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SOMMARIO

r-
pag, 4 ... Lettere in redazione

pago 6 ... Ivan Castrogiovanni


Lionardo Vg
i o ed il manoscritto sul '48

pago lO ... Fernando Mainenti


Gualtiero da Caltagirone • "Bonu Statu e Libertà'"

pago 14 ... Saro Bella

La difesa delle marine di Aci (secc. XVI - XVII)

In copertina:
La Timpa di Acireale a strapiombo sul mare pago 22 ... Santo Castorina
vista dalla zona di Acquegrandi Le vestigia romane sul castello di Aci
(foto O. Valenti)

pago 26 .. , Margherita M,D, Bottino


000 Acquegrandio Una proposta di lettura archeologica.

Anno I nO 3
pago 31 ... Gaetano Lo Monaco
Aprile-Giugno 2000
Supplemento ad Ali Dorate Un iniziato siciliano: Nicola Giuseppe Spedalieri
Reg. Tribunale di Catania nO 6/2000

Editore pago 34 ... Orazio Valenti


La TOffe di Empedocle
Associazione AGORÀ
Via Roma, nO 67 - 95025 Aci Sant'Antonio (Cf)
Fax: 095/535750

Direttore editoriale pago 38 Giuseppe Cultrone


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Santo Bella
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Direttore Responsabile U
Orazio Valenti
..l pago 42 .. . Domenico Bella
Stampa � � I teffemori di fine millennio
�g9 Q�==�::==Giovanni
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Tipo-litografia Kennedy - Acireale

02000

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pag, 47 ... Cavallaro
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Riproduzione anche parziale severamente vietata senza o:: Le salinelle: queste sconosciute

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1·.utoriUi!zlone scritti! dell·Editore.
Gli articoli contenuti In quelta rivi.ta
1000 libere acelte reduloncoli.
Articoli, maoo"ritti, fOlO ed altro material, Inviato In redulone, pag, 50 ... Giorgio Anfuso
non serà reltltuito aoche se non pubblicato. L'esempio del porto di Scoglitti
Acque, ruote e mulini
nella terra di Aci I

di Saro Bella

Mentre Il presente numero della rivista è In stampa.


ACQ\JE, R\JOTE Il M\JUI'l1
apprendiamo la notizia che Il libro di Saro Bella: "Acque. i\'ELlA �I<RA
DI ACI
ruote e mulini nella terra di Acl" è stato premiato dal Llons
Acese con Il prestlgloso premio "Augusto Alon",

