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Fondato nel 1948

Anno 63°

Perla nera... n. 2 - Aprile 2011


Sped. in abb. postale
comma 20, lett. C,
Art. 2 - Legge 662/96
Taxe perçue -Tariffa
Mi siedo sul greto del lago e osservo l’acqua che scorre. riscossa To C.M.P.
I miei pensieri veloci seguono le correnti che, incessanti e fugaci,
portano lontano, oltre il filo spinato del tempo e dei ricordi.
Non è colpa dell’acqua se pian piano si infiltra nella roccia e la
spacca. L’ombra di un baobab mi protegge, mentre un volo di
fenicotteri risveglia in me questa voglia di fuggire per salvarmi.
Le acque del lago si tingono di rosa e si accende il contrasto
con il blu del cielo, che nasconde le stelle, pur se presenti,
sono nascoste e nessuno potrà vederle fino a notte.
Le mie dita raccolgono terra rossa che stringo, chiudendo
il pugno, mentre piedi scalzi sconosciuti si avvicinano per
regalarmi un sorriso, che si confonde con la bellezza del lago.
In un solo istante quella perla nera, raccolta precocemente,
mostra l’immensità dell’amore e riesce ad accendere tutte
le stelle nascoste. Mentre un flebile vento caldo accarezza
i nostri corpi, tutto intorno si ferma; persino i fenicotteri
smettono di volare e tornano a posarsi sulle acque del lago.
Chiudo gli occhi e odo il pianto stridulo di bimbi e il suono
di un tonfo sordo: è l’impatto di un corpicino con la nuda terra
uguale a quella che sto stringendo tra le dita.
Apro il pugno, la terra rossa cade disperdendosi come polvere
cosmica, residuo della coda di una cometa che nella notte di
Natale non ha mai dimenticato di sovrastare la sua Africa.
E l’Africa non tradirà mai quella terra rossa,
né tutte le perle nere che essa contiene.
Nadia Monari
• DON PALEARI... PRESTO “BEATO”
• COMUNITÀ “ I GIRASOLI”
• VOLO… CON LA POESIA E L’UNCINETTO
• DIVENTARE INFERMIERA AL COTTOLENGO
I l p u n t o

S OMMARIO

Periodico della Famiglia


3

4-5
Il punto
Mauro Carosso

Don Paleari
Il volto del Risorto
Cottolenghina e degli Pier Giuseppe Accornero
ex Allievi e Amici
6-7 Volo... con la poesia e l’uncinetto
della Piccola Casa
Rita Corsi
n. 2 aprile 2011 8-9 Comunità “I Girasoli”
Periodico quadrimestrale Suor Clara Cigna
Sped. in abb. postale
Comma 20 lett. C art. 2 10-11 Diventare infermiera
Legge 662/96 Claudia Romano
Reg. Trib. Torino n. 2202
del 19/11/71 12-13 D’ora in avanti starò lontano dal fuoco
Redazione
Indirizzo: Via Cottolengo 14
10152 Torino - Tel. 011 52.25.111
14 Altri aspetti magici
C.C. post. N. 19331107
Monica Corallo
Direzione Incontri
Cottolengo Torino
15 Perché
Direttore Onorario
Don Carlo Carlevaris
16-17
Redazione

Dolore e difficoltà
Gentili lettori di “Incontri”, e faticosa, Lui non si stanca di aspettarci e di con-
Direttore responsabile
vorrei farvi partecipi di un’intensa emozione, quel- solarci.
A. S.
Don Roberto Provera la che ho provato di fronte al volto di Cristo in Ci aiuta a liberarci del superfluo e dell’inutile, per-
Amministrazione
18-19 Una storia da Cottolengo trono, raffigurato in un’affresco rimasto coperto da ché attraverso la nostra vita il suo volto risplenda.
Avv. Dante Notaristefano Fratel Maurizio calce e pesanti decorazioni barocche per diversi È un’ invito a risorgere, lo stimolo a togliere tutto
Segreteria di redazione 20-21 Sapeste quanto mi mancate secoli. quello che impedisce di essere veramente liberi,
redazioneincontri@hotmail.it Redazione Inaspettato, il sereno volto del Salvatore – dipinto per poter contemplare il suo volto, a volte inutil-
redazione
verso l’anno 1000 – è apparso durante i lavori di mente o malamente cercato.
22-23 Africa per la prima volta
Salvatore Acquas restauro nella chiesa di S. Maria in San Mauro È un augurio per vivere la prossima Pasqua nel suo
Don Franco Piano
Mario Carissoni Torinese. significato più pro-
collaboratori 24-25 Il Cottolengo all’ospedale San Giovanni Bosco Trovandomi di fronte fondo, illuminati dal-
Paola Bettella Don Antonio, Sr Flaminia, Don Massimo all’immagine ho avu- la luce del volto del
Mauro Carosso to un attimo di com-
Fr. Beppe Gaido 26 Fratelli in India Risorto che tutti in-
Fratel Sandro mozione che mi ha vita a vivere la nostra
Progetto grafico fatto riflettere. fede con entusiasmo,
Salvatore Acquas 27 Convegno ex allievi / Don Gianni Cossai
Redazione
Per quanto nella vita e noi cottolenghini
Prove digitali ognuno di noi si illu- nella più autentica e
LEM Stampa digitale
28-29 Ritrovarsi tra amici da di coprire o di generosa carità.
Via Bologna 220 - Torino
Tel. 011 247.55.46 Don Aldo Issoglio dimenticare che vive-
Stampa 30-31 Briciole di carità re il proprio impegno Mauro Carosso
Tipografia Gravinese Redazione cristiano è cosa seria
Corso Vigevano 46 - Torino
Tel. 011 28.07.88 32 Perla Nera
Nadia Monari

INCONTRI è consultabile su http://chaariahospital.blogspot.com/


Questa rivista è ad uso interno della Piccola Casa Cottolengo

Nella semplicità, ma con gioia,


la Redazione augura una Buona Pasqua.
4 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 5
medici. Don Paleari le suggerì di
LA PRIMA BEATIFICAZIONE DI UN PRETE DELLA PICCOLA CASA lavarsi tutti i giorni gli occhi con
acqua fresca facendo un’aspirazio-

Don Franceschino
ne al Signore. Il rimedio avrebbe
potuto sembrare all’interessata un
po’ troppo semplice, quasi uno
scherzo, ma la suora obbedì e pre-

Paleari maestro
stò fede e con meraviglia sua e
della comunità ritornò a vedere
bene. Don Francesco aveva impa-
rato dal santo Cottolengo ad avere

dello Spirito
fede “di quella”!
Il sorriso di don Paleari ci accom-
pagni nel cammino verso la Pasqua
e ci aiuti a trarre dalla nostra fede
Ci accompagna col suo sorriso la serenità per le difficoltà di ogni
giorno. Con il nostro cordiale ri-
cordo nella preghiera
I n attesa della beatificazione,
ripercorriamo alcuni episodi della
infatti un ministero molto ampio in
vari campi: quello dell’insegnamen-
cesi di Torino il servizio di vicario
per la vita religiosa e di provicario Vostre Sorelle Adoratrici
vita di don Paleari definito, da chi to, anche nel seminario diocesano generale. Per molti anni fu confes- Due foto di Francesco Paleari, giovane e in età matura del Preziosissimo Sangue di Gesù
l’ha conosciuto personalmente,“il oltre che in quello della Piccola sore dei più piccoli nella Piccola Pralormo
sacerdote del sorriso, straordinario Casa, quello della predicazione, Casa, la comunità dei “Fratini” i
in tutte le cose più ordinarie”. Da della confessione e della direzione quali andavano più che volentieri a Signore non mancò di colmare don Nel 1931 don Paleari fu nominato
parte sua amava suscitare il sorriso spirituale. Inoltre svolse nella dio- confidarsi con quel piccolo prete, Paleari di alcuni doni particolari, Provicario della diocesi di Torino È appena giunta la notizia
negli altri raccontando, soprattutto non troppo più alto di loro, che li come traspare da alcuni episodi. e in quella veste ebbe modo di che Don Franceschino
a qualche giovane seminarista o a capiva così bene. “Discorrere con Una suora della Piccola Casa era farsi apprezzare per la sua dolcez- sarà proclamato beato
qualche novizia, un particolare don Paleari voleva dire sentirsi stata chiesta per assistere un’am- za, per il suo amore alla verità e sabato 17 settembre 2011.
episodio del suo seminario. amati”, ricordava da adulto uno malata. Quando la sera essa arrivò per la sua determinazione nell’af-
Giunto assai giovane al seminario di questi suoi piccoli amici. alla casa indicata s’accorse ben frontare le situazioni più difficili. Deo Gratias
della Piccola Casa, soffriva per il Un debito di riconoscenza spe- presto che non c’era nessun infer- Si presentò un giorno a parlargli di
distacco dalla famiglia, ma non si ciale lega la nostra comunità al ma ma che le si era tesa una trap- alcune questioni una persona che
accontentò di piangere come ministero di don Paleari visto che pola. Non si perdé d’animo e non era stata soddisfatta della ri-
facevano i suoi compagni. per 30 anni egli fu confessore minacciò i malintenzionati di de- sposta ricevuta dal Vicario genera-
Avendo adocchiato un muricciolo ordinario del monastero e per 15 nunciarli. Essi la lasciarono sola in le. Don Paleari l’ascoltò poi chiese
di facile scalata, si trovò nel cuor cappellano. In questa veste tra- una stanza per due ore, durante le se fosse già stata dal Vicario della
della notte proprio a cavalcioni di smise con passione alle nostre quali essa pregò continuamente. diocesi. L’interessata dovette dire
quel muro: aveva iniziata la sua Sorelle quel gusto per la celebra- Uscita libera verso le ventitré la la verità: c’era già stata! Allora don
fuga e con piccolo salto il suo La casa dove nacque Francesco Paleari, come si presenta zione liturgica che il Concilio suora se ne tornò alla Piccola Casa Paleari con molta calma rispose:
ritorno a casa era ormai sicuro…
oggi, con lapide e busto messi a ricordo
avrebbe sollecitato per tutti i ringraziando Dio dello scampato “Io sono provicario e non contro-
ma ecco proprio in quell’istante fedeli. Fu lui a educarle alla par- pericolo e pensando di raccontare vicario”. Egli riassumeva il suo
una folla di pensieri che erano tecipazione “dialogata” della l’accaduto il giorno dopo a don Pa- modo di agire con questa frase:
assieme un misto di paura, rimor- santa Messa procurando anche i leari. Entrando nel cortile del “Starei senza mangiare, piuttosto
so e salutari inviti a offrire al messalini adatti allo scopo. Cottolengo se lo vide venire incon- che tradire la verità”.
Signore le sue pene, lo fecero Dedicò tempo anche alla forma- tro, mentre teneva con la sinistra Anche in campo medico don
rientrare in sé… con un sospiro zione biblica della comunità, so- un lumicino ad olio e lo riparava Francesco se la cavava bene e sono
di sollievo si incamminò di nuovo prattutto sugli scritti di s. Paolo e con la destra. Senza che lei dicesse noti alcuni episodi di guarigione.
al suo reparto e tutto finì lì. In trasmise il suo spirito di santità alcunché dell’accaduto egli col suo Una suora della Visitazione soffri-
realtà tutto iniziava: un cammino con brevi e incisive frasi, che non eterno sorriso le disse: “Bello esse- va da tempo male agli occhi e non
di instancabile fedeltà al Signore sono state più dimenticate, come re in mezzo al fuoco e non brucia- trovava rimedio nelle cure dei
e di grandi fatiche al suo servizio. queste: “Chi ha pazienza in ogni re. Ora vada a riposare tranquilla”.
Nella sua vita si è realizzato il loco, non fa poco, non fa poco”, Dio le aveva mandato incontro un
Il quadro raffigura San Giuseppe Benedetto
proverbio che dice: “Se vuoi un “Facciamoci furbi, il Paradiso è angelo consolatore al quale aveva Cottolengo, alla sua destra il Venerabile
lavoro fatto presto e bene, dallo a eterno”. rivelato quanto accadeva lontano, Francesco Paleari e alla sua sinistra padre
Particolare della lapide commemorativa e busto marmoreo di Ludovico Chiesa, settimo successore del Santo
chi è già molto occupato”. Svolse Mons. Francesco Paleari posti nella casa natìa. Perché potesse farsi tutto a tutti il nell’oscurità della notte. e nipote del Venerabile.
6 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 7
giovinezza, non vedevo limiti o cominciato allora a confrontarmi Sarajevo era andata distrutta dai
FIGURE COTTOLENGHINE impedimenti a causa del mio handi- con la mia situazione di vita; bombardamenti. Volevano rico-
cap. Non potendo proseguire e rea- anch’io posso tornare ad essere struirla e per questo avevano biso-

