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Oggi VIDEOINTERVISTA
Mario Desiati
SUL COMODINO
Ernesto Ferrero Nuto Revelli:
LA MEMORIA
NUMERO
ANNO XXXV
1762
SABATO 23 APRILE 2011 tuttoLIBRI «Italia reloaded» Come ogni Pasqua si affollano le città d’arte,
il nostro «petrolio»: ma la rinascita culturale del Paese richiede
di andar oltre il consumo del passato, per creare nuove idee e opere
25 APRILE
UNA LETTERA DI CLAUDIO MAGRIS pargoli dagli insegnanti che giustamente dovere dell'insegnante di impedirlo. Talora, certo, sentimentalismo è nemico del sentimento.
Studiare, copiare, ridere impediscono loro di usare il cellulare in classe durante
l'ora di lezione. C'erano professori severi che
possono accadere infortuni, come quando tutta la
nostra classe copiò la traduzione di un difficilissimo
L'articolo di Franca D'Agostini mi ha ricordato un
aneddoto raccontato da Borges. Dopo aver ricevuto
= Vorrei tranquillizzare Franca D'Agostini circa il insegnavano ad amare lo studio pur duro e compagni capitolo di Tucidide, sbagliando però il capitolo, una laurea ad honorem, alla fine del banchetto
mio elogio del copiare pubblicato anni fa sul Corriere, che studiavano seriamente e insieme si divertivano (ci traducendo non quello del tema ma un altro. ufficiale che coronava come sempre la cerimonia,
che ha destato le sue preoccupazioni espresse nel suo divertivamo) a combinare scherzi d'ogni genere, Ho amato la scuola, specie il liceo, più di ogni altra Borges tenne un breve discorso di ringraziamento,
articolo apparso sabato scorso su Tuttolibri. Vedo che imparando - è questo forse il senso della classicità - a istituzione, il che non mi ha impedito, un paio di concludendo, anche in questo caso come sempre in
è difficile scherzare e che è ancor più difficile capire ridere anche di ciò che rispettavamo ed amavamo e a volte, di marinarla, venendo giustamente - e tali circostanze, con una storiella o una battuta
come si possano prendere sul serio le cose - in questo rispettare e ad amare ciò di cui ridevamo, senza bonariamente - punito. «Si ricordi, Magris - mi diceva comica. Al che il Rettore che lo aveva onorato gli
caso, lo studio - e insieme riderne fraternamente. crederci più furbi e senza prenderci troppo sul serio. il preside, consegnandomi la buona pagella - qui disse, tutto serio: «Non capisco».
Nella scuola - pubblica, beninteso, l'unica vera scuola Non c'è contraddizione tra studiare seriamente i verbi proficit litteris sed deficit moribus magis deficit quam Borges, imbarazzato, gli spiegò la battuta. Il Rettore
- che ho avuto la fortuna di frequentare molti anni fa, greci e suggerire una forma di quest'ultimi al proficit, chi è bravo nelle lettere ma è manchevole nel rispose: «Avevo capito la battuta, ma non capisco
non c'erano grazie a Dio né troppe assemblee né compagno di banco che in quel momento ne ha comportamento è più manchevole che bravo». perché l'abbia detta».
troppi consigli di genitori pronti a difendere i loro bisogno, riconoscendo ovviamente il diritto e il La seriosità è nemica della serietà, come il Claudio Magris
SERGIO
PENT Desiati Emigranti tra il Belgio e la Puglia,
PAROLE IN CORSO Una nobile forma di
GIAN LUIGI BECCARIA romanzo sociale serpeggia tra una donna affascinante, coerente e rocciosa
il banale disincanto delle clas-
Mimì, la passione
sifiche: romanzi accorti e sor-
M
assimo Gramellini, ci rivelano brutalmente l'insignifi- ci ancorate ai «terroni» di Silo- è direttore
sabato scorso, nel suo canza delle parole che esse pro- ne e Strati, alle piccole borghe- editoriale di
«Buongiorno» quoti- nunciano, quelle parole della poli- sie operaie di Vittorini, Ottieri, Fandango libri
diano su La Stampa dal titolo tica che ripetono sino alla nausea Volponi, Pratolini. In tempi di e ha ora
«La fine delle parole», ha com- nelle comparsate in Tv. qualunquismo dilagante, di be- firmato
mentato l'ignominia dei manife- Abbiamo smarrito il senso og- stsellerismo sponsorizzato da il manifesto di
sti comparsi a Milano che a gettivo di quel che si dice. Erava- una critica sempre più rilassa- «Generazione
grandi lettere bianche su sfon- mo da sempre abituati ai linguag- ta, è lecito diffidare di chi por- TQ» (scrittori
do rosso recavano la scritta gi «interessati» e «persuasivi» ta avanti un discorso serio e e critici
«Via le Br dalle Procure». della politica, quelli che attraver- coerente, magari aspro e diffi- «trenta-
Le parole oggi si stanno dav- so il non-detto, l'eufemismo, la pe- cile ma sincero, perché non si quarantenni», p Mario Desiati
vero svuotando di significato, rifrasi, aggiravano la comunica- che sarà p TERNITTI
affogate in una babele di suoni zione più diretta e trasparente; p Mondadori
dove non contano più niente eravamo avvezzi da sempre agli
«Ternitti»: il sottobosco presentato
p pp.258, € 18,50
a Roma
(tanto vale il silenzio «tra le ma- aggettivi semplici ma generici dell’eternit, causa il 29 aprile
p Desiati, nato in Puglia nel 1977,
ha curato tra l’altro l’Album Pa-
cerie», aggiunge amaramente («corretto», «concreto», «respon- di morti atroci, solini per Mondadori, è autore
Gramellini). Non si tratta nep- sabile» ecc.), biforcuti perché pos- di Il paese delle spose infelici.
pure di «manomissione delle pa- sono indicare tanto una cosa co- un romanzo sociale Ternitti concorre allo Strega.
role». Né di un fatto ascrivibile me il suo contrario. che lascia il segno
alla malattia degenerativa che Tantomeno vorrei evocare
colpisce l'odierna vita pubblica l'abitudine (non solo odierna) di vede dove sta l'inganno. Il pub- di questi narratori che stanno ri- cerà i polmoni di migliaia di for- tetto della fabbrica che vuole la-
e che sta lasciando tracce visto- usare in modo non appropriato e blico vuole divertirsi o soffrire, valutando il mestiere del lettera- miche operaie in cerca di pane sciare l'Italia per emigrare in In-
se sulla neolingua della politica. distorto parole fondamentali co- sempre meno vuole pensare. to «impegnato». Desiati scrive e fortuna. Mimì quindicenne dia e in Romania, è l'estremo se-
Non si tratta nemmeno dei soli- me giustizia, democrazia, ugua- Fa pensare, invece, un ro- di emigranti ma anche d'amore, torna nella sua Puglia - Tricase gno di riscatto di un sottobosco
ti toni irriverenti volgari e rin- glianza, libertà: parole importan- manzo come Ternitti di Mario la sua Mimì Orlando rincorre in- - incinta di Arianna, frutto dell' umano che, dalle morti atroci
ghiosi che ascoltiamo quotidia- ti svuotate di senso concreto, ri- Desiati, scrittore in crescendo consciamente la passione giova- amore intenso e rubato con Ip- causate dall'eternit, si ritrova
namente nei dibattiti e nelle in- dotte a nozioni elastiche, obbe- che si ricongiunge felicemente nile per tutta la vita, e in questo pazio, che sparisce in un nulla sempre e comunque a confligge-
terviste, ma del senso delle paro- dienti a seconda dei casi a dispa- alla tradizione di un Sud non il realismo tende la mano a un di- fatto di violenze tra emigranti re con un destino deciso altrove.
le stesse che di botto è svapora- rate convenienze politiche. troppo folcloristico - per fortu- sinvolto feuilleton che si sgrava di paesi diversi. Il percorso umano di Mimì è
to. Otto giorni fa, in un dibatti- Difatti constatiamo che è con- na - vittima dei suoi mali seco- del suo peso metaforico sotto la Il resto è un presente che si quello di una donna anticonfor-
to sulla 7, un ministro della Re- veniente aggredire per via media- lari. Con Ternitti Desiati ricom- pioggia battente finale che lava i avvicina, in una Puglia dismessa mista ma coerente, resa roccio-
pubblica, Giovanardi, ha dato tica inesistenti «toghe rosse» ven- pone un discorso pugliese - ma deliri, le paure, purifica una ter- ma non doma, dove Mimì cre- sa dalle ferite dell'esperienza:
del «fascista», pensate un po', a dute ai partiti, quelle che perse- potrebbe anche essere cala- ra dal veleno del male che ha sce la sua piccola e bada al fra- una figura accesa di luce positi-
Dario Fo. Abbiamo perduto il guitano la vittima... Ma scrivere brese o campano - portato mietuto troppe vittime. tello Biagino, che neppure ha va, che non smette di sperare e
senso dell'ironia (uno Scilipoti ora su dei manifesti «Via le Br avanti dal suo conterraneo Co- Il Belgio del 1975 è la geogra- provato a cambiare la sua vita, che in qualche modo recupera
che sta sotto il cartellino dei «re- dalle Procure» non è come dire co- simo Argentina con il recente fia iniziale in cui Mimì si trova a arrendendosi ai vapori alcolici l'amore perso in una camerata
sponsabili», la Santanché nel munista a un avversario per dir Vicolo dell'acciaio: storie di fati- sopravvivere, in una fabbrica dell'amato «Giacomo Daniele» buia del Belgio, in un passato
gruppo degli «indipendenti»). male di lui (con un termine «luo- ca quotidiana e di illusioni, che abbandonata rifugio di migran- Mimì cambia uomini e prospet- che si è portato dietro per l'in-
Ci stiamo quasi rassegnan- go comune», che non ha più un si fortificano tuttavia in una ri- ti in attesa di domicilio - suona tive, in una terra in cui la sua so- tera vita. Un personaggio fem-
do al vedere la gente che si abi- fondamento reale, poiché il comu- cerca privata estesa ai senti- qualche campanello d'attuali- lida femminilità è vista con so- minile affascinante, per un ro-
tua alle figure terribilmente co- nismo si è estinto da oltre una ge- menti, al recupero affettivo. Il tà, per caso? - tra le speranze spetto, e il lavoro al cravattificio manzo che lascia il segno e fa
miche che si alternano sulla sce- nerazione). È già follia calcolata, linguaggio - coerente, lavorato per un futuro migliore e l'incu- diventa l'unica rivalsa di una vi- ben sperare in un riscatto di
na, figure senza speranza, che è la fine delle parole. con dedizione, inciso nell'ani- bo non ancora compreso del ta messa all'angolo da troppe questo paese dimenticato da
ma - è un'altra caratteristica «ternitti», quell'eternit che bru- sventure: la sua lotta finale sul chi lo governa.
