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Corso di Laurea in
TECNOLOGO DELLA COMUNICAZIONE
AUDIOVISIVA E MULTIMEDIALE
Liquid publications
___________________________________
Anno Accademico 2009-2010
Liquid publications
2
INDICE
INTRODUZIONE 5
CONCLUSIONE 81
BIBLIOGRAFIA 83
SITOGRAFIA 87
Liquid publications
4
Liquid publications
INTRODUZIONE
La tematica, che sarà sviluppata nel corso della tesi, è stata suggerita da un
profondo interesse personale per il mondo della Rete Internet, che nella scuola,
soprattutto in quella Primaria, viene ancor poco considerato e scarsamente o mal
utilizzato a scopo didattico-formativo.
L’attività svolta, quale insegnante di Scuola Primaria, ha suggerito al curatore
del presente lavoro la tematica sulla “Liquid publications”, ovvero “Pubblicazioni
liquide”.
L’argomento è nuovo, ancora aperto, ma da un’analisi del mondo della Rete
Internet si può comprendere come esso sia profondamente radicato nella sua stessa
logica e come esso abbia origine, fondamentalmente, già con la nascita della stessa. In
realtà trattasi di un concetto rimasto sotteso da tempo, che emerge, prima lentamente, ed
ora in modo più decisivo, come conseguenza della costante evoluzione e diffusione
dell’uso della rete, in particolare nel passaggio dal Web di prima generazione al Web
2.0.
Ed allora:
Che cos’è LIQUIDO?
Qual è il suo significato?
Ci sono fonti autorevoli a riguardo?
Che cosa si dice in Rete?
Ci sono bibliografie a proposito?
Dove, come, a cosa ci porterà nel tempo?
Una serie di domande, le più spontanee, alle quali qualche risposta avanza,
anche se il tutto è ancora in fermento e in divenire.
Nello sviluppo di questo argomento la prima difficoltà da superare ha riguardato
proprio la fase di reperimento delle informazioni, un dettaglio che conduce ad
interrogarci, ancor di più, sul chi e sul quando il temine ha avuto luce e, soprattutto, a
quale concetto si rifà.
La curiosità, il desiderio di capirne di più ha stimolato la ricerca, la ricostruzione
spazio-temporale del termine, la sua evoluzione che da semplice parola ci porta al
concetto sotteso e che sempre più sta emergendo, da chi e il come è stato ed è utilizzato.
Molto poco è quello che si trova, sia in versione digitale che cartacea.
5
Liquid publications
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Liquid publications
Cos’è LIQUIDO?
Ci basti pensare al termine “liquido” per immaginare qualche cosa che si
deforma, non rimane fermo, si evolve, si sposta, si muove.
Vi sono poche informazioni a riguardo, ma il nascere di alcuni siti, che
utilizzano questa parola o suoi sinonimi per identificare il proprio spazio web, fa
pensare ad un’evoluzione del modo di pensare e di agire in internet che va maturando
sempre più, coinvolgendo i settori più diversi, generici come possono essere gli articoli,
le interviste o i post nei blog, ma anche aree più circoscritte, personali, scolastiche,
ricreative, scientifiche, …
Trattasi di un termine che si sta espandendo e sta acquistando forma. Viene
utilizzato spesso per identificare progetti o comunità che interagiscono modificandone
continuamente strutture e contenuti, ma viene utilizzato anche in forma generica per
indicare tutto ciò che ha a che fare con l’informazione, informazione che, nel tempo, si
arricchisce subendone le trasformazioni impresse dalle persone nel tempo.
Le più recenti pubblicazioni di Zigmunt Bauman1, sociologo e filosofo polacco
del Novecento, riguardano una serie di riflessioni raccolte in quattro libri che
introducono il concetto di liquidità: “Modernità liquida”, “Amore liquido. Sulla fragilità
dei legami affettivi”, “Vita liquida” e “Paura liquida”.
Il primo riferimento sulla ‘liquidità’ è riscontrabile nel primo dei quattro libri,
“Modernità liquida”, in cui l’autore affronta il passaggio dalla modernità2 alla post-
modernità3, paragonandole rispettivamente allo stato solido e allo stato liquido della
società. Egli sostiene come la società moderna sia attanagliata dalle incertezze derivate
1
Zigmunt Bauman, Poznań-Polonia, 19 novembre 1925
2
Riguarda il periodo in cui si sviluppa l’industria: la crescita tecnologica, in seguito alla scoperta
dell'energia elettrica, ha portato a una grande innovazione tecnologica, diffondendo ancora di più
l'industria e il diffondersi del capitalismo.
3
I postmodernisti sottolineano come le condizioni economiche e tecnologiche della nostra epoca abbiano
plasmato una società decentralizzata e dominata dai media. La globalizzazione, provocata dalle
innovazioni nelle comunicazioni, nelle attività manifatturiere e nei trasporti, è spesso citata come una
forza che ha portato alla moderna cultura decentralizzata, creando una società globale, interconnessa e
culturalmente pluralistica, priva di un reale centro dominante di potere politico, di comunicazione e di
produzione intellettuale.
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Liquid publications
dalla trasformazione della vita ‘liquida’ dell’uomo, divenuta sempre più frenetica e
costretta ad adeguarsi continuamente al gruppo/ai gruppi per non sentirsi escluso. Ogni
tentativo di standardizzazione dell’uomo agli schemi della/e massa/e, derivante dal
desiderio di esserne parte integrante, non porta altro che a costretti e continui
adeguamenti e adattamenti, e anche a continue frustrazioni qualora non riesca nel suo
intento.
Nell’introduzione di “Vita liquida”4 egli così inizia il suo trattato:
4
Zigmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, 2006, Introduzione, pag. VII
8
Liquid publications
Così inizia una una comunicazione su un evento organizzato da Scuola IaD (Università di
Roma Tor Vergata)
<<<>>>
5
E-Tutor Community : http://www.etutorcommunity.org/node/951
6
Blog di Eleonora Guglielman, esperta nel campo della formazione, l’e-learning, la ricerca e innovazione
educativa: http://eleonoraguglielman.wordpress.com ; L’articolo:
http://eleonoraguglielman.wordpress.com/2009/05/11/la-forma-piatta-delle-learning-e-la-vita-liquida-
dellapprendimento/
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Liquid publications
“Liquidi di natura, gli echi digitali delle chiacchiere nel cortile del castello o per i vicoli
del paese, dei confronti e riscontri professionali, degli interventi a braccio e di quelli
punteggiati da slides meticolose, sono stati conservati così, cercando di rispettarne la
forma originaria”. […]
L‘eBookFest è stata un’occasione di formazione/informazione “orizzontale” senza
precedenti per tutti coloro che – a vario titolo e per motivi differenti – si interessano alle
nuove frontiere dell’editoria digitale […].
