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La funzione degli occhi nel linguaggio

del corpo

Breve saggio di Federico Zappone


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Sommario

Abstract ............................................................................................................................................................. 4
Introduzione ...................................................................................................................................................... 5
Le pupille ........................................................................................................................................................... 6
Lo sguardo ......................................................................................................................................................... 7
Sbattere le palpebre .......................................................................................................................................... 8
Il movimento degli occhi ................................................................................................................................... 9
Il cervello ......................................................................................................................................................... 10

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Abstract

l linguaggio del corpo fa parte della comunicazione non verbale. In quest'ambito si interpretano, ai fini
dell'interazione sociale, postura, gesti, movimenti, espressioni e mimica che accompagnano o meno la
parola rendendo la comunicazione umana più marcata, ancora più chiara e comunicativa.

Attraverso il linguaggio del corpo si riesce a conoscere l'individuo nella sua interezza ed interiorità, sia che si
usino o meno alcuni gesti o che si compiano determinati movimenti.

La mimica in generale, rivela i pensieri e le intuizioni altrui più delle parole. Ci sono movimenti, gesti,
posture che sono condivise e capite da tutti, indipendentemente dal gruppo sociale a cui si appartiene ed
altri invece che cambiano a seconda della cultura. Il primo linguaggio studiato è stato quello facciale, infatti
l'opera più importante pubblicata prima del nostro secolo, è stata quella di Charles Darwin del 1872 "The
expression of the emotions in Man and Animals" .

Da qui molti studiosi si sono interessati all'argomento e primo fra tutti a confermare lo studio di Darwin è
stato Paul Ekman, che ha dedicato molti anni allo studio della mimica facciale. Egli ha dimostrato che
alcune emozioni come la rabbia, tristezza, felicità, sono uguali e condivise da tutti in modo uguale, siano
essi appartenenti o meno a culture differenti.

« Le tue azioni parlano così forte che non riesco a sentire quello che dici. »

(Ralph Waldo Emerson)

Il volto è ricco di muscoli contrattili che permettono tante combinazioni di movimenti, ognuno dei quali
genera diverse espressioni e diverse direzioni dello sguardo e delle labbra.

Lo sguardo è davvero l’unico, inconfondibile rivelatore del nostro pensiero. Spesso, è proprio lo sguardo
che tradisce la reale emozione. Ma non solo, è anche un indice fondamentale del nostro atteggiamento, se
vogliamo esprimere sicurezza, decisione, autorevolezza, con lo sguardo riusciamo a comunicare queste
caratteristiche.

Ancora di più lo è la sua direzione, se guardiamo negli occhi l’interlocutore, diamo ancora più forza alla
potenza dello sguardo.

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Introduzione

Gli occhi sono un organo addetto a rilevare la luce e convertirla in impulsi elletro-chimici all’interno dei
neutroni.

L’occhio umano (e degli organismi superiori) raccoglie la luce che gli proviene dall'ambiente, ne regola
l'intensità attraverso un diaframma (l'iride), la focalizza attraverso un sistema regolabile di lenti per
formarne un'immagine e trasforma questa immagine in una serie di segnali elettrici che attraverso il nervo
ottico vengono inviati al cervello per l'elaborazione e l'interpretazione.

I nostri occhi sono esistiti per 540 milioni di anni e la maggior parte di noi ne ha due, ma a parte garantirci
la vista cosa altro possono fare? Cosa possiamo capire dagli occhi di una persona?

Si dice che gli occhi siano una "finestra sull'anima" e che guardare gli occhi di una persona può dirci tutto di
essa.

Sicuramente non possono dirci qualsiasi cosa ma si possono fare parecchie riflessioni e arrivare a
conclusioni più o meno accurate osservando attentamente lo sguardo di una persona e il suo
comportamento.

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Le pupille

La pupilla, che etimologicamente significa bambolina, è il foro situato al centro dell'iride, di diametro
variabile, che permette l'entrata della luce all'interno del bulbo oculare.