è una vertigine
p Maria Jatosti
razzola in campi diversi». p PER AMORE E PER ODIO pigliato il senso di un'intera esi-
Più «per amore» che «per p Manni, pp. 270, € 17 stenza: «Rivelare segreti masche-
odio», in verità. Amore di vita Maria Jatosti randoli da verità oggettive era
che resiste. Amore d’amore sempre stato il suo modo di scri-
che rimane. Amore che s’impi- gesto continuato, e anche un po’ selettiva, non butti via nulla. Fai per elenchi, per inserti, in uno gnolo, dal milanese al napoletano, vere, raccontare, trarre riflessio-
glia nei sogni minuziosi, nei ri- di messaggio nella bottiglia in così per tutto: passato e presente, stile nominale che accumula e dal genovese al siciliano). Si dise- ni di carattere generale dall’espe-
cordi struggenti, nei personag- cerca di un lettore capace di in- uomini e cose». Un giudizio maga- che allinea tutta la complessità gnano figure (a spiccare quella rienza privata, mostrare la pro-
gi convocati, negli itinerari tenderne (e dunque di sopportar- ri estremo ma non ingiusto, se la del mondo di ieri e di oggi. La del «lui» che è Luciano Bian- pria verità come un corpo nudo:
randagi, nella passione politi- ne) il fuoco che lo divora. stessa autrice - in un angolo del «vertigine della lista» che trattie- ciardi, con cui Maria Jatosti ha vecchio repellente deforme o es-
ca e civile, nell’eterna e mai di- Ironie, passioni, commistioni, suo porsi come personaggio che ne fatti, luoghi, idee, persone, let- vissuto una vita d’amore e senziale, integro che sia».
messa illusione che il mondo si pensieri peregrini e deviazioni, dice io - desolatamente e corsiva- ture, morti, viventi. Tutto. d’agrume). Ma anche figure di Come scrive Pino Corrias nel-
possa cambiare. l’eterno discutere con un amico- mente registra: «Tutto si è ridot- Qui si saltabecca di luoghi e di famiglia, la madre, il padre, i la premessa, un romanzo fatto di
Non sono che alcuni elemen- pittore (parigino) che tocca la cor- to a un miserevole essenziale». tempi, si va dagli Anni Trenta a fratelli, il figlio, gli amici noti e ricordi che si stratificano, di pro-
ti di un romanzo che non si la- da più segreta: «Tu, come al soli- Romanzo arrembante e stra- oggi per residenze e passaggi, da meno (da Mastronardi a Mar- sa concentrica e di divagazioni in-
scia riassumere. Perché è un to, fai confusione: ti piace tutto. ripante, la voracità di vita diven- Roma a Milano, da Parigi a Bar- cello Marciani o a Peppino e To- tese a raccontare una nuova vita.
resoconto, una sorta di diario- Non discerni, non elimini, non in- ta voracità di cattura universale, cellona, si parlano lingue e dialet- nia Rosato), il tutto impastato - Ma più persuasivamente, l’«enne-
ideario, di esame aperto, di re- tervieni in modo critico. Non sei desiderio spasmodico di dire: ti diversi (dal francese allo spa- nonostante le amarezze e gli in- sima vita ostinata».
Quel 25 aprile Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA III
Ingrid
Thulin
interpretò CONFRONTI
Agnese LORENZO MONDO
nel film che
Giuliano
Montaldo
trasse (’76)
dal romanzo
di Renata
Pavese e Fenoglio
Viganò:
nata a Bologna
nel 1900, morì
alla guerra civile
nel 1976, prima
che uscissero
il film e il suo
La consapevolezza che li accomuna,
ultimo libro di oltre la divaricazione stilistica e morale
ricordi
«Matrimonio
C
in brigata» ercando nella nostra disfacimento subito dalla cascina
narrativa riferimenti al- della Mora, in particolare sulla
ti alla storia della Resi- sorte dell’irrequieta Santina. Nel
stenza caschiamo inevitabil- romanzo la Resistenza c’è, anche
mente sui nomi di Pavese e di nelle frustrazioni del dopo, nelle
Fenoglio (senza dimenticare speranze tradite, ma vista di scor-
con questo il Calvino del Sentie- cio, nell’assenza dei protagonisti,
MASSIMO ro dei nidi di ragno e il troppo come occasione mancata.
RAFFAELI Viganò Il ruolo delle donne, protagoniste più trascurato Cassola di Fausto e Altro contegno e altra aria
Il fascismo odiava le Anna). Siamo attratti dalla nei romanzi e racconti di Beppe
donne fingendo di santificar- per ragioni umane, etiche, che non politiche contiguità geografica ed etnica Fenoglio. A partire dagli Appun-
le, le chiamava angeli del foco- dei due scrittori, che non fa velo ti partigiani fino al grande can-
lare e però le distingueva sola- tuttavia a una netta divarica- tiere rappresentato dal Partigia-
mente tra fattrici domestiche
e mammiferi da alcova. Fu la
guerra voluta dal Duce, tutta-
via, che non solo le buttò fuori
di casa ma le spinse dopo l’8
La lavandaia zione stilistica e morale. In fon-
do il tratto che più li accomuna
è la consapevolezza, affermata
a chiare lettere prima della tar-
diva pronuncia degli storici, che
no Johnny e alle pagine ultime di
Una questione privata, la Resi-
stenza diventa il tema centrale,
direi definitivo, della narrativa
fenogliana, la scommessa della
della Resistenza
Settembre a una scelta tal- la guerra di liberazione è stata sua vita. Il combattente che è sta-
mente impensabile che persi- anche una guerra civile. E Feno- to Beppe non ignora nessuno dei
no nella Resistenza suscitò glio, che pure lesse Pavese e tra- suoi aspetti, la tenerezza dell’ami-
diffidenza, imbarazzo e talora dusse dall’inglese due delle sue cizia e la spietatezza vendicativa,
aperta ostilità. La cultura dei ultime poesie, non mostra di la fragilità e lo stoicismo, la viltà
maschi era quella ma resta averne apprezzato la narrativa e l’eroismo. Ettore accanto a Ter-
che le partigiane furono d’impronta resistenziale. Mi ri- site, in una prosa di epico respiro.
O
150
35.000, quelle classificate co- Il romanzo di Renata Viganò le valli di ferisco ovviamente a La casa in Ci sono gli odori dei bivacchi, il
me patriote 20.000, le aderen- «L’Agnese va a morire» è Comacchio e collina e La luna e i falò. calore di un precario rifugio con-
ti ai «gruppi di difesa della pubblicato da Einaudi (pp. 250, la bassa Nel primo romanzo Corra- tadino, le stagioni insidiose per
donna» ben 70.000. Uscite € 11). Premio Viareggio nel Ferrarese e si do, l’alter ego dello scrittore, gelo e per nebbia, la stretta di
1949, ha ispirato l'omonimo film conclude
dalla clausura familiare e pri- di Giuliano Montaldo con Ingrid tragicamen-
confessa la sua inettitudine, ve- una natura materna e matrigna,
ve di una qualunque iniziazio- Thulin. La Viganò partecipò alla te, con la nata di rimorso, davanti alla gli agguati e le fughe, scavallan-
ne, scelsero la Resistenza per lotta di Liberazione dal morte della scelta degli operai conosciuti in do colline e sprofondando nei ri-
ragioni concretamente uma- nazifascismo come staffetta e protagonista, una osteria della collina torine- vi... Nessuno, Calvino dixit, ha sa-
ne, etiche, più che per motivi infermiera, collaborò alla Renata Viganò che divenne se, di Cate e dello stesso figlio- puto dare della guerra partigia-
politici. Erano staffette e por- stampa clandestina e dopo il 25 emblema letto che dopo l’8 Settembre si na una rappresentazione così
taordini, trasportavano armi, aprile a «Noi donne», «il Ponte» delle tante donne che, in silenzio e danno alla macchia. Soltanto completa e così vera. Con tutte le
filavano via in bicicletta incu-
neandosi, disarmate, tra le li-
Libri d’Italia e «L’Unità».
La vicenda di Agnese si svolge tra
ai margini, fecero la Resistenza,
non meno dei partigiani in armi.
dopo la sua vana fuga verso le
colline natie, in un cammino co-
implicazioni di carattere storico e
morale che animeranno dibattiti
nee dei nazifascisti: che poi Per il 2011 stellato di incendi e massacri, fino ai nostri giorni.
«L’Agnese va a morire»: argini del Po nel paesaggio di chici, firmatario del romanzo ultimo libro di ricordi che ha il L’uno osserva
perenne, costernata, tristezza Pane - ‘36 - quasi un Hamsun medesimo titolo della mostra
una storia salmodiata che tra nebbia, fango e neve italiano) è un cenacolo artistico dedicatale a Bologna nel ‘95, un sanguinoso passato,
dal basso, un canto sembra avere assorbito la cala- ma insieme un epicentro della Matrimonio in brigata. Le opere l’altro combatte
mità dei tempi. Nell’omonimo cospirazione da cui passa il me- e i giorni di Renata Viganò e An-
popolare e insieme film di Giuliano Montaldo (‘76) glio della cultura antifascista, tonio Meluschi (con catalogo ric- una lotta quasi sacrale,
una preghiera dei morti l’Agnese ha il volto di una stra- da Galvano Della Volpe agli allo- chissimo di contributi, edito da partigiano in aeternum
ordinaria Ingrid Thulin, men- ra giovanissimi Roberto Rover- Grafis a cura di Enzo Colom-
spettasse loro accudire i feriti tre nel romanzo richiama aper- si e Pier Paolo Pasolini. bo).