Gli atti del dell’eBookFest sono stati pubblicati in forma “liquida”
<<<>>>
7
ebook.fest : http://ebookfest2010.bibienne.net/2010/11/24/liquefatti/
8
Liquida : http://www.liquida.it/
9
Cos’è Liquida: http://blog.liquida.it/2008/08/che-cose-liquida/
10
Liquid publications
<<<>>>
2011, dal sito Tom Agenzia di Comunicazione - Pensiero allo stato liquido11
[…] In un mondo che cambia TOM è l’agenzia liquida, capace di viaggiare alla stessa
velocità del mercato, evolversi e adattarsi a tutte le nuove forme e tendenze della realtà.
[…] TOM è un’agenzia innovativa perché capace di gestire la conoscenza attraverso la
discontinuità, il superamento dei modelli esistenti, dei processi consolidati, …
Partiamo dal mutamento per creare un’evoluzione.
<<<>>>
Nel dettaglio, arrivando al titolo, tema della tesi, mi imbatto, finalmente, nella dicitura
Liquid publications12. Molteplici i link resi dal motore di ricerca, ma unico il progetto
al quale si perviene:
10
Perchè Liquida: http://blog.liquida.it/2008/08/perche-il-nome-liquida/
11
Tom : http://www.pensieroliquido.com
12
LiquidPub: http://project.liquidpub.org/
13
LiquidPub: http://liquidpub.org/
11
Liquid publications
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14
De nuptiis Mercurii et Philologiae- http://denuptiis.blogspot.com/2009/07/liquefazione.html
12
Liquid publications
<<<>>>
13
Liquid publications
14
CAP. 2 - LIQUIDITÀ, OVVERO…
Inevitabile… imprevedibile?
15
McLuhan, 1911-1980, sociologo, studioso delle comunicazioni di massa, è stato uno dei più influenti
critici della civiltà contemporanea.
16
Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Net, Milano, 2002
17
Marshall McLuhan,, in War and Peace in the Global Village, 1968, sviluppa maggiormente il concetto
di villaggio globale
18
CMC: Computer Mediated Communications. Per un approfondimento sulla CMC, dal Progetto
d’esame del corso a distanza “Multimedialità e Didattica”, UniPd – Patrizia Bolzan
http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/med/b_gr3/pat/cmc/bcmchome.htm
16
Liquid publications
17
Liquid publications
18
CAP. 3 - PIATTAFORMA & LIQUIDITÀ
Figura 4.1 – La mappa evidenzia come il concetto di liquidità appartenga ai diversi servizi.
Liquid publications
20
19
P. Lévy, Cybercultura, Feltrinelli, 1999, pag. 157
20
Immagine tratta da: http://en.wikipedia.org/wiki/World_Wide_Web
21
Ibidem, pag. 156
22
Ibidem, pag 162
23
Ibidem, pag 157
20
Liquid publications
“La rapidità di mutazione del Web e delle tecnologie legate a Internet non è un
elemento contingente (un fattore di crescita), ma un elemento costitutivo e
caratterizzante il Web”24.
Il grande cambiamento che si registra negli ultimi anni è il passaggio da un web di
prima generazione 1.0, di "solo accesso", ad un ambiente 2.025 più partecipativo, con
piattaforme, servizi e tools funzionali alla collaborazione e alla cooperazione tra
individui. Si è sostanzialmente sviluppato l'aspetto della relazionalità e
dell'interoperabilità sociale: un interscambio volto alla costruzione mirata della
conoscenza.
Nel web 2.0 è possibile ormai far di tutto: comunicazione, gioco, passatempo, lavoro,
commercio, ... Si è passati dall’uso del computer all’uso massiccio del web: una
tendenza a senso unico, incontrovertibile, una tendenza pervasiva riscontrabile anche
nominalmente: si parla infatti di Web 2.0, OPAC 2.0, Turismo 2.0, Commercio 2.0,
Education 2.0 e così via26; e non solo, perché da tempo si parla di Web 3.0, segno di un
ulteriore passo in avanti verso uno sviluppo costante e migliorativo della Rete Internet.
Nella tabella è possibile visualizzare attraverso uno sguardo agli strumenti tipici di
ciascuna era, quali sono le particolarità che contraddistinguono Web 1.0 e Web 2.0.
Esempi per comprendere alcune differenze tra Web 1.0 e Web 2.027
24
Paolo Frignani, Apprendere in rete, Pensa MultiMedia, Lecce, pag 188
25
Termine coniato nel 2005 da Tim O'Reilly: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0
26
Rassegna categorizzante di Jonas Bolinder: impl.emented.com del 20 aprile 2008
27
Tratto da: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0
21
Liquid publications
28
Wikipedia, l’enciclopedia libera e collaborativa -
http://it.wikipedia.org/wiki/Web_2.0#Dai_sistemi_per_content_management_ai_wiki
29
Luca Lorenzetti, Scrivere 2.0, HOEPLI, 2010, pag 71
30
Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale
31
W. Cunningham, http://c2.com
22
Liquid publications
32
C-Map: http://cmap.ihmc.us/
33
Le mappe concettuali sono teorizzate da Joseph D. Novak, http://www.ihmc.us/groups/jnovak/
34
Mindomo http://www.mindomo.com
23
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a. per le mappe dinamiche è possibile utilizzare Jnana 1.136 il cui software è stato
sviluppato da Marco Pedroni37. Il suo utilizzo diventa interessante quando si desidera
realizzare mappe con molti nodi sviluppati in profondità utilizzando numerosi nodi figli.
Il software permette la compressione e l’espansione dei nodi e degli archi di livelli non
primari per rendere visibile o meno la rappresentazione dei concetti.
35
Ad esempio: Mindmapper
36
Per un approfondimento sulla mappe dinamiche, realizzate ad es. con Jnana 1.1:
http://it.wikipedia.org/wiki/Mappa_dinamica
37
Marco Pedroni, docente presso l’Università di Ferrara
24
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b. per le mappe mentali38, ideate dallo psicologo inglese Tony Buzan, esiste in
commercio una vasta gamma di prodotti, tra cui MindManager o Mindmap (le cui
mappe sono importabili anche in Mindomo);
38
MappeMentali.com: http://www.mappementali.com
25
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… l’interazione e l’immersione,
tipiche delle realtà virtuali, esibiscono un
principio di immanenza del messaggio
rispetto al ricettore che si applica a tutte le
modalità del digitale: l’opera non è più a
distanza ma a portata di mano. Noi vi
partecipiamo, la trasformiamo, ne siamo
parzialmente gli autori.
