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Università degli Studi di Ferrara

Facoltà di Lettere e Filosofia

Corso di Laurea in
TECNOLOGO DELLA COMUNICAZIONE
AUDIOVISIVA E MULTIMEDIALE

Liquid publications

Relatore: Prof. Marco Pedroni

Laureanda: Patrizia Bolzan

___________________________________
Anno Accademico 2009-2010
Liquid publications

2
INDICE

INTRODUZIONE 5

Cap. 1 Liquido, liquidità, liquefazione… che cosa si dice in Rete? 7

Cap. 2 Liquidità, ovvero… 15

Cap. 3 Piattaforma & Liquidità 19


Web, Wiki, C-Maps e Mindomo, Blog, Box e Dropbox, 20
Ning, Facebook, Twitter, LinkedIn, Flickr, aNobii, 29
Podcasting, Youtube, Slideshare, Scribd, ImageShack, 33
Virtual Worlds, Motori di ricerca (Google e Wolfram 38
Alpha), Social bookmark e Aggregatori (Delicious, Digg, 42
RSS, Feed), e-Books, TaggedBook 43

Cap. 4 Aggiunta vs Integrazione 47


4.1 Dropbox 50
4.2 Mappe mentali e concettuali 51
4.3 Google Docs 53
4.4 Mondi virtuali – Scuola3D 54
4.5 Wiki 55

Cap. 5 Lettori e autori 59

Cap. 6 Ambienti di apprendimento vs Conoscenza condivisa 63

Cap. 7 Esperienza liquida nella scuola primaria 69

Cap. 8 Costruire una mentalità volta alla partecipazione attiva e


responsabile 75

CONCLUSIONE 81

BIBLIOGRAFIA 83

SITOGRAFIA 87
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INTRODUZIONE

La tematica, che sarà sviluppata nel corso della tesi, è stata suggerita da un
profondo interesse personale per il mondo della Rete Internet, che nella scuola,
soprattutto in quella Primaria, viene ancor poco considerato e scarsamente o mal
utilizzato a scopo didattico-formativo.
L’attività svolta, quale insegnante di Scuola Primaria, ha suggerito al curatore
del presente lavoro la tematica sulla “Liquid publications”, ovvero “Pubblicazioni
liquide”.
L’argomento è nuovo, ancora aperto, ma da un’analisi del mondo della Rete
Internet si può comprendere come esso sia profondamente radicato nella sua stessa
logica e come esso abbia origine, fondamentalmente, già con la nascita della stessa. In
realtà trattasi di un concetto rimasto sotteso da tempo, che emerge, prima lentamente, ed
ora in modo più decisivo, come conseguenza della costante evoluzione e diffusione
dell’uso della rete, in particolare nel passaggio dal Web di prima generazione al Web
2.0.
Ed allora:
Che cos’è LIQUIDO?
Qual è il suo significato?
Ci sono fonti autorevoli a riguardo?
Che cosa si dice in Rete?
Ci sono bibliografie a proposito?
Dove, come, a cosa ci porterà nel tempo?
Una serie di domande, le più spontanee, alle quali qualche risposta avanza,
anche se il tutto è ancora in fermento e in divenire.
Nello sviluppo di questo argomento la prima difficoltà da superare ha riguardato
proprio la fase di reperimento delle informazioni, un dettaglio che conduce ad
interrogarci, ancor di più, sul chi e sul quando il temine ha avuto luce e, soprattutto, a
quale concetto si rifà.
La curiosità, il desiderio di capirne di più ha stimolato la ricerca, la ricostruzione
spazio-temporale del termine, la sua evoluzione che da semplice parola ci porta al
concetto sotteso e che sempre più sta emergendo, da chi e il come è stato ed è utilizzato.
Molto poco è quello che si trova, sia in versione digitale che cartacea.

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Liquid publications

Una prima ricerca sviluppata in rete ha portato a qualche esito, decisamente in


forma minore rispetto quanto pensato e sperato, mentre una seconda ricerca, effettuata
nelle biblioteche, sia on-line che nel territorio, non ha fornito che esigui riscontri.
Queste risposte-non risposte mi hanno così portata a riflettere sullo stato delle
cose per arrivare a semplici conclusioni che ho desunto dalla lettura, dall’osservazione,
dalla ricerca e dall’analisi.
Alcune di esse sono un punto d’arrivo, parziale, che si prestano a continuare lo
studio per trovare risposte che al momento non è possibile formulare in maniera
completa, altre hanno invece carattere più definitivo e chiaro.
Per comprendere il significato del termine, sono partita dall’osservazione di
molti siti/portali, istituzionali e non, di qualsiasi portata e diffusione, più o meno
conosciuti e più o meno autorevoli, arrivando ad analizzarne la natura, la loro stessa
essenza, lo scopo per cui sono stati progettati e sviluppati.
Segue quindi un’analisi riguardante l’utenza o, per la precisione, le diverse
utenze esistenti in rete, con particolare interesse al mondo della scuola.
In seconda battuta l’attenzione si è rivolta nell’ambito della comunicazione e di
tutto il corollario necessario perché questa possa svilupparsi in un ambiente diverso da
quello tradizionale fatto di persone che dialogano in presenza.
L’attenzione si è poi concentrata sul rapporto tra il concetto di liquidità, e tutti
gli elementi che le ruotano attorno (sito, piattaforma, utenza e comunità virtuali,
processi di insegnamento-apprendimento, …) cercando di intravedere il nesso, il legame
tra tutti questi fattori, ma anche individuandone criticità e potenzialità.
Infine, ho cercato di trarne le conclusioni cercando di ipotizzare come questi ingredienti
possano trovare riscontro per sviluppare, a partire dalla scuola, quale ente primario di
formazione, mentalità volte alla partecipazione attiva e responsabile nel processo di
costruzione condivisa e collaborativa della conoscenza.

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Liquid publications

CAP. 1 - LIQUIDO, LIQUIDITÀ, LIQUEFAZIONE… CHE


COSA SI DICE IN RETE?

Cos’è LIQUIDO?
Ci basti pensare al termine “liquido” per immaginare qualche cosa che si
deforma, non rimane fermo, si evolve, si sposta, si muove.
Vi sono poche informazioni a riguardo, ma il nascere di alcuni siti, che
utilizzano questa parola o suoi sinonimi per identificare il proprio spazio web, fa
pensare ad un’evoluzione del modo di pensare e di agire in internet che va maturando
sempre più, coinvolgendo i settori più diversi, generici come possono essere gli articoli,
le interviste o i post nei blog, ma anche aree più circoscritte, personali, scolastiche,
ricreative, scientifiche, …
Trattasi di un termine che si sta espandendo e sta acquistando forma. Viene
utilizzato spesso per identificare progetti o comunità che interagiscono modificandone
continuamente strutture e contenuti, ma viene utilizzato anche in forma generica per
indicare tutto ciò che ha a che fare con l’informazione, informazione che, nel tempo, si
arricchisce subendone le trasformazioni impresse dalle persone nel tempo.
Le più recenti pubblicazioni di Zigmunt Bauman1, sociologo e filosofo polacco
del Novecento, riguardano una serie di riflessioni raccolte in quattro libri che
introducono il concetto di liquidità: “Modernità liquida”, “Amore liquido. Sulla fragilità
dei legami affettivi”, “Vita liquida” e “Paura liquida”.
Il primo riferimento sulla ‘liquidità’ è riscontrabile nel primo dei quattro libri,
“Modernità liquida”, in cui l’autore affronta il passaggio dalla modernità2 alla post-
modernità3, paragonandole rispettivamente allo stato solido e allo stato liquido della
società. Egli sostiene come la società moderna sia attanagliata dalle incertezze derivate

1
Zigmunt Bauman, Poznań-Polonia, 19 novembre 1925
2
Riguarda il periodo in cui si sviluppa l’industria: la crescita tecnologica, in seguito alla scoperta
dell'energia elettrica, ha portato a una grande innovazione tecnologica, diffondendo ancora di più
l'industria e il diffondersi del capitalismo.
3
I postmodernisti sottolineano come le condizioni economiche e tecnologiche della nostra epoca abbiano
plasmato una società decentralizzata e dominata dai media. La globalizzazione, provocata dalle
innovazioni nelle comunicazioni, nelle attività manifatturiere e nei trasporti, è spesso citata come una
forza che ha portato alla moderna cultura decentralizzata, creando una società globale, interconnessa e
culturalmente pluralistica, priva di un reale centro dominante di potere politico, di comunicazione e di
produzione intellettuale.

7
Liquid publications

dalla trasformazione della vita ‘liquida’ dell’uomo, divenuta sempre più frenetica e
costretta ad adeguarsi continuamente al gruppo/ai gruppi per non sentirsi escluso. Ogni
tentativo di standardizzazione dell’uomo agli schemi della/e massa/e, derivante dal
desiderio di esserne parte integrante, non porta altro che a costretti e continui
adeguamenti e adattamenti, e anche a continue frustrazioni qualora non riesca nel suo
intento.
Nell’introduzione di “Vita liquida”4 egli così inizia il suo trattato:

«Vita liquida» e «modernità liquida» sono profondamente


connesse tra loro. «Liquido» è il tipo di vita che si tende a vivere nella
società liquido-moderna. Una società può essere definita «liquido
moderna» se le situazioni in cui agiscono gli uomini si modificano prima
che i loro modi di agire riescano a consolidarsi in abitudini e procedure.
Il carattere liquido della vita e quello della società si alimentano e si
rafforzano a vicenda. La vita liquida, come la società liquido-moderna
non è in grado di conservare la propria forma o di tenersi in rotta a
lungo.

Ed è proprio questa la società liquido-moderna che sta popolando e vivendo nei


meandri del Web e che in esso riflette le caratteristiche camaleontiche espresse da
Bauman.
Liquido, Liquida, Liquidità, Liquidazione, Liquidamente, Liquefazione, …,
termini che si concretizzano collocandosi ai vertici dei motori di ricerca, parole che
prendono forma lentamente e che assumono significati diversi, ma sostanzialmente
univoci: mobilità, cambiamento, trasformazione.
Avvalendomi dei motori di ricerca ho trovato alcuni siti, non molti a dir il vero,
che richiamano la mia attenzione e che, pur non dando risposte esaurienti, divengono
elementi di partenza per la mia riflessione.

4
Zigmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, 2006, Introduzione, pag. VII

8
Liquid publications

5-12-2009, dal sito E-Tutor Community5

D per Design Inspired Learning (apprendimento ispirato dalla progettazione)


U per Ubiquitous Learning (apprendimento ovunque)
L per Liquid Learning Places (luoghi di apprendimento liquidi)
P per Person in Place Centred Design (progettazione con al centro la persona).
"U1biquitous Learning in Liquid Learning Places: challenging Technologies,
rethinking Pedagogy, being Design inspired."

Così inizia una una comunicazione su un evento organizzato da Scuola IaD (Università di
Roma Tor Vergata)

<<<>>>

11-5-2009, dal Blog di Eleonora Guglielman6

DULP - Ossia: apprendimento ispirato dalla progettazione; apprendimento ovunque;


luoghi di apprendimento liquidi; progettazione con al centro la persona. Il DULP è
definito un “nuovo paradigma” dai suoi fondatori; che lo sia o no, è stato sviluppato
nell’Università di Roma di Tor Vergata e, nel tempo, ha coinvolto le Università di
Catania e Siena e una prima rete di scuole e singoli docenti desiderosi di sperimentare.
[…]
Scrivono i promotori: Facile prevedere che gli attori dei futuri processi formativi
popoleranno nomadicamente spazi fisici sempre più sensibili e responsivi,
interagiranno con questi ultimi in maniera estremamente naturale utilizzando i gesti, il
parlato, la propria emotività dando sempre meno peso agli aspetti funzionali e
vantaggio delle cosiddette “use qualities” a definire “the one’s personal
EXPERIENCE”.

5
E-Tutor Community : http://www.etutorcommunity.org/node/951
6
Blog di Eleonora Guglielman, esperta nel campo della formazione, l’e-learning, la ricerca e innovazione
educativa: http://eleonoraguglielman.wordpress.com ; L’articolo:
http://eleonoraguglielman.wordpress.com/2009/05/11/la-forma-piatta-delle-learning-e-la-vita-liquida-
dellapprendimento/

9
Liquid publications

24-11-2010, dal sito ebook.fest7

“Liquidi di natura, gli echi digitali delle chiacchiere nel cortile del castello o per i vicoli
del paese, dei confronti e riscontri professionali, degli interventi a braccio e di quelli
punteggiati da slides meticolose, sono stati conservati così, cercando di rispettarne la
forma originaria”. […]
L‘eBookFest è stata un’occasione di formazione/informazione “orizzontale” senza
precedenti per tutti coloro che – a vario titolo e per motivi differenti – si interessano alle
nuove frontiere dell’editoria digitale […].
Gli atti del dell’eBookFest sono stati pubblicati in forma “liquida”

<<<>>>

Luglio 2008, dal sito Liquida, le voci del web8

Liquida è un valorizzatore di blog, un portale, luogo virtuale interamente generato


dagli utenti, che cerca di raccogliere e di rendere più fruibili i contenuti della
blogosfera.”9 […]
Liquida come titolo per molti motivi, ma soprattutto perché:
- i contenuti digitali sono liquidi, questo li rende mobili, fruibili da molti in una
pluralità di ambienti e contesti, scambiabili tramite feed RSS
- i contenuti digitali si possono “mescolare” e diventare qualcosa di diverso,
cambiando così spesso forma, colore e sapore.
- liquida vuole essere un ambiente “trasparente” e “fresco” come l’acqua.

7
ebook.fest : http://ebookfest2010.bibienne.net/2010/11/24/liquefatti/
8
Liquida : http://www.liquida.it/
9
Cos’è Liquida: http://blog.liquida.it/2008/08/che-cose-liquida/

10
Liquid publications

- i contenuti portano con se “nutrimento“, fanno crescere le idee, si muovono, mutano


e non hanno confini.10

<<<>>>

2011, dal sito Tom Agenzia di Comunicazione - Pensiero allo stato liquido11

[…] In un mondo che cambia TOM è l’agenzia liquida, capace di viaggiare alla stessa
velocità del mercato, evolversi e adattarsi a tutte le nuove forme e tendenze della realtà.
[…] TOM è un’agenzia innovativa perché capace di gestire la conoscenza attraverso la
discontinuità, il superamento dei modelli esistenti, dei processi consolidati, …
Partiamo dal mutamento per creare un’evoluzione.

<<<>>>

Nel dettaglio, arrivando al titolo, tema della tesi, mi imbatto, finalmente, nella dicitura
Liquid publications12. Molteplici i link resi dal motore di ricerca, ma unico il progetto
al quale si perviene:

Il progetto ha preso forma grazie a Fabio Casati e il suo gruppo di lavoro.

2007, dal sito web di LiquidPub13 si legge:


The LiquidPub project proposes a paradigm shift in the way scientific knowledge is
created, disseminated, evaluated and maintained. This shift is enabled by the notion of
Liquid Publications, which are evolutionary, collaborative, and composable scientific
contributions. Many Liquid Publication concepts are based on a parallel between
scientific knowledge artifacts and software artifacts, and hence on lessons learned in

10
Perchè Liquida: http://blog.liquida.it/2008/08/perche-il-nome-liquida/
11
Tom : http://www.pensieroliquido.com
12
LiquidPub: http://project.liquidpub.org/
13
LiquidPub: http://liquidpub.org/

11
Liquid publications

(agile, collaborative, open source) software development, as well as on lessons learned


from Web 2.0 in terms of collaborative evaluation of knowledge artifacts.

