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VINCENZO CICERO
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SOMMARIO
INTRODUZIONE
Dell’epistemologia surrazionalista di Bachelard 7
1. L’istanza di una complementarità di scienza e poesia 10
2. Una nuova disciplina: la fenomenologia
dell’immaginazione 13
3. La supplementarità di epistemologia e poetologia 14
4. Immagine e concetto: né filiazione né sintesi? 16
5. Un’epistemologia aperta 19
6. La dialettica surrazionalista 21
7. Lo strano concetto di trasognanza anagogica 23
PARTE PRIMA
Intuizione ed episteme dello spazio-tempo
I. Tre interlocuzioni su istante vs durata 27
II. Bergson e la durata continua 33
III. Einstein e lo spazio-tempo 41
IV. Oltre la durata 61
V. Bachelard davanti al continuo cronotopico 69
PARTE SECONDA
Ritmologia e quantizzazione degli istanti
VI. Abitudine ed euritmia ontologica 77
VII. Progresso dell’essere, erotizzazione del tempo 83
VIII. Tempo e causalità: la riabilitazione della durata 89
IX. Il diritto alla metafora e un’appendice
ritmoanalitica 99
X. Lastroni e fotoni tra meccanica ondulatoria
(e matriciale) e quantistica 111
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6 SOMMARIO
INTRODUZIONE
Dell’epistemologia surrazionalista
di Bachelard
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AVVERTENZA
1
È la parola con cui traduciamo rêverie, e che, tra gli altri vantaggi rispetto alla resa
(in)traduttiva davanti alla parola francese, ha pure quello di restituire con sogno–tra-
sognanza il gioco etimologico e oppositivo della coppia rêve–rêverie, che Bachelard
pratica spesso (p.es. PR 9ss. [17ss.]). Dato lo spiccato carattere attivo, creativo, che il
filosofo attribuisce allo stato psichico in questione, bisogna distinguere nettamente
trasognanza da trasognatezza, che esibisce invece la passività già a livello di morfologia
linguistica.
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C. VINTI, Il soggetto qualunque, Napoli 1997, pp. 14-15. All’aggettivo “estetico” noi
preferiamo “poetologico”, perché è prima di tutto al reame del linguaggio poetico,
non all’arte in generale, che Bachelard allaccia le sue analisi delle trasognanze crea-
tive. Per riferimenti bibliografici e traduzioni italiane vedi l’elenco delle sigle infra
125-127. — Nella lista del primo periodo epistemologico, Vinti ha omesso Les intui-
tions atomistiques; sicuramente una svista.
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12 INTRODUZIONE
14 INTRODUZIONE
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Thomas S. KUHN, The Structure of Scientific Revolutions, The University of Chicago,
19702 (19621), cap. X, pp. 111ss. (tr.it.: La struttura delle rivoluzioni scientifiche, di Adria-
no Carugo, Einaudi, Torino 19782 [19691], pp. 139ss.).
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16 INTRODUZIONE
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Una posizione affine è stata tenuta da Giuseppe SERTOLI in Le immagini e la realtà,
Firenze 1972, pp. 16-21 e 408-421, poi da lui stesso esemplarmente riformulata nel
1974 nella Introduzione a La ragione scientifica, l’antologia degli scritti epistemologi-
ci di Bachelard (RA 9): «Alla raison (scientifica: ed è peculiare di Bachelard il non
riconoscere altra ragione che non sia quella della scienza) si oppone la rêverie. Tutta
la riflessione bachelardiana è stata un oscillare fra questi due “poli”, definiti irriduci-
bili l’uno all’altro ma anche, nella loro simmetrica opposizione, complementari. La
ragione esclude l’immaginazione, e viceversa, ma la vie de l’esprit – ecco ciò di cui Ba-
chelard è andato lentamente accorgendosi – si esplica nella sua “normalità” e nella
sua “sanità” proprio e soltanto muovendosi pendolarmente fra i due estremi dei con-
cetti e delle immagini, del razionalismo e dell’irrazionalismo, non sacrificando o
ri(con)ducendo l’uno all’altro, bensì completando l’uno con l’altro, integrandoli
“dialetticamente” in una “polarità d’esclusione”: essi si respingono e si elidono a
vicenda, ma anche si richiamano continuamente». Il brano è riportato pure da VINTI,
Il soggetto qualunque, cit., p. 16.
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Votati specificamente alla psicoanalisi della scienza sono La formazione dello spirito
scientifico (1938) e il breve scritto La psicoanalisi della conoscenza oggettiva (1939).