(P. Lévy)
26
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“chiacchiericcio mentale costante nel proencefalo, la voce che tutti sentiamo nella
nostra testa. Può non riflettere la struttura profonda del cervello, che spesso è
inconscia, ma è l’equivalente dei pensieri consci. E in quanto riflessione del pensiero
conscio e dell’attenzione, la blogosfera ha iniziato ad avere un potente effetto”40.
Box41 e Dropbox42, sono servizi di storage online che facilitano il lavoro sia di tipo
personale, permettendo l’accesso ai file da qualsiasi postazione in ogni momento, sia a
livello di collaborazione a distanza con colleghi o amici, autorizzati ad operare con e nei
file condivisi.
Si tratta di applicazioni web-based che possono funzionare anche da repository per
l’utente o gruppi di utenti, che possono archiviare e sincronizzare i documenti. Offrono
gratuitamente uno spazio che può essere aumentato al bisogno tramite un pagamento
mensile di pochi dollari.
Per entrambi i servizi è disponibile anche un’applicazione gratuita per iPhone e iPad.
40
Dal sito Bitmania: http://www.bitmama.it/articles/14-Cos-Web-2-0
41
Box: www.box.net
42
Dropbox: www.dropbox.com
27
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43
Zoho Office è un'applicazione web per l'ufficio contenente programmi di videoscrittura, fogli di
calcolo, presentazioni, basi di dati, taccuino, wiki, e molto altro. Per un approfondimento:
http://it.wikipedia.org/wiki/Zoho_Office
44
L. Lorenzetti, Scrivere 2.0, HOEPLI, Milano, 2010, pag 56
28
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Comodo anche per archiviare il proprio lavoro, sempre disponibile in tutte le postazioni
di lavoro dove sarà stato installato il client, semplificando notevolmente la gestione dei
file tra casa e lavoro e garantendo sempre la presenza delle ultime versioni e la
sicurezza di non perdere i files.
45
Ning: http://www.ning.com/
46
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ning
29
Liquid publications
47
Facebook: http://www.facebook.it
48
Twitter: www.twitter.com
30
Liquid publications
Diverse sono le funzioni d’uso di Twitter: dal giornalismo al commercio (la Dell, ad
esempio, si è affacciata a Twitter creando un ponte tra sé e i potenziali clienti),
personale o didattico, e via dicendo.
Steven Berlin Johnson49 descrive la meccanica di base di Twitter, tanto da farla risultare
come molto semplice e chiara:
“Twitter ruota intorno al principio dei seguitori. Quando si sceglie di seguire un altro
utente di Twitter, i tweets di tale utente vengono visualizzati in ordine cronologico
inverso, sulla home page di Twitter. Se seguite 20 persone, si vedrà una miscela di
tweets scorrere la pagina. Aggiornamento sui cereali per la colazione, nuovi link,
consigli musicali, tra cui riflessioni sul futuro dell'istruzione.“50
49
Giornalista e scrittore statunitense.
50
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Twitter
51
LinkedIn : www.linkedin.com
52
Tratto da Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/LinkedIn
31
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Dalla mappa concettuale si evince come il numero potenziale degli utenti con i quali è possibile rimanere
in contatto sia piuttosto elevato.
53
Flickr: http://www.flickr.com
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Liquid publications
grandi quantità di foto scattate con diversi strumenti fotografici. Alle foto è possibile
assegnare parole chiave e tag per la catalogazione e l’indicizzazione.
Una caratteristica di questo sito è dato da un sistema di filtraggio per le foto
potenzialmente volgari. Agli utenti spetta il compito di segnalare la tipologia della foto
che può essere considerata come sicura, ristretta o da censura. In tal modo i navigatori
decidono se e quali immagini visualizzare.
54
aNobii: http://www.anobii.com/
55
Per un approfondimento: RSS: http://www.rss.com/ FEED:http://it.wikipedia.org/wiki/Feed
33
Liquid publications
56
Immagine tratta da http://it.wikipedia.org/wiki/Podcasting
57
Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Podcasting
58
YouTube: www.youtube.com
59
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Youtube
34
Liquid publications
Slideshare60 è un
servizio gratuito che
permette di organizzare,
condividere e distribuire
appunti, lezioni e presentazioni in PowerPoint, documenti in PDF e in ODP
(OpenOffice).
Trattasi di uno dei Social network più utilizzati sia in ambito professionale che
scolastico, educativo e personale per il facile utilizzo e per la modalità in cui presenta i
contenuti, convertiti in formato Flash, e, indicizzati, facilmente rintracciabili dai motori
di ricerca.
Slideshare può essere sfruttato al massimo utilizzando le diverse possibilità esistenti61:
1. l’unione e la sincronizzazione delle slide con files audio, vocali o sonori
2. l’inserimento di video nelle slide delle presentazioni
3. l’arricchimento del proprio profilo attraverso applicazioni presenti in Facebook e
in altri Social network
4. la condivisione del materiale con diversi servizi diffusi e presenti nel web: oltre
agli embedded per WordPress, Blogger, Deliciosus, … è possibile suggerire le
presentazioni ad amici e conoscenti attraverso le email e su parecchi Social
network
5. l’utilizzo di widget (elemento grafico) da inserire nella sidebar (barra) dei blog
personali e distribuire così la pubblicizzazione delle presentazioni. Utile anche la
presentation pack, una sorta di playlist che racchiude in un elenco tutte le slide
dell’account.
6. l’accesso alla comunità per la creazione di gruppi tematici e/o eventi da render
noti
7. l’osservazione delle slide altrui per trovare nuove idee, migliorare e rendere più
efficaci le proprie presentazioni.
60
SlideShare: http://www.slideshare.net/
61
Tratto da: http://www.mysocialweb.it/2010/02/14/trucchi-slideshare/
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Scribd: http://www.scribd.com/
63
iPaper è un complesso formato per documenti simile al PDF, realizzato per l'utilizzo sul web
64
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Scribd
65
Tratto da: http://www.searchenginejournal.com/scribd-document-sharing/13029/
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Liquid publications
66
Ibidem
67
http://imageshack.us/
68
Si posiziona nei 40 siti più visitati secondo Alexa in data 25 settembre 2007.
http://it.wikipedia.org/wiki/ImageShack
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Liquid publications
di utenti registrati che non. Con la registrazione, però è possibile gestire qualche
funzione in più, come ad esempio vedere, riorganizzare o cancellare le proprie
immagini.
