ancora in piedi e le macerie distribuite in tutta la zona
circostante dimostrano che il crollo non è stato affatto verticale e ordinato. La presenza di macerie
tutt'altro che polverizzate è evidente.
Zerobubbole – 45/297
WTC7
WTC1
WTC2
Figura 15: Le macerie metalliche delle Torri Gemelle hanno raggiunto il Winter Garden (la struttura vetrata
a volta, al centro della foto), che si trova a 170 metri dalla base della Torre più vicina, e si sono conficcate
negli edifici circostanti, sfondandoli parzialmente. Si notano gli elementi a griglia che costituivano le
facciate delle Torri.
Zerobubbole – 46/297
Del resto, la presunta polverizzazione è smentita da una dichiarazione dello stesso Steven Jones ci-
tato ampiamente da Zero:
Esaminando il campione di macerie del WTC, trovammo grandi pezzi di calcestruzzo (di forma e dimen-
sioni irregolari, uno misurava circa 5 x 3 x 3 cm) nonché frammenti di medie dimensioni di cartongesso
(con la carta legante ancora attaccata). Pertanto, la polverizzazione in realtà NON fu tale da produrre
polvere fine ed è una falsa premessa iniziare con una polverizzazione fine quasi totale... Anzi, gran
parte della massa del campione MacKinlay era chiaramente composta da pezzi consistenti di calcestruz-
zo e cartongesso, non da polvere fine.
Sembra che la comunità dei ricercatori della verità sull'11 settembre “sia stata lenta a capire” che le par-
ticelle più abbondanti di polvere del WTC sono della varietà “supergrossolana” anziché del tipo “fine”, e
che frammenti significativi di calcestruzzo sono stati trovati anche tra le macerie del WTC.33
E' piuttosto ironico che proprio Steven Jones, superteste di Giulietto Chiesa e Franco Fracassi, dia
loro del "lento a capire". Ma il cospirazionismo vive anche di queste incoerenze.
33 Hard Evidence Repudiates the Hypothesis that Mini-Nukes Were Used on the WTC Towers, p. 8, gennaio 2007: "As we examined the
WTC-debris sample, we found large chunks of concrete (irregular in shape and size, one was approximately 5cm X 3 cm X 3cm) as
well as medium-sized pieces of wall-board (with the binding paper still attached). Thus, the pulverization was in fact NOT to fine
dust, and it is a false premise to start with near-complete pulverization to fine powder... Indeed, much of the mass of the MacKinlay
sample was clearly in substantial pieces of concrete and wall-board rather than in fine-dust form... It seems that the 9/11 truth
community likewise “has been slow to understand” that the WTC dust particles in greatest abundance are the “supercoarse” variety
rather than “fine” particles, and that significant chunks of concrete were also found in the WTC rubble."
Zerobubbole – 47/297
"E' difficile esagerare l'importanza di un dibattito scientifico sulle cause del crollo delle Twin
Towers".
Morgan Reynolds
Bella scoperta: questa frase è di un'ovvietà talmente sconcertante che non si capisce per quale
motivo sia stata ritenuta così significativa da includerla in Zero. E' chiaro a chiunque che il dibattito
scientifico sulle cause del crollo delle Torri Gemelle è importante, perlomeno per capire se e come
evitare il ripetersi di disastri del genere.
Infatti il dibattito scientifico c'è stato, ma fra gli esperti di settore, non fra i teologi, parapsicologi, ex
prestigiatori e spogliarelliste che presenta Zero, e ha portato a cambiamenti importanti nelle nor-
mative edilizie, come vedremo più avanti.
0:09. Il narratore descrive le conclusioni del rapporto del NIST: le Torri Gemelle sono
crollate per la combinazione degli impatti dei velivoli e degli incendi che ne sono
conseguiti.
Figura 18. Un fotogramma tratto da Zero dovrebbe illustrare il crollo della seconda torre, ma si riferisce in
realtà alla prima.
Un errore da veri dilettanti. Se Zero commette strafalcioni di questo genere e nessuno dei suoi au-
tori, revisori e montatori se ne accorge, quanto è affidabile e seria la ricerca che afferma di aver fat-
to per presentare le proprie tesi?
Zerobubbole – 49/297
0:09. DARIO FO: "Ma noi... eh... sappiamo, proprio da coloro che hanno costruito e
progettato queste torri, che avrebbero resistito anche con l'impatto di più di un aereo.
Quindi ci chiediamo: come potevano i costruttori pensare a degli aerei che arrivassero
sopra le torri senza carburante? Pensavano forse che l'aereo potesse arrivare... così per fiato
proprio?"
35 http://enr.construction.com/features/buildings/archives/030224.asp.
36 http://edition.cnn.com/2007/TECH/science/10/18/science.race/index.html.
Zerobubbole – 50/297
ch.37 Ma ci sono le parole eloquenti del già citato John Skilling (Figura 20), rilasciate al Seattle Ti-
mes38 e pubblicate il 27 febbraio 1993, poco dopo il primo attentato terroristico contro le Torri Ge-
melle e quindi in tempi chiaramente non sospetti:
"La nostra analisi indicò che il problema maggiore sarebbe stato il fatto che tutto il carburante
(dall'aereo) si sarebbe riversato dentro l'edificio. Ci sarebbe stato un incendio terrificante. Sareb-
bero morte molte persone."
John Skilling aggiunse, forse ottimisticamente, che "la struttu-
ra dell'edificio sarebbe rimasta al suo posto". Cosa che in effetti
è accaduta, almeno in parte: la Torre Nord ha retto 102 minuti,
mentre la Torre Sud è rimasta in piedi per 56 minuti, nono-
stante i danni strutturali prodotti dagli impatti degli aerei. Ma
Skilling si riferiva al poco carburante residuo di un aereo in at-
terraggio, non a un aereo strapieno di kerosene perché decol-
lato da poco. Quello che si scatenò l'11/9 fu un rogo superiore
a ogni sua immaginazione.
Skilling, a quanto risulta, non ha mai affermato che la struttura
avrebbe sopportato impatti multipli di aerei (del resto incon-
cepibili in un'epoca pre-terrorismo come gli anni Sessanta), Figura 20. John Skilling.
come cerca di suggerire Zero, né che avrebbe retto indefinita-
mente in caso d'incendio successivo a un impatto singolo.
Non solo: la resistenza dimostrata l'11 settembre, sotto gli effetti combinati di impatti e incendi, è
ritenuta già lodevole dagli addetti ai lavori. Si noti, per esempio, il parere di Jon Magnusson, ammi-
nistratore delegato della Magnusson Klemencic Associates, una grande società d’ingegneria delle
costruzioni con sede a Seattle, in un'intervista a Popular Mechanics:
"Il 99% dei grattacieli [moderni] crollerebbe immediatamente se colpito da un aereo di linea...
Non solo crollerebbe, ma crollerebbe immediatamente."39
Magnusson ribadì questo concetto molto efficacemente proprio l'11 settembre 2001, in una diretta
televisiva, quando il conduttore Peter Jennings gli chiese come mai erano crollate le torri:
"Sta facendo la domanda sbagliata. Dovrebbe chiedersi come hanno potuto restare in piedi."40
Noi ci dovremmo chiedere, invece, come mai Zero ha scelto di omettere queste dichiarazioni di
tecnici qualificati e addirittura degli stessi progettisti delle Torri Gemelle (John Skilling e il già cita-
to Leslie Robertson), preferendo quelle di persone per nulla competenti in materia.
37 http://www.cooperativeresearch.org/timeline.jsp?investigations:_a_detailed_look=wtcinvestigation&timeline=complete_911_t
imeline.
38 http://archives.seattletimes.nwsource.com/cgi-bin/texis.cgi/web/vortex/display?slug=1687698&date=19930227.
39 Debunking 9/11 Myths, Hearst Books, pag. 30; disponibile in italiano con il titolo 11 settembre: i miti da smontare, Terre di Mezzo.
40 "You're asking the wrong question. You should be asking, 'How were the buildings able to stand up?'"
Zerobubbole – 51/297
0:10. Jamieson dice che nessuna torre avente struttura in acciaio è mai crollata per un
incendio, né prima né dopo l'11 settembre 2001.
La storia che nessun altro grattacielo in acciaio è crollato per incendi viene riproposta per l'ennesi-
ma volta nel circuito delle teorie cospirazioniste. Anche in questo caso Zero non fa altro che ricicla-
re argomentazioni trite e ritrite.
Innanzitutto è completamente errato affermare che i grattacieli del WTC siano venuti giù soltanto
a causa degli incendi. Zero dimentica forse il piccolo particolare che le Twin Towers furono colpite
da due aerei di linea, ciascuno pesante oltre 100 tonnellate, scagliati ad altissima velocità?41
Lo spettatore e il lettore
non si lascino ingannare
dalla percezione di legge-
rezza che deriva dal fatto
che gli aerei si librano nel-
l'aria. Cento tonnellate
sono cento tonnellate.
La violenza enorme degli
impatti è più comprensibi-
le se si immagina di sca-
gliare un locomotore
come un proiettile di can-
none, a oltre 700 km/h,
contro le Twin Towers. Un
locomotore come quello
mostrato in Figura 22,42
che pesa appunto circa 110
tonnellate.
Che genere di danni v'im-
maginate che faccia?
Figura 22. Un locomotore E.646 del peso di 110 tonnellate, pari a quello di
ciascun Boeing 767 che colpì le Torri Gemelle. Dettaglio di una fotografia di
Stefano Paolini da Wikipedia.
41 I pesi stimati dei velivoli che colpirono il WTC sono 128 e 118 tonnellate rispettivamente per la Torre Nord e per la Torre Sud.
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Questa "dimenticanza" da parte di Zero ha l'effetto di distrarre lo spettatore dal fatto che nessun
altro grattacielo è mai stato colpito da un aereo di linea moderno; per cui non ci possono es-
sere casi precedenti. Vi sono state collisioni di aerei contro grattacieli, ma i velivoli erano sempre
molto più piccoli e leggeri di un Boeing 767.43 E anche nel caso dell'Edificio 7 (WTC7), è scorretto
parlare di incendi puri, perché il World Trade Center 7 fu gravemente lesionato dalle macerie delle
Twin Towers prima di arrendersi agli incendi.
Ogni confronto con altri eventi è quindi sbagliato in partenza, perché confronta l'incendio di strut-
ture già indebolite da questi impatti violentissimi con l'incendio di strutture assolutamente integre.
Nessun edificio era mai crollato in simili condizioni, perché simili condizioni non si erano mai verifi-
cate prima di allora.
La vulnerabilità agli incendi di una struttura interamente in acciaio era talmente assodata e ovvia
per gli esperti di settore che l'acciaio delle Torri Gemelle era rivestito da una specifica protezio-
ne antincendio. Una protezione che non poté agire: gli impatti degli aerei la asportarono nella
zona di penetrazione, esponendo l'acciaio nudo al calore diretto degli incendi. Questa fatale vulne-
rabilità è ben documentata, per esempio, da spiegazioni dei Vigili del Fuoco italiani come questa:44
L`acciaio è un buon conduttore di calore e con il riscaldamento subisce dilatazioni e deformazioni, che oltre
300 - 350°C riducono gradualmente la resistenza alla rottura, per temperature oltre i 500 - 550°C la resistenza
della struttura si riduce ad un valore inferiore a quello ammissibile, con conseguente crollo della struttura in
acciaio. Il crollo può avvenire anche quando la struttura in acciaio viene attaccata dal fuoco non com-
pletamente, ma solo in una limitata zona quale una trave o un pilastro; è necessario anche valutare, ai
fini della stabilità dell'edificio, i fenomeni di allungamento della struttura legati alle temperature.