Le sue dimensioni sono regolate, in base all'intensità luminosa ambientale, da un sistema di muscoli che
dipendono dal sistema neurovegetativo: quando il muscolo la dilata (midriasi) è per ricevere maggior
quantità di luce, viceversa la restringe (miosi) in presenza di molta luce (esattamente come avviene in un
obiettivo fotografico, con il diaframma).

Se nell'occhio umano questo movimento è visibile, negli animali notturni e nei predatori è particolarmente
accentuato.

Considerando che noi non abbiamo il controllo delle nostre pupille, si può capire molto osservandole.

Heckard Hess, uno psicologo statunitense, scrisse nel 1975 un libro intitolato: "The Tell-Tale Eye: How Your
Eyes Reveal Hidden Thoughts and Emotions".

Questo è sicuramente il testo più autorevole sull'argomento.

Heckard Hess dedicò tutta la sua vita allo studio delle pupille e portò avanti molti esperimenti a partire dal
1950 fino alla sua morte che ebbe luogo nel 1986.

Hess disse che le pupille si dilatano se siamo particolarmente interessati a una persona o a uno oggetto che
stiamo guardando.

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Lo sguardo

Per comunicare con una persona è necessario che ci si guardi. Il contatto con gli occhi durante una
conversazione sta ad indicare molto.

Se il nostro interlocutore ci guarda senza distogliere lo sguardo significa che è sicuro delle sue parole, che è
a suo agio e sopratutto che è interessato a quello che stiamo dicendo.

Distogliere lo sguardo a sua volta indica incertezza, insicurezza e a volte se una persona distoglie il proprio
sguardo durante un discorso, molto probabilmente sta mentendo.

« l nostro cervello interpreta le emozioni sul viso degli altri in modo differente a seconda che il loro sguardo
sia diretto o meno verso di noi »

Secondo un gruppo di ricercatori del Dartmouth College, guidato da Reginald Adams, il nostro cervello
interpreta le espressioni dei volti in maniera diversa a seconda che qualcuno ci stia guardando direttamente
o meno.

La direzione dello sguardo di un altro influenza infatti come il nostro cervello risponde alle emozioni di
paura o di rabbia espresse dal viso di quella persona. In particolare la direzione dello sguardo influisce
sull’amigdala, la regione del cervello che regola le emozioni, rivela i possibili pericoli e dirige il
comportamento emozionale. Gli scienziati hanno studiato l’attività cerebrale dei soggetti grazie a immagini
di risonanza magnetica funzionale (fMRI).

Ai pazienti venivano mostrate fotografie di persone con espressioni di paura o di rabbia. Gli occhi nelle
fotografie erano rivolti talvolta verso l’obiettivo e talvolta di lato. Lo studio, pubblicato sul numero del 6
giugno della rivista Science, conclude che l’attività dell’amigdala è maggiore quando, guardando immagini
di espressioni irose, il viso nella fotografia è rivolto altrove. Con espressioni di paura, invece, l’attività
dell’amigdala è maggiore se c’è lo sguardo è diretto verso l’osservatore.

Secondo gli autori, si tratta del primo studio che dimostra come la direzione degli sguardi sia un segnale
importante per il modo in cui vengono percepite le espressioni del volto.

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Sbattere le palpebre

La palpebra è una formazione cutaneo-membranosa, che ricopre l'occhio e svolge un'importante lavoro di
protezione, contribuendo alla distribuzione del liquido lacrimale. C'è una palpebra superiore (più grande) e
una inferiore, entrambe provviste di ghiandole lacrimali e ciglia. Svolgono, tra l'altro, la funzione di
proteggere dalla luce eccessiva e, soprattutto, dalla polvere.

Le ciglia sono i peli che crescono sul margine delle palpebre. Proteggono gli occhi dalle impurità e, essendo
sensibili al tocco, hanno le stesse funzioni alle quali assolvono le vibrisse dei gatti o dei topi, agendo in
funzione di avvertimento quando un oggetto (ad esempio un insetto o la polvere) si avvicina all'occhio, che
si chiude per riflesso.