Virtual Worlds - Cos’è un mondo virtuale? Una definizione unica, come spesso
accade spesso quando si parla della Rete Internet, non c’è.
In Wikipedia leggiamo che "Un mondo virtuale è un ambiente simulato basato sui
computer creato affinché gli utenti possano abitarlo ed interagire attraverso avatar.
Questa esperienza di solito è rappresentata sottoforma di umanoidi bi o tridimensionali
(o altri avatar grafici o testuali)69."
Sorto inizialmente come ambiente per il gioco, di conversazione e di intrattenimento, si
sta evolvendo sempre più come sistema di collaborazione interessando enti, scuole e
università.
Un paio di esempi, diversi fra loro, possono essere: SecondLife70, frequentato
maggiormente da un mondo adulto, e Scuola3D71, abitato da classi di alunni,
prevalentemente di scuola primaria, ed i loro insegnanti.
38
Liquid publications
della formazione perché, accanto alla possibilità di organizzare eventi sincroni come la
chat o a video/audioconferenza virtualmente piuttosto intensi, offrono strumenti
asincroni di blogging, homepage personali, wiki, archivi per documenti, tutti strumenti
utilissimi ed indispensabili per la collaborazione a distanza che promuovono lo sviluppo
di progetti di studio e di ricerca.
Gli utenti, rappresentati da avatar personalizzabili che si muovono nel mondo virtuale
come rappresentazione del noi e del nostro io, possono costruire i propri ambienti,
personali ma anche di gruppo, accanto a quelli degli altri e definire così, giorno dopo
giorno, le diverse “porzioni di mondo”73, all’interno dei quali avvengono le interazioni.
Nei mondi virtuali è possibile partecipare a vere e proprie lezioni tenute da docenti,
organizzare o assistere a incontri di formazione, partecipare a giochi, individuali o di
gruppo. Interessanti a questo proposito sono i giochi di ruolo: hanno un risvolto
fortemente Social e, attraverso la comunicazione testuale, offrono agli utenti la
possibilità di relazionare e intervenire
direttamente sull’ambiente.
72
Secondo recenti statistiche, tre quarti degli istituti di istruzione superiore in Gran Bretagna sono
coinvolti in qualche attività su SecondLife. Secondo Austin Tate, responsabile del campus virtuale della
Edinburgh University, i corsi su Second Life sono sempre affollati. Il vantaggio di un corso online è non
solo economico, ma anche di praticità e comodità: gli studenti possono praticamente seguire le lezioni
con molta più libertà, senza dover uscire. Inoltre, il potersi muovere in un ambiente 3D facilità i
movimenti e la possibilità di ricreare gli edifici della vita reale. Secondo il professor Karl Harrison delal
Oxford University, su Second Life si possono simulare esperimenti impossibili nella vita reale, e
cambiare le leggi fisiche. Insomma, nonostante molti utenti stiano abbandonando Second Life (a partire
dalle grandi società che hanno investito denaro), le Università hanno trovato un luogo ideale dove potersi
esprimere.
Fonte: http://www.downloadblog.it/post/7512/sempre-piu-universita-hanno-una-second-life
73
Pier Cesare Rivoltella, Costruttivismo e pragmatica della comunicazione on line, Erikson, Trento,
2003, pag 228
39
Liquid publications
Ultimamente si stanno sviluppando sempre più mondi nei quali è possibile “fare
marketing di prodotti e contenuti integrando un supporto per l’e-commerce. Gli utenti
illustrano, presentano e si scambiano prodotti mentre chattano”74. C’è da ipotizzare che
non appena prenderanno piede queste forme di e-commerce e si svilupperà il modo per
monetizzare i guadagni, i mondi virtuali si diffonderanno e verranno sempre più abitati
dai potenziali acquirenti.
74
Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Mondo_virtuale
75
www.google.it
76
Tim Berners-Lee, informatico britannico inventore del Web, oggi presidente del W3C, l'organismo
internazionale che coordina lo sviluppo degli standard del WWW e direttore del laboratorio di Computer
Science al Massachusetts Institute of Technology di Boston
77
Il motore di ricerca semantico è in grande fase di studio perché permetterebbe di ricercare sulla base del
significato delle parole, delle frasi e dei testi, cercando di interpretarne il significato logico e desumere dal
contesto che cosa l’utente intende lanciando una query. Tenta cioè di avvicinarsi al modo di pensare
dell’uomo cercando di sviluppare una mappa cognitiva che gli consente di estrarre quanto serve.
40
Liquid publications
informazioni più idonee alle nostre esigenze. Per questo motivo è stato lanciato da
78
Per un approfondimento: http://punto-informatico.it/2235663/PI/Interviste/che-cos-un-motore-ricerca-
semantico.aspx
79
Wolfram Alpha: http://www.wolframalpha.com
80
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Web_semantico
41
Liquid publications
Aggregatori -
Solo digitando nel
motore di ricerca la
parola “aggregatori”
otteniamo un elenco
piuttosto ricco di possibilità che ne mettono
subito in risalto la quantità e la tipologia (Fig.
4.2).
Sono software progettati ad hoc per raccogliere
contenuti web di vario tipo, organizzati secondo
Fig. 4.2: elenco di voci di aggregatori
42
Liquid publications
81
Feed: riepilogo di contenuti Web aggiornato regolarmente.
82
Non dimentichiamo ad esempio i cd-rom o gli ormai tramontati floppy contenenti editoria elettronica.
43
Liquid publications
83
Tratto da: http://www.corrierecomunicazioni.it/index.php?section=news&idNotizia=81574
44
Liquid publications
A conclusione del capitolo, dopo la rassegna di alcuni dei tanti servizi presenti in rete, ho pensato di visualizzare siti e piattaforme con una
mappa mentale e di renderli organizzati secondo la funzione principale per cui sono nati.
45
Liquid publications
46
Liquid publications
La recensione di alcuni dei servizi più utilizzati nell’era del Web 2.0 ci conduce
passo passo verso una riflessione più approfondita in riferimento al diverso grado di
“liquidità” offerto da ciascuno.
Fig. 5.1 - La piattaforma come intermediario degli attori nel processo informativo e comunicativo
47
Liquid publications
Ciò che appare dalla lettura delle Tabelle 4.1 e 4.2 è come la piattaforma diventi
rilevante nella gestione della conoscenza in termini di “bit”. Essa deve porsi nel sostrato
dell’intero processo perché, senza un adeguato sistema non è possibile sviluppare saperi
che vadano oltre la semplice aggiunta, saperi che non devono concludersi con l’essere
semplici e definiti pezzi di un puzzle, ben circoscritto e dalla conclusione prevedibile e
già determinata.