'autore. che collabora con la nostra rivista. proprio in

L questo numero pubblica un interessante .vticolo

pag. 14).
(vedi

Il libro ha riscosso lusinghieri successi di critica e di vendite


tamo che solo poche copie restano ormai sui i banchi delle librerie
di Aciredle in attesa degli uhimi lettori. l'opera. poggiandosl su
una estesa base documentale quasi del tutto inedita racconta. con
stile asciutto ed acattivante le vicende delle risorse idriche del
territorio Acese.
Non è la sola Acireale ad essere interessata daWaccurata
indagine, tutti i centri dell'hinterland: da Catania ad Aclcatena, ad
Acltreua. da Reitana a S. Venera. a (apornulini ad Adplatani ecc.
vi trovano menzione e spunti storici che permettono una visione "diversa" di una storia locale solo da poco tempo
sottratta ad un metodo fortemente condizionato da un acceso campanilismo di stampo ottocentesco,
Proprio il trattare la storia locale al di fuori degli angusti ambiti localistici è uno del temi d'Interesse dell'opera, Le
vicende SlOriche locali sono, infarti, inserite in contesti di più ampio respiro con i quali costantemente si raffrontano alla
ricerca di similitudini, di dlverslt:t, di peculiarità, di caratteristiche che alla fine fanno assumere alle stesse quella
prospettiva, quella tridimenslonalità, che d:t loro senso e significato,
Ma non è il solo tema di interesse di quest'opera che pur muovendosi intorno (e l'Intorno molte volte assume
corpose ed utili estensioni) al lungo (ben 600 anni) filo rosso dell'acqua, dei suoi usI. delle lotte per il suo controllo,
tocca temi di p.:micolare interesse per una storiografla acese troppo avveua a muoversi per I consueri e tranquilli tragitti
da tempo tracciati dai suoi "mostri sacri", Alla caduta proprio di questa "sacralità", all'uscire dai confini segnati.
all'esplorazione di "buchi nerr, al percorrere strade nuove e poco esplorate, il libro del Bella porta un concreto contributo,
il tutto, si badi bene, saldamente ancorato con assoluto rigore metodologico ad una base documentale ed a ricerche su
quanto esiste di già pubblicato surrargomento di notevole portata.
Alla fine, come dice l'autore nell'Introduzione, Il libro: "permette di Individuare e comprendere nodi e strutture di
una storia che è ambientale, economica, finanziaria. demografica, istituzionale e della cultura materiale del nostro
territorio" e, aggiungiamo noi, traccia con acute riflessioni: la genesi della t5br�esla acese, i rapporti con la vicina
Catania, la dinamica dei nuclei popolati del territorio, le vicende di alcune famiglie egemonI.
Tra gli altri un tema cl appare particolarmente interessante, ci riferiamo alle vicende della famiglia Riggio che per
oltre I so anni ebbe in dominio feudale gli attuali comuni di Aci Catena, Aci S. Antonio, Valverde e Acibonaccorsi. Saro
Bella nel libro come, peraltro, afferma in una nota. ci dà delle anticipazioni di un altro lavoro che da lungo tempo ha in
corso sulla famiglia. Quelle che l'autore chiama "anticipazioni" ci danno notizie di prima mano sulle vicissitudini di ben
cinque generazioni di questa famig lia la cui conoscenza sino ad ora è stata inversamente proporzionale alla sua
importanza, L'autore ne segue le vicende in ambito europeo stabilendo nessi e connessioni utilissimi a spiegarci gli
accadimenti locali. L la sua non è semplice storia di eventi ma soprattuno storia di persone con talvolta, quando la base
documentale glielo consente, una sonile introspezione psicologica. Vengono cosl a galla I personaggi umani. I loro
pregi. le loro debolezze, I sentimenti, le ambizioni non sempre nobili. che spiegano gli eventi, peraltro collocati In un
COntesto Storico adeguatamente tratteggiato.
Sono questi personaggi a tutto tondo (da Vito Amico al Marchese di Casalotto, dagli Aragona al Velasquez ecc.) a
mitigare le asperità di una storia erudita ed ad attrarre i comuni lettori confortati tra l'altro dalla considerazione che in
fondo i personaggi. le logiche ed i meccanismi del potere restano uguali nonostante lo scorrere del tempo.
Se la corposa [.k'rte dedicata al Riggio è solo un'anticipazione. siamo curiosi di sapere cosa d riselVa ancora l'autore.
E si! E' indubbio che Saro Bella ha in serbo qualcosa d'altro, lo si legge in filigrana in tutto il suo lavoro e lo confessa
l'autore esplicitamente in alcune note dove. destando ad arte la nostra curiosità, ci lascia col fiato sospeso,
Per concludere ci viene in mente una frase contenuta nella presentazione curata dal preside Alfonso Sciacca, - uno
dei punti di riferimento della "nuova storia" acese" che a nostro giudizio felicemente descrive il libro .11 libro di Saro
Bella apre uno spaccato Interessante su circa sei secoli di storia con una chiave di lettura nuova e suggestiva•.
id Redd,Zlone
STORlA LOCALE <•

La difesa delle marine di Aci


(sec� XVI�XVIl)

ci o meglio la lerradiAci (olaci), Punta, San Filippo ecc). AUri, per l o più posti

