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Zon a 50 8 Bime stra le Da gli ist ituti di pen a Bre scia ni - Aut or izzazio ne d el Tribunale di Br escia n.

25/ 20 07 d e l 21 g iugno 2007

S
Marzo 2011
Anno VII - Numero

p e
1

c i a l e:
il bimestrale Da
Dagli
gli
Istituti di pena Bresciani
Zona 508

Infanzia
Zona 508
Sommario

Pag. 4
Iniziative
Pag.3
Zona 508 L‟editoriale
Autorizzazione del Tribunale di
Brescia
n. 25/2007 del 21 Giugno 2007

Direttore responsabile :
Marco Toresini
Pag 11
Editore : La recensione
Act
( Associazione Carcere e Territorio )
Via Spalto S. Marco, 19 – Brescia Pag. 12
Speciale Infanzia
Redazione e amministrazione :
c/o Act
Via Spalto S. Marco, 19 – Brescia

Tipografia :
Grafiche Cola s.r.l.
Via Rosmini, 12/b
23900 Lecco

Redazione Verziano e
Canton Mombello : Pag.23
Letizia, Rachele, Patrizia, Danilo, Pag.31 Liberi pensieri
Ricetta
Mauro, Vincenzo, Alessandro,
Giorgio, Giuseppe, Alfredo, Redoua-
ne, Ermanno, Armand, Salvatore,
Emiliano, Riccardo, Gianni, Massi-
miliano, Vincenzo, Emiliano, Pasqua-
le, Sergio

Redazione Act :
Michela, Andrea, Marta
B, Alessandra, Daniele,. Pag. 32
Roberta, Brunella, Oroscopo
Paola, Carmelo, Laura, Pag 33
Consiglio
Emanuela, Marta S,
Fabiana, Camilla

2 Zona 508
L’editoriale

Quell’infanzia
che ci fa pensare al
futuro
“O ra che avverto quotidianamente
l‟incedere della vecchiaia, la memoria mi ripor-
nimo di sforzo avrebbe potuto anche scrivere,
questa vita, un epilogo diverso. Così, sfogliando
questo numero, troverete anche i consigli di chi
non vuol più rifare gli errori di un tempo, di chi
ta sovente ai luoghi in cui ho vissuto o dove so- sollecita un‟attenzione e un ascolto per i figli,
no passato nei miei numerosi viaggi e che han- sia pur in condizioni difficili come quelle di un
no suscitato affetti e sentimenti diversi”. padre e madre carcerati, affinchè siano il più
Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose, efficace degli antidoti per evitare che le storie si
uomo illuminato, interprete della modernità con ripetano. Insomma, ricordare l‟infanzia è stato
l‟acume e l‟intelligenza di chi sa dialogare con per molti come fare memoria, masticare il pane
lo spirito (anche lui, paradossalmente, da dentro di ieri (per usare il titolo di un altro libro di En-
una cella, quella del monaco), ha recentemente zo Bianchi) per nutrire il presente, per dargli un
scritto un libro (“Ogni cosa alla sua stagione”, senso, anche se è difficile, duro, perché non si
Einaudi) per raccontare i luoghi della sua vita e, ha più l‟innocente incoscienza dei bambini, ma
soprattutto, quelli della sua infanzia sulle colli- la spigolosa e arida consapevolezza degli adulti.
ne del Monferrato. Una vita povera, ma carica E bello leggere l‟infanzia dei nostri redattori
di grandi speranze, una vita sulla quale medita- riscoprendo un po‟ la nostra di infanzia, fatta di
re, appagare le nostalgie ma trarre le risorse per fughe e voglie di scoprire, fatta di choccanti
andare avanti. scontri con la realtà (la bugia del malato di dia-
Anche i redattori di Zona 508 in questo numero bete, per mascherare chi si bucava per strada tra
hanno fatto come il priore di Bose, si sono rac- i casermoni popolari è patrimonio comune di
contati partendo dall‟infanzia. Partendo dagli molti). E un modo per scoprire, magari, quanto
amici e dai luoghi che in tanti ricordano con investire sull‟infanzia sia importante per inve-
struggente nostalgia: ora perché la nostalgia è stire sul futuro di tutti noi; quanto le attenzioni
quella per un paese lontano, per una persona all‟infanzia siano importanti per accompagnare
cara; ora perché rimane il rammarico per le oc- i nostri figli a superare ostacoli non sempre fa-
casioni perse, per le strade non percorse, per cili.
una vita che, forse, poteva andare diversamente. “La vita continua – scrive ancora Enzo Bianchi
Sono acquarelli di campagne nebbiose e solita- - e sono gli uomini e le donne che si susseguono
rie, di periferie degradate, di città lontane che nelle generazioni, pur con tutti i loro errori, a
vivevano però degli stessi giochi, si nutrivano dar senso alla terra, a dar senso alle nostre
delle stesse inquietudini infantili, delle medesi- vite, a renderle degne di essere vissute
me preoccupazioni di padri e di madri. Così nei
fino in fondo”.
ricordi d‟infanzia dei nostri cronisti la città ma-
rocchina non è molto diversa dalla periferia di Insomma, anche noi di Zona 508 scrive-
una città italiana, entrambe popolate di fatiche e vano di infanzia ma pensavamo al futu-
di sogni. ro.
Traspare in alcuni anche la vita che sarebbe sta- Marco Toresini
ta con la consapevolezza che, forse, con un mi-
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Iniziative

G
ducibile nonostante le delusioni, ricorda la figu-
ra di Umberto D. del nouveau realism ita-
razie alla collaborazione tra i volontari lien.Infine, è commuovente l‟odissea di due
della ACLI, della Parrocchia di Cristo bambini alla ricerca del padre rinchiuso in car-
Re in Borgo Trento a Brescia, della cere dall‟altra parte della città: “Bambini tra gli
“Associazione Maschere Nere” e il Kemenge alberi”. Il terzo giorno presenta un tema alquan-
(ACT, oratorio Cristo Re e COE Milano), la to scottante: “Akhar film” è il titolo in arabo. Si
dottoressa F.Tammaro responsabile dell‟area tratta di alcuni settari che cercano di reclutare e
educativa qui a “Mombello” ha saputo offrire a plasmare all‟osservanza religiosa un giovane
tutta la popolazione detenuta una carrellata di sbandato e frustrato, per farlo aspirante e marti-
film in lingua araba e francese con sottotitoli in re shahid. Nel film la figura migliore è ancora
italiano, nei giorni 13/14/15 ottobre. una donna che sa amare il protagonista oltre la
La prima proiezione in lingua araba, meschina, ipocrita e rozza violenza degli uomi-
“Mascarade” , racconta di un un villaggio Mou- ni. Il mio vicino vuole convincere che c‟è una
nir algerino nella regione delle Aurès; uno spac- Sura che proclama che non ci deve essere vio-
cato di vita in un paese agricolo. Le diverse fi- lenza nella raccolta degli adepti, che
gure del film sono tratteggiate con garbo e hu- l‟integralismo è una violenza alla religione che
mour, in un contrappunto tra inghippi di sociale passa tramite la violenza alle persone: non c‟è
vanagloria e di docile eppur risolutiva saggezza chi sia più disposto di me a riconoscere ciò! Le
femminile; bella anche la fotografia. risa di compresso nervosismo, che di quando in
Il secondo giorno, superate almeno parzialmen- quando accompagnano gli accadimenti in scena,
te le difficoltà di accesso, sono stati presentati mi lasciano comprendere che anche l‟altra
quattro cortometraggi di egregia fattura: in sponda del Mediterraneo riflette sul fatto che
“Percussion kid” non ci sono parole, solo im- l‟uso della violenza non abbia nulla a che fare
magini, in un‟evoluzione di ritmi e colori. Un con le religioni ed è un imbroglio di chi gestisce
bambino ritma tutto nella vita, anche durante le od ambisce al potere. Bello sarebbe stato aprire
lezioni di corano. Escluso dalla scuola, è conse- una discussione.. A me viene da pensare che la
gnato ad estranei per fare apprendistato come strada della civiltà passi attraverso l‟accordo tra
calzolaio: ritmerà la vita sociale al mercato bat- le religioni, intuendo che i gradi di civiltà sono
tendo la suola delle scarpe. Con “Il progetto” si differenti configurazioni dei valori recepiti dalle
vive un clima di suspense noir: un borseggiato- diverse società. Ma il confronto non era previ-
re ruba una borsetta dove trova, oltre sto: solo brevi parole di commento con uno de-
all‟onnipresente telefonino, una pistola. Ferma- gli organizzatori. Non ci resta che ringraziarli,
to, cominciano le sue tribolazioni. sperando in un prossimo incontro.
Notevole la manifestazione dell‟ipocrisia socia- Ettore
le in “E‟ domenica”: la dignità di un padre, irri-
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Don Gino Rigoldi..
...è cappellano del Carcere Minorile “Beccaria” di che hanno commesso reati dal furto all’omicidio, e
Milano dal 1972. ne passano in media 300/350 l’anno. Qui vengono
Venerdi 26 novembre è stato ospite presso l‟Opera accolti dall’equipe di Don Gino e degli altri educa-
Pavoniana a Brescia per parlare del “suoi” ragazzi tori.
in carcere. Il percorso rieducativo si articola in varie fasi; soli-
Fondamentalmente concorda sul fatto che il reato tamente Don Gino incontra i giovani già
vada punito, ma sottolinea come non si debba scon- all’ingresso in struttura, ed ascolta semplicemente
finare nell‟eccesso di punizione, ma sfruttare invece la loro storia, senza etichettare né fare domande
il tempo della detenzione per “tirar fuori” il buono inopportune, anche perché spesso sono proprio loro
che c‟è in ognuno di questi giovani. i primi a raccontarsi!
La sua testimonianza, è per dire che dietro quelle Una particolarità comune è che molti di loro hanno
sbarre c‟è gente viva, che comunica, ragazzi in car- abbandonato gli studi precocemente, e ciò indica
ne ed ossa! Essi sono fondamentalmente tutti buoni, una debolezza del nostro sistema educativo scolasti-
ma richiedono costante attenzione e considerazione, co su cui è importante riflettere.
oltre che dialogo, perché in precedenza ne hanno Al termine della detenzione, la rete di supporto
sofferto molto la mancanza. Sono felici quando ven- (purtroppo anche a causa dei tagli ai fondi statali) è
gono ascoltati e considerati per ciò che fanno, dico- scarsa. Tuttavia le soluzioni migliori rimangono
no e pensano. l’Art. 21 (ovvero il permesso di uscita giornaliera
O ggi gi o r no , p r es i d al l ‟od io r a zz i a l e , per recarsi a lavoro) e l’ingresso in strutture riabi-
dall‟intolleranza, e da un certo livello di egoismo, litative (es. comunità, di cui alcune fondate da Don
quando assistiamo ad un fatto di cronaca ci lasciamo Gino) che offrono libertà in contesti protetti, in mo-
andare ad una serie di condanne facili e talvolta esa- do tale da responsabilizzare i soggetti coinvolti.”
gerate, sempre addosso agli altri, ma senza mai pen-
sare: “Io dov‟ero?”, “Potevo fare qualcosa per impe- Al termine della serata, noi tutti abbiamo potuto
dirlo?”. interagire con lui porgendogli domande e potendo
constatare ancora una volta quanto umano e straor-
E con queste premesse, Don Gino ci ha descritto la dinario sia quest‟uomo, che s‟impegna molto per
sua attività: questi giovani, ma soprattutto lo fa con amore e de-
“La maggior parte dei detenuti al “Beccaria” sono dizione sincera, la medicina migliore.
italiani (soprattutto da Brescia, Bergamo e Milano), Emanuela

Mia madre tra poco compie 85 anni. “vivono” con 600 euro al mese o abbandona-
Dopo una vita di “buone creanze”, come dice ti negli ospizi...
lei, oggi si sente tanto amareggiata. Con il suo Con indignazione mi ha parlato, in un suo
carattere forte e battagliero nonostante l’età, recente scritto, degli scandali morali di chi ci
ha condiviso la manifestazione delle donne a governa e ha ribadito la sua volontà di dire -
difesa della propria dignità, svoltasi alcune set- a nome di tutte le donne offese nella loro di-
timane or sono. gnità di madri, mogli, sorelle o figlie – al no-
Nel suo “io” di donna avrebbe voluto parteci- stro “Re Sole Silvio” (come lo chiama lei) di
parvi e far sentire la propria voce, soprattutto lasciare il suo posto...
in occasione del prossimo 8 marzo, festa della Perché il popolo italiano crede ancora nei va-
donna. lori della famiglia, nell'uguaglianza e nella
Si è immaginata, dopo una vita travagliata di giustizia.
madre, di poter mandare un messaggio a chi Il suo – conoscendola bene – è uno sfogo di
di competenza, per dirgli di aver la forza di disperazione a difesa di tutte le donne, e so-
scendere dagli “altari” e guardare da vicino la prattutto un grido di speranza verso un mon-
sofferenza degli operai in lotta per mantenere do nuovo per le generazioni future...
il posto di lavoro, oppure i pensionati che Piova '54

5 Zona 508
Premio Casalini

Q
uest‟anno, l‟Associazione Carcere e Terri- rie e di recupero e reinserimento dei detenuti. Siamo
torio Onlus di Brescia ha deciso di dare infatti convinti che il senso attuale della pena non
maggior rilievo alle attività svolte dal debba piu‟ essere legato alle sole logiche meramente
gruppo, che si occupa della sensibilizza- retributive, affidando al solo carcere un obiettivo
zione dei giovani alle problematiche della detenzio- rieducativo che si è dimostrato ben difficile da per-
ne. seguire.
Da questa proposito nasce il primo premio letterario
Le misure alternative alla detenzione, la mediazio-
A.C.T., un‟iniziativa voluta e portata avanti con im-
ne penale, la tutela delle vittime, l‟impegno riparati-
pegno e serietà inizialmente da Carmelo Gallico, poi
vo, la gestione del caso nella sua complessità pro-
da un discreto numero di volontari.
blematica, inclusi gli aspetti relazionali, affettivi,
Da questa prima esperienza, abbiamo ottenuto dei
abitativi sono solo alcuni degli strumenti che
buoni risultati.
un‟attenta riflessione mette a disposizione per que-
Diverse sono state le scuole superiori bresciane par-
sto gravoso impegno; la loro conoscenza, applica-
tecipanti, non trascurabile il numero degli allievi
zione e gestione sono un‟opportunità per l‟intera
che vi hanno partecipato, decisamente apprezzabili i
comunità, soprattutto, nelle sue componenti più
lavori svolti.
profondamente coinvolte in un disegno riabilitativo
Tre i testi, ritenuti dalla giuria, meritevoli del pre-
della persona esclusa, quindi, in primis, il volonta-
mio e della pubblicazione.
riato. Il premio letterario ACT nasce e si muove in
Agli autori di questi e di tutti i testi inviatici, vanno i
questa prospettiva. In esso riponiamo fiducia perché
nostri apprezzamenti ed i più sentiti ringraziamenti.
il cammino di consapevolezza della comunità rispet-
to al proprio sistema penitenziario possa ulterior-
Sperando che l‟iniziativa continui nel tempo, con un mente trarre beneficio.
sempre maggior numero di studenti coinvolti, noi
continuiamo nel nostro lavoro, di sensibilizzazione Carlo Alberto Romano
dell‟opinione pubblica sulle problematiche carcera-

