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I

Oggi VIDEOINTERVISTA
Mario Desiati
SUL COMODINO
Ernesto Ferrero Nuto Revelli:
LA MEMORIA

tuttoLIBRI tra eternit


ed emigranti
oltre il vento la nostra
del suo Salgari Resistenza
iPad Edition Con le recensioni e le classifiche dei bestseller

NUMERO
ANNO XXXV
1762
SABATO 23 APRILE 2011 tuttoLIBRI «Italia reloaded» Come ogni Pasqua si affollano le città d’arte,
il nostro «petrolio»: ma la rinascita culturale del Paese richiede
di andar oltre il consumo del passato, per creare nuove idee e opere
25 APRILE

Non basta il turista


MARCO
Scrittori BELPOLITI

A ogni festa comanda-


e Resistenza ta l’Osservatorio nazionale
per il turismo tiene il conto di
La Viganò, quanti milioni d’italiani si ri-
Pavese e Fenoglio versano nelle città d’arte, pre-

per farci risorgere


ferendo le vacanze in Italia a
RAFFAELI-MONDO P. III
quelle in capitali o luoghi ame-
ni fuori dal territorio naziona-
le. L’invito a consumare il pro-
prio tempo libero, e dunque il
proprio denaro, nelle piccole
e medie città dell’Italia, a visi-
tare monumenti, gallerie, mu-
sei, chiese, basiliche, santua-
ri, è di anno in anno sempre
più pressante, come se que-
sta sorta d’autarchia potesse
PEREC davvero diventare un tassello
importante nella ripresa eco-
I fantasmi nomica del Bel Paese, entrato
pericolosamente in un perio-
del giullare do di stasi economica.
In modo analogo, si è diffu-
Tra le «cose» sa una metafora per cui «la
del signor OuLiPo cultura è il petrolio dell’Ita-
lia», come se fosse possibile
ROMANO P.IV
seduta stante traforare la
crosta e far sgorgare per in-
canto il prezioso liquido della

Un’ indagine ribadisce


la necessità di forti
investimenti per dare
valore al patrimonio
dei beni culturali
SIMBOLI
cultura; gli studiosi di beni
Tour Eiffel culturali sostengono piutto-
sto che, dal punto di vista eco-
da 120 anni nomico, la cultura è altra co-
sa dal petrolio: per ottenere
Tra tecnici, operai, dei risultati soddisfacenti oc-
artisti, scrittori corrono investimenti di alto
valore economico, a volte per-
BOSCO P.VI
sino rischiosi. La cultura, ci
ricordano Christian Calian-
dro e Pier Luigi Sacco in un
utile volume - Italia reloaded.
Ripartire dalla cultura (il Mu-
lino, pp.146, € 13,50) -, ha biso-
gno di infrastrutture intangi-
bili, ovvero «di una società
che pensa e che ama pensa-
re». Se è vero che l’Italia è
piena di castelli, palazzi stori-
DIARIO DI LETTURA ci, chiese, musei, è altrettan-
to vero che questi vanno resi
Le cartoline visitabili, agibili al pubblico, e
per farlo occorrono investi-
di Sturani menti economici, mentre ven-
gono lasciati deteriorare luo- Un’illustrazione di Achille Luciano Mauzan, 1925, per un manifesto pubblicitario di Alexandria, fabbrica di berretti
Un collezionista ghi e edifici per mancanza di
tra Pavese e Zeri fondi e investimenti, come temporaneità», e allo stesso E’ imperante il modello delle città medesime. Attirano ma dell’ondata semibarbara
nel caso di Pompei. tempo propone un’offerta i turisti, come auspica la mini- del turismo di massa, le città
ALLIGO P. XI
Ma il problema non è solo culturale prevedibile, total- dei McDonald’s dell’arte stra Brambilla, ma diventano italiane accoglievano stabil-
questo. Il fatto è che la cultu- mente modellata su tempi e per un gusto formato tv, quello che i turisti vogliono mente artisti e intellettuali,
ra italiana, quella che do- interessi del turismo. Le fa- che siano, secondo un modello che vi amavano vivere e lavo-
vrebbe rendere «utilizzabi- mose città d’arte sono viste serve una creatività tipico di ogni forma di consu- rare, oggi sono quasi tutte di-
TUTTOLIBRI le» il proprio patrimonio arti- come luoghi fruibili prima di capace di «disturbare» mo. A Venezia come a Roma, a sertate da questi residenti, a
stico, fondato sul mito della tutto dai «turisti», in cui i Orvieto come ad Amalfi, i turi- vantaggio di città estere co-
A cura di: «città d’arte», scrivono i due «residenti» sono diventati i Il paradosso con cui hanno sti restano nei luoghi solo il me Berlino, Barcellona, Cra-
LUCIANO GENTA
con BRUNO QUARANTA
autori, possiede un’identità complici compiacenti su cui a che fare questi paesi e città è tempo di una rapida visita, tra- covia, dove le idee circolano
totalmente incentrata su un si riversa parte della ricchez- infatti quello di sentire come sformandoli in tanti McDo- con più rapidità e in modo ef-
tuttolibri@lastampa.it passato definito e cristalliz- za portata dai visitatori, una minaccia qualsiasi cam- nald’s dell’arte. ficace, contribuendo a rende-
www.lastampa.it/tuttolibri/
zato. L’Italia coltiva da de- mentre il costo delle case nei biamento architettonico, men- Il progetto di puntare solo re questi luoghi un crogiuolo
cenni un «disinteresse pres- centri storici, trasformati in tre si adeguano, spesso senza sul turismo per rivitalizzare interessante e vitale.
LA STAMPA soché completo per le forme piccole Disneyland, aumenta rendersene conto, alle forme le città italiane non è più com-
della produzione culturale in- vertiginosamente, con l’effet- stereotipate che il turismo di patibile con loro rinascita cul-
novative e legate alla con- to dello spopolamento. massa produce nel consumo turale. Mentre un tempo, pri- p Continua pag. VI
Scrittori italiani Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
II LA STAMPA

UNA LETTERA DI CLAUDIO MAGRIS pargoli dagli insegnanti che giustamente dovere dell'insegnante di impedirlo. Talora, certo, sentimentalismo è nemico del sentimento.
Studiare, copiare, ridere impediscono loro di usare il cellulare in classe durante
l'ora di lezione. C'erano professori severi che
possono accadere infortuni, come quando tutta la
nostra classe copiò la traduzione di un difficilissimo
L'articolo di Franca D'Agostini mi ha ricordato un
aneddoto raccontato da Borges. Dopo aver ricevuto
= Vorrei tranquillizzare Franca D'Agostini circa il insegnavano ad amare lo studio pur duro e compagni capitolo di Tucidide, sbagliando però il capitolo, una laurea ad honorem, alla fine del banchetto
mio elogio del copiare pubblicato anni fa sul Corriere, che studiavano seriamente e insieme si divertivano (ci traducendo non quello del tema ma un altro. ufficiale che coronava come sempre la cerimonia,
che ha destato le sue preoccupazioni espresse nel suo divertivamo) a combinare scherzi d'ogni genere, Ho amato la scuola, specie il liceo, più di ogni altra Borges tenne un breve discorso di ringraziamento,
articolo apparso sabato scorso su Tuttolibri. Vedo che imparando - è questo forse il senso della classicità - a istituzione, il che non mi ha impedito, un paio di concludendo, anche in questo caso come sempre in
è difficile scherzare e che è ancor più difficile capire ridere anche di ciò che rispettavamo ed amavamo e a volte, di marinarla, venendo giustamente - e tali circostanze, con una storiella o una battuta
come si possano prendere sul serio le cose - in questo rispettare e ad amare ciò di cui ridevamo, senza bonariamente - punito. «Si ricordi, Magris - mi diceva comica. Al che il Rettore che lo aveva onorato gli
caso, lo studio - e insieme riderne fraternamente. crederci più furbi e senza prenderci troppo sul serio. il preside, consegnandomi la buona pagella - qui disse, tutto serio: «Non capisco».
Nella scuola - pubblica, beninteso, l'unica vera scuola Non c'è contraddizione tra studiare seriamente i verbi proficit litteris sed deficit moribus magis deficit quam Borges, imbarazzato, gli spiegò la battuta. Il Rettore
- che ho avuto la fortuna di frequentare molti anni fa, greci e suggerire una forma di quest'ultimi al proficit, chi è bravo nelle lettere ma è manchevole nel rispose: «Avevo capito la battuta, ma non capisco
non c'erano grazie a Dio né troppe assemblee né compagno di banco che in quel momento ne ha comportamento è più manchevole che bravo». perché l'abbia detta».
troppi consigli di genitori pronti a difendere i loro bisogno, riconoscendo ovviamente il diritto e il La seriosità è nemica della serietà, come il Claudio Magris

SERGIO
PENT Desiati Emigranti tra il Belgio e la Puglia,
PAROLE IN CORSO Una nobile forma di
GIAN LUIGI BECCARIA romanzo sociale serpeggia tra una donna affascinante, coerente e rocciosa
il banale disincanto delle clas-

Mimì, la passione
sifiche: romanzi accorti e sor-

L’alfabeto vegliati, neorealistici nell'as-


sunto ma attuali nella voglia di
testimoniare realtà minime e
appartate, messe all'angolo da

fuori di senno una società e una classe politi-

non ha mai fine


ca intente a godersi il qui e ora
di una beatitudine mondana
da fine impero. Argentina,
Dai manifesti sulle toghe-Br Scurati, Alajmo, Arpaia, Buga-
ro, Di Monopoli: autori attenti
agli insulti in tv: la fine del discorso alle dinamiche di cambiamen-
to, infiltrati in un discorso Mario
aperto al futuro ma con le radi- Desiati

M
assimo Gramellini, ci rivelano brutalmente l'insignifi- ci ancorate ai «terroni» di Silo- è direttore
sabato scorso, nel suo canza delle parole che esse pro- ne e Strati, alle piccole borghe- editoriale di
«Buongiorno» quoti- nunciano, quelle parole della poli- sie operaie di Vittorini, Ottieri, Fandango libri
diano su La Stampa dal titolo tica che ripetono sino alla nausea Volponi, Pratolini. In tempi di e ha ora
«La fine delle parole», ha com- nelle comparsate in Tv. qualunquismo dilagante, di be- firmato
mentato l'ignominia dei manife- Abbiamo smarrito il senso og- stsellerismo sponsorizzato da il manifesto di
sti comparsi a Milano che a gettivo di quel che si dice. Erava- una critica sempre più rilassa- «Generazione
grandi lettere bianche su sfon- mo da sempre abituati ai linguag- ta, è lecito diffidare di chi por- TQ» (scrittori
do rosso recavano la scritta gi «interessati» e «persuasivi» ta avanti un discorso serio e e critici
«Via le Br dalle Procure». della politica, quelli che attraver- coerente, magari aspro e diffi- «trenta-
Le parole oggi si stanno dav- so il non-detto, l'eufemismo, la pe- cile ma sincero, perché non si quarantenni», p Mario Desiati
vero svuotando di significato, rifrasi, aggiravano la comunica- che sarà p TERNITTI
affogate in una babele di suoni zione più diretta e trasparente; p Mondadori
dove non contano più niente eravamo avvezzi da sempre agli
«Ternitti»: il sottobosco presentato
p pp.258, € 18,50
a Roma
(tanto vale il silenzio «tra le ma- aggettivi semplici ma generici dell’eternit, causa il 29 aprile
p Desiati, nato in Puglia nel 1977,
ha curato tra l’altro l’Album Pa-
cerie», aggiunge amaramente («corretto», «concreto», «respon- di morti atroci, solini per Mondadori, è autore
Gramellini). Non si tratta nep- sabile» ecc.), biforcuti perché pos- di Il paese delle spose infelici.
pure di «manomissione delle pa- sono indicare tanto una cosa co- un romanzo sociale Ternitti concorre allo Strega.
role». Né di un fatto ascrivibile me il suo contrario. che lascia il segno
alla malattia degenerativa che Tantomeno vorrei evocare
colpisce l'odierna vita pubblica l'abitudine (non solo odierna) di vede dove sta l'inganno. Il pub- di questi narratori che stanno ri- cerà i polmoni di migliaia di for- tetto della fabbrica che vuole la-
e che sta lasciando tracce visto- usare in modo non appropriato e blico vuole divertirsi o soffrire, valutando il mestiere del lettera- miche operaie in cerca di pane sciare l'Italia per emigrare in In-
se sulla neolingua della politica. distorto parole fondamentali co- sempre meno vuole pensare. to «impegnato». Desiati scrive e fortuna. Mimì quindicenne dia e in Romania, è l'estremo se-
Non si tratta nemmeno dei soli- me giustizia, democrazia, ugua- Fa pensare, invece, un ro- di emigranti ma anche d'amore, torna nella sua Puglia - Tricase gno di riscatto di un sottobosco
ti toni irriverenti volgari e rin- glianza, libertà: parole importan- manzo come Ternitti di Mario la sua Mimì Orlando rincorre in- - incinta di Arianna, frutto dell' umano che, dalle morti atroci
ghiosi che ascoltiamo quotidia- ti svuotate di senso concreto, ri- Desiati, scrittore in crescendo consciamente la passione giova- amore intenso e rubato con Ip- causate dall'eternit, si ritrova
namente nei dibattiti e nelle in- dotte a nozioni elastiche, obbe- che si ricongiunge felicemente nile per tutta la vita, e in questo pazio, che sparisce in un nulla sempre e comunque a confligge-
terviste, ma del senso delle paro- dienti a seconda dei casi a dispa- alla tradizione di un Sud non il realismo tende la mano a un di- fatto di violenze tra emigranti re con un destino deciso altrove.
le stesse che di botto è svapora- rate convenienze politiche. troppo folcloristico - per fortu- sinvolto feuilleton che si sgrava di paesi diversi. Il percorso umano di Mimì è
to. Otto giorni fa, in un dibatti- Difatti constatiamo che è con- na - vittima dei suoi mali seco- del suo peso metaforico sotto la Il resto è un presente che si quello di una donna anticonfor-
to sulla 7, un ministro della Re- veniente aggredire per via media- lari. Con Ternitti Desiati ricom- pioggia battente finale che lava i avvicina, in una Puglia dismessa mista ma coerente, resa roccio-
pubblica, Giovanardi, ha dato tica inesistenti «toghe rosse» ven- pone un discorso pugliese - ma deliri, le paure, purifica una ter- ma non doma, dove Mimì cre- sa dalle ferite dell'esperienza:
del «fascista», pensate un po', a dute ai partiti, quelle che perse- potrebbe anche essere cala- ra dal veleno del male che ha sce la sua piccola e bada al fra- una figura accesa di luce positi-
Dario Fo. Abbiamo perduto il guitano la vittima... Ma scrivere brese o campano - portato mietuto troppe vittime. tello Biagino, che neppure ha va, che non smette di sperare e
senso dell'ironia (uno Scilipoti ora su dei manifesti «Via le Br avanti dal suo conterraneo Co- Il Belgio del 1975 è la geogra- provato a cambiare la sua vita, che in qualche modo recupera
che sta sotto il cartellino dei «re- dalle Procure» non è come dire co- simo Argentina con il recente fia iniziale in cui Mimì si trova a arrendendosi ai vapori alcolici l'amore perso in una camerata
sponsabili», la Santanché nel munista a un avversario per dir Vicolo dell'acciaio: storie di fati- sopravvivere, in una fabbrica dell'amato «Giacomo Daniele» buia del Belgio, in un passato
gruppo degli «indipendenti»). male di lui (con un termine «luo- ca quotidiana e di illusioni, che abbandonata rifugio di migran- Mimì cambia uomini e prospet- che si è portato dietro per l'in-
Ci stiamo quasi rassegnan- go comune», che non ha più un si fortificano tuttavia in una ri- ti in attesa di domicilio - suona tive, in una terra in cui la sua so- tera vita. Un personaggio fem-
do al vedere la gente che si abi- fondamento reale, poiché il comu- cerca privata estesa ai senti- qualche campanello d'attuali- lida femminilità è vista con so- minile affascinante, per un ro-
tua alle figure terribilmente co- nismo si è estinto da oltre una ge- menti, al recupero affettivo. Il tà, per caso? - tra le speranze spetto, e il lavoro al cravattificio manzo che lascia il segno e fa
miche che si alternano sulla sce- nerazione). È già follia calcolata, linguaggio - coerente, lavorato per un futuro migliore e l'incu- diventa l'unica rivalsa di una vi- ben sperare in un riscatto di
na, figure senza speranza, che è la fine delle parole. con dedizione, inciso nell'ani- bo non ancora compreso del ta messa all'angolo da troppe questo paese dimenticato da
ma - è un'altra caratteristica «ternitti», quell'eternit che bru- sventure: la sua lotta finale sul chi lo governa.