Il sapere, la conoscenza, mobili e in continuo divenire, devono necessariamente
essere collocati ed evolversi in un contesto aperto, interattivo e fluido (Tab. 5.1) che ne
permetta una costruzione condivisa, partecipata e co-costruita.
Libri elettronici
Presentazioni
Immagini
Persone
Mappe
Audio
Video
Testo
Libri
PDF
Link
Foto
Servizio e/o
File
Piattaforma
Aggregatori e x
Social bookmark
C-Maps e simili x
aNobii x
Blog x x x
Box e Dropbox x
e-Books x
Facebook x x x x
Flickr x
ImageShack x x
LinkedIn x x
MySpace
Mondi virtuali x x
Motore di ricerca x
Google Docs x
Ning x x x x
Podcasting x x
Publishing
Slideshare x x
Scribd x
TaggedBook x x x x
Twitter x
Wiki x x
Youtube x
Tabella 4.1 – Rapporto tra servizio/piattaforma e media principale veicolato
48
Liquid publications
In Tabella 4.2 emerge più chiaramente come l’azione di AGGIUNTA sia ben
più diffusa rispetto a quella dell’INTEGRAZIONE.
49
Liquid publications
come è nata. L’avvento del digitale, in questo senso, ha portato molti cambiamenti e
offerto nuove possibilità perché chiunque può intervenire nella creazione e nella
gestione di un documento e il testo, soprattutto quello digitale, è davvero facilmente
modificabile.
Fatto di segni, di lettere organizzate in parole, innumerevoli microentità che
messe insieme producono senso, microentità organizzate all’interno di altre entità
maggiori, i paragrafi, i capitoli, fino ad arrivare all’opera intera.
Una ricchezza inestimabile! Una produzione, nel passato, prevalentemente
individuale, ma che oggi, grazie alle tecnologie, ha la possibilità di diventare opera
collettiva e in divenire, opera che “nasce in occasione della discussione, della lite, della
contrattazione, della mediazione e del compromesso, dell’esperimento, del feedback
emotivo, della contrapposizione dei sentimenti”.84
Nel web i navigatori, gli utenti lettori e autori hanno la possibilità di amplificare
questo processo di costruzione comune e condivisa. Incontrarsi negli ambienti di
apprendimento, strutturati e non, significa scambiare informazioni e comunicare con
chiunque, in qualsiasi luogo e riguardo qualsiasi argomento.
Non tutti i servizi e le piattaforme offrono però le medesime opportunità e le
stesse potenzialità. Alcuni, più di altri, permettono un’azione di maggiore interattività
ed operatività all’interno dei documenti.
Vediamone alcuni.
4.1 - Dropbox
Il sistema, già ampiamente descritto nel Cap. 4, offre sicuramente
opportunità a prima vista impensate o, comunque, poco conosciute in
quanto spesso l’utente si ferma all’apparente caratteristica di repository, disponibile on-
line, che può contenere file di qualunque formato: word processor, fogli di calcolo,
presentazioni, fotografie, immagini, video, e quant’altro si voglia.
In realtà, installando l’apposito client scaricabile gratuitamente, è fattibile andare
al di là della semplice condivisione dei file in quanto è possibile interagire con i
documenti e nei documenti, che sono totalmente modificabili, in locale, da parte di tutti
84
De nuptiis Mercurri e Phlilologiae: Comunità di prassi -
http://denuptiis.blogspot.com/2009/07/comunita-di-prassi.html
50
Liquid publications
gli utenti abilitati alla condivisione. Il servizio, fungendo da deposito che può essere
condiviso con utenti e collaboratori, è una sorta di hard dick on-line/locale, che permette
la produzione di documenti in modalità asincrona e in forma collaborativi e condivisa.
Gli utenti, a distanza, possono così visionare, correggere, integrare, manipolare il
medesimo documento, che perde totalmente la caratteristica di staticità per assumere
quel dinamismo che lo rende perennemente in trasformazione, sempre più mutevole e
pertanto… liquido.
85
C-Map Tools: http://cmap.ihmc.us/
51
Liquid publications
86
Mindomo http://www.mindomo.com
52
Liquid publications
Sia in C-Maps che in Mindomo il documento che risulta essere manipolabile e liquido è
costituito dalle mappe.
87
Google Documenti:
https://www.google.com/accounts/ServiceLogin?service=writely&passive=1209600&continue=http://doc
s.google.com/&followup=http://docs.google.com/<mpl=homepage
53
Liquid publications
88
Scuola3D: http://www.scuola3d.eu
89
Tratto da : http://www.scuola3d.eu/documenti/progetto.pdf
54
Liquid publications
4.5 - Il Wiki
L’analisi approfondita del Wiki è doverosa per le opportunità offerte e per
l’enorme diffusione che sta riscontrando in rete.
Anch’esso offre una totale e paritaria interoperabilità, ovvero la possibilità di
interagire di singoli o di gruppi negli stessi documenti, condivisi in scrittura, attraverso
tools comuni e la visibilità in rete disponibile a chiunque.
Analizzando una piattaforma wiki è possibile delinearne un ciclo di vita che,
sulla base di determinate variabili -utenza, tecnologia, comunità, responsabile, interesse
della comunità,…- può essere più o meno lungo e può avere riscontri inaspettati o
delusioni impreviste.
Dal punto di vista della tecnologia, necessita di linguaggio dinamico (php, asp,
pearl) e di database residenti su server e la sua creazione può avvenire essenzialmente
secondo due modalità.
La modalità più semplice si realizza con pochi clic grazie ai numerosi servizi già
disponibili in rete; è possibile effettuare la registrazione, dare un nome e gestire la
piattaforma attraverso pannelli di controllo che ne permettono la realizzazione e la
gestione anche senza conoscere linguaggi di programmazione. Trattasi di siti lievemente
personalizzabili attraverso la scelta tra i pochi template (struttura base) disponibili e
modificabili nei limiti consentiti dal fornitore del servizio., l’assegnazione di stili e
l’inserimento di un’intestazione personalizzata (generalmente un’immagine).
Solitamente si tratta di ambienti semplici, veloci da realizzare e gratuiti, il cui
utilizzo è spesso vincolato in cambio di banner pubblicitari. Un esempio può essere
Wikispaces90, che fortunatamente propone per la scuola anche una versione Educational
priva di banner pubblicitari.
Più complessa, invece, è la creazione di un ambiente wiki attraverso
l’istallazione di un pacchetto scaricabile, da scompattare e trasferire in remoto via ftp.
