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METAFISICA DI ARISTOTELE
Tutte le traduzioni si basano su quelle di W.D. Ross e di W. Jaeger, e sono molto simili
tra loro, fondandosi su due famiglie di manoscritti, alpha e beta. (DA NON
Beta: deriva da Aᵇ (XII secolo), M (XIV secolo), C (XV secolo) e Vk (XV secolo)
secolo).
Sia Ross che Jaeger ritengono che quando alpha e beta offrono lo stesso testo non
presentino problemi; quando non è così si può scegliere un testo oppure un altro.
soltanto degli apparati critici di Ross e Jaeger, utilizzando quasi sempre il testo della
famiglia alpha. Il testo a fronte greco è tratto da Ross, meno influenzato dalla
Aristotele nella Metafisica intendeva raccogliere delle lezioni per la sua scuola e,
anche se ci sono sempre incertezze, soltanto Andronico di Rodi nel I secolo a.C.
Nel libro o capitolo Alpha elatton (II) della Metafisica, Aristotele afferma: «E'
anche corretto chiamare la filosofia scienza della verità, poiché della <filosofia>
teoretica è fine la verità, mentre della <filosofia> pratica <è fine> l'operato. I
<filosofi> pratici, infatti anche quando esaminano come stanno le cose, non conoscono
teoreticamente la causa di per sé stessa, ma in relazione a qualcosa e nel momento
manoscritto E, dunque nella famiglia alpha, mentre il manoscritto Aᵇ, cioè il capostipite
recano al posto di essa la parola aidion (simile a aition, cioé «causa»), che significa
che l'oggetto della filosofia teoretica è l'eterno, mentre secondo la famiglia alpha
scienza teoretica interessata alla conoscenze delle cause, precisamente delle cause
prime.
Per Aristotele la teologia non è una scienza ma è l'insieme dei miti narrati dai poeti
sugli déi, con i quali la filosofia prima, altro lemma che sta per metafisica, non ha nulla
a che fare.
TRADUZIONE
medievale. Per rendere comprensibile il testo si sono usate delle parentesi uncinate
(<...>) laddove si è dovuta integrare la traduzione con parole o gruppi di parole il testo
originale per renderlo comprensibile. Anche a costo di rendere pesante la lettura della
traduzione si sono mantenuti l'ordine e l'enfasi delle frasi e delle parole. Il discorso
TRADIZIONALE BERTI
ousia entità essenza
sumbebêkos coincidenza accidente
aitia ragione, spiegazione causa
energeia, entelekhia attività, attualità atto
auto stesso stesso (da evitare “in sé”)
auto to agathon il bene stesso il bene stesso
auto to hen l'uno stesso l'uno stesso
to ti esti essenza il che cos'é
to ti ên eninai essenza il che cos'era essere
tode ti cosa un questo
to heu heneka il fine l'in vista di cui
telos il fine il fine
sunolon sinolo sinolo
theôrein studiare, trattare conoscere teoreticamente
noein pensare avere intellezione
dianoia pensiero pensiero razionale
anthrôpoi uomini esseri umani
phusis natura cosmica, natura di natura
cosa
PROBLEMI APERTI:
Diaporêstai: sviluppare l'aporia (una situazione, uno stato in cui non si sa che partito
prendere)
Afrodisia nei suoi commenti alla Metafisica risalenti al 200 d.C. Per Alessandro la
TIPO DIMOSTRATIVO che ha per oggetto la totalità del reale rapportandosi anche
(primo motore immobile) diventa un Dio simile a quello del cristianesimo. La Metafisica
neoplatonismo continuerà su questa via del pensiero, ovvero l'intera filosofia come
Il mondo arabo medievale pose le basi teologiche dell'Islam sulle traduzioni della
Metafisica. Ci furono i distinguo come in Al-Farabi che distinse tra una metaphysica
Anche nel mondo latino si ebbe questa distinzione. Tommaso d'Aquino identificò la
filosofia prima con una scienza avente per oggetto Dio e l' ens commune. Duns Scoto
Francisco Suárez nel 1597 in un suo scritto assegnò come oggetto della filosofia l' ens
reale, di cui Dio e le sostanze spirituali sono l'espressione più alta, a cui si perviene
teologie che muovono dalla filosofia. Hegel identificò la metafisica generale con la
logica, come scienza del Logos a cui non sempre corrisponde un soggetto/oggetto
significati sulla scia del Tomismo mentre il Neokantiano Natorp rifiuta ogni esito
W. Jaeger distinse tra teologia come espressione del platonismo giovanile dello
ente particolare chiamato Dio. I filosofi analitici inglesi invece hanno molto
Che cos'è la teologia naturale? La disciplina che tratta della conoscenza di Dio in base
proprio a ciò che Aristotele sostiene, ovvero che «ci sono tre filosofie teoretiche, una
matematica, una fisica, una teologica». Ma come già accennato la teologia a cui si
riferisce lo Stagirita è l'insieme dei miti narrati dai poeti sugli déi.