<<<>>>

… ed ancora di LiquidPub si parla nel post intitolato Liquefazione, in:

18-07-2009, dal sito De nuptiis Mercurii et Philologiae14

14
De nuptiis Mercurii et Philologiae- http://denuptiis.blogspot.com/2009/07/liquefazione.html

12
Liquid publications

Il mondo delle pubblicazioni scientifiche - sostengono - continua a comportarsi come se


il Web (e il Web 2.0) e la tecnologia dell’informazione e della comunicazione non
esistessero, continuando piuttosto a basarsi sui paradigmi tradizionali della
pubblicazione a stampa e del controllo di qualità dei pari. […] Le “pubblicazioni
liquide” dovrebbero invece seguire le modalità evolutive del software, specialmente di
quello aperto, per il quale un innovatore non riscrive, aggiornandolo, il vecchio
manufatto, ma semplicemente lo integra con le novità apportate.

<<<>>>

La scarsità e la tipologia delle informazioni mi inducono a pensare che:


1. il web e quanto interagisce con esso abbia fondamentalmente carattere di
liquidità

13
Liquid publications

2. l’argomento sulla “Liquid publications”, poco sviluppato e ancor poco definito,


deve essere analizzato più in profondità.

14
CAP. 2 - LIQUIDITÀ, OVVERO…

Inevitabile… imprevedibile?

L’affermarsi progressivo della post-modernità e del più recente, prorompente e


inarrestabile sviluppo tecnologico hanno dato inizio all’era contrassegnata dalle
trasformazioni sociali: cambia il modo in cui il sapere viene fruito, si modifica il
processo di costruzione della conoscenza e si affermano nuovi stili di vita.

Il post-moderno coinvolge persone, ambienti, contenuti, relazioni, dinamiche,


conoscenze, tecnologie, …, tutto concorre a determinare cambiamento ed evoluzione e
in tutto ciò possiamo individuare una trilogia costituita da elementi principali attorno ai
quali ruota tutto il vivere della Rete e nella Rete: il chi, il dove, il che cosa.

La liquidità rappresentata da una mappa mentale

Il chi. L’utente, che si muove nel web zigzagando e vagabondando, è


costantemente alla ricerca di spiagge ove approdare e sostare. Difficile da fermare, da
Liquid publications

prendere e da intercettare non è facilmente collocabile in contesti definiti: si moltiplica,


si distribuisce, si plasma ovunque, nello spazio e nel tempo, presentandosi con abiti
diversi e rivestendo identità multiple e dai confini sbiaditi.

Il dove. Lo spazio, gli spazi, infiniti e sfuggenti, fatti di accessi attraverso


schermate più o meno sigillate, fatto di codici d’accesso, di parole, di immagini, di
forme; organizzate e multiple città virtuali, ambienti di intrattenimento, di gioco, di
formazione, di comunicazione, di informazione. McLuhan15 utilizza per la prima volta
la metafora del villaggio globale16 già nel 1964, concetto che amplia in seguito, nel
196817. Egli parte da un concetto base legato all’evoluzione alla quale ci ha condotti la
tecnologia elettronica come estensione dei nostri sensi, in particolare quello della vista e
dell’udito. Parte dall’analisi della radio e della televisione quali forme di comunicazione
che hanno trasformato il globo in uno spazio fisicamente più contratto rispetto al
passato e spiega come il movimento, da una parte all’altra del mondo, possa avvenire in
modo istantaneo. Parlando di villaggio globale egli sviluppa il concetto in due sensi:
riferendosi dal punto di vista letterale della nozione si riferisce ad uno spazio dove le
persone possono comunicare tra loro accedendo all’informazione fisicamente lontana
con una certa rapidità attraverso l’estensione dei sensi; dal punto di vista più ampio egli
intende parlare di villaggio come comunità globale dove tutti sono interconnessi
all’interno di uno spazio “virtuale”.
E così la Rete Internet, nella sua frammentata globalità, diviene lo strumento e il
luogo delle interrelazioni fra utenti mediate dalla comunicazione a computer (CMC)18.

Il che cosa. Il testo, i contenuti, ovvero l’informazione, il sapere, la conoscenza,


il messaggio, il documento, cuore della comunicazione ed elemento fondante di tutta la
Rete. La Rete è comunicazione, è informazione che si esprime sempre più attraverso
media diversi: video, audio, testo, mappe, immagini. Tutto concorre a sviluppare,
approfondire ed esternare idee e concetti che, con l’avvento del Web 2.0, possono essere

15
McLuhan, 1911-1980, sociologo, studioso delle comunicazioni di massa, è stato uno dei più influenti
critici della civiltà contemporanea.
16
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Net, Milano, 2002
17
Marshall McLuhan,, in War and Peace in the Global Village, 1968, sviluppa maggiormente il concetto
di villaggio globale
18
CMC: Computer Mediated Communications. Per un approfondimento sulla CMC, dal Progetto
d’esame del corso a distanza “Multimedialità e Didattica”, UniPd – Patrizia Bolzan
http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/med/b_gr3/pat/cmc/bcmchome.htm

16
Liquid publications

modificati attraverso aggiunte ed integrazioni effettuate da parte dei navigatori-utenti,


determinandone caratteristiche di sempre maggiore fluidità e di mutevolezza. Mobile e
dinamico, il testo nel tempo si è evoluto per adattarsi di volta in volta alle
trasformazioni e alle potenzialità del Web. Dapprima compatto e indissolubile, poi si è
sviluppato in direzione di una separazione del contenuto dalla formattazione ed in
seguito verso una strutturazione dell’informazione e una definizione dei collegamenti
ipertestuali per poter così separare o aggregare facilmente dati e concetti.
Oggi, con i nuovi sistemi, è possibile andar oltre e agire direttamente sul testo,
sulla parola, e modificarne la forma, la disposizione, il contenuto stesso. Sono proprio
queste le premesse che permettono a gruppi di lavoro di mettere in comune esperienze e
avviare migliori pratiche che si sviluppano nel tempo attraverso la discussione, il
confronto e la collaborazione e sviluppando documenti sempre più condivisi e sempre
più mutevoli.

17
Liquid publications

18
CAP. 3 - PIATTAFORMA & LIQUIDITÀ

Le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione contribuiscono in maniera


sempre più considerevole nel processo di assemblaggio, produzione e gestione della
conoscenza, rendendo possibile un significativo miglioramento delle prestazioni
individuali e delle capacità collettive. Molte organizzazioni, stimolate dai continui
sviluppi della tecnologia, hanno cominciato ad introdurre ed utilizzare sempre più i
sistemi presenti in rete al fine di promuovere e condividere conoscenze e attivare buone
pratiche.
In questo capitolo vedremo nel dettaglio alcuni dei più conosciuti e frequentati servizi
presenti nel web, tralasciando un lavoro di catalogazione e classificazione che, dato
l’elevato numero di piattaforme e di sistemi attualmente in uso, richiederebbe uno
sforzo davvero notevole, forse non totalmente possibile data la continua evoluzione
degli stessi e, comunque, non così utile ai fini della trattazione.

Figura 4.1 – La mappa evidenzia come il concetto di liquidità appartenga ai diversi servizi.
Liquid publications

“… all’immagine della grande arca dobbiamo


sostituire quella di una grande flotta di piccole
arche, barche o sampan, una miriade di piccole
totalità, differenziate, aperte, provvisorie,
ottenute grazie a un filtraggio attivo,
perpetuamente rimesse in questione dai collettivi
intelligenti che si incrociano, si sfiorano, si
urtano o si intrecciano sulle vaste acque del
diluvio dell’informazione.”19
Pierre Lévy

20

“Privo di chiusura semantica o strutturale, il


web non è neppure fisso nel tempo. Lievita, si
muove e si trasforma continuamente. Il World
Wide Web è un flusso. Le sue innumerevoli
fonti, le sue turbolenze, la sua ascesa
irresistibile offrono un’immagine sorprendente
della piena dell’informazione contemporanea.
Ogni riserva di memoria, ogni gruppo, ogni
individuo, ogni oggetto possono diventare emittenti e farne crescere le acque21” così
Pierre Lévy descrive il web, regalandoci un’immagine suggestiva e piuttosto aderente
alla realtà, pur lasciando molto all’immaginazione.
Roy Scott parla di “secondo diluvio”, un diluvio di informazioni, disordinato e caotico,
un sapere che, detotalizzato, fluttua22 e che viaggia parallelo al bisogno individuale di
organizzazione e categorizzazione. Sarà ciascuno di noi a costruire il senso, luogo di
“totalità parziale”23 , una sorta di luogo di familiarità, zone necessariamente mobili,
variabili e in continuo divenire.

19
P. Lévy, Cybercultura, Feltrinelli, 1999, pag. 157
20
Immagine tratta da: http://en.wikipedia.org/wiki/World_Wide_Web
21
Ibidem, pag. 156
22
Ibidem, pag 162
23
Ibidem, pag 157

20
Liquid publications

“La rapidità di mutazione del Web e delle tecnologie legate a Internet non è un
elemento contingente (un fattore di crescita), ma un elemento costitutivo e
caratterizzante il Web”24.
Il grande cambiamento che si registra negli ultimi anni è il passaggio da un web di
prima generazione 1.0, di "solo accesso", ad un ambiente 2.025 più partecipativo, con
piattaforme, servizi e tools funzionali alla collaborazione e alla cooperazione tra
individui. Si è sostanzialmente sviluppato l'aspetto della relazionalità e
dell'interoperabilità sociale: un interscambio volto alla costruzione mirata della
conoscenza.
Nel web 2.0 è possibile ormai far di tutto: comunicazione, gioco, passatempo, lavoro,
commercio, ... Si è passati dall’uso del computer all’uso massiccio del web: una
tendenza a senso unico, incontrovertibile, una tendenza pervasiva riscontrabile anche
nominalmente: si parla infatti di Web 2.0, OPAC 2.0, Turismo 2.0, Commercio 2.0,
Education 2.0 e così via26; e non solo, perché da tempo si parla di Web 3.0, segno di un
ulteriore passo in avanti verso uno sviluppo costante e migliorativo della Rete Internet.
Nella tabella è possibile visualizzare attraverso uno sguardo agli strumenti tipici di
ciascuna era, quali sono le particolarità che contraddistinguono Web 1.0 e Web 2.0.

Esempi per comprendere alcune differenze tra Web 1.0 e Web 2.027

24
Paolo Frignani, Apprendere in rete, Pensa MultiMedia, Lecce, pag 188
25
Termine coniato nel 2005 da Tim O'Reilly: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0
26
Rassegna categorizzante di Jonas Bolinder: impl.emented.com del 20 aprile 2008
27
Tratto da: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0

21
Liquid publications

Il testo si piega, si ripiega,


si divide e si riconnette
per parti e frammenti;
si tramuta in ipertesto
e gli ipertesti si connettono
per formare il piano ipertestuale
indefinitamente aperto e mobile
del web.
(Pierre Lévy)

Wiki: re della condivisione e dell’interazione libera


Punto d’arrivo della tecnologia content management, gestore di
contenuti, il Wiki raccoglie tutte le caratteristiche necessarie “per
la gestione del ciclo di vita dell'informazione, dall'intuizione alla
fruizione”28. L’informazione viene infatti creata e fruita nel
medesimo ambiente.
Trattasi di un sito web, un servizio di scrittura collaborativa che sta prendendo piede a
livello mondiale e che sta rivoluzionando il modo di lavorare in quanto consente a
qualsiasi utente di creare, aggiungere e modificare pagine e contenuti. Tiene traccia di
tutte le modifiche e permette così il ripristino di versioni precedenti.
Numerose sono le applicazioni esistenti, dal semplice Writeboard che, pur non
presentandosi come un Wiki persegue gli stessi obiettivi e funziona con le stesse
dinamiche29, al più complesso, conosciuto e diffuso Wikipedia.30, evolutosi grazie ai
contributi volontari di un numero notevolissimo di utenti, occasionali e non.
Accessibile a chiunque, gode di partecipazioni di utenza priva di un’organizzazione
gerarchica, funziona grazie all’alto senso di responsabilità nel dare contributi
significativi e al forte impegno volto a mantenere pulito e ordinato l’ambiente31.
Disponibile in numerose lingue, compreso l’italiano, si presenta come un insieme di
pagine a carattere prevalentemente testuale, ma che dispone della possibilità di integrare
altri media, come ad es. immagini e/o video.

28
Wikipedia, l’enciclopedia libera e collaborativa -
http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0#Dai_sistemi_per_content_management_ai_wiki
29
Luca Lorenzetti, Scrivere 2.0, HOEPLI, 2010, pag 71
30
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
31
W. Cunningham, http://c2.com

22
Liquid publications

Diversi e variegati i campi di applicazione: esperienze di documentazione, personali o


comunitarie, enciclopediche, generali o settoriali, si affiancano a progetti collaborativi
da gruppi più o meno ristretti, più o meno aperti; il Wiki sta trovando parecchio
riscontro anche in ambito educativo.
Gruppi di insegnanti e di docenti di ogni ordine e grado scelgono di utilizzare il Wiki
per promuovere, condividere e sviluppare progetti comuni.
I contenuti variano continuamente: un flusso ininterrotto di informazioni che si
incrementa giorno dopo giorno, con aggiunte, modifiche o semplici migliorie e
riorganizzazioni dell’esistente.

C-Map32 è un software gratuito sviluppato per


realizzare mappe concettuali statiche33 utilizzate per
rappresentare argomenti, contenuti e relazioni tra loro
esistenti e, soprattutto, come metodo per rappresentare
graficamente la conoscenza.
Facilmente utilizzabile, permette l’esportazione delle mappe in diversi formati: pdf, jpg,
html, …, rendendo così esplicita e visibile l’interpretazione, ovvero l’immagine
concettuale che noi abbiamo di un segmento di conoscenza.
Una soluzione piuttosto interessante e ottima per realizzare mappe
mentali è Mindomo34, un’applicazione per il mindmapping online
che sfrutta le potenzialità del Web 2.0.
Disponibile in più lingue è facile da usare e dispone di parecchie funzionalità editabili,
sia a livello testuale che delle immagini aiutando a risolvere il problema della messa in
forma e quello della rappresentazione dei contenuti attraverso nuove scritture non
lineari, plurali, ipermediali e multimodali.

32
C-Map: http://cmap.ihmc.us/
33
Le mappe concettuali sono teorizzate da Joseph D. Novak, http://www.ihmc.us/groups/jnovak/
34
Mindomo http://www.mindomo.com

23
Liquid publications

Dispone di una ricchissima galleria on-line di mappe che è possibile riutilizzare


semplicemente attraverso un link o copiandole o, meglio ancora, se prevista l’opzione,
editandole.
Le possibilità di formattazione delle mappe e la loro personalizzazione per quanto
riguarda forme, colori, fonts, grandezze, ecc., e le possibilità di linkare i vari nodi del
grafico è molto buona. È inoltre possibile inserire allegati e files di diverso formato,
importare mappe realizzate con altri software35, così come esportarle come immagini,
come pdf, e come foglio di calcolo.

Esistono altri software per rappresentare la conoscenza; vediamone alcuni:

a. per le mappe dinamiche è possibile utilizzare Jnana 1.136 il cui software è stato
sviluppato da Marco Pedroni37. Il suo utilizzo diventa interessante quando si desidera
realizzare mappe con molti nodi sviluppati in profondità utilizzando numerosi nodi figli.
Il software permette la compressione e l’espansione dei nodi e degli archi di livelli non
primari per rendere visibile o meno la rappresentazione dei concetti.