GIOVANNI toppi senili - da una violenta e


TESIO Jatosti «Per amore e per odio»: irredimibile passione vitale.
Non certo nuova alla Elogi, stupori, amarezze, mise-
patrie lettere (a non dire della una collezione di luoghi e figure rie, renitenze, resistenze, corpo-
sua attività giornalistica ed ralità, coazioni; le constatazioni
editoriale, ha al suo attivo tre
precedenti romanzi e diverse
raccolte poetiche), Maria Ja-
tosti tocca forse con il suo ulti-
Da Bianciardi accorate di una militante che non
si rassegna («Abbiamo rinuncia-
to a essere una forza»), domande
(«E io? Cos’è che volevo io?») e ri-
mo romanzo, Per amore e per
odio, appena pubblicato da
Manni, la misura più alta del-
la sua attività di «abusiva che
al mondo: la vita sposte («vivere, capire, affronta-
re i conflitti, coltivare a tutti i co-
sti la speranza, l’utopia»). Con
tanto di «poetica» in cui resta im-

è una vertigine
p Maria Jatosti
razzola in campi diversi». p PER AMORE E PER ODIO pigliato il senso di un'intera esi-
Più «per amore» che «per p Manni, pp. 270, € 17 stenza: «Rivelare segreti masche-
odio», in verità. Amore di vita Maria Jatosti randoli da verità oggettive era
che resiste. Amore d’amore sempre stato il suo modo di scri-
che rimane. Amore che s’impi- gesto continuato, e anche un po’ selettiva, non butti via nulla. Fai per elenchi, per inserti, in uno gnolo, dal milanese al napoletano, vere, raccontare, trarre riflessio-
glia nei sogni minuziosi, nei ri- di messaggio nella bottiglia in così per tutto: passato e presente, stile nominale che accumula e dal genovese al siciliano). Si dise- ni di carattere generale dall’espe-
cordi struggenti, nei personag- cerca di un lettore capace di in- uomini e cose». Un giudizio maga- che allinea tutta la complessità gnano figure (a spiccare quella rienza privata, mostrare la pro-
gi convocati, negli itinerari tenderne (e dunque di sopportar- ri estremo ma non ingiusto, se la del mondo di ieri e di oggi. La del «lui» che è Luciano Bian- pria verità come un corpo nudo:
randagi, nella passione politi- ne) il fuoco che lo divora. stessa autrice - in un angolo del «vertigine della lista» che trattie- ciardi, con cui Maria Jatosti ha vecchio repellente deforme o es-
ca e civile, nell’eterna e mai di- Ironie, passioni, commistioni, suo porsi come personaggio che ne fatti, luoghi, idee, persone, let- vissuto una vita d’amore e senziale, integro che sia».
messa illusione che il mondo si pensieri peregrini e deviazioni, dice io - desolatamente e corsiva- ture, morti, viventi. Tutto. d’agrume). Ma anche figure di Come scrive Pino Corrias nel-
possa cambiare. l’eterno discutere con un amico- mente registra: «Tutto si è ridot- Qui si saltabecca di luoghi e di famiglia, la madre, il padre, i la premessa, un romanzo fatto di
Non sono che alcuni elemen- pittore (parigino) che tocca la cor- to a un miserevole essenziale». tempi, si va dagli Anni Trenta a fratelli, il figlio, gli amici noti e ricordi che si stratificano, di pro-
ti di un romanzo che non si la- da più segreta: «Tu, come al soli- Romanzo arrembante e stra- oggi per residenze e passaggi, da meno (da Mastronardi a Mar- sa concentrica e di divagazioni in-
scia riassumere. Perché è un to, fai confusione: ti piace tutto. ripante, la voracità di vita diven- Roma a Milano, da Parigi a Bar- cello Marciani o a Peppino e To- tese a raccontare una nuova vita.
resoconto, una sorta di diario- Non discerni, non elimini, non in- ta voracità di cattura universale, cellona, si parlano lingue e dialet- nia Rosato), il tutto impastato - Ma più persuasivamente, l’«enne-
ideario, di esame aperto, di re- tervieni in modo critico. Non sei desiderio spasmodico di dire: ti diversi (dal francese allo spa- nonostante le amarezze e gli in- sima vita ostinata».
Quel 25 aprile Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA III

Ingrid
Thulin
interpretò CONFRONTI
Agnese LORENZO MONDO
nel film che
Giuliano
Montaldo
trasse (’76)
dal romanzo
di Renata
Pavese e Fenoglio
Viganò:
nata a Bologna
nel 1900, morì
alla guerra civile
nel 1976, prima
che uscissero
il film e il suo
La consapevolezza che li accomuna,
ultimo libro di oltre la divaricazione stilistica e morale
ricordi
«Matrimonio

C
in brigata» ercando nella nostra disfacimento subito dalla cascina
narrativa riferimenti al- della Mora, in particolare sulla
ti alla storia della Resi- sorte dell’irrequieta Santina. Nel
stenza caschiamo inevitabil- romanzo la Resistenza c’è, anche
mente sui nomi di Pavese e di nelle frustrazioni del dopo, nelle
Fenoglio (senza dimenticare speranze tradite, ma vista di scor-
con questo il Calvino del Sentie- cio, nell’assenza dei protagonisti,
MASSIMO ro dei nidi di ragno e il troppo come occasione mancata.
RAFFAELI Viganò Il ruolo delle donne, protagoniste più trascurato Cassola di Fausto e Altro contegno e altra aria
Il fascismo odiava le Anna). Siamo attratti dalla nei romanzi e racconti di Beppe
donne fingendo di santificar- per ragioni umane, etiche, che non politiche contiguità geografica ed etnica Fenoglio. A partire dagli Appun-
le, le chiamava angeli del foco- dei due scrittori, che non fa velo ti partigiani fino al grande can-
lare e però le distingueva sola- tuttavia a una netta divarica- tiere rappresentato dal Partigia-
mente tra fattrici domestiche
e mammiferi da alcova. Fu la
guerra voluta dal Duce, tutta-
via, che non solo le buttò fuori
di casa ma le spinse dopo l’8
La lavandaia zione stilistica e morale. In fon-
do il tratto che più li accomuna
è la consapevolezza, affermata
a chiare lettere prima della tar-
diva pronuncia degli storici, che
no Johnny e alle pagine ultime di
Una questione privata, la Resi-
stenza diventa il tema centrale,
direi definitivo, della narrativa
fenogliana, la scommessa della

della Resistenza
Settembre a una scelta tal- la guerra di liberazione è stata sua vita. Il combattente che è sta-
mente impensabile che persi- anche una guerra civile. E Feno- to Beppe non ignora nessuno dei
no nella Resistenza suscitò glio, che pure lesse Pavese e tra- suoi aspetti, la tenerezza dell’ami-
diffidenza, imbarazzo e talora dusse dall’inglese due delle sue cizia e la spietatezza vendicativa,
aperta ostilità. La cultura dei ultime poesie, non mostra di la fragilità e lo stoicismo, la viltà
maschi era quella ma resta averne apprezzato la narrativa e l’eroismo. Ettore accanto a Ter-
che le partigiane furono d’impronta resistenziale. Mi ri- site, in una prosa di epico respiro.
O

150
35.000, quelle classificate co- Il romanzo di Renata Viganò le valli di ferisco ovviamente a La casa in Ci sono gli odori dei bivacchi, il
me patriote 20.000, le aderen- «L’Agnese va a morire» è Comacchio e collina e La luna e i falò. calore di un precario rifugio con-
ti ai «gruppi di difesa della pubblicato da Einaudi (pp. 250, la bassa Nel primo romanzo Corra- tadino, le stagioni insidiose per
donna» ben 70.000. Uscite € 11). Premio Viareggio nel Ferrarese e si do, l’alter ego dello scrittore, gelo e per nebbia, la stretta di
1949, ha ispirato l'omonimo film conclude
dalla clausura familiare e pri- di Giuliano Montaldo con Ingrid tragicamen-
confessa la sua inettitudine, ve- una natura materna e matrigna,
ve di una qualunque iniziazio- Thulin. La Viganò partecipò alla te, con la nata di rimorso, davanti alla gli agguati e le fughe, scavallan-
ne, scelsero la Resistenza per lotta di Liberazione dal morte della scelta degli operai conosciuti in do colline e sprofondando nei ri-
ragioni concretamente uma- nazifascismo come staffetta e protagonista, una osteria della collina torine- vi... Nessuno, Calvino dixit, ha sa-
ne, etiche, più che per motivi infermiera, collaborò alla Renata Viganò che divenne se, di Cate e dello stesso figlio- puto dare della guerra partigia-
politici. Erano staffette e por- stampa clandestina e dopo il 25 emblema letto che dopo l’8 Settembre si na una rappresentazione così
taordini, trasportavano armi, aprile a «Noi donne», «il Ponte» delle tante donne che, in silenzio e danno alla macchia. Soltanto completa e così vera. Con tutte le
filavano via in bicicletta incu-
neandosi, disarmate, tra le li-
Libri d’Italia e «L’Unità».
La vicenda di Agnese si svolge tra
ai margini, fecero la Resistenza,
non meno dei partigiani in armi.
dopo la sua vana fuga verso le
colline natie, in un cammino co-
implicazioni di carattere storico e
morale che animeranno dibattiti
nee dei nazifascisti: che poi Per il 2011 stellato di incendi e massacri, fino ai nostri giorni.

«L’Agnese va a morire»: argini del Po nel paesaggio di chici, firmatario del romanzo ultimo libro di ricordi che ha il L’uno osserva
perenne, costernata, tristezza Pane - ‘36 - quasi un Hamsun medesimo titolo della mostra
una storia salmodiata che tra nebbia, fango e neve italiano) è un cenacolo artistico dedicatale a Bologna nel ‘95, un sanguinoso passato,
dal basso, un canto sembra avere assorbito la cala- ma insieme un epicentro della Matrimonio in brigata. Le opere l’altro combatte
mità dei tempi. Nell’omonimo cospirazione da cui passa il me- e i giorni di Renata Viganò e An-
popolare e insieme film di Giuliano Montaldo (‘76) glio della cultura antifascista, tonio Meluschi (con catalogo ric- una lotta quasi sacrale,
una preghiera dei morti l’Agnese ha il volto di una stra- da Galvano Della Volpe agli allo- chissimo di contributi, edito da partigiano in aeternum
ordinaria Ingrid Thulin, men- ra giovanissimi Roberto Rover- Grafis a cura di Enzo Colom-
spettasse loro accudire i feriti tre nel romanzo richiama aper- si e Pier Paolo Pasolini. bo).
e il maternage sugli sbandati, tamente il modello della Madre Ma una nuova generazione
veniva dato per scontato. Ma di Massimo Gorkij: se quest’ul- Una scrittrice di donne ormai chiede la parola
a dispetto di quanti, dopo il 25 tima è uccisa dalla guardia zari- e guarda al femminile della Re-
Aprile, pretendevano tornas- sta tra una folla di manifestan- appartata, borghese sistenza con altri occhi e diver- Beppe Fenoglio
sero a casa e in silenzio, per ti, l’Agnese viceversa è fredda- decaduta, autodidatta: sa consapevolezza, come testi-
generazioni di lettori la loro ta da un tedesco «sola, strana- moniano in contemporanea Dall’inettitudine
voce è stata quella, ruvida e la- mente piccola, un mucchio di il suo libro, uscito due volumi collettivi, La Resi-
conica, che parla nel romanzo stracci nella neve». nel ’49, vinse il Viareggio stenza taciuta (a cura di R. Fari- venata di rimorso
di Renata Viganò, L'Agnese L’epilogo, un emblema di nu- na e A. M. Bruzzone, 1976, poi della «Casa in collina»
va a morire, edito da Einaudi do realismo, corrisponde alla Dopo l’adesione alla Resi- Bollati Boringhieri 2003) e Com-
nel ‘49, subito premiato al poetica di una scrittrice appar- stenza, il successo del romanzo pagne (Einaudi 1977) a firma di alla lotta di Johnny
«Viareggio» e tradotto in tre- tata, di pochi libri e molte espe- le guadagna collaborazioni a Bianca Guidetti Serra, poi via e Milton per la dignità Cesare Pavese
dici lingue. Nemmeno un ro- rienze umane: nata a Bologna Noi Donne e l’Unità: non dura a via un patrimonio di ricerche il
manzo ma una storia salmo- nel ‘900, borghese decaduta, lungo e presto viene messa al cui ultimo esito è un documen- dopo avere letteralmente «sca- Per i suoi portavoce, Johnny e
diata dal basso, un canto po- autodidatta, costretta a fare margine perché, in fondo, la tario dal titolo eloquente, Bandi- valcato il sangue», comprende Milton, ma anche per tanti più
polare e nello stesso tempo l’infermiera e l’impiegata, la sua indole è la stessa dell’Agne- te, di Alessia Proietti e Giuditta quanto fosse illusoria la sua spe- umili e meno consapevoli gregari,
una preghiera dei morti. sua casa di via Mascarella (do- se. Muore il 23 aprile del ‘76 e Pellegrini (Istituto «Parri» Emi- ranza di una individuale salvez- la posta in gioco è la dignità del-
Tra le valli di Comacchio e ve vive col marito Antonio Me- non riesce a vedere né il film di lia-Romagna). za. Ma la sua condizione di spet- l’uomo, mortificata dall’oppres-
la bassa ferrarese, è la vicen- luschi, un autore di estri anar- Montaldo né la stampa del suo Non meno avaro il suo desti- tatore non gli impedisce di rap- sione e dalla menzogna. Certo, in
da di una lavandaia-contadi- no postumo di scrittrice se nel- presentare in controluce, attra- Fenoglio, c’è qualcosa di più, la
na non più giovane e semia- l’opera che ha il merito di avere verso la sua stessa assenza, il Resistenza assume un significato
nalfabeta il cui ingresso nella costruito intorno a Beppe Feno- movimento partigiano, con per- simbolico quasi sacrale. Egli si
Resistenza assomiglia ad una glio il canone letterario della tinenti notazioni sui contrasti trova in piena sintonia con il suo
educazione sentimentale, guerra civile (Racconti della Re- politici che si manifestano fin Johnny che ha dismesso breve-
l’unica che lei può permetter-
si: nasconde un fuggiasco do-
Per Vittorini sistenza, Einaudi 2005), Gabrie-
le Pedullà imputa a L’Agnese va
dall’inizio al suo interno.
Ne La luna e i falò manca
mente la divisa: «... si sentiva co-
me può sentirsi un prete cattolico
po l’armistizio, le viene depor- In dialogo con Enne 2, Elio a morire un «manicheismo ras- una cronologica presa diretta. in borghese od un militare in bor-
tato il marito invalido, accet- Vittorini delineerà il suo sicurante» e una «costante ina- Troviamo infatti la Resistenza ghese: le armi razionalmente cela-
ta i primi incarichi del Parti- romanzo resistenziale, Uomini e deguatezza stilistica». nelle rievocazioni di Nuto a be- te sotto il vestito, il segno era sem-
to, si unisce a una banda di cui no. Uno fra i capitoli della sua Qui andrebbe ricordato che neficio di Anguilla che, nell’im- pre su lui: partigiano in aeter-
officina, raccontata criticamente
diventa progressivamente la in Elio Vittorini , scrittura e
dettando a se stessa il romanzo mediato dopoguerra, è tornato num». Ed è significativo che nei
factotum e il nume tutelare. utopia da Edoardo Esposito (scritto in piedi sul comò scar- al paese dall’America in cui era suoi partigiani l’odio per i fasci-
Il credo di Agnese ha l’es- (Donzelli, pp. 214, € 25). Non a latto di via Mascarella) Renata emigrato. Nei soprassalti della sti sopravanzi quello per i tede-
senzialità dei classici, il suo caso si intitola «Vittorini e no» il Viganò inseguiva la cadenza di memoria affiorano così storie di schi. Perché i fascisti fanno parte
pensiero ha i tratti elementa- saggio introduttivo: «dispetto un universo femminile assog- combattimenti e rappresaglie, di noi, appartengono alla «guer-
ri della necessità: sa solo che i dell’oblio, che “involve tutte gettato, da sempre silenzioso, e di spiate e fucilazioni. Va osser- ra civile» che può insorgere all’in-
nazifascisti fanno del male, cose”, e prima di ogni altra le che, quanto al manicheismo, vato che neanche Nuto, per terno della nostra anima corrom-
anzi sono il Male, pertanto bi- nostre passioni, nella sua notte, oltre che scrittore (accanto a uno scrittore in tutto diverso quanto solidale con i ribelli o pa- pendola.
sogna combatterli e occorre sembra che questo nome, per Uomini e no, Conversazione in da lei, Elio Vittorini, aveva ap- trioti, ha partecipato alla Resi- La Resistenza come gran tea-
quanto soggetto come tutti alle Sicilia e Le città del mondo), sarà
annientarli. «Sarebbe bello ellissi delle mode culturali,
pena pubblicato Uomini e no: stenza: è stato come Corrado tro che chiama a raccolta tutte le
ammazzare tutti i tedeschi» è editore, organizzatore di cultura, dunque entrambi escludevano un testimone inerme. D’altron- virtù dell’uomo. Un evento al qua-
continui a rappresentare un vero traduttore (con Pavese
una delle sue rare esclamazio- e proprio segno di traghetterà nel nostro Paese la
d’acchito il disumano dall’uma- de le sollecitazioni dell’amico a le Fenoglio rende un superbo
ni. Agisce in silenzio, è la sago- contraddizione fra i letterati - o migliore letteratura americana), no, entrambi erano persuasi smuovere il sanguinoso passato omaggio promuovendolo, al di là
ma scura, in gramaglie, che gli intellettuali - italiani». artefice a Milano della rivista di che comprendere tutto, in quel sono dettate soprattutto dal de- delle strette circostanze storiche,
trascina la sua bicicletta sugli Scomparso nel 1996, Vittorini, politica e cultura «Il Politecnico». caso, equivalesse a perdonare. siderio di essere informato sul a lezione perenne.
IV Scrittori stranieri
Autobiografia notturna Lo scrittore dell’OuLiPo
costretto a fare i conti con le ferite dell’infanzia
ALESSANDRA

