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I LIMITI DEM OCRAZIA
w w w.c iv i l t a l a ica.it
Editoriale
Non basterebbe un volume per po- Da un certo punto di vista infatti il re di uno stato democrati-
ter descrivere nel dettaglio i cosid- co e costituzionale in alcuni casi potrebbe offrire addirittura
detti “problemi della democrazia”, garanzie maggiori di quanto non potrebbe fare un presidente
eppure occorrerebbero volumi an- (che in genere viene eletto da un panorama politico a cui è dif-
cora più grandi per descriverne le ficile che non resti ancorato), però è anche vero che un monar-
interpretazioni. ca dura per la sua intera esistenza, mentre il presidente si può
cambiare a tempi prestabiliti.
Perché purtroppo il concetto di de-
Francesco Saverio mocrazia non è “ovvio” come po- Ora nella vita di uno stato democratico, proprio perché pos-
Paoletti trebbe apparire al senso comune, sono presentarsi situazioni “al limite” in cui è estremamente
così come non lo è stato in diverse complicato prendere decisioni se non si è dei tecnici capaci,
epoche della storia. viene anche naturale affidare la gestione di uno stato in de-
terminati momenti di crisi ad una persona per tempi limitati.
Da più parti si sente riproporre il noto paradosso per cui la
democrazia è una contraddizione in termini perché se la de- La Repubblica dell’antica Roma (che non era una democrazia,
mocrazia è la volontà della maggioranza e la maggioranza non ma è ugualmente utile per analizzare i limiti delle decisioni a
vuole più la democrazia (ma la dittatura) allora ecco che emer- maggioranza in condizioni fuori dall’ordinario) nei momenti
ge la contraddizione della democrazia. difficili, che furono davvero pochissimi nella sua storia, affi-
dava il governo dello stato ad un dittatore per un periodo di
In realtà questo appare più come un simpatico gioco di parole tempo limitato.
che non un dato di fatto vero e proprio.
La democrazia infatti non è solo volontà della
maggioranza (se ci si ferma a questo aspetto si
è in una repubblica e le repubbliche non sono
necessariamente democratiche, come l’Iran
o l’ex URSS continuano ad insegnare, mentre
una democrazia per esistere non ha certo bi-
sogno di una repubblica, come le monarchie
inglese, danese e spagnola continuano a dimo-
strare).
La democrazia moderna è quindi costruita sul-
Foto: commons.wikimedia.org
la volontà della maggioranza mantenendo il
rispetto dei diritti fondamentali.
Franklin diceva: “La repubblica sono due lupi
ed un agnello che decidono cosa si mangia per
cena. La democrazia sono due lupi ed un agnel-
lo corazzato che decidono cosa si mangia per
cena”.
Quindi se la democrazia contiene al suo interno “i protocolli” Questo elemento è tra l’altro suffragato sia al livello teorico
che garantiscono il rispetto dei diritti fondamentali ecco che che al livello sperimentale dalla dinamica dei gruppi dalla qua-
il paradosso iniziale verrebbe a cadere perché se si devono ga- le è ben noto che, di fronte ad un “obiettivo certo” in “condi-
rantire i diritti fondamentali per tutti non si può permettere zioni di emergenza”, il contesto democratico che si muove su
il formarsi di una dittatura (o lo sterminio di una minoranza decisioni collettiviste basate sulla volontà di una maggioranza
al proprio interno) neppure se tale azione è voluta dalla mag- è quasi sempre perdente e va verso la catastrofe.
gioranza. Non è un caso che di fronte ad Annibale, in assenza di un co-
In altre parole: in una democrazia la maggioranza ha facoltà mandante romano dello stesso calibro, l’unica strategia che
di esprimere la propria volontà sulle scelte politiche ma non poteva funzionare fu quella di Fabio Massimo (guerra d’attrito
sull’idea di democrazia (in questi termini la democrazia appa- e taglio dei rifornimenti).
rirebbe di gran lunga più solida della “semplice repubblica”). Come Fabio Massimo terminò il mandato (restituendo il potere
Ecco quindi che viene naturale considerare che in una demo- nelle mani del senato, con profondo senso dello stato) la deci-
sione su chi nominare comandante fu di nuovo del popolo che
crazia esistano delle figure istituzionali che (al di fuori del di-
voleva a tutti i costi sconfiggere Annibale.
battito politico) garantiscano il rispetto della costituzione e
dei diritti fondamentali per tutti. Il problema era che per far questo non bastavano solo otto le-
Cosa c’è di meno democratico della conduzione di un esercito Emerge così la nuova debolezza della democrazia: il voto dei
e di una guerra? singoli cittadini non vale nulla o diventa strumento inconsape-
vole delle organizzazioni non democratiche a cui la democra-
Allo stesso modo: cosa c’è di meno democratico della condu- zia ha concesso di crescere al suo interno. Queste poi oriente-
zione dei mercati con le multinazionali che vi recitano la parte ranno voti e politica verso orizzonti non democratici che sono
degli attori principali (anche se, paradossalmente parlando, si funzionali solo alle proprie “finalità di cordata”.
avrebbe la pretesa di essere in un regime di “libero mercato”)?