e il maternage sugli sbandati, tamente il modello della Madre Ma una nuova generazione
veniva dato per scontato. Ma di Massimo Gorkij: se quest’ul- Una scrittrice di donne ormai chiede la parola
a dispetto di quanti, dopo il 25 tima è uccisa dalla guardia zari- e guarda al femminile della Re-
Aprile, pretendevano tornas- sta tra una folla di manifestan- appartata, borghese sistenza con altri occhi e diver- Beppe Fenoglio
sero a casa e in silenzio, per ti, l’Agnese viceversa è fredda- decaduta, autodidatta: sa consapevolezza, come testi-
generazioni di lettori la loro ta da un tedesco «sola, strana- moniano in contemporanea Dall’inettitudine
voce è stata quella, ruvida e la- mente piccola, un mucchio di il suo libro, uscito due volumi collettivi, La Resi-
conica, che parla nel romanzo stracci nella neve». nel ’49, vinse il Viareggio stenza taciuta (a cura di R. Fari- venata di rimorso
di Renata Viganò, L'Agnese L’epilogo, un emblema di nu- na e A. M. Bruzzone, 1976, poi della «Casa in collina»
va a morire, edito da Einaudi do realismo, corrisponde alla Dopo l’adesione alla Resi- Bollati Boringhieri 2003) e Com-
nel ‘49, subito premiato al poetica di una scrittrice appar- stenza, il successo del romanzo pagne (Einaudi 1977) a firma di alla lotta di Johnny
«Viareggio» e tradotto in tre- tata, di pochi libri e molte espe- le guadagna collaborazioni a Bianca Guidetti Serra, poi via e Milton per la dignità Cesare Pavese
dici lingue. Nemmeno un ro- rienze umane: nata a Bologna Noi Donne e l’Unità: non dura a via un patrimonio di ricerche il
manzo ma una storia salmo- nel ‘900, borghese decaduta, lungo e presto viene messa al cui ultimo esito è un documen- dopo avere letteralmente «sca- Per i suoi portavoce, Johnny e
diata dal basso, un canto po- autodidatta, costretta a fare margine perché, in fondo, la tario dal titolo eloquente, Bandi- valcato il sangue», comprende Milton, ma anche per tanti più
polare e nello stesso tempo l’infermiera e l’impiegata, la sua indole è la stessa dell’Agne- te, di Alessia Proietti e Giuditta quanto fosse illusoria la sua spe- umili e meno consapevoli gregari,
una preghiera dei morti. sua casa di via Mascarella (do- se. Muore il 23 aprile del ‘76 e Pellegrini (Istituto «Parri» Emi- ranza di una individuale salvez- la posta in gioco è la dignità del-
Tra le valli di Comacchio e ve vive col marito Antonio Me- non riesce a vedere né il film di lia-Romagna). za. Ma la sua condizione di spet- l’uomo, mortificata dall’oppres-
la bassa ferrarese, è la vicen- luschi, un autore di estri anar- Montaldo né la stampa del suo Non meno avaro il suo desti- tatore non gli impedisce di rap- sione e dalla menzogna. Certo, in
da di una lavandaia-contadi- no postumo di scrittrice se nel- presentare in controluce, attra- Fenoglio, c’è qualcosa di più, la
na non più giovane e semia- l’opera che ha il merito di avere verso la sua stessa assenza, il Resistenza assume un significato
nalfabeta il cui ingresso nella costruito intorno a Beppe Feno- movimento partigiano, con per- simbolico quasi sacrale. Egli si
Resistenza assomiglia ad una glio il canone letterario della tinenti notazioni sui contrasti trova in piena sintonia con il suo
educazione sentimentale, guerra civile (Racconti della Re- politici che si manifestano fin Johnny che ha dismesso breve-
l’unica che lei può permetter-
si: nasconde un fuggiasco do-
Per Vittorini sistenza, Einaudi 2005), Gabrie-
le Pedullà imputa a L’Agnese va
dall’inizio al suo interno.
Ne La luna e i falò manca
mente la divisa: «... si sentiva co-
me può sentirsi un prete cattolico
po l’armistizio, le viene depor- In dialogo con Enne 2, Elio a morire un «manicheismo ras- una cronologica presa diretta. in borghese od un militare in bor-
tato il marito invalido, accet- Vittorini delineerà il suo sicurante» e una «costante ina- Troviamo infatti la Resistenza ghese: le armi razionalmente cela-
ta i primi incarichi del Parti- romanzo resistenziale, Uomini e deguatezza stilistica». nelle rievocazioni di Nuto a be- te sotto il vestito, il segno era sem-
to, si unisce a una banda di cui no. Uno fra i capitoli della sua Qui andrebbe ricordato che neficio di Anguilla che, nell’im- pre su lui: partigiano in aeter-
officina, raccontata criticamente
diventa progressivamente la in Elio Vittorini , scrittura e
dettando a se stessa il romanzo mediato dopoguerra, è tornato num». Ed è significativo che nei
factotum e il nume tutelare. utopia da Edoardo Esposito (scritto in piedi sul comò scar- al paese dall’America in cui era suoi partigiani l’odio per i fasci-
Il credo di Agnese ha l’es- (Donzelli, pp. 214, € 25). Non a latto di via Mascarella) Renata emigrato. Nei soprassalti della sti sopravanzi quello per i tede-
senzialità dei classici, il suo caso si intitola «Vittorini e no» il Viganò inseguiva la cadenza di memoria affiorano così storie di schi. Perché i fascisti fanno parte
pensiero ha i tratti elementa- saggio introduttivo: «dispetto un universo femminile assog- combattimenti e rappresaglie, di noi, appartengono alla «guer-
ri della necessità: sa solo che i dell’oblio, che “involve tutte gettato, da sempre silenzioso, e di spiate e fucilazioni. Va osser- ra civile» che può insorgere all’in-
nazifascisti fanno del male, cose”, e prima di ogni altra le che, quanto al manicheismo, vato che neanche Nuto, per terno della nostra anima corrom-
anzi sono il Male, pertanto bi- nostre passioni, nella sua notte, oltre che scrittore (accanto a uno scrittore in tutto diverso quanto solidale con i ribelli o pa- pendola.
sogna combatterli e occorre sembra che questo nome, per Uomini e no, Conversazione in da lei, Elio Vittorini, aveva ap- trioti, ha partecipato alla Resi- La Resistenza come gran tea-
quanto soggetto come tutti alle Sicilia e Le città del mondo), sarà
annientarli. «Sarebbe bello ellissi delle mode culturali,
pena pubblicato Uomini e no: stenza: è stato come Corrado tro che chiama a raccolta tutte le
ammazzare tutti i tedeschi» è editore, organizzatore di cultura, dunque entrambi escludevano un testimone inerme. D’altron- virtù dell’uomo. Un evento al qua-
continui a rappresentare un vero traduttore (con Pavese
una delle sue rare esclamazio- e proprio segno di traghetterà nel nostro Paese la
d’acchito il disumano dall’uma- de le sollecitazioni dell’amico a le Fenoglio rende un superbo
ni. Agisce in silenzio, è la sago- contraddizione fra i letterati - o migliore letteratura americana), no, entrambi erano persuasi smuovere il sanguinoso passato omaggio promuovendolo, al di là
ma scura, in gramaglie, che gli intellettuali - italiani». artefice a Milano della rivista di che comprendere tutto, in quel sono dettate soprattutto dal de- delle strette circostanze storiche,
trascina la sua bicicletta sugli Scomparso nel 1996, Vittorini, politica e cultura «Il Politecnico». caso, equivalesse a perdonare. siderio di essere informato sul a lezione perenne.
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ALESSANDRA
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Babel, l’autunno
MORAZZONI
p Georges Perec
scenza del mezzo espressivo
per scrivere un romanzo co-
me Il centenario che saltò dalla
nell’anima
p LA BOTTEGA OSCURA finestra e scomparve. Bisogna
p
p
trad. di Ferdinando Amigoni
Quodlibet, pp.345, € 16
anche credere con fermezza
al dogma esposto nella pre-
Lo scrittore reso celebre dai «Racconti
p
p
LE COSE
trad. di Leonella Prato Caruso
messa: quelli che dicono sol- di Odessa» e dall’«Armata a cavallo»
p Einaudi, pp.122, € 17,50 tanto la verità non sono degni
p STORIA DI UN QUADRO di essere ascoltati. E’ chiaro
G
p trad. di S. Pautasso allora che Allan Karlsson, il li occhiali sul naso, il bello andare in vacanza, ma a
p Skira, pp.99, € 15 protagonista del romanzo in romanzo di Giovanni Isacco piacevano i kolchoz e riu-
p Il titolo più noto di Perec, «La questione, si è conquistato Jonas Jonasson è nato in Svezia, vive in Svizzera, al confine con l’Italia Maccari che narra la sciva a lavorare solo in Russia,
vita istruzioni»per l’uso è nella sul campo il diritto di essere «vita romanzesca di Isaak Ba- in quell’immenso formicaio di
Bur Rizzoli (pp. 572, € 9,50) ascoltato, perché raramente, bel’ e dei suoi anni tempestosi» passioni, fuori dal quale lo scrit-
nella narrativa contempora- (Sellerio, pp. 148, € 15), ripren- tore russo non poteva vivere; a
nea, si è assistito a una tale Jonasson Dalla Svezia una pazza de un’immagine diventata il ri- Parigi l’avevano colpito gli scrit-
pulviscolare che azzera la tra- farcitura di argomenti oltre il tratto dello scrittore russo, cele- tori emigré che «scrivevano di
ma. limite del credibile. Come, ra- storia, insolitamente divertente bre per i Racconti di Odessa e niente», vivevano di elemosina e
Nel 1966 Perec diventa mem- ramente, si prova un tale pia- L’armata a cavallo. mangiavano solo in ristoranti
bro dell’OuLiPo (Opificio di Let- cere a lasciarsi andare a tan-
Indovina un po’
«L’ebreo con gli occhiali sul russi.
teratura Potenziale), fondato nel ta sugosa cialtroneria. naso e l’autunno nell’anima», E’ una biografia leggera, co-
1960 da Queneau e dal matemati- Non è un romanzo da rac- così Babel’ soleva definire se struita di sprazzi di vita quoti-
co Le Lionnais, che studia le in- contare, se non per la parte di stesso. Gli «occhiali sul naso» diana e di oggetti che mancano
tersezioni tra matematica e lette- esordio, la fuga cioè di un cen- Babel’ li portò sempre: non po- nelle biografie ufficiali: ad esem-
ratura e la necessità delle con-
traintes, delle restrizioni, delle
regole. Giocoliere raffinatissimo,
esperto in giochi di parole, re-
bus, anagrammi, palindromi e
tenario, il giorno del suo com-
ALAIN ELKANN
HOTEL LOCARNO Interviene l’autore
La Signorina
BOSCO
Lo si direbbe un ro-
MARCO BELPOLITI manzone postmoderno, a giu-
dicare dai personaggi, tutti ar-
cinoti e molto eterogenei: Buf-
p Segue da pag. I
falo Bill, Van Gogh, Edison,
in ferro che
Rosa Bonheur e Sarah Ber-
Il problema che i due auto- nhardt, Maupassant, James
ri si pongono è come far ripar- Gordon Bennett, lo scià di
tire il nostro paese attraverso Persia, Toro Seduto, Whist-
la cultura, una questione che ler, Annie Oakler cioè la cam-
in un momento come l’attuale pionessa massima di tiro a se-
è assolutamente prioritaria. gno con il fucile, Mark Twain,
La condizione che Caliandro
e Sacco ritengono indispensa-
bile è la creazione di un’identi-
tà collettiva. Oggi l’intero Pae-
se pensa al proprio passato
come a uno «scrigno», una
tomba da custodire; e alimen-
il signor Otis quello degli
ascensori... La protagonista
poi, la Demoiselle, ha i tratti de-
cisi dell'icona pop: gambe pos-
senti, fianchi snelli, un'invidia-
bile altezza, il collo lunghissi-
mo e al posto degli occhi un fa-
stregò Parigi A destra
ta una nostalgia perniciosa ro. E invece è storia vera, an- una caricatura
che è l’esatto opposto della zi: la vera storia, per niente dell’ingegner
comprensione storica; la no- post e tutta moderna, della Si- Gustave Eiffel
stalgia, scrivono, è la pellicola gnorina in Ferro, il puntiglio- apparsa
della rimozione. so resoconto del suo concepi- il 29 giugno
La parola chiave per com- mento, della sua nascita, in- 1889
prendere lo stallo in cui si tro- fanzia, adolescenza, fino al su «Punch»;
va il Paese è appunto «rimo- gran debutto in società. a sinistra
zione». Gli italiani non sono in Ma cominciamo dall'ini- una visione
grado di riconciliarsi con la zio, come fa Jill Jonnes, l'au- dal basso
propria storia. Per usare la della Torre
cultura come fattore di svilup- Vinse il progetto ai giorni nostri
po bisogna fare prima di tutto
i conti con se stessi, col pro-
dell’ingegner Gustave:
prio passato, e avere un’idea gambe possenti, fianchi
collettiva del futuro. snelli, collo lungo
Uno dei capisaldi di questo
blocco psichico, che riguarda e come occhi un faro
l’intera Italia, il Nord come il
Centro e il Sud, è proprio dal- trice. Avrebbe potuto essere
la televisione, la neotelevisio- una gigantesca ghigliottina, il
ne, come l’ha definita Umber- simbolo dell'Exposition Uni-
to Eco nel 1983, che ha alimen- verselle del 1889, uno specia-
tato negli ultimi vent’anni, sul- lissimo arco di trionfo sotto il
la falsariga del modello ameri- quale avrebbero dovuto pas-
cano dell’intrattenimento, sare tutti i visitatori, ben ma-
cabra porta d'ingresso per le
questa mancata comprensio-
celebrazioni organizzate a
ne, oltre a fornire ai telespet-
cento anni dall'abbattimento
tatori massicce dosi di gla-
della monarchia in Francia.