Perec, il giullare
IADICICCO

Ci vuole una certa ma-


estria per tenere assieme - con
la mano prensile, ballerina e in-
transigente di un maestro di-
rettore d’orchestra - tre generi
di composizione che più diversi
non potrebbero essere. Una
ballata favolosa che, tra note di-
vertite di stupore e note accora-
te di dolore, narra di una crea-
tura soprannaturale per so-
sogna fantasmi
praggiunti (sorpassati...) limiti MASSIMO
ROMANO
di età. Un ritratto familiare mo-
dulato sui toni del diario perso- «Sono molto allegro.
nale che concede, con la stessa La scrittrice croata Dubravka Ugresic, nata a Zagabria nel 1949 Sono il giullare, il buffone predi-
commovente sincerità, delica- letto». Così scrive Georges Pe-
te confidenze, affettuose remi- rec nel sogno 42 dei 124 che ha
niscenze e confessioni esaspe- trascritto dal maggio 1968 al-
rate della lotta combattuta con Ugresic Il rimpianto, il nonsenso, l’agosto 1972, raccolti ne La bot-
gratitudine, amor filiale, dove- tega oscura, uscito in Francia
rosa indulgenza contro il ri- il tormento di un donna che invecchia nel 1973 e ora tradotto in italia-
schio quotidiano di smarrire no da una piccola casa editrice
con l’anziana genitrice ogni ri- marchigiana di qualità.
serva di pazienza. Un saggio di
etnografia della fiaba che, coi
ritmi incalzanti dell’analisi
strutturalista e le tonalità squil-
lanti della ricognizione metalet-
La sorpresa Nulla è casuale in Perec, a
partire dai numeri: 124, scom-
posto in 1 e 24, allude alle abita-
zioni di rue Vilin, quartiere po-
polare di Belleville dove viveva-

Romanzo che rinnova


la fiaba di Baba Jaga,
è un uovo no i nonni e i genitori, ebrei po-
lacchi, e dove l'autore è nato e
vissuto fino al ’41, come svelano
le preziose note esplicative di
una polifonica sintesi
pieno d’amore
Ferdinando Amigoni. E poi ci
sono le iniziali: P. allude alla
fra scrittura poetica, moglie dell’autore, Paulette Pe-
diaristica, saggistica tras, e Z. a Suzanne Lipinska,
ricca fanciulla amata dall'auto-
teraria, porta alla luce i risvolti so, del tormento intonata da co- re, proprietaria di un antico
oscuri, evocativi, simbolici di lei che vive di ricordi o ha dimen- mulino sulla riva della Senna in
una storia tramandata dal ticato tutto, perde la testa e con- Normandia, indicato nel testo
folklore e illumina tutte le sfac- fonde i significati delle parole, gli col toponimo di Dampierre, do-
cettature del volto della sua echi meravigliosi di quel che ve Suzanne ospitava scrittori,
protagonista, di volta in volta «C’era una volta...», le rime e i ri- pittori e cineasti, tra cui Truf-
profilata come grande madre, tornelli delle storie di magia, gli faut che lo utilizza come sfondo
mite befana, strega (più o me- «uff, uff», «ucci, ucci» che spa- nei Quattrocento colpi e in Jules
no) buona, maga dotata della ventano e incantano i bambini. e Jim. E infine le case: rue de Georges Perec in un ritratto di Yelena Briksenkova, in Rete
sapienza di un vegliardo, non- Ci vuole infine molta fantasia
na aureolata di candore infanti- per immaginare che sia proprio Una riscoperta che concentramento di Auschwitz dro, riproposto nella limpida tra-
le e di un alone di tinta sintetica Baba Jaga a donare il premio in- nel '43. Quando ha cinque anni, duzione rizzoliana del ’90 del
sui capelli turchini... p Dubravka Ugresic seguito fino all’happy ending prosegue attraverso alla gare de Lyon la madre lo affi- compianto Sergio Pautasso.
La sintesi prodigiosa - poli- p
p
BABA JAGA HA FATTO L'UOVO
trad. di Milena Djokovic
d’ogni fiaba: il desiderio avvera- «Le cose», due giovani da a un treno della Croce Rossa Quando uscì nel 1965, Le cose,
fonica - fra scrittura poetica, to, il sogno realizzato, la felicità in partenza per la zona non occu- che vinse il premio Renaudot e
diaristica e saggistica riesce p nottetempo, pp. 416, € 19 infinita, l’amore ricambiato. Si parigini contemplano pata, e la sua scomparsa viene ottenne un notevole successo,
magistralmente alla croata Du- narra - in molte versioni della sto- la società dei consumi registrata come abbandono nel- con più di centomila copie vendu-
bravka Ugresic. Che del suo Ba- ria, la più autorevole delle quali l’inconscio del sopravvissuto. te, fu considerato più un docu-
ba Jaga ha fatto l’uovo offre le stessa voce chioccia. fu trascritta in versi da Puskin - l'Assomption, dove è vissuto Non è un caso se il libro comincia mento sociologico che un roman-
tre parti unite in una composi- Non è solo questione di orec- che il principe innamorato potes- dal ’45 al ’60, abitazione degli e finisce con un sogno sui campi zo. La storia di due giovani pari-
zione talmente armoniosa che chio, o di sensibilità per il diver- se conquistare la sua principessa zii paterni, rue de Quatrefages, di concentramento, e in mezzo gini, Jérôme e Sylvie, che fanno
nessuna potrebbe fare a meno gente accordo musicale. Ci vuole solo a costo di scavalcare sette dove si stabilisce dopo il matri- c'è una storia d'amore nascosta ricerche di mercato e si lasciano
dell’altra. Se mancassero le no- una buona dose d’ironia per toc- montagne, attraversare sette de- monio, e rue du Bac, dove ap- per Z., che appare e scompare, catturare dalla magia degli og-
te messe in chiave sulla grotte- care con leggerezza di pianista il serti, navigare oltre sette mari... proda dopo il successo del ro- mentre il fantasma materno getti rinvenuti nei mercatini del-
sca vecchina delle fiabe russe, tasto, sempre più dolente per Raggiunta la sua meta avrebbe manzo d’esordio, Le cose. aleggia in ogni pagina. le pulci o contemplati nelle vetri-
la voce flebile, stentata, arrochi- una donna, dell’inesorabile invec- trovato una quercia, su cui era Questo nuovo libro, inclassi- Perec è scomparso quasi ne, è una descrizione della socie-
ta della madre malata dell’au- chiare. Per far vibrare una corda uno scrigno, in cui era una lepre, ficabile ma bellissimo, è «un'au- trent’anni fa, nel 1982 a quaranta- tà dei consumi nella Parigi dei
trice che, spegnendosi, parlava che - tesa sull’età - avvince pro- in cui era un’anatra in cui era un tobiografia notturna» in cui at- sei anni, e ora l'interesse editoria- primi Anni Sessanta, filtrata at-
solo per allusioni, enigmi, dimi- prio mentre allaccia nella sua uovo, in cui era l’amore della traverso i sogni Perec raccon- le per lui in Italia si riaccende. traverso la lettura di Miti d’oggi
nutivi, non riuscirebbe così fan- trappola (va detto che Ugresic, principessa. Prima però ch’egli ta la sua storia di buffone tragi- Escono quasi in contemporanea di Roland Barthes e del nouveau
tastica. Né riuscirebbe tanto so- oggi 62enne, era proprio sulla so- arrivi finalmente a schiuderlo ne co costretto suo malgrado a fa- Le cose, che recupera la vecchia roman di Robbe-Grillet, da cui
ave il coro formato da «una glia della terza età quando nel passa del tempo! E nel frattempo re i conti con la ferita dell’infan- ma sempre valida traduzione di Perec prende le distanze dando
truppa di vecchi angeli», canta- 2007 scrisse con appassionato la sua bella dama si è tramutata, zia: il padre operaio muore nel Leonella Prato Caruso uscita da agli oggetti un'anima e utilizzan-
to da uno stuolo di anziane si- trasporto questo libro). E per far come tutte, in Baba Jaga. Pronta ’40 combattendo contro i tede- Mondadori nel 1966, arricchito do il modello nascosto de L’edu-
gnore - chi non ne conosce? - risuonare nella sinfonia del rim- a donargli, chiocciando, il suo uo- schi, la madre parrucchiera da un'ottima prefazione di An- cazione sentimentale di Flaubert
dotate ormai tutte quante della pianto, del lamento, del nonsen- vo pieno d’amore. viene inghiottita nel campo di drea Canobbio, e Storia di un qua- nella scrittura frammentaria e

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LA BIOGRAFIA
NADIA CAPRIOGLIO
MARTA

Babel, l’autunno
MORAZZONI

. Bisogna avere una


pura incoscienza narrativa
insieme a una compiuta cono-

p Georges Perec
scenza del mezzo espressivo
per scrivere un romanzo co-
me Il centenario che saltò dalla
nell’anima
p LA BOTTEGA OSCURA finestra e scomparve. Bisogna
p
p
trad. di Ferdinando Amigoni
Quodlibet, pp.345, € 16
anche credere con fermezza
al dogma esposto nella pre-
Lo scrittore reso celebre dai «Racconti
p
p
LE COSE
trad. di Leonella Prato Caruso
messa: quelli che dicono sol- di Odessa» e dall’«Armata a cavallo»
p Einaudi, pp.122, € 17,50 tanto la verità non sono degni
p STORIA DI UN QUADRO di essere ascoltati. E’ chiaro

G
p trad. di S. Pautasso allora che Allan Karlsson, il li occhiali sul naso, il bello andare in vacanza, ma a
p Skira, pp.99, € 15 protagonista del romanzo in romanzo di Giovanni Isacco piacevano i kolchoz e riu-
p Il titolo più noto di Perec, «La questione, si è conquistato Jonas Jonasson è nato in Svezia, vive in Svizzera, al confine con l’Italia Maccari che narra la sciva a lavorare solo in Russia,
vita istruzioni»per l’uso è nella sul campo il diritto di essere «vita romanzesca di Isaak Ba- in quell’immenso formicaio di
Bur Rizzoli (pp. 572, € 9,50) ascoltato, perché raramente, bel’ e dei suoi anni tempestosi» passioni, fuori dal quale lo scrit-
nella narrativa contempora- (Sellerio, pp. 148, € 15), ripren- tore russo non poteva vivere; a
nea, si è assistito a una tale Jonasson Dalla Svezia una pazza de un’immagine diventata il ri- Parigi l’avevano colpito gli scrit-
pulviscolare che azzera la tra- farcitura di argomenti oltre il tratto dello scrittore russo, cele- tori emigré che «scrivevano di
ma. limite del credibile. Come, ra- storia, insolitamente divertente bre per i Racconti di Odessa e niente», vivevano di elemosina e
Nel 1966 Perec diventa mem- ramente, si prova un tale pia- L’armata a cavallo. mangiavano solo in ristoranti
bro dell’OuLiPo (Opificio di Let- cere a lasciarsi andare a tan-

Indovina un po’
«L’ebreo con gli occhiali sul russi.
teratura Potenziale), fondato nel ta sugosa cialtroneria. naso e l’autunno nell’anima», E’ una biografia leggera, co-
1960 da Queneau e dal matemati- Non è un romanzo da rac- così Babel’ soleva definire se struita di sprazzi di vita quoti-
co Le Lionnais, che studia le in- contare, se non per la parte di stesso. Gli «occhiali sul naso» diana e di oggetti che mancano
tersezioni tra matematica e lette- esordio, la fuga cioè di un cen- Babel’ li portò sempre: non po- nelle biografie ufficiali: ad esem-
ratura e la necessità delle con-
traintes, delle restrizioni, delle
regole. Giocoliere raffinatissimo,
esperto in giochi di parole, re-
bus, anagrammi, palindromi e
tenario, il giorno del suo com-

