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I CLASSICI DEL PENSIERO DIONIGI AREOPAGITA

Vittorio Mathieu, direttote

SEZIONE I
FILOSOFIA CLASSICAE TARDO ANTICA
TUTTELE OPERE
Giovanni Reale. direttore
GERARCHIA CELESTE - GERARCHIA ECCLESIASTiCA
NOMI DIVINI - TEOLOGIA MISTICA - LETTERE

Traduzionedi Piero Scazzoso

Introduzione,prefazioni,parafrasi,note e indici
di Enzo Bellini

A,D,9'6Y

Quest'operaè stata curata dal


CENTRO DI RICERCHE DI METAFISICA
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

RUSCONI
242 EH VII rlr L1, 568o-569a.
e che comunicacon essocon santi progressi,e che conserva
così la sacradisposizionereligiosamenteformata da un pa-
drino che vive in conformità con Dio.
t56SDl O figlio, questi sono gli spettacolidi unione
così belli della nosta gerarchiavisti da me. Da parte di al- NOMI DIVINI
ui spiriti forse più perspicacifurono viste non solo queste
cose, ma altre più evidenti e più divine. Per te, come io
credo, risplenderanno in pieno bellezze più abbaglianti e
più divine, se userai le mie parole come un ponte di pas- ...tj1 riúvrov aitíq rcaì, ùnÈp nd,vta oúog
rcaì, tò àvóvupr,ov Ècpapplóoer,rcai rióvra tù
saggioverso il raggio superiore.Dunque, o amico, traman- -;,., x.,-..*, 4,,4,,---
dami un'illuminazione più perfetta t569Al e mostra ai
...a11aCausa <ii tutte le cose e che è superioie
miei occhi le bellezzepiù convenienti e più capacidi unire a tutte lc cose non si addice nessun nome e
a Dio, che tu hai potuto vedere. Io confido che con il mio si addicono tutti i nomi deile cose che sono...

discorso potrò accenderele scintille del fuoco divino ri- I 7, 5g6C


ooste in te.
246 NoMr DrvINr PREFAZToNE 247
quanto riguarda l'orígine (ueazione) sia per quanto ri- Corne tali si riferiscono a Dio nella sua totalità, e non alle
guarda il modo di interuenire nel mondo (Incarnazione). singole ipostasi. Essendo ricauati dagli esseri creati, tutti
In tale ordine di idee I Nomi divini indicano le più questi norni debbono essererif eriti a Dio tenendo ben pre-
perlette cotnunicazionidi Dio, cioè l'opera ueatrice consi- sente che Dio è oltre: ogni uolta che gli si attribuisce un
derata nelle sue forme più generali; e corne tali si deaono norne,ci si deae subito affrettarea soggiungereche gli cotrz-
prendere in considerazionedopo i ruomi che esprimono il pete in rnanieradiaersa rispetto a come competealle crea-
mistero della Trínità e della Incarnazione (clte non rien- ture (capitoli I-II).
trano nell'ambito della creazione) e prima dei norni che A questeosseruazionidi caratteregenerale,che costi-
iitdicano gli esserimateriali, cioè le rnanifestazionipiù par- tuiscono la aera introduzione, scritta per spiegareil signi-
ticolari dell'opera creatùcedi Dio. Per questo Dionigi dice ficato dell'opera,segueuna speciedi secondaintroduzione,
di auer scritto, prima /el Nomi divini, /e Istituzioni teo- di caratterepratico, doue Dionìgi illustra Ia irnportanzadel-
logiche (per esporre i norai riguardanti Ia Trinità e la In- la preghiera e giustifica la sua decisionedi riprendere un
carnazione) e si propone di scriuere,dopo i Nomi divini, argoînentogià trattato egregianzente dul suo maestro lero-
laTeologia simbolica (per esporuei nomi ricauati dal moru- - -
teo. Questo mio lauoro spiega auol essereseftxplice-
clo ruateriale).Unprogettoche gli sta rnolto a cuore,tant'è rnente una esposizionepiù lacile di ciò che il maes*o ba
aero cbe ne parla anche,come di opera già conzpiuta,nella detto in ruanieraconcisa.In tal rnodo il nostro scritto si
Teologia mistica (capitolo III). Tutte questefonne di co- inseriscein. una tradizionedi scuola (capitolo III).
noscenzad"i Dio partono dai sensi, essendodestinate aI- I noni esaminati (la trattazione corninciacon iI capi-
l'uomo c/te uiue stîettamente legato al mondo nzateriale: tol IV) si riallacciaito sirnultanearTtentealle tradizioni bi-
solo nella uita eternaegli potrà conosceredirettamenteDio. blica e platonica, ma ruell'indiuiduarele esatteragioni della
I norui diuini che saranno spiegati in questo scritto sceltae dell'ordine con cui si presentanonon si può andare
corcsiderano Dio corue causadi tutto ciò c/ie esiste.Come oltre un'ipotesi probabile. È perlettanente contprensibile
tali si distinguono dai norni che indicano i rapporti tra le che al prinro posto stia il Bene (e gli altri nonzi ad esso
ipostasi diuine e si riferiscono a tutta Ia Trinità senzadi- collegcti, come Luce, Bellezza,Araore), in quanto la bontà
stinzione. Ma la causalità diuina può essereconsideratanel- è la ragione ultirna dell'opera creatrice di Dio (capitolo
Ie sue forme più generalio negli oggetti particolari. I nomi N). Si capisceancbe che subito dopo questo nome siano
qui esaminatiindicano appunto la causalitàdiuina nelle sue spiegatii nomi Essere,Vita, Sapienza(o Intelligenza o Ra-
determinazioni principali (sono i noni intelligibili), gli giorce),che indicanole rnanilestazionipiù generalidel Bene
altri, cioè i nonzi ricaaati dalle realtà particolnri, sono trat- e determinarcoi tre gradi fondanzerttalidi esistenza:esi'
tati nella Teologia simbolica. Questi nomi debbono essere stenzasenzaaita, esistenzae aita, esistenza,aita e intelli-
ricaaati dalla SacraScrittura (Dionigi è fedele al suo costan- genza (capitoliV-Vil). Ma assaiftxenocornprensibileè Ia
te proposito!) e debbono essererettalnenteintesi. Quando sceltadegli altri norni. I norni esanuinatinei capitoliVlU-
si ascolta Ia spiegazionedi un nonte diuino, non si deue IX (Potenza,Giustizia, Saluezza,Redenzione,Grandef Pic-
pensareche essoesprinaal'essenzadi Dio, che è per natura colo, Medesimof Altro, Simile/ Dissimile, U guaglianzaf Ine'
sua inaccessibilead ogni intelligenza creata. Si tratta, dun- guaglianza) possono forse significare cbe Ia proouidenza
que, di nomi che esprimonoiI rapporto tra Dio e il creato. diaina consernale coseciascunanel sao grado di essere.II
248 NoMI DIvINI pREFAzToNE 249

tema dominante è che gli esserisono diuersi perché Dio Ii personalmente,e il Padre e Io Spirito Santo semplicemente
ha creati così e li conseruatali; na le coppie di noni con- corne partecipi di quella decisione.
trari signif.cano ancbe che Dio è sirnaltaneamentetrascen- Il capitolo lV presenta, per così dire, due affrescbi
dente e proauidente. I nomi Onnipotente (pantokr6tor) e îxettamentecontrastanti.Nella prima parte troaiarno Ia ce-
Antico dei giorni indicano la souranitàdi Dio sullo spazio lebrazionedel norue Bene (e di altri ad essoaffni),latta
e sul tenpo (capitolo X). A questi si possonoaggiungere in un tono altamentelirico e con il paleseproposito di irni-
i nomi Santo dei santi, Signore dei signori, Dio degli dèi, tare (e qualche aolta anche di riprodurre) alcune lamose
che indicano la souranità diaina sugli uomini e sugli an- pagine del Convito di Platone; nella secondaparte, inuece,
geli ( capitolo XII ) . si esaminail problema della consistenzaontologicadel ma-
Infi.ne,si esaminanoi nomiPace eUno (aI nonaePer- le, ouaero il rapporto tra il. male e Ia causalitàuniuersale
fetto si accennaappena) per indicare come Dio u.nificala e la proaaidenza diaina. Il tono lirico della prirlxa parte
uarietà dell'uniuerso.La Pace è la forza diuina che penetra raggiungeil suo uertice nella celebrazicnedell'Eros plato-
tutto I'uniaerso (nessunazona Ie slugge). Questa forma nico, identificato con I'agapecristiana e interpretato come
unificatricedella Pacediaina riconducetutto l'uniuerso alla un uscireda sé (éros ekstatikós),in direzioni uarie a secon-
uruitàe riuela la unità diaina. Ma sarebbeuna follia pen- da del grado di esserein cui i singoli amanti si collocano.
sare di comprendereIa unità dt Dlo alla luce della unità II problema dell'origine del rnale è afrontato con Ia preoc-
cbe si riuela nel mondo. L'unità di Dio non assomigliaa cupazionedi spiegareperché esistono degli spiriti cattiui,
nessuîtadelle forme di unità che si trouano nel mondo, rna se Dio ha creato tutte Ie cose.GIi spiriti cattiai - spiega-
è un'unità sui genetis,per cui si può dire, senzacontraddir- sono stati creati buorti da Dic, lne sollo cliuenuti caltiui per
si, che Dio è uno e trino (capitoli XI e XIII). Ioro libera scelta.Tutti gli essericreati da Dio sono all'ori-
Entro questa possibile traccia di lettura si inserisce gine buoni; se diuentano cattiai, è percbé gli aiene a matL
qua e là Ia irattazione di alcuni argomenti che meritano at- carequalcosacbe gli è douuto, e ne rn(tllcat'ro per un insieme
tenta considerazione. Talaolta si tratta di una speciedi note di cause,poste, per libera scelta, dalle creature.
esplicatiae,talaltra di prese di posizìoneper preuenire ma- I norni Essere,Vita, Sapienza(esarninatinei capitoli
Iintesi o lraintendirizenti.Così, ad esempionel capitolo II, V-VII) sono presentati come Ie determinazionipiù. gene-
spiegandocl:e i nomi diaini si rileriscorto all'opera ueatri- ra[.i del Bene (che si estendeanche al fion essere,cioè a
ce di Dio, Dionigi fa una breue esposizìorce del dogma ui- ciò che ancoradi latto non esiste). È paleseil proposito di
nitario e d,eldognta cristologico)come per dire che Ia sua dare urc significato cristiarcoa questi rcomi. Così la Vita
trattazione dei nomi diuini non li comproftxette.Il sao ra- uiene identificatacon la <<uita eterna>>dei Vangeli e Ia In-
gionarnentosi può esprimerepressappococosì. Accanto a telligenza(Noús) dei Platonici uiene identif.catacon la Sa-
nomi che indicano I'opera creatrice Ci Dio, ci sono nomi pienza diuina della Sacra Scrittura, e precisamentecon Ia
che indicano la sua uita intineae che non bttnno nulla a cbe <<stoltezza(moría) della croce>>,cbe aiene intesa da Dioni-
fare con la creazione:non si laccia confusionetra gli uni e gi corizesupersapienza. Ma in questi capitoli si trouano al-
gli altri. Per quanto riguarda i rapporti tra Dio e il mondo, cune osseroazionidi caratteregeneralecbe mettono bene in
è uero cbe essi riguardanotutta Ia Trinità, ma c'è un caso, luce la originalità di Dionigi nel rnodo di intendere i norni
la assunzionedella natura umana, che riguarda il Figlio diuini. Essi non so'txo- spiega- ipostasi distinte dotate di
250 NoMr DrvrNr
una reale causalità (come aoleaa Proclo), lna ufla para e
sernplice mediazione dell'unica causalità, cbe è propria di
Dio. Questi norni indicano bensì Ie realtà partecipatedalle
creatare come sussistenti (l'Essere-in-sé,clte fa sussistere
i singoli esseri, Ia Vita-in-sé, che la sussisterei singoli ai-
aenti, ecc.), ma quand,'ancbe si concepisserocome ipostasi
sussistentidistinte da Dio, ad essinon si può e non si deue
attribuire alcuaa aera e propria causalità.Questa rimane
esclusiaamentedell'unico Dio Trino (capitolo V B-10). Ar coxrnerEllo Truoreo rL pRETEDroNrcr
Nel capitolo VI si mette in luce Ia differeru.zatra la
uita degli uornini e quella degli angeli: pur riconoscendone Capitolo I
la somiglianza ( gli uni corne gli al*i sono destinati alla L, urtooo psLL'opEnAE LA TRADTZToNE DEI NoMr DrvrNr.
deificazionee alla unione con Dio), Dionigi sottolinea che In_questo capirolo si presentano i principi e il metodo del_
..
la < uita eterna>>dell'uomo comprende anche la glorif.ca- I-opera. L)opo avere e-sposto, nelle Istituzioni teologicbe, il mistero
zione del corpo attrauersoIa risuruezione.Nel capitolo VII dellaTrinità e dellalÀcarnazione,
qui lautore ,i frr"p.n. ai,pì
1 spre-
gare Ii nomr
nomi divini.
dtvtnl. bono
Sono i nomi che Dio stesso usa nelle Si
il discorsosul rapporto tra gli uomini e gli angeli (ci sono ,
Sacre
Scitture per consentire agli uomini di conoscerlo in manjer aJ
osseruazioniinteressantissirne sulla conoscenzaangelica) si essi_proporzionata. Dio,_ìtrfatti, è in se stessosuperioread ogni
arnplia fino a delineareuna teoria della conoscenzadioina. inteTTigenza,come la intelligenzaè superioreai sensi.Di lui le Sc"rit-
Si prcsenta una esposizionedel modo di conosceredegli tute dicono che è uno e trino e che è causadegli esseritrrtti, sia
come fondamentodell'ordine universalesia petihé si è unitó al-
uomini, degli angeli e di Dio. Una trattazione ana"loga,a
fuomo, in manieratutta particolare,nella ipóstasidet Figlio Gesù
proposito della durata dell'esistenza,sarà fatta più auanti cristo..Tutto questo,Dio ìdesso lo rivela ,ti.uu"rro segnisensibili,
(capitoloX 3).Nei capitoliVilI-IX, di chiaraispirazione in modo che gli uomini Io possanocomprenderea pattlte dai sensi,
platonica, rneritano particolare considerazioneIe riflessioni ma in.seguito,quandogli uomini sarannodivenuti capacidi cono_
scereimmediatamentesenzapassafeattfaversoi sensì,si riveletà
sui rapporti tra imrnanenza. e trascendenzadi Dio rispetto senzasimboli con i raggi fulgidissimidella sua luce. perchéI'uomo
al creato.Infine, è da considerarela riflessionesul rapporto capiscail sensoe i limiti di questarivelazione,più volte nella Sa-
tra i norni diuini e Dio, che chiude il capitolo XI (XI 6). cra Suittura Dio si rifiuta di dire il suo nomej d,altra parte non
In rispostaad una obiezione,Dionigi spiegache Dio si di- disdegnadi esserechiamatocon i nomi delle creature,comì il vento
o il fuoco. In tal modo si può comprendereche Dío in se stesso
stingue dai nomi in quanto è trascendente,ma si identifica non può essereíndicatocon alcun nome,ma come causadi tutte le
con essi in quanto è creatore.Ma comunquesi intendano i cosepuò essereindicato con i nomi di tutti gli esseri.I nomi di
nomi (ipostasi sussistentio atnibuti diuini), Ia causalità Dio si ricavanodalla sua causalità.Ora, quesú si può considerare
è solo di Dio. in, generale.onei diversi gradi di essereeìei singoii esseri.perciò
Dio si rivela con nomi intellettuali (che indicanó appunto la sua
carxalità negli aspetti.più generali). In questa opera iaranno spie-
gati i nomi_intellettuali,mentre lo studío e la spiegazione dei nàmi
ricavati dalle cose sensibili è riservato ad un'aira opera intitolata
l,a teo.logiasimbolica. Secondole norme dell,insegnamenroesote-
rico, l'autore raccomandaal destinatario di non divulgare tale in-
segnamentoai profani.
=-..-

252 DN r 1, 585s-588a
nw r 1, 588n
253
1. tll t585Bl Ora, o bearo,dopo le Istituzioni teo- dei detti divini si offre a noi, se di fronte agli splendori
logichet, io mi rivolgerò, per quanto mi è possibile, all,in- pirì alti ci umiliamo con la moderazionee santità cúe si ad-
terpretazione dei nomi divini. [2] Ma anche ora valga la dice alle cosedivine. [6] rnîatti,se si deve crederealla sa-
legge dei detti saoi, stabilita prima, cioè che noi manife- cra scrittura e sapientissimae veracissima,le cose divine
stiamo2 la verità delle cose dette intorno a Dio non con i si rivelano e si mosrano secondola misura dell,intelligenza
discorsi persaasiui della sapienza.amana lna con la dimo- di ciascuno,mentre la bontà del principio divino. nell"as._ra
strazionedella potenza3mossadallo Spirito negli autori sa- giustizia salva*ice, separa,in un modà che si addice arla
ui', [ 3 ] secondola quale ci congiungiamoin modo inefia- Divinità, f incommensurabilità,come fenomeno che non si
bile e ignoto alle coseinefiabili e ignote in un'unione supe- può comprendere,t is|Bl dalle coseche hanno una
fiorc [58BAJ alla nosua potenzae artività razionalee in- misu-
m10.[7] Come, inf.atii,_lecoseintelligibili rimangonoin_
tellettuales.[4] Adunque, in nessunmodo si deve osare, comprensibili e invisibili per le coseih" ."donJ sotro i
dire o pensarealcunchéinrorno alla Divinità soprasostan- sensi,le cosesemplic-ie prive di figura per le coseplasmate
ziale e occulta tranne ciò che è stato rivelato a noi divina- e dotate di forma, e le realtà incorporeà.h., .rr"nào ,.nra
mente dai detti sacri6.[5] Infatti, f impossibilità di cono- f.orma,non si possonopercepire con il tauo
e sono senza
scerequesta soprasostanzialità,7 situata olffe la ragione, il frgura, sono incomprensibili per le cose formate secondo
pensieroe la sostanza,è ciò a cui si deve atffibuire la scien- hgure corporee,così, secondoIo stessoprocedimentodella
za soprasostanziales, tendendoverso l'alto, quanto il raggio verità, I'Infinirà soprasostanziale staal disopra delle sostan-
ze e così è al di sopra delle intelligenzel,Uìita che è al di
I Si tratta di un'operaa noi non petvenuta, sopra della intelligenza,e da nessunoè pensabileI'Uno che
che lo scoliastadefinisce
<<una speciedi preintroduzíone o di preconsiderazionedi ciò che è stato
detto qua e là nelle Soitture > (PG 4, 1858); ne riassumejl contenuto
è al di sopra del pensiero ed è inesprimibile con qualsiasi
nel capitolo II. Cfr. ancherVT III, 1013A-8. parola il Bene posto oltre alla parcla,l,Unità che unifica
2 ... manifestiamo:Teggiamo
rataòeúfaoùau, secondola corezione tutte le unità rr e la sostanzasoprasostanzialee la Intelli
di Cordier. Pera acceffala lezione raraòeíoooùar e taduce: reuereri.
Alua lezione: rcc,caòr)oaoùar,(legare). genza ínintelligibile e la Parola inesprimibile, r'r*aziona-
3 1 Cor.2,4.
a ...autori sacri: in greco lità e l'Assenza di intelligibilità e di nome, iu quule ,ron
si leggeùeo),ó10u,parola con cui si indi-
cano gli autori dei libri saci; cfr. Ars. VeN naN Diprn. Indices oseudo-
dionysiani, alla voce. stanzialità,che è al di sopra.della ragione, della intenigenzae della
s L'unione con Dio fondata sulla so-
fede è superiore a quella fondata stanza.Ad essa [a1la Divinità] si derie attiibuire 1,
sulla forza del ragionamentoe sulla visione intuitiva., m qual è il suo
catattere specifico?
ó Cfr. 1 Cot. 4.6.
!iii9i t'Cr,è:V,ií í ir"*aeAquinatis,
intibruln';:ZYb::i;într;
dtauîtt.t;om.tttbas> exposi!io,p. 11).
n ...SacraScrittira..
7 <<Sostanza . cosf traduciamoùao),o1ia.
[oúoúa] deriva dal verbo essere [elvar,] e I'essere I0 Più che alludere ad un passoparticolare,'qui si richiama l,idea.
qsprimel'idea di derivazione.Perciò a proposito di Dio non si può parlare difiuse nella Sacra S*itrura, che bio ,i.o"or..
di sostanzain senso proprio, perché Dio è al di 1à di ogni iostahza in il.ir"l; b proo,].';;l
cità. Se si vogliono individuare dei passibiblici particoi;ri;,íì;t;J5;
quanto non è alcuna delle cose che sono, ma è al di soprà degii esseri e
rn.questopassouna combinazionedi Rm. 12,6 e 2 Cor. j,1,4-I6. Ma tale
gli esseriderivano da lui. Infatti, la divinità del solo Dio, chel nascosra misu.rq. si precisa- non consentemai di comprendereadeguata..nt" Oio,
a tutti, è,la potenza tearchicache governa coloro che si'dicono dèi, gli perché..labontà divina non può
angeli.e gli uomini, in quanro è creàtrice di coloro che diventano dèi per .o'nprìra da all"n"esrer;î"rú;: -G
"rr.r.
partecipazionecolei che è Ia Divinità-in-séda se stessae senzacausa)> .".<Da_-qui, dopo avèr separarole-proprietà divine da trii.
proprretà
(PG 4, 185C-188A). degJiesseri,seguendo la m.isuradellanostralingua(perchéa noi
I Così traduce Scazzoso non c possrbileandareoltre), glorificaDio a partire da quelle proprietà
seguendo Cordier. Ma Pera, seguendola da
cui lo ha escluso.E 1o chiama \Jnità, maìnificatrice delle'un'ità.
interpunzione del testo proposta dàl Turturro: < Si ignora questa sopraso- ciè
creatoredelle sostanzesemplici,comegii angelie le anime,
tpC +,lSSÌt
254 DN r 2, 588c-5894 DN I 3, 589s-c 255
esiste secondo il comune concetto di esistenza: è Causa rano fisse il raggio che brilla su di loro e, in grazia del-
dell'esistenzauniversale,put non esistendoessa,in quanto I'amote proporzionato ai ruggi loro elargiti, si librano in
superiore ad ogni sostanza,e così essastessapotrebbe ri- alto sulle ali castamentee santamentecon sacrareverenza.
velare di sé in maniera magismalee saggiat'. 3. [1"U Se noi seguiamo questi equilibri divini, i
2. t9l t588cl Come si è detto, di questaDivinità quali governanotutti i santi ordinamenti delle schiereso-
soprasostanziale ed occulta non si può osare dire o pen- vracelesti; se onoriamo I'oscurità della Tearchia16,che si
sarealcunchéranne quelle coseche, per ispirazionedivina, úova al di sopradella intelligenzae della sostanza,[ 5B9B]
sono state manifestate a noi per mezzo dei libri sacri. con le sacrevenerazioniinteriori che non si possonoinve-
[9] Adunque,come essanelle SacreSmitture benevolmen- stigare, e le cose ineffabíli con un casto silenzio, in tal
te ha tramandato di sé, la scienzae 7a contemplazionedi modo ci protendiamo verso i raggi che per noi brillano
lei (qualunquecosasia) è inaccessibileagli esseriin quanto nei libri saoi e ci guidano con la loro luce agli inni divini,
è separatada tutti in maniera soprasostanziale. E potresti e inondandocidi luce in modo sovramondanoe rendendoci
tiovare moiti sacri autori che l'hanno celebrata non solo atti aITelodi sante,così che possiamovedere le luci divine
come invisibile 13ed incomprensibile, ma anche corne in- donate da quelli in misura adattaalla nostra capacitàd'in-
sctutabile e insieme ininvestigabileto, come se non esista tendere ed elogiare il Principio benefico di tutta la sama
orma alcuna di coloro che sono anivati alla sua occulta in- illuminazione come essostessoha tramandato nei libri sa-
finità1s.[L0] Però, non è del tutto incomunicabileil Bene cri intorno a se stesso.[12] Per esempio,ci diconoche egli
per nessuno degli esseri, ma, in quanto colloca il raggio è la Causa,il Principio, la Sostanzae la Vita di tutte le
soprasosianziale solidamentein se stesso,1o fa risplendere cose; e il richiamo e la rísurrezionedi coloro che sono ca-
per bontà con illuminazioni adatte a ciascunodegli esseti duti in basso,come pure il rinnovamento e ia riforma di
[588D] e stimola Ie sacreintelligenzeverso la contempla- coloro che sono scivolati verso ciò che gr-rastal'ímmagine
zione di sé, pet quanto la possanoesseraggiungere,verso divina; e la saua stabilizzazionedi coloro che si dibattono
la comunione e l'assimiTazione, quelle intelligenze che, per secondoun impuro ondeggiare;eIa sicurezzadi coloro che
quel che è lecito, vi tendono santarnentet589Al e non già stanno ritti; [5B9CJ e la mano tesa verso quelli che si
presumono - e sarebbe impossibile - di raggiungereciò protendono in su verso di lui; e la Luce di quelli che sono
che è superiore alla manifestazionedivina concessaa loro illuminati; e il Principio di perfezioneper quelli che sono
nella giusta misura, né scivolano all'ingiù per la tendenza perfetti; e la sommaDivinità di quelli che sonc deificati; e
verso le cosepeggioti, ma saldamentee senzavolgersi mi- la Semplicitàdi coloro che sono resi semplici; e l'Unità di
quelli che tendono all'unità; Frincipio superprincípaledi
ogni principio in modo superiorealla sostanza;buona elar-
Tutti questi nomi indicano che Dio trascende gli esseri di cui
e .u',r.lt gizione di ciò che è occulto, per quanto è possibile; insom-
t3 Si noti il continuo riferimento alla Sacra Scittura: cfr. 1 Tm.
ma, Vita dei viventi; Sostanzadelle cose che sono; Prin-
7,17 Eb. 11,27 (inuisibile).
', Cfr. Rm. I1.,3i; Ef . 3,8. cipio e causadi ogni vita e Sostanzaper la cui bontà tutti
rt <(Evidentemente, ciò che è finito può essere compreso da ciò
.
che 1o delimita. Ora, se Dio è il luogo di tutte le cose,non in sensocor- 16Così Dionigi indica Dio in quanto principio di deificazíone;per
poreo ma in sensodemiurgico (perché riempie il cielo, Ia tetra e tutto iI
resto ed è al di fuori di essi).evidentementeè Infinità. cioò potenzache (super-
cui gli angeli e le anime sono chiamati dèi e la divinità r)nÉpùeog
non ha limite > (PG 4, 189D-192A). divina); ctu.MT I1,9974.
256 DN I 4, 589o-592s oN t 4, 592c 257
gli esseri sono chiamati aIla vita e mantenuti in essatT. formità dei libri saoi sono state elargite in dono a noi ma-
4. t13l t5BgDl A questecosesiamostati iniziatí dai nífestamentedalla radizione occulta dei nostri precetrori
libri divini e, pet così dire, tu potrai tovare tutti gli inni divinamenteispirati2. [15] In questecosesiamostati ini-
sacri dei sacriautori che distinguonoí nomi di Dio in modo ziati: oru, ín verità, in modo proporzionato alla nostra in-
manifestoe celebrativosecondoi ptocedimentibeneficidel- telligenza, attraverso i sacri veli della benevolenza delle
la Tearchia. t14l Per cui noi vediamo che quasi in ogni SacreScritture e delle tradizioni episcopali(la quale bene-
libro della Saoa Scrittura la Tearchiaè celebratasantamen- volenzaha messointorno alle coseintellieibili un veio sen-
te: come Monade e Unitàtt a calrsadella sua sempiicità e sibile, alle cose soprasostanzialiun velo sostanziale,e ha
unità dell'indivisibilità mirabile, che ci unifica come una attribuito forme e figure a coseprive di forma e di figura,
virtù che ha tale potere di unificazionee, siccomele nosÚe e ha moltiplicato e ha composto la semplicità suprema ed
diversità divisibili sono complicatein maniera sovramonda- esenteda figura nella varietà dei simboli distinguibili), ma,
na, ci raccoglieverso la Monade divina t 59241 e I'Unità allora, quando diventeremo inconuttibili ed immortali e
che imita Diole; come Trinità, a causadel manifestarsidel- raggiungeremola quiete cristiforme e beatissinìa,secondo
la fecondità soprasostanziale delle tre peÍsone,dalla quale il sacrodetto, t 592C1 sernpresaremocol Sigtorea, riem-
tutta Ia paternità esisteed è così cbiatnatanel cielo e sulla piti della sua divina presenza,visibile in santissimecon-
terra2\; come Causadegli esseri,perchéin seguitoalla bon- templazioni,che illumina di luci splendidissime,come i di-
tà sua creatrice di sostanzetutte le cose furono create; scepoliin quella divinissima trasfigurazione 24,partecipando
Causasapientee bella, perché tutte le coseche sono e che della sua intelligibile a noi elargira, con una intelligenza
mantengono incorruttibili le proprietà della loro natura inrperturbabile e distaccata dalla materia, e dell'unione che
sono piene di ogni armonia divina e sacrabellezza; Causa supera la intelligenza nelle efiusioni inconoscibili e beate
amantedegli uomini in modo straordinario,poiché, in una di taggi fulgidissimi , nelT'imitazionepiù divina delle menti
delle sue ipostasi, secondoverità e totalmente comunicò
con noi richiamandoa sé, e sollevando7a bassezzaumana, (e Unità), Trinità e Causa,cioè nella sua semplicità,nella trinità delle per-
sonee nel suo op€rare al di fuori del suo esseie.La'maggior consideraziòne
in conseguenzadella quale in modo inefiabile divenne corn- è riservata qui all'operaread extra, visto a sua volta in-tre aspetti: \a ctea-
posto Gesù che è semplice,l'Eterno prese una estensione zione,Ia conservazione (e il governo)del mondo e la incarnazionea favore
dell'uomo. Della incarnazionesi limita a dire che essa risuarda diretta-
temporalee penetrò nella nostra natura colui che sta sopra- mente una sola delle tre persone, che compotta uta uùotre con una
sostanzialmente olffe tutto I'ordine della natura ne1suo in- umanità completa (così si deve intendere ó),ir6q) e che questa unione
awiene per elevare I'uomo fino a Dio. Sono i dati essenzialidella cristo-
sieme, [5928] conservandoimmutabili e inconfondibili le logia dionisiana ripetuti e precisati anche altrove; cfu., ad esempio, DN II
sue proprietà2t. E tutte le altre luci deificanti che in con- 9-10,6484-6494; Ep. IV 1072A-C.
.2 Queste luci teargicbe sembrano esserei riti liturgici che, non
essendo esplicitamente indicati dalle Sacre Scritture, si pensava fossero
tt Dionigi afierma di ticavare i nomi dalla SacraScrittura, ma in
stati trasmessisegretamente dagli apostoli; cfr. Besrrro, Lo Spirito Santo
realtài nomi che qui cita non hanno conispondentidiretti nei testi biblici, zt,ot.
sebbenenon sia dificile trovare concetti ed espressioniafini. 'z3| Ts. 4,17.
'8 Monade (povúq) e Unità (èvúq), due parole che hanno pres' '?aCfr. Mt. 17,5; Mc.9,6; Lc.9,32.34. Commenta1o scoliasra:
- te 1o stessosignificato,indicano qui un unico concetto.
sappoco <<Nella tisutrezione, i santi con I'incorruttibilità e f immortalità raggiunge-
Loscoliastàvivedeun'allusioneaGv.t7,22 (cfr.PG 4, 196A). ranno Io stato cristiforme risplendendo più del sole, come il Signore
20 Ff ? 15
quando fu trasfigurato sul mdnte. L'Apoitolo dice dei santi che àlora
, ".Questo lungo periodo è armoniosamente congegnato.intre"parti, sarannocome egli è e sarannosemprecon il Signore [1 Ts.4,16] > (PG
che corrispondonoa trc aspettinei quali si considerala divinità: Monade 4, r97C).
258 DN I 4-5, 592v-593s oN r 5, 593c 259
sovracelesti: noi diventeremo, infatti, simili agli angeli, né mezzo di toccado né di conoscerlo2s-, come potrà es-
come dice la verità della SacraScrittura, e figli di Dio, in sere intrapreso il nostro discorso intorno ai nomi divini?
quanto satelnofigli deUarisurrezione". Ii6] Ora dunque, Non si dimostra che Ia Divinità soprasosranziale non si può
per quanto a noi è possibile, usiamo simboli appropriati chiamaree sta al di sopra di ogni nome? [22] Ma, come
alle cosedivine e da questi di nuovo tendiamo, secondola abbiamodetto quandoesponevamoIe nostre Istituzioni teo-
nostra capacità,verso la semplice ed unitaria verità delle logiche, I'Uno, I'Inconoscibile, il Soprasostanziale, il Bene-
contemplazioniintelligibili e, dopo tutta 1a comprensione in-sé, qualunque cosa sia, voglio dire I'Unità uina, che è
delle cosedivine a noi possibile,facendocessarele attività in uguale misura Dio e Bene2e,non si può dire né pensare;
intellettuali, [592D] ci slanciamo,peî qlranto è possibile, ma anche le unioni delle sante potenze che si adattano agli
verso il Raggio soprasostanziale, [17] nel quale tutti i li- angeli (sia che si debbano chiamare efiusioni, sia che si
miti di tutte le cognizioni preesistono in modo più che debbano chiamarerecezionidella bontà superinconoscibile
inefiabile, Raggio che non è possibilené capire né dire, né e brillantissima) sono inefiabili e sconosciure,e ineriscono
contemplarecompletamentein alcun modo, per il fatto che solo a quegli angelí stimati degni di esseal di là della co-
è distaccatoda ogni cosa e supersconosciuto, I18J come noscenzaangelica30. [23] Le intelligenzedeiformi3l, unite
quello che assumein sé in precedenzai termini tutti, in a queste, per quanto è possibile,ad imitazione degli angeli,
maniera soprasostanziale, di tutte [593AJ le conoscenzee quando dopo la cessazione di ogni atto intelletiuale avviene
potenze sostanzialied è collocato al di sopra di ogni cosa, una sifiatta unione t593Cl per le intelligenzedeificateche
e anche delle intelligenze sovracelesti,p"i,rnn poienza in- tendono verso la luce píù che divina, queste anime lo cele-
comprensibiletu.[19] InÍatti, se tutte le scienzehanno per brano in modo eccellentemediantel'allontanamentoda lui
oggetto l'essetee finiscono appunto nell'essete,la Scienza
tt
che è superioread ogni sostanzaè pure al di sopra di qual- Questo elencodi forme di conoscenza, nessunadelle quali con-
sentedi arrivare 6no a Dio, ricalca caralogazioniormai tradizionali.Esse
siasi conoscenza". sono: la_sensazione(aíofuar,q), 7a immaginazione(cpav.cacia), l'opinione
5. t20l E, in verità, se superaogni discorsoe ogni (òóÉ4,che è una congetturaprobabile),il nome (6vopa: forse il concet-
to?), il ragionamento(),ó1oq), il conratto (Èna<pr1, che corrispondealla
conoscenzae sta del tutto anche olffe I'intelligenza e la conoscenzaintuitiva) e la scienza(Ènr,otr)pr1).A proposito del contatto,
sostanzat21l - essoche abbraccia,raccogliee anticipa tut- giustamentelo scoliastaosserva: < Chiama contatto la comprensionein-
tellettuale. Infatti, quando ci slanciamo con l'intelligenza verso le realtà
te Ie cose, rimanendo però completamenteinafierrabile a intell€ttuali per conoscerle,ci sembra di toccarle: ci sembra di percepire
chiunquee non esistepossibilitàdi sentirlo,[5938] d'im- con l'intelligenza che cosa sono, come con il tatto percepiamole cose sen-
sibili. Ma Dio non lo tocchiamo neanche con l'intelligenza>>(PG 4,
maginarlo,di pensarloe non c'è di lui né nome, né parola, 201C); cfr. un elenco analogo(in ordine inverso) in DN VII 3,8728.
'1e...Dio e Bene: i termini greci sono ral. ópr,o&1aùov.
'?sCft. Lc. 20,16. óU,óùeov Ciò
significa che le ffe persone divine sono Dio e Bene nella stessamisura.
'u Si descrive l'itinerario Der arrivare al contatto con il Dio íncom.
Ma non dice che sono consostanziali (épooúor,ov, il termine consacratodal
prensibile: si parte dalla conosienzasensibileper passarea quella discor- concilio di Nicea), perché nella concezionedionisiana Dio è al di sopra
siva ed intuitiva e alla cessazione di qualunque attività intellettuale. A della sostanza(ùnepoúor,oq).
questo punto l'anima si unisce alla luce divina, nella quale preesistono, r <<Dopo aver detto che Dio per
è noi inconcepibile ed ineffabile,
come nella causada cui derivano, le conoscenzee le potenze limitate delle conferma ciò che ha detto di Dio con un arsomento a rninori: se ci è
creature. Questo credo sia il senso dei linziti (népata) e ternini (tinote- ignoto ciò che è proprio degli angeli, che cosà si deve pensare di Dio? >>
paróoer,q) delle conoscenzee potenze sostanziali.
a <<Se le conoscenze {PG 4,20rD-2044).
[scienze] riguardanole sostanzee gli esseri, 3'
Qui le intelligenze (vóeq, parola con cui di solito si indicano gli
Dio, non essendoné nella sostanzané alèunodegli esseri,è, naturalmente, angeli)sonole anime umane,e precisamente gli autori ispirati, secondola
al di soptadella conoscenza > (PG 4,20lA). interpretazionedello scoliasta(cfr. PG 4,2048-C).
260 DN r 5, 593D ott I 6, 596t-Y 261
di tutte le cose esistenti32.Illuminate in maniera vera e zLÒnaliin piena coscienza,quelle inferiori a questein modo
soprannaturalein seguito alla beatissima unione con lui sensibile,e le altre secondoun movimento vitale o per Lrna
perché è la Causadi tutti gli esseri,senzache egli sia nes- disposizionesostanzialee costante3s.
suno di questi, per il fatto che è separatoda tutti in modo 6. t25l t596Al Dunque i saci autori, saiiendociò,
soprasostanziale33. Dunque, questa Supersostanzadivina, la celebranocome innominabile e al di fuori di ogni nome.
qualunquesia il modo superioredi esseredella Superbontà, La celebranocome innominabile, quando afiermano che la
nessunodi quelli che amano la verità al di sopra di ogni Tearchiastessa,in una delle visioni mistiche dell'apparizio-
verità può celebrarlané come parola o potenza, né come ne simbolica3ó,rimproverò colui che avevachiestoQual è il
intelligenzao vita o sostanza,ma come sepaîatain maniera tuo nome?tt, e, come per distoglierloda ogni conoscenza
eccellentissimada ogni abitudine, movimento, vita, imma- del norne divino, disse: Perché domandi il rnio nor,xe?38
ginazione,opinione, nome, parola, pensiero,intelligenza3*, Ìi nirabile". Non è forse, in verità, un nome mirabile quel-
sostanza,stato, posizione,unità, fine, immensità,ed anche lo che sta al di sopra di ogni nome e che manca di ogni
da tutte quante le coseche sono. [24] Ma, poiché,come noine, che è situato al di sopra di ogni norueche si nomina,
t593Dl sostanzadella bontà, è, con il suo stessoesistere, sia in questo ternpo sia nel t'uturo?a0Chiamanola Tearchia
la causadi tutte le cose che sono, dev'esserecelebratada con molti nomi, come qr-randole fanno di nuovo dire: Io
tutti gli esseri cteati la provvidenza divina fonte di tutti sano colui cbe èot,la vita,la luce, Dio, la verità, e quando
i beni. Dal momento che tutte le cosesono intorno a iei e gli stessiautori sacri 1o celebranoin quanto causadi tutte
per lei, ed essastessaesisteprima di ogni cosa e tutte le le cosecon molti nomi presi da tutte ie cosecreate,t5968l
cose sussistonoin lei, e per il fatto stessodel suo esistere come Buono, Bello, Sapiente,Amabile, Dio degli dèi, Si-
tutte le cosesono state tratte allavita ed in questa conser- gnore dei signori, Santo dei santi, Eterno, Esistente,Auto-
vate, e tutte le cosela desiderano: quelie intelligenti e ra- i'e dei secoli42,Elargitore della vita'3, Sapienza,Intelligen-
32...allontaaamento... i5 L'unico Dio, causadi tutti gli esseri,è il fine a cui tutti gli esseri
esiltenti: il termine greco è ,à.Eaipeouq,una
parola con cui Dionigi indica, di solito, il processocon cui si superanoi tendono; ma in manieradiversa secondoI'ordine a cui appartengono.Al
diversi gradi della conoscenza :umana;cfu. MT lI,1025A-B, e la relativa vertice stannogli angeli (intelligenze,che conosconoDio intuitivamente),
nota J in questovolume. subito dopo vengonogli uomini (le anime,che conosconoDio per via di
t' < Che Dio non è nulla si deve intendere nel sensoche non è ragionamento),quindi viene il mondo animale(dotato di senrplicesensa-
nessunodegli esseri.Infatti, colui che è causadi tutti gli esseriè al di zione), seguito dal mondo vegetale(che partecipasolo della vita) e dal
sopra degli esseri.Per cui, quando si parla di Dio, si dice che è dapper- mondo inanimato(che tende a Dio per la sua sempliceesistenza).
ró Sono le teofaniedcll'Antico Testamento.
tutto e in nessun luogo. Dunque, poiché non è in alcun luogo, tutte le
37Gn. 32,27.
cose sono per mezzodi lui e in lui, ín quanto non è in alcuno degli esseri
38Gn. 32,29.
che costituisconol'universo.E ancora.tutte le cosesono in lui in quanto
' Gdc. 11,18.
è dappertutto,ma d'altra parte sono per mezzodi lui perché egli non è
o0Ef. 1,21.
in alcun luogo. Riernpietutte le cosein quanto è dappertutto,secondoil
aLEs. 3,14.
detto del profeta [cfr. Dn. 2)5), ma non è in alcun luogo, secondoun
{'?L'appellativo Atttore dei sccol1,secondo Cordier, richiama Is.
altro profetache dice: "Qual è il luogo del mio riposo?" [Is.66,i; Ap.
7,491. Se fosse soltanto dappertutto, sarebbeegli stessotutte le cose e 40,28 (< Dio eterno è Dio>), secondo san Tommaso d'Aquino, Sir.
in tutte le coselocalmente.Dunque. non è in nessunadelle cose,in quanto 24,8(14); ma giustamenteil Pera rimanda a Eb. I,2. Per i nomi prece-
è al di sopradi tutte le cose,, (?G 4, 20+D-205A). denti, di solito si cita (così san Tommasod'Aquino e ìì. Cordier): Lc. 18,19
ra Con tutti questi terrnini. (Buono); Ct. 1,16 (Bello); Gb.9,4 (Sapiente);Ct. 5,2 (Anabile); SaI.
di cui Deralro non è facile fissare il
significatoesatto(cfi. PG 4, 205A), Dionigi vuol dire semplicemenre che 50(49),1(Dio degli dei);Dn.9,24 (Santo dei santi); Bar. 4,10 (Eterno);
Dio è al di là di tutte le facoltà conosciiiveumane e df tutto ciò che Gb. 14,1 (Esistente).Per maggioriparticolari,si veda PG ),6ú-604.
costituisceI'esseredelle creature. o3Ctu. At. 17,25.
262 DN r 6-7, 596c DN r 7-8. 596o-597s 26)
za, Yerbo, Sapiente(che possiedeal massimo grado tutti fine, ed ella, secondoil sacrodetto, sia tutta in tuttis e sia
i tesori di ogni scienza)a,Potenzaas, Potente, Re dei re6, veramentecelebrata come [26] sostanzache dà il princi-
Antico dei giorniot, non soggettoa vecchiaia4né a cambia- pio, la perfezionee la conservazionea tutte le cose, custo-
mento, come Salvezza, Givstizia, Santificazione, Redenzio- dia e domicilioss,e che si rivolge t596Dl a se stessae fa
ne ot,come quello che superatutti in grandezzae come abi- tutte queste cose in maniera uniforme, invincibile, eccel-
tante nell'aura leggeras. Aggiungonoche egli si trova nelle lente. Infatti, non è soltanto la Causache contiene,vivifica
intelligenze, nelle anime e nei corpi, in cielo e in terra, e perfeziona, sicché solo in grazia di questa o di quella
sempre uguale in se stesso,nell'universo, attorno t596Cl provvidenza possaesseîe chiamatabontà superiore a qual-
all'universo, sopra I'universo, sopra il cielo, superiore alla siasi nome, t597Al ma comprendein sé tutti gli esseriin
sostanza1'dicono che egli è sole, stella, fuoco, acqua,vento, maniera semplicee senzalimiti a causadei perfettissimi be-
nsgiada,nube, perfino roccia e pietra, tutto ciò che è e nefici della sua stessaunica provvidenza,causadi ogni cosa,
niente di ciò che èsl. ed è quindi celebratae chiamatain manieraa lei convenien-
7. Così, dunque, alla Causa di tutte le cose e che è te da tutte le coseche esistono.
superiore a tutte le cose non si addice nessun nome e si B. t27l E, invero, così dunque gli autori sacri non
addicono tutti i nomi delle cose che sono, perché sia re- soltanto onorano questi appellativi divini, ossia quelli che
ginat'di tutte le cose e tutte le cose gravitino attorno a derivano dalle provvidenze generali o particolari o dalle
lei e da lei dipendanos3come causa,come principio e come creature su cui opera la provvidenza, ma anche da certe
visioni divine che hanno illuminato nei sacri templi o al-
e Cfr. Col. 23. trove gli iniziati o i profeti r. Per questi o per quei motivi
asCfr. 1 Cor. I,24.
a6Cfr. Ap, 19,16,
e qualità lo chiamanoBontà superiore alla luce e ad ogni
a7Cîr. Dn. 7,13. none e gli attlibuiscono forma e figure di uomo o di fuoco
a8Cfr. Sal. 102(L01,),28:
anCfr. Mt. l.2Lt Lc. 2.30.
Gc. 1,17. o di ambra e It978] ne lodano gli occhi, le orecchie,i ca-
'0 Cfr. 1 Re, 19,i1. Si noti come questi
nomi si riferisconoa volte
pelli, il volto, le mani, le spalle, le ali, le braccia,il dorso
a Dio, a volte al Messia.Evidentemente,nel pensierodi Dionigi, ciò che e i piedi, e gli foggianocorone, seggi,bicchieri, crateri e al-
si dice di Ges,i Cristo è un nome divino. A proposito della presenzadi
Dio uenro,(aura leggera)lo scoliastacoÀmenta: <Questo significa ffi oggetti pieni di mistero; di queste cose trattetemo se-
,lel
che Dio è anche nel corpo, sebbenenon sia contenuto in nessunacosa, condo le nostre forze nella TeologiasirnbolicasT. [28] Ma
petché il sofio è partecipatoda tutti ed è in tutti e da nessunoè conte-
nuto, come dice appunto il Signorenei vangeli: "Dio è spirito, e coloro
che l'adorano devono adorarlo in spirito e verità" [Gv. 4,2]l > (PG sa1 Cor. 15,28.
4. 208C). ss <<Lo dice domicilio di tutte le cose, in quanto è abitazione dei
sr Per la immensità di Dio si veda soecialmente
il secondoIsaia santi, poiché il Signorestessodice: "Rimanete in me" [Gv. 15,4]. Allo
(Is. 40-55),testi molto citati dagli apologisti-apartire da Giustino (,Apo- stessomodo noi siamo suo tempio, secondole parole: "Abiterò in mezzo
logia I). a loro e cammineròcon loro" 12 Cor.6,161. Così egli è anchela nosra
...regina: in generesi legge Baor,),eúa (regno). Ma è preferibile abltazione> (PG 4, 209A).
l:esere Baoútrera (re[ina), che t-óvà un p"r"il"io in PseudlPlatone, sóI nomi divini si ricavano dal creato e dalle rivelazioni dirette.
Epistola,II 312e, già implicitamentecirato in questo stessocapitolo al CÎt. Ep. IX 1-2, 1,104B-11088. Questerivelazionisono le diverseteofanie
n. 34; cft. C. Pnne,S. Tbomae...,p. )2. ricordate nella SamaScrittura (< Chiama visioni divine le rivelazioni attra-
t' ... dipendano:
. alcuni leggono, meno bene, <<separata, (ÈÉnpn- verso i simboli >: PG 4, 2098). Per la rivelazione nel tempio, cfr. Is. 6;
pev4). ln realtà il testo, che richiama ProrrNo, Ennead.iI 7,1, indica la per il resto, si può tovare una indicazioneparticolateggiatain PG 3,
dipendenzadelle creatureda Dìo comeda causa'efficiente e finile. Si veda. 605ó08.
pet maggioriparticolari,C. Prna, S. Tbonae..., pp. 32-jj. s7Del contenutodi quesraopera,a noi non petvenuta,abbiamoun