Necessita di uno spazio web personale e, nel caso si desideri un ambiente maggiormente
evoluto, di database MySql. Un esempio è Mediawiki91, il medesimo sistema utilizzato
dal conosciutissimo Wikipedia92, la più diffusa enciclopedia a livello mondiale. È
90
Wikispaces: http://www.wikispaces.com/
91
MediaWiki: http://www.mediawiki.org
92
Wikipedia: http://ww.wikipedia.it
55
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93
Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Wikipedia:Cinque_pilastri
56
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57
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95
E’ il caso ad esempio del sito MediaMente che nel tempo si è evoluto adattandosi alle emergenti
tecnologie, ma che ha mantenuto in rete le vecchie pagine web, accessibili per la consultazione:
http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/biografi/index.htm
58
Liquid publications
Nei capitoli precedenti è stato dato ampio spazio all’analisi e alla descrizione di
una serie di servizi, tecnologie e piattaforme presenti in rete, largamente e
quotidianamente utilizzate dal popolo di internet, divenuto talmente numeroso e
variegato da essere difficile da inquadrare e classificare. Nonostante ciò è comunque
possibile condurre una serie di riflessioni per delinearne alcuni tratti e comprendere un
po’ meglio il profilo, in quanto elemento essenziale della trilogia comunicativa del web.
Oggi, a livello planetario, i numeri degli accessi, e quindi degli utenti, sono
diventati incalcolabili. L’utente odierno, esso sia lettore o autore, che non va però
assolutamente visto sotto il profilo, seppur importante, dei numeri96 o catalogato sulla
base della professione, ma va considerato in rapporto allo spazio ‘virtuale’ in cui vive,
al sapere che fruisce/produce e ai media con cui entra in contatto e di cui si avvale.
La rete è diventata oramai luogo privilegiato ove risiede l’informazione e il
sapere, quel sapere relegato prima alla trasmissione orale, poi a quella scritta della
stampa ed ora affidata alla tecnologia digitale. Infatti, la produzione e la diffusione delle
informazioni si è inevitabilmente dovuta adattare alle trasformazioni delle tecnologie di
produzione e riproduzione dei documenti testuali.
Nella cultura orale greca e latina, l’informazione veniva fruita in situazione di
compresenza dove l’oratore, secondo una forma di relazione dialogia faccia-faccia,
tramandava la conoscenza in un rapporto uno-molti. In un secondo momento, con la
nascita della scrittura, dapprima con i manoscritti degli amanuensi e in seguito con
l’introduzione della stampa e la sostituzione della pergamena con la carta, la diffusione
del sapere è avvenuta pur sempre in modalità uno-molti, ma con un cambiamento
radicale nella modalità di fuizione che ha riguardato in particolare lo sganciamento dei
contenuti dallo spazio e dal tempo. Thompson97 parla in questo senso di “distanziazione
96
Secondo l’ultimo rapporto Audiweb, http://www.audiweb.it/, emerge come la crescita dei navigatori
abituali sia aumentata in Italia nell’ultimo anno del 13% e che attualmente gli utenti italiani siano 25
milioni, ossia più di 1/3 della popolazione. Sono numeri che fan comprendere l’enorme portata del
fenomeno, che è ancora in continuo e progressivo aumento.
97
John B. Thompson è un sociologo inglese. Professore di sociologia nella facoltà di scienze sociali e
politiche dell'Università di Cambridge, si occupa di teoria sociale e, soprattutto, di sociologia della
comunicazione, studiando in particolare l'organizzazione dell'industria culturale, i cambiamenti del
mondo editoriale e l'impatto sociale delle nuove tecnologie dell'informazione. Tratto da:
http://www.sapere.it/enciclopedia/Thompson,+John+B..html
59
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98
John B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna, 1998, pag 37
99
Harold Innis, storico dell'economia canadese e pioniere negli studi di sociologia della comunicazione, è
stato fra i primi a richiamare l’attenzione sui modi in cui i mezzi tecnici di comunicazione mettono le
persone nella condizione di esercitare il loro potere attraverso il tempo e lo spazio. John B. Thompson,
Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna, 1998, pag 39
100
Ibidem, pag 51
60
Liquid publications
una realtà in cui la “simultaneità si è estesa nello spazio fino a diventare globale”101 e in
cui le distanze fisiche si riducono per effetto della velocità di comunicazione.
È naturale conseguenza di come l’utente sia andato a modificarsi lentamente nel
corso degli anni sperimentando tempi e luoghi diversi di fruizione e produzione del
sapere, determinando cambiamenti e sviluppando trasformazioni sia livello individuale
che sociale, costruendo un’identità multipla, in rapporto con se stesso ma anche con le
comunità alle quali appartiene. L’atto comunicativo in questa fase si amplifica in un
rapporto molti-molti, dove ciascuno è periferia e centro all’interno della struttura
reticolare che contrassegna il mondo della globalizzazione
Oggi, infatti, i navigatori dell’era del Web 2.0 vivono ruoli ed esperienze
multiple: sono lettori ed autori, sono fruitori di informazioni e creatori di conoscenza,
sono individui, ma anche membri attivi in collettività più o meno strutturate, sono
ubiqui, in quanto presenti ovunque e appartenenti contemporaneamente a molteplici
comunità, sono in continuo movimento, perché navigano ovunque, passando da una
pagina all’altra, entrando ed uscendo di piattaforma in piattaforma e rendendosi
disponibili spostandosi senza sosta da un gruppo ad un altro. Sono, come le piattaforme
e le informazioni, esseri liquidi, perché si formano e si deformano continuamente nello
spazio e nel tempo.
101
Ivi, pag 53
61
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62
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63
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“nuclei sociali che nascono nella rete quando alcune persone partecipano
costantemente a dibattiti pubblici e intessono relazioni interpersonali nel Cyberspazio,
inteso come spazio concettuale in cui le parole, le relazioni umane, i dati, la ricchezza e
il potere vengono espressi servendosi della telematica.“103
102
Howard Rheingold (7 luglio 1947), critico letterario e saggista statunitense, specializzato sulle
implicazioni culturali, sociali e politiche dei nuovi media.
103
Howard Rheingold, Comunità virtuali. Parlare incontrarsi, vivere nel ciberspazio, Sperling & Kupfer
Editori, Milano, 1994, p. 333
104
Davenport T., Prusak L. (1998), Il sapere al lavoro, Etas libri, Milano, pag 6
64
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105
Nonaka, professore alla Barkley University e Takeuchi, studiosi che si sono occupati di come rendere
più efficace il processo di Knowledge Management all'interno delle organizzazioni.
