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te.
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n47o
DOTTORE IN LETTERE
« 4 ^ e
^
FIRENZE
BERNARDO SEEBER
LIBRAIO BDITORB
VIA TORNABUONI, IO
i90f
Proprietà Letteraria
Llb. COM.
LIBERMA
SfiPrEMBOIlM
^ 17636
Due Parole.
(i) V. 1. e. « Farò che Foscolo narri gran parte della sua vita da sé #
(2) V. Lettres de Joseph Mazzini à Daniel Stern. Paris, 1873.
(3j V. F. Martini, Nuova Antologia, 1890. Ili, 28
« Povero Poldo, dopo avere fatto tutto questo viaggio con lo scopo di
giungere al campo onde rivedere suo fratello, è stato fatto prigioniero, forse
senza avere avuta la soddisfazione di ammazzare un Tedesco 1 »
QV^f^^^^-^T^
PARTE PRIMA
--K^
CAPITOLO I.
XXi eAHATTBUS,
y/ia un affetto che può
bastare, a unHntera esi -
stenza. Dovrò io nomi -
narlo, parlando ai miei
fratelli Italiani f
² 12 ²
(2) Lettera del 6 febbrai o 1837 a Gaspare Ordono di Rosales. v. Lettere cit.
² 13 ²
² 14 ²
² 15 ²
² i6 ²
² 17 ²
(i) V. op. e, di E, A. V.
² i8 ²
(2) Lettera dell'S giugno, credo {sic) a Giuseppe Lamberti, v. Duecento lei*
tere inedite di G. Mazzini^ pubblicate da D. Giuriati. Milano, 1887.
² 19 ²
² 20
(i) Egli udiva vociare mentre andava vergando la prefazione alle Parole ar
Giovani d^ Italia,
21
² 22 ²
.
² 23 ²
Il Mazzini invece, forse perchè non ancora s'era
spenta in lui la speranza, « Tultima dea » del suo
Foscolo, forse perchè con maggiore fissità gli si era
insediato nel capo Tideale, non seppe chiudersi in un
silenzio o sdegnoso o rassegnato. Colui che s'era tanto
agitato, che aveva tanto agitato, allora non seppe ta -
cere, e gli ultimi suoi scritti furono pieni di recrimi -
nazioni, di lamenti, dì sogni. Ed anche a lui cantò il
bardo milanese :
² 24 ²
² 25 ²
* Nota. Mi sia lecito, non dicendone altro, riferire II brano con cui gli
editori degli scritti mazziniani, rimasti soli all'impresa, per la morte del
Safi),
ci delinearono il tipo di prammatica del cospitatore quale é, o quale fu, nel -
l'immaginazione popolare : tipo con il quale i miti Mazzini, Saffi, Quadrio,
Campanella furono in patente antitesi :
« La maggior parte di coloro che vissero lontano dagli u omini del partito
«l'azione, si sono foggiati degli arditi iniziatori del nostro risorgimento una
² 26 ²
al feretro di luì, come poi dietro a quello di un altro
italiano dal cuore immensamente buono, d'Alessandro
Manzoni, l'Italia tutta si trascinò come dietro alla salma
d'un figlio carissimo. Le grandi idee non solo, ma le
grandi aberrazioni delle anime generose, impongono
rispetto e riconoscenza. E Giuseppe Mazzini, l'iniziatore,
il capo senza titoli, senza a veri, senza tetto, senza pa -
tria, vinto sempre e non mai domato, respinto dapper*
tutto e ritornante all'assalto con inaudita costanza, tutto
convincimento e tutto volontà, e di cuore squisitamente
sensibile, sta ora nella memoria dei posteri a riassu -
mere, incarnare un'idea fatalmente infelice, fatalmente
caduta.
CAPITOLO II.
s & e ^ ® :^ 9«
(i) V. Scritti r.
² 28 ²
² 29 ²
30
² 31 ²
² 32 ²
² 33 ²
² 34 ²
(i) V. lettera de) i. die. 1836. Do quasi sempre la data delle lettere, seb -
bene Federico Donaver asserisca che le lettere del Mazzini in generale non
recano data.
² 35 ²
- 36 -
_ 38 -
(i) Lettera del 26 aprile 1870 agli amici di Palermo, v. Scritti XVI.