mour e vintage, se non proprio
Tra i progetti che partecipa-
di pornografia di massa a rono alla gara e che il commis-
buon mercato. La cultura si è sario dell'esposizione si trovò
fissata su stereotipi per cui il a dover esaminare c'era an-
popolo amerebbe il pop, men- che quello. Si affrettò ovvia-
tre una minoranza d’intellet- mente a escluderlo: l'intento
tuali la cultura alta, altro luo- era inneggiare alla Repubbli-
go comune che finisce per av- ca, non ricordarne gli aspetti Una cartolina con la Tour Eiffel in costruzione Il manifesto per l’arrivo di Buffalo Bill a Parigi nel 1889
valorare l’unica televisione do- «discutibili».
minante, quella commerciale, La palma la riportò, ben Ventisei mesi di lavoro in condi- Lui, l'ingegnere del ferro, li disguido comunque non oscu-
e il suo conformismo di fondo. più adeguatamente, il proget- zioni estreme, a anche -10˚ d'in- sbaragliò tutti. Ai primi di rò la grandezza dell'impresa
Uno scrittore, Giorgio Va- to intitolato Tour en fer de trois verno e fino a +37 d'estate, per maggio dell'89, all'apertura che, anche commercialmente,
sta, ha espresso in modo ica- cents mètres. Era di un ingegne- un salario assolutamente impa- dell'Exposition - 90 ettari di fu un totale trionfo.
stico questo situazione: «L’Ita- re francese, Gustave Eiffel, la ri. Scioperarono per avere un fiera sdraiata lungo la Senna, Le altre due vedettes del
lia è un Paese a somma zero». cinquantina avanzata, elegan- aumento, giunti a una certa al- frutto dell'amplesso tra la Bel- centenario, americane doc, Buf-
L’industria culturale nel no- te nella sua sobrietà, specializ- tezza (quando ormai da sotto, le Epoque francese e l'Età dell' falo Bill e Thomas Edison, con-
stro Paese non favorisce per zato in ponti ferroviari. Al avvolti nella nebbia, non li si ve- Oro americana, consumato a tribuirono a rendere l'evento in-
nulla l’innovazione, ma vive commissario Lockroy bisogna deva più). Eiffel, ingegneristica- dispetto delle monarchie euro- dimenticabile. Il primo portan-
su modelli precostituiti e già dare atto di notevole perspica- mente, rispose: «Mancate di lo- pee disdegnose e assenti - la do a Parigi per l'occasione il
affermati. Come fare per ri- cia. Ce ne voleva una buona do- gica: cadendo da trecento me- suo Wild West, il celeberrimo
partire? Innovando, introdu- se per scommettere su quell' tri non succede niente di diver- show che metteva in scena
cendo quello che Robin Wood, idea, una torre interamente in p Jill Jonnes so che da quaranta. Si muore».
Tra i feroci oppositori cowboy, indiani e bufali con
saggista americano, ha defini- ferro, più alta di qualunque p STORIA DELLA TOUR EIFFEL E loro continuarono. della «odiosa colonna grandi effetti e al culmine del
to disturbance, il disturbo cul- monumento - quello a Washin- p trad.di Cristina Spinoglio Non bisogna pensare però di metallo imbullonato» quale si esibiva con fucili e rivol-
turale, che è proprio dell’arte gton, detentore del record, mi- p Donzelli, pp. 346, € 26 che si sia trattato di una partita telle Annie la tiratrice; il secon-
e della letteratura, e che «per- surava 169 metri - che avrebbe p in libreria dal 27 aprile
facile. Di oppositori, feroci, ce ci furono anche do, Edison, accettando che il fo-
mette di misurare la distanza posato i suoi quattro piedi al ne furono in ogni ambiente. Maupassant e Dumas nografo, l'ultima sua invenzio-
creativa tra la nuova proposta centro di Parigi e da lì si sareb- Una lista di intellettuali e scrit- ne, venisse celebrata proprio là
e il gusto già affermato». La be erta esile e impavida a por- supremazia francese in fatto di tori, tra i quali Maupassant e sua Torre era pronta. Unico in cima, nell'appartamento ae-
cultura dovrebbe diventare tare in cielo lo stendardo bian- modernità tecnologica e inge- Dumas figlio, firmarono un ap- neo: in cima - là dove, sull'ulti- reo di Eiffel. Scalarono la Torre
un contesto esperienziale, co rosso e blu. Su carta, aveva gneristica genialità. Certo è pello contro «l'odiosa colonna ma piattaforma, Eiffel aveva i pellirosse dello show come lo
scrivono gli autori del libro, in tutta l'aria di una follia. Bellis- che a nulla sarebbero valse la di metallo imbullonato». Ric- fatto costruire un apparta- scià di Persia (quest'ultimo tre-
cui le persone imparano a cre- sima, però, esaltante. potente visione di Eiffel e la lun- che signore impugnarono la vi- mento per sé, «il nido dell'aqui- mando di paura); tante teste co-
are possibilità per se stessi e Lockroy capì che se Eiffel gimiranza di Lockroy, se non sta sui Champs de Mars dei lo- la» - ci si doveva andare a pie- ronate, sia pur contrarie alla re-
per gli altri investendo sul pro- ce l'avesse fatta, quella torre fossero state supportate dal co- ro appartamenti: che fine di, e pericolosamente. Gli pubblicana Esposizione, e due
prio potenziale di sviluppo avrebbe conquistato il mon- raggio dei 199 operai che quella avrebbe fatto? I catastrofisti: ascensori, affidati all'america- milioni di persone nei sei mesi
umano. Un’impresa non da do, diventando l'insuperabile torre, pezzo dopo pezzo e me- mai e poi mai la torre avrebbe na Otis, mancarono l'appunta- della sua durata, che pranzava-
poco, ma indispensabile. dimostrazione dell'assoluta tro dopo metro, misero in piedi. resistito ai venti. Eccetera. mento di qualche settimana. Il no al Café Brébant sulla prima
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SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA VII
GLI «SCRITTI SULL’ARTE» DI SERGIO SOLMI RICORDI, IDEE E PROGETTI DI ENZO MARI
Un sogno, tra Carrà e Morandi Piantare un chiodo (e un bosco)
= «Critico non professionale», com’era solito definirsi, Sergio = «Di me si scrive che ho fatto qualche oggetto eccezionale. Se questo
Solmi fu fra coloro che segnalarono a Piero Gobetti gli Ossi di seppia corrisponde al vero, è forse perché non sono mai andato a scuola». Dal
di Eugenio Montale. Adelphi termina la pubblicazione delle sue vassoio Putrella alla sedia Sof-Sof, dal calendario Formosa al cestino In
opere complete, un’impresa che ha il respiro di trent’anni, con Attesa. Ovvero Enzo Mari. Il designer si racconta, sessant’anni di «idee e
. Scritti sull’arte (pp. 469, € 45, a cura di Giovanni Pacchiano, con progetti per difendere un sogno», in 25 modi per piantare un chiodo
una nota di Antonello Negri). Da Carrà a Morandi, da De Chirico a (Mondadori, pp. 171, € 17,50). Là dove il sogno - confessa Mari - è quello
De Pisis, da Matisse a Music. «Il sogno nostalgico di Solmi poeta - «della mia ingenuità: realizzare la bellezza». Non si nasconde, il «Maestro»,
coglie Pacchiano -, nel continuo oscillare fra i due poli opposti, il che il design è nudo, ma fondando il sogno sull’amara constatazione: il
momento della regressione a una mitica condizione originaria, progetto nasce «quando quello che vediamo fuori dalla finestra ci appare
infantile o addirittura prenatale, e la precisa chiarezza orrendo, sbagliato o falso [...] come reazione a ciò che non è giusto». E poi
dell’intelligenza, si conferma anche con e nei suoi pittori». sperare, come il contadino che pianta un bosco, «il miglior progettista». Enzo Mari
Naufragare
ghiere per ordinare latte fre- la placca di un interruttore vi
sco per i nostri figli? posiziona leve tutte uguali che
A causa della funzionalite, svolgono compiti diversi, co-
virus inquietante che ha con-
tagiato designer e produtto- La sfida di «Vivere
ri, venditori e recensori, opi-
negli Oggetti
nionisti e semplici consuma- con la complessità» ma
tori, abbiamo verso la tecno- senza tossicodipendenza
logia un rapporto di tossico-
dipendenza. Da una parte ne dalla tecnologia: le tesi
bramiamo forme sempre di- dello psicologo Norman
verse, più potenti o, come si
dice, performanti. Dall’altra adesso potrò ancora gestire la e divertente, mescolando l’utente finale che quegli ogget- stringendo l’utente ad appicci-
facciamo fatica a compren- numerazione delle pagine in aneddoti a teorie, esempi pra- ti e quella tecnologia deve pote- carvi sopra etichette di como-
derla e usarla. word, il cambio del font nella tici a modelli d’intervento. I re e saper usare. Essi si com- do per poterle differenziare.