I
264 DN r 8. 597c DN rr 265

ora, raccogliendodai sacri detti tutto ciò che riguarda la rire al Dío uno e uino della traciizione cristiana ciò che i neopla-
tonici dicono dell'Uno. Ma, pur avendone trattato alrove, Dionigi
presente ttattazione, servendoci delle cose dette come di
sente il dovere di spiegare come Dio può essereuno e trino; e per
una regola e fissandobene gli occhi in esse,veniamo alla questo applica anche all'Uno il processo unione/distinzione (o ma-
spiegazionedei nomi divini intelligibili, [29] e, corne la nenza/processione),che indíca il pÍocesso creativo. Secondo la con-
cezione platonica, che Dionigi accetta, Dio rappresenta il momento
legge gerarchica* prescrive sempre a noi per ogni disputa
della unione/manenz , e il rnondo il momento della distinzione/pro-
teologica, guardiamo con una intelligenza spirituale, con- cessione. L'unione indica il petmanere in se stessa della realtà di-
templativa del Divino, per usare un linguaggio preciso, le vina, nella sua trascendenzaJr-rtutto ciò che si può díre di lei, e ad
essa si. riferiscono tutti i nomi che si predicano di Dio desumen-
visioni nelle quali Dio si manifesta; e presriamo orec-
doli dasli esseri. Distinzione è invece il tîaoasso dalla unità alla
chi santisealle spiegazionidei sacri nomi divini, per tra- molteplicità, cioè il processo creativo. Ma a questo punto Dionigi
smetteîe le cose sante ai santi secondo la divina tradi- si trova imbamzzafo, perché la tradizione ecclesiastícasli dice che
zione, t597Cl e sottrarleal riso e alle befie dei profaniu0; Dio è tre persone .rguàli e distinte e che nell'ambito delh creazione,
e in particolare nel mondo umano, una di esse, il Figlio, ha un
o, anzi, per togliere a costoro, se proprio esistonouomini ruolo unico ed esclusivo. Di fronte a questa difficoltà. per conser-
sifiatti, la possibilità di lottare contro Dio su questo argo- vare lo schema di pcnsiero neoplatonicó senza tradire ii messaggio
mento. [30] Per quello che ti riguarda,o caro Timoteo, cristiano, inffoduce una suddivisione, afiermando che ciascuno dei
due momenti comDorta unioni e distinzioni interne. Abbiamo così
è necessarioche tu mantenganel segreto queste cose, se- r:nioni e distinzioni proprie della unione. In Dio sono unite, cioè
condo l'esortazionesantissima,facendoin modo che i pro- comuni alla Divinità nella sua totalità, cioè a tutte e tre le persone
fani non conoscanoe non divulghino le cosedivine. A me, divine, la tascendenza assoluta, identità, unità, inefiabilità, polio-
nimia, inconoscjbilità, ecc.; mentre sono distinti, cioè esclusivi di
poi, concedaDio di celebraredegnamentei molti nomi be-- una sola delle tre persone, i nomi che indicano le proprietà peculiati
nefici della Divinità, che non può esserené chiamata, né di ciascuna, come Padre, F.iglio, Spirito Santo. Analoqnmente, si
nominata,e non tolga dalla mia boccala parola della verità. hanno unioni e distinzioni proprie della distinzione, cioè €ntro la
distinzione divina che rappresènta il trapasso dall'Uno a1 molte-
plice. È unito e comune a tutta la Divinità l'atio creativo, per cui
iutti gli esseri creati partecipano alla Divinità nella sua totalità,
e qr-rindia tutta la Divinità si applicano i nomi da essi ricavati; è
INronxoALr,A
rEoLoGrA . o,ro,-.srAL'uNroNE
E LA in,,'ecedistinto, cioè riguardante solo il Figlio, il fatto della incar-
"*rr^':o'::!iroitto,
DrsrrNzroNErNIDro.
nazione. Ad essa, infatti, il Figlio partecipa diventando rcalmente
Dopo avere esposto i principi e il metodo della trattazione, uomo (diventando composto, egli che era semplice), mentre il Pa-
qui l'autore ne esprime in sintesi l'oggetto. I nomi divini (e in par- clre e 1o Soirito Santo rri oartecioano semolicernente con la loro
ticolare i più generali) si riferiscono ^ tvfta la Divinità (cioè a tutte comune voiontà. Questo piocedíÀento deve ers"te applicato con
e tre le persone divine). Infatti, è facile dimostrare che la Sacra le opportune precauzioni. In primo luogo, occorre ricordare che
Scrittura riferisce gli stessi nomi (come Bene, Verità, Sapienza) al le perfezioni divine, in se stesse sempre uguali, sono partecipate
Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. In tal mocio Dionigi può rife- in misura diversa dagli esseri creati che costituiscono l'universo, a
seconda della disposizione cli ciascuno. Come 1o stesso sigillo non
lascia la stessa impronta su materie diverse. In secondo luogo, oc-
breve saggioin Ep. IX, Nel nostro commentoa quella lettera sono indi- cotre non dimenticare che i nomi ri{eriti a Dio sono sempre ina-
cati i passibíblici dove i nomi qui elencatisono riferiti a Dio. deeuati, per cui debbono essere negati nel momento stesso in cui
tt ... gerarchica:cioè sacerdotale:<
Nota che soprattutto ai sacer- si affermano: quando, per esempio, si dice che Dio è Bene, si deve
doti spetta considerarele divine Scritture> (PG 4, 209C).
se<<{Jn udito pio e degno dei santi > (PG subito aggiungere che. non lo è come gli esseri.creati. Questo vale
4, 209C): è il tema tradi-
zionale della <<pietà >>come condizione Drevia oer accostarsial mistero. sia per i nomi comuni alle tie personedivine sia per i norni propri
* I profani sono i non cristiani, di ciascuna. Ciò si deve tenere Dresente specialmente quando si
le cui àerisioni verso i cristiani
sono ben note; si pensi,
- per esempio,a Giuliano I'Apostata; cfr, anche dice che Gesù è uomo, in quanto'è.romo ma in maniera'sovruma-
PG 4. 209C-D. na, sia nel modo di venire all'esistenza(è nato da unr vergine) sia
266 DN rr L, 636c-637e. oN rr L, 637n 267
nel modo di operare(compieazioni umane in maníeradivina). Lo divinamente ispirati elogia lo Spirito in quanto è Buono6;
mette bene in tilievo ancheil maestroleroteo. Argomentodi que- e parimenti per il detto: Io sono colui che è7, se non si
sta operasaràla spiegazione dei nomi comuni,dei nomi intelligibili
che si riferisconoa tutta la Divinità. E la spiegazionesarà fatta ammetterà che è stato detto riguardo a tutta la Divinità,
con il procedimentoaffermativo e negativo nello stessotempo. ma ci si sforzeràdi circoscriverload una sola parte di essa,
l. [3L] t636cl La Bontà, che di per se stessade- come si potranno capire Ie parole; Questo dice colui cbe è,
clte era, che aerrà,l'Onnipotente?8,e: Tu sei lo stesso?e,
termina e manifestatutta I'esistenzateaîchical, qualunque
e: Spirito di aerità il quale è colui che procede dal Pa-
cosa essasia, è celebrata dai sacri detti. Infatti, che cosa
dre?10;e se non si dice che tutta la Divinità è Vita, come
d'altro si può apprenderedalla SacraScrittura quando af-
può esserevera la sacraparola che afierma: Corne il Pafue
ferma che la stessaTearchia, indicando se stessa,dice:
risuscita e aiaifica i morti, cosìanche iI Figlio aiaifica quelli
Perché mi interroglti su colui cbe è buouo?2 Nessuno è
cbe uuole?11,e quell'altraespressione:[6378] È lo spirito
buono tranne il solo Dio3. Dunque, anche in altri passi
che uiuifica?12Poichéla Divinità inrera ha il dominio di tut-
noi abbiamo ricercato e dimostrato che dalle Saoe Smit-
te le cose,non si può dire, sia che si tratti di Dio Padre sia
ture sono celebrati sempre tutti gli appellativi divini adatti che si tratti di Dio Figlio t', io credo, in quanti passi della
a Dio, non in partea, ma in tuttala Divinità perfetta, in- SacraSuittura si celebrail titolo di Signorenel Padre e nel
tegra e piena, e che tutti questi in maniera indivisibile, Figlio; ma anche lo Spirito è Signore'n. Anche la Bellezza
assoluta,identica e completasi riferisconoa tutta I'integrità e la Sapienzasono attribuite a tutta 1a Divinità; così pure
della Divinità petfetta e completa. [32] E, invero, come le Sacre Scritture riferiscono alla celebrazionedi rurta Ia
abbiamo ricordato nelle Istituzioni teologiche, se si afierma Tearchia la luce, I'operare di Dio, la causalitàe tutto ciò
che ciò non è stato detto nei riguardi di tutta la Divinità che appartiene alla Tearchia nel suo complesso;in modo
totale, t637Al si dice una bestemmia e si osa dividere sommario,come quando dicono: Tutto uiene da Diots; in
temerariamenteI'unità superiore ad ogni unità. Dunque, maniera più difiusa, come in questeparole; Tutto è stato
bisognadire che questonome deve essereassuntoper tutta
fatto dalui e per luit6, tutto sussistein luitT; e: Enetterai
la Divinità: infatti, il Verbo stesso,che è per natura Buo- il tuo Spirito e sarannocreate*. [ 33 ] E per dir tutto in una
no, ha afretmato: Io sono buonot, e qualcuno dei profeti parcla,il Verbo di Dio stessoha detto: Io e il Padre siarno

I < La divinità della santa e sola adorabile Trinità che si riconosce ó Cfr. Sal.L43(1.42),10.
nelle tre ipostasi.Egli ha l'abitudine di chiamare"verità totale" I'augusta ' -trs.,.Ir+.
Trinità > (PG 4, 2I2A\. 8 Ao. 1.8.
' Mt. 19,17. 'Sal. 101(100),28.
3 Nfc. 10.18:Lc. 18.19. to Gv. 15,26.
a < È giusto dire non in parte perché le operazionie tt Gv. 5,2I.
fpr,epurcóq],
tutti i nomi elogiativi indicati nella Sacra Smittura non si riferiscono ad P Gv. 6,64.
una sola delle tre peîsonedella divina Trinità, ma sono comuni alla Tri t3 ... di Dio Padre... Figlio: lettetalmente, < della Divinità che ge-
nità, eccetto la soli incarnazioneche si riferisce al Figlio, come sarà detto nera Dio (ùeo1óvou)>>o <<della Divinità filiale (uirrcfrq)>.
in seguito. Solo le proprietà che caratterizzanoIe tre ipostasi si rifetiscono La2 Cor. 3,I7.
sepatatamentee propriamente a ciascuna ipostasi. Così, per esempio, al ts 1 Cor. L1,12.
Padre e non ad un alilo si riferísce il titolo di Padre; e così a proposito b Col. 1,16.
del Figlio e dello Spirito Santo >>(PG 4, 2l2B). 1?Col. 1,1-7.
5 Mt. 20,12. 'E Sal. 104(103),10.
268 DN II l.-2, 6)7c-o DN II 2-3, 640.,L-e 269
una cosasola'e,e: Tutte le coseche [637C] ha il Padre introduciamo la confusione a scapirodella distinzione che
sono mien; e: Tutte le cosemie sono tue e le tue mie2t. si addice alla Divinità, noi pensiamoche neanchelui è ca-
E, di nuovo, tutte le cose che sono del Padre e di lui in pace di persuaderciche [6404] quesro argomentoè vero.
maniem comunicativa e unitiva atffibuisce allo Spirito di [36] Ma se uno respingedel tutto la SacraScrittura, se ne
vino: come, per esempio,le operazionidivine', la venera- starà lontano completamenteanchedalla nostra filosofia, e
zione23,la causaprima e perpetua2ae la distribuzione dei se non si cura per nulla della conoscenzadi Dio che deriva
doni conformi al bene:s.E io penso che nessunodi coloro dalle SacreScritture, come starà a cuore a noi di guidare
che sono stati educati nelle divine Scritture con una retta colui verso la scienzateologica? Se invece egli guarda alla
comprensionepossanegareche tutte le cose divine appar- verità dei santi libri, anchenoi, servendocidi questaregola
tengano a t\rtta la Divinità in ragione della perfetta divi e di questaluce, per quanto ne siamo capaci,andremosenza
nità. [34] Dunque, dopo aver dimostrato e definito ciò in piegarealla difesa,dicendo che la SacraScrittura tramanda
base alle divine Scritture, qui brevementee panialmente, alcune cose in maniera unita, alffe in maniera distinta, e
altrove sufficientemente,si deve riferire alla Divinità tutta non è lecito né separarele coseunite né con{onderele cose
intera qualunque denominazionedivina totale noi ci accin- distinte, ma, seguendola sua guida, per quanto possiamo,
geremo a spiegare.
ci dirigiamo verso i divini splendori; infatti, accettandoda
2. t35l t637Dl Se poi qualcuno dice che con ciò
quella parte le manifestazionidivine come una stupenda
le Gv. 10,30. regola di verità, [6408] cerchiamo di conservarein noi
n Gv. 16,15. stessile cose che vi sono deposte,senzaaggiungerené to-
2t Gv. L7,10.
2t Le operazioni dioine sono i miracoli che Gesù Cristo compie gliere né guastarecosaalcuna,protetti a nostra volta dalla
insieme con lo Spirito Santo, come quando dice: <<Io scaccioi demoni salvaguardiadei iibri santi, e da questi rinsaldati per con-
nello Spirito di Dio > (Lc. 11,20,citato ín PG 4, 2I3A). servaresicuri loro insieme con noi.
'3 Si pensi alle parole del Signore: <<Se uno bestemmieràcontro 1o
Spirito Santo, quel peccatonon gli sarà rimesso> (Lc. 12,10, citato in 3. t37l Dunque, i nomi uniti di tatta la Divinità,
PG 4.2134\.
2a,.. causa printa e perpetuai letteralmente, <(causa fontale come abbiamo dimostrato nelle Istituzioni teologiche am-
(nr11aia) e continua>. < È detto nel salmo: "Presso di te è la {onte piamente in base alla Scrittura, sono: il Bene, la Divinità,
lnqyó] dellavita" lSal. 36(35),101, e in Geremia:"Hanno abbandonato
me, fonte di acqua vlva" l2, 3l. Dunque, Dio è detto fonte, una specie
la Sostanza,la Yita, la Sapienza,qualità tutte al di là di
di matrice,principio e causadi tutte le coseche appaionoe vengono al- ogni comprensioneft, e qualsiasinome desunto da una ne-
l'esistenza.Infatti, ie divine Scritture dicono causa {ontale le cose che
alcuni soglíonochiamareuniversali,generali,totali e comprendentitutto, gazioneeccellente2T: e insiemecon questi tutti i nomi indi
in quanto abbraccianole processioni parztali che derivano da loro; così canti la causa28:il Bene. il Bello, Ciò che è, Ciò che dà
giustamentechiama1o Spirito Santocausafontale,petchétutte le coseche
esistonoper mezzodello Spirito esistonograzie alla sua potenzacreatrice
che è continua,e perché1o Spirito Santo è anch'eglicausadi [tutti] gli 26In greco si ttovano tutte le parole compostecon il-prefissoùnep-
esseri,come è detto nel libro della Sapienza172,1; 15,lIl. La continuità (Supetbene,-superdivinità, ecc.) per^indicare che Dio è olte i concetti
del creare comprendilain base a queste parole: "Il Padre mio non ha indicati da questi nomi, per cui ci si può accostatea luí atftaverso una
mai lasciatodi operare fino al presente,ed io pure opero" [Gv. 5,17]. negazione eciellente dei diversi concetti, come dità subito-dopo. --
Così anche Io Spirito Santo, con il Padre e il Figlio, da sempreopera - 21<<Esprimela lode di Dio secondouna negazione-che
-Infatti, è-al di sopra
incessantemente. Infatti è stato detto: "Manderai il tuo Spirito e saranno del pensiero. è adorato in manieta eccellenteil base alle-sue pro-
creati" [Sal. 104(103),30]> (PG 4, 2L3A-C.) prieià che non si vedono, per esempio come immortale, senza fine, invi-
's <<I doni, owero i carismi,perché dice: "Ricevereteuna potenza
iibile,.' non bisognosodi nuÎla, e t,..,tiii nomi simili > (PG-4, 216A).
con la venuta dello Spirito Santo su di voi" (At. 1,8) > (PG 4, 2l3A).
< Sono le ptoprietà che da lui sono passatenella creazione,in
270 DN rr J-4, 640c-o
vita, il Sapientee rutri gli al'i nomi con cui viene chiama-
ta Ia causa di tutti i beni in base ai suoi doni benevoli.
detta
singotarità
superinefiabite
r.t'il:i:,rl::, r no'l!
" . -urrirestazioni del-
distinzioni'3 le progressionibenefi.ir"
t640cl sono invece distinti il nome soprasosranziare e ia t:^::^:'::?.che s.o1oin Dio,
rcahà, del Padre e del Figlio e dello Spirito, perché ,,o' [+t] dicono, seguendola
t [641AJ. che.ci sono" proprietà
assolutamentepossibile introdurre in questi uno scambio ÌT::.Ì^.ill,ura, iella pre-
oerra unrtà e ancheparticolari unità e disiinzioni
e una comunionero.C'è ancheuna cosadistinta olffe della di_
a que_ visione stessa.[+21 pq esempio,nell,unione
ste, Ia narura di Gesù, invariabile e completa .o-" divina, cioè
luilo- è unita e comune ala Trinità, prin.ipio
stfa, e tutti i misteri sostanzialiche essaha compiuto :?f::::"îlz;!i,tà,
per qr unrra, Ia bostanza.soprasostanziale,
amore verso gli uominí3', la Divinità rup.riàr"
alla divinità,la Bontà superiorealla bontà;
4. t38l [640D] Occorre, io penso, che noi, per ri_ l,identità di tut_
te le cose situata oltre ogni proprietà,
qr9.1deremeglio l'argomento,..rponiu-o il modo perf"rto che a sua ,;ir;;
dell'unità e della distinzione divi^na,afincrré tutto superiore a tutto, un,unità-che supera'ogni
ii nostro principio che
discorsorisulti facilmente comprensibíre,evitando unifica u, L'ineffabile, ciò che si può esprimere
tutta ra con molti
varietà e I'oscurità e definendo,per quanto è possibile, nomi 3s,ciò che è impossibile a cà.ror..isi
i e perfetramente
propri argomenti in maniera distinta, chiaru-, intelligibile%, I,affcrmazlole e Ia negazione-di
ordinaia. ogni cosa
t39l si sa che i sa*i precettori deila nostra rradizione che sta al di sopra di ogni afr.etmazion""
n"grzion e; [43] Ia
teologica,cosa che ho già detto in ahi scritti, permanenzae collocazionereciproca,
chiamano se così si può dire,
unità divine Ie stabilità superiori occulte e inaccessibili32 delle ipostasi,principio di unità, totalmente
unita oltre ogni
unione e non confusain nessunapaîte.
[441 go^.le luci
comestas*itto:"ognibene delle lampade, per usafe esempi sensibili
flii?r,ìtii"'iÈÉ -t:tt?1.,:ene' è suo" e familiari, che
sono in una sola casae tutte sono reciprocamente
,u,*","túl3;?l:,yfi:ff 'r#i,:,,I?i?,hÌl"ff compe_
lo prende in èonsiderazio""l."p*ri.." ifrJ'.i"irrfg,
r'ff".liJîinBf T:l
a npd,ypra(cosa,
netrate, mantengono intatta e inalterata
la distinzion" ì"_
ciproca che sussistecon Ie sue proprietà unite
individualità. concreta, riferita alle p;rr;";'ài"il;: ; nella distin_
come equivalente di ipost
T#'i?ool,)'::?
appuntoracon*erezza."fi:'tn,,""x1.ìTìJil'làhtìtff
'0_ sonedivíne) sono ia stabilità occurtae_inaccessibile,
l Non sarebbeconfó-rme alla pietà chiamareFiglio it padre o
che rimangono **lt._.-inul.àrri'lifi
cioè re caratteristiche
Padreìt Figtio.E to stesso
url. f., lo í;i;iì"',d#; > (pc 4. 216A).
" <<Osservache l,incarnazione
ilrlulibili
'ékT,',',?:,,."HTJ;l*?*i:.:;:f lu,uorrro perché <<nes_
dicecornpletacontro Apc
è iropria-àli ,"r""Ojà v!rt. f,
rualee.unc.orpo*'""-,i"ltXìià:i"n"iì:i'#:T::lÍ:,":#f i:!!;:,tri::Ìff *_,*:i,fi
profondes que tout fondement >>.
"fÍil:
e-spressione î"\:::)i:.
direrta conrro Eutiche. M" É ;;;h"
ti,<-chiama
distinzioni re esistenzeadorabiri che s,ssistono
;;, in se
gii" .r* ià ;il;; #"iaJìostracheappartiene
it8.N'È',1oÀffitlì:
stesse,cioè 1o splendore inesprimibile de1
Éiùi,, A" promana dal padre
[inuaria.bìle]perchéè Dio. Dice ancoù.Íi-rà".ì*ri processio"; ;;il;-S;ú;;.s;,; dal padre > (pG 4,
steri delf incarnazione,come la fame, la f;ii.;, Isostanzialil i mj_ ;ràbi:.""..nibite
li;
ff::i#:?#.yt* ?fr". U'HT:l,l
É+;s,î11#il';:Ìttffi i:lu.
:rl,:i.i,_rirq:i;i;iirí;fí:1,:í::o:,",(:,":{J;
- - -'--- -t
i,,r*.aJiin.,;;il;.;"àtl,:#gi',ii3:h:Jf,X*:"::T;:3?tl*
è il Figlio, cbe la natura umana assunraè compleia
che sononegli,esseri
> (pG 4, 2l6C_D).

jl"4
1r.li:^gli"dn*#,Î;Tjf:i ,Í.*"#ii^Í;i:K
r:ryisù'r,{i,s"ri'i:5i';;'m,in#i;,;;iffi
[î,t"^;":l::;:trixi":tsÎJffi
versie?
-'"p,erché
si.esprióe con rrn lingurggio-.;rî^g.À"ri.o I
Le uilttd.dtutne (cíde i nomi che valgonó per tutt,e
, :' ...perlettamenteintelligibite: così tutti i testimoni, eccetto la
traduzionelatina di lean Samziin,
e fie Ie per_ lu io-.uro d,Aquino {cft, C.
Prn.,r,J. Thomae...,
p. 44, "14ru
ínr.ttillUìi.
"non ";.""""
272 DN rr 4-r, 64Ic-o DN rr 5, 644A 273
zione [6418J e distinte nella unionet'. [45] E noi vedia- distinzione che è soprasostanziale, olue a quella che ho già
mo infatti che, se in una casaci sono più lampade,le luci detto; in quanto che, secondola stessaunione, ciascuna
di tutte si unisconoin una luce sola ed efiondono una sola delle ipostasiprincipio di unità è collocatasenzaconfusione
luce indivisibile, e nessuno, penso, potrebbe distinguere e senzamescolanza,ma anche i rapporti propri della di-
la luce di questalampadada quella delle alre, perchéI'aria vina generazionesoprasostanziale non si permutano fta di
contiene tutte le luci, né vedere una luce senzavedere l'al- loro. La sola fonte della Divinità soprasostanziale è il Pa-
tra, essendo tutte mescolate in tutte senza confusione. dre, in maniera che il Padre non è il Figlio, né il Figlio il
[46] Ma se si porta fuori della casauna lampada, uscirà Padre. Difatti, gli inni sacriconservanoa ciascunadelle di-
insieme con lei anche tutta la sua propria luce, senzatra- vine personesantafiìentele loro caratteristiche.Questesono
scinarecon sé nulla delle altre luci e nemmeno lasciarea le unioni e le distinzioni3esecondoI'unità inefiabile e se-
queste alcunchédi suo. Infatti, come ho già detto, c'era condo l'esistenza.[49] Se la distinzionedivina è un pro-
t64lCl la perfetta unità per nulla afiatto mescolatané con- cederebenigno t644Al dell'unione divina che si propaga
fusa in alcuna parte. [47] E ciò avviene realmente in un e si moltiplica in modo superunicoin graziadella suabontà,
corpo, cioè nell'aria, e quando la luce dipende da un fuoco sono unite, secondola distinzione divina, le largizioni in-
materiale.Quivi, dunque, diciamo che l'Unità soprasostan- commensurabili,le causedella sostanza,della vita, delf in-
ziale è fondata non al di là delle sole unioni che sono nei telligenzae gli altri doni della Bontà causadi turte le cose,
corpi, ma anchedi quelle che sono nelle anime e nelle in- secondole quali sono lodate, sia in basealle partecipazioni
telligenze,le quali sono possedutesenzamistura alcuna e sia in baseai partecipanti,le cosepartecipateche non sono
in modo sovramondanodalle luci divine e sovracelestiche
si compenettanocompletamentea vicenda, secondola pa1- " <<Oîa parla della ineffabile processionedella Trinità che dà oti-
gine a ue ipostasi, poiché colui che è Dio e Padre, muovendosi al di fuori
tecipazioneproporzionata a coloro che sono partecipi del-
del tempo e sotto la spinta dell'amote,procedefino alla distinzionedelle
l'unione che sta al di sopra di tutte le altre*. ipostasi, rimanendo superunito e supersemplicenella sua totalità, senza
dividersi e senza diminuire. Infatti, il suo proprio splendore procede al-
5. t48l t641Dl Però, nei nomi di Dio esisteuna I'esistenzacome una immaginevivente e il santissimoSpirito procededal
Padre in modo da esseleadorato e suDereternamente. come inseena il
Signore tGv.1,5,261.È per bontà che si moltiplica in una Tearchia"ditre
" Questo modo di esprimersiricorda un famoso testo di Basilio ipostasila causae fonte di tutte le cose.Questo dice il teologo Gregorio
(o Gtegorio di Nissa): <<...si cogiiein essi IPadre, Figlio e Spirito Santo] nei discorsi Conlro Etmomlo [GnEconro lr Nezrexzo, Discorso 29,2, e
una comunanzae una distinzione(f rcor,vt.wúa rai f 6r,úrpr,ocq) inespri- 31,3-41.C'è però ancheuna divina distinzionein un altro senso,cioè il
mibile e incomprensibile, senza che la dillerenza delle ipostasi rompa la procederedi Dio, per la moltitudine della sua bontà, verso la multiformità
continuità del1a natura e senza che la comunità secondo la sostanzadi- della creazioneinvisibí1ee visibile. Ma le ooerazionidella prowidenza e
sperdala peculiaritàdei segni distintivi. E non devi meravigliarti se noi della bontì che riguardanola creazionesonó comuni alla unità [Èvóòo<]
diciamo che il medesimoè al tempo stessounito e distinto, e noi conce- di tre ipostasi e distinta, perché la Trinità regina dell'universoè parte-
piamo, come in un enigma,una speciedi nuova e sffaordinaria distinzione cipata dagli esseriche sono in gtado di parteciparne,senzaesseîeconte-
e nello stessotempo un'unione distinta >>(Basrrro, Epistola 38,4; trad. nuta e senzaesserepartecipata.Ora, l'una e l'altra affermazionedicono
P. Scazzoso). la stessacosa: Dio, infatti, è partecipatosenzaesserecontenuto,perché
tt <,Osserva che chiama le anime e tutte le intelligenze
luci soura- non è contenuto nel luogo che ne partecipa e non è partecipato in ma-
celesti e dice che tutte questesostanzeviventi sono unite - come è detto nieta sensibile,ma è partecipatotutto quanto da ciascunoed è separatoda
nell'esempiodelle molte larnpadedi una casache sonounite tra loro senza tutti. Come quando si emette un forte grido, tutti i presenti ne parteci-
mescolanzae senzaconfusione-, perché sono deiformi e partecipano,in pand secondo1a propria capacità- un uomo, un fanciullo, gli animali -,
maniera a loro proporzionata,de1launità superunitadi Dio: unioni che ma alcuni in maniera più forte, altri iri maniera più debole, secondo la
a\,'vengono per gli esseriincorporei,che appunro
-- penetranogli uni negli {orza dell'udito, e il grido è partecipatopur rimanendoin se stessoimpar-
altri senzaconfusione> (PG -1, 220C-D). tecipato > (PG 4, 2214-8).
274 DN rI 5-6, 644s-c rx rr 6-7, 644o-645t 275
partecipabili4o.Ed è comune e unito e uno a tutta la Di rito Santo non ebbero in comune nulla con questi atti in
vinità il comunicarsinella sua totalità a ciascunodi quelli nessunsenso,a meno di dire che questi atti sono stati vo-
che vi prendono parte, senza che nessuno ne tenga una luti a scopodi bene e di amore verso gli uomini e secondo
parte. t50l t644BJ Come il centro di un circolo è in co- tutta quell'opera superiore e inefiabile che l'Immutabile,
mune a tutte le linee diritte che vengono tracciate nella resosi simile a noi, fece in quanto Dio e Verbo di Dio.
circonferenza,e come le molte impronte di un sigillo par- Così anche t644Dl noi cerchiamodi riunire con il ragio-
tecipanodel primo sigillo ed essoè tutto e 1o stessoin cia- namento e di distinguere le cose divine, nella maniera in
scunadelle impronte e in nessunaparzialmente.[5L] Ma cui anch'essesono unite e distintet'.
l'impartecipabilità della Divinità, causadi tutto, oltrepassa 7. t54l Ma le cause,degnedi Dio, di questeunioni
questi esempiper il fatto che non è tangibile e non ha nes- e distinzioni che abbiamo trovato nella Scrittura, abbiamo
sun rapporto che compotti mescolanzacon quelli che vi esposto t645Al ne77eIstituzioni teologiche, facendo di-
partecipano. stinzioni particolati intorno a ciascuna,per quanto possi-
6. t52l Ma qualcuno pouebbe dire: il sigillo non è bile: ne abbiamo esplicitate ed espostealcune ragionando
tutto quanto e 1o stessoin tutte le espressioni.Ma non è rettamente,e avvicinandoalla chiara evidenzala mente sa-
causadi ciò il sigillo, che si dà tutto e uguale a ciascuna: cra e tranquilla: alle altre, invece, in quanto piene di mi-
è la diversità delle cose chiamate a partecipareche rende stero, ci siamo unitia3,al di là di un'operazioneinteliettua-
diverse le espressionidell'esemplareunico completo ed le*, secondola divina tradizioneot.[551 Infatti, tutte le
uguale che è. Se, per esempio,le materie fossero molli e
perché è rimasto Dio e per noi ha preso la nostra sostanzatotalmente,
f.aclli a ricevere figure leggeree prive di segni e non resi-
cioè prendendo realmenteun corpo ed un'anima nzional,e.È il Dio Verbo
stenti, t644Cl né dure, né liquide, né inconsistenti,riter- colufche patì, evidentementenèlla carne; tutte le cose che compì ne1la
rebbero un'impronta pura e chiara e permanente;se, inve- carne Iletteralmente, economia] sono sua operazionedivina e unana
[d,vùponr,rq aùtoi ùeoup^yia];a queste azióni non hanno partecipato
ce, mancaqualcunadelle suddettedoti, questasaràla causa né il Padre né lo Spirito Santo se non grazie al beneplacitoe alla deci-
di un'impronta che non riesce ad esserepartecipe,malfor- sione delf incatnazionee in quanto hanno compiuto i segni divini in col-
laborazionecon il Dio Figlio > (PG 4, 22ID-224A).
mata e oscura a causadi tutte le altre coseche avvengono " <<Cioè è distinto dal discorsosulla Trinità e Ia Divinità il latto
per f incapacitàdi divenire partecipe.t53l Si trova distin- che si è incatnatototalmentee veramentecome noi nascendoda noi, cioè
il discorsosulla umanità e la incarnazionedi Cristo, e il fatto che fece e
to dall'azionedivina beneficanei nosti riguardi il fatto che subì cose che 1o caratterlzzanose si considera come uomo. Dice che ci
il Verbo soprasostanzialehapreso totalmente e veramente sono caratteristiche proprie ed eccellenti, cioè pure e non ingannevoli,
della sua natura umana, come il pafto,I'infanzia, la ctescita,la sete, la
da noi e come noi la natura dell'essere,e ha fatto e subito fatica, il dolore, le lacime, la saliva,il sangue,il sudore,1a cottuzione,
tutte le coseche sono proprie e particolari del1asua uma- il flusso, la mortificazione volontaria, la perdita della voce, l'impossibiiità
di muoversi e simili. Ora, con tutto ciò il Padre e 1o Spirito Santo non
nità assunta,per opera divinaol.Infatti, il Fadre e lo Spi- hanno avuto rappotto in alcun modo e in alcun senso,a meno di dire
che ciò è avvenuto secondoil beneplacito e la decisione> (PG 4, 2244-B).
a3...ci siamo uniti: seguiamóla lezioneÈvt.rùÉvteq; così C. Pera (.1.
* < Secondola sostanza,la Divinità non può essetené partecípata
Tbonae...,p.59) e il cod. uat. gr. 1809; cfr. S. LIr.l.t, ll testo tachigrafico
né compresa,ma è partecipata in quanto graziea lei esistono tutte le cose del <De dioinis nominibus>>(aat. gr. 1809), Città del Vaticano 1970(ST
e da lei sono conservatenell'esistenza>>(PG 4,221C). 263, p. 61). Altri, invece, come Cordier e 1o stessoTurturto, leggono:
" n Qni torna a parlare dell'economiae la riferisce al Dio Verbo, ÈnuBa).óvteq(ci siamo applicati).
menffe il Padre e lo Spirito Santonon sono in comunionecon essattanne * Cioè grazie alla conoscenza mistica; per cui, cft. MT V, 1045D-
che soltantoper la decisione.Osservala esattaesposizione della economia: 10488.
il Dio Verbo soprasostanziale è diventatosostanzasenzaalcunamutazione, osLa diaina tradizioneè la tradizioneesotenca.
nN rr 8-9, 645o-648t 277
276 DN rI 7-8, 645s-c
divina graziealla quale le intelligenzedeiformi diventano e
cose divine e quante si sono rese manifeste si conoscono
sono chiamatedèi, figli di dèi, padri di dèi, perché eviden-
solo per patecipazione, ma quali mai esse siano nel pro-
temente tale paternità e filiazione è stata compiuta ad ope-
prio principio e nella propria sedeè cosache superala no-
e scienza. [56] Per ra dello Spirito, senzacorpo, senzamatetia, ma in modo
stra intelligenza ed ogni sostanzanu
Dio o intelligibile, dal momento che 1o Spirito tearchicosta al di
esempio,se chiamiamo l'Oscurità soprasostanzialeo'
o Luce o Parola, a null'altto pensiamo se sopra di ogni immaterialità e divinizzazione che si possa
Vita o Sostanza
potenze4s provengono a noi, sia che pensaree il Padre e il Figlio sono separatiin modo straor-
non alle che da lui
dinario da ogni paternità e filiazione divinasl. frBJ Né,
rendano uguali a Dio o generino la sostanzao la vita, op-
però, esisteperfetta somiglianzatra le causee le cosecau-
pure donino 7a saptenza.Noi, in verità, ci awiciniamo ad
di ogni attività intellettuale, sen- sate; ma le cose causaterecano in sé le immagini ricevute
essograzie alla cessazione
zavederc alcuna t6458l deificazioneo vita o sostanzadi- dalle cause,mentre le causein sé rimangono staccatedagli
effetti e sono collocatein ragione del proprio principio. E,
vina la quale sia conforme alla Causache è separatada ogni
per usareesempialla nostra portata, diciamo che i piaceri e
cosain ogni eccesso.t57l Inolre, abbiamoappresodalle
Smitture che il Padre è la Divinità originatia*', Gesù e lo i dolori produconoil gioire e il rattristarsi, ma essi[645D]
Spirito, se così bisogna dire, sono germi divini pullulanti non si rallegranoné si addolorano,e il fuoco che scaldae
dalla divina fecondità e simili a fiori e a luci soprasostanzia- che brucia non si può dire che bruci se stessoe si scaldi; e
se qualcunodice che la Vita-in-sévive e che la Luce-in-séè
1i50,come ciò avvenga non si può né dire né pensare.
illuminata, secondoil mio ragionamento,non dice bene; a
8. Ma tutta la potenza della nostra capacitàintellet-
meno che non voglia dire in altro modo che le qualità degli
tiva si estendefino a questo,cioè a capireche dal Principio
efietti preesistonoabbondantementee soprasostanzialmen-
paterno e filiale che trascendeogni cosa[645CJ è concessa
te nelle cause.
a noi e alle potenze sovracelestiogni paternità e filiazione
9. t59l t648Al Anzi, ciò che esprimenel modo mi-
o6Anche qui, come di solito, sostdnzasignificaesserecreato. gliore tutto ciò che si può dire di Dio, ossiala divina for-
n7<<11 nome Dio non indica la sostanzané che cosa Dio è, ma il maziones' di Gesù seccndo la nostra natuîa, è inefiabile
suo agite beneficoverso di noi; noi creiamoi nomi di Dio in base alle per qualsiasilingua e inconoscibileper qualsiasiintelligen-
i3i'::'lî:Î3i.;T':':",,î'xÍ11,*#";"3":H#'i.È"?ru'*:1'f.'l*:
misura quando sarà stata da noi completamentelibetata da ogni attività s' Se anchesi parla di paternità e filiazionedivina a propositodegli
fortissima e intellettualee ci accoglierànel santo silenziointenti a guar'
uomini, queste due parole si intendono in sensodiverso da quando si rife-
dare i doni che provengono da lei: infatti, produce gli esseri grazie alla
riscono a Dio. Già Alessandro di Alessandria, all'inizio della controversia
sua volontà, mentre noi stiamo saldamentenella confusionedella nostta
mente,che poco prima ha chiamato"conoscenza nell'ignoranza"> (PG 4, atiana, aveva chiarito che Gesù Cristo è Figlio di Dio <<per natuta )>,
mentre gli uomini sono figli di Dio < per adozione>: sebbene7a frliazione
224C-D).
a8... potenze: seguiamola lezione òuvú'!r,er,q.
Altti, come Tuttuno, divina (adottiva) degli uomini dipenda daTlafrliazione divina (naturale) di
Gesù Cristo {cÍr. Lettera ad Alessandro di Bisanzio 28-29).
leggonopeùé(er,q(pattecipazioni). s2La dioina
ooIl Padre è definito Diuinità originaria (n11aia ùeótqg) perché lornazione (ùeonì,ctotúa: Dionigi è il primo che usa
questa parola in riferimento all'incanazione) indica í1 concepimento e la
è senzaptincipio. Tale espressione è tuttavia rara, mentre è, {re-qqentela
nascita verginale. Dionigi percepiscechiaramente che la più alta manife-
definizionedel Padre come fonte (nnyú) delia Divinità, cfr. PGL, s.v.
ùeóqs C. stazionedi Dio è l'incarnazione(la considera,infatti, tò zt&or1qùso),01úaq
* È un'espressione originale di Dionigi. Cfr. PGL s.v. ùeo1óvoq; èrgavÉoratov, cioè la espressionepiù alta di ciò che si può dire di
S. LIrre, Terminologiatrinitaria nello Pseudo-DionigiI'Areopagita...(loc. Dio). ma trova una certa difiìcoltà ad inserirla nello schemaneoolatonico
cit., p. 609). in cui vuole esorimersi.
218 DN rr 9, 6488 nN rr 10, 648c 219
za, t.ncheper il primo degli angeli più venerabili. Che egli per citare in breve le moltissime e beate visioni della sua
abbia assuntouna sostanzaumana lo abbiamo appresoco- mente eccellente,eccociò che dice di Gesrì negli Elernenti
me un mistero. Non sappiamocome sia stato plasmatodal teologici che sono stati raccoki da lui.
sanguedi una vergine secondouna legge diversa da quella n. [e l] t648cl La divinità del Figlioss,che è cau-
naturale, e in che modo con i piedi asciutti aventi una mas- sa di tutte le coses e che tutto riempie, [62] chemantiene
sa corporeaed un peso materiale abbia camminatosull'ele- le parti in armonia con il tutto senzaesserené parte né
mento liquido e senza consistenzae abbia fatto le altre tutto, tale divinità è turto e parte in quanto comprendein
cose che sono proprie della natuîa mirabiles3 di Gesù. sé, domina e possiedein antecedenzaogni cosa, la parte
I60J Queste cose sono state suficientementetrattate da come il tuttosT.t631 È, perfetra nelle cose impedette in
noi in altri passi e sono state ceiebratedal nostro nobile quanto principio di perfezione,ma è imperfetta nelle cose
maestro in maniera mirabile nei suoi Elementi teologici: perfette ccn-reqr-rellache su.oerae precedela perfezione$.
sia che le abbia appresedagli scrittori sacri, sia che le ab- t64l È,form,rche dà forma nelle cosesenzaforma in quan-
bia ricavate da un'indagine scientificadelle Scritture dopo to principio della forma, ma è priva di forma enrro le for-
molto t64BBl esercizioe pratica di esse,oppure che sia me in qLrantoè superiore alla forma. t65l È sosranzache
stato iniziato per una più divina ispirazione, dopo avere entra senzamacchiain tutte ]e sostanze,ed in quanto sopra-
non soio imparato, ma anche sperimentato,le cose divine, sostanzialeè separatada ogni sostanza.[66] Essadefinisce
e, se così si può dire, dopo esseredivenuto perfetto grazie tutti i principi e gli ordini ed è collocataal ài sopra di ogni
alla sua simpatia con essenell'unità e nella fede occulta e
che non si può apprenderedi quelle stessecoses, tanto p. 6L), ttova dei precedentiin Aristotele (fr. 15 Rose) e inPorfrrio (Vita
di Plotino 1-4,dove dice che < diceva molte cose invasarodal Dio-e in
s3...della natura tnirabile: il testo greco seguito ad esperienza > [Èrcraùó<]).
è: tfrq únepguoú6 55La lezjone del Fìglio è attestatada Massimo(.PG
4, 228C) e da
qucr,c)"o1iaq.Con la stragrandemaggioranzadei raduttori si intende PachimereIPG ),67J8); il Cordier accetta,invece,la lezione.<di Gesù>.
gurr,o),cyia come <<natùra)) (s.igni6catoattestato in Crnrno nr Glnu- s <<
Queste divine parole espongonocome il Figlìo è tutte le cose
sALEMME,Catechesimistagogica9,13, PG ,, 652A, dove questa parola e in tutte le cose ed è capo di tutte le cose,corne dice l'Apostolo [Col.
equivale a gúotq usata nel capitolo precedente).Meno bene, C. Pera 2,101. Dice che è la pienezzae la compaginedi turte le cose,in quanto
intende, secondoil significatoche si riscontra nei filosofi: tractatio de tiene insiemela connessione delle creature,cioe le parti rrel tutto, poiché
tîatura. InÍ^tt| è assai più facile comprendere che si parli della natara è il _tutto. Dunque, come ordinatore del tutto giustamenteè una parte,
nùrabile chc non de1la < mirabile rattazione riguardante la natura di perché ogni parte è parte del tutto, e non è né il tutto né una parte,
Gesù>. qerché non è nessunadi quelle cose nra è al di sopr.adi ogni sosranza.
5{ È interessanteosservarequali sono le fonti
del1a conoscenza pra, parti di tutto i1 mondo sono quelle che si vedono secondol'aspetto:
teligiosasecondoDionigi. Ieroteo è arlivato a conoscereciò che insegna, I'aria, la terra, Ìe piante e il resto, e vi è per così dire una sua divinità
9 perché l'ha appresodai saci teologi (g1i scrittori sacri, secondoil signi- perfetta,quella chè si dice tale risperro a nòi che siamo imperfetti. Come
ficato comune della parola rleoì,ó10r,,che qui sono gli apostoli), o atira- pressoMatteo si dice: "Siate perfetti perchéio sonoperfetto" tMt. 5,48].
verso I'indaginesulle parole ispirate,o in vittù di una ispirazionedivina. Ma rispetto agli angeliche sono perfetti, egli non è perfetto ma superper-
Queste tre fonti di conoscenzasi raggiungonocon diversi procedimenti: fetto: il Figlio è autoie di consacrazione IreletúpXrtq] in quanto è prin-
ciò che si apprende dai < teologi>, si riceve come un bene ffasmesso cipio di ogni perfezione, poiché appunto è prima della perfeiione
(napeílr1<pe, che è il verbo usato fin da san Paolo per indicare l'accogli- lnpcté]"eloql. Così è detto forma tra q1i esseriche sono senzàforma e
mento del dato rivelato)l ciò che si conosces.razíi al,a riflessionesulla incorporei, in quanto è aurore di ogni formazione e principio di ogni
parola di Dio, dopo molto esercizio,si conosé confrontandole diverse forma; ma rispctro a queste forme à senzaforma e al di soira di osni
patti {ouveóparce),mentre ciò che si conosceper diretta ispirazionedivina forma,perchéleformei le idee sonoinferioria lui > (PG 4,i28C-229^).
è anche una esperienza,che produce una simpatia con la realtà conosciuta "7 Altra lezione: < ... possiedcin antecedenza la parte e il tutto di
e porta alla unione(oú pr,Èvplaùóv,,ct)"),ùrcaì,neùòv ... Érc...oupr,naùeiag). tutte le cose>>.
Questa ultima espressione, come nota giustamenreC. Pera (5. Thornae..., 58Dunque, itilperletto nel sensoche è al di sopra
della perfezione.
280 DN Ir 10, 648n-649r DN rr 11, 649s-c 281,
principio e di ogni ordine. t67l È, misuta e durata di tutte tl. [Zt] Bastasu questo argomento'Ritorniamo allo
6s
le coseed è sopra la daruta e prima della durata*. [65] È scopo del discorso e spieghiamoi nomi comuni e uniti
piena nelle cosemanchevoli;sovrabbondantenelle cosepie- della distinzione divina, per quanto lo possiamo fare.
neú. [69] È inefiabile, indicibile, sopra I'intelligenza,la t72l t649BJ E, per definire chiaramentele parti succes-
vita, [648D] la sostanza:hail soprannaturalein modo so- sive, diciamo distinzione divina, come è stato detto, I'in-
prannaturaleute il soprasostanziale in maniera soprasostan- siemedei procedimenti benefici della Divinità. Infatti, do-
ziale.[70] Perciò, per il suo amore vetso I'umanità, venne nando a tutti gli esserie versandodall'alto le partecipazioni
fino alla natuta umana e veramente assunsela sostanzauma- di tutti i beni, da un lato si distingue nell'unità, dall'altro
na e il Superdivino, fu chiamato uomo (queste meraviglie si moltiplicaó nella sua unità e diventa molteplice senza
che noi celebriamo come al di 1à dell'intelligenza e della distaccarsidall'unità, [73] Come, per esempio, siccome
parcla ci siano propizie!), benché anchein queste cose ab- Dio, che esiste in modo soprasostanziale,dà l'essere alle
bia ciò che è soprannaturalee soprasostanzialenon solo creatute e produce tutte Ie sostanze,si dice che quello che
in quanto senzacambiamentoó2 e [649A] senzaconfusio- è uno si moltiplica perché sono molti gli enti che proven-
ne ha partecipatodella nostra natnrra,senzanulla subire ri- gono da lui. Ciò non di meno, quello rimane uno nel gran
guardo alla sua sovrabbondanzainseguito al suo inefiabile numero, unito in questo processoe completo nella distin-
annientamento*, ma ancheperché,ciò che tra tutte le cose zione,per il fatto che è separatoin modo soptasostanziale
nuove è la più nuova, era superiore alTanatura in quelle da tutti gli esseri,sia per il modo singolareó7di produrre
cose che la natura ci diede, superiore alla sosr.anzain ciò tutte le cose, sia per I'attitudine inalterata a profondere
che la nostra sostanzacomporta, possedendoin maniera doni suoi che non vengonot649cl mai meno. [74] Ma,
eminentetutte le nostre qualità che derivano da noi, ma in essendouno e comunicandoI'uno a ciascunaparte, al tutto,
un modo superiore al nostron. all'uno e al molteplice, è ugualmente uno in modo sopra-

se Con durata traduciamo aióv. os <<Comuni e aniti sono i nomi della santa Trinità, che sono deno-
* <<Come sopra ha detto imperletta fra i perfetti, così qui dice
minati in base ai suoi doni fatti asli esseriche stanno dopo di lei; doni
soarabbondante nelle cose piene. Dunque, irnperletta lo devi intendere che chiama distinzioni e in certJ qual modo moltiplicazioni > (PG 4,
nel sensodi superperfettatra i perfetti >>(PG 4,2298). 229D).
ur Il termine greco è ùrrepgunq,che qui è tradotto, eccezionalmente, # < Poiché da lui derivano tutte le cose e sono state create per
soprannaturale (cioè: al di sopra degli esseri creati); ma in genere è mezzodi lui e per lui ed egli è il capo di tutti gli esseri, e lqi stessoha
radotto < mirabile >>,in quanto indica il modo staordinario in cui Gesù fatto venire aliesistenzatùtte le sósta.tre, giustamentesi dice che sl
compie le opere umane (cfr. Ep. IV). moltiplica per mezzodegli essericreati da lui; e quando tutte le cose sono
ut <<Osserva che si è messo in comunione con noi senza cambia-
assoggettatèal Padre, si dice che egli è assoggeú,^to^l lad-re p9-t-49729
mento e senzaconfusionee senzasubire nulla; osservache nei comporta- dellàiose oeate da lui, comedice l'Apostolo: "Allora anchelui lilfiglio]
menti propri della nostra natura rimase soprannaturalee nelle proprietà sarà assoggettato"[1 Cor. 15,28f. Ed egli,.che era tale.-ne1la. moltiplica-
della nostta sostanzarimase sootasostanztale.e che aveva le nostre oro- zione dovuta alla creazionedi iutte le cose, rimase uno e il medesimonella
prietà in modo superiorea noi,-comela nascitada una vergine,la impec- effusionedei doni che non diminuisce mai: è una parte nel tutto e nessuna
cabilità, il parlare e fare tutte Ie cose nella potenza di Dio, il camminare parte del tutto, perché è bensì soprasostanziale: a 99i. inaccessibile,ma
sull'acquae tutte le cosesimili > (PG 4, 229C). - - questoscéndendofino a noio (!G 4, 229D-232A).
ipiega
u' Conservandola sua perfetta natura divina anche dopo la incar- 6r <<Dicemodo singolare di produrre tutte le.cose peî indicare che
nazione, che qui è definita annientamento (rcÉvrrror,q : svuotamento)rful le creature sono state crea-te,ovrreró sono venute all'esistenza,al momento
riferimento a Fú,. 2,7. in cui Dio lo decise,e non a poco a poco e parte dopo parte. Ma questa
e La preoccupazioneprincipale è dimostrare che Gesù Cristo, oltre
comunicazionenon porta diminuzioné, perché Dio che crea tutte le cose
che Dio, è uomo con proprietà umane <(mirabili >. non comptomette li integrità di alcuno dei suoi beni > (PG 4, 2324-B),
280 DN rr 10, 648o-649t DN rr 1L, 649s-c 28I
principio e di ogni ordine. t67l È, misura e durata di tutte 1,1,.[71] Bastasu questo argomento.Ritorniamo allo
le coseed è sopra la duata e prima della durata*. [65] È scopo del discorso e spieghiamoi nomi comunióse uniti
piena nelle cosemanchevoli;sovrabbondantenelle cosepie- della distinzione divina, per quanto lo possiamo fate.
ne6. [69] È inefiabile, indicibile, sopra f inielligenza, Ta t72l t649BJ E, per definire chiaramentele parti succes-
vita, [648D] la sostanza:hail soprannaturalein modo so- sive, diciamo distinzione divína, come è stato detto, f in-
prannaturaleute il sopîasostanziale in maniera sopîasostan- sieme dei procedimenti benefici della Divinità. Infatti, do-
ziale.[70] Perciò, per il suo amore vetso l'umanità, venne nando a tutti gli esserie versandodall'alto le partecipazioni
fino alla nàtuta umanae vefamenteassunsela sostanzauma- di tutti i beni, da un lato si distingue nell'unità, dall'altro
na e il Superdivino, fu chiamato uomo (queste meraviglie si moltiplica 6 nella sua unità e diventa molteplice senza
che noi celebriamo come al di là dell'intelligenza e della distaccatsi dall'unità. [73] Come, per esempio, siccome
parcla ci siano propizie!), benché anchein queste cose ab- Dio, che esiste in modo soprasostanziale, dà l'essere alle
bia ciò che è soprannaturalee soprasostanzialenon solo creaturee produce tutte le sostanze,si dice che quello che
in quanto senzacambiamento6'z e [649A] senzaconfusio- è uno si moltiplica perché sono molti gli enti che proven-
ne ha partecipatodella nostra natura, senzanulla subire ri- gono da lui. Ciò non di meno, quello rimane uno nel gran
guardo alla sua sovrabbondanzain seguito al suo inefiabile numero, unito in questo processoe completo nella distin-
annientamento6,ma ancheperché,ciò che tra tutte le cose zione, per il fatto che è separatoin modo soprasostanziale
nuove è la più nuova, era superiorc alla natura in quelle da tutti gli esseri,sia per il modo singolareói di produme
cose che la natura ci diede, superiore alla sosfanzain ciò tutte le cose, sia per I'attitudine inalterata a profondere
che la nostra sostanzacompotta, possedendoin maniera doni suoi che non vengonot649Cl mai meno. [74] Ma,
eminentetutte le nostre qualità che derivano da noi, ma in essendouno e comunicandoI'uno a ciascunaparte, al tutto,
un modo superioreal nostron. all'uno e al molteplice, è ugualmenteuno in modo sopra-