² 39 ²
² 40 ²
* Nota. Né mi sfugge che egli ebbe con personaggi assai in alto relazioni
scambievoli (ad esempio con Bismarck e Vittorio Emanuele o che ad essi si
indirizzò (ad esempio a Carlo Alberto, Vittorio Emanuele, Pio IX, Luigi Na -
poleone, Cavour, Ricasoli, Crìspi), e che fece occupa re dei fatti suoi privati
il
Parlamento inglese (v. prefazione del Giuriati SiUe Duecento lettere inedite di
Giu-
seppe Mazzini) ; ma queste furono cose del momento, eccezionali. Bismarck, i re,
² 41 ²
« Ebbi a lottare contro il più grande dei soldati ; giunsi a mettere fra
loro d'accordo imperatori e re, uno Czar, un sultano, un papa, principati e
repubbliche ; avvi luppai e sciolsi venti volte intrighi di corte ; ma nessuno
mai mi diede maggiori fastidii al mondo d'un brigante d'italiano, magro,
pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo,
astuto come un ladro, disinvolto come un com mediante, infaticabile come un
innamorato, il quale ha nome Giuseppe Mazzini ».
² 42 ²
(i) V. lettera del 28 del 1837 nel voi. Xll degli Scritti.
² 44 ²
² 45 ²
(i) Lettera del 20 marzo alla madre dei R uffini. v. C. Cagnacci. Giuseppe
Mazzini i fratelli Ruffini Porto Maurizio 1893.
(3) Cfr. Sctiitt 111 : « Additate i Giuda a tutti, e basti per essi l'inf amia ».
^ 46 -
² 47 ²
- 48 -
² 49 ²
² 50 ²
(2) Scrive al Melegari :«.... e tu sai che non ho alcun vizio all'infuori
di quello del sigaro ».
² 51 ²
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² 55 ²
- 56 -
(i) E spiega che per quanto di Dio senta ogni di più la potenza, Egli è
immenso, e non può scendere a piangere con lui o a consolarlo ; quindi l'a -
dora più che non l'ami.
² 57 -
- 58 -
² 6o ²
² 6i ²
² 62 ²
- 63 -
l' uomo
che tutto sacrifi cò
che amò tanto
e molto compatì, e non odiò mai.
- 64 -
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PARTE SECONDA
² »^^w^
CAPITOLO I.
Xt A afi a ar T s.
² 68 ²
~ 69 ²
² 70 ²
² 71 ²
² 72 ²
(i) V. Scritti /,
² 73 ²
< Eux seuls {les jeiines) sont notre espérance > (i).
Tale fiducia anzi fu in lui esagerata, poiché se egli dei
giovani stimava tanto la generosità, l'ardire, Tentusiasmo
« Tanimo vergine di pregiudizi;, altri avrebbe appu nto
temuto ÌD essi la temerità e la mancanza d'ogni
esperienza.
(i) Vuoisi che le sue ultime parole siano state : « Giovani.... giovani I... »
² 74 ²
Ma ridea repubblicana, che pure rimase si indis -
solubilmente unita alla sua personalità storica, tanto che
ora noli si pensa a Mazzini senza pensare a repubblica,
non si pensa a mazziniano senza pensare a repubbli -
cano (i), egli seppe opportunamente subordinare, come
dissi, a quella più essenziale e di più prossimo inte -
resse. ¼ Non si tratta più di repubblica o di altre idee >
scrive con entusiasmo a Giuseppe Lamberti (2), in un
anno come il '48 e si tratta d*un duello a morte con
l'Austria ; e io vo' sostenerlo ». E al Bertani e agli
amici di Palermo ripete che non è quistione di monarchia
o di repubblica, poiché egli non conosce che una ban -
diera, che un motto di guerra : « Insurrezione e sovra -
nità del paese » (3). E infine, non aveva egli detto al
principe di Carignano : e Costringete la storia e Tuma -
nità a scrivere sotto i nomi di Washington e di Ko -
sciusko, nati cittadini : Vi fu un trono er etto da venti
milioni di uomini liberi che scrissero sulla base : ² A
Carlo Alberto Re ² l'Italia rinata per lui » ?
(i) Ciò avviene naturalmente ora che, non essendo più quistione d'unità^
si pensa alla forma di governo ; cosicché il Mazzini rivive nella parte non es -
senziale della sua idea.