I manuali di istruzioni de- posta elettronica, la regolazio- suoi testi si leggono con curio- portano come quel sadico im- Utopia del design è un og-
gli elettrodomestici ci lancia- ne della luce nel display… sità e passione, ed è difficile maginario (ma neanche tanto) getto senza istruzioni, come
no sfide che non sempre sia- La funzionalite è una malat- che il suo buon senso critico che ha saldato il beccuccio del- certi spazzolini da denti che
mo disposti ad accogliere, e tia il cui quadro clinico, e le re- non riesca a persuaderci. la caffettiera dallo stesso lato vantano questo primato. Salvo
che dobbiamo subire per po- lative procedure di cura, sono Punto di partenza del lavo- del manico; di modo che, ver- poi accorgerci, ancora una vol-
ter avere accesso a tecnolo- state individuate dallo psicolo- ro di Norman è la constatazio- sando il liquido bollente, il po- ta, che per inventare un ogget-
gie che credevamo di cono- go e designer Donald Nor- ne che, molto spesso, i progetti- vero malcapitato che la usa si to di tal fatta dovremmo pre-
scere e che invece qualcuno man. Autore di libri come La sti che realizzano nuovi oggetti ustiona regolarmente. A Napo- supporre per esso un utilizzato-
ci ha modificato sotto il naso. caffettiera del masochista, Il e nuova tecnologia, entrando li dicono che il caffè si beve re altrettanto perfetto, un uo-
L’acquisto di un nuovo com- computer invisibile o Emotio- in competizione fra loro e ba- «santiando santiando», ma ne- mo-macchina. Ma per sua e
puter è un evento, in tutti i nal design, Norman ha un dando esclusivamente alla com- anche i partenopei riescono a per nostra fortuna nessuno ci è
sensi del termine: chissà se grande pregio: essere chiaro mittenza, non considerano essere masochisti sino al punto ancora riuscito.
FABIO
GEDA Luoghi fantastici Lilliput, Narnia,
Non esistono più luo-
ghi sconosciuti. Nessuna fore- Flatlandia, un dizionario borgesiano
sta da esplorare alla ricerca di
civiltà scomparse, nessun ma-
re da solcare sperando di im-
battersi in isole misteriose, nes-
sun deserto che non sia stato
Nel Paese che
Una fotografia di Eiffel
dopo esser stato cacciato da enumera, li descrive e spiega la passione per i viaggi, passio- del futuro. Ma da Narnia a Lilli- redato di cartine dettagliate - da
New York avendo fatto pipì da- come raggiungerli. Come scri- ne tale da portarlo a colleziona- put, dalla tolkeniana Minas Tiri- quella di Arkham, nata dalla fan-
vanti a tutti ad un ricevimen- ve Alberto Manguel, autore del re, nel corso della vita, oltre th alle borgesiane Rovine Circo- tasia di Lovecraft, a quella del
to, trasformava ogni visita in Dizionario dei luoghi fantastici 13.00 volumi, ora affidati alla lari (dove si può sognare un uo- Paese che non c'è, rifugio di Pe-
insieme a Gianni Guadalupi, Fondazione Marilena Ferrari mo fino a dargli vita), dal Regno ter Pan e dei suoi ragazzi perdu-
Per l’inaugurazione nell’introduzione a questa ter- nella «Biblioteca del viaggio delle scimmie di Burroughs alla ti - e immaginifiche illustrazioni
za edizione (la prima è del 1980) Gianni Guadalupi». geometrica Flatlandia di Abbot - conoscete forse le mostruose
arrivarono Buffalo Bill «non ci vuole molto per scopri- A dare il via al dizionario fu (dove gli oggetti animati e inani- forme dell’idolo Manduca adora-
con il suo circo, Edison re che la geografia dell’immagi- La ville vampire di Paul Féval. mati appaiono come linee rette, to nell’isola di Gaster? O le deco-
nazione è infinitamente più va- Guadalupi, letto il romanzo, chie- dove le abitazioni sono a forma razioni della carrozza di Geova
con il suo fonografo sta di quella del mondo fisico». se all'amico Manguel di scrivere di pentagono e quelle quadrate e nel corso dell’ultima visita nel
e lo scià di Persia Alberto Manguel aveva se- con lui una specie di guida turisti- triangolari sono vietate per ra- Regno di Noè?
dici anni e lavorava in una li- ca, trattando la Città Vampira p Alberto Manguel gioni di sicurezza), nulla manca Concludiamo con una sfida.
cronaca mondana. Fanfara. breria di Buenos Aires quan- non come luogo immaginario, Gianni Guadalupi al minuzioso elenco dei posti nei Come ricompensa per il loro du-
Onore e gloria. do conobbe un cliente, quasi ma reale: dove si poteva alloggia- p DIZIONARIO quali, oggi più che mai, continua ro lavoro, Manguel e Guadalupi
Peccato le pagine di epilo- cieco, che gli chiese se fosse di- re per la notte, dove consumare DEI LUOGHI FANTASTICI ad avere senso perdersi. Boschi decisero di concedersi l'inven-
p Archinto, pp. 976, € 50
go: lo scandalo di Panama da sposto ad andare da lui, la se- un buon pasto, cosa visitare. Sen- e pianure, città e specchi d'ac- zione di un luogo a testa, com-
cui Eiffel si lasciò toccare, Van ra, a leggere ad alta voce. Il za dubbio si divertirono un mon- qua, regni e isole che ci promet- pleto di autore e bibliografia
Gogh suicida, la morte di Toro cliente era Jorge Luis Borges. do. Tanto che, terminata questa memoria - ne contava centinaia. tono nuovi occhi, ci restituiscono apocrifa. Due luoghi fantastici,
Seduto, Wounded Knee... la Manguel divenne il suo lettore prima voce, i due decisero di al- Alla fine, alcune migliaia. Per bellezza, si fanno incubatori del così fantastici da non esistere
Storia. Superstiti? Incolume, privato. Anni dopo, giunto a largare l'indagine agli altri luo- scelta accantonarono quelli non nostro immaginario. neppure nei libri citati. Un plau-
solo lei: la Tour, centoventi- Milano per lavoro, si trovò a ghi fantastici. Un primo elenco - presenti sul pianeta Terra, i Il Dizionario dei luoghi fanta- so e una confezione di erba pipa
due anni a giorni. collaborare con un editore con giusto quelli che conoscevano a mondi paralleli, e anche i luoghi stici è un manuale prezioso, cor- a chi riesce a trovarli.
VIII I nostri classici
Simposio Un rito stabile per secoli: bere
Letture vino puro, conversare, amare, divertirsi
DALLA VITE ALLA BOTTIGLIA
Intorno a Bacco
L’uva è cultura
= Una passione che
accompagna l’uomo fin
dall’Eden. Jean-Robert Pitte,
autore di varie opere di
si degusta la vita
geografia culturale, racconta Il
desiderio del vino (Edizioni
Dedalo, pp. 308, € 24,
traduzione di Vito Carrassi).
Nella prefazione Paolo Scarpi
avverte che Pitte «ha
intrecciato e mescolato la CLAUDIO Grecia. Al di là delle possibili Bere vino puro, grazie anche al
FRANZONI
complessa e millenaria varianti, il meccanismo del corredo di oltre 150 illustrazio-
tradizione vitivinicola Non è accaduto a ca- simposio dovette restare stabi- ni tratte proprio da quei vasi a
mediterranea, insieme ai suoi so che a volte, in passato, il le per secoli: gli ospiti si acco- figure nere e a figure rosse che
miti, ai suoi simboli e ai suoi termine greco symposion sia modavano in una sala apposita servivano per lo svolgimento
riti, con lo sviluppo della stato tradotto con «banchet- della casa, l’andrón («sala degli dei simposi e che vennero pro-
produzione e con la diffusione to», come, ad esempio, nel uomini») - termine che baste- dotti in Attica tra VI e V secolo
del vino nel mondo film che Marco Ferreri tras- rebbe a illustrare la destinazio- prima di Cristo. Ma il saggio
contemporaneo». se dal Simposio di Platone nel ne esclusivamente maschile non punta tanto a descrivere
Un saggio «sul gusto del vino 1988; il fatto è che ci viene na- della «bevuta» - e qui si sdraia- lo svolgimento del simposio,
nell’era della sua produzione turale ricondurre alla nostra vano sui letti (di solito sette), quanto a osservare in questo
industriale» è Dioniso esperienza ciò che incontria- modalità ereditata da forme «microcontesto quello che av-
crocifisso di Michel Le Gris mo nel mondo antico, e dun- conviviali orientali. Al centro viene nello spazio più ampio
(Deriva Approdi, pp. 185, € 16, que anche le occasioni convi- della stanza era posto il crate- della polis e del mondo greco».
traduzione di Roberto Gelini). viali, quasi che le forme del re, un grande recipiente per Del resto l’obbiettivo del Scena di banchetto su un cratere a figure rosse del IV sec. a. C.
Come le trasformazioni delle mangiare e del bere siano le simposio non era solo quello
tecniche di vinificazione e stesse sempre e dappertutto. Una «ricostruzione» di condividere il piacere del vi- domande, affrontando anche
delle forme di coltivazione Negli ultimi vent’anni la no, ma quello di conversare, NELL TRE RELIGIONI problemi di metodo; in partico-
incidono sulla facoltà saggistica di ambito anglosas- di Maria Luisa Catoni di discutere temi filosofici, di Brindisi di fede lare, a proposito dell’interpre-
individuale di giudicare i vini. sone e francese ci ha spiegato nella antica Grecia eseguire o ascoltare canti e
Il significato simbolico della vite e
tazione iconografica, non na-
Roger Scruton ha composto invece che il simposio antico brani poetici; c’era posto an- sconde anche nodi problemati-
una guida filosofica al vino, non era per niente paragona- con l’analisi comparata che per gli incontri amorosi,
dell’uva nelle culture espresse
ci, come quello dei percorsi
dalle tre religioni monoteiste,
Bevo dunque sono (Raffaello bile ai conviti, pubblici o pri- di poesia e iconografie ed eventualmente per diverti- Ebraismo, Cristianesimo e Islam. commerciali dei vasi da simpo-
Cortina editore, pp. 240, vati, del Medioevo e dell’età menti, per giochi, per la baldo- Vino e interculturalità (Longo sio: come mai migliaia di essi fi-
€ 19,80, traduzione di Gianni moderna, tanto meno a quelli mescolare vino e acqua: l’as- ria finale. Attraverso queste editore, pp. 108, € 15) è un saggio nirono in Occidente, magari
Rigamonti). Scopo dell’autore del nostro tempo. Si inseri- sunzione moderata del vino di- «bevute assieme» i gruppi ari- di Mauro Manaresi, da anni destinati a conviti non greci o
«è difendere l’opinione sce in questo ambito di ricer- venta infatti uno dei punti chia- stocratici rinsaldavano i rap- impegnato in ricerche di carattere addirittura a corredi funerari
attribuita a suo tempo a ca anche il libro che Maria ve dell’etica simposiale. Dal porti reciproci e riaffermava- economico e sociologico. «Il vino di area etrusca?