42 http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:646190-270601bolgheri.jpg.
43 In proposito si possono citare l'impatto di un bimotore militare B-25 Mitchell contro l'Empire State Building nel 1945, lo
schianto di un monomotore a elica Commander contro il grattacielo della Regione Lombardia a Milano nel 2002, o l'impatto di
un monomotore a elica Cirrus RS20 contro il grattacielo Belaire a New York nel 2006.
44 "Insediamenti industriali metalmeccanici: i criteri per una corretta progettazione della struttura e della compartimentazione", a cura
dell'Ing. Davide Lanzone (http://www.vfv.it/det_art.asp?Id=355). Le evidenziazioni sono aggiunte.
Zerobubbole – 53/297
Non per nulla le norme di sicurezza impongono da decenni l'uso di rivestimenti ignifughi su tutti
gli elementi strutturali in acciaio.
Una ricerca nella storia degli incendi, inoltre, conferma tragicamente questa vulnerabilità delle
strutture in acciaio. Anche edifici in acciaio meno ambiziosi delle Torri Gemelle sono infatti
crollati per puro incendio, senza danni da impatto.
! Nel 1967, il McCormick Center di Chicago, il più grande centro espositivo al mondo dell'epo-
ca (Figura 24), crollò per incendio in soli trenta minuti. La sua struttura, interamente in ac-
ciaio, utilizzava grandi travature per creare ampi volumi ininterrotti, proprio come il WTC
(dove gli impatti degli aerei crearono inoltre vaste cavità aggiuntive, oltretutto non previste
dal progetto e quindi destabilizzanti). Le travature d'acciaio del tetto collassarono per il ca-
lore.45
! Nel 1993, una fabbrica di giocattoli della Kader Industrial in Tailandia, un edificio di quattro
piani con struttura interamente in acciaio, prese fuoco e crollò in venti minuti, causando
188 morti e 469 feriti.46
! Nel 1997, nella cittadina di Strasburg, in Pennsylvania, prese fuoco il Sight and Sound Thea-
ter, inaugurato sette anni prima. Il suo telaio d'acciaio, che racchiudeva l'ampio spazio del-
l'auditorium, crollò per il fuoco, distruggendo completamente l'edificio e causando danni
strutturali anche a quelli adiacenti (Figura 25).47
! Nel 2005, la piattaforma petrolifera Mumbai High North, una struttura alta sette piani, inte-
ramente in acciaio, situata al largo delle coste indiane, prese fuoco dopo una collisione con
una nave. Fu completamente distrutta in meno di due ore, causando la morte di dieci per-
sone (Figure 26-28).48
! Nel 2006, una cartiera presso Malvern, nel Worcestershire (Regno Unito), subì un incendio
che la fece crollare completamente. I pompieri riferirono che il calore intenso aveva causato
il cedimento delle travi d'acciaio del tetto (Figura 29).49
! Nel giugno del 2008, i grandi capannoni metallici che ospitano le attrazioni e gli studi della
Universal Studios, a Los Angeles, furono devastati da un grande incendio e crollarono no-
nostante l'intervento massiccio dei vigili del fuoco (Figure 30 e 31).50
Si potrebbe obiettare che nessuno di questi collassi da incendio riguarda grattacieli. Ma è proprio
questo il punto: un grattacielo è assai più sollecitato, sia dai carichi verticali sia dalla spinta orizzon-
tale del vento, di quanto lo sia una struttura più bassa. Se un incendio è in grado di far collassare
una struttura in acciaio di pochi piani, a maggior ragione è in grado di farlo in una struttura più
esasperata come quella di un grattacielo.
Inoltre, quando ci si domanda come mai non ci sono casi precedenti di grattacieli interamente in
acciaio crollati per incendio, occorre considerare che esistono pochissimi grattacieli in solo ac-
ciaio, proprio in considerazione del rischio strutturale in caso d'incendio. Uno di questi gratta-
cieli è la Sears Tower di Chicago.51 E, come già detto, nessuno di essi è mai stato colpito da oltre
100 tonnellate d'aereo lanciate a oltre 700 km/h e poi riempito di circa 32.000 litri di carburante in
fiamme.
45 http://www.tadesite.com/mmm-dod_pdfs/MMM_sept2006.pdf ;
http://www.chipublib.org/004chicago/disasters/mccormick_fire.html;
http://www.iaei.org/subscriber/magazine/02_d/berhinig.htm.
46 http://www.ilo.org/public/english/protection/safework/hazardwk/fire/fir01.htm;
http://www.wsws.org/articles/2003/may2003/kade-m16.shtml.
47 http://www.interfire.org/res_file/pdf/Tr-097.pdf.
48 http://www.mace.manchester.ac.uk/project/research/structures/strucfire/CaseStudy/HistoricFires/Other/default.htm;
http://news.bbc.co.uk/2/hi/south_asia/4721933.stm.
49 http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/england/hereford/worcs/6105942.stm.
50 http://news.bbc.co.uk/2/hi/americas/7430064.stm (include video del crollo).
51 http://www.sears-tower-facts.com/; un elenco di altri grattacieli con struttura in acciaio è disponibile presso
http://www.ejse.org/Archives/Fulltext/200101/01/20010101.htm.
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All'affermazione "nessuna torre con struttura in acciaio è mai crollata a causa di un incendio, né prima
né dopo l'11 settembre" si risponde quindi con i fatti:
Figura 24. Il collasso per puro incendio del McCormick Center (1967).
Figura 25. Quel che resta del Sight and Sound Theater (1997).
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Figura 27. L'incendio della Figura 28. Quello che rimane dopo il disastro.
piattaforma.
Figura 29. La cartiera funestata da un incendio a Malvern, nel Regno Unito (2006).
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52 http://es.wikipedia.org/wiki/Complejo_Parque_Central.
53 http://noticiero.venevision.net/index_not.asp?id_noticia=20041017000104&id_seccion=04.
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Figura 32. La Torre Este di Caracas, avendo una struttura in cemento armato e
acciaio e ricevendo interventi di spegnimento, sopportò un incendio nel 2004.
! Nel 1991, il grattacielo One Meridian Plaza di Philadelphia, alto 150 metri, bruciò per più di
19 ore senza crollare (Figura 33). Ma non aveva subito alcun impatto che ne danneggiasse
la struttura e rimuovesse le protezioni antincendio (come avvenne invece al WTC). Inoltre il
suo sistema di estintori a pioggia continuò a funzionare, diversamente da quello delle Torri
Gemelle, tranciato dagli impatti degli aerei, e da quello del WTC7, le cui condotte primarie
furono invece tranciate dal crollo delle Torri Gemelle.
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L'estensione del rogo, infine, fu minore rispetto alle Torri Gemelle: ciononostante, durante
l'incendio, i vigili del fuoco temettero il crollo, tanto da ordinare l'evacuazione dell'edificio
da parte dei soccorritori.54 Il One Meridian Plaza riportò danni così gravi da imporne lo
smantellamento.
Come mai gli autori di Zero non parlano di tutti questi casi di strutture in acciaio crollate per puro
incendio e non evidenziano la profonda differenza, in termini di resistenza agli incendi, fra un grat-
tacielo in solo acciaio e un grattacielo in cemento armato e acciaio?
Sarebbe bastato chiedere queste cose a un vigile del fuoco, per esempio allo stesso Louie Cacchioli
che hanno intervistato prima. Cacchioli era lì, a Ground Zero, l'11 settembre. Lui sa come sono an-
date le cose. Ma gli autori di Zero non gli hanno chiesto nulla che riguardasse gli incendi, né gli
hanno chiesto se secondo lui erano modesti. Perché non lo hanno fatto?
Dario Fo racconta che a Madrid, nel 2005, un grattacielo è bruciato come "una torcia"
per venti ore senza crollare.
Zero parla della Windsor Tower, come confermato dai titoli in sovrimpressione: un edificio alto 106
metri, quindi un quarto delle Torri Gemelle e di conseguenza molto meno sollecitato come carichi
strutturali. Un edificio con una struttura in cemento armato e acciaio, completamente differente da
quella delle Torri Gemelle, in acciaio senza cemento armato. Ma tutto questo Zero non lo dice.
Un'altra cosa che Zero non dice è che la parte in acciaio della struttura della Windsor Tower è
crollata eccome; ed è crollata senza neppure essere stata colpita da un aereo, e senza river-
sarvi dentro decine di migliaia di litri di carburante. E' rimasta in piedi la parte centrale, in ce-
mento armato, e il crollo si è interrotto soltanto quando ha raggiunto il solaio dei vani tecnici, an-
ch'esso in cemento armato.
Il WTC, invece, non aveva elementi strutturali in cemento armato. Una differenza tutt'altro che
trascurabile, come ben sa qualunque ingegnere strutturista e vigile del fuoco, ma che Zero ritiene
comodamente opportuno non menzionare.
Zero si dilunga in immagini spettacolari dell'incendio, ma non confronta la Torre Windsor prima e
dopo gli incendi per mostrare la vera entità dei danni. Lo facciamo noi, con le immagini mostrate
nelle Figure 34 e 35.
Figura 34. La Windsor Tower prima e dopo l'incendio. Si noti che il crollo si arresta
soltanto quando incontra il solaio tecnico in cemento armato, assente nelle Torri
Gemelle.
Zerobubbole – 61/297
Figura 35. Altre immagini della Torre Windsor prima della demolizione. Il cilindro verticale su un lato
è la scala antincendio, incapsulata nel cemento armato: dimostrazione eloquente della differente
resistenza al fuoco dell'acciaio e del cemento armato.
Va ribadito che i danni che si vedono in queste immagini e in quelle che seguono sono causati
soltanto da un incendio, senza alcun impatto. E per di più, come nota anche Zero, questi sono gli
effetti di un incendio in un edificio vuoto, quindi privo di tutti gli arredi combustibili che caratteriz-
zano un edificio in uso. Il paragone con il World Trade Center, insomma, non calza per nulla.
Un'altra cosa che Zero non dice è che i danni subiti dal-
la Windsor Tower furono talmente devastanti da impor-
ne la demolizione, terminata ad agosto del 2005.55
Ora che conosciamo i fatti sui quali Zero ha disinvolta-
mente glissato, possiamo quindi dire che in realtà la
Torre Windsor è proprio un esempio di ciò che i
complottisti vorrebbero negare: un collasso di strut-
ture portanti in acciaio indotto solamente da un in-
cendio.56
Anzi, guardando la Figura 36 possiamo anche aggiun-
gere una domanda: chi sostiene che nelle Torri Gemelle
gli incendi erano modesti, come spiega che persino un
grattacielo vuoto arde in questo modo?
Zero giunge dunque al paradosso di dimostrare l'esatto
contrario di quello che asserisce. Un errore che i suoi
autori avrebbero potuto evitare semplicemente consul-
tando qualunque ingegnere strutturista.
E quindi domandiamo ancora una volta: se Zero è una
ricerca della verità sull'11 settembre, come mai i suoi
autori non hanno interpellato gli esperti di settore?
55 http://www.elpais.com/comunes/2005/windsor/index.html.
56 http://11-settembre.blogspot.com/2007/08/effetti-dellincendio-nella-torre.html.
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Mentre vengono mostrate le immagini del grattacielo madrileno, Dario Fo precisa che
l'edificio è rimasto in piedi nonostante fosse ancora in costruzione. Dice testualmente:
"Questo grattacielo non è ancora terminato. E' in costruzione! Ciononostante rimane in
piedi".
Dario Fo sottolinea con enfasi queste sue parole: che la Windsor Tower fosse ancora in costruzione,
e avesse dunque una struttura ancora incompleta, è per lui un elemento che rende ancora più
straordinaria la sua resistenza all'incendio, e quindi ancor più misteriosa e sospetta la mancata resi-
stenza delle Torri Gemelle.