Esempio di mappa dinamica creata con Jnana 1.1: Tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_dinamica

35
Ad esempio: Mindmapper
36
Per un approfondimento sulla mappe dinamiche, realizzate ad es. con Jnana 1.1:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_dinamica
37
Marco Pedroni, docente presso l’Università di Ferrara

24
Liquid publications

b. per le mappe mentali38, ideate dallo psicologo inglese Tony Buzan, esiste in
commercio una vasta gamma di prodotti, tra cui MindManager o Mindmap (le cui
mappe sono importabili anche in Mindomo);

Immagine tratta dal sito: http://www.mindmapper.com/mind/mind.asp


c. di semplice utilizzo esistono Inspiration e/o, anche per i bambini, Kidspiration e
Mind Mapper jr.

Esempio di mappa mentale fornito con il programma. Mind Mapper jr

38
MappeMentali.com: http://www.mappementali.com

25
Liquid publications

… l’interazione e l’immersione,
tipiche delle realtà virtuali, esibiscono un
principio di immanenza del messaggio
rispetto al ricettore che si applica a tutte le
modalità del digitale: l’opera non è più a
distanza ma a portata di mano. Noi vi
partecipiamo, la trasformiamo, ne siamo
parzialmente gli autori.
(P. Lévy)

Il Blog, una sorta di diario on-line creato da


individui, gruppi o enti nel quale è possibile
pubblicare informazioni, opinioni, interessi o
quant’altro si voglia, più o meno periodicamente, e al quale possono partecipare utenti
registrati e/o non, contribuendo con commenti in risposta ai post.
Sia esso di natura semplice o complessa, ha larga diffusione fra gli utenti di tutte le età e
di diverse professioni sia per le variegate offerte gratuite esistenti che per la facile
gestione.
Assomiglia al Wiki in quanto aggregatore di contenuti, prevalentemente testuali ma
anche audio, video, immagini. Eccezionale punto di incontro di persone con interessi
comuni, permette un alto grado di interazione sia fra gli utenti che con la stessa
piattaforma.
Molti sono anche i blog didattici utilizzati come strumenti di apprendimento on-line, di
condivisione di contenuti didattici e di comunicazione tra docenti e allievi39
Trattasi di uno dei “servizi” che maggiormente si è evoluto negli ultimi anni, nell’era
del Web 2.0.
È organizzato secondo una cronologia e un’organizzazione dei contenuti che risultano
“raccolti” in categorie. Tale sistema di erogazione è completamente differente e nuovo
rispetto al Web 1.0, dal quale le pagine statiche sono andate lentamente scomparendo
per lasciare posto al carattere dinamico, liquido, in continuo mutamento. Ciò che
cambia non riguarda solo il contenuto, ma anche i link, che puntano a pagine in
continuo ed inarrestabile cambiamento ed i cui contenuti sono rintracciabili grazie agli
RSS, la tecnologia che permette di collegarsi ad una pagina e di ricevere un avviso ogni
volta che questa viene modificata.
39
Wikipedia, Blog: http://it.wikipedia.org/wiki/Blog

26
Liquid publications

Inoltre, se consideriamo l’aspetto partecipativo e comunicativo, possiamo immaginare


la blogosfera come ad un

“chiacchiericcio mentale costante nel proencefalo, la voce che tutti sentiamo nella
nostra testa. Può non riflettere la struttura profonda del cervello, che spesso è
inconscia, ma è l’equivalente dei pensieri consci. E in quanto riflessione del pensiero
conscio e dell’attenzione, la blogosfera ha iniziato ad avere un potente effetto”40.

Box41 e Dropbox42, sono servizi di storage online che facilitano il lavoro sia di tipo
personale, permettendo l’accesso ai file da qualsiasi postazione in ogni momento, sia a
livello di collaborazione a distanza con colleghi o amici, autorizzati ad operare con e nei
file condivisi.
Si tratta di applicazioni web-based che possono funzionare anche da repository per
l’utente o gruppi di utenti, che possono archiviare e sincronizzare i documenti. Offrono
gratuitamente uno spazio che può essere aumentato al bisogno tramite un pagamento
mensile di pochi dollari.
Per entrambi i servizi è disponibile anche un’applicazione gratuita per iPhone e iPad.

Nello specifico di Box, le funzionalità possono essere così riassunte:


a. iniziare discussioni di gruppo direttamente all’interno dello spazio di lavoro,
invece che via mail;
b. lasciare commenti in allegato a un documento specifico;

40
Dal sito Bitmania: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0
41
Box: www.box.net
42
Dropbox: www.dropbox.com

27
Liquid publications

c. visualizzare documenti direttamente all’interno del browser, tramite


un’integrazione con il visualizzatore di Zoho43;
d. sapere quando un collaboratore effettua modifiche sui documenti grazie ad
aggiornamenti automatici via mail44.
Un ulteriore punto di forza consiste nella possibilità di essere integrato con parecchi
servizi esterni, quali ad esempio Zoho per la visualizzazione di documenti o di
MindMeister per la creazione di mappe mentali o di Worpress e Blogger per
trasferire le informazioni nei blog direttamente da Box.

Simile a Box per quanto riguarda


le funzionalità dello storage
online, Dropbox dispone in più
della possibilità di scaricare e
installare un programma client per
la gestione dei file. In fase di installazione l’applicazione crea, all’interno della cartella
“Documenti” del nostro computer, una nuova cartella chiamata “MyDropbox”,
spostabile anche in un secondo momento. Il programma sincronizza i file memorizzati
nella cartella dedicata e nelle sottocartelle; è possibile, inoltre, sincronizzare più cartelle
con account diversi, permettendo così ad un utente di collaborare con gruppi di lavoro
diversi ed avere costante sincronizzazione e aggiornamento dei file.
Può essere utilizzato da qualsiasi utente per condividere facilmente e velocemente i file
presenti nella cartella MyDropbox, file che
risultano modificabili in locale da
chiunque abbia avuto autorizzazione
attraverso invito.
In tal modo ciascun componente del
gruppo, se collegato ad internet, disporrà
sempre delle ultime versioni che si
aggiornano automaticamente, con il

43
Zoho Office è un'applicazione web per l'ufficio contenente programmi di videoscrittura, fogli di
calcolo, presentazioni, basi di dati, taccuino, wiki, e molto altro. Per un approfondimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Zoho_Office
44
L. Lorenzetti, Scrivere 2.0, HOEPLI, Milano, 2010, pag 56

28
Liquid publications

vantaggio di non doversi mai preoccupare di eventuali file duplicati.

Comodo anche per archiviare il proprio lavoro, sempre disponibile in tutte le postazioni
di lavoro dove sarà stato installato il client, semplificando notevolmente la gestione dei
file tra casa e lavoro e garantendo sempre la presenza delle ultime versioni e la
sicurezza di non perdere i files.

Un ulteriore approfondimento è presente nel Cap. 5 – AGGIUNTAvsINTEGRAZIONE

Molto interessante il Ning, un Social


network aggregatore di società, “la
piattaforma online leader nel settore
ideale per organizzatori, attivisti e
influencer di tutto il mondo che desiderano creare un proprio Social network. Pochi
secondi per progettare "una rete Social e" vera e propria attraverso la quale poter
mobilitare, organizzare e ispirare”.45
Più simile al blog che al wiki permette la creazione, l’organizzazione e la gestione di
comunità di pratica, gruppi di lavoro/studio aperti o chiusi, autonomi o in relazione fra
loro, che interagiscono attraverso aree diversificate di blog, forum, chat. La possibilità
di condividere media di diverso formato, foto, video, audio, è molto semplice sia nella
fase di pubblicazione che di fruizione.
Purtroppo dall’estate 2010 il servizio è divenuto a pagamento con la conseguenza che
molti gruppi-utenti hanno dovuto rinunciare e migrare verso altre piattaforme. Questa
scelta economica viene interpretata da molti come un notevole cambio di rotta culturale
in corso nel mondo di Internet.”46

45
Ning: http://www.ning.com/
46
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ning

29
Liquid publications

Facebook47 è una piattaforma Social che consente


di connettersi con gli amici, i colleghi, i compagni di
scuola e con chiunque si voglia, che si tratti di persona
conosciuta o meno.
Un po’ come in tutti i Social network, chi si iscrive ha la possibilità di caricare e
condividere foto, video, link, ritrovare persone conosciute e farsi nuovi amici, iscriversi
a gruppi che condividono le medesime passioni, organizzare eventi ed estendere l’invito
alle persone che fan parte di questa rete sociale. In fase di registrazione, ed è ciò che lo
rende diverso da molti altri, vengono richiesti dati anagrafici veritieri, aspetto piuttosto
interessante in quanto permette agli utenti di rintracciare con sicurezza persone
conosciute reali, del presente o del passato. Nessuno, con l’identità effettiva, può
nascondersi dietro a nickname che non permettono l’identificazione dell’utente, che può
farsi riconoscere anche inserendo nel profilo, se lo desidera, una propria foto. In
alternativa è possibile personalizzare il profilo con un avatar di fantasia.
In ambito professionale e scolastico stanno nascendo numerosi gruppi che rimangono in
contatto condividendo esperienze o progettando percorsi di lavoro.

Twitter48 è un servizio gratuito di Social


network e microblogging, antagonista di
Facebook, è diventato popolare grazie alla
semplicità e all’immediatezza d’uso.
Gli utenti possono aggiornare la propria pagina personale inviando messaggi, chiamati
tweet (cinguettii), della lunghezza massima di 140 caratteri, sia dal web che via sms e/o
posta elettronica.
I messaggi vengono immediatamente resi visibili, in ordine cronologico inverso, sia
nella propria pagina che in quelle degli utenti ai quali si è autorizzata la visibilità.

47
Facebook: http://www.facebook.it
48
Twitter: www.twitter.com

30
Liquid publications

Diverse sono le funzioni d’uso di Twitter: dal giornalismo al commercio (la Dell, ad
esempio, si è affacciata a Twitter creando un ponte tra sé e i potenziali clienti),
personale o didattico, e via dicendo.
Steven Berlin Johnson49 descrive la meccanica di base di Twitter, tanto da farla risultare
come molto semplice e chiara:

“Twitter ruota intorno al principio dei seguitori. Quando si sceglie di seguire un altro
utente di Twitter, i tweets di tale utente vengono visualizzati in ordine cronologico
inverso, sulla home page di Twitter. Se seguite 20 persone, si vedrà una miscela di
tweets scorrere la pagina. Aggiornamento sui cereali per la colazione, nuovi link,
consigli musicali, tra cui riflessioni sul futuro dell'istruzione.“50

LinkedIn51 è un Social network diffuso a livello mondiale e


utilizzato prevalentemente per scopi professionali. È infatti
52
organizzato in “comparti e regioni economiche” per orientare l’utente a collocarsi
all’interno della rete Social e sulla base del proprio lavoro e per consentire la creazione
di una lista di persone interessanti sotto il profilo professionale.
All’interno di questa rete Social, l’utente è sostanzialmente un “nodo” e le persone
inserite nella nostra lista sono le “connessioni” del nodo, aumentabili a volere
dell’utente a diversi livelli. Possono essere inserite, infatti, persone sia attingendo dalle
connessioni delle proprie connessioni (connessioni di secondo grado) che dalle
connessioni delle connessioni di secondo grado (connessioni di terzo grado)

49
Giornalista e scrittore statunitense.
50
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Twitter
51
LinkedIn : www.linkedin.com
52
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/LinkedIn

31
Liquid publications

Dalla mappa concettuale si evince come il numero potenziale degli utenti con i quali è possibile rimanere
in contatto sia piuttosto elevato.

L'uso che si può fare del programma è molteplice:


• Ottenere di essere presentati a qualcuno che si desidera conoscere attraverso un
contatto mutuo e affidabile.
• Trovare offerte di lavoro, persone, opportunità di business con il supporto di
qualcuno presente all'interno della propria lista di contatti o del proprio network.
• I datori di lavoro possono pubblicare offerte e ricercare potenziali candidati.
• Le persone in cerca di lavoro possono leggere i profili dei reclutatori e scoprire
se tra i propri contatti si trovi qualcuno in grado di metterli direttamente in
contatto con loro.

In Flickr53 gli utenti possono caricare e condividere


fotografie con le persone che hanno accesso al Web 2.0.
Il servizio dispone della possibilità di organizzare in album

53
Flickr: http://www.flickr.com

32
Liquid publications

grandi quantità di foto scattate con diversi strumenti fotografici. Alle foto è possibile
assegnare parole chiave e tag per la catalogazione e l’indicizzazione.
Una caratteristica di questo sito è dato da un sistema di filtraggio per le foto
potenzialmente volgari. Agli utenti spetta il compito di segnalare la tipologia della foto
che può essere considerata come sicura, ristretta o da censura. In tal modo i navigatori
decidono se e quali immagini visualizzare.

aNobii54, una piattaforma dedicata ai libri, un


Social network appartenente anch’esso al Web
2.0 e diffuso in parecchie lingue.
Contiene più di 20 milioni di libri, inseriti attraverso il codice ISBN e accuratamente
classificati, valutati, suggeriti e recensiti dagli
stessi utenti. Tutto ciò viene naturalmente
condiviso tra gli utenti che, all’interno di questa
organizzazione reticolare, possono anche
effettuare scambi o vendite.

Il podcasting è un servizio che permette di pubblicare, fruire


e scaricare da internet documenti audio, video e di testo
attraverso un programma client, ossia un aggregatore gratuito
scaricabile direttamente dai siti di podcast ai quali ci si abbona.
L’aggregatore, attraverso la tecnologia feed RSS55, permette di
rilevare la presenza di nuovi podcast (file) che generalmente

54
aNobii: http://www.anobii.com/
55
Per un approfondimento: RSS: http://www.rss.com/ FEED:http://it.wikipedia.org/wiki/Feed

33
Liquid publications

vengono pubblicati in date e periodi stabiliti e di scaricarli in automatico nella memoria


di un dispositivo dedicato alla riproduzione, sia in computer che in mobilità attraverso
lettori audio e/o video: mp3, iPod e simili.
Tale sistema, diversamente dal broadcast dalla fruizione on-line e pertanto sincrona,
permette la creazione di archivi di file, organizzabili volendo in playlist personalizzate,
fruibili anche in seguito senza connessone internet, ovvero in modalità
asincrona e off-line.

Un pittogramma dei podcast56

YouTube58 è un sito web di “video sharing”, che permette cioè


l’inserimento e la condivisione di video. L’iscrizione gratuita, la
semplicità d’uso, la compatibilità con i browser e il motore di
ricerca integrato ne hanno permesso enorme diffusione a livello mondiale. Trattasi del
terzo sito più visitato al mondo da utenti d’ogni genere ed età: appassionati, dilettanti,
professionisti di settore, docenti, adolescenti, bambini, ... I video vengono caricati per la
maggiore da utenti privati, ma anche da molte aziende e/o società di media, tra cui la
BBC, la CBS, la VEVO, che propongono il loro prodotti attraverso il sito, come parte di
programma di partnership di YouTube59.