² 75 ²
- 76 -
² 77 ²
(i) Tanto che il Giurati ebbe ad accorgersi per esperienza che, tutto som -
mato, tra i sistemi cifrati, le combinazioni delle lettere di un canto di Dante,
la scrittura di succo di limone (espedienti adoperati dall'esule per eludere la
vigilanza politica), la cifra meno decifrabile rimane sempre la calligrafìa di
certe sue lettere. Al Giurati parve cosi di campiere un lavoro di paleografia,
pubblicando que lle lettere I
- 78 -
S^SG^isegai che
² 8o ²
² 8i ²
La sua frase « Tltalie est une religion » adombra un
concetto ben più vasto e più profondo della semplice lotta
per Tunità. Ninno dei suoi critici diede importanza a
questo corollario della sua idea, e chi lo ricordò, come
lo Spuller, lo ripetè senza riflettervi sopra, passando
oltre. Merita invece grand e considerazione questo con -
cetto eminentemente classico, a lui giunto immutato at -
traverso i secoli.
² 82 ²
- 83 -
² 84 -
-^ 85 -
- 86 - .
- 87 -
² sa-
la lingua. Tale fazione politica, sorta, secondo lui, dalle
dottrine materialistiche del secolo XVIII, era giunta a
proclamare l'abbietto principio del potere per il potere.
Donde fu possibile sorgessero « coloro che architetta -
rono le teorie dei delitti utili e della menzogna oppor -
tuna >, coloro che misero in opposizione la moralità e
la politica. Egli invece vuole la lealtà politica, tanto
più lodevole in ciò, in qua nto, come ognuno sa, politico
è oramai divenuto un contrapposto di leale. E quando
alza la sua voce, che può sembrare audace e presun -
tuosa, sino a Carlo Alberto (i), osserva : < Non avete
forse bisogno che di udire la verità ; però io ardisco
dir vela, poiché nessuno tra quanti vi circondano può
dirvela intera >.
portuno » (2),
«*
² 91 ²
_ 92 ²
² 93 ²
² 94 ²
² 95 ²
- 96 -
- 97 ²
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² 99 ²
ti
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», ^ W b b
² lOO ²
che » (i). Ciò anzi tentò egli stesso, nelle sue brame non
mai sazie ne mai saziate ove si trattasse di scuotere gli
Italiani. Dio lo vuole ^ il grido che aveva compiuti mi -
racoli in Italia, egli avrebbe voluto divenisse grido
nazionale e rinnovasse gli antichi entusiasmi. Totalmente
dimenticato nelle epoche infauste della servitù, questo
grido sia ora gettato con ardire tra la folla, tra noi
Italiani ² egli pensa ² e noi non rinnegheremo questo
motto d'azione, e noi ricorde remo la tradizione nazio -
nale. ¼ Ricorderemo che, col nome di Dio sulla bocca,
i nostri fratelli Lombardi vincevano, nel XII secolo,
gli invasori Tedeschi. Ricorderemo che i repubblicani
delle città toscane si radunavano a parlamento nei tem -
pli. Ricorderemo gli artigiani fiorentini, che respingendo
il partito di sottomettere all'impero della famiglia Me -
dici la loro libertà democratica, elessero, per voto
solenne. Cristo capo della repubblica ² e il frate Sa -
vonarola, predicante a un tempo il dogma di Dio e
del popolo ² e i Genovesi del 1746 liberatori, a furia
di sassate e nel nome di Maria protettrice, della loro
città > (i).
(i) Altrove : « Noi tutti aspettiamo un pensiero religioso, che ponga fine
allo scetticismo ».
² 102
² 103 ²
{\) Il sentimento relig ioso in Giuseppi Mazzini. Rassegna Nazionale^ 1890, 45.
² I04 ²
una campagna ingenerosa spesso e sleale, massime con
il rappresentarlo nemico della religione. Non solo egli
non avversò la religione, ma stimò fosse necessario
fondarne o introdurne una, la Cattolica od altra, in
quel popolo che ne fosse stato privo. Egli non volle
dirsi cattolico, perchè credette intravvedere una religione
più perfetta, ma riteneva che ciò pesasse poco sulle
bilancie. E noi lo vediamo fare omaggio di devozione
ai primi reggitori della Chiesa Romana e a Cristo (i).
