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Termologia

( vedi anche formulario pag. 81 e 82, Tipler capitolo 1 1 )


Una grandezza che ancora non abbiamo considerato ma che gura
tra quelle fondamentali nel Sistema Internazionale è la temperatura.
La temperatura è una grandezza scalare legata allo stato di agita-
zione delle componenti microscopiche della materia. Gli eetti di
tale agitazione sono diversi e vanno dalla variazione delle dimensioni
lineari di un corpo, al cambiamento delle sue proprietà elettriche,
magnetiche, del suo colore, del suo stato di agregazione, ecc.

Unità di misura della temperatura


L' unità di misura della temperatura per il Sistema Internazionale è il kelvin. Comunemente però utiliz-
ziamo anche un' altra unità, il grado celsius. Una variazione di temperatura di un grado kelvin corrisponde
esattamente ad una variazione di un grado celsius. La dierenza tra le due unità stà nella scelta dello
zero.
0 K 273.15 K 373.15 K

-273.15 °C 0 °C 100 °C

La temperatura in gradi celsius si indicherà con i simboli °C mentre la temperatura in kelvin semplice-
mente con il simbolo K, come quando diciamo che 20 °C corrispondono a 293. 1 5 K.

Un primo eetto del cambiamento di temperatura che consideriamo è la variazione delle dimensioni di un
corpo solido, di un liquido o di un gas. In eetti questo fenomeno è spesso utilizzato per misurare la tem-
peratura. Basta pensare a quei termometri dove una colonnina di liquido si allunga o si accorcia a seconda
che la temperatura sale o scende.
Dilatazione termica dei solidi e dei liquidi
Entro certi limiti osserviamo che ad una variazione di temperatura  T corrisponde una variazione della
lunghezza  l proporzionale alla lunghezza iniziale l 0 e alla variazione di temperatura.
l = l0   T
il fattore di proporzionalità è detto coeciente di dilatazione lineare e il suo valore può cambiare a
seconda del materiale considerato.
anche la variazione della supercie  A di un solido è approssimativamente proporzionale alla supercie
iniziale A 0 e alla variazione della temperatura  T. Il coeciente di dilatazione superciale si indica con
il simbolo ( beta) .
 A = A0    T
Per il volume di un solido o di un liquido avremo
 V = V0    T
dove ( gamma) è il coeciente di dilatazione cubica .
Il coeciente di dilatazione cubica vale all' incirca tre volte quello lineare e quello superciale vale
all' incirca due volte quello lineare.
< 2 ; < 3

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Ecco indicativamente il valore del coeciente di dilatazione lineare o cubico a 20 ° C di alcune sostanze:

h i h i

Materiale 1
K 1
K
acqua 2  1 0? 4
mercurio 60  1 0 ? 6 1 . 80  1 0 ? 4
vetro 9  1 0? 6
pyrex 4  1 0? 6
quarzo ( non cristallino) 0. 5  1 0 ? 6
alluminio 25  1 0 ? 6
bronzo 1 9  1 0? 6
rame 1 6. 6  1 0 ? 6
acciaio 1 1  1 0? 6
platino 9  1 0? 6
invar 2  1 0? 6
granito 5-8. 5  1 0 ? 6

Il coeciente di dilatazione in genere dipende dalla temperatura e per alcuni materiali può anche diven-
tare negativo. L' acqua ad esempio ha un coeciente di dilatazione negativo quando la sua temperatura è
compresa tra 0 e 4 °C. Di seguito è rappresentata la sua densità tra 0 e 40 °C. Si puo notare come essa
raggiunga un massimo a 4 °C.

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Legge dei gas perfetti
Come prima approssimazione al comportamento dei gas, valida soprattutto se gli atomi o le molecole che
lo costituiscono sono così distanti l' uno dall' altro da poter trascurare le forze d' attrazione reciproca e il
loro volume, utilizziamo la legge dei gas perfetti:

p V = n  R  T
J
dove p è la pressione, V è il volume, n è il numero di moli, R = 8. 31 4 m ol  K è la costante universale dei
gas perfetti e T è la temperatura in gradi kelvin.

casi particolari :
Numero di moli costante . In molti casi consideriamo i cambiamenti di pressione, volume e temperatura
senza che ci siano cambiamenti nel numero di moli del gas. In questi casi pressione per volume diviso tem-
peratura è una costante e avremo:
p1  V1 = p2  V2
T1 T2
dove p1 , V1 e T1 rappresentano la pressione, il volume e la temperatura in un istante 1 e p2 , V2 e T2 rap-
presentano le stesse grandezze in un istante 2 . Bisogna ricordare che la temperatura va espressa in kelvin.