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18 INTRODUZIONE
6
Cfr. il seguente brano, tratto dal breve e luminoso scritto Lumière et substance (1934):
«Quando si serve di immagini, la fisica matematica contemporanea impiega queste
immagini dopo l’equazione, per illustrare dei teoremi veri. La scienza realista prece-
dente, al contrario, impiega le immagini prima del pensiero» (E 57). Inoltre PE 144
[176]: «L’immagine planetaria della mela di Cyrano [«Questa mela è un piccolo uni-
verso a sé, nel quale il seme, più caldo delle altre parti, è il piccolo sole che riscalda
e nutre il sale vegetativo di questa piccola massa»] non è preparata da pensieri. Essa
non ha nulla in comune con le immagini che illustrano o sostengono le idee scien-
tifiche. Per esempio, l’immagine planetaria dell’atomo di Bohr è, nel pensiero scien-
tifico, un puro schema sintetico di pensieri matematici. Nell’atomo planetario di
Bohr, il piccolo sole centrale non è caldo. Facciamo questa breve osservazione per sot-
tolineare l’essenziale differenza esistente tra una immagine assoluta che si compie in
se stessa e una immagine post-ideativa che non vuol essere se non un riassunto di
pensieri». L’immagine “assoluta” della mela-universo sta nel primo capitolo del rac-
conto L’Autre Monde ou Les États et Empires de la Lune (1662) di Savinien CYRANO DE
BERGERAC, citato in PE 142 [174].
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5. Un’epistemologia aperta
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«Il reale non è che realizzazione» (PN 58 [78]).
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«L’infinitamente piccolo è un noumeno» (PN 94, v. 103s. [109, v. 117]). Cfr. E 22
[RS 225]: «Il noumeno è un centro di convergenza delle nozioni. Bisogna costruirlo
con uno sforzo matematico». In RA 110 [142] si parla del noumeno scientifico come
progresso di pensiero, in termini noogenetici: «un’essenza di pensiero che genera
pensieri». — Per la fenomenotecnica v. già Noumeno e microfisica (E 19 [RS 224]).
9
Al di là dello stesso conio e utilizzo bachelardiano della parola surrazionalismo, con
essa noi designiamo il clima epistemologico che caratterizza univoce gli scritti del fi-
losofo elaborati negli anni ’30, da Noumeno e microfisica (1931) alla Filosofia del non
(1940).
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6. La dialettica surrazionalista
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«Se in un’esperienza non si mette in gioco la propria ragione, quell’esperienza non
vale la pena di essere tentata... In altri termini, nel regno del pensiero l’imprudenza
è un metodo» (EnR [28]).
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«L’atomo è senza dubbio il prototipo del suroggetto... Il modello dell’atomo pro-
posto da Bohr, venticinque anni addietro, ha, in questo senso, agito come una buona
immagine: non ne resta più niente. Ma esso ha suggerito dei non abbastanza nume-
rosi per conservare un ruolo pedagogico indispensabile in ogni iniziazione. Questi
non sono felicemente coordinati; essi costituiscono in verità la microfisica contem-
poranea» (PN 139s. [146s.]).
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Verso la fine del primo capitolo della Filosofia del non, Bachelard
dice che nella regione del surrazionalismo dialettico trova origi-
ne la trasognanza anagogica, «quella che si avventura pensando,
che pensa avventurandosi, che cerca un’illuminazione del pen-
siero nel pensiero, che trova un’intuizione immediata nell’al di là
del pensiero istruito» (PN 39 [60]). Anche qui il filosofo francese
12
Ma questa rimodulazione non avrebbe comunque intaccato il cosmo delle stesse
nozioni epistemiche. Bachelard, ricordiamolo, non riconosce alcuna comunicazione
tra scienza e poesia, tra sfera epistemica e sfera poetica, e ammette solo la possibilità
che la filosofia le renda complementari attraverso le due ancelle: epistemologia e
poetologia. (La complementarità filosofica di cui si tratta qui è quella in gioco quan-
do le due parti di un tutto, benché non consentano una visione unitaria e si esclu-
dano a vicenda – nel senso che cogliere gli aspetti dell’una preclude la possibilità di
cogliere insieme gli aspetti dell’altra –, sono tuttavia suscettibili di un loro completa-
mento reciproco nella totalità.) Epistemologia e poetologia poi, proprio per la man-
sione che sono chiamate a svolgere, devono essere reciprocamente supplementari (v.
supra), ma ciascuna complementare rispetto alla sfera opposta. De iure, il surraziona-
lismo non ha la minima influenza sulla poesia, la fenomenopoetica non sfiora mai la
scienza.
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24 INTRODUZIONE
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In FPF 69 e 139 [62 e 114] si accenna alla necessità di una Poétique du temps, ma al
vecchio Bachelard è mancata la stagione per scriverla.