Ma quello che dichiara Fo è falso: basta infatti un briciolo di ricerca per scoprire che la Windsor
Tower era stata costruita fra il 1973 e il 197957 (Figura 37). Era in corso di ristrutturazione, ma la
sua struttura era già completa da più di due decenni.
Se gli autori di Zero non controllano neanche i fatti di base come questi e vi costruiscono sopra le
proprie teorie, è perlomeno lecito chiedersi se anche le loro altre teorie sono fondate su basi altret-
tanto dilettantesche e traballanti.
In effetti, come vedremo tra breve, Dario Fo inanella una serie impressionante di sciocchezze tecni-
che nel giro di pochi secondi.
Figura 37. La pagina di Wikipedia in spagnolo che indica la data di costruzione della Torre Windsor.
57 http://edition.cnn.com/2005/WORLD/europe/02/14/spain.block.fire/.
Zerobubbole – 63/297
0:11. Mentre scorrono le immagini dell'incendio di Madrid (Figura 38), Dario Fo chiede
allo spettatore di fare attenzione al colore delle fiamme, che "tende al bianco". Questo,
dice, significa che "c'è molto ossigeno che brucia." Nell'incendio del World Trade Center,
invece, secondo Fo "le fiamme sono di rosso scuro".
Dario Fo dice che al World Trade Center, diversamente dall'incendio di Madrid, "il fumo
è nero".
Ci risiamo. Il fumo di Madrid è chiaro soltanto perché è ripreso di notte e illuminato dalle
fiamme. Questo è il fumo della Windsor Tower come lo mostra Zero (Figura 39).
Figura 39. Il fumo della Windsor Tower, nelle immagini mostrate da Zero.
E questa è la Windsor Tower di giorno (Figura 40). Di che colore è il suo fumo?59
Figura 40. Il fumo della Windsor Tower di giorno è nero. Proprio come quello delle
Torri Gemelle.
E' davvero stupefacente che un premio Nobel come Dario Fo non colga questo concetto banale.
59 http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/87/Windsor-tower-madrid.jpg/800px-Windsor-tower-madrid.jpg.
Zerobubbole – 65/297
Steven Jones dice che gli incendi che ardevano nelle Torri Gemelle emanavano "fumo
scuro, grigio, pesante, quasi nero, grigio [sic]". Questo, dice, significa che si tratta di "un
incendio in carenza di ossigeno".
Nelle loro teorie, i complottisti affermano spesso che il fumo nero degli incendi al WTC è sintomo
di carenza d'ossigeno e quindi, a loro parere, di incendi in via di spegnimento o comunque debo-
li.60 Incendi che pertanto non possono aver causato l'indebolimento della struttura. Il concetto sot-
tinteso è che quest'indebolimento debba essere stato provocato da qualcos'altro di misterioso.
Ma i fatti tecnici dimostrano che è semplicemente ridicolo sostenere che il colore del fumo dipen-
da dall'intensità dell'incendio come fa Zero. Il colore del fumo dipende principalmente dalla na-
tura dei materiali che bruciano. Lo indicano chiaramente i Vigili del Fuoco italiani, dei quali citia-
mo la tabella dei colori assunti dal fumo in base al materiale che brucia:61
Come si può notare, il nero è associato al kerosene (di cui gli aerei trasportavano decine di mi-
gliaia di litri) e alle plastiche (estremamente diffuse negli allestimenti degli uffici). Ancora una vol-
ta, chiediamo ai complottisti e agli autori di Zero: come è possibile incappare in errori madornali
come questi? Perché non sono stati interpellati degli esperti?
Nulla da dire sul Dario Fo artista, ma presentarlo come esperto d'incendi è una scelta davvero inve-
rosimile. Anche perché gli esempi che smentiscono le sue parole abbondano e non occorre essere
vigili del fuoco per notarli e capirli.
Per esempio, la Figura 41 mostra l'in-
cendio scoppiato a Londra a novembre
2007 presso uno dei cantieri predispo-
sti per le Olimpiadi del 2012.62
Considerato che si tratta di un incen-
dio evidentemente all'aperto, è abba-
stanza difficile asserire che è affetto da
carenza d'ossigeno. Ma di che colore è
il fumo?
Qualora dovesse servire qualche ulte-
riore conferma che il fumo nero non è
per nulla sinonimo di incendio a corto
d'ossigeno, o men che meno di incen-
dio in via di spegnimento, la Figura 42
ritrae un velivolo nel quale un motore
ha preso fuoco e sta bruciando il car-
burante contenuto nei serbatoi. All'a- Figura 41. Un incendio in pieno svolgimento a Londra, a
perto, ovviamente. novembre 2007. Di che colore è il fumo?
60 Si veda per esempio Maurizio Blondet, in I grattacieli, prima, non cadevano, 6/12/2005
(http://www.effedieffe.com/rx.php?id=820).
61 http://www.vigilfuoco.it/attivita/multimedia/curiosita/colori/default.asp.
62 http://www.theregister.co.uk/2007/11/12/theres_the_fire/.
Zerobubbole – 66/297
Vi sembra che un incendio che avviene all'aria aperta possa essere a corto di ossigeno, o che abbia
l'aria di volersi spegnere?63 E guardando immagini come la Figura 43, si può seriamente asserire
senza imbarazzo che gli incendi al World Trade Center erano modesti?
63 Dettaglio di un'immagine scattata da Gustavo Bertran a giugno del 2006 all'aeroporto di Los Angeles e tratta da Airliners.net
(http://www.airliners.net/open.file?id=1059747).
Zerobubbole – 67/297
0:12. Dario Fo racconta che "secondo la versione ufficiale", l'acciaio strutturale delle Torri
Gemelle cedette a causa del calore e aggiunge un sonoro "Viummm!" mentre mima un
crollo rapido con le mani e le braccia.
Poi osserva che c'è una stranezza: qualcuno scese da una delle Torri Gemelle
"attraversando il punto di maggior violenza per quanto riguarda il fuoco, ed è giunto fina
[sic] in fondo. Come si [sic] è riuscito?"
Brian Clark racconta che lui ed altri scesero fino ad incontrare le fiamme che li
fermavano. Arrivati al 78° piano, trovarono che "le pareti erano ancora integre, anche se
attraversate da crepe" e che le fiamme "lambivano l'altro lato del muro"; "non era certo un
inferno di fuoco", dice.
A Clark sembrò che "le fiamme all'interno fossero a corto d'ossigeno." Racconta che
continuando la discesa, arrivarono al 74° piano, dove trovarono che "era tutto normale.
Le luci erano accese e dal basso giungeva aria pulita."
"Versione ufficiale"?
La scelta di dire "secondo la versione ufficiale" è un espediente molto comune nella letteratura co-
spirazionista: serve a dare l'impressione che la storia dell'11 settembre sia unicamente il prodotto di
una velina governativa, inventata di sana pianta e priva di qualsiasi supporto documentale indi-
pendente.
Ma specialmente nel caso delle Torri Gemelle, non è affatto così. La documentazione fotografica
del cedimento progressivo della struttura è abbondante e indiscutibile. La dinamica dei crolli e de-
gli incendi è stata misurata, documentata e studiata minuziosamente da parte degli addetti ai la-
vori di tutto il mondo, che non vi hanno trovato nulla di sospetto, ma anzi l'hanno adoperata per
aggiornare le normative di sicurezza contro gli incendi, come descritto più avanti.
Per esempio, il fatto che alcuni solai all'interno delle Torri Gemelle abbiano ceduto almeno parzial-
mente prima del crollo non è una "versione ufficiale" dispensata dal governo, da accettare a scato-
la chiusa. E' un dato documentato da immagini come quella mostrata in Figura 44 e tratta dal rap-
porto NIST. Un rapporto che, come già detto, non è una velina, ma una serie di 43 volumi redatti da
oltre 200 tecnici professionisti del settore.
Nessun professionista di settore, invece, compare in Zero.
Specificamente, la foto è la Figura 2-41 di pagina 63 del rapporto NCSTAR 1-3C del NIST, e si riferi-
sce alla facciata nord del WTC2 (Torre Sud), vale a dire la facciata opposta a quella colpita dall'ae-
reo: il Volo United 175, infatti, colpì la facciata sud. Pertanto questi cedimenti non possono essere
attribuiti all'impatto meccanico del velivolo.
Nella foto, le frecce bianche indicano i solai ceduti. Non può che trattarsi dei solai perché, ricordia-
molo, la struttura delle torri era un tubo reticolare esterno, costituito dalle facciate, con un fascio
centrale di colonne collegato al tubo esterno dai solai: non vi erano altre strutture orizzontali di
queste dimensioni e in quella posizione.
Zerobubbole – 68/297
Figura 44. Solai ceduti nella Torre Sud, dal rapporto NIST.
Anche il fatto che le colonne perimetrali delle torri si sono piegate per effetto degli incendi è do-
cumentato da immagini eloquenti. La Figura 45 rappresenta la facciata est del WTC2 (Torre Sud)
alle 9:58:55, pochi istanti prima del crollo. L'inflessione delle colonne è evidente: qualcosa le sta ti-
rando verso l'interno.
Figura 45. Inflessione delle colonne della facciata della Torre Sud.
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Secondo le perizie tecniche, quel "qualcosa" è costituito dai solai che si sono imbarcati. Questo è
quello che Zero tra poco chiamerà "inward bowing theory" (teoria dell'inflessione verso l'interno) e
presenterà ai suoi spettatori come se fosse, appunto una teoria, una congettura basata sul nulla. In-
vece si tratta di una ricostruzione basata su dati di fatto. Come mai Zero non mostra questi dati?
E ce ne sono molti altri, di questi dati. Per esempio, la Figura 46 è un'altra immagine dell'inflessione
delle colonne della facciata est del WTC2, scattata alle 9:53, quindi cinque minuti prima del crollo.
Le righe nere sono state aggiunte per offrire un riferimento visivo che consenta di cogliere più
chiaramente la deformazione.
La stessa inflessione è documentata anche per la Torre Nord (WTC1) dall'immagine mostrata nella
Figura 47 e scattata alle 10:23, ossia cinque minuti prima del crollo. L'inflessione riguarda la facciata
sud, ossia ancora una volta quella opposta all'impatto dell'aereo. La rientranza delle colonne è sti-
mata dal NIST in 140 cm, con un margine d'errore di 15 cm. A sinistra si nota anche l'accartoccia-
mento dello spigolo dell'edificio.
Avete mai visto una demolizione con esplosivi prendersi il disturbo di piegare le colonne prima di
distruggere l'edificio?
E' insomma chiaro che il collasso strutturale delle Torri Gemelle ha caratteristiche documentate
che non sono compatibili con una demolizione intenzionale, ma sono coerenti con il comporta-
mento di una struttura in acciaio nella quale arde a lungo un incendio di vaste proporzioni, suffi-
ciente ad ammorbidire l'acciaio (senza fonderlo) e renderlo incapace di reggere i carichi che vi gra-
vano sopra.
Zerobubbole – 70/297
Figura 47. Inflessione delle colonne della facciata della Torre Nord. Il circolo rosso indica l'area di maggiore
inflessione.
Le teorie cospirazioniste non sono in grado di spiegare questi dati concreti. I rapporti NIST, invece,
ne forniscono una spiegazione dettagliata e coerente:
! gli incendi hanno surriscaldato i solai in acciaio, causandone l'ammorbidimento e l'insella-
mento;
! i solai, collegati alle colonne perimetrali, hanno pertanto tirato verso l'interno le colonne
stesse;
! la deformazione delle colonne perimetrali ha indotto il collasso della struttura, dato che le
colonne erano concepite per reggere carichi applicati di punta, e chiaramente una colonna
incurvata, se soggetta a un carico di punta sufficiente, tende a flettersi anziché reggere;
Zerobubbole – 71/297
! a un certo punto le connessioni fra gli elementi delle colonne hanno ceduto ed è iniziato il
crollo dell'edificio.