«Il centenario che...»:


una fantasmagorica
chi è scappato teva guardare la realtà a oc-
chio nudo, aveva bisogno di un
filtro. E attraverso i suoi oc-
chialini tondi vedeva le stagio-
ni del rigoglio, anche la prima-
pio, il divano che la moglie Anto-
nina Nikolaevna fa ricoprire
quando, nel 1947, le comunicano
che Isacco sarebbe stato presto li-
berato ricorda il divano su cui,
acrostici, sul lipogramma costru-
isce La scomparsa (1969), un gial-
lo dove vengono usate tutte le vo-
cali tranne la «e»; sulla «mise en
ricapitolazione
della storia del mondo
dal 1905 al 2005
dalla finestra vera e l’estate della rivoluzio-
ne, con un presentimento del-
l’autunno. Dopo l’autunno vie-
ne l’inverno, il lungo inverno
bambino, Isacco si consumava i
pantaloni a forza di stare in gi-
nocchio a leggere. Ma Isacco non
sarebbe mai arrivato perché era
abîme» Storia di un quadro del silenzio e della morte. morto sette anni prima, pochi
(1979), un gioco di scatole cinesi, pleanno, dall’ospizio. Non sa- dal generalissimo Franco, a Tru- Il romanzo di Maccari sem- mesi dopo l’arresto.
la messa in scena di un’abilissi- rebbe un espediente narrati- man, da Stalin a Mao, da De bra aprirsi con i titoli di coda Nel tracciarne la vita roman-
ma truffa nel mondo dei mercan- vo nuovo, ma l’audacia di in- Gaulle a Johnson a Churchill, e di un film già visto: la casa di zesca, Maccari distende quel
ti d'arte; strepitoso gioco di spec- venzioni che da qui in poi tra- tutti hanno nella vita almeno campagna nei pressi di Mosca, «mantello di enigmatiche ambi-
chi, di citazioni nascoste, piste volge il lettore è invece nuova. un’occasione per imbattersi in una mattina di maggio del guità» in cui, secondo la figlia
false, rebus da decifrare, è il suo Dal salto da una finestra a Allan con esiti diversi per loro, 1939, la neve da due giorni, l’ar- Natalia, Isacco si avvolgeva, e
ultimo romanzo, rimasto incom- pian terreno e relativa fuga sempre di ottimo profitto per resto, l’ultima frase: «Non mi scopre le sue diverse persone: un
piuto, 53 giorni, un giallo che allu- improvvisata, la storia corre l’esperto di esplosivi. hanno permesso di finire». ebreo dall’educazione ortodossa,
de al tempo di stesura de La cer- su due rette parallele congiun- Chissà se condividere la pa- Il rammarico di non aver un russo che crede in un sistema
te alla fine. Lunedì 2 maggio tria con Alfred Nobel ha dato al- avuto la possibilità di portare
Riproposto anche 2005 è il giorno del complean- l’autore l’idea di un personaggio a termine il suo ultimo lavoro, Una romanzesca
no, il 2 maggio 1905 è il giorno esperto di esplosivi (e esplosivo di non poter invecchiare scri-
«Storia di un quadro», della nascita di Allan: la storia p Jonas Jonasson di suo!) ma certo qualcosa nel vendo racconti e scaldandosi al esistenza raccontata
un gioco di scatole della fuga e la memoria della p IL CENTENARIO CHE SALTÒ DAL-
LA FINESTRA E SCOMPARVE
suo istinto di narratore e di affa- sole sul viale in riva al mare da Giovanni Maccari:
sua vita scorrono l’una a fian- bulatore si è scatenato nel con- della natia Odessa, corrispon-
cinesi, un’abile truffa co dell’altra e in entrambe i p trad. di M. Podestà Heir gegnare il meccanismo della sto- de perfettamente al destino di tra l’immensa Russia,
p Bompiani, pp. 446, € 17,90
nel mondo dell’arte colpi di scena, i paradossi si ria e nel disegnare un mondo dai Babel’, all’idea dominante lun- il mare, Parigi
accavallano e si moltiplicano confini prossimi alla dimensione go tutta la sua opera dell’esse-
tosa di Parma di Stendhal. in un vortice senza tregua. golare ma rigorosa geometria. esilarante del cartone animato, re risucchiati dalla storia. nuovo, un intellettuale «quat-
Per questo scrittore apparen- Allan in vecchiaia e in gio- Quando le due direttrici nar- dove tutto è possibile. C'è molta Maccari ricostruisce la vita trocchi» che ammira criminali e
temente freddo, che congela af- ventù si imbatte nelle situazio- rative del passato e del presente sapiente irriverenza verso i di Babel’ attraverso una polifo- uomini d’azione e descrive la vio-
fetti ed emozioni nel gioco di una ni più inverosimili: esperto in si congiungono, il disegno è com- grandi della storia, ridotti a com- nia di voci e di immagini. I «si lenza con romantico realismo.
scrittura funambolica e combi- esplosivi, egli sembra vivere piuto e però ci lascia sull’incom- primari dell’avventura di Allan dice» di chi l’ha conosciuto, i re- Negli ultimi anni si era chiu-
natoria, per questo collezionista seduto su una polveriera che, bere di un’ultima sospesa paro- Karlsson, c’è molto gioco affabu- soconti, le delazioni, i paesaggi so in un sofferto mutismo e non
di sogni, di ricordi, di oggetti, os- quando esplode (e esplode più la. Folle la composita storia che latorio e domina il piacere della in cui ha vissuto, Parigi, Odes- leggeremo mai il suo ultimo scrit-
sessionato dal catalogo, dall’elen- volte!) lo lancia in alto per de- Jonas Jonasson, alla sua prima trasgressione che coinvolge tut- sa, Mosca, l’immensa Russia to, il suo ultimo tormentoso so-
co, dall’inventario, che ci ha la- porlo su altro materiale esplo- e lungamente meditata opera ti: certo, i personaggi, dal prota- battuta in lungo e in largo, no- gno a occhi aperti, estorto con
sciato un capolavoro assoluto sivo su cui lui, per altro, ha narrativa, ha inventato, ma gonista ai tanti compartecipi nostante la sua asma e la sua chissà quali mezzi nel carcere
del Novecento, La vita, istruzioni l’aria di sedere con tutta disin- quando, a romanzo finito e anco- presenti e passati, sono tracciati miopia. Perché ha viaggiato co- della Butyrka, quindi ritrattato.
per l’uso (1978), «vivere è passare voltura. In certo senso nel- ra meravigliati dell’incredibile verrebbe da dire a matita, po- sì tanto? Forse all’inseguimen- Un giorno, a chi gli aveva do-
da uno spazio all'altro, cercando l’esperienza lunga, e non anco- audacia della trama, ci si torna tremmo cancellarli con un gom- to di un’idea lontana, irrag- mandato se pensava che esistes-
il più possibile di non farsi trop- ra esaurita, del centenario sopra, si scopre di aver letto una ma senza che ne rimanga chissà giungibile … Perché, quando sero inediti importanti di autori
po male» e la letteratura diventa Karlsson tutto coopera al be- fantasmagorica ricapitolazione che traccia. Ma siamo loro tal- ha cominciato ad aver paura russi, aveva risposto: «Sì, al-
una forma di compensazione per ne, la morte ha una sua sapien- della storia del mondo dal 1905 mente grati di averci divertito, dei suoi stessi scritti, a rinchiu- l’Nkvd. Quando arrestano qual-
abolire il vuoto del passato con il te ragion d’essere che sistema al 2005: ci sono dentro tutti i che non ci viene di mente di dersi nel silenzio, è rimasto in cuno gli danno carta e penna e
pieno delle parole. i tasselli fuori posto di una sin- grandi che ne hanno fatto parte, prendere in mano la gomma. Russia? Perché all’estero era gli dicono: scrivi!».

Mercoledì 27 Aprile - Ore 18.00


Chiara Beria di Argentine,
TERZA
Piero Fassino e Lorenzo Mondo EDIZIONE
presentano il nuovo romanzo di

ALAIN ELKANN
HOTEL LOCARNO Interviene l’autore

Il Circolo dei Lettori


© Mario Erlotti
Palazzo Granieri della Roccia - Via Bogino, 9 - Torino
VI Personaggi e simboli
LA FOTOGRAFA GISELE FREUND PAOLO FOSSATI, CRITICO E STORICO DELL’ARTE
Obiettivo il mondo Officina torinese
= Fra le maggiori icone del fotogiornalismo, Gisèle = Critico e storico dell’arte, dirigente di Casa Einaudi, Paolo
Freund, artista di origine tedesca nazionalizzata francese, Fossati scompariva nel 1998. L’editore Aragno ne pubblica, a
scomparsa nel 2000 a 91 anni, si racconta in Il mondo e il cura di Gianni Contessi e Miriam Panzeri, una raccolta di scritti
mio obiettivo (Abscondita, pp. 205, € 22, trad. di Piera giovanili, apparsi su l’Unità fra il 1965 e il 1970: Officina
Oppezzo, con immagini). Dominante, in particolare, nella torinese (pp. 660, € 40), titolo riecheggiante l’Officina
sua autobiografia, la Parigi intellettuale, via via ritratta: da ferrarese di Roberto Longhi. Da Spazzapan a Casorati, da
Adrienne Monnier, proprietaria dell’omonima libreria, a Savinio a De Pisis, da Mino Rosso a Ruggeri, da Merz a De
Sartre, da Matisse a Léon-Paul Fargue,Colette, Malraux. Chirico, da Arturo Martini a Aligi Sassu, a Giacomo Balla. «La
La fotografia come arte contemporanea, dagli anni severità (piemontese?) - osserva Contessi - induce Fossati a
Ottanta a oggi, è ripercorsa da Charlotte Cotton per rifuggire la dimensione eroica, il pathos. Che semmai è
Gisèle Freund Einaudi (pp. 299, € 30, traduzione di Maria Virdis). nell’oggettività delle cose, in “ciò che l’autore non sa”».

Non basta La Tour Eiffel Da 120 anni è l’icona della città:


il turista una storia piena di storie, narrata da Jill Jonnes,
per farci dove s’incrociano tecnici, operai, artisti, scrittori
risorgere GABRIELLA

La Signorina
BOSCO

Lo si direbbe un ro-
MARCO BELPOLITI manzone postmoderno, a giu-
dicare dai personaggi, tutti ar-
cinoti e molto eterogenei: Buf-
p Segue da pag. I
falo Bill, Van Gogh, Edison,

in ferro che
Rosa Bonheur e Sarah Ber-
Il problema che i due auto- nhardt, Maupassant, James
ri si pongono è come far ripar- Gordon Bennett, lo scià di
tire il nostro paese attraverso Persia, Toro Seduto, Whist-
la cultura, una questione che ler, Annie Oakler cioè la cam-
in un momento come l’attuale pionessa massima di tiro a se-
è assolutamente prioritaria. gno con il fucile, Mark Twain,
La condizione che Caliandro
e Sacco ritengono indispensa-
bile è la creazione di un’identi-
tà collettiva. Oggi l’intero Pae-
se pensa al proprio passato
come a uno «scrigno», una
tomba da custodire; e alimen-
il signor Otis quello degli
ascensori... La protagonista
poi, la Demoiselle, ha i tratti de-
cisi dell'icona pop: gambe pos-
senti, fianchi snelli, un'invidia-
bile altezza, il collo lunghissi-
mo e al posto degli occhi un fa-
stregò Parigi A destra
ta una nostalgia perniciosa ro. E invece è storia vera, an- una caricatura
che è l’esatto opposto della zi: la vera storia, per niente dell’ingegner
comprensione storica; la no- post e tutta moderna, della Si- Gustave Eiffel
stalgia, scrivono, è la pellicola gnorina in Ferro, il puntiglio- apparsa
della rimozione. so resoconto del suo concepi- il 29 giugno
La parola chiave per com- mento, della sua nascita, in- 1889
prendere lo stallo in cui si tro- fanzia, adolescenza, fino al su «Punch»;
va il Paese è appunto «rimo- gran debutto in società. a sinistra
zione». Gli italiani non sono in Ma cominciamo dall'ini- una visione
grado di riconciliarsi con la zio, come fa Jill Jonnes, l'au- dal basso
propria storia. Per usare la della Torre
cultura come fattore di svilup- Vinse il progetto ai giorni nostri
po bisogna fare prima di tutto
i conti con se stessi, col pro-
dell’ingegner Gustave:
prio passato, e avere un’idea gambe possenti, fianchi
collettiva del futuro. snelli, collo lungo
Uno dei capisaldi di questo
blocco psichico, che riguarda e come occhi un faro
l’intera Italia, il Nord come il
Centro e il Sud, è proprio dal- trice. Avrebbe potuto essere
la televisione, la neotelevisio- una gigantesca ghigliottina, il
ne, come l’ha definita Umber- simbolo dell'Exposition Uni-
to Eco nel 1983, che ha alimen- verselle del 1889, uno specia-
tato negli ultimi vent’anni, sul- lissimo arco di trionfo sotto il
la falsariga del modello ameri- quale avrebbero dovuto pas-
cano dell’intrattenimento, sare tutti i visitatori, ben ma-
cabra porta d'ingresso per le
questa mancata comprensio-
celebrazioni organizzate a
ne, oltre a fornire ai telespet-
cento anni dall'abbattimento
tatori massicce dosi di gla-
della monarchia in Francia.
mour e vintage, se non proprio
Tra i progetti che partecipa-
di pornografia di massa a rono alla gara e che il commis-
buon mercato. La cultura si è sario dell'esposizione si trovò
fissata su stereotipi per cui il a dover esaminare c'era an-
popolo amerebbe il pop, men- che quello. Si affrettò ovvia-
tre una minoranza d’intellet- mente a escluderlo: l'intento
tuali la cultura alta, altro luo- era inneggiare alla Repubbli-
go comune che finisce per av- ca, non ricordarne gli aspetti Una cartolina con la Tour Eiffel in costruzione Il manifesto per l’arrivo di Buffalo Bill a Parigi nel 1889
valorare l’unica televisione do- «discutibili».
minante, quella commerciale, La palma la riportò, ben Ventisei mesi di lavoro in condi- Lui, l'ingegnere del ferro, li disguido comunque non oscu-
e il suo conformismo di fondo. più adeguatamente, il proget- zioni estreme, a anche -10˚ d'in- sbaragliò tutti. Ai primi di rò la grandezza dell'impresa
Uno scrittore, Giorgio Va- to intitolato Tour en fer de trois verno e fino a +37 d'estate, per maggio dell'89, all'apertura che, anche commercialmente,
sta, ha espresso in modo ica- cents mètres. Era di un ingegne- un salario assolutamente impa- dell'Exposition - 90 ettari di fu un totale trionfo.
stico questo situazione: «L’Ita- re francese, Gustave Eiffel, la ri. Scioperarono per avere un fiera sdraiata lungo la Senna, Le altre due vedettes del
lia è un Paese a somma zero». cinquantina avanzata, elegan- aumento, giunti a una certa al- frutto dell'amplesso tra la Bel- centenario, americane doc, Buf-
L’industria culturale nel no- te nella sua sobrietà, specializ- tezza (quando ormai da sotto, le Epoque francese e l'Età dell' falo Bill e Thomas Edison, con-
stro Paese non favorisce per zato in ponti ferroviari. Al avvolti nella nebbia, non li si ve- Oro americana, consumato a tribuirono a rendere l'evento in-
nulla l’innovazione, ma vive commissario Lockroy bisogna deva più). Eiffel, ingegneristica- dispetto delle monarchie euro- dimenticabile. Il primo portan-
su modelli precostituiti e già dare atto di notevole perspica- mente, rispose: «Mancate di lo- pee disdegnose e assenti - la do a Parigi per l'occasione il
affermati. Come fare per ri- cia. Ce ne voleva una buona do- gica: cadendo da trecento me- suo Wild West, il celeberrimo
partire? Innovando, introdu- se per scommettere su quell' tri non succede niente di diver- show che metteva in scena
cendo quello che Robin Wood, idea, una torre interamente in p Jill Jonnes so che da quaranta. Si muore».
Tra i feroci oppositori cowboy, indiani e bufali con
saggista americano, ha defini- ferro, più alta di qualunque p STORIA DELLA TOUR EIFFEL E loro continuarono. della «odiosa colonna grandi effetti e al culmine del
to disturbance, il disturbo cul- monumento - quello a Washin- p trad.di Cristina Spinoglio Non bisogna pensare però di metallo imbullonato» quale si esibiva con fucili e rivol-
turale, che è proprio dell’arte gton, detentore del record, mi- p Donzelli, pp. 346, € 26 che si sia trattato di una partita telle Annie la tiratrice; il secon-
e della letteratura, e che «per- surava 169 metri - che avrebbe p in libreria dal 27 aprile
facile. Di oppositori, feroci, ce ci furono anche do, Edison, accettando che il fo-
mette di misurare la distanza posato i suoi quattro piedi al ne furono in ogni ambiente. Maupassant e Dumas nografo, l'ultima sua invenzio-
creativa tra la nuova proposta centro di Parigi e da lì si sareb- Una lista di intellettuali e scrit- ne, venisse celebrata proprio là
e il gusto già affermato». La be erta esile e impavida a por- supremazia francese in fatto di tori, tra i quali Maupassant e sua Torre era pronta. Unico in cima, nell'appartamento ae-
cultura dovrebbe diventare tare in cielo lo stendardo bian- modernità tecnologica e inge- Dumas figlio, firmarono un ap- neo: in cima - là dove, sull'ulti- reo di Eiffel. Scalarono la Torre
un contesto esperienziale, co rosso e blu. Su carta, aveva gneristica genialità. Certo è pello contro «l'odiosa colonna ma piattaforma, Eiffel aveva i pellirosse dello show come lo
scrivono gli autori del libro, in tutta l'aria di una follia. Bellis- che a nulla sarebbero valse la di metallo imbullonato». Ric- fatto costruire un apparta- scià di Persia (quest'ultimo tre-
cui le persone imparano a cre- sima, però, esaltante. potente visione di Eiffel e la lun- che signore impugnarono la vi- mento per sé, «il nido dell'aqui- mando di paura); tante teste co-
are possibilità per se stessi e Lockroy capì che se Eiffel gimiranza di Lockroy, se non sta sui Champs de Mars dei lo- la» - ci si doveva andare a pie- ronate, sia pur contrarie alla re-
per gli altri investendo sul pro- ce l'avesse fatta, quella torre fossero state supportate dal co- ro appartamenti: che fine di, e pericolosamente. Gli pubblicana Esposizione, e due
prio potenziale di sviluppo avrebbe conquistato il mon- raggio dei 199 operai che quella avrebbe fatto? I catastrofisti: ascensori, affidati all'america- milioni di persone nei sei mesi
umano. Un’impresa non da do, diventando l'insuperabile torre, pezzo dopo pezzo e me- mai e poi mai la torre avrebbe na Otis, mancarono l'appunta- della sua durata, che pranzava-
poco, ma indispensabile. dimostrazione dell'assoluta tro dopo metro, misero in piedi. resistito ai venti. Eccetera. mento di qualche settimana. Il no al Café Brébant sulla prima
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SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA VII

