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Utente e-GdP: solaro - Data e ora della consultazione: 7 maggio 2011 14:04

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INSERTO DEL GIORNALEdelPOPOLO


ANNO VIII - NR. 18
www.gdp.ch
SABATO 7 MAGGIO 2011
Cult u r a
GDP +
nell’inserto
Maggio, mese
di scrittori e saloni
L’intervista al grande scrittore apre l’inserto di
questa settimana. La seconda si è trasformata in
un omaggio a Ernesto Ferrero, saggista e
direttore del Salone del libro di Torino sul quale lo
abbiamo interpellato, mentre Gilberto Isella ha
recensito la sua ultima fatica dedicata ad Emilio
Salgari.
AHARON APPELFELD A Lugano ha ricevuto il premio “Culture della Pace” In terza troviamo il resoconto della conferenza
organizzata a Bellinzona dall’Associazione

Israele, il male umano


ticinese degli insegnanti di storia (atis):
“Quando le carte parlano. Le relazioni estere
della Svizzera alla luce dei documenti
diplomatici”, di cui hanno trattato Maurizio
Binaghi e Sacha Zala. Completano la pagina la
recensione di un nuovo spettacolo del Teatro Pan
e la rubrica “Intorno al jazz”. In quarta scriviamo

e Dio presente nel silenzio sul documentario “Nel giardino dei suoni” che
viene proiettato in questi giorni al Cinestar.
Ancora teatro e cinema completano la pagina.

Abbiamo colto l’occasione della presenza nel Ticino


di uno dei più grandi scrittori in lingua ebraica per rivolgergli
alcune domande sui suoi temi di sempre.
La possibilità di un compromesso in Medio Oriente,
l’esperienza della malvagità umana e l’importanza della fede.
di IDA SOLDINI

