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Lavorazione dell’acciaio
L’acciaio fuso, e a cui sono già stati fatti i processi di raffinazione e aggiunti
gli elementi di lega viene portato nella fossa di colata, dove viene versato
nelle lingottiere. Dopo essere stato versato nel lingotto, questo viene portato
nella fossa di riscaldo, dove il materiale subisce due fenomeni
l’omogeneizzazione e la ricottura. Dopo aver ottenuto così il materiale questo
può essere soggetto a 3 tipi di lavorazione: la lavorazione plastica, la
lavorazione per fusione e colata, oppure la lavorazione per sinterizzazione.
Per quanto riguarda le ghise la lavorazione più utilizzata è quella per fusione
e colata a differenza degli acciai per i quali si preferisce la lavorazione per
deformazione plastica. Le tecniche che consentono poi di ottenere il materiale
finito sono molteplici. Esistono lavorazioni per stampaggio, per fucinatura,
laminatura, per estrusione e per trafilatura.
Diagramma ferro-carbonio
Il ferro presenta principalmente due fasi. La fase alfa, detta anche ferritica,
caratterizzata da una struttura cubica a corpo centrato. Questo tipo di fase
non consente al carbonio di sciogliersi in grande quantità all’interno del ferro,
massimo il 0,02%, è per questo che risulterà più duttile. La seconda fase
detta fase gamma, o anche austenitica, è caratterizzata da una struttura
cubica a facce centrate. In questo tipo di struttura il carbonio ha una
solubilità più elevata e può entrare in soluzione circa per il 2,2%. In generale
la quantità di carbonio disciolta nel materiale supera il 2,2%. In questo caso il
carbonio in eccesso, o ha la possibilità di uscire dal reticolo cristallino, oppure
viene inglobato nel materiale sotto forma di composto intermetallico, detto
cementite ( ). Nel
caso in cui il carbonio sia
presente allo 0,81% si
forma un composto
chiamato perlite,
costituito dal 50% di
ferrite e dal 50% di
cementite. Considerando
le varie percentuali di
carbonio nel ferro, gli
acciai si possono
suddividere in tre tipi:
ipo-eutettoidi, eutettoidi
e iper-eutettoidi. Gli acciai ipo-eutettoidi hanno una percentuale di carbonio
bassa, inferiore allo 0,81%. Questo tipo di acciaio è prevalentemente
costituito da ferrite con qualche residuo di cementite. Il tipo eutettoide è
quello con percentuale di 0,81 di carbonio. Tutta l’austenite si trasforma alla
temperatura di 723 °C in perlite lamellare. L’acciaio iper-eutettoide è a
composizione principalmente cementitica, poiché è soprassatura di carbonio.
Per capire a fondo il comportamento di un materiale secondo la sua
composizione bisogna chiarire il comportamento dei vari composti che si
vengono a formare durante la solidificazione. I composti che caratterizzano in
modo concreto il materiale sono: la ferrite, la perlite, la cementite. La ferrite
è un elemento duttile e malleabile. La cementite ha un comportamento
elastico fragile. E la perlite essendo composta da entrambe in eguale
percentuale conserva le caratteristiche di entrambe. E’ quindi la quantità di
composto che si viene a formare che dà le caratteristiche fisiche e
meccaniche al materiale.
Secondo la normativa AISI SAE gli acciai sono suddivisi in serie. Anche in
questo caso si prendono in considerazione le caratteristiche chimiche del
materiale. Gli acciai comuni vengono indicati con la serie 1xxx a cui segue un
numero ke va da 0 a due e che indica se il materiale è stato risolforato (1) o
risolforato e rifsforato (2). Infine gli ultimi due numeri rappresentano la
percentuale del carbonio nel materiale. ( 1145 = acciaio al carbonio
risolforato e con 0,45% di carbonio).
Transizione duttile-fragile
In tutti i processi di lavorazione o comunque anche nell’impiego degli acciai
non bisogna dimenticarsi della temperatura duttile-fragile, che risulta essere
trà i -20 e 0 °C. Per questo motivo gli acciai al carbonio comuni non possono
essere utilizzati se le condizioni ambientali toccano questi intervalli.
21/06/2010