GLI «SCRITTI SULL’ARTE» DI SERGIO SOLMI RICORDI, IDEE E PROGETTI DI ENZO MARI
Un sogno, tra Carrà e Morandi Piantare un chiodo (e un bosco)
= «Critico non professionale», com’era solito definirsi, Sergio = «Di me si scrive che ho fatto qualche oggetto eccezionale. Se questo
Solmi fu fra coloro che segnalarono a Piero Gobetti gli Ossi di seppia corrisponde al vero, è forse perché non sono mai andato a scuola». Dal
di Eugenio Montale. Adelphi termina la pubblicazione delle sue vassoio Putrella alla sedia Sof-Sof, dal calendario Formosa al cestino In
opere complete, un’impresa che ha il respiro di trent’anni, con Attesa. Ovvero Enzo Mari. Il designer si racconta, sessant’anni di «idee e
. Scritti sull’arte (pp. 469, € 45, a cura di Giovanni Pacchiano, con progetti per difendere un sogno», in 25 modi per piantare un chiodo
una nota di Antonello Negri). Da Carrà a Morandi, da De Chirico a (Mondadori, pp. 171, € 17,50). Là dove il sogno - confessa Mari - è quello
De Pisis, da Matisse a Music. «Il sogno nostalgico di Solmi poeta - «della mia ingenuità: realizzare la bellezza». Non si nasconde, il «Maestro»,
coglie Pacchiano -, nel continuo oscillare fra i due poli opposti, il che il design è nudo, ma fondando il sogno sull’amara constatazione: il
momento della regressione a una mitica condizione originaria, progetto nasce «quando quello che vediamo fuori dalla finestra ci appare
infantile o addirittura prenatale, e la precisa chiarezza orrendo, sbagliato o falso [...] come reazione a ciò che non è giusto». E poi
dell’intelligenza, si conferma anche con e nei suoi pittori». sperare, come il contadino che pianta un bosco, «il miglior progettista». Enzo Mari

GIANFRANCO da accettare la diffusione di un


MARRONE
marchingegno di questo tipo.
Una strana malattia La sfida del bravo designer è al-
minaccia le nostre vite: è la lora quella di progettare cose
funzionalite, sindrome psico- semplici, amichevoli, adatte a
sociale che porta a pretende- noi e alle nostre reali esigenze.
re dagli oggetti tecnologici Non solo nel loro uso quotidia-
che ci circondano sempre no, ma anche nella comunica-
maggiori capacità, originali zione delle loro possibili funzio-
forme di attività, ulteriori ni, in quella interfaccia che, me-
funzioni. C’è un telefono cel- diando fra macchina e corpo,
lulare? Perché non introdur- deve fare in modo che essi di-
vi rubrica, calcolatrice, sve- p Donald A. Norman ventino un tutt’uno.
glia, fotocamera, agenda, vi- p VIVERE CON LA COMPLESSITÀ Ma la semplicità, ricorda
deocamera, lettore di file mu- p trad. di V. B. Sala Norman nel suo ultimo libro,
sicali, navigatore satellitare p Pearson non è l’opposto della complessi-
p pp. 266, € 16
e tutto ciò che, per puro prin- tà, che in vario modo tutti con-
cipio, potrebbe starvi den- Una lavastoviglie a muro e «trasparente» (DornoB Design) sideriamo un valore, ma della
tro? C’è un frigorifero? Per- complicazione. La complessità
ché non differenziarne i com- è uno stato mentale con cui
parti, moltiplicare le tempe- dobbiamo fare i conti, che sta
rature, fargli produrre del Modernità Dal telefono al frigorifero al computer: in noi, nella nostra psiche pri-
ghiaccio, dispensare dell’ac- ma ancora che nei nostri arte-
qua, tenere sotto controllo le macchine sempre più «potenti», sempre più complicate fatti. La complicazione è inve-
scadenze degli alimenti, chia- ce l’esito del cattivo design: di
mare quotidianamente il dro- chi, per esempio, progettando

Naufragare
ghiere per ordinare latte fre- la placca di un interruttore vi
sco per i nostri figli? posiziona leve tutte uguali che
A causa della funzionalite, svolgono compiti diversi, co-
virus inquietante che ha con-
tagiato designer e produtto- La sfida di «Vivere
ri, venditori e recensori, opi-

negli Oggetti
nionisti e semplici consuma- con la complessità» ma
tori, abbiamo verso la tecno- senza tossicodipendenza
logia un rapporto di tossico-
dipendenza. Da una parte ne dalla tecnologia: le tesi
bramiamo forme sempre di- dello psicologo Norman
verse, più potenti o, come si
dice, performanti. Dall’altra adesso potrò ancora gestire la e divertente, mescolando l’utente finale che quegli ogget- stringendo l’utente ad appicci-
facciamo fatica a compren- numerazione delle pagine in aneddoti a teorie, esempi pra- ti e quella tecnologia deve pote- carvi sopra etichette di como-
derla e usarla. word, il cambio del font nella tici a modelli d’intervento. I re e saper usare. Essi si com- do per poterle differenziare.
I manuali di istruzioni de- posta elettronica, la regolazio- suoi testi si leggono con curio- portano come quel sadico im- Utopia del design è un og-
gli elettrodomestici ci lancia- ne della luce nel display… sità e passione, ed è difficile maginario (ma neanche tanto) getto senza istruzioni, come
no sfide che non sempre sia- La funzionalite è una malat- che il suo buon senso critico che ha saldato il beccuccio del- certi spazzolini da denti che
mo disposti ad accogliere, e tia il cui quadro clinico, e le re- non riesca a persuaderci. la caffettiera dallo stesso lato vantano questo primato. Salvo
che dobbiamo subire per po- lative procedure di cura, sono Punto di partenza del lavo- del manico; di modo che, ver- poi accorgerci, ancora una vol-
ter avere accesso a tecnolo- state individuate dallo psicolo- ro di Norman è la constatazio- sando il liquido bollente, il po- ta, che per inventare un ogget-
gie che credevamo di cono- go e designer Donald Nor- ne che, molto spesso, i progetti- vero malcapitato che la usa si to di tal fatta dovremmo pre-
scere e che invece qualcuno man. Autore di libri come La sti che realizzano nuovi oggetti ustiona regolarmente. A Napo- supporre per esso un utilizzato-
ci ha modificato sotto il naso. caffettiera del masochista, Il e nuova tecnologia, entrando li dicono che il caffè si beve re altrettanto perfetto, un uo-
L’acquisto di un nuovo com- computer invisibile o Emotio- in competizione fra loro e ba- «santiando santiando», ma ne- mo-macchina. Ma per sua e
puter è un evento, in tutti i nal design, Norman ha un dando esclusivamente alla com- anche i partenopei riescono a per nostra fortuna nessuno ci è
sensi del termine: chissà se grande pregio: essere chiaro mittenza, non considerano essere masochisti sino al punto ancora riuscito.

FABIO
GEDA Luoghi fantastici Lilliput, Narnia,
Non esistono più luo-
ghi sconosciuti. Nessuna fore- Flatlandia, un dizionario borgesiano
sta da esplorare alla ricerca di
civiltà scomparse, nessun ma-
re da solcare sperando di im-
battersi in isole misteriose, nes-
sun deserto che non sia stato
Nel Paese che
Una fotografia di Eiffel

piattaforma e visitavano la re-


dazione lì allestita per l'edizio-
scandagliato dai radar e dai sa-
telliti. Grazie a Google Earth ab-
biamo (quasi) ogni luogo della
Terra a portata di mouse. Ma
non c’è, infinita
ne della Tour del Figaro. Men-
tre l'Herald, dalla sede parigi-
na, che il direttore Gordon
Bennett junior aveva aperto
per i viaggiatori impenitenti esi-
ste ancora uno sfogo: esistono i
luoghi irreali, utopici, immagi-
nari. Ed esiste una guida che li
è la meraviglia La Torre di Babele, qui in un dipinto di Peter Bruegel il Vecchio, 1563

dopo esser stato cacciato da enumera, li descrive e spiega la passione per i viaggi, passio- del futuro. Ma da Narnia a Lilli- redato di cartine dettagliate - da
New York avendo fatto pipì da- come raggiungerli. Come scri- ne tale da portarlo a colleziona- put, dalla tolkeniana Minas Tiri- quella di Arkham, nata dalla fan-
vanti a tutti ad un ricevimen- ve Alberto Manguel, autore del re, nel corso della vita, oltre th alle borgesiane Rovine Circo- tasia di Lovecraft, a quella del
to, trasformava ogni visita in Dizionario dei luoghi fantastici 13.00 volumi, ora affidati alla lari (dove si può sognare un uo- Paese che non c'è, rifugio di Pe-
insieme a Gianni Guadalupi, Fondazione Marilena Ferrari mo fino a dargli vita), dal Regno ter Pan e dei suoi ragazzi perdu-
Per l’inaugurazione nell’introduzione a questa ter- nella «Biblioteca del viaggio delle scimmie di Burroughs alla ti - e immaginifiche illustrazioni
za edizione (la prima è del 1980) Gianni Guadalupi». geometrica Flatlandia di Abbot - conoscete forse le mostruose
arrivarono Buffalo Bill «non ci vuole molto per scopri- A dare il via al dizionario fu (dove gli oggetti animati e inani- forme dell’idolo Manduca adora-
con il suo circo, Edison re che la geografia dell’immagi- La ville vampire di Paul Féval. mati appaiono come linee rette, to nell’isola di Gaster? O le deco-
nazione è infinitamente più va- Guadalupi, letto il romanzo, chie- dove le abitazioni sono a forma razioni della carrozza di Geova
con il suo fonografo sta di quella del mondo fisico». se all'amico Manguel di scrivere di pentagono e quelle quadrate e nel corso dell’ultima visita nel
e lo scià di Persia Alberto Manguel aveva se- con lui una specie di guida turisti- triangolari sono vietate per ra- Regno di Noè?
dici anni e lavorava in una li- ca, trattando la Città Vampira p Alberto Manguel gioni di sicurezza), nulla manca Concludiamo con una sfida.
cronaca mondana. Fanfara. breria di Buenos Aires quan- non come luogo immaginario, Gianni Guadalupi al minuzioso elenco dei posti nei Come ricompensa per il loro du-
Onore e gloria. do conobbe un cliente, quasi ma reale: dove si poteva alloggia- p DIZIONARIO quali, oggi più che mai, continua ro lavoro, Manguel e Guadalupi
Peccato le pagine di epilo- cieco, che gli chiese se fosse di- re per la notte, dove consumare DEI LUOGHI FANTASTICI ad avere senso perdersi. Boschi decisero di concedersi l'inven-
p Archinto, pp. 976, € 50
go: lo scandalo di Panama da sposto ad andare da lui, la se- un buon pasto, cosa visitare. Sen- e pianure, città e specchi d'ac- zione di un luogo a testa, com-
cui Eiffel si lasciò toccare, Van ra, a leggere ad alta voce. Il za dubbio si divertirono un mon- qua, regni e isole che ci promet- pleto di autore e bibliografia
Gogh suicida, la morte di Toro cliente era Jorge Luis Borges. do. Tanto che, terminata questa memoria - ne contava centinaia. tono nuovi occhi, ci restituiscono apocrifa. Due luoghi fantastici,
Seduto, Wounded Knee... la Manguel divenne il suo lettore prima voce, i due decisero di al- Alla fine, alcune migliaia. Per bellezza, si fanno incubatori del così fantastici da non esistere
Storia. Superstiti? Incolume, privato. Anni dopo, giunto a largare l'indagine agli altri luo- scelta accantonarono quelli non nostro immaginario. neppure nei libri citati. Un plau-
solo lei: la Tour, centoventi- Milano per lavoro, si trovò a ghi fantastici. Un primo elenco - presenti sul pianeta Terra, i Il Dizionario dei luoghi fanta- so e una confezione di erba pipa
due anni a giorni. collaborare con un editore con giusto quelli che conoscevano a mondi paralleli, e anche i luoghi stici è un manuale prezioso, cor- a chi riesce a trovarli.
VIII I nostri classici
Simposio Un rito stabile per secoli: bere
Letture vino puro, conversare, amare, divertirsi
DALLA VITE ALLA BOTTIGLIA