Platone, cioè che “dagli Dei Luisa Catoni dedica a questo cratere si attingeva per riempi- no la propria identità; nello è una bevanda paradisiaca, è una Uno dei cardini del lavoro è
non è mai stato concesso tema, facendo il punto sugli re le larghe coppe decorate di spazio modesto dell’andrón delle cose migliori donate da Dio l’analisi comparata di poesia e
all’uomo niente di più studi precedenti e aprendo ciascun invitato. Si iniziava viene così rappresentata la all’umanità, l’ubriachezza e iconografie; sin dall’età arcai-
l’eccesso sono proibiti, la vite (o il
eccellente o prezioso del nuovi fronti di discussione. con una libagione e una pre- complessità della dialettica ca infatti la lirica greca usa il
divieto di bere vino) è utilizzata
vino”». Il simposio era, come dice ghiera, ci si lavava, ci si incoro- politica e sociale: basterebbe come metafora di comunità (per
simposio quale argomento, co-
Jonathan Nossiter indiva infine il nome, una «bevuta assie- nava con edera: azioni che leggere i vivaci paragrafi sugli gli ebrei ed i cristiani, mentre per i me quando Alceo incita i com-
Le vie del vino (Einaudi, pp. me», le cui forme, forse ap- iscrivevano il simposio in un invitati e sugli esclusi (che pe- musulmani è il non bere vino che pagni a brindare per la morte
237, € 16, traduzione di Fabio prese dai Fenici, divennero ambito sacro e che ne rimarca- rò a volte vengono ugualmen- identifica la comunità), al vino del tiranno Mirsilo o invita a
Montrasi): un enologico giro dopo l’età omerica un vero e vano il carattere rituale. te e ne approfittano). sono riconosciuti effetti benefici colmare le coppe «fino all’or-
del mondo, tra vitigni, cantine proprio contrassegno dello Tutto questo e molti altri Ripetutamente l’autrice sulla salute dell’uomo». lo» (ma di «due parti di acqua e
ed enoteche. stile di vita aristocratico in dettagli si scoprono appunto in cambia angolazione e ordine di una di vino»); nello stesso arco
GIOVANNI PAOLO II
0 959
Il Papa Santo
os a Servizio
Se C e 800 011
o Clienti:
Come conciliare
MARCO re, l’assurdità e l’atrocità del-
VOZZA
l’esistenza giungessero a ma-
. Il debito di ricono- nifestarsi in una bella parven-
scenza che la cultura inter- za, trasferendo cioè sul piano
Dioniso e Apollo,
nazionale, non soltanto illusorio e salutare dell’appa-
quella italiana, intrattiene renza la visione annichilente
nei confronti di Giorgio Col- di quell’abisso terrificante.
p Maria Luisa Catoni li è inestimabile, innanzitut- L’arte rendeva possibile la
ebbri e assennati
p BERE VINO PURO to per averci restituito un creazione di «una possibilità
Immagini del simposio Nietzsche integro e credibi- più alta di esistenza», che
p Feltrinelli, pp. 505,€ 39 le, sottratto alle reiterate consisteva nel mantenere
manipolazioni precedenti, aperta e vibrante l’espressio-
attraverso l’edizione critica ne degli affetti, la comunica-
pensare che non fosse poi così delle sue opere condotta zione dei sentimenti, la condi-
raro bere vino puro e che bal- con Mazzino Montinari. Ma visione del dolore, seppur tra-
dorie ed eccessi non fossero Colli era anche un grande sferita «in rappresentazioni
episodi isolati. editore e un filosofo autono- coscienti»; in tal modo, nel-
Parole e immagini interagi- mo, seppur sempre fedele l’esaltazione dell’essere che
scono sugli oggetti stessi del alla traccia dei suoi autori si avvale della danza e dell’in-
simposio, i vasi, con iscrizioni prediletti, Schopenhauer e tero simbolismo del corpo, la
dipinte o graffite: storie di rela- Nietzsche fra tutti, ma in bellezza veniva ad accresce-
zioni e di amicizie, un brindisi particolare i primi pensato- re «il piacere di esistere»,
(«salute e bevimi, davvero!»), ri greci, quei sapienti delle cioè la vita ascendente.
l’accenno a un verso celebre, i origini che si avvalevano Colli non ne fa menzione
nomi di alcuni convitati; spes- delle forme espressive del ma la più rilevante conferma
so troviamo acclamazioni amo- mito, della religione e della p Giorgio Colli della propria tesi giunge indi-
rose: si proclama cioè che que- poesia prima che si affer- p APOLLINEO E DIONISIACO rettamente dalla letteratura
masse il pensiero astratto p a cura di Enrico Colli psicanalitica: Jung pone al
di tempo più di un pittore sce- dei filosofi classici. p Adelphi, pp. 270, € 14 centro dei Tipi psicologici la di-
glie scene di simposio per deco-
Mescolare con l’acqua Ora abbiamo la possibili- cotomia tra apollineo e dionisi-
Giorgio Colli
rare i vasi che verranno usati invitava alla giusta tà di tornare su quei temi,
proprio per le «bevute assie- misura , la «bevuta tra antico e moderno, in vir- espressione appare già prefi- Nell’ebbrezza dionisiaca, la Per Giorgio Colli,
me». In una sorta di specchio, tù di una consistente, affasci- gurata nella filologia nietz- natura ritrova la propria po-
allora, i convitati possono am- assieme» rinsaldava nante quanto rigorosa, rac- scheana dell’avvenire che in- tenza unitaria, dapprima dissi- nel solco di Nietzsche,
mirare immagini che li descri- i rapporti sociali colta di scritti inediti, la cui daga il fenomeno della vita se- pata nel processo di individua- le due divinità
vono e ascoltare versi che han- tesi assai ambiziosa conside- condo istanze metafisiche. zione, opera altresì la reden-
no il simposio come sfondo. sto o quel giovane «è bello», a ra «apollineo» e «dionisia- Apollo e Dioniso rappre- zione di una volontà altrimen- non si contrappongono,
Per quanto lirica e pittura conferma che l’atmosfera del co» non soltanto criteri elet- sentano il sogno e l’ebbrezza, ti intristita, ora rivitalizzata ma coesistono
vascolare abbiano codici e simposio è perfetta per il cor- tivi per la comprensione del la forma e la forza, la visione e da una mescolanza panico-or-
percorsi autonomi, si trovano teggiamento omoerotico. E mondo greco ma «principi l’impulso orgiastico, differenti giastica di affetti. aco, come modello di spiega-
pienamente d’accordo su un leggiamo anche le firme del universali e supremi della re- espressioni del sentimento Tra Dioniso e Apollo si in- zione dei fenomeni di introver-
punto, additare i pericoli del- vasaio e del pittore, a volte altà», capaci di spiegare i estatico dell’esistenza, quello staurò la lotta tra verità e bel- sione ed estroversione. Il dio-
l’ebbrezza e della perdita di persino i loro nomi quando si dualismi del pensiero filoso- in cui l’uomo viene trasfigura- lezza, che caratterizzò la gre- nisiaco costituisce «l’espansio-
controllo. Questa è la prima ritraggono in veste di convita- fico ma anche la musica di to nell’opera d’arte. Nietzsche cità fino a raggiungere, depau- ne diastolica», pulsionale e
ragione per mescolare il vino ti: si trattava dell’orgoglio per Beethoven. La chiave teore- insiste sulla coesistenza delle perata e isterilita dopo Socra- multiforme, dell’esistenza,
con l’acqua e per invitare alla la propria bravura e, forse, tica, non soltanto estetica, due divinità che si spartiscono te, la modernità; i Greci intese- mentre l’apollineo rappresen-
giusta misura nel comporta- dell’aspirazione di questi arti- che introduce Colli, dell’anti- il dominio nell’ordinamento ro che il fine della cultura è ta il tentativo razionale di ri-
mento. Ma, come osserva Ca- giani a veder riconosciuta la tesi tra dionisiaco e apolli- delfico del culto, generando quello di «velare la verità», di pristinare nella psiche un ordi-
toni, un conto è proporre mo- loro téchne con una posizione neo come connessione indis- un equilibrio che vede alter- opporre la misura all’eccesso. ne unitario. Eros e Logos con-
delli normativi, un altro è os- speciale tra i cittadini, parteci- solubile, più che contrappo- narsi assennatezza e dismisu- Si trattò per la grecità apolli- vivono permanentemente nel-
servarli: più di un indizio ci fa pando appunto ai simposi. sizione, tra interiorità ed ra, moderazione e violenza. nea di trasformare il caratte- la nostra vita.
(e non è un refuso...)
né, o non solo, un calembour. to politico e religioso, di una ri- (Milano, Genova, Torino,
Il nostro pensiero, la nostra nascita della più antica sapien- Verona, Firenze, Roma, Napoli)
cultura, la nostra politica, que- za che fosse l’inizio di un nuo- torna il bookcrossing Fnac. I
sta nostra civiltà occidentale, vo tempo dell’esperienza uma- lettori sono invitati a lasciare
che ha origine nella Grecia an- na». Alla sapienza nascosta non più di cinque libri nei vari
tica ma è nel Rinascimento Da Platone a Pletone, la filo- resta un nome che non si scor- del cristianesimo non poteva- centri, in cambio portandone a
che si forma alla modernità e sofia platonica, per dieci secoli, da, mentre quello di Giorgio Ge- no non essere arrivati, ritene- casa degli altri. Quaranta editori
appunto rinasce, non avrebbe- aveva seguito un cammino car- misto è ignoto ai più, così come va Pletone, gli antichi saggi el- hanno aderito all’iniziativa
ro avuto il loro imprinting nel- sico, ininterrotto ma spesso sot- Shakespeare è un’icona interna- lenici e orientali. Far rivivere i offrendo circa 15 mila volumi.
la filosofia di Platone se a tra- terraneo. Inizialmente cristia- zionale e Marlowe no». Di Pleto- loro testi e riti avrebbe porta- Inoltre, per festeggiare la lettura
smetterla all’internazionale nizzata, eppure quasi sempre ne, come scrisse il suo grande to a una religione filosofica in tredici editori sono stati invitati
degli umanisti europei non coniugata a un sincretismo reli- estimatore e traduttore Giaco- cui le diversità dei culti e delle da Fnac a scegliere cento titoli
fosse stato quel grandissimo gioso intrinseco ai suoi princìpi mo Leopardi, «la fama tace al confessioni storiche sarebbe- che hanno fatto la storia della
filosofo bizantino. Il suo vero e a un neopaganesimo filosofico presente, non per altra causa se ro state irrilevanti per gli ini- letteratura. Fino all’8 maggio
condiviso anche dagli esponenti non che la celebrità degli uomi- saranno venduti con il 20 per
«Trattato delle virtù»: ecclesiastici delle più o meno ni, come in effetti ogni cosa, di- Stimato e tradotto cento di sconto.
eretiche o clandestine «eterìe» pende più da fortuna che da ra-
l’opera di uno o «fratrie» che seguitarono a p Pletone gione, e nessuno può assicurar- da Leopardi, detestato A RAGUSA
fra i primi geni professarla anche dopo la sua p
p
TRATTATO DELLE VIRTÙ
a cura di M. Neri
si di acquistarla per merito, da tutte le chiese, A tutto volume
eclissi dalla teologia ufficiale di- quantunque grande».
del moderno, curioso venuta aristotelica, solo alla p Bompiani, pp. 739, € 18 In realtà, non sono certo un utopista radicale, = Dal 29 aprile al primo
di ogni ramo del sapere Scuola di Pletone sarebbe rie- mancate le ragioni per dimen- politico e religioso maggio, a Ragusa, nuova
mersa alla piena luce. E con la ticare Gemisto, o per travisar- edizione del festival letterario
nome, Gemisto, nel greco del venuta del Gran Maestro e dei lo, se non per diffamarlo, spie- ziati di un alto clero illumina- «A Tutto Volume». Tra gli
Quattrocento voleva dire suoi discepoli in Italia per il con- ga Neri, il primo dopo Leopar- to. In quel mondo nuovo, ogni ospiti Innocenzo Cipolletta,
«colmo» (gemistos); e lo stes- cilio fiorentino del 1439 si sareb- di ad essersi misurato vittorio- devozione sarebbe stata am- Vito Mancuso, Aldo Cazzullo,
so o quasi — «pieno», «traboc- be trasmessa agli intellettuali e samente con il suo greco splen- messa e libera di prosperare. Roberto Vacca, Valentino
cante» — significava, nel gre- ai politici riuniti in suo ascolto. dido e impossibile, musicale e Pletone affermava che tutto Zeichen, Achille Bonito Oliva
co classico, lo pseudonimo Fu un preciso passaggio di burrascoso, arcaico e futuribi- il mondo entro pochi anni nonché vari esordienti.