volo... con la poesia


lizzare la mia scelta di vita, ecco che serena e infondere serenità attorno gno di fondi. Io ho raccolto il loro
anche per me arriva un periodo di a me. Sono nata così (ne avrei già appello e l’ho fatto pubblicare sulla
tristezza, scoraggiamento e disani- abbastanza), sono lontana dalla rivista “Italia Missionaria”; molti
mo per il non senso della mia vita. famiglia (ne avrei già abbastanza), benefattori hanno risposto e in tre
In questa triste solitudine trovo ma non posso essere sola. Così anni la loro casa, l’Istituto Egipal, è

e l’uncinetto «…io mi sento molto


fortunata e non ho
nessuna intenzione
conforto nello scrivere su un picco-
lo quaderno, giorno dopo giorno,
pensieri alla rinfusa, sgorgati dal
mio cuore, desidero di essere an-
ch’io “qualcuno” in questa società
stata di nuovo pronta per ospitare
bimbi orfani e giovani vittime della
guerra sino all’età di 18 anni, inse-
gnando loro l’arte del vivere. Il 12
giugno 1999 vengo invitata all’inau-
di passare la mia vita impietosa che vuole sempre e solo il gurazione; mai avrei pensato di
a disperarmi: voglio esse- perfetto. Ed ecco che quasi per andare a Sarajevo, ma la Provvi-
magia pian piano nascono piccole denza, che fa bene tutte le cose, me
“sono nata re libera di portare nella
vita di ogni giorno le
poesie che nel 2008, con il contri-
buto di una classe di amici liceali,
l’ha reso possibile. L’istituto è stato
fondato dal primo Arcivescovo di

così: e mi cose meravigliose che


possiedo nel mio cuore
vengono stampate e raccolte in un
primo libretto. Terminate le scuole
medie sono inserita nel laboratorio
volto la medaglia della mia vita.
Tutto è così bello quando il cuore
è libero e vuole essere ciò che può
Sarajevo, Josip Stadler, che l’ha
assegnato alle Ancelle del Bambino
Gesù, per farne un orfanatrofio per
sento felice”. perché mi sento
come tutti
occupazionale, comincio a lavorare
all’uncinetto e a produrre, insieme
essere! Mi alzo e dico: Sono felice!
Cercherò di vedere la vita con otti-
bimbi di ogni nazionalità. La deno-
minazione di Egipal è richiamo al
capace di amare con le mie compagne, tanti bei mismo!” Partecipo per dieci anni passo evangelico della fuga in
e aprirmi agli lavoretti che saranno poi esposti e all’Associazione Volontari della Egitto della Sacra Famiglia. Co-
altri». messi in vendita, durante la mostra Sofferenza, dividendo con loro nosco molti dei benefattori che mi
annuale della famiglia Santa Eli- ogni anno gli esercizi spirituali in fanno anche visita in Torino. Così
sabetta; il ricavato andrà poi alle località Re, nell’alto Novarese. Nel come conosco due fratelli, entram-
giovani che desiderano avere con- anno. Ero quanto la volontà del missioni cottolenghine nel mondo. tempo libero mi esercito al compu- bi adottati da una famiglia italiana,
“Parlare di figure cottolenghine tatto e conoscenza con realtà un po’ Signore le aveva posto tra le brac- La salute mi consente ancora di tor- ter e frequento corsi di perfeziona- con cui sono sempre in relazione.
è un compito che mette nare in visita alla famiglia, viaggian- mento. Creo biglietti d’auguri, sca- Volevano solo un figlio, ma quando
in crisi profonda. Ogni incontro diverse da quelle della loro età cia. Ma i problemi di un’assistenza
spensierata. In questi momenti di adeguata, avendo altri tre figli, do in aereo; ricordo il mio primo rico foto o altro, leggo libri, insom- c’è una coppia l’Istituto non la
è una storia, un’anima, che parla volo e quanto è stato importante ma non ho tempo per annoiarmi, vuole separare; gli adottati sono
solito sono chiamata a rendere erano ben oltre le sue possibilità,
e testimonia la ricchezza dei doni testimonianza del mio vissuto qui così la famiglia decise di mettermi per me. Una giornata di pioggia, tri- anzi, ventiquattro ore a volte non diventati due. La Provvidenza fa
che la Provvidenza ha profuso in nella Piccola Casa, ed io lo faccio in un luogo dove poter crescere e ste proprio come me, io che rimugi- mi bastano. Vivere nella Piccola sempre bene tutte le cose!
questi suoi figli.” molto volentieri, presentando ver- continuare la mia vita, in un modo navo sulla mia impotenza a cogliere Casa è vivere come in una grande Rita Corsi
balmente le mie giornate e rispon- cosiddetto “normale”. Con l’aiuto le opportunità della vita. L’aereo famiglia, nella fiducia illimitata in
Dio Padre buono. Mio punto di
N ella Piccola Casa, in alcuni pe-
riodi dell’anno passano molti
dendo alle tante domande che mi
vengono rivolte. Parlando a viva
di frati francescani della parroc-
chia, il 27 febbraio 1962 sono
parte, si stacca dal suolo e comincia
a salire, vola in alto, sempre più su,
attraversa le nuvole e, sorpresa...
riferimento è il Santo Cottolengo e
ora che non ho più il mio papà,
visitatori: persone laiche o religiose, voce, dico sempre semplicemente accolta nella Piccola Casa della
che vengono per conoscere il Santo delle verità e questo mi viene spon- Divina Provvidenza in Torino, dove oltre le nubi c’è il sole e tanta luce! Lui, che sempre lo è stato, sarà il
Cottolengo e la sua opera, e tanti taneo e facile, anche perché amo vengo inserita nel gruppo delle pic- Colpita da questo cambiamento mi mio Papà. Lo vado a trovare
stare con i giovani. Ora cole bimbe di Santa Teresa. Li chiedo: Come è possibile il brutto e sovente nella cappellina e gli ho
che invece mi è stato rimarrò fino a sei anni, quando il bello nello stesso tempo? “Ho dedicato una poesia che ha vinto il
chiesto di metterlo per verrò spostata nella famiglia Santa concorso “il Cottolengo… in arte”
iscritto, faccio fatica, ma Elisabetta, dove mi trovo tuttora. nel 2003. Seguendo l’esempio del
ci proverò. Mi chiamo Nella Piccola Casa frequento la Santo, anche noi della Piccola Casa
Rita e sono nata il 14 scuola dell’obbligo; avrei voluto poi siamo e possiamo essere strumenti
novembre 1960 a Campi studiare lingue per poter diventare di aiuto; non mancano le occasio-
Salentina, in provincia di “assistente di volo”, una hostess! ni. Io, per esempio, nel 1966 verso
Lecce. Sono nata foco- Uno dei miei fratelli era aviatore e il la fine della sanguinosa guerra tra
melica, ultima di quattro sogno della mia vita era realizzare Bosnia e Serbia, ho conosciuto due
figli. La mamma mi ha nel volo un futuro tutto mio, nella suore iugoslave, ospiti della
accudita per più di un normalità. Nell’esuberanza della Piccola Casa, perché la loro casa in
8 N o t i z i e I n c o n t r i 9
le operatrici, nel fare la spesa, scuna persona
“…io trascorro i miei giorni guardando il Sole, lo seguo ovunque vada, nella preparazione dei pasti, nel porta nel pro-
riordino degli ambienti comuni e prio cuore.
mi sazio della sua luce e mi riscaldo al suo calore…” in molte altre piccole attività spe- Non sempre,
cifiche di una casa. però, tutto pro-
Inutile dire che tra i momenti più cede serena-
belli e attesi, quello della tavola mente e senza
occupa un posto privilegiato e fatiche e quan-
speciale, perché a tavola si mangia do si presenta-
bene e si gode di quanto ciascuna no difficoltà va-
è riuscita a realizzare; a tavola si rie o si affaccia-
parla, si raccontano e si condivi- no problemati-
dono le piccole esperienze quoti- che di salute
diane, si comunicano incontri importanti, la
avvenuti, amici incontrati, diffi- comunità fa ri-
coltà vissute magari al lavoro e ferimento ai servizi di competenza va il profumo di cose familiari a
anche momenti di tristezza, di che si trovano sul territorio. Si è noi care, si è liberi di muoversi ne-