A come veniva chiamalo il vasto ter­


ritorio adesso di pertinenza di ben
sei comuni, agli inizi del '500 era solto il dominio
vicino al mare, erano nati durante i primi
decenni del 1100 come diretta derivazione di
priorati rurali dei benedettini di S.Agata di
di
baronale di casa Mastrantonio. Catania che in applicazione della regola "ora et
Saro
Salvatore, terzo barone della dinastia, labora" avevano disseminato le pendici etnee
Bella
governava, non senza qualche affanno, il vaslo di insediamenti pionieri (Sant'Anna, Santa
territorio che, adagialo sul mare Ionio tra Catania Tecla, Santa Maria di fu Puccillu di Jaci, Sancto
e la contea di Mascali, trovava a monte il suo Gregari di Yachi).
limite nella strada che univa i casali del bosco Niente d'eccezionale comunque, piccoli
di Catania e che, una volta costeggiate le villaggi che agli inizi del '500 avevano trovato le
bllcche dello foeo poco dopo V i a grande, risorse per costruire una chiesetta alla quale,
lirava finajta firwj/a per Fieri, per poi, come pulcini attorno alla chioccia, si erano
attraversando il bosco diAci, incunearsi dentro addossate, quasi a chiedere protezione, le
il passo del Pomo cinto di strettissimi alberi rustiche dimore. La fertilità dei luoghi aveva
ed asprissimi sassi brugiatj, scendere di quota contribuito ad incrementare il numero dei
verso BOflgiardo, giungendo a Mascali, da villaggi tanto dafar dire: [ ... l Èmoltive ne sono,
dove proseguiva verso Fiumefreddo Taormina (villaggi) anzi t u Ili tra il Bosco cinti di
e Messina(l). amenissimi giardini di ogni sorte di fmlli, con
La popolazione poco numerosa, tanto che tanta temperanza dell'aere, che veramente si
nel censimento del 1501 raggiungeva a può stimare un paradiso di delizie o perpetua
malapena i 350 fuochi (famiglie), come dire: pn'mavera; e queffi, che sono verso Mongibelfo
aggiungendo vidue, miserabili ed evasori circa per lo parte, che guarda a mezzodì dalla strada
3/4 mila persone, si trovava sparsa nei casali in su, sono della giurisdizione di Catania. E
disseminati all'interno del bosco che, pur perché così quelle di Giaci (per JacO, come
rimaneggiato dall'incessante colonizzazione, queste, sono ville una distante daff'aftra tra il
dominava incontrastato il territorio restando bosco con amenissimi giardini e vigne, donde
ancora lussureggiante nella parte settentrionale, presero il nome le vigne di Giaci e le vigne di
dove si saldava con il bosco di Mascali. Catania ed i popoli vigneri I . . . [(2) .
La denominazione di taluni piccoli abitati, Per la sparuta popolazione che
Scarpi, Casalotto, Bonaccorsi, P"dtanei, Vattiati, contenevano, nessuno dei casali riusciva a
Reitana. Musumeci, Sopramiano ecc. tradiva la prevalere sugli altri. Gli abitanti dediti
loro origine. Erano, infatti, nati per progressiva prevalentemente alla coltivazione delle vigne,
espansione d'originari nuclei familiari che, del lino, alla produzione della seta, alla
ottenute in censo del barone o della chiesa pastorizia trascorrevano l a loro vita nei
piccole estensioni di terreni incolti minuscoli vigneti o dentro il bosco dove in
prevalentemente boschivi, vi avevano costruito alcuni mesi dell'anno avevano il pennesso del
le loro semplici dimore. Dimore che, lungo lo barone di coltivare il lino. La distanza ed il duro
scorrere degli anni, si erano moltiplicate per lavoro giornaliero non davano eccessive
alloggiare una sempre più numerosa opportunità di incontro ed ogni casale viveva,
discendenza. Taluni villaggi, i più vecchi, persa pertanto, autonomamente i propri destini.
col tempo la loro connotazione familiare, si Il centro amministrativo e politico della
riconoscevano nel santo cui avevano dedicato Terra, il vecchio castello di Aci, con il vicino
la chiesa (S. Maria di Belverde, S. Giovanni L a borgo racchiuso da mura oonai in larga parte