Professore, desidero farle tre doman- Israele, al quale noi ebrei siamo sto-
de che occorre però considerare insie- ricamente legati. Certo non è facile.
me, perché in fondo riguardano tutt’e Ci sono 50 milioni di arabi che non
tre la stessa realtà. La prima è sulla sono affatto soddisfatti del fatto
situazione del popolo d’Israele oggi, che noi esistiamo. Ma io sono otti-
che non è pensabile senza lo Stato d’I- mista. In altri luoghi questo ha po-
sraele. Ma uno Stato è uno strumen- tuto cambiare, per esempio in Euro-
to, che non può né fondare né conser- pa. Quanti massacri ci sono stati qui
vare un popolo. Lei vive in Israele da in Europa, quanta guerra si sono fat-
65 anni. ti gli europei fra di loro, eppure ades-
Questo popolo è antico, la sua so si ha l’impressione che si siano ebrei europei. Però i miei nonni, che
lunga storia conta già quattro-cin- calmati, si ha l’impressione che ab- erano proprietari terrieri e vivevano
quemila anni. È stata una storia tra- biano imparato a vivere in pace fra nei Carpazi ucraini, erano persone
gica, eppure il popolo d’Israele sus- loro. E speriamo che possa succede- religiose. E io passavo da loro le lun-
siste sempre ancora. Bisogna dire re anche da noi in Medio Oriente. ghe vacanze estive. Erano delle per-
che oggi è un popolo complesso, Ma i prerequisiti è che si razionaliz- sone silenziosamente religiose: lo vi-
perché in Israele ci sono qualcosa zino i sentimenti, cioè che si espri- vevano senza doverne parlare. I
come 70, 80 lingue mano; e che si sia miei genitori invece non erano reli-
e mentalità diver- disponibili al com- giosi: erano persone molto colte, po-
se. Quello che uni- promesso. E così tevano leggere senza difficoltà un te-
fica, che identifica di questa sua pri- sto latino o greco e amavano la cul-
la gente, è che si ma domanda ho tura tedesca, la musica, la letteratu-
sentono tutti fatto un lungo di- ra, la filosofia, ma non avevano più
ebrei. Vengono scorso… una cultura ebraica, non appartene-
dall’America, dal vano a nessuna comunità ebraica.
Sudamerica, dal- Era una domanda im- Non pregavano. Io però pregavo…
l’Europa, dall’Afri- pegnativa: le propon-
ca, dall’India, dal- go la seconda, che lo È infatti l’ultima domanda, più gran-
l’Asia portando è ancora di più. Lei de ancora delle due precedenti. Gli uo-
con sé la propria ha vissuto a lungo, e Immagini dello mini nostri contemporanei hanno
lingua e la propria questo solo fatto im-
il senso della memoria scrittore che ha una grandissima difficoltà: non han-
mentalità. Il mon- plica che abbia dato Il 4 maggio Aharon Appelfeld ha ricevuto dalle mani di Amy-Diane Co- trascorso alcuni no nessuna esperienza di Dio. Nel mi-
do intero si riflette risposta alle doman- lin il premio che la Fondazione delle Culture per la Pace, da lei presie- giorni a Lugano. gliore dei casi, Dio è per loro un con-
in Israele. Natural- de più importanti di duta, ha intitolato a Bertha von Suttner, la prima donna a ricevere, nel Appelfeld è nato cetto teologico. Vorrei chiederle: chi
mente questo è un uomo. Per questo 1905, il premio Nobel per la pace. L’incontro si è svolto all’USI di Lu- nel 1932 è Dio per lei? E in questa domanda è
anche un bel pro- le chiedo: qual è il gano, in un auditorium non gremito ma attentissimo. Ad onorare co- in Romania. compresa anche quest’altra: che espe-
blema, e ci vorran- ruolo del male, della La sua vita rienza ha fatto del silenzio, del fatto
no forse ancora due, tre generazio- malvagità nella vita dell’uomo? Non
lui che è certamente uno dei maggiori scrittori viventi di lingua ebrai- è stata segnata che una presenza non si dica necessa-
ni prima che si costituisca un’unità del male naturale, come i terremoti, ca, una lingua alla quale ha contribuito in prima persona a dare nuo- dalla tragedia: riamente in parole?
anche sociale più radicata. Israele è o la morte, ma del male che viene dal- va vita, c’erano il prof. Renato i nazisti Questa però è una domanda per un
uno stato ebraico, con così tante di- l’uomo: del male che io faccio e che Pamini in veste di rappresen- gli uccisero libro intero! Come le dicevo, la mia
verse mentalità e lingue ebraiche. In viene fatto a me. Perché c’è? Che sen- tante della Città di Lugano, pa- la famiglia famiglia, i miei genitori, non erano
ciascuna lingua ci sono particola- so ha? Come si può pensarlo? Come si trocinatrice del riconoscimento, e lui a nove anni religiosi. Ma i miei nonni lo erano,
rità: uno viene dalla Romania, ma la può sopravvivere ad esso? e l’onorevole Marco Borradori. si trovò solo. senza che ne parlassero. Certo se
sua lingua non è proprio il rumeno, Anzitutto il male esiste. Non si può La memoria è il soggetto tratta- Sopravvissuto avessero fatto una cosa proprio ri-
ha delle particolarità; oppure un al- dire che non ci sia. Io sono passato to da Appelfeld nella sua prolu- al lager, dopo provevole, i nonni sarebbero inter-
