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Sindacato Lavoratori Comunicazione

Prot. P1569

RELAZIONE DEL COMITATO DIRETTIVO SLC CGIL DI ROMA E LAZIO

Roma, 28.02.2011

Le notizie che ci giungono dall’altra riva del Mediterraneo pongono a tutti noi, uomini e donne del terzo
millennio, una riflessione molto attenta sulle profonde contraddizioni che vive il genere umano, tra chi
detiene la ricchezza e chi pur non detenendola contribuisce a determinarla.; Magari vivendo in condizioni di
disagio materiale e sociale, oltre che in totale assenza di diritti ed opportunità di autodeterminazione,
insopportabili:

• Di qui l’esplosione e la rabbia e gli scontri con le centinaia e le migliaia di vittime in quasi tutti i
paesi nordafricani, con una violenza incredibile nello stato libico;

• Di qui la totale impreparazione e pressappochismo del nostro Governo nel far fronte alle ricadute di
questi avvenimenti in termini di veri e propri esodi biblici. Come se non fossimo un paese europeo
con le stesse possibilità degli altri paesi europei: sembriamo al contrario, un paese-megafono della
Lega Nord!

• Di qui l’ulteriore pessima figura del nostro Governo nel non definire subito la propria posizione
internazionale, forse perché troppo vivo il ricordo dell’amico del “Bunga Bunga” ;

• Un Governo che non prevede le evoluzioni possibili all’interno dei Paesi Confinanti, che non dice
una parola tempestiva quando un genocidio va avanti per giorni, che balbetta e prova a
determinare una propria collocazione solo quando la Comunità Internazionale rivendica un giudizio
pesantissimo sull’operato del Colonnello Gheddafi: tardi, davvero troppo tardi per essere un Paese
avanzato, tra i primi del mondo occidentale e sviluppato. Meno male che c’è stata la telefonata di
OBAMA a svegliare il nostro Premier!

• L’ennesima riprova del degrado ideale e non solo, in cui versa la nostra classe dirigente, che
determina un velo grigio su tutti noi, un giudizio negativo a livello internazionale, una continua
derisione mondiale: insopportabile e da troppo tempo;

• Bene ha fatto il C.D. della CGIL Nazionale del 22 e 23 febbraio a prendere le dovute distanze da
tutto questo e, rispetto ai fatti libici, a promuovere un’iniziativa sotto il nostro Parlamento per
manifestare contro i crimini perpetrati in quel Paese, tanto vicino geograficamente a noi. Altro che
baciamani o falsi alibi per le ricadute negative sull’approvvigionamento energetico!

La nostra Confederazione ha inteso anche su questo terreno, proprio di una collocazione internazionale sia
politica che sindacale, affermare la propria linea di continuità della propria azione, coerente rispetto ai
valori della libertà, della democrazia, della dignità delle persone:

Via Imera, n.2 – 00183 Roma – tel. 06-77.400. 51 – Fax 06-77. 07.30. 48
Sito : www.cgil.it/slc.roma-lazio Mail : Slc_lazio@lazio.cgil.it
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• Ribadendo una visione che distribuisca equamente la ricchezza anche tra i lavoratori oltre confine;
che la democrazia si sviluppi anche tra questi Paesi Confinanti; che la divisione del lavoro determini
competizione e non conflitti;

• Dunque lo stesso metro verso i fenomeni sociali ed economici sulle dinamiche sia esterne che
interne al nostro Paese, forte degli stessi principi ispiratori;

• Così come, rispetto ai fatti interni, ribadendo la scelta di proseguire la sua azione con una
campagna di assemblee fortissima, attraverso la quale portare le proprie proposte sui vari temi che
interessano il mondo del lavoro;

• Il quadro delle proposte che dall’azione di contrasto alla disoccupazione, al precariato,


dall’estensione delle stesse protezioni sociali, da un sistema welfare inclusivo, da un modello di
sviluppo ecocompatibile, dalla affermazione di legalità, dalla contrattazione sociale, dai piani per il
lavoro, arrivi fino ad un nuovo modello contrattuale; alle regole per la rappresentanza;