Che più ? La sua ammirazione per Edgard Quinet allora
appunto s'affievolisce, quando questi stima necessario
abolire ufficialmente nello stato il Cattolicesimo. E
² indizio significante ² quando, nel penultimo anno di
sua vita, egli ode della morte di Giuditta Sidoli, l'antica
sua fiamma, si consola tutto al pensiero che essa é
morta cattolica, poiché ² dice ² ogni fede conforta
il guanciale di chi muore e la consacra più che l'arida,
scarna, t ristissima menzogna di scienza che chiamano
oggi il Libero Pensiero (2). Si sprezzanti parole egli
aveva, in una lettera privata, per questo grande avver -
sario del Cattolicesimo e del dogma! Egli fremette
bensì e inveì contro quella corruzione del cle ro, contro
quella indegnità dei ministri di Dio (dei quali, a suo
i:redere, non ci sarebbe stato bisogno), contro quell'osceno
spettacolo che aveva già fatto fremere Dante, che aveva
(i) Cfr, a) Dal Papa al Concilio, pubblicalo nel 32 in rare copie, premesso
ai Tre Principii del Didier, ristampato come opuscolo nel 49, e in Scritti XVI.
b) Lettera a! preti italiani intorno all'Enciclica di Gregorio VII (1834),
ScrittiWV.
« vorrei che la Chiesa tornasse alle sue origini purissime, fecondate dal san gue
dei martiri ». e) Lettera inedita pubblicata dalla Rassegna JNazionale.
² I05 ²
{1} La morale di Cristo è eterna, secondo lui, e l'Umanità nel suo corso
avrà qualcosa da aggiungervi, nulla da toglierle. Crede persino al dogma della
Trinità, ma a modo suo. Cfr. letfera del 22 luglio 1838 al Melegari.
² io6 ²
² 107
( I ) V. Memorie aneddotiche per sei vire alia Stona del Risorgimento italiano,
(a) Del X gennaio 1865.
² io8 ²
(4) V. Scritti 1.
² I09 ²
² no ²
² Ili ²
112 ²
(i) Taluno dei critici del Mazzini che tende a costruire un sistema filosofico
mazziniano non s'avvede che se in Mazzini v'ha sistema filosofico, si è nel
campo della morale.
² 113 ²
² 114 ²
"5 ²
(3) V. La Letteratura it aliana nel secolo XIX. Opera postuma, per cura
di F'. Torraca, Napoli, 1897.
² ii6 ²
² 117 ²
² ii8 -
² 119 ²
² I20
² 121 ²
² 122 ²
² 123 ²
(i) In foglietti volanti perduti tra le carte dei Ruffini, pubblicati dal Ca -
gnacci, op cit.
² 124 ²
² 125 ²
² 126 ²
w w b W
² 127 ²
² 128 ²
² 129 ²
² I30 ²
² 131 -
² 132 ²
oLamennals. . - « t*
² 133 ²
² 144 ²
² 145 ²
² 146 ²
² 147 ²
(i) Voi. 37, 1828. Giornale qu esto che, con il Ligustico, non godette mai
le simpatie del Mazzini.
(2) Carlo Botta e i Romantici, 1828, 13. v. Scritti II. v. pure nostra
Parte Seconda, Capitolo Secondo.
² 148 ²
² 149 ²
² I50 ²
² 151 ²
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² 153 ²
² 154 ²
(i) Ed espresse un voto che era di molti, non soltanto suo, Enrico Nen -
cioni : « La vita è cosa seria e di un profondo significato. L'arte che la
esprime non può avere per ragioni ultime l'inventario d'una cucina o gli
amplessi di una cocotte ». Né il Cavallotti parlava per ischerzo quando al
palpitate candide nudità della Nova Polemica contrapponeva il suo :
- 156 -
mazziniana ?
² 157 ²
² 15» ²
² 159 ²
² i6o ²
(i) Avviamento allo studio critico della letteratura italiana. Verona tSgXm
² i6i ²
102
(i) Cfr. in proposito lettera a G. Giglioli {Scritti XII): < Scrivo spirituali -
smo, sintesi, teoria educatrice, principii ; ² e qai sono materialismo
incarnato^
analisi pura e pratica, critica che loda o biasima senza perchè, fatti muti »>
² i63 ²
² 164 ²
- i65 -
² i66 ²
² i67 ²
Ŷo letterario
scrittore, e
spiccate
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EJB^g^B'WA'*t*fiSBi'esp»n9Ìone,
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^Ŷfacchiudeva.
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² I70 ²
² 171 ²
² 173 ²
² 174 -
"- 175 ²
² 176 ²
² 177 ²
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² 179 ²
² i8o ²
² i8i ²
(i) Assai più singolare è quel suo supporre che la Sand vada espiando
qualche fdllo di gioventù, poiché è si triste sempre.