LA PRIGIONE DI SPECCHI
“Noi che viviamo in questo carcere, nella cui vita non esistono fatti ma dolore, dobbiamo misurare il tempo
con i palpiti della sofferenza, e il ricordo dei momenti amari. Non abbiamo altro a cui pensare. La soffe-
renza [...] è il nostro modo d'esistere, poiché è l'unico modo a nostra disposizione per diventare consapevo-
li della vita; il ricordo di quanto abbiamo sofferto nel passato ci è necessario come la garanzia, la testimo-
nianza della nostra identità”
Oscar Wilde
L‟acqua corre sui vetri della finestra disegnando solo ciò che ho provato. Ciò che c‟era prima si è
rigagnoli che si rincorrono e si intrecciano. Qualche perso nella foschia, a volte mi chiedo se sia mai
volta un‟automobile passa lungo la vicina statale davvero esistito qualcos‟altro. Ho cominciato molto
illuminando solo per un attimo, di un bagliore me- tempo fa, da così tante albe e così tanti tramonti,
tallico, la figura che attraverso un‟ombra umida si così tante estati e così tanti inverni che ho
riflette sul vetro . l‟impressione che tutto sia nato con me. Ritornando
indietro con la mente non c‟è un solo ricordo, una
Sono io. Mi è impossibile crederlo ma quella sì, sola emozione che non sia legato a tutto ciò. Io non
quella sono proprio io. La mia sagoma taglia avevo alcuna responsabilità, nessuno l‟ha capito. Io
l‟oscurità polverosa e il silenzio opaco attorno a me. ero solo il burattino non il burattinaio, ero la vittima
A stento ricordo come tutto ha avuto inizio. di un sacrificio che non avevo inteso si dovesse
svolgere. Perchè nessuno l‟ha capito, perché nessu-
Detesto la notte, la luce tesa del neon che filtra dalla no mi ha teso una mano invece che colpirmi, perché
stanza accanto. Odio l‟ombra finta che proietta sul nessuno mi ha ascoltato anche solo per un attimo?
pavimento troppo pulito. Qui non si sente mai rumo- … avrei avuto tanto da dire. Bastava qualcuno,
re di passi. C‟è sempre questo stramaledetto silen- qualcuno per ascoltare. Ora è troppo tardi.
zio, pare un silenzio nervoso, un silenzio artificiale.
La vita ha abbandonato questo luogo. Ma la notte Forse avevo intuito che era una follia, avevo perce-
resta, interminabile, eterna, intollerabile per chi co- pito la faticosa assenza di limiti, la pericolosa sedu-
me me non ha più neppure la forza di dormire. Non zione che tutto ciò esercitava su di me. Ma allora mi
ricordo più nulla di come ho cominciato. Ricordo sembrava impossibile resistere. Ah, che canto melo-
dioso avevano le mie sirene!
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Sarebbe più facile incolpare qualcuno per le mie mi neppure un carceriere. Ora sono un aguzzino.
scelte, una madre troppo affettuosa o un padre esi- La pioggia è cessata. Anche la luce intermittente del
gente e distratto ma non è possibile. La responsabili- neon si è spenta. Fulminata, senza dubbio. Come la
tà cade tutta su di me. mia giovane vita. L‟oscurità ora domina silenziosa il
Forse l‟assenza di volontà, paradossalmente, mi luogo in cui mi trovo. Sento un rantolo provenire da
avrebbe salvata. Poi ne ho conosciute altre. Inizial- uno degli ambienti attigui;è notte ma forse qualcuno
mente ci scambiavamo solo consigli, poi divenne si è già svegliato o non si è mai addormentato,come
quasi una sfida. Ciascuno voleva essere in grado di me.
superare i propri limiti e io, per prima, ci sono riu- In questo luogo non ci sono specchi ma a me ormai
scita. non servono più. Sono stata vittima per anni di una
La mia memoria si sta dissolvendo, come le gocce prigione di specchi, solo ora me ne rendo conto. Gli
d‟acqua sul vetro della finestra. Il cielo è livido, for- specchi sono stati per me prima consiglieri affidabili
se è già alba. A stento ricordo come tutto ha avuto e riservati poi giudici impietosi. Sento un cane abba-
inizio. A stento ricordo mia madre scoppiare in un iare al di là del cortile, oltre il cancello: anche io ne
pianto per me straziante. Io l‟abbracciai, mentre mi avevo uno, a lui affidavo tutti i miei pasti perche
diceva che non voleva che morissi, che mi amava nessuno potesse dubitare del mio appetito. Ora non
troppo per vedere la sua unica figlia condannarsi a è più con me.
morte da sola. Non sono ammessi cani in un ospedale.
Si sbagliava, ciò che soffro ora non è la morte. E‟ la La flebo si è staccata di nuovo, non pensavo di ave-
prigionia. re ancora la forza necessaria per compire un movi-
Ciò che una volta è iniziato come un impegno ora è mento tanto brusco da staccarla. Già qualche giorno
un‟abitudine. Il controllo è la cosa più importante di fa mi risultava persino difficile salire sulla bilancia,
tutte. Controllare sistematicamente. Esigere da sé compiere un gesto che per me era diventato, con il
stessi un ferreo autocontrollo, seguire fino in fondo passare dei giorni, tanto automatico. Con lo scorre-
l‟obbiettivo assegnatoci. E controllare. Verificare re delle ore la mia ansia di salirvi si faceva sempre
che tutto sia come deve essere, ispezionare assidua- più impellente, era ormai una necessità: “Dunque
mente ogni cosa, assodare che il proprio compito sia vediamo … chissà di quanti chili sarò ingrassata?”
svolto fino in fondo. Non sì può definire occupazio- mi chiedevo in preda alla frenesia mentre i chili
ne, né impegno, né compito. Ormai è uno stile di scendevano lentamente, ma ineluttabilmente
vita. 62,55,52,47,44,43…
Non avrei mai voluto intraprendere un cammino Questa flebo non mi servirà ancora per molto. Or-
tanto impegnativo. Non avrei dovuto. Poi qualcosa è mai la sua azione benefica è completamente super-
scattato dentro di me. Mi chiedevo se ce l‟avrei dav- flua, è inutile chiamare l‟infermiera. Comunque ciò
vero fatta, in me era sorto il desiderio di raggiungere che soffro ora non è la morte. E‟ la prigionia.
almeno una volta nella mia vita un obbiettivo, senza Dover rimanere ancora, anche se per poco in questo
compromessi e senza scuse. Ogni giorno che passa- corpo,che è divenuto ormai solo uno scomodo intru-
va mi rallegravo per la mia buona condotta, per il so. Sono arrivata ad odiarlo tanto da divenirne un
mio impegno assiduo e per la mia forza interiore. violento aguzzino.
Ero un eroe, e mi sentivo invincibile. Se all‟inizio il Mi chiamo Paola e ho diciassette anni.
mio spirito era combattuto, con il passare del tempo Mi chiamo Paola e sono detenuto e detentore, pri-
mi consideravo sempre più invulnerabile. Poi iniziò gioniero e aguzzino insieme.
a crescere dentro di me qualcosa di più forte della Il mio corpo è il mio carcere.
soddisfazione. Qualcosa di più pericoloso. Prima Noi che viviamo in questo carcere, nella cui vita
una leggera avversione, poi la repulsione e il disgu- non esistono fatti ma dolore, dobbiamo misurare il
sto si impadronirono di me, fino a sfociare tempo con i palpiti della sofferenza, e il ricordo dei
nell‟odio, in un odio interminabile, eterno, intollera- momenti amari. Non abbiamo altro a cui pensare.
bile come la notte, che neppure la luce gelida di un La sofferenza [...] è il nostro modo d'esistere, poi-
neon riesce a scalfire. Iniziai ad adempire al mio ché è l'unico modo a nostra disposizione per diven-
impegno sempre con maggiore aggressività, sempre tare consapevoli della vita; il ricordo di quanto ab-
con più rabbia e ferocia. La distruzione prese il po- biamo sofferto nel passato ci è necessario come la
sto della tutela, la violenza prese il posto del rispet- garanzia, la testimonianza della nostra identità. Se
to, l‟odio per ciò che era per me incomprensibile mi la fame cessa di carpirci e la vita ci abbandona la
trasformò in un essere da temere e, paradossalmen- sofferenza nostra e degli altri non smette mai di in-
te, la paura si impossessò di me come il rumore lon- fliggerci i suoi colpi crudeli.
tano di passi sospetti in un corridoio troppo silenzio- Mi chiamo Paola sono alta 171cm. Mi chiamo Paola
so. e peso 37kg.
Ora non sono più un custode. Non posso più definir- Mi chiamo Paola e sto per morire.
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Parliamo di...

D
urante il corso della vita succedono che fino a quel momento sembrava così superfi-
cose che la gente nemmeno penserebbe ciale, addirittura monotona.
o potrebbe immaginare possibili e co- Ma nel frangente di questo tempo s‟impara ad
me in un incubo cambiano il corso di vite che apprezzare ed amare dapprima le cose brutte e
da reali diventano invisibili, iniziando un cam- poi le belle. Ed è per questo che bisogna sfor-
mino difficile anche da pensare. zarsi di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno
E‟ questo che succede tutti i giorni: migliaia di e mai mezzo vuoto: per riassaporare principi e
persone perdono la concreta e soffice sfida e, valori antichi ormai quasi persi e dimenticati.
senza passare dal via, si ritrovano rinchiusi in Le cose belle sono semplici e reali e tutto sta
posti vuoti e crudi dove nell‟apprezzarle, accontentandosi di essere se
con la loro forza di vo- stessi.
lontà combattono minu- W la libertà
to dopo minuto per re- Maury 79
cuperare quella libertà

G entili lettori, vorrei parlarvi della mia vita at-


traverso questo giornale.
Sono Lorenz, nato in Albania a Tirana. In questo
non bisogna usare la droga ma esistono altre cose
belle e che durano per sempre.
E' per colpa mia se ora mi trovo in condizioni nelel
momento mi trovo nella Casa Circondariale quali nessuno vorrebbe mai essere. Desidero inserir-
“Canton Mombello” a Brescia. mi in una comunità e dire per sempre NO alla droga,
Nella mia vita non ho mai combinato qualcosa di contando sulla mia volontà e sull‟amore per la mia
buono ed ho fatto soffrire le persone che amo. famiglia: soprattutto mia madre e mio padre, il quale
Sono finito dentro per spaccio: ero tossicodipenden- mi guarda dal cielo e spero sia fiero di me…
te e mi drogavo ogni giorno da quando avevo 16
anni… Ora però mi sto rendendo conto che era tutto Tanti saluti
sbagliato, un finto divertimento. Lorenz
Adesso capisco che per essere una persona felice

VERRA’ L’INVERNO Prigionieri del tempo


Il fruscio leggero delle foglie caduche,
saluta l’inverno che verrà. Che cosa di noi resterà
Quando avranno dimesso noi
Ma ancora nel sole si specchiano colori caldi, stessi
riflessi indefiniti come lame taglienti. E non penseremo ai pensieri
Che abbiamo avuto perché
Lasciano intorno pensieri di stellari lontananze, Il tempo non lo permetterà
dal mare che dinanzi a me era pieno di luna. La sola felicità sarà
Per sempre la libertà
Mentre mulinelli di vento
spezzano rami secchi alla solitudine
mi lasciano in gola tante parole che so dire, Federico P.
emozioni che non ho mai riconosciuto come tali,
perché riscoprirsi
è come sentirsi nudi al cospetto di ogniuno!

Giorgio

8 Zona 508
S i può vivere senza crescita di popo-
lazione? Forse sì, ma si deve tirare
la cinghia: pensioni da fame, dibattiti este-
nuanti sul testamento biologico…..
ti pensano ma piuttosto degli intellettuali
supponenti: quelli della crescita zero.
La logica dell’economia non s’inverte, per-
ché è fondata sulla legge naturale: o si fan-
Il problema sarà proteggere la vita anziana, no figli o si consuma di più!
con tasse alle stelle sui consumi per mante- Nel mondo occidentale abbiamo inventato il
nere decenti livelli di PIL. La popolazione consumismo come ideologia per compen-
non cresce, per cui il PIL cresce solo se la sare il crollo delle nascite: la parola
stessa popolazione aumenta i consumi; se d’ordine era godersi la vita, l’unico modello
questi non crescono non aumenta nemme- di successo nichilista. Il Papa lo spiega be-
no il PIL. E’ esattamente quello che è acca- ne nell’introduzione all’ultima enciclica so-
duto: le economie sono implose. ciale: è l’uomo che va cambiato, non gli
Ma di chi è la colpa di ciò? strumenti!
Non solo dei banchieri disonesti, come mol Federico

con l'altro, per non


arrivare mai in
ritardo sulle ultime

T
notizie? E‟ come
una gara fra mac-
chine di formula 1,
elevisione, grande invenzione, strumento anche se qui si
di manipolazione della mente delle perso- parla di redazioni
ne. Nonostante sia una semplice scatola, fatta di ve- giornalistiche.
tro e plastica, ha un potere immenso perché può en- Però a questo pun-
trare indisturbata in ogni casa e dentro ogni uomo, to mi chiedo: tutta questa gente che si dà da fare
facendo così il giro di tutto il pianeta e farsi ascolta- realizzando programmi e trasmissioni televisive, lo
re e adorare da tutti. fa per il nostro divertimento, per la nostra informa-
Io penso che per noi sarebbe un gran bel grosso gua- zione o soprattutto per le nostre tv di ultima genera-
io non averla; come potremmo mai essere altrimenti zione che con i suoi 10 milioni di colori meritano di
informati in tempo reale dei problemi, delle novità e stare accese per farsi ammirare?
dei pettegolezzi degli altri senza nemmeno scomo- Concludendo vi chiedo quante volte in un giorno
darci da una comodissima poltrona? accendiamo la Tv? Ma ditemi, quante volte la ascol-
Oggi per moltissima gente la Tv fa proprio parte tiamo? Lascio a voi il compito di scoprire se è dav-
della vita quotidiana. Semplicemente schiacciando vero così utile averne una o è soltanto comodo aver-
un piccolo tasto di start, le si dà, tra virgolette, la ne una.
vita: questo schermo fatto di vetro freddo comincia Ricordandovi però che le nostre generazioni prece-
a scaldarsi pian piano, come se prendesse a respirare denti erano comunque colte e informate senza que-
e noi siamo i protagonisti in prima persona di questo sta Tv.
grande avvenimento. Grazie di tutto,
Senza poi parlare delle migliaia di programmi che a presto.
variano a nostro piacimento; cosa dire dei Tg che si
fanno in quattro per essere lì, in concorrenza l'uno Luigi