• Tutto questo in profonda coerenza anche con le decisioni assunte nelle precedenti sessioni dei
Comitati Direttivi;

Il Comitato Direttivo della CGIL Nazionale del 15 gennaio, infatti, a conclusione dei suoi lavori ha licenziato
un odg su una proposta di accordo, aperto e da proporre alle parti sociali, in merito ai temi della
rappresentanza e della democrazia:

• rinnovando così l’assioma che la democrazia nei luoghi di lavoro è l’architrave della democrazia nel
Paese;

• che con regole certe è più concreta la libertà dei più deboli;

• che la vicenda autoritaria di Mirafiori è solo l’ultima, in ordine di tempo, a mettere in discussione la
libera volontà delle lavoratrici e dei lavoratori nel decidere da chi farsi rappresentare ;

La CGIL ha deciso così una campagna di assemblee in tutti i luoghi di lavoro e nel territorio perché si possa
aprire un amplissimo dibattito a tal riguardo, che coinvolga centinaia di migliaia di lavoratrici, lavoratori,
pensionati, precari, quanti sono oggi in CIG o in mobilità , oppure quanti sono occupati in luoghi di lavoro
non contemplati dalla L. 300:

• non una proposta blindata, ma un terreno di confronto con CISL, UIL e Controparti Sociali;

• perché per la CGIL non è più possibile perseguire percorsi democratici di volta in volta, a seconda
della sensibilità di questo o quel dirigente CISL o UIL, in quelle categorie dove siamo
rappresentativi;

• a questo punto non è importante il parere liquidatorio che già abbiamo ascoltato, da parte di chi
dirige le altre Organizzazioni; sarà importante invece, andare in mezzo alla nostra gente e porre
questo tema, perché è un tema che ci riguarda tutti molto da vicino;

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Siamo infatti pienamente convinti che questo dibattito non sia un dibattito “esoterico”, al contrario che
rappresenti un nodo che, se non dipanato, sarà complicato, per il futuro, sostenere accordi o piattaforme o
rinnovi contrattuali o iniziative sindacali di qualsiasi genere, senza il rischio di vederle compromesse:

• ecco perché la CGIL ha deciso in quella sessione di Comitato Direttivo, di rilanciare contestualmente
i comitati degli iscritti come primo nucleo fondante la nostra Organizzazione ed a sostegno della
proposta;

• affinché davvero tutti i temi della nostra Confederazione, oggi in campo, dal lavoro al welfare, al
fisco, ai giovani, possano essere vere e proprie vertenze in grado di vivere e svilupparsi con la
presenza, con regole condivise e davvero democratiche;

• “ho sentito in questi giorni che si rischia di sviluppare assemblee sganciate dai bisogni veri di chi
vogliamo rappresentare, come se fosse possibile definire i nostri obiettivi senza avere i mezzi per
raggiungerli: un po’ come mettersi alla guida di un’automobile per raggiungere una meta qualsiasi,
in assenza del codice stradale, laddove ognuno guida come meglio gli pare”; eppure sono ormai
molti gli esempi che ci invitano a riflettere e non solo tra i metalmeccanici : mi pare anche tra i
pubblici dipendenti e così tra i lavoratori del commercio

Regole condivise attraverso un accordo con CISL e UIL e le nostre Controparti: non vuol dire evitare
l’intervento legislativo, anzi, semmai c’è da chiedersi come può essere possibile oggi, nella fase politica
data, immaginare che sia il Parlamento, quello attuale, a risolverci il problema:

• Punto questo affrontato nel nostro Comitato Direttivo di SLC Nazionale e definito nell’odg
approvato il giorno 1 febbraio u.s.;

• Anche perché il tema delle relazioni industriali va di pari passo ai veri e propri danni emersi con la
crisi economica e finanziaria;

• Anche perché la politica sociale ed economica, oltre quella industriale, perseguita da questo
Governo, dovrebbe velocizzare il negoziato con Confindustria, CISL, UIL sulla contrattazione, la
produttività ed appunto, la rappresentanza: basti soffermarsi alla legge di stabilità, il federalismo
fiscale, “l’incostituzionale milleproroghe”;