56
Immagine tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Podcasting
57
Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Podcasting
58
YouTube: www.youtube.com
59
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Youtube

34
Liquid publications

Slideshare60 è un
servizio gratuito che
permette di organizzare,
condividere e distribuire
appunti, lezioni e presentazioni in PowerPoint, documenti in PDF e in ODP
(OpenOffice).
Trattasi di uno dei Social network più utilizzati sia in ambito professionale che
scolastico, educativo e personale per il facile utilizzo e per la modalità in cui presenta i
contenuti, convertiti in formato Flash, e, indicizzati, facilmente rintracciabili dai motori
di ricerca.
Slideshare può essere sfruttato al massimo utilizzando le diverse possibilità esistenti61:
1. l’unione e la sincronizzazione delle slide con files audio, vocali o sonori
2. l’inserimento di video nelle slide delle presentazioni
3. l’arricchimento del proprio profilo attraverso applicazioni presenti in Facebook e
in altri Social network
4. la condivisione del materiale con diversi servizi diffusi e presenti nel web: oltre
agli embedded per WordPress, Blogger, Deliciosus, … è possibile suggerire le
presentazioni ad amici e conoscenti attraverso le email e su parecchi Social
network

5. l’utilizzo di widget (elemento grafico) da inserire nella sidebar (barra) dei blog
personali e distribuire così la pubblicizzazione delle presentazioni. Utile anche la
presentation pack, una sorta di playlist che racchiude in un elenco tutte le slide
dell’account.
6. l’accesso alla comunità per la creazione di gruppi tematici e/o eventi da render
noti
7. l’osservazione delle slide altrui per trovare nuove idee, migliorare e rendere più
efficaci le proprie presentazioni.

60
SlideShare: http://www.slideshare.net/
61
Tratto da: http://www.mysocialweb.it/2010/02/14/trucchi-slideshare/

35
Liquid publications

Scribd62 è una piattaforma di Social publishing sviluppato per


la condivisione di documenti di vari formati che permette di dare
visibilità ai propri contenuti incorporandoli in una pagina web utilizzando il formato
iPaper63. I documenti sono visibili su sistemi operativi diversi senza dover effettuare
alcuna conversione purchè l'utente abbia installato Adobe Flash64, archiviabili attraverso
un nome ed una descrizione, classificabili in categorie e sottocategorie e reperibili
grazie all’assegnazione di numerose etichette, in qualunque momento editabili, utili per
avere visibilità e rintracciabilità dai motori di ricerca che ne permettono un più semplice
ritrovamento, sia da parte dell’autore nel caso i cui il documento sia rimasto privato, che
da parte di qualsiasi utente nel caso in cui sia stato reso pubblico.
65
Scribd, come espresso nello Search Engine Journal , può essere apprezzato per ben
nove motivi:
• è gratuito
• è ben indicizzato dai motori di ricerca;
• permette di raggruppare i file in cartelle;
• offre statistiche delle visite e dei download;
• dispone di strumenti per l’upload collettivo su desktop;
• upload illimitato di tutti i tipi di file;
• condivisione dei file tramite embedded;
• ogni upload può essere facilmente condiviso attraverso Social network;
• possiede buoni strumenti per creare un proprio network.
L’interfaccia desktop per l’upload, gratuita e facilmente scaricabile, consente di caricare
i documenti accedendo semplicemente dall’icona presente nel desktop senza accedere al
sito web.
Infine, ottima è la possibilità di condividere i materiali nei più conosciuti e diffusi
Social network e Social bookmarking (Facebook, Twitter, Digg, …), attraverso email
e/o in WordPress.

62
Scribd: http://www.scribd.com/
63
iPaper è un complesso formato per documenti simile al PDF, realizzato per l'utilizzo sul web
64
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Scribd
65
Tratto da: http://www.searchenginejournal.com/scribd-document-sharing/13029/

36
Liquid publications

Immagine tratta da Search Engine Journal 66

Trattandosi anche di un Social netwok permette anche all’utente di rimanere in contatto


con le persone conosciute o che condividono i medesimi interessi.

ImageShack67 è un hosting sviluppato per


caricare e condividere immagini; in seguito si è
evoluto permettendo anche l’inserimento di
video. A caricamento avvenuto restituisce un elenco di codici che rimandano ad una
serie di URL da copiare e incollare nelle pagine web personali e/o in qualunque Social
network, chat o forum. Tali URL sono conosciuti solamente dall’utente che carica il file
e da chi lo riceve.
I link diretti alle immagini, nel passato nascosti perché non portatori di visibilità alla
pubblicità, vengono ora posti in cima alla pagina.
Il servizio sta riscuotendo grande popolarità68, sia per la facilità d’uso che per il fatto
d’essere gratuito. Si sostiene economicamente, infatti, grazie alla pubblicità o agli utenti
che, se lo desiderano, vi si abbonano. Permette inoltre il caricamento di file sia da parte

66
Ibidem
67
http://imageshack.us/
68
Si posiziona nei 40 siti più visitati secondo Alexa in data 25 settembre 2007.
http://it.wikipedia.org/wiki/ImageShack

37
Liquid publications

di utenti registrati che non. Con la registrazione, però è possibile gestire qualche
funzione in più, come ad esempio vedere, riorganizzare o cancellare le proprie
immagini.

"E' virtuale ciò che resta in potenza,


ciò che possiede la capacità di realizzarsi
senza necessità di farlo"
(C. Richard)

Virtual Worlds - Cos’è un mondo virtuale? Una definizione unica, come spesso
accade spesso quando si parla della Rete Internet, non c’è.

In Wikipedia leggiamo che "Un mondo virtuale è un ambiente simulato basato sui
computer creato affinché gli utenti possano abitarlo ed interagire attraverso avatar.
Questa esperienza di solito è rappresentata sottoforma di umanoidi bi o tridimensionali
(o altri avatar grafici o testuali)69."
Sorto inizialmente come ambiente per il gioco, di conversazione e di intrattenimento, si
sta evolvendo sempre più come sistema di collaborazione interessando enti, scuole e
università.
Un paio di esempi, diversi fra loro, possono essere: SecondLife70, frequentato
maggiormente da un mondo adulto, e Scuola3D71, abitato da classi di alunni,
prevalentemente di scuola primaria, ed i loro insegnanti.

L’attenzione verso queste piattaforme72 si sta notevolmente concentrando nel settore


69
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Mondo_virtuale
70
SeconLife: http://secondlife.com/
71
Scuola3D: http://www.scuola3d.eu/index.php - Un progetto dell'Istituto pedagogico di Bolzano

38
Liquid publications

della formazione perché, accanto alla possibilità di organizzare eventi sincroni come la
chat o a video/audioconferenza virtualmente piuttosto intensi, offrono strumenti
asincroni di blogging, homepage personali, wiki, archivi per documenti, tutti strumenti
utilissimi ed indispensabili per la collaborazione a distanza che promuovono lo sviluppo
di progetti di studio e di ricerca.
Gli utenti, rappresentati da avatar personalizzabili che si muovono nel mondo virtuale
come rappresentazione del noi e del nostro io, possono costruire i propri ambienti,
personali ma anche di gruppo, accanto a quelli degli altri e definire così, giorno dopo
giorno, le diverse “porzioni di mondo”73, all’interno dei quali avvengono le interazioni.
Nei mondi virtuali è possibile partecipare a vere e proprie lezioni tenute da docenti,
organizzare o assistere a incontri di formazione, partecipare a giochi, individuali o di
gruppo. Interessanti a questo proposito sono i giochi di ruolo: hanno un risvolto
fortemente Social e, attraverso la comunicazione testuale, offrono agli utenti la
possibilità di relazionare e intervenire
direttamente sull’ambiente.

Una conferenza tenuta in un mondo virtuale


Immagine tratta da: http://www.downloadblog.it/post/6914/usare-second-life-per-studiare

72
Secondo recenti statistiche, tre quarti degli istituti di istruzione superiore in Gran Bretagna sono
coinvolti in qualche attività su SecondLife. Secondo Austin Tate, responsabile del campus virtuale della
Edinburgh University, i corsi su Second Life sono sempre affollati. Il vantaggio di un corso online è non
solo economico, ma anche di praticità e comodità: gli studenti possono praticamente seguire le lezioni
con molta più libertà, senza dover uscire. Inoltre, il potersi muovere in un ambiente 3D facilità i
movimenti e la possibilità di ricreare gli edifici della vita reale. Secondo il professor Karl Harrison delal
Oxford University, su Second Life si possono simulare esperimenti impossibili nella vita reale, e
cambiare le leggi fisiche. Insomma, nonostante molti utenti stiano abbandonando Second Life (a partire
dalle grandi società che hanno investito denaro), le Università hanno trovato un luogo ideale dove potersi
esprimere.
Fonte: http://www.downloadblog.it/post/7512/sempre-piu-universita-hanno-una-second-life
73
Pier Cesare Rivoltella, Costruttivismo e pragmatica della comunicazione on line, Erikson, Trento,
2003, pag 228

39
Liquid publications

Ultimamente si stanno sviluppando sempre più mondi nei quali è possibile “fare
marketing di prodotti e contenuti integrando un supporto per l’e-commerce. Gli utenti
illustrano, presentano e si scambiano prodotti mentre chattano”74. C’è da ipotizzare che
non appena prenderanno piede queste forme di e-commerce e si svilupperà il modo per
monetizzare i guadagni, i mondi virtuali si diffonderanno e verranno sempre più abitati
dai potenziali acquirenti.

Google75, ideato da Tim Berners-Lee76, è


uno tra i tanti motori di ricerca non
semantico77 presenti in rete e probabilmente
anche il più conosciuto.
Trattasi di uno strumento divenuto indispensabile data la quantità di pagine e documenti
presenti in rete. Ricercare e scegliere l’informazione è divenuto oramai una prassi, tanto
che molti scelgono di impostare la prima pagina proprio con questo servizio.
Google effettua la ricerca attraverso le parole chiave senza tener conto dell’ordine con
cui vengono digitate. Dalla ricerca otteniamo un elenco di pagine web e documenti di
qualsiasi formato (testo, immagini, video, …), spesso eccessivamente nutrito, dal quale
dobbiamo selezionare la pagina più aderente alle nostre esigenze.
Nonostante l’enorme servizio reso, c’è da registrare come molto spesso la ricerca delle
informazione risulti poco soddisfacente per l’incapacità del motore di “scegliere” le

74
Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mondo_virtuale
75
www.google.it
76
Tim Berners-Lee, informatico britannico inventore del Web, oggi presidente del W3C, l'organismo
internazionale che coordina lo sviluppo degli standard del WWW e direttore del laboratorio di Computer
Science al Massachusetts Institute of Technology di Boston
77
Il motore di ricerca semantico è in grande fase di studio perché permetterebbe di ricercare sulla base del
significato delle parole, delle frasi e dei testi, cercando di interpretarne il significato logico e desumere dal
contesto che cosa l’utente intende lanciando una query. Tenta cioè di avvicinarsi al modo di pensare
dell’uomo cercando di sviluppare una mappa cognitiva che gli consente di estrarre quanto serve.

40
Liquid publications

informazioni più idonee alle nostre esigenze. Per questo motivo è stato lanciato da

Wolfram Research un “motore di conoscenza semantico”78, il Wolfram Alpha79.

Secondo l’autore questo strumento di nuova concezione diventerà il grande antagonista


di Google perché sarà in grado di fornire risposte “finite” e molto più evolute, “basate
sulla presenza nel documento di parole chiave, e altre operazioni specialistiche come la
costruzione di reti di relazioni e connessioni tra documenti secondo logiche più
elaborate del semplice collegamento ipertestuale.”80 e non un semplice elenco di pagine
web di possibile pertinenza. Google, però, non sembra affatto preoccuparsi di questo
nuovo rivale.
Alcuni critici sostengono che si tratti di uno strumento che fornisce risposte già definite
e troppo strutturate, a svantaggio di una personale rielaborazione delle informazioni, ed
anche troppo accademiche e poco vicine al mondo dell’utente medio. In effetti lo stesso
ideatore così lo presenta:” Voglio rendere il sapere che l’uomo ha accumulato in
migliaia di anni disponibile a tutti ma con la maggiore accuratezza possibile, non
credevo che ci saremmo riusciti, e sono piuttosto sorpreso nel vedere che funziona così
bene”.
Non ci rimane che attendere e, nel frattempo, utilizzare adeguatamente tutti gli
strumenti che la rete ci offre.
Da registrare come Google non sia solo un motore di ricerca, ma offre una vasta gamma
di servizi (Traduzione, Mappe, Libri, …); di nostro interesse, è Google Docs, che verrà
trattato più specificatamente nel Cap. 4.

78
Per un approfondimento: http://punto-informatico.it/2235663/PI/Interviste/che-cos-un-motore-ricerca-
semantico.aspx
79
Wolfram Alpha: http://www.wolframalpha.com
80
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Web_semantico

41
Liquid publications

Social bookmark: l’architettura partecipativa


I contenuti viaggiano nel web alla velocità della luce, si incrociano, si
accavallano e un ottimo strumento per scambiare contenuti nella rete sono proprio i
social bookmark (che noi chiamiamo Preferiti).
Il fenomeno è esploso con Digg e Delicious,
piattaforme dove gli utenti postano argomenti ed
altri ne votano il contenuto, lo discutono o lo
appuntano a loro volta, offrendo la possibilità di avere on line una serie di contenuti
raggiungibili da qualsiasi desktop della terra. È una pratica di condivisione di siti e tag
nella quale sono proprio gli utilizzatori, con le loro aggiunte, ad aumentarne il valore.
I social bookmark permettono una ampia visibilità soprattutto per chi vuole promuovere
una persona o un prodotto, tanto che tali siti rappresentano la nuova terra di conquista
del web marketing ed allo stesso tempo una evoluzione nel 2.0: ecco perchè sono in
grossa crescita ed anche in Italia, il fenomeno sembra esseere in grossa espansione.
Ecco perché le società che seguono il modello Web 2.0 impostano sistemi per
l'aggregazione dei dati degli utenti e per la costruzione di valore come effetto
dell'utilizzo ordinario dell'applicazione, sfruttando appieno l'intelligenza collettiva.

Aggregatori -
Solo digitando nel
motore di ricerca la
parola “aggregatori”
otteniamo un elenco
piuttosto ricco di possibilità che ne mettono
subito in risalto la quantità e la tipologia (Fig.
4.2).
Sono software progettati ad hoc per raccogliere
contenuti web di vario tipo, organizzati secondo
Fig. 4.2: elenco di voci di aggregatori

42
Liquid publications

un elenco di link che ne facilita la ricerca e la consultazione; sono nati essenzialmente


per semplificare la ricerca di argomenti d’interesse che l’utente ama e che così,
sottoscrivendo il feed81, può più facilmente seguire.

E-Books, semplicemente libri elettronici, opere


letterarie, ma più in generale ci si riferisce a
pubblicazioni digitali consultabili attraverso appositi
dispositivi: computer, e-book reader, telefonini di ultima generazione, palmari.. Meno
nuova di quanto sembra82, tale evoluzione del libro non può comunque che creare
grandi discussioni tra quanti lo ritengono una naturale evoluzione nel modo di
trasmettere contenuti e quanti, gli irriducibili, non sono disposti al cambiamento,
ancorati alla carta ed alle pagine da sfogliare.
In effetti le pubblicazioni su supporto digitale non hanno mai rappresentato una valida
alternativa per una serie di limiti legati ad ostacoli culturali, ma anche all’ergonomia e
alla scarsa versatilità delle tecnologie: la difficoltà di leggere a lungo su schermo, la
scomodità, la necessità di dispositivi poco portabili -i computer-, la necessità di avere a
portata di mano l’elettricità, … son tutti elementi che ne hanno rallentato la diffusione.
I nuovi scenari, però, danno a pensare che siamo alla soglia dell’ennesima evoluzione:
gli individui hanno imparato, piano piano, a leggere dallo schermo e le innovazioni
tecnologiche hanno portato a enormi migliorie, tanto da pensare ad un’inversione di
tendenza e, pertanto, alla soglia dell’esplosione degli e-book, editoria, scrittori, lettori,
distributori, produttori di hardware e software sono in questo momento i grandi attori
del cambiamento.
L’uso dell’e-book sta infatti riscontrando parecchi consensi, e non solo fra gli assidui
lettori che possono disporre in qualunque momento di un’intera biblioteca a portata di
mano, ma anche fra lettori occasionali e lettori in erba, tutti attratti da questo nuovo
modo di leggere.