Il rapporto del NIST è chiaramente assai più dettagliato di queste poche righe nell'esporre la dina-
mica che ha portato al crollo delle Torri Gemelle, ma questa è, in sintesi, la serie di eventi inequivo-
cabilmente documentati.
Come mai Zero non mostra queste immagini e non racconta questi dettagli, ma preferisce presen-
tarci la descrizione colorita ma imprecisa di un premiato attore comico?
tori Otis 339HT da 24 tonnellate l'uno, larghi 4 m, profondi 2,4 m e alti 2,4 m. Questi motori
erano disposti in fila in direzione sud-nord: la medesima direzione della traiettoria del veli-
volo.
! La sala adibita a questi motori era talmente grande che dal 76° all'82° piano era stato ne-
cessario deviare due delle tre scale d'emergenza dalla loro normale posizione centrale nel-
l'edificio. Questa situazione è documentata anche nel rapporto NIST, come mostrato nella
Figura 49 (in cui la zona d'impatto dell'aereo è sulla facciata rivolta a sinistra), e persino
nell'animazione mostrata a questo punto da Zero (Figura 50).65.
65 Lo spezzone con l'animazione grafica digitale era assente nella versione di Zero presentata alla Festa del Cinema di Roma ed è
stato aggiunto per la versione in DVD.
Zerobubbole – 73/297
! Nel grafico mostrato in Figura 51, tratto da USA Today,66 le scale dell'81° piano sono indicate
in rosa e i motori degli ascensori sono indicati in verde; la freccia grigia indica la traiettoria
dell'aereo. In questo grafico si vede chiaramente che la scala A (Stairway A) era quindi
schermata dall'impatto grazie al massiccio scudo dei motori degli ascensori citati prima ed
era situata nello spigolo opposto a quello d'impatto. E' questa la scala che fu presa da
Brian Clark, che quindi girò intorno al nucleo centrale degli incendi, senza passarvi in
mezzo come invece asserisce Zero.
Figura 51. Traiettoria d'impatto (Flight Path, freccia grigia) al WTC2 rispetto ai
motori degli ascensori.
! Zero omette di dire che Clark è uno di soli sedici sopravvissuti che si trovavano ai piani
superiori alle zone d'impatto. Nell'altra torre, la Torre Nord, da sopra la zona d'impatto
non si salvò nessuno. Quindi anche ammettendo di usare il racconto di Clark per "dimostra-
re" la natura modesta degli incendi, la "dimostrazione" varrebbe soltanto per la Torre Sud e
non sminuirebbe l'entità degli incendi nell'altra torre.
Ancora una volta, insomma, la realtà documentata dei fatti viene distorta e manipolata per soste-
nere una tesi cospirazionista. Non è un approccio molto onorevole, specialmente per chi si profes-
sa ricercatore della verità sull'11 settembre.
66 Machinery saved people in WTC, di Dennis Cauchon and Martha T. Moore, USA Today, 17/5/2002
(http://www.usatoday.com/news/nation/2002/05/17/stairway.htm).
Zerobubbole – 74/297
0:14. Il narratore conclude, sulla base di quanto presentato fin qui, che le temperature
al World Trade Center erano "non certo elevatissime".
Quest'asserzione sarebbe confermata, dice il narratore, dalla presenza di una donna che si affaccia
dalla breccia d'impatto di uno degli aerei, mostrata a questo punto da Zero.
Pochi minuti prima, come scena d'apertura,
Zero ha presentato la registrazione angosciante
di una donna, Melissa Doi, che grida disperata
al telefono che "fa molto, molto, molto caldo".
Così caldo che teme di morire.
Così caldo che dice (nella parte guarda caso ta-
gliata da Zero) che non vede fiamme ma sente
che il pavimento scotta dappertutto.
Così caldo che circa 200 persone si suicidano
lanciandosi nel vuoto dalle Torri Gemelle pur di
evitare di morire negli incendi (Figura 52).
Ma adesso, magicamente, le temperature diven-
tano "non certo elevatissime" secondo gli autori
di Zero. Una frase che suona come uno schiaffo
alla memoria di tutte queste persone.
Persone il cui gesto disperato Zero non esita a
mostrare nelle proprie immagini quando vuole
evocare forti emozioni, ma che dimentica quan-
do si tratta di sostenere improbabili quanto of-
fensive teorie alternative.
La donna affacciata
La presenza di una donna che si affaccia dallo
squarcio prodotto dall'impatto è nota e docu-
mentata anche nei rapporti tecnici.
Infatti a pagina 160 del rapporto NIST 1-5A si
trova la fotografia mostrata in Figura 53, nella
quale si scorge la donna citata da Zero.
Figura 52. Suicidi alle Torri Gemelle. Eppure, secondo
Il rapporto NIST fornisce un dato che il video di Zero, le temperature erano "non certo elevatissime".
Chiesa e Fracassi non offre: la foto è stata scatta-
ta intorno alle 9:30. E' tristemente ironico che chi lamenta una presunta inadeguatezza delle otto
indagini tecniche formali67 svolte fin qui sugli eventi dell'11 settembre fornisca meno informazioni
delle stesse indagini che critica così aspramente.
67 Una inchiesta giudiziaria civile (processo Moussaoui); due inchieste governative (Commissione 11/9 e Joint Inquiry di Camera e
Senato USA); cinque tecniche (FAA, NTSB, NIST, FEMA, ASCE); più quelle giornalistiche e i rapporti tecnici dei soccorritori
(MCEER, Arlington After-Action Report, e altri).
Zerobubbole – 75/297
Ora che sappiamo luogo e ora, sappiamo anche quanto tempo è passato dall'impatto, e da questi
dati possiamo trarre alcune deduzioni. Il volo American Airlines 11 colpì il WTC1 alle 8:46. Questa
foto ritrae quindi la situazione ben quarantacinque minuti dopo l'impatto.
E gli incendi, per loro natura, migrano: consumano tutto quello che trovano da bruciare e poi avan-
zano e salgono verso altre zone non ancora consumate.
Figura 53. Una persona si affaccia dallo squarcio del WTC1. Fonte: NIST (evidenziazione aggiunta).
E' quindi assolutamente ingannevole sottolineare che la donna si trova "proprio nel punto dell'im-
patto con l'aereo", come se quello dovesse essere il punto più caldo: quello è invece il punto dove
l'incendio si è sviluppato inizialmente e poi si è affievolito, mentre proseguiva altrove.
In altre parole, le sue condizioni tre quarti d'ora dopo l'inizio dell'incendio non dicono nulla sullo
stato del resto dell'edificio. Questo è un concetto chiaro anche a chi non è vigile del fuoco. Ma allo-
ra si pone un problema: come mai gli autori di Zero non se ne rendono conto?
nebulizzato, potendo quindi fluire o colare attraverso la struttura, fino a trovare nuova aria e qual-
cosa che gli desse fuoco.68
Ma soprattutto, lo squarcio faceva da presa d'aria per gli incendi, per cui era interessato da un in-
tenso flusso d'aria fresca, richiamata dall'esterno per effetto camino dalle fiamme all'interno della
torre. Se c'era un punto ventilato in tutta l'area devastata, era dunque proprio la breccia d'im-
patto. Usare questa fotografia come "prova" di temperature basse nel resto del volume colpito da-
gli incendi denota quindi grave incompetenza nella dinamica degli incendi in generale.
L'evoluzione dell'incendio nella zona dello squarcio è documentata dalle fotografie del medesimo
rapporto NIST NCSTAR 1-5A: già pochissimi minuti dopo l'impatto, gli incendi non interessavano
più lo squarcio, come si può notare per esempio nell'immagine di Figura 54, e si sono poi propaga-
ti principalmente verso l'alto e il lato opposto, come mostrato dalle Figure 55-58.
Figura 54. Meno di un minuto dopo l'impatto, non ci sono fiamme nello squarcio dal quale è penetrato
l'aereo.
Guardate le foto nelle pagine successive: tenendo conto del fatto che ogni lato delle Torri Gemelle
misurava 64 metri (più di mezzo campo di calcio), vi sembrano indicare incendi modesti e "tempe-
rature non certo elevatissime"?
68 La questione è discussa, cifre alla mano, a pagina 79 del rapporto NIST NCSTAR 1-5A.
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Figura 55. La facciata sud (opposta a quella d'impatto) del WTC1 (Torre Nord) alle 9:19, 33 minuti dopo
l'impatto. Fonte: rapporto NIST NCSTAR 1-5A.
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Figura 56. Le facciate ovest (a sinistra) e sud (a destra, opposta a quella d'impatto) del WTC1 (Torre Nord)
alle 10:23, 97 minuti dopo l'impatto e cinque minuti prima del crollo. L'angolazione dell'immagine
nasconde gli incendi sulla facciata ovest, visibili nella foto successiva. Si nota l'inflessione delle colonne.
Fonte: New York Police Department.
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Figura 57: Le facciate ovest (a sinistra) e sud (a destra) del WTC1 alle 10:22, 96 minuti dopo l'impatto. Si noti
che è sufficiente una leggera differenza d'angolazione rispetto alla foto precedente per rivelare la
presenza e l'estensione degli incendi sulla facciata ovest. Fonte: rapporto NIST NCSTAR 1-5A.
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Figura 58. La facciata est del WTC1 alle 9:38, 52 minuti dopo l'impatto. Lo squarcio d'entrata dell'aereo è
sulla facciata nord (a destra). Fonte: rapporto NIST NCSTAR 1-5A.
Chi è la donna?
L'esatta identità della donna mostrata da Zero è data per scontata da molti siti
cospirazionisti, ma in realtà è controversa. Viene indicata sovente come Edna
Cintron, 46 anni, di New York, assistente amministrativa alla Marsh & McLennan
Cos. Inc, al 97° piano, morta nel crollo della torre (Figura 59).69
Secondo queste fonti,70 il marito, William, avrebbe identificato Edna nelle varie
foto, dai capelli e dagli indumenti, ma non con certezza.71 Non è stata reperita
finora una fonte giornalistica attendibile e di prima mano che confermi que- Figura 59. Edna
st'affermazione attribuita al marito. Cintron.
Fra le immagini delle persone che si sono suicidate gettandosi dalle Torri Ge-
melle ve n'è almeno una di una persona i cui indumenti sono compatibili con quelli della persona
che si affaccia dallo squarcio (Figura 60).72
69 http://www.cnn.com/SPECIALS/2001/memorial/people/3707.html.
70 http://www.whatreallyhappened.com/wtc1_woman.html.
71 http://www.thewebfairy.com/911/edna/index.htm.
72 http://11-settembre.blogspot.com/2007/08/le-vittime-dell11-settembre-i-suicidi.html.
Zerobubbole – 81/297
Figura 60. Un'immagine dei suicidi mostra una persona i cui indumenti richiamano quelli della persona
affacciatasi alla breccia d'impatto.
Le immagini sono troppo sgranate per consentire un'identificazione affidabile, per cui prevale il
principio di prudenza: ma se davvero si trattasse della stessa persona, le fandonie di Zero sulle tem-
perature degli incendi al World Trade Center troverebbero la più tragica delle smentite.
"E' un fatto assodato che la versione ufficiale sul crollo degli edifici del World Trade
Center sia falsa"
Al lettore attento non sfuggirà l'ironia della situazione. Zero, che come vedremo insinua che i man-
danti e gli esecutori dell'11 settembre siano l'amministrazione repubblicana di Bush e/o i militari
statunitensi e diffida di ogni fonte che sia vagamente ufficiale, quando fa comodo cita a proprio
sostegno nientemeno che un ex membro di alto livello dell'amministrazione repubblicana di Ro-
nald Reagan.