9 Zona 508
La televisione…
questa scatola magica

S
catola magica mi sembra la maniera giusta mento rilassante, magari du-
per definire questa grande invenzione; con rante la cena. Per casalinghe, pensionati, gente che
una piccola pressione su un tasto, ecco che si sta in ospedale o che non può muoversi, o per gente
apre un mondo d‟immagini e suoni da ogni parte del come noi detenuti è una compagnia oserei dire quasi
mondo. indispensabile, perché ti aiuta a rimanere in contatto
Fino a pochi anni fa le immagini trasmesse erano con il mondo esterno; difficile immaginare una gior-
solo in bianco e nero e solo poche persone potevano nata senza la sua compagnia.
permettersi una televisione; per vedere i programmi L'unico neo a mio avviso è la pubblicità. Giusta-
la gente spesso si ritrovava nei bar. Poi è arrivato mente, su una tv commerciale è la prima fonte di
anche il colore a ravvivarla e ai giorni nostri la tele- sostentamento ed è davvero tantissima: spesso pas-
visione è in continua trasformazione, sia per quanto sano 5/6 minuti tra un primo e secondo tempo di un
riguarda le varietà di programmi e canali, sia per la film ma non è da meno neanche la tv di Stato, la
digitalizzazione del segnale per una miglior visione. Rai, che nonostante faccia pagare un canone annua-
Oltre a cambiare come contenuti, la televisione è le non è sicuramente mancante in fatto di spot pub-
mutata anche nell'aspetto: le prime erano grosse e blicitari.
pesanti, quasi dei mobili. Andando avanti il legno è Nonostante tutto, se devo trarre delle conclusioni,
stato sostituito dalla plastica e le ultime poi sono ritengo sia ai giorni nostri un apparecchio ormai
diventate ultrapiatte tanto che, oltre ad essere un indispensabile, tanto è vero che in ogni casa spesso
apparato televisivo, sembrano quasi delle opere d'ar- se ne trova più di una. La televisione ti offre compa-
te contemporanee. gnia, divertimento film e, quando sei stanco, una
Attraverso la televisione possiamo apprendere noti- leggera pressione e si ammutolisce...
zie, previsioni meteo, sapere in tempo reale di fatti Cosa si può pretendere di più!
accaduti e per ogni persona essa ha un valore diver-
so; per chi lavora e non ha molto tempo è un mo- Mauro

destinata a svanire, a subire trasformazioni nel


La bellezza della vita corso del tempo, nonostante l’assillante bombar-
damento pubblicitario delle aziende produttrici di
prodotti cosmetici, o dei continui messaggi dei
Quando sentiamo parlare della media che mirano a farci credere nell’eterna bel-
bellezza immediatamente asso- lezza o che ci propongono modelli quasi irraggiun-
ciamo tutto ciò che di bello può gibili di estetica, svuotando i nostri portafogli.
esserci: la bellezza di una donna, Purtroppo, l’accanita ricerca della bellezza este-
la bellezza di un uomo, la bellezza estetica delle tica “a tutti i costi” sfocia nel ricorso sempre più
cose, la bellezza di opere d’arte, di paesaggi … crescente alla chirurgia plastica, che a volte pro-
insomma tutto ciò che suscita ammirazione. cura benefici a chi si sottopone agli interventi
Tutto questo porta al valore estetico, ma, ahimè, a volte provoca danni irreversibili alla
all’esteriorità ma “bellezza” è intesa anche in sen- salute, fino addirittura alla morte.
so morale: la bellezza interiore, sinonimo di pu- In ogni caso, tutte le varie forme della bellezza e
rezza dell’anima. tutte le varie sfaccettature concorrono a deter-
Quante volte sentiamo esclamazioni tipo “E’ bello minare l’unica definizione, l’unica verità, ovvero
dentro”, anche se in certi casi questo rappresenta “la bellezza della vita”. Anche se si vive in condi-
un escamotage per non urtare la sensibilità di chi zioni avverse, in situazioni negative, la vita è bel-
non è dotato di particolare avvenenza. la; è il dono più prezioso che abbiamo, che rende
Sicuramente la bellezza interiore è la vera essen- tutto possibile e dovremmo sempre e comunque
za, è qualcosa che non muta, anzi, acquista un va- prenderci cura di lei, anche se tutto intorno a noi
lore sempre maggiore: è ciò che contraddistingue potrebbe indurci a disprezzarla o, peggio ancora,
la persona che la possiede. a volerla spezzare.
Al contrario, la bellezza estetica ed esteriore è Letizia

10 Zona 508
La recensione...

fine. Gravemente ferita in un attentato si vede co-


stretta a lasciare familiari ed amici e fuggire
all‟estero: così non avrebbe più rivisto il profilo
dei suoi monti alla sera, non avrebbe sentito il
canto roco dei torrenti, ne avrebbe aspirato l‟aroma
del basilico in cucina ne più udito la pioggia che
evapora sul tetto di casa.
Il personaggio che nel romanzo mi ha colpito di più
è stato quello di Irene,sempre disposta ad aiutare gli
altri per un futuro migliore e libero, schierata contro
la dittatura con grande passione civile:mi sembra
che in lei si ritrovi l‟anima dell‟autrice stessa, Isabel
Alende cilena, non estranea ad esperienze di dittatu-
...l’ultimo libro di Isabel Alende,che ho let- ra militare. Ho seguito con interesse anche lo svilup-
to,racconta di Irene e Francesco, giornalista lei, po del rapporto di amicizia in amore tra i due perso-
fotografo lui : entrambi si trovano ad essere interes- naggi principali ,la ricerca del padre allontanatosi
sati alla storia di una all‟estero quando la protagonista era ancora bambi-
ragazza che sembra fare miracoli. Scampano na, ed il fondamentale amore per la patria: con frasi
all‟eccidio compiuto dalle Forze Armate in una o- semplici, struggenti per uno come me che si è tro-
perazione di repressione degli assembramenti popo- vato nella stessa condizione di dover abbandonare la
lari, ma restano intenzionati a fare luce sulla propria terre, la tradizione, la cultura, questo nuovo
scomparsa della Santa Contadina. racconto dell‟Allende presenta ,ancora una volta, la
Tra tanti pericoli riescono a scoprire che fine ha lotta o forse meglio la resistenza di persone sempli-
fatto Evangelina la Santa, violentata, uccisa dai mi- ci, inermi contro l‟apparato militare e la classe al
litari e seppellita in una miniera abbandonata: pur- potere, prevaricanti.
troppo la denuncia dei fatti la mette nel mirino dei Redazione
militari che riescono ad essere prosciolti nel proces-
so penale e cominciano a darle una caccia senza

H
dell‟orfanotrofio visitato, scandito nel buio della
notte si riempie di persone e ricordi e via via di e-
o appena venti nuovi: ho trovato interessante la struttura sce-
finito di nografica del romanzo che di nota in nota si arric-
leggere il testo di chisce di particolari elementi determinanti
Tiziano Scarpa l‟evoluzione drammatica della coscienza di Cecilia.
„Stabat mater’; si Lo stato di privazione affettiva,la solitudine esisten-
presenta come un ziale del personaggio principale e la musica, -per
monologo di altro mezzo di qualificazione sociale delle orfa-
un‟orf ana,Ce c i li a, ne,del prete rosso e dell‟istituzione stessa
dell‟Ospedale della dell‟Ospedale -, sono i temi portanti e strutturanti
Pietà di Venezia; l‟intero racconto: La lettura è scorrevole,facile per
brandelli di coscienza la sua frammentaria forma di prese di coscienza,
come isole, grumi di avvincente per le puntuali illuminazioni di stati psi-
sentimenti, scorrono cologici o di dati di fatto; è consigliabile a chi, ri-
nel buio della notte, stretto, si trova ad apprezzare ogni forma di evasio-
nella solitudine dell‟orfanotrofio: pause sul vuoto. ne, liberazione mentale da realtà contingenti.
Destinataria di questo flusso di coscienza L‟unico appunto che azzarderei fare dal mio ristretto
l‟immaginaria in quanto assolutamente sconosciuta e personale punto di vista è il seguente: avrei gradito
“madre” di Cecilia , sempre muta, sempre assente; che alla ricchezza di connotazioni psicologiche, so-
interlocutrici del personaggio principale sono altre ciali sui personaggi corrispondessero altrettanti an-
orfane, la personificazione della morte di Cecilia notazioni strutturali sull‟essenza della musica, per
stessa - fin troppo reale nella sua puntuale, punti- altro ben colta in certi suoi aspetti
gliosa presenza al dialogo -, le suore e il vecchio, “impressionistici”,quand‟anche storicamente circo-
consunto insegnante di musica, sostituito poi dal scritta all‟opera di Antonio Vivaldi.
nuovo insegnante... rosso di capelli…Così lo spazio Redazione
11 Zona 508
Quando i bambini fanno "oh" c'è un topolino
Mentre i bambini fanno "oh" c'è un cagnolino
Se c'è una cosa che ora so'
ma che mai più io rivedrò
è un lupo nero che da un bacino (smack)
a un agnellino
i bambini sono molto indiscreti
tutti i bambini fanno "oh" ma hanno tanti segreti
dammi la mano come i poeti
perchè mi lasci solo, nei bambini vola la fantasia e an-
sai che da soli non si può, che qualche bugia
senza qualcuno, oh mamma mia, bada!
nessuno ma ogni cosa è chiara e traspa-
può diventare un uomo rente
che quando un grande piange
Per una bambola o un robot bot bot i bambini fanno "oh"
magari litigano un po' ti sei fatto la bua
ma col ditino ad alta voce, è colpa tua
almeno loro (eh)
fanno la pace Quando i bambini fanno "oh"
che meraviglia, che meraviglia!
Così ogni cosa è nuova ma che scemo vedi però,però
è una sorpresa che mi vergogno un po'
e proprio quando piove perchè non so più fare "oh"
i bambini fanno "oh" non so più andare sull'altalena
guarda la pioggia di un fil di lana non so più fare una
collana
Quando i bambini fanno "oh"
che meraviglia, che meraviglia! ....nananananananananana....
ma che scemo vedi però, però
che mi vergogno un po'
perchè non so più fare "oh" finchè i cretini fanno(eh)
e fare tutto come mi piglia, finchè i cretini fanno(ah)
perchè i bambini non hanno peli finchè i cretini fanno "boom"
ne sulla pancia tutto il resto è uguale
ne sulla lingua ma se i bambini fanno "oh"

basta la vocale
io mi vergogno un po'
ivece i grandi fanno "no"
io chiedo asilo

io chiedo asilo
come i leoni
io voglio andare
a gattoni...

e ognuno è perfetto
uguale è il colore
evviva i pazzi che hanno capito
cos'è l'amore
è tutto un fumetto di strane parole
che io non ho letto
voglio tornare a fare "oh"
voglio tornare a fare "oh"
perchè i bambini non hanno peli
ne sulla pancia
ne sulla lingua...

12 Zona 508
H
ci circonda e sappiano dare una risposta ai nostri
tanti perchè... Questa è un'amara utopia che presto,
o quarant'anni, non sono sposato e non ho con il passare degli anni, impareremo a nostre spese
figli. a bollare come falsa e non rispondente alla realtà.
È passato così tanto tempo da quando sono stato Talvolta e anche più spesso di talvolta, gli adulti
bambino che sinceramente non ricordo neanche se rimangono disorientati e smarriti davanti all'inno-
lo sono mai stato!!! cenza sconcertante di domande così semplici, eppu-
Dicono che tutti siamo passati per questo momento re così disarmanti, da non essere capaci di dare la
di felice spensieratezza e che questo sia il periodo benché minima risposta.
più importante della nostra vita, quello in cui si for- È proprio quest'innocenza e questo modo semplice e
ma il carattere e si gettano i semi perchè la pianta giocoso di interpretare il mondo che è il dono più
che diverremo da adulti cresca forte, sana, rigoglio- bello della nostra infanzia; un dono così prezioso e
sa, dritta e senza incertezze! così fugace che troppo presto perdiamo.
È il periodo in cui siamo pronti ad assorbire come le Abbandoniamo la capacità di prendere la vita come
spugne tutto quello che il mondo esterno con cui un gioco e di porci dei perchè senza preoccuparci
veniamo in contatto ci trasmette. È il periodo dei troppo che le risposte che ci sapremo dare abbiano
“perché”! Quello in cui qualsiasi stimolo ci incurio- un senso e perdano quell‟alone di magia e di fantasi-
sisce e a cui cerchiamo di dare risposte chiedendole a. Perché nella vita quello che conta non è il punto
agli adulti o, per i più intraprendenti e spregiudica- di arrivo ma quello che viviamo durante il viaggio e
ti... mettendoci sopra una mano... di persona!!! con il passare degli anni ci fissiamo sugli obiettivi
Esploratori come novelli Ulisse, siamo convinti da perdendo di vista l'importanza e la bellezza di quello
bambini, o almeno così si dice, che gli adulti sappia- che ci circonda.
no meglio di noi spiegare questo strano mondo che Alfredo

mettevamo d‟accordo su un posto vicino al paese


La mia infanzia dove recarci.

I
Nonostante ciò rischiavamo sempre d‟esser visti dai
proprietari del luogo, i quali avrebbero potuto la-
mentarsi con i nostri genitori (i quali poi ci avrebbe-
ro picchiato) o, peggio, denunciarci.
l mio racconto comincia quando avevo sette
Cercammo quindi un‟alternativa in famiglia e per
anni e vivevo in un piccolo paesino del Ma-
me fu quella di andare ad aiutare mio padre nel la-
rocco.
voro in campagna.
Lì iniziai la scuola, accompagnato da mio padre e
Anche a scuola ci punivano per piccoli sbagli.
subito conobbi nuovi amici con i quali andavo a
Io ho fatto i primi tre anni e poi non sono più anda-
giocare a pallone.
to…
Laggiù però (che non è come in Italia!) non aveva-
mo nemmeno il campo dove poter giocare e così ci
Cherki

FESTIVITA’
ALLA RYCURCA TUL PROPRYO YO…NULLU VUSQYVYQA’ NAQALYZYU POSSYAMO TYRU CXU U’ PYR’ VACYLU QROVARLO. SAY, WLY ARWRRY, Y
RICORDI, GLI SCAMBI DI STRETTE DI MANO. DOVE SONO IO GLI AUGURI NON SONO BEN GRADITI, DICONO CHE PORTANO MALE.
I RICORDI SONO TANTI: A VOLTE FELICI, A VOLTE MELANCONICI CON LE LACRIME IN VISO.
Y RYCORTY SONO RNO SPACCAQO TY VYQA VURA: LA NUVU, LU LRCY, Y RUWALY, Y PARUNQY, Y VYCYNY, LA BONQA’ SPUSSO VYNQA TULLU PURSO-
NU, Y MYUY CAWNOLYNY…LA MYA VYQA.
YL PROBLUMA U’ QRANTO RYUNQRY NUL SOLYQO QRAM QRAM, QRANTO RYCASCXY NUL BARAQRO CXYAMAQO CARCURU; Y RYCORTY SVANYSCO-
NO YN RNO SCXYOCCO TY TYQA. …C’U’ POCO TA TYRU, PUR VORQRNA CXU C’U’ YL WYORNALYNO, LA MUSSA, YL CONVORQO TY ALQRY
CARCURAQY…QRUSQO MOMUNQO TY VYQA MYA RUALU.
Herman & Jonny

13 Zona 508
S ono nato a maggio dell‟anno 1981, in una
piccola città ai piedi delle montagne in Romania.
La mia famiglia era composta da mia madre
(maestra d’asilo nella nostra città), mio padre
(operaio), mia sorella (più grande di me di quattro
anni), alcuni altri parenti e mia nonna. Quest‟ultima
è stata la persona che ha badato a me più di tutti gli
altri.