² l82 ²
'I
I
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² i84 ²
- i85 -
² i86 ²
- i87 -
² i88 ²
² i89 ²
² igo ²
(i) V. Nuova Antilogia 1890, III, XX Vili. Lettere tratte dai manoscritti
donati dal Lemonnier stesso alla Nazionale di Firenze^
² 191 ²
192 ²
² 193 ²
scuola ripudia i pensieri che bruciano la carta, .^. Le
sue gioie sono tutte domestiche, i suoi patimenti non
si ribellano mai, l'espiazione dei suoi peccati è sempre
la preghiera. L'amore suo si scambierebbe con Tamicizia,
con le carezze degli angeli, dei fratelli, gli odii si spengono
prima di scoppiare.... e dominante su tutto il solito
ritornello : levate gli occhi al cielo» Tale la scuola del
Manzoni, del Pellico, del Grossi. ² E tale il giudizio
che ne diede il Mazzini *.
* Nota. Non senza scrupolo io riferisco questo brano, temendo che altri
tion ne deduca avere il Mazzini irriverenza verso il Manzoni. Ma bastino ad
allontanare ogni sospetto poche parole dello studio sul dramma storico:
« L'alloro di che si incorona quel santo capo è troppo italico perchè a noi
potesse sorgere in mente di stender la mano a sfrondarlo..; Manzoni, tu sei
grande e amato I »
² 194 ²
² 195 ²
² 196 ²
(i) Ciò risulta anche meglio dai /VnjtVrt pubblicat i ora come opera postuma.
I posteri del resto furono più giusti verso il Leopardi che non i contempora -
nei. Non soltanto il Mazzini, ma anche il Tommaseo, il Colletta ed altri lo
disconobbero vivente.
² 197 ²
² 198 ²
² 199 ²
autore.
Mi riferirò naturalmente per questo a ciò che egli
compose con Tintenz ione che divenisse pubblico, a ciò
che è raccolto nella collezione dei suoi scritti politici
e letterarii. Lascio quindi da parte le lettere private,
poiché in esse le circostanze e la necessità ebbero la
prevalenza sulla norma letteraria ed artistica . In
quelle pagine, scritte fittissime, in linee che quasi
s'addossano, indarno si ricercherebbe la preoccupazione
artistica. Lo stile dell'uomo dovea risentirsene, e divenne
infatti frettoloso, telegrafico a volte, condensato sempre.
E* naturale. In esso l'economia delle parole rivela
l'economia delle spese postali, poiché nel suo esilio
l'autore, mentre é quasi sempre alle prese con la miseria,
tiene d'altra parte corrispondenza si attiva, che ha
alcuni di cinque o sei lire di spe se postali, nonostante
l'economia delle parole. *
² 20O
² 20I ²
² 202
² 203 ²
² 204 ²
La bandiera tricolore
Sempre è stata la più bella....
² 205 ²
206 ²
207 ²
- 208 ²
(2) « Il più bel tipo » scrive al Rosales « è quello dell'uomo che di mezzo
a rovine annuncia una parola d'avvenire ». Lettera del i ottobre 1834.
Cfr. (Carlo Botta e i Romantici)'. « I Romantici s'aggirano religiosi tra le
rovine dell'antica grandezza, e dissotterrano ad esempio e conforto dei nipoti
ogni reliquia dei tempi tr ascorsi ».
209 ²
(i) Dov'era ? in qaal tempo era ? Alcune lettere a Monte cuccoli (nome di
guerra di Giuseppe Lamberti) non portano data. Il Giuriati, che le pubblica,
le fa assai antiche. Io le credo più recenti per diversi motivi, tra gli altri
per-
chè vi si parla di una gravissima malattia del padre, della quale il Mazzin i
parla pnre in una lettera del i Agosto 1S38 al Melegari. Poi si in queste che
in altre del '38 parla del bisogno di una quiete quale potrebbe avere in Isviz -
zera. Secondo me adunque quelle lettere vanno poste nell'estate del 1838, da
Londra, donde l e altre vengono.