• AOORA
o,,: STORIA LOCALE

in rovina, torreggiava il mare come un triste signorile a volte arrogante quanto tracotante.
sparviero tenacemente appollaiato sulla nera
rupe basaltica. Borgo e castello oltre ad ra la Reitana e La Manganaria esisteva
alloggiare il barone quando stazionava nel T pure un piccolo agglomeralo di
feudo, accoglievano le struUure di governo e carattere religioso. Tra i ruderi di un impianto
controllo dell'intera lerra. tennale d'epoca romana era sorto, nei primi del
La posizione del vecchio maniera, '300, un ospedale. Si trattava di un hospitium,
eccentrica rispellO al territorio di Aci, nonché la costruito dalla chiesa catanese di S. Venera, che
nuova "arte della guerra" che nella polvere da sfruttava le peculiarità d'alcune polle d'acqua
sparo, nelle bombarde e nei cannoni stava sulfurea per curare malati, poveri e viandanti.
trovando anni ben più micidiali di quanto non Una piccola cappella edificata vicino
fossero spade, frecce ed alabarde, avevano già all'ospedale, anch'essa dedicata a S. Venera,
reso meno utile il castello pronosticandone il veniva utilizzata dai fedeli per implorare la salute
lento ma inesorabile degrado. del corpo e dell'anima(4).
Per il castello: non più re, regine e potenti Il luogo aveva assunto rinomanza ed
non più lunghi assedi, veloci scorribande, attirava fedeli in gran numero: in particolare
misteriose secrete, magazzini pieni d'arme, durante la festa della Santa che vi si svolgeva il
for.lieri ricolmi d'oro dei tempi degli Alagona; il 26 di luglio. L.:amuenza di tanta genie, favorita
lento emergere di crepe, rughe, crolli pian piano dal periodo in cui i lavori dei campi diminuivano
devastava, come il viso di una bella donna sotto consistentemente, consentiva lo svolgimento,
l'impietoso incedere del tempo, il bel maniero oltre ai dovuti festeggiamenti in onore della
ricco di storia e di lugubre fascino. Santa, di ben più prosaiche attività. Vi avevano
Pur se il castello innegabilmente rappre­ luogo, infatti, una miriade di piccoli commerci,
sentava il luogo del potere, non era certo il affari, scambi e traffici vari, tanto che nel 1422 il
centro della vita sociale della Terra. Un'altra buon Alfonso V d'Aragona, che di commerci e
località aveva assunto col tempo una traffici se ne intendeva dawero, autorizzò,
importanza economica e sociale considere­ durante quindici giomi e con inizio otto giomi
vole, tanto da rappresentare per un lungo prima della festa di Santa Venera, UI1< ... fiera che
periodo il centro vitale di tulla la Terra di Aci. attirò nei luoghi ancor più mercanti e venditori.
J.:ac<lua presente in gran quantità aveva Per i bravi abitanti della Terra, la fiera era
detenninato la forzata localizzazione d'impianti utile a sbarcare il sempre magro lunario.
adibiti al suo sfruttamento, e così tra Reitana e Erano tempi difficili e si faceva fatica tra
Capo Mulini lungo il corso dei secoli erano sorti sommovimenti, epidemie di peste, e carestie,
svariati opifici: dai mulini per la molitura dei
grani, ad un esteso impianto adibilo alla
lavorazione delle fibre di lino denominato
Mangarwria, a macchine idrauliche quali
-
"
gualcherie, riserie, segherie ecc; opifici che dal
sin dal Trecento e sino a tullo l'Ottocento,
sappiamo esistenti in tali contrade(31.
I luoghi avevano oltre all'importante
valenza economica anche una funzione
sociale. Gli abitanti della terra costretli da
angherie baronali a macerare il lino nelle
gume (fossi pieni d'acqua) si ritrovavano Ira
luglio ed agosto nella zona della Manganaria
dove, nell'attesa che il lino completasse la
macerazione, socializzavano tra loro.
Paradossalmente le imposizioni baronali '.
che costringevano gli abitanti a fre<l uentare la
M(mganOlia (il barone vi percepiva decima
ed altri balzelli su tullo il lino coltivato nel
bosco di Aci) dava opportunità di scambiare'
informazioni, notizie, idee, comuni
aspirazioni. I popolani si trovavano così
sovente a raggiungere un'unione d'intenti che " ." � �.' l
• t l"':'
... c,
... ,. 'I "
' '"
certo non giovava al barone essendo spesso
rivolta verso l'emancipazione da un potere \"t:ru1a, )a.!io. fonJ�"i ft...·iw.t�

AOORA •
STOR1ll LOCALE .'

tempo spiacevoli visite.