I Girasoli
creata, infatti, una gli ambienti che ci appartengono,
rete importante, a di bere un bicchiere d’acqua
cui la comunità si quando abbiamo sete e di riposa-
rivolge nella quoti- re quando siamo stanchi.
dianità e nell’emer- A casa ci sentiamo liberi di pian-
genza. gere, quando siamo tristi e di ride-
Ogni persona inse- re e scherzare, quando siamo con-
rita in comunità tenti, di litigare e di fare la pace; a
porta con sé il pre- casa conosciamo e condividiamo
zioso bagaglio di anche le gioie e i dolori di quelli
C hi non ha mai visto, viaggiando Vivono con noi, per alcune ore vive l’impegno condiviso nella legami e relazioni che vivono con noi, impariamo
tra campi e prati, distese luminose della giornata, due operatrici gestione quotidiana della casa. familiari, di amici- ogni giorno a volerci bene, perché
di fiori alti e dorati che se ne stan- dipendenti della Piccola Casa. Le giornate trascorrono ricche di zia, di lavoro, di con lo sguardo e il cuore rivolto al
no con il naso rivolto all’insù, Attraverso l’esperienza della vita impegni all’interno della comuni- conoscenze che si Sole comprendiamo che tutti rice-
verso il sole? di ogni giorno ciascuna persona tà e all’esterno, infatti tutte le gioia, di sofferenza… mantengono e a volte si intensifi- viamo lo stesso calore e siamo illu-
Così i girasoli trascorrono il loro matura le proprie autonomie e signore sono inserite in attività La comunità ascolta e accoglie i vis- cano tanto da coinvolgere anche minati dalla stessa luce.
tempo a saziarsi di lavorative esterne alla suti, in modo semplice, ma con il tutti i membri della comunità, che
Suor Clara Cigna
luce e di calore sem- comunità, adeguata- cuore, perché ciascuna persona scoprono nuove
pre rivolti alla sor- mente valutate e pro- senta di non essere sola, faccia espe- amicizie e crea-
gente della vita. gettate per ciascuna di rienza di appartenere ad una fa- no nuovi legami.
La nostra comunità loro. Anche le attività miglia e di essere importante per Coltiviamo il de-
“I Girasoli” ospita riabilitative (piscina, qualcuno. siderio che al-
“fiori speciali”, don- palestra), come pure All’interno della comunità si offre l’interno della
ne portatrici di di- momenti di scuola, la possibilità di esprimere e vivere nostra piccola
sabilità lievi, che riempiono le giornate la propria fede nel rispetto reci- grande famiglia
hanno la possibilità di queste persone. proco e nell’accoglienza incondi- ogni persona
di vivere un’espe- La comunità è a condu- zionata di ciascuna persona. Si possa stare bene
rienza vicina alla zione familiare e tutto è vivono i tempi liturgici forti con e sentirsi a casa,
normalità e di sco- gestito in proprio. I l’impegno della catechesi speciale perché “a casa”
prire ed esplicare le membri della comuni- all’interno del gruppo di vita ed è si sta bene, si
loro caratteristiche e tà, infatti, sono coinvol- veramente un’esperienza di Dio sente un calore
capacità personali. ti a turno, insieme con accogliere il dono di grazia che cia- speciale, si ritro-
10 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 11
«Insomma noi siamo un punto di riferimento per tutti in un reparto. Certo è vero che nonostante le e d’area che si fanno carico degli un bagaglio di esperienza da cui abbiamo imparato a conoscerci, il
fatiche se si riesce a rendere felici più persone durante la giornata oppure se si riesce a gestire tutte studenti e li aiutano a rielaborare poter attingere e crescere sempre tanto atteso momento dell’Esame
le situazioni nuove e improvvise si torna a casa molto contenti e con un bagaglio culturale ingrandito». ciò che accade in reparto per di più. di Stato e la discussione della tesi di
apprendere e formare la loro pro- Incontrando queste persone e Laurea è arrivato. Tanta gioia per
fessionalità. incrociando i loro sguardi, ho sen- aver terminato un percorso intenso
In questi tre anni ho imparato tito che mi hanno donato qualco- e faticoso, però ora alla felicità di
moltissime nozioni teoriche, tec- sa, ed è merito di questi incontri questo momento fa capolino anche
niche e modalità di approccio alla che ora… sono infermiera!! la nostalgia, il rammarico di un
persona assistita. Mi è stata tra- Un tirocinio dopo l’altro, lezioni periodo importante e bello della
smessa una metodologia di lavoro teoriche, esami e pian piano le mia vita che volge al termine.
e una forma mentis basata sul Nuove pagine, tutte ancora
pensiero critico; mi è stato bianche, sono lì ad aspet-
trasmesso l’entusiasmo di svi- tarmi, il libro della vita non
luppare la nostra professione. attende altro che essere
Infermieri sempre più moti- scritto.
vati nel migliorare, che si Il ricordo dei tempi passati
mettono in discussione per tra i banchi di scuola, le ami-

Diventare infermiera perfezionare la propria abili-


tà professionale, per garanti-
re sempre più assistenza di
qualità. Ho imparato che
l’età anagrafica non conta,
cizie che sono nate in questi
tre anni e la stima per quanti
mi hanno accompagnata,
passo dopo passo nel percor-
so verso l’autonomia profes-
La mia esperienza formativa alla Piccola Casa della Divina Provvidenza quando c’è motivazione, sionale, rimarranno sempre
quando quel che orienta il sigillati in me. Nella vita

Settembre 2007. Ricordo bene arrivata e così, con l’euforia di un di quanti si accingono a compiere
nostro agire professionale è la
voglia di dare la migliore assisten-
“resterà
Il centro formazione del Cottolengo
sempre una realtà formativa
tutto passa, ma non i rapporti che
si fondano sull’affetto e sulla
quel giorno, perché ero piena di bambino davanti a un negozio di questo percorso di studi. Da subi- za possibile all’assistito. In questi di qualità in cui poter trovare gli stima, questi rimangono come fari
ansia, ma anche di speranza, giocattoli, comincio il mio percor- to è reso visibile il valore dell’at- tre anni ho imparato davvero stimoli necessari a far progredire la che illuminano e guidano verso la
quando mi misi a cercare su inter- so formativo al Cottolengo! tenzione all’altro nella vita perso- molto e il mio arricchimento non strada di casa. Questa è la mia
net il mio nome nell’elenco degli Il primo giorno di Università, il nale, prima ancora che in quella è stato solo mentale; nel mio cam- ”
propria competenza .
esperienza nella Piccola Casa, che
ammessi alla facoltà di Medicina e benvenuto degli studenti dei corsi professionale. La persona è il cen- mino ho incontrato persone con competenze in crescita, un tassel- io considero mia seconda casa,
Chirurgia dell’Università Catto- di anni successivi e il gruppo di tro dell’assistenza, l’ascolto e la cui ho condiviso momenti impor- lo dopo l’altro, fino a prendere luogo di nutrimento per la mente
lica del Sacro Cuore, Corso di formatori e tutors, che ci accolgo- relazione componenti fondamen- tanti: la gioia di un esame andato lentamente forma sì da percepire e per il cuore, dove, se uno è di-
Laurea in Infermieristica presso la no in aula magna con canti e paro- tali di chi si accinge a svolgere la bene e il rammarico di altri andati un disegno dentro ad un mosaico. sposto a mettersi in gioco per cre-
Piccola Casa della Divina Prov- le di benvenuto; capii subito che nostra professione. I tre anni di meno bene, degli amici con cui Ora il disegno di base è pronto scere, troverà sempre porte aperte
videnza di Torino. studiare al Cottolengo, avrebbe sì studio sono stati intensi e carichi progettare un futuro, persone con ma non finito, dobbiamo viverlo per essere accompagnato nel suo
Dopo due anni di Scienze significato diventare infermiera, di momenti difficili: il tirocinio, attente, migliorarlo e ampliarlo, cammino, di vita e di crescita.
dell’Educazione, la mia “chiama- ma con il titolo di studio, lì c’era quando per la prima volta mi sono con l’umiltà di sentire che non si è
ta” era arrivata. Quell’estate ho anche un punto di riferimento trovata con persone malate, l’an- mai arrivati, perché per essere dei Claudia Romano
sostenuto tests d’ingresso, tanto al fatto di persone che mettono pro- sia e la fatica nel preparare gli buoni infermieri bisogna
Cottolengo che presso le altre sedi fessionalità e umanità, al servizio esami, le difficoltà nel capire con- continuare la formazione e
Universitarie di Torino. cetti difficili durante le lezioni, la l’aggiornamento. Per que-
Sapevo che presso l’ospedale prima esperienza quando ho assi- sto, il centro formazione
San Luigi di Orbassano ero in stito alla morte di un paziente. del Cottolengo, per noi
graduatoria, però nel mio cuore Non è facile vedere morire qual- sarà sempre la realtà forma-
desideravo intraprendere il per- cuno, ma ancora più difficile è tiva di qualità, dove trovare
corso formativo alla Piccola farsi carico di chi resta vivo a stimoli per migliorare la
Casa, dove sin dal principio mi piangere il defunto. Ma in tutti nostra competenza.
ero sentita accolta, come in una questi momenti di difficoltà mi E dopo tre anni, in cui, come
grande famiglia. sono sempre sentita accompa- direbbe il piccolo Principe,
Finalmente l’ammissione era gnata, sostenuta, dai tutors clinici ci siamo “addomesticati” e
12 E s p e r i e n z e I n c o n t r i 13
Fa casino e basta. dolorosissimo taglio
Anche io strillo a del cordone ombeli-
più non posso. cale e poi quelle pac-
Fortunatamente il che sulla schiena per
fiume non é lonta- farmi piangere; quel
no e la mia mamma tubo nelle mie narici
ci sente. attaccato ad un aspi-
Corre quindi come ratore; le gocce di
una gazzella, e rie- collirio negli occhi,
sce a tirarmi fuori la puntura nel sede-
dalle fiamme, pri- rino.
ma che sia troppo Sono proprio frega-
tardi. Mi depone ta. Se mi ricoverano
sotto una pianta del in quel posto, saran-
cortile. Io non capi- no di nuovo iniezio-
sco perché mi ha di ni da tutte le parti:
nuovo abbandonata: ho un dolo- fuoco e continuo a piangere. La nelle vene, nel fondoschiena. Io
re terribile alla faccia e al brac- mamma mi prende sulla schiena piangerò, ma so che la mia
cio. Ho bisogno di coccole, e e mi copre con un foulard. Poi si mamma sarà complice di quei
invece lei se ne va... che sia mette a correre. La sento dire che disgraziati con il camice bianco
impazzita anche lei, come mio va a Chaaria all’ospedale... che si divertono a far strillare i