106
G. Trentin, Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Franco Angeli, Milano, 2004 , pag
29
107
Ibidem, G. Trentin, pag 29-30
108
PAIS: http://didattica.spbo.unibo.it/adon/files/conoscenza_07.pdf
65
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109
G. Trentin, Apprendimento in rete e condivisione delle conoscenze, Franco Angeli, Milano, 2004 , pag
31
66
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67
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68
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La scuola, o meglio, una parte della scuola, da tempo si è affacciata alla rete e le
esperienze rintracciabili sono ormai davvero numerose.
Anch’io, in qualità di insegnante di scuola primaria, opero e sperimento da molti
anni una didattica supportata dai nuovi media.
Una prima fase da autodidatta per acquisire le abilità di base è seguita ad un
periodo di formazione a distanza e in modalità blended. Ho partecipato ai corsi, erogati
sia da Università che dal Ministero della Pubblica Istruzione, prima come corsista e poi
come tutors/formatore, seguiti da sette anni di distacco dall’insegnamento per
supportare i docenti nei laboratori di informatica, sia nell’uso delle tecnologie che nella
progettazione e nella realizzazione di progetti multimediali.
Rientrata in classe ho iniziato, finalmente, a sperimentare in prima persona l’uso
delle ITC con i miei alunni cercando di sviluppare percorsi innovativi e significativi,
almeno per il territorio in cui vivo.
L’ultimo percorso, di cui parlerò, ha avuto continuità per quattro anni. La scuola
disponeva di un laboratorio di informatica con computer più o meno datati che ho
predisposto in modo da avere in tutti le medesime risorse, pur privilegiando l’uso di uno
piuttosto che l’altro sulla base del lavoro da svolgere.
Il primo anno, con bambini di 7-8 anni, ho cercato di sviluppare le abilità
strumentali di base nell’uso di alcuni programmi/servizi, pur perseguendo
parallelamente obiettivi di tipo didattico:
videoscrittura, fondamentale per qualsiasi forma di comunicazione
grafica, necessario sia per esternare emozioni che semplificare
concetti attraverso la loro rappresentazione grafica
mappe concettuali, per rappresentare e organizzare la conoscenza
internet, per imparare a navigare, per visitare siti e fruire dei
contenuti, per la ricerca e la pubblicazione delle informazioni e di
quanto prodotto e, in seguito, per entrare in contatto con altri bambini
e poter così collaborare in progetti comuni
69
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110
Il progetto: http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/ipertesti/preistoria/files/Preistoria.htm
111
L’ipertesto: http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/ipertesti/preistoria/
70
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112
Quasi tutte le tecnologie erano di dotazione personale dell’insegnante
113
Blog Agorà: http://blog.scuolaer.it/agora
114
Wikiperbambini: http://wikiperbambini.wikispaces.com/
71
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Wikiperbambini: http://wikiperbambini.wikispaces.com/
A questo proposito non posso non citare McLuhan che mi torna alla mente
quando negli anni ‘60, anticipando di gran lunga i tempi, parla delle tecnologie e
sostiene il loro essere estensione, prolungamento e potenziamento del corpo e della
mente.
“Ogni invenzione o tecnologia è un'estensione o
un'autoamputazione del nostro corpo, che impone
nuovi rapporti o nuovi equilibri tra gli altri organi
e le altre estensioni del corpo.”115
Criticità
1. l’introduzione nella scuola delle TIC è una realtà circoscritta a una
minoranza
2. manca una continuità nel passaggio fra ordini diversi di scuola
115
McLuhan M., Gli strumenti del comunicare, Net, Milano, 2002
72
Liquid publications
Positività
1. Alta motivazione alla scrittura, anche in situazione di condivisione,
benché nella scuola primaria sia un momento complesso e difficile da
attuare
2. maggiore propensione alla collaborazione
3. sviluppo di senso critico nei lavori di gruppo
4. attenzione alla modalità di scrittura nelle comunicazioni con gli altri
bambini
5. aumento del piacere di raccontare, far vedere, spiegare
6. prolungamento e forte connessione delle attività sviluppate a scuola
nel tempo privato
7. propensione alla scoperta
8. utilizzo di modalità diverse per rappresentare e/o raccontare la
conoscenza (es: mappe concettuali, ipertesto, …)
9. dimestichezza con le tecnologie
73
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74
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116
Dall’intervista a P. Lévy: http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/biblio.asp?id=194&tab=int
117
Ibidem, dall’intervista a P. Lévy
75
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Che cosa, dunque, può fare la scuola per perseguire un percorso innovativo e
aderente a ciò che la società offre e a ciò che la società richiede?
Vediamo di prendere in considerazione le questioni più evidenti, alcune legate ai
docenti, altre agli allievi e, non ultimo, alle tecnologie.
Sul fronte dei docenti c’è da ripensare innanzitutto agli spazi e ai tempi della
formazione, continua, sia sul piano tecnologico che, soprattutto, su quello metodologico
e didattico; parallelamente, sarà indispensabile prospettare nuovi modelli di scuola in
virtù di nuovi media che, diventati pervasivi, porteranno all’abbattimento della vecchia
e rigida struttura della scuola e dei saperi, affiancando l’introduzione delle tecnologie in
maniera diversa da come fino ad ora si è fatto. La stessa didattica, infatti, che per anni
ha assegnato al libro e all’insegnante un ruolo centrale, deve ora rivedere e rimettere in
discussione le certezze raggiunte. Le innovazioni tecnologiche, d’altra parte, così
mutevoli ed estremamente volatili, ma pervasive, portano anch’esse a sentimenti di
incertezza e mettono in difficoltà l’intero sistema, scolastico e non.
I nuovi media, oggi, sono integrati nell’uomo e nel vivere quotidiano, tanto da
essere considerati “tecnologie cognitive”118 perchè rappresentano strumenti capaci di
integrazioni con i modi del pensiero, estensioni del pensiero stesso, che portano nel
tempo ad aprire a forme e stili di pensiero nuovi. L’integrazione mente-medium ha però
necessità di tempo per stabilizzarsi e gli effetti non saranno immediati, ma emergeranno
nel tempo.
Il ruolo dell’insegnante in tutto ciò diventa rilevante, tanto che dovrà
necessariamente riconfigurare il proprio modo di insegnare in modo tale da mettere le
Nuove Tecnologie in sinergia con gli studenti, con l’azione didattica quotidiana e con i
processi della mente.
A questo punto sorge un’ulteriore considerazione che va sviluppata ragionando
sul come le N.T. si siano evolute diventando un “aggregato” di media e come ciascuno
di essi offra opportunità di conoscenze diverse. Inoltre, c’è da osservare come i nuovi
media si affianchino ai meno recenti per offrire ambienti di apprendimento che sempre
più coinvolgono i nostri sensi, tutti, portandoci così ad operare una ridefinizione delle
loro finalità originarie per intravederne di nuove, a carattere didattico-formativo,
orientando tutti gli attori della scuola verso sfide diverse.