A quasi tre anni di età ho cominciato ad andare


all‟asilo. Ricordo che i primi giorni furono tristi per-
ché, nonostante la presenza di mia madre, soffrivo
l‟assenza della nonna… Tuttavia nel giro di poco un passo molto atteso da tutti noi in famiglia. Lì le
tempo le nuove amicizie degli altri bambini ed i gio- cose si fecero più serie perché stavo diventando,
chi catturarono tutta la mia attenzione! senza rendermene conto, un adolescente.

Le vacanze le passavo nella mia città, solo poche Ripensandoci, l‟infanzia è la parte più bella
volte andavamo al mare… Però non mi dispiaceva dell‟esistenza di qualsiasi essere umano (anche se
perché rimanevo con i miei cugini i quali invece non non a tutti offre bei ricordi), perché rappresenta
ebbero mai questa opportunità. l‟innocenza, ed è la parte più sacra della nostra vita.

Dopo la scuola d‟infanzia arrivò l‟ingresso a scuola, Costantin

D
crei una condizione psicologica che limita le
loro emozioni quando le stesse sensazioni
opo la nascita di ogni essere umano provate si fanno risentire.
si passa questa prima fase della vita È il passaggio della crescita dell'uomo più
determinante per ognuno. In questo periodo importante e significativo ed è quindi indi-
ogni cosa che si vede e che si sente s'impara, spensabile tutelare l'infanzia di ogni bambino
ma anche il carattere e il comportamento vie- per permettergli un percorso di vita sereno. Il
ne in parte condizionato dalla realtà che si rispettare l'essere bambini vuol dire anche
vive. educare i piccoli per inserirli nel mondo in
Per esempio, i bambini imparano per prima modo adeguato, lasciare che vivano questo
cosa a chiamare la mamma e il papà, oppure periodo come è naturale che sia, lasciarli gio-
la pappa perchè sono elementi fondamentali care e imparare a giocare con loro.
nel loro percorso e sono strettamente legate Ma una parte che non deve mai mancare è
alle loro abitudini ed ai loro punti di riferi- l'ascolto, perchè tante volte crediamo siano
mento. semplici frasi da bambini e invece vogliono
È un dato di fatto che se i dirci quello che provano e che desiderano
bambini subiscono situa- veramente, col loro linguaggio e soprattutto
zioni destabilizzanti pro- dal loro mondo che per noi grandi ormai è
gressive, nel corso del lontano.
tempo è molto probabile
che portino dentro questo Gio
disagio per molto e che si

14 Zona 508
Infanzie infelici...
V
oglio parlare dell‟infanzia di un mio colpi … Sparatorie con cannonate, squarci di rossa
amico, di gran lunga peggiore della mia. luce. Prima l‟alone d‟incendi lontani ma poi, proprio
Non dico che la mia infanzia sia stata sotto il ripido pendio del monte, le case in una sfera
più bella ma il mio amico ha vissuto la di scintille hanno preso a bruciare. Il pericolo era
sua in tempo di guerra ed ho sentito che ad altri è diventato troppo grande, incombente, con le urla dei
andata peggio di quanto potessi ritenere il pessimo. serbi incalzanti dal basso. Sono allora penetrati sem-
Giocane aveva dieci anni quando le forze armate pre di più nel bosco, nella notte, troppo lunga, trop-
serbe hanno cominciato ad ammazzare in massa le po scura. Non sapevano più dove erano, dove stava-
popolazioni kossovare: chiuse le scuole, la gente no andando nel silenzio, nel freddo, tenendo per
fuggiva sulle montagne per nascondersi e tener mano i più piccoli per non farli allontanare, cercan-
sotto‟occhio le mosse dell‟orda assassina. Mancava do per quanto possibile di andar via da tutto. Cam-
il cibo, le erbe e le bestie selvatiche ben presto si minarono per tutta la notte, incoscienti per la cieca,
dissolsero. Mancavano i primi soccorsi, le coperte; bruta stanchezza fino ai primi chiarori dell‟alba,
mancava tutto. Poco cibo e poche anche le medicine fino allo stemperarsi della luce nell‟attesa e
che l‟esercito dell‟UCK sapeva procurare data nell‟implorazione di uno sguardo del sole. Fino allo
l‟onnipotenza e strapotenza dei militari delle bande sbucare, al limite del bosco, di fronte ad un paese di
serbe. contadini, completamente distrutto: il primo, forse,
In montagna faceva freddo, continuamente molto dei fuochi notturni. Vittime dappertutto. Morti in-
freddo. Pioveva anche spesso, troppo spesso, senza sanguinati, cadaveri mutilati…e loro salvi per mira-
mai potersi asciugare. colo, per il percorso nel fondo della notte nella nera
Una notte un gruppo di centocinquanta persone, boscaglia: la spinta per sopravvivere come un filo
tutte donne e bambini, erano insieme per la tanta, spinato li ha sorretti lungo il bordo dell‟inumano.
assillante paura senza poter decidere quale fosse il Una notte, un bambino, tanti bambini nell‟infanzia
meglio da farsi o non farsi, nel buio, nell‟umida inerme.
nebbia della boscaglia. In piedi, immobili, hanno Grazie
all‟improvviso sentito un lontano rumore, un tempo-
rale forse… ma troppo secchi e incessanti erano i Lorenz

compagna (che gestiva una ditta a Bucarest), si è


...e piccole speranze cominciato a raccogliere fondi, materiali vari e ve-
stiti, inviandoli a destinazione tramite i contatti in-

L eggendo le continue brutte notizie dei quotidia-


ni riguardanti abusi e maltrattamenti sui bambini ho
stauratisi tra le due comunità.
Passo dopo passo la struttura ha cominciato a espan-
dersi, sino al momento in cui sono giunti i piccoli
pensato di scrivere qualcosa sulle esperienze positi- ospiti … La felicità per loro è costituita da cose che
ve che ho vissuto negli anni scorsi, aiutando la mia noi ormai diamo per scontate e superate: un letto
compagna la quale era impegnata in un‟attività di caldo e pulito, servizi igienici decenti e moderni,
volontariato tra l‟Italia (più precisamente Belluno, alloggi confortevoli ed accoglienti.
dove vivevamo) e la Romania. Dopo di che è iniziato un più continuo scambio di
Bisogna sapere che, tra la fine dell‟Ottocento ed i visite tra i bambini di entrambi i paesi, appoggian-
primi del Novecento, dalla città veneta partivano dosi presso famiglie del luogo: in un caso si è giunti
emigranti per andare a lavorare nelle miniere rome- addirittura ad un‟adozione da parte di una famiglia
ne di Petrosciani e negli anni successivi tra i due Bellunese, mentre in un altro episodio si è riusciti a
paesi è nato un gemellaggio. far operare una bambina di 5 anni, salvandole la
Ora che le posizioni migratorie si sono invertite, vista.
Belluno ha deciso di aiutare Petrosciani a costruire Concludendo, se penso a tutto questo, ritengo che
un nuovo asilo il cui scopo fosse aiutare tanti bam- alle bruttezze quotidiane della vita ognuno di noi
bini a sopravvivere meglio ai disagi che la crisi possa dare un‟importante risposta con azioni, che
(dovuta al crollo dell’assistenzialismo statale) del seppur semplici sono capaci di dare un sorriso a pic-
dopo Ceausescu aveva creato ed amplificato. coli bambini senza speranze.
E' stato così che, grazie all‟interessamento della mia Piero

15 Zona 508
Ricordi passati una mamma, anzi meglio!!). Dopo aver finito di
mangiare e aver fatto due parole con la nonna sulla
giornata scolastica…via! "Ciao nonna vado nei
campi ci vediamo dopo per la merenda". Ricordia-

C iao, siamo i ragazzi della cella 48 NORD, Ric-


cardo e Emiliano.
mo bene certe affermazioni della nonna, come ad
esempio:"ciao, va mio a fà la pés!!...”
…bella storia, basta essere rinchiusi; via nei campi,
Abbiamo iniziato a partecipare all'attività del gior- nei fiumi, sugli alberi a fantasticare... idee, inven-
nalino e dialogando tra di noi abbiamo scoperto di zioni, a raccogliere bastoni per costruire qualcosa
avere hobby e svaghi in comune, vissuti e accresciu- che useremmo a giocare, cacciare, lanciare rompere
ti proprio nella nostra infanzia. di tutto e di più...
Fin dalla tenera età c'era un attaccamento particolare La nostra infanzia è un momento della nostra vita
al mondo della natura: merito dei nostri padri, anche indimenticabile e ancor di più ci ha aiutati nell'ado-
loro cresciuti nelle favolose campagne bresciane lescenza e più che mai adesso, ormai adulti. Anche
ricche di fiumi e distese di campi che ci permetteva- in questo momento di mancata libertà i ricordi di
no giochi ineguagliabili a qualsiasi altro tipo di gio- quei momenti cancellano tutto.
co contemporaneo. Siamo convinti che l'infanzia sia alla base del carat-
La nostra giornata iniziava con la sveglia del matti- tere e del rispetto che tuttora abbiamo, nonostante
no: "uffa! Che noia la scuola!!!!". Ma dopo una ric- gli errori commessi.. non sarà forse che abbiamo
ca colazione con caffèlatte e biscotti o pane, il pen- ancora un po‟ di infanzia dentro di noi?!?! Comun-
siero della scuola era già dimenticato; ritrovo con que sia, se un domani dovessimo avere dei figli, li
gli amici della stessa "batteria" e via a scuola, senza cresceremmo come siamo stati cresciuti noi, non
però farsi mancare la tappa dalla fornaia per il pani- perché crediamo sia stata la migliore educazione ma
no della ricreazione. E via con l'inizio dei giochi perché ne siamo fieri. Ancora adesso, parlando
fino al suono della campanella alle 8.30...Da quel dell'infanzia è stato possibile far riaffiorare momenti
suono... solo Impegno.... di grande gioia che abbiamo potuto condividere con
Ore 12.30, fine della scuola:" Oléééééééé!!!!". Nel voi e perciò ringraziamo le operatrici del giornalino
ritorno verso casa si fanno gli accordi per il pome- e tutto lo staff.
riggio. Arrivati, pranzo veloce dalla nonna
(bellissima, bravissima e premurosa, per noi come un grosso abbraccio da Riccardo ed Emiliano

COME SEMPRE
LIBERTA’
Cammino nel silenzio del mattino,
nell’immensa luce senza confine del cielo,
Il mio sogno non è
come sempre svogliato e fuso.
Nel contare le stagioni
E neppure Ripercorro gli abissi del tempo,
Nell’albero di Natale, ed emergono impetuose ondate di avversione,
Ma essere rammarico e malessere come secchiate di merda…
E rimanere liberi.
La vita s’aggrappa com’edera nuova
ed io ne tremo, la guardo e non capisco…
So che non c’è magia: E' vero che la sofferenza tempra,
E’ questa la realtà. ma la cosa assurda è non sapere cosa si vuole da se
stessi.
Sembrano indispensabili
Quante volte si muore dentro e ci si spegne,
Questi nostri desideri rabbrividendo nella lotta impotente
Ma una cosa è certa: contro la realtà del nulla,
La nostra libertà ci spetta. che sarà nel tempo senza dimensione!