Non solo: Zero sfrutta la consueta fallacia logica del principio d'autorità. Siccome
Paul Craig Roberts (Figura 61) è stato un personaggio in una posizione d'autorità
in un governo, allora diamo istintivamente maggior peso alle sue parole.
Ma se consideriamo la situazione razionalmente, ci poniamo subito una domanda:
che ne sa di aeronautica o ingegneria strutturale o terrorismo un assistente segre-
tario al Tesoro? Niente. Essere membri di un governo non conferisce automatica-
mente la sapienza in ogni campo dello scibile.
Per fare un esempio più vicino a noi, credete forse che Ilona Anna Staller, in arte Cicciolina ed ex
deputato nella decima legislatura del Parlamento italiano nel 1987,73 sia un'autorità in materia di
controllo del traffico aereo o di balistica d'impatto di aerei di linea contro edifici per il solo fatto di
essere stata deputato? Le chiedereste di calcolare la resistenza agli incendi della struttura del
World Trade Center? Appunto.
E allora perché Zero ricorre, qui e altrove, a citazioni di personaggi che non hanno alcuna compe-
tenza in materia, invece di rivolgersi agli esperti e fornire ai propri spettatori fatti concreti?
La domanda si fa ancora più pressante quando andiamo a vedere le basi tecniche sulle quali Ro-
berts fonda la propria affermazione, che proviene da un suo articolo, What we know and don’t
know about 9/11, pubblicato nel 2006 sul sito Information Clearinghouse.74
Roberts afferma che è "un fatto assodato che la versione ufficiale sul crollo degli edifici del World Trade
Center sia falsa" perché "sappiamo che è assolutamente impossibile per qualsiasi edificio, men che
meno edifici con colonne in acciaio, crollare a catasta a velocità di caduta libera". Ma come vedremo
nella Zerobubbola 23, le Torri Gemelle e l'Edificio 7 non sono crollati a velocità di caduta libera. In
caduta libera, il crollo sarebbe durato circa 9 secondi. Nei filmati, dura almeno 16 secondi.
L'intero assunto sul quale Roberts basa il suo "fatto assodato" è quindi una fandonia, e se si parte
da un assunto sbagliato, la conclusione non può che essere altrettanto sbagliata.
Per dare qualche ulteriore esempio delle basi traballanti e paranoiche delle affermazioni di Ro-
berts, si può notare che nello stesso articolo Roberts sostiene che "Secondo alcuni resoconti, la BBC
ha trovato sei dei presunti dirottatori suicidi ancora in vita nei propri paesi d'origine":75 una bufala chia-
rita da tempo dalla BBC stessa (ne parleremo in dettaglio nella Zerobubbola 90).
La precisazione "Secondo alcuni resoconti" significa che Roberts non
è nemmeno andato a leggersi l'articolo della BBC (Figura 62).76 E il
suo discorso sui tempi di crollo dimostra che non ha letto neppure i
rapporti tecnici riguardanti il crollo delle Torri Gemelle.
Nel proprio articolo, Roberts fa anche affermazioni come "Oggi i me-
dia statunitensi sono di proprietà di 5 grandi società, nelle quali gli
ebrei pro-sionisti hanno un'influenza sproporzionata".77
Non dovrebbe essere necessario altro per inquadrare il personaggio
scelto da Zero come autorità, ma una semplice ricerca negli archivi Figura 62. L'articolo della BBC
rileva una perla che non si può fare a meno di citare, perché la dice che parla del ritrovamento dei
lunga sul rigore delle opinioni di Paul Craig Roberts. dirottatori ancora vivi. In realtà
si trattava di omonimi.
Nel suo articolo Gullible Americans (2006),78 critica gli americani per-
ché non hanno "verificato i fatti" o "letto i rapporti" sull'11/9: e già ci sarebbe da osservare da che
pulpito viene la predica.79 Ma nello stesso articolo, Roberts cita "la professoressa d'ingegneria della
Clemson University, Judy Woods" fra gli "scienziati ed ingegneri" che "hanno posto domande ineludibili
sulla versione ufficiale del crollo dei tre edifici del WTC". L'altro nome che cita è quello di Steven Jones,
già comparso in Zero.80
73 http://it.wikipedia.org/wiki/Cicciolina.
74 http://www.informationclearinghouse.info/article14566.htm. La frase originale è "We know that it is strictly impossible for any
building, much less steel columned buildings, to “pancake” at free fall speed. Therefore, it is a non-controversial fact that the official
explanation of the collapse of the WTC buildings is false."
75 "According to reports, the BBC has found 6 of the alleged suicide hijackers alive and well in their home countries".
76 http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/1559151.stm: Hijack 'suspects' alive and well, 23/9/2001, con aggiornamento del 2006 a
chiarire la questione delle omonimie (http://www.bbc.co.uk/blogs/theeditors/2006/10/911_conspiracy_theory_1.html).
77 "Today the US media is owned by 5 giant companies in which pro-Zionist Jews have disproportionate influence."
78 http://www.informationclearinghouse.info/article14531.htm.
79 "Americans never check any facts. Who do you know, for example, who has even read the Report of the 9/11 Commission, much less
checked the alleged facts reported in that document. I can answer for you. You don’t know anyone who has read the report or
checked the facts. "
80 "Scientists and engineers, such as Clemson University Professor of Engineering Dr. Judy Woods and BYU Professor of Physics Dr.
Steven Jones, have raised compelling questions about the official account of the collapse of the three WTC buildings."
Zerobubbole – 83/297
Ebbene, cosa sostiene la dottoressa Judy Wood (non Woods, come scrive Roberts)? Sostiene che le
Torri Gemelle sono state demolite con le microonde e i raggi laser.81 Che stranamente non sono stati
visti da nessuno e non hanno incenerito nessuna delle persone nella zona al momento del crollo.
E non è tutto: la Wood (Figura 63, tratta dal suo sito) afferma anche che vi
sono possibili legami fra gli attentati dell'11 settembre 2001 e l'uragano
Erin e i terremoti che si verificarono in quel periodo: tutti sarebbero effetti
di tecnologie ultrasegrete.82
Di fronte ad affermazioni come queste, non si può che condividere una
frase di Roberts, tratta dal medesimo articolo Gullible Americans: "Le prove
scientifiche sono una cosa difficile da capire per il pubblico americano".83 E
indubbiamente Paul Craig Roberts, come americano, conferma con la sua
curiosa scelta dei "fatti assodati" di essere pienamente parte di quel pub-
blico.
Figura 63. La dottoressa
Judy Wood.
81 http://drjudywood.com/articles/short/FAQ.html.
82 http://www.drjudywood.com/articles/erin.
83 "Scientific evidence is a tough thing for the American public to handle".
Zerobubbole – 84/297
0:13. Il narratore racconta che il National Institute of Standards and Technology (NIST)
ha svolto dei test per verificare la dinamica dei crolli e il comportamento dell'acciaio e
ne ha affidati alcuni alla "Underwriters Labs".
Va chiarito innanzi tutto che la "Underwriters Labs" di cui parla Zero non è una società qualunque,
come potrebbe sembrare dal modo in cui la presenta questo video. La Underwriters Laboratories84
(questo è il suo nome corretto) è uno dei più prestigiosi enti internazionali di certificazione della
conformità e della sicurezza dei prodotti.
Il marchio "UL", così diffuso sugli apparecchi di ogni genere, è suo
(Figura 64) ed è grosso modo equivalente per importanza al mar-
chio CE europeo, con la differenza che il marchio CE è un'autocer-
tificazione di conformità alle norme, mentre il marchio UL richiede
una certificazione svolta dalla UL stessa indipendentemente. Figura 64. Il logo "UL".
Chiarita l'importanza e l'autorevolezza della UL, veniamo ai fatti ri-
guardanti l'11 settembre. Nell'agosto del 2004, la Fire Protection Division della UL svolse per conto
del NIST dei test standard di resistenza all'incendio (Standard Fire Resistance Test), a norma ASTM
E119, nei propri impianti di Northbrook, nell'Illinois, e a Toronto, in Canada.85 A giudicare da alcune
immagini mostrate a questo punto in Zero, sono questi i test di cui parla il narratore.
84 http://www.ul.com/.
85 Rapporto NIST NCSTAR1-6.
86 Articolo del South Bend Tribune di John Dobberstein, archiviato presso http://www.mindfully.org/Reform/2004/Kevin-R-
Ryan22nov04.htm.
Zerobubbole – 85/297
nome di UL Drinking Water Laboratory,87 e Ryan divenne formalmente dipendente della UL: ma non
come manager della UL stessa, bensì come direttore di laboratorio della società acquisita.
Di conseguenza, spacciare Kevin Ryan per un manager della UL, come fa Zero, è come spacciare
per manager della Ferrari il direttore del laboratorio della ditta che fornisce alla Ferrari il liquido la-
vavetri. Il paragone non è affatto forzato, come vedremo tra poco, per via del particolare ramo di
attività di Kevin Ryan.
Kevin Ryan non fu licenziato per aver messo in discussione il rapporto del NIST
Fu licenziato il 16 novembre 200488 perché aveva firmato con le proprie credenziali di dipendente
("Site Manager, Environmental Health Laboratories, A Division of Underwriters Laboratories") una deli-
rante lettera aperta che aveva inviato l'11 novembre a Frank Gayle del NIST e a numerosi siti cospi-
razionisti.
La lettera aperta di Ryan attribuiva alla Underwriters Laboratories certificazioni dell'acciaio delle
Torri Gemelle che la UL non aveva svolto e asseriva che le Torri non sarebbero dovute crollare per
gli incendi. In sostanza, Ryan faceva sembrare che la UL stesse dando del bugiardo al NIST.
Ecco un brano tradotto della lettera, in cui Ryan chiede a Gayle (del NIST) di sposare la causa com-
plottista e rivelare la "verità" che emerge secondo Ryan dai risultati dei test condotti da Gayle e che
il NIST vorrebbe nascondere. L'evidenziazione è aggiunta; la lettera aperta è presentata integral-
mente nelle Appendici di Zerobubbole.
Non vi è dubbio che gli eventi del'11/9 sono la forza motrice emotiva che spinge la Guerra al Terrorismo.
E la questione del crollo del WTC è al centro della storia dell'11/9. La mia sensazione è che i suoi test me-
tallurgici siano al centro del centro del centro. O lei riesce a capire il senso di quello che è realmen-
te accaduto a quegli edifici e a comunicarlo rapidamente, o noi tutti dovremo affrontare la medesi-
ma distruzione e disperazione che derivano dalle decisioni globali basate sulla disinformazione e
le chiacchiere intercettate ["chatter" in originale, N.d.T.].
Grazie per tutti i suoi sforzi per determinare cosa è successo quel giorno. Forse lei sa che ci sono alcuni
altri dipendenti attuali ed ex dipendenti del governo che hanno rischiato molto per aiutarci a co-
noscere la verità. Ho incluso in questo messaggio, per conoscenza, una di queste persone. Ritengo
che anche il suo lavoro possa essere un nucleo di fatti intorno al quale possono ricrescere la verità
e quindi la pace e la giustizia globale. La prego di fare quello che può per eliminare rapidamente la con-
fusione riguardante la capacità degli incendi alimentati da carburante per jet di ammorbidire o fondere
l'acciaio strutturale.