Eppure “tutte le altre forme di governo sperimentate finora”
Si faccia attenzione perché, almeno la conduzione dei mercati
non hanno saputo fare di meglio!
in realtà sarebbe regolata dal diritto e quindi da qualcosa che
Quando parlo di dentro e fuori le righe ovviamente non sto Ma sapere che un’opera vale tantissimi soldi la fa diventare
parlando di contenuti, sarebbe troppo bello parlare ancora di un’opera democratica?
contenuti in arte, sto parlando di “sistema dell’arte”, ciò che Non credo che nessuno ami un coniglio di acciaio ma credo
detta le regole e fa in modo che un‘opera sia democratica o che tutti amiamo l’arte in cui ci rispecchiamo, quell’arte fatta
meno. di gente che ha qualcosa da dire, quell’arte fatta di idee, di sen-
Per i non addetti ai lavori il sistema dell’arte è tutto quel mon- timenti e di colori che rispecchiano il mondo in cui viviamo
do formato da critici, curatori, galleristi, mercanti, fiere, case oggi. Un mondo che può essere dipinto, performato, scritto,
d’asta, biennali, musei, fondazioni, mass media etc; sono loro fotografato ma non ha nulla a che fare con il mercato.
che decidono che cosa sia arte o meno e non sempre su basi di L’arte vista così è un’espansione e non un limite della de-
merito, sono loro che decidono quello che noi vediamo a una mocrazia. Perché l’arte salverà il mondo ma il mondo deve
mostra, ed essendo persone non “elette” da noi non rappre- salvare la bellezza, nella sua accezione più pura.
sentano il popolo ma decidono per esso. Per certi versi tutto
E’ questa la vera democrazia dell’arte, quella democrazia che
questo è sempre esistito ma è “degenerato” quando il business
oggi tutti noi aspettiamo di mettere in pratica, quella demo-
ha fatto piegare l’arte alle leggi del mercato finanziario.
crazia che è fatta non di consenso ma di sensibilità e di ragio-
Caso eclatante è Jeff Koons, artista americano, che nel Mag- namento da far vedere al mondo.
gio 2019 vide battere all’asta “Rabbit”, un coniglio d’acciaio a
E’ solo cosi che sfideremo la nostra casualità di essere su questo
91,1 milioni di dollari. Signori stiamo parlando di un coniglio
pianeta.
Scienza
Ma la Scienza è democratica
Ci sono frasi sagaci che restano nel- danni della grandine tanto per restare in tema di detti popolari.
la memoria collettiva come dogmi a
Pensate ad esempio al quadro del geniale Rudolph F. Zallinger,
prescindere dalla loro veridicità.
“La marcia del progresso” (pensato nel 1965 per un libro di
Questo se da una parte sottolinea divulgazione scientifica) che voleva riassumere l’evoluzione
l’ottima capacità comunicativa del umana. Geniale, comprensibile, chiaro. E altrettanto sbagliato.
loro autore, dall’altra dimostrano Incalcolabili i danni che ha fatto quell’immagine alla compren-
come a voler semplificare troppo sione dell’evoluzione biologica; chiedetelo a chi ancora oggi si
Alessandro le questioni complesse si creino poi trova a dover spiegare a intere platee che l’uomo non si è evo-
Chiometti fraintendimenti che si depositano in luto dalla scimmia e che l’evoluzione non ha nessun finalismo.
quello che viene spesso dato per scon- E non propaganda neanche l’idea capitalistica del progresso,
tato dai più senza bisogno di verifiche. con buona pace di Diego Fusaro e le sue turboidiozie.
Se queste semplificazioni assicurano quasi sempre un buon suc- Il successo recente del motto di Roberto Burioni “La Scienza
cesso comunicativo e una cospicua vendita di libri e la moltipli- non può essere democratica” di certo colpisce nel segno e met-
cazione delle richieste di partecipazione a programmi televisivi, te in difficoltà l’interlocutore no-vax verso cui era rivolta, ma a
per tutto ciò che è la vera comunicazione della scienza fa più livello di divulgazione scientifica può fare solo danni.