14
² 210 ²
cusando una vena di nostalgia che ha scoperta nell'a
nimo suo, si sprigiona in quelle stesse parole con le
quali egli afferma che ha « bisogno di patria, di nu -
vole italiane, di vento italiano, di mare italiano, di
campagne» di città italiane >, di poesia italiana insomma,
ma sempre di poesia, anzi della migliore, E* Teterna
canto del suo cuore : è il motivo del mare sconfinato
innanzi alla celletta di Savona che tratto tratto ritorna,
è quello della splendida notte stellata che egli contempla
dalla fortezza di Gaeta, è il canto mesto del passero
solitario che ascolta colà o il volo di due bianchi uccelli
che segue con lo sguardo nel loro agitarsi sull'ond e
¼ come pensieri che attraversino una mente agitata »,
Ora qual campo fecondo doveva avere la sua na*
tura d'artista quando egli si trovava profugo in Iviz*
zera ! ² Egli è là, tra quelle alpestri regioni, a Berna ^
in una cameretta, al tavolino. Sta scrivendo, e il freddo
lo coglie con la notte, ed egli posa la penna. Ma allora,
in quella solitudine, alla sua fantasia si presenta come
in un quadro la sua posizione, e a lui prende vaghezza
di ritrarre all'amico a cui scrive cotale quadretto. E,
dimentico che quella lettera era cominciata tra gli
afiari delle associazioni segrete, avea trattato di denaro
e stava narrando una dolorosa storia d'arresti e dt
persecuzioni, egli abbozza il suo quadro : « Qui in
faccia all'Alpi, di notte, in una stanza che pare un os -
servatorio, in mezzo agli urli di un vento di cui non
ho sentito l'eguale ² certe nubi tinte a liste puntate
che paion maledizioni ² l'Alpi coperte da un cordone
di nubi nere come la fatalità ² una stella lassù fra le
nubi ² un cielo da proscritto >. Io colgo a disegno
² 211 ²
² 212
² 213 ²
² 214 ²
² 215 ²
² 2l6 ²
-^ 227 ²
² 228 -
(i) Cfr. : Quaiid les hommes ne croient plus à Dieu, Dieu s'en venge en les
faisant croire au comte de Saint -Germain , aux tables qui tourne nt.
² 229 ²
(i) Una delle tante: Noi navighiamo verso la repubblica; non so d'onde
verrà, né come, ma ogni mese ce l'avvicina. (Lettera del 23 marzo 1865 a
Daniel Stem).
² 230 -
² 231 ²
² 232 ²
² 233 ²
² 234 ²
~ 236 ²
² 237 ²
² 238 ²
² 239 ²
² 240 ²
² 241 ²
CAPITOLO II.
SiS «OltSTTS
Il terso argento,
E Per teatri e lucide magioni
Sonnecchiando le madri a testa china,
Danzavan le tue donne a suon di spro ni
D *austra fucina.
Tu noi vedevi del tuo mar sul lido
Quel solitario grave adolescente.
Pianger di te senza il sospir tPun fido,
(i) 11 noto romanziere torinese, che con il Bottero fondò la Gazzetta del
Popolo.
(a) Minacciava con slcaril, novello Vecchio della Mont agna ² diceva Pa-
nonimo sullodato. Mori sereno e tranquillo come avea vissuto ² asseverò
la signora Assing.
² 244 ²
² 245 -
Rupe natia,
Amando procedeva in suo disegno,
E in sua fiducia, come ognor procede
Amando sempre, benché volgo indegno
Intorno vede.
² 246 ²
² 247 ²
² 248 ²
(i)v. J.Mazzini. Essays. ² Selected from the writings^ literary, politicai and
reHgious (1887), e Giuseppe Mazzini *s Schriften aus dem Italieniscfun^ mtt
einem Vorvvorl von Ludmilla Assing (1868).
² 249 ²
Tren fauni o la vita d'un giocatore (Indicatore gè»
novesé). ² E' anzitutto per provare una volta di più che
per il pubblico, il quale noii sa d'Aristotele, e per
Tarte, la quale non deve saperne, è indifferente che
scorrano in una sera trenta ore o trent'anni. E sin qui
sta bene. Né noi ci soffermeremo su questa controver -
sia, sulla quale, dopo la Lettera al Chauvet special -
mente e il Dialogo di Ermes Visconti siamo tutti d'ac -
cordo ; poiché tutti sappiamo qual valore abbiano le
due prime unità, poiché tutti dovremmo sapere che il
buon filosofo di Stagira non intese punto di dare pre -
cetti d'arte né di drammatica in ispecie, ma volle sol -
tanto raccogliere le norme che, volontariamente o no,
i grandi autori greci avevano seguite.
² 250 ²
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² 253 ²
² 254 ²
(i) Cfr. Canta {Sion'a della Letteratura Italiana): « Non basta alle sue
dei piedi e viceversa ; non basta che l'ingiustizia mandi al patibolo una
vecchia
vizze mamme ».
² 255 ²
(i) Cfr. ancora Cantù (ibid.) : « Cogli indeclinabili apoftegmi contro i papi,
i prìncipi, i governi, la razza umana, attacca ai giovani il parossismo della
disperazione ».