Plethon, Pletone, che si era da- dottrine, uomini e testi, che da le, che ha dissuaso molti dal avrebbe accolto una sola religio-
to in omaggio al filosofo per Bisanzio ormai prossima a ca- tradurre la sua opera omnia, ne con un solo animo, una sola CON «LA STAMPA»
cui traboccava d'amore. Con dere sotto il dominio turco ven- di cui invece questo Trattato è mente e una sola predicazione.
questo nome era noto in tutto nero portati in salvo nell’Euro- il primo volume. «Cristiana o maomettana?», gli
Salgari racconta
il mondo, come spiega More- pa occidentale. Fu un delibera- «Detestato da tutte le chie- avevano chiesto. «Nessuna del- = Quattro romanzi di Salgari:
no Neri nello straordinario li- to passaggio di consegne, in no- se costituite, finita sul rogo la le due - aveva risposto - ma simi- I misteri della jungla nera, I pirati
bro — un vero evento — che me del quale Cosimo de' Medici sua opera più importante» — le a quella dei gentili. Solo quan- della Malesia, Le tigri di
oggi ci consegna la traduzione fondò l'accademia platonica. E il libro delle Leggi, bruciato do Maometto e Cristo saranno Mompracem e Il Corsaro nero.
del più diffuso fra i testi di Ple- quella filosofia diventò, come dal patriarca Gennadio poco dimenticati, la verità vera splen- Li offre, in un unico volume di
tone, il Trattato delle virtù, e in ha scritto Eugenio Garin, dopo la sua morte —, «Pletone derà su tutte le terre del mon- 788 pagine con 32 illustrazioni
cui più di 400 pagine sono de- «l’ideologia della sovversione diede vita a entusiasmi come do». I filosofi musulmani amaro- d’epoca, «La Stampa». In
dicate a un saggio introduttivo europea». a odi non passeggeri tra le per- no quanto gli umanisti italiani edicola da mercoledì 27 aprile (il
che ha lo spessore intellettuale «E’ solo grazie a una combi- sone più eccellenti del Rinasci- le sue opere e poco dopo la sua 25 ricorre il centenario della
e critico oltreché la lunghezza nazione di talento e fortuna che Gemisto, detto Pletone, mento», scrive Neri. «Fu uno morte ciò che restava del libro morte dello scrittore) al prezzo
di un’esemplare monografia. Marsilio Ficino - scrive Neri - in un dipinto di Benozzo Gozzoli dei primi geni del moderno, delle Leggi fu tradotto in arabo. di 12,90 euro.
Classifiche Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
X LA STAMPA
P
er fortuna sembra che la corsa in discesa si sia cato, testo cristallino -, dove si ripercorrono i temi Di là scriveva alla carissima Julca, moglie inquieta e
AI PUNTI fermata: la Mazzantini conserva il primato e il della sua sociologia, tra democrazia e globalizzazio- sofferente: «Non bisogna lasciarci schiacciare dalla
LUCIANO GENTA valore dei 100 punti, sopra le 6000 copie. La ne, crisi del welfare e diritti umani, nuove frontiere vita vissuta finora, o almeno bisogna conservarne so-
sua coppia in crisi al tavolo di un ristorante è un qua- della scienza e antichi dogmi, come sempre unendo le lo ciò che fu costruttivo e anche bello. Bisogna uscire
dro d’interni emblematico del malamore e dei malu- cornici della teoria con la prassi della vita quotidia- dal fosso e buttar via il rospo dal cuore». Ecco un
Contro mori d’oggi, un piano sequenza che mette nostalgia-
per La cena di Scola. Tutti gli altri tra i primi dieci si
na (le relazioni sociali e personali, il lavoro, l’amore,
la sessualità), opponendo a disorientamento, ansia e
messaggio laico di rinascita. Da accompagnare - in
questi giorni, tra Resurrezione e Resistenza, in cui, si
attestano sotto quota 5000: l’unico nuovo ingresso paura l’arte di costruire e affermare la propria iden- spera, tacerà il delirio dell’oltraggio alla res publica
gli indifferenti della settimana è la microantologia di Gramsci, so-
stanzioso complemento del pamphlet di Hessel, ora
tità di persona. Con ciò in sintonia con Gramsci, da
leggere oltre la politica, analista e narratore di uma-
e alla Costituzione - a letture con Un cuore intelli-
gente (Finkielkraut/Adelphi) per riprendere la for-
100 86 79 72 62
1 2 3 4 5
Nessuno Vieni via Gesù Sanguisughe. Il profumo
si salva con me di Nazareth II Le pensioni delle foglie
da solo BENEDETTO XVI
(JOSEPH RATZINGER)
scandalo di limone
MAZZANTINI SAVIANO LIBRERIA GIORDANO SÁNCHEZ
MONDADORI FELTRINELLI EDITRICE VATICANA MONDADORI GARZANTI
48
6 60
7 49
8 48
9 10 46
2. E disse 48 2. Libertà 60 2. Gesù di Nazareth II 79 2. Benvenuti nella mia cucina 23 2. Il piccolo principe 25 2. Il giorno delle selezioni 13
DE LUCA FRANZEN BENEDETTO XVI PARODI SAINT-EXUPÉRY GARLANDO
10,00 FELTRINELLI 22,00 EINAUDI 20,00 LIBRERIA EDITRICE VATICANA 14,90 VALLARDI 7,90 BOMPIANI 11,00 PIEMME
3. La leggenda del morto contento 48 3. Vacanze in villa 43 3. Sanguisughe. Le pensioni scandalo 72 3. Cotto e mangiato 22 3. Bianca come il latte, rossa... 24 3. Le avventure di Re Artù 12
VITALI WICKHAM GIORDANO PARODI D’AVENIA STILTON
18,60 GARZANTI 19,00 MONDADORI 18,50 MONDADORI 14,90 VALLARDI 13,00 MONDADORI 23,50 PIEMME
4. Gran circo Taddei 46 4. La legge del deserto 40 4. Odio gli indifferenti 49 4. La parigina. Guida allo chic 19 4. La solitudine dei numeri primi 16 4. Diario di una schiappa 11
CAMILLERI SMITH GRAMSCI DE LA FRESSANGE E GACHET GIORDANO KINNEY
14,00 SELLERIO 19,60 LONGANESI 7,00 CHIARELETTERE 25,00 IPPOCAMPO 13,00 MONDADORI 12,00 IL CASTORO
5. Non chiedere perché 32 5. Il vino della solitudine 31 5. Vite che non possiamo... 44 5. Instant English 16 5. L’amico d’infanzia di Maigret 16 5. La banda del gatto 10
DI MARE NÉMIROVSKY BAUMAN SLOAN SIMENON STILTON
18,00 RIZZOLI 18,00 ADELPHI 16,00 LATERZA 16,90 GRIBAUDO 10,00 ADELPHI 8,50 PIEMME
6. Odore di chiuso 26 6. Vicino a te non ho paura 29 6. Il grande disegno 37 6. The power 15 6. Il tempo che vorrei 15 6. La prima indagine di Theodore Boone 10
MALVALDI SPARKS HAWKING & MLODINOW BYRNE VOLO GRISHAM
13,00 SELLERIO 20,00 FRASSINELLI 20,00 MONDADORI 18,50 MONDADORI 13,00 MONDADORI 18,00 MONDADORI
7. Un calcio in bocca fa miracoli 23 7. Il centenario che saltò... 28 7. Togliamo il disturbo 30 7. Noi due sconosciuti 15 7. Non lasciarmi 14 7. Via le zampe dalla pietra di fuoco! 9
PRESTA JONASSON MASTROCOLA SCHELOTTO ISHIGURO STILTON
16,50 EINAUDI 17,90 BOMPIANI 17,00 GUANDA 17,50 MONDADORI 12,00 EINAUDI 8,50 PIEMME
8. Io e te 22 8. I dodici segni 21 8. Indignatevi! 30 8. E’ facile smettere di fumare... 14 8. Il simbolo perduto 14 8. Principesse. GiocaKit 9
AMMANITI CHILD HESSEL CARR BROWN -
10,00 EINAUDI 18,60 LONGANESI 5,00 ADD EDITORE 10,00 EWI 14,00 MONDADORI 12,90 WALT DISNEY ITALIA
9. America amore 22 9. La mappa del destino 17 9. La fine è il mio inizio 28 9. La dieta Dukan 14 9. Gesù di Nazareth 13 9. Il diario di una schiappa 9
ARBASINO COOPER TERZANI DUKAN BENEDETTO XVI Kinney
19,00 ADELPHI 19,60 NORD 22,00 LONGANESI 16,00 SPERLING & KUPFER 10,00 BUR, RIZZOLI 12,00 IL CASTORO
10.Racconti con figure 20 10.Appartamento a Istanbul 16 10.Giovanni Paolo II. La biografia 20 10.The secret 13 10.L’ombra del vento 13 10.Cappuccetto rosso sangue 9
TABUCCHI AYKOL RICCARDI BYRNE RUIZ ZAFÓN BLAKLEY-CARTWRIGHT
15,00 SELLERIO 14,00 SELLERIO 24,00 SAN PAOLO EDIZIONI 18,60 MACRO EDIZIONI 13,00 MONDADORI 17,00 MONDADORI
LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALLA SOCIETÀ NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 1100 LIBRERIE.
SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 10 AL 16 APRILE.
S G
uona bene «Nikita»: nel traduttrice. Anche del primo titolo enialmente, il Belgio è Novecento, Louis Paul Boon
mondo della comunicazio- PROSSIMA d’esordio di Nikita, autore il com- senza governo da quasi CHE LIBRO FA (tradotto Minuetto a tre) e Hu-
ne, da Luc Besson alla bel- patriota Miha Mazzini con Mi un anno e se la cava be- go Claus (La sofferenza del Bel-
lissima bionda assassina del se- MENTE chiamavano il cane, romanzo au- nissimo. Non diffidiamo dalle ...IN BELGIO gio è bellissimo), entrambi prole-
rial-thriller tv; in quello dei libri, MIRELLA APPIOTTI toreferenziale, forse il più duro tra imitazioni, chissà che la solu- GIOVANNA ZUCCONI tari d'origine, entrambi speri-
dal romanzo di Lucarelli alla si- quelli in uscita: il russo La cami- zione non sia esportabile. Nel mentatori di statura almeno eu-
gla editoriale appena sbucata cia, fiaba contemporanea di Evge- frattempo lì la vita va avanti ropea. Claus pubblicava in Olan-
dalla fiorentina Barbès. Sottoti-
tolo: «Da Berlino alla Siberia»,
Nikita, nij Griskivec; il ceco Romanzo per
uomini, già diventato film, di Mi-
egregiamente, letteratura in-
clusa. E anzi, guardare al labo-
Fiandre da, perché fino a poco fa l'identi-
tà editoriale fiamminga, in con-
mission: «dare voce ai nuovi au-
tori dell’Europa dell’Est».