Gli occhi hanno bisogno di essere idratati periodicamente (compito espletato dalla palpebra inferiore) per
questo il movimento delle palpebre è automatico e istintivo, le nostre emozioni e i nostri sentimenti,
tuttavia, possono alterare la frequenza di questo movimento.

L'uomo, ogni giorno, chiude le palpebre circa 9600 volte, e poiché, ogni volta, le palpebre si muovono di
circa 0,6 centimetri, ogni anno esse coprono oltre cinquanta chilometri.

Se il nostro interlocutore sbatte le palpebre più di sei volte al minuto, può indicare che questo è attratto da
noi.

Bisogna notare che un occhio particolarmente idratato da agenti esterni come medicinali e lenti a contatto
sbatte le palpebre di meno.

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Il movimento degli occhi

Il movimento degli occhi di una persona durante una conversazione dice molto su di essa.

Naturalmente, come ogni altro segnale del corpo, anche la direzione degli occhi deve essere interpretato
nel contesto e valutato insieme ad altri segnali ma è importante sapere che è un movimento inconscio e
quindi difficile da controllare.

Gli occhi tendono istintivamente a puntare verso la parte del cervello più attiva in quel momento.

Specificato che la parte destra del cervello è la parte che ricorda, la parte sinistra è quella che inventa o
mente possiamo dedurre a cosa la persona stia pensando.

Se guarda alla sua destra, molto probabilmente sta ricordando qualcosa. Il guardare a sinistra invece è un
potenziale indicatore di una possibile menzogna.

Figura 1. Azioni associate alla direzione dello sguardo

Posizione Significato

Occhi in alto a sinistra Visualizzazione di un’immagine COSTRUITA


Occhi al centro a sinistra Visualizzazione di un suono COSTRUITO
Occhi in basso a sinistra accesso al RICORDO di una sensazione, un
sentimento o un odore
Occhi in alto a destra Visualizzazione di un’immagine nella MEMORIA
(ricordi)
Occhi al centro a destra Visualizzazione di un suono nella MEMORIA (ricordi)
Occhi in basso a destra Dialogo / riflessione interna

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Il cervello

Vale la pena soffermarsi per analizzare la funzione della nostra materia grigia in tutto questo.

Il cervello è il centro del sistema nervoso, in tutti gli esseri vertebrati e la maggior parte degli invertebrati. Il
cervello può essere estremamente complesso. La corteccia cerebrale umana contiene
approssimativamente dai 15 ai 33 miliardi di neuroni, numero che varia a seconda del sesso e dell’età.

Dalle riflessioni fatte sui nostri occhi si può dedurre quindi che tutto parte dal nostro cervello, questa
osservazione è essenziale ed è la base di molte altre teorie.

Una riprova è l'esperimento condotto da alcuni ricercatori dell'Università della Pennsylvania, guidati da un
loro docente.

Monitorando l'attività cerebrale di un gruppo di 18 volontari con la risonanza magnetica, per mezzo della
quale si è potuto osservare cosa accadeva nel loro cervello durante un particolare test, hanno scoperto una
realtà ben chiara: il nostro cervello non fa nessuno sforzo particolare nel dire la verità, mentre per mentire
deve organizzarsi, attivarsi ed agire, una sorta di lavoro extra non previsto.

Durante una menzogna si attiva il lobo sinistro dell'ippocampo, la struttura della memoria e breve e lungo
termine e la zona prefrontale della corteccia deputata alla elaborazione delle idee.

Il fatto che la zone prefrontale della corteccia si attivi implica anche che se ripetiamo più volte la stessa
menzogna, noi stessi inizieremo a crederci e man mano la attività celebrale diminuirà.

Un maggiore lavoro del cervello implica una elevata circolazione sanguigna, quindi un battito più elevato
così come la sudorazione e una respirazione accelerata.

Da qui si capisce facilmente che i segni di una menzogna sono molteplici e non solo relativi alla dimensione
delle pupille.

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