Una di tali, sicuramente poco gradite visite,
interessò nel 1521 i nostri luoghi:
Quando vinniro li fusti a la Manganaria
T�M
tcrrnrft ilei Item nola comu in lo anno prediclo (1521)
Tun:h, de mense julii die vero XVII mensis
eiusdem, die jovis de mane ad hura di
malulini, in lo territorio di Yachi in la
contrata chamata di li Molina et di lo

�'r.".,.. ..:./", "


..
Manganaria calaro chinco fusti di Turchi et
a la dieta hura misiro in terra di la banda
chamala Santa Anna certi Turchi, el li fusti
vinniro in lo porto di li Molina et li Turchi
fichiro terracsania et vinniro in li Molina et
Manganaria beni in ordini, et prisiro multi
genti et danni et piculilli per fina a numero
• '1' I�"to di trentatri pirsuni vel circa, et per fino a sei
11"1':/.7.. ....,,,,
... ,.<1<1
altri amacsaro infra homini et fimmini, et
di li Turchi lu ammacsato uno. Li altri si
inbarcaro cum la prisa. Di la qualcosa
venendo nova a la gitati di Calhania mulli
pirsuni a cavallo el a pedi andaro per dari
,.
assicurso, ma non li valsi pirchi di
continenti si inbarcaro el andarosindi,
verum chi inanli alcsaro una bandera per
Fig. 1 -l'incursione dri voliri fari reca ciiio, ma non loru di
turchi del 1521 aecordiu. ($)

Con queste poche righe il notaio catanese


Antonio Merlino (lo stesso che dieci anni
non dico il condurre una vita decente, ma dopo avrebbe redatto l'atto che sanciva la fine
anche a soprawivere. del dominio baronale e la reluizione a l
In quel primo scorcio di secolo, alle demanio della Terra di Aci) c i h a tramandato
ordinarie difficoltà di sussistenza si era anche la nuda cronaca di un episodio, significativo
aggiunto il pericolo dei Turchi che, non solo per la storia di Aci, che merita qualche
puntavano a fare razzia di beni ma, sovente e considerazione.
volentieri catturavano gli inermi abitanti delle A prima vista può sembrare una delle
terre depredate per vcnderli come schiavi nei tante incursioni di cui è costellato il lungo
mercati magrebini. Cinquecento siciliano, ma non lasciamoci
Era una fiorente attività da tempo ingannare dalle apparenze: l'episodio merita
effelluala senza eccessivi scrupoli anche dagli sicuramente un utile approfondimento.
"infedeli", come gli islamici chiamavano i Si potrebbe pensare, come inconscia­
cristiani, confermandoci, ave ve ne fosse mente si è portati, a considerare occasionali le
ancora bisogno, come lulla è relativo al incursioni di turchi e pirati, vale a dire che i
proprio punto di vista. Tale intenso traffico predoni non avessero normalmente un
portava ad un "jnlerscambio commerciale" di obiettivo preciso ma che si regolassero
notevole entità che, al solito, arricchiva taluni secondo opportunità, o necessità. Questo,
commercianti delle opposte schiere e che, in sicuramente per il nostro caso, non è per
ultima analisi serviva solamente, a parità di niente vero. I non graditi ospiti conoscevano
nussi, a "calmierare" ulterionnente il già irrisorio bene i luoghi e i sistemi di difesa, lo suggerisce
costo del lavoro. con sufficiente chiarezza la strategia usata.
Certo, per il popolo siciliano non era una
brillante prospettiva rischiare giomo per giomo II" hi conosce i luoghi (gli altri si devono
di morire per "ordinaria amministrazione" o per \.J accontentare della cartina di cui alla
invasione di turchi, corsari e barbareschi e fig. 1) sa che, l'insenatura di Sant'Anna è
pertanto, si badava a frequentare poco o niente collocata poco prima dell'approdo di Capo
i lidi della costa dove anzi si collocava qualcuno Mulini e che, la stessa risulta pressoché
dei più coraggiosi per vigilare ed avvisare in invisibile d a u n posto di guardia posto