Federico
Giorgio
16 Zona 508
C
iao, mi chiamo Riccardo, faccio parte marrone mi parlasse e così trovai il coraggio: mi
della compagnia di zona508. In questo alzai e avvicinandomi al suo volto gli chiesi “Fabio,
periodo stiamo trattando il tema cos‟hai?”. Lui mi guarda e sorride, allora mi avvici-
dell‟infanzia. Le ragazze ci hanno chiesto no di più e gli chiedo “Fabio, dimmi, cos‟hai?”. Lui
di descrivere una propria esperienza ed io ho scelto mi guarda, non dice niente, ma allunga le mani ver-
di raccontare un periodo passato alla scuola. so le mie, le prende e le indirizza verso la sua borsa
Frequentavo la seconda elementare, era il giorno di per lui troppo lontana. Capisco che vuole qualcosa
Carnevale ed eravamo in vacanza. In paese c‟era la che c‟è nella borsa, infilo le mani e tiro fuori le cose
sfilata dei carri e durante la festa ci fu un incidente. che ci sono dentro e le appoggio sul banco. Tutti mi
I carri avevano da poco iniziato a sfilare tutti insie- guardano, compresa la maestra e Fabio. Lui attento
me e noi bambini li affiancavamo con le nostre bici- guarda le cose, aspetta che io finisca e contento pun-
clette quando due bambini si toccarono con il manu- ta il dito verso le brioche. Io gliene do una ma lui
brio ed uno di loro, Fabio, cadde. Il carro guidato da non riesce ad aprirla allora io l‟apro e gliela do ma
un animatore, non accortosi dell‟incidente per il fra- lui mi guarda attento e ne segna un‟altra. Io in quel
stuono della festa alla quale si aggiungevano le momento penso che abbia fame allora ne prendo
campane, continuò la sua corsa, per fortuna a velo- un‟altra la apro e gliela do ma invece no, sempre
cità moderata. Fabio a terra fu investito dalla carata con un verso Fabio mi ferma: ne prende una e se la
tirata dal trattore. La festa fu fermata e subito si co- porta alla bocca ma con l‟altra mano prende la se-
statò la gravità della situazione di Fabio sdraiato a conda e la porta verso la mia bocca facendomi capi-
terra in una pozza di sangue: fu subito dramma. Tut- re di mangiarla. In quel momento mi è venuto il ma-
ti erano stupiti della disgrazia, ma non si poteva fare gone…a me e a tutti in classe. Abbiamo mangiato le
altro che aspettare l‟arrivo dell‟ambulanza. Fu terri- brioche anche se fuori orario. Da quel momento le
bile ed i giorni successivi portarono ancora più
sconforto. Fabio era in pericolo di vita. Passava il
tempo, giorni, settimane e mesi e Fabio fu sotto-
posto a diverse operazioni. E finalmente non era
più in pericolo di vita ma il dramma restava: il Ciao Fabio, con
piccolo Fabietto si trovava su una sedia a rotelle e
non era più in grado di svolgere una vita normale affetto il tuo a-
anche perché, oltre alle difficoltà nel muoversi,
aveva subito un‟operazione al cervello e non riu-
sciva più a parlare.
mico Riccardo
Dopo più di un anno i suoi genitori e i dottori de-
cisero di reinserirlo nella società, cosa molto im-
portante per lui. Una bella mattina la maestra ci
mette al corrente della situazione e noi attendia-
mo in trepidazione: Fabio entra in classe, nella 3E
delle elementari di Fornaci. Non ci riconosce e
l‟impatto per noi è duro e difficile. Niente…la
maestra lo mette in fianco a me, tra il mio banco e
quello di un mio compagno.
Sembra andare tutto bene; ricordo che un giorno a
ricreazione io e dei miei amici avevamo deciso di
stare insieme a Fabio. Avevamo appena iniziato e cose con Fabio cambiarono, ci capivamo a gesti. In
ogni tanto lui mi sorrideva. seguito passammo tanto tempo insieme, a volte la
Tornati in classe ricordo che eravamo attenti a quel- domenica andavo a trovarlo. Mi faceva piacere:
lo che stava spiegando la maestra quando, tutto a un sembrava che anche se non riusciva a dirlo sapesse
tratto ecco un “urlo”: secco, acuto…era Fabio… che eravamo già stati amici.
Per me questa è stata una forte esperienza che mi ha
sembrava volesse interrompere la lezione e attirare toccato tanto. Purtroppo Fabio se n‟è andato durante
l‟attenzione. Ce l‟aveva fatta e tutti ci girammo a l‟ennesima operazione subita ma a me è sempre ri-
guardarlo e lui era subito tornato serio. La maestra masto nel cuore e quando vado al cimitero passo
si avvicina con cautela e gli chiede “Fabio che sempre a salutarlo.
cos‟hai?” ma lui la guarda, prova ma non riesce a Oltre alle parole nelle persone c‟è ben altro che nes-
farsi capire…per circa 5 minuti Fabio continua a suno sa ma esiste e si può percepire, è in ognuno di
fare versi ma nessuno riesce a capire. Io lo guardo noi, anche nei carcerati: si chiama amore.
bene negli occhi, sembrava che con quei due occhini Riccardo
17 Zona 508
L
ciapiede e quando chiedevo a mio papà cosa stesse-
ro facendo, mi diceva che avevano il diabete. Ho
a mia infanzia la ricordo come un bel film sempre pensato che doveva esserci un sacco di gen-
d‟avventura, dai ritmi frenetici e dalle lun- te con il diabete nel mio quartiere. Più tardi ci sarei
ghe risate. Conservo ancora molti ricordi e quando stato io su quel marciapiede, ma questo ancora non
ero in libertà e andavo nei luoghi in cui si era soliti potevo saperlo.
passare le giornate, mi veniva da sorridere e al tem- Noi bambini giravamo sempre in gruppo. C‟era mia
po stesso, un magone risaliva per la gola, testimone sorella, di quattro anni più vecchia, le sue amiche e i
del tempo passato e di tutto ciò che è cambiato. mie amici. Eravamo un bel gruppo e per passare il
Da piccolo abitavo in una zona periferica della città, tempo, ci inventavamo un sacco di cose. C‟erano i
soprannominata il Bronx per via dei numerosi delin- vicini stronzi, e quelli li facevamo disperare. Ce
quenti che ci abitavano. Era un quartiere popolare in n‟era uno che odiava sentire gli schiamazzi e usciva
continuo fermento. A dire il vero ci abito ancora in sempre ad urlarci di andare a casa. Scattava subito
quella zona ma ora non posso uscire di casa. Giusto la ritorsione: gli suonavamo il campanello e scappa-
per mandare avanti il buon nome del quartiere. vamo. Quello stava fuori finché non ci trovava. Noi
C‟erano un sacco di bambini e si stava molto tempo stavamo nascosti nel buio del prato, e lo vedevamo
andar su e giù per la via illuminata. Lui non ci pote-
va vedere. Non si rassegnava, cazzo. A volte stava
fuori anche un ora, fermo a guardarsi intorno e do-
vevamo fare i numeri per tornare a casa senza passa-
re di lì.
Vicino al villaggio c‟era un grande campo. Adesso
ci hanno costruito, ma allora passavamo là le nostre
giornate. Una volta ero con mia sorella e una nostra
amica e saltavo i bordi dello stagno. Ho continuato a
saltarli finché a un certo punto non ci son finito den-
tro. Era bassa l‟acqua, ma tutta melmosa e piena di
quei fottuti girini. Mia sorella aveva schifo a tirarmi
su da quel cesso. Diceva che ormai ero infetto e che
non voleva contagiarsi. Stronza.
A casa c‟era mia nonna. Mia nonna odiava i vestiti
in giro. Allora non c‟erano i computer e la sala gio- sporchi. Per lei ero sempre sporco e spettinato, an-
chi era troppo lontana da casa mia e i miei non mi che quando ero pulito. Ma quel giorno ero veramen-
lasciavano andare. Così le giornate le passavamo nei te sporco. Ero tutto verde e quando mi ha visto ha
campi dietro i palazzoni grigi scrostati con il tetto iniziato ad imprecare. Adesso ero io che scappavo
rosso di plastica. Sembravano fatte con i lego quelle dal battipanni. Quando son tornato a casa, mi ha
case. Nonostante l‟alto tasso di criminalità del quar- buttato nella vasca aprendo il getto di acqua fredda.
tiere, i miei genitori erano piuttosto tranquilli e mi Non ho più saltato su quei cazzo di bordi.
lasciavano stare fuori anche la sera in estate, purché Ci ho passato gran parte della mia infanzia in quel
non mi allontanassi troppo. Nel quartiere nessuno campo. Era un punto di ritrovo, lontano da tutto e da
toccava i bambini. Ricordo che di giorno c‟era sem- tutti. Nessuno ci entrava a parte noi. Il mondo era
pre qualche mamma che correva dietro al figlio con nostro, nessuno ci seguiva, nessuno ci impediva di
il battipanni e poi si fermava con la mano sul fianco, fare, di uscire, di girare.
guardandolo allontanarsi. Ricordo che i ragazzini Passano gli anni e, puntuali, arrivano le ruspe e tutto
più grandi facevano sempre le gare con i motorini il resto. Il campo diventa ben presto un cantiere e
truccati e qualcuno usciva sempre per sgridarli. Poi spuntano case come funghi.
c‟erano i carabinieri, che a una certa ora passavano Le cose, poi, hanno preso una brutta piega, ma que-
e tutti i gruppetti si dileguavano con un passaparola sta è un‟altra storia. Della mia infanzia non rimpian-
che allora non capivo. La sera giocavamo spesso a go niente e quando vedo qualche ragazzino girare
“guardie e ladri” con le nostre pistole ad aria com- per il quartiere, penso a come eravamo fortunati noi
pressa e quando passava l‟alfettone, ci sgridavano ad avere vissuto i primi anni novanta. Un giorno lo
sempre perché eravamo ancora in giro. Era un po‟ il racconterò.
“coprifuoco” l‟ora dell‟alfettone. Michele
Succedeva spesso di vedere gente bucarsi sul mar-
18 Zona 508
Con il cuore dietro le sbarre…
BAMBINI

Osservo sempre i tanti (troppi) bambini che vanno a trovare la loro madre in carcere: sovente irrequieti nel-
le lunghe attese “fuori”, mi aspetto di vederli affettuosi e felici tra le braccia della loro mamma “dentro”.
Osservo sempre le mamme “dentro” quando arrivano i loro bambini: mi aspetto sempre che li tengano
stretti a sé e che si parlino con complicità e dolcezza, per tutto il tempo del colloquio.
Ma a volte non è così…
Alcuni bambini, infatti, giocano, corrono, socializzano con altri bambini, ma non stanno vicino alla loro
mamma, forse troppo intenta a parlare di sé e della loro vita carceraria con l’adulto che ha accompagnato il
loro figlio. In questi casi mi chiedo: è l’arresto che allontana emotivamente madre e figlio od esso semplice-
mente aggrava un rapporto già logoro?
Non ho risposte ma ogni volta ne rimango colpita ed addolorata e voglio rivolgere un piccolo appello alle
mamme “dentro”.
Mamme, non perdetevi nemmeno un minuto delle pochissime ore
in cui potete vedere i vostri figli! Lasciate a loro ed a voi stesse dei
ricordi, nel corpo e nell'anima, che possano consolarli e consolarvi
nei momenti in cui sarete lontani. Fate in modo che capiscano i
vostri errori e sappiano perdonarveli, perché “dentro” o “fuori” es-
sere genitore è già di per sé il più difficile dei “mestieri”.
Marina

D
icono che sia il più bel periodo della nostra vissuto.
vita. L‟infanzia dove a volte
Il primo giorno di asilo fu la paura ti dimentichi di essere
dell‟incontro con nuovi compagni, per cui piccolo e incompreso,
questo periodo per me non è stato non bellissimo, bensì dove sei tremendamen-
orrendo: si dormiva sempre, pochi giochi oltre al solito te voglioso di essere
“giro giro tondo”. Il mio ricordo è dunque una schifezza. grande subito.
Le marachelle invece erano e sono tuttora la mia speciali- L‟infanzia vissuta nel
tà; vuoi mettere poi le bugie… periodo di guerra, con
L‟infanzia ha i suoi alti e bassi. morte, con sangue, con
I Natali dell‟infanzia, cosi felici e spensierati, con odio.
l‟albero ricolmo di luci, di stelle di dolci che io da vero La terra assai grande, e
golosone scippavo furtivamente… noi così piccoli, vivia-
L‟infanzia dovrebbe essere di tutti, libera da tutto e felice mo questo periodo in
per tutti. L‟infanzia delle torte della nonna, delle mancet- malo modo.
te, povere ma puntuali. Personalmente ritengo la figura Viva l‟infanzia, viva le
della nonna come la parte della mia infanzia pura e reale. emozioni che l‟infanzia
Mi ha stupito, su tutto la gelosia che un bambino porta distribuisce nel mondo
dentro di sé e che non svelerà mai ai grandi, troppo im- dei grandi.
portanti per i piccoli. L‟infanzia della spensieratezza, E che rende l‟infanzia un sogno.
della cortesia, dei lecchinismo verso gli adulti per ottene- Ermanno
re il dovuto a causa di un‟infanzia povera che anch‟io ho

19 Zona 508
Credo che si possa avere la fortuna di incontrare l’amore più volte nella vita,
Riflessioni proprio per la sua intrinseca natura camaleontica.Esso non ha uno stato né
un modo d’agire uguale per tutti…

sull’amore Ma quando incontri quello vero, allora si che te ne accorgi!


La forma, i modi, gli aspetti… Tutto svanisce, tutto risboccia…

Vittorio

Quando il pregiudizio è
duro a morire

N elle settimane scor-


se mi sono soffer-
mato su alcuni quotidiani a leg-
gere gli articoli sui bambini rom
bruciati nella loro baracca a Ro-
ma. Mi è parso molto evidente il
pietismo generale, che getta
colpe a chi avrebbe dovuto
provvedere a dar loro casa, la-
voro ed istruzione.
Quando mai Sindaci, personalità illustri ed il nostro Presidente sono andati in un campo no-
madi?
Voglio raccontarvi un fatto accaduto tra le mura di casa mia, presenti la mia compagna e mia
madre. Si avvicinarono al nostro giardino, mentre stavamo facendo una grigliata all’aperto,
due ragazzini rom che chiedevano l’elemosina. La mia compagna gli offrì subito dei panini im-
bottiti mentre mia mamma mise mano al borsellino donandogli qualche spicciolo.
Io mi fermai a parlare con loro, chiedendogli che cosa facessero in giro così piccoli, quanti
anni avessero e se gli sarebbe piaciuto avere una casa. La loro risposta sorprese non poco noi
tre…quasi a gelare il nostro dialogo!! Risposero con il sorriso: “noi siamo in un campo, andiamo
dove possiamo e non abbiamo niente di sicuro. Noi siamo liberi come gli uccellini in cielo, voi
invece siete prigionieri dietro a cancelli e finestre.” Mi sono guardato attorno: era vero! La
nostra casa di colpo era come una prigione, ferro all’entrata, grate in ferro alle finestre.
Poi però ho pensato che la nostra casa è diventata così perché c’è tanta gente che ruba.
Riflettemmo noi tre insieme e venne spontaneo dire: quanto ci piacerebbe lasciare ogni paura
e tenere porte e finestre aperte, ma non possiamo!
Poiva54

20 Zona 508
Svelarsi
Vorrei dirti profonde frasi d'amore ma non oso
per timore che tu rida.
Ecco perchè mi burlo di me stesso e del mio segreto.
Derido il mio dolore per paura che tu faccia lo stesso.

Vorrei dirti le parole più vere ma non riesco


per paura che tu rida di me.
Ecco perchè mento, dicendo il contrario di quello che penso.
Rendo assurdo il mio dolore, per paura che tu faccia lo stesso.

Vorrei usare pensieri preziosi, che ho riservato per te ma non ne ho il coraggio


temo che non si comprenda il loro valore.
Ecco perchè ti parlo con durezza e vanto la mia forza brutale, istintiva.
Ti faccio del male, per paura che tu non conosca mai cosa sia il soffrire.

Vorrei sedermi vicino a te in silenzio ma non ne ho la forza


temo che il mio cuore mi salga alle labbra.
Ecco perchè parlo da solo, stupidamente, e nascondo le mie emozioni dentro la solitudine.
Tratto crudelmente il mio dolore, per paura che tu faccia lo stesso.

Desidero allontanarmi da te, per paura che ti si riveli fino in fondo la mia viltà.
Ecco perchè tengo alta la mia testa con aria indifferente, quando vengo alla tua presenza.
Gli sguardi intensi dei tuoi occhi, mantengono vivo il mio dolore per sempre!

Giorgio
POMERIGGIO D’INVERNO
La luce obliqua,
nei pomeriggi d’inverno
da sera gira a mane:
QUANDO NON DORMI
grave melodia di colonne
Nel silenzio s’ode in veglia perenne
nella cattedrale sul Reno.
Urlo che stringe
Miele procura.
Con decrescenti palpiti si stinge
Ferita celeste,
Il ricordo di colpo giovanile
senza taglio o fessura:
appeso ad una cinghia
balsamo lo scarto interiore,
Tutto ritorna:
senso, con lo sgorgar di fonte, dona.
tinge il suono di una giga crudele
Non dà lezione,
Movenze vane:
ogni suggello porta esclusione.
nel tondo della cinta
Quando scende, s’apre lo spazio
abbassa l’avversario la celata
all’ascolto
come nube sul viso l’oscura
trattiene l’ombra il respiro:
Quando occhi chiusi sfiora la luna
quando scompare, distanza prende
il sonno la trasporta più a fondo,
come sguardo di morti.
candida,
Ettore in “Surgenti Agricolae”
fino a sfuggir la morte
Ettore

21 Zona 508
tura che vigeva, lo costringe, in un clima per lui
insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.
Prosegue gli studi ad Ivrea e viene ordinato sacer-
dote il 1 luglio 1959.
Un anno dopo viene nominato cappellano alla nave
scuola della Garaventa, noto riformatorio per mino-