se Con durata traduciamo aióv. ut <<Comuni e uniti sono i nomi della santa Trinità, che sono deno-
* <<Come sopra ha detto imperletta tra i perfetti, così qui dice
minati in base ai suoi doni fatti aeli esseriche stanno dooo di lei: doni
soarabbondante nelle cose piene. Dunque, irnperletta lo devi intendere che chiama distinzioni e in certo" qual modo moltiplicazioni > (PG 4,
nel sensodi superperfettatra i perfetti ,>(PG 4,2298). 229D).
ur Il termine greco è ùnepcpurlq, che qui è tradotto, eccezionalmente, * < Poiché da lui derivano tutte le cose e sono state create Der
soprannaturale (cioè: al di sopra degli esseri creati); ma in genere è mezzodi lui e per lui ed egli è il capo di tutti g1i esseri,e lui stesso-ha
radotto < mirabile >, in quanto indica il modo staordinario in cui Gesù fatto venire all'esistenzatutte le sostanze,giustamentesi dice che sl
compie le opere umane (cfr. Ep. IV). moltiplica per mezzodegli essericreati da lui; e quando tutte le cose sono
u2<<Osserva che si è messo in comunione con noi senza cambia-
assoggettateal Padre, si dice che egli è assoggettatoal Padre peî mezzo
mento e senzaconfusione e senzasubire nulla; osservache nei comporta- delle cosecreateda lui, come dice I'Apostolo: "Allora anchelui [il Figlio]
menti ptopri della nostra natura rimase soprannaturalee nelle proprietà sarà assoggettato"[1 Cor. 15,28]. Ed egli, che era tale ne1la moltiplica-
della ncrstta sostanzarimase soprasostanziale,e che aveva le nostre pro- zione dovuta alla creazionedi tutte le cose,rimaseuno e il medesimonella
prietà in modo superiore a noi, come la nascita da una vergine, la impec- efiusione dei doni che non diminuisce mai: è una Darte nel tutto e nessuna
cabilità, il parlare e fare tutte le cose nella potenza di Dio, il camminare patte del tutto, perché è bensì soprasostanziale é a noi inaccessibile,ma
sull'acquae tutte le cosesimili > (PG 4, 229C). spiegaquesto scendendofino a noi > (PG 4, 229D-2324).
u' Conservandola sua perfetta natura divina anche dopo la incar- ó7<<Dice modo singolare di produrre Íutte le cose peî indicare che
nazione, che qui è definita annienlamento (xÉvtlor,g : svuotamento), io le creaturesono statecteate,ovvero sono venute ali'esistenza, al momento
riferimento a Fl,. 2,7. in cui Dio lo decise,e non a poco a poco e parte dopo parte. Ma questa
* La preoccupazioneprincipale è dimostrare che Gesù Cristo, oltre
comunicazionenon Dorta diminuzione. perché Dio che crea tutte le cose
che Dio, è uomo con proprietà umane <(mirabili >. non comptomette la integrità di alcuío dei suoi beni > (PG 4, 2)2A-B).
282 DN rr 1L, 649o-652t nN rr 11 283
sostanziale,perché non è né una parte del molteplice, né le unioni vincono e precedono le distinzioni e non sono
un tutto formato dalle singole parti. E in tal modo non è meno unite anchedopo la distinzioneinscindibile e unitiva
l'uno, né partecipadell'uno, né contienein sé I'Uno6; e, dall'Uno72. [77] Noi cercheremodi celebrare,secondola
lungi da queste cose)è uno oltre I'unità che è negli esseri nostra possibilità, queste distinzioni comuni e unite del-
e, moltitudine senza patti, senza pienezza,superiore alla I'intera Divinità, cioè le sue processionibenefichea partire
pienezza,capacedi produrre ogní unità e moltitudine, di dai nomi divini che le mettono in rilievo nelle SacreScrit-
portarla a perfezione,di conteneúa. [75] Inoltre, è vero ture. Sia però prima chiaro questo fatto, come è già stato
che molti divengono dèi grazie alla deifrcazioneche Dio detto: ogni nome divino espressione della suabontà, a qual-
opera in ciascunosecondola capacitàdi ciascunodi asso- siasi delle ipostasi divine si riferisce, può esserepreso peî
migliare al divino, per cui sembra che ci sia e si dice che la Trinità divina nel suo complessosenzafarci caso.
c'è una divisione e moltiplicazione dell'unico Dio; ma ciò
nonostante esiste in Dio principale, Dio superiore, sopra- Capitolo III
sostanzialmente,unito a sé, unico Dio indivisibile nelle Quere srn rL vALoRr,DELLAIREGHTERA E rNToRNoAL BE^Tohnorro, er,
p.rspETToonrrn S.tcnEScnrttunr, E AL MoDo Dr TRATTARNE.
parti, non mescolatoe non moltiplicato con i rnolti. Que-
sto capì in maniera mirabile la guida comune a noi e al Questo capitolo comincia con la indicazione del primo nome
nostto precettore6e, che sarà spiegatò, il Bene. Ma la spiegazione ','iene rimandata per
[649D] la guida che ci conducevaver-
so la luce divina; egli, che è molto ricco di sapienzae luce
degli essericon procedimentiprovvidenziali: si moltiplica ma rimane in-
del mondoto, parla questo linguaggioper ispirazionedivina diviso, comeil soleche emanamolti raggi e timane nella sua unità. Infatti,
nei suoi sacri sciitti: Infatti, se ci sono esserichiarnatidèi rrnchedel Sole della giustizia si dice che ogni giorno si divide e mai si
consuma.Ora, appunto a proposito degli dèi si dice giustamenteche le
in cielo e sulla terca- dal momento che ci sono piìt dèi e più unioni sono superiori alle distinzioni. Così chi ha senno e sente parlare
-questo
signori -, per noi notzc'è cbe un solo Dio, iI Padre dal qua- <ii Dio, quando sentedire di lui che è Enade,non deve intendere
come debolezza,né deve credereche sia semplicenel sensodi impotente.
le tutto procedee noi siamo t652Al in lui, ed un solo Si- Di Dio, infatti, non possiamodire nulla in sensoproprio, che arrivi alla
gnore, Gesù Cristo, che tutto ba latto e ancbe noi esistia- sua proprietà, né pet negazione,come quando si dice immortale e simili,
né per afiermazione,come forse quando si dice Vita e Uno; ma si deve
mo pel opern sua". t76l trnfatti, nelle operazionidivine dire Uno in un sensoche non si può paragonatecon nessun altro (1o
stessocapita anchenelle ipostasi degli altti che non si allontananodalla
sua Enade). Infatti. rimane lo stessoanchese sembrache il suo volere si
ó8Così spiega il Turturro: < Dio, non essendotutto ne11eparti, divida nella cteazionedegli altri esseri.Dunque, ogni distinzione signifr,ca
non è uno; non essendouna parte del tutto, non partecipadell'Uno >>; il orocessoche ootta alla esistenzadi tutte le cose.La indivisibile Enade
e considerauna giossale ultime parole,non contienein sé I'Uno. Cft. C. di-Dio è la caula prima e più potente. Ma nelle cose sensibili accadeil
Prna, .1.Tbomae-.., p. 69. contrario, perché in esse non c'è alcuna unità, ma le distinzioni degli
'e <<Prcceltoree guida conxilfieè evidentementeI'apostoloPaolo, elementiche preesistono,che conono insiemee si uniscono,danno origine
IPG 4, 2328). ad unítà secondariecl-rederivano dalla composizione.A proposito delle
?oCfr. Mt. 5,11. realtà divine non è così; in essepreesistela unità che dà origine in se-
7t 1 Cor. 8,5-6.< Che anchese vi sono motti dèi e signori,uno solo condo luogo alle distìnzioni, gr^zi, al suo volere', (PG 4, 2t2B'233A).
è il vero Dio e Padre e uno solo il vero SienoreGesù. lo dimostra il fatto tt <<Chiamaatità, a proposito del1erealtà divine, le coseche nella
che Ia Divinità, causadi tutte ie cosee cràatrice,comunicandosenzadivi- Divinità si consideranounitariamente e singolarmente,evidentemente
sione e distinzione il nome del1a propria divinità e signoria, ha fatto senzale proprietà personalidi cui ha parlato prima, cioe paternità, fìlia-
esisterecoloro che sonodetti dèi e signori,non perchéla Divinità sia stata zione e procèssione del1oSpirito dal Padre; chiamadistinzioni il fatto che
divisa in parti, che costituisconole diverse divinità, come I'oro si divide sono molti gli esseriche pattecipanodei doni divini. Dunque, ciò che ri-
in molte monete (perchéi molti dèi non costituiscononelf insiemela sua guardale unità precedee prevale,perchéciò che riguardal'unica Divinità
Dívinità come le molte forme costituisconoI'unico mondo). ma si dice è signorianon deriva dai molti, ma a partire da questasingolaritàsi con-
che si moltiplica graziealla sua decisionedi portare all'esistenzaciascuno siderala moltitudine che c'è in essi> (PG 4, D3A-B).
284 DN III 1, 680n DN rrr 1-2, 680c-681e, 285
fare una specie di seconda introduzione, che comprende una in-
vocazione e la giustificazione del lavoro che Dionigi si propone di
in tutti gli esseri significa rimanere fuori dell'Infinità che
fare. Con la invocazione alla Trinità, I'autore vuole awicinarsi a sta sopratutte le cosee le comprendetutte. t83l t680cl
Dio, che pur essendo ptesente a tutti rimane inaccessibile.Niente Dunque, eleviamocicon la pteghiera verso la più sublime
di più naturale che senta questo bisogno chi si accinge a parlare
dei nomi divini. Alla preghiera segue una giustificazione. È giusto
considerazionedei raggi divini e salutari. IB4J Come se
scrivere un'opera che tratta un argomento già ffattato egregiamente fosse sospesaalla sommità del cielo una fr-rnelucentissima
dal maestro feroteo negli Elementi teologici? Dionigi si giustifica e discendessegiù fino a qui, noi afferandola con le mani,
afiermando che non si propone affatto di riesporre ciò che iI mae-
stro ha già spiegato elregia-ente, vuole semplicemente spiegare
prima con I'una e poi con I'altra, avremmo I'impressione
cíò che il maestro ha esposto in formule molto concise, per rendere di trarla giù, ma in realtà non la tireremmo giù in quanto
accessibile 7a saptenzacristiana anche ai principianti, che sentono quella è presentein bassoe in alto, bensì saremmonoi ad
il desiderio di conoscerela verità. Del resto, è con"orme alle dispo-
sizioni divine presentare la verità in maniera acleguaraalle caoacità avvicinarci verso gli splendori pirì elevati dei raggi ful-
dei singoli. Ieioteo rimane comunque il maestro piir grande'dopo gentis. [BJJ Oppure, come se noi, saliti su di una nave,
gli apostoli, che si distingue per la competenza nell'interpretare le tenessimo in mano delle funi attaccatead una roccia e di-
Scritture, la esperienzadi Dio c l'ardore con cui si esprime.
stesefino a noi per aiuto, non tireremmo la roccia a noi,
1. t78l t680Bl E in primo luogo, se sembraoppor- ma in verità noi stessie la nave verso la roccia.Invece,al
tuno, consideriamoI'appellatívo di Buonot, perfetta mani- contrafio, se Llno standosulla nave t680Dl puntassecon-
festazionedi tutte le comunicazionidivine, invocando la tro Lrno scoglio, non farebbe nulla contro la roccia che è
Trinità fonte di ogni bene e al di sopra dello stessoBene2, stabile ed immobile, ma si allontanerebbe,lui, da quella:
la quale rivela tutte le ottime provvidenze elargite da lei. e pirì la spinge,più se ne allontana.tS6l Perciò,prima di
[79] InÍatti, occorre che con Ie preghiere in primo luogo tutto, ed in particolar modo prima di parlare di Dio, è
ci eleviamo a lei, come al Principio del bene, e avvicinan- necessariocominciare dalla preghiefa, non per attrarre a
doci maggiormentea lei siamo istruiti proprio in questo noi la [orza che è presentein tutti i luoghi e in nessuno,
atto riguardo ai doni completamentebuoni collocati intor- ma affinchécon il ricordo e le invocazionipossiamometter-
no a leit. [80] Infatti, essaè presentead ogni cosa,ma ci nelle sue mani e unirci a 1ei6.
non tutte le cose sono presenti a lei. Quando noi la invo- 2. tSTl t6S1Al Questo mio lavoto ha bisognofor-
chiamo con santissimepreghiere,con una intelligenzalim- se di una giustificazione,perché,sebbenel'illustre mia gui-
pida e con I'attitudine all'unione divina, allora anche noi da Ieroteo' abbia composto gb Eleruenti teologici in ma-
siamopresentia leio. [81] Tnfatti, essanon è in un luogo niera mirabile, noi, come se non fossero sufEcientiquelli,
pet essereassenteda un altro o per passareda un luogo
ad un altto [82], ma anche I'afiermare che essasi trova s <<Ha fatto bene a pataqonarela nostra preqhieraad una celeste
stringesaldamente
catena.Così.infatti, chi urlól ,uìlt. al sommodel-cieLo
con le mani questafune > (PG 4,233C).
I L'argomentoqui annunciatosarà trattato al capitolo IV. u La pieghiera,cioè, non ha lo scopodi fat discendereDio, ma di
2 Con Bene raduciamo Ia patola greca ùnepú1cùog; cfu. MT I elevarel'uomo a Dio.
1 leroteo è il maestrodi Dionigi e discepolodi Paolo(cft. DN II
1, 10174.
3 Perché la Trinità rimane al di soora dei beni che comunica. 9, ó48A'8, e in questostessocapitolo1 nn. 23,681A-684D). È presentato
a <<Come non tutte le cose sono prèsenti a Dio, Io dice egli stesso; come autóre di un'opeta intitolata Elementi teologici (di -cui si. cita un
ma lo puoi capire anche in base al divino oracolo: "Awicinatevi a me passo in DN II 10, 618C649C\ e di uno scitto slgli Inni. di anote
(citato in DN IV 1'5-17,713A'-D),che assai probabilmenteè un com-
e io mi awicinerò a voi, dice il Signore" lZc. t,3; Nl. 9,7; Gc. 4,8) >
(PG 4,2338). mento al Cantico dei Cdntici (cfr. DN IV 14, e la rclativa nota 68 in
questo volume).
286 D Nr r r 2 , 6 8 1 s DN rrr 2, 68lc-o 287
abbiamo scritto altre opere e questo ptesente lavoro su stamente,dunque, abbiamo detto [681CJ ancheche la con-
Dio. I88J In verità, se il mio maestroavessepensatodi templazioneche di per se stessapenetra le SacreScritture
trattarc completamentetutte le questioni relative alla Di- e la dotttina che le abbtacciain un solo sguardohanno bi-
vinità, e avessespiegatocon commenti brevissimi ogni ca- sogno di una virtù consumata12,mentre, invece, la scienza
pitolo di tutto ciò che riguarda Dio, noi certo non sarem- e la disciplina dei discorsi che conduconoa ciò si adattaai
mo arrivati a tal punto di follia e di stoltezzafrno a oedere maestri di minor conto e ai loro seguaci.[90J Così io mi
di poter penerare i divini misteri in manierapiù perspicace sono ben guardato dal trattare mai in nessunmodo i pro-
e più divina di lui, o a trattare vanamente due volte la blemi ffattati da quel divino precettorecon una spiegazione
stessacosain modo superfluo,ed inoltre a far torto al mio lucida, per evitate una ripetizione nei riguardi della spiega-
maestroed amico.Così infatti noi, che siamo stati istruiti, zione di un passogià spiegatoda lui. [91] Infatti, anche
dopo il divino Paolo, dagli scritti di lui, gli ruberernmoper pressogli stessinostri pontefici ispirati da Dio t' - allorché
noi la sua nobilissima contemplazionee interpretazione. anche noi, come sai, tu e molti dei nostri santi fratelli ci
In realtà, t681Bl spiegandosapienremenre le cosedivine, riunimmo per vedere il corpo sorgentedi vita e dimora di
ci esposedelle definizioni compendioseI e che compren- Dio taed erano presenti ancheGiacomo, fratello del Signo-
dono rnolte cose in una) come se volesse esortafe noi, e rers,e Pietro, la più alta [6B1DJ e la più venerandavetta
quelli che come noi sono maestri delle anime da poco ini- dei teologi1u,e poi sembròopportuno, dopo la visione, che
ziate, a spiegaree distinguere con un discorso alla nostra
portata le significazionicompendiosee condensatein unità t2 La parola grecache corrispondea consunataè npecButr,rcrj,
che
dalla potenza profondamenteintellettualee di quel grande significa <<propria dei vecchi >, ma anche <<propria dei presbiteri >. Dice 1o
scoliasta:< Poiché la dignità dei vecchi è più perfetta e pirì capacedi in-
uomo. E più volte anche tu ci hai esortato a sifiatta opera segnare,essaè proplia di tutti i sacerdoti.Che cosasignifichinpeoBururct'l
e mi hai rimandato lo stessolibro giudicandolo un'opera lo apprendiamoda Isaia il quale dice: "Non un vecchio né un angelo,
ma il Signorestessoverrà e vi salverà" [63,9], e dall'Apocalissedi san
troppo elevata.Per questo anchenoi riserviamo il maestro Giovanni, il quale dice di aver visto in cielo ventiquattro presbiteri in-
dei pensieri perfetti e venerandiper coloro che sono supe- torno all'ineffabiletrono di Dio [cfr. Ap. 4,47> PG 4,2368).
t3 ... ispiruti da Dio: la parcla greca(ùeó),r1ntor,) significaletteral-
riori ai più, come una secondaScrittura che fa seguito agli mente <(afferrati da Dio >, sono gli apostoli.
oracoli di Dio 10.A quelli come noi tramanderemole cose
la ...corpo...di Dio: l'espressione grecaè (c,iapyr,roúrcaùùeo6ó1ou
oultaroc, <<Forse chiamasorgente di uita e dimora di Dio iI corpo della
divine in proporzione delle nostre forze. Se, infatti, è pro- santa Madre di Dio che era morta > (PG 4, 236C). Così si intende di
prio dei perfetti un cibo solidott, quale perfezione occor- solito (cfr. PGL, s.v., n. 5, dove sono riportati tre casi di Giovanni Da-
mascenoe nessun caso in cui quell'aggettivosia riferito al corpo di
rerebbeper nutrire di questo anchegli altri? IBgJ Giu- Cristo). Perciò non si ouò accettarela interoretazionedi san Tommaso
d'Aquino (In librum Bàail Dionisii De diuinii noninibus expositio,Iectio
X, n. 256: ed. Pera, Totino 1950, p. 78), ripresa e difesa da E. Corsíni
..8 < Chiama definizioni contpendiosequelle che contengono una (Il trattato <<De dioinis nominibus > dello Pseudo-Dionigi e i commenti
considerazione concisa>>(PG 4,236A\. neoplatonicial Parmenide,p. 46, nota 15), che vedono in questo corpo il
e Intellettuale rende il grecovoepotótr1q,
che si dice propriamente corpo di Cristo.
degli angeli. 's La parola gteca de1 (fratello di
ru <<Osservache g1i scritti del lratello del Signore è Aòel,<póùecq
santo Ieroteo si devono considerare Dio). È un termine usato prima e dopo Dionigi (cfr. PGL, s.v.) per indi-
come una secondadivina Scittura > (PG 4,2368). Si osserviperò anche care quel Giacomo < fratello del Signore>>che fu considerato il primo
come Dionigi giustifica il suo lavoro teologico: esso è un aàattamento <(vescovor> di Gerusalemme;cfr. EusEsro or Cesenu, Storia ecclesia-
degli insegnamentidel maestro per anime meno avanzatee una spiega- stica II 2),1; ecc.
zionedelle sue definizioniconcise. t6 ...la piìt alta... teologi: il testo greco è: 'l ropuqaia rcaù
" Cfr. Eb. 5,14. rpsoButótq t6v ùeo),ó1ctv &rpó'lrlq. Tenendo presente che < teologi >>
2BB DN rrr 2-), 684t-u D Nt r r 3 , 6 8 1 c 289
i pontefici tutti, secondo la possibiiità di ciascuno,cele- rienza, sia per la putezza della sua mente, sia per l'esattezza
brasserola Bontà infinitamente potente della debolezzache delle dimos::zzioni, sia infine per le altre doti che riguar-
è Principio di divinizzazione" -, superava,dopo i teologi 18, dano I'interpretazionedelle SacreScritture -, di modo che
come sai, tutti gli altri santi iniziatoú: essendocompleta- noi non abbiamomai tentato di guardarein faccia a questo
mente rapíto, completamentefuori di sé e prendendoparte sole così grande. [93] Infatti, noi abbiamo coscienzadi
e sofirendo I'estasidelle coseche cantava,[684A] d,a par- sapereche non riusciamo a comprenderesuficientemente
te di tutti coloro che lo ascoltavanoe lo vedevano,sia che Ie cose intelligibili relative a Dio, né a esprimeree a dire
lo conoscessero oppure no, fu stimato un araldo divino ispi- quello che si può dire della conoscenzadivina, in quanto
rato da Diole. Ma per quale motivo dovtei ricordare ciò siamo lontani e rimaniamo inferioú alTascienzadegli uo-
che 1à è stato detto di Dío? Poiché, se io non me ne sono mini divini sulla divina Verità, poiché ci siamo accosratia
dimenticato, so che soventeho appresoda te alcune parti questo con un così superiorerispetto tr da non ascoltarein
degli inni ispirati da Dio. A tal punto ti sta a cuore di trat- nessunmodo o da non dire alcunchéintorno alla filosofia
tare le cosedivine non superficialmente. divina, se non avessimocompresoche non bisognat6S4Cl
3. t92l E per lasciareda parte questi segretiinse- ttascuraîe la misura accessibiledella conoscenzadivina: e
gnamenti, che sono così inesprimibili per i più{ e a te ci hanno persuasoa questonon solo i desiderinaturali delle
così ben noti, allorché t6B4Bl bisognava venire a con- intelligenze che desiderano sempre ardentementela con-
tatto con i più e con tutti quelli che era possibile con- templazionedelle cosemirabili, per quanto è lecito, ma an-
durre alla nostra santa conoscenza,egli superavaIa mag- che l'eccellentedísposizionedelle leggi divine: il quale or-
gior parte dei saoi maestri - sia per la sua diuturna espe- dine ci impedisce di interessarcicuriosamentedelle cose
che stanno sopra di noi e che superanoil nostro merito e
la nostra capacitàd'intendere,ma aI tempo stessoci co-
generalmentesignificagli autori sacti, si potrebbe pensare,a prima vista,
che qui Pietro sia presentato come il più importante e il più antico degli manda di imparare con ogni àiligenza e di comunicare be-
autori dei libri sacri (almeno dei libti saoi del Nuovo Testamento). Ma nignamente agli altri tutte le cose che sono accordatee
essendociò impossibile,perché le due lettere giunte a noi sotto il nome
di Pietro non sono certo gli scritti più importanti né più antichi del concessea noi22.[94] Pertanto anchenoi, credendoa que-
Nuovo Testamento,non resta che intenderediversamentela patola < teo- sti doveri, senza lasciarci stancareo spaventarenella ri-
logi >>,come coloro che parlano in nome di Dio, e precisameitein riferi-
mento agli apostoli.In tal modo Pietro è qui denominatoil più alto e il cerca lecita delle cose divine, ma non permettendo di la-
piìr venerabiledegli apostoli,come in EH V rrr 5,512D è detto <<primo
(rcopu<paloq) dei discepoli>. Per un'analisipiìr dettagliatadei due passi e
il loro significatoin rapporto al < primato > di Pietro, cfr. R. Roeurs, <<È atteggiamentorispettosoil non indagarele cosepiù divine >
L'U niuers...,pp. 181-183. (PG 4,237C).
t1 ... debolezza...diuinizzazione: letteralmente, <<debolezza tearchi- '_Questo passo è di notevole
rilievo per comprendere1o spirito
ca >. Ciò significache i'abbassamento volontario del Figlio di Dio, che si con cui Dionigi scrive le sue opere. Negli uomìni, dotati di intelligeÀza,è
fa uomo come tutti gli altri, in tutto e per tutto fuorché nel peccato, innato il desideriodi conoscelele verità soprannaturali.Perciò l'indagine
diventa il principio de11adeìficazione(de1l'adozione filiale) degli uomini sulla rivelazioneè pienamentegiustificata.D'altra parte, però, la intelli-
tutti, che in tal modo ritornano alla condizione filiale originaria. Lo sco- genza cre ta dev'essereconsapevoledei suoi limiti, per cui deve indagare
liasta ne dà una spiegazione molto ampiaed eccellente(PG 4, D6C-2378). con rispettoso senso di misura e comunicate volentieri agli alti ciò che
'8 I teologi sono gli apostoli;cfr., sopra,la nota 1,6. vìa_via comprende. Dice 1o scoliasta: <<Non si deve indagare al di sopra
te ... araldo diuino: Ietteralmente, < divino innologo >>,cioè compo- delle nostte forze né trascurare la conoscenzadivina, ma comunicare àgli
sitore di inni; assaiprobabilmentecon riferimento ad Ef. 5,19; CoI.3,16. alri ciò che si è capito, Infatti, è stato detto: "Non scrutarecose tropóo
20I più (no)"),oi) sono i credenti non ancora arnvari ad una con- alte,_maconsideraciò che ti è stato comandato"lSir.3,21-22f> (PG-4,
templazioneapprofonditadei divini rnisteri, ma desiderosidi progredire. 2]7C-D).

*.
290 D NI I r 3 , 6 8 4 o DN rv 29I
sciare senzasoccorsocoloro i quali non possono contem- che partecipa alla Bellezza, mentre Ia Bellezza è ciò di cui parteci-
plare verità più alte di noi, ci siamo dedicati allo scrivere, pano tutte le cose belle per essere tali. Il Bene è perciò Bell.ezza,
perché da lui deriva la Bellezza che viene elatgita a tutte le cose
non osando inttodurre nuila cii nLlovo, ma discernendoe belle ed è Bello perché, come autofe della Bellezza, contiene in sé
manifestandocon osservazionipiù minute e riguardanti cia- tutte le cose belle. Come tale, è di tutte le cose belle causa efi-
sctna [6B4DJ delle parti, quelle coseche sono state dette ciente, ma anche finale ed esemplare; e tutte le cose tendono a lui"
ciascuna secondo il moto che le è proprio. Gli angeli, gtazie a77a
in breve proprio da colui che è veramenteIeroteots. Icro esistenza stabile ed unita, vi tendono con un moto uni{orme
(il moto circolare, che rappresenta 1a conoscenza intuitiva), gli
Capitolo lV uomini con i sensi e 1a ragione e, atîraverso un processo di puri-
Ir BrNs, tt Lvcp, rl Brrlo, l'Altonr, l'pstesr E Lo zELo. h lters, frcazione, anche con il moto uniforme, che è proprio degii angeìi
NoNÈ uN ESsERE, NÉ nEuva DAtt'essrnt, NÉ rsrste NEGrrESSERL (cioè con moto rettilineo, elicoidale e circolare); infine, a loro modo,
tendono a lui anche gli esseri infraurnani. Tra i nomi divini non
Questo capitolo, il pirì lungo di tutta l'opera, si divide ner poteva mancare quello di Amore (éros), tanto caro alla tradizione
tamente in due parti, che sono assai diverse sia per argomento sia platonica e già entrato nella teologia cristiana specialmente con
per il tono e il linguaggio. La prima parte (1-17) contiene la spie- Origene e Gregorio di Nissa. Dionigi 1o intoduce cautamenre,
gazione del nome divino che è il Bene, e di altri nomi ad esso col- dopo avere osservato che il Bello e Buono è appetibile, desiderabile
legati, che sono Luce, Bello (e Bellezza) e Amore (con le parole ed amabile (ephetós, erastós, agapetós), sia perché è al di sopra di
greche éros e agúpe). La spiegazione de1 nome Bene si svolge con tutti sia perché è creatore di tutti. La cautela, che fu già di Origene,
un tono altrmente lirico, che richiama, anche da vicino, alcuni si spiega per il fatto che nella traduzione greca dei LXX (Antico
celebri passi di Platone e di Plotino. In primo luogo (1-4) si svi- Testamento) e nel Nuovo Testamento non si dice mai che Dio è
luppa il paragone tra il Bene e il sole che ne è f immagine visibile. Amore (éros) e solo due volte si legge che gli uomini devono
Come il sole illumina tutte le cose, così il Bene fa esistere tutti gli amarlo (eràstbai), mentre comunemerìte si usano i tetmint agópe
esseri, ciascuno con Ie sue peculiarità. Fa esistere gli angeli nella e ngapún, che nel greco non biblico avevano un almo significato.
loro disposizíone gerarchica con una esistenza stabile ed etefna e Dionigi perciò si sente in dovere di dare una spiegazione.Se nella
con il loro agire per cui trasmettono agli esseti inferiori i doni di Sacra Scrittura - osserva - si evita di attribuire a Dio la parola
Dio; fa esistete le intelligenze incarnate con la loro unione alla éros,7o si fa perché di solito questa parola è intesa in senso vol-
materia e con il loro agire che arriva al Bene passando attraverso gare. Per quesìo in alcuni passi della Genesi si usa un'alra parola
i sensi e il ragionamento; infine, al Bene devono la loio esistenza anche per indicare il legame tra 1o sposo e la sposa. Ma se inteso
g1i animali, le píante e gli stessi esseri inanimati. In tal modo di- bene, cioè non come slancio rrerso i falsi beni ma verso i veti beni,
venta il principio a cui tende tutto ciò che esiste ed anche ciò che éros ha 1o stesso significato di agópe e si può rifetire a Dio e alle
non esiste (perché anche ciò che non è desidera essete qualcuno creatute superiori, ccme già alcuni grandi maestri hanno fatto.
degli esseri che derivano dal Bene). In particolare, ii Bene si mani- L'lros così inteso penetra, come il bene, tutto I'universo ed è per
festa nell'ordine e nella bell.ezzadel cosmo in tutre le sue prrti e sua natura estatico. Ciò significa che amare equivale ad uscire fuori
trova la sua immagine più bella nella luce de1 sole. Come la Bontà di sé con un movimento che ouò procedere dall'alto verso il basso o
atriva dappertutto e fa sentire dappertutto il suo beneÉco influsso, verso gli alri esseri del medesimà ordine, o dal basso verso I'alto,
così il sole, che ne è l'immagine, efionde la sua luce dappertutto e presentandosi ora come provvidenza (prónoia) ora come solidarietà
vivifìca e nutre e conserva tutti gli esseri sensibili. Analogamente, (synoché) ora come conversione (epistraphé). E Dio, a second:r
il Bene è il principio a cui tendono tutte le cose e) come il sole, che si consideri come causa efficiente o caLrsafinale, si dice Amore
raccoglie e riunisce tutte le cose (come spiegava una vecchia eti- o Amabile, Amante o Amato, come analogamente è BeTTezzae
mologia molto nota ra i filosofi). L'immagine de1la luce solare non Bello. A conclusione di questa spiegazione sono uascrítti alcuni
deve tuttavia distrarre: i1 Bene è la luce intellettuale, che illumina passi del maestro Ieroteo (forse da un comlnento al Cantico dei
gli angeli e gli uomíni con una efiusione di luce sempre più abbon- Cantici), dove si dice che dall'unico Amore di Dio derivano tutti
dante, via via che essi progrediscono nel cammino verso la unione gli amoti dell'universo (quelli degli angeli, degli uomini e degli al-
con il Bene, che dopo averli creati riconduce tr-rtti gli esseri alla tri esseri), i quali in Dio ritornano all'unità. * La seconda parte
unità. 11 Bene è celebrato anche come Bello e Bellezza. Bello è ciò (18-35) può essere collegata alla prima per conrasto. Dopo aver
celebrato Dio come Bene, Luce, Bello, Buono e Amore, ed avere
23leroteo significa < sacro a Dio >>.
tipetutamente afiermato che come tale Dio penetra in tutto I'uni-
292 DN rv 1, 69JB DN IV 1, 69rc 293
verso, viene spontaneo domanCarsi perché mai, allora, in questo mente alla Divinità superdivina staccandoloda tutte le al-
universo creato da Dio esiste i1 male. Tanto piìr che questo argo-
mento era molto trattato nelle scuole filosofiche, in tapporto al
tre cose,chiamandoBontà la stessaesistenzadivina, credo,
tema della prowidenza divina, e già lo avevano afirontato più voite e afiermandoche, poiché il Bene esiste,in quanto Bene so-
anche gli autori cristiani. Dionigi ha in mente, come prima sua stanzialez,difionde la sua bontà in tutti gli esseri.t96l In-
preoccupazione,la difficoltà di conciliare la causalità universale del
Bene 1da cui deriva la bontà di tutte le cose) e la esistenza degli
fatti, comeíl nostro sole,senzapensarciné per libera scelta,
angeli cattivi. Come possono essere cattivi questi angeli che sono ma per il fatto stessoche esisre,illumina tutte le coseche
stati creati buoni? Ma da questo particolare problema il discorso possono,secondola loro misura, paftecipafedella sua luce,
si fa più vasto per spiegare i'origine del male in generale. Il pro-
biema viene afitontato con un procedimento ben congegnato che
così ancheil Bene, che è superioreal sole come I'archetipo
si può delineare come segue. Come è certo che il male esiste, così che non ha paragonisuperaun'oscuraimmagine,con la sua
è certo che non può derivate dal Berle (perché dal sirnile deriva il stessaesistenzamandai raggi della sua bontà assolutapro-
s i r n i l e ) .D ' a l t r a p a r r c , è s t a t o c l i n r o s t r r t op-r i m e c l r e t r r t r i q l i e s . er i
derivano dal Bene. Ne consesue che il male non Duò esistere in se
porzionalrnente su tutti gli esseri3.t97l A causadi quesii
stesso.Per cui, se il male esisÉ, come di fatto esistd,non può esistele raggi ebbero vita tutte le sostanze,le potenze e le opera-
se non in quanto, in qualche modo, partecipa del Bene. Se questo zioni intelligibili ed intelligenti' [99] per questi esseso-
è vero, il problema si ripropone in questa fotma: come può parteci-
pirre al Bene ciò che è contrario al Bene (perché il male non è un no ed hanno t693cl una \r;ta senzafine e senzadíminu-
Lene inferiore ma ciò che si oppone al Bené)? La difficoltà si supera zione,libere da ogni distruzione,mortes, materia e gene-
conceDendoi1 male non come il risultato di una operazione ma con';c razione, lontane dall'alterazioneinstabile, mobile e trasci-
7a mancanza(o la perdita) di qualcosache compete ad un dato esserc;
per cui si può dire che il male in sé non esiste, ma esistono gli esseri
nante ora da una parte ora da un'altra, [99] sonopensate
(derivanti dal Bene) manchevoli di qualche cosa che gli compete. Ne come prive di corpo e di matelia e come inteiligenzecom-
consegueche nessunessereè cattivo per naiur:l (neanchei demoni, e
tanto meno tutti gli altri esseri: da Dio agli angeli, all'uomo e agli 2 Bene sostanzialeperché tutti gli esserine partecipano,perché è
esseri infraumani). Questo perché il male è privazione e come tale
ciò che fa esisteretutte le cose.
non può esisterein sé come privazione tctale, ma solo negli esseriche ' Il parallelotra il Bene supremoe il sole risale, almeno ne1lasua
sono orivi di qualche cosa.Così concepito. il male non deriva da una fornrulazionechiaramentedefinita, a PraroNu, Repubblica508b-c,che fu
causa^solae cómpleta,come gli esseriche sono buoni, me da molte poi ripreso dagli scrittori cristiani (cfr. Gnaconro NazteuzENo,Discorso
cause parziali, che sono difetti, ed esiste come accidente. Una volta 2-1,1,PG 15, 10814-10818;28,30,PG 36,694-C). Lo scoliasta ne spiega
chiariù che il maie è difetto di esserc,rimrne Ca spiegarecome si il significatoin questi termini: <<Nessunopensi che il grandeDionigi giu-
concilia con la provvidenza divinl, alla qurle nulla sfugge. Lo si dichi le proprietà di Dio prendendo come modello il sole sotto tutti i
capisce tenenCo presente che la Drovvidenza divina consetva gli rapporti, ma intenda il paragonesemplicemente in questo senso:come il
esseri secondo 1a propria natura, e quindi lascia liberi di scegliere sole,che non è altro che luce, e, pur essendodiversodagli esserianimati
quelli che ha creato tali (g1i uomini e gli angeli). E appunto dalla che decidonoliberamentedi beneficare,riceve la luce dal di denro e la
distribuiscea tutti gli esseri(infatti, avviene il contrario perché benefica
libera scelta di queste creature derivr il nale, che petciò è condan- senzaessereanimatoe dotato di libertà di agire,essendoprivo di ragione,
nebile, anche se la prowidenza divina ne sa ricavare il bene. e beneficasenzaricevere da fuori la luce, perché è luce egli stessoe
illumina), così a propositodi Dio si deve pensaresemplicemente che Dio
L t95l t693Bl Procediamoora allaspiegazione del non possiedeil Bene in maniera accidentalecome una qualità, come noi
nomedel Beneche i sacriautori1 attribuisconoesclusiva- possediamola virtù, ma essendoegli stessoIa sosta,nza del Bene come la
luce è la sostanzadel sole ed essendoil bene stesso,Dio estendesu tutti
t Dionigi afÍetmaripetutamentedi ricavaretutti i nomi divini che il raggio della sua bontà beneficandocoloro che sono ilìuminati. Richiama
I'esempiodel sole in quanto essoè una immagineoscutae quasi invisibile
esaminain questolibro dalla SacraScrittura,ma sceglienomi cati ai pla- dell'atchetipoche è completamenteincomunicabile.Infatti, se le imiaagini
tonici e li spiega in un senso molto vicino al 1oro. Il nome Buono fosseropienamentevere, non sarebberopiù copie ma modelli > (PG 4,
(agatbós) è riferito a Dio spessosia ne1l'Antico come nel Nuovo Testa- 240.{-8).
m e n t o :c f r . ,a d e s e m p i oS, a l . 7 . l ( 7 2 1 , 1 :1 8 ( 1 1 7 ) , 1 -M
3 c; . 1 0 , 8 ;M t . 1 9 , 1 7 ; t ...potenze...intelligenti:gli angeli.
Lc. 18.19. ' * Percl'réqucsie sono proprie dei corpi > (PG 4, 2414).
291 DN IV 1-2, 696tt-s DN rv 2, 696c-n 295
prendono incompatabilmente e sono illuminate d'intelli- tà che è la causauniversalee la fonte. t1041 Da questafu
genza esattariguardo alle ragioni degli esserie la trasmet- loro concessodi assomigliarealla Bontà, di esprimere in
tono in seguito a tutte le cose t696Al che sono congiunte loro stessela Bontà nascostae di essereangeli, in quanto
con loro. t1001 E ricevono da parte della Bontà la loro annunziatoîi del silenzio divino to ed emessi, per così dire,
dimora e di qui deriva la loro stabilità, la loro durata, la come luci splendenti che interpretano colui che sta in luo-
loro consetvazioneed il godimento6dei bení. [101] E, go inaccessibile.[105] À{a dopo quegli spiriti sacrosanti,
tendendoversoquestaBontà, raggiungonoI'esseLe e lo sta- t696cl anchele anime e i beni propri delle anime esisto-
to di perfezione, e conformate a somiglianzadi essa,per no a causadella Bontà infinitamente buona: l'essereintel-
quanto possono,ne divengonof immagine e, come la legge ligenti 11,l'avere una vita sostanzialee incorruttibile 12,il
divina prescrive,comunicanoagli esseriinferiori i doni che fatto stessodi esisteree poter aspirare alla vita degli an-
essericevono dal Bene. geli [106] e da questi come da ottime guide esserecon-
2. [102] Dalla Bontà derivanogli ordini sovramon- dotte alla Bontà fonte di ogni bene, partecipare secondo
deni, le loro rlnioni, le loro rclazioni reciproche,le distin- la loro capacitàdei raggi che emananodi là, t 107I prender
zioni non confuse, le possibilità di riferire gli esseri infe- paîte, secondola loro capacità,al dono della Bontà, e tutte
rioú [6968l a quelli superiori, le provvidenzedegli esseri le altre cose che da noi sono state enumeratenel ffattato
superiori per quelli inferiori, le vigilanze degli attibuti di Sull'anirnat3.[108] Ma, se si deve parlareanchedelle ani-
ciasctinapotenzae le conversionicontinue intorno a se stes- me inazionali o degli animali - di quelii che percorrono
se, le immutabilità e le elevazioni? circa il desiderio del l'aia o camminanosulla terra o strisciano sul suolo o vi-
Bene e tutte le altre coseche da noi sono state dette nel vono nelle acque oppure in maniera anfrbiao vivono na-
lrbro sulla Proprietà degli ordini angelicis,[103] m ^n, scostisotto terr2le sotto un cumulo di ruderi, e, [696D] in
che le altre cose che sono proprie della gerarchia celeste, una parola, quenti hanno un'anima o una vita sensibile-,
cicè le purificazioni degne della gerarchia celeste,le loro ebbene, anche tutti questi sono animati e vivificati dal
illurninazioni sovramondaneed il completamentodi tutta Bene [109] e anchetutte le piante hanno la vtta nutritiva
la perfezioneangelica';tutte questecosepartonodallaBon- e accrescitivadal Bene. [110] Persíno la sostanzapriva

6 ... godimeitto: è la parola grecaècr,La,che si può intendere nel cita Is.6,6-7 edEz.2,8-9per l'operadi puri{ìcazione, Dn. 10-11per l'opera
sensodi pasto {: godimento)o di dimora surcra(de Gandillac traduce, di oerfezione. e il Pastoredi Erma (PG .1.241D).
'silenzio
infatti: <<sanctuaite>). Secondoquesto significato intende 1o scoliasta to Per diuino si intende la divinità inefiabile; cfr. DN IV
che identifica èotúa con trrov{ (cfr. PG 4, 241.4). 2 2 , 7 2 4 8 ; P G L , s . v . ,n . 4 .
t <<L'unione continua a Dio >>e <<il progressodelle intelligenzee rt Intelligenti (voepoú)sono chiamatele anime; gli angeli di solito
sostanzevetso la deificazione > (PG ,{, 2418). Dunque, dal Bene deriva sono detti intelligibili e intelligenti (vo1toì, rcaì,voepoú)perché non solo
tutto.-ciò che riguarda la esisfenza,1a disposizionee l'attività del mondo intellezione, ma anche ossetto di intellezione per gli
angetlco. :?àr"r,t?fi?..r:,t&.di
' Si fa riferimento acl un altro trattato a noi ignoto, non si sn se 1'?Cioè incorruttibiii, immortaìi per natura, rnentre i corpi per na-
reale o fittizio. Il contenutosembrerebbe1o stessodi CH; ma lo si deve tura sonocorruttibili.
consideraredistinto, perchénella cronologiache risulta d,a\corpusdovreb- t' Si fa riferimento ad un altro trattnlo a noi ignoto. Se non è fit-
be esseresteto compostoprima deila Teologiasimbolica,che risulta ante- tizio, possiamosupporre che in esso fossero esarninatela natura e le
riore a CH; cfr. R. Roeues, Structures...,p. 131. facoltà dell'anima. Dionigi, infatti, parla dell'anima in due modi: a volte
e Prima si sono consideratigli angeli ne1loro rapporto reciprocoe la presentacome tripartita (voiq, ùupr.óq, ènr,ùup,úa:in DN IV 20,7208-C;
nel loro tapporto con Dio, adessosi indicano 1e loro attività di purifica- IX 5, 9l3A), talvoita come bipartita (d:naùúq,rcaù4turcóq:in Ep. IX 1,
zione, illuminazionee perfezionenei confronti degli uomini. Lo scoliasta 11084); cfr. R. RoQurs,Structures..., p. I)0.
296 DN IV J-4, 697t-s DN rv 4, 697c 297
di anima e di vita esistea causadella Bontà, ad opera della ste, che avvengonosenzarumore, e degli ordini, delle bel-
quale ha ottenuto il suo stato sostanzialett. Iezze, delle luci e delle stabilità delle stelle e dei vari corsi
3. [111] t697Al Seè vero,ccmeè certamente vero, di alcune stelle erranti e del periodico ritorno ai loro punti
che il Bene sta al di sopra di tutti gli esseri,ciò che non ha di patenza dei due luminari che la Scrittura chiama gran-
forma dà tutte le forme, e in lui solo I'essereptivo di so- di18, secondoil corso dei quali sono definiri i giorni e le
st^nzaè il supeiamentodi ogni sostanza,\a non vita è so- notti e misurati i mesi e gli anni che precisanoi movimenti
vrabbondanzadi víta,la non intelligenzaè sovrabbondanza ciclici del tempo e delle coseche sono nel rempo e li nume-
di sapienzae tutte le cose esistenti nel Bene che possono rano e li ordinanoe li contengonole.t1131E che cosadi-
dare in maniera eccellentele loro forme agli esseriche non remo del raggio solare preso in se stesso?La Luce deriva
l'hanno ts e, se è lecito dirlo, anche ciò che è privo di es- dal Bene ed è immagine della Bontà, perciò il Bene è ce-
seretutende verso la Bontà che è superiorea tutti gli esseri lebrato con il nome della Luce [697CJ come l'archetipo
e tenta in certo qual modo di stare nel Bene veramente che si manifestanelf immagine. [114] Come, infatti, la
soprasostanzialein quanto ptescinde da tutte le cosetT. Bontà divina superiore a tutte le cose penetra dalle più
4. t1L21 t6978l Ma, cosache ci era sfuggitaa mez- alte e nobili sostanzefin dentro alle ultime ed ancora sta
zo àel discorso, il Bene è causa anche dei principi e dei al di sopra di tutte, senzache quelle più elevate possano
limiti celesti di questa sostanzache non aumenta e non raggiungerela sua eccellenzae che quelle più in bassosfug-
diminuiscee che rimane completamenteinvariabile e, se si gano aI suo influsso; [115] ma illumina, produce, vivifi-
può dire così, dei movimenti dell'enorme evoluzione cele- ca, contiene e perfeziona tutte le cose atte a riceveila2ol
t1161 ed è la misuta, 7a durata", il numero,I'ordine22,la
to Siato sostanzialeuaduce ÉEtq oùoúòîq, che 1o scoliasta inter-
preta come < qualità permanente>. Ciò significa che anche gli esseri ina-
nimati, grazie al Bene, hanno ricevuto da Dio delle qualità che costitui- " Cfr.Gn.1,16;Sal.136(135),7
9.
sconoii loro esseree non sono acquisitedal di fuori (cfr. PG 4,2448-C). " Cfr. Gn. 1,14.Al Bene si attibuisce tutto l'ordine dell'universo,
Si noti la sttuttura gerarchicadell'universo,che ritorna continuamente: qui descritto secondole concezioniscientifichedel tempo. <<Perprincipi
angeli,uomini, animali, piante ed esseriinanimati. e limiti celesti>>spiega1o scoliasta< si deve intenderela creazionesferi-
rs Bene interpreta il Ficino: <(Et quotcumquein ipso bono modo forme, che sussistein maniera circolare intorno ad un punto o centro,
quodam informium nominantur, ad potestatem pertinent sublimiorem, che è la volontà di Dio, perché il movimento citcolare comincia da se
formis formas excellenterefficientem>>.Si deve tuttavia sottolineareche stessoe termina in se stesso.Dice che la sostanzacelestenon o:oiòné
questaproduzionedelle forme (eiòonor,ia)comprendeanchela produzione aumentalené diminuire, perchéè perfetta e perfettamenteadeguataal suo
della materia; cfr. C. Prna, S. Tbomae...,pp. 98-99. essere.Ora, ciò che è perfetto né crescené diminuisce>>(PG 4, 244D-
ró <<Come può il non esseretendere al bene? Se non esiste,come 2451.).
può tenderea qualchecosa?Rispondiamoche per non essereintende il 'o <<Illumina Ie cose che DossonocomprendereIa sua totalità se-
male,come spiegapiù avanti [cfr. nn. 18-]51, e che ancheciò che si dice condo 1a misura che sono in gràdo di accogiier.,e per questo è detto
male esiste per il Bene > (PG 4, 244C-D). Ma si può anche intendere nel misura degli esseri.Ma si può ancheintendere nel sensoche conosceil
sensoche ciò che non ha una certa forma, cioè esiste senzauna certa for- principio e il limite di tutte le cose, come solo creatore,perché si fa
ma, desideraraggiungerlae quindi desiderail Bene. Infine (ma non è il conoscereabbassandosi>>(PG 4, 245D).
nostro caso),talvolta si atffibuisce questaespressionea Dio per indicare 2t Durata corrispondead aióv, che altrove, quando indica la esi
che è al di sopradegli essericreati (cfr. PG 4,2i)C-2564). stenzadegli angeli,è uadotto < eternità>; cfr. DN X 3,937C-9404.
t7 ,.,in quanto,,,cose'.letteralmente,<<secondol'astrazione(d,gai-
" <<Dio è detto ordine. o oerché con ordine ha creato tutte le cose
peouq)di tutte Ie cose>>,cioè in quanto prescindeda tutte le cose e le o perché per mezzodella fede è-compreso da coloro che si avvicinano a
supera. 'Atpaúpeor,q è un termine tecnico per indicare il cammino per lui, senzache la molteplicità ldei nomi] sommergai deboli e senzache la
giungerealla unione conoscitivacon Dio. Dionigi lo usa sette volte in DN suacondiscendenza impediscaai più santi di comprenderloadeguatamente.
e ben nove volte in MT (cft. Ve.Norn Derr.r, Indices...,p. 371; lo ha Egli versa in me la sua Bontà secondola mía capacitàdi accoglierla>
studiato accuratamenteJ. VeNunsrr, Le rnystèrede Dieu..., pp. 65-70. (PG 4, 245D-2484).
298 DN rv 4, 697o-700t rN rv 4-5, 700e-o 299
custodia,la causae la fine degli esserit[117] così anche sa perfetta,ed in essat700Bl tutte le cosesussistono come
f immaginemanifestadella divina Bontà, ossiaquesto gran- custodite e contenute in un recessoonnipotente; e verso
de sole iutto lumínoso e semprelucente secondola tenuis- di lui tutte le cose si convertono come verso un fine pro-
sima risonanza del Bener, illumina tutte quelle cose che prio per ciascuna;t1221 e lui tutte desiderano,quelle ín-
sono in grado di parteciparedi lui, ed ha una luce [697D] telligibili e razionaliin maniera conoscitiva,quelle sensibili
che si diffonde su tutte le coseed estendesu tutto ii mondo sensibilmente,quelle prive di sensibilitàper un movimen-
visibile gli splendori dei suoi raggi in alto e in basso; e se to innato alla loro tendenzaallavita, e quelle che sono pri-
qualche cosanon vi partecipa,ciò non è da attribr-rirsialla ve di vita e che esistono soltanto per una attitudine alla
sua oscurità o alla inadeguatezzadella distribuzione della sola partecipazione alla sostanza,[L23] secondolo stesso
sua luce, ma alle coseche non tendono alla partecípazione miterio della immagine visibile, anche la luce riunisce e
della luce a causadella loro inettitudine a riceverla.In real- converte a sé tutte le coseche sono, che vedono, che sono
tà, il raggio, atraversando molte delle coseche si ffovano suscettibili di movimento, che sono illuminate, riscaldate,
in quella situazione,illumina le cose che vengono dopo e insomma che sono comprese dai suoi raggi splendenti:
non c'è nessunadelle cosevisibili t700Al a cui non giun- donde il nome stessodi sole, perché riunisce tutte le cose27
ga, a causadella grandezzaeccedentedel suo proprio splen- e raccogliele cose disperse; e tutto ciò che è sensibile1o
dore. [118] Ma, anzi, il sole contribuisce2nalla generazio- desidera sia per vedere, sia per muoversi, per ricevere
ne dei corpi sensibili e li muove verso la vita, li nuue, li fa t700cl la luce e il caloree, insomma,perchédesideradi
crescere,li perfeziona,li purifica e li rinnova; [719] e \a esserecontenlrtodalla sua luce. [1.24] E io non affermo,
luce è la misura e il numero delle ore e di tutto il nostro secondoI'opinione degli antichi28,che il sole è un dio ed
tempo. Infatti, questa è la luce che, sebbeneallora fosse artefice di tutto il creato e che per proprio conto regge
informe, come dice il divino Mosè2s,aveva già distinto i I'universo visibile, ma che dopo la ceazione del mondo
primi nostri tre giorni e, [120] come la Bontà conveîtea dalle cosecleate si vedono e si comprendonole perfezioni
sé ogni cosa ed è la prima radunatrice delle cose disperse, invisibili dí Dio, cioè la sua potenza e divinità eterna2e.
come Divinità principaleed unificarice, t1211 e tutte le 5. t1251 Ma questo riguardala teologia simbolica:
cose tendono a lei in qr-rantoplincipio, sostegnoe fine; e il ora invece dobbiamo celebrareil nome della Luce intelli
Bene, come dicono le Scritture'u, è quello da cui tutte le gibile propria della Bontà, t700Dl t1261 e bisognadite
cosesonoe venneroall'esistenza, comededotteda una cau- che colui che è Buono si chiama Luce intelligibíle per il
fatto che riempie di luce intelligibile ogni intelligenza so-
:' < Se uno parla gridandoa gran \roce,quelli che stannoaccanto€d
hanno orecchierobustesentonole srida e le cosedette. quelli che stanno
un po' lontani, essendoseparatida-lui, sentonoIa voce piùr debolmente, ?t Cfr. Praroux, Cratilo 409e.
in6ne quelli separatida una grandedistanzasentonosolo una parte molto 28Letteralmente,secondoI'opinione si dovrebbetradurre <<secondo
tenue della risonanza.Quanto alla luce solare, si deve pensareche il suo la dotuina ()"óyoq)> che ricorda la <<sapienzadi questo mondo >>con-
rapporto con la Luce vera è tale che la distanzaè inconcepibile> (PG dannatada Paolo (cfr. 1 Cot. L,20; 3,19). Dopo I'elogio del sole, tanto
4.248N8\. caro alla religione pagana,Dionigi sente i1 bisogno di precisareche non
'n Come strumentodi Dio e non perché abbia una sua propria ca- 1o considetaun dio, ma solo una creaturache rivela a suo modo le perfe-
pacità di dare la vita (cfr. PG 4,2188-C; DN V 5, 820A-C; VI 3, 857ts). zioni di Dio; per una maggioredocumentazione, cfr. C. Pene,J. Thomae...,
"'u Cfr. Gn. 1,3. p. 105.
Cfr. Rm. 11)6; 1 Cor. 8,6; Col. 1,16; DN II 11, 649A-652A; " Cfr. Rm. 1,20,un testo a cui Dionigi allude anchein Ep. IX 2,
IV 10,705C-708A. 11088, per giustificarel'uso dei simboli ricavati dalla natura.
J00 DN rv 5-6. 701e-n D NI V 7 , 7 O 1 C 3OI
vraceleste,t1271 e ricacciatutta fignoîanza e I'errore da tutti gli esseri intellettuali e razionali e rendendoli uniti.
tutte le anime in cui egli dimora, e a tutte partecipa una InÍatti, come I'ignoranza è pronta a dividere coloro che
luce sacra, t1281 e purifica i loro occhi intellettuali dalla sono nell'errore, così la presenzadella Luce intellettuale
caligineposta attorno a loro e dovuta all'igncranza,e muo- è adunatricee unificatrice degli esseriilluminati e li rende
ve ed apre questi occhi chiusi dal grande peso delle tene- perfetti e li converte verso ciò che esiste in verità, disto-
brc. [129] E, anzitutto,elargisceloro una luce moderata, gliendoli da molte incerte opinioni e riconducendoi vari
e pat [701AJ ]e inonda di una luce maggiore,non appena aspetti, o per dire meglio, le varie immaginazioni verso una
essehanno assaggiatola luce ed aspiranoad una luce mag- sola scienzavera, pura ed uniforme e riempiendoli delia
giore, e le illumina con grande abbondanzaperchélo hanno sua Luce unica e unificatrice.
an'ìatoiniensamentee le porta semprepiù in alto secondo 7. t1321 t701cl Questo Bene è celebratodai sa*i
la loro capacitàd'innalzalsi. autori come Bello e Bellezzast, come Amore ed Amato 32,
6. t1301 Dunque, il Bene superioread ogni luce è senzadire tutti gli altri nomi divini che ben si addicono
chiamatoLuce intellettuale in quanto raggio sorgivo ed ef- allaBellezzache rendebelli ed è del tutto graziosa.t 1331 Il
fi-rsioneesuberantedi luce che illumina con la sua pienezza Bello e la Bellezza,del resto, non si possonosepararenella
ogni intelligenza che vive sopra il mondo, attorno al mon- causache comprendein uno tutti gli esseri.t1341 Infatti,
do e nel mondo to e che rinnova completamentele loro fa- dividendo in tutte le coseche esistonola cosache si parte-
coltà intellettuali, le comprende tutte stando al di sopra cipa e le cose che vi partecipino, nci diciamo che è bello
di esseed è superiorea tutte dominandolee, in una parola, ciò che partecipa alla Bellezza, rnentre la bellezza è la par-
comprendendoin sé e superandoe possedendoin antece- tecipazioneche viene dalla causache rende belle tutte le
denza,in quanto t701Bl principio di luce e superiore alla cosebelle. t1351 Il Bello sopîasostanziale è chiamato Bel-
lnce, ogni dominio di virtù illuminativa, [L31J e riunendo Tezzaa causadella belTezzache da parte sua viene elargita
a tr-rtti gli esseri secondola misura di ciascuno; essache,
30...ogni intelligenza...mondo'. in grecosi legge: nd,vra tòv voúv
come causadell'armonia e dello splendoredi tutte le cose,
ùneprcóopr,ov rcaù nepr,rcóopr,ovrcai È1róopr,ov.Lo scoliastariferisce il
passo agli angeli, e precisamenteidentihca le intelligenzeipercosmiche getta su tutti, a guisa di luce, le effusioni che rendono belli
con gli ordini angelici <<che stanno al di sopra di tutti i mondi > (quelli del suo raggio sorgivo, chiama a sé tutte le cose - donde
che si dedicanoesclusivamente al serviziodi Dio); quelle pericosmiche(ma
nello scolio si legge.Èrwrcóopr,or,,
cioè che stanno a _capo4fl mondo, che applrnto si dice anche Bellezza" - e raccogliein se stessa
stannosoprae non intorno al mondo) sono gli angeli <<addetti al servizio
dei mondi e al loro governo,detti da alcuni rcoopa,1or1ai >; quelle enco-
smichesono < gli angeli e gli uomini che stanno a capo dei popoli, delle 31Cfr. Ct. t,I6 (Bello) e SaL.45(44),2(Bellezza).Osserva1o sco-
città, delle Chiesee degli alri ordinamentiumani >>(PG 4, 249D-252A). liasta: <<In riferimento agli uomini si distinguetra bello e bellezl4,come
Pachimere,riallacciandosiallo scolioe precisando,identificale inteiiigenze tta colui che partecipae ciò di cui partecipa;ma a proposito di Dio non
ipercosmíchecon <<le potenze pir) alte >, quelie pericosmiche con <<gli è così: si dice Bellezzapetlabellezza da lui distribuita e perché chiama
angeliinviati per il servizioe per il governo>>(e cita CH IX 2,2604) e le a sé tutte le cose, e Bello perché è sempre e non diminuisce né cresce
intelligenzeencosmiche con gli uomini che hanno attinto la sapienzadalla mai > (PG 4, 2528-C); per if rapporto bellezza/chiamare( rcúì,),oqlraì,eiv),
pienezzadel Verbo (cfr. Gv. 1,16) (PG 3,7604). Non si dimentichi tut- cfr.. sotto. la nota 33.
tavia che anrbeduepiopongonoanchealtre spiegazioni.Per capireil senso 3' Cfr. L Gv. 4,8.16 (Anore) e Ml 3,17; 17,5; Mc. Ilt:' Lc' 3,22;
di questa divisione uiadica sarà bene ricordare seguendoC. Pera (S. 2 Pt. l,l7 (Amato).
Tbomae...,pp. 109-110),che tale divisioneera comunetra i neoplatonici; 33Cfr. Pr..ttoNp.,Cratilo 416c. Ma C. Peta richiama giustamente
cfr. Gravslrco, I misteri 5,19, e 8,8; Grur-raNo,Discorso IV, 157D; anchealcuni testi biblici: I Ts. 2,12 < affinchécamminiatein modo degno
Sarrusrro, GIi dèi e il mondo YL di colui che ai ha chianato [rc4],Éoavtoql...o)e 1 Pt.2,9 (<<lapotenz^