LO SCARICABARILE DEMOCRATICO
Nel 1911 Antonio Azzoliti pubblicava casa”, che colpevolizza i cittadini e li punisce privandoli delle
sulla rivista La Voce un articolo in- proprie libertà personali e scaricando su di loro le responsabi-
titolato Il problema della democrazia. lità della propria incompetenza, dopo che ha lasciato per anni
Nella sua analisi notava che la Sto- che si depredassero i fondi pubblici per la sanità e l’istruzione,
ria è la storia di una serie di lotte che fa dell’informazione uno strumento per diffondere il pani-
di classe, in cui c’è sempre stata la co invece che un mediatore, che si arroga il diritto di dire a chi
sospensione dei particolarismi e il è lecito voler bene e come è lecito vivere una festività o una
conseguente beneficio politico ed celebrazione (religiosa o meno), è uno Stato deplorevole.
Ilaria economico della classe vincitrice
Alleva Ma non si può dir meglio dei cittadini che hanno permesso che
che dal “basso” passava al potere.
tutto ciò accadesse: “lì dove una volta c’era la libertà di obiet-
Tuttavia, “in questi conflitti è naturale che l’unico valore che
tare, di pensare, di parlare nel modo ritenuto più opportuno, lì
si affermasse fosse quello numerico, quantitativo” e questo
ora avete censori e sistemi di sorveglianza, che vi costringono
“trionfa per necessità”. Dalle riflessioni successive, quelle che
ad accondiscendere e sottomettervi. Com’è accaduto? Di chi è
durante il conflitto non possono avere posto, emergono i reali
la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri
problemi della democrazia: innanzitutto, la scissione dell’uomo
che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a
davanti allo Stato. Se inizialmente l’individuo si fa massa per
dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi
partecipare alla lotta e azzera tutti i suoi interessi particolari,
allo specchio. Io so perché l’avete fatto: so che avevate paura, e
nel nuovo status quo egli torna alla sua dimensione di singolo e
chi non ne avrebbe avuta? […] La paura si è impadronita di voi”.
in quanto tale deve necessariamente tenere conto delle proprie
esigenze. Il fatto che sia stato così semplice toglierci le libertà persona-
li, senza alcuno che nemmeno abbia dissentito, ma almeno si
D’altro canto, notava Azzoliti, il principio democratico secon-
fosse posto la domanda “è giusto?”, che anzi, ora il dissenso
do cui lo Stato è “l’organo veramente subordinato alle esigenze
è vietato (vedi ultime dichiarazioni di Conte e manifestazioni
collettive” e la “somma totale delle volontà degli individui”, già
di protesta in piazza a Bologna), e che con la paura i peggio-
nel 1911 “ha fatto fallimento completo. Il popolo […] ha abdi-
ri governi della Storia abbiano compiuto le peggiori atrocità,
cato la sua personalità in mano a terzi; ha avuto ben poca in-
dovrebbe farci riflettere. Ma siamo troppo occupati a denun-
fluenza nella scelta degli uomini; non ha aderito liberamente a
ciare i vicini e a urlare “chiudete tutto” per accorgerci che, in
singoli problemi interessanti la vita nazionale”. In questo stato
fondo, la deresponsabilizzazione è arrivata talmente oltre che
di cose, il suddetto popolo non può che incolpare i mediatori
cerchiamo qualsiasi scusa per non prendere decisioni, anche se
che non sono stati in grado di assolvere al proprio compito:
ciò comporta il non vivere. Perché per amare la libertà bisogna
i partiti, ormai strutturati con dogmi simili a quelli religiosi. La
avere il coraggio delle proprie scelte. E non è qualità che si
colpa principale da imputare loro è quella di aver lasciato che
addice a un popolo di pecore.
la mediocrità prendesse il posto dei valori e che il concetto di
eguaglianza fosse esteso a quello di intelligenza. I risultati, pur-
troppo, li conosciamo anche noi: “alla personalità si sostituisce
il macchinismo, l’opinione diventa dispotica, la responsabilità
abdica comodamente, l’elezione diventa fine a sé stessa: l’unico
fine è il possesso di potere contro gli altri”.
La naturale conseguenza di tutto ciò è la disorganizzazione, ali-
mentata dall’irresponsabilità; a un modo simile di fare politica
non può che corrispondere una reazione estremista nel senso
opposto, antidemocratica perché nostalgica di un passato glo-
rioso che tuttavia è tale solo nella distorsione del ricordo, in
una dimensione mitologica (si noti che in pochi anni dall’ar-
ticolo in questione ci sarebbe stata una guerra mondiale e si
sarebbero poste le basi di molti totalitarismi). La soluzione pro-
posta da Azzoliti prevedeva dei cittadini in grado di farsi delle
domande. “Senza nuovi aggruppamenti di gente migliore, che
sappia staccarsi definitivamente dalle etichette dei partiti, la
democrazia non potrà compiere la sua funzione”. In tempi di
pandemia possiamo, purtroppo, constatare che l’analisi di un
secolo fa sulla democrazia e i suoi limiti fu fin troppo ottimista.
Sempre di più in nome del progresso e di una presunta sicurezza,
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