S
ri: in questa esperienza cerca di introdurre una im-
postazione educativa diversa, dove fiducia e libertà
tentavano di prendere il posto di metodi unicamente
abato 11 dicembre, Don Andrea Gallo ha repressivi; i ragazzi parlavano con entusiasmo di
fatto il botto a Verziano! questo prete che permetteva loro di uscire, poter
Non credo ci sia espressione migliore per descrivere andare al cinema e vivere momenti comuni di picco-
un uomo come lui, una “bomba di pace”. la autogestione, lontani dall'unico concetto fino al-
Don Gallo, fondatore della comunità di San Bene- lora costruito, cioè quello dell'espiazione della pe-
detto al Porto di Genova, è arrivato all’istituto pro- na.
prio come lo si vede nei video in cui parla, manife- Viene inviato a Capraia e nominato cappellano del
sta o espone le sue idee: cappellino, cappotto, sciar- carcere: due mesi dopo viene destinato in qualità di
pa e un bel sigaro in bocca. vice parroco alla chiesa del Carmine dove rimarrà
La sua presenza ha reso possibile il creare un mo- fino al 1970, anno in cui verrà "trasferito" per ordi-
mento all‟interno della cappella del carcere di Ver- ne del Cardinale Siri.
ziano dove han potuto partecipare, insieme, uomini La predicazione di Andrea irritava una parte di fe-
e donne detenute e questo non avviene certo tutti i deli e preoccupava i teologi della Curia, a comin-
giorni. ciare dallo stesso Cardinale perché, si diceva, i suoi
Don Gallo ha parlato per ben due ore, camminando contenuti "non erano religiosi ma politici, non cri-
avanti e indietro in mezzo ai detenuti, raccontando i stiani ma comunisti".
suoi aneddoti allegri insieme alla sua ricca storia da Un'aggravante, per la Curia è che Andrea non si
partigiano in gioventù. limita a predicare dal pulpito, ma pretende di prati-
In mezzo a tutti i suoi racconti però erano chiare e care ciò che dice e invita i fedeli a fare altrettanto:
presenti vere “perle” di saggezza: “Ogni uno di noi la parrocchia diventa un punto di aggregazione di
è responsabile della propria coscienza e la coscienza giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di
è unica e personale, noi tutti siamo unici”, amicizia e solidarietà per i più poveri, per gli emar-
e poi “perché voi, detenuti, venite considerati come ginati che trovano un fondamentale punto di ascol-
la feccia della società????è necessario liberarsi dalla to.
necessità del carcere, il carcere non è solo una istitu- Don gallo è per definizione un “prete scomodo” e
zione così detta che reprime la devianza: il carcere è così deve lasciare materialmente la parrocchia ma
una malattia sociale, è il carcere stesso che è devian- ciò non significa per lui abbandonare l'impegno che
za, è così quindi che il carcere deve essere responsa- ha provocato l'atteggiamento repressivo nei suoi
bilità di tutti”. confronti: i suoi ultimi incontri con la popolazione,
Don Andrea Gallo è stato molto chiaro nel suo pen- scesa in piazza per esprimergli solidarietà, sono
siero, non è la punizione che rende migliore una una decisa riaffermazione di fedeltà ai suoi ideali
persona, è l‟educazione, la rieducazione in questo ed alla sua battaglia: "La cosa più importante –
caso ed è su questo che è necessario investire, è su diceva - che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è
questo che il carcere e tutto il suo personale deve che si continui ad agire perché i poveri contino,
lavorare meglio che può, garantendo così il rispetto abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non
dei diritti dell‟uomo. conta mai, quella che si può bistrattare e non ascol-
tare mai. Ecco, per questo dobbiamo continuare a
CHI è DON GALLO? lavorare!"
Qualche tempo dopo, viene accolto dal parroco di
Andrea nasce a Genova il 18 Luglio 1928 e viene S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad
immediatamente richiamato, fin dall'adolescenza, un piccolo gruppo nasce la comunità di base, la
da Don Bosco e dalla sua dedizione a vivere a tem- Comunità di S. Benedetto al Porto: un progetto di
po pieno "con" gli ultimi, i poveri , gli emarginati, crescita che non è stato improvvisato; esso nasce da
per sviluppare un metodo educativo che ritroveremo una lunga esperienza con il mondo della devianza e
simile all'esperienza di Don Milani, lontano da ogni dell'emarginazione.
forma di coercizione.
Nel 1953 chiede di partire per le missioni e viene Laura
mandato in Brasile a San Paulo dove però la ditta-
22 Zona 508
Liberi pensieri

Oscar Wilde diceva:

“potrei rinunciare a tutto tranne al superfluo...”

...e quando ero un giovane “virgulto” pensavo permette di evadere e di essere lontano anche se il
anch'io che questa visione consumistica e materiali- tuo corpo non si muove. Ho raggiunto così la sicu-
sta del mondo e della vita fosse quella che meglio rezza che queste cose sono quelle che ti permettono
rispecchiasse il mio modo di pensare. Poi sono pas- di essere uomo e di superare anche le prove più dif-
sati gli anni e con il loro trascorrere sono successe ficili, quelle che ti fanno maturare e ti migliorano!
tante cose; mi sono trovato a vivere tante situazioni Gli oggetti materiali alla fine sono strumenti che ti
difficili e sono venuto in contatto con realtà diverse permettono di vivere una vita più agevole e comoda,
dalla mia... e ho cominciato a riflettere!!! E a cam- ma per questo distraggono la nostra attenzione da
biare opinione!!! quello che è il punto focale di un'esistenza degna di
Ho imparato che niente è importante, nessun ogget- essere vissuta... perchè fondamentale nella vita è la
to indispensabile e quello che conta veramente nella realizzazione di se stesso e questa cosa non si ottie-
vita sono solo due cose! ne affezionandosi agli oggetti materiali, ma adope-
Gli affetti delle persone care che conservi nel tuo randoli come strumenti. Non ci sono cose fisiche
cuore, che ti danno lo stimolo a migliorare e che alle quali non rinuncerei o che non cambierei subito
nessuno ti potrà togliere... e la libertà. Non parlo di con l'affetto delle persone che amo o con la possibi-
quella fisica, perché la libertà è uno stato mentale lità di essere me stesso... sempre e comunque! La
che permette di essere te stesso e di essere libero libertà di un uomo la si misura dalla forza dei suoi
quando anche il tuo corpo si trova rinchiuso in una affetti e dei suoi sentimenti! Quelli sono il vero mo-
cella, sotto giogo, privato di ogni libertà di espres- tore del mondo e come dice Califano in una sua can-
sione e di movimento. Il vincolo di catene materiali zone: “tutto il resto è noia!!”
viene facilmente vinto dalla forza del pensiero che ti Alfredo

Il mio vissuto
sbagliato, pensai bene, all'età di diciotto anni, di
andare via di casa, pensando ma sbagliando, che
quella poteva essere la mia occasione. Solo più tardi
mi resi conto di aver conosciuto la vera delusione e
l'amarezza di un divorzio, con l'unica consolazione e

S ono Rachele, una donna meridionale di usi e


costumi, sono fiera della mia terra, anche se non
gioia di aver dato la vita a tre stupendi bambini che
amo più di me stessa e che mai avrei pensato di ave-
re lontano per così lungo tempo.
sempre è stata al passo con i miei desideri e i miei Questo mi ha dato modo di riflettere che spesso si
bisogni, sono figlia di persone umili, come del resto fanno cose ed azioni non giuste, spinti dalla paura di
lo è la mia persona. perdere quel pochetto che abbiamo. Invece ora so
Il mio vissuto la dice lunga sulla donna che sono che era meglio lasciar perdere quel “pochetto”, piut-
oggi, è proprio a causa di esso che mi sono dovuta tosto che aver perso completamente tutto, facendo
rimboccare le maniche, pur sempre fallendo ma fatica a non perdere anche la stima di me stessa.
questa è la conseguenza di traumi adolescenziali per Domani è un altro giorno che ho imparato ad ap-
mancanza troppo acerba della mia adorata madre prezzare ed amare con il bello e con il brutto, po-
che mi lasciò all'età di quindici anni. Con tutta la nendo fede sempre nei valori dell'amore e della gui-
buona volontà di poterla sostituire in tutto e per tut- da di Dio, con la consapevolezza di essere una don-
to, mettendo da parte quel dolore lacerante, strin- na e una mamma migliore.
gendo i denti e continuando il cammino, senza nep- Rachele
pure domandarmi ciò che potesse essere giusto o
23 Zona 508
Per non dimenticare...
L’ultimo solidale “CIAO” a Nicola (Orfeo D’Andrea), carico di umanità

Le parti si possono invertire in questo triste momento.


Ai famigliari di Nicola il grande dolore; per me e per tutti i detenuti di questo istituto che lo hanno cono-
sciuto o incrociato visivamente in rotonda, sarà sempre vivo il ricordo della sua naturale disponibilità,
dell’interessamento umano e del sorriso, costante e sincero, che fra queste mura è difficile da vedere.
Lo conobbi quando lavorai ai “conti-correnti”. Sia negli uffici amministrativi sia in Sezione il suo compor-
tamento era sempre uguale: disponibile e attento. Essendo alla mia prima carcerazione questo mi sorprese
molto, anche se all’epoca fra agenti e detenuti regnava il rispetto dovuto.
La notizia della sua scomparsa, letta sui nostri quotidiani locali, ha suscitato incredulità e ho letto sul volto
dei detenuti che l’hanno conosciuto tristezza e quel sottile dispiacere difficile da esternare in questi mo-
menti per la nostra posizione.
L’UMANITA’ di Nicola in questo apparato non può che sorprendere quando è reale.
La parte contrapposta (noi detenuti) mestamente ricorderemo sempre le sue gesta spontanee e cariche di
generosità e vogliamo esprimere il nostro SALUTO DI STIMA SINCERA. Ciao Nicola…

Piova 54

Dolore
Nella vita abbiamo tanti problemi, ed ognuno di noi con
diversi temi:
Ci sono persone senza lavoro Che gridano disperazione
tutte in coro,;
Ci sono pensionati che non arrivano a fine mese e le loro
vite ad un filo stanno sospese;
Ci sono genitori a cui vengono sottratti i figli e si attac-
cano per ritrovarli a tutti gli appigli;
Ed infine ci sono anch’io: una mamma fra tante che per un errore non vede suo
figlio ed ha la morte nel cuore! Deby

I
l mio paese è il Marocco, sono nato in un pae- mezzi sono molto antichi. Il mercato in paese è co-
se di provincia:ricordo che quando ero più me qua, una volta alla settimana, e si andava al mer-
giovane andavo a giocare con il mio amico e cato con gli amici, là ci divertivamo tanto perché
altri ragazzi del paese. I giochi tradizionali c‟era molta gente che veniva da altri paesi e ci veni-
erano il nascondino, pallone, inventavamo dei car- vano molti artisti che pure guadagnare qual cosina
rettini con la ruota fatta dalla suola della scarpa di raccontavano delle storie con giochi di prestigio
plastica e così passavamo il nostro tempo libero. facendoci divertire; ogni due, tre mesi c‟era una
Non sempre giocavamo, dovevamo anche contribui- gran festa che veniva fatta al termine del Ramadan
re in casa e fare qualche lavoro: tagliare l‟erba e visto che ai bambini erano dati dei regali. Tutto
dare da mangiare agli animali; infine, la sera, studia- l‟anno per la strada ci sono venditori ambulanti:
re visto che i nostri genitori ci vietavano di guardare passano porta a porta per vendere qualcosa; in stra-
la tv, anche se come tutti i ragazzi sbirciavamo dalla da ci sono anche le persone che ritirano vetro, pla-
finestra del bar riuscendo a vederla, visto che nei stica ecc… in cambio della loro merce. Questa è la
locali non potevamo andare. I miei vivevano della vita che i ragazzi fanno in Marocco e spero che un
coltivazione della terra e l‟allevamento di animali domani molto vicino cambierà qualcosa.
come tutta la gran parte del paese. La coltivazione
dipende dal tempo e dalla temperatura. Anche i Redazione

24 Zona 508
La redazione
Sono arrivato a Verziano più di 4 mesi fa e subito, anche su consiglio di altri
detenuti, ho richiesto di far parte della redazione di Zona508.
Dapprima mi sentivo un po’ imbarazzato, anche se già dal primo incontro la
cosa mi ha stuzzicato molto. Poi, man mano che il tempo passava, è diventata
quasi un’esigenza. È solo un’ora e mezza la settimana ma, almeno per me, è
un’ora distensiva: con le volontarie si può parlare di tutto o quasi, anche di cose
che non sempre sono strettamente inerenti al tema scelto per gli articoli da scrive-
re. Ma anche questo, credo sia un modo per conoscerci e per sviluppare la nostra
voglia di comunicare; loro possono raccontarci qualcosa sul mondo esterno e noi,
a nostra volta, le rendiamo partecipi dei nostri racconti di vita in carcere.
In quattro mesi abbiamo sviluppato articoli sui più disparati argomenti:
dall’amicizia all’infanzia, alla libertà. E’ stato davvero interessante vedere formarsi
nero su bianco i pensieri di persone che vedi tutti i giorni ma che solo attraverso
quelle poche righe riesci a conoscere, a conoscere le loro aspirazioni, le loro pau-
re, la voglia di riscattarsi, forse perché è più facile scrivere su un foglio che rac-
contarsi a voce e questo succede per la maggior parte delle persone.
Credo che tutti noi che partecipiamo alla realizzazione di questa piccola realtà che è il giornalino abbiamo qualcosa da dire;
il problema è che non sempre riusciamo ad esternarlo ma comunque ci proviamo. Non dobbiamo dimenticarci che anche
questo è un modo per far arrivare fuori di qua la nostra voce, i nostri pensieri e far sì che chi legge un articolo non pensi
come prima cosa a chi ha scritto come a un detenuto ma si fermi a riflettere sull’articolo fatto da una persona, uomo o donna
che sia, perché è questo che siamo, delle persone con un progetto comune: portare oltre le mura la nostra voce ed i nostri
pensieri.
La redazione ed il giornalino ci dà tutto questo: un’opportunità!