² 256
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² 258 ²
No.
Mordo, invischio,
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² 26l ²
² 202 ²
abbia ad esclamare giubilando : essi combattono ancora
Tun contro l'altro !
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² 266 ²
² 267 ²
(i) E qui altra ingenua domanda d el Tirinelli: Perchè per ben due volte
il Mazzini afferma quasi vaticinando che il vero dramma storico sorgerà in -
nanzi al tramontare del secolo ? ² Sembra che il Tirinelli vada pensando a
ragioni particolari del Mazzini ignote a noi. Ma non s'è accorto egli mai della
tendenza del nostro autore al vaticinio letterario o politico, fosse a fine
d'in-
coraggiamento, fosse per tendenza al misticismo, fosse per carattere, per vezzo
o per altro ?
² 268 ²
² 209 ²
² 270 --
² 271 ²
(2) Più felici degli altri furono il Mflllner, il Grillparzer, e oggi ancora
il nostro d'Annunzio.
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² 275 ²
tipo che non aveva riscontro tra i passati, non tra i
contemporanei ? ² Ecco qui, in una lettera dimenticata,
il cuore della quistione, il punto dal quale evidente «
mente il Mazzini prende le mosse ogni qualvolta parla
deirindividualità del dramma shakespeariano. L'autore
² egli si risponde ² rimirò a sé, indagò se stesso.
L'analizzare e il notomiz^are in sé ogni idea fece si che
egli rendesse in modo perfetto lo squilibrio tra il pen -
siero potente e lo spirito d'azione malfermOi tra la po-
tenza e Tatto. E siccome ad altri potrebbe sem -
brare discutibile questa ricostruzione della genesi del
capolavoro shakespeariano, il critico consiglia di rileg -
gere il dramma con questa idea, ponendo attenzione
¼ al menomo mezzo verso ».
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² 279 ²
² 28l ²
² 282 ²
- 283
e Dante*
di Dante ( The Foreign Quarterly Revievo). ² DelVamor
² 284 ²
(i) Per la verità tuttavia conviene notare che già nel 1839 F. Ozanam
aveva rifiutato riguardo a Dante gli epiteti di guelfo e ghibellino*
² 285 ²
² 286 -
² 287 ²
(i) 11 quale, a mio avviso, si ispirò a queste pagine, quando nel 189 1
parlò, splendidamente come egli sapeva, del misticismo della Vita Nuova
al pubblico della sala Ginori a Firenze.
² 288 ²
² 289 ²
(i) Z.a Letteratura mistica. La Vita Italiana nel Trecento, Milano 1895.
G. MaxMini uomo e letterato. 19
² 290 ²
291 ²
(i) Di questo fatto, notato pure dal Muratori, è esaurien te, mi pare, la
trattazione clie ne fece il prof. Felice Tocco {Veresia nel Medio Evo), il quale
conclude che le profezie di questo frate sulla lotta tra i pontefici e la Casa
Sveva, ad esempio, e sull'esito infelice della ter^a crociata (cfr. Muratori:
Ann.
d'It., ad ann. 1190), non trascendono il limite della conoscenza umana, v.
pnre Janauschek. Originum Cisiercùnstum, Tomo 1.
² 292 ²
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² 294 ²
² 295 ²
² 296 ²
² 297 -
(i) V. HeroeSt Hero -Worship, and thf Herotc in History. (London 1841}.
Il Mazzini ritenne invece l'unione di Dante con Gemma Donati non infelice, ma
« freddamente calma ». Come si vede, il Carlyle amava far Dante assai simile
a sé ² ciò che del resto il Mazzini faceva in ordine alle idee.
² 298 ²
Il pensiero mu -
sicale di Giuseppe
Mazzini.
² 299 ²
* Nota. Il Mazzini ebbe elogi non comuni per il Rossini musico. Del
Rossini uomo e patriotta non sappiamo che pensasse, ma certamente egli non
sarebbe rimasto edificato dal fatto che di Rossini cittadino ci narra l'Orsini
(Lettere inedite di Felice Otsi ni, Garibaldi, ecc, intorno alle cose d^ Italia.