4
302 DN rv 7, 70Lo-704n nN rv 7, 704c 30J
tutto in attto, [136J Dio è chiamato Bello perché è com- t1431 Da ciò derivano tutte le esistenzesostanzialidegli
pletamentebello e al di sopra t701Dl del bello t1371 ed esseri,t1441 le unioni, le divisioni,le identità, le alterità,
<<è semprebello alla stessamanierae allo stessogrado, non le similitudini, le dissimilitudini, le associazionidelle cose
nascee non muore, mai aumentae mai diminuisce,né è in contrarie, le distinzioni delle coseunites , [145 ] le provvi-
parte bello e in parte brutto, né talvolta sì e talaltra no; denzedegli esserisuperiori, i rapporti reciproci degli esseri
t704Al né rispetto ad una cosabello e rispetto ad un'altra uguali, Ie conversionidegli esseriinferiori e le stabilità che
brutto e nemmenobello in un luogo e brutto in un altro, conservanoin modo immutabile tutti gli esserisempreugua-
come potendo esserebello per alcuni e non bello per altri, li a se stessi;[704C] e, nuovamente,tutte le associazioni
ma è sempre bello in maniera uniforme in sé di sé e con di tutte le cose in tutte secondola proprietà di ciascuna
sérr*; t1381 e contienein se stessoin manierasovraemi- e gli accordi e le amiciziesenzadisordini e le armonie del-
nente la BeTlezza fonte di ogni cosabella; nella natuîa sem- l'universo, l'equilibrio delf insieme, le connessioniindisso-
plice e mirabile di tutte le cose belle preesisronosecondo lubili degli esseti, le successioniinestinguibili dei nuovi
la causa,in manierauniforme, ogni bellezzae tutto ciò che venuti, t1461 tutti gli stati e i movimenti delle intelligen-
è bello. t1391Da questoBello tutri gli esserihanno otte- ze, delle anime e dei corpi, poiché per tutti lo stato e il
nuto di esserebelli, ciascunoa modo proprio, e a causadel moto dipendono da ciò che si trova al di sopradi ogni stato
Bello esistono gli accordi, le amicizie e le comunicazioni e ogni moto, che fonda ciascunacosanella propria ragione
di tutte le cose e nel Bello tutte le cose stanno unite. e che mette in movimento secondoil proprio movimento37.
tL401 Il Bello è principio di tutte le cosein quanto causa
efficiente,che muove tutte le cose e le dene insieme con 3óProclo chiama esistenze(úrúp[er,q) le realtà dei diversi ordini,
l'amore versola propria beTlezza; ed il Bello è il fine di tutte consideratein se stesse,cioè non in riferimento a1lacausada cui dipen-
le cose ed è degno di essereamatoin quanto causafinale dono o all'efietto che producono (cft. The Elenents..., p.62, nota^65).
Ma per il significato del passo nel suo insieme conviene leggerela spiega.
(infatti, tutte le cose nasconoa causadel Bello) e causa zione dello scoliasta: <<Le esistenzein se stessesono superiori alle so-
esemplare,perché tutte le cose si definisconoin riferimen- stanze,ma, siccomeparla delle creature, giustamente hx ^ggiunto sostan-
ziali. Unioni, non perché stannoinsieme ammassate costítuendouna cosa
to a lui. t1411 Infatti, avvieneper il Bello ciò che avviene sola, ma perché fonte e principio di essi è Dio e da lui furono creati tutti
per il Buono: t704Bl tutte le cosein ogni maniera ren- gli esseri che risplendono e sussistononei vari gradi, così che si manife-
stano nelle distinzioni. Identità sono le potenze degli intelligibili che
dono al Bello e al Buono, né esiste alcun essereche non elevano e uniscono a Dio, come le sirnilitudini, dal momento che derivano
partecipi del Bello e del Buono. Oseremo dire anche così; da lui e aderisconoa Iui. Alterità in quanto I'alterità. conducendoverso
il bassoe dividendo,si moltiplica negli'esserivisibjli ittraverso le proces-
ancheil non essere3tè partecipedel Bello e del Buono; di- sioni subordinate ed estremedella divina volontà. Dissomiglianze,ancora,
fatti, esso diventa il Bello e il Buono in sé quando viene perché I'esserecreato è diverso in tutto dal creatore e non somigliante a
lui. Associazioni di cose cohtrarie sono le combinazioni degli elementi,
celebratosoprasostanzialmente in Dio prescindendoda ogni perché dai quattîo elementi derivano tutti i corpi. Rapporti reciprocì
cosa.[ L42] Questo unico Buono e Bello è in maniera uni- degli esseriuguali sono Ie disposizioni grado a grado dei mondi, di quello
visibile e di quello invisibile, che a partire da una sola sostanzamateriale
ca la causadi tutte le cosebelle e buone. che sono molte. si moltiplicano nei corpi solidi, attaccatele une alle altre come una catena.
Da questo puoi capire anche il resto. Le distinzioni delle cose unite sorrc
da intendere nel senso in cui si parla di genere umano che si riferisce a
di colui cbe ai ha chiamato [ra],éoav,roql >; per altri riferimenti cfr. tutti e di proprietà di ciascun uomo. Infatti, tutti siamo uniti in ragione
C. Prne, S. Tbomae...,pp. 115-116. della sostanzacomune, ma siamo dístinti per le proprietà individuali >>
Y Cfr. Prarorr,
Conuito 2'llt-b. (PG 4, 256A-C).
3sCfr., sopra, 3?I1 movimento e la quiete debbono essere intesi diversamente
la nota 16.
304 DN rv 8-9, 704o-705s pu rv 10, 705c 305
8. t1471 t704Dl Le intelligenzedivine si dice che diritta quando, non entrando in se stessae muovendosiper
si muovono in maniera circolare,essendounite alle illumi un sempliceatto intellettuale (questo, infatti, come io ho
nazioni, che non hanno principio e non hanno fine, del Bel- detto, è il movimento circolare), ma, procedendoverso le
1o e del Buono; per via diritta, quando procedonoverso la cose che le stanno intorno e partendo da quelle estelne
provvidenza dei loro ínferiori e regolano ogni cosa in ma- come da simboli svariati e innumerevoli, si elevaverso con-
niera diritta; e con un movimento elicoidales, quando si templazioni semplici e unite4r.
occupanodegli esseriinferiori rimanendo t70rAl nel loro rc. [151] Di questi tre movimenti e di quelli sensi-
stato identico senzamuoversi, girando incessantemente at- bili che avvengonoin questo universo, e più ancora delle
torno al Bello e al Buono, che è causadella loro fissità. dimore degli stati e dei riposi di ciascuno,è causa,con-
9. t 148I Il moto dell'animaè circolarequando essa servatore e termine l'Essere bello e buono che sorpassa
dall'esternorientra in sé, ed il raccoglimentouniforme delle t705Cl ogni stato e moto, sebbeneogni stato e moto ven-
sue facoltà intellettuali, che dona a lei I'impossibilità di er- ga da lui, e si faccia in lui, e per lui, e a causa di lui.
rare come entro un cerchio e la converte dalla moltitudine t1521 Infatti, da lui e gtaziea lui procedonola sostanza,
degli oggetti esteriori e in un priino momento la raccoglie la vita tutta delf intelligenza,dell'anima e di ogni natura,
in sé, poi unisce lei già uniforme alle potenze unite singo- le piccolezze,le uguaglianze,le gtandezze,lemisure tutte,
larmente3e,ed in tal modo la guida verso il Bello e il Buo- i rapporti, le armonie, le composizionidegli esseri,1e tota-
no che è situato oltre tutti gli esserie rimane uno e mede- lità, le parti, ogni unità e molteplicitào', i legamenti delle
simo senzaprincipio e senza frne. [149] L'anima, poi, si parti, le unioni di ogni molteplicità, le perfezioni delle to-
muove in movimento elicoidale in quanto è illuminata ri- talità,,Ia qualità, ia quantità, ii iimite, l'assenzadi limite,
guardo alle divine conoscenzein modo conforme a lei, non
inteilettualmente e t705Bl immediatamente,ma razional-
pria degli angeli e quella propria delle anime: gli angeli conosconointel-
mente e discorsivamentee come in seguito ad attività suc- letrualrente e unitivamente (voepóq, rcaù évr,aúog), le anime tazional-
mente e discorsivamente (ì,oTurcó6rcal òue[oòurcóq).
Ma ciascunodei due
cessivee mescolate4r. [150] Ed è mossasecondouna via
ordini ouò conoscerenel modo deii'altro.

Questo paragrafo è molto interessanteper capire come, secondo
secondogli esseria cui si tiferiscono;lo spiegasubito dopo, come ossetva Dionigi, i'anima umana conosceDio. Per la origine e I'applicazione dei
lo scoliasta(cfr. PG 4,256C-D). tre movimenti qui indicati si può trovare raccolto tutto il materiale, a
" È il movimentoa spirale(éluE) già individuato da Atistotele, che cura di C. Prne, in S. Thomae...,pp. L23-127,il quale conclude: <<Usus
lo definisce misto {cfr. Fisica YIII 8,261b, 28-29; e Il cielo I 2,268b, loquendi est platonicus, sed verba platonica elevantur, ut ita dicam, et
17-1,8),e quindi studiato da Archimede in un'opera dedicata apposita- assumuntur ad exprimendos novos conceptus theologiae christianae> (p.
mente a questomovimento (Ilepi, é),úrcorv). 126). Questi <<nuovi concetti >>sarebbero i tre modi di conoscereDio
3nAlcuni, interpretando il passo in senso psicologico,vedono in
indicati in MT IIl, 1032D-1033D,cioè le teologie simbolica, affermativa
questepotenzeunite le potenzedell'anima;per cui il sensodel passosa- (o discorsiva) e mistica, che corrisponderebberorispettivamente ai moti
rebbe: I'anima diventa uniforme in quanto riunisce tutte le sue facoltà. retti-lineo,elicoidalee circolare(pp. L26-127).Tale interptetazioneè stata
Si veda, per esempio,il de Gandillac, il quale traduce: <<... ayant unifié ripresarecentementeda Cu. A. Brnueru, Les lormes de la Théologiechez
de faqon parfaitementunitaire l'unité de ses propres facultés>. Ma chi Denys l'Aréopagite, ma non è accettabile,perché la conoscenzaangelicaè
interpteta così dimentica che secondo Dionigi le anime arrivano a Dio puf sempre una forma di conoscenza,una conoscenzaintultiva, mentre la
atttaverso gli angeli (cfr. CH VIII 2, 240D-241C; X 2, 2608\. D'sJtra teologia mistica è una non conoscenza;cfr. E. Brrr-rNr, La teologia del
parte, con la parola potenze Dionigi indica g1i angeli nel loro insieme (cfr. Corpo Areopagitico: istanze, procedinenti e risultati (< Teologia > 5
CH XI I-2, 2848-285A, dove sono chiamati <<potenze unite >). Perciò è l198ol,118-131).
preferibile,con C. Pera (cfr. S. Thonae..., pp. I22-lT), identificareque- az <<Dal momento che tutte le cose detivano da un unico e solo
ste potenzeunite con gli angeli. Dio, giustamentesono dette unità per il collegamentoe l'atmonia, e nol-
€ Si difinisce in maniera chiara \a differenza ffa la conoscenzapro-
teplicìtà per ia poliformità di ciascuna>>(PG 4, 2608).
306 DN rv 10, 705o-708e nN rv 10-11,708s-c 307
le congiunzioni,le difierenze,ogni immensità,ogni termine, tendono a ciò che è Bello e Buono, vogliono e fanno tutto
tutte le definizionia3,tutti gli ordini, le eccellenze,gii ele- quanto fanno e vogliono. t1591 L'insegnamentovero ose-
menti, le forme, ogni sostanza,ogni potenza,ogni vigore, rà dire ancheche la stessacausadi tutte le cose Der la so-
ogni disposizione,ogni sensazione, ogni ragionamento,ogni vrabbondanzadella bontà ama tutte le cose, le crea tutte,
pensiero,ogni contatto,ogni scienza, ogni unione,[753] e, t708Bl tutte le perfeziona,lecontienetutte, le converte
t705Dl per dirla in breve, tutto ciò che è viene da ciò che a sé tutte. L'Amore divino è buono a causadel bene verso
è Bello e Buono e dimora in ciò che è Bello e Buono e si il Buonoae.Infatti,quesroAmore che fa il bene di tutte le
convertea ciò che è Bello e Buono. E tutte le coseche sono cose che sono, preesistendonel Bene in maniera eccellen-
e diventano, sonc e diventano a causadi ciò che è Bello e te, non ha permessoche Dio rimanessesterilein se stesso;
Buono e tutte guardanoverso di lui e da lui sono mossee e lo ha spinto ad operare secondouna sovrabbondanzaEe-
contenutee a causirdi lui e per lui, t1541 e in lui c'è ogni neratricedi tutte le cose50.
princioio esemplare,frnale,eficiente, formale, materiale*, 1I. [ 160] E nessunocredachenoi celebriamoii nome
t1551 e semplicemente ogni principio, ogni coerenza,ogni dell'Amore conffo le Smitture, Infatti, io credo, è cosair-
fine, oppure, per dirla in breve, tutto [708AJ ciò che è de- razionalee stolta il non guardar-eal valore dell'intenzione,
riva da ciò che è Bello e Buono, e tutte le coseche non sono ma solo alle parole. t77SCl Non fanno così coloro cl-revo-
sono sopîasostanzialmente4s in ciò che è Bello e Buono, gliono capire le cose divine, ma coloro che accolgonosol-
principio e fine di tutto, situato oltre il principio e la fine; tanto nudi suoni e li mantengonoall'esternosenzalasciarli
difatti da lui, per lui, in lui e versodi lui sonotutte le cose, passareal di 1à dell'orecchioe non vogliono conoscereche
come dice la SacraScrittr-rra*.[156] Per tutti, ciò che cosasignifichiuna paroia siffatta .oÀ" bisognaspiegarla
è Bello e Buono è desiderabile, amabiie e appetibile17, "
mediante altre espressionidello stesso significato,ma più
t1571e per lui e a causadi lui le coseinferiori amanole chiare, coloro che si lasciano impressionaredalle lettàre,
cose superiori a queste convertendosi,e le cose uguali in da segni inintelligibili, da sillabe e da paroie sconosciure
perfetta comunioneamanole coseuguali, e queile superiori che non passanoattraverso I'intelligenza della loro anima,
le inferiori provvedendo loro, e ciascunaama se stessain ma risuonanoall'esternointorno alle loro labL,rae alle loro
quanto contenutain séa8.t15Bl E tutte le cose,in quanto orecchie,come se non fosselecito indicare il numero 4 me-
o3<<Definizionlsono le parole che spieganola sostanzadi ciascuna diante 2 X 2 o la linea retta mediantelinee diritte, o se
delle cose,cioè il genere,Ia difrerenzae che cosaciascunaè > (PG 4,2608). non fosselecito indicarela terra natalechiamandolapafúa,
a{ A Dio, dunque,si riferisconotutte le cause,ancheque11a formale o qualche alra cosadi quelle che hanno significatouguale
e materiale;per cui è contemporaneamente negli essericreati e separato
da loro (cfr. PG 4,260C).
asLe stessenesazioni(ciò che Dio non è) esistonoìn Dio in maniera
I'Amore: essosi muove verso l'alto come forza di conversione,verso sli
diversada comesi co"ncepiscono con la conoscenzacîeata.<<Perché> spiega
esseridel proprio rango come forza di comunionee verso gli esseriinle-
1o scoliasta<<noi non conosciamoneppure che cosaDio non è, o come è
riori come interessamentoprovvidenziale,ma anche verso se stessi in
ineffabile e incomprensibile> (PG 4, 260D). quanto garantisceil permanerenella esistenza.
ró Cfr. Rm. 11,16rCol. 1,16.77 e DN II 11,65lD'6524; TY 4,
aeL'Amore... il Buono:
7004. la frase greca è pressochéintraducibile:
n' Con desiderabile,amabile,appetibile traduciamorispettivamente &14ùòq tilaùoú 6r,à tò ci.1eùóv.Si tradùce consiàerandori1,a.ùoúun ge-
nitivo oggettivo.
Èrpetóv,èpa.ot6v,,ri1anr1tóv.Quest'ultimo aggettivopiù avanti sarà tra- to .<La Divinità opeta genera
dotto diletto. , e secondole parole: "Il Padre mio
aEFin dalf inizio si delineanole dimensioni,o gli orientamenti,del- lgt-ha llqllasciato_di operarefino al pr.esente,ed io pure opero,' [Gv.
5 , 1 7 1 >( P G 4 , 2 6 1 8 ) .
308 DN rv 11-12,708o-709s oN rv 12, 709c 309
zio: <<Il mio amore è stato crocifissor>$,e nei libri sacri
t7TSDI con parolediverse.t1611 Bisognapoi sapere,se-
condo la retîa ragione,che noi usiamo le lettere, le sillabe, che introducono ai misteri s7potrai trovare un uomo che
i vocaboli,gli scritti, i discorsia caúsadei sensi,ma quando dice della divina sapienza: Io mi sono innanorato della
I'anima nostîa si muove mediantele sue energieintellettua- sua bellezza$. Perciò non temiamo il nome dell'Amore e
non ci turbi alcun discorso che crei dubbi intorno a ciò.
li alle cose intelligibili, i sensi diventano supetflui insieme
con le cosesensibili; così pure le facoltà intellettuali, quan- t1651A me sembrache i sacriautori diano lo stessosenso
ai nomi "amore" e "predilezione"se; t1661e se più volen-
do I'anima, divenuta simile a Dio riredianteun'unione sco-
tieri atffibuiscono il vero amore alle cose divine, ciò è do-
nosciuta, s'introduce nei raggi dell'inaccessibilelume con
vlrto al pregiudizio strano di sifiatti individui. Infatti, pur
sguardiprivi di vistasr. [162] Quando poi I'intelligenza,
essendoil vero amore celebrato in maniera degna di Dio,
con l'aiuto delle cosesensibili,cercadi elevatsiverso la vi-
non solo da noi, ma anchedalle stesseScritture, il volgo
sta [709A] delle cose spirituali, sono certamentepiù pre-
non comprendeil sensounico del nome dell'Amore dato a
ziosi i trasporti più manifesti dei sensi,i discorsipiù piani
Dio, e, in manieia conforme alla sua ignorunza,si lascia
e le visioni più chiare.Infatti, se vengonosottoposti ai sen- andate verso I'amore patziale, corporale, diviso; il quale
si gli oggetti non chiari, i sensi non possono presentare non è il vero amore, t709cl ma Lrn'immagineo piuttosto
all'intelligenza le cose sensibili in maniera conveniente. la perdita del ver:o amore. Infatti, al volgo rimane incom-
t1631 Ma perchénon sembri che io dica questecosenel- prensibile il sensodell'unità dell'Amore divino e uno. Per-
I'intento di sovvertire la SacraScrittura, le ascoltinocoloro ciò, dal momento che questo nome appare piuttosto mole-
che accusanoil nome dell'Amore: Amala, dice, e ti saluerà, sto ai più, viene posto nella divina sapienzaper sollevaree
abbraccialae ti esalterà,onoralaaff.ncbéti aferri tltttos2,e ricondumeil volgo alla cognizionedel vero amoree affinché
qualsiasialtro passoin cui vengacelebratoI'amote di Dio s3. venga liberato dalla dificoltà insita nel nome. Viceversa,
1,2. t1641 Inoltre, alcuni autori sacrisanosti hanno in riferimento a noi, quando sarebbepossibile che spesso
ceduto che il nome dell'Amore sia più vicino di quello del- la gente volgare pensassequalche cosa di sconveniente,
la Predilezioness. [7098J Scrive appunto il divino lgna- usando un nome più onesto, àice: Cadde la sua predile-
zione sopra di rue coftJefa la predilezione clelle donrceuo.
5r << t1671 Per coloro che intendono con animo retto le cose
Quando l'anima vuol vedere Dio e unirsi a lui, per quanto è
possibiie, deve dístogliere il suo occhio, cioè I'intelligenza,dalle cose
particolati e dirigerlo verso le cose più generaii (e cose particolari sono
divine, i sacri autori usanocon lo stessosignificatoil nome
anche i pensieri).Allora, ... divenuta unità e semplicità,potrà dirigere di predilezionee di amoresecondole interpretazionidivine;
lo sguardo sui raggi divini per mezzo della ignoranza degna di lode,
cioè l'ignoranzache non deriva da1lam ncanzadi conoscenzama dalla
ciò è proprio di una potenzaunitiva congiungitricee com-
consapevolezza che le perfezioni di Dio sono incomprensibili> (PG 4,
2644; cîr. ancheMT I l, 1001A). s6Lettera ai Rornani7,2; testocitato già da OnrceNe,Cotnmento...,
s'?Prv. 4,6-8. Cfr. Onrcrnr, Commento al Cantico Prologo (ed.
BaehrensIGCS 3]1, p. 68, 26-27). p.
- 7L.25-26.
53... celebratoI'amoredi Dio: il, testo grecoè Èpt'ltr,rcàq n < Si deve saoere che chiama istituzioni della divina Scrittura
ùeolo1íag,
dove < teolosia>>sisnificalode di Dio. gli scritti di Salomonéda cui cita questo passo>>(PG 4, 265A).
5a '8 Sap. 8,2; cfr. Onrcenr,
Onrcnr Commenlo..., p. 69,1.
Qul autori- sacrl corrispondea iapo),ó10r,cioè maestri di cose t Cfr. OnrerNn, loc. cit
sacre,ma non autori ispirati, che sono chiamati ùro),ó10r,.
's Così sono tùotti e 2 Sam. !,26; cft. OntcrNe, Coumento..., p. 68,12.L5-L9;ma si
. rispettivamente éporg (ànore) e ti1úar1
(predilezione). veda tutto il passoalle pp. 63,6-75,2.
3I0 D NI V 1 2 - 1 1 , 7 0 9 o - 7 L 2 t
DN rv 13-14,7l2z-c 3Il
pren:iva in modo eccellente,t709Dl che preesistenel bel- a se stessi,ma a quelli che essiamano. t1691E dimostrano
1o e nel buono per il fatto che è bello e buono, e che dona che le cosesuperiori sono fatte per prowedere a quelle in-
il bello e il buono perché è bello e buono, e contiene glí feriori e le uguali per conrenersia vicenda e quelle infe-
esseri coordinati per une comune e reciproca connessione rioti per una conversionepiù divina ve(so le superiori.
che muove gli esserisupeliori a prenderecura di quelli in-
t1701 Perciò anche il grande Paolo, rutto possedutodal-
feriori, e che lega le cose inferiori a quelle superiori, me- I'Amore divino e sotto la partecipazionedella súa Íoîza
diante una conveÍsione61. estatica,dice con parola ispirata: Non uiuo piòt io, ma è
13. t1681 t71.2Al L'Amore divino è ancheestari-
Cristo che aiue in me63,come un veîo amanteche, come lui
coóz,in quanto non permette che gli amanti appartengano
stessodice, è passatoin Dio e non vive più la sua vita, ma
quella dell'amato perché infinitamente amabile. I j.71] Io
ó( Dionìgi, jnserendosi
in una tradizione che risale ad Origene oso dire, per la verità, ancheche l'autore di tutte le cose,
(Cotnmento...\ c che ha comepiù significarivo rappresentanre Gregoró di
Nissa, identifica I'Eros,platonico con I'Agape nèotestamentaria; per I'amore buono e bello di tutte le sue opere, nell'ecces-
ón lrnu
prospettiva.originaleche dfv'esserechiaramenteprecisata.In Or.igene(e so della sua Bontà amorosava fuori di sé, [712B] per
Gregorio_diNissa) l'Eros-.Agape è,lo slanciodellìromo spirituale fÀ;;j
Logos^divino,e comè tale si riferisce solo all',.rbmoche,'mossó provvederea tutti gli esseried è per così dire allettato dalia
1e1,soil
dallo Spirito Sanro che abita in lui, desidera congiungersia Dio. Si Bontà, dalla Predilezionee dall'Amore, e da un luogo ap-
conservaiI caratterecristiano perché il principio di-queito slancio è la
grazia, cioè il dono di Dio, ma r.imanela-direzlonedal-bassoverso l,alto, partato che sta sopra tutto ed è staccatoda tutto si lascia
che è caratteristicade1l'Erosplaronico. In Dionigi, inu..., t,Eioi-AtrpJ condurreverso ciò che è in tutti, per questapotenzaestatica
è innanzituttoun norle divino, c solo secondaria-énteunu óroorietààeile
crertxre superiori,rrominie_angeli: c'è in primo luogo un Eios divino, soprasostanzialeche non può scinCersida lui. [172] Per-
a cut seguonoun eros ange[co e un e.rosumano. In tale prosoettivaIa ciò quelli che sono esperti nelle cose divine lo chiamano
caratteristicaessenziale e comune di ogni eros non è piìr 1o-slancioveÍso
I'alto,.nrala-capacità,diuscirefuori di lé (l,erosè, per iua natura,estatico) gelosod, in quanto è ricco di buon amore verso gli esseri
per.dirigersi
-versogli altri.- che possonoerse.. più in alto ma anchepiùi ed eccitaalla gelosiadi un desideriodi amore verso di Iui,
in bassoo allo stessolivello -, con un movimento di conversioneo di
ptovvidenza o di solidarietà.In tal nodo Dionigi riconosceanche un e si mostra egli stessogeloso e anche le cose desiderate
etos che discende.Questo pre_senta delle analogiécon proclo il quale sono per lui oggetto di gelosia,dal momento che anchele
scrive: <<L'eros discendedcll'alto, dalla sfera degli intelrigibili alla ifera cose a cui egli provvede sono per lui oggetto di gelosia,e
del cosnro converrendo turte le cose alla divinl beltezzí >>(Conmentà
all'Alcibiade primo 52,10-1.2[ed. Vesterink, Amsterdam 19541,p. Z3). infine egli è l'Amabilità e l'Amore di ciò che è bello e buo-
E la novit,ì stupiscelo stessoNygren, il quale osserva:,, Ci si puà chié_ no ed è posto in antecedenza nel bello e nel buono e per il
dere se in Dionigi - come in Proclo - nella descrizionedella dìscesadi-
vina non siano entrate in gioco anchecerte reminiscenzede1concettodi bello e il buono è e diviene.
agape> (A.. NvcnrN, Eros e Agape, La nozione cristiana dell,amore e le 1'4. [173] t712CJ Ma che cosaintendonodire i sa-
sue trasformazi,oni,trad. it. di Ne1laGay, BolognaI971, p.596). In realtà,
non si ttatta di spiegarequestanovità ricorrendo a reminíscenzedi una
cri autori quando lo chiamano talvolta Amore e Predile-
presunta.-Agape. concepita,come fa il Nygren, come nenamenrecontrap_ zione,talvolta Amabile e Diletto? 6s[174] Infatti, di una
posta_all'Eros platonico,ma di riconoscerechel'amore (eros-agape) di cui
qui si parla comprende,senzacontrapporli,l'amore-dono(che è l;r,p.tto
dominantema non esclusivodell'agapecristiana)e l,amore desiderio(che esaltati [É€éotr1p,ev],1o fummo per Iddio >; cfr. PG 4, 2658; C. Prne,
è la caratteristicaessenzialedellrEios platonico). per maggiori pàrti S. Tbonae..., p. 141,
63Gal. 2,20; ma cfr. anche2 Cor. 5,15.
colari, specie in ordine a tesri parristici, cfr. i. puoo, Sl"fmàae...,
pp. 138-140. d Cfr. Es. 20,5;31,14;Dt.5,9; ó,1); Na. 1,2. GIi espertinellecose
ó2Lo scolio diuine sono qui g1i autori dei libri sacri.
. cita Sal. 116(i15),11(<io dissi nella mia estasi>>); a ó5I termini sono quasi tutti risconffabili nella SacraScrittura:
cui si può aggiungere,con C. Pera, 2 Cor. 5,lJ: <<se siamo stati desli oer
lpuv (Amore), o pir) preóisamentegli equivalenti T),uKcto'póq,
ed èlrtùupr,rc,
3L2 DN Iv 14, 7t2o-7L3t DN rv 15-1.6,7t3s-c 3tj
cosa (cioè dell'amore e della predilezione),egli è la causa, aggiungedi al nostro discorso sull'Amore come una con-
I'autore e il produttore, I'altta cosa (cioè l'Amabile e il Di clusione sacra.
letto) è egli stesso.Nell'una si muove, nelle alue muove; 15. [180] <<Quandoparliamo dell'amore, sia esso
oppure dicono che egli spingee muove se stessoda se stes- divino o angelicoo intellettuale [7L3B] u'o animale o na-
so. [175] Dunque,lo chiamanoAmabile e Diletto in quan- turale, pensiamoad una forza unitiva e connettiva,che muo-
to è Bello e Buono t 176I e, vicevetsa,Amore e Dilezione in ve le cose superiori a prendersi cura di quelle inferiori,
quanto è fotza che muove e attîae insieme verso di sé, egli qcrelle uguali ad un comune rapporto reciproco e quelle
che solo è di sé e per sé Bello e Buono e come una mani- superiori, situate all'ultimo posto a rivolgersi verso quelle
festazionedi se stessoad operadi se stesso,[L77] e I'otti- migliori e poste in alto. >>
mo processodella unione ffascendenteóóe il sempliceamo- 1,6. [ 1BU < Poiché da un solo amore ne abbiamode-
roso movimento che si muove e lavora da sé,[128J è pree- dotti molti, avendo detto per ordine quali sono le cogni-
sistentenel Bene ed emana dal Bene verso gli esseri e di zioni e le virtù degli amori che stanno nel mondo e sopra
nuovo ritorna al Beneut. In lui I'Amore divino dimosua il mondo 70,tra i quali spiccano,secondoíl sensodel ragio-
eccellentementedi non avere né fine t712Dl né principio, namento esposto,gli ordini e le disposizioni degli amoîi
come un circolo pefpetuo che gira attorno, a causadel Bene intelligenti e intelligibili. t71.3cl Infine, sugli amori che
dal Bene e nel Bene e vefso il Bene, con un'orbita impec- là sono veîamente belli dominano quelli che sono per sé
cabile, rimanendonello stessostato e seguendo[7L3A] Io intelligibili e divini e sono celebrati da noi in maniera ade-
stessomodo e sempîe procede,rimane e ritorna. t1791 gtrataTt.t1821 Ora, riconducendolitutti verso un amore
Questi tratti ancheil nostro illustre iniziatore alle cose sa-
<<i cantici e le immagini divine de11'amore vetso Dio > (EH III tII 4,
oe li ha esposti in maniera ispirata da Dio a proposito 429C\. Tale interoretàzioneè confetmata dal fatto che in tutta questà
d,egli Inni di anzoreur.Non è cosa inutile ricordarsenee sezioneDionigi riecheggiaí1 Prologo del Commento aI Cantico dei cantici
di OnrcpNpe, di conseguenza, il Cantico dei Cantici. D'altra parte, quel
libro era il testo essenziale della spiritualità ed era già stato commentato
cft.Ct.5,16; per &yalr1 (Predilezione), cfr. 1 Gv. 4,16; e Ct.2,7; ),5.10; più volte, con sensibilitàplatonica(si pensi alle Omelie di Gnrconro ur
8,4; per &yanr1r6q (Diletto), cfr. Mt. 17,5; Mc. I,ll;9,7; Lc.3,22; Nrsse, specialmentela prima). In tale contestoè quanto mai probabile
2 Pt. 1.,17\èpaúq [Anabile] non è documentato).Ma al di 1à delle che il maestrodi Dionigi ne avessefatto un commento,qui citato; cfr.,
parole, il problema è capire come Dio può esseresoggetto ed oggetto di
specialmenteper il collegamentocon Origene, C. Prne, S. Tbomae...,
amore'ó6 pp. 15)-1.54.
<<L'unione di amore con Dio trascendee superaogni unione. De- onSi noti la distinzione tra angelicoe intelligente(voepóq),petché
nomina trascendentela unione superiore> (PG 4, 268A.). gli angeli sono anche intelligibili (vorltoi)); cfr. scolio, PG 4, 268C-2694.
67<<Il movimento dell'Amore esiste prima del Bene, è semplice ed 70Sono gli amoti naturali, animali, intellettuali ed angelici di cui
automoventesinel Bene,ptocededal Bene e ritorna al Bene, essendosen- sopra (cfr. Pachimere,PG 3, 777D).
za ptincipio e senzafine > (PG 4, 2684).
s Per leroteo, cfr. DN iII 2, 681A; III 3, 684D. Di solito questi " <<Sopra abbiamo detto che sono intellettuali gli esseri intelli-
genti, intelligibili gli esseri che si conoscono con f inteliigenza, e che
passi si consideranocome citazioni da una presunta opera di Ieroteo inti-
ienza dubbio gli esseriintellettuali sono inferiori agii esseriintelligibili.
tolata Inni di amore (Épr,.rtlroùúpr,vou);ma non è certo che si debba in- Perciò gli esseriche si conosconocon la intelligenza sono nutrimento degli
tendere così. In primo luogo, la citazione di un'opera dovrebbe essere essereintelligenti. Dunque, gli esseri intellettuali amano gli esseri intelli
intîodotta diversamente.In DN II 9,648P,1a citazioneda gli Elementi gibili, in quanto stanno rivolìi verso di essi e per così dire sono sollevati
di teologia dello stessoIeroteo è inrodotta con queste parole: <<... ecco in alto; ma anche gli esseri intelligibili amano gli esseri intelletuali, eser-
ciò_che dice di Gesù negli (Év) Elementi di teologia >>;qui invece dice citando su di essi la loro prowidenza, comunicandoloto una uguale utilità.
< Questi tratti... li ha esposti...a proposito (r<atd) degli Inni di arflorcr>.
Si conviene che gli amori di questi sono superioti agli amoti sensibili, ma
Per cui gli Inni di araorà potrebbéroèssereanche ,tn'o"o.r, non scritta ma sono detti - credo - intelligibili e intelligenti petché diventano tali gtazie
commentatada leroteo. Il-Pera suggeriscedi intendere iosì ed identifica gli alla pattecipazioneal Bene. Ma gli amori íntelligibili in sé sono gli amori
Inni di amore con 1l Cantico dei eAntici che 1o stessoDioniei indica coÀe
divini, cioè gli amori di Dio... > (PG 4, 2694-B).
3I4 D Nr v 1 7 - 1 8 7
, L3n'716t nN rv 18-197
, t6s 3I5

solo e congiunto, accogliamoil padre di tutti questi e pren- li si dice che si pervertono? Come mai, poi, la razza dei
diamolo prima di tutto riducendo da molti a due tutti i ge- demoni, derivata dal Bene, è priva della forma del Bene?
neri delle forze amorosedominate e preceduteassolutamen- Essendostata creatabuona dal Bene, come ha potuto mu-
72 tarsi? E che cosaI'ha resamalvagia?t1S6l Ed insomma,
te dalla causaincomprensibile che procededa ogni amore
che è al di là di tutti e verso la quale si estende,nella mi- che cosa è il rnale? Da quale principio deriva ed in quale
sura propria a ciascun essere,il totale amore di tutti gli degli esseririsiede?E perchéil Buono ha voluto produrlo?
?3 Ed in che modo, se lo ha voluto, lo ha potuto produrre?
essefi.>>
17. t1831 t713Dl <Orsù dunque,riducendoque- E se il male deriva da un'alffa causa, qual è quest'altra
ste forze ad una, diciamo che c'è una sola forza semplice, causa,per le coseche esistono,[7168] oltre al Bene? E
che si muove da sé verso una fusione unitiva del sommo se esiste la provvidenza) come può esserciil male oppure
Bene fino all'ultimo degli esserie da questo di nuovo ordi- manifestarsi totalmente o non esseredisffutto? E come
natamenteverso il sommo Bene; questa Íotza da se stessa uno degli esseripuò tendere a lui, escludendoil bene?> tt.
atttaversose stessagila circolarmentesu se stessae sem- 19. [ 187] Dunque, questepotrebberoesserele obie-
pîe verso se stessain modo uguale si rivolge. >> zioni che mettono in dificoltà, ma noi riteniamo giusto che
1,8. t1B4l Ma pertanto, sí potebbe obiettare: <<Se si guardi in facciaalla verità delle cose.tlBSl Ed in primo
il Bello e il Buono è per tutti amabile, desiderabilee di- luogo diremo schiettamente:<(Il male non deriva dal be-
letto (infatti, come si è detto, anche il non esseretende ne: infatti, sederivassedal bene,non potrebbe esseremale;
t716Al verso di lui e cercain certo qual modo di essere corne invero non è proprietà del fuoco produrre il gelo,
in lui 74,ed è lui che dà forma alle cose senzaÍorma e ad così non è proprietà del bene produrre le cosenon buone,
opera sua ancheciò che non è, in maniera soprasostanziale, e se tutte le coseche sono derivano dal bene (la natura del
riceveun nome e I'esistenza), [185] perchéla moltitudine
75
dei demoni non si muove verso il Beilo e Buono. ma. es- Questa secondasezionedel presentecapitolo (nn. 17-15) tratta
de1la origine del male con particolareriferimento ai demoni: si domanda,
sendoaitaccataalla materia e essendodecadutadalla fissità cioè, come si può conciliarela esistenzadegli spiriti cattivi, di cui si
propria degli angeli circa il desiderio del Bene, è la causa patla nella rivelazione,con la tesi dimostata prima che tutti gli esseri
derivanodr Dio, che è Bene.L'rrsomentoè trattatocon intento antima-
di tutti i nali sia per se stessasia per gli altri esseri,i qua- nicheo: Dionigi vuol dimostrareche i demoni sono angeli creati da Dio
e diventati poi cattivi, non essericattivi che esistonoda sempre come
tali e si contreppongonoa Dio (cfr. PG 4,2724-27J8). Questo argomento
?211 termine greco pet incomprensibileè d,oXetoq(cioè senzarap. era un tema classicodei Neoolatonismo{cfr. ProrrNo, Enneadi I 8\
porti con l'universo); 1o scolio dice che equivale ad àró),utoq (sciolto) e Cellr pr:cdicnzionecristiana(si vcdant,,ad esempio,Bastrro, Sull'csame-
(cfr. PG 4,269C). rone.oÀeliaII,4-5. PG 29,368-418;Dio non è I'autoredei mali, PG 31,
t' < Dicendo amore totale indica che esistonoanche amori oaniall 329353; Gnpconronr Nrsse, Sull'Ecclesiaste, omelia V led. Alexanderl.
e che Dio è I'anrore parzlalee I'amore totale in quanto è causaè dà a Leiden 1962, 353-372; Gnnconro or Nazranzo, Discorso 40,45, PG 36,
tutti secondola capacitàdi ciascunouna speciedi effluvio di amore... 4244). Così come si presenta,questasezionecli Dionigi assomigliaal De
L'energia totale, infatti, comprendeanche le parti, ciascunadelle quali malorum subsistentiadi Pnocro (a noi nota in una traduzionelatina di
è distinta, per cui una è giustizia-in-sé,
l'altra è fortezza-in-sé,
ecc. Così Guglielmo di Moerbeke; cfr. ed. V. Cousin, Parisiis 1864, pp. 196-267,
non si confondono,ma ciascunaè distinta, né sono indivise disordinata- riprodotta in C. Pone, S. Thomae...,pp. 178 198), che a giudizio di J.
mente perchéciascunone partecipasecondola propria capacità.Ciascuno, Sircrrvrevnftfr. Der NeuplatonikerProclus...)ne fu il modello.Tale somi-
infatti, partecipadelle forme secóndo1a propria attitudiÀe. In tal modo glianzaè importante ma non decisiva,sia perché l'argomentoera comune
Dio è là totalità e le parti dell'amore, (pC +, 269CD). sia oerché si Dossonotrovare notevoli somielianzeanche con il trattato
?oCfr., sopra,Ia-nota 16. <li Serrusuo, Gti dèi e il mondo XII, scritto nel 362 (cfr. E. Consrur,
Qui è identificatocon la materia informe
(cfr. PG 1,27iA-O. II trattato...,pp. 1232).
3t6 DN Iv 19, 7L6c-o oN rv 19-20. 7L7e.-s )1,7
bene, infatti, [716C] è di produrre e di salvare,quella del il male non sarà quello che si contrappone [717A] alla
male è di disruggere e di rovinare), nessunadelle coseche virtù, Eppure la temperunzaè contraria alla intempetanza
sono deriva dal male. Né poi il male in se stessoesistereb- e la giustizia alf ingiustizia; e non dico che il sapientee I'in-
be, se fosseun male per se stesso.E se non è così, il male temperante sono contrari riguardo al giusto e all'ingiusto,
non è completamentemale, ma conservauna particella di ma ancheprima del contrastoesternoche oppone il virtuo-
bene per la quale in quanto esiste è completamentebuo- so al vizioso, nell'anima stessagià f;n da prima i vizi sono
no76.[189] E seIe coseesistentidesideranoil Bello e Buo-
completamentedistinti dalle virtù t1921 e le passionisi
no, e tutte le coseche agisconoagisconoa causadi ciò che
ribellano alla ragioneie.E in basea questeconsiderazionisi
sembraessereil bene e tutto il sensodelle cose che sono
deve ammettere che esiste un male contrario al bene. In-
ha per principio e per fine il bene (poiché nessunacosafa
fatti, il bene non può esserecontrario a se stesso,ma in
quello che fa guardando alla natuta del male), come potrà
quanto derivato da un solo principio e da una sola causa
sussistereil male in mezzoagli esseri?Oppure, come po-
esso gode della società dell'unione e dell'amicizia, né un
rà esserefatalmente segregatoda un sifiatto desiderio del
bene minore è il contrario di uno maggiore; nemmeno,in-
bene? t1901 E se tutti gli esseriderivano dal Bene e 1o
fatti, ciò che è meno caldo o meno freddo è contrario a ciò
stessoBene è olre gli esseri,ancheciò che non esisteè po-
che è più caldo o più fteddo. Dunque, nelle cose esistenti
sto nel Bene. 11male né è esistente(altrimenti non sarebbe
il male esiste, è qualchecosa e si oppone ed è avversario
completamente male), t716Dl né non esistente(poichéciò
del bene. t1931 E se il male è la distruzionedeglí esseri,
che completamentenon esistenon è nulla), a meno di dire
ciò non 1oescludedall'esistere80, ma [7178J saràanch'egli
che è nel bene in una maniera soprasostanziale'l . Dunque, un ente e generatoredi enti. Non capita forse spessoche la
il bene saràcollocaio molto al di sopra di ciò che è sempli-
distruzione di una cosa diventi la nascitadi un'alra? E il
cementee di ciò che non è, mente il male non saràné nelle male contibuirà alla perfezione dell'insieme e ofrrirà al
cose che sono né in quelle che non sono, ma sarà più di- tutto di non essereimpedetto grazie a lui8t.
stante ed estraneoal Bene e meno sostanzialeche il non 20. t1941 A questi argomenti,seguendoil vero ra-
essere.t1911 Ma donde nasceil male?78si potrebbedire. gionamento,si risponderàche i1 rnale,in quanto male, non
Infatti, se il male non c'è, la virtù e il vizio sono la stessa produce alcuna sostanzao geneîazione,ma soltanto rovina
cosae ciò che è tutta virtù equivale a ciò che è tutto vizio e distrugge, per quel che può, la sostanzadegli esseri.Se
e i singoli vizi sarebbero uguali alle singole virtù, oppure poi qualcunosostieneche essoè atto a generareper il fatto
che con la distruzionedi una cosase ne fa nascereun'altra,
t' .<Se si dice che Dio esistesoprasostanzialmente in quanto è sen- bisognarisponderein piena verità che non in quanto disffu-
za principio e causadi tutte le cose,ciò che gli si oppone, in quanto è
l\ltima di tutte le cose,è senzasostanza(mentre Dio è oltre la sostanza). 1e<<La pafte razionale dell'anima > (PG 4, 276C-D\.
Questa è la materia,di cui si dice che è non essereed è in Dio. creata e < Se negli esseri si vede il processodistruttivo, cioè se alcuni
graziea1lasua bontà, sebbene,essendomescolataalle cose sensibili, non sia
né _completamentemale né completamentebene, come dimostra a causa esseri vanno soggetti alla distruzione,in base a ciò si dimosta che il
della sua instabilità.Ha in sé il male per la sua instabilità,ma ancheuna male esiste.Lo dimosra I'espressione > (PG 4,
non Io escludedall'esistere
patte di bene perché è stata creara da Dio ed è in Dio ,> (PG 4, Z75C). 276D).
' In tal caso 6' fn questeultime righe il discorsotoina sul piano ontologico: il
non essereequivale ad essereolffe.
78Una volta male non è considerato,come sopra,ciò che si opponeal bene morale,alla
chiarito che il-male non ha sussistenzaontologica,
- si
passaa definirne il significatomorale (cfr. PG 4, 276A-C). virtù, ma ciò che disrugge un €nte pet dare origine ad un altto. In tale
senso conribuisce alla oerfezionedelf insieme.
3I8 DN Iv 20, 777c-o DN rv 20, 720t'-s 3L9