Kevin Ryan, inoltre, aveva spedito questa lettera aperta dalla casella di e-mail del proprio posto di
lavoro. Tutto questo diede quindi "l'impressione ingannevole di parlare in qualità di rappresentante
della UL" e causò "danni sia alla reputazione dell'Azienda, sia al nostro rapporto con il NIST", come
scrisse la UL nella lettera di licenziamento di Ryan (Figura 66).89
potabilità dell'acqua.90 Tant'è vero che il nome UL Drinking Water Laboratory significa appunto "la-
boratorio dell'UL per l'acqua potabile".91 Gli atti del processo intentato da Ryan contro la UL 92 docu-
mentano la vera qualifica dell'esperto intervistato da Zero: è un chimico che all'epoca lavorava
come "laboratory manager". Non un alto dirigente, insomma, ma un direttore di laboratorio.
Kevin Ryan, si occupava dunque di acqua, non di metalli. Non ha alcun titolo tecnico per mette-
re in discussione il rapporto del NIST; ha lasciato intendere di essere rappresentante di un ente go-
vernativo quando non lo era; e ha fatto sembrare che l'ente accusasse di cospirazione il NIST. Non
c'è troppo da stupirsi del suo licenziamento.
Ancora una volta, dunque, salta fuori che Zero ci propone le parole di una persona tecnicamente
non competente nelle materie di cui parla. Perché? E come mai non interpella i veri esperti?
90 "Environmental Health Laboratories (EHL) is the most certified drinking water testing laboratory in America"
(http://web.archive.org/web/20050328092216/http://www.ehl.cc/).
91 http://www.ul.com/water/waterlab/index.html.
92 http://resipsa2006.googlepages.com/5Complaint.pdf.
Zerobubbole – 87/297
0:14. Kevin Ryan (doppiato) dice testualmente: "Abbiamo effettuato dei test su alcuni
modelli in scala della struttura nell'agosto del 2004."
Perché "abbiamo"? Ryan non ha mai fatto parte della Fire Protection Division della Underwriters
Laboratories, la divisione che condusse i test: come abbiamo visto, è stato dipendente di tutt'altra
divisione della UL, quella dedicata alle acque potabili.
Parlare in questo modo, come se avesse preso parte attiva e competente ai test di cui sta per parla-
re, significa ingannare lo spettatore. Un approccio davvero sorprendente, per un documentario che
pretende di smontare i presunti inganni delle fonti ufficiali.
Ancora una volta, dunque, Zero manipola le parole e gioca sull'ambiguità irrisolta per conferire alle
proprie tesi e ai propri testimoni un'autorevolezza e una competenza tecnica che in realtà non
hanno. Infatti la non competenza di settore di Ryan viene subito al pettine:
Kevin Ryan afferma che i test in questione smentirono "la spiegazione ufficiale del crollo
delle torri", 93 denominata "pancake theory" ["teoria dell'accatastamento", NdT], secondo
la quale i solai sarebbero crollati accatastandosi "come una pila di frittelle" e le colonne
avrebbero ceduto.
Il concetto viene ribadito in inglese dai titoli: "those test [sic] disproved the pancake
theory".
Ma quella che Ryan definisce la "spiegazione ufficiale" non è affatto la teoria sostenuta e do-
cumentata dal NIST. La "pancake theory", o "teoria dell'accatastamento", fu proposta da alcuni tec-
nici inizialmente, prima che fossero disponibili i dati, le immagini e i reperti fisici delle Torri Gemelle
presentati dal rapporto NIST, e ipotizzava che avessero ceduto i raccordi fra i solai e le colonne del-
la facciata. Secondo questa prima ipotesi, i solai sarebbero così caduti l'uno sull'altro, accatastando-
si, e questo avrebbe causato il crollo dell'edificio.
Tuttavia le indagini del NIST fecero emergere nuovi fatti e dettagli che dimostrarono che questa
teoria preliminare era errata: dati, immagini e reperti documentarono che i raccordi di norma non
avevano ceduto, ma anzi avevano permesso ai solai, imbarcati dal calore, di tirare verso l'interno le
colonne della facciata, provocandone il cedimento, come già mostrato nelle Figure 45-47 e nella
sequenza di Figura 67.
La "pancake theory" fu quindi abbandonata e da tempo l'accatastamento dei solai non è più
considerato causa innescante del crollo dai tecnici.94 Per esempio, il NIST rigetta decisamente il
"pancaking" come causa del crollo nelle sue risposte alle domande più frequenti, pubblicate ad
agosto del 2006:95
93 L'audio originale ("And those tests disproved the primary theory behind the collapse of the buildings") dice una cosa diversa
rispetto al doppiaggio: parla di "teoria principale", non di "spiegazione", e non usa affatto l'aggettivo "ufficiale". Anche le parole
di Ryan sono state dunque manipolate.
94 Il pancaking non è però completamente escluso dalla ricostruzione della dinamica del disastro. Il NIST, infatti, precisa che il
pancaking a suo avviso non causò il crollo delle Torri Gemelle (come ipotizzato inizialmente), ma fu comunque presente: non
come causa, ma come effetto di questo crollo. In altre parole, i solai si accatastarono sì progressivamente, ma questo
accatastamento avvenne dopo che era iniziato il crollo e non lo innescò. E' per questo motivo che il termine "pancaking"
compare anche nei rapporti NIST (per esempio in NCSTAR 1-3C Sezione 3.5.3, pag. 481).
95 http://wtc.nist.gov/pubs/factsheets/faqs_8_2006.htm; è disponibile una traduzione in italiano presso
Zerobubbole – 88/297
I risultati del NIST non avvalorano la "pancake theory" del crollo, che si basa sul presupposto di un
cedimento progressivo dei solai nelle torri del WTC [...]. L'indagine del NIST ha invece dimostrato in
modo definitivo che il cedimento delle colonne perimetrali, incurvate verso l'interno, ha innescato il crol-
lo e che il verificarsi di quest'incurvamento esigeva che i solai insellati restassero connessi alle colonne e
applicassero una trazione alle colonne verso l'interno dell'edificio. Pertanto, i solai non hanno ceduto
progressivamente per produrre un fenomeno di pancaking.
In altre parole, Kevin Ryan ha in parte ragione: i test effettivamente dimostrarono che la congettura
iniziale dei tecnici era sbagliata. Quello che Ryan non dice è che i tecnici hanno poi elaborato
una nuova spiegazione dettagliata, che non è stata affatto smentita dai test ma anzi confer-
mata dai dati e dalle osservazioni.
Gli autori di Zero, insomma, si accaniscono contro una teoria che non è affatto la "spiegazione uffi-
ciale" risultante dalle indagini tecniche. E come vedremo, sanno benissimo che non lo è: lo dichia-
reranno tra poco. Allora perché perdono tempo a criticare una teoria che sanno essere obsoleta?
L'unica motivazione plausibile sembra essere quella di confondere lo spettatore tecnicamente non
preparato e introdurre un nuovo straw man argument: presentare in modo errato la posizione av-
versaria, mostrare contraddizioni in questa posizione fasulla, e con questo far credere allo spettato-
re di aver demolito l'argomentazione reale.
http://undicisettembre.blogspot.com/2006/09/wtc-il-nist-risponde-alle-domande.html.
Zerobubbole – 89/297
Ryan racconta che i modelli dei solai utilizzati nei test non collassarono pur trovandosi
all'interno di forni anche a temperature più elevate e per periodi di tempo più lunghi.
L'affermazione di Kevin Ryan è formalmente corretta, ma detta così, senza contesto, sembra sugge-
rire che la struttura del World Trade Center non possa essere collassata per l'intensità degli incendi
e che quindi ci debbano essere state all'opera forze ben più potenti e misteriose.
La realtà è che neanche la ricostruzione definitiva del NIST sostiene che i solai collassarono.
Dice che i solai si imbarcarono per il calore, ma con poche eccezioni (i solai colpiti dagli aerei) non
collassarono: anzi, resistettero tanto da deformare le colonne perimetrali, tirandole verso l'interno.
Furono quindi queste colonne perimetrali a cedere, come documentato anche fotograficamente.
I test del NIST, insomma, corrispondono a quanto osservato al World Trade Center. Gli autori di
Zero forse non se ne sono resi conto, ma Kevin Ryan sta dicendo che il NIST non ha mentito e
che la ricostruzione "ufficiale" è esatta.
Zero, infatti, presenta questa frase di Ryan come se fosse un mistero e una contraddizione rispetto
alla ricostruzione comunemente accettata: ma lo è soltanto per chi è rimasto abbarbicato alla pri-
missima ipotesi tecnica, fatta prima che si rendessero disponibili i dati e le immagini delle inchie-
ste, come descritto nelle pagine precedenti. Il collasso precrollo dei solai fu ipotizzato da alcuni
tecnici soltanto inizialmente, ma non fa parte della ricostruzione tecnica definitiva.
Ryan sembra rimasto fermo a questa versione obsoleta della ricostruzione tecnica. Il risultato è
un'argomentazione fasulla, che presenta le posizioni avversarie in modo parziale e tendenzioso per
poi farle sembrare implausibili: un altro straw man argument. E' come se in un processo per omici-
dio l'avvocato della difesa facesse notare alla giuria il fatto inquietante e misterioso che la vittima
stranamente non presenta alcuna ferita da arma da fuoco, dimenticandosi che in realtà la causa
della morte è un avvelenamento.
Non c'è dunque nulla di sospetto nei risultati dei test del NIST su modelli fisici dei solai, documen-
tati nelle 470 pagine del rapporto NIST NCSTAR 1-6B: semplicemente, e in estrema sintesi, i test
chiariscono che la struttura dei solai del World Trade Center era davvero conforme alle norme an-
tincendio vigenti (ASTM E 119) e si sarebbe imbarcata, senza cedere, in caso d'incendio senza im-
patti che ne avessero asportato la protezione antincendio. Questo è un fatto mostrato per esempio
nella Figura 68, tratta appunto dal rapporto NIST.
Si noti che l'imbarcamento mostrato in questa figura è circa la metà di quello massimo raggiunto
nel corso dei test, perché il raffreddamento della struttura ha prodotto un parziale recupero di for-
ma dopo il termine del test.96
Come già accennato, va ricordato inoltre che i modelli dei solai utilizzati nei test avevano una diffe-
renza fondamentale rispetto agli originali: la loro protezione antincendio era intatta, mentre quella
delle Torri Gemelle fu dilaniata dagli impatti degli aerei, denudando l'acciaio in un volume molto
ampio (la sezione di penetrazione degli aerei) ed esponendo il metallo direttamente al calore degli
incendi.
96 "Note that, upon cooling, the test specimen recovered at least half of the deflection achieved during the test so deflections seen in Fig.
3-11 are considerably less than the deflections at the end of the test". NIST NCSTAR 1-6, pag. 49.
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Figura 68. L'imbarcamento del modello di solaio delle Torri Gemelle, rivestito dalla protezione antincendio
a spruzzo, nei test fisici del NIST. Questo non è l'imbarcamento massimo raggiunto nel corso dei test.
Immagine tratta dalla Figura 3-11 del rapporto NIST NCSTAR 1-6.
Questa differenza è spiegata anche nella sintesi pubblicata dal NIST a dicembre 2007:97
...il NIST ha svolto una serie di quattro test d'incendio standard (Standard Fire Tests) (ASTM E 119), come
dichiarato nel documento NIST NCSTAR 1-6B. Poiché le strutture di prova per tutti e quattro gli Stan-
dard Fire Test erano state protette con materiale ignifugo applicato a spruzzo (sprayed fire-resistant
material, SFRM), non è stato possibile trarre delle conclusioni in merito alla risposta delle Torri del WTC
agli incendi dell'11 settembre 2001, perché l'impatto degli aerei causò la presenza di acciaio privo di
protezione nella zona colpita dagli incendi.
che il crollo è iniziato in corrispondenza dei piani degli incendi e degli impatti e che il crollo è progredito
dai piani d'inizio verso il basso, finché le nubi di polvere ne hanno coperto la vista.98
Questa negazione senza mezzi termini delle teorie complottiste da parte del NIST comporta che i
sostenitori delle teorie alternative devono accusare il NIST di mentire e quindi far parte della cospi-
razione. Ma si fa in fretta a dire "il NIST" e a dimenticarsi che dietro quella sigla e dietro il rapporto
tecnico sul World Trade Center ci sono oltre 170 persone: rendiamocene conto elencando i loro
nomi, tratti dal rapporto NIST. Tutti questi individui sarebbero omertosissimi cospiratori?