Il progetto di Tommaso Gur-
la passione chael Viewegh; La morte della
piccola fiammiferaia con l’hu-
mour nero del croato Zoran Feric.
ratorio belga può essere utile
ovunque si navighi verso multi-
culturalismo, federalismo, ec-
«senza trapposizione ovviamente a
quella francofona, trovava ap-
poggio ad Amsterdam. Ora non
rieri, direttore editoriale della ca-
sa madre (anima italo-francese)
dell’Est «Tutti intorno ai 50 anni, terribil-
mente disillusi ma non arresi, ar-
cetera. Eurozine - eccellente ri-
vista, uno dei pochi luoghi do-
parole» più. Ora all'autonomia politica,
con il federalismo, comincia a
e della consorella Cult (narrati- mati di una passione che rende af- ve la parola Europa non faccia corrispondere quella editoriale e
va italiana e saggistica), mira in- fascinanti le loro pagine». sbadigliare ma sia fertile - pub- culturale. I fiamminghi sono po-
fatti a «far riflettere su una Eu- Verissimo. Sarà interessante blica un lungo articolo di Tom co più di sei milioni, eppure la
ropa troppo poco considerata, incontrare nei mesi prossimi letto- Van Imschoot sulla narrativa varietà letteraria è tale che sem-
vittima di pregiudizi, il cui dram- ni, georgiani, polacchi mentre al fiamminga: la narrativa delle bra scrivano tutti o quasi. L'uni-
ma di prima e dopo l’89 non è “dedicata" come Nikita». Salone di Torino si presenteranno Fiandre. to e il suo contrario. L'autore è ca regola è che non ci sono rego-
stato ancora superato». Consa- Altra ottica rispetto alla raffi- i romeni: Florin Lazarescu con Il La fenomenale conclusione Tom Lanoye, il romanzo (auto- le, ognuno va per conto proprio.
pevolmente sfidando una piccola nata Barbès, traguardi anche com- nostro inviato speciale; Cecilia dell'articolo è che il libro che biografico) è una storia di afa- Segni distintivi: un complessivo
ma agguerrita concorrenza, «la merciali «ma di qualità lettera- Stefanescu con Relazioni morbo- meglio condensa la fioritura sia e demenza, che precedono la ritorno al realismo e persino all'
stupenda collana praghese di ria», target ambito il pubblico gio- se; Nora Iuga con La sessantenne letteraria ad Anversa e dintor- morte della madre del protago- ibridazione con il documentario.
e/o, tuttora in navigazione attor- vane. Neo responsabile della «ca- e il giovane, quasi autobiografia ni, si intitola Sprakeloos. Ov- nista: muore la madre, o la lin- Molti romanzi à la Ballard. E
no a questi, i libri della Voland e sa», Sabina Trzan, arrivata giova- della «Grande Dame» della poesia vero «Senza parole». Al tempo gua madre? l'insoddisfazione degli immigra-
anche delle due intraprendenti nissima un quarto di secolo fa a Fi- di Bucarest, «una confessione che stesso «realista e teatrale, sca- È un approdo sperimentale, ti, anche di seconda generazione
Zandonai e Keller: oggi però nes- renze dalla natia Celje, la bella cit- è un gesto fortemente erotico». bro e barocco, eloquente e afa- che rielabora la lezione dei più e oltre: nonostante il governo
suna editrice interamente tà medievale slovena, affermata (Della terza età, evviva). sico, impotente e potente», tut- grandi scrittori fiamminghi del manchi, e la vita continui.
Diario di lettura Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA XI
Enrico Sturani
Il collezionista
SANTO grammatica, gli anacoluti, le in-
ALLIGO I PREFERITI genuità ideologiche… Insom-
La bella fotografia di ma, era pittore, guadagnava co-
Enrico Sturani lo ritrae a uno me direttore artistico della Len-
stand zeppo di memorie so-
vietiche. Sarà un nostalgico,
f ci, aveva sposato la figlia di
Monti, aveva una bella fami-
oppure ha trovato in quell'edi- glia, aveva fatto il partigiano;
cola di San Pietroburgo pane non pretendesse ora di fare an-
per i suoi denti; le amate, su- che lo scrittore! I rapporti con
date, studiate cartoline? Un Pavese si raffreddarono, quelli
interesse che lo ha portato a con la letteratura abortirono.
diventare il massimo studio- Dopo anni di cassetto casalin-
so di queste fragili e volatili FEDERICO ZERI go, ora il dattiloscritto è passa-
carte, tanto da essere «Il car- Abbecedario pittorico to a quello di un editore, in atte-
tolinaro» (come lui ama defi- sa dei fondi per pubblicarlo».
Longanesi, pp. 296, € 25
nirsi) per antonomasia. Quali sono state le letture
Sturani è figlio di Mario, ce- «Come tutti i libri di Zeri, giovanili?
ramista inarrivabile, disegna- anche questo è un «Ho cominciato a leggere mol-
tore (sua la splendida coperti- autentico modello di to tardi e, sino al liceo, solo Pa-
na frassinelliana di Moby Di- metodo e di scrittura: l'arte perino. Ma sono fiero di esser-
restituita alla storia» mi solo e sempre limitato a
«Ho cominciato quelli che allora dicevo “veri” e
che poi scoprii essere ideati e
a leggere molto tardi
e, sino al liceo,
f disegnati dal grandissimo Carl
Barks. Li ho sempre tenuti tut-
ti, a formare un'autentica
solo Paperino, quello “Paperoteca”. Poi, all'universi-
vero, di Carl Barks»
ck), entomologo e scrittore
«Mio padre era direttore
(ma il suo romanzo autobio- artistico della Lenci,
grafico Il maglione rosso atten- CARL BARKS i suoi Anni 30 a Parigi
de ancora di essere pubblica- Paperino
to). Laureato a Torino in filoso- diventarono un romanzo
Comic Art, pp. 159, € 16
fia, per anni ha scritto manuali rifiutato dall’Einaudi»
per gli alunni delle scuole me- «Una saga in cui caratteri e
die; poi molti libri in cui svisce- vicende sono tà, feci filosofia e, volendomi
ra la sua passione di «cartoli- magistralmente laureare con Abbagnano, chie-
naro». Ricordiamo Otto milio- tratteggiati con il disegno si a Viano, suo brillante assi-
ni di cartoline per il duce, L'Ita- non meno che con la stente, una tesi sulla forma de-
lia in posa (per il ministero dei parola» gli oggetti d'uso. Invece di dir-
Beni Culturali) e Memorie di un mi che con la storia della filoso-
cartolinaro, il suo libro più utile fia non c'entrava, o di segnalar-
per conoscere le vicende che
ruotano intorno al mondo dei
f mi il grandissimo antropologo
Leroi-Gourhan (autore di ope-
collezionisti; qui l'autore de- re fondamentali in fatto di tec-
scrive, con autoironia, tutte le nologia comparata), mi disse di
situazioni, i personaggi e i leggere Merleau-Ponty. Nel pri-
comportamenti in cui si è tro- mo libro non trovai nulla. Nulla
vato coinvolto nel mettere in- La vita. Enrico Sturani è nato a Torino nel 1940. Laureato in Filosofia con nel secondo, e così via. Alla fine
sieme la sua immane collezio- Nicola Abbagnano. Autore di libri scolastici e collezionista di cartoline. Figlio di ero pronto per una tesi su Mer-
ne di cartoline; ma, più che Mario, tra gli amici di Cesare Pavese, ceramista, disegnatore e scrittore. DANIEL EVAN WEISS leau-Ponty. Poi passai ai libri
l'estensione, ciò che impressio- Gli scarafaggi scolastici. Finiti questi passai
na è la varietà dei soggetti: mi- Le opere. La sua ultima raccolta è «cARToline. L'arte alla prova della alle cartoline e fu fondamenta-
litari, paesaggistici, storici, cartolina» (Barbieri). Tra gli altri suoi titoli: «Memorie di un cartolinaro»
non hanno re le la lettura di tutti i libri di Fe-
donnine, illustratori, arte, cro- Feltrinelli, pp. 248, € 8 derico Zeri: mi insegnarono
(Coniglio), «Otto milioni di cartoline per il Duce. L’Italia in posa» (per il
naca, scatologici, politici, ani- Ministero dei Beni culturali), «Ai monti! Ceramiche d’arte 1930-1950» (Museo «Mio padre era anche che l'arte si incarna in precisi
Nazionale della Montagna). entomologo: questo materiali, più o meno consunti
«Il mio Edipo cominciò romanzo ci fa guardare il dal tempo, restaurati, localizza-
mondo con gli occhi degli ti e dislocati. Fui molto lieto
a manifestarsi scarafaggi» quando, mandatogli un mio li-
spedendo ai miei bro, mi rispose che se avesse
dovuto tornare indietro gli sa-
le cartoline rebbe piaciuto occuparsi di
più kitsch che trovavo» Studioso di cartoline, a torto considerate un’ arte minore, va straordinarie storie alpinisti- questi settori apparentemente
che. Si seccò quando, negli anni minori in cui meglio si sente il
mati... Ora, dopo l'ultimo nato, Ottanta, gli passai una serie di polso di un'epoca».
cARToline. L'arte alla prova del- una collezione con 150 mila pezzi, figlio di Mario, fotocopie di cartoline raffiguran- C'è una cartolina per cui fa-
la cartolina, Sturani è al lavoro ti donnine musicanti in pose al-
su altri due nuovi volumi, tiene ceramista, pittore e scrittore (bocciato dall’amico Pavese) lusive, chiedendogli di commen-
rebbe una follia?
«Farò inorridire i collezionisti,
conferenze (anche a Helsinki e tarle; scrissi poi io l'articolo
a Tokyo) e corsi universitari. "Quando Freud dirigeva l'orche-
“Insegnò Zeri
Certo, da una collezione di stra". Pavese invece non lo in-
«Mia madre era figlia
150.000 pezzi cosa potrà tira- contrai mai: nel 1940 mia ma- di Augusto Monti,
re ancora fuori questo incalli- dre, incinta di me, lo invitò a ce- ogni tanto veniva a casa
to «cartolinaro»? Attenzione, na; "No grazie - fu la sua rispo-
però. Se non si è vaccinati, a sta -: le donne col pancione mi nostra Mila, pareva
collezionar cartoline c'è anche fanno schifo". Ovviamente non la controfigura di Gabin»