• Anche perché in assenza di risposte non potremo ovviare alla mobilitazione delle categorie, per
territorio; fino ad arrivare a quella dello sciopero generale di fatto proclamato;

Insomma stiamo rischiando che con il mordere sempre più violento della crisi economica si mettano a serio
rischio di sopravvivenza diritti inalienabili e principi costituzionali:

• E’ per questo che abbiamo partecipato il 28 gennaio, un mese fa, allo sciopero dei metalmeccanici
con la manifestazione di Cassino: tra l’altro SLC di Roma e Lazio ha organizzato una parte di corteo
ben visibile e pertanto vanno ringraziati tutti i partecipanti, le compagne ed i compagni là presenti!

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• Il Sindacato non ha colpe se le condizioni economiche e sociali del lavoro sono peggiorate negli
ultimi lustri e nemmeno può permettere il meccanismo della derogabilità ai Contratti Nazionali
sull’altare di questa crisi: tanto meno di fronte alla sfida di creazioni di newcom come grimaldello di
tale scellerata finalità, devastante sia per i lavoratori delle imprese più forti sia, in particolare, per
quelle più piccole, dove il II° livello non sta né in cielo né in terra!

• Come Sindacato Confederale non siamo riusciti a diminuire il numero dei contratti nazionali,
mentre lo abbiamo fatto per il numero delle categorie: noi come SLC, ne siamo un esempio, ma
anche in casa CISL e UIL è andata così;

• Se è questo il comune sentire oggi non si può certo continuare a condividere, da parte di CISL e UIL,
il moltiplicarsi dei CCNL in essere, com’è avvenuto con la provocazione Marchionne a Mirafiori!

Come è facilmente comprensibile, comunque la si affronti e qualunque tema si voglia aggredire, i principi
della libertà e della uguaglianza non si possono declinare se non sono accompagnati dai principi della
democrazia e dalle regole sulla rappresentanza:

• Il punto nodale è proprio questo se non vogliamo che la crisi di questi anni assuma le caratteristiche
di un grande Moloc, al quale sacrificare le persone, i loro bisogni, le loro aspettative, le loro
conquiste;

La crisi economica appunto, quella che aggredisce soprattutto il Nord del Paese, che erode costantemente i
redditi delle famiglie al Sud, che non risparmia nemmeno il Centro Italia:

• I nostri redditi calano dal 4% al 3,5% nel Nord Italia, di circa il 2% al centro, dell’1,2% al Sud
coscienti che in questo territorio erano già bassi di loro;

• Infatti negli ultimi anni, fino al 2009, il reddito delle famiglie italiane era concentrato con il 53% al
Nord, il 26% al Centro ed il 21% al Sud;

• Se Piemonte e Lombardia diminuiscono la loro condizione di reddito complessivo a fronte di un calo


pesante nel lavoro dipendente e di minori utili distribuiti dalle imprese, non possiamo certo
rallegrarci se al Sud, la pesante condizione economica non continui a peggiorare solo grazie al
“costume risparmiatore” di questi nostri concittadini, o alla loro scarsa attitudine verso
investimenti rischiosi;

• Tutto questo continua a vivere senza che il Governo sappia intervenire se non con “effetti
annuncio” ripetuti ormai con cadenza annuale come le “Grandi Opere Infrastrutturali “ o il “Piano
Casa” per poi rintanarsi in un “Milleproroghe”, incostituzionale da un verso, e totalmente
inefficace dall’altro, pur se approvato!

• Nel 2010 si sono persi 15.000 posti nei servizi e 18.000 nell’industria. Nella nostra Regione, senza
aggiornare troppo le situazioni occupazionali, ci sono circa 5.000 posti a rischio solo tra quelli in
discussione al Ministero delle Attività Produttive: come SLC contribuiamo bene a tale pesante

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condizione, con il settore delle Telecomunicazioni, delle Spettacolo, del Cineaudiovisivo e della
Emittenza;

• Dunque il nostro PIL continua a scendere con percentuali del – 1,6% nel 2008 e del -3,5% nel 2010,
pur se minore come calo, rispetto a quello nazionale: è una magra consolazione;