81
Feed: riepilogo di contenuti Web aggiornato regolarmente.
82
Non dimentichiamo ad esempio i cd-rom o gli ormai tramontati floppy contenenti editoria elettronica.

43
Liquid publications

TaggedBook – Sicuramente diverso e innovativo, ancora in sviluppo, TaggedBook


è un progetto a cui collaborano alcuni docenti dell'Università di Ferrara.
Ciò che lo rende diverso è il fatto che la qualità dei documenti pubblicati dall'autore non
verrà in alcun modo intaccata e modificata perché l'intervento da parte dell’utente, che
assume temporaneamente il ruolo di autore, sarà di aggiunta su ogni parola secondo un
"thinking type" (domanda, risposta, esempio, elaborazione, ecc.).
Sarà sufficiente aprire la finestra che dispone di tutti gli strumenti di interazione che
permettono di operare e, pertanto, di scrivere, aggiungendo così altra informazione.
(illustrativa, di approfondimento, di chiarimento) all'informazione83. Tali “note”
aggiunte possono essere visionate dall’autore originario e riordinate secondo un ordine
gerarchico desunto dalla loro importanza e dal valore comunicativo trasmesso.

83
Tratto da: http://www.corrierecomunicazioni.it/index.php?section=news&idNotizia=81574

44
Liquid publications

A conclusione del capitolo, dopo la rassegna di alcuni dei tanti servizi presenti in rete, ho pensato di visualizzare siti e piattaforme con una
mappa mentale e di renderli organizzati secondo la funzione principale per cui sono nati.

45
Liquid publications

46
Liquid publications

CAP. 4 – AGGIUNTA VS INTEGRAZIONE

La recensione di alcuni dei servizi più utilizzati nell’era del Web 2.0 ci conduce
passo passo verso una riflessione più approfondita in riferimento al diverso grado di
“liquidità” offerto da ciascuno.

Nella gran parte di essi, la modificazione nel tempo avviene esclusivamente


secondo un processo di AGGIUNTA (Tabella 4.1) e pertanto di archiviazione di
documenti testuali o multimediali generata dal continuo caricamento di file da parte
degli utenti. I file, una volta presenti nel server, non possono più subire modificazioni,
se non da parte dello stesso creatore che può agire in locale e provvedere in seguito al
ricaricamento nel server, con la sostituzione del precedente.

Il navigatore, interessato al contenuto, nel suo ruolo di destinatario occasionale e


temporaneo, non può far altro che fruire del documento, estraendone all’occorrenza le
informazioni che possono essere ri-utilizzate, modificate o non, in altri ambiti.
Diversa e interessante la questione legata all’INTEGRAZIONE quale modalità
di intervento nel prodotto testuale, mediale o multimediale.
Sorge spontaneo chiedersi se questo sia possibile, soprattutto sotto il profilo
tecnologico perché, come sappiamo, la tecnologia può essere sì facilitatrice, ma
potrebbe anche essere un limite nel caso in cui il suo sviluppo debba ancora attuarsi e
necessiti di ulteriore evoluzione nel tempo.

Fig. 5.1 - La piattaforma come intermediario degli attori nel processo informativo e comunicativo

47
Liquid publications

Ciò che appare dalla lettura delle Tabelle 4.1 e 4.2 è come la piattaforma diventi
rilevante nella gestione della conoscenza in termini di “bit”. Essa deve porsi nel sostrato
dell’intero processo perché, senza un adeguato sistema non è possibile sviluppare saperi
che vadano oltre la semplice aggiunta, saperi che non devono concludersi con l’essere
semplici e definiti pezzi di un puzzle, ben circoscritto e dalla conclusione prevedibile e
già determinata.
Il sapere, la conoscenza, mobili e in continuo divenire, devono necessariamente
essere collocati ed evolversi in un contesto aperto, interattivo e fluido (Tab. 5.1) che ne
permetta una costruzione condivisa, partecipata e co-costruita.

Libri elettronici

Presentazioni
Immagini

Persone
Mappe
Audio
Video
Testo

Libri

PDF
Link
Foto

Servizio e/o

File
Piattaforma

Aggregatori e x
Social bookmark
C-Maps e simili x
aNobii x
Blog x x x
Box e Dropbox x
e-Books x
Facebook x x x x
Flickr x
ImageShack x x
LinkedIn x x
MySpace
Mondi virtuali x x
Motore di ricerca x
Google Docs x
Ning x x x x
Podcasting x x
Publishing
Slideshare x x
Scribd x
TaggedBook x x x x
Twitter x
Wiki x x
Youtube x
Tabella 4.1 – Rapporto tra servizio/piattaforma e media principale veicolato

48
Liquid publications

Piattaforma/Tecnologia AGGIUNTA INTEGRAZIONE


Aggregatori e
x
Social bookmark
C-Maps e Mindomo x x
aNobii x
Blog x
Box e Dropbox x x
e-Books x
Facebook x
Flickr x
ImageShack x
LinkedIn x
MySpace x
Mondi virtuali x x
Motore di ricerca x
Google Docs x x
Ning x
Podcasting x
Publishing x
Slideshare x
Scribd x
TaggedBook x
Twitter x
Wiki x x
Youtube x
Tabella 4.2 – Rapporto tra servizio/piattaforma e liquidità come AGGIUNTA o INTEGRAZIONE

In Tabella 4.2 emerge più chiaramente come l’azione di AGGIUNTA sia ben
più diffusa rispetto a quella dell’INTEGRAZIONE.

Non rimane, allora, che da porci alcune domande:


Che cosa offrono i secondi in più dei primi?
Sono servizi simili o ciascuno ha una propria caratteristica e promuove
determinati prodotti e diversi processi?
Quanto il processo viene influenzato dalla tecnologia?

Tra tutti i media, il più fluido, mutevole, adattabile e modificabile è senz’altro la


parola, la scrittura. Essa prende forma attimo dopo attimo e può subire continue e
profonde trasformazioni fino a diventare qualche cosa di completamente diverso da

49
Liquid publications

come è nata. L’avvento del digitale, in questo senso, ha portato molti cambiamenti e
offerto nuove possibilità perché chiunque può intervenire nella creazione e nella
gestione di un documento e il testo, soprattutto quello digitale, è davvero facilmente
modificabile.
Fatto di segni, di lettere organizzate in parole, innumerevoli microentità che
messe insieme producono senso, microentità organizzate all’interno di altre entità
maggiori, i paragrafi, i capitoli, fino ad arrivare all’opera intera.
Una ricchezza inestimabile! Una produzione, nel passato, prevalentemente
individuale, ma che oggi, grazie alle tecnologie, ha la possibilità di diventare opera
collettiva e in divenire, opera che “nasce in occasione della discussione, della lite, della
contrattazione, della mediazione e del compromesso, dell’esperimento, del feedback
emotivo, della contrapposizione dei sentimenti”.84
Nel web i navigatori, gli utenti lettori e autori hanno la possibilità di amplificare
questo processo di costruzione comune e condivisa. Incontrarsi negli ambienti di
apprendimento, strutturati e non, significa scambiare informazioni e comunicare con
chiunque, in qualsiasi luogo e riguardo qualsiasi argomento.
Non tutti i servizi e le piattaforme offrono però le medesime opportunità e le
stesse potenzialità. Alcuni, più di altri, permettono un’azione di maggiore interattività
ed operatività all’interno dei documenti.
Vediamone alcuni.

4.1 - Dropbox
Il sistema, già ampiamente descritto nel Cap. 4, offre sicuramente
opportunità a prima vista impensate o, comunque, poco conosciute in
quanto spesso l’utente si ferma all’apparente caratteristica di repository, disponibile on-
line, che può contenere file di qualunque formato: word processor, fogli di calcolo,
presentazioni, fotografie, immagini, video, e quant’altro si voglia.
In realtà, installando l’apposito client scaricabile gratuitamente, è fattibile andare
al di là della semplice condivisione dei file in quanto è possibile interagire con i
documenti e nei documenti, che sono totalmente modificabili, in locale, da parte di tutti
84
De nuptiis Mercurri e Phlilologiae: Comunità di prassi -
http://denuptiis.blogspot.com/2009/07/comunita-di-prassi.html

50
Liquid publications

gli utenti abilitati alla condivisione. Il servizio, fungendo da deposito che può essere
condiviso con utenti e collaboratori, è una sorta di hard dick on-line/locale, che permette
la produzione di documenti in modalità asincrona e in forma collaborativi e condivisa.
Gli utenti, a distanza, possono così visionare, correggere, integrare, manipolare il
medesimo documento, che perde totalmente la caratteristica di staticità per assumere
quel dinamismo che lo rende perennemente in trasformazione, sempre più mutevole e
pertanto… liquido.

4.2 - Mappe mentali e concettuali

C-Map85 - Il punto forte di questo software è probabilmente non da tutti conosciuto,


ovvero la possibilità di operare anche on-line in collaborazione con altri utenti
semplicemente rendendo condiviso il file che può essere corretto, integrato,
approfondito e totalmente manipolato, sia nel contenuto che nello stile (del testo, delle
linee, dei concetti, …), il tutto nel server del sito IHMC CmapTools.
Il software può essere utilizzato in locale o on-line. Accedendo nei server pubblici (Fig.
4.2) è possibile visualizzare centinaia di mappe concettuali prodotte dagli utenti. La
maggior parte di esse è disponibile in lettura, altre, invece, sono condivise in scrittura
tra utenti che operano insieme collaborando alla loro elaborazione.

85
C-Map Tools: http://cmap.ihmc.us/

51
Liquid publications

In tal modo il software permette un alto


grado di interazione fra gli utenti
innescando processi di costruzione della
conoscenza in modo allargato, condiviso e
collaborativo, risultando uno strumento di
rappresentazione della conoscenza
piuttosto interessante, anche all’interno di
un processo didattico e soprattutto fra
pari.

Fig. 4.2 – Server pubblici di C-Map

Mindomo86, molto interessante anche per docenti ed alunni, ma


per qualsiasi utente che si avvale del web per distribuire e
condividere le proprie attività, perché consente di conservare online ogni mappa, con la
possibilità di inserirla in pagine web tramite codice html o link diretto e con la facoltà di
modificarla anche successivamente.

Ciascun utente può realizzare e condividere i propri prodotti rendendoli pubblici


attraverso l’opzione prevista dalla stessa applicazione.
Si tratta di software/servizi che permettono a utenti delocalizzati di agire all’interno del
medesimo file, il cui esito finale potrà essere dato dal concreto contributo di più persone
permettendo, nel tempo, continue trasformazioni, aggiornamenti e ridefinizione dei
concetti sviluppati e rappresentati.

86
Mindomo http://www.mindomo.com

52
Liquid publications

Sia in C-Maps che in Mindomo il documento che risulta essere manipolabile e liquido è
costituito dalle mappe.

4.3 – Google Docs


Google Documenti87, forse non
usatissimo, rappresenta un’ottima
alternativa a Word, PowerPoint
ed Excel, anche se dispone di funzionalità più limitate. È utilizzabile senza installare
alcun programma e senza acquisto, in quanto è disponibile in remoto ed è gratuito; può
essere utilizzato come deposito di file, caricandone gli esistenti o creando semplici
documenti partendo da zero e permette l'esportazione dei documenti dei fogli di lavoro
nei formati più diffusi, così da renderli immediatamente accessibili. Dispone inoltre di
un prezioso servizio si salvataggio automatico che solleva l'utente dall'ansia di una falla
nel sistema o di interruzioni inaspettate di corrente.
Presenta ulteriori indubbi vantaggi che lo rendono un ambiente di lavoro
prezioso e flessibile, ubiquo e malleabile perché da tutti accessibile, sia che si operi su
file personali, sia che si operi con altri utenti a progetti comuni: è infatti possibile e
scegliere se condividere o meno i progetti con altre persone che, su invito, possono
accedere e apportare qualunque tipo di modifica, di aggiunta e/o integrazione, testuale e
non testuale.
Simile al wiki, ha la disponibilità di controllare chi e quando effettua modifiche
e registra la cronologia delle diverse versioni, sempre recuperabili.
Una volta creati i documenti, sia personali che di gruppo, è possibile renderli
visibili a tutti gli utenti, solo ad alcuni o a nessuno ed è possibile anche pubblicarli
appoggiandosi ad altri servizi, come ad esempio blog.

87
Google Documenti:
https://www.google.com/accounts/ServiceLogin?service=writely&passive=1209600&continue=http://doc
s.google.com/&followup=http://docs.google.com/&ltmpl=homepage

53
Liquid publications

4.4 – Mondi virtuali - Scuola3D

Scuola3D, “Mille modi per un mondo:


3d per costruire conoscenza”88, completamente
diverso dagli altri servizi descritti, è un progetto
promosso dall’Istituto Pedagogico di Bolzano,
che prevede “la costruzione di un ambiente virtuale tridimensionale che riunisce il
contesto degli operatori e dei professionisti del mondo dell’istruzione, della ricerca,
della documentazione”89. Gli utenti progettano e costruiscono i luoghi
dell’apprendimento che sono anche i modi, poiché l’egonomia dello spazio porta ad una
strutturazione anche delle dinamiche. L’utente, totalmente immerso nell’ambiente e
rappresentato da un avatar, esplora e apprende costruendo, muovendosi, toccando,
consultando, e vivendo una dimensione virtuale in cui le relazioni e le interazioni hanno
una parallela e reale collocazione nel percorso di crescita e di conoscenza.

Trattasi di una comunità di pratica dove insegnanti e allievi operano in


situazione di responsabilità paritetica cercando di promuovere un processo di approccio
multiplo alla conoscenza, attraverso un’interfaccia iconica e non testuale, interattiva e
interoperabile.
Il documento, liquido e malleabile, infatti, non è dato dal testo, ma da oggetti
che, personalizzati e assemblati, si trasformano in vere e proprie ambientazioni,
rappresentazioni del reale o del fantastico, frutto di una percorso di costruzione che
promuove e sviluppa capacità, conoscenze e competenze progettuali notevoli.