! Membri del National Construction Safety Team:
S. Shyam Sunder, Richard G. Gann, William L.
Grosshandler, H. S. Lew, Richard W. Bukowski, Fa-
him Sadek, Frank W. Gayle, John L. Gross, Therese
P. McAllister, Jason D. Averill, J. Randall Lawson,
Harold E. Nelson, Stephen A. Cauffman.
! Personale tecnico del NIST: Mohsen Altafi, Ro-
bert Anleitner, Elisa Baker, Stephen Banovic, Ho-
ward Baum, Carlos Beauchamp, Dale Bentz, Char-
les Bouldin, Paul Brand, Lori Brassell, Kathy Butler,
Nicholas Carino, Sandy Clagett, Ishmael Conteh,
Matthew Covin, Frank Davis, David Dayan, Lau-
rean DeLauter, Jonathan Demarest, Stuart Dols, Figura 69. S. Shyam Sunder, coordinatore
Michelle Donnelly, Dat Duthinh, David Evans, Ri- delle indagini del NIST sul WTC.
chard Fields, James Filliben, Tim Foecke, Jeffrey
Fong, Glenn Forney, William Fritz, Anthony Hamins, Edward Hnetkovsky, Erik Johnsson, Dave
Kelley, Mark Kile, Erica Kuligowski, Jack Lee, William Luecke, Alexander Maranghides, David
McColskey, Chris McCowan, Jay McElroy, Kevin McGrattan, Roy McLane, George Mulholland,
Lakeshia Murray, Kathy Notarianni, Joshua Novosel, Long Phan, William Pitts, Thomas Ohle-
miller, Victor Ontiveros, Richard Peacock, Max Peltz, Lisa Petersen, Rochelle Plummer, Kul-
deep Prasad, Natalia Ramirez, Ronald Rehm, Paul Reneke, Michael Riley, Lonn Rodine, Schuy-
ler Ruitberg, Jose Sanchez, Raymond Santoyo, Steven Sekellick, Michael Selepak, Thomas
Siewert, Emil Simiu, Monica Starnes, David Stroup, Laura Sugden, Robert Vettori, John Wid-
mann, Brendan Williams, Maureen Williams, Jiann Yang, Robert Zarr, Jeffrey Fong, Glenn For-
ney, William Fritz, Anthony Hamins, Edward Hnetkovsky, Erik Johnsson, Dave Kelley, Mark
Kile, Erica Kuligowski, Jack Lee, William Luecke, Alexander Maranghides, David McColskey,
Chris McCowan, Jay McElroy, Kevin McGrattan, Roy McLane, George Mulholland, Lakeshia
Murray, Kathy Notarianni, Joshua Novosel, Long Phan, William Pitts, Thomas Ohlemiller, Vic-
tor Ontiveros.
! Esperti e consulenti del NIST: Vincent Dunn, Steven Hill, John Hodgens, Kevin Malley, Va-
lentine Junker.
! Dipartimento del Commercio e supporto istituzionale al NIST: Michele Abadia-Dalmau,
Kellie Beall, Arden Bement, Jr., Audra Bingaman, Sharon Bisco, Phyllis Boyd, Marie Bravo,
Craig Burkhardt, Paul Cataldo, Virginia Covahey, Deborah Cramer, Gail Crum, Jane Dana,
Sherri Diaz, Sandra Febach, Susan Ford, James Fowler, Matthew Heyman, James Hill, Verna
Hines, Kathleen Kilmer, Kevin Kimball, Thomas Klausing, Donna Kline, Fred Kopatich, Kenne-
th Lechter, Melissa Lieberman, Darren Lowe, Mark Madsen, Ronald Meininger, Romena Moy,
Michael Newman, Gail Porter, Thomas O’Brian, Nualla O’Connor-Kelly, Norman Osinski, Ka-
ren Perry, Sharon Rinehart, Michael Rubin, Rosamond Rutledge-Burns, John Sanderson,
Hratch Semerjian, Sharon Shaffer, Elizabeth Simon, Jack Snell, Michael Szwed, Kelly Talbott,
Anita Tolliver, Joyce Waters, Teresa Vicente, Dawn Williams.
98 "NIST found no corroborating evidence for alternative hypotheses suggesting that the WTC towers were brought down by controlled
demolition using explosives planted prior to September 11, 2001. NIST also did not find any evidence that missiles were fired at or hit
the tower. Instead, photographs and videos from several angles clearly showed that the collapse initiated at the fire and impact
floors and that the collapse progressed from the initiating floors downward, until the dust clouds obscured the view." NIST NCSTAR
1-6, pag. 320.
Zerobubbole – 94/297
La cospirazione s'allarga
Non solo: ai membri del NIST sopra elencati si dovrebbero aggiungere, secondo le argomentazioni
dei complottisti, i circa 120 membri delle seguenti società, enti e università che hanno collaborato
direttamente con il NIST alle indagini e quindi devono per forza essere a conoscenza dei fatti e di
una loro eventuale falsificazione:99
! Applied Research Associates, Inc.
! American Airlines
! Baseline, Inc.
! Blanford Land Development Corporation
! Carr Futures, Inc.
! City of New York Fire Department
! Computer Aided Engineering Associates, Inc.
! DataSource, Inc.
! GeoStats, Inc.
! Gilsanz Murray Steficek LLP
! Hughes Associates, Inc.
! Isolatek International, Inc.
! John Jay College
! Laclede Steel
! Leslie E. Robertson Associates, R.L.L.P.
! Marsh & McLennan Companies
! Metal Management Northeast, Inc.
! National Fire Protection Association
! National Research Council, Canada
! NuStats, Inc.
! Rosenwasser/Grossman Consulting Engineers, P.C.
! Science Applications International Corporation
! Siemens
! Silverstein Properties
! Simpson Gumpertz & Heger Inc.
! Simpson, Thacher & Bartlett LLP
! Skidmore, Owings & Merrill, LLP
! State University of New York
! Structural Engineers Association of New York
! Teng & Associates, Inc.
! The Boeing Company
! Underwriters Laboratories, Inc.
! University of Chicago
! University of Colorado
! University of Michigan
! Wachtell, Lipton, Rosen & Katz
! Williams & Connolly LLP
! Wiss, Janney, Elstner Associates, Inc.
Kevin Ryan dice che alcuni mesi più tardi "il governo" pubblicò un aggiornamento al
"rapporto ufficiale". Secondo quest'aggiornamento, dice Ryan, che i solai non avevano
ceduto.
Kevin Ryan a questo punto attribuisce al governo la paternità dei rapporti tecnici. Questo è errato e
ingannevole: i rapporti sul crollo delle Torri Gemelle sono stati tutti realizzati dalle più prestigiose
autorità tecniche indipendenti degli Stati Uniti.
Dire che sono opera del "governo" è una bubbola, un tentativo di spersonalizzazione, che serve a
nascondere la loro autorevolezza tecnica e instillare diffidenza nello spettatore, suggerendo che
siano invece il parto autoritario di un politico o di un burocrate. Zero, in sostanza, vuol far credere
che i rapporti tecnici siano null'altro che una velina di governo priva di fondamento scientifico,
quando in realtà sono stati realizzati dagli specialisti del National Institute of Standards and Tech-
nologies, che è un ente indipendente costituito da circa 2800 scienziati, ingegneri e tecnici. 100
Un altro dato: l'American Society of Civil Engineers (ASCE), associazione statunitense degli inge-
gneri civili, gente dunque esperta in strutture, conta circa 140.000 iscritti.101 Nessuno di loro, a
quanto risulta, contesta la "versione ufficiale" dei crolli delle Torri Gemelle. Come mai?
Si potrebbe argomentare, magari un po' a fatica, che le autorità tecniche statunitensi sono comun-
que legate al governo USA e quindi potrebbero scrivere quello che ordina loro il governo. Ma sia-
mo nel campo della scienza, nel quale è difficile mentire senza essere prima o poi scoperti. I tecnici
di tutto il mondo leggono i rapporti del NIST: se ci fossero fandonie, le scoprirebbero. Contar frot-
tole sarebbe quindi non solo difficile, ma anche stupido.
Non solo: se si ipotizza che il NIST, la FEMA, l'ASCE, la UL e gli altri enti interessati abbiano pubblica-
to menzogne su istigazione governativa, occorre includere fra i membri perfettamente omertosi
della cospirazione non solo tutti i partecipanti all'inchiesta del NIST, ma anche quelli di tutti questi
enti, e poi anche tutti gli addetti ai lavori statunitensi e i loro colleghi in tutto il mondo. Compresi
gli ingegneri strutturisti, gli architetti e i Vigili del Fuoco italiani, nessuno dei quali contesta i dati
dei rapporti tecnici riguardanti l'11 settembre.
A questo punto, affermazioni come quelle di Giulietto Chiesa, secondo il quale "bastano alcune
centinaia" di persone102 per organizzare l'immensa, quadrupla cospirazione dell'11 settembre, assu-
mono una connotazione perlomeno surreale.
Più in generale, nessun esperto di settore, in nessun paese del mondo, che abbia studiato i
rapporti tecnici aggiornati degli eventi dell'11 settembre li ha messi in discussione.103 Anzi, la
100 http://www.nist.gov/public_affairs/general2.htm.
101 http://www.asce.org/membership/activeMembership.cfm.
102 Le Storie, Raitre, 31/1/2008. La trascrizione della trasmissione è disponibile presso
http://undicisettembre.blogspot.com/2008/01/giulietto-chiesa-le-storie-raitre.html e
http://undicisettembre.blogspot.com/2008/01/giulietto-chiesa-le-storie-raitre_31.html.
103 L'ingegnere strutturista svizzero Jörg Schneider sostiene che "Il WTC7, con grande probabilità, è stato abbattuto mediante
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letteratura di settore ha utilizzato i disastri del World Trade Center e specificamente i rapporti NIST
come base per nuove normative edilizie e nuove tecnologie di costruzione.104 Per esempio, l'Inter-
national Building Code, la principale normativa statunitense per l'edilizia, è stata riveduta e aggior-
nata proprio sulla base delle raccomandazioni del NIST derivanti dallo studio dei crolli del World
Trade Center.105
I sostenitori delle teorie alternative, e Kevin Ryan in primis, non hanno alcuna spiegazione per que-
st'assoluta omertà degli addetti ai lavori. Possiamo seriamente pensare che gli ingegneri italiani,
francesi, cinesi, cubani, nordcoreani accettino di tacere o di dire menzogne su comando del gover-
no degli Stati Uniti?
esplosivi", ma dichiara di essere arrivato alla propria conclusione soltanto "esaminando vari video disponibili su Internet che
mostrano il crollo dell'edificio" e leggendo "solo alcune parti" dei rapporti NIST e FEMA. Ha chiarito inoltre di non essere stato al
corrente di grandi incendi o di impatti di macerie, né di aver visto che le due strutture situate in cima al WTC7 collassano
diversi secondi prima del resto dell'edificio. Fonte: intervista di Schneider con Paolo Attivissimo,
http://undicisettembre.blogspot.com/2007/08/ingegneri-strutturisti-svizzeri.html.