• Nella nostra Regione, si ricordava in un recente seminario della CGIL Lazio sul “Piano per il Lavoro”,
le imprese attive sono il 77% rispetto all’86% nazionale con una loro endemica difficoltà nel
misurarsi verso il nuovo;

• Per non parlare dell’enorme debito pubblico in capo a Regione e Comune : 12mld a Roma e circa
14 solo sulla Sanità, nella Regione;

• Altro che la Kermesse sugli Stati Generali di Roma, che qualcuno ha definito gli “Sfasci Generali”: si
riscalda una minestra di cose dette in campagna elettorale; si narra di una città traguardandola al
2020; mentre il sociale crolla, il lavoro svanisce, un’idea di sviluppo non c’è, la sicurezza è quella
drammatica degli stupri quotidiani!

• Quello che ne consegue non è solo il ripianamento dei debiti su ognuno di noi, ma anche la beffa
dei servizi inefficienti e del nulla per riavviare la macchina della ripresa;

• Per contrastare questa situazione davvero pesante, si era convenuto con CISL e UIL una iniziativa
contro le politiche sociali ed economiche della Giunta Polverini (Crisi e Lavoro, Sanità e Servizi
Sociali, Investimenti e Sviluppo, Infrastrutture, Ambiente, Energia e Rifiuti erano e sono i temi della
defunta piattaforma unitaria) : adesso quella iniziativa la dovremo sostenere da soli ma, voglio
sottolineare, con più convinzione, perché se eravamo riusciti a convincere gli altri, noi adesso, lo
saremo molto di più;

• In questo quadro davvero drammatico diminuiscono i trasferimenti del Governo centrale per
centinaia di milioni. Già siamo i più tartassati in Italia, adesso chiuderà il cerchio il federalismo
municipale con la sua attenzione ad aumentare la tassazione ai residenti nei vari comuni;

• Mentre ci sarebbe bisogno davvero di uno shock economico per aumentare i consumi attraverso un
consistente recupero del potere d’acquisto di pensioni e salari, invece, grazie alla crisi, aumentano
cassaintegrati, mobilità, precariato, lavoro nero, soprattutto tra i giovani e le donne, con la fascia di
età tra i 40 ed i 50 anni anch’esse colpite senza risparmio: il risultato è meno danaro da spendere
per la ripresa dei consumi;

• La nostra categoria attraversa in pieno questa burrasca con tutti i suoi settori, dai Servizi Postali, ai
Call Center, alle Telecomunicazioni in genere, alla Industria, agli Esercizi Cinematografici, allo
Spettacolo dal Vivo, alle Fondazioni Lirico Sinfoniche, all’Emittenza;

• Certo che per quanto riguarda le nostre analisi come SLC, possiamo affermare che le cause non
sono omogenee : infatti vanno ricercate certamente nella congiuntura internazionale , ma anche

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nella debolezza dei nostri imprenditori locali, così come nella, a volte, loro propensione speculativa
che mette sempre più la persona, il lavoratore, non al centro delle politiche di investimento, bensì
del tutto in forma di variabile indipendente dal capitale e dagli interessi di cui è portatore;

• Non si spiega, diversamente, il motivo che vede nostri settori sempre al centro di un’idea di
sviluppo e di ripresa, un volano importante della nostra economia nazionale e regionale ;

• A tale riguardo, in particolare, sarebbe davvero complicato immaginare una ripresa valida senza
intervenire nel settore delle Telecomunicazioni attraverso il cablaggio dell’intera Regione;

• Oppure se non si intendesse riavviare un processo industriale vero della RAI che qui ha la Direzione
ed occupa migliaia di persone;

• O se si tralasciasse di mettere la giusta attenzione al Patrimonio Culturale che SLC rappresenta,


dagli spettacoli dal vivo, al cinema con Cinecittà;

• Rappresentiamo opportunità certe di crescita, senza nulla togliere alle altre realtà produttive
presenti nel nostro territorio;

• Eppure non c’è la giusta attenzione, né da parte delle Istituzioni locali attraverso i loro bilanci, né da
parte del Governo che, al contrario, è tutto proteso a perseguire un disegno volto piuttosto a
scompaginare qualsiasi forma di pensiero critico ed autonomo: come si spiega diversamente
l’attacco alla Cultura?!