88
Scuola3D: http://www.scuola3d.eu
89
Tratto da : http://www.scuola3d.eu/documenti/progetto.pdf

54
Liquid publications

4.5 - Il Wiki
L’analisi approfondita del Wiki è doverosa per le opportunità offerte e per
l’enorme diffusione che sta riscontrando in rete.
Anch’esso offre una totale e paritaria interoperabilità, ovvero la possibilità di
interagire di singoli o di gruppi negli stessi documenti, condivisi in scrittura, attraverso
tools comuni e la visibilità in rete disponibile a chiunque.
Analizzando una piattaforma wiki è possibile delinearne un ciclo di vita che,
sulla base di determinate variabili -utenza, tecnologia, comunità, responsabile, interesse
della comunità,…- può essere più o meno lungo e può avere riscontri inaspettati o
delusioni impreviste.
Dal punto di vista della tecnologia, necessita di linguaggio dinamico (php, asp,
pearl) e di database residenti su server e la sua creazione può avvenire essenzialmente
secondo due modalità.
La modalità più semplice si realizza con pochi clic grazie ai numerosi servizi già
disponibili in rete; è possibile effettuare la registrazione, dare un nome e gestire la
piattaforma attraverso pannelli di controllo che ne permettono la realizzazione e la
gestione anche senza conoscere linguaggi di programmazione. Trattasi di siti lievemente
personalizzabili attraverso la scelta tra i pochi template (struttura base) disponibili e
modificabili nei limiti consentiti dal fornitore del servizio., l’assegnazione di stili e
l’inserimento di un’intestazione personalizzata (generalmente un’immagine).
Solitamente si tratta di ambienti semplici, veloci da realizzare e gratuiti, il cui
utilizzo è spesso vincolato in cambio di banner pubblicitari. Un esempio può essere
Wikispaces90, che fortunatamente propone per la scuola anche una versione Educational
priva di banner pubblicitari.
Più complessa, invece, è la creazione di un ambiente wiki attraverso
l’istallazione di un pacchetto scaricabile, da scompattare e trasferire in remoto via ftp.
Necessita di uno spazio web personale e, nel caso si desideri un ambiente maggiormente
evoluto, di database MySql. Un esempio è Mediawiki91, il medesimo sistema utilizzato
dal conosciutissimo Wikipedia92, la più diffusa enciclopedia a livello mondiale. È

90
Wikispaces: http://www.wikispaces.com/
91
MediaWiki: http://www.mediawiki.org
92
Wikipedia: http://ww.wikipedia.it

55
Liquid publications

sicuramente un sistema più impegnativo in quanto richiede manutenzione costante:


upgrade e backup, eventuale controllo e validazione degli utenti e dei contenuti.
Lo sviluppo consiste in una fase molto delicata e dall’esito incerto. Avviene
obbligatoriamente mediante la partecipazione degli utenti che, regolati da interessi
personali o di ricerca o di studio e disciplinati da una sorta di comune e tacito accordo,
pubblicano contenuti in pagine ancora inesistenti, oppure effettuano correzioni, aggiunte
e/o modifiche nei testi esistenti. Il wiki si mantiene in vita proprio grazie ai contributi
volontari di scrittura collaborativa e collettiva praticati in un processo di partecipazione
autoregolata, ma anche sorretta e dettata da linee guida frequentemente esplicitate; nel
caso di Wikipedia sono rette da 5 pilastri, come espresso chiaramente nel sito93:
i. Wikipedia è un'enciclopedia
ii. Wikipedia ha un punto di vista neutrale
iii. Wikipedia è libera
iv. Wikipedia ha un codice di condotta
v. Wikipedia non ha regole fisse
In tal modo l’utente si assume la responsabilità degli interventi personali, ma
vige anche come controllo sugli interventi altrui.
Il mantenimento nel tempo viene assicurato unicamente dall’interesse stesso
degli utenti: i lettori, che determinano gli accessi e di riflesso la richiesta e la fruizione
dell’informazione, e gli autori, che producono i contenuti.
Il legame esistente tra gli individui e comunità che si affacciano al Wiki è
sempre molto forte.
Il Wiki è la piattaforma che meglio si presta allo sviluppo di progetti
collaborativi più o meno definiti. Tutti possono intervenire in una logica generalmente
paritaria e non gerarchica, ma ciò che rimarrà saranno solo gli interventi dal contenuto
valido. Le informazioni “spazzatura” vengono rimosse dagli utenti stessi, impegnati a
mantenerlo in buono stato.
Gli utilizzi che se ne fanno sono i più diversi e le comunità che si affacciano a
tale servizio possono convivere secondo una struttura aperta e flessibile, con accessi
più o meno regolari, unici o ripetuti. L’esempio più conosciuto di comunità aperta e che
coinvolge l’umanità è infatti il caso di Wikipedia, l’enciclopedia libera, che accoglie

93
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Cinque_pilastri

56
Liquid publications

chiunque voglia integrare o perfezionare i documenti. Un esempio più circoscritto, ma


comunque aperto e dal possibile coinvolgimento di una certa portata, può essere il wiki
di una ben specifica categoria di professionisti. Un esempio è quello de “La scuola che
funziona”94, una comunità di insegnanti che condivide la progettazione, la ricercazione
e lo sviluppo di obiettivi educativi e disciplinari. I contatti, le discussioni, le
progettazioni avvengono esclusivamente on-line, in modalità prevalentemente asincrona
partecipando nei forum di discussioni e/o nei blog integrati. Trattasi di una comunità
aperta che, già sul nascere, prevede e auspica un aumento nel tempo di adesioni e
partecipazioni.
Sono frequenti anche le comunità chiuse, dove i membri del gruppo di lavoro
sono orientati al compito e lavorano a più mani per un progetto paritario con un fine ben
definito. Un esempio può essere quello di aziende che utilizzano il wiki come intranet,
una rete interna e chiusa Può essere un ottimo sistema collaborativo in cui possono
essere condivise idee, progetti e documenti.
La prosecuzione di qualsiasi progetto dipende dalla volontà e dagli interessi dei
partecipanti, essi siano passivi fruitori o attivi autori e il processo di editazione è al
centro degli equilibri e delle tensioni che regolano e auto-regolano l’intero percorso.
Qualora avvenga, la chiusura va sicuramente ricercata nell’assenza di novità, di stimolo
e di curiosità, nei pochi stimoli suscitati dal numero sempre più ristretto di partecipanti,
aggravati dagli alternati momenti di “silenzio-partecipazione” nel prezioso processo di
scrittura, circolo vizioso difficilmente arrestabile. Diversamente, una crescita di
visibilità accresce di valore parallelamente all’aumentare del numero degli utenti.
Trattasi di un ambiente retto da una profonda motivazione alla scrittura e alla
condivisione delle conoscenze, dall’interesse rivolto ad approfondimenti tematici o, più
superficialmente, dalla curiosità alterna dell’utenza che fruisce degli altrui ed archiviati
documenti, con una stretta interdipendenza tra lettore, informazione e autore.
La decadenza, talvolta prevista e improvvisa e talvolta inattesa, avviene
piuttosto frequentemente ed è determinata principalmente, ma non obbligatoriamente,
dall’assenza di informazioni; avviene quando autori e lettori non hanno più nulla da
dire, nulla da ricercare. Un’evoluzione di questo tipo è piuttosto tipica e porta a due
strade, diverse ed opposte fra loro: una riguarda l’archiviazione del servizio/sito che
94
La scuola che funziona: http://lascuolachefunziona.pbworks.com e
Ambienti@moci: http://lafabbricadellascuola.ning.com

57
Liquid publications

rimane aperto in sola lettura. L’autorevolezza di contenuti e di autori citati fa sì che


molti siti, anche se fermi, siano facilmente raggiungibili e utilizzati perché indicizzati
dai motori di ricerca, e rimangano on-line trasformandosi in permanenti archivi di
informazioni95. Nel caso peggiore e più insolito, in cui i proprietari dello spazio web
non siano più intenzionati a sopportarne l’onere economico e gestionale, si arriva alla
chiusura e quindi alla eliminazione definitiva di URL, informazione e utenti.

95
E’ il caso ad esempio del sito MediaMente che nel tempo si è evoluto adattandosi alle emergenti
tecnologie, ma che ha mantenuto in rete le vecchie pagine web, accessibili per la consultazione:
http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/index.htm

58
Liquid publications

CAP. 5 – LETTORI - AUTORI

Nei capitoli precedenti è stato dato ampio spazio all’analisi e alla descrizione di
una serie di servizi, tecnologie e piattaforme presenti in rete, largamente e
quotidianamente utilizzate dal popolo di internet, divenuto talmente numeroso e
variegato da essere difficile da inquadrare e classificare. Nonostante ciò è comunque
possibile condurre una serie di riflessioni per delinearne alcuni tratti e comprendere un
po’ meglio il profilo, in quanto elemento essenziale della trilogia comunicativa del web.
Oggi, a livello planetario, i numeri degli accessi, e quindi degli utenti, sono
diventati incalcolabili. L’utente odierno, esso sia lettore o autore, che non va però
assolutamente visto sotto il profilo, seppur importante, dei numeri96 o catalogato sulla
base della professione, ma va considerato in rapporto allo spazio ‘virtuale’ in cui vive,
al sapere che fruisce/produce e ai media con cui entra in contatto e di cui si avvale.
La rete è diventata oramai luogo privilegiato ove risiede l’informazione e il
sapere, quel sapere relegato prima alla trasmissione orale, poi a quella scritta della
stampa ed ora affidata alla tecnologia digitale. Infatti, la produzione e la diffusione delle
informazioni si è inevitabilmente dovuta adattare alle trasformazioni delle tecnologie di
produzione e riproduzione dei documenti testuali.
Nella cultura orale greca e latina, l’informazione veniva fruita in situazione di
compresenza dove l’oratore, secondo una forma di relazione dialogia faccia-faccia,
tramandava la conoscenza in un rapporto uno-molti. In un secondo momento, con la
nascita della scrittura, dapprima con i manoscritti degli amanuensi e in seguito con
l’introduzione della stampa e la sostituzione della pergamena con la carta, la diffusione
del sapere è avvenuta pur sempre in modalità uno-molti, ma con un cambiamento
radicale nella modalità di fuizione che ha riguardato in particolare lo sganciamento dei
contenuti dallo spazio e dal tempo. Thompson97 parla in questo senso di “distanziazione

96
Secondo l’ultimo rapporto Audiweb, http://www.audiweb.it/, emerge come la crescita dei navigatori
abituali sia aumentata in Italia nell’ultimo anno del 13% e che attualmente gli utenti italiani siano 25
milioni, ossia più di 1/3 della popolazione. Sono numeri che fan comprendere l’enorme portata del
fenomeno, che è ancora in continuo e progressivo aumento.
97
John B. Thompson è un sociologo inglese. Professore di sociologia nella facoltà di scienze sociali e
politiche dell'Università di Cambridge, si occupa di teoria sociale e, soprattutto, di sociologia della
comunicazione, studiando in particolare l'organizzazione dell'industria culturale, i cambiamenti del
mondo editoriale e l'impatto sociale delle nuove tecnologie dell'informazione. Tratto da:
http://www.sapere.it/enciclopedia/Thompson,+John+B..html

59
Liquid publications

spazio-temporale”98 e spiega come il luogo della produzione delle ‘forme simboliche’


subisca un allontanamento e non coincida più con quello della fruizione. È questo un
passaggio fondamentale che ha permesso di fissare, immagazzinare, riprodurre e
diffondere l’informazione con l’inevitabile aumento del numero dei fruitori, ancor però
limitati ad una classe costituita per lo più da letterati e da nobili, classe sociale
circoscritta e privilegiata che poteva così gestire il proprio potere99 sul popolo e
determinare cambiamenti politici, sociali e culturali della società.
Solo nel tempo, lungo decenni se non secoli, è andata aumentando sempre più la
diffusione sociale dei testi, oltrepassando in tal modo la stretta cerchia degli specialisti
fino a raggiungere un pubblico di destinatari sempre più vasto, appartenente a diverse
classi sociali e collocato al di fuori del campo di esperienza dell’autore.
Sarà proprio l’integrazione della parola con i mezzi di comunicazione dell’era
elettrica ad estendere l’accessibilità nello spazio e nel tempo: altoparlanti e registratori,
giornali, radio e televisione, tutti media innescati in un processo di comunicazione di
massa, quasi interamente unidirezionale e raggiungibile da tutti, capace di influenzare a
distanza, in modalità prevalentemente sincrona, il corso degli eventi.
L’ulteriore passaggio, dall’analogico al digitale, sarà variabile fondamentale che
determinerà lo svilupparsi di un nuovo scenario di reti di informazione e di
comunicazione ben più articolate e flessibili. Ciò che viene ad evolversi riguarda
soprattutto un ulteriore e amplificato sganciamento di spazio e di tempo. La fruizione
diventa individuale e totale; l’individuo, in totale autonomia, decide di scegliere il
quando –il tempo-, il dove –lo spazio-, il cosa –l’informazione-, la durata –per quanto-,
ed anche il chi –le persone e le comunità-. Una trasformazione epocale, questa, che
porta a rivedere in chiave nuova l’intero processo informativo e comunicativo. Senza
vincoli l’uomo vive in una realtà diversa, in una “simultaneità despazializzata”100, dove
gli eventi avvengono contemporaneamente, ma in condizioni spaziali lontane fra loro,

98
John B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna, 1998, pag 37
99
Harold Innis, storico dell'economia canadese e pioniere negli studi di sociologia della comunicazione, è
stato fra i primi a richiamare l’attenzione sui modi in cui i mezzi tecnici di comunicazione mettono le
persone nella condizione di esercitare il loro potere attraverso il tempo e lo spazio. John B. Thompson,
Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna, 1998, pag 39
100
Ibidem, pag 51

60
Liquid publications

una realtà in cui la “simultaneità si è estesa nello spazio fino a diventare globale”101 e in
cui le distanze fisiche si riducono per effetto della velocità di comunicazione.
È naturale conseguenza di come l’utente sia andato a modificarsi lentamente nel
corso degli anni sperimentando tempi e luoghi diversi di fruizione e produzione del
sapere, determinando cambiamenti e sviluppando trasformazioni sia livello individuale
che sociale, costruendo un’identità multipla, in rapporto con se stesso ma anche con le
comunità alle quali appartiene. L’atto comunicativo in questa fase si amplifica in un
rapporto molti-molti, dove ciascuno è periferia e centro all’interno della struttura
reticolare che contrassegna il mondo della globalizzazione
Oggi, infatti, i navigatori dell’era del Web 2.0 vivono ruoli ed esperienze
multiple: sono lettori ed autori, sono fruitori di informazioni e creatori di conoscenza,
sono individui, ma anche membri attivi in collettività più o meno strutturate, sono
ubiqui, in quanto presenti ovunque e appartenenti contemporaneamente a molteplici
comunità, sono in continuo movimento, perché navigano ovunque, passando da una
pagina all’altra, entrando ed uscendo di piattaforma in piattaforma e rendendosi
disponibili spostandosi senza sosta da un gruppo ad un altro. Sono, come le piattaforme
e le informazioni, esseri liquidi, perché si formano e si deformano continuamente nello
spazio e nel tempo.

101
Ivi, pag 53

61
Liquid publications

62
Liquid publications

CAP. 6 – AMBIENTE DI APPRENDIMENTO VS


CONOSCENZA CONDIVISA

L’ambiente di apprendimento, quando non più relegato solamente alle aule e


agli organi istituzionali, perde le caratteristiche di compresenza e di trasmissione del
sapere uno-molti che per lunghissimo tempo l’hanno contraddistinto per assumerne di
nuove, diverse. Oggi l’ambiente, infatti, è plasmabile, viene definito e ridefinito
ininterrottamente dallo stesso utente che lo abita; non è più un luogo circoscritto ad uno
spazio ben stabilito, ma è divenuto un contesto sempre più liquido, malleabile,
plasmabile e coevolutivo. Esso è un potente alleato sia all’interno di un semplice
processo di comunicazione e di ricerca di informazioni, che nella più complessa, ma più
evoluta, costruzione condivisa della conoscenza, operata proprio dall’utente che vi
abita.
Un progetto, un’idea, la soluzione di un problema, sono alcuni dei motivi che
conducono alla collaborazione, alla base della quale c’è, fondamentalmente, il desiderio
e l’esigenza di raggiungere nuova conoscenza. Il lavoro collaborativo che si presenta
come processo aperto, con metodi e regole concordati e negoziati dai membri del
gruppo, è il collante che permette la nascita e lo svilupparsi di comunità virtuali.
Allo stesso modo il soggetto che fruisce e co-costruisce il sapere risulta essere
fluido, deve imparare a muoversi nei meandri del Web e imparare a sagomare il proprio
io, il proprio esistere ed il proprio apprendere.
Le persone in rete, oltre al cercare le informazioni, vi risiedono per comunicare,
per creare conoscenza.
Dove?
Esistono innumerevoli comunità di apprendimento, messe in collegamento fra
loro da migliaia di computer interconnessi (universalità di Lévy) in un rapporto
molti/molti, diversamente dal rapporto uno-molti instaurato dai mezzi di comunicazione
di massa, come la TV, il telefono o la radio. Ciò che si sviluppa in rete, nel cyberspazio,
è la cultura, che prende forma attraverso una comunicazione reciproca, interattiva,
comunitaria, una comunicazione universale, perché tutti possono essere emittenti e
contemporaneamente destinatari, in un rapporto paritario.