Le cose sono ancora più semplici se oltre alle moli un' altra grandezza rimane costante . . .
Legge di Boyle : a temperatura costante ( e n costante) il prodotto p  V è una costante e avremo:

p1  V1 = p2  V2
Legge di Gay-Lussac : a volume costante ( e n costante) il rapporto p/ T è una costante e avremo:
p1 p2
T1 = T2
Legge di Charles : a pressione costante ( e n costante) il rapporto V / T è una costante e avremo:
V1 = V2
T1 T2
Moli e massa molecolare
La mole ( mol ) è un' altra unità di misura fondamentale del Sistema Internazionale. Abbiamo una mole di
idrogeno ( H2 ) quando abbiamo circa 6. 022  1 0 2 3 molecole d' idrogeno. E così per ogni sostanza; una mole
di metano e costituita da 6. 022  1 0 2 3 molecole di metano ( CH 4 ) , una mole di ferro da 6. 022  1 0 2 3 atomi di
ferro. Per conoscere quale sia la massa di una mole di una particolare sostanza possiamo utilizzare la
tavola periodica. Per ogni elemento dovrebbe essere specicata la massa atomica. L' atomo d' idrogeno per
esempio ha una massa atomica di 1 . 0079. ciò signica che una mole di atomi d' idrogeno ha una massa di
1 . 0079 g cioè circa un grammo. Il gas d' idrogeno però è costituito da molecole e ogni molecola è formata
da due atomi d' idrogeno per cui una mole di questo gas ha una massa di circa due grammi. Una mole di
metano ha una massa di circa 1 6 grammi.
Numero d'avogadro
Il numero di atomi contenuto in 1 2 grammi di carbonio-1 2 è detto Numero d' Avogadro ( NA ) e vale circa
6. 022  1 0 2 3 .
NA = 6. 022  1 0 2 3 particelle
mol

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Calore specico
All' agitazione delle componenti microscopiche della materia è associata un' energia che chiamiamo energia
termica ( energia cinetica delle componenti) . Per aumentare la temperatura di un corpo, possiamo fornirgli
dell' energia dall' esterno. La quantità d' energia necessaria per aumentare di un grado kelvin ( o celsius) la
temperatura di un chilogrammo di una data sostanza è detto calore specico ed è notato con la lettera c .
La sua unità di misura sarà il joule su chilogrammo per kelvin: kgJ K . Per calcolare l' energia Q necessaria
per cambiare di  T la temperatura di una sostanza di massa m , utilizzeremo la seguente formula:
Q = m  c  T
Nel caso di un cambiamento di temperatura negativo ( la temperatura scende) anche il valore di Q risul-
terà negativo.

Calore latente
L' energia fornita ad una sostanza può servire a cambiare il suo stato di aggregazione senza che la sua tem-
peratura aumenti. Quando l' acqua raggiunge la temperatura di ebollizione, possiamo continuare a fornirle
dell' energia senza che la sua temperatura aumenti; l' energia fornita servirà al passaggio di fase liquido-
vapore. Chiamiamo calore latente la quantita d' energia da fornire ad un chilogrammo di una data
sostanza anché il suo stato d' aggregazione si trasformi. La sua unità di misura sarà il joule su chilo-
grammo: kgJ . Noteremo L fus il calore latente di fusione ( solido ! liquido) , L vap il calore latente di evapora-
zione ( liquido ! gas) e L sub quello di sublimazione ( solido ! gas) . I passaggi inversi comportano la stessa
quantita d' energia solo che invece di essere assorbita è liberata. Per calcolare l' energia Q trs necessaria per
trasformare lo stato di aggregazione di una sostanza di massa m , utilizzeremo la seguente formula:
Q trs = m  L
Nei passaggi gas ! liquido, liquido ! solido o gas ! solido, daremo un valore negativo al calore latente.

Un esempio. Di seguito sono riportati dei valori indicativi riguardanti l' acqua.
h i h i h i h i h i

csolido J J J J J
kg  K cliquido kg  K cgas kg  K L fus kg L vap kg

2. 06  1 0 3 4. 1 8  1 0 3 1 . 84  1 0 3 330  1 0 3 2300  1 0 3
Questi ci dicono che per portare un grammo di ghiaccio da ? 1 0 a 0 °C occorrono circa 20 J, per farlo
sciogliere altri 330 J, per portare l' acqua ottenuta da 0 a 1 00 °C circa 420 J e per evaporarla ben 2300 J.
Nel graco seguente è riportata, schematicamente, la temperatura in funzione dell' energia fornita.

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