Intorno a Bacco
L’uva è cultura
= Una passione che
accompagna l’uomo fin
dall’Eden. Jean-Robert Pitte,
autore di varie opere di

si degusta la vita
geografia culturale, racconta Il
desiderio del vino (Edizioni
Dedalo, pp. 308, € 24,
traduzione di Vito Carrassi).
Nella prefazione Paolo Scarpi
avverte che Pitte «ha
intrecciato e mescolato la CLAUDIO Grecia. Al di là delle possibili Bere vino puro, grazie anche al
FRANZONI
complessa e millenaria varianti, il meccanismo del corredo di oltre 150 illustrazio-
tradizione vitivinicola Non è accaduto a ca- simposio dovette restare stabi- ni tratte proprio da quei vasi a
mediterranea, insieme ai suoi so che a volte, in passato, il le per secoli: gli ospiti si acco- figure nere e a figure rosse che
miti, ai suoi simboli e ai suoi termine greco symposion sia modavano in una sala apposita servivano per lo svolgimento
riti, con lo sviluppo della stato tradotto con «banchet- della casa, l’andrón («sala degli dei simposi e che vennero pro-
produzione e con la diffusione to», come, ad esempio, nel uomini») - termine che baste- dotti in Attica tra VI e V secolo
del vino nel mondo film che Marco Ferreri tras- rebbe a illustrare la destinazio- prima di Cristo. Ma il saggio
contemporaneo». se dal Simposio di Platone nel ne esclusivamente maschile non punta tanto a descrivere
Un saggio «sul gusto del vino 1988; il fatto è che ci viene na- della «bevuta» - e qui si sdraia- lo svolgimento del simposio,
nell’era della sua produzione turale ricondurre alla nostra vano sui letti (di solito sette), quanto a osservare in questo
industriale» è Dioniso esperienza ciò che incontria- modalità ereditata da forme «microcontesto quello che av-
crocifisso di Michel Le Gris mo nel mondo antico, e dun- conviviali orientali. Al centro viene nello spazio più ampio
(Deriva Approdi, pp. 185, € 16, que anche le occasioni convi- della stanza era posto il crate- della polis e del mondo greco».
traduzione di Roberto Gelini). viali, quasi che le forme del re, un grande recipiente per Del resto l’obbiettivo del Scena di banchetto su un cratere a figure rosse del IV sec. a. C.
Come le trasformazioni delle mangiare e del bere siano le simposio non era solo quello
tecniche di vinificazione e stesse sempre e dappertutto. Una «ricostruzione» di condividere il piacere del vi- domande, affrontando anche
delle forme di coltivazione Negli ultimi vent’anni la no, ma quello di conversare, NELL TRE RELIGIONI problemi di metodo; in partico-
incidono sulla facoltà saggistica di ambito anglosas- di Maria Luisa Catoni di discutere temi filosofici, di Brindisi di fede lare, a proposito dell’interpre-
individuale di giudicare i vini. sone e francese ci ha spiegato nella antica Grecia eseguire o ascoltare canti e
Il significato simbolico della vite e
tazione iconografica, non na-
Roger Scruton ha composto invece che il simposio antico brani poetici; c’era posto an- sconde anche nodi problemati-
una guida filosofica al vino, non era per niente paragona- con l’analisi comparata che per gli incontri amorosi,
dell’uva nelle culture espresse
ci, come quello dei percorsi
dalle tre religioni monoteiste,
Bevo dunque sono (Raffaello bile ai conviti, pubblici o pri- di poesia e iconografie ed eventualmente per diverti- Ebraismo, Cristianesimo e Islam. commerciali dei vasi da simpo-
Cortina editore, pp. 240, vati, del Medioevo e dell’età menti, per giochi, per la baldo- Vino e interculturalità (Longo sio: come mai migliaia di essi fi-
€ 19,80, traduzione di Gianni moderna, tanto meno a quelli mescolare vino e acqua: l’as- ria finale. Attraverso queste editore, pp. 108, € 15) è un saggio nirono in Occidente, magari
Rigamonti). Scopo dell’autore del nostro tempo. Si inseri- sunzione moderata del vino di- «bevute assieme» i gruppi ari- di Mauro Manaresi, da anni destinati a conviti non greci o
«è difendere l’opinione sce in questo ambito di ricer- venta infatti uno dei punti chia- stocratici rinsaldavano i rap- impegnato in ricerche di carattere addirittura a corredi funerari
attribuita a suo tempo a ca anche il libro che Maria ve dell’etica simposiale. Dal porti reciproci e riaffermava- economico e sociologico. «Il vino di area etrusca?
Platone, cioè che “dagli Dei Luisa Catoni dedica a questo cratere si attingeva per riempi- no la propria identità; nello è una bevanda paradisiaca, è una Uno dei cardini del lavoro è
non è mai stato concesso tema, facendo il punto sugli re le larghe coppe decorate di spazio modesto dell’andrón delle cose migliori donate da Dio l’analisi comparata di poesia e
all’uomo niente di più studi precedenti e aprendo ciascun invitato. Si iniziava viene così rappresentata la all’umanità, l’ubriachezza e iconografie; sin dall’età arcai-
l’eccesso sono proibiti, la vite (o il
eccellente o prezioso del nuovi fronti di discussione. con una libagione e una pre- complessità della dialettica ca infatti la lirica greca usa il
divieto di bere vino) è utilizzata
vino”». Il simposio era, come dice ghiera, ci si lavava, ci si incoro- politica e sociale: basterebbe come metafora di comunità (per
simposio quale argomento, co-
Jonathan Nossiter indiva infine il nome, una «bevuta assie- nava con edera: azioni che leggere i vivaci paragrafi sugli gli ebrei ed i cristiani, mentre per i me quando Alceo incita i com-
Le vie del vino (Einaudi, pp. me», le cui forme, forse ap- iscrivevano il simposio in un invitati e sugli esclusi (che pe- musulmani è il non bere vino che pagni a brindare per la morte
237, € 16, traduzione di Fabio prese dai Fenici, divennero ambito sacro e che ne rimarca- rò a volte vengono ugualmen- identifica la comunità), al vino del tiranno Mirsilo o invita a
Montrasi): un enologico giro dopo l’età omerica un vero e vano il carattere rituale. te e ne approfittano). sono riconosciuti effetti benefici colmare le coppe «fino all’or-
del mondo, tra vitigni, cantine proprio contrassegno dello Tutto questo e molti altri Ripetutamente l’autrice sulla salute dell’uomo». lo» (ma di «due parti di acqua e
ed enoteche. stile di vita aristocratico in dettagli si scoprono appunto in cambia angolazione e ordine di una di vino»); nello stesso arco

GIOVANNI PAOLO II
0 959

Il Papa Santo
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Se C e 800 011
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In occasione della beatificazione del 1° maggio 2011,


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tutta la vita di Papa Wojtyla attraverso 230 immagini


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guito personalmente Giovanni Paolo II in moltissimi
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P RIULI & VERLUCCA


PRIULI VERLU
Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA IX

re lacerante del pensiero tra-


Eros e Logos La lotta tra bellezza gico in «rappresentazioni con
cui si potesse vivere», crean-
e verità che ha caratterizzato i Greci do un mondo intermedio tra
verità e bellezza, in cui il dolo-

Come conciliare
MARCO re, l’assurdità e l’atrocità del-
VOZZA
l’esistenza giungessero a ma-
. Il debito di ricono- nifestarsi in una bella parven-
scenza che la cultura inter- za, trasferendo cioè sul piano

Dioniso e Apollo,
nazionale, non soltanto illusorio e salutare dell’appa-
quella italiana, intrattiene renza la visione annichilente
nei confronti di Giorgio Col- di quell’abisso terrificante.
p Maria Luisa Catoni li è inestimabile, innanzitut- L’arte rendeva possibile la

ebbri e assennati
p BERE VINO PURO to per averci restituito un creazione di «una possibilità
Immagini del simposio Nietzsche integro e credibi- più alta di esistenza», che
p Feltrinelli, pp. 505,€ 39 le, sottratto alle reiterate consisteva nel mantenere
manipolazioni precedenti, aperta e vibrante l’espressio-
attraverso l’edizione critica ne degli affetti, la comunica-
pensare che non fosse poi così delle sue opere condotta zione dei sentimenti, la condi-
raro bere vino puro e che bal- con Mazzino Montinari. Ma visione del dolore, seppur tra-
dorie ed eccessi non fossero Colli era anche un grande sferita «in rappresentazioni
episodi isolati. editore e un filosofo autono- coscienti»; in tal modo, nel-
Parole e immagini interagi- mo, seppur sempre fedele l’esaltazione dell’essere che
scono sugli oggetti stessi del alla traccia dei suoi autori si avvale della danza e dell’in-
simposio, i vasi, con iscrizioni prediletti, Schopenhauer e tero simbolismo del corpo, la
dipinte o graffite: storie di rela- Nietzsche fra tutti, ma in bellezza veniva ad accresce-
zioni e di amicizie, un brindisi particolare i primi pensato- re «il piacere di esistere»,
(«salute e bevimi, davvero!»), ri greci, quei sapienti delle cioè la vita ascendente.
l’accenno a un verso celebre, i origini che si avvalevano Colli non ne fa menzione
nomi di alcuni convitati; spes- delle forme espressive del ma la più rilevante conferma
so troviamo acclamazioni amo- mito, della religione e della p Giorgio Colli della propria tesi giunge indi-
rose: si proclama cioè che que- poesia prima che si affer- p APOLLINEO E DIONISIACO rettamente dalla letteratura
masse il pensiero astratto p a cura di Enrico Colli psicanalitica: Jung pone al
di tempo più di un pittore sce- dei filosofi classici. p Adelphi, pp. 270, € 14 centro dei Tipi psicologici la di-
glie scene di simposio per deco-
Mescolare con l’acqua Ora abbiamo la possibili- cotomia tra apollineo e dionisi-
Giorgio Colli
rare i vasi che verranno usati invitava alla giusta tà di tornare su quei temi,
proprio per le «bevute assie- misura , la «bevuta tra antico e moderno, in vir- espressione appare già prefi- Nell’ebbrezza dionisiaca, la Per Giorgio Colli,
me». In una sorta di specchio, tù di una consistente, affasci- gurata nella filologia nietz- natura ritrova la propria po-
allora, i convitati possono am- assieme» rinsaldava nante quanto rigorosa, rac- scheana dell’avvenire che in- tenza unitaria, dapprima dissi- nel solco di Nietzsche,
mirare immagini che li descri- i rapporti sociali colta di scritti inediti, la cui daga il fenomeno della vita se- pata nel processo di individua- le due divinità
vono e ascoltare versi che han- tesi assai ambiziosa conside- condo istanze metafisiche. zione, opera altresì la reden-
no il simposio come sfondo. sto o quel giovane «è bello», a ra «apollineo» e «dionisia- Apollo e Dioniso rappre- zione di una volontà altrimen- non si contrappongono,
Per quanto lirica e pittura conferma che l’atmosfera del co» non soltanto criteri elet- sentano il sogno e l’ebbrezza, ti intristita, ora rivitalizzata ma coesistono
vascolare abbiano codici e simposio è perfetta per il cor- tivi per la comprensione del la forma e la forza, la visione e da una mescolanza panico-or-
percorsi autonomi, si trovano teggiamento omoerotico. E mondo greco ma «principi l’impulso orgiastico, differenti giastica di affetti. aco, come modello di spiega-
pienamente d’accordo su un leggiamo anche le firme del universali e supremi della re- espressioni del sentimento Tra Dioniso e Apollo si in- zione dei fenomeni di introver-
punto, additare i pericoli del- vasaio e del pittore, a volte altà», capaci di spiegare i estatico dell’esistenza, quello staurò la lotta tra verità e bel- sione ed estroversione. Il dio-
l’ebbrezza e della perdita di persino i loro nomi quando si dualismi del pensiero filoso- in cui l’uomo viene trasfigura- lezza, che caratterizzò la gre- nisiaco costituisce «l’espansio-
controllo. Questa è la prima ritraggono in veste di convita- fico ma anche la musica di to nell’opera d’arte. Nietzsche cità fino a raggiungere, depau- ne diastolica», pulsionale e
ragione per mescolare il vino ti: si trattava dell’orgoglio per Beethoven. La chiave teore- insiste sulla coesistenza delle perata e isterilita dopo Socra- multiforme, dell’esistenza,
con l’acqua e per invitare alla la propria bravura e, forse, tica, non soltanto estetica, due divinità che si spartiscono te, la modernità; i Greci intese- mentre l’apollineo rappresen-
giusta misura nel comporta- dell’aspirazione di questi arti- che introduce Colli, dell’anti- il dominio nell’ordinamento ro che il fine della cultura è ta il tentativo razionale di ri-
mento. Ma, come osserva Ca- giani a veder riconosciuta la tesi tra dionisiaco e apolli- delfico del culto, generando quello di «velare la verità», di pristinare nella psiche un ordi-
toni, un conto è proporre mo- loro téchne con una posizione neo come connessione indis- un equilibrio che vede alter- opporre la misura all’eccesso. ne unitario. Eros e Logos con-
delli normativi, un altro è os- speciale tra i cittadini, parteci- solubile, più che contrappo- narsi assennatezza e dismisu- Si trattò per la grecità apolli- vivono permanentemente nel-
servarli: più di un indizio ci fa pando appunto ai simposi. sizione, tra interiorità ed ra, moderazione e violenza. nea di trasformare il caratte- la nostra vita.