Del resto, nel Libro I (Alpha) della Metafisica (Metaph, I 2, 983 a 8-9) dopo avere
concluso che la sapienza ha per oggetto le cause prime, cioè i princìpi, Aristotele
aveva detto che questa scienza è la più divina e la più degna di onore perché è scienza
di cose divine, precisando che «il dio infatti sembra a tutti far parte delle cause ed
essere una sorta di principio». Il dio viene inteso in un gruppo più ampio, quello delle
cause, dei princìpi, senza esclusivismi. In altri Libri che qui non ci interessano sono
nate controversie tra studiosi su questo tema della teologia aristotelica. Tra « un
principio» e «il principio» c'è una evidente differenza, a cui Jaeger ha prestato la sua
piuttosto che 'alla lettera' della Metafisica che ci viene ora restituita dal lavoro di
Enrico Berti il quale cerca uno ristabilimento della verità storica anche perché nella
storia della filosofia sono state mosse accuse alla metafisica intesa in una maniera
insensata ricerca su termini quali essere, nulla, Dio (il neopositivista Carnap).
La scienza delle cause prime per Aristotele, a cui fa eco Berti, è davvero una scienza
matematica.
Vi è un recupero in Aristotele di temi presocratici come nelle scienze delle fisica a cui
sentimentale.
fatto di cause prime esistono ancora dibattiti come quello sull' Intelligent Design, ad
esempio, senza trascurare l'etica e la filosofia politica aristitolelica che hanno ancora
Che cos'è l'ontologia? E' la dottrina dell'essere e delle sue forme, sinonimo di
metafisica.
Non è ontologia nel senso moderno del termine: per Aristotele l'ente, proprio perché
il più universale dei concetti, in quanto si predica della totalità del reale, si predica
anche delle sue divaricazioni e differenze, quindi non è un genere. L'ente non è il
ente.
Aristotele, nel libro primo (I) definisce la «sapienza» come scienza dei princìpi o
cause prime.
Nel libro secondo (II) mostra ogni genere di cause (materiale, formale, motrice,
Il Libro I (Alpha) è una introduzione all'intera opera. Prima definizione: scienza come
sapienza (Sophia). Sapienza come scienza delle cause prime. La Metafisica continua il
discorso esposto nella Fisica. Importantissimi risultano i filosofi che hanno preceduto
Aristotele, soprattutto:
- Talete di Mileto
- Empedocle
- Anassagora
- i Pitagorici
- Parmenide
- Platone
Il Libro II (Alpha elatton) è anch'esso una introduzione più breve e più antica,
Il Libro V (Delta) è una specie di dizionario dei termini usati nella scienza delle cause
prime, dal linguaggio comune fino alla scienza propria. Vengono analizzati i termini:
- principio
- causa
- elemento
- natura
- uno
- ente
- sostanza
- monco e intero
- eccetera eccetera.