Mauro

Considerazioni... un forte interessamento anche dell‟opinione pubbli-

S
ca, riuscendo a rispondere a quesiti e argomenti ge-
nerali tramite il nostro giornale.
Fu motivo di enorme soddisfazione per noi addetti
ai lavori, non meno per i “Borghesi”
ono solo quindici giorni dal mio ingresso
che segnalavamo, la partecipazione ad eventi con
in questo istituto e l‟unico interesse ini-
associazioni varie esterne riguardanti teatro, tornei
ziale era partecipare al gruppo di redazione di “Zona
di calcetto, pallavolo, ed altro.
508”. Questo desiderio è stato motivato dalla possi-
Devo sottolineare che la ridotta presenza di detenuti
bilità di dialogo, di confronto a varie argomentazio-
nell‟istituto (100), la molteplicità delle varie attività
ni anche con i volontari, data la mia esperienza bi-
e le strutture sportive interne ben realizzate, ci con-
ennale vissuta nell‟istituto di Mantova. Allora ero
sentivano di realizzare eventi per noi di grande im-
responsabile della redazione del giornale interno
portanza che fungevano anche da valvola di sfogo
chiamato “CONTROSENSO” che era allegato men-
oltreché da momenti di aggregazione. Sottolineare
silmente al quotidiano locale “ LA GAZZETTA di
nel periodico gli elogi ricevuti da personalità illustri
MANTOVA”. Non posso dare un giudizio riguar-
e maestranze fu di grande soddisfazione ed inoltre
dante l‟organizzazione e lo sviluppo del vostro gior-
diede immagine a tutte la direzione carceraria, la
nalino essendo solo all‟inizio. La regola principale
quale con l‟apporto della regione destinò ancor più
dataci dal giornale di Mantova era che i partecipanti
risorse economiche al nostro giornale.
detenuti fossero definitivi, in modo che la loro pre-
Ci piace pensare che il nostro contributo dato
senza costante portasse ad uno sviluppo proficuo
all‟epoca sia stato seguito da altri sulla base di una
nell‟organizzazione ed impostazione del tutto. Que-
sola parola: IMPEGNO.
ste regole basilari insieme al supporto dei volontari,
degli educatori esterni e la presenza di un redattore
Piova 54
della gazzetta di Mantova ci permisero di ottenere

25 Zona 508
L ‟uomo è nato per essere libero: si dà come per-
sona libera…
pure ai giorni nostri circola la parola libertà, piccola
parola con un grande significato.
Libero ti puoi sentire però con piccole cose: andare
ma in effetti si trova sempre limitato, costretto dalle in moto, aprire le braccia, sentire il vento, l‟aria che
circostanze e non è per niente libero: come si fa a ti viene incontro… come profumo di libertà; oppure
dirsi liberi, infatti, se nel mondo si muore di fame, quando ti butti col paracadute e vedi dall‟alto il
di sete, si può morire per la mancanza di cure medi- mondo libero e bello nella sua multiforme varietà e
che o in grandi scontri a fuoco dove si lotta appunto ti senti libero, ti perdi nei sogni e nelle tue fantasie;
per la libertà o per la propria terra o fede o combat- questo però dura poco, perché ti vedi avvicinare
tendo per il proprio destino; sempre più alla terra ed il mondo, che ti si precipita
come si fa a viveri liberi quando c‟è razzismo e di- contro, non è così libero come sembrava ed alla for-
scriminazione ed ancora si dà la schiavitù, anche se za di gravità che ti sta risucchiando devi contrappor-
dicono che no esiste più; re la sottile,fragile stoffa del paracadute, che ti sor-
come puoi dirti libero se non riesci ad andare dove regga: così la libertà inventa se stessa in quei sospe-
vuoi, fare il lavoro che ti piace, scegliere la fede che si momenti in cui godi di concederti un breve mo-
meglio ti sorregge a costruire il tuo futuro, trovare il mento per sottrarti alla forza di gravità contraria,
tuo destino. quasi governandola al tuo piacere.
Nei secoli dei secoli la libertà stata sempre conqui- Libertà noi la conosciamo come liberazione …
stata col sangue: Lila

re i propri pro-
dotti) e la cosa
divertente era il
sentire persone straniere che in italiano stentato
LE CULTURE DIVERSE gridavano poche semplici parole con i loro accen-
ti più diversi: la cosa molto affascinante era

L a convivenza non è cosa semplice; se però l’impegno che ci mettevano, la gente che passan-
si condividono i principi fondamentali del do s’incuriosiva, i profumi e i colori che cambia-
vivere insieme, come l’educazione e il ri- vano da un banco all’altro e la complessa convi-
spetto e ci si viene incontro l’un l’altro, la cosa venza fra diverse culture.....Beh, si può dire una
diviene possibilissima. società multietnica!
C’è però un fatto molto importante da considera- Sì, bisogna ammettere che il mercato vive nella
re: l’integrazione tra diverse culture è facile se competizione ma l’interesse di tutti è quello di
l’extracomunitario accetta di adattarsi ai sani non creare problemi e vivere nel rispetto recipro-
principi italiani. Conflitti e incomprensioni na- co.
scono a causa dell’ignoranza delle regole morali La conoscenza delle altre culture è fondamentale
che governano il nostro paese. per capire e convivere serenamente con tutti.
Io da ragazzino lavoravo al mercato e la partico- Una cosa particolare e che a me personalmente
larità di questo ambiente era il fatto che lì si in- piace molto è il saluto, che si da e si riceve in mo-
trecciavano tante culture diverse. Io sono sempre do diverso l’un l’altro, sempre con il dovuto ri-
stato incuriosito da ciò e anche dal fatto che in spetto. Logico, perché il rispetto è sempre alla
una tale confusione ognuno seguisse senza intral- base di tutto, soprattutto in carcere....Esso è sino-
ciare gli altri il suo scopo di lavoro per guada- nimo di buona educazione, e di ciò possiamo rin-
gnarsi il pane quotidiano. graziare i nostri genitori per il loro insegnamento
Mi ricordo bene i diversi “battitori” (quelle per- e amore.
sone che urlano richiamando la gente per vende- Giuseppe il saggio

26 Zona 508
SEGNI me.
Il mio cuore, la mia anima in attesa che questa

I
l buio, la luce fievole che entrava dal piccolo visione si rivelasse e mi parlasse. La mia attesa fu
foro del blindo, il pensiero libero. vanificata e all'improvviso essa svanì senza vol-
E all'improvviso lei, questa persona appog- tarsi; ma la pace nel mio animo continuò e mi
giata alla seconda branda con un braccio, un fra- ricoricai in branda come se nulla fosse successo.
gile corpicino di una persona anziana che con La presenza mi ha dato da pensare circa chi fosse
fatica cercava di indossare degli zoccoli o sandali o che significasse ed anche il perché solo io l'aves-
in cuoio. si vista.
Aveva una vestaglia in cotone grezzo bianco con i Il ricordo di essa mi portò ad un solo pensiero;
bordi delle maniche riavvolte, una cuffia di un che la presenza fosse venuta in silenzio e pace
rosso non vivace con una pallina all'estremità. nella mia cella, silenziosa, quasi si vergognasse di
Lui che mi dava le spalle, la mia calma e serenità farsi vedere. Il tutto a mio modo di vedere fu se-
nell'osservare, chiamandola visione o ciò che fos- renità, pace, amore e rispetto.
se. La pace della cella, il mio sguardo sempre ri- Ermanno
volto verso questa presenza che si voltò verso di

Una donna come tante I soldi! Sì, aiutano tanto, ma come si suol dire “non fanno

P
la felicità”. Sono convinta che si può vivere e divertirsi
anche senza troppi soldi, in mezzo alla natura o il bel
bordello della città!
Non so se sbagliare dipenda dal Dna o dall'ambiente in
ensieri che volano lontano, scavano tra i ricordi
cui cresciamo o da ciò che ci succede crescendo... ma
della mia mente, in cerca di libertà. Chiusa in
purtroppo capita! Quindi con i nostri sbagli possiamo
questo piccolo spazio, dove la luce è soffusa e il dolore
capire quali sono le cose più preziose della vita; bisogna
prende il posto della felicità, mi scopro una donna diver-
solo saper aprire gli occhi prima che sia troppo tardi per-
sa. Tempo fa ero serena, con una gran voglia di vivere.
ché tutto quello che ci circonda, le persone intorno a noi,
Da quando sono intrappolata qua, in questo posto dove il
sono la nostra ricchezza. Bisogna solo saperla apprezzare
tempo sembra fermarsi e una giornata pare un anno, la
e certamente non vale la pena perderla.
vita non ha più lo stesso valore di prima; mi mancano
Mia figlia più piccola, per problemi economici, sicura-
tanto le notti di luna piena, il cielo stellato, il profumo del
mente non finirà gli studi e sicuramente avrà grossi pro-
mare, dei fiori, della montagna, dei boschi...!
blemi anche a trovar lavoro. Sta attraversando un periodo
Le cose essenziali senza le quali io credo non si possa
molto critico ed è sola a gestirlo. Io la vedo come se fosse
vivere. Tante sono le cose che non ho saputo apprezzare,
in alto mare, senza una boa di riferimento. È in un'età
che ho avuto intorno ed alle quali non ho saputo dare
molto complessa, importante, pericolosa e se ho sbagliato
importanza ma sbagliare fa parte della nostra natura. Non
io, perché le mie figlie devono pagare i miei errori?
pensavo che tutte le cose che sono riuscita a costruire in
Io non chiedo la libertà ma una detenzione domiciliare
una vita potessero svanire in un attimo, forse non ho mai
che mi permetta di dare nuovamente alle mie figlie il
dato valore a quel poco che possedevo.
calore di una famiglia della quale hanno assoluto bisogno
I momenti più belli della mia vita sono stati quelli tra-
per riavere la sicurezza che a loro manca, riprendere fidu-
scorsi crescendo insieme alla mie figlie, dato che sono
cia in loro stesse e in me.
diventata madre giovanissima; momenti indimenticabili.
Tutto questo fa cambiare un essere umano, lasciando
Purtroppo la mia storia ha saputo distruggere tutto quello
profonde, enormi cicatrici che solo noi possiamo vedere
che di buono c'era per... un sogno!
nel profondo dei nostri occhi. Perché questo amore, que-
La sera spesso guardo verso il cielo: “O mio Dio! Mo-
sto aiuto deve essere negato ai nostri cari? Perché devono
strami il tuo amore, dammi un'altra possibilità!”
pagare ed essere puniti anche loro?
Sì! Vale la pena se però racconterò ciò che ho imparato
Anche il magistrato di sorveglianza; vorrei tanto che mi
dal mio passato, da tutti gli errori commessi. La cosa su
conoscesse prima di prendere una decisione sulla mia vita
cui ho più riflettuto e di cui mi sono meravigliata è con
e il futuro che attende me e la mia piccola famiglia. Que-
quanta immaturità e superficialità io abbia agito: a cosa
sta possibilità di reinserimento non la chiedo tanto per me
pensavo? Come pensavo?
ma per le mie figlie che meritano una vita migliore e che
Probabilmente vivevo in un mondo tutto mio, non trovo
io oggi mi sento pronta a dare loro perché sono profonda-
altra spiegazione! Non che fossi una persona cattiva, non
mente cambiata. Sono gli unici esseri che ho al mondo e
lo sono mai stata... anzi! Amavo i miei genitori, la mia
non resisto più a vederle soffrire per causa mia. La mia
famiglia, ma non capivo, guardavo ma non vedevo!
storia simile a chissà quante altre donne e madri come
C'è sempre una via migliore da percorrere senza dover
me! Perché negare l'amore ai nostri figli...
cadere nella ragnatela della malavita!
Si vede proprio che ognuno di noi deve fare il suo percor-
Patty
so per arrivare a comprendere la vita.

27 Zona 508
N ella mentalità comune, essere bambini è sinonimo
di spensieratezza, di gioia, di allegria, di salute,
… purtroppo non è sempre così. Ci sono bambini che vivono
la loro fanciullezza nel dolore, nella malattia, …
Un giorno, in redazione ci è capitato di parlare di bambini,
entrando poi nello specifico dell‟ handicap. È dalle curiosità
emerse che nasce questo testo ove siamo andati ad intervista-
re chi, la disabilità la vive ogni giorno, per via del suo lavoro
o perché la ritrova nella sua famiglia.

Alessandra

Si riesce a percepire il carattere individuale?


Sara: Percepire un carattere individuale in un ragazzo down considerato grave non è cosa facile ma
direi che la riposta e senz‟altro affermativa. Come con i bambini piccoli è difficile capire quando hanno
davvero bisogno di qualcosa o no. Come tutti gli esseri umani hanno un loro proprio carattere, a volte
capriccioso, a volte ridicolo e a volte tenerissimo. Ecco il mio Paolo è un po‟ di tutto questo. E se a vol-
te può essere influenzato da fattori esterni, direi che tutti i ragazzi down non possono che essere mera-
vigliosamente loro stessi, sempre.
Alessandra: Sì. Sono tutti diversi, tutti con un proprio modo di essere, con gusti e sentimenti (anche
quelli più gravi, che magari non riescono nemmeno ad esprimersi a parole).
Marco: Certamente sì! si intuisce che è timido, ed anche molto insicuro, ma che gli piace la compa-
gnia e l‟intimità con altre persone. Sono però sottili sfumature, che si percepiscono conoscendolo dav-
vero bene e standogli vicino tutti i giorni, imparando ad interpretare ogni sua piccolissima reazione.
Conosce e si rende conto delle festività?
Sara: Sì, Paolo conosce le festività, perché gli arrivano le patatine e i dolci da mangiare ma non ne
conosce certo l‟importanza o il significato. Diciamo che essendo un down grave è un po‟ come un bam-
bino di 3 anni circa…
Alessandra: Sì. Non tutti… per alcuni oggi è arrivata Santa Lucia, erano entusiasti… per alcuni…
ogni giorno è lavorativo o feriale.
Marco: Conosce le festività principali (Natale e Pasqua), quelle più rappresentate da simboli o da
oggetti concreti che lui è in grado di sperimentare come cambiamento nella vita di tutti i giorni: a Nata-
le si fa l‟albero e si mangia il panettone, a Pasqua la colomba.. senza contare che si sta a casa da scuola,
ed allora è una grande festa! ma non avendo un buon orientamento temporale non sa dire quando è Na-
tale e quando è Pasqua, lo deduce dal contesto (luminarie per strada, pubblicità..)
Cosa comporta essere bambino in un corpo da adulto?
Sara: Paolo non si rende affatto conto del suo corpo, posso solo dire che con i bambini è di una te-
nerezza infinita, ma a volte, essendo un po‟ grassottello, diciamo che si muove un po‟ come un elefante.
Alessandra: Ipotizzo, perché non lo so, ed ai bambini che seguo manca ancora molto prima di di-
ventare adulto, che non sia un grave problema. Forse lo è più per noi, adulti normodotati che ci rappor-
tiamo loro o per i loro genitori, che hanno paura di non poter aiutare il figlio per tutto il tempo che ne-
cessiterà…
Marco: Spesso non sa interpretare gli stimoli da adulto del proprio corpo (ad. es., il desiderio sessu-
ale, o l‟eccitazione..) e non sa quindi darvi una risposta adeguata al contesto sociale. Se è agitato può
diventare aggressivo senza volerlo, ma non si rende conto che è forte e che può far male agli altri..
28 Zona 508
Cosa sogna di fare da grande?
Sara: Paolo ormai è grande, ha 30 anni, non pensa mai al futuro come lo intendiamo noi, lui vive
pensando ai cartoni animati, a quando va dalle nonne a dormire e a quando va al mare d‟estate… non
credo vada oltre. Quindi, per rispondere alla domanda direi che sogna solo di essere quello che è: un
bellissimo ragazzo down.
Alessandra: I meno gravi sognano ed hanno delle aspirazioni come ciascuno di noi… man mano la
gravità aumenta, più si vive la quotidianità.
Marco: Non ha un concetto di “quando sarò grande”: per lui l‟unico tempo esistente è il presente.
Come vive il rapporto con gli animali?
Sara:Contrariamente ai suoi amici come lui Paolo detesta gli animali, lo infastidiscono molto!! Non
si avvicina e non li accarezza mai, nonostante io ami molto tutti gli animali e ci abbia provato moltissi-
me volte. Ho saputo però che con il suo centro va ad ippoterapia e incredibilmente il cavallo lo tocca…
dice che gli piace tanto perché fa le “puzzette” grossissime! Ecco, questo è Paolo!
Alessandra: Come ogni bambino, come ognuno di noi… in base ai gusti personali. Certo è che, al-
cuni percorsi con gli animali, portano a dei miglioramenti netti alcuni bambini affetti da precise patolo-
gie.
Marco: Benissimo, anzi sono per lui molto rilassanti, è anzi molto appassionato di cani: gli piace
“studiare” i nomi e le caratteristiche di tutte le razze
Crede in Dio ?
Sara: Paolo non ha la capacità di potere capire quando attraversare la strada o no, quindi direi che
non può nemmeno avere la percezione di cosa possa essere Dio. Lui però in chiesa prende sempre il
librettino e fa finta di leggerlo. E‟ uno spasso. Ma non penso che si renda conto che questo mondo pos-
sa essere stato creato da un “Dio”. Intanto diciamo che fa finta di pregare… e a noi fa ridere così!!!
Alessandra: Chi lo sa? Non parliamo mai di questi argomenti.
Marco: Non credo che pensi molto a tutto ciò che va al di là del tangibile, del concreto o delle rela-
zioni che intrattiene in prima persona; di conseguenza credo che non avendo persone vicine particolar-
mente devote non si sia mai posto il problema!
Si innamora?
Sara: Fino ad oggi Paolo è innamorato solo del suo papà… e delle sue due nonne!!!
Alessandra: Spero di sì. Almeno per chi ha un handicap lieve penso che sia un’esperienza possibile.
Più è grave la disabilità più, a volte, ci si allontana da quello che è il mondo reale, quello della quotidia-
nità.
Marco: Probabilmente si ma non sa dare un nome a questo sentimento.. e difficilmente è in grado di
manifestarlo
Quali sono i suoi problemi quotidiani?
Sara: I suoi problemi quotidiani sono: riempirsi la pancia, farsi la barba, profumarsi e andare al suo
centro diurno per disabili.
Alessandra: Di diverso tipo, a volte anche solo andare in bagno da solo o rimettersi la maglietta nei
pantaloni, può essere complesso.
Marco: Vestirsi con colori che gli piacciano, riuscire a non farsi tagliare i capelli (!) che adesso so-
no lunghissimi, evitare le situazioni che lo mettono in ansia (situazioni nuove, o in cui gli sia richiesto
di parlare)
Quali i suoi programmi preferiti?
Sara: I programmi preferiti di Paolo sono: i cartoni animati, Io Canto con Gerry Scotti (che poi ci
obbliga a cantare le canzoni con lui) e alla sera dalle nonne guarda Festa in Piazza.
Alessandra: Cartoni animati… in primis i GORMITI
Marco: Guardare il calcio in TV
Ama le vacanze?
Sara: Sì, Paolo ama moltissimo le vacanze. La ragione e semplice: i miei genitori per ovvi motivi
vanno sempre al mare nello stesso posto e in montagna dello stesso posto, questo vuol dire che tutti lo
aspettano, lo chiamano, gli fanno trovare regalini e lo chiamano durante l‟inverno. Questo per lui è una
gioia infinita… sapere che in vacanza c‟è qualcuno che lo sta aspettando!!!
Alessandra: Amano le vacanze, l’aria aperta, prendere l’autobus… sì, direi che amano le vacanze!!!!
Marco: Decisamente si!!! e’ l’unico momento dell’anno in cui può fare quello che vuole, senza ac-
canto educatori, insegnanti di sostegno, terapisti che gli dicono cosa deve fare!! ma è profondamente
abitudinario, ama le vacanze solo nella casa in montagna dei suoi o in quella al lago degli zii, che cono-
sce bene, perché posti e persone nuove lo fanno andare in ansia.
29 Zona 508
Assistenti volontari