Milano 1862). 1 barnabiti Ugo Bassi e padre Gavazzi, gettata la tonaca, pre -
dicavano a Bologna sulla pubblica piazza, facendo sorgere, come sempre, nuovi
volontarii, raccogliendo oflerte per la causa ita liana, quando qualche nobile
provocò urli e sassate dal popolo. In tal frangente il degno pesarese... la glo -
ria immortale delV Italica lira, il protettore delle belle arti, ecc. ecc. fuggi
a lompicollo da Bologna,
² 300 ²
² 30I ²
alle forti melodie del Irovatorey alle note piene di
rivendicazione ài^VAida^ l'Italia potè dire di avere una
musica nazionale. Forse allora era essa ancora musica
d^una nazione che sta scuotendo il giogo, forse troppo
bene e troppo sovente ripeteva il motivo
² 302 ²
² 303 ²
(i) Cfr. : E sulla terra di Porpora e Pergolesì, sulla terra che ha dato Mar -
tini all'armonia e Rossini alla melodia, dispereremo che un genio sorga, il
quale interpreti, purificandolo, il pensiero di che il secolo XIX è iniziatore
agli ingegni ?
² 304 ²
(2) Il Ricifari pubblicò questo saggio critico in appendice all'opera sua, non
facendo esso parte ² né saprei indovinarne il motivo ² dei due volumi di
scritti letterafii. E neppure io so indovinare i l motivo per cui il Ricifari non
faccia parola della pubblicazione di questo stesso articolo nell'opera dello
Schack, a meno che non si supponga che egli, il quale pure mostra conoscere
del Canestrelli la bibliografìa degli scritti mazziniani (pubblicat a anche di
per sé), ne ignori la traduzione dell'opera dello Schack. Egli ebbe
dell'articolo
saddetto una copia di mano di Jessie W. Mario, tratta dal rarissimo esem -
plare a stampa che ella ne possiede ; ma con la citata traduzione del Cane -
strelli, non ci sarebbe stato bisogno di ricorrere alla Mario.
² 305 ²
(i) Quanto a Byron invece egli ricorda con orrore che taluno osò disprez -
zarlo in favore di Walter Scott poeta e di Shelley, non ricordando forse, o
ignorando, che Byron istesso ci aveva un poco di colpa, avendo posto lo
Scott al vertice di quel suo triangulus gradus ad Parnasium, che fu la pietra
di paragone di molti giudizi! poetici, e onorando Shelley come poeta massimo .
² 3<56 ²
² 397 ²
Sedotta all'esca
Di molti errori, traviò la troppo
Bollente indole mia.... (i)
² 3o8 ²
- 309 ²
CV^^^^^^-Y^
APPENDICE BIBLIOGRAFICA
Treves 1892.
E. Montazio: G. Mazzini, I Contemporanei ilaliani [n. 42 della
Suisse, 1877,59.
I. Castine : Mazzini. Portraits Historiques au XIX Siede (n.
19, f. IIj.
numero unico.
V. Reforgiato : Mazzini letterato, Catania 1894.
F. Riclfarl : // concetto delVarte e della critica letteraria nella
² 312 ²
I, fase. I.
e Milano 1895.
E. Spuller : Mazzini^ P Italie et la Revolution francaise. Revue
moderne, 1868, 45.
² 313 ²
Cattolica, I, I, 1860.
Riguardo alla bibliografìa degli scritti mazziniani rimando
a quella che Giulio Canestrelli pose in appendice alla sua
traduzione dell'opera del barone di Schack, ricca di ben 558
numeri.
^V-^*^^"-*^
INDICE
Pag
. 9
CAPITOLO i«
² li Carattere
, »
IX
CAPITOLO 2«
² H Cuore . . . .
j»
27
»
65
CAPITOLO I
*² La Mente . . .
67
I Pensiero politico
70
2 Pensiero religioso
96
3 Pensiero fìlosofìco
III
4 Pensiero economico
127
i
5 Moralità . . . .
130
6 Mazzini e Lamennais .
132
i 7 Pensiero letterario
140
169
Mazzini e Foscolo.
I&5
Stile
»
199
Poesia
201
Vedute storiche .
219
Tendenza mistica
227
8 Quaestianes : Ottimismo
230
Mecenatismo
233
Giornalismo
»
238
9 Conclusione ....
1)
240
CAPITOLO 2«
242
242
1)
248
»
281
mazziniana ....
304
APPENDICE BIBLIOGRAFICA .
311
V J
fi
ERRATA
'ag. 35
ad una
» 102
» 26 (nota) Qui »
Qui
^ 103
» ultima 45 »
55
» III
» 3 Molescott »
Moleschott
-» 192
» 26 Rèpublicaine »
Rèpublicaine
» X94
» II qui »
qui
Ź 217
» 26 46 >
47
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