104 Si vedano, per esempio, la Local Law 26/2004, entrata in vigore il 24/6/2004, che modifica le norme edilizie nella città di New
York (http://locallaw26.org/); la descrizione delle modifiche ai progetti in corso, in 9/11 Prompts New Caution In Design of U.S.
Skyscrapers, New York Times, 9/9/2002
(http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9506E2DE1F3EF93AA3575AC0A9649C8B63&sec=&spon=&pagewanted=all);
le nuove tecniche utilizzate per il grattacielo che sostituisce l'Edificio 7 del WTC, in Manhattan; A Post-Sept. 11 Laboratory in
High-Rise Safety, New York Times, 29/1/2003
(http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C01E4DA1039F93AA15752C0A9659C8B63&sec=&spon=&pagewanted=all);
Lessons of 9/11 alter skyscraper design, Associated Press, 6/9/2006
(http://www.boston.com/news/nation/articles/2006/09/06/lessons_of_911_alter_skyscraper_design/).
105 9/11 building code changes approved, 26/6/2007 (http://www.cenews.com/article.asp?id=2199). L'IBC è emanato
dall'International Code Council (http://www.iccsafe.org).
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0:15. L'aggiornamento al rapporto ufficiale, secondo Ryan, afferma che erano stati svolti
dei test su alcuni campioni di materiale recuperato sul posto dalle zone dove si erano
verificati gli incendi. Ryan dice che questi test dimostrarono che "le temperature
risultavano molto basse".
Kevin Ryan afferma poi che le temperature non erano neppure sufficienti ad
ammorbidire l'acciaio, eppure "hanno detto" [non è chiaro chi, N.d.T.] che i solai erano
crollati e l'acciaio si era ammorbidito.
Zero non mostra né indica le coordinate o gli enti autori dei rapporti e degli aggiornamenti citati
da Kevin Ryan, per cui lo spettatore viene lasciato a brancolare nel buio, senza possibilità di riscon-
tro dell'esattezza delle affermazioni fatte dal video.
Chi ha eseguito questi test? "Il governo", ha detto prima vagamente Ryan. Quando? Non lo dice.
Dove sono pubblicati i risultati? Non lo dice. Possiamo sapere da Zero cosa dicevano questi test
esattamente, senza l'intermediazione di un addetto alle acque potabili? No. E' certamente un
modo molto particolare di fare e documentare un'indagine. Queste sono dichiarazioni fumose, più
simili al pettegolezzo che a un'indagine rigorosa e documentaristica.
Prima di entrare nel merito tecnico delle affermazioni di Kevin Ryan, facciamo una riflessione di
buon senso: quello che sta dicendo Ryan è che un imprecisato ente governativo statunitense
ha pubblicato dei risultati che contraddicono la versione ufficiale. Ma allora quell'ente governa-
tivo non fa parte della grande congiura. Non ha ricevuto l'imbeccata per falsificare i risultati; anzi,
con quei risultati ha avuto il coraggio di mettersi apertamente contro la versione ufficiale. Quindi
possiamo fidarci di quello che dice, giusto?
Ebbene, l'ente governativo in questione è il NIST. Non lo sappiamo certo per merito della traspa-
renza e del rigore documentaristico di Zero, ma perché l'unico rapporto tecnico che si adatta vaga-
mente alle affermazioni di Ryan è uno dei volumi del rapporto del NIST. E il NIST dice, con la forza
di 43 dettagliatissimi volumi di dati tecnici redatti dagli esperti di settore, che le Torri Gemelle sono
crollate per la combinazione di impatti e incendi, non per demolizione controllata. Zero, invece,
parla con la forza di un pettegolezzo riferito da un addetto alla potabilità dell'acqua. Il confronto
pare leggermente sbilanciato.
Fatta questa premessa di ordine logico, passiamo alle questioni tecniche.
106 Dati forniti da Farid Alfawakhiri, ingegnere capo addetto alle norme edilizie dell'American Iron and Steel Institute, in
Debunking 9/11 Myths, pag. 39.
107 La resistenza al fuoco delle strutture d'acciaio dotate di rivestimenti protettivi,
http://www.vigilfuoco.it/speciali/sicurezza/sicurezza_insieme/attivita_studio/pdf/res_fuoco.pdf.
108 http://www.vfv.it/det_art.asp?Id=355.
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A proposito di test pratici, ecco qualche esempio che sarebbe stato facilmente reperibile anche per
gli autori di Zero:
! "Un incendio domestico ti può esporre a temperature superiori ai 600°C" (depliant della Coun-
try Fire Authority australiana, disponibile anche in italiano).109
! "Sei minuti e 55 secondi dopo che aveva preso fuoco un cestino contenente normali rifiuti d'uffi-
cio, ebbe luogo il flashover e le temperature di fumo vicine al soffitto raggiunsero un picco di al-
meno 870°C. Circa 90 secondi più tardi, le fiamme riempivano l'intera stanza e alla fine consu-
marono tutto quanto vi era di combustibile" (test condotto dalla Factory Mutual Engineering
and Research (FME&R), citato nel Disaster Recovery Journal, 1999).110
! Il 26 settembre 2001 fu realizzato a Cardington, nel Regno Unito, un test d'incendio straor-
dinario: fu appiccato il fuoco in un edificio di prova in cemento armato, alto sette piani e ar-
redato come un tipico complesso d'uffici. La temperatura di fumo raggiunse i 950°C prima
di mettere fuori uso gli strumenti di rilevamento.111
! Nel 1985, presso l'Università di Stuttgart-Vaihingen, in Germania, fu condotto un test su un
edificio dimostrativo di quattro piani. Il materiale combustibile fu legno. Le temperature di
fumo superarono i 1000°C; l'acciaio della struttura arrivò a 650°C.112
Si noti che questi sono test nei quali si appicca il fuoco a una zona limitata dell'edificio e non si in-
troducono materiali diversi da quelli del normale arredo. Negli incendi dell'11 settembre 2001 furo-
no invece introdotti appunto 32.000 litri di carburante, che appiccarono il fuoco simultaneamente
su un'area vastissima. Non c'è il benché minimo motivo tecnico per cui si debbano ipotizzare
temperature "molto basse" nelle Torri Gemelle. Pertanto, chiunque sostenga che un incendio di
questa vastità abbia avuto temperature molto basse sta dimostrando, nel migliore dei casi, la pro-
pria totale incompetenza.
Perché Zero non ha chiesto al vigile del fuoco Louie Cacchioli, intervistato poco prima, se le tempe-
rature generate in un incendio d'ufficio sono "molto basse"? Una volta tanto che gli autori di questo
video avevano a disposizione un addetto ai lavori, come mai non ne hanno approfittato?
E di conseguenza, Cacchioli sa che la sua testimonianza è stata infilata in un video che inanella pe-
ricolose assurdità in materia d'incendi?
campioni, di acciaio fatto sparire in tutta fretta per impedire le indagini e di analisi limitate e inade-
guate. L'elenco completo di questi pezzi è nel rapporto NIST NCSTAR 1-3B, "Steel Inventory and
Identification".
Fra questi pezzi, sono particolarmente importanti quelli dei quali il NIST riuscì a individuare la loca-
lizzazione esatta nell'edificio, grazie alle stampigliature e marcature individuali apposte ad ogni
componente strutturale delle Torri all'epoca della loro costruzione.
Kevin Ryan e i suoi compagni di teoria hanno letto, in questi rapporti, la frase "limited exposure if
any above 250°C", ossia "esposizione limitata o nulla a più di 250°C" (NCSTAR 1-3 sezione E.3.6, pag.
xli), e lì si sono fermati, senza capirne né il senso né il contesto.
Si sono convinti di aver trovato una prova a loro favore, perché 250°C non sono sufficienti a causa-
re un ammorbidimento significativo dell'acciaio. Così si sono fissati sul dato che sembrava sostene-
re le loro teorie di complotto e hanno ignorato tutto il resto, secondo un processo che ricorre spes-
so nella metodologia cospirazionista.
Una lettura meno superficiale del rapporto rivela
invece che quella frase si riferisce soltanto ai
campioni che avevano ancora sufficienti tracce
residue di vernice protettiva o primer (Figura 71):
non riguarda i campioni privi di vernice.
Ecco infatti la frase completa:
Risultati analoghi, ossia esposizione limitata o nulla a
più di 250°C, furono rilevati per le due colonne del
core recuperate dai piani delle torri che erano stati
colpiti da incendi e che avevano vernice sufficiente
per l'analisi. Si noti che le colonne perimetrali e del
core erano in numero molto ridotto e non possono
essere considerate rappresentative della maggior
parte delle colonne esposte all'incendio nelle torri.114
La vernice protettiva, infatti, è stata usata dal NIST
Figura 71: Screpolatura ("mud cracking") del
come indicatore molto approssimativo di tempe- primer di una colonna perimetrale della facciata
ratura: se non era screpolata, l'acciaio sicuramente est del WTC1. Figura 6-37 del rapporto NIST
non aveva superato i 250°C, mentre se era screpo- NCSTAR 1-3, pag. 97.
lata o assente, l'acciaio poteva aver raggiunto e
superato questa temperatura.115
Va precisato, per completezza, che il rapporto NIST aggiunge che l'analisi microstrutturale dell'ac-
ciaio rilevò che nessuno dei campioni che erano stati sicuramente esposti agli incendi aveva rag-
giunto temperature superiori a 600°C.116 Ma sappiamo dai Vigili del Fuoco italiani che per il crollo di
una struttura in acciaio bastano 500-550°C.
In altre parole, questi test del NIST definiscono dei limiti massimi, che sono ampiamente sufficienti
a consentire un ammorbidimento dell'acciaio che porta la struttura al collasso, ma non dicono nul-
la di preciso sulle temperature realmente raggiunte nella zona degli incendi, perché si riferiscono
soltanto ai campioni di cui è stata individuata la posizione e non alla globalità dell'acciaio investito
dai roghi. Una precisazione importante, che però i complottisti hanno evitato di segnalare.
Siamo insomma di fronte a un classico espediente del cospirazionismo: estrarre dal proprio conte-
sto una dichiarazione che sembra avvalorare la propria tesi e presentarla come prova. Ma siamo
anche di fronte a un classico paradosso del cospirazionismo: utilizzare come prova i dati forniti pr-
prio da chi viene accusato dai complottisti di falsificarli perché fa parte della Grande Cospirazione.
pari a 500 tonnellate.
114 "Similar results, i.e., limited exposure if any above 250°C, were found for the two core columns recovered from the fire-affected floors
of the towers, which had adequate paint for analysis. Note that the perimeter and core columns were very limited in number and
cannot be considered representative of the majority of the columns exposed to fire in the towers."
115 Sezione 6.6.1 del rapporto NCSTAR1-3.
116 NCSTAR1-3, pag. 99.
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117 http://www.cooperativeresearch.org/context.jsp?item=a111099wtcfire#a111099wtcfire .
118 http://www.amazon.com/102-Minutes-Untold-Survive-Inside/dp/0805076824 .
119 http://www.macrolibrarsi.it/libri/__102_minuti.php.
120 Pag. 67 dell'originale, pag. 106 dell'edizione italiana. Quella citata è la traduzione adottata dall'edizione italiana, ma una
traduzione più corretta e letterale è la seguente: "A quell'epoca, le Torri erano già state aperte al pubblico e dei piccoli incendi
appiccati da un piromane a febbraio del 1975 avevano causato l'imbarcamento di alcune parti di solai". La frase originale: "By that
time, the Towers had already opened, and small fires set by an arsonist in February 1975 had caused parts of floors to buckle."
121 http://911research.wtc7.net/wtc/history/fire.html.
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