zione dà la nascita,ma in quanto t717cl distruzione e alle alffe, ed altre ancorameno, nel modo con cui ciascuno
male distrugge e danneggia,mentre la genenzionee la so- t720Al degli esseriè capacedi parteciparea lei. Perciò gli
stanzasi producono a causadel bene. Così il male per con- uni partecipanodel bene completamente,gli altri ne riman-
to proprio è distruzionee conduceall'essere,però ad opeta gono privati più o meno) altri hanno una partecipazionepiù
del bene. Così il male di per se stessoè distruzione,ma ge- oscuta al bene, ad altri, infine, il bene è presente alla ma-
nel.aaltú esseriad opera del bene. I1 male in quanto è male niera di un'eco lontanae. t1991 Se, infatti, il bene non
non è né esserené causadegli esseri,ma a causadel bene fosse presentenella misura propria a ciascuno,le cosepiù
esistenteè buono ed è causadi esseribuoni. t1951 E per divine e più eccellentiavrebberoun ordine simile a quello
di più la stessacosa non potrà esserebuona e cattiva dal delle ultime. Come sarebbepossibileche tutte le cosepar-
medesimopunto di vista, né la stessapotenze,sotto il me- tecipasserodel Bene in manierauniforme, se non tutte sono
desimo rapporto, disffugge o generala stessacosa,né è la adattea partecipatenella stessamaniera al perfetto posses-
potenza-in-sé o 7adistruzione-in-sé. [196] In tal modo, in so di lui? t2001 Ora,la gîandezzaeccedentedella potenza
se stessoil male non è né esserené bene, né produce al- del bene è tale che corrobora anche gli esseîi che ne sono
cunché,né è causadi esserio di beni; ma il Bene può ren- privati e la privazionedi se stessacomunicandosicomple-
dere perfette, non mescolatee completamentebuone le cose tamente85.E se si deve dire la veriià schiettamente,anche
nelle quali è penerato perfertamentes2. [197] Gli esseri gli esseriche lo combattono,per la potenzadi lui esistono
che partecipanomeno di lui sono beni non perfetti e rne- e lo possonofare86.t2011 O piuttosto, per dirla in breve,
scolati a causadella privazionedel bene. E il male in modo tutti gli esseri,t720Bl nella misurain cui sono,sonobuo-
assolutonon è né bene né causat717Dl di bene, ma ciò ni e provengonodal bene; invece,nella misura in cui sono
che più o meno si avvicina al bene saràbene proporzional- privati del bene, non sono né buoni né esistenti. Infatti,
mente. t1981 Dal momento che la Bontà perfetta,che si negli altri stati come il caldo e il fleddo le cose riscaldate
efionde per tutte le cose,non solo giunge alle sostanzeotti- rimangonotali, anchequando il calorele abbandona,e mol-
me che stannointorno a lei, ma si estendeanchefino alle più te coseesistonoprive di vita e d'intelligenza.E Dio è privo
lontane83,presentetotalmente alle une, in maniera minore di sostanzae sta al di là delle sostanze.E in una parola, ri-
guardo a tutte le altre cose, anche quando il loro stato si
8r <<I beni immescolatie perfetti derivanti dal Bene sono nesli perde e non c'è più completamente,ci sono gli esseri e
esseriintelligibili sovramondani, in quanto sono incorporei;i beni me- possonosussistere.Ma ciò che è privato del bene comple-
scolati riguardano i corpi dotati di antma tazionale, cioè noi, perché tamente,in nessunmodo c'era né c'è né ci saràné può es-
la parte irrazionaledell'anima,comeè stato detto, partecipadella materia
attraversoil corpo che partecípadella forma, mentre la parte irrazionale e Cfr.. sonra.la. nota 23.
si volge alf irrazionalee talvolta gli cede il passo e a causa di questo *t ( Ciò cLe è privo del bello non completamentema parzialmente
si orienta versola materia> (PG 4,2778C).
tt <<Come sostanza piìt lontana si devono intendere i coroi mate- fa sussistereancheciò che è privo del bene, perché in certo qual modo
riali e terrestri.Come Dio è principio di tutti gli esseri,...
cosi ultima è partecipa completamentedel bene. Infatti, il male è la mancanzanon
questa parte fangosa,spessae terrestre de11amateria. Perciò è detta -oaviale ma totale del bene> (PG 4. 2804-8).
8ó< Dunque, Dio è responsabiledel male? Niente affattc! Infatti
"sgabellodi Dio" lcfr. Is. 66,11,1n quanto appunto è la più lontana,ma
tuttavia è partecipedella sua Bontà, in quanto la porta con sé, sia pure Dio, in quanto ptincipio e oeatore di tutte le cose,pet eccessodi bontà
nella formà piir Îontana. Dice infaíti la^Sapienza:^ "Questa tenda tèrre- e per amore inefiabile sopporta i peccatori per mosttare la sua benignità
stre app,esantisce I'intelligenzache pensamolte cose" [cfr. Sap. 9,I51, in e la libertà della creatura.Infatti, è stato detto: "L'amore tutto cople"
quanto Ia parte irrazionaledel1'animaè mescolataal corpo materialee [Prv.10,12]; e ancota:<Che {a sorgereil suo sole sui giusti e sugli in-
prevale talvolta sul1aparte mzionale)> (PG 4, 277D-2B0A!. giusti" [Mt. 5,45] > (PG 4, 280B).
320 DN rv 20, 720c-o rN lv 20-21, 72It-c 321
serc. [202] Come, per esempio,f intemperante, se anche quanto partecipa del bene. t2041 Anzi, rutri gli esserisa-
rimane privo del bene per la sua irragionevolepassione,in ranno in misura maggioreo minore in quanto partecipano
questo né è né desidera le cose che sono8i, ma tattavia del bene. Infatti, ancheriguardo allo stessoessere,ciò che
patecipa del bene secondo un'oscura risonanza di unione non è in nessunluogo e in nessun modo, neppure esiste.
e di amicizia.Perfino il furore t720cl è partecipe del be- E ciò invece che in parte è e in parte non è, in quanto ha
ne per iI fatto stessoche si muove e desidera dirigere e deviato t721Al dall'esserepermanente,non esiste;al con-
convertire a ciò che gli sembrabuono le coseche gli sem- trario, nella misura in cui partecipaall'essere,secondoque-
brano caitive. E quello stessoche desiderauna vita scelle- sta esistee íl suo esseretotale e il suo non esseresono con-
ruta, in quanto desideratotalmente una vita e quella che servati e salvaguardati.E il male, che è decadutodal bene
gli sembramigliore, in ragione del suo desiderio e del suo completarnente,non ci sarànelle cosené più né meno buo-
desiderio di vita e per il fatto che si propone la vita mi ne. Ciò infatti che da una parte è buono e dall'alma non 10
gliore partecipa del bene. Se, infatti, si togliessecompleta- è, è contrarioa qualchebene,senzaesserloa tutto il bene;
mente il bene, non ci sarebbepiù né sostanzané vita né anch'essoè conservatoin quanto partecipa del bene, e il
moto né appetito e nessunaaltra cosa.t2031 In maniera bene con la partecipazionedi sé, che c'è sempre,fa esistere
che, se dalla distruzione si produce la genenzione,la causa anche la privazione di sés. Infatti, qualora il bene fosse
di ciò non è la potenza del male, ma la presenzadel bene scomparsocompletamente,né ci sarebbealcunchédi com-
in minore quantità. Nella stessamaniela in cui anche la pletamentebuono né di misto né lo stessomale. Poiché se
malattia è un difetto di ordine, non però di tutto; infatti, il male fosse un bene imperfetto, per la completa assenza
se il disordine fosse completo, non ci sarebbenemmeno la del bene, mancherebbeancheil bene meno perfetto e per-
malattia88.Rimane e c'è la malattia in quanto ha come so- fetto. E allora soltanto il male esisteràe aDDariràcome tale.
stanzaI'ordine minimo ed in esso sussiste.Ciò, adunque, quando è maie per quelli ai quali è .ontr*rio, mentre è se-
che è del tutto privo de1bene t720Dl non è un esseree gregatodagli altri in quanto sono buoniel.Infatti, è impos-
non sta Î.ragli esseri8e;
ciò, invece,che è mescolatoè fra gli sibileche le stessecose,in quantosonole stesse,[72L8] si
esseria causadel bene, e per questo è fra gli esseried è in opponganoin tutto reciprocamente.Dunque, il male non
è un essete.
8t < Perchél'intemperante,se anchein quanto è intemperantenon 2L t205l [721C] Ma neppure negli esserivi è il
esistené desideracoseche esistono,pure in quanto tende ad un rapporto male; poiché se tutte le coseche sono provengonodal bene
di unione e di amiciziapartecipaoscuramentedel bene> (PG 4, 281C).
" <<Osservache chi usa male la facoltàirascibilepartecipadel bene e il bene è in tutti gli esserie tutti li contiene, il male o
in quanto si muove per coîreggere ciò che gli sembra male. Così che
desiderauna vita pessimae scelleratissima partecipadel bene in quanto e0<<Cioè fa esistereil male. Se, infatti, il male è privazione del
desidera Ia vita che gli sembra migliore. Perciò chi cerca il male, ín bene e il bene fa esisterela orivazionedi sé. fa esistereil male che è
quanto pensadi operareonestamentepartecipadel bene> (PG 4, 281C). púvazionedel bene. La parteèipazionec'è sempre,perché con la parte-
Ee<<Lo scoDodel divino Dionisi è chiaro in base a molti indizi.
cipazioneparticolareesisteanchela privazionedel bene> (PG 4, 284C).
Per combattere lé opinioni di alcuni c:reci sul male dice che il male non et <<Se tutti gli esseripaîtecipanodel bene e il bene è in rutti gli
è un ente. Infatti,- come male sosùnziale notrebbe esistere solo ciò esseri,evidentementeil male o non esisteo è nel bene. Non è conforme
che per una assoluta mancanzadi bene non n. fosse assolutamentepar- alla nrtura del fuoco esserefreddo, e se cominciassead essetlo, non sa-
tecipe. Ma questo non si può affatto risconffareneppure nella materia rebbe più fuoco. Dunque i1 male, se sussiste,partecipa,sia pure oscura-
i_ntorme,sebbenealcuni greci lo pensino.Perché ciò che è stato creato mente, del bene, perché tutte le cose sono e rimangono nel bene [cfr.
da _Dio partecipasempreàel bene, sia pure oscuramentee a1lalontana> At. 17,281, ma se non ha niente del bene, neppure sussiste>(PG 4,
(PG4,2SrO-2S+al.' 284D-2851').
322 DN rv 21.,72In-724t nN rv 22, 724n-c 323
non potrà esserenelle coseche sono, oppure sarànel bene. così che il male non è in Dio né ha in sé nulla di divino.
Ora, non può esserenel bene - perchécomenon c'è il fred- t2081 Ma il male non deriva da Dio. poiché.o Dio non è
do nel fuoco, così non ci potrà essereil male in ciò che ren- buono,o non fa cosebuonee non produceil bene. t2091 E
de buono perfino il male -, ma seci sarà,in che modo potrà non può qualche volta soltanto fare cose buone e qualche
sussistereil male nel bene? Che vengada lui è cosaassurda altra no e non tutte; infatti, in ciò sofirirebbecambiamento
e impossibilee'.Né è possibile, come dice la verità degli e ùterazione, e proprio riguardo alla cosa che di tutte è la
scritti divini, che I'albero buono ptoduca frutti cattivi e più divina, cioè la causalità.Sepoi il bene in Dio è l,esisten-
viceversant.Se, dunque, ncn víene dal bene, è evidente za, Dio, se cessasse di essereil Bene, talvolta sarebbeun
che deriva da un altro principio e da un'alra causa.Infatti, ente e talvolta no. Se poi avesseil bene per partecipazione
o il male deriva dal bene o il bene dal male o, se ciò non è e 1o ottenesseda un alffo, talvolta I'avrebbe talvolta no.
possibile,da un alro principio e da un'altra causaderivano Dunque, il male non viene da Dio, non è in Dio né asso-
il bene e il male. Ogni dualità non è un principio, I'unità lutamente né provvisoriamenteet.
sarà il principio di ogni dualità. È dunque assurdoche da 22. t2101 t724Bl Ma nemmenonegli angeli c,è il
un solo e [721D] medesimoprincipio procedanodue cose male. Se infatti I'angelo, conformato al Bene, annunciala
assolutamentecontrarie e che ci sia un principio non sem- Bontà divina - essendoal secondoposto, per partecipazione,
plice e unico, ma diviso e duplíce e contrario a sé e altera- ciò che colui che viene annunciatoè al primo posro secondo
biles. t2061 E non è possibileche esistanodue principi la causae8-, I'angeloè immaginedi Dio, manifestazionedel-
contrari degli esserie che questi si oppongano fra di loro la luce nascosta,t2111 specchiopuro,limpidissimo,imma-
e nel tutto. InÍatti, se così fosse,lo stessoDio non sarebbe colato,incorrotto,non inquinato,pronto a licevere, seè giu-
incolume e privo di molestia, dal momento che esisterebbe sto dir così, tutta labellezza della forma divina impronrata
qualchecosache lo può ofiendere; poi tutte le cose sareb- al bene t2121e che fa rísplenderein sé in modo puro, per
bero disordinate e sempre in lotta, t2071 mentre il bene quanto è possibile, 1a Bontà del silenzioe che è nei pene-
fa regnarela concordiafra tutti gli esseried è celebratodai trali. Dunque,il malenon è neppurenegli angeli.t 213I Ma
sacriautori comePace'in-sé ed [724A] elargitoredi pacens. forse che sono cattivi perché puniscono i peccatori? Se-
Perciò i beni sono amici e tutti in armonia fra loro e deti condo questo ragionamento,sono cattivi anche quelli che
vano dall'unica Yita e sono coordinati verso I'unico Bene raddtizzano coloro che commettono eccessie anche quei
e in pace e simili e fra loro reciprocamentepropensieu; sacerdotiche allontananoil profano dai misteri divini. Per-
ciò non è un male esserepuniti, bensì il diventare degni
e2<<Inpossibile si dice rettamente anche a proposito di Dio in della punizione: né l'esseretenuro lontano [724C] dalle
alcuni casi, come quando l'Apostolo dice: "Se crediamo,egli rimane fedeie
e non può rinnegarese stesso"12 Tm. 2,73) > (PG 4, 2854). cose sacre secondoil merito, bensì il diventare scellerato
e3Cfr. Mt. 7,J.8(con una sola parola diversa).
enSecondo1o scoliasta.sarebbeuna frecciata contro i manichei (cfr.
ed empio e indegno dei sacramenti.
PG 4, 285A-B),
es
Questo nome divino (Pace) è ampiamenteesaminatoin DN XI e) ... né assolutatneilte né prouuisoriamente:
cioè, né in maniera
L-5, 948D-9538.Per i passi bibblíci, cfr. Sal. 29(28),Í; I Ts. 5,23 (ma stabile^^néin manierapasseggera; cfr. C. Prne, S. Thomae...,pp. 184-185.
anche2 Ts. 3,16; 2 Cot.13,1L; Rm. 15,33;Fú. 4,9; Eb. $,20). e8.L'angeloè per partecipazioneciò che il Bene,
euI beni sono g1i esseri creati, che sono buoni appunto perché è oggèito del suo
messaggio, è come causa.Per questoè immagine.
detivano tutti dall'uniio Bene. e' La Bontà del silenzio è Dio;
cfr. PGL, alla voce, n. 4.
DN 7v 23, 724>-725t pu rv 23. 725a-c 325
324
Zl. t2Lal Ma nemmenoi demoni sono cattivi per ferrniamo che i demcni sono cattivi, se non perché hanno
natura; se infatti 1o fosseroper natura' non deriverebbero smessodi volere e di compiere i beni divini? [217] D'al-
dal Bene; né sarebbetotra gli esseriné avrebbero mutato tta parte, se i demoni sono cattivi per natura, lo sono sem-
la loro condizione buona, se fosseto cattivi per natura e pre; eppure il male non è stabile; pertanto, se sono sempre
da sempre.fnoltre, sono cattivi per se stessio per gli altri? stati nella medesimacondizione,non sono cattivi; infatti,
Se 1o sono per se stessi,distruggono se stessi; se invece lo è proprio del bene esseresempreil medesimo;se non sono
sono per gli altri, in che modo distruggono e che cosa?La cattivi da sempre,non sono cattivi per natura, ma [7258]
sostanza,7a potenzao I'azione? Se la sostanza,non lo pos- per l'assenzadei beni propri degli angeli. t2181 E non
sono per prima cosacontro [724D] Ia natura: infatti, non sono completamenteprivi del bene in quanto sono, vivono,
distruggono le coseche sono indistruttibili per natura, ma pensanoe c'è in essi in maniera totale un movimento di
soltanto quelle che sono soggettea distruzione. Inoltre, la desiderio; t2191 si dice che sono cattívi in quanto non
distrr-rzionenon è un maie per ogni ccsa e in tutto, ma nes- hanno più la forza di agire secondola loro natura, Il loro
sun essereè distrutto in quanto sostanzae natura, ma pef male è la falsa conversione,come pure I'allontanamento
difetto dell'ordine che è secondonatura la ragione dell'ar- dalle cosedegnedi loro e f incapacitàdi raggiungerle,l'im-
monia e della misura s'indeboliscementre potrebbe rima- perfezione,f impotenzae la debolezza,ela fuga e la caduta
nere sefiÌprela stessat*.Questa debolezzanon è completa. della virtù che salvaguardain loro la perfezione.t2201 E
Se essa,infatti,lo fosse,toglierebbela disruzione e il suo ancora: quale aluo male si trova dunque nei demoni? Una
soggetto.Infatti, una tale corruzicne t725Al sarebbecor- collera insensata,un folle desiderio, una pericolosaimma-
ruzione di se stessa;così che un tal male non sarebbeun ginazioner02. Ma questecose,anchese esistononei demoni,
male, ma un bene mancante; difatti, ciò che è completa- non sono cattive in sé e per sé, né per ogni aspetto né per
mente privo di bene, non esistenemmenofra gli esseri,e tutti 103.
Infatti, anchenegli altri esseriviventi, non il pos-
lo stessodiscorsovale sulla distruzionedella potenzae del- sesso,ma la perdita di queste coseè una disffuzione e un
l'azione. t2151 Inoltre, come possonoesserecattivi i de- male per il viventet*. Il possessosalvaguardae fa sì che
moni fatti da Dio, dal momento che il Bene produce e fa esistala natura del vivente che possiedequestecose.trluu-
sussistereíl bene? t2161 Si dice che sono cattivi, si po- que,[727CJ la schieradei demoniè cattiva,tron in quanto
rebbe obiettare. Ma lo sono non secondociò che sono
- perché vengono dal Bene ed hanno ricevuto una natura
buona. Da 1oro, clunque,derivano i demoni, che sono cattivi semplice-
buona -, ffid secondociò che non sono, perché, come dice mente perché hanno abbandonato1o stato di vita in cui erano buoni,
perchéion opelano il bene. Perciò sono cattivi per loto libera scelta
la Scrittura, essendosiindeboliti, non hanno saputo man- e non per natura > (PG 4, 298D-2924).
tenere il loro primator0l. Jn che senso, infatti, dimmi, af- tot
Questenon sono proprietà degli angeli; e perciò sono un male.
103<<Petchéc'è ancheuna colleraragionevole,come quella contro il
peccatoe contro i nemici di Dio, e un desideriospirituale,come il desi
rm <rOsserva che chiama distruzione il movimento discordante e derio del meglio, come le parole: "Ho desideratoardentementedi man-
disarmonico al di fuoti de1l'otdine della natura. Lo trovi scritto in Eze- giare questapasquacon voi" [Lc. 20,15]. Così c'è anche una immagina-
chiele a orooosito del diavolo: "Fu disffutta la tua scienzacon la tua iione non pericolosa per cui ci uniamo agli intelligibili facendo ciò con
bellezza"-l2i\,171. Afferma che neppure i demoni sono cattivi per na- la nostra intelligenza>>(PG 4, 292D).
t* <<Chiama possessolo:/(Louql il possederein senso assoluto. Le
tura, pet eliminare la tesi dei greci e dei manichei> (PG 4, 288D-2894).
tot Cfr. Gd. 6. < Chiama primato la loro venuta all'esistenzaad cosedette prima, cioè la collera e il resto, sono potenzecostitutive del1a
opera di Dio, perché anche loro furono cteati, come noi, per ogni opera proprietà di alcuni viventi, e per questonon sono male> (PG 4, 292D).
326 DN rv 24, 725n-728'+ DN Ív 25-26,728s-c 327
è secondonatuîa, ma in quanto non è secondonatura tot. pria debolezza?18Inf.atti, noi diciamo che l'aria che ci cir-
t2211Né fu completamente alteratoil bene loro concesso, conda si oscuraper la mancanzae per I'assenzadeila luce,
ma essi stessicaddero da tutto il bene a loro concesso.E ma la luce in se stessaè tale sempree può rischiarareanche
noi diciamo che i doni angelicidati loro non sono mai stati le tenebre.t2241Dunque, né nei demoni,né in noi il male
aheruti,ma che i demoni sono intatti e splendidissimi,ben- è male in quanto essere,ma in quanto è mancanz a e assenza
ché essistessinon vedano tali doni per il {atto che essihan- di pedezione dei rispettivi benit0e.
no accecatole loro possibilità di vedere il bene. Cosicché 25. t2251 t728Bl Ma neppure negli animali privi
ciò che sono, lo sono grazie al bene, e sono buoni e aspi- di ragioneesisteil male. Infatti, togliendo il furore, la con-
rano al bello e buono desiderandoI'essere,la vita e f intel- cupiscenzae le alúe cose che non sono assolutamenteper
Tigenzadelle coseche sono; ma sono chiamati cattivi per la loro natura, il leone venendo a peîdere la sua fona e Ia
privazione e la soppressionee la caduta dei beni che si ad- sua ferocia non è neppure un leone, e il cane che è man-
dicono loro; e sono cattivi in quanto non sonot*, e aspi- sueto non sarà più un cane, se è proprio del cane il fare la
rando al non esseretendono al maletot. guardia, avvicinarsi a ciò che è familiare e allontanareciò
24. t2221 t725Dl Ma si dice chele animesonomal- che è estraneo.Cosicchénon è un male il fatto che la na-
vagie.Seciò deriva dal fatto che si congiungonocon le cose tura rimanga intatta, ma il male è una debolezza della na-
cattive per provvedervie per salvarle,t72SAl questonon tura, il venir meno delle attitudini, delle attività e delle
è un male; ma è un bene che deriva dal bene capaceanche energie naturali: e se tutte le cose che nasconoottengono
di renderebuono il male, t2231Se invecediciamo che le col tempo la perfezione,nemmeno ciò che è imperfetto 1o
anime diventano cattive, in che cosa diventano cattive se è in tutto contro tutta la natul'a.
non nella privazionedei buoni desiderie delle buone opere 26. [226] t728cl Ma neppure in tutta 7a natura
e nell'incapacità,a fare e nella perdita dovura alla loro pro- esisteiI maie. Se, infatti, tutte le ragioni naturali derivano
dalla naturapresanel suo tutto, nulla è ad essaconffario110.
tot <<Dice chiaramenteche i demoni
derivano dagli angeli. In-
fatti, non,perdono i doni propri degli angeli, cioè nontistruggono il tot <<Osservache lo stare insiemecon
sli essericattivi oer interes-
bene che hanno per natura, sebbenenon vìgliano vedere la luJJ che è sarsi di loro, affinchediventino buoni anch'eisi,non è un maie, secondo
in loto, chiudendo gli occhi di fronte alle loro facoltà di fare il bene, le parole: "Fui per coloro che sono senzala legge come un uomo senza
come è strto detto a proposito degli israeliti: "Hanno chiuso i loro la legge, appunto per guadagnarequelli senzala legge" [1 Cor. 9,21].
occhi e con i ioro orecchihanno udito pesantemente, a meno che si con- Negli esserila privazionedel bene non è completa(perché altrimenti si
vertano e io li risani" [Mt. 1],151. Osservache anche i demoni sono avrebbeuna completadistruzioneanchedella distruzione),ma è una pri-
splendenti,o piuttosto luci secondola sosranza,come g1i altri angeli. vazione parzía|edel bene. Dunque, l'anima non ha in sé il male completo,
Così anche nei vangeli si leg.ee:"Vedevo Satanacadere-comeunaJol- ma ne avrà uno e non ne avrà un alffo. 11 bene è sostanziale,mentre il
gore" [Lc. 10,18]> (PG 4, 292D-293A). male è accidenrale > (PG 1, 29tCDl.
tou<<Non sono stati creati per to' < Cioè, il male non è una sostanza,ma neppure si consideratra
disruggere i beni dati loro da Dio,
le facoltàe le operazioni;ma sonó diventati cattivi perché1i hanno messi le coseche si riferisconoalla sostanza,come qualcosache serve a comple-
da parte; e per questo non esistono,pur avendo-ricevuto in sorte Ia tarla, come la potenzae l'energia.Lo scopodil Padre IDionigi] consiste
esistenza > (PG 4, 2934-8). tutto nello spiegarequestopensiero> (PG 4, 296A).
10?fl tema della r'0 <<La natura procedealla graziead una divina arte
origine e natura degli spiriti cattivi {u molto di- 6;enerazione
battuto nell'era c-ristiana,ira i cristiani coÀe tìa i pagani, specialmente che le è propria. Effetti di questadivina arte sono le piante, gli animali,
a partire da Porfirio (se ne vedano alcune testimonj-anleii Ò. Prnl, S. i frutti, i mutamer-rti reciproci degli elementie, in una parola,la sostanza
I botìMe...,p. 198). I neoplatonicinelf insieme sono orientati a conside- in se stessadelle coseche nascono,perchéessaè principio di movimento
ratli cattivi peî n_atura,sebbenealcuni, come Proclo, si pongano il pro- e di quiete. Coloro che lavorano 1a ceia e praticano le arti plastiche,
blema della loro libera scelta (cfr. De'malorum sabíisteitia"l0-41).- devono avere in sé qualcosache rimane, cioè ragione e intelligenza,che
328 DN rv 27-28,728o-729t nN rv 28-29,729s-c 329
t2271 Per ciascun^ natuta patticolare, qualche cosa sarà essere7a mateúa un male? Se, infatti, essanon esiste in
secondola natura sua e qualchecosano: ogni natura avrà nessunmodo, non è né un bene né un male; se invece è
il suo conttatio, e ciò che da una parte è conforme a fiatuta qualche cosa (tutte le cose che sono derivano dal bene) e
ó,alI'altraè contrario. Il male per la natura è ciò che è con- anch'essaderiva dal bene, allora, o il bene può produrre il
tro natura, ossia la privazione dei beni secondo natura. male, o il male, derivandodal bene,è buono, oppure il male
Dunque, la natura non è cattiva, ma il male proprio della può produrre il bene o il bene, derivando dal male, è cat-
natrrta è il non poter realizzarc perÍettamente ciò che è tivo; oppure il bene e il male sono due ptincipi, e dipen-
proprio di ciascunanatuîa. denti a loro volta da un altro unico principio. [234] Se
27. t22Bl Ma neppurenei corpi esisteil male; infat- poi, come dicono, \a mateúa è necessariaper il completa-
ti, la deformità e la malattía sono assenzadibellezza e pri- mento di tutto I'universo, in che modo la materia è Lrn
vazionedi ordine. E ciò [72BDJ non è male in sensoasso- male? Infatti, il male t729Bl e ciò che è necessario sono
luto, ma :unabellezzaminore. Se, infatti, ci fosse una di due cosediverse.E in che modo colui che è buono può far
struzionetotale di beTlezza,di forma e di ordine, lo stesso nasceredal male un essere?o in che modo è male ciò che
corpo sparirebbe.[229] Che il corpo non è causadi male è necessarioal bene? È certo che il male fugge la natura
per I'anima, è evidente, perché il male può sussisterean- del bene: o in che modo la materia,se è cattiva,generae
che senzacoîpo, comeper esempionei dernoni. [230] Que- nutre la natura? Infatti, il male, in quanto è male, nulla
sto è in verità il male per le intelligenze,per le anime e i produce, nulla nuÍe, né fa o salvaguaîda afratto alcuna
corpi: la debolezzae la perdita del possessodei loro beni. cosa112.t2351Se poi diconoche la m teîi^ non producela
28. [231] t729Al Ma non è vero neanchequello malizia nelle anime, ma le attrae, come può esserevero
che assaispessosi dice. < Il male >>afiermano<<è nella ma- questo, se molte anime guardano al bene? E in che modo
teria, in quanto materia.>>[232] Infatti, ancheessaparte- ciò poffebbe avvenire, se la materia le trascinassecomple-
cipa dell'ordine, della bellezza,e della forma. E se la ma- tamente al male? Non, dunque, dalla materia viene il male
tetia, essendofuori di questecose,fosse di per se stessa che è nelle anime, ma da un movimento disordinato e irîe-
priva di qualità e di forma, come potrebbe fare qualche golare. Se poi dicono che questo seguecompletamentela
cosa essa,che in se stessanon ha nemrnenola possibilità materia e che la memoria instabile è necessariaalle coseche
di subire qualcosa?ltr [233] D'altronde, come potrebbe non possonosussistereda sole, in che modo il male è cosa
necessaria, o ciò cheè necessariopuò essereun male?
produconoper mezzodelle mani le loro opere; così nella natura di tutte 29. t2361 t729cl Ma neppureciò che noi chiamia-
le cose c'è quaicosache rimane, cioè una potenza, che non lavora con le
mani; è la volontà e I'intelligenzadi Dio, un'arte - per così dire - che mo privazionepuò per una sua propria potenzacombattere
ptocede alla generazionedelle cose che sono generare.Infatti, la materia ilmale. È evidente che la totale privazionenon è capacedi
è ciò che è mosso aila generazione;ma ciò che la mr-roveè la ragione im-
mobile che è nel Tutto, la quale è l'arte divina, che abbiamo chiamato nulla, mentrclaprivazione parzialeha qualchepotere, non
natura> (PG 4, 296B-C).<<Tutta Ia natura>>spiega più concisamente in quanto è privazione, ma in quanto non è privazione di
Pachimere<<indica qui tutti gli essericreati da Dio; ragloni naturali sono
le forme innate nei divetsi eiseri che ne derivano> (PG J, 801C-D). tutto. Infatti, essendoprivazione parziale di bene, non è
La materia,se è qualcosa,partecipadi una forma, e quindi del
bene; se si considerain se stessa.non è nuila e come tale non solo non
può fare il male, ma neppure può subire alcunché.Per il substratofrlo- tt2 Per questo, non esiste un principio del male, un Male-in-sé
sofico,cfr. lo scolio (PG-4, 396C-400B). (aútorcarcóv),come esistonoun principio dell'essere,della vita, ecc.
330 D Nr v 3 0 , 7 3 2 ^ uN lv 30-J2, 732s-o 331
ancora un male e, qualora cliventi completa, la natura del virtrì, se quella non avesseavuto la forrna del bene? Ri-
tt'.
male è già scomparsa mane dunque il male [7328l sia debolezza e privazione
30. t 237 I Dunque, per dirla in sinresi,il bene deri,,,a del bene.
dauna Causasola e totale 114, mentîe il male da molti e par- 31. t2421Una solaè la Causadei beni. Se il male è
ticolari difetti. t239l Dio conosce il male in quanto è be- contrario al bene, le causedel male sono molte. Non già
ne, e per lui le causedel male sono potenzeche operanoil ragioni e forze capacidi fare il male, ma impotenza e de-
bene.[239] E se il male è eternoe creaed ha ootereed è bolezzae miscuglio sproporzionarodi cose dissimili, né i
reale ed agiscettt, donde derivano a lui tutte queste cose? mali sono immobili e sempre identici, ma infiniti e inde-
Forse [732A] dal bene?Oppure derivanoal bene dal ma- terminati e sono portati in modi diversi nelle diverse cose,
le? O pîovengono da un'altra causaper entrambi? t2401 le quali sonopure infinitetts.[243] Di tutti i mali, il prin-
Tutto ciò che esiste secondo natura è prodotto da una cipio e la fine saràil bene; infatti, a causadel bene, nasco-
causadefinita. Se, dunque, il male è senzacausae indefi- no tutte Ie ccseche sono buone e tLtttequelle che sono con-
nito, non è conforme alla natuta; né è nella natlrra ciò che ftarie: inveto, anchequestecosenoi facciamodesiderando
è contro la natura, così comenon c'è nell'arte una ragione il bene, poiché nessunofa ciò che fa guardando il male.
priva di ,ìiterro.t2411 Forse che, allora, l'anirnaè laura Perciò il male non ha una sua sussistenza,Ína una contro-
dei mali come il fuoco lo è del calore? e può riempire di sussistenza (ossiaun riflessodella sussistenza),[7]2Cl per
mahzia tutte le cose a cui si avvicina? Oppure la natura ché nascenon per se stessoma a causadel bene.
dell'anima è buona, mentre nelle sue operazionisi coinpor- 32. t2441 Bisognaascrivereal male un essereacci-
ta talvoita in una maniera, talaltrain diverso modo? Se poi dentale di origine estraneae non avente un principio suo
il suo essereè cattivo per natura, donde deriva a lei I'es- proprio; cosicchéquando si produce sembraessereun be-
sere?Forsedalla Causabuona che ha creatotr_rttele cause ne, in quanto si compie in vista di un bene, senzaperò che
che sono?Nfa se derivada questaCausa,comevi è un male in tealtà sia un bene, dal momento che noi crediamobene
per essenza) se tlttte le cosegenerateda questaCausasono ciò che non lo è. Si è dimosrato che una cosaè quella che
buone? Se è cattiva I'animaper i suoi atti, neppurequesra si desideraed un'altra quella che si ottiene. Ailora, il male
cosa è iminutabile ttt. Altrimenti, donde deriverebbero le è senzavia, senzascopo, senzanatural senzacausa)senza
ptincipio, senzafrne, senzalimite, senzavolontà e senza
ttt Si può parlare solo
di priaazione parziale perché essa <<non è sussistenza. t2451 Dunque, il male è privazionee difetto,
sostanza,ma si riferisce a ciò che è privo della forma óhe dovrebbe avere>,
(PG 4, 3o1A). debolezza,m ncanzadi misura, t732Dl peccatolle,man-
rra<<ChiamaCausatotale la
causadi tutte le cose.Ma poi ha detto canzadi scopo, dibellezza,di vita, di intelligenza,di tagio-
particolareper chiarire che non è universale.Infatti. la privàzionetotale
costituisceil non essere> (PG 4, l01A-B).
rrs Cioè, un Dio contrapposto ttt Siccomeil male non risuarde I'essenza
al Dio che si identiúca con il Bene. che definiscele cose,esso
.. "u-qiG, il male non si può definire positivamenrecome si definisce deriva da molte causee variaìela sua manifestazione.Ogni essereè
Iessere.delle cose;cfr. ancheIo scolio(PG 4,301C-D). sempreciò che è per natura, ma il male, da cui è afietto può vatiarc.
"t <<La natrrra dell'anima è buona, perché è stata creata dal Bene "' La paroh greca pef peccato è &Vaptín, nel senso originario di
e i suoi atti sono buoni. Verljamo, infatti, óhe gli uomini buoni compiono errore,per cui non si coglienel segno.Spiegabene lo scoliasta:< Allonta-
le o-pereadeguate,ma il male sopravvieóein "seguitoa un cambiarirento nandocidal bene e dal movimentonaturale,ovvero dall'ordine,ci si volge
e alla mancanza del bene.Dunque,il male non è Àeilanaturae non è sus_ versola non esistenza, che è contro la natura,irrazionale,completae senza
sistenre > (PG 4, j04B). sostanza> (PG 4, l05B C).
332 DN rv 32-)3, 733t-s nN rv ll-J5.7fic-736t 3)3
ne, di perfezione, di fondamento, di calrsa,di limite, di videnza è adatta a conservarela natura di ciascuno,prov-
produzione,di azione,di attività, di ordine, di somiglianza, vede per gli esseriforniti di libertà di movimento, in quan-
ed inoltre non definito, tenebroso,privo di sostanza,e non to tali, e a tutti e a ciascunoin manieraconvenientea tutti
è nulla in nessun modo e in nessun luogo. t2461 Come, e a ciascuno,in quanto la natuta di quelli a cui essaprov-
dunque, può il male fare qualchecosa? Per le mescolanze vede è capacedi accoglierei benefici provvidenziali dati
con il bene. Infatti, ciò che è completamenteprivo del bene t733cl in modo conveniente a ciascuno da parte della
[733A] non è nulla e nulla può; se poi il bene è un essere provvidenza universalee generale.
volontariamentedesiderato,potente ed eficace, come avrà 34. [25LJ Dunque il male, non essendoun essere,
qualchepotere ciò che è contrario al bene,in quanto è privo neppure esiste negli esseri. Infatti, non esiste in nessuna
di essere,di volontà, di facoltà e di attività? t 247 I Né tut- parte il male come male, e il fatto che il male esistaderiva
te le cosesono completamentecattive in se stessealla stes- non dalla potenza ma dalla debolezza.t2521 Anche per i
sa maniera per tutti: per il demone il male consistenel- demoni, quello che sono deriva dal bene ed è bene; ma il
I'esserefuori delf intelligenza conforme al bene, per I'ani- male, invece, deriva loro dalla perdita del loro proprio
ma è il porsi fuori della ragione,per il corpo l'andare con- bene, e il fatto di aver mutato il loro stato e la loro condi
tro natura. zionet22è un indebolimento della perfezioneche si addice
33. t24Bl Come può esistereil male, dal momento alla loro natuta angelica.t 253I E tendono al bene in quan-
che c'è una provvidenza?Non esisteil male in quanto male to tendcno ad essere,t733Dl a vivere e a pensare,e, in
e non è negli esseri.E nessunadelle coseche sono è staccata quanto non tendono ai bene, tendono a ciò che non è; e
dalla provvidenza,né esistemale alcunoche non sia in qual- qu€sto non è un desiderio,ma piuttosto I'assenzadi un
che modo mescolato al bene. Se, dunque, nessun essere vero desiderio.
t733Bl è completamente privo di bene, e il male è un'as- 35. t25al La SacraScrittura accusadi peccarecon-
senzadel bene, nessunodegli esseriè compietamenteplivo sape.rolmentequelli che non hanno la forza di conoscereil
di bene,la provvidenza divina riguardatutti gli esserie nes- bene, che non può star nascosto,e di praticarlo; t736Al
suno degli esseri è staccatodel tutto dalla provvidenza. coloro che conosconola volontà divina, ma non la compio-
t2491 Anzi,la provvidenza,a scopodi bene, si servedei no; coloro che I'hanno sì appleso, ma che sono deboli nei
mali che avvengonoper I'utilità, comuneo privata, di quel-
riguardi della fede e dell'operazionedel bene, e quelli che
li che li commettonoo degli altrit'o t2501 e provvede a
non hanno la volontà di capire per far bene a causadella
ciascunodegli esseriin maniera aó,eguata. Perciò noi non 123.
depravazioneo della debolezzadella volontà stessa In-
accetteremoI'assurdoragionamentodei più, i quali dicono
sornma,il male, come spessoabbiamo detto, è debolezza
che la provvidenzadovrebbecondurci alla virtù, anchecon-
tro il nostro volere t2t.Infatfi, non è compito della provvi e inrpotenzae privazione o di scienzao di conoscenzache
denzail violare 7a naturazper cui, dal momento che la prov- non può rimaner nascostao di fede o di desiderioo di forza

r22<<Osservache mutano sia gli esseriincorporei sia gli esserima-


r20<<Dio si serve dei mali
che 1o sono o sono creduti tali oer la teriali, in quanto non rimangononeila completaidentità che deriva loro
cotrezioneo il vantaggiodi noi o degli altri (PG 4, 305D)
"distuggerebbe'la dal ber-re.Il bene, infatti, è il medesimo,in quanto sta semprefermo ed
.. "]-n In tal móóo, infatti, si naiura, perché si è sal<lo,mentre ciò che cambianon è 1o stesso> (PG 4, 3088).
toglierebbeil libero arbitrio > (PG 4, l08BJ
"r Cfr. Lc. 12.47:'Rm. I4,2).
)34 D Nr v 3 5 , 7 3 6 8 DN v 1, 8168 )35
esecutiva del bene. t2551 Ma qualcuno potrebbe dire: si riferisconorispettivamenteagli esseriviventi e ai viventi dotati
< La debolezzanon si deve punire, al contrario si deve per- di intelligenza.Dopo questo chiarimento,comincia I'analisi del
nome Essere.Questonome è il più generaledei tre perchétutte le
donare>>.Se fosse cosa impossibile avere in sé Ia forza, jl cose,prima di esserequesta o quella cosa,prima di avere questa o
ragionamentoandrebbebene; ma siccomeil potere deriva quella caratteristica,devonoesi.stere e perciò parteciparedi questo
dal Bene in quanto essodà a tutti in maniera abbondante, nome dívino, La pattecipazionedell'Esserepuò avvenire a diversi
livelli, per cui si stabilisconodiversi gradi di partecipazione, dai
secondola Scrittura, ciò di cui tutti hanno bisogno1r4,non quali dipende la varietà del mondo. In tal modo Dionigi si irse-
si può approvare il mancato possesso,7a depravazione,la risce nella concezioneneoplatonicadell'universostrutturato a di-
perdita e la disruzione dei beni particolari derivanti dal vcrsi livelli in base al grado di partecipazione all'Essere.D'altra
Bene.Ma t736Bl questecosesono state suficientemente parte, questi tre nomi corrispondonoad una triade che, già pre-
sentein Plotino (se non addirittura ancheprima di lui), ebbe un
esposteda noi, secondola nostra possibilità, nel libro ruoio irnportantenel sistemadi Proclo. Questi, inÍatti, collocala
"îzrl
giusto giudizio di Dio t2se in questa opera sacrala verità triade Essere,Vita e Intelligenza(noîtse non sophía)come suddi-
delle Smitture ha disrutro come stolti discorsi i rasiona- stinzionedella prima ipostasi e vi fa corrisponderete ordini di
dèi. Infine, era comunementeammessoche le realtà sensibili(o in
menti dei sofisti che parlano di ingiustizia e di *.n-rogr. generesecondarie) riproduconoin manierapiù o meno per{ettadei
da pate di Dio. t2561E ora da parte nostra è stato abba- modelli preesistenti.Di fronte a questamentalitàdiffusa,cl.reperal-
stanzacelebrato il Bene come veramente d.egnodi ammi- tro condivide,Dionigi sente il bisognodi fare alcuneplecisazioni
per conciliarlacon i dati della tadizione ecclesiastica, a cui pure
tazione, come principio e fine di tutte le cose, come colui vuole esserefedele.Afironta così il problemadel rapporto dei tre
che comprendetutti glí esseri,come informatore delle cose nomi e degli esemplaricon Dio. Proclo consideravaEssere,Vita e
che ancora non esistono,come causadi tutti i beni, come Intelligenzacome ipostasidistinte e le identificavacon tre ordini
di dèi, ai quali attribuiva una reale causalitàsui diversi ordini di
non causa dei mali, come provvidenza e perfetta bontà esseri.Dionigi, invece,precisache la causalità(creatrice)è esclusiva
superiore alle cose che sono e a quelle che non sono, che dell'unicoDio, < il vero Bene che dà l'esserea tutte le cose>. Dio,
rende buone anchele cose cattive e quelle cl-resono prive sebbenesia prima dell'Essere,è la causadi ogni essere,o più pre-
cisamente,per rimanereentro la mentalitàplatonica,dei principi di
di bontà, desiderabileda parte di tutti, amabile,prediletto, ogni essere.Con questo non si vanificanoi nomi divini: questi
e di tutte le altre coseche in modo conforme al vero abbia- rappresentano la mediazionetra Dio e gli esseriparticolali,ma non
mo messoin chiaro, credo, nei punti precedenti. hanno una reale causalità.Tra Dio, causauníversale,e per questo
centro di unità di tutto il creato,e i singoli esserisi stabilisceun
rapporto mediato da11abontà divina, dall'Esseree dalle determi-
nazioni dell'Essereche sono dette orincioi e definite come Parte-
cipazionisussistenti(autometochaí)',cheii specificanocome Bene-
Dnr,r,'EssBnBE DEGL' urt*rtÎl,."o'o'
in-sé,Essere-in-sé, Vita-in-sé,e via dicendo.Quanto agli esemplari,
Con questo. capitolo inizia l'esame dei norni Essere, Vita e Dionigi sostieneche a suo giudizio sono le ragioni esistentiin Dio,
^
S.apìenza,che indicano le determinazioni più generali della bontà che produconogli esseti,ma non sembraescludereche si possano
divina. Infatti, il Bene si estende alle cose che-sono come a guelle concepireanchecomeesserisussisîentia loro volta. Gli premeperò
cheincora non sono (o perché sono soltrnto possibili nelle menre sottolineareche, anchese fosseroconcepiticome esserisussistenti,
ol uro o perché. non sono ancora quello che poffebbero essere), la causalitàdeve essereriservata a Dio. Essi non devono essere
l'Lssere invece si riferisce soltanto alle cose che sono, mentre la consideraticome il punto di arrivo. ma semplicemente come un
Vita e la Sapienza hanno un ambito anccr più limitato, in quurto passaggioper salire à Dio.

7, [257] t816Bl Ora bisognapassare al vero nome


"n Cfr. Gc. 1,5.
ttt.Forse
un'opera che trattava delle conseguenze divino dell'Essere,
che veramenteè ed appartienea colui
. . ultime del bene
e del male. cheveLamente è. Noi rammenteremosoltantoche1oscooo
336 D Nv 2 , 8 1 6 c oN v 2-3, 816n-817s 337
del nostro discorso non è quello di spiegare Ia sostanza senso.t259l Ma dice che non sono cosediverse il Bene e
soprasostan zialein quanto soprasos tanzialet, perché questo I'Essere,la Vita e la Sapienza,né che vi sono molti principi
è impossibileed è una cosache non si può conosceree del e divinità superiori e inferiori che produconoquesreo quel-
tutto inesprimibile e che supera la stessaconoscenza',ma le cose,ma [816D] che tutti i buoni efietti ,r.rrgoro da .rn
di celebrareil processocreativo del principio sostanziale solo Dio, come tutti tS17Al i nomi di Dio da noi celebra-
tearchiconei riguardi di tutte le cose che sono. Inf.atti, 7a ti; e che il primo è la manifestazionedella provvi denzaper
denominazionedi Dio come Bene, che spiega tutte le co- fetta dí un soio Dio e g1i alti fanno conoscerela rnunif.-
municazioni dell'autore di ogni cosa, si estende alle cose
stazionedelle cose universali e particolari6.
che sono e a quelle che non sono e sta al di sopra di ciò che
3. t2591Ma qualcunodirà: <<Dalmomenroche l'es-
è e di ciò che non è3. Il nome, poi, dell'Esseresi estende
seresuperain estensione la vita e la vita superain estensio-
a tutte le cose che sono e sta sopra alle cose che sono. Il
ne la sapienza,perchéle coseche vivono sono srperiori alle
nome della Vita riguarda tutri i viventi e sta al di sopra dei
cose che esistonosoltanto, le cose sensibili sono superiori
viventi, il nome della Sapienzasi estendea tutte le cosein-
tellettuali, razionalt,e sensibiliae tutte le donrina. a quelle che vivono, gli esseri ruzionali sono superiori agli
2. t816Cl Il nostro discorsodesideracelebrareque- esseriche vivono e le intelligenzesuperiori agli esserirazio-
sti nomi divini che manifestanola provvidenza- non p.o- nali, stanno intorno a Dio e sono pirì vicine a lui? Le cose
mette per nulla di spiegarela Bontà in se stessasuperiore che partecipanodi più dei doni di Dio non dovrebbero es-
ad ogni sostanzae l'Esseree la Vita e la Sapienzadella Di- setemigliori e [81ZBJ superiorialle ahre?[2G0J Se qual-
vinità supremache sta al di sopra di ogni bontà e divinità cuno supponesseche le nature intellettualí sono prive di
ed essere,sapienzae vita, supercollocatanel mistero - co- sostanzae di vita, il discorsosarebbeesatto.Ma se le intel-
me dice la Scritturas, ma celebra la provvidenza che è la ligenzedivine superanotutte le alffe coseesistentie vivono
manifestazionedi tale bontà e che sorpassaogni cosae che al di sopra di tutti gli altri esseriviventi, e capisconoe co-
è causadi tutti i beni, EsseLe,Vita e Sapienza,causadella nosconoin manieramigliore del sensoe della ragionee più
sostanza,della vita e della sapienzaper coloro che parteci-
pano all'essere,alla vita, all'intelligenza, alla tagione, a.l u Come giustamenteosservaE.
ConsrNr(Il trattato...,p. 164), Dio-
nigi polemizza con Proclo che <<considera i sineoli membrl í1ella triade
intelligibile... come causeautonome,ma ne fa a-=ltrettanti ordini di dèi:
I Per sostanza soprasostanzialein greco intelligibili (Essere),intelligibiliintellettuali (Vira) e intellettuali (Men-
si legge f1 ùnepoúor,oq
oùoí4, che, per manteneieil collegamentoòon le paroÉpreó.denii, tutté te) >. Dionigi, invece, afierma chiatamente che quei nomi indicano la
dlrtvantj {alla radice ev/ov, dovremmo ffadurre 1'<< essenzasopraessen- prowidenza dell'unico Dio sotto diversi aspetti; cfr. 1o scolio (PG 4,
ziale>. Tr'Uno,cioè Dio, è detto sostanza(oúoúcr)in quanto è, ria sopra- 3L2A-B).Per la tríadeprocliana,qui diretamente richiamata,cfr. Pnocro,
(r)nepoúor,oq)
in quanto è in modo diverso da tutti gli àlti Tealogia platonica III 9-14 (ed. Safirey-\festerink, Paris 1978, pp. 3452)
::::?irt". e Commento al ParmenideVI (ed. Cousin, p. 1097,28-1104,-16) e il
t ...conoscenzaicosì Gale,
., seguito dal Pera; ma il Cordier legge commentodi E. ConsrNr,II trattato..., p. 160. Rimane da spiegarese
Ev(,)olÉ(unltà). questi nomi, put non essendocauseautonome,debbanoesseteconsidetati
' <<I1 Bene si estende
anche alle cose che non sono in quanto le come i primi enti, superiori agli angeli e distinti da Dio, o come Dio
chiama all'esisrenza, oppure perché,secondoquanro è stato dettò altrove stessoin quanto creatore (come gli atributi o le energie della teologia
tcfr. DN IV 3,697A1, ancheciò óhe non esiite è bene quando si consi- orientale).I testi più importanti per chíarire la questionesono DN V 5,
dera in Qlo per la sua soprasostanzialità > (PG 4, 3098).' 8204-C; XI 6, 953 9568; XII 4, 972A-8, a cui si può aggiungereDN
]' Q]i a1s.el1le animedotate di ragionee le animeprive di ragione. V 8-9,che tratta degli esemplari.Per tutta la questione,si veda B. Bnoxs.
Bnoxs,
Cfr. Sal. 81(80),3;I8(t7),12; l{Oq,zt; Is. 45,Ij. Cott
Gott und die Seienden...,
Seienden....nn.
pp. B0-167.
170-167
338 DN v 4, 817c-n oN v 5. 820e-s 339
di tutti gli esseriaspiranoal Bello e al Buono e vi parteci- dei secolilo,in quanto tutto I'essereesistee sussistein lui
pano, sonopiù vicine al Bene questeintelligenzeche vi pat- e attorno alui. [264] Infatti, egli non era e non sarà,non
recipano in maggior abbondanzae hanno ricevuto da lui è divenuto,né diviene,né diverrà,o piuttosto egli non ètt,
doni più numerosi e più grandi, così come gli esseriragio- ma è I'essereper gli esseri,e non solo gli esseri,ma anche
nevoli sono superiori a quelli sensibili, in quanto vincono I'esseredi tutti gli esseri,procededa colui che esisteprima
questi ultimi con I'eccellenzadella ragione, e questi sono dei secoli.Egli è il secolodei secoli.Egli che esisteprima
superiori per la sensibilitàe gli altri per la vita. Ed è vero, dei secolit2.
io credo, che le creatureche maggiormentepartecipanodel 5. t265I t820Al Riassumendo, dunque,diciamoche
Dio unico, che dà infiniti doni, sono più vicine a lui e più a tutti gli esserie a tutti i secoliI'esserederiva da colui che
di','ine delle alre rimaste indieroT. preesiste,ed ogni secoloe tempo derivano da lui. Di ogni
4. [261] t817Cl Ma siccomeanchedi questeabbia- secoloe di ogni tempo, e cii ogni cosa che in qualsivoglia
mo già detto, celebriamopiuttosto il Bene in quanto è il r'e- modo esiste, Principio e Causa è colui che li precede.E
ro Esserechedà I'esserea tutte le coseche sono.[262] Co- tutte le cosepartecipanodi lui, né e.t1isi allontanada alcu-
Iui che àt è la Causasoprasostanziale e sostantificatricecli na delle coseche sono. Egll è prima cli tutte le cosee tutte
tutto e il Creatoredell'essere,dell'esistenza, dell'ipostasi, Ie cosesussistottoin luit3; e, in una parola, se esistenna
della sostanza,àella natura; è il príncipio e la misura dei cosain qualunquemodo, esisteed è pensataed è conservata
secoli; I'entità dei tempi, la durata degli esseri, il ternpo in colui che è prima di tutte le cose.t2661 E, I'E,ssereè
delle cose che divengono; I'esseredelle cose ín qualsiasi prepostoa tutti gli alti suoi doni: ne viene di conseguen-
modo esistenti,Ia generazionedelle cose che nasconoin za che i'Esserein se stessoviene plima della Vita-in-séo
qualsivoglia manierae.Dall'Essere derivano la durata e la della Sapienza-in-sé o della dirzinaSorniglianza-in-sé e tute
sostanzadell'essere,il tempo, la generazionee ciò che è ge- le altre cose,che partecipanodi qualchequalità, prima che
nerato, le coseche sono t817Dl negli esserie quelle che di questequalitàpaîtecipanodell'Essere;inoltre, ancherut-
esistonoe sussistonoin qualsivogliamaniera. [263] In- te le cosein sé e per sé tS27Bl di cui gli esseripartecipa-
fatti, Dio non esistein un certo qual grado, ma in maniera no, partecipanodell'Esserein sé e per sé. E non esisteal-
semplicee senzalimiti, possedendoin se stessointeramente cuna cosadi cui I'Esserein se stessonon sia sostanzae du-
e in anticipo tutto I'Esserein se stesso.Perciò è detto re îatala. Dunque, convenientementeDio è celebrato come
preesistentea tutti gli altri in relazioneal dono che li pre-
cedetutti. t2671E infatti, colui che possiedefin da primc
t La suoerioritàsi ouò considerarecome estensioneo come valore.
Come estensióne,l'essere-èsuperiore alla vita e alla intelligenzaperché
comprendetutti g1i esseri,mentre come valore al primo posto stanno g1i 'o I Tm. 1,17. È consuetudinedi Dionigi collegarei temi platonici
esseri intelligenti, che sono i più vicini a Dio. Tumavia la espressione con le citazionibibliche.
rimane <<alquantooscuia>>(cfr. PG 4, 3I2C-31,34). tr Cfr. PratoNr., Parnenide 141e, 3-7; E. Consrnr, II trattato...,
6 Es. 1,14.
p. 102.
e Dio. oríma definito Colui che è. come causache fa sussisteretutti '2 Cfr. Gn. 21,3); Rm. !6,26.
gli esseri,è'ai di sopra di tutto ciò che esiste.Ma secondola concezione t3 Col. 1,17. <<Con molta proprietà e profondità Dionigi riferisce
di Dionigi gli esseliesistenti si dividono in esseriche rimangonostabili a tutta la Trinità ciò che Paolo dice della "immaginedel Dio invisibile" >
in se stessi(enti) ed esserisoggettial divenire (divenienti),Ia cui esistenza (C. Prnn, S. Thomae..., p.230).
è denominaiariipettivament;"eternità(aící.rv)e tenpo (lpc.,to.r);cfr. PG è il primo dono di Dio che rende possibili gli alrri
4,3r38-316C; DN X 3, 9J7C-940A. " L'Essere-in-sé
doni, cioè Ii fa esisteree permanerenella esistenza.
l-
l