SILVIA mosso da una curiosità quasi


RONCHEY Rinascimento Il pensatore bizantino che topografica per ogni ramo del
Che cosa sarebbe il
nostro mondo senza Platone? innestò la dottrina platonica nel Quattrocento sapere». Oltre che un teologo
neopagano e un eretico, era
Bloc notes
Infinitamente diverso e certa- un utopista che «aveva trova- BOOKCROSSING
mente peggiore, lo sanno tut- to nelle dottrine platoniche e
Libri e passioni
ti. Ma pochi sanno che lo sa-
rebbe anche senza un altro fi-
losofo, suo quasi omonimo:
Pletone. Non è uno scherzo,
Vi presento Pletone neoplatoniche, nei mitici testi
zoroastriani, orfici e pitagori-
ci, il fondamento di un radica-
le programma di rinnovamen-
= «Ho lasciato un Idiota, ho
trovato un Piccolo Principe». Il
30 aprile, in sette città italiane

(e non è un refuso...)
né, o non solo, un calembour. to politico e religioso, di una ri- (Milano, Genova, Torino,
Il nostro pensiero, la nostra nascita della più antica sapien- Verona, Firenze, Roma, Napoli)
cultura, la nostra politica, que- za che fosse l’inizio di un nuo- torna il bookcrossing Fnac. I
sta nostra civiltà occidentale, vo tempo dell’esperienza uma- lettori sono invitati a lasciare
che ha origine nella Grecia an- na». Alla sapienza nascosta non più di cinque libri nei vari
tica ma è nel Rinascimento Da Platone a Pletone, la filo- resta un nome che non si scor- del cristianesimo non poteva- centri, in cambio portandone a
che si forma alla modernità e sofia platonica, per dieci secoli, da, mentre quello di Giorgio Ge- no non essere arrivati, ritene- casa degli altri. Quaranta editori
appunto rinasce, non avrebbe- aveva seguito un cammino car- misto è ignoto ai più, così come va Pletone, gli antichi saggi el- hanno aderito all’iniziativa
ro avuto il loro imprinting nel- sico, ininterrotto ma spesso sot- Shakespeare è un’icona interna- lenici e orientali. Far rivivere i offrendo circa 15 mila volumi.
la filosofia di Platone se a tra- terraneo. Inizialmente cristia- zionale e Marlowe no». Di Pleto- loro testi e riti avrebbe porta- Inoltre, per festeggiare la lettura
smetterla all’internazionale nizzata, eppure quasi sempre ne, come scrisse il suo grande to a una religione filosofica in tredici editori sono stati invitati
degli umanisti europei non coniugata a un sincretismo reli- estimatore e traduttore Giaco- cui le diversità dei culti e delle da Fnac a scegliere cento titoli
fosse stato quel grandissimo gioso intrinseco ai suoi princìpi mo Leopardi, «la fama tace al confessioni storiche sarebbe- che hanno fatto la storia della
filosofo bizantino. Il suo vero e a un neopaganesimo filosofico presente, non per altra causa se ro state irrilevanti per gli ini- letteratura. Fino all’8 maggio
condiviso anche dagli esponenti non che la celebrità degli uomi- saranno venduti con il 20 per
«Trattato delle virtù»: ecclesiastici delle più o meno ni, come in effetti ogni cosa, di- Stimato e tradotto cento di sconto.
eretiche o clandestine «eterìe» pende più da fortuna che da ra-
l’opera di uno o «fratrie» che seguitarono a p Pletone gione, e nessuno può assicurar- da Leopardi, detestato A RAGUSA
fra i primi geni professarla anche dopo la sua p
p
TRATTATO DELLE VIRTÙ
a cura di M. Neri
si di acquistarla per merito, da tutte le chiese, A tutto volume
eclissi dalla teologia ufficiale di- quantunque grande».
del moderno, curioso venuta aristotelica, solo alla p Bompiani, pp. 739, € 18 In realtà, non sono certo un utopista radicale, = Dal 29 aprile al primo
di ogni ramo del sapere Scuola di Pletone sarebbe rie- mancate le ragioni per dimen- politico e religioso maggio, a Ragusa, nuova
mersa alla piena luce. E con la ticare Gemisto, o per travisar- edizione del festival letterario
nome, Gemisto, nel greco del venuta del Gran Maestro e dei lo, se non per diffamarlo, spie- ziati di un alto clero illumina- «A Tutto Volume». Tra gli
Quattrocento voleva dire suoi discepoli in Italia per il con- ga Neri, il primo dopo Leopar- to. In quel mondo nuovo, ogni ospiti Innocenzo Cipolletta,
«colmo» (gemistos); e lo stes- cilio fiorentino del 1439 si sareb- di ad essersi misurato vittorio- devozione sarebbe stata am- Vito Mancuso, Aldo Cazzullo,
so o quasi — «pieno», «traboc- be trasmessa agli intellettuali e samente con il suo greco splen- messa e libera di prosperare. Roberto Vacca, Valentino
cante» — significava, nel gre- ai politici riuniti in suo ascolto. dido e impossibile, musicale e Pletone affermava che tutto Zeichen, Achille Bonito Oliva
co classico, lo pseudonimo Fu un preciso passaggio di burrascoso, arcaico e futuribi- il mondo entro pochi anni nonché vari esordienti.
Plethon, Pletone, che si era da- dottrine, uomini e testi, che da le, che ha dissuaso molti dal avrebbe accolto una sola religio-
to in omaggio al filosofo per Bisanzio ormai prossima a ca- tradurre la sua opera omnia, ne con un solo animo, una sola CON «LA STAMPA»
cui traboccava d'amore. Con dere sotto il dominio turco ven- di cui invece questo Trattato è mente e una sola predicazione.
questo nome era noto in tutto nero portati in salvo nell’Euro- il primo volume. «Cristiana o maomettana?», gli
Salgari racconta
il mondo, come spiega More- pa occidentale. Fu un delibera- «Detestato da tutte le chie- avevano chiesto. «Nessuna del- = Quattro romanzi di Salgari:
no Neri nello straordinario li- to passaggio di consegne, in no- se costituite, finita sul rogo la le due - aveva risposto - ma simi- I misteri della jungla nera, I pirati
bro — un vero evento — che me del quale Cosimo de' Medici sua opera più importante» — le a quella dei gentili. Solo quan- della Malesia, Le tigri di
oggi ci consegna la traduzione fondò l'accademia platonica. E il libro delle Leggi, bruciato do Maometto e Cristo saranno Mompracem e Il Corsaro nero.
del più diffuso fra i testi di Ple- quella filosofia diventò, come dal patriarca Gennadio poco dimenticati, la verità vera splen- Li offre, in un unico volume di
tone, il Trattato delle virtù, e in ha scritto Eugenio Garin, dopo la sua morte —, «Pletone derà su tutte le terre del mon- 788 pagine con 32 illustrazioni
cui più di 400 pagine sono de- «l’ideologia della sovversione diede vita a entusiasmi come do». I filosofi musulmani amaro- d’epoca, «La Stampa». In
dicate a un saggio introduttivo europea». a odi non passeggeri tra le per- no quanto gli umanisti italiani edicola da mercoledì 27 aprile (il
che ha lo spessore intellettuale «E’ solo grazie a una combi- sone più eccellenti del Rinasci- le sue opere e poco dopo la sua 25 ricorre il centenario della
e critico oltreché la lunghezza nazione di talento e fortuna che Gemisto, detto Pletone, mento», scrive Neri. «Fu uno morte ciò che restava del libro morte dello scrittore) al prezzo
di un’esemplare monografia. Marsilio Ficino - scrive Neri - in un dipinto di Benozzo Gozzoli dei primi geni del moderno, delle Leggi fu tradotto in arabo. di 12,90 euro.
Classifiche Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
X LA STAMPA

P
er fortuna sembra che la corsa in discesa si sia cato, testo cristallino -, dove si ripercorrono i temi Di là scriveva alla carissima Julca, moglie inquieta e
AI PUNTI fermata: la Mazzantini conserva il primato e il della sua sociologia, tra democrazia e globalizzazio- sofferente: «Non bisogna lasciarci schiacciare dalla
LUCIANO GENTA valore dei 100 punti, sopra le 6000 copie. La ne, crisi del welfare e diritti umani, nuove frontiere vita vissuta finora, o almeno bisogna conservarne so-
sua coppia in crisi al tavolo di un ristorante è un qua- della scienza e antichi dogmi, come sempre unendo le lo ciò che fu costruttivo e anche bello. Bisogna uscire
dro d’interni emblematico del malamore e dei malu- cornici della teoria con la prassi della vita quotidia- dal fosso e buttar via il rospo dal cuore». Ecco un
Contro mori d’oggi, un piano sequenza che mette nostalgia-
per La cena di Scola. Tutti gli altri tra i primi dieci si
na (le relazioni sociali e personali, il lavoro, l’amore,
la sessualità), opponendo a disorientamento, ansia e
messaggio laico di rinascita. Da accompagnare - in
questi giorni, tra Resurrezione e Resistenza, in cui, si
attestano sotto quota 5000: l’unico nuovo ingresso paura l’arte di costruire e affermare la propria iden- spera, tacerà il delirio dell’oltraggio alla res publica
gli indifferenti della settimana è la microantologia di Gramsci, so-
stanzioso complemento del pamphlet di Hessel, ora
tità di persona. Con ciò in sintonia con Gramsci, da
leggere oltre la politica, analista e narratore di uma-
e alla Costituzione - a letture con Un cuore intelli-
gente (Finkielkraut/Adelphi) per riprendere la for-

con Gramsci al 20˚ posto. Mentre all’11˚, con il solito aiutino tv di


Fazio, salgono i dialoghi di Bauman - titolo lambic-
nità, come sottolinea Michela Murgia nella prefazio-
ne al ritorno einaudiano delle Lettere dal carcere.
za di risanare L’Italia nonostante tutto (Berselli/il
Mulino). Buona Pasqua, Edmondo, ovunque tu sia.

I PRIMI DIECI INDAGINE NIELSEN BOOKSCAN

100 86 79 72 62
1 2 3 4 5
Nessuno Vieni via Gesù Sanguisughe. Il profumo
si salva con me di Nazareth II Le pensioni delle foglie
da solo BENEDETTO XVI
(JOSEPH RATZINGER)
scandalo di limone
MAZZANTINI SAVIANO LIBRERIA GIORDANO SÁNCHEZ
MONDADORI FELTRINELLI EDITRICE VATICANA MONDADORI GARZANTI

48
6 60
7 49
8 48
9 10 46

Libertà Odio E disse La leggenda Gran circo


gli indifferenti del morto Taddei e altre
contento storie di Vigàta
FRANZEN GRAMSCI DE LUCA VITALI CAMILLERI
EINAUDI CHIARELETTERE FELTRINELLI GARZANTI SELLERIO

Narrativa Narrativa Saggistica Varia Tascabili Ragazzi


italiana straniera
1. Nessuno si salva da solo 100 1. Il profumo delle foglie di limone 62 1. Vieni via con me 86 1. Aldilà. La vita continua? 35 1. La versione di Barney 29 1. Diario di una schiappa... 22
MAZZANTINI SÁNCHEZ SAVIANO GIACOBBO RICHLER KINNEY
19,00 MONDADORI 18,60 GARZANTI 13,00 FELTRINELLI 17,50 MONDADORI 12,00 ADELPHI 12,00 IL CASTORO

2. E disse 48 2. Libertà 60 2. Gesù di Nazareth II 79 2. Benvenuti nella mia cucina 23 2. Il piccolo principe 25 2. Il giorno delle selezioni 13
DE LUCA FRANZEN BENEDETTO XVI PARODI SAINT-EXUPÉRY GARLANDO
10,00 FELTRINELLI 22,00 EINAUDI 20,00 LIBRERIA EDITRICE VATICANA 14,90 VALLARDI 7,90 BOMPIANI 11,00 PIEMME

3. La leggenda del morto contento 48 3. Vacanze in villa 43 3. Sanguisughe. Le pensioni scandalo 72 3. Cotto e mangiato 22 3. Bianca come il latte, rossa... 24 3. Le avventure di Re Artù 12
VITALI WICKHAM GIORDANO PARODI D’AVENIA STILTON
18,60 GARZANTI 19,00 MONDADORI 18,50 MONDADORI 14,90 VALLARDI 13,00 MONDADORI 23,50 PIEMME

4. Gran circo Taddei 46 4. La legge del deserto 40 4. Odio gli indifferenti 49 4. La parigina. Guida allo chic 19 4. La solitudine dei numeri primi 16 4. Diario di una schiappa 11
CAMILLERI SMITH GRAMSCI DE LA FRESSANGE E GACHET GIORDANO KINNEY
14,00 SELLERIO 19,60 LONGANESI 7,00 CHIARELETTERE 25,00 IPPOCAMPO 13,00 MONDADORI 12,00 IL CASTORO

5. Non chiedere perché 32 5. Il vino della solitudine 31 5. Vite che non possiamo... 44 5. Instant English 16 5. L’amico d’infanzia di Maigret 16 5. La banda del gatto 10
DI MARE NÉMIROVSKY BAUMAN SLOAN SIMENON STILTON
18,00 RIZZOLI 18,00 ADELPHI 16,00 LATERZA 16,90 GRIBAUDO 10,00 ADELPHI 8,50 PIEMME

6. Odore di chiuso 26 6. Vicino a te non ho paura 29 6. Il grande disegno 37 6. The power 15 6. Il tempo che vorrei 15 6. La prima indagine di Theodore Boone 10
MALVALDI SPARKS HAWKING & MLODINOW BYRNE VOLO GRISHAM
13,00 SELLERIO 20,00 FRASSINELLI 20,00 MONDADORI 18,50 MONDADORI 13,00 MONDADORI 18,00 MONDADORI

7. Un calcio in bocca fa miracoli 23 7. Il centenario che saltò... 28 7. Togliamo il disturbo 30 7. Noi due sconosciuti 15 7. Non lasciarmi 14 7. Via le zampe dalla pietra di fuoco! 9
PRESTA JONASSON MASTROCOLA SCHELOTTO ISHIGURO STILTON
16,50 EINAUDI 17,90 BOMPIANI 17,00 GUANDA 17,50 MONDADORI 12,00 EINAUDI 8,50 PIEMME

8. Io e te 22 8. I dodici segni 21 8. Indignatevi! 30 8. E’ facile smettere di fumare... 14 8. Il simbolo perduto 14 8. Principesse. GiocaKit 9
AMMANITI CHILD HESSEL CARR BROWN -
10,00 EINAUDI 18,60 LONGANESI 5,00 ADD EDITORE 10,00 EWI 14,00 MONDADORI 12,90 WALT DISNEY ITALIA

9. America amore 22 9. La mappa del destino 17 9. La fine è il mio inizio 28 9. La dieta Dukan 14 9. Gesù di Nazareth 13 9. Il diario di una schiappa 9
ARBASINO COOPER TERZANI DUKAN BENEDETTO XVI Kinney
19,00 ADELPHI 19,60 NORD 22,00 LONGANESI 16,00 SPERLING & KUPFER 10,00 BUR, RIZZOLI 12,00 IL CASTORO

10.Racconti con figure 20 10.Appartamento a Istanbul 16 10.Giovanni Paolo II. La biografia 20 10.The secret 13 10.L’ombra del vento 13 10.Cappuccetto rosso sangue 9
TABUCCHI AYKOL RICCARDI BYRNE RUIZ ZAFÓN BLAKLEY-CARTWRIGHT
15,00 SELLERIO 14,00 SELLERIO 24,00 SAN PAOLO EDIZIONI 18,60 MACRO EDIZIONI 13,00 MONDADORI 17,00 MONDADORI

LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI È REALIZZATA DALLA SOCIETÀ NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 1100 LIBRERIE.
SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PIÙ VENDUTO TRA LE NOVITÀ. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 10 AL 16 APRILE.

