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L’infinito

di Giacomo Leopardi.

Realizzato da:

Fartade Antonina Cipriana


Fartade Lavinia Madalina
Mariozzi Luca
Paganizza Benedetta
Classe:2°F
Giacomo Leopardi
L’infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
Manoscritto autografo
Commento alla poesia
“L’Infinito”di Giacomo Leopardi fu composto a Recanati nel 1819 e pubblicato per la prima volta, con gli altri
idilli, nel periodico bolognese “Il Nuovo Ricoglitore”nel 1825, poi nell’edizione bolognese dei Versi nel 1826,
infine nei Canti del 1831.
La teoria del vago e dell’indefinito
La poesia anticipa in forma poetica un nucleo tematico che diverrà il centro delle riflessioni leopardiane a partire
dal luglio del 1820, la “teoria del piacere”, da cui si evolverà la teoria del vago e dell’indefinito. Leopardi vi
sostiene che particolari sensazioni visive o uditive, per il loro carattere vago e generico, inducono l’uomo a crearsi
con l’immaginazione quell’infinito a cui aspira e che è irraggiungibile, perché la realtà non offre che piaceri
conclusi e perciò deludenti. “L’infinito”è appunto la rappresentazione di uno di questi attimi previlegiati, in cui
l’inventiva distoglie la mente dal reale, che è sgradevole, e la immerge nell’infinito in un dolce naufragio.
I due momenti della poesia
La poesia si articola in due fasi, corrispondenti a due distinte sensazioni di partenza. Nel primo momento l’avvio è
dato da una sensazione visiva o dall’impossibilit{ della visione: la siepe che impedisce lo sguardo sino all’estremo
orizzonte. L’impedimento della vista esclude il “reale” e fa subentrare il “fantastico”. Il pensiero costruisce l’idea di
un infinito spaziale, cioè di spazi senza limiti immersi in una profondissima quiete. Nel secondo momento
l’immaginazione prende l’avvio da una sensazione uditiva, lo stormire del vento tra le piante. La voce del vento
viene paragonata ai silenzi prima immaginati e richiama alla mente l’idea di un infinito temporale, a cui si associa
successivamente il pensiero delle epoche passate e dell’et{ presente, col suo carattere effimero destinato a svanire
anch’esso. La lirica ha una sua durata temporale interna, un suo andamento narrativo: le due sensazione e le due
immaginazioni da esse suscitate sono in successione tra loro, anzi, scaturiscono l’una dall’altra. Questa successione
narrativa non si riferisce, però, ad un evento unico, bensì ad un’esperienza che si suppone ripetuta più volte nel
tempo (“Sempre caro mi fu...”). Vi è anche un passaggio psicologico: l’io lirico, dinanzi alle immagini interiori
dell’infinito spaziale, prova come un senso di sgomento (“ per poco il cor non si spaura”); ma nel secondo
momento, l’io lirico annega nell’immensit{ dell’infinito immaginato, sia spaziale che temporale; questa sensazione
di “naufragio” dell’io è piacevole.

“Estasi” mistica o esperienza sensistica?

Alcuni critici propongono una lettura della poesia in chiave mistica; infatti, il perdersi dell’io nell’infinito è il dato
costitutivo di ogni esperienza di questo genere e ricorre anche il linguaggio tipico attraverso la metafora del
“mare”. L’infinito, tuttavia, non ha le caratteristiche del divino e dello spirituale, e nel componimento non c’è
nessun accenno ad una dimensione trascendente e sovrannaturale. L “infinito” di Leopardi è, a nostro giudizio,
del tutto soggettivo e creato dall’immaginazione dell’uomo (“ io nel pensier mi fingo”).

Le strutture formali

La durata temporale in cui si articola l’esperienza cantata nella poesia prende corpo in una struttura dal rigoroso
disegno costruttivo, fondata su simmetrie precise, ma molto articolata al suo interno. I due momenti,
corrispondenti all’esperienza dell’infinito spaziale e a quella dell’infinito temporale, occupano esattamente sette
versi e mezzo e sono suddivisi da una pausa segnata da un punto fermo (“il cor non si spaura.| E come il vento”).
Tale pausa serve proprio a distinguere i due momenti, anche se ci sono chiari elementi che ne sottolineano la
contiguità fra loro, in cui un’immaginazione scaturisce l’altra. Le simmetrie si misurano anche sul piano sintattico,
in quanto i due periodi, nei quali sono rese rispettivamente le esperienze dell’infinito spaziale e temporale, sono
costruiti su due serie analoghe in forma di polisindeto: “interminati spazi [...] e sovrumani silenzi, e profondissima
quiete”, “l’eterno, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei”. La simmetria si rompe sul piano
lessicale; infatti, nel membro in cui è resa l’esperienza dell’infinito spaziale prevalgono parole più lunghe
(“interminati”, “sovrumani”, “profondissima”), mentre nel membro dedicato all’infinito temporale vi sono parole
più brevi (“eterno”, “stagioni”, “presente”). All’impressione di infinit{ coopera anche il livello fonico, in cui l’uso
di vocali “a” danno idea di vastit{, le vocali”o” di sgomento; infine, l’accento tonico sulla “u”è presente nella
parola chiave “spaura”posta in rilievo alla fine del periodo. Il naufragio finale è accompagnato nuovamente dalle
vocali”a”.
Vengono utilizzati molto gli enjambement;infatti, ce ne sono ben dieci sui quindici versi e donano al
componimento una sensazione di continuità e di infinito.
La poesia è, perciò, un esempio di perfetta compenetrazione di significante e significato: a una continuità
narrativo- psicologica corrisponde la continuità della struttura stilistica.
The infinite
These solitary hills have always been
dear to me.
Seated here, this sweet hedge, which blocks
the distant horizon
opening inner silences and interminable distances.
I plunge in thought to where my
heart, frightened, pulls back.
Like the wind which I hear tossing the
trembling plants which surround me,
a voice from the inner depths of
spirit shakes the certitudes of thought.
Eternity breaks through time, past
and present intermingle in her image.
In the inner shadows I lose
myself, drowning in the
sea-depths of timeless love.
Brief description

author: Giacomo Leopardi.