• A tal proposito è davvero impensabile un teorema che preveda la presenza della Democrazia in
assenza di cultura: da che mondo è mondo le conquiste e la libertà le ottieni se conosci, se riesci a
pensare con la tua testa, se sei cosciente della tua esistenza e della straordinaria opportunità di
cambiamento che rappresenti;

• Con la conoscenza: Quella di ognuno! Tocca a noi, tocca alla CGIL, recuperando il suo tratto politico,
il suo tratto distintivo, espandere la sua straordinaria capacità organizzativa verso ogni luogo di
lavoro, nel territorio, ovunque, per far conoscere la propria proposta che non è un’astrazione dalla
realtà, tutt’altro!

• Gli episodi degli ultimi mesi, quelli che riguardano la vita sindacale, ci dicono che non possiamo
restarcene tranquilli nell’aver concluso unitariamente decine e decine di contratti, nell’aver
sottoscritto piattaforme rivendicative unitarie, anche come SLC, o nel tenere unitariamente
importanti vertenze sindacali;

• Viviamo una fase diversa sia all’interno delle relazioni industriali, che nel rapporto con CISL e UIL;

• Non c’è solo il caso FIOM, con la vicenda FIAT di Mirafiori, ci sono altre condizioni pesantissime in
cui si trovano altre nostre categorie, pur se occorre sempre ragionare con le debite distinzioni del
merito sindacale;

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• C’è infatti il caso dei Pubblici dipendenti e della Scuola con lo sciopero prima proclamato il 25 p.v. :
iniziativa che se celebrata ci avrebbe visto presenti con una nostra delegazione viste le motivazioni:
democrazia e sostegno al reddito;

• Si parla infatti di blocco dei salari e sospensione delle elezioni delle RSU: è come se da un lato ti
colpiscono e dall’altro pretendono il tuo silenzio!

• Brunetta, Sacconi, CISL e UIL hanno confezionato un bel pacchetto a sostegno del Governo, nel
riaffermare l’accordo del 22 gennaio;

• Siamo anche qui ad un accordo separato e politico, laddove si vuole scientemente escludere il
sindacato più rappresentativo, nella estensione della “Marchionità”,

• Lo stesso scenario separato in FILCAMS con il Contratto del Commercio: una vera discontinuità!
Cosa succederà in SLC con il rinnovo del CCNL sulle Telecomunicazioni dopo aver ascoltato il Sig.
Parisi alla III^ Conferenza sui Call Center?

• Tutto questo disastro capita proprio mentre il nostro debito pubblico sfiora il 120%, con l’Europa a
ricordarci che dovremmo abbassarlo sotto la percentuale del 70%, e mentre non cresciamo da 20
anni!

• E’ possibile affrontare situazioni economiche tali senza una mediazione unitaria? Certo che no!
Ecco perché siamo d fronte ad un cambio di fase, ad una vera e più cruenta scelta volta a “far fuori”
la nostra Organizzazione!

• Cosa si fa in questi casi? Si torna con più convinzione tra la nostra gente con proposte chiare sui vari
punti, categoria per categoria e gli si spiega che se non si difende la democrazia e le sue regole
questo enorme Blob arriverà ovunque, resettando conquiste e diritti e tutele in nome di una crisi
della quale nessuno dice di avere colpa, mentre però, non si fa niente per contrastarla!

• Altro e molto possiamo fare sul terreno delle iniziative!