340 DN v 5-6, 820c-821,c. oN v 7-8. 821s-c 34I

e in misura superioreil preesisteree I'esseresuperiore,ha manierauniforme le une con le altre e con I'unico principio
fatto preesisteretutto I'Essele,voglio dire l'Esserein sé e da cui emanano.E nello stessocentro formano una perfetta
per sé, e mediante questo stesscEssereha formato qual- unità: meno distano da quello, meno sono divergenti, men-
sivoglia raodo di essere.Così tutti i principi degli esseri, tre più sono distanti, pirì sono divergenti, e semplicemente
in quanto partecipanodell'Essere,sono e sono principi, rna quanto più sono vicine al cenffo, tanto più si uniscono a
prima di tutto sono e poi sono principi. E se tu vuoi dire Iui e fra di loro, e quanto più dístano da quello, tanto pir)
che la Vita-in-séè il principio di coloro che vivono in quan- distano fra di loro.
to vivono e la Somiglianza-in-sé è il ptincipio delle cosesi- 7. t2711 Anzi, in tutta 7a natura delle cosetutte le
mili in quanto simili, e l'Unione-in-séil principio delle ccse t92lBl proprietà della natura di ciascunesseresono riu-
unite in quanto unite, e I'Ordine'in-séil principio delle cose nite secondouna sola unione non confusa,[272] e nel-
ordinate in quanto ordinate e [820C] di altre qualunque l'anima, in manierauniforrne,le facoltà di tutto il corpo che
siano in quanto partecipanoo a questo o a quello o ad arn- provvedono a ciascr-rna parte di tutto ii corpo. [273] Dun-
bedue o a molti; tu proverai che le Partecipazioni-in-sé que, non vi è nulla di strano se, da pallide immagini risa-
partecipanoCi per se stesseanzitutto dell'esseree in primo lencio ail'autore di tutte le cose, contempliamo con occhi
luogo sussistonoper l'Essere,poi sono principi di questa sovrarnondanitlltte le cose, in rnaniera uguale ed unica,
o di quella cosa e con il partecipare all'Essereesistono e nella Causaunica di tutte (anchequelle che sono conraríe
partecipanott. Se queste cose esistono per la pattecipazto- tra di loro). t2741 Infatti, egli è il principio degli esserida
ne all'Essere,molto più esistonole cose che partecipano cui derivano l'esserein se stessoe tutti gli esseripossibili:
di esse. ogni pi'incipio, ogni fine, ogni vita, ogni immortalità, ogni
6. Dunque,la supremaBontà,facendoprocederecome sapienza,ogni ordine, ogni armonia, ogni potenza, ogni
primo il dono dell'Essere-in-sé, viene celebrataa causadeila consetvazione,ogni stabilità, ogni distribuzione,ogni intel-
prima e più degnapartecipazione. [268] E da lei stessee in ligenza,ogni ragione, ogni sensaziane,ogni abitudine, ogni
lei è I'Esserein se stessoe i prirrcipi deile cose che sonc e stato, ogni moto, ogni unione, ogni mescolanza,ogni ami-
I'insieme degli esserie tutte quelle coseche sono [820D] cizia, ogni concordanza,ogni separazione,ogni limite e
contenutenell'Essere,e questo in rnodo inafierrabile e con- t821Cl tutte quelle cose che in quanto esistononell'Es-
giunto e unitivo. t2691 Infatti, nell'unità ogni nurnero sere designanotutte le cose che sono.
preesisteuniformementee I'unità contienein sé ogni nu- B. t2751 Dalla medesimaCausadi tutte le coseven-
mero singol2ìrmente:e ogni nllmero viene unito nell'unità, gono le sostanzeinteiligibili e intelligenti degli angeli dei
e quanto più si allontanadall'unitzì,tanto più [8214] si forrní, le nature delle anime e di tutto l'universo e tutto
distinguee si moltiplica. [270] Anche nel centro tutte le ciò che in qualsiasimaniera esistein altro oppure è detto
linee del circolo stanno insiemesecondoun'unica unione, esisterenel pensiero16.[276J E, in verità, quellevirtù san-
e un punto possiedein sé tutte le linee rette congiunte in
ró Ciò che esiste nel pensiero sono gli accidenti e gli esseri dlt i rfa-
tt Come i viventi esistonoin quanto partecipanodella vita, i simili gione. Spiega Pachimere: < Dionigi dístingue gli esseri di ragione dagli
dr€
sono tali perchépartecipanodella similitudir-re, e via dicendo,così queste accidenti perché questi, sebbenesussistanoin altti, si percepisconocon:on 1
partecipazioni originarie (Partecipazionl-ir-sé) sussistonoin quanto parte' sensi,mentre quelli non si petcepisconocon i sensi ma solo con il i Den-
cipano dell'Essere-in-sé. siero> (PG 3, 814D).
l
312 DN v 8, 82ln'824t ow V 8, 824s-c 313
tissine degnissimeche sono veramentee stanno, per così che dovunque esistono.Infatti, non è una cosa sì e I'altra
dire, nei vestiboli della Trinità soprasostanziale hanno da no; né in un luogo e non in un alto, ma [8248] è tutte le
lei e al tempo stesso in lei l'essere e 1o stato deiforme. cose in quanto causadi tutte e in quanto contiene in sé e
tS21Dl E quelle che vengono dopo di loro hanno un es- possiedein precedenzatutti i principi, tuti i termini di
sere inferiore e le ultime l'essereminimo, in rapporto agli tutte le cose che sono ed è sopra tutte le cose in quanto
1t:
angeli, in quanto nei nostri riguardi sono sovranlondani esistesoprasostanzialmente prima di tutte le cose.Così tut-
t2771poi le anime e tutti gli alri esserialla stessamanie- to si dice di lui in un medesimotetrìpo, però egli non si
ra posseggono l'esseree I'esserebene: se gli esserisono e identifica con nessunadi tutte le cose che sono: ha ogni
sono bene, hanno questo esseree questo esserebene da co- figura e ogni forma, egli che è oltre " la farma e labellezza;
lui che preesistee in lui sono e sono bene e ricevono da ha precedentementein sé i principi, i mezzt, i fini delle
lui il principio e da lui sono conservatie in lui terminano. cose che sono liberamente e assolutamentein maniera plr-
t2781 Egli, infatti, dà i gradi più alti dell'esserealle mi- rissima, infondendo luminosamentea tutti I'esseresecondo
gliori nature, che la SacraScrittr:ra chiama eterne18;l'es- una causasola e semplicíssime. [281J Se, infatti, questo
sere-in-sé di tutti gli esserinon viene mai meno. t2791E nostro sole,le sostanzedelle cosesensibilie le qualità,per
t824Al I'esserein se stessoderiva da colui che preesiste quanto siano molte e diverse,tuttavia pur essendouno e
e l'esserederiva da lui, ma egli non deriva dall'esseree in infondendo tina luce uniforme, 1etinnova, nutre, ccnserva,
lui c'è I'esseîe,ma egli non dimora nell'essere,e I'essere perfeziona,distingue,unisce, riscalda,tS24Cl rende fe-
lo possiede,ma egli non possiedeI'esseteed egli stessoè conde,fa crescere, muta, raf{orza,pioduce,muove e vivifica
dell'essere7a durata, il principio e la misura, in quanto è tutte, e ciasciinadelle coseche soi-lopertecipa,in maniera
prima della sostanza,ed è principio efficientee rnezzoe frne a lei adatta,dello stessoe unico sole, e il sole che è uno
dell'esseree della sua dutata e di tutte le cose. t2?0l E comprende in se stessoin maniera uniforme le causedei
per questo, secondole Scritture, colui che realmentepree- molti che partecipano di lr-ri, a piùr forte ragione bisogna
siste si moltiplica secondola considerazionedi tutti gli es- ammettereche preesistanonella causadi lui e di tutte le
seri esistentile. Di lui si può veramente cantare che eta, cose tutti gli esemplari?2degli esseri secondouna unione
che è, che sarà,che è divenuto, che diviene e che diverrà.
Tutte queste formule a coloro che celebranoDio in modo " .., oltre: letteralmente <<senza folma, senza beTlezza >, ma nel
couvenienteI rivelano che egli secondo ogni intelligenza sensoche va oltre la forrne e 7a be77ezza.
2'
Quesri esemplari(napaòeúypr,ata), definiti subito dopo 7eragioni
esiste in maniera soprasostanziale ed è I'autore delle cose (),ó1cuq) che producono tutte le cose, richiamanole Idee platoniche e
sono da interpretare in stretto rapporto con i principi (ripXaí) delle cose
e le partecipazioniche rendono possibilela creazione(aú'ro1r.eto1aú per
" Sono i tre ordini angelici (superiori, mediani e inferiori) spie- cui cfr. DN V 5,820C; XII 1,9728). Costituisconouna speciedi mondo
sxi in CH. ideale,che fa da mediatoretra Dio e gli esseticreati. Ma non è chiaro
" Sono gli angeli di cui sopta, defrniti nature eterne (aíuv,or,) anche comeDionigi lo concepisca. Il Brons,che ha afirontato accuratamente per
altrove (DN X 3, 9l7C-940A). ultimo questo problema, mette in luce una certa oscillazione.Quando
" Cioè. orende il nome di tutti e1i esseridi cui è causa.La Sacta Dionigi dice che Dio <<comprende...in sé le causedi tutte le cose> (DN
Srittura 10 dice là dove attribuiscea Dio i nomi delle creature: Der un VII 4,872C) sembraidentificaregli esemplaricon Dio. E la cosapotebbe
saggiodi questi nomi, cb. Ep. IX e le relative note in qu.rto'u-olur.. essereconfermata daI Íatto che gli angeli della prima triade vedono Dio
N ... celebruno; così Turturro, seguito dal Pera; <<senzaintermediari> (per cui non esisterebbero de11erealtà create al di
altri leggono:
vcoù-or,(intendono); in alcuni manoscritti sono riportate tutte e due le sopra di loro). D'altra parte, in alcuni testi (come DN V 6, 820C-D; XI
parole, ma ettoneamente, 6, 954G9568) sembra stabilire tra Dio e le idee un rapporto analogo a
344 DN v 9, 824o-825t DN v L0, 825s-c 345

soprasostanziale,poiché egli produce le sostanzestando t2S4l Dunque, bisogna atuibuire tutte le cose che sono
fuori della sostanzats.t2S2l Noi diciamo che gli esemplari a Dio secondouna sola unità eminente di tutte quante le
sono le ragioni cl-reproducono gli esseri in Dio e che in cose, in quanto essa,incominciandodall'essetea produrre
lui preesistono in manien unitaria le ragioni che la Sacra le sostanzee la bontà e spandendosisu tutto e riempiendo
Scrittura chiama predeterminazionie voleri divini e buo- per sua iniziativa tutte le cose del suo stessoesseree di-
ni2a,che determinano e fanno gli esseri, secondoi quali lettandosi di tutti gli esseri, possiedein sé fin da prima
Dio soprasostanziale stabilì prima2se portò alla luce tutte ogni cosa allontanandoogni duplicità per eccessodi sem-
le coseche sono. plicità; e similmente contiene tutte le cose nella sua Tri-
9. t2S3J tS24Dl Se poi il filosofo Clemente* p"tt- nità supersemplificatae tutti singolarmentene partecipano
sa che si debbano cl-riamareesemplari rispetto a qualche nella stessamanieracon cui una voce è accoltacome unica
cosai primi tra gli esseri,il suo discorsonon procede con da una quantità di ascoltatori.
parole corrette perfette e semplici, ma, supponendo che 1.0. tS27Bl Dunque, il Principio e la Fine di tutte
ciò sia detto in maniera esatta,bisognaricordarsi della Scrit- le cose che sono è colui che preesiste.Egli è il Frincípio
tt:ra [B25AJ che dice: io non ti ho mostrato quelle cose come causaed è il loro Fine come ragione del loro esistere,
perché doveste rimanere dietro di quelle, ma afinché me- e termine di tutte le cose e Infinítà di ogni infinità e Li-
diante una cognizione analogica di queste, per quanto mite in modo straordinario,così come succededi coseop-
possibile,ci elevassimoverso la causadi tutte le cose". poste. Infatti nell'Uno, come spessosi è detto, contienein
antecedenzae fa sussisteretutte 1ecose che sono, essendo
quello che c'è tra Dio e gli alri esseri, per cui gli esemplari sarebberoil presentea tutte e dovunque,e secondol'Uno e il medesimo
primo grado dell'Essere.Così intende E. ConsrNr,Il trattato..., p. t4l;
ma è più prudente limitarsi, con il Brons, a costaiarela oscillazione;cfr, e secondoil medesimo Tutto, procedendoverso tutte le
B. BnoNs,Gott und die Seienden...,pp. 154-162. cosee rimanendoin sé, stando fermo e movendosi,e senza
r Ritorna il paragonetra Dio e il sole, già utllizzato per spiegare
il nome del Bene; cfr. DN IV 4, 6978-700C. riposare e senzamuoversi, non avendo principio o mezzo
'?oCfr. Sal. II1,(1J0),2,e i passi citati nella nota seguente.
':sCfr. At. 2,25: Rm. 8,29)0; Ef. 1,5; ecc.Si noti tuttavia che qui o fine; egli non è in nessunodegli esseri,né qualcuno di
il verbo si riferisce alla predestinazionesalvifica, mentre in Dionigi sta in loro, a lui non conviene totalmente alcuna delle cose eter-
'orimo t6 oiano \a cteazione. ne o di quelle che sussistonotemporalmente,bensì egli è
Nella finzione il filosofo Clemente non può esserese non il Cle-
mente amico di Paolo (per il quale cfr. Fil. 4,3). Così già intendevalo separatodal tempo e dall'eternità e da tutte le cose che
scoliasta,il quale si afirettava a ptecisareche non si sa dove quel Clemente sono nel tempo e nell'eternità, perciò egli è la stessaEter-
abbia scritto questo (PG 4,3298). Né stupisceche Pachimere,andando
oltre, I'abbia identificato con I'autore della Epistola ai Corinzi e lo indichi nità-in-sé,e gli esserie le misure delle cose che sono e le
come <<il vescovo Clemente> (PG 3, 848D). Quanto al contenuto, il
Pera cita Cmurxrn ArssseNonrNo,Stromati y,14,%,4, GCS 15, p. 387,
cose misurate [825C] derivano peî mezzo suo da lui.
2l-25; YIII,9,2-6, GCS 17, p. 98,3-8 (C. Ptne, S. Tbomae...,p. 251).
'7 Per Dionigi gli esemplari sono le ragioni di tutti i singoli esseri t2|5l Ma intorno a queste cose si dirà più opportuna-
preesistentiin Dio, mentre per il filosofo Clemente sono i primi esseri dei mente altrove.
diversi ordini di realtà. Dionigi, pur non accettandoquesta spiegazione,
si afiretta ad aggiungereche, se fosseesatta,si dovrebbe stare attenti a
non considerarecome esseri divini gli esemplari così concepiti, ma partire capitolo vI
da essi per elevarsi a Dio atffaverso una conoscenzaanaloglca.Come al L.r Vrre.
solito. richiama alcuni oassi biblici. Per f insieme del 'pensiero allude a
Sap. í35 (ripresan nm. f ,ZO),mentre per la citazioneìi richiamanoEs. Con procedimentoanalogoa quello con cui nel capitolo pre-
25,40 (Pachimere,seguito da Cordier) o Dt. 4,19 (Tommasod'Aquino). cedenteha spiegatoil nome Essere,Dionigi spiegaqui che cosa
346 DN vr 1, 8564-n nN vr 1-2, 856c-857n )47
significa affermare che Dio è Vita. Dio è Vita (e precisamente Vita gono ancora a lei le cose decadute[856C] per incapacirà
etérna) in quanto fa sussisterela vita-in-sé e atúàverso di lei oeni
genere di vita. Come gli esseri, così i viventi sono disposti geùr- di parteciparvi, di nuovo vivono2.
chicamente in vari ordini di maggíore o minore perfezione.- Essi 2. [289] E in primo luogo dona alla vita-in-sédi es-
sono: vita intellettuale, vita umana, vita animale è vita veeetale. serevita e ad ogni vita e a ciascunavita I'essereparticolare
La vita íntellettuale, che .è propria degli angeli e dei demòni, si
carutterizza per la immortalità e la immutabilià. La vita desli uomi- che ciascunaha per natura. E dà in tal modo alle vite sovra-
ni__èconternpotaneamentelegata ai sensi e dotata di ragio-nee in- celesti I'immoitalità immateriale, divina, immutabile e il
telligenza, per cui è contemporaneamente mutabile e iirmutabile, continuo movimento inflessibiie e indeclinabile3;si esten-
ma tende a, divenire simile a quella degli angeli perché I'uomo è
destinato a vivere sempre in rurto il suo essere (nèli'anima ma an- de per eccessodi bontà anchealla vita dei demoni; infatti,
che nel corpo). A questo punîo si inseriscono alcune considerazioni costoro non hanno I'essere da altra causa,ma da quella
per dimostrare Ia possibilità deiia risurrezione dei corpi. Se la onni_ stessaottengono di esserevita e di potervi rimanere.
potenza di Dio la compie,-significache non è contraria alle leggi
della ragione, come pretenderebbero i greci. I gradi più bassi deìIa t2901 Inoltre, concedeuna vita simiie a quella degli an-
vita sono rappresenratidagli animali à dalle piante.' geli, per quanto è possibile,agli uomini che sono di natura
mistaa.t2921 t856Dl E ciò che è ancoraassaipiù divino
l. tB56Al Ora dobbiamocelebrarela Vita erernar,
è il fatto che è stato promessoche Dio ci trasferirà ad una
dalla quale deriva la vita-in-sée ogni vita e dalla quale, nei
vita perfetta e immorrale in tutto il nostfo essere,voglio
riguardi degli esseriche in qualunque maniera partecipano
dire anime e corpi congiuntís. Questo fatto agli antichi6
alla vita, è disseminatoil vivere nella misura a.dattai cia-
poffebbe forse sembrarecontfo natura, petò a me, a te e
scuno. t2861 Dunque, la vita degli angeli immortali e la
alla verità appare una cosadivina e superiore aTlanatura:
loro immortalità e la continuità stessadel moto semDiierno
voglio dire, superiore alla natura tB57Al che si vede con
proprio degli angeli esistonoe sussistonoda lei ed o .ouuo
i nostri occhi, non alla natura onnipotente della Vita di
di lei; perciò si dice che quelli vivono sen-ìpree sono
vina. Per qllesta Yita, infatti, in quanto costituiscela na-
t S568l immortali e nello stessotemponon immortali. oer-
tura dei viventi e soprattutto di quelli più vicini a Dio,
ché non dipendeda loro la possibilitàdi essereimrnortali
nessunavitx è contro natura o sopta la natura. Cosicchéle
e di vivere eternamente , ma \a ottengono dalla Causavivi- parole contraddittorie dello stolto Simone7 su questopunto
ficante che produce e che mantiene ogni vita. [287] E co-
me dicevamo dell'Essere che egli è la dur.ata dell,essere- ' Cfr.Sal.L04(1úìr.29.30.
in-sé, così a questo punto di nuovo diciamo che la Vita t Gli angeli, che hanno come proprio il moto circolare; cfr. DN
divina superioread ogni vita vivifica e fa sussisterela vita- IV 8, 704D.
a < fn modo mirabile spiegarettamente tutti i dogmi. Ora, spie-
in-sé; e ogni vita e movimento vitale derivano dalla Vita gando 1a risutrezionedichiara che noi siamo mortali perché composti di
che tascende ogni vita e qlralsiasiprincipio di ogni vita. anima immortale e di coroo: ooi dice che la vita sostanzialedell'animaè
inferiore a quella delle soìtrnie angeliche,in quanto la denominaangeli-
t28Bl Da lei le anime ricevono I'incorruttibilità e tutti gli forme e non angelica,nel sensoche non è angelicain sensoproprio ma
esserianimati e tutte le piante all'estremogrado della vita simile. Di noi dice che per una parte siamo enime razionali,ma nell'in-
siemesiamocompostidi anima e di corpo > (PG 4, 3378).
ricevono da lei la vita. Se si toglie codestacausa,secondo t < Perché la divina oarola vuole che anche i nostri corDi Darteci-
la Scrittura, è la fine di ogni vita; aI contrario, se si rivol- pino della immortalità.L'Apostolo,infatti. dicc: "Questo Icoipo] mor-
tale deve essererivestito di immortalità" [1 Cor. 15,53]> (PG 4, r7C).
u < Alla stolta opinione dei greci, perchésarebbecontto natura che
I Dio come la materia diventi immortale> (PG 4, 3378).
Vita; ma I'espressione
è biblica (cfr. Gv. 6,27.40; ecc.). ' SìrnonMago, conremporaneo degli apostoli (cfr. At. 8,18-24).
)48 DN vI 3, 8578 DN vrr 1, 865n 349
siano bandite dal coro divino e dalla tua santa anima. In- ciascun esserenel1a sua singolarità. Ma a questo punro occorre spie-
fatti, io ctedo, egli non capiva, credendo di essere saggio gare come Dio conosce le cose cîeate senza compromettere la sua
assoluta trascendenza.Non essendopossibile negare che Dio conosce
anche in questo, che un uomo sapientenon deve servirsi tutto, senzr che nulla gli sfugga, occore concepire questa cono-
della ragioneevidentedel sensocome alleatacontro la Cau- scenzain maniera degna di Dio, cioè in modo che questa conoscenza
sa invisibile di tutte Ie coses: questo - dovrebbe dire - è non dipenda dalle cose conosciute. Per questo si deve ammetteîe che
Dio conoscele cose, prima della loro esistenza,in se stessoche ne è
un parlare contro natvra, perché nulla è contrario a lei. causa.Mentre gli uomini non possono conoscerele cose se prima non
3. t2931 t857Bl Da parte di lei sonovivificati e cu- esistono, Dio conoscetutte le cose prima della loro esistenzanell'atto
rati tutti gli animali e i vegetali: t2941 sia che si tratti di stessoin cui conoscese stesso.La conoscenzadegli esseri da lui creati
si identifica con la conoscenzadi se stesso.La coioscenza desli uomi
vita intellettuale, razionale, sensitiva,nutritiva, accresciti-
ni e degli angeli riguarda Dio, o più precisamenteciò che si p-uòcono-
va, oppure di una qualsiasivita o di un principio di vita o sceredi Dio, e le oeatute; ma ín questo capitolo a Dionigi interessa
di una sostanzadi vita, per opera di lei, che è superioread spiegarecome gli uomini e gli angeli conosconoDio. Gli angeli lo co-
noscono con un solo atto intellettuale e uniforme, che non ha nulla a
ogni vita, vivono e vivificano. E in lei tutto esiste in pre-
che fare con la frammentarietà della conoscenzalesata alla materia
cedenzasecondola causain maniera uniforme. [295] In- e al divenire. Analogamente,conosconog1i uomini à gìi awenimenti
f.atti,la Vita che è al di sopra della vita e Principio di vita chc li rirr-raidano con un atto intellettuale che non dioende dalla
molteolicitzì e dal divenire: li conoscono nell'atto in cui conoscono
è Causadi ogni vita e Genitríce di vita e riempie e distin-
Dio. La sapienzadegli uomini si esprime nelle sensazìcni (che sono
gue la vita e da parte di ogni vita dev'esserecelebrata,se- anch'esseLrna eco della Srpienza divinr) e ncl rlgionamento (che
condo la fecondità di tutte le vite, come universale,e con- si può pangcnare al moto elicoidale). Tale procedimento è carat-
ferizzato dalla divisibilità e dalla successione: è una conoscenza
siderata e celebratada ogni vita e come non bisognosadi
legata al tempo e ailo spazio. Tutta\.'ia, attraverso un ptocesso di
nulla, anzi come sovraccaiicadi vita, essache r,ive da sé e unificazione, l'uomo può arrivare ad una conosccnzxsimile a quella
comevivificatrice e supervivente[296] o comunquesi pos- degli angeli. Questo awiene, nella conoscenzadi Dio, ne1 proce-
sa lodare con nomi umani questaVita inefiabile. dimento che va dalla conoscenzaattravetso i simboli alla conoscen-
za attraverso i concetti fino alla unione. Premesso che Dio non può
essere conosciuto in se stesso ma solo a Dartire dalla sua attività
Capitolo VII creaÍice, la conoscenzache l'uomo hl di Dio comincia dalle crea-
L,t S,rnrrxza, r'INtrirrnrto, tlìîe, e ptecisamente da1le creature sensibili, e consiste nel riferire
re RecrouE, r,.t VrnrrÀ, r.a FElp.
a Dio ciò che si dice delle creature. Ma cluesto è semplicemente il
La spiegazione del nome Sapienza, che riguarda solo gli an- punto di paîtenza che l'anirna sllpera attfaverso u.1ìprocedimento
geli e g1i uomini, impegna Dionigi a chiarire la difierenza tra il di astrazione: dalla ccnoscenza del1e cose sensibili c^ratteîizzata
modo di conoscere di Dio e il modo di conoscere desli uomini e dai simboli passaalla conoscenzaintellettuale fino a raccogliersiin
degli angeli. A Dio - osserva - si attribuisce íl nome Sapienza (e i se stessa per unirsi finalmente ai rlggi divini arrivando alla cono-
nomi affini, come Ragione, Pensiero e Intellígenza) in quanto è scenza piìr degna di Dio, che è 1a non conoscenza.In tal modo
principio di ogni sapienza, ma in se stesso Dio è oltre ogni sa- viene qui anticipato l'argomento dellzt Teologia rnistica. 11 capitolo
pienza. Per questo san Paolo dice che 7a stohezza di Dio (che qui si conclude con la spiegazione,piuttosto breve, dei nomi Ragione
viene interpretata filosoficamente come non saoienza o suoersa- (Logos), Verità, Fede. Spiegando il primo di questi norni, Dionigi
p,ienza) è superiote alla sapienza clegli uomini. Qn.rtu Sapienza di ricorda che la Ragione divina penetril in tutto l'univetso e si iden-
Dio si manifesta da una parte nel creare esseri sapienti come gli tifica con la Verità, nella quale sussiste la Fede che rende stabili.
uomini e gli angeli, dall'altra nel conoscere turto ciò che esiste e Tutto per afiermate che chi ha la sapienza di Dio è radicato nella
verità attraverso la fede.
rifiuta-te di credere alle parole di-Dioiche èla Causainuisibile dì tutte le
cose.E un vero e proprio pariare conffo natura il rifiutare ciò che sta oltre L t297l t865Bl Suvvia,se cîedete,celebriamo
la
la sensazione perchéiolo je cosesensibilisi vedono> (PG 4, 340A). Vita buonaed eternaanchecomeSapiente,e comela Sa-
350 D Nv l r I , 8 6 5 c DN vrr L-2, 865o-868s 35I

pienza-in-sé,soprattutto come creaftice di sapienza,supe- nostri sensi e paragoniamoalle nostre le verità divine, ri-
riore ad ogni sapienzaed intelligenza. t2981 Infatti, non maniamoingannati; infatti, vogliamo perseguirela Ragione
soltanto Dio è stracolmo di sapienzae Ia sua sapienzanon divina e nascostasecondociò che appare. t3021 Si deve
ha misural, ma egli è collocato più in alto di qualsiasira- poi sapereche la nostra intelligenzaha una facoltà di com-
gione, pensieroe sapienzaz.t2991 Questa cosaavendo ca- prendere mediante la quale vede le cose intelligibili, però
pito mirabilmente, I'uomo veramente divino, che è come ha un'unione supetiorealla natura dell'intelligenza,ad ope-
un sole per me e per il mio maestro,ha detto: La stoltezza ra della quale si congiungecon le cose che stanno al di là
di Dio è più sapientedegli uomini3. t3001 Non solo per- di leilt. tS65Dl Con I'aiuto di questabisognapensarele
ché ogni pensiero umano è un errore, se paragonato alla cosedivine, non secondola nostra misura, ma uscendonoi
stabilità e Íermezzadei pensieri divini e perfettissimi; ma completamenteda noi stessie [868A] divenendo tutti di
ancheperchéè cosaabituale agli scrittori sacri usare a pro- Diot'. t3031Infatti, è cosamigliore esseredi Dio che non
posito di Dio parole negativecon significatooppostoa. Così di noi stessi,ed in tal modo le cosedivine sarannoconcesse
le Scritture dicono invisibile s Dio che è Luce tutta splen- a noi una volta congiunti con Dio. [304] Dunque, cele-
dente, t865cl degno di molte lodi e di molti nomi lui brando in modo straordinario questa Sapienzairrazionale,
che è inefiabileó e privo di nome, e inafiemabile e irrag- inintelligente e stolta, diciamo che essa è Causa di ogni
giungibileTcolui che è presentea tutti e da tutti è trovaro. intelligenzae ragione e di ogni sapienzae comprensione,e
Dunque, in questomodo ancheora si dice che il divino apo- che ogni consiglio appartienea lei e che da lei procedono
stolo celebrala f.ollia divina riconducendoalla Verità inef- ogni scienzaed intelligenza,e clte in lei sono nascostilutti
fabile e cl-reprecede ogni ragione ciò che appare in essa i tesori della sapienzae della scienzat3.Infatti, in modo
contrario aTlaragionee assurdot.[3OU Ma, come ho già coerentecon le coseprima già dette, diciamo che la Causa
detto altroven, concependoin modo conforme a noi le cose più che sapiente e completamente sapiente produce la
che ci sorpassano,siamo implicatilo nella familiarità dei sapienza-in-sé nel suo complessoe ciascunasapienzapar-
ticolare.
' Sal.146,5. 2. [30t] [S6S8] Da essale potenzeintelligibili ed
t Parlandodi Dio, si deve procedereper afiermazionee
negazione; intelligenti delle intelligenzeangelichehanno le loro intel-
cfr. il commentodello scoliasta(PG 4, 340CD).
t 1 Cor. 1,25.
Questa espressione, che Paolo riferisce allo <<scarr- lezioni semplici e beate e [)06] raccolgonola loro scienza
dalo > della croce (che non rientra nella logica umana), viene intesa da divina non in parti divisibili né da parti divisibili, o dai
sensio dai discorsicomplessi1*;né aderisconoalle loro in-
Dionigi in riferimento alla conoscenza di Dio attraversola negazione.Stol-
significa: contro la logica umana,ma: al di sopra dei concetti
:Íîi*
a In quanto le negazioni indicano eccellenzasulle affermazioni.
tellezioni in base ad un concetto generale,ma, libere da
' Cfr. Col. 1,15; 1 Tm. L,17;Eb. L1,27.
u Cfu.2 Cor. 72,4. tt Si noti la distinzionetra la capacitàdi intendere,con cui si vedono
' Cfr. Gb. 5,9;9,L0; Rm. 11,11;Ef. l,B. Si noti la identificazione gli intelligibili, e la unione superiote alla natura della intelligenza, con cui
ta inaf errabìle (ù.rca'c a\r;rl,'c og) e irraggiungibile (ctve{r,piaotoq). ci si congiungea ciò che è al di 1à.
6 <<La passionedella croce,cioè a dire che Dio ha patito " Cft' 2 Cor. 5,11.15;Rm. 14,7-8;F|l. 1'21.
nella carne,
sembra contrario alla ragione e assurdo,mentre rivela la reale verità >> Cot. 23.
(PG 4. 341D) t'" Cioè, g1í angeli non ticevonole cognizioniin facoltà conoscitive
' DN I 4-7, 589D-597A;Mt I 2, 1000A-B; distinte, come i sensi dell'uomo (non in parti divisibili) né a partire da
CH II 2-J, l37B-1.41C.
implicati: traduciamo così seguendola lezione Èveu),0ú1-r,evor,. dati particolati (da patti divisibili), che si possonoricavaredai sensio dal
Altri leggono évr,),),0úp,evor, (sono guardati in cagnesco). procedimentorazionalediscorsivo.
-7

352 DN vlr 2, 868c-o DN vrr 2, B69t-s 35)


17
cuna delle coseintelligibili se non è in grado di compiere
ogni cosamateriale e da ogni molteplicità, intellettualmen-
te, immaterialmente,uniformemente capisconole cose di- atti intellettuali, o come potrà percepire le cose sensibili
vine che sono intelligibili. [307J Ed essehanno una po- essendocollocato al di sopra di ogni senso? Eppure, la
tenza intellettuale ed un'azione che risplende di una pu- Scrittura dice'che egli conoscetutro e che nulla sfuggealla
rezza non mescolatae senzamacchie,vede i pensieri divini Scienzadivina ma, cosache spessoho detto, [869A] biso-
e, grazie alla indivisibilità, immaterialità e qualità divina gna pensarele cosedivine in maniera conforme a Dio. In-
deli'unione, è modellata, per quanto possibile, secondo fatti, per eccessoe non per difetto bisognaattribuire a Dio
l'Intelligenza e la Ragionedi Dio che superaogni sapienza, t3141 la privazione della intelligenza e della sensazione.
t30Sl a causadella divina Sapienzatt. Anche le animehan- Nel modo in cui noi attribuiamo ancheI'irrazionale a colui
no il discorsorazionale,in quanto si muovono difiusamente che sta sopra alla ragionee f imperfezionea colui che è più
e in circolo attorno alla verità degli esseri, [868C] rima- che perfetto, e lo è in antecedenza, e la caligineimpalpabile
nendo inferiori alle intelligenzeunitive per la divisibilità e e invisibile a lui che è Luce inaccessibile,in quanto sta al
7a laryhezzadelia varietà. Ma, in seguito alla riduzione in di sopra della luce visibile, cosicchéI'intelligenza divina
ellisse dai più nell'uno, possono essete stimate degne di tutte le t3151 cose comprendecon una cognizionesepa-
inteilezioni simili a quelle degli angeli, per quanto è possi- rata da tutto, comprendendoanticipatamentein sé la no-
bile e raggiungibileda parte delle anirne". [ 309 ] Anzi, non zione di tutte le coseattraversola causadi tutte le cose,
sbaglierebbeper nulla colui che afiermasseche anche le conoscendogli angeli e portandoli alla luce prima che gli
sensazionisono comeuna eco della sapienza.[310] In ve- angeli esistesseroe conoscendotutte le alÍe cose interna-
rità, anchel'intelligenza dei demoni in quanto intelligenza mente e dal loro stessoprincipio, per così dire, e poi por-
viene da lei. Infatti, in quanto è un'intelligenza priva di tandole alla luce, t3161 E ciò io credo che tramandi la
ragione che non sa né vuole raggiungereciò a cui aspira, Scrittura quando dice: Colui che sa tatte Ie coseprima del-
più propriamente merita di esserechiamataun'assenzadi la loro esistenzals.Infatti, l'Intelligenza divina non cono-
sapienza.t3111 Ma siccomedella sapienzastessae univer- sce le cose che sono apprendendoledalle cose che sono;
sale e di ogni intelligenza,di ogni ragione e di ogni cono- ma da sé e in sé, secondola causa,essaha e comprende
scenzasensibileIaSapienza divina è, [312] come si dice, antecedentemente \a scienza,lanozione t B69Bl e la sostan-
principio, causa,procîeatrice, perfezione, custodia e fine, za di tutte le cose senzaconsiderareciascunacosasecondo
come questo stessoDio più che sapientepuò esserecele- la specie,ma sapendoe contenendotutto secondoil solo
brato come Sapienza,Intelligenza,Ragione [868D] e Co- contenuto della causa.Come anchela luce secondola cau-
noscenza?t3131 Infatti, in che modo potrà capire qual- sa comprendeprima in sé la nozione delle tenebre,ma non
conoscele tenebreper alra via se non dalla luce. t 317I Al-
t' Dunque, la conoscenza angelicaè totalmentestaccatadalla fram- Iora, Ta Sapienzadivina, conoscendose stessa,conoscerà
mentazionemateriale e si esprime in un unico atto. Anzi, in essac'è per-
{etta unione tra soggettointelligente, atto intellettivo e oggetto conosciuto. tutto: senza materia le cose materiali, indivisibilmente le
<Le intelligenzedivine [gii angeli], essendounite ai loro pensieri, sono cosedivisibili e unitivamente i più grandi numeri, in quan-
unite anchealle cosepensate> (DN XI 2, 949C).
'u I1 modo di conoscereproprio delle anime è quello discotsivo,
tappresentatodai moto elicoidale,rna attaverso un debito esercizioesse t1 Le cose intelligibili sono i nomi divini che sono oggetto di cono-
possonoartivare, sia pure entro certi limiti, alla conoscenza di tipo ange- scenzaintellettuale.
lico, rappresentatadal moto circolare(cfr. DN IV 8-9, 704D-705B). tE Dn. l),42 (Volgata).
II
I
I

354 DN vrr 2-3, 869c-872tr DN vrr 3-4, 872n-c 355


to conoscee procrea ogni cosanello stessoUno. Infatti, se esseriné è conosciutoin alcuno degli esseri,e egli è tutto
Dio secondouna sola causadà l'essete alle cose esistenti, in tutti e nulla in nessunoed è conosciutoda tutti in tutte
egli conosceràogni cosa secondo questa causa unica, in le cosee da nessunoin nessuna.tj23l Infatti, noi a ra-
quanto le cose esistonoda lui e in lui sussistevanoin pre- gione diciamo quesre cose di Dio: è celebrato da tutte le
cedenza,e non dagli esseriegli riceverà la loro cognizione, coseche sono in ragione di tutte ie cosedelle quati egli è
ma sarà elargitore a ciascuno della propria conoscenzae causa.E, di nuovo, c'è una conoscenza divinissimadi Dio,
della conoscenza teciprocaf.ra gli esseri. t3181 Dunque, quella che si ottiene mediante |'ignonnza, secondol,unio-
Dio non ha [869C] una specialeconoscenza di sé e un'al- ne superioreI B728] all'intelligenza,quandol,intelliaenza,
tra che può comprenderein generaletutte le coseche sono. distaccandosida tutte le coseche sono e poi anche abban-
La Causadi tutti gli essericonoscendose stessacome po- donando se stessa,si unisce ai raggi di superiorechiarczza
trà ignorare le cose che da lei derivano e di cui è causa? e da quei raggi e in quei raggi viene illuminata con l,imper-
t3191 Dunque, con questaDio conoscele coseche sono, scrutabileprofonditàdella Sapienza.[324] Tuttauia,cóme
non con la scienzadelle cose, ma con la conoscenzadi sé. ho detto, si deve conoscerequestada tutte le cose.Difatti
E infatti la Scrittura dice che anchegli angeli conosconoIe essa,secondola Scrittura, è l'arteficedi tutte le cosee sem-
cose che si trovano sulla terra, non conoscendomediante pre tutto componeed è causadelia concordiaindissolubile
le coseche sono sensibili,ma secondola potenzae la natura e dell'ordine di ogni cosatt e sempre unisce la fine delle
propria di una intelligenza Íatta ad immagine di Dio t'. prime con i principi delle secondee ploduce un accordo
3. t3201 Inoltre, bisognaricercarein che modo noi ed una bella armoniadi tutto l'universo.
conosciamoDio che non è né intelligibile, né sensibile,e 4. t3251 tB72Cl Dalle SacreScrittureDio è ceiebra-
nulla di ciò che possiedel'essete.t3211Non è dunqueve- to come Ragione22,non solo perché è il disributore della
ro dire che noi conosciamoDio non dalla sua natura, in ragione, della intelligenza e della sapienza,ma anche per.-
quanto non è conoscibiletB69Dl e supera ogni ragione e ché comprendein antecedenzaed in maniera uniformè in
intelligenza, ma dall'ordine di tutti gli esseri, in quanto sé le causedi tutte le cosee perchéprocedeattraversotutte
proposto da lui e contenentealcune immagini e similitudi- le cosein quanto penetra, come dice la Scritturax, fino al
ni dei suoi esemplari divini2o, tB72Al secondole nostte fine di tutte le cose,e più ancoraperché la Ragionedivina
fotze, ascendiamoordinatamenteverso ciò che superatutte si semplificaal di sopra di ogni semplicità ed è sciolta da
le cose nella púvazione e nella eccellenzae nella causa di tutte le cose, stando al di sopra di essein modo sopraso-
tutte le cose?[322J Perciò Dio è conosciuto in tuttí gli stanziale.t3261 Questa Ragioneè la Verità semplicee che
esserie separatamenteda tutti: Dio è conosciutomediante veramentesussiste,in cui, comein una conoscenza limpida
la scienzacome mediante I'ignoranza,e a lui appartengono ed infallibile di tutte le cose,c'è la Fede divina, it fonda-
il pensiero, \a rugione,la scienza,il tatto, il senso,I'opi-
nione, la rappresentazione,il nome e tutto il resto, e non ll Q!t.tup.
2 Cfr.
7,2r;5a1.1.04(rú),24;
Prv.8,10.
Sap. 1.8,15.
è concepitoné detto né nominato. Egli non è alcuno degli ts Cfr. Sap. 7,24. <È
detto Ragioae)>osservalo scoliasta<<perché
ha in se stessole causedi tutti gli esseri.Infatti, le ragioni di tutta la
re Lo scoliastacita Tb. 71,8; Gdc. 6,2L. natura sono in lui, in quanto è causadi tutto il creato.per mezzodi lui
to ., sono state create tutte le cose. Le idee e g1i esemplari sono in lui non
Qrri comeesernplarid,iuini si devono intendere le predetermina- come realtà distinte da lui ma come suoi pensierf eterni e rasioni che
zioni di cui le creaturesono immagini> \PG 4, 1528). cteano tutte le cose,cioè come natura )) (PG 4, 3538\.
356 DN vII 4, 872o-873tt DN vrrr 1, 889c 357
eccurata si scopre che è ciifficiie definire il carattere pecuiiare di
mento unico dei credenti che li pone nella verità e la verità ciascuno di questi nomi, mentre è evidente che il loró significato
in essiin una identità che non può cambiare,in quanto co- non corrisponde a quello della Bibbia. Dio è Potenza - si legge * in
loro che credono posseggonola pura conoscenzadella ve- qu-anto è. creatore di tutte le potenze che esistono e può crearne
infinite alte. E tale Potenza divina, come l'Essere e gli altri nomi,
ritàr.[327] Infatti, se la conoscenzaunisce insieme coloro è distribuita gerarchicamente: al primo posto stanÀo gli angeli,
che conosconoe le coseconosciutee [872DJ l'ignoranzaè segì-ronogli uomini e quindi gli animali, là piante e eii ésseri lna-
causaper f ignorante di un continuo cambiamentoe di di- nirnati. La_olnipotenza divina così concepitanon è pér nulla com-
promessa dal fatto che, come dice 1a Sacra Scrittura. Dio non può
visionecon se stesso,secondola SacraScrittura2*nulla al- rinnegare se stessoné mentire. Anche la Giustizia divina viene òon-
tt
lontanerà colui che credenella verità dal fondamento del- siderata a prescindere dalla concezione paolina della siustizia come
la ven fede, nella quale avrà la permanenzadi una identità giustifi-cazione. I a Ciustizia indica in primo luogo l'à'zioneprovvi-
denziale con cui Dio conserva ogni cosa nel ceneie di esistenzache
immobile e immutabile.[]281 Infatti, sa bene colui che è 1e compete in base all'ordine presta'oilito.
"M,
u..rnto a questa
unito alla verità come stia bene, anche se i più lo rimpro- concezione delia-giust?ia che potremmo definirc onrologica, Dionigi
verano come fuori di sé, poiché non si accorgono,come è a6rcnta anche il oroblema della giustizia per così dire horale, ciòè
il tcma del giusto perseguitato.A prima vista Ia persecuzionedel
naturale,che si è allontanatodall'erroreper unirsi alla ve- giu.stosemblr contofortcttere la Giustizia di Dio; ma in rerltà non
rità attraversola vera fede. Questi veramentesa di non è così. Infatti, il giusto, se è veramente tale, non ama le cose che
esserepazzo, come dicono quelli, ma di esserestato libe- i peisecutori gli sotffaggono, come i beni materiali o la salute o
addirittura la vita di questo mondo, ma anzi nel1a persecuzione
ruto da una parte instabile tS73Al e variabile da ogni ge-
ffova occasione per esercitare meglio la virtù. Analogamenre, h
nere e varietà di errore peî mezzo della verità semplicee Salttezzaè intesa cone l'azícnc pro'.'r'icienzialecon cui Dio fa sì che
che rimane sempresimileallo stessomodo. t3291 Dunque, cgni essere operi_in modo conf-orme alla propria natura e sía pre-
servato dal decadere dal suo qrdine. Lo stesso vale per la Reden-
in questo modo i principali maestri della nostra divina Sa-
zii:ne. La Inegraglianza è un nome preso dal Parmenide di Platone
pienzaogni giorno'u muoiono per la verità testimoniando, e costituisce una coppia di opposti insieme con la Uguaglianza di
come è giusto, con ogni parola ed opera e con la singolare cui si parlerà nel capitolo seguente. In stretto collegamento con la
e vera cognizioneunitiva dei cristiani che essaè la più sem- Giustizia divina la Ineguas]ianza è l'azione con cui- Dio mantiene
r ' . c l l al o r o d i v e r s i t à i v à r i g r a i i d i e s s e
re.
plice e più divina di tutte, anzi cheessaè la sola conoscenza
divina vera, unica e semplice. 1. t3301 t889Cl Ma poichéi sacriautori celebrano
la divina Verità e la Sapienzapiù che sapientecornePoren-
Capitolo VIII za t e come Giustizia' e la cl-riamanoSalvezza I e Redenzio-
MA ANCHELA
Le Porawza, la Grustrzra, ra S.tr,vrzze,re, ReoeNzroNE, nea, allora, per quanto è possibile,cerchiamodi spiegare
INrcuecrraNza.
qr,resti nomi divini . t 3 31 I Il fatto che la Tearchiasia supe-
In questo capitolo sono esaminati quattro nomi chiaramente riore e predomini su ogni potenzache mai esistao sia im-
biblici (Potenza, Gíustizia, Salvezza, Redenzione) e uno non biblico
(Ineguaglianza). Se proprio si vuol trovare un collegamento con la
' Cfr. 1 Cor. 1.21.
riade Essere, Vita, Sapienza, esaminata nei capitoli precedenti, si dove Cristo è detto <(Dotenzadi Dio >.
2 Nella SacraScrittura(e specialmente ín sàn Paolo)si paila spesso
può dire che questi nomi indicano la misura con cui Essere, Vita
e Sapienza si comunicano alle singole creature. Ma ad una lettura della giustiziadi Dio (cfr., ad esempio,Rm. 1,17; 3,5; ecc.);ma come
nome di Dio (e precisamentedi Crisro) comparesolo in 1 Cor. 1,10 (in-
'?aCfr. Rm. 8,3539; I Cor. 16,13; 2 Ts. 2,15. siemecon àyuaop,óqe ànol,útpttot6: santificazione e redenzione);cfr. G.
2sLa parola greca per ScHnsNrin GrandeLessicodel Nuouo TestanentoII 7269-L27l(= lfus6-
londanento è éocúc, il focolare su cui si
fonda la v.rà f.de, be GandiúacrichiamaEf . 4.Ii. Altra lezione: aitía logiscbesVòrterbuch des Neuen Testament II 206-207).
' Cfr. Sal. 35(34),3:
(causa
). 42(1I),12; ecc.
'u Cfr. Rm. 8,36; Sal. 44(43),22. o Cfr. 1 Cor. 1.10.
I
358 DN vrlr 2, 889o-892tr DN vrrr 3-5. 892s-o 359
maginabile,non credo che nessunodi coloro che sono ver- mente chiare amivano anchefino alle viste ottuse e si dice
sati negli studi delle SacreScritture lo possaignorare. In- che i grandi rumori entrano fino alle orecchiemeno adatte
Íatti,in molti passila Scrittura, come si ttamanda,assegna a riceverefacilmentei suoni. Infatti, ciò che è completamen-
a lei ancheil dominio separandoladalle stessepotenze so- te sotdo non è I'udito e ciò che assolutamentenon vede
s.
vracelesti Come dunque i sacri autori la celebranocome non è la vista.
Potenza,dal momento che è separatada ogni potenza? O 3. t892Bl Dunque, l'onnipotente distibuzione di
in che modo potremmo applicare a lei questo nome di Dio giunge a tutti gli esserie non esistealcuno degli esseri
Potenza? il quale del tutto sia privato del possessodi una certa po-
2. t3321 t9S9Dl Noi diciamo, dunque, che Dio è tenza,ma possiedeo la potenza intellettuale o razionaleo
Potenza,in quanto ha in sé antecedentemente e in misura sensibileo vitale o sostanziale.E lo stessoessere,se si può
superiore ogni potenzae in quanto è causadi ogni potenza dite così, riceve Tzlpotenzadi essereda parte della Potenza
e tutto produce con la sua Potenza inalterabile e indefini- soprasostanziale.
bile, e in quanto è causadella esistenzastessadella potenza 4. t3351 Da essaderivanole porenzedeiformi degli
o generaleo particolare,[333] e in quantoè fotnito di po- ordini angelici.Da essahanno l'essereimmutabile e i sem-
tenza infinita, non tanto per il fatto che produce ogni po- piterni movimenti tutti intellettuali e irnmortali e lo stesso
tenza,ma anche per il fatto che è al di sopra di ogni po- stato non declinabile e il desiderio del bene [892C] che
tenza e della potenza-in-sé,e perché può oltre misuta pro- non può diminuire; dalla Potenzainfrnrtamentebuona han-
durre infinitamente altre nuove potenze innumerabili olffe no ricevuto, per il fatto che essaI'accorda a loro, di po-
qLrelleche esistono,e perché le infinite potenze prodotte ter esserequello che sono e di poter desideraredi poter-
ancheIB92AJ alf infinito non possonomai indebolkel'azio- lo sempre.
ne superinfinitadella Potenzache producela potenza; e ciò 5. t3361 I doni della Potenzainesauribileprocedono
per il fatto che la sua potenzache trascendeogni cosa è verso gli uomini e gli animali e le piante e tutro l'insieme
inefiabile, inconcepibilee incomprensibileu.t3341 La qua- dell'universo[337] ed essarinf.orzagli esseriunjri verso
le, a causadell'eccessodi potenza,rende forte anchela de- un'amicizia ed un'alleanzareciproca,e concedeagli esseri
bolezzae comprendee fortemente conservaanche le riso- che si distinguono di rimanere non confnsi né mescolati
nanze più lontaneT.Nello stessomodo, nelle cosepassibili riguardo all'essere,ciascuno secondola propria ragione e
secondoi sensi noi vediamo che delle luci straordinaria- definizione, e inoltre mantiene gli ordini e le direzioni di
tutte 1e cosein vista del proprio bene, [338J e conserva
s Cfr.Sal.24(8),10. incomuttibili le vite delle semplici sostanzeangeliche,e
u La ootenzadi Dio indica non solo ciò che Dio fa, ma anche e so-
immutabili i corpi celesti, tS92Dl luminosi e stellari e i
pl'attutto ci6 che Dio può fare. Nel primo sensoDio è detto îclvroKpóî(,)p
(sovrano di tutto ciò che esiste),nel secondotavtoòÚvap,oq o tircer,po- loro ordini, e f.a in maniera che possa esistereI'eternità:
òúvapcg (che è in grado di {are tutte le coseo infinite cose). e distingue le circonvoluzioni del tempo per il loro proce-
t <<Chiama debolezzale cose materiali e i corpi terreni, che sono
detti anche Ie risonanzepiìr lontane petché partecipanodella Potenza dere e le raccogliecon il loro ritornare 8; e rende inestin-
divina in manieraoscurae secondola propria attitudine> (PG 4, )56C-D\.
A questopropositosi citano Fil. 4,11 (<<possotutto in colui che mi rende
potente>) e Gl. 7,2-4,dovele crvalletteche afflisseroI'Egitto (Es. 10,1-20) 8 Da una parte stanno gli angeli,che sono incorruttibili,
_ e i corpi
sono dette < grande potenza)>. celesti, immutabili, che vivono nell'eternità (aícbv), dall'ahra gli esseìi
360 DN vIII 5-6, 893t-c DN vrrr 6-7, 893n-896t' 36L
guibili le quaiità del fuoco e perenni le corenti delle acque ri, privi di vittoria, i quaii spesso,supponendoche i loro
e determinala difiusionedell'aria e collocala terra sul nulla avversati siano deboli, combattono nell'ombra fortemente,
e mantiene incorruttibili i sacri parti che generanola vita a loro giudizio, contro quelli che sono assenti e audace-
e salvaguardasenzaconfusione e [893A] senzadivisione mente colpisconol'aria con inutili colpi: credono così di
I'armonia e la mescolanzareciproca degli elementi e man- aver vinto i loro avversari e si proclamano vincitori sen-
tiene il legamentodell'anima e del corpo e suscitale qua^ za neppure conoscerela forza di quelli. Noi invece, che,
lità nutritive e accrescitivedelle piante e salva le forze so- t3431 secondola nostta possibilità, seguendol,autore sa-
stanzialidi tutte le cosee manrienesicurala srabilità indis- cro, celebriamoDio superpotentecome tutto potente, bea-
solubile dell'universo.Poi concedela deifrcazione, in quan- to e solo sovranot', come dominante per il suo potere sul-
to dà a coloro che debbono esseredeificati la capacitàper I'etetnità, come colui che non può essereesclusoda nes-
questo. E, insomma, non esiste nessunodegli essericom- suna delle cose che sono, anzi che possiedein grado emi-
pletamenteseparatoda77a fermezzaonnipotentee dalla pro- nente e comprende,fin da prima, tutte le coseche sono con
tezione della Potenza divina; infatti, ciò che non ha asso- una Potenzasoprasostanziale e che dà a tutti gli esseri,con
lutamente alcuna potenzanon esiste,né 1o si può assolu- eflusioneesuberante, il pcter esseîee l'esseretate [893D]
tamente afiermare. medianteI'abbondanzadi un potere sovraeminente.
6. t3391 t9g3Bl Pertanto dice il mago Elymase: 7. t3111 Dio è celebratoanche come Giustizia. in
< Se Dio è onnipotente,come mai il vostro sacroautore di- quanto distribuisce a rutri secondoil merito, delimitando
ce che non può una cosa?>>.fnoltre, biasimail divino Paolo per ciascunola giusta misura, la belTezza,l'ordine,il de-
che dice che Dio non può negarese stessoto.[j4O] Ag- coro e tutte le distribuzionie [596A] gli ordini'3 secondo
giungendoquestacosaio fortemente temo di far ridere per una definizione giustissima e veramente esistente,e così
la mia stoltezza,accingendomi a distruggere le deboli ca- egli è per tutti I'autore dell'opera propria di ciascuno.
sette costruite sulla sabbiadai fanciulli che giocanoe afir-et- t3451 Infatti, la Giustizia divina disponee determina tut-
tandomi a raggiungereil sensoincomprensibiledel pensie- te le cosee le rnantienetutte non mescolatee non confuse
ro teologico intorno a ciò. [341] Infatti,la negazionedi le une con Ie altre, e dona a tutti gli essericiò che conviene
sé è la perdita della Verità, mala verità è I'essere,e la per- a ciascuno secondola dignità spettante a ciascun essere.
dita della verità è la perdita dell'essere;se, dunque, la ve- t3461 Se noi diciamo rettamente queste cose,tutti coloro
rità è l'esserc,7anegazionedella verità è la perdita dell'es- che riprendono la Giustizia divina non si accoÍgonodi con-
sete, Dio non può esserecacciatofuori dall'esseree tanto dannare la propria evidente ingiustiziata. Infatti, dicono
meno è il non essere.Come se uno dicesse:Dio non può t3471 che i mortali dovrebbero essereimmortali, gli im-
non poteîe e tB93Cl non sa non sapereper privazione.
t3421 Il nostro sapientett,non pensandociò, imita gli a\- arabo significasapiente;cfr. E. Jlcqumn, les Actes des Apótres, Paús
1926'?,p. 386.
Cfr. 1Tm.6,15.La parolagrecaper solra|lo (òuvóo,t1q)si col-
terrestri, soggetrial.muta,mento,che vivono nel tempo (1póvoq)regolato lega espressamente a òúvapu,g(potenza).
oar movtfnentodeslt astrr. '3 Cfr. Sao.11.20.
, Cfr. At. 'n Chi ciìica la Giustizia
ú,8. divina commette un arto di ineiustizia
ll S. .Z Tm. 2,L3; ma ancheEb. 6,18 (< Dio non può mentire>). verso Dio; forse c'è una eco di Sal. 75(14),6(< Non dite ingiustiziacon-
" (2ua.lcunopensa che ci sia un'allusioneal mago Elymas, che in mo Dio >).
362 DN vIIr 7-9, 896s-o DN vrrr 9, 897n-c 363
perfetti perfetti e gli esseriche si muovono da soli dovreb- in tutte le cose. t3521 Se qualcuno celebra la Salvezzain
bero averela necessitàdi un moto estraneoe gli esserimo- quanto toglie completamentetutte le cosedalle condizioni
bili uno stato inalterabile e gli esseri deboli una potenza peggiori, tS97Al anchenoi accoglieremoquesta lode che
perfetta e le cosetemporali essereeterne e quelle instabili si attribuisce alla salvezzadi tutte le cose. t3531 Stimere-
per natura inalterabili e i piaceri temporanei sempiterni e, mo giusto che egli definisca questa prima Salvezzache man-
insomma, essi attibuiscono agli uni le qualità degli altri. tiene tutti gli esseri immutabili in sé e senzadiscordie e
t3481 Dovrebbero sapereche la Giustizia tS96Bl divina tali che non si volgano verso condizioni peggiori, e che con-
è realmente 7a vem giustizia, in quanto dona le cose pro- serva tutte le cose lungi dalla battaglia e dalla guerra, or-
prie secondola dignità di ciascunodegli esserie conserva nando ciascunacon discorsi adatti ed eliminando da tutte
la n^tuta di ciascunonel suo posto e nella sua potenza. le coseogni ineguaglianzaed azioneestraneae conferman-
8. t3491 Ma qualcuno potebbe dire che non è do i rapporti di ciascuna,afinché non possanocadere ed
giusto lasciare gli uomini santi senzadifesa quando sono esseretrasferite verso il loro contrario. Poiché non si tra-
perseguitati dai malvagi: [350] a costui si deve rispondere direbberole intenzioni della SantaSuittura celebrandoque-
che se coloro che tu dici santi amano i beni della terra che sta Salvezz4in quanto redime dalla perdita dei beni pro-
sono ambiti dagli uomini terreni, hanno completamente pri tutte le cose che sono con la sua bontà salvatricedi
perduto l'amore di Dio e non so come potrebbero essere tutto, in quanto tali beni supponela natura di ciascunodei
chiamati santi coloro che maltrattano le cose veramente salvati. t3541 Perciò i sacri autori la chiamanoanche Re-
amabili tS96Cl e divine da loro maliziosamenteriprovate denzione, sia in [B97BJ quanto non permette che cadano
a causadi quelle inamabili e indesiderabili. Se poi amano nel non esserele cose che realmente sono, sia perché, se
le coseveramenteesistenti,bisognache coloro che deside- qualcheesseresi piega verso il peccatoe il disordine e sof-
rano qualche cosa provino gioia quando ottengono quello fre una diminuzione della pienezza dei suoi beni, Dio re-
che hanno desiderato.Non sono forse più vicini alle virtù dime anche questo dalla passione e dalla debolezzae dalla
degli angeli quando, per quanto è possibile, spinti dal de- privazione, supplendociò che mancae paternamentesoste-
siderio delle cosedivine. si allontanano dall'afrezionedelle nendo \a debolezzae liberandola dal male: ma soprattutto
cose terrestri e si esercitanoa ciò con un coraggio virile, situandola nel bene e riparando il bene scomparsoe otdi-
resistendo nelle avversità in favore del bene? È dunque nando e disponendo il disordine e la disarmonia di quel-
vero dire che è piuttosto caratteristicadella Giustizia di- I'esseree rendendogli tutta la perfezionee liberandolo da
vina non snervare e dissolvere il vigore maschio dei mi- tutte le macchie.t3551Ma già si è parlato di questecose
gliori con doni di cose materiali; e se qualcuno tenta di e della Giustizia secondola quale si misura e si definisce
fare ciò, Dio non lo lascia senzaaiuto, ma lo conferma in l'uguaglianza di tutte le cose e si elimina ogni ineguaglian-
uno stato bello e immutabile e dà a quelli che sono tali za derivante dalla privazione di ugr-raglianzadei singoli
quello che si meritano. esseri; infatti, se qualcuno intende come ineguaglianza
9. [351] t896Dl Dunque, la divina Giustizia è ce- tS97Cl le difierenzenell'universo di tutti gli esserigli uni
lebtata come Salvezzadi tutti, in quanto salva e mantiene rispetto agli altri,la Giustizia è colei che mantiene anche
la sostanzae l'ordine proprio di ciascunopuro dalle altre tali ineguaglianze,non petmettendo che tutte le cose me-
cose ed è causapura dell'operazionespecialeche avviene scolatet3561a tutte le altre sianoturbate,mantenendogli
364 DN Ix 1, 9098
DN rx 2, 909c 365
esseri tutti secondociascunaspecie in cui ciascunoesiste vini, per quanto si possonovedere.t35Sl Dunque, Dio è
Der natura. celebrato come Grande' nelle Scritture e nella Gnndezza
e neli'aura sottile che manifesta la divina piccolezza3;egli
Capitolo IX è il iV{edesimo,quando la Scrittura dice: Tu sei il rnedesi-
GnaNor, Prccoro, Mroesrrrro,Arrno, Srlrrrr, Drssrtl.rrt, Sraro, Moro,
UcuacrraNza. ftxo+,e Altro quando è espressodalla stessaScrittura come
esseredalle molte figure e dalle molte forme s; egli è simile
I nomi spiegati in questo capitolo sono Grande e Piccolo,
Medesimo-e Altro, Simile e Dissimile, Stato e Moto, Uguaglianza. in quanto fa sussisterele cose simili e la somiglianza', e
Dionigi afferma di ricavare questi nomi dalla Sacra Scrlttura, ma Dissimile da tutti in quanto nessunessereè simile a lui 7.
in realtà essi cotrispondono ad alcune coppie di opposti esaminati Ed egli sta in piedi 8 ed è Immobile e sedutoper l,eternitàe,
nel Parraenide in riferimento all'Uno. Anzi, data la difEcoltà a tro-
vare questi nomi nella Sacra Scrittura, si ha la netta impressione e Mobile 10in qr-rantopenetra in tutte Ie cose,e quanti altri
che siano presi in considerazione proprio perché interessàvano gli appeliativi divini di significato simile a questi sono cele-
esegeti neoplatonici di quel dialogo. Siamo per cosl dire di fronre
ad una scelta obbligata. E ciò spiega la difficoltà dell'auiore a tro-
brati drlle Scritture.
vare per i singoli nomi una spiegazione particolare. Spesso le spie- 2. t3591 t909Cl Dio è chiamatoGrande secondola
gaziont si equivalgono. Dio è Grande - si dice - perché le sue lar- Grundezzache gli è propria che si dona a tutte le cosegran-
gizioni.so-n_oinfinitamenre grandi, è Piccolo perché penetra dapper-
tutto;.è Medesimo perchéè sempre uguale,-è Altrò perché è^pre- di t3601 e superdifiusae superestesa al di fuori di ogni
sente in tutte le cose, che sono diverse da lui e ffa di loro. e Ji fa grandezza,che abbracciaogni luogo, che supera ogni nu-
tutto a tutti. I1 nome Simile si può spiegarein due modi; Dio è
mero, che trascendeogni infinità, e secondola sua sovrab-
Simile sia perché è immutabile sia perché assimila a sé tutti eli
csseri che sono capaci di assomigliaigli,ma è anche DissimiJcln bondanza e magnificenza e i benefici che derivano da lui
quanto non si può assimilare a nessun altro. Infine, Dio è Stato in come da una fonte, t3611 in quanto, essendopartccipati
quanto rimane saldo in se stesso,ma è anche Moto in qllanto muo-
ve tutti gli -esseri attirandoli a sé, è Uguale in quanto procede a tutti secondoun'elargizioneinfinita, rimangono comple-
ugualmente in tutto l'universo. In sostanza, le diverse coipie di temente intatti ed hanno la stessaesuberanzadi pienezza
opposti sono interpretate come ir.rdicazione della trascend'.nr. e e non ciiminuisconoin seguito al loro parteciparsi, anzi
della ptovvicienza di Dio.
maggiormenteridondano. [362] Questa Grandezzaè infi-
1. t3t7l t909Bl Dal momentoche ancheil Grande nita e priva di quantità e di numero e questaè un'esube-
e il Piccolo sono attribuibili all'Autore di tutte le cose, e
così il medesimoe I'Alrro, il Simile e il Dissimile e lo Stato
Pse.udo-Denys et Proclus: si ha qui, come osservaappunto il Safirey,
e il Moto, ora studiamo anche questi segniI dei nomi di- un'alta prova del rapporto tra Dionigi e Proclo.
' Cfr. Sal. 147(146),5(<<grande
è il Signore e grande è la sua
potenza>).
3 Cfr. 1 Re. 9.12.
qttes/i segni: letreralmente,<(queste statue dei nomi divini >. ' Cfr. Sal. 102{l0L),28;ma
Lo scoliasta,nel casoGiovanni di Scitopoli,vede un'allusionealle erme. anche Ml. 3,6.
s Cfr. Ez. 1,26.27;Dn. 10,6; Ap.9,2.
quellaspeciedi sratuesenzabracciache conienevano ímmaginidi dèi (cfr. u Cfr. Gn. 1,26-27,dove si che Dio crea I'uomo
PG 4, l68D-169A). Ma più direttamenteDioniei si riallaicia alla teoria dice semplicemente
di Proclo sui nomi divini-.Proclo, infatti, definiùe pirì volte immagini (o a sua immagine e somiglianza;mentre qui Dionigi aggiungeche Dio crea
statuel.i nomi divini perchécon essi il linguaggioeiprirne Ìa naturà degli anchela somiglianza,che deve essereidentilicatacon la somiglianza-in-sé
.rel e lr tende presentialla íntelligenza,come le statueli rendonopresenti di cui parla in DN V 5, 8204-8; DN IX 6,9I3D.
' Cfr. Is. 40,25;
ai sensi;si vedanoin particolareîeologia platonicaI29, e Commentoal 46,5.
' Cfr. Es. 17,6.9.
cratllo, pp. 18, 27-19,17_(ed. particolareggiata
e la tratta;zione ' Cfr. Bar. 1,3; Dn.
_Pasquali),- 3,55.
dr questo argomentoin H.D. Sarrnrv, Nouueauxliens obiectils enile le
'0 Cfr. Sal. 18(17),11;Gn. 11,7; 2 Sam.22,10.
366 DN rx 3-4, 9l2l.-s nN rx 4-5, 9l2c-913r 367