tro viene dall’Italia, e quel qualco- attraverso qualcosa che si può chia- sione di ringraziamento: «La una serie venuti, ma in tutto i miei genitori
sa di specifico che appartiene agli mare inferno. Posso raccontarle memoria continua a ripeterci di peripezie, erano liberissimi. I nonni erano
ebrei italiani, egli lo porta con sé. Per molte cose di ciò che è il male uma- che quello che è accaduto una si rifugiò persone silenziose, e avevano un
uno scrittore è un’occasione unica, no: e infatti non solo hanno fatto il volta non è andato perduto. in Israele. Come rapporto silenzioso con le cose: con
per osservare la gente, le donne, i male, ma l’hanno soprattutto colti- Per una persona che crede nel- dimostrano il tavolo, con la lampada, con il libro.
bambini... vato. Come rapportarsi con questo la vita dopo la morte, la memoria rafforza tale fede, e per una perso- i suoi libri, Mi ricorderò sempre come mio
dato? Molte sono le risposte teolo- na che invece si situa nello spazio vuoto della laicità, la memoria è for- non ha mai perso nonno un giorno ha preso in mano
Un popolo mobile giche che sono state date, però per la speranza un fiore e l’ha guardato con immen-
se l’unico modo di percepire che la nostra esistenza è qualcosa di più
che aspira alla stabilità me si tratta soprattutto di una que- di un presente frammentario». e l’ottimismo. sa meraviglia, con stupore. E non era
stione umana. Preferisco affrontar- La traduzione dell’opera letteraria di Aharon Appelfeld in italiano è sta- affatto un fiore speciale! Tutto nel-
Gli ebrei sono in qualche modo le- la non da un punto di vista teorico, (foto Demaldi) la sua vita era intessuto di questa
gati a tutto il mondo, alla civiltà eu- ma dal punto di vista umano. Cos’è
ta a suo tempo fortemente voluta da Primo Levi ed è oggi disponibile meraviglia, e io credo che venisse
ropea, a quella araba, a quella afri- l’uomo? E dove va l’uomo? Nell’in- dall’editore Guanda. dalla sua profonda religiosità. Non
cana e anche a quella asiatica. Sia- ferno in cui sono stato si sono viste aveva bisogno di parlarne, perché ne
mo legati al mondo, lo siamo sem- grandissime malvagità: gli aguzzini viveva. I miei nonni non hanno mai
pre stati. Quando in un luogo la vi- erano malvagi, le vittime erano parlato della meraviglia, ma me
ta diventava difficile, ci siamo spo- spesso troppo deboli per essere tutti sono mostri. È chiaro allora che non riesca più a vivere insieme con l’hanno data come un regalo. La me-
stati. Anche gli italiani e i ticinesi so- malvagie, ma se avessero potuto al- occorre essere sempre ben desti lui. Poi in quest’inferno c’erano uo- raviglia e il silenzio. Non predicare,
no emigrati in America e in Austra- cuni lo sarebbero stati. E in questo per poter vedere il male, e il bene. In mini capaci di parlare di cose del- ma essere. E chi è Dio? Un grande
lia. Ma questo per loro non è la re- contesto accadeva che uno ti desse te e nell’altro. E così, io che sono vis- lo spirito, di cose divine, in un mo- studioso del Rinascimento, Aby War-
gola. Invece per gli ebrei è sempre l’ultimo pezzo della sua razione di suto nell’inferno non sono un pes- do inimmaginabile. Ho conosciuto burg, un ebreo tedesco morto nel
stata la regola ed è per questa ragio- pane. E questo è divino. Così questo simista: c’è qualcosa d’altro. nel lager un uomo che studiava tut- 1929, ha detto: «Dio non è un’idea.
ne che noi siamo sempre stati anche pezzettino di pane non significava ti i giorni una pagina del Talmud, na- Dio è nel dettaglio». Cioè Dio è in
legati ad altri popoli. Israele è per- per me solo il nutrimento, ma anche turalmente senza avere il Talmud, questa pera…
ciò un popolo mobile, ma per quan- che l’uomo è sì malvagio, ma che c’è La bontà cresce che non è certo un testo facile! C’è
to tempo ancora durerà? È un popo- qualcos’altro. Che ci sono in qualche anche nell’inferno la sofferenza, ma accade che lo spi- E nel pezzetto di pane che un altro mi
lo mobile che aspira alla stabilità. modo delle piccole luci. E sono rito sia più forte. da…
Noi non vogliamo emigrare ancora, queste piccole luci ad avermi dato Ho visto così tanta sofferenza che ho Io vengo da una famiglia ebraica do- Sì, ma questo è già un aspetto mo-
non vogliamo non essere amati, vo- la vita. Ho saputo che l’umano può rispetto per il corpo umano, perché ve la religione non veniva più prati- rale, mentre si tratta di qualcosa che
gliamo avere un luogo e lo Stato d’I- essere davvero umano. C’è qualco- il corpo sopporta così tanta soffe- cata. L’assimilazione è stata un pro- viene ancora prima… Si tratta del-
sraele sorge oggi nel luogo storico di sa di buono nell’uomo, perché non renza, e può accadere che l’anima cesso di centocinquant’anni per gli la pera che stringo fra le mani.

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