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le rive magnesie e la tomba di Dolope. Qui, verso sera, sbarcarono per il vento
contrario, e nella notte gli resero onore bruciando carni di pecora;
il mare, gonfio, infuriava. Restarono fermi due giorni su quella spiaggia; al terzo misero
in mare la nave, levando in alto la sua grandissima vela.
“Essi conservano le tavole incise dai loro padri, sulle quali sono indicati i confini e
tutte le vie di terra e di mare per chi compie l’intero giro del mondo”
Gli Argonauti proseguono il loro percorso aiutati sia dall’indovino Fineo (2.317-407)
che li fornisce per così dire di una « mappa orale», sia grazie ad un’iscrizione, il cui
resoconto è fornito dalla nave Argo (4.256 ss.). Notevole qui anche il riferimento (πέριξ
ἐπινισσομένοισιν) a quelli che i Greci chiamavano periploi che riflette lo sviluppo del
viaggio marittimo dopo il periodo di Alessandro Magno. Infatti, sebbene siano noti
Iter Brundisinum. Satira V (Orazio)
“Uscito dalla grande Roma, m'accolse ad Ariccia una modesta locanda; m'era
compagno il retore Eliodoro, senza confronti il più dotto dei greci: di lì a Forappio,
brulicante di barcaioli e di osti malandrini. Noi, sfaticati, dividemmo in due questa
tappa, che per gente più svelta è una sola; ma l'Appia è meno faticosa a chi la prende
comoda.”
Magna è qui attributo di Roma, in iperbato. Aricia è qui accostato volutamente a Roma
per contrasto, come evidenziato anche dall’enjambement. A partire dal Forum Appi,
corrispondente al moderno villaggio di San Donato, incominciava la palude pontina,
attraversata da un argine e da un canale, navigabile con barche piatte.
“Dopo colazione, ci arrampichiamo per tre miglia fin sotto alle pendici di Anxur,
arroccata su rupi che biancheggaino lontano. Lì, con Cocceio, doveva raggiungerci il