• Straordinaria quella del 13 voluta, costruita e celebrata dalle donne, contro uno scivolamento
pericolosissimo e senza fine nei costumi, nell’etica della politica e della cosa pubblica; nell’idea che
tutto si possa e si debba mercificare; contro un’idea che il corpo possa essere diverso dalla mente;
perché anche noi come uomini ci si indignasse per questa fangosa decadenza;

• Il 5 marzo, partecipando alla manifestazione “Abbracciamo la Cultura”, stavolta a Roma e tutti


intorno al Colosseo: per avere un quadro di regole e risorse nella difesa del nostro patrimonio
culturale; dunque di grande interesse per la nostra categoria;

• Il 12 marzo per difendere la nostra Costituzione;

• Il 26 marzo, per difendere l’Acqua Pubblica;

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• E poi alla manifestazione che la CGIL Regionale sta preparando per il 2 aprile contro la politica
economica e sociale della Giunta Polverini, che senza discutere con nessuna delle parti sociali, sta
producendo un vero e proprio disastro sui temi del lavoro, del welfare, dei trasporti, dello sviluppo,
delle politiche industriali…… solo per citarne alcuni. Come abbiamo prima detto, tale iniziativa era
stata pensata ed organizzata con CISL e UIL DI Roma e Lazio, fino alla fase operativa consistente
nell’affissione dei manifesti, il percorso del corteo, la convocazione di un attivo unitario il 25 u.s..
Ebbene CISL e UIL, 24 ore prima di questo attivo si sono “squagliate”: per la prima volta nella storia
dei rapporti unitari che si sono susseguiti nella nostra Regione e con queste modalità. Siamo di
fronte a qualcosa di inconsueto, un precedente davvero preoccupante;

• E poi, con la decisione della data del 6 maggio, tutti a preparare lo Sciopero Generale, nell’interesse
del nostro Paese, raramente così vilipeso;

• Tocca a noi care compagne e cari compagni, ancora un volta tocca a noi stare nelle piazze, dare
parole d’ordine chiare, parlare nei luoghi di lavoro, nei territori; raccontare che la democrazia è un
bene che va difeso sempre, senza mai dare per scontato che possa essere un risultato conseguito e
dal quale non si ritorna più indietro;

• Dobbiamo saper parlare a tutte le generazioni, dal versante dei temi del lavoro e della sua dignità,
in particolare ai giovani che sono i traghettatori di questo valore verso il futuro;

• Non dobbiamo mai allentare la presa da concetti semplici che recentemente abbiamo però lasciato
in soffitta: sono troppe le perplessità nell’avviare questa nuova stagione assembleare che dovrà
essere conclusa entro marzo;

• Dobbiamo essere convinti per prima noi che se vogliamo essere liberi ed uguali non possiamo non
difendere la democrazia e che questa può essere difesa solo se riusciamo a darle vita con un
sistema di regole certe;

• Questo vale nel Paese e deve valere anche nel mondo del lavoro vero e proprio fulcro della stessa
democrazia;

• Non perdiamo di vista questi nostri fondamentali se vogliamo fare bene il nostro lavoro di
sindacalisti, che è quello di dare risposte convincenti e con tempi certi alle domande ed alle
preoccupazioni di quanti vivono oggi la condizione drammatica delle ricadute della crisi, delle
riorganizzazioni, delle assenze di chi ci governa che non ha né idee né volontà di farci uscire da
questo tunnel;

• Noi dobbiamo rinverdire con la nostra discussione nei prossimi giorni, l’art. 36 della Costituzione
che parla di diritto ad avere una esistenza libera e dignitosa: noi dobbiamo batterci perché sia
possibile con il lavoro e le sue regole, senza scorciatoie, sapendo legare l’interesse generale alle
politiche delle varie categorie, qualche volta con qualche deviazione corporativa;

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• Dobbiamo essere coscienti che non abbiamo ancora un sistema di regole che ci faccia stare
tranquilli in tema di rappresentanza effettiva e dunque di democrazia sindacale: questo manca
anche se la storia recente trascorsa c’ha messo apparentemente al riparo da incongruenze troppo
evidenti;

• Dicevamo prima che percepiamo cambiamenti di fase consistenti nelle relazioni sindacali: l’utilizzo
che se ne vuole fare dell’art. 19 dello Statuto ne è una riprova;

• Dunque se tutto questo lo condividiamo non possiamo essere timidi nell’andare tra la nostra gente
con le nostre idee! Definiamo allora i calendari delle assemblee e cominciamo da subito.

Il Segr. Gen. SLC-CGIL di Roma e Lazio


Alberto Manzini

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