Mi chiamo Polly, ed ho
fratello? Chaaria? Mi sembra di aver già bimbi. La mamma è partita
Invece poi la vedo tornare con un sentito quel nome! Ah, adesso senza soldi, ma dice che, se ha la
una luminosità soffusa e ondu- gambe cede. Lui tenta di evitare grande contenitore di plastica ricordo: è quel posto terribile fortuna di vedere il “Dagitari
appena 6 mesi. Dormo tranquil- lante che mi culla dolcemente. la caduta aggrappandosi alla sulla schiena. Grida forte e chie- dove sono nata! Ricordo le facce Mzungu”, non sarà mandata via,
lamente nel letto della mamma Pierino la peste, cioè mio fratel- tovaglia, ma inutilmente. Quello de aiuto. Poi entra in casa e versa preoccupate che mi guardavano e sarò ricoverata lo stesso.
che nel frattempo é andata al lo, ad un certo punto, e sale su che ottiene è un bel ruzzolone tutta quell’acqua sul letto: meno appena dopo il parto; ripenso al So che avremo problemi a paga-
fiume a raccogliere l’acqua. La uno sgabello per arrivare al piat- per terra, ed insieme un vero male! Ora si vede re le medicine,
mamma ha già preparato il cibo to dei chapati. Purtroppo, però, disastro: il piatto con i chapati solo fumo. Non ci perché mio papà
per la cena, e lo ha posto sul le termiti ne hanno indebolito rotto sul pavimento di terra bat- sono più fiamme. torna sempre alla
tavolo vicino al mio giaciglio. Il molto il legno ed una delle tre tuta, e la lampada a petrolio Pierino la peste sera dicendo: “Og-
papà é fuori sin dal mat- rovesciata sul lettone. La intanto è riappar- gi nessuno mi ha
tino presto, in cerca di paraffina liquida si versa so. Si sente eviden- preso a lavorare a
lavoro a giornata. e impregna le coperte, temente in colpa, e giornata!”.
Sono rimasta sola con il dando così la possibilità ha paura di pren- Comunque adesso
mio fratellino più gran- alle fiamme di dilagare dersele. La mam- l’unica cosa a cui
de, che ha rifiutato di rapidamente. Io mi sve- ma però non sa pensare è cercare
seguire nostra madre al glio, ma alla mia età non cosa sia successo di fermare questo
torrente, infatti lui aveva riesco a scappare. ed io non sono dolore urgente che
un piano preciso: voleva Pierino la peste grida, ma ancora capace di mi tormenta.
rubare un chapati caldo e gira a vuoto: non fa asso- parlare, per cui lui
Ciao, Polly
fumante prima del suo lutamente nulla di utile é in una botte di
arrivo. La nostra casupo- per aiutarmi. Piange e se ferro. Sono io ad (da ora nemica
la non ha finestre, e la la fa sotto... se almeno avere un male dichiarata del
lampada a petrolio già corresse a chiamare la cane. Mi sembra di fuoco e dell’acqua
arde sul tavolo, dandoci mamma! Invece niente. essere ancora nel calda).
14 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 15

Altri
aspetti
Perché?
magici...
a distanza
...Stasera il desiderio di condi- contrasto… Ma fermandomi ho creato, e nell’eterogeneità dei Mi guardava come se volesse to, ma in cui non può più torna-
videre alcuni lati della magia di deciso di annoiare il lettore discorsi la serata è trascorsa sere- interrogarmi, o forse sono io a re. Non lo vogliono.
Chaaria si è accessa più grande ugualmente perché Chaaria a na e piacevole come un incontro vederlo così. Lui è seduto su Perché devo soffrire così tanto,
del solito…Ho acceso il compu- migliaia di chilometri di distanza tra vecchi amici… quella panchina in mezzo al cos’ho fatto?
ter e mi sono collegata al blog… è anche questo… Anche con l’occhio stanco e l’av- parco, tra la gente. Mi aspetta e
sorride; appare sereno. Eppure Della gente che lo evita come se
ho iniziato la lettura del nuovo versità della neve che
non posso allontanare dalla mia avesse la peste. Di chi gli passa
post e la rilettura degli altri (non avrebbe reso il ritorno accanto, che affretta il passo
mi accontento mai di gustarli nei luoghi dispersi mente quelle domande che sem-
bra pormi col solo sguardo. senza rispondere se tenta di salu-
una volta sola, scovo sempre della geografia piemon- tarlo. Non lo vogliono.
emozioni diverse...) e per un tese assai arduo, la ten- Perché?
momento mi son detta che forse Perché la malattia ha scelto pro-
tazione di una sfogliata Mi siedo accanto a lui. prio me? Perché me, e non te? ha dato ciò che gli altri non
tutto ciò che stavo per scrivere alle foto ha vinto e il
Perché tu hai una casa, una fami- Dei dottori che non lo capisco- hanno saputo dargli: l’ha amato.
sarebbe stato in confronto picco- pensiero di ognuno al glia, e io no? no. Degli ospedali che, a volte, L’ha voluto.
lo, forse fuori luogo, i miei pen- ricordo di quei momen-
sieri della serata in confronto alla ti è volato in terre Ci mettiamo a parlare. Mi rac- lo tengono per una notte, ma La giornata è finita. Ho lasciato
vita a Chaaria sono frammenti di keniote. conta di suo padre e dei suoi fra- dopo lo ributtano in strada. Non il mio amico sulla sua panchina,
fortunata realtà che poco posso- …Stasera ci siamo ritrovati, noi, telli. Della casa in cui è cresciu- lo vogliono. a casa. Io sono nel mio comodo
Ho la certezza che per tutti il
no interessare e poco hanno a piccola truppa di volontari di pensiero del ritorno a Chaaria Perché Dio, se un Dio c’è, permet- letto e non riesco a dormire. Le
che fare con la dura quotidianità Chaaria di dicembre/gennaio, in sia un chiodo fisso (temo si trat- te che ad un suo figlio accada que- domande risuonano martellanti
africana e i forti sentimenti di una “rimpatriata” italiana e le ti di seria patologia, dicesi chaa- sto? nella mia testa. Non riesco a tro-
sensazioni sono esplose.. In rite, forma di dipendenza croni- Il suo tono è cambiato. Non vare delle risposte, ma non è
fondo non ci conosciamo, abbia- ca senza nota terapia) e la parla più con tristezza, ma con questo che mi turba. La realtà è
mo trascorso insieme tre settima- voglia di sostenere la missione gioia. Parla della natura che lo che io cerco invano quello che
ne della nostra vita che possono un obiettivo comune… che nella circonda. Dei bimbi che giocano un barbone ha già trovato sulla
sembrare un nulla in confronto condivisione è reso ancor più lì vicino. Del calore del sole sulle panchina di un parco, e questo
agli anni di ognuno di noi… importante. sue gambe stanche. Del profu- mi riporta alla mia prima do-
Eppure, e mi arrogo il diritto di mo del vento. Di chi gli ha dato manda:
Anche questa è Chaaria….
parlare per tutti, c’è qualcosa di tutto questo, ma soprattutto Perché?
magico nel rapporto che si è Monica Carello quella panchina: casa sua. Lui gli La Redazione
16 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 17
Dov’è Dio ora?

DOLORE E
«Bussate e vi sarà aperto», sta
scritto, ma per quanto io bussi,
fino a farmi sanguinare le mani,
fino a lacerarmi il cuore, non c’è

DIFFICOLTÀ
nessuno ad aprire quella porta.
So già cosa obietterebbe qualcu-
no, ma io non ho più la forza di
sperare, di credere. Ho perso
tutta la mia fiducia, tutta la mia
anima.
Due genitori di fronte a una diagnosi Stringo i pugni e mi obbligo a
di “sindrome di Down” sollevare la testa, a guardarmi
intorno, a reagire... ma perché
dovrei?