63
Liquid publications

Essenziali, allora, in rete, sono le comunità “virtuali”, che Rheingold102


definisce come

“nuclei sociali che nascono nella rete quando alcune persone partecipano
costantemente a dibattiti pubblici e intessono relazioni interpersonali nel Cyberspazio,
inteso come spazio concettuale in cui le parole, le relazioni umane, i dati, la ricchezza e
il potere vengono espressi servendosi della telematica.“103

Questi gruppi di persone che si incontrano, colloquiano, progettano, sviluppano


attività e progetti non sono qualche cosa di inesistente, impalpabile, ma esistono
realmente, in una dimensione virtuale, la quarta dimensione, senza spazio e senza
tempo, che esiste realmente.
Dunque, è proprio negli ambienti di apprendimento, attraverso le comunità
virtuali, ed ancora più specificatamente attraverso le comunità di pratica, che si sviluppa
conoscenza.
Ma che cos’è la conoscenza? Come si presenta? Come si costruisce?
Il concetto di conoscenza è piuttosto ampio, profondo, ricco complesso e
di non facile definizione, è un insieme di vari elementi fluidi e allo stesso tempo
strutturati.
Secondo Davenport e Prusak104, la conoscenza è una

“…combinazione fluida di esperienza, valori, informazioni contestuali e


competenza specialistica che fornisce un quadro di riferimento per la
valutazione e l’assimilazione di nuova esperienza e nuove informazioni. Nelle
organizzazioni la conoscenza risulta legata non solo ai documenti, ma anche
alle procedure e ai processi organizzativi, alle pratiche e alle norme.”

Nell’ambito delle organizzazioni, quando si parla di conoscenza si va oltre al


significato intrinseco e si considera anche la gestione della stessa che, secondo Nonaka

102
Howard Rheingold (7 luglio 1947), critico letterario e saggista statunitense, specializzato sulle
implicazioni culturali, sociali e politiche dei nuovi media.
103
Howard Rheingold, Comunità virtuali. Parlare incontrarsi, vivere nel ciberspazio, Sperling & Kupfer
Editori, Milano, 1994, p. 333
104
Davenport T., Prusak L. (1998), Il sapere al lavoro, Etas libri, Milano, pag 6

64
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e Takeuchi105, può presentarsi in due modalità: tacita o esplicita106. È tacita quando è


“altamente personale e difficile da definire, il che rende difficile anche comunicarla e
condividerla”, riguarda sostanzialmente la dimensione cognitiva ed è radicata “nelle
azioni e nelle esperienze” dell’individuo; è esplicita, invece, quando è traducibile in
numeri e/o parole, raccolta e “distribuita sottoforma di dati, formule scientifiche,
descrizioni dei prodotti, manuali, …”107. È facilmente trasmissibile e può essere
veicolata attraverso diversi media: oggi ampiamente diffusa nel Web, e sempre più
organizzabile su database.
La Fig. 7.1 illustra quanto sotteso dai concetti di conoscenza tacita ed esplicita,
sviluppati dai due studiosi per meglio esplicitare e comprendere la complessità del
processo che si sviluppa nelle organizzazioni, ma che può essere ripreso e trasferito in
situazioni libere e destrutturate.

Fig. 7.1- Rielaborazione dello schema di Gerardo Patriota, Università di Bologna108

105
Nonaka, professore alla Barkley University e Takeuchi, studiosi che si sono occupati di come rendere
più efficace il processo di Knowledge Management all'interno delle organizzazioni.
106
G. Trentin, Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Franco Angeli, Milano, 2004 , pag
29
107
Ibidem, G. Trentin, pag 29-30
108
PAIS: http://didattica.spbo.unibo.it/adon/files/conoscenza_07.pdf

65
Liquid publications

La conversione dallo stato tacito, sommerso, a quello esplicito, emerso, diviene


momento essenziale per la creazione della conoscenza. Il questo processo la tecnologia
assume un ruolo importante in quanto offre un efficace supporto alla comunicazione
interpersonale che favorisce la condivisione delle esperienze, l’individuazione di
migliori pratiche e l’aiuto reciproco. Tutti questi elementi sono tipici
dell’apprendimento nelle comunità di pratica, il cui concetto si basa su alcuni assunti:
1. l’apprendimento è fondamentalmente un fenomeno sociale
2. la conoscenza è integrata nella vita della comunità che condivide valori,
credenze, linguaggi e modi di fare
3. il processo di apprendimento e il processo di appartenenza alla comunità di
pratica sono inseparabilmente intrecciati
4. la conoscenza e la pratica sono inseparabili
5. la capacità di contribuire alla comunità crea le potenzialità per
109
l’apprendimento .
Di converso ci sono alcune riflessioni che non possono mancare: la comunità di
pratica, infatti, soffre di alcune limitazioni che non possiamo ignorare come ad esempio
l’ancor scarsa abitudine all’uso e alla vita di rete, la mancanza di figure chiave che
abbiano un’adeguata preparazione o la difficoltà di creare affiatamenti all’interno del
gruppo.
In ogni caso è innegabile come, oggi, il processo di insegnamento-
apprendimento stia inevitabilmente subendo, e sempre più velocemente, forti
cambiamenti, tanto che non potrà/può esimersi dall’evolversi per potersi adattare alle
emergenti -ormai emerse- e pervasive tecnologie, assumendo cosi un carattere
temporale, spaziale e culturale sempre più ubiquo.
Molte le riflessioni che derivano da questi mutamenti: innanzitutto c’è da
ragionare sul ruolo dell’insegnante, la cui azione didattica non può più essere diretta e
trasmissiva come lo è stata dai tempi più remoti, ma deve trasformarsi per tradursi in
colui che organizza, coordina e facilita. Ecco che il passaggio da un insegnamento di
tipo formale ad uno di stampo costruttivista diventa indispensabile, una via senza
ritorno.

109
G. Trentin, Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Franco Angeli, Milano, 2004 , pag
31

66
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In second’ordine, ma non per importanza, la questione dell’apprendimento che,


mediato dalle tecnologie, assume aspetti diversi in cui la collaborazione reticolare, in
opposizione a quella tradizionale di tipo lineare, diviene elemento fondante all’interno
del processo e delle comunità di pratica.

67
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CAP. 7 - ESPERIENZA LIQUIDA IN UNA SCUOLA


PRIMARIA

La scuola, o meglio, una parte della scuola, da tempo si è affacciata alla rete e le
esperienze rintracciabili sono ormai davvero numerose.
Anch’io, in qualità di insegnante di scuola primaria, opero e sperimento da molti
anni una didattica supportata dai nuovi media.
Una prima fase da autodidatta per acquisire le abilità di base è seguita ad un
periodo di formazione a distanza e in modalità blended. Ho partecipato ai corsi, erogati
sia da Università che dal Ministero della Pubblica Istruzione, prima come corsista e poi
come tutors/formatore, seguiti da sette anni di distacco dall’insegnamento per
supportare i docenti nei laboratori di informatica, sia nell’uso delle tecnologie che nella
progettazione e nella realizzazione di progetti multimediali.
Rientrata in classe ho iniziato, finalmente, a sperimentare in prima persona l’uso
delle ITC con i miei alunni cercando di sviluppare percorsi innovativi e significativi,
almeno per il territorio in cui vivo.

L’ultimo percorso, di cui parlerò, ha avuto continuità per quattro anni. La scuola
disponeva di un laboratorio di informatica con computer più o meno datati che ho
predisposto in modo da avere in tutti le medesime risorse, pur privilegiando l’uso di uno
piuttosto che l’altro sulla base del lavoro da svolgere.
Il primo anno, con bambini di 7-8 anni, ho cercato di sviluppare le abilità
strumentali di base nell’uso di alcuni programmi/servizi, pur perseguendo
parallelamente obiettivi di tipo didattico:
 videoscrittura, fondamentale per qualsiasi forma di comunicazione
 grafica, necessario sia per esternare emozioni che semplificare
concetti attraverso la loro rappresentazione grafica
 mappe concettuali, per rappresentare e organizzare la conoscenza
 internet, per imparare a navigare, per visitare siti e fruire dei
contenuti, per la ricerca e la pubblicazione delle informazioni e di
quanto prodotto e, in seguito, per entrare in contatto con altri bambini
e poter così collaborare in progetti comuni

69
Liquid publications

I bambini dimostrano sempre un generale piacere nell’utilizzo delle


tecnologie. È già un buon punto di partenza in una scuola che, spesso, annoia gli
alunni, sempre meno disposti a lavorare con la sola carta e penna. In fondo, questi
bambini, non fanno parte dei “nativi digitali”? Ed allora, ho pensato di dar loro
quanto gli spettava e di cui necessitavano per affrontare un percorso di crescita e di
costruzione della conoscenza adeguata ai tempi.
Nel corso del secondo anno ho sviluppato un percorso interdisciplinare che
ha impegnato l’intero anno scolastico intitolato “Costruire la storia: la Preistoria”110.

Perché ho parlato di “costruire”?


Perché i bambini sono partiti dalle conoscenze pregresse per costruire-
ricostruire il periodo della preistoria, peraltro di grande interesse; hanno cercato,
letto, sottolineato, scritto, riscritto, integrato, riorganizzato, manipolato, tagliato,
incollato, disegnato, pitturato, fotografato, mappato, …
Infine, abbiamo assemblato le informazioni in un ipertesto conclusivo, utile a
non disperdere il percorso seguito e a dare visibilità al prodotto finito, e quindi
ulteriore gratificazione agli alunni111.
Viste le buone premesse ed acquisite le abilità di base, è stato possibile, nei
due anni successivi, procedere e integrare proponendo nuovi strumenti, ampliando i
percorsi disciplinari e allargando gli orizzonti oltre le mura dell’aula, condividendo
e collaborando con altri coetanei in semplici progetti comuni.
Primo obiettivo è stato quello di eliminare, con i mezzi e gli spazi
disponibili, le criticità emerse attraverso alcune soluzioni:
1. diminuzione dei “tempi morti” utilizzati per gli spostamenti dall’aula
al laboratorio, risolta con la messa in rete di 4 computer (3 desktop e
1 portatile) sistemati in aula lungo la parete e sempre accessibili;

110
Il progetto: http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/ipertesti/preistoria/files/Preistoria.htm
111
L’ipertesto: http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/ipertesti/preistoria/

70
Liquid publications

2. arricchimento delle tecnologie con la messa a disposizione di


fotocamera, scanner, tavoletta grafica, stampante, pendrive per la
classe e per ciascun alunno e, all’occorrenza, del videoproiettore112;
3. installazione di ulteriori programmi utili per la creazione di mappe
concettuali e per la realizzazione di quiz interattivi;
4. attivazione di “internet in classe”, resa possibile grazie all’acquisto
(personale) di un router wireless;
5. apertura nel web con l’implementazione e l’utilizzo di blog113 e
wiki114 nella prassi quotidiana come ambienti di collaborazione e di
sviluppo di buone pratiche.

Queste poche e semplici azioni di ottimizzazione dell’esistente hanno portato


a diversi benefici, ovvero a una gestione migliorativa del tempo e dello spazio, a
facilitare la promozione di esperienze emotive di grande intensità, ad arricchire ed
espandere segmenti di apprendimento disciplinare e interdisciplinare, ma anche a
criticizzare l’apprendimento attraverso la presentazione di argomenti secondo
angolature diverse e diverse chiavi di lettura.
Da una parte la chiusura della classe all’interno delle mura dell’aula ha
portato ad un restringimento dell’area utilizzata che, però, disponeva di tutto il
necessario: biblioteca, colori, libri, fogli, accessori. Dall’altra, contemporaneamente,
attraverso la connessione in rete, la classe si è affacciata alla finestra e al mondo
intero, le mura si sono frantumate e dissolte permettendo così un’apertura totale e
globale verso le risorse esterne.

Blog Agorà: http://blog.scuolaer.it/agora

112
Quasi tutte le tecnologie erano di dotazione personale dell’insegnante
113
Blog Agorà: http://blog.scuolaer.it/agora
114
Wikiperbambini: http://wikiperbambini.wikispaces.com/

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Liquid publications

Wikiperbambini: http://wikiperbambini.wikispaces.com/

A questo proposito non posso non citare McLuhan che mi torna alla mente
quando negli anni ‘60, anticipando di gran lunga i tempi, parla delle tecnologie e
sostiene il loro essere estensione, prolungamento e potenziamento del corpo e della
mente.
“Ogni invenzione o tecnologia è un'estensione o
un'autoamputazione del nostro corpo, che impone
nuovi rapporti o nuovi equilibri tra gli altri organi
e le altre estensioni del corpo.”115

Se di estensioni si tratta, ebbene, allora è assolutamente necessario che siano


a portata di mano, immediatamente disponibili e fruibili, veri prolungamenti del
nostro essere, un po’ umano e, talvolta, un po’ cyborg.

Nella scelta degli ambienti utilizzati e dei progetti sviluppati ho sempre


cercato di integrare il più possibile vecchi e nuovi media in una realtà scolastica
inserita in un contesto piuttosto ristretto di un piccolo paese rurale di 2000 abitanti e
dove le tecnologie erano dai genitori, prima di questa esperienza, ancora poco
considerate e viste con sospetto, ma, al di là di tutto, vorrei soffermarmi su alcune
positività e diverse criticità che, durante il quadriennio, mi hanno portata a riflettere
e ad apportare, nel tempo, modifiche e miglioramenti.