S G
uona bene «Nikita»: nel traduttrice. Anche del primo titolo enialmente, il Belgio è Novecento, Louis Paul Boon
mondo della comunicazio- PROSSIMA d’esordio di Nikita, autore il com- senza governo da quasi CHE LIBRO FA (tradotto Minuetto a tre) e Hu-
ne, da Luc Besson alla bel- patriota Miha Mazzini con Mi un anno e se la cava be- go Claus (La sofferenza del Bel-
lissima bionda assassina del se- MENTE chiamavano il cane, romanzo au- nissimo. Non diffidiamo dalle ...IN BELGIO gio è bellissimo), entrambi prole-
rial-thriller tv; in quello dei libri, MIRELLA APPIOTTI toreferenziale, forse il più duro tra imitazioni, chissà che la solu- GIOVANNA ZUCCONI tari d'origine, entrambi speri-
dal romanzo di Lucarelli alla si- quelli in uscita: il russo La cami- zione non sia esportabile. Nel mentatori di statura almeno eu-
gla editoriale appena sbucata cia, fiaba contemporanea di Evge- frattempo lì la vita va avanti ropea. Claus pubblicava in Olan-
dalla fiorentina Barbès. Sottoti-
tolo: «Da Berlino alla Siberia»,
Nikita, nij Griskivec; il ceco Romanzo per
uomini, già diventato film, di Mi-
egregiamente, letteratura in-
clusa. E anzi, guardare al labo-
Fiandre da, perché fino a poco fa l'identi-
tà editoriale fiamminga, in con-
mission: «dare voce ai nuovi au-
tori dell’Europa dell’Est».
Il progetto di Tommaso Gur-
la passione chael Viewegh; La morte della
piccola fiammiferaia con l’hu-
mour nero del croato Zoran Feric.
ratorio belga può essere utile
ovunque si navighi verso multi-
culturalismo, federalismo, ec-
«senza trapposizione ovviamente a
quella francofona, trovava ap-
poggio ad Amsterdam. Ora non
rieri, direttore editoriale della ca-
sa madre (anima italo-francese)
dell’Est «Tutti intorno ai 50 anni, terribil-
mente disillusi ma non arresi, ar-
cetera. Eurozine - eccellente ri-
vista, uno dei pochi luoghi do-
parole» più. Ora all'autonomia politica,
con il federalismo, comincia a
e della consorella Cult (narrati- mati di una passione che rende af- ve la parola Europa non faccia corrispondere quella editoriale e
va italiana e saggistica), mira in- fascinanti le loro pagine». sbadigliare ma sia fertile - pub- culturale. I fiamminghi sono po-
fatti a «far riflettere su una Eu- Verissimo. Sarà interessante blica un lungo articolo di Tom co più di sei milioni, eppure la
ropa troppo poco considerata, incontrare nei mesi prossimi letto- Van Imschoot sulla narrativa varietà letteraria è tale che sem-
vittima di pregiudizi, il cui dram- ni, georgiani, polacchi mentre al fiamminga: la narrativa delle bra scrivano tutti o quasi. L'uni-
ma di prima e dopo l’89 non è “dedicata" come Nikita». Salone di Torino si presenteranno Fiandre. to e il suo contrario. L'autore è ca regola è che non ci sono rego-
stato ancora superato». Consa- Altra ottica rispetto alla raffi- i romeni: Florin Lazarescu con Il La fenomenale conclusione Tom Lanoye, il romanzo (auto- le, ognuno va per conto proprio.
pevolmente sfidando una piccola nata Barbès, traguardi anche com- nostro inviato speciale; Cecilia dell'articolo è che il libro che biografico) è una storia di afa- Segni distintivi: un complessivo
ma agguerrita concorrenza, «la merciali «ma di qualità lettera- Stefanescu con Relazioni morbo- meglio condensa la fioritura sia e demenza, che precedono la ritorno al realismo e persino all'
stupenda collana praghese di ria», target ambito il pubblico gio- se; Nora Iuga con La sessantenne letteraria ad Anversa e dintor- morte della madre del protago- ibridazione con il documentario.
e/o, tuttora in navigazione attor- vane. Neo responsabile della «ca- e il giovane, quasi autobiografia ni, si intitola Sprakeloos. Ov- nista: muore la madre, o la lin- Molti romanzi à la Ballard. E
no a questi, i libri della Voland e sa», Sabina Trzan, arrivata giova- della «Grande Dame» della poesia vero «Senza parole». Al tempo gua madre? l'insoddisfazione degli immigra-
anche delle due intraprendenti nissima un quarto di secolo fa a Fi- di Bucarest, «una confessione che stesso «realista e teatrale, sca- È un approdo sperimentale, ti, anche di seconda generazione
Zandonai e Keller: oggi però nes- renze dalla natia Celje, la bella cit- è un gesto fortemente erotico». bro e barocco, eloquente e afa- che rielabora la lezione dei più e oltre: nonostante il governo
suna editrice interamente tà medievale slovena, affermata (Della terza età, evviva). sico, impotente e potente», tut- grandi scrittori fiamminghi del manchi, e la vita continui.
Diario di lettura Tuttolibri
SABATO 23 APRILE 2011
LA STAMPA XI

Enrico Sturani

Il collezionista
SANTO grammatica, gli anacoluti, le in-
ALLIGO I PREFERITI genuità ideologiche… Insom-
La bella fotografia di ma, era pittore, guadagnava co-
Enrico Sturani lo ritrae a uno me direttore artistico della Len-
stand zeppo di memorie so-
vietiche. Sarà un nostalgico,
f ci, aveva sposato la figlia di
Monti, aveva una bella fami-
oppure ha trovato in quell'edi- glia, aveva fatto il partigiano;
cola di San Pietroburgo pane non pretendesse ora di fare an-
per i suoi denti; le amate, su- che lo scrittore! I rapporti con
date, studiate cartoline? Un Pavese si raffreddarono, quelli
interesse che lo ha portato a con la letteratura abortirono.
diventare il massimo studio- Dopo anni di cassetto casalin-
so di queste fragili e volatili FEDERICO ZERI go, ora il dattiloscritto è passa-
carte, tanto da essere «Il car- Abbecedario pittorico to a quello di un editore, in atte-
tolinaro» (come lui ama defi- sa dei fondi per pubblicarlo».
Longanesi, pp. 296, € 25
nirsi) per antonomasia. Quali sono state le letture
Sturani è figlio di Mario, ce- «Come tutti i libri di Zeri, giovanili?
ramista inarrivabile, disegna- anche questo è un «Ho cominciato a leggere mol-
tore (sua la splendida coperti- autentico modello di to tardi e, sino al liceo, solo Pa-
na frassinelliana di Moby Di- metodo e di scrittura: l'arte perino. Ma sono fiero di esser-
restituita alla storia» mi solo e sempre limitato a
«Ho cominciato quelli che allora dicevo “veri” e
che poi scoprii essere ideati e
a leggere molto tardi
e, sino al liceo,
f disegnati dal grandissimo Carl
Barks. Li ho sempre tenuti tut-
ti, a formare un'autentica
solo Paperino, quello “Paperoteca”. Poi, all'universi-
vero, di Carl Barks»
ck), entomologo e scrittore
«Mio padre era direttore
(ma il suo romanzo autobio- artistico della Lenci,
grafico Il maglione rosso atten- CARL BARKS i suoi Anni 30 a Parigi
de ancora di essere pubblica- Paperino
to). Laureato a Torino in filoso- diventarono un romanzo
Comic Art, pp. 159, € 16
fia, per anni ha scritto manuali rifiutato dall’Einaudi»
per gli alunni delle scuole me- «Una saga in cui caratteri e
die; poi molti libri in cui svisce- vicende sono tà, feci filosofia e, volendomi
ra la sua passione di «cartoli- magistralmente laureare con Abbagnano, chie-
naro». Ricordiamo Otto milio- tratteggiati con il disegno si a Viano, suo brillante assi-
ni di cartoline per il duce, L'Ita- non meno che con la stente, una tesi sulla forma de-
lia in posa (per il ministero dei parola» gli oggetti d'uso. Invece di dir-
Beni Culturali) e Memorie di un mi che con la storia della filoso-
cartolinaro, il suo libro più utile fia non c'entrava, o di segnalar-
per conoscere le vicende che
ruotano intorno al mondo dei
f mi il grandissimo antropologo
Leroi-Gourhan (autore di ope-
collezionisti; qui l'autore de- re fondamentali in fatto di tec-
scrive, con autoironia, tutte le nologia comparata), mi disse di
situazioni, i personaggi e i leggere Merleau-Ponty. Nel pri-
comportamenti in cui si è tro- mo libro non trovai nulla. Nulla
vato coinvolto nel mettere in- La vita. Enrico Sturani è nato a Torino nel 1940. Laureato in Filosofia con nel secondo, e così via. Alla fine
sieme la sua immane collezio- Nicola Abbagnano. Autore di libri scolastici e collezionista di cartoline. Figlio di ero pronto per una tesi su Mer-
ne di cartoline; ma, più che Mario, tra gli amici di Cesare Pavese, ceramista, disegnatore e scrittore. DANIEL EVAN WEISS leau-Ponty. Poi passai ai libri
l'estensione, ciò che impressio- Gli scarafaggi scolastici. Finiti questi passai
na è la varietà dei soggetti: mi- Le opere. La sua ultima raccolta è «cARToline. L'arte alla prova della alle cartoline e fu fondamenta-
litari, paesaggistici, storici, cartolina» (Barbieri). Tra gli altri suoi titoli: «Memorie di un cartolinaro»
non hanno re le la lettura di tutti i libri di Fe-
donnine, illustratori, arte, cro- Feltrinelli, pp. 248, € 8 derico Zeri: mi insegnarono
(Coniglio), «Otto milioni di cartoline per il Duce. L’Italia in posa» (per il
naca, scatologici, politici, ani- Ministero dei Beni culturali), «Ai monti! Ceramiche d’arte 1930-1950» (Museo «Mio padre era anche che l'arte si incarna in precisi
Nazionale della Montagna). entomologo: questo materiali, più o meno consunti
«Il mio Edipo cominciò romanzo ci fa guardare il dal tempo, restaurati, localizza-
mondo con gli occhi degli ti e dislocati. Fui molto lieto
a manifestarsi scarafaggi» quando, mandatogli un mio li-
spedendo ai miei bro, mi rispose che se avesse
dovuto tornare indietro gli sa-
le cartoline rebbe piaciuto occuparsi di
più kitsch che trovavo» Studioso di cartoline, a torto considerate un’ arte minore, va straordinarie storie alpinisti- questi settori apparentemente
che. Si seccò quando, negli anni minori in cui meglio si sente il
mati... Ora, dopo l'ultimo nato, Ottanta, gli passai una serie di polso di un'epoca».
cARToline. L'arte alla prova del- una collezione con 150 mila pezzi, figlio di Mario, fotocopie di cartoline raffiguran- C'è una cartolina per cui fa-
la cartolina, Sturani è al lavoro ti donnine musicanti in pose al-
su altri due nuovi volumi, tiene ceramista, pittore e scrittore (bocciato dall’amico Pavese) lusive, chiedendogli di commen-
rebbe una follia?
«Farò inorridire i collezionisti,
conferenze (anche a Helsinki e tarle; scrissi poi io l'articolo
a Tokyo) e corsi universitari. "Quando Freud dirigeva l'orche-

“Insegnò Zeri
Certo, da una collezione di stra". Pavese invece non lo in-
«Mia madre era figlia
150.000 pezzi cosa potrà tira- contrai mai: nel 1940 mia ma- di Augusto Monti,
re ancora fuori questo incalli- dre, incinta di me, lo invitò a ce- ogni tanto veniva a casa
to «cartolinaro»? Attenzione, na; "No grazie - fu la sua rispo-
però. Se non si è vaccinati, a sta -: le donne col pancione mi nostra Mila, pareva
collezionar cartoline c'è anche fanno schifo". Ovviamente non la controfigura di Gabin»

che non sono


il rischio che «un bonario hob- ripeté mai più l’invito».
by generi un mostro». Parola Suo padre ha lasciato un li- ma invece dei pezzi che non mi
di Enrico Sturani. bro manoscritto che atten- sono aggiudicato alle aste per
Come e quando è nato il de ancora di essere pubblica- corrispondenza perché trop-
suo interesse storico per to. Lo ha letto? po cari, ho infilato nell'album
la cartolina, per quelle «Negli Anni Trenta, mio padre, la loro riproduzione. Ai saloni
che ancora qualcuno si come ogni pittore, fece il viag- della cartolina non vado ango-
ostina a chiamare «carte
povere»?
«In una casa dell’intellighen-
zia torinese con alle pareti qua-
dri di Casorati, in biblioteca le
prime edizioni di Pavese con
dedica, ospite - sino al 1954 - il
carte povere”
zionistico più moderno: il fior fio- il messaggio andava scritto lato che poco dopo trovarono quel
gio alla Mecca dell'arte, Parigi.
Ma per campare dovette accet-
tare un lavoro di domestico nel-
la famiglia di un ex ammiraglio.
Tornato, con le avventure di
Parigi faceva divertire tutti.
Poi misero in galera il nonno
sciato, con il foglietto della
“mancolista”, ma mi siedo
tranquillo al primo banco in
cui mi imbatto e comincio a
passare gli album uno per uno;
alla domanda "Che cosa cer-
ca?", rispondo "Un po' di tut-
nonno professore (Augusto re dell'Art Nouveau, dei nudi, immagine; e negli Anni Settan- professore impiccato con la cra- Monti, poi ci fu la Resistenza in to"; quando poi chiedo di vede-
Monti), verso gli anni del liceo, dei tipi locali. Nessuno le com- ta andavano di moda le ricer- vatta nei cessi della scuola). Mio cui combatté con i partigiani, re le cartoline di bambini o
il mio Edipo ha cominciato a prava, giudicandole care: 750 li- che strutturaliste). Era inizia- padre venne messo in collegio a poi l'impegno nel Partito Comu- quelle di fiori, chi già non mi
manifestarsi spedendo ai miei re una per l'altra. Ormai mi ero ta, più ancora che la collezione, Monza dove si era iscritto alla nista. Nel fatidico ’48 mise per conosce, mi prende per un
le cartoline più kitsch che tro- trasferito a Roma, ma ogni volta un campo di studio che conside- neonata Scuola di Arti Decorati- scritto le avventure di Parigi, principiante, e per giunta sce-
vavo. Una volta la portinaia, che venivo a trovare i miei, ri- rava la cartolina in tutta la sua ve. L'amicizia con Pavese si trasformandole in un romanzo mo. Insomma, dall'alto del paio
porgendone una a mio padre, partivo con una 24 ore piena: di- estensione: scrissi poi anche a strinse con un fitto scambio di di formazione politica: un'ope- di metri cubi della mia collezio-
commentò: "Credevo che que- ciamo un quattro chili. Sul cata- proposito delle cartoline raffi- lettere e proseguì quando tornò razione di realismo socialista ne, non mi sento come un inna-
sta fosse una casa signorile". logo francese Neudin erano se- guranti Mussolini e su quelle a Torino come pittore; frequen- ancor oggi interessante per ca- morato pronto a fare pazzie
Poi, arrivati agli anni Settan- gnate a decine, se non a centina- scatologiche, su quelle raffigu- tavano entrambi la “banda” che pire quel periodo. Ebbe l'inge- per conquistare una bella che
ta, alla mitica libreria ia di franchi; pensavo di portar- ranti insetti o tipi sardi». si era formata attorno al loro nuità di far leggere a Pavese se la tira, ma come un sultano:
dell'"Ebreo" (il proprietario le a Parigi, rifarmi i soldi di viag- Che cosa ricorda delle amici- professore di lettere, Augusto questo suo Maglione rosso; inve- se una sera la bruna circassa
aveva l'aria di un profeta), arri- gio e soggiorno e trattarmi a zie paterne? Monti (di cui mio padre sposò la ce di dirgli le proprie impressio- ha mal di testa, pazienza, ci sa-
vò un'intera, enorme collezio- ostriche e champagne; invece «Pavese e mio padre erano com- figlia). Nel dopoguerra veniva ni a titolo di amico, Pavese com- rà sempre la bionda o la rossa.
ne di cartoline di inizio Nove- scrissi uno, due... dieci articoli pagni di banco al ginnasio; poi ogni tanto a casa nostra Massi- binò una riunione redazionale Questo è il grande vantaggio
cento: e tutte profeticamente su "L’art nouveau alla luce di mio padre fu bocciato per il solo mo Mila, che pareva la controfi- all'Einaudi, sparando a zero: della collezione generale rispet-
corrispondenti al gusto colle- uno spazio bianco" (a inizio ’900 latino (e gli piaceva ricordare gura di Jean Gabin e racconta- non ebbe pietà per gli errori di to a quella iperspecializzata».

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