118
Antonio Calvani, I nuovi media nella scuola, Carocci Editore, Roma, 2000, pag 16.
76
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Sono questi tutti aspetti che negli ultimi 15-20 anni sono stati parecchio
considerati e portati avanti da forze politiche, da dirigenti scolastici, da formatori e
insegnanti, ma i risultati sono stati inferiori e diversi da quelli ipotizzati e auspicati.
Che cosa è mancato, allora?
La mia esperienza scolastica mi fornisce alcune risposte, che ho ritrovato
aderenti al pensiero di molti teorici.
Ho praticato negli ultimi 15 anni percorsi didattici integrando le tecnologie
nell’agire quotidiano. Non un laboratorio di informatica da “abitare” una volta alla
settimana, ma:
1. computer in classe da fruire costantemente
2. internet, come fonte di scambio e di costruzione del sapere, per
aprire la classe e abbattere i muri verso realtà diverse, verso orizzonti
lontani
connettendo gli individui con la rete
promuovendo la collaborazione con altri alunni di scuole
disseminate nel territorio italiano
stimolando una partecipazione attiva dell’individuo in una
collettività globale.
A ciò si unisce una continua formazione e una costante autoformazione, attraverso
contatti informali con insegnanti di altre scuole e attraverso la partecipazione libera a
comunità di pratica dove i docenti discutono, progettano e si sorreggono
nell’impegnativo percorso di promozione di costruzione e di organizzazione della
conoscenza. Si parla ora, infatti, di apprendimento continuo, dove ciascuno dovrà/deve
imparare ad apprendere da altri, a cooperare, a cedere e a trasmettere conoscenza.
Il mio percorso mi porta a pensare come sia importante procedere cercando di
promuovere una graduale ridefinizione del ruolo dell’insegnante che si trasforma in
animatore, riorganizzatore e manager della conoscenza, in colui che insegna a cercare
conoscenza.
Basterà tutto questo? Forse no… Forse sarà necessario pensare anche a rivedere le
discipline eliminando quelle gerarchie e quelle barriere che rendono frammentato il
sapere e tentar così di fissare nuove frontiere del sapere, anche e fortemente utilizzando
la Rete, che riveste una grande importanza per molti motivi. Infatti, Internet:
77
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Molti di noi, ormai, sono costantemente collegati a Internet; accediamo alle fonti
disponibili da incorporare, riplasmare, ritrasmettere: informazioni da assemblare
insieme ad altri, tutto e tutti innescati in un processo collaborativo e condiviso di
manipolazione dei contenuti e di costruzione della conoscenza.
Riflettendo ancora, oltre ai tempi, agli spazi e agli strumenti disponibili a scuola,
rilevo un ulteriore passaggio praticato nella mia attività, importante, ed è stato il tenere
in considerazione anche la mia dotazione personale, quella degli alunni e delle rispettive
famiglie e non unicamente gli strumenti che hanno avuto e hanno carattere sociale,
presenti a scuola e a disposizione della comunità. Questo, forse, grazie anche alle
tecnologie personali, potrebbe essere un ulteriore passo in avanti per raggiungere la
tanto auspicata, discussa e studiata personalizzazione dei processi di apprendimento.
In riferimento a questo passaggio credo doverosa anche una riflessione sui libri
di testo che così pensati non sono più funzionali, sono spesso inutili, sempre costosi,
deprimono la curiosità e presentano contenuti già sviluppati e digeriti da altri, ovvero
l’esatto contrario di ciò che ci si aspetta da una didattica che costruisca il sapere. Tali
testi dovranno necessariamente perdere quella caratteristica di fisicità e solidità
assumendo necessariamente quella di testo liquido, permeabile e miscelabile ad altri
contenuti, creando così un flusso continuo di integrazioni e sinergie e facendolo
diventare vero e proprio ambiente di apprendimento.
Inoltre, osservando come le cose stanno cambiando e buttando l’occhio un po’
verso il futuro prossimo, possiamo tentando immaginare come si trasformeranno le
tecnologie che diventano sempre più mobili e che sembra si stiano progressivamente
ibridizzando: un po’ computer, un po’ tablet, un po’ telefono…
78
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79
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80
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CONCLUSIONI
119
MediaMente: Intervista a Pierre Levy -
http://www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm9899/aforismi/990517.htm
81
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quegli allievi dovranno continuare a farlo per tutto il resto della loro vita
sociale e professionale;
2. la consapevolezza di come sia necessario ormai apprendere continuamente e
che il fenomeno della formazione permanente sia riservato ormai a tutti;
3. la grande azione di tracciabilità e indicizzazione per trovare e organizzare
quel sapere disperso, pronto per essere sviluppato e approfondito da altri, pur
non dimenticando che la selezione ultima è operata dall'individuo ed è lui
che ha in mano gli strumenti per realizzarla con efficacia;
4. la maturazione della consapevolezza di come le nuove tecniche digitali e
informatiche, possono fornire supporto alle tecnologie intellettuali, che
trasformano ed estendono le nostre capacità cognitive: la nostra memoria
liquida, con le banche-dati, gli ipertesti e gli iperdocumenti;
5. il consolidamento di pratiche che devono rifarsi a canoni culturali che
dovranno affermarsi e consolidarsi nel tempo per arrivare ad una sempre
maggiore globalizzazione della cultura, ricordando che “la mente degli
individui è inserita nella mente più ampia del gruppo, del sistema sociale e
del sistema ecologico, partecipando così a una sorta di ‘mente globale’ che è
il mondo stesso. La rete è una straordinaria metafora della mente espansa,
ognuno di noi è un singolo neurone di una tale mente”120.
In conclusione…
… non sappiamo come sarà, qualche idea c’è, ma nulla di certo, però
sappiamo cosa dovremmo poterci fare…
120
Tratto da “La mente tecnologica” di Sergio Stagnitta,
www.consulenzepsicologiche.it/.../mentetecnologica.htm
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121
Centro di Geobiologia, Università degli Studi Carlo Bo, Urbino:
http://www.slideshare.net/Steamdave/presentazione-mana-ebookfest-2010.
L’immagine è tratta da: http://www.mariorotta.com/knowledge/wp-
content/uploads/2011/02/PDLE_Como_MR.pdf
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http://www.grancaffescuola.it/maestrapatrizia/med/b_gr3/pat/cmc/bcmchome.htm - La
CMC, dal Progetto d’esame del corso a distanza “Multimedialità e Didattica”
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