Criticità
1. l’introduzione nella scuola delle TIC è una realtà circoscritta a una
minoranza
2. manca una continuità nel passaggio fra ordini diversi di scuola

115
McLuhan M., Gli strumenti del comunicare, Net, Milano, 2002

72
Liquid publications

3. sussistono troppi condizionamenti psicologici da parte di colleghi, spesso


poco disposti ad accettare il diverso ed innovativo approccio
metodologico e disciplinare del pari
4. il vincolo da finanziamenti quasi inesistenti e da tecnologie talvolta
fatiscenti
5. non basta disporre e chiedere nuove tecnologie, è necessario ed
indispensabile un cambiamento metodologico e soprattutto culturale
6. sono vivi ancora limiti ambientali dettati da fattori culturali che faticano
ad evolversi
7. si registra ancora poca abitudine all’uso individuale e personale delle
tecnologie, che potrebbero diventare amplificatori, sia verso dimensioni
più globali della personalità che verso ambiti più specifici
dell’apprendimento
8. mancanza di spazi adeguati per collocare e fruire gli strumenti,
soprattutto nelle aule e, in generale, inadeguatezza della struttura edilizia
9. ……

Positività
1. Alta motivazione alla scrittura, anche in situazione di condivisione,
benché nella scuola primaria sia un momento complesso e difficile da
attuare
2. maggiore propensione alla collaborazione
3. sviluppo di senso critico nei lavori di gruppo
4. attenzione alla modalità di scrittura nelle comunicazioni con gli altri
bambini
5. aumento del piacere di raccontare, far vedere, spiegare
6. prolungamento e forte connessione delle attività sviluppate a scuola
nel tempo privato
7. propensione alla scoperta
8. utilizzo di modalità diverse per rappresentare e/o raccontare la
conoscenza (es: mappe concettuali, ipertesto, …)
9. dimestichezza con le tecnologie

73
Liquid publications

10. aumento dell’uso del computer per attività non ludiche


11. apertura delle relazioni fra compagni, fra insegnante ed alunni e fra
insegnante e genitori

Pensando all’utente finale e a ciò che nell’immediato è possibile riscontrare,


penso che non ci si possa esimere dall’introdurre le tecnologie nella pratica scolastica.
Non dimentichiamo che esse, oggi, destano ancora curiosità e che, pertanto, si debbano
giocare tutte le carte disponibili cercando di superare quel sentimento di rifiuto che
pervade la classe docente.
Un ulteriore elemento da considerare è dato dal fatto che le tecnologie piacciono
ai ragazzi e la scuola deve tenerne conto attivandosi per cercare di stare al passo con i
tempi e con la società perché è proprio in essa che i giovani si dovranno inserire.
Il continuo mio riferirmi alle tecnologie può talvolta apparire pressante, ma è
proprio attraverso di esse che oggi si possono attivare buone pratiche che impegnano
l’alunno come individuo e come membro inserito in gruppi di lavoro, mobili e flessibili,
di classe o di rete.
Sono individui che si incontrano e stabiliscono già da piccoli molteplici
relazioni, all’interno delle quali apprendono, insieme, si scambiano e costruiscono
sapere e conoscenza.
È quella conoscenza che, giorno dopo giorno, si sviluppa e lascia le sue tracce
nei documenti, nelle pagine della rete che si modificano, si arricchiscono e subiscono
continue aggiunte e integrazioni. È quella conoscenza che, parola dopo parola, pagina
dopo pagina, forma e trasforma il pensiero e la capacità critica di questi piccoli esseri in
divenire.

74
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CAP. 8 - COSTRUIRE UNA MENTALITÀ VOLTA ALLA


PARTECIPAZIONE RESPONSABILE E ATTIVA

Il sapere, detotalizzato, fluttua.


(P. Lévy)

Negli ultimi anni il rapporto con la conoscenza è cambiato ed è in continuo


cambiamento. Le cause che hanno portato a questo sono diverse: innanzitutto esistono
molte e diverse velocità, come sostenuto da P. Lévy. Si apprende molto velocemente e
allo stesso modo le conoscenze diventano obsolete, obbligatoriamente da rivedere,
rinegoziare; in seconda battuta dobbiamo far i conti con la molteplicità delle conoscenze
disponibili, tutte da valutare, scegliere, riorganizzare ed elaborare116.
Altro aspetto da tener presente, di non minore importanza, è la questione legata
al diffondersi delle nuove tecnologie; esse hanno un ruolo fondamentale in quanto
amplificatrici del nostro vivere quotidiano, estensione delle capacità cognitive e della
memoria, tecnologie che agiscono come sistemi di simulazione, come nuovo spazio di
comunicazione, come strumenti di aggregazione sociale, quell’intelligenza collettiva di
cui parla Lévy e che consiste, attraverso l’interconnessione mondiale dei calcolatori,
nella messa in comune delle capacità mentali, dell’immaginazione, delle competenze
che permettono alla gente di collaborare, di lavorare e di apprendere insieme117.
Ci troviamo davanti a scenari così nuovi e diversi da quelli ai quali eravamo
abituati, un paesaggio completamente nuovo nel rapporto con il sapere, da rimettere in
discussione i modi con cui abbiamo ragionato per anni e con cui abbiamo organizzato il
nostro apprendimento e, nel caso degli insegnanti, l’insegnamento.
Tutti siamo coinvolti in questo processo di cambiamento ed anche il nostro
sistema scolastico, quale ente formale e primario di formazione, dovrà, anzi, deve
necessariamente adattarsi a questo nuovo rapporto col sapere e a ciò che vi ruota
attorno.

116
Dall’intervista a P. Lévy: http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=194&tab=int
117
Ibidem, dall’intervista a P. Lévy

75
Liquid publications

Che cosa, dunque, può fare la scuola per perseguire un percorso innovativo e
aderente a ciò che la società offre e a ciò che la società richiede?
Vediamo di prendere in considerazione le questioni più evidenti, alcune legate ai
docenti, altre agli allievi e, non ultimo, alle tecnologie.
Sul fronte dei docenti c’è da ripensare innanzitutto agli spazi e ai tempi della
formazione, continua, sia sul piano tecnologico che, soprattutto, su quello metodologico
e didattico; parallelamente, sarà indispensabile prospettare nuovi modelli di scuola in
virtù di nuovi media che, diventati pervasivi, porteranno all’abbattimento della vecchia
e rigida struttura della scuola e dei saperi, affiancando l’introduzione delle tecnologie in
maniera diversa da come fino ad ora si è fatto. La stessa didattica, infatti, che per anni
ha assegnato al libro e all’insegnante un ruolo centrale, deve ora rivedere e rimettere in
discussione le certezze raggiunte. Le innovazioni tecnologiche, d’altra parte, così
mutevoli ed estremamente volatili, ma pervasive, portano anch’esse a sentimenti di
incertezza e mettono in difficoltà l’intero sistema, scolastico e non.
I nuovi media, oggi, sono integrati nell’uomo e nel vivere quotidiano, tanto da
essere considerati “tecnologie cognitive”118 perchè rappresentano strumenti capaci di
integrazioni con i modi del pensiero, estensioni del pensiero stesso, che portano nel
tempo ad aprire a forme e stili di pensiero nuovi. L’integrazione mente-medium ha però
necessità di tempo per stabilizzarsi e gli effetti non saranno immediati, ma emergeranno
nel tempo.
Il ruolo dell’insegnante in tutto ciò diventa rilevante, tanto che dovrà
necessariamente riconfigurare il proprio modo di insegnare in modo tale da mettere le
Nuove Tecnologie in sinergia con gli studenti, con l’azione didattica quotidiana e con i
processi della mente.
A questo punto sorge un’ulteriore considerazione che va sviluppata ragionando
sul come le N.T. si siano evolute diventando un “aggregato” di media e come ciascuno
di essi offra opportunità di conoscenze diverse. Inoltre, c’è da osservare come i nuovi
media si affianchino ai meno recenti per offrire ambienti di apprendimento che sempre
più coinvolgono i nostri sensi, tutti, portandoci così ad operare una ridefinizione delle
loro finalità originarie per intravederne di nuove, a carattere didattico-formativo,
orientando tutti gli attori della scuola verso sfide diverse.

118
Antonio Calvani, I nuovi media nella scuola, Carocci Editore, Roma, 2000, pag 16.

76
Liquid publications

Sono questi tutti aspetti che negli ultimi 15-20 anni sono stati parecchio
considerati e portati avanti da forze politiche, da dirigenti scolastici, da formatori e
insegnanti, ma i risultati sono stati inferiori e diversi da quelli ipotizzati e auspicati.
Che cosa è mancato, allora?
La mia esperienza scolastica mi fornisce alcune risposte, che ho ritrovato
aderenti al pensiero di molti teorici.
Ho praticato negli ultimi 15 anni percorsi didattici integrando le tecnologie
nell’agire quotidiano. Non un laboratorio di informatica da “abitare” una volta alla
settimana, ma:
1. computer in classe da fruire costantemente
2. internet, come fonte di scambio e di costruzione del sapere, per
aprire la classe e abbattere i muri verso realtà diverse, verso orizzonti
lontani
 connettendo gli individui con la rete
 promuovendo la collaborazione con altri alunni di scuole
disseminate nel territorio italiano
 stimolando una partecipazione attiva dell’individuo in una
collettività globale.
A ciò si unisce una continua formazione e una costante autoformazione, attraverso
contatti informali con insegnanti di altre scuole e attraverso la partecipazione libera a
comunità di pratica dove i docenti discutono, progettano e si sorreggono
nell’impegnativo percorso di promozione di costruzione e di organizzazione della
conoscenza. Si parla ora, infatti, di apprendimento continuo, dove ciascuno dovrà/deve
imparare ad apprendere da altri, a cooperare, a cedere e a trasmettere conoscenza.
Il mio percorso mi porta a pensare come sia importante procedere cercando di
promuovere una graduale ridefinizione del ruolo dell’insegnante che si trasforma in
animatore, riorganizzatore e manager della conoscenza, in colui che insegna a cercare
conoscenza.
Basterà tutto questo? Forse no… Forse sarà necessario pensare anche a rivedere le
discipline eliminando quelle gerarchie e quelle barriere che rendono frammentato il
sapere e tentar così di fissare nuove frontiere del sapere, anche e fortemente utilizzando
la Rete, che riveste una grande importanza per molti motivi. Infatti, Internet:

77
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1. è strumento di comunicazione sincrona e asincrona,


2. propone una comunicazione multimodale, multimediale,
3. è database, e quindi archivio di conoscenza
4. è ipertesto, come diversa modalità di presentare il sapere
5. è luogo universale per la corrispondenza all’interno del quale si tessono
importanti relazioni sociali
6. è strumento di apprendimento
7. è accesso alla conoscenza.

Molti di noi, ormai, sono costantemente collegati a Internet; accediamo alle fonti
disponibili da incorporare, riplasmare, ritrasmettere: informazioni da assemblare
insieme ad altri, tutto e tutti innescati in un processo collaborativo e condiviso di
manipolazione dei contenuti e di costruzione della conoscenza.
Riflettendo ancora, oltre ai tempi, agli spazi e agli strumenti disponibili a scuola,
rilevo un ulteriore passaggio praticato nella mia attività, importante, ed è stato il tenere
in considerazione anche la mia dotazione personale, quella degli alunni e delle rispettive
famiglie e non unicamente gli strumenti che hanno avuto e hanno carattere sociale,
presenti a scuola e a disposizione della comunità. Questo, forse, grazie anche alle
tecnologie personali, potrebbe essere un ulteriore passo in avanti per raggiungere la
tanto auspicata, discussa e studiata personalizzazione dei processi di apprendimento.
In riferimento a questo passaggio credo doverosa anche una riflessione sui libri
di testo che così pensati non sono più funzionali, sono spesso inutili, sempre costosi,
deprimono la curiosità e presentano contenuti già sviluppati e digeriti da altri, ovvero
l’esatto contrario di ciò che ci si aspetta da una didattica che costruisca il sapere. Tali
testi dovranno necessariamente perdere quella caratteristica di fisicità e solidità
assumendo necessariamente quella di testo liquido, permeabile e miscelabile ad altri
contenuti, creando così un flusso continuo di integrazioni e sinergie e facendolo
diventare vero e proprio ambiente di apprendimento.
Inoltre, osservando come le cose stanno cambiando e buttando l’occhio un po’
verso il futuro prossimo, possiamo tentando immaginare come si trasformeranno le
tecnologie che diventano sempre più mobili e che sembra si stiano progressivamente
ibridizzando: un po’ computer, un po’ tablet, un po’ telefono…

78
Liquid publications

Se gli strumenti attuali e futuri riusciranno a favorire i processi di apprendimento


del leggere, del rielaborare e del socializzare, allora si potrà pensare veramente alle
tecnologie come strumenti funzionali per creare conoscenza e sarà possibile considerare
reali percorsi di apprendimento alternativi, sempre più supportati dalle pubblicazioni
che, liquide e malleabili, si adattano, si ricollocano, si evolvono e si ridefiniscono
sempre più.

79
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80
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CONCLUSIONI

Partendo dall’assunto che il Web è il medium fatto da tanti e rivolto a tanti e


luogo ormai deputato alla comunicazione e ad accogliere documenti d’ogni genere,
possiamo con certezza sottolineare come Internet, detentore dei saperi, passati, odierni e
futuri, sia:
 la più grande biblioteca del mondo che fornisce l’accesso a molte più
informazioni di quanto si potrebbe mai avere accedendo alle biblioteche
locali o personali;
 il cyberspazio che diventa sempre più “centro di gravità nell’ecologia
della comunicazione”119, reciproca e interattiva, comunitaria e
universale;
 il luogo in cui si tessono rapporti sociali che ruotano intorno a interessi
comuni e nel quale avviene, attraverso diversi generi di documenti,
scambio continuo di conoscenze.
I documenti pubblicati da utenti più o meno autorevoli, sono sempre più
organizzati, flessibili e multimediali. Un oceano di informazioni che quotidianamente si
modificano e si arricchiscono promuovendo un sapere sempre più condiviso e
collaborativo.
Si sta concludendo l’era della documentazione individuale, spesso creata
inutilmente da zero e duplicata nel tempo, mentre si apre un nuovo periodo in cui i
documenti vengono ripresi, manipolati, riassemblati e riutilizzati, in un continuo flusso
di integrazioni e di revisioni.
Lo sforzo, ora si dovrà concentrare su più piani:
1. l’impegno dei docenti ad insegnare agli studenti ad imparare, a sapersi
orientare nella navigazione dentro questo nuovo spazio di conoscenze,
incitarli a cooperare, stimolare il loro desiderio di apprendere, destare la loro
curiosità, stimolarli ad interrogare criticamente le fonti d'informazione
incrociando le ricerche e mettendo in discussione il sapere esistente perché

119
MediaMente: Intervista a Pierre Levy -
http://www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm9899/aforismi/990517.htm

81
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quegli allievi dovranno continuare a farlo per tutto il resto della loro vita
sociale e professionale;
2. la consapevolezza di come sia necessario ormai apprendere continuamente e
che il fenomeno della formazione permanente sia riservato ormai a tutti;
3. la grande azione di tracciabilità e indicizzazione per trovare e organizzare
quel sapere disperso, pronto per essere sviluppato e approfondito da altri, pur
non dimenticando che la selezione ultima è operata dall'individuo ed è lui
che ha in mano gli strumenti per realizzarla con efficacia;
4. la maturazione della consapevolezza di come le nuove tecniche digitali e
informatiche, possono fornire supporto alle tecnologie intellettuali, che
trasformano ed estendono le nostre capacità cognitive: la nostra memoria
liquida, con le banche-dati, gli ipertesti e gli iperdocumenti;
5. il consolidamento di pratiche che devono rifarsi a canoni culturali che
dovranno affermarsi e consolidarsi nel tempo per arrivare ad una sempre
maggiore globalizzazione della cultura, ricordando che “la mente degli
individui è inserita nella mente più ampia del gruppo, del sistema sociale e
del sistema ecologico, partecipando così a una sorta di ‘mente globale’ che è
il mondo stesso. La rete è una straordinaria metafora della mente espansa,
ognuno di noi è un singolo neurone di una tale mente”120.

Un modo di organizzare il sapere che è stato valido per secoli è definitivamente


tramontato mentre è nato e si sta organizzando un sistema completamente diverso di cui
abbiamo scarsa esperienza e nessuna certezza.

In conclusione…

… non sappiamo come sarà, qualche idea c’è, ma nulla di certo, però
sappiamo cosa dovremmo poterci fare…

120
Tratto da “La mente tecnologica” di Sergio Stagnitta,
www.consulenzepsicologiche.it/.../mentetecnologica.htm

82
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Personalizzazione della slide di Davide Mana121

121
Centro di Geobiologia, Università degli Studi Carlo Bo, Urbino:
http://www.slideshare.net/Steamdave/presentazione-mana-ebookfest-2010.
L’immagine è tratta da: http://www.mariorotta.com/knowledge/wp-
content/uploads/2011/02/PDLE_Como_MR.pdf

83
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84
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BIBLIOGRAFIA

AA.VV, La realtà virtuale, Telecom Project, Ferrara, 2001


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Ultima consultazione: febbraio 2011

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