CD AOORA
�., STORIA LOCALE

lateralmente all'attracco del Cal>O. I cinque in ogni caso da impedire ai cittadini di Catania
fusti sbarcarono i predoni proprio in tale luogo di accorrere in tempo. Il fatto che ad
perché erano sicuri di non essere awislali. Le intervenire furono i cittadini di Catania, peraltro
modalità dell'attacco sono, infatti, relativamente distanti dai luoghi, la dice lunga
caratteristiche di un'azione di sorpresa sulla precarietà dei sistemi di difesa della 7erra.
effettuala da un nemico che conosceva bene Nessun casale raggiungeva il numero di
luoghi, punii di awistamento e caratteristiche popolazione adeguato ad una risposta difensiva
del territorio. Anche le imbarcazioni usate, i efficace, né tantomeno il barone manteneva un
fusti, vascelli a remi più piccoli e quindi più numero di militari così numeroso da poter
agili delle galere, erano funzionali alla contrastare lo sbarco della piccola annata, è
strategia, pennellevano, infatti, di manovrare probabile, peraltro, che tra le sei vittime
con maggiore facilità sotto cQsta, dell'incursione vi fosse qualche sgherro del
destreggiandosi agevolmente tra scogli ed barone intento a controllare l'esazione dei
insenature che, da parte loro, contribuivano balzelli che alla Manganan"a si effettuava.
a rendere molto difficoltoso l'awistamento. Così gli aiuti provenienti da Catania, giunti
[[ luogo dello sbarco -il promontorio di S. qualche ora dopo l'incursione, non poterono
Anna- permelleva, peraltro ai Turchi, di non che assistere impotenti al veloce disimpegno
essere visibili da parte di vedelle localizzale dei navigli nemici che si allontanavano
nella vicina insenatura di Capo Mulini, mentre indisturbati dopo aver richiesto Ca chi?)
la rapida azione d'aggiramento da S. Anna un'improbabile trattativa per il riscallo dei
verso l'entroterra servì a tagliare le vie di poveri prigionieri.
comunica-zione impedendo che fosse dato Vassallo a CaI>O Mulini non fu un'azione
l'allanne. Le vedette situate a CaI>O Mulini si isolata. Qualche anno dopo fu la volta del cas.:"lle
videro così strette tra i vascelli che, una volta di Mascali, non senza, comunque, una
sbarcati gli armati a S. Anna, erano successiva fugace visita a Capo Mulini:
velocemente entrati nello sC(Jro e la Di ii fusll vlml/m in lo casale di Mascali
retroguardia della piccola armata che, ltem nolo como In anno prediclo X/li
verosimilmente, li neutralizzò tanto facilmente indicionis 1524, de mense seplembrls
quanto velocemente. L'obiettivo era d/e vero XVI mensis eisdem dle veneris
l'agglomerato dei mulini collocati poco de mane, in lo casale di Mascali ca/aro
distante dal Capo e la zona della ManganO/ia, (ridiclrl fusli di Turclli el mlslro In lerra
come abbiamo visto in quel periodo dell'anno circa quallroclrenlo pirsuni lo molino
molto frequentata; ma era soprattutto il all'arburl, el mldaro fino a 11.1 casali, cir­
pianoro antistante S. Venera al pozzo, dove ca m/gla dui inlro lerra el prlsiro infm
erano in corso gli apprestamenti per l'annuale IlOmllll domI; el plcllUl/lii circa oclallla
fiera di S. Venera e dove, è probabile, erano già plrsuIII. El declli scapparo, prlslro etio",
numerosi i mercanti alle prese con j preparativi Iucla lo roba, di modo chi diclo casali si
per poter l'indomani iniziare scambi e vendite. disabitao, el da poi inbarcati, v/lllliru a
Le loro mercanzie ed i loro denari erano i l lu porlll di li Mulina di Yachi sellcza
bersaglio principale dell'assalto. pagura alcuna, slectiro surli per fl
i lo
In funzione dell'obiettivo anche il giorno la lIocli el poi silldi alldaro, dicjiallo a/­
dell'incursione venne quindi accuratamente CUlli antichi chi ma; a lai loco vimliro
scelto. Il 17 luglio, giorno che precedeva fusti.!')
l'inizio della fiera, se da una parte, infatti,
assicurava già di trovare mercanti e Doveva ancora trascorrere mollo tempo,
mercanzie, scongiurava dall'altra, la presenza prima che Capo Mulini trovasse più efficaci
di un numero consistente d'uomini validi alle forme di difesa, nel frattempo divenne un
armi, la cui reazione poteva sicuramente bers.:"lglio potenziale dei raid turchi che però
rendere molto più difficoltosa l'impresa. non riuscirono più a sorprendere con la stess.:"l
Anche la quantità d'armali impiegati facilità i frequentatori dei luoghi vicini al
nell'incursione è significativa, infatti, le circa pericoloso scalo. [[ ritorno al demanio della
200 unità utilizzate erano sufficienti a Terro di Aci permise, infatti, di destinare alla
controllare oltre all'inenne popolazione che difesa del territorio, ed in particolare dello
comprendeva donne e bambini usuali sclwro principale di Capo Mulini, notevoli
frequentatori dei lavatoi della zona, anche le risorse economiche ed una maggiore
poche persone armate in quel momento attenzione. Anche la funzione strategica della
presenti nei luoghi. Sicilia nel frattempo mutava, diveniva questa,
Vincursione fu abbastanza veloce, tanto infatti, base di importanti operazioni militari.