literary current: Romanticism. It began between the eighteenth and the beginning
of the nineteenth century. In this period, many feelings came out like pessimism
and the rebellion against materialism.
the poet…: Leopardi wrote about dramatic feelings created during his life, the
troubles concerning religion and the research about the meaning of human life. He
elaborated on these topics quietly; however he is famous for his pessimism.
the poem: In “The infinity” Leopardi talks about his solitude, describing a solitary
hill and a hedge, which stops the view of the distant horizon. He compares the
hedge to the limit of human life and writes this poem to refuse restrictions and to
strive for infinity. He thinks a shipwreck is so beautiful because everything is
allowed and nothing is impossible. This poem is an attack to the modern social
order, which is so materialist and concrete.
L’ infini
Toujours chère me fut cette colline
Solitaire ; et chère cette haie
Qui refuse au regard tant de l’ultime
Horizon de ce monde. Mais je m’assieds,
Je laisse aller mes yeux, je façonne, en esprit,
Des espaces sans fin au del{, d’elle,
Des silences aussi, comme l’humain en nous
N’en connaît pas, et c’est une quiétude
On ne peut plus profonde : un de ces instants
Où peu s’en faut que le cœur ne s’effraie.
Et comme alors j’entends
Le vent bruire dans ces feuillage, je compare
Ce silence infini à cette voix,
Et me revient l’éternel en mémoire
Et les saisons défuntes, et celle-ci
Qui est vivante, en sa rumeur. Immensité
En laquelle s’abîme ma pensée,
Naufrage, mais qui m’est doux dans cette mer.

Brève description
auteur: Giacomo Leopardi
courant littéraire: Romantisme. Il commence à partir des dernières années du
XVIII siècle jusqu’{ la moitié du XIX siècle. Dans ce période, il y a été des
sentiments de pessimisme et de rébellion contre le matérialisme .
le poète… : Leopardi aborde le sentiment dramatique de la vie, l’inquiétude de la
religion et la recherche sur le sens de la vie humaine. Il a approfondi ces sujets
avec mesure, quand même il est célèbre pour son pessimisme.
la poésie : Dans « L’infini », Leopardi expose sa solitude en décrivant la colline
solitaire et la haie qui lui empêche de voir l’horizon, le monde extérieur. La haie
représente la limitation de la vie, limitation que Leopardi condamne car lui, il
aspre { l’infini. Il pense qu’aussi un naufrage est beau parce que c’est le seul
moyen pour abandonner la vie et ses préoccupations. Ce poème est une
condamnation de la société moderne tombée dans le matérialisme qui ne sait plus
faire recours { l’imagination et aspirer { l’infini .

La lettura della poesia di Leopardi ha ispirato in noi la composizione di alcuni


testi lirici : « Il tuo infinito » di Ilaria Sanasi e « Il mare nell’eterno » di Noemi
Elia.

Il tuo infinito
Dove corri bambina,
Inciamperei sai ?
Ti farai male, esisitono limiti.
Ti ho già detto di non esagerare,
la vita non è infinita.
Il vento ti passa tra i capelli,
rinfresca il tuo viso come l’acqua
Il sole bacia delicatamente i tuoi piccoli lineamenti
i tuoi occhi sognano,
guardando l’orizzonte folgorati da grandi pennellate rosee e arancioni e da
quell’enorme sfera color arancio tagliata a met{ dall’orizzonte.
Sei così piccola e infantile,
tu non sai cosa vuol dir vivere,
eppure corri come fossi un’aquila in vento,
senza regole, senza un limite.
Affera la tua vita,
tienila stretta e non lasciarla andare,
vivila intensamente sino a non respirare,
colma la tua mente, insegna ai tuoi figli,
riempi i cuori di gioia, e abbraccia il vento.

La tua forza è incredibilmente infinita,


le erbacce graffiano quei minuscoli ginocchi infantili,
ma a te cosa importa,
il paradiso riflesso nei tuoi occhi permette di trascurare simili aspetti,
forse anche troppo.
Se troverai un sasso inciamperai lo sai ?
Ecco sei caduta! Lo sapevo!
Quel grande masso è come se ha voluto intralciarti la vita,
ma a te non interessa del sangue che lentamente cola
lungo le tue piccole gambe,
e rialzandoti, rinizi a correre più forte di prima, come un onda, travolgendo la
costa.
Ohh finalmente ti sei fermata !

Sedendoti su quel grande tronco


osservi tutta la tua vita,

L’infinito c’è, e tu bambina, riesci a crearlo.

Ilaria Sanasi 2° F

Il mare nell’eterno
Ed è con l’accecante
luce del Sole che chiudo
i miei occhi e salpo per un viaggio
che atraversa l’infinit{ dell’eterno.

E con gli occhi velati dal


desiderio della conoscenza
che vedo i brillanti colori dell’immensit{,
e sento il suono e i profumi
della pace che s’intreccia con l’eterno.

E non appena imparo a godere


della spesierata serenit{ dell’infinito
mi avvolge la folgorante luce del Sole
che mi conduce alla realtà.

Mi mancherà quel mare


di gioia, pace e serenità
che mi ha cullata tra i suoi fluti.

Noemi Elia 2° F

Questo dipinto è una riproduzione di Sara El Ghandour del “Viandante sul mare
di nebbia” di Caspar David Friedrich, perfetta rappresentazione dell’infinito.

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