tanza secondoI'efiusione sciolta e superestesadell'incom- senzaperdita, inflessibile, invariabile, non mescolato,im-


prensibile magnificenza". materiale,semplicissimo,senzabisogno, senzacrescita,sen-
3. t3631 t912Al Si dice che Dio è Piccolezzae Te- za diminuzione,senzanascitats: non nel sensoche non sia
nuità, in quanto sfugge ad ogni peso e distanzae procede ancora cfeato o [912C] che sia incompiuto, oppure non
senzaostacoliattraversotutte le cose.E, in verità, la pic- sia stato generato da parte di questo o non sia divenuto
colezzaè causaelementaredi tutto; e non si potrebbe tro- questa cosa,né come se non esistessein nessunluogo, ma
vare che I'idea del piccolo non sia statapartecipatain qual- come del tutto increato, ingeneratoe assolutamenteincrea-
sivoglia casot'. t3641 Così, dunque, bisogna accogliereil to 16e, sempreesistentee in sé perfetto e sempreil mede-
concetto di piccolo in Dio, ossiain quanto egli procedeed simo secondose stessot3691e determinatoda sé in una
opera per tutte le cosee attraversotutte le cosesenzaosta- sola e uguale maniera, fa risplenderela medesimafacoltà
colo e penetra f.no alla diaisione dell'anirua e del corpo, a tutti quelli che sono capacidi parteciparvi,congiungegli
delle giunture e delle midolla e diuide le intenzioni e i pen- esseri gli uni con gli altri, in quanto abbondantee causa
sieri del cuore", anzi anchedi tutte le cose che sono: non di identità che contiene in antecedenzain sé, alla stessa
ui è, infatti, alcuna creatura inuisibile al suo cospettoll. maniera,anchele cosecontrarie, secondouna sola ed unica
t3651 Questa Piccolezzamanca di qualità e quantità, Causasovraeminente di tutta I'identità.
t912Bl non si può prendete,è senzalimiti e infinita, com- 5. t3701 t912Dl Dio è Alterità per il fatto che me-
prende tutto, ma non può esserecompresa. diante la sua prowidenza è presentea tutti e si fa tutto in
4. t3661 Il Medesimo è soprasostanzialmente eter- tutti per 7a salvezzadi tutti 17,rimanendoin se stessoe
no, invariabile, rimane semprein se stesso,è sempreneila fermo nella sua propria identità, mantenendosi secondo
stessamanierae si mantieneugualmentepresentea tutte le un'azione unica e ininterrotta e dandosi con una fotza che
cose,[367] collocatoegli stessoper se stessoe da se stes- non viene mai meno per la deificazionedi quelli che si ri-
so stabilmente e intemeratamentenei bellissimi confini di volgono alui. [371J Bisognacredereche la diversitàdelle
un'Identità sopîasostanziale,[ 368] senza cambiamento, figure varie di Dio secondole multiformi apparizioni indi-
cano qualchecosadi diversoda ciò che appaiono[9L3A]
tt Si noti la preoccupazione per coloro ai quali appaiono. Così, infatti, se discorrendo
di chiarire che la grandezzadi Dio non
ha nulla a che fare con la quantità e il numero. Osservalo scoliasta: si rappresentasse I'anima alla manieradi un corpo, e si pre-
< Dio è grande - dice - non al confronto con un altro, come il bue è più stasseroall'indivisibile le membra di un corpo, diversamen-
grandedé[a pecorao la fava del miglio, ma perchéla divina magniEcenza
non può essereparagonataa nulla ed è veramente incomprensibíle. Per te comprenderemmole parti riferite a lei, cioè in maniera
questo dice: Grandezzache gli è propria > (PG 4, 3698). conforme all'indivisibilità propria dell'anima, e diremmo
t2 Spiega Pachimere: <<È elemento [causa elementare] ciò da cui
una cosa deriva e in cui si risolve. Dunque, la piccolezzaè causa elemen- che la testa è I'intelligenza,il collo l'opinione, come situato
tare o in questo sensoo perchéciò che è piccolo si può considerarenel
più grande, menre ciò che è più grande non si può considerate nel pic-
colo. Come dunque nel composto si manifestanole realtà semplici, mentre ts A senza nascita corrisponde in greco d,1Év1toq, usato solo ffe
nelle realtà semplici non si può vedere il composto, e nelle sillabe si volte da Dionigi (due qui e una in DN X 3,937C\.
vedono le lettere ma non le lettere nelle sillabe,così qui la piccolezzaè '6 ...ma come...increato: alcuni, leggendodiversamente,interpre-
detta causaelementareperché si vede in ciò che è piú grande,ma non tano: <<... in quanto è superiorea tutto ciò che è creato ed è assoluta-
viceversa> (PG l. 925A-B). mente incteato>; cfr. C. Prne, .1. Thomae...,pp. 308-309.
ts Eb. 4,12. t7 Si può vedere 'un'allusionea I Cor. 12,6; ma la salvezzadeve
M Eb. 4,13. essereintesa così come è stata spiegatain DN VIII 9, 896D.
368 DN rx 5-6, 9I3s-c ou rx 6-7, 9l3o-916t 369
a metà tra la ragione eI'inazíonale, il petto la collera, il mite e ragione; e la virtrì della similitudine divina è quella
ventre la concupiscenza,legambee i piedi la natura, usan- di condure al loro autore tutte le cose prodotte. Queste,
do i nomi deile parti come simboli delle energiett. Molto dunque, si devono dire simili a Dio, fatte sull'immagine
di píù per colui che superatutte le cosebisognapurificare e somiglianzadiDio20, né Dio è simile a loro, perchénep-
la varietà delle forme e delle figure con spiegazionisacre pure I'uomo è simile alla propria immagine. Infatti, anche
e degne di Dio e mistiche. E se tu vuoi atffibuire a Dio, negli esseri di ordine uguale è possibile che questi siano
che non si può né toccarené rappresentare,le tre dimen- simili fra di loro e si può paragonarli gli uni agli altri ed
sioni dei coipi, bisogneràdire che la grandezzadivina è lo entrambi sono simili fra loro secondot913Dl una specie
siessoprocederegrandissimodi Dio verso tutte le cose,la principale di ciò che è simile, ma fra la causae gli efietti
lunghezzaè Ia [9138J potenzache si stende al di sopra non poffemo ammetterela reciprocità: infatti, non a questi
di tutte le cose,la profondità è il segretoe f inconoscibile o a quelli Dio concededi assomigliarea Lui, [375] maè
che rimarrannoincomprensibilia tutti. t3721 Ma, per non causadel fatto che assomiglinoa lui tutti quelli che parte-
ingannarciin seguito all'interpretazionedelle figure e delle cipano della somiglianzaed egli è I'autore della somiglianza-
forme diverse e per non confondereinsieme i nomi divini in-sé,e i'uguaglianza in tutti t916Al è tale per un'impron-
incolporei con gli appellativi dei simboli sensibili, di que- ta deli'uguaglianza divina e compie l'unione di 1oro".
sti tratteremo nella teologia simbolica. Ora guardiamo la 7. t3761 Ma perché parlare ancora di questo? La
stessa Diversità divina, non come un mutamento entro stessaSacraScrittura, inf.atti, insegnache Dio è Dissimile,
l'Identità inconvertibile, ma come Unità di lui capacedi che non si può paîagonarea nessun altro, che è Diverso
moltiplícarsi e procedimenti della fecondità che produce da tutti e, cosapiù mirabile, che non c'è alcuna cosa che
tutti gli esseri. assomigli a lui, Tuttavia, questo discorso non è contrario
6. t3731 t913cl Se qualcunodirà che Dio è Simile al ragionamento fatto circa la somiglianzacon Dio. Le
per dire che è il Medesimo,in quanto Dio è simile comple- stessecose sono simili e dissimili a Dio: simili per f imita-
tamente e in tutto a se stessoin maniera stabile e indivisi zione, finché è possibile,di colui che è Inimitabile, dissimili
bile, non dobbiamo disprezzaleI'appellativo divino di Si- in quanto gli efietti sono inferiori alla causae per la man-
mlle. [374] I sacri autori, in verità, dicono che Dio che canzadi misure infinite e non confuse.
sta sopra ogni cosa,in quanto è il Medesimo,non è simile
'o CÍr. Gn. 1.26.
a nessuno,ma che egli dà una similitudine divina a quelli
" Gli aneeli sono símili a Dio non nel sensoche hanno la stessa
che si convertono a lui per I'imitazione, finché è possibile, forma o natura, ma nel sensoche esistonoin riferimento a lui. <<Sono>
come si leggenello scolio < rivolti a lui ed hanno la nente elevataverso
delle proprietà divine che stanno'n al di sopra di ogni li- Dio a causadell'esseree dell'esserebene. Questa somiglianzacorrisponde
al libero arbitrio, come altri hanno pensato,perchéDio non è simile agli
lE Ritorna i1 tema dell'uomosoirituale.che ha una struttura analosa esseridotati di tagionesecondola sostanza,come del resto noi non siamo
simili secondola sostanzaalle nostre immaeini fatte di cera o di bronzo...
a quella dell'uomo materiale.ll priÀo ad eiporlo organicamenteentro'ia Invece tra gli esseridello stessoordine vi-è una somiglianzaper natura,
tradizionecristianaè stato Origene (cft. Commentoal Canticodei cantici, in quanto tutti fanno riferimento ad una forma principale >>.Ne consegue
Prologo:ed. Baehrens[GCS l3l, pp.63,31-66,21). che questasomiglianzaè reciproca(Paolo è simile a Pietro come Pieto è
p
Traduciamo delle, secondola correzione di Turturro: t6v (anzi simile a Paolo), mente la somiglianzadegli esseri dotati di ragione con
ché: tòv) ùrèp mrivt,a 6pov rcal l.ó1ov; tale lezioneconcordacon il testo Dio o della statua con l'uomo che rappresentanon è reciproca:la statua
commentatodallo scoliasta(cfr. PG 4, 3778) e da Pachimere(PG 3, è simile all'uomo,ma l'uomo non è simile alla statua,come l'uomo è simile
'929D); pet particolari,
i cfr. C. PEne,S. Thomae...,p. )12. a Dio, ma Dio non è simile all'uomo (cfr. PG 4, 377C-380C).
I
)70 DN rx 8-9, 9t6s'c DN rx 9-10. 9I6o-9I7t 371
8. t3771 t916Bl E che diremo della Immobilità di- che Dio conduceogni cosaverso la sostanzae tutte le com-
vina e della sua Stabilità?' Che cosa poi d'alro, oltre al prende, e che in ogni modo a tutte le cose provvede e sta
fatto che Dio rimane semprein se stessoed è solidamente vicino a tutte, comprendendoletutte assolutamentecon
fisso e stabilmentesupercollocatonella sua immobile iden- avanzamentie operazioni che provvedono per tutti gli es-
tità e che opera alla stessamaniera e riguardo alla stessae seri; anzi, bisognariconosceredi celebrarecon un discorso
in maniera simile, e che è completamenteimmutabile da se degno di Dio i movimenti di Dio che è immobile. t3S0l I
stessoed è totalmente immobile e del tutto immutabile, movimento diritto bisogna intenderlo come f indeclinabi-
t3781 e questecoseavvengonosoprasostanzialmente. Egli lità e I'emanazioneimmutabile delle sue attività e la nascita
stessoè causadella immobilità e della stabilità di tutte le da lui di tutte le cose; il t916Dl movimenro elicoidale
cose, egli che è situato oltre ogni stabilità e immobilità, e come emanazionestabile e stabilità feconda; il movimento
tutte le cose hanno in lui consistenza,essendocustodite circolarecomeidentità e il contenerele cosemedie e le cose
inaltetate nella immobilità dei loro propri beni. estreme2s che contengonoe sonocontenute;e la conversio-
9. [379] t916cl Che dite poi quando i sacriautori ne verso di lui delle cose che sono procedute da lui.
23
afiermano che l'Immobile avanzae si muove verso tutte I0. [381] t917Al Se si interpretacomeUguaglian-
le cose? Non bisogna pensaÍe anche questo in un modo za la denominazione,data dalle Scritture, di Identico e Giu-
degno di Dio? Bisogna credere in maniera pia che egli si stizia, bisognadíle che Dio è Uguale,non solo perchésenza
muove non secondouno spostamentoe un cambiamentoo parti e senzamutazioni, ma anche perché procede ugual-
:un'alterazione,o una convetsioneo un movimento locale, mentein tutto e attraversotutto [382] e perchéè I'autore
non secondoil movimento rettilineo o circolareo composto dell'uguaglianza-in-sé, secondola quale prodr-rcein manie-
da entrambi,cioè o intellettuale,o animale,o fisico2',ma ra uguale la simile penetrazionedi tutti gli esseri fra di
loro [383] e la partecipazione di quelli che ne partecipano
'2 <<Imnobilità ugualmente,secondoI'attitudine di ciascunoe il dono di-
forao,,q: stare in piedil e Stabilità [xa0É6pc:
stare seduto] hanno 1o stessosignificato.Infatti, quando si dice stabilità
non si supponeche si alzi dritto da píegatoche eta quando stava seduto,
stribuito ugualmentesecondoi meriti a tutti26,per il fatto
ma chiamasaldastabilitàla quiete e la immutabilità di Dio, come 1o stare
seduto indica che è ininterottamente e incomprensibilmentein un regno derati in stretta relazionecon quesri, perché i movimenti rettilineo, cir-
e in un riooso senzafine > (PG 4. l80D). E ciò nonostanteche nella colare ed elicoidale corrispondonorisoettivamenteai movimenti fisico-
SacraScritiura si parli più volte di Dio che si siede e si alza in piedi intellettualee psichico,come viene esplicitamente detto in DN IV 8-9;
(cfr. Ab. 3,8; Sal. 18(17),11;9,5; 741(146),9. 704D7058. Perciò qui Dionigi vuol dire semplicementeche a Dio non
23Nello scoliosi citanoGer. 23,23;Ef . 4,6; Sal. 119(138),8;18(17), si può attribuire alcun movimento: né quelli del mondo materiale(trasfe-
10; 47(46),6. rimento o mutazione),né quello degli esseriviventi (movimentofisico ret-
2{ Lo scoliastariferiscele prime tre proprietà al movimento locale, tilineo), né quello degli esseri dotati di ragione(psichico-elicoidale),né
e interpreta: non secondoíl movimento localeche <<avvienecon un pro- quello degli angeli (intellettuale-circolare).
cedimentorettilineo o in forma circolare,come il movimento della ruota, 25<,Semprele cosepiù alte contengonole più basse.Chiama cose
o in forma mista, derivantedalla combinazionedel moto rettiiineo e del estreme le potenze altissime e che sono vicine a Dio [gli angeli]; cose
moto circolare,come il movimentoelicoidale,quale è quello dei serpenti>> medie le potenzeche vengonodopo di loro e stanno sopra tutte le cose
(PG 4, 381C). Gli altti re movimenti (intellettuale,psichico e fisico) sensibili [gli uomini] (PG 4, 384A).
sonoconsideratia parte.< Vi è il movimentointellettualesecondoil quale 2ó< Dio è Uguale non solo perchéè senzaparti..., ma ancheperché
la intelligenzaIumana] in atto o le divine intelligenzeIgli angeli] pen- va ugualmenteverso tutti gli esseried è autore della uguaglianza-in-sé...,
sano gli esseri.Vi è il moto psichicosecondoil quale fl'animaì è mossa per cui producein ugualemisuraIa compenetrazione reciprocadegli esseri,
alle intellezioni e a muovere i sensi.Vi è poi il movimento fisico che come capita per gli elementi tda cui deriva l'universol. Infatti, la giusta
muove alla crescitae alla nurizione eli esseii che ne sono caoaci> (PG mescolanza e Ia non preponderanza di questi nei composti dà origine agli
4, 381C).In realtà,i tre movimentiélencatiprima devonoessereconsi- esseriche costituisconoil mondo. Se inveceun elementoprevale.I'essere
372 DN x DNx 1-2,9)6o-937s )73
di comprendere in sé in anticipo ogni uguaglianzaintelli- ni è meglio parlare di tempo eterno o di eternità temporale, per
indicare che la loro stabilità e immortalità deriva da una vita sos-
gibile, intellettuale, razionale,sensibile, sostanziale,natu-
getta al divenire. Dio, infine, è eterno in quanto è causa della
rale, volontaria", in maniera eccellenteed unica secondo eternità degli uomini e degli angeli, un po' iome è tutto ciò che
la virtù, superiore a tutto, di produrre ogni uguaglianza. si predica delle creature; ma in se sressoè oltre. Tanto è vero che
preferisce indicarlo con un altro termine; non aiónios, m aídios.

Capitolo X L. t3841 t936Dl È tempo di celebrareDio dai mol-


OrvNrloruntr, ANtrco DEI GroRNr;MA sr TRATTAaNcnr oru'EtrnurtÀ ti nomi con le parole come Onnipotentet e come Antico
E DEL TEMPO.
dei giorni2. t3S5l Il primo nome si dice di lr-riper il fatto
I due nomi qui esaminati sono Onnipotente (pantokrótor) che è la sedeonnipotente di ogni cosa,che contienee com-
e Antico dei giorni. I1 primo, già presente nel simbolo di fede fin
dalie origini, si riallaccia alla tradizione ecclesiastica,il secondo,
prende tutte le cose,che stabilisce,fonda e mantienee ren-
derivato dal Libro di Daniele, conisponde alla coppia Vecchio/Gio- de indissolubile in sé I'universo e che tira fuori da sé ogni
vane del Parmenide.In sostanza,i due appellativi esprimono il do- cosa come da una radice onnipotente e riccnduce a sé
minio di Dio sullo spazio e sul tempo, che viene esaminato, dopo
i due nomi, nel suo rapporto con la eternità. Onnipotente, infatti, t9374] tutte le cose,comeversoun terrenoche tutto con-
significa che la divina Tearchia domina su tutte le cose e le con- tiene e comprendet)861 questi esseri,in quanto sedefor-
tiene; Antico dei giorni signif;ca che Dio è causa di ogni durata, tissima di tutti gli esserisecondouna capacitàconteniuice
di quella che riguarda gli.angeli come di quella che riguarda gli
uomlnl e gl1 esserl lnterlorr. 1\ questo punto sl lnseflsce una accu- che superatutte le coseconienute e le rinsalda tutte e non
rata trattaztone sulla difrercnza tra 11 temoo e la eternità e sui di- permette che gli essericadano fuori da lei, così che muo-
versi significati della parola eternità. Nel lìnguaggio dionisiano, che vendosida una sedeperfettanon vadanoa perire. [387 ] La
è poi quello dei neoplatonici suoi contemporanei, il tempo indica
la durata degli esseri soggetti al divenire (g1i esseri che nascono, Tearchiaè detta Onnipotente in quanto domina turti e co-
si ffasformano e muoiono). Come tale esso riguarda il mondo ani- manda in maniera pura a tutte le cose da lei governatee
n-ralee vegetale, ma anche I'uomo in quanto nella sua esistenza in quanto è desiderabileda parte di tutte Ie coseed esiste
materiale è soggetto al divenire. L'erernità invece vienc riferita agli
angeli e a Dio, ma anche agli uomini considerati nella stabilità della
senzafine ed impone a rutti dei gioghi volontari e i dolci
vita eterna. Da qui il problema di spiesare 7a difrerenza tra la eter- parti dell'Amore divino onnipotente e indissolubile nei ri
nità di Dio, degii ongèli degli uoÀinì. Dio è eterno (aiónios) rn guardi della Bontà stessa.
"
quanto è ingenerato, gli angeli sono eterni in quanto immutabili e
immortali, gli uomini sono detti eterni in quanto durano sempre. 2. t3881 t937Bl Dio è celebratocome I'Antico dei
pur essendo soggetti al divenire per un certo tempo. Ma general- giorni per il fatto che è I'eternità3 e il tempo di ogni cosa
mente eternità indica la durata degli angeli, cioè la loro esistenza e precedei giorni, I'eternità e il tempo. tiSgl È giusto
stabile ma dipendente da Dio e soggettaa progresso;per gli uomi-
chiamarlo, in maniera convenientea Dio, Tempo, Giorno,
che si era formato si distrugge.N{a dopo aver detto che tutti ne parteci-
Periodoa ed Eternità per il fatto che egli è immutabile e
pano ugualmente,afinché nessunopensi che tutte le cosesono santificate
ugualmente,e sono illuminate ugualmente,spiegail suo pensieroaggiun- ' Cfr.Dn. 7,9.
gendo: secondol'attitudine e il merito di ciascuno> (Pachimere,PG 3, 2 La parola greca per Antico dei giorni è navtorpótc'.tp, che signi-
9l6A-8). fi.ca,come viene detto subito: a) che dà otigine a tutto, e b) che governa
27L'uguaglianzariguarda ogni ordine di realtà: gli angeli (ugua-
_ tutto. Per \a difi.erenzacon navtoòúva1toc,, altro atributo che si uaduce
glianza,intellettuale), gli uomini (uguaglianzarazionale), gli animali < onnipotente>>,cfr., sopra, la nota 6 a DN VIII.
(ugraglianza sensibile),-le plante (ugmgllanza naturale), gli eiseri inani- 3 In greco, per eternità, si legge críóv, una delle due parole (l'altra
mati (uguaglianza sostanziale). La uguaglianzaoolontaùa riguarda la li- è 1póvoq)con cui si indica la durata; per la difietenzadi significato,cfr.
bertà di scelta propria degli uomini. Li uguaglianzaintelligibile, infrne, DN X ', 936C-9404.
può riferirsi sia agli archetipi sia agli angeli (cfr. anche PG 4, J84B.C). {
Qui la parola greca per Periodo è rcaupó6,che può significare
)74 DN x 2-3, 937c DN x 3, 937n-940n 375
s tt,
immobile secondoogni movimento e nel suo sempiterno o porte eterne e cose del genere. Spessoanche designa
moto timane in se stessot3901 e in quanto è causadel- ciò che è molto antico con la denominazionedi eterno, e
I'eternità del tempo e dei giorni. t39U Perciò anchenelle talvolta chiama eternità tutta la durata del nostro tempo,
sameapparizionidelle visioni mistiche Dio appareVecchio t3941 perché è proprietà dell'eternità l,essereantica e in-
e Giovaneu: nel primo casoper dimostrarela sua antichità variabile e di misurareI'essereintero. E chiama tgjZDl
e la sua esistenzafin dal principio, nel secondocasoperché tempo t3951 la durata dell'essereche nasce,muore, cam-
è senzavecchiaia,oppure in quanto entrambi gli stati inse- bia, on è in una manieraora in un'alrra. tj96l Così la
gnano che egli procededal principio alla fine atuaverso rut- SacraScrittura dice che noi, pur essendosulla terra limitati
te le cose, oppure, come dice il nostro divino iniziatore, dal tempo, parteciperemo all'eternità, quando raggiunge-
perché i due casi fanno pensareall'antichità di Dio. Il vec- remo l'eternità incorruttibile e sempfe identica a se stessa.
chio precedetutto nel tempo, il giovane precedetutto nel t 397 I Nelle Scritture, poi, talvolta viene glorificata I'erer-
numero, t937cl poiché I'unità e i numeri che le sono vi- nità temporalel2e il tempo eterno13,benchénoi sappiamo
cini sono più importanti dei numeri che progredisconover- che le coseesistentipiù e più propriamentehanno il nome
so il moltepliceT. di t940Al eterne e che quelle che sono nella generazione
3. t3921 Bisognainfatti, io credo, conoscere,a pa? sono designatee derte del tempo'0.[3g8] Bisognadunque
tire dalle Scritture, la natura del tempo e dell'eternità8. pensare che gli esseri chiamati eterni non sono in senso
t3931 Infatti, non chiama eterno soltanto ciò che è del vero e proprio coeterni a Dio, che esisteprima di ogni eter-
tutto e assolutamenteincreato e realmentedestinato a du- nità 15;seguendotenacementele venerabilissimeScritture,
rare sempre', ma ancheciò che è incorruttibile, immortale, bisogna intenderli eterni e temporali secondoi modi de-
imn-rutabilee sempreugualet0,come quando dice: Aprìteui, terminati e considerareintermedi fra I'esseree il divenire