ACìORA •
Munita di nuove fortificazioni, progellale diversi secoli. Per dirla con 8raudella grande
secondo i più moderni principi dell'ingegneria storia abbandonavo il Medile"aneo(�).
militare ed in grado di resistere alle anni da Cerio per i siciliani, se la grande storia
fuoco venne p re sidiat a, in quel tempo, da significava soprattutto lunghe e sanguinose
contingenti spagnoli composti da migliaia d i guerre, l'esserne abbandonali, tullo sommato,
soldati, mentre i suoi porti, adeguatamente non li rattristò più di tanto. Costituì invece un
rinforzali e protetti, accoglievano flotle gravoso fardello, l'endemica pirateria che
composte da centinaia di imbarcazioni colme danneggiava i tramci mediterranei ed impediva
di soldati e marinai pronti a partire per le il commercio con la riva africana del
svariate imprese militari in Africa, nel Levante, Mediterraneo, tradizionale e redditizio mercato
a Napoli. I b rav i siciliani non seppero chi di riferimento dei siciliani. Da allora l'isola fu
temere di più, se le ipoteliche ed occasionali terra di frontiera: colonia dimenticata di un
razzie turche, o le ben più reali e continue Iml>ero, quello spagnolo, in lenta agonia.
vessazioni cui erano so ttoposti dai "salvatori " Da quel momento la difesa dell'isola gravò
spagnoli. Tanto che spesso, forse essenzialmente sui siciliani mentre, da parte
rassegnandosi al male cercavano di liberarsi loro, i turchi si servivano per la guerra di corsa
co n la forza del rimedio, dando vita a d di pirati e barbareschi. Dovette così
improwisc quanto cruente rivolte che spesso necessariamente nuovamente mutare la
I>ortavano a carneficine da ambo le partj(1J. strategia difensiva dell'isola che da allora si basò
Ne sanno qualcosa gli abitanti della Terra su un triplice sistema integrato di torri
di Aci, che nel 1570, esasperati per i ripetuti d'avvistamento, di milizia territoriale e di
soprusi, reagirono contro i soldati spagnoli cavalleria leggera. I posti d'awistamento, sparsi
forzatamente alloggiati nei loro casali ed in su tutto il litorale dell'isola, erano nornlalmente
men che non si dica ne fecero macello. fonnati da quattro uomini, avevano il compito
Pagarono un altissimo prezzo in sangue ed in in caso di scandalo di inimichi di segnalarne la
denaro: ben diciassette di loro vennero loro presenza alle stazioni successive tramite
impiccati e le loro leste inviate a Palermo fuml.l di jOl71u e foCII di nocti mentre alcuni
servirono di macabro monito per tutti i soldati a cavallo davano l'allarme alle milizie
siciliani. Alla fine, solo un'ingente somma che, territoria li(,ol. Avveniva spesso così un
peraltro, gravò sulle casse comunali per ben �grazioso minuetto" tra torri d'awistamento
Ire lustri, riuscì a calmare la sele di vendetta e milizie armate che da terra, individuate le
di una giustizia più che mai cieca. imbarcazioni corsare, ne seguivano il
percorso marino passandos i torre dopo torre
a vittoriosa battaglia di Lepanto i segnali d'allarme e abitato dopo abitat o la
L
(1571)
�e la successiva perdita di Tunisi (I 573) vigilanza ed il presidio del proprio territorio,
s ignificar ono lo spartiacque per le grandi mentre dall'allra, in mare, il naviglio nemico
imprese nelle acque del Med it erraneo : non costeggiando cercava l'approdo favorevole
più grandiose azioni militari, non più micidiali per sferrare l'attacco.
scontri tra centinaia di navi, non più costose Tali UballetW certo non costituivano un
quanto effimere conquiste africane, ma da sano e apprezzato divertimento per la
allora s ol o operazioni di basso profilo, d i popolazione giacché, particolarmente nel
�polizia di mare" che servivano a d allentare tempo in cui il mare era propizio, sovente per
la presa dei mussulmani su una Sicilia ormai oltre sei mesi l'anno, ricorrenti erano gli allarmi
sprovvista di contingenti stranieri e soprattutto e pesanti i costi sostenuti da una popolazione
di munite nottelSJ• che doveva abbandonare luoghi e lavori
Sino a quando nel 1581 Turchia e Spagna, agricoli spesso per svariati giorni.
consigliate da altre più pressanti faccende, Per difendere il loro territorio gli abitanti
concordarono una tregua che ripetutamente della
rinnovata sand, di fatto, la fine del confronto un litorale lungo ben ventiquattro chilometri,
cristiano-mussulmano. D a allora le forze per ciò fare utilizzavano sette punti
presenti nel Mediterraneo vennero d'awislamenlo Tali I>osti di guardia, dapprima
.