Ai sensi dell'art. 78 OP l'amministrazione penitenziaria può, su proposta del magi-


strato di sorveglianza, autorizzare persone idonee all'assistenza e all'educazione a
frequentare gli istituti di pena allo scopo di partecipare all'opera rivolta al sostegno
morale dei detenuti e degli internati, e al futuro reinserimento nella vita sociale.
Gli assistenti volontari possono cooperare nelle attività culturali e ricreative dell'i-
stituto sotto la guida del direttore, il quale ne coordina l'azione con quella di tutto il
personale addetto al trattamento. L'attività prevista non può essere retribuita.
Essi possono inoltre collaborare coi centri di servizio sociale per l'affidamento in
prova , per il regime di semilibertà e per l'assistenza ai dimessi e alle loro famiglie.

Locali di soggiorno e pernottamento in carcere

Secondo l'art.6 OP i locali nei quali si svolge la vita dei detenuti e degli internati
devono essere di ampiezza sufficiente, illuminati con luce naturale e artificiale in
modo da permettere il lavoro e la lettura; aerati, riscaldati ove le condizioni climati-
che lo esigono, e dotati di servizi igienici riservati, decenti e di tipo razionale. I det-
ti locali devono essere tenuti in buono stato di conservazione e di pulizia. i locali
destinati al pernottamento consistono in camere dotate di uno o più posti. Particola-
re cura è impiegata nella scelta di quei soggetti che sono collocati in camere a più
posti. Agli imputati deve esser garantito il pernottamento in camere ad un posto a
meno che la situazione particolare dell'istituto non lo consenta. Ciascun detenuto o
internato dispone di un adeguato corredo per il proprio letto.

Permanenza all'aperto

Ai sensi dell'art. 10 OP ai soggetti che non prestano lavoro all'esterno è consentito


di permanere almeno per due ore al giorno all'aria aperta, che può essere ridotto a
non meno di un'ora soltanto per motivi eccezionali. La permanenza all'aria è effet-
tuata in gruppi cercando di evitare inneschi di violenza ed è dedicata ad esercizi
fisici. Tale necessità deriva da esigenze igienico-sanitarie, psicologiche e fisiche
della persona. Dello sport nelle carceri bresciane si occupa ormani da anni l'Uisp,
ossia l'Unione italiana sport per tutti, offrendo ai detenuti tornei di calcio e pallavo-
lo e gare podistiche. Da quest'anno anche l'Associazione Carcere e Territorio ha
dato vita ad una sua squadra, formata da volontari e volontarie, che una volta al
mese si reca all'interno del carcere per sfidare le detenute a pallavolo.

...Con Beatrice
30 Zona 508
Involtini di carne al prosciutto di Praga (Lenese) al forno, servito con rosso d’alba.

“A me non da fastidio assai, ad altri si. Il carcere e le varie sfumature che esso contiene
(cucina)” Ermanno 49

Ingredienti x 4 persone:
1/2 Kg di carne macinata
1 carota
1/2 cipolla
Un pezzetto di sedano
Pepe a piacere
Un pizzico di sale
6/7 fette di prosciutto di praga
Sottilette (1 per involtino)
1/2 dado nel sugo

Preparazione.
Tritare la carota, la cipolla, il sedano e metterli in una padella antiaderente con il macinato, a
fuoco lento.
Aggiungere una noce di burro, un filo d’olio extra-vergine e rosolare il tutto per bene fino a
cottura eseguita (questo per gli ingredienti).
Prendere una terrina, imburrarla leggermente, passare della noce moscata (basta una spol-
verata leggera). Prendere una fetta di prosciutto. Mettere l’impasto all’interno (come per fare
un cannellone). Richudere il tutto con una sottiletta e 2 stuzzicadenti. Fatto ciò, mettere un
forno il tutto ricoperto di pane grattugiato con prezzemolo ed aglio (a piacere). Tenere in forno
fino a quando il composto non è diventato leggermente croccante. Togliere dal forno e aspet-
tare che si raffreddi. Servire con un dolcetto d’alba rosso (o un bonarda), temperatura canti-
na.

Ermanno 49

Prezzemolo e………
Sensazioni e sapori … tocco dello chief un
di LIBERTA ’ Tappo di brandy ………
sapore infinito

S
Sensazione di libertà che
caldo dell‟ olio in un pentolino e soffriggo ci può mancare
Mezza cipolla poi ci aggiungo del salmone Per quel misero e piccolo tappo di brandy
Affumicato tagliato fine facendolo scottare E metaforicamente parlando anche le piccole
Dopo qualche minuto verso della panna da Cose possono contribuire a darci senso di
Cucina mandando il tutto in ebolizione ma Libertà o viceversa
Nel frattempo aggiungo mezzo pomi che
Darà colore alla nostra specialita ,con un Cotto e carcerato
Pizzico di pepe e sale andrà ad assaporare Buon appetito a tutti
Il nostro sughetto che potrebbe essere Mauro e fausto
Completo con una spolveratina di fresco
31 Zona 508
Amore: non è stato facile da gestire l'amore nell'anno passato, diciamo che qualcuno ha perso la strada. Ma si
può ripartire.Un'occasione sarà data a tutti: l'importante è mettersi in gioco a cuore battente.
Mese fortunato: aprile. Salute: non manca l'energia.

Amore: quest'anno regala certezze maggiori a tutti i nati sotto il segno zodiacale del toro, difatti dona certezze
e conferme Ai cuori solitari si fa già un clamoroso appello: “Cominciate a guardarvi meglio attorno!”Mese
fortunato: agosto. Salute: Da maggio vivrai in un clima favorevole, disteso e importante.

Amore: è proprio il caso di pensare al futuro con un tocco di allegria! Se siete in cerca di fidanzamento amo-
roso, cercate di far ingelosire meno chi avete puntato e le cose verranno da sole! Mese fortunato: gennaio.
Salute: nel mese di marzo sentirete il disturbo del cambiamento del cielo. Occhio a non commettere rudenze!

Amore: si parte fin da gennaio con una forte ricerca affettiva, che porterà a conoscere quel che più si deside-
ra: l'amore. Arriveranno emozioni, sentimenti importanti che cambieranno la vostra vita. Mese fortunato:
tutti. Salute: dedicatevi alla vostra mente e al vostro corpo, inizierete così a stare benissimo con voi stessi.

Amore: bisogna sfruttare la prima parte dell'anno. Si parte infatti da gennaio con l'umore migliore, bando alla
tristezza! In arrivo buone proposte, basta solo dire “sì” e lasciarsi andare fiduciosamente.
Mese fortunato: febbraio Salute: gennaio è un mese protetto anche se le cose da fare sono tante, difatti capite-
rà di sentirvi stanchi, ma voi fatevi forza e coraggio!!

Amore: il 2011 vi regala l'asso nella manica che potrà essere giocato in maniera favorevole nei mesi più caldi
dell'anno. Dedicatevi fino a maggio solo alla sfera lavorativa e familiare.
Mese fortunato: giugno
Salute: è ben noto il fatto che siete una persona molto ansiosa e se vi fissate su un problema, difficilmente
cambiate idea... In questo primo percorso dell'anno tenete a freno le vostre ansie.

Amore: per i cuori solitari questo non è l'anno giusto per le storielle. Saranno richieste forza ed energia per
trovare lo slancio adatto per conquistare posizioni nel tempo. Se siete sposati o state vivendo situazioni ingar-
bugliate fra parenti è meglio stare calmi. Mese fortunato: settembre
Salute: per la vostra salute il 2011 ha davvero un ottimo cielo. Dopo le nuvole dei primi mesi dell'anno, la pri-
mavera vi aiuterà ad acquistare nuova forza.

Amore: Per quanto riguarda le relazioni sentimentali appena nate, verranno confermate a partire dall'inizio
dell'anno con l'aiuto di Giove, pianeta. Mese fortunato: gennaio
Salute: è meglio non fare passi falsi, non azzardare agli inizi del mese, molto si risolve dal giorno 19 che porte-
rà più energia.

Amore: è un anno d‟incontri, avendo Giove dalla vostra parte. Diverse sono le occasioni che vi capiteranno,
sta solo a voi saperle valutare, ma soprattutto saper scegliere.
Mesi fortunati: marzo e aprile. Salute: nel corso del 2010 avete vissuto momenti di forte tensione nervosa,
quindi sarà necessario ricredersi per ritrovare un maggiore benessere.

Amore: tutti i capricorno che hanno vissuto una crisi nell'anno 2010 troveranno un'altra persona o si riconcilie-
ranno.
Mese fortunato: aprile. Salute: le prime sette giornate del mese sono ottime ma questo è solo l'inizio di un
lento recupero. Non si può superare un anno di tormenti in pochi giorni!

Amore: a gennaio le emozioni sono fugaci, molti Acquario preferiscono non legarsi. Non è l'anno degli amori
che contano. Con l'arrivo di agosto, traboccherà per voi un periodo di sentimenti. Coloro che sono in coppia, in
alcuni momenti potrebbero pensare di stare meglio da soli. Mese fortunato: agosto. Salute: prudenza perché la
stanchezza dell'anno passato si fa sentire. Impegnatevi a stare calmi.

Amore: è un 2011 importante per chi vuole sposarsi, avere un figlio e un buon futuro. Mi riferiscono che ai
cuori solitari arriverà un “qualcuno” che sarà difficile allontanare. Mese fortunato: novembre
Salute: ci saranno acciacchi e fastidi di natura nervosa, mantenete però l'ottimismo .

A cura di...Alessandro e Giovanna


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Mi dai un consiglio?
Ovvero, scambio di idee e consigli semplici, veloci ed economici per mantenere una
buona forma fisica, mentale e relazionale…

RIMEDI NATURALI PER QUANDO CI SENTIAMO GIU’ DI MORALE…


Capita a tutti, prima o poi, di provare una delusione, di essere traditi o di fare
un errore, cose che, oltre a ferirci, a volte ci gettano in un profondo sconforto,
in uno stato di insicurezza, in una fase di commiserazione e mancanza di auto-
stima. Per uscire da questo stato d’animo, dannoso e pericoloso non solo per
noi stessi, ma anche per quanti ci sono vicini, possiamo chiedere aiuto ad alcu-
ni elementi naturali.
Circondiamoci di oggetti di legno: esso è capace di emanare una benefica
influenza e la sua energia fresca e rigeneratrice è la più indicata ad accorrere
in nostro soccorso in periodi di stress e di tristezza.
Circondiamoci di oggetti in tutte le tonalità del verde: mettiamo, ad esem-
pio, delle piante in casa.
Collochiamo la nostra sedia in direzione Est: sarà da quella parte che, oltre
al sole, sorgerà anche la nostra rinnovata fiducia.

CAPELLI PIU’ LUCENTI? Quando li lavate, fate l’ultimo risciacquo con l’acqua fredda…

COME CAPIRE SE IL CAFFÈ CHE ABBIAM O COMPRATO È DI QUALITÀ?


Ecco un vecchio trucco: mettetene un pizzico nell’acqua e se resta a galla e non la colora è puro, altrimenti
sarà stato miscelato...

HAI FREDDO? UNA ZUPPA È PROPRIO QUELLO CHE CI VUOLE...


Ma chi ha detto che le zuppe sono “cose da vecchi” e poco gustose? Intanto sono un ottimo metodo per
scaldarsi un poco (ed in questa stagione ce n'è ancora bisogno...) e poi sono rapide, buone e ricche di ali-
menti importanti per il nostro organismo. Se ne possono cucinare di ogni genere: di verdura, cereali, carne,
pesce, formaggio,... Ecco una semplice idea: provatela e... vedrete che vi
appassioneranno!
Zuppa di cipolla all'acciuga (dosi per 4 persone).
Affettate 4 cipolle grosse (o 6 piccole) e fatele imbiondire nell'olio con 6 filetti
di acciughe sminuzzate. Unire ½ litro di brodo (fatto con il dado) e far cuoce-
re a fuoco lento per circa ½ ora. Mettete un paio di fette di pane in ogni piatto
e cospargetelo di formaggio grattugiato. Versateci sopra la zuppa e... senti-
rete che gusto!

Hai anche tu un rimedio, una ricetta, un libro, un la-


voretto da consigliare? Mettiti in contatto con i com-
ponenti della redazione delle carceri di Brescia e/o
Verziano oppure scrivi alla Redazione di ACT

33 Zona 508
Un Giorno però...
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34 Zona 508
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