I Sal. 24(23),7.< Chiama porte eterne sia i cieli sia gli


(( stagione dell'anno>>(come interpreta De Gandillac) o < epoca della angeli che
sovtaintendonoa questi come portieri > (PG 4, l85D).
storia>; cfr. At. L7,26 (Ia cui interpretazioneè pure controversa). Cfr. Sal. 49(48),9 (< si affaticò per I'eternità e vivrà fino alla
s I mouimenti elencati in DN IX 9, 9I6C-D e 1a relativa nota 24
flne >>J.
in questo volume. (< anni eterni>).
u I due nomiVecchio e Giovanerichiamanoda vicino iI Parmenide "ro Cfr. Rn.r.16,25;2 Tm. 1,9; Tr. 1,2; Sal.77(76),6
<<Osservache chiama esisterttigli intelligibili, ai quali appunto
di Platone (cfr. in particolare 140e-1.1ld;ed E. ConsrNr, Il trattato..., assegnal'eternità; chiama invece generazionegli esseri sensibili, di cui
pp. 100-103).Nella SacraScrittura non è facile trovare questi nomi; per dichiara essereproprio il tempo > (PG 4, l88C); cfr. DN V 5, 820A-C.
il primo_si cita Dn.7,9; ma per il secondolo scoliastaricorre semplice- tt <<Molto sapientementetranquillizzail lettore nei confronti della
mente ad Eb. 13,8 (cfr. PG 4,3818\. pietà, dicendoche non si deve pensateche g1i esseridetti eterni Iaíóvr,a]
7 Si noti la molteplicità del1e spiegazioniproposte, come
capira siano per qtrestocoeternl louvaÚòr,a]a Dio, che è prima delle eternità
anchealtove; cft. CH XiU, 300ts-i08B(iproposiio ài h.'e,o). lapò aióvov]. Già sopra abbiamodetto che propriamentesi dice eterna
8 È un tema classicodei neoplatonicilcfr. ProrrNo. Enneadi
III 7: non la eternità in se stessa,ma ciò che partecipadella eternità. Dunque,
Pnocr.o,Commentoal ParmenideVf t 1ea.Cousin, pp. L2LZ-12I9). gli esseri che sono intelligibili ed esistentiin sensovero e proprio, in
e ... realmentedestinato a durare sempre corúsponde gteco
al óvturq quanto sono stati creati immortali, si devono dire ancheeterni, in quanto
riúòr,oq,parola che viene distinta da aióvuoq ed è- riservata a Dio; ad permangono senza mai aver fine per decisione di Dio, perché sono stati
increato corrisponde &féy\:.o<. prodotti da Dio mentre prima non esistevano.Con la massimaproprietà
'u ...rzt ancbe...uguale.. cioè non solo Dio,
ma anche le nature di linguaggioapplica alla pietà, senzapericolo, le venerandeparole della
incorruttibili. Lo scoliastale identificacon gli angeli o con il cielo supe- filosofiagreca.Dice che Ie potenzeincorporeecreateda Dio sono esistenti
riore e cita,-comesosregnobiblico, Sal. 148,6 (<li stabilì per I'eternità e ed eterne [aíóvr,a], ma non che sono coeterni [ouvatòr,a], come vanno
I'eternitàdell'eternità >) e 2 Cor. 4,18 (< le'coseinvisibili iono eterneo); cianciandoi greci quandodicono che tutte le coseesistonoda semprecome
cfr. PG 4,38rD. Dio > (PG 4, 388C-D).
376 DN xr DN xr L, 948o-949n 377
quelli che partecipano da una parte all'eternità e dall'alua e nello stessotempo che è il Bene-in-sé, 1'Essere-in-sé.e via dicen-
16. do. Per rispondere,occorrerichiamareil rapporto tra trascenden-
al tempo Quanto a Dio, noi lo celebriamocome Eternità za e immanenzadiDío.I nomi qui ricordatiindicanoDio in quanto
e Tempo in quanto autore di ogni tempo e di ogni eternità, è partecipatodagli esseri.Ora,-si dice causaper ^essiindicare îa sua
e come I'Antico dei giorni in quanto precede e supera il trascendenza su questi nomi e si identificacon per indicarela
tempo e fa succederele circost^nzee i tempitT e domina di sua reale comunicazione_agli esseri.Ma I'autore norisi ferma qui:
prende l'occasione,per I'ultima volta, di riaffermareche solo bio
nuovo le eternità in quanto precede e supera le eternità è causadegli esseri.Menue i neoplatoniciattribuivano una vera
e iI suo regno è il regno di tutti i secolitt,Amen. e propria causalitàai di-versiordini ìi dèi (corrispondentiad altret-
tanti nomi), Dionigi afrermache tale causalitàsoetta solo a Dio.
comegià ha afiermatoal capitoloV.
Capitolo XI
re vrte-rN-sÉ,LA porENzA-IN-sÉ
Le Pece, I'E.ssEnE-rN-sÉ, p r.E Es?REs- L t399l t948Dl Orsù dunque,lodiamo la Pacedi
SIONI ANALOGHE. vina principio di unione con inni pacifici.t4001 Essa,in-
I primi cinque paragrafi di questo capitolo sono dedicati a fatti, riunisce tutto e geneta ed opera la concordia e I'ac-
spiegare il nome Pace: un norne ricavato dalla Sacra Scrittura, ma cordo di tutte le cose.[40U Perciò tutte le cose asDirano
usato anche dai filosofi greci sia per indicare I'assenza di guerra
a lei che convertenell'unità totale la moltitudine divisibile
e la prospetità nell'ambito della vita politica sia per esprimerè I'ar-
monia che regna nel cosmo. Dionigi, riallacciandosi a questa du- di quellee che uniscet949Al in una coesistenza uniforme
plice ffadizione ma con preferenza per la radizione filosofica, ce- la guerra intestinadi tutto I'universot. [+OZ1 Per la par-
Iebra la Pace come forza unitiva che unisce ogni esserc a se stesso,
tecipazionealTaPacedivina, le potenze unirive più degne2
agli altri esseri del suo ordine, a Dio e - se ci sorio - agli esseri
inferiori. Provenendo da Dio, che è I'autore, questa Pace penetra si congiungonoa se stessee reciprocamentee con l'unico
in tutti gli ordini dell'universo (dagli angeli agli uomini, agli ani- Principio di pacedi tutte le cose.t4031Ed esse,poi, uni-
mali, alle piante e agli esseri inanimati) e penerra fino agli èstremi
confini dell'universo. In polemica con alcuni filosofi, come gli epi-
sconole coseche stanno sotto di loro, in loro e fra di loro
curei, secondo i quali l'universo è dominato dal caso, Dionigi af- e col solo e perfetto Principio e Causadella paceuniversale.
ferma ripetutamente che 1'armonia divina penetra dapperiutto. t4041 Questa Causa, che sopraggiungein tr-rtti semplice-
Questa Pace divina non compromerte le caraiteristicheinàividuali mente, colne servendosidi alcune barriere che legano in-
che distinguono ciascun esseie da tutti gli altri, né la differenza
delle varie parti in ciascuno degli esseri composri dí parti. Questa sieme le cose divise, definisce,determina e rinsalda ogni
varietà cosmica ed organica non compromette l'armonia universale cosae non permette che Ie cosedivine si riversino nell'in-
e individuale, che naice dal giusto iupporto tra i vari esseri del
mondo o le varie parti di ciaCcun esseié composto. L'ultimo para-
determinato e nell'indefinito senzaordine e senzafetmezza
grafo, che si e rese abbandonateda Dio. avendo perso la loro unità in-
.presénta come. risposra ad un quesito rivoltogii da
ur amico, può essere considerato come la conclusione dell'ópera.
Il problema posto riguarda il rapporto tra Dio e i nomi che ìono ' <<Per unità totale alcuni intendono la semplice e indivisa
stati spiegati nel corso dell'opera. Si domanda come Dio può di- causa
degli esseri,alla quale tutte le cose sono rivolte in quanto sussistonoin
stinguersi ed identificarsi con i nomi qui spiegati. Come si può dire lei; altri Ia consideranol'armonia dell'universoderivante daÌla combina-
che Dio è I'autore del bene-in-sé, dell'esierà-in-sé. e via àicendo. zione di elementi di diversa natura. Perciò denominano guerra intestina
la contrapposizionedelle qualità che sono in essi, del caldo con il freddo,
tó Non è ben dell'umido con l'asciutto e allo stessomodo delie altre qualità che sono
chiaro se questi esseriintermedl sono ancora gli angeli unite pet formare nella sua pienezzaun solo mondo>>(PG 4, l89D). Fin
(e.le anime)^ggli uomini (che divengonosulla teîra, ma sono?ertiiati dalle prime battute si capisceche qui la Pace deve essereintesa in senso
all'eternità)._Nel-primocaso,l,essere(letteralmente,<<le cose che sono>) ontologico, come armonia tra gli esseri che costituiscono I'universo.
sarebbe_ro_gli archetipi delle creature, nel secondocaso gli angeli.
t7 Cft. Dn. 221. " Le potenze unitiue più degne sono gli angeli, e in particolare
't Cft. Sal. t4i{I4q.tt. quelli del primo ordine che sonouniti direttamentea Dio e unisconoa sé
gli esseriinferiori; cfu.CH VI 2,200D.
378 DN xr 1, 9498 D Nx \ 2 . 9 4 9 c 379
teriore, confuse le une con le altre con ogni mescolanzat. stessaa causadell'eccellenteunione che superatutte le cose,
t4051 Dunque, come questa Pace e Tranquillità divina, non è giusto né è possibiledire o pensareper alcuno degli
qualunque essasia, che san Giustoa chiama Silenzio e Im- esseri; ma attribuendo a lei questo fatto come inefiabile e
mobilitàs t949Bl riguardo ad ogni movimento conosciuto, inconoscibile,a lei che trascendeogni cosa, consideriamo
stia in quiete e in tranquillità, come sia pressodi sé e den- le partecipazioniintelligibili e dicibili' di lei, ed ancheque-
tro di sé e sia congiunta superiormentetutta quanta verso sto facciamo,per quanto è possibile a uomini e a noi che
la propria totalità e come non rientri in se stessae molti- siamo inferiori a molti uomini buoni.
plicandosi non abbandoni I'unione con sé6, ma anzi pro. 2. t4061 t949cl E in primo luogo bisognadire che
ceda verso tutte le cose,timanendo completamentecon se Dio è I'autore della pace-in-sé,di quella generalee di quella
particolare,e che contemperatutte le cosein rapporto con
3 < Confuta ora i grandi errori dei filosofr greci e li trasforma in le altre secondola loro unione non confusas.[407] Se-
modo conformealla pietà. Tra loro, infatti, c'eranomolti contrasti: alcuni condo questapace,ogni cosaè indivisibilmente unita e sen-
sostenevano che l'universonascedalla contrarietàe dalla guetra pet mezzo
di contesae battaglia; altri che tutto è prodotto dall'amicizia e dalla con- za distanza,e tuttavia le cose,ciascunasecondola propria
cordia, ma senzaconsideraredegnamenteDio. Ora costui, dando ai nomi specie,perdrÌrano intattee, nient'afiatto turbate dalla me-
da loro inventati il retto signifrcato,stabilisceche Dio è creatoree coordi-
natore dell'universo,intendendo come guerra intestina dell'uniuersola scolanzatodelle cose contrarie né capaci d'indebolire in
discordanzanaturaledegli esseriincorporeie immaterialie intelligibili con alcun modo l'integrità ela pwezzadell'unione.Consideria-
gli essericorporei materialie sensibili.Questi, infatti, sono dissimili nella
sostanzae discordanti. "Infatti, i desideri della carne sono contrari a mo l'unica e semplicenatura dell'unione di paceche unisce
quelli dello spitito e i desideridello spirito sono contrari ai desideridella tutte le cose a sé e a lolo e fra di loro e che le mantiene
carne" lGal.5,171.Non solo.Alcuni dicevanoche gli esserisensibili,cioè
i corpi, sono infiniti e vengonodisrutti all'infinito e che il miscuglio di tutte senza mescolanzae temperate nell'abbraccio incon-
tutte le cose,che chiamanoinfinità, andandosoggettoa difierenziazione, fuso di tutte le cose.[408] Per lei le intelligenze divine,
separazionee divisione in parti, si divide e si separa,dando origine alle
diversegenerazioni.Di conseguenza, \a distanzacrescesemprepiù e non
solo libera i compostidagli elementinon connaturalied estranei,ma arriva 7 < Chiama partecìpazioniintelLigibili e dicibili tutto ciò che ci è
fino a separaree dividere g1i elementi connaturali e spinge gli esseri com- consentitodi comprendereattraversole cose dette nella Scrittura> (PG
posti alla completa dissomiglianzae differenza,per cui sono dissolte e 4. J93B\.
distrutte tutte Ie cose,eccettoquelle semplici,cioe gli elementi; è questa t Perchénella unione i diversi essericonservanole loro difierenze.
la guerrache non permetteche l'universo sia unito. Il grandeDionigi, che Si leggene11oscolio: < Chiama unione le coseche concorronoa fotmare
è amico della verità, afierma, come ho detto, che Dio dissolve questa una composizione, anchese sono diverse.È quella che prima ha chiamato
guerra naturale...dando all'universopace armonia e intesa al posto della guerra intestina> (PG 4, 39)B).
guerraintestinae tenendoin se stessotutte le cosee riconciliandole,come ' < Sebbenegli elementiconservinoindivisibile la reciprocamesco-
dice l'Apostolo Icfr. Ef.2,16], riconcilieràle cosecelesticon le cose ter- lanza, pure le loro qualità non perdono la loro ptoprietà, come il caldo,
tene: in tal modo uniscele potenzemessea capo di ogni ordine di realtà, I'asciutto e gli altri elementi nella mescolanzadi elementi diversi consi
e che governanocome minisri [di Dio], agli esseriloro sottomessiche derata ne1l'universo > (PG 4, 3938).
Ie amano,e tutto converte a sé tenendo il timone e conservandounito to u non si deve intenderela mistione
Q.li per mescolanza [rcpà.or,q]
I'universo> (PG 4, 3924D). leupaaql, comequella che avvienetra liquidi e fa scompar.ire isoggetti,
o Forse da identificare,nella intenzione dell'autore, con il < Giu-
rna la convergenzae dipendenza teciproca [oúpnvouct raì, ti],].r1]'oulial
seppeBarsabbachiamatoGiusto >, che con Mattia fu candidatoalla suc- che consetvale cosesuperiori e le cose inferiori, le cose intelligibili e le
cessionedi Giuda (cfr. At. 1,23).Ma negli scritti del Nuovo Testamento cosesensibili,le cose soggettea generazionee le cose ad essacontrarie,
si ricordano anche un Tizio Giusto e un Gesù Giusto, amici di Paolo che vivono in pace reciprocamente, come l'acqua e la terra che ne è cir-
(cfr. At. 18,7; Col. 4,11). condatae il cielo che deriva dall'acquae l'etere che non dissolveil cielo.
s Tranquillità (rlouXia), Silenzio (riqùef€úa) e Immobilità ('àrcr,vr1-
È questa la guerra intestina; e il creatore non solo l'ha sapientemente
oúa) sono termini tipici dello snosticisrno. r.op..tr, ma ancor più sapientemente spinge a7l'amiciziae- all'armonia
un
Qui chiaria unione la semplicitàe la unirà, ovvero la indivisi- tutte le cose per mezzo degli stessielementi semplici secondoil detto:
bilità > (PG 1, 393A). "Tu hai crearól'estatee la"primavera"LSal.l41i)J7l > (PG 4,393C).
380 DN xI 2, 949n-952t D Nx r 2 - 3 , 9 5 2 H . 38i
unite ai loro pensieri, sono unite anchealle cosepensatee tale, e concedeche usufruiscanodi lei anchei confini estre-
nuovamenteascendonoverso il contatto inconcepibiledelle mi dell'universols[412] e rende tutte le coseuniterócon
cosecollocatesopraI'intelligenzatt.[409] t949Dl Per lei le unità, le identità, le unioni tt, i raggruppamenti,ma rima-
le anime, unendo le loro diverse ragioni e raccogliendosi ne evidentementeindivisibile la Pace divina e indicando
verso una sola purità intellettuale, avanzanosecondoun tutte le cosein una sola e passandoattraverso tutte e non
loro proprio modo in un cammino ordinato, attraverso recedendodalla sua propria identità. t4131 Infatti, pro-
un'intelligenza immateriale e indivisibile 12,verso I'unione cede verso tutte le cose e si comunica a tutte secondola
che sta sopraad ogni intelligenza.[470J Per lei la connes- misura che a ciascunoconvienee superirrigaogni cosacon
sione unica e indissolubiledi tutte le cose sussistesecondo l'abbondanzadi una pacifica fecondità e rimane, a causa
la sua divina armonia e si accordain una perfetta conso- dell'eccellenza dell'unione,[9528] tutta intera unita a se
nanza o consensoe naturalità, raccoglíendosisenza con- stessasecondociò che essaè18.
fusione t952Al e contenutat' in maniera indissolubile. 3. t4141 Ma dirà qualcuno: <<Inche modo turte le
t41-11 Infatti, l'universalitàdella pace intera passaattra- coseaspiranoalla pace,dal momento che molte godonodel-
verso tutti gli esserimediante la presenzasemplicissimae la disparità e della divisione e non vorrebbero mai sponta-
non mescolatadella s,ta forza unificatrice: congiungetutte neamenteriposare?>>.[415] E se coiui che parla cosìchia-
le cose e lega gli estremi agli estremi mediante coloro che ma disparità e divisione la proprietà di ciascunodegli es-
stanno in mezzoto, legandoli in una sola amicizia connatu- seri, e sostieneche neppure uno degli esseri,in quanto esi-
ste, la voglia mai perdere,a ciò noi non contraddiremo,ma
tt <Le intelligenzediuine dichiareremo che questo è un desiderio di pace. Infatti,
[angeli] intendono se stesse,le intelli-
genze superiori e le intelligenze inferiori: rimangono in se stessequando iutte le cosedesideranoesserein pacecon se stesseunite e
compiono le loro operazioni, essendo unite ai loro pensieri; sembrano rimanere immobili e inconuttibili essee le loro proprietà.
uscire fuori quando pensano le cose inferiori e superiori, e in tal modo
ritornano, per quanto è possibile, a comprenderela causadi tutte le cose.
Le divine intelligenze, pensando così, si uniscono senzadubbio alle cose
pensate.Infatti, ciò che pensasi unisce con la sua conoscenzaa ciò che ha viceversa,si parte dal bassoall'alto, le estremitàsono questccoseterrestri
conosciuto e pensato, come colui che ignora è diviso perché non com- che sono collegatealle cosedi mezzo> (PG 4, 1968).
prende ciò che non conosce.Dunque, una intelligenza sifratta pensando ls < Chiamaconfini estremidell'uniuersole sostanzeinanimate,cioè
si piega su se stessasenzadividersi fuori di sé, ma rimanendounita a sé quelie nelle quali non vi è alcun movimento né di crescitané di nutri-
attraverso quelle operazioni per cui è ritornata in se stessa.Diversa è zione né di altre cosevisibili > (PG 4, 39óC).
l'unione intellettuale propria delle anime che awiene nelle intelligenze 1uLa parolagrecaper coseunite è éu.óTvr,a, che lo scoliointerpreta:
sante. Infatti le intelligenze divine sono intelligibili, mentre I'intelligenza <<... imparentatee dello stessogenere...uscitedalla causadi tutte le cose>
santa è intelligente, essendoal di sotto di tutti gli angeli. Essa è solo (PG 4, 3e6C).
'7 <C'è difierenza tra ilnità
intelligente > (PG 4, )93D-396L); cfr. DN I 7-3, 5858-589C. [Évótq<] e unione lÉvttolq]: I'unità
tt <<Anche nelle nostre anime si Duò trovare un oensiero indiviso indica ciò che è proprio e distintivo di ciascunanatuta; I'unione, invece,
e immateriale,quando riuniscono i loro vari ragionaméntiin una sola indica la mescolanza con le altre coseo semplicemente la comunionecon
ptrezza intellettuale. Allora, infatti, in maniera adaîta a loro avanzano ie altre cose> (PG 4, 396C).
vetso la unità superiore alla intelligenza, seguendouna cetta sttada e un rE<<Dice il motivo oet cui tutte le cose sono imparentate
cetto ordine > (PG 4, )964-B). [éLr,óTvr,a:cfr., sopra, la noia 16]: Dio fa sì che gli intelligiEili siano
13Perchédivina. < Chiamapaceperfettissima imparentati e dello stessogeneregrazie alla unità, cioè alla semplicitàe
la [causa] perfetta di
tutti i beni > (PG 4. J9óB). non composizionedella sostanzae alla immortalità che gli esperti deno-
rn < Chiama eitremi le potenzesuperiori inferiori minano identità. Analogamente,produce gli esseri sensibili come tanti
e e termini medi,
come abbiamo detto, le cose composte di materia purissima, come i cieli parenti, portando alla esistenzale dipendenzereciprochecon le unioni o
e gli astri, e le altre esremità che-stanno sopra la t-errae sono essesresse mescolanzedi diversi elementi e la riunione di composti così formati >>
terrene.Se si parte dall'alto al basso,le estrèmitàsono gli intelligibili; se, (PG 4, 396C-D\.
382 DN xr 3-5, 952c-953r ptt xr 5-6, 953s 383
t4161 t952cl E la Pace perfetta è conservatricedella mentre sono perturbati dall'incapacità di rcalizzare i pia-
proprietà inconfusadi ciascunacosa; essamantiene con le ceri che li dominano". [+ZO1 Che cosa dire poi della be-
sueprovvidenzepacifichetutti gli esseriimperturbati e non nignità pacificat*che è secondoCristo? Grazie ad essanoi
confusi rispetto a se stessie rispetto agli altri e stabilisce impariamo a non esserepiù in guerra con noi stessi,né fta
ogni cosa in una potenza solida e indeclinabile verso la di noi, né con gli angeli's, ma a rcalizzarecon essi le cose
pace e l'immobilità loro propria te. divine secondola nostra possibilità,secondola provvidenza
4. t4171E se tutte le coseche si muovononon vo- di Gesù che opera tutto in tutti26e che produceuna pace
gliono riposare, ma muoversi sempre di un loro proprio inefiabile e predeterminatafin dall'eternità e che ci ricon-
moto, anchequesto è un desideriodella Pacedivina di tut- cilia [9538] alui e attraversodi lui e in lui al Paàre".
te le cose che mantiene tutte le cose indefettibili dal loro Di questi doni soprannaturaliabbiamo parlato abbastanza
posto e che salvaguardalaproprietà di tutte le coseche si nelTeIstituzioni teologiche secondola testimonianzache
muovono'oe la vita motrice t9t2Dl in manieraimmobile viene a noi dai libri ispirati.
e costante,in quanto le cosemosse,essendoin pacefra di 6. [42U Ma dal momento che ancheun'altra volta
loto, e mantenendosi in tal modo, possono esplicare il
tu mi hai domandatoper lettera'u quale significato io dia
loro compito.
all'essere-in-sé,
alla vita-in-sée alla sapienza-in-sé e dicesti
5. t4181 Se poi uno si ostina a dire che la varietà è
di esserein dubbio con te stesso,come mai io chiami Dio
una perdita della pace" e che la pacenon è amatada tutti,
talvolta la Vita-in-sé, talaltra la Causa della vita-in-sé,ho
soprattutto risponderemo che non c'è alcuno degli esseri
pensatoche fossenecessario, o uomo sacroa Dio, di libe-
che sia caduto fuori completamenteda ogni unione. Infatti,
ciò che è completamenteinstabile, [95)A] non finito, non
tt Cordier, riallacciandosia Tommasod'Aquino, osserva: < Il con-
collocato e senzalimiti, non esiste e non appartiene agli
seguimentodel bene desideratopuò essereimpedito da un appetito con-
esseri". t4191 Se poi dice che sono avversialla pace e ai trario o proprio o altrui, e I'uno e I'altro si eliminano attraversola pace,
beni della pace coloro che godono delle contese, dei fu- perchéchiunqueha un desideriodesideraarrivare tranquillamentee senza
impedimento a ciò che desidera,e in questo sta la pace. Perciò anche
rori, dei cambiamentie delle sedizioni, replicherò che an- coloro che cercanoguerre e discordienon desideranoaltro che la pace,
che costoro sono tenuti da imrnagini oscuredi un desiderio che pensanodi non avere> (PG 3, 957-958).
2oAllusione alla benignità
{rpll.avùptlnúa)di Tt. ),4; ma l'aggettivo
di pace, turbati da diverse passioni e desiderosidi sedare che segue(eipîvóXutoq, pacifico)è tutto dionisianoe intradttcibile(lette-
queste in maniera scioccae credendo di trovare la pace ralmente, <<che versa pace>).
t5 Cfr. Col. 1,20. Osservalo scoliasta: < Non è in guena con se
nella pienezzadei piaceri che di volta in volta scappanovia, stessochi ha assoggettato a1laragioneI'irascibilee il concupiscibile;è in
pacecon gli uomini chi è arrivato ad avereun uníco sentire nei confronti
di tutti; è in pace con g1i angeli chi presentauna intelligenzaobbediente
'e Dunque, il desiderio della pace non compromette la diversità de-
alle mozioni degli angeli> (PG 4, 4004-8).
gli esseri che costituiscono l'universo. 26Fl 1)a
'o Per la diversità dei movimenti, cfr. DN IX 8-9. 916B-D. 27
2r <<Osserva Questo passonel suo insieme richiama alcuni testi paolini, e in
che vi sono due forme di aarietà [ètepótîq]: una è particolareEf.2:ll-22i col. 1,9-23; 3,12-17;Rm. 5,1. Ma è facile.osser-
quella che consistenella perdita della pace,l'altra è quella che indica la vare che mentre in Paolo si parla di pace in prospettiva storico-salvifica,
proprietà di ciascunessere> (PG 4, 397B); cfr. anchePachimete,PG 3. qui se ne parla sul piano ontologico.
964CD. t'
22Giustamente1o scoliastaosservache qui si respingonole teorie Qìesto paiagrafo, che ii presenta come una digressioneper ri-
sponderead una obiezione,merita attenta considerazione per capire come
filosoficheellenicheche consideranopossibilela esistenzadi una materia Dionigi concepisce gli archetipi delle partecipazionidivine; cfr. DN V 5,
informe (cfr. PG 4, )97ÈC\. 820A-C,e la relativa nota 15 in questovolume.
)84 DN xI 6, 953c-o oN xr 6, 956a 385
lntti da questo dubbio preso da noi. [422] Anzitutto, per tori degli esseri32,dèi che, per dirla veramente ed esatta-
riprendere ancheora cosemille volte dette, t953cl non è mente, essinon conobberoe nemmenoi loro padri in quan-
to non esistevano33 -, [425] ma diciamo che l'Essere-in-sé
co^sacontraia afrermareche Dio è la Potenza-in-séo la
Vita-in-sée Causadella vita-in-sé,della pace e della poten- e la Vita-in-sée la Divinità-in-sé t956Al è principalmente
za.Infatti, merita questi nomi dalle coseche sono e soprat- e divinamente e causalmenteI'unico principio e causaso-
tutto dalle principali2e,in quanto è autore di ogni cîeatuîa; praprincipale e soprasostanzialedi tutte le cose; partecipa-
gli alri sono dovuti a lui in quanto domina soprasostan- bili lo sono le potenzeprowidenziali date da Dio incomu-
zialmentetutte le cosee gli esseriprincipali.t4231 Tu poi nicabile, cioè la possibilità di produrre la sosranza-in-sé,
la
mi domandi che cosadiciamo che sia I'essere-in-sé o la vita- vita-in-sée la deifrcazione-in-sé3a, per cui gli esseriche ne
in-sé, oppure tutte queste cose che noi ammettiamo che partecipanoin modo a loro proprio'5 sonoe si dicono esseri
esistono assolutamentee principalmente e derivano pet
t: ...creator,ì.
de,gli esseri: <Non ci sono dèi o angeli creatori né
prime30da Dio. t4241 Tutto ciò che diciamo non è con- ,
alcun'altracosa all'infuori di Dio ) (PG 4, 401A). Questó passoè pole-
torto, ma facile, semplicee chiaro a spiegarsi.Infatti, noi mico nei confronti di Proclo; cfr. E. ConsrNr,Il trattato....p. t+t.
non diciamo che I'essere-in-sé è una sostanzadivina o an- Assai probabilmentequi Dionigi allude a Grur-renó,Eplstola 1Ll.
In questalettera,che è una speciedi manifestoagli Alessandrini,Giuliano
gelicache causaI'esistenzadi ogni essere- soltanto lo stes- esorta a tornare all'antica fede paganaelencandoi molteplici benefici che
è il principio, la sostanzae la gli antenati paganihanno îicevuto dai loro antichi dèi. Quindi si rivolge
so Essere soprasostanziale
loro dicendo: < Voi soli siete insensibili al raggio del Sole che scendegiùr
causa" dell'esistenzadi tutte le cose -; non diciamo che [il sole era consideratoil re degli dèi pagani]... ed osate non adoràre
nessunodi questi dèi, ma credeteche Gesù, che né uoi né i oostri padri
t953Dl vi è qualchealua divinità che generala vita ftan- banno uisto, debba essereDio Logos? Invece colui che dall'eternitàogni
ne la vita superdivina,causadi tutti gli esseriche vivono e generazionedi uomini vede ed onora...,dico ii grandeSole...> (ed. Bidez,
della vita-in-sé,né, per dirla in breve, diciamo che ci sono Paris 1924,p. 190, 10-20).Dionigi replica che sono gli dèi dei paganiche
nessunoha mai visto; c{r. E. voN IveNre, Pseudo-Dionysius und Julian,
sostanzeed essenzeprincipali che danno origine agli esseri in Plato christianus...,pp. 25t-252.
- alcuni le hanno dichiarateinconsideratamentedèi e crea- 3r <<In questeparole dà una spiegazionepiù chiara del problema
posto prima: dice come si deve intendereche talvolta egli è detto Vita-
in-sé e le sue proprietà sono dette Dio; talaltra invece è detto creatore
'o <<Credo che abbia denominato esseriprincipall /e natute sopra- owero colui che le ha fatte venire all'esistenza. Eeli come causae orin-
mondaneIangeliJ in quanto partecipanoper prime e putamentedei doni cipio.superprincipaledi questecose è chiamatocon questi nomi, mà gli
divini, della vita e degli altri. Dunque, in base agli essericreati, cioè in esseri creati, in quanto partecipi di queste cose, in base ad esse sono
basealle ptoprietà che si consideranonegli essericreati,Dio è detto autore chiamati viventi, esistentie divini. Dunque Dio ha prodotto Ia potenza
e sostenitoredella vita-in-sé,ovvero della cosa-in-sé, e della forma-in-sé. che vívifica e 7a potenzache fa esistereL\aaoLq/oúoLoouglcome delle
Infatti, in base alla unità della vita dobbiamo pensare1o stessoanche a cose Icreature]. Dunque, in primo luogo pensiamo1a cosa,poi il concetto
proposito delle cose simili. l\4a quando Dio stessoè detto Vita-in-sé e generaledi essa,per esempiola vita o la sostanzaconsiderateio tutti
simili, si dice che è tutte questecose al di sopra di ogni natura, oweto i modi, e poi consideriamole coseparticolati, cioè il concettodi ciascuna
al di sopra degli angeli e di ogni natura spirituale> (PG 4, 400C). specie, per esempio della vita angelica o della víta umana e di tutte le
'o <<Dice che esistono per prime le creature spirituali, che sono alue cose che vengono in mente e di quelle che ne partecipano. Aggiun-
incorporee,cioè gli angeli.Osservache dice principahnenteperchésussiste gendo poi le parole: di tutti quegTiesseri che ne partecipono, ha dichia-
in primo luogo, e dice soprasostanzialeper indicare Dio, perché egli solo rato che non tutti partecipanodi tutte le cose: alcuni, infatti, partecipano
è creatote degli esseri intelligibili e degli esseri sensibili. Non si deve solo deila sostanza,altri della vita, altri del pensiero, ovvero dell'intelli-
credere a chi dice che le potenze creatrici di Dio sono dèi, perché non è genza,ahti anche della d;inizzazhone> (PG 4, 4014-8).
3s<<L'espressione,che sembta oscura, si può spiegarecosì: Dio,
così. Perché solo Dio è creatore.Osservache solo Dio è creatoredelle
coseintelligibili e sensibili> (PG 4, 400C-D). che lra in precedenzadentro di sé tutte le cose pet 7a salvuza in modo
3t Traduciamo seguendoC. Prn,r, S. Thotaae...,pp. 147-348.Ne superunítoe non composto,Dio che come principio sorgivo per eccesso
viene una traduzionepiù coerentecon il contestoe più rispettosadella di bontà anche agli esseriderivati da lui per creazionemanda, per così
^.^---+:^^
5r aurura rrLa. dire, alcuni raggi, rimanendo pienamente in se stesso distribuisce, per
386 DN xI 6, 9568 DN xrr l-2, 969t-s 387
viventi e dèi, e così gli altri' Perciò si dice che il Bene è efiusioneed emananticopiosamente,in modo :he la Causa
I'autore delle virtù prime, sia di quelle generalisia di quel- di tutte le coserimanga rigorosamenteal di sopra di tutte
le particolari36,di coloro che vi partecipanointeramenteo e colui che è superiore alla sostanzae alla natura sorpassi
solo panialmente. t4261 Che cosa occorre díre di queste' assolutamentele coseche esistonosecondoqualsivogliaso-
dato che alcuni dei nostri divini maestri chiamano Causa stanzae natufa?
3'
della bontà-in-sé e della divinità colui che superala bontà
e Ia divinità, dicendo che è la bontà-in-séo la divinità il Capitolo XII
dono beneficoe deifico che è venuto da Dio, e dicono bel- Senro lrr sANTt,Rr DEr RE, SrcNonEDEr srcNoRr,Dro orcrr oÈr.
Iezza-rn-séI'efiusione che produce la bellezza-in-sé,[ 95 6B ] Per non ttalasciare alcuni nomi molto significativi contenuti
e Ia bellezzapier-iae paîticolare e le cose che sono belle nella Sacra Scrittuta e che non trovano diretta conisoondenza nella
universalmentee che lo sono parzialmente,e tutte le altre tradizione platonica, Dionigi spiega le seguenti espiessioni: Santo
dei santi, Re dei re, Signore dei signori, Dio degli dèi. 11 significato
qualità che sono statee sarannodette nella stessemaniera, viene spiegato utilizzando le etirnologie corlenti. Santo (hóghìos)
che attestanole provvidenze e le bontà38partecipatedagli significa puro (da alfa privativo e iigos), Re significa ordinatore,
esseriche provengonoda Dio impartecipabile'ncon ampia Signore è chi domina perfettamente tutte le cose, Dio è colui che
è dappertutto e sorvegiia tutto \theó: dt thceîn [correre] e da
tbeóstbai fvederel). Con tali espressionisi vuol dire che da Dio
partecipazione, a ciascunoín maniera proporzionata,le sue grandi perfe- derivano alle creature queste pronrietà (la Bibbia chiama spesso
Dunque, ln
iioni. I)unque,
zioni. primo luogo
in prlmo si lndlcano
luogo sr indicano le illuminazioni dei suoi beni
le lllumlnaz gli uomini santi, îe, signori e dèi), me e14lirimane olme. Anche
paltecipabili,
paltecipabjll, 1'esscrc-in's.i,
paltecipabili, i'essere-in-sé,
I'essere-in-sé, 1à vita-in-sé,
la Ia divinizzazionc-in-sé
vita-in-sé,7a
Ia divtnizzaztone-in-sé
divtnizzazic cose
e le cose
questa spiegazione considera i norni pirì sul piano ontologico che
simili ad
ii-iti àa imitazione dei principi, cioè delle del1e cose che sono dr di DioD1o stesso,
non sul piano salvifico.
vale a dire la divinità-in-sé, la bontà-in-sé, la vita-in-sé' In secondo luogo si
dice che sono vcrlute all'esistenza tutte queste cose stesse per mezzo della
sostanzae della vita derivate da lui per un processo Icreativo] ed esistenti
1. t427I t969Al Ma dal momentoche tutto ciò che
sostanzialmente e date per partecipazione a chi ne è degno. In terzo luogo bisognavadire su quesio punto ha raggiunto, io credo, un
^parla
" . 1 " delle
" i parla
si J a l l a partecip,rzioni-particólari:
delle n a r t e c i n , r z l n n pattlcolafl:
partectp;lzronl i - n e r t i c À l e r ialcuni
a' l c r r r r iesscri-paitecipano
alcunl e s s e r ìparteclpano
esscrl solo
n r r î e c i r l a n o soro de
s o l o oelra
della
vivificazione, ìltri a.t.he della divinizzazione, alcuni di tutte queste cose
fine adeguato,dobbiamo celebrareDio dagli infiniti nomi
insieme,come le più alte potenzeintelligibili > (PG 4, 4018 C). corneSanto dei santil, Re dei re2, regnanteper I'eternità
3d<rDice particolari 1e successionidei generi> (PG 4, 401D).
tt <<I1 superbuonoe superdio è autore della bontà-in-sée della per sernpree ancora3,Signoredei signoriae [9698] Dio
Osservache questecose non sono la sostanzadi Dio > (PG '1,
divinità.Osservà
divinità. degli dèi s. E prima di tutto biscgnadire che cosanoi inten-
401D); cfr. Ep. II,1068,{-1069,{.
'o
3' <<DeÀonrina prouuúeftzc
< I)enonttna borttà qtlel]e
prouuídenzc e bottta che prlma ha chlamalo
queile ,che chiamat<r diamo per Santità-in-sé,per Regalità,Signoria,Divinità,
produzione di sostanzà [oúoúooiq], vivificazione, bontà, divinità, bellezza e che cosa vuol dire la Scrittura con il raddoppiare que-
e simili > (PG 4, 40lD 4014).
3eDopo aver detto poco prima che Dio è partecipabile,ora-dice sti nomi.
che lui stessoè irnpartecipablle.Dunque, Dio è partecipabilesecondole 2. t42Sl La Santità,dunque, per parlare secondoil
sue abbondanti distribuzioni di doni, ma è impartecipabilein quanto' nostro uso, è pvrezzalibera da ogni contaminazionee per-
essendoegli stessola causa,ha come sua caratteîisticapropria questacau-
salità, che è al di sopra di tutte le proprietà, di cui partecipanopropor:
zionaimentetutte Ie iose. È simile a ciò che è stato detto nel capitolo V petché Dio, consideratonella natura sua propria, è ai di sopra degli es-
[cfr. DN V 5, 820A-C]: colui che è in tutti gli esserie non è nessuno seri > (PG 4, 4044-8).
degli esseri.Infatti, in quanto li contiene,vivifica e conserva,si dice-che
è in tutti gli esseri,ma non è nessunodegli esseriin quanto è causadella ' Cfr. Dn. 9,24.
loto creazibne,e la causanon può esseleuno dei causati.Così anchequi ' CÍr. I Tm. 6,L5 (cfr. Ap. 19,16).
Dio è partecipabilein quanto gli esserine partecipanoe sussistonoper 3 Cfr. Es. 15,1U.
mezzodi lui [infatti ciòìhe non partecipadi lui né è né sarà né fu), ma o Cfr. Sal. lJ6(ú5),3; Ap. L9,16.
è impartecipabileperchénessunodegli esseripartecipadella sua sostanza' s Sal. 50(49),1; 136(1J5),2.
388 DN xrr 2-3, 969c'972e'
DN xrr 4,972s 389
fetta e completamenteimmacolataí, [429] la Regalitàè la 12.
mati degni di partecipare a lei È turto il perfetto e com-
distribuzione di ogni tetmine, ornamento,diritto e ordinet; pleto possessodi tutte le cosebelle, ogni buona provviden-
t4301 la Signorianon è solo la superiorità rispetto agli in- za che guaîda e contiene tutte le cose a cui prowede, che
feriori, ma ancheil pieno e perfetto possessodi tutte le cose comunica se stessabenignamenteper rendere divini quelli
buone e belle e una fermezza veîa e immutabile8; perciò che si rivolgono a lei.
la Signoria [kyriótesl deriva dal nome kjros, dall'agget- 4. t4331 Dal momento che I'Autore di tutte le cose
tivo [969C] kírios e dai verbo kyrieúo'; [43U la Divi è pienissimodi ogni cosa,secondouna sola esuberanzache
nità è poi una provvidenzache tutto vede e che in una bon- tutto eccede,e celebrato come Santo dei santi e il resto
tà piena tutto osservae tutto abbracciae tutto riempie di secondola Causasuperemanantee la Superiorità distaccata
sé e supera tutte le cose che usufruisconodella sua prov- da tutto, come se uno dicesse:la distanzache separadalle
videnzalo. cose che non [9728J esistono gli esseri santi ; divini o
3. t4321 Queste cose devono essetecelebrateasso- signori o regali e che separale partecipazioniin-sédagli
lutamente11in onote della Causache superatutte le cosee esseriche ne partecipanoè uguale a quella che colloca so-
bisogna confessareche essaè una Santità e una Signoria pra tutti gli essericolui che sorpassaturti gli esserie che
superiore e un Regno eccellentissimoe una Divinità sem- separala Causaimpartecipabileda rutri coloro che ne par-
plicissima.Infatti, t969Dl da lei nell'uno e coilettivarnen-
tecipano e da tutte le partecipazionil3.t4341 La Soittura,
te sussistee viene distribuita ogni esattezzanon mescolata
poi, chiama santi14,re 15,signori 16e dèi li i principali orna-
di qualsiasipurità sincera,ogni ordinamento e ornamento
menti in ciascunacosa,quelli mediantei quali gli inferiori,
degli esseri che elimina la disconvenienza,f ineguaglianza
partecipandodei doni che vengonoda Dio, moltiplicano la
e f incongruenza, che esulta per f identità ordinatissima
semplicitàdelle cosedistribuite, Ia cui diversità i primi rac-
t972Al e per l'esattezzale che contienetutti gli esseristi-
colgono nella loro propria unità provvidenziale e divina.
6 OsservaPachimere:<<Santità [à1róqq] deriva, secondol'etimo-
logia proposta dai pagani, da alfa privativo e of1og,che signífica impurità,
come se fosse àa1uótr1q, che poi è divenuto à1r,ócr1qcon l'alfa lungo >> ",< Questa è I'unità della uguaglianzae deli'identità; questa è la
(PG 3,9734). causadella intesa e della concordia é della salvezzadi tutte le coìe. Infatti.
7 Mentre la Santitàindica la separazione di Dio da tutte le cose,la si può,giustamentechiamareuno il concettodi unità, che è sempreuguale
Regalità esprime la sua opera di governo del mondo. second_o lo stessorapporto. Infatti, l'uno che si riscontra negli eìseriiom-
8 Signore indica in sensopositivo la infinita potenza di Dio. posti di parti-è tale in quanto è unito nelle parti e convergeìte in quanto
' È praticamenteimpossibiletradurre in italiano questa frase. La partecipa della causa prima. In questo senso anche il Signore domanda
si può solo spiegare.Signoria (rcupr,ótr1q), che indica il pieno e stabile per i dlqcepoli: "Che siano uno, come noi siamo uno, afinché siano per-
possessodi ogni cosa e quindi la sovranità su ogni cosa, deriva dal so. fetti nell'unità" lGv. 17,231> {PG 4, 404GD).
t3 <<Spiegamagnificamentein
stantivo rÙpoq,che significa potenza,autorità, Íotza, dall'aggettivo rúpr,o6, che sensoDio è celebratocome Santo
che indica colui che ha il potere (e nella grammatica il nome proprio in dei santi e simili e dice quanto la natura pura e la causadifferísconodalla
contrapposizionecon il nome comune) e dal verbo rcupreúro, che indica lo qualità e dall'efietto, che è l'essererispetto a ciò che propriamente non è.
stato di chi detiene il ootere. Quanto il partecipato in se stessoè diverso da ciò che ne partecipa, altret-
r0 È la nota e àifiusa etimologia che fa derivate ùeóq (Dio) da tanto Dio, quando si predicano di lui questi nomi, è diverso da coloro che
ùEóoùau(vedere, contemplare)o da ùÉEr,v(correre); cfr. G. Pnrsrtcr, Ii hanno pèr partecipazione.Infatti, iutte le cose derivano da Dio, si
Dio nel pensierodei Padri, rad. A. Comba, Bologna 1969, pp, 27-30; dicono di Dio ed hanno Dio in se stesse,ma Dio non detiva da nulla >
R. BuuN, Deus christianorun,Paris t962, pp. 30-3L. (PG 4, 404D 40tA).
la Cfr. Mt. 27,52;Ap.76,6; I Ts.3,73;2 Ts. 1,10.
" <<Non per un aspetto sì e per un alffo no, o in rapporto ad ls Cfr. Ap. 5,10; 1 Pr. 2,9.
un'altta cosa, ma secondoil concetto puro e semplice, cioè in senso veto 'u Cfr. Ef. 6,5; Col. 3,22; I Tm. 6,1.
e proprio > (PG 4, 404C). '? Cfr. Sal. 82(81),6;Gv. 10,J4-35.
390 DN xIIr L,977u DN xrrr L-2, 977c-o 39L
condo se stesso3, perfettissimo in tutto attraversoil tutto,
Capitolo XIII ma in quanto è più che perfetto, perché supera ogni cosa
L- PBnrsrro s L'UNo. t4371e delimita ciò che è senzalimite e si estendeal di
I nomi qui esaminati - e considerati <<la cosa oiù imoortan- sopra di ogni frontiera e non è compresoo contenuto da
te )> - sono dúe: Perfetto e Uno; ma in realtà la spiegazibne ri nessunacosa,[438] ma si estendea tutte le cosecon i suoi
guarda quasi esclusivamente l'Uno. Infatti, a proposito del primo doni continui e le sue perpetue operazioni.Inoltre, Dio è
nome l'autore si limita a dire che Dio è Perfetto oerché è al di
sopra di tutte le cose e sempre uguale. La spiegazi,onedel nome Perfetto in quanto non crescee fimane sempre Perfetto
Uno è, invece, molto accurata, forse perché proprio nel modo di in quanto non decrescee mantiene in sé anticipatamente
intendere questo nome si rivela 1a difierenza essenzialeÍa il neo- tutte le cosee le riversa secondouna latgizioneuna, inces-
platonismo e la concezione dionisiana: ffa 7a ípostasi oríginaria
del sistema neoDlatonico e il Dio uno e trino della ffadizione cri- sante e sovrabbondantee indiminuibile. secondocui rende
stiana. La spiegàzioneprocede, per così dire, dal basso verso I'alto. perfette tutte [977CJ le cose perfete e le riempie della
In primo luogo, Dio è Uno in quanto unifica tutta la realtà: è tutte loro propria perfezione.
le cose ed è causa di tutte le cose. Ma come si deve concepire que-
sta unità? C'è l'unità delle parti di un unico essere,la unità degli 2. t4391Dio è Uno perchéè tutte le cosein manie-
individui di un'unica specie o di più specie che appartengono ad ra unitiva secondoI'eccellenzadi una sola unità ed è la
un unico genere; ma Dio non è Uno in questo senso: <<...non è I'uno causa di tutte le cose senza abbandonarela sr-raunità.
formato da molti, ma precede ogni unità e moltitudine... >>.È cioè
il fondamento di ogni unità senza essere il primo dei numeri. In t4401 Infatti, nessunodegli esseriesistentinon partecipa
tal modo si può comprendere come la Sacra Scrittura denomina dell'Uno, ma comeogni numeropartecipadell'unità t4411
Uno tutta la Trinità. Se unità e tiinità avesseroun valore nume- e si dice una coppia, una decade,una metà, un terzo e un
rico, sarebbe assurdo affermare che Dio è uno e uino. Invece que-
decimo,così tutte le cosee la parte di tutte Ie coseparte-
ste parole sono ben conrprensibili, se affermare che Dio è uno
significa dire che unico e\-il fondamento della unità degli esseri cipano dell'Uno e per il fatto che c'è I'Uno tutti gli esseri
creati e afiermare che Dio è tino sisnifica díre che Dio è interior- esistono.t4421E I'Uno che è causadi tutte le cosenon è
mente fecondo. Ma propriamente parlando, Dio non è né una unità l'uno formato da molti, ma precedeogni unità e moltitu-
né una trinità. Come del resto, sempre propriamente parlando, non
è alcuno dei nomi che sono stati spiegati in questo trattaro. Il dine [977DJ e definiscecgni unità e moltitudinea.Infatti,
quale, dopo le scuse di rito per la imperfezione del lavoro, si chiu-
de annunciando la composizione di un ffattato sulla Teologia sim- I < Dio è limite e luoso di se stessoe nulla si estendeal di sopra
bolica; ma in realtà con il preannuncio dei temi della Teologia
di Dio, ma egli delimitr ancÈele coseillimitate.Infatti, i secoliche sono
mistica. illimitati, perché non hanno limite, egli li supera con la sua illimitata
grandezzae Ii comprendecon la sua illimitata potenza plasmatrice.Così
L t4)51 t977Bl Di questecosesi è parlato a sufi' abbracciala vita illimitata degli esseriintelligibili, la cui vita non ha limiti,
cienza.Ora, se vi pare, veniamo a discorreredella cosapiù come quella degli uomini, perchéfutono creati immortali. Ma Dio si defi-
nisce nella supereternitàentro la propria perpetuità> (PG 4, 405C-D).
importante che rimane da esaminate:infatti, la SacraScrit- * <<Lo scopoè di dimostrareche Dio è dettoUno non come si dice
tura atffibuisce tutte le coseinsieme all'Autore di tutte, e uno a proposito degli esseriche si contano.Dio è Uno in quanto è sem-
plice, senzaparti, esenteda ogni differenzaspecificaed estraneoa tutte le
lo celebracome Perfetror e Uno2. t$61 È Perfetto non passioni ed accidenti.Si dice Uno anche in quanto si concepiscecome
solo in quanto è perfetto ed è delimitato da se stessose- ptincipio ed elementobasedegli esseriche esisteranno. Le parole identico,
diverso,maggiore,minore,intero, eccedente, uguale,ineguale,che si consi
derano a proposito dei numeri, non si possonoriferire ragionevolmente al
' Cfr. principio, perché in ta1 modo questi diventerebberoil principio, perché
' Cfr. Mt. 5.48.
1 Tm.2,5.
necessariamente tali passionied accidentiesistono.Il termine ultimo delle
divisioni tra i numeri che producela molteplicità si riconducealla unità.
392 DN xrlr 2-3, 980t-s DN xrrr 3, 980c 393
non [980AJ esistemoltitudine che non sía in qualchemo- SacraScrittura celebra con il nome di Uno tutta la Tear
do partecipe dell'uno, ma ciò che è più secondo le parti è chia in quanto causa di tutte le cose8.L,unico Dio è il
uno nel suo insieme, e le coseche sono molte per gli acci Padre, e I'unico Signore è Gesù Cristoe e uno e il mede-
denti sono uno nel soggetto,e ciò che è molteplice per il simo è lo Spirito 1' a causadell'indivisibilità supereminen-
numero o per le potenzeè uno nella specie,e ciò che com- te di tutta I'unità divina, nella quale tutte le iose singo-
prende diverse specieè uno nel genere,e le coseche sono larmente sono raccolte e superunite e preesistono sopfa-
molteplici nel loro prodursi sono uno nel principio. Nes- sostanzialmente.[448] Perciò tutte le cose giustamente
suna delle cose che esistono non partecipa in certo modo sono rese e attribuite a lei grazie alla quale, secondo la
dell'Uno che, in quanto è unico in ogni maniera, compren- quale, attraversola quale, nella quale . u.rro la quale tutte
de antecedentementein maniera assoluta tutte le cose e le cose sono e sono costituite e rimangono e sono conte-
tutto l'universose i loro conffaú. [443] SenzaI'uno non nute e sono riempite [980C] e ritornanolt. [44g] E non
c'è moltitudine, ma l'uno sarà senza moltitudine, come si potrebbe trovare alcun essere che grazie all,Uno, in
anchel'unità è prima di ogni numero moltiplicato, t4441 E quanto tutta Ia Divinità è chiamata così soprasostanziaT-
se si supponesseche tutte le cose si unisseroa tutte, tutte mente, non sia ciò che è, raggiungala sua perfezione e si
insieme non farebbero che uno nel tutto. conservi. t4501 Occorre che anchenoi, in seguito alla vit-
3. t4451 t9B0Bl Inolue, bisognasapereche, secon- tù divina, converrendoci dalle moltitudini all'Uno, cele-
do la specieprevista per ciascunacosa)si dice che le cose briamo unitariamente la Divinità tutta e una, I'Uno causa
unite formano unità e che I'uno è l'elemento costitutivo di di ogni cosa12,che precedeogni uno e ogni moltitudine e
ogni cosa'. [++e ] E se si togliesseI'uno, né la totalità né
alcuna parte né alcun altro degli esserici sarebbe: infatti, la specie di ciascuna,che deve esseteconosciuta prima. Infatti, abbiamo
I'uno uniformemente in anticipo comprende e abbraccia detto che le speciee i molti indicano I'uno come un elemento e principio,
in quanto si riconducono ad un solo genere di cui sono specie. Infàtti,
in sé tutte le cose7.t4471 In questo rnodo, dunque, la q,uestiindividui sono uniti per la specie,come cavalli, buoi e via dicendo,
che si riconduconoad un solo geneie,essendoviventi >>(PG 4, 409C).
8 < È la santissima e
adorabile Trinità. È detta Uno e rna cosa
Ma il principio è in ciascungenerela cosapiù semplice.Anche negli esseri, sola per f inefiabileunità della natura> (PG 4, 409C-D).Ma qui I'accenro
sia che l'uno sia i molti, sia che i molti sianol'uno, il principio è l'elemento è posto sulla considerazioneche il principio della deificazioneè uno so1o.
più semplice e non partecipa di nessuna cosa l'uno, dal quale, come da ' Cfr. 1 Cor. 8,6.
modello e idea, deriva anchel'uno che è negli esseri: come,per esempio, 'o Cfr, L Cot. L2,9; Ef. 4,4.
la luce sensibile è molte cosenelle sue parti, in quanto è in tutti gli altri,
"t' Si noti come a Dio si riconduca osni causalità.eficiente e finale.
ma, futta quanta riunita insieme,è una luce sola; così, ad esempio,il ,<Non si deve pensarein sensoaisoluto che ogni uno fa sussi-
pavone è molte cose per i suoi accidenti,in quanto ha il colore aureo, stefe tutte le cose,ma che essesussistonoin virtù di quel solo Uno, per
ceruleo e bianco, ma è una cosa sola nel corpo che ne è il soggetto.A11o cui Dio è una sola cosae uno. Gli esseri sono in virtù di questo solo Uno.
stessomodo si deve pensareil resto> (PG 4, 4088-C), Chi pronuncia 7a parola uno, che è la stessa,la indica negando la molte-
5 <<Si dice taùe le cose
LÍay:'c-l quàndo le iorme, le parti e le plicità. L'uno, infatti, è il principioin-sé e il primo in quanto è in rap-
difierenze sono consideratenelle distinzioni; si dice invece uniaeiso l6'À"af porto con qualcosa,perché fa pensare ai numeri che procedono da lui,
quando le parti riunite insieme costituisconoun intero o le forme un Ma tutti questi numeri non sono appropriati a proposito di Dio, menre
genereo i contrari e i composti, arrivando alla intesa e alla concordia, l'Uno, che è soltanto tale, è perfettamente impassibile, indivisibile e auto-
lvivonoin pace,come l'acqua,la terra, l'aria, gli astri infuocati e il cielo.
'Iutte suficientissimo, perché secondo la sua natura non può essereunito ad
questecosesono dette mondo > {PG 4, 4094). un'altra cosa come l'uno che fa parte dei numeri. Infatti escludela molte-
plicità e ogni composizione e divisione ciò che è propriamente Uno e
si può dire che gli uomini sono uniti l'uno all'altro, essendoevidente che prima di ogni uno. Questo non può esseredetto né piccolo né mediocre
ciò è qoss'lile proprio in ragionedella narura> (PG 4, 409C). né - se si può osare tanto - bello né buono, perché tutti questi attributi
' <<Si deve intendere
nel sensoche le coseunite sono unite secondo sono in certo qual modo passioni, rclazioní e accidenti. Ma l'Uno si deve
394 DN xrrr 3, 980o-981e, DN xrrr 3.981s 395
ogni parte e ogni insieme e limite e infinità e confine e in- Divinità che superaogni nome con i nomi di trino ed uno
terminabilità, che determinatutti gli esserie I'esserestesso, in quanto essenzache superatutti gli esseri: non vi è unità
e che è causadi tutte le cose e di tutto l'universo in ma- o trinità o numero o unità o fecondità né alcunadelle cose
niera unitaria, e nello stessotempo è causaprima di tutto che sono o delle cose che si conosconoche spieghi il mi
e sopra tutto in maniera unitaria, e che sopra I'unità so- stero, che trascendeogni ragionamentoed ogni intelligen-
stanzialedetermina questastessaunità sostanzialett. [ 45 t 1 za, della supîema Divinità che supera ogni cosa sopraso-
Inf.atti, I'uno sostanziale è nel numero degli esseri1ae il stanzialmente.Di lei non c'è nome né parcla, ma è appaî-
numero partecipa alla sostanza.[950D] L'Uno sopraso- tata nelle regioni inaccessibilitt. Nemmeno il nome di Bon-
stanzialedefinisce l'uno sostanzialeed ogni numero; ed è
tà possiamo darc a lei in maniera adeguata,ma soltantc
egli stessoil principio, 1a causa,il numero e I'ordine del-
per il desiderio d'intendere e di dire qualche cosa intorno
I'uno e del numero di ogni essere.t4521 Perciò I'unità ce-
a quella nafitîa ineffabile le consaoiamo prima di tutto il
lebrata e la Úinità, ossia la Divinità che sta sopra a tutro,
più venerato dei nomi, e in questo saremo d'accordo con
non è né unità né rinità 15conosciutada noi o da qualcun
i sacri autori, ma rimarremo sempre lontani dalla verità
altro degli esseri, t981Al ma, per celebrare veramente
delle cosett. [98t81 Perciò questi hanno preferito la vil
I'Uno supremoe la sua divina feconditàL, lo chiamiamola
delle negazioni,in quanto separaI'anima dai pensieri che
le sono naturali t' e la guida attraverso tutti i pensieri di-
pensareal di sopradi tutte le cose.Le passioni,come piccolo e mediocte,
si pensanoin relazionead un'altra cosa,e per questo non sono né sem- vini, dai quali è ben lontano colui che sotpassaogni nome
plici nè elementari.Dunque I'Uno che, come è stato detto, è semplicee
impasslbile,non si deve porre come un generedegli esseri,perchéi generi
si dividono semprein specie,né propriamentecomeun punto o un'unità, rnanifestazione delle ipostasiinefiabili, come cliconoBasilio e i due Gre-
perchéquestecosehanno rappofto con quello che segue.È semplicissimo gori. Ma impropriamentechiamafecondoil Padreperchéè Padredel Figlio
e non ha una sola difierenza,né ha alcun movimento e sosta,come, per adorabile e fonte dello Soirito Santissimo.che è adorabile insieme con
esempio,quiete; né si deve pensafecl-rel'Uno sia un essere,ma che è loro. Dunque, {econclitào un altro nome noto agli uomini, o anche alle
principio e semedell'essere.A1l'essereseguenecessariamente la moltepli- stessepotenzeinteiligibili, non può esprimerccosì come sono i segretidi
cità e alla moÌteplicitàsta vicino l'essere,cosache non awiene a proposito Dio, Come si può, infatti, denominareDio a partire dagli esseri,se non è
di Dio. Dio è soprasostanziale e al di sopra dell'esseree singolarmenteal alcunodi tutti gli esseried è al di sopradi tutti gli esseri?>>(PG'+, 4134).
di sopra dell'esserein modo eccellentee senzache 1o si possa imitare. 17<<Giustamente questo uomo divino dice che per essa non c'è
PerchéDio è tutte Ie cosee al di sopra di tutte le cose.Dunque, dopo notne né parola e che è appartata non già in luoghi inaccessibili - non
aver parlato mirabilmentedella natuta dei numeri, continua dicendo: seb- sia mai! -, tna in ragionamentie pensieriinaccessibili.infatti, il discorso
bene la Divinità, che è al di sopra di tutte le cose, sia celebratacome su Dio è inaccessibile ad ogni intelligenzae pensiero.Che per la Divinità
ffinità e unità, essanon è né ffinità né unità, così come sono conosciute non c'è un nome si deve intenderebene e distintamente.Tr,rtti gli esseri,
da noi o da un altro per mezzodei numeri, rna Dio è ed è denominatocosì infatti, si inclicanocon nomi o con coseche li fanno conoscefe,Ora, quale
in modo superioread ogni intelligenza,perché comprendiamoche cosa è nome o quale cosasi può attribuire a Dio, che è segregatoal di sopradí
Dio dicendo ciò che non è > (PG 4, 412A-C). tutti gli esseri,ha fatio tutte le cose ed è causadi tutte 1e cose?Perciò
rr <<Dio che è al di sopra dell'esserein quanto è tutte le cose
ed questo divino Dionigi dice che la stessabontà e bellezzanon sono adatte
è egli stessocreatoree scopriìoredel numero>-(PG 4, 412D). in sensoproprio a Dio in se stesso,perché questesi ffovano anchenegli
tn <<Osservache nel numero
[Èvcipr,ùlov]è una indicazionedel esseri.E più avanti si troverà che questepassionie accidentisi conside-
numeto. Dunque, l'uno che si consideranegli esseri,cioè nelle creature,si rano negli esseri,ma questonon è possibilea proposito di Dio, che tra-
considerasecondoil concetto di numero> (PG 4, 412D). scendetutti gli esseri> (PG 4, 41lB).
15<<Con questaespressione ' * P e r i l n o m e B u o n oc, f r . D N I I I 1 , 6 8 0 8 ; I V 1 ' 7 , 6 9 ) r - ^ 7 0 1 C
Inon è né unìtà né trinità] non si vuol S .i
compromettereil contenuto della professionedi fede, ma indicare la sottolineaancotauna volta la inadeguatezza di tutti i nomi.
imperscrutabilitàdel mistero> (PG 4, 412D). te ...naturali: cioè <noti a noi e propri delle creature>(PG 4'
tu <<Afierma
che dall'appellativodi trinità si rivela la divina fecon- 416A). È il procedimentonegativo che deve esserecontinuamenteprati-
dità, in quanto il numero tiè è pensato affinchési oresenti l'adorabile cato in quaiunqueriflessioneteologica.
DN xrrr 4, 98lc-o D Nx r r r 4 , 9 8 4 t 397
)96
carità di correggerecolui che ha sbagliatosenzavolerlo, e
e discorso e scienza,e l'unisce a hi alla fine, per quanto è
accordarela dottrina a chi desideraistruirsi, e venire in
possibile al nostro esseredi congiungersia1 suo.
soccorsoa chi non ha potenzasufficiente,e guarire chi non
4. t4531 t981cl Noi abbiamo raccolto questi ap-
pellativi divini intelligibili e li abbiamo spiegati,per quan- vuole essereammalato,e paftecipafe a noi le cose tfovate
da te o dagli altri e quelle tutte ottenute dal sommo Bene.
to è possibile, non solo rimanendo al di sotto della loro
retta interprctazione (ciò potrebbero dire veramente anche t4561 t9B4Al Non stancartidi far del bene ad un amico.
gli angelim),né delle lodi angeliche(infatti i nostri miglio- Vedi che anche noi non abbiamo tenuto oer noi stessial-
ri maesti2l sono inferiori agli ultimi degli angeli), né de- cuno dei sacri insegnamentitramandatici, ma, senza alte-
gli stessimaestri né dei loro uditori o discepoli2, ma anche raîli, li abbiamo comunicati e 1i comunicheremoa voi e
di quelli che sono del nostro stessorango che è assaimo- agli uomini santi, per quanto noi saremocapaci di parlare
desto e basso. t4541 Perciò se quel che abbiamo detto è e gli uditori saranno capacidi ascoltare,senzaoffenderela
esatto e secondole nosffe forze abbiamo realmente rag- dottrina trasmessa,se non nel caso che saremo impotenti
giunto col pensiero la spiegazione a dei nomi divini, biso- a comprendeîeo a dire quelle cose. [457] Ma tutto ciò
gna attribuire il merito alla Causadi tutti i beni, che prima come piace a Dio, così sia e così sia detto. E questasia la
di tutto concedeil dono di dire, poi di dire bene. Se sono fine della nostra ttl;ttazione sui nomi divini intelligibili.
stati tralasciati alcuni termini analoghi,bisognerà aggiun- Ormai, con la guida di Dio, passeròalla teologia simbolica.
gerli secondoil medesimometodo. Se queste cose non so-
no [455] giuste o sono imperfette, se ci siamo allontanati
dalla verità in tutto o in parte, t981Dl spettaalla vosta

'zoI Padri, specialmentea partire dalla conuoversia contro Eunomio,


hanno molto sottolineato che Dio è incomprensibile agli uomini, non in
quanto uomini, ma in quanto cteature: per cui è incomprensibile anche
agli angeli; cfr., per esempio,GroveNNtCnrsostorto, Sull'incornprensibilità
di Dio, omelia I (ed. Malingray tSCh 28 bisl, Paris 1970, pp. 126-728,
e 1a introduzione di J. Daniélou, alle pp. L5-29).
2t ...maestri: è Ia parola grecaùeoì,ó10u, che generalmentesignífica
gli autori dei libri saci. Qui sono senzadubbio gli apostoli come maesti
a -orescinderedai libri sacri che anch'essihanno scritto.
22[Jditori e discepoli conispondono ad à.crl4ro:L e ouvonaòoi.
Mentre è chiaro il significato della secondaparola (: seguaci),rimane più
díficile stabilire il significatodella prima, che letteralmente significa: dediti
ad un esercizio. Ma quale esercizio? Pachimere intende esercizio nello
studio della rivelazione, e spiega: <<Coloro che hanno raggiunto le divine
illuminazioni pet mezzo dell'esercizio lintellettuale?] e non pet visione,
come gli apostoli > (PG 3, 99JC); mentre i ouvonaòoú sarebberoi disce-
poli, istruiti in maniera analogaagli apostoli. Assai probabilmente si allude
ai due modi in cui si atriva a conoscerei misteri della rivelazione: 1o
sforzo della ricerca e la illuminazione oassiva: cfr. DN II 9. 684A-8. Tale
dottrina sembraavere alcuni orecedenfi in Fiione e Clemente Alessandrino
(cfr. C. Ppna,.î. Thomae...,b.ll+).
3 Forse significa spiegazionesemplicemente
letterale, come sugge-
risce Pachimere(ifr. pC ;, SSfC).

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