gradualmente ritirate per essere impiegate, le costituiti da piccoli casotti di legno e 1><1glia,
turche, contro la Persia, e le spagnole sul fronte nel 1627 furono fortificati con la costruzione
atlantico e nord-europeo. di garitte di robusta muratura. Le garitte
[I Mediterraneo, lasciato dalla grande alloggiavano quattro uomini che si
guerra, scivolava così nuovamente verso quella alternavano nella vigilanza, mentre soldati a
"guerra inferiore" - come è stata definita la cavallo facevano la spola Ira queste per
pirateria - che lo avrebbe travagliato ancora per r a c c o g l i er e eventuali allarmi. Appena

Cl AGORA
. STORIA LOCALE

avvistato il nemico, le guardie a cavallo, i


cosiddetti cavallari davano l'allarme cd al
suono delle campane delle chiese, la popola­
zione della 1(m-a veniva chiamata alle armitll).

L
a Terra di Aci aveva subito nel corso
� del Cinquecento importanti cam­
biamenti socio-economici. Riscattata dalla
servitù baronale era caduta solto gli artigli
. .
rapaci di potenti famiglie catanesi da sempre
presenti nel territorio. Lentamente, favorito da
.
'
..
un prodigioso incremento della popolazione,
si era fatto strada un patriziato locale di nuova
formazione cile, esautorando progressiva­
mente le famiglie catanesi, riuscì a . '
,
conquistare il controllo del territorio nei primi
decenni del Seicento. . .
Significalive variazioni erano nel ' h '� .J'
"
.. � . .)�

. ....... �! I---(�'.1.".
frattempo, intervenute anche all'interno della .=
",
struttura sociale della Terra. Un casale, quello .... ' - . r
." ........ ,f
di Aquilia (l'alluale centro storico di Acireale),
aveva preso il sopravvento su tutti gli altri e
dal suo turbinoso sviluppo era nato un grosso
... 7-�\ .�'i.. ,;_.

agglomerato urbano costantemente intento


TOltt s...I.MiI.
a brigare per prendere il sopravvento sugli altri ,
casali che, da parte loro, an�he se ognuno per
lor conto, cercavano in tutti i modi di difendere
autonomia e prestigio.
Il vertiginoso incremento demografico
aveva alla fine favorito Aquilia una volta il
casole più picchiolo che si avviava così a
divenire, nel primo scorcio del Seicento, il
nucleo urbano d i riferimento di tu Ilo il
territorio(12). La nuova distribuzione territoriale
della popolazione con la formazione di un
nucleo urbano vicino al mare, comportò
anche la necessità di una diversa strategia
difensiva del territorio. acque da tali esigenze
Fig. 2 • Glnala blllsliC1l dfl�
il forfe del Tocco che, attestato sul costone , bocchf di rlJOC:o posll' nfl
lavico, difendeva, dominando il vasto specchio prnld! armll! delil' marlnf di
di mare antistante, la popolazione di Aquilia. Ad

Era tuttavia sempre Capo Mulini sclwro


"
principale di Aci la località che andava difesa
con maggiore allenzione. L'approdo aveva,
infatti, una funzione