Sento la porta aprirsi: è lui, è tor-


Sola… me me, anzi, più di me. Non può no sugli occhi bagnati dal pian- nato. Impossibile, mi ripeto, im-
possibile. Non credevo tornasse.
fare nulla, e lo sa. to. Dicono che piangere sia una
Le analisi sono lì sul tavolo. Le Tento di alzarmi, ma non ci rie- liberazione, ma per me non è Forse... forse qualcuno in ascol-
fisso in silenzio. Vorrei afferrar- sco. Le ginocchia non rispondo- così. Il suono dei miei singhiozzi to dietro quella porta c’è, dopo-
le, leggerle e rileggerle come ho no più, il peso della mia pancia è serve solo a rammentarmi la tutto. Sorrido, per un attimo.
già fatto mille volte, invece non già eccessivo. La testa mi ricade tristezza del destino che ci ha Lo sento venire verso di me. Mi
quelle pareti che una volta senti- essere... e non è detto che lui
riesco a muovermi. Mio marito é tra le mani e i capelli si rovescia- colpito. volto per guardarlo e dal mio
vo amiche. Questo bambino rimarrebbe con me: qualunque
uscito. Aspettavamo con cuore sorge spontanea una pre-
doveva essere il coronamento scelta io faccia, qualunque deci-
Aveva bisogno di gioia ed un po’ di ghiera: «Fa che faccia la cosa
del nostro sogno d’amore e inve- sione io prenda sono sola e
un po’ d’aria, ha paura questo mo- giusta!»
ce ora rischia di esserne la rimarrò sola. Anche se ultima-
detto, di stare so- mento, com’è nor- tomba. mente non vado più a messa, ho Così sembra che le scelte sono
lo, di pensare... male, ma alla fine Se io, a fatica, riesco a pensare di sempre conservato la mia fede, equivalenti agli occhi di Dio.
Ed io? la gioia se n’è convivere con me stessa, come ma adesso mi chiedo che senso a.s.
Dannazione, io andata tutta ed è posso pretendere che lo faccia abbia.
non ho bisogno di rimasta solo la mio marito?
qualcuno che mi paura, tanta paura.
stia accanto, che Fuori c’è il sole; Abortire...
mi consigli, che mi stamattina prima Non ne ha parlato nessuno, ma
dica cosa fare? Sì, di uscire pensavo tutti lo abbiamo pensato.
ma non è lui che fosse di buon au- Potrei farlo, ma il fatto è che non
può darmi questo. spicio, ma ora... sono sicura di volerlo. Posso già
È stato con me ora sembra solo immaginare cosa succederebbe
fino ad ora. Ha che rida del mio, se decidessi di lasciarlo nascere:
ascoltato il dottore del nostro dolore. dolore e difficoltà.
mentre spiegava la
situazione, mi ha “… D own” E se invece abortissi?
La parola riecheg- Dolore e difficoltà.
consolata finché
ha potuto, ma la gia nel vuoto dei Non potrei mai dimenticarlo,
realtà è che anche miei pensieri, rim- non potrei mai evitare di pensa-
lui é smarrito co- balza sul freddo di re a quello che sarebbe potuto
18 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 19

attenzioni, di tenerezze, come


tutti noi.

Una storia da... I giorni passano e Maria si


ambienta, sempre più simpatica
e sempre serena.
Insomma, quella pazza che gira-
va nuda per Esmeraldas, alla fine
si rivela un dono straordinario.

C’era un’atmosfera strana quella


sera del 13 Aprile in comunità, a
un mese dall’arrivo di Maria,
mentre come tutte le sere si con-
divideva la buona cenetta prepa-
rata da fr. Pietro: si parlava fra
noi con allegria.
Sul volto d’ognuno di noi si
poteva leggere: “Conviene sem-
pre seguire l’esempio lasciatoci

Cottolengo sponsabili Caritas della parroc-


chia, arriva il 14 marzo con un
fagotto sotto il braccio e... senza
re a casa”, dice “perché’ mio
marito mi sta aspettando”. Ma è
sufficiente chiamarla per nome
dal nostro Fondatore!”

Esmeraldas

documenti! che ritorna sui suoi passi. Fratel Maurizio


Si guarda attorno, ci saluta, parla Ha bisogno di compagnia, di
correttamente, sembra se-
rena. E poi vede un vero

C’ era un’atmosfera strana


quella sera del 13 Marzo.
Vescovo una ventina d’anni fa,
per accogliere nella tranquillità
di questo posto anziani poveri e
ci venne segnalata dalle suore di
una parrocchia del centro. Non
ci avevano nascosto le difficoltà
letto tutto per lei e anche
del cibo in un vero piatto.
Per ogni piccolo servizio
Come tutte le sere in comunità si soli, di modo che possano tra- che avremmo incontrato.
che riceve, sia questo un
condivideva la buona cenetta scorrere in pace e con l’assisten- Sembrava davvero un caso di-
bicchiere d’acqua o un
preparata da fratel Pietro. za necessaria gli ultimi anni della sperato: completamente sola,
aiuto per camminare, di-
Però, quella sera, poche parole loro vita. costretta in tutti i modi a chiede-
ce:” Dios te pague! Dios te
fra noi: quasi come una tensione E se ora iniziamo ad accogliere i re un po’ di cibo qua e là.
pague!”
nell’aria. matti... beh, è finita!” E poi – disorientata com’è – era
Ringrazia sempre!
Sul volto d’ognuno di noi si Questa nonnetta di nome Maria ormai diventata lo zimbello di
Ottimi gli esami del san-
poteva leggere: “Abbiamo tutti. Derisa dai passanti e
gue, non necessitano tera-
proprio detto sì? Accettiamo maltrattata dai vicini.
pie. Mangia, dorme, parla,
all’hogar quella vecchietta È stato sufficiente chie-
saluta e ringrazia.
che gira nuda – e quando derci: che avrebbe fatto il
Solo un paio di volte, un
dico nuda vuol dire proprio santo Cottolengo?
po’ confusa, la vediamo
nuda! – per le strade di A noi seguire le orme del
avviarsi verso il cancello
Esmeraldas? È pazza, è una padre e... eccola qui,
principale portando con sé
malata psichiatrica. Questa Maria, all’hogar, con noi.
una sedia e... il vaso da
casa è stata voluta dal Accompagnata dai re-
notte in testa! “Devo anda-
20 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 21
voi. Devo mettere da parte La cosa preoccupante è
quel poco d’orgoglio che mi che sembrano ricevere molti
è rimasto e adattarmi a fare consensi.
qualsiasi cosa. Certe volte Ormai ho finito, scusami
sono anche stato costretto a per questo mio sfogo e so-
chiedere l’elemosina e tu, prattutto perdonami, se
moglie mia, puoi immagi- certe mie frasi ti possono
nare come sia stato difficile, essere sembrate sconnesse o
ma mi rincuoro, pensando senza senso. Ho solo seguito
che è sempre meglio questo il corso dei miei pensieri,
che tradire la fiducia di avevo bisogno di farli parla-
tutti voi, procurandomi i re, di farli urlare... è così dif-
soldi in maniera disonesta. ficile tenere tutto questo
Purtroppo pare che la si- dentro.

Sapeste quanto mi mancate... tuazione possa peggiorare;


si sono creati ultimamente
dei gruppi di attivisti che ce l’hanno espres-
Spero con tutto il cuore di
poter al più presto ritornare nella nostra
casa e riabbracciare te e i nostri figli.
samente con noi: dicono che noi rubiamo il

Mia cara, mi dispiace scaricare su di


Sapeste quanto mi mancate tutti voi e la
lavoro alla gente del posto (mi piacerebbe nostra bella terra.
sono sembrate molto meno rosee di quanto tanto sapere quale lavoro!), che siamo peri- Un bacio. Ti amo.
te le mie preoccupazioni. Scusami, non rie- ce le avevano dipinte. La gente mi guarda colosi, criminali... Tuo, Karim
sco a tenermi tutto dentro e non ho nessu- sempre con sospetto, crea il vuoto intorno a
no con cui potermi sfogare. Forse alla fine me. Sembra che le basti un’occhiata, per
deciderò di non mandarti questa lettera, capire chi sono e da dove vengo. Hanno
non lo so, ma almeno avrò l’illusione di paura, questo lo capisco semplicemente fis-
averti parlato. sandoli, ma di cosa?
Quando sono arrivato ero pieno di spe- È questo che mi sfugge, che non com-
ranze; lasciare te, i nostri figli, la mia terra prendo ...
mi era costato molto, ma ero sempre fidu- Non sono come loro? Solo perché sono
cioso che qui avrei trovato un lavoro, degli nato in un luogo invece che in un altro?
amici, una casa. Avrei potuto mandarti dei Talvolta mi fermo ad interrogare la mia
soldi in modo che i nostri figli potessero coscienza, a chiedermi se anch’io al loro
crescere come abbiamo sempre sognato. posto mi comporterei così e spero, supplico
Tu sai che io non avrei mai voluto parti- che ciò non accada mai: non voglio che
re, ma che altra scelta avevamo? Non c’era qualcuno debba mai soffrire per causa mia
nessuna opportunità per noi e io lo dovevo come sta capitando a me.
a te, che hai scelto di dividere la tua vita Il lavoro non si trova, o meglio, quel
con me e, ai nostri bambini. Non c’era nes- poco che c’è è solo un miraggio irraggiungi-
sun’altra possibilità e Dio solo sa quanto ho bile. Mi trovo costretto a fare delle cose che
pregato perché non fosse così. non mi sarei mai sognato, se voglio soprav-
Sin da quando sono arrivato, le cose mi vivere e nel frattempo mandare qualcosa a
22 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 23
Suore e Sacerdoti provenienti dalla

Africa comunità di Tuuru. Un tocco tipi-


camente cottolenghino lo hanno
dato alcuni ospiti che i Fratelli
hanno portato da Chaaria.
Per poter partecipare all’ordinazio-
ne di Don Mukembu, siamo stati
ospitati dalle Suore della Comunità
di Mukotima, dove ho potuto vede-
re il Dispensario gestito da Sr. ore: balli, danze hanno animato come
Mercy. In realtà il clima atmosferico al consueto la celebrazione liturgica.
trovato a Mukotima è più fresco di Mi è stata offerta la possibilità di anda-
quello di Gatunga. re due volte a Mukululu, dove vive Fr.
A Chaaria Padre Sarotto dopo la S. Argese nello “Chalet dell’Orso”. Da
Messa ha benedetto la prima pietra ciò che ho visto ho capito come ogni
della costruenda Sala Operatoria persona, animata da una forte carica di
che da 10 anni Fr. Beppe desiderava carità cristiana, possa essere uno stru-
avere, per poter svolgere più facil- mento umano della Divina Prov-
mente la sua missione di medico. La videnza. Penso di non dire una cosa
è servito per capire un po’ la realtà commozione ha accompagnato Fr. nuova, ma già ampiamente risaputa:

FOR THE FIRST TIME cottolenghina presente nella capita-


le: il seminario, il centro che ospita
i bambini, le comunità delle Suore e
dei Sacerdoti.
Beppe per tutta la celebrazione della
Messa e soprattutto durante il rito
vero e proprio della benedizione del
terreno sul quale sarà costruita la
Fr. Argese è stato la lunga mano della
Provvidenza per lo sviluppo del Cot-
tolengo di Tuuru. C’è bisogno di
acqua per le persone, per coltivare
Un’importanza particolare va rico- nuova Sala Operatoria. Mi ha fatto prodotti agricoli, ma c’è bisogno
Africa: per la prima volta del nostro santo Cottolengo; essa è canti liturgici italiani. nosciuta all’ordinazione sacerdotale piacere rivedere a distanza di tanti soprattutto della Grazia di Dio, che
stata collocata in modo appropriato Durante il soggiorno a Kisarawe ab- di Don Nicholas Mukembu: essa è anni Fr. Lodovico e conoscere la apre il nostro cuore e la nostra mente
La Provvidenza ha voluto che per nella mensa dell’altare. La presenza biamo avuto modo di recarci a fare un dono per la Piccola Casa, per la comunità delle Suore a Chaaria.
A Tuuru ho trovato una realtà bella,
verso le povertà che continuamente si
la prima volta andassi a vedere di del Cardinale Policarpo Pengo, con visita alla comunità delle Suore pre- Chiesa, è un dono anche per la dio- affacciano alle nostre case.
persona la terra africana dove da la presenza anche di un Vescovo senti a Vingunguti. È stato l’incontro cesi di Meru, avvenimento grande polivalente, ricca di esperienze di- Un pensiero in particolare mi tocca
tempo operano i nostri Sacerdoti, ausiliare, ha dato lustro al rito reli- con la povertà, ma nonostante tutto, per il paese di Gatunga. verse: parrocchia, Monastero, Ma- l’animo: ho visto tante povertà, ho
Suore e Fratelli cottolenghini. gioso. La Messa, durante la quale è l’espressione dei volti dei bambini Il rito dell’ordinazione si è svolto in ternità, il Centro per i disabili, la notato le difficoltà di chi lavora per il
Quando Padre Sarotto mi ha telefo- stato conferito il Sacramento della sorridenti e curiosi nel vederci è Kiswahili in una giornata di sole; Scuola primaria. C’è l’imbarazzo Signore, la salute è sempre messa alla
nato per comunicarmi che aveva Cresima ad una quarantina di per- identica a quella dei bambini italiani. ciò nonostante è indimenticabile il della scelta per trovare l’ambito in prova, la malaria è in agguato, ma
pensato a me come accompagnato- sone, è durata, nella consueta tradi- Cambia il contesto, ma la semplicità sudore che colava dalla fronte di cui impegnarsi a favore della gente. tutto ciò mi porta a convincermi che
re nel viaggio africano, sono casca- zione africana, tre ore; personal- dei bambini è sempre la stessa. don Nicholas Mukembu durante la Girando per i vari ambienti di maggiori sono le difficoltà che si in-
to un po’ dalle nuvole, perché non mente non mi sono sentito affatica- Memorabile è stato il viaggio di tra- preghiera di invocazione dei Santi. Tuuru, trovo sempre tanta acco- contrano in Missione, maggiore do-
mi aspettavo che mi facesse un to, anche perché la novità ha supe- sferimento da Kisarawe a Nairobi La coreografia liturgica, entro la glienza e disponibilità. vrebbe essere la volontà di collabo-
regalo così grande. rato tutte le altre motivazioni di avvenuto su un fuoristrada: 13 ore quale è stata inserita la consacrazio- Un momento importante del soggior- rare fra di noi come Piccola Casa.
Siamo arrivati a Dar Es Salaam stanchezza; ciò che mi ha affascina- di viaggio. Partiti alle 4 del mattino ne sacerdotale di Don Nicholas, era no a Tuuru è stata la prima Professio- La Provvidenza ci aiuta là dove noi
senza grosse difficoltà, dove ci atten- to è stata l’esecuzione dei canti, la ora locale, con puntualità svizzera, tipicamente africana: danze, balli, ne religiosa di due Novizie del Mo- cottolenghini ci impegniamo a testi-
devano Don Filippo e Don Kirimo. melodia raggiungeva livelli molto don Giusto ci ha accompagnato canti hanno arricchito la celebra- nastero: la Messa presieduta dal Vi- moniare il Carisma del Santo Fon-
L’impatto con la realtà africana è alti non facilmente riscontrabili nei con l’aiuto dell’autista, fino alla zione della S.Messa. cario del Vescovo è durata circa tre datore, questa responsabilità è per-
stato notevole, anche se imme- casa di Nairobi. Attraversare la Al momento dell’offertorio i genitori sonale e comunitaria. Su queste re-
diatamente mi venivano in savana deserta è una esperienza di D. Nicholas hanno portato all’alta- sponsabilità dobbiamo continua-
mente certe immagini che porto da fare nella vita almeno per una re il calice per la celebrazione mente interrogarci per poter corri-
ancora nella mente, quando 14 volta: trovi il senso del silenzio, il dell’Eucarestia. È stato un gesto sem- spondervi con tutte le nostre forze.
anni orsono andai in Ecuador. panorama stupendo marcato plice, ma molto significativo: all’in- Una caratteristica di Tuuru è quella
Uno scopo del viaggio a Kisa- dalle forti connotazioni di origi- terno di quel calice quante cose sono di poter ammirare un cielo stellato
rawe è stato quello di partecipa- ne vulcanica, il senso di impoten- state offerte: la vita del figlio, pre- difficilmente visibile in Italia, sem-
re alla consacrazione della chie- za di fronte alla natura in cui sei ghiere, sofferenze, sacrifici, ma anche bra quasi di poter cogliere con la
sa parrocchiale, ultimata da immerso, hai la sensazione di tanta fede. Il Signore della vita bene- mano una manciata di stelle per
poco tempo. La chiesa già dedi- percepirti una nullità come un dica i genitori dei sacerdoti. vedere in esse un frammento della
cata a Santo Stefano diacono e granello di sabbia nel deserto. Il clima di festa è stato arricchito bellezza di Dio.
martire, ha accolto la reliquia Il primo soggiorno a Nairobi mi anche dalla presenza di diverse Don Franco Piano
24 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 25
lo desidera, può incontrarlo in sempre vicino, che ci ama e che
determinati momenti della gior- ci promette la vita eterna, è di
“Presenza, discrezione, nata. Poi, “la discrezione”: l’assi- grande conforto per chi vive la
consapevolezza stente spirituale deve proporsi, sofferenza, anche se questa a
non imporsi (deve essere delica- volte rimane incomprensibile; il
della grandezza to e rispettoso nei confronti potersi affidare a Colui che,
delle sofferenze fisiche e morali nella resurrezione del Suo Figlio
di ciò che si offre” della persona malata). Infine, Gesù, si è dimostrato più forte
deve essere “consapevole della del male e della morte, permette

IL COTTOLENGO grandezza di ciò che offre”: è


infatti portatore della presenza e
del conforto di Dio; deve quindi
infatti di relativizzare la soffe-
renza (considerandola un pas-
saggio) e di volgere lo sguardo
ALL’OSPEDALE sentirsi uno strumento nelle sue
mani, un canale privilegiato
verso il cielo, dove non ci sarà
più né lutto né lamento.

SAN GIOVANNI BOSCO attraverso cui il Signore Gesù si


rende concretamente
vicino alla persona
È infine importante sottolineare

saluto, con altre si è creato un sofferente, con il Suo


Per la storia della Piccola Casa preparatori, di presentazione e esempio chiamate dal Pronto
Soccorso, chiamate dai reparti
dialogo, ad altre ancora, rispon-
dendo a una loro richiesta, si è
Amore e la Sua Spe-
ranza.
il 9 novembre 2009 è stata una passaggi di consegne si è inizia-
data significativa: quel giorno per l’aggravarsi dei pazienti ecc.). offerto il Sacramento della Ri- Tante volte è capitato
to…
infatti due sacerdoti cottolenghi- Proprio per i tanti impegni (in conciliazione, dell’Unzione degli di sentire dei malati
Il lavoro che si sta svolgendo
ni, don Antonio Nora e don particolare quello della reperibi- infermi e l’accompagnamento nel esclamare: “Meno ma-
ormai da più di un anno consiste
Emanuele Lampugnani, hanno lità continua) il Superiore dei passaggio alla Casa del Padre. le che ho la fede”; di
in varie attività pastorali: la visi-
iniziato il servizio di cappellani preti cottolenghini ha incaricato La presenza di una suora si è ri- fronte infatti alla sof-
ta ai malati nei vari reparti (circa
presso l’ospedale dell’A.S.L. prima don Jobin ed attualmente velata molto preziosa; la spiritua- ferenza estrema ed al-
400 posti letto), la benedizione
TO2 “San Giovanni Bosco”. don Massimo Zanatta quali col- lità e sensibilità femminile, aiuta la morte sono pro-
delle salme nella camera mortua-
Altresì significativo è stato il laboratori nel servizio pastorale. in certe situazioni l’aprirsi delle prio alcuni di essi ad
ria dell’ospedale, la preparazio-
giorno 14 dicembre 2009, nel Con l’ospedale S. Giovanni Bo- persone malate. insegnarci l’illusorietà dei beni e la cordiale accoglienza da parte
ne e celebrazione delle Messe e
quale ai due preti si è aggiunta sco è stata loro affidata anche la Anche in questa nuova esperien- delle ricchezze terrene ed il vero dei dirigenti e del personale del-
di altri momenti di preghiera, i
una suora del Cottolengo, suor cura pastorale della R.S.A. di via za di servizio nell’ospedale San conforto che deriva invece dalla l’ospedale; anche in questo si
colloqui con i parenti dei ricove-
Flaminia Baldoni. Botticelli 130, dove gli ospiti di Giovanni Bosco, sperimentiamo Buona Novella di Gesù. può cogliere la preziosità dell’as-
rati e con gli operatori sanitari,
Questa nuova presenza cottolen- tale struttura vengono visitati la preziosità di una assistenza L’annuncio di un Dio che ci è sistenza spirituale, che rientra
la reperibilità nelle 24 ore quan-
ghina in un importante ospedale settimanalmente da suor Flami- spirituale per i malati: il vivere la tra i servizi della tanto auspicabi-
do si verificano casi urgenti (per
di Torino è stata richiesta nia, che propone anche sofferenza può infatti condurre le “cura globale” della persona.
direttamente dal Car- dei momenti di riflessio- più spontaneamente la persona a L’impegno è ora quello di cerca-
dinale Severino Poletto, ne e di preghiera. La do- riflettere sulla propria vita, sul re di svolgere al meglio questo
che rivolgendosi ai Su- menica poi, vi è la ce- senso dell’esistere, su ciò che servizio, avendo un’attenzione
periori generali della Pic- lebrazione della S. Mes- conta veramente e l’incontro con particolare per le persone più
cola Casa ha esplicita- sa, con la possibilità, se un assistente spirituale può esse- sole e bisognose, ispirati ed inco-
mente chiesto un aiuto di richiesto, di ricevere re motivo di confronto e magari raggiati dal grande esempio del
tipo pastorale nell’ambi- anche i Sacramenti della di riscoperta della fede. santo Cottolengo il quale sem-
to degli ospedali torinesi, Riconciliazione e del- Sinteticamente è possibile affer- pre ci ricorda che
anche per valorizzare ul- l’Unzione degli infermi. mare che ci siano almeno tre ele- “I poveri sono Gesù” e proprio
teriormente la presenza In questi mesi si è già menti importanti per svolgere per questo “è bello dare la vita
del carisma del Cotto- avuta la possibilità di bene questo ministero. per loro”.
lengo nella cura degli am- incontrare molte persone Anzitutto “la presenza”: la per-
malati. malate: ad alcune si è sona malata deve sapere che c’è Don Antonio, sr Flaminia,
E così, dopo vari incontri offerto semplicemente un un assistente spirituale e che, se don Emanuele, don Massimo
26 N o t i z i e N o t i z i e 27
Verrà intitolata a
Nuovi tasselli ... prendendosi cura con amore di chi ha poche possibilità per realizzarsi.
CONVEGNO ANNUALE DON GIANNI COSSAI
la piazzetta antistante il
dell’Associazione ex allievi Palazzo Comunale di
Castellazzo Bormida
e amici del Cottolengo
Fratelli in India 12 giugno 2011

PROGRAMMA

La Piccola Casa della Divina Provvidenza ha iniziato la sua opera in India negli anni Ore 10,00: ritrovo, ricevimento e saluto
(cortile davanti alla chiesetta “Casa di Dio”,
Settanta. Attualmente è presente in tre Stati: Kerala, Tamilnadu e Karnataka.
via S. Pietro in Vincoli 9)
Nel Kerala i Fratelli cottolenghini hanno le loro comunità a
Palluruthy-Cochin e a Paravur, località cittadine, densamen- Ore 10,45: SANTA MESSA celebrata da
te abitate, immerse in una natu- Padre Aldo Sarotto
ra rigogliosa. Qui la popolazione Ore 11,30: ASSEMBLEA, relazione del Presidente
(in prevalenza di religione indu, e conseguente discussione
ma anche con alte percentuali di Ore 13,00: PRANZO SOCIALE
musulmani e cristiani), vanta L’Amministrazione Comunale di Castellazzo Bormida,
Attenzione: È assolutamente necessario che gli ex allievi ed
una storia e cultura millenaria e guidata dal sindaco Domenico Ravetti, con deliberazione
amici intenzionati a partecipare al pranzo facciano pervenire
gode di uno sviluppo economico di Giunta n. 8 del 27/01/2011, ha avviato l’iter istruttorio
la loro prenotazione entro il 9 giugno alternativamente a:
crescente, che favorisce la scola- per l’intitolazione della piazzetta antistante il Palazzo
DANTE NOTARISTEFANO via Crimea 6, 10133, Torino Comunale a Don Giovanni Cossai, per tutti i castellazze-
rizzazione e l’occupazione dei giovani; molti tuttavia vivono tel. 011/6608499
soprattutto di agricoltura, pesca e di lavori precari. si e per tutti coloro che lo hanno conosciuto, apprezzato
ANNA TERESA GRASSO COSTAMAGNA via Garibaldi 48/A, ed amato, semplicemente “Don Gianni”. Nato a Cara-
I Fratelli dedicano il loro servizio alle persone disabili adulte, a
12068 Narzole - tel. 0173/77092 magna Piemonte (CN) il 02/01/1947 e ordinato Sacer-
giovani con disturbi comportamentali e agli anziani, indipenden-
FRANCO ROSSO via Castelgomberto 40, 10136 Torino dote il 24/06/1972, Don Gianni Cossai è scomparso il 18
temente dall’appartenenza sociale e religiosa. Nella casa di Palluruthy gli ospiti sono una giugno dello scorso anno. Ha prestato la propria attività
tel. 011/3115581
quarantina, mentre a Paravur una ventina. Creature spesso sacerdotale nel Comune di Castellazzo Bormida dal 1975
abbandonate o con famiglie d’origine impossibilitate ad accu- La conoscenza anticipata del numero dei partecipanti
al 1977 quale Vice Parroco della parrocchia di S. Maria e
dirle trovano qui un ambiente che li accoglie, per offrire loro consentirà una migliore organizzazione ed un risparmio di spesa.
dal 1995 al 2008 quale Parroco delle tre chiese parroc-
una vita dignitosa. Accanto alla cura quotidiana dei bisogni chiali (S. Martino, S. Carlo e S. Maria).
elementari, avvalendosi del prezioso apporto delle Suore cot- La quota pranzo è stabilita in Euro 20,00 Grande figura di Sacerdote si è distinto per avere svolto
tolenghine, si organizzano attività, per un ruolo attivo ed importante per tutta la comunità loca-
consentire a ciascuno di esprimere il me- APPELLO DEL PRESIDENTE le, fornendo ausilio spirituale, conforto e sostegno mora-
glio o almeno qualcosa delle sue possibi- le alla popolazione castellazzese, sempre vicinissimo ai
Anche quest’anno voglio aggiungere alla convocazione il mio più poveri, ai bisognosi, agli emarginati, con sensibilità e
lità: la cura della casa, il lavoro nel campo appello, come ho fatto più volte in precedenza. Il Convegno è
(con la coltivazione di ortaggi, frutta, spirito di carità. Le Sue doti umane hanno costituito per
senza dubbio l’appuntamento più importante nella vita della tutti, in modo particolare per i giovani, un esempio con-
fiori) e in casa (con la creazione di manu- nostra Associazione, perchè è forse l’unica vera occasione di creto cui ispirare il proprio comportamento. Il messaggio
fatti vari: candele, statuette in gesso, lavori a maglia, sacchetti di carta, riflessione e di confronto sul nostro impegno e sulle prospetti- che attraverso il Suo operato sacerdotale è riuscito a tra-
cartoline augurali, borse intrecciate ecc... ) Anche chi ha poche capaci- ve future. È necessario che ci ritroviamo in molti, per cercare di smettere, costituisce patrimonio morale di tutti i castellaz-
tà manuali e intellettive è aiutato a socializzare con gli altri e a sentirsi dare, tutti insieme, un nuovo impulso al sodalizio che ci vede zesi. È stato promotore per la sede autonoma di
amato, per valorizzare anche le minime risposte. accomunati nel nome e nello spirito del Santo fondatore della Castellazzo Bormida dell’Università delle Tre Età ‘Uni-
Nuovi tasselli, dove il Cottolengo vuole offrire una testimonianza di Piccola Casa. trè’. Il 31 agosto 2009 è stato insignito della Cittadinanza
carità molto concreta, prendendosi cura con amore di chi ha poche pos- Sono certo che risponderete numerosi al mio appello e, in atte- Onoraria del Comune di Castellazzo Bormida. Alunno
sa di ritrovarvi, invio a tutti il più affettuoso saluto. della Famiglia Tommasini (seminario interno della
sibilità per realizzarsi.
DANTE NOTARISTEFANO Piccola Casa della Divina Provvidenza dal 9/10/1958 al
Fr. Sandro
30/0671959.) La Redazione
28 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 29
cappellano nella casa dicatore, insegnante, colla-
di riposo per suore boratore del vescovo di
anziane. Qui rimane Torino.

Ritrovarsi
edificato dalla sempli- Di seguito Dante Nota-
cità e dalla fede ristefano ha informato,
autentica di quelle soddisfatto, che “Incon-
religiose, consumate tri” sta attraversando una
nei tanti servizi umili stagione favorevole e ha
e spesso faticosi. ringraziato don Carlo Car-
Nel 1982 Padre Ge- levaris per il grande e com-
mello lo chiama a petente impegno profuso
Torino e gli affida la per molti anni come diret-
Direzione dell’Uf- tore del nostro periodico.
ficio Tecnico, dove si L’incarico è ora svolto da
trova tutt’ora. Nel don Provera.
suo vivace intervento don Chiesa all’intercessione del Paleari, Superate le ore 13 con un certo
ha ribadito di aver sempre cerca- morto solo sette anni prima. languor di stomaco, abbiamo ter-
to di lasciarsi condurre dalla Don Carmine Arice, ha richiama- minato l’incontro. È seguito un

tra Amici
volontà di Dio e dalla fiducia nel to e commentato, che la santità ottimo pranzo, dove alla convi-
Cristo che ogni giorno ci ripete il del Paleari si è espressa in modo vialità della mensa si è accompa-
suo “vieni!” e ci sostiene con il straordinario nell’ordinarietà del gnato un dialogo fraterno, che ha
Suo Spirito. suo ministero sacerdotale, come accomunato compagni di un
Dopo la Messa, ci siamo riuniti in confessore, padre spirituale, pre- tempo, divenuti anche grazie a
sala incontri. Qui Don questi appuntamenti an-
Roberto Provera, che nuali, amici per sempre.
sostituiva Padre Sarotto A nome di tutti i parteci-
impegnato in un “viag- panti esprimo viva e pro-
gio pastorale”, ci ha rag- fonda gratitudine alla Pic-
guagliati sulla beatifica- cola Casa e in particolare
zione di mons. Paleari; alla famiglia dei Tomma-
Lo scorso 7 marzo presso il rito all’incontro, appena ricevu- togli dal parroco: “Ti piacerebbe ha raccontato del mira- sini, per l’ospitalità riser-
Seminario cottolenghino, circa to l’invito di don Carmine. Il andare a studiare a Torino?”, spe- colo, accertato dalle vataci, che ci ha fatti sentire
cinquanta ex, preti e laici, si sono Signore aveva in progetto un rando che nel frattempo, sorges- competenti autorità non ospiti, ma amici e fra-
ritrovati per l’annuale festa. Pur altro incontro: L’ha chiamato a se in lui la vocazione… Il ragazzi- scientifiche ed ecclesia- telli dalle comuni radici,
nella diversità di età e provenien- sè, solo pochi giorni dopo. no Enrico accettò subito, perché stiche, che ha spianato nate dalla fede granitica e
za, e di alcuni presenti per la L’Eucaristia è stata presieduta a Torino l’aveva preceduto dai la strada al riconosci- dalla carità smisurata di san
prima volta, si è subito creato un da don Enrico Chiesa (che que- Salesiani, l’amico Angioletto mento ufficiale della Giuseppe Cottolengo.
bel clima di cordialità e genuina st’anno ricorda il 50° di sacerdo- Lazzaroni. santità del più insigne Proprio 200 anni fa era con-
accoglienza. zio), originario di Pogliano Ma la Provvidenza decise invece ex tommasino. sacrato prete, e dava inizio
Come sempre il momento forte Milanese, paese natale di Mons. che trovasse posto nel seminario La storia di un ragazzi- al cammino di maturazione
è stata la celebrazione della Francesco Paleari, il nostro pre- del Cottolengo, dove pure stu- no dodicenne che nel umana e cristiana, che sa-
Santa Messa, con il ricordo e la sto Beato. diava un altro Angioletto di 1946, affetto da una rebbe sfociato nel “miraco-
preghiera per i tommasini Nella sua omelia don Enrico, ha Pogliano, il Molteni. Don En- grave forma di meningi- lo” della Piccola Casa.
defunti; particolarmente per lasciato parlare il cuore e raccon- rico, sarà ordinato prete nel te, guariva rapidamente
l’ultimo, don Roberto Molinar, tato i passi salienti della sua voca- 1961. Nel 1969, viene mandato e totalmente, dopo che i Don Aldo Issoglio
che per primo aveva subito ade- zione, partendo dall’invito rivol- da Padre Borsarelli a Cerro (Mi), familiari erano ricorsi
30 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 31
Gratias per l’accoglienza familiare

BRICIOLE DI CARITÀ che riservate a noi, vostri fratelli e


figli di questo stesso misericordio-
so Padre.
Beatrice di Roma

GIOIA
NEL CUORE

Non so proprio da dove partire,


“La scuola delle carezze”. La ca- per raccontarvi l’esperienza di siamo senza maschere. E poi sen-
rezza è molto di più di un sempli- quest’estate, vissuta alla “Piccola tirsi accolti pone le condizioni
ce gesto d’affetto, è un contatto Casa della Divina Provvidenza” di migliori affinché il proprio cuore
che dice molto. È un passaggio in Torino. È stata così intensa, che rifiorisca...
M’ILLUMINO viene fatto ai volontari, perché nocenti ho imparato a dire: “Deo quattro fasi: interno/esterno – ora faccio molta confusione nel Cristina di Cuneo
D’IMMENSO anche in mezzo a mille difficoltà Gratias!”. Mentre preparavo l’ulti- esterno/interno. Cioè l’interiorità rimettere insieme tutte le idee...
questa gente fantastica non perde mo esame prima della tesi, pensa- di chi vuole dare se stesso all’altro Nella Piccola Casa si sperimenta HO SCOPERTO IL VALORE
“M’illumino d’immenso”, così co- mai la gioia di vivere e la trasmet- vo ad alcuni miei amici che parti- attraverso il gesto esterno (la una gioia condivisa e contagiosa DELLE PICCOLE COSE
me Ungaretti, tutte le volte che te con entusiasmo a quanti sono vano per stages e corsi di specializ- carezza) che raggiunge, attraverso che arriva a toccare il cuore, una
con la mente ritorno a quegli pronti a lasciarsi rapire da un zazione all’estero e mi domandavo l’esteriorità, l’interiorità dell’altro. gioia che nessuna menomazione Ho scelto di fare l’anno di volon-
sguardi che mi sono rimasti scol- abbraccio di luce. seriamente perché io avessi rispo- È gesto gratuito, che non preten- tariato sociale per fermarmi ed
piti nel cuore. sto ‘no’ a quelle proposte per de, che si dà senza chiedere in andare alla scuola dei poveri, per
Sul quadro che è quello della dire ‘sì’ a questa. Ora, al ricordo cambio, il gesto più semplice per smetterla di chiudermi nel mio
mente mia, ogni ospite della di quell’estate, con un sorriso dire: “Eccomi, ci sono, sono qui piccolo mondo ed allargare gli
Piccola Casa ha lasciato il suo sulle labbra, realizzo che per te”. orizzonti del mio cuore.
tocco di luce, l’impronta della anch’io ho fatto uno stage, e Questo essere presenza per gli altri Ho camminato con le mie grandi
sua dolce armonia. Come riu- con che maestro! Ricordo che è stato il regalo più grande. amiche, le Ospiti... con loro ho
scire a comunicare un’espe- una domenica, mentre stavo lì Imparare ad essere dono nella sola riscoperto quanto è bella la vita,
rienza talmente profonda e in giardino, una ragazza dopo presenza. Ed ecco la ricchezza ho riscoperto il valore delle picco-
intensa da risultare ineffabile? aver portato una cosa a suor grande che ho trovato tra le mura le cose, ho capito che veramente
Nessuna parola potrà mai Maria, mi si sedette accanto e della Piccola Casa: tante esistenze “l’essenziale è invisibile agli oc-
esprimere le vive emozioni che mi disse: “Io quando me lo che hanno il loro senso più profon- può fermare. All’interno del chi”!
si provano nell’essere volonta- chiedono faccio sempre la cari- do nella presenza, nel loro esserci Cottolengo non vi sono persone Lorena
ri al Cottolengo. Difficile spiegare le emozioni di tà, io ho la carta di credito!”. Io nella semplicità. E mi passano in lacrime o disperate, ma ospiti
Impressa nel quadro della mente un istante; ci sono cose che non si sorridendo in un primo momento davanti in questo momento tanti sereni, fiori tra le rocce pesanti MI GIUDICAVO
mia, vi è ora una dolce assonanza riescono a raccontare, se non per non capii e cercai di farmi spiega- volti, sorrisi, silenzi pieni e sguardi dell’umanità ferita. Non è certo INUTILE
di luci e di colori, che tanti picco- mezzo di vaghe impressioni. Così re, e lei mi disse con tanta sempli- cristallini che mi fanno esclamare: superficialità ma è l’evidenza di
li sorrisi hanno lasciato. Erano vi affido la mia testimonianza che, cità: “Certo, la carta di credito! “Quale grande amore ci ha dato il una grande speranza. Non è che la ...un anno fa mi giudicavo inutile;
quelli degli ospiti della Piccola come in un quadro di Monet, “(indicando in alto) “Io faccio del Padre per essere chiamati figli di malattia, l’handicap, il limite ora sono radicalmente convinto
Casa, contenti di avermi fra loro. affianca e unisce tanti sprazzi di bene, ecco io posso fare sempre la Dio, e lo siamo veramente!” (1Gv scompaiano improvvisamente. che il mio sorriso può dare gioia e
Essi mi hanno accolta a braccia luce. Spetta ora a ciascuno di voi carità quando me lo chiedono!”. 3,1). E allora veramente Deo Assistendo queste persone piagate arricchire il cuore a certe persone,
aperte e con gioia mi hanno inse- scoprire il valore di ogni singolo Cosa poter aggiungere?!? Ricordo Gratias perché Egli ogni giorno ci nel corpo, possiamo fare l’espe- senza impoverire me, anzi!
gnato ad apprezzare la vita e a tocco che sta sulla tela. Perché poi Sebastien, un seminarista del ammaestra nella carità e Deo rienza di un incontro con il Vito di Caserta
ridare valore ai piccoli gesti. A anche il più insignificante può Burundi, con il quale ho condiviso Signore risorto.
volte basta un solo sguardo, una generare armonia ed è parte di il servizio la prima settimana. Di- I poveri, i sofferenti, gli ammalati
carezza, un sorriso per illuminare quell’immenso capolavoro che ceva sempre: “Io mi sento così pic- che vivono qui, non sono arrogan-
un’esistenza; e poi, come in un illumina d’immenso. colo davanti a loro”. Era sempre ti e prepotenti, ma dolci e capaci
gioco di specchi, ti accorgi che Una giovane sorridente e quando uscivamo dal di accogliere una persona senza
quella stessa luce ti abbaglia e ti reparto mi diceva che se avesse giudicarla e di farlo sentire a casa.
travolge di rimando. LA SCUOLA scritto un libro sul Cottolengo Quando ci si sente accolti così,
Questo sole, che dà luce e gioia, DELLE CAREZZE l’avrebbe intitolato “Alla scuola non c’è bisogno di mostrarsi più
brilla nei cuori degli ospiti del delle buone figlie”. Sorridendo, belli o più simpatici di quel che si
Cottolengo e si diffonde in tutti Nei 40 giorni passati alla Piccola pensavo che aveva proprio ra- è; basta essere semplicemente se
quelli che sono pronti ad acco- Casa della Divina Provvidenza gione, ma personalmente se scri- stessi. La loro mitezza ci aiuta a
glierlo. Questo il grande dono che (To), nella famiglia dei SS. In- vessi un libro, sarebbe intitolato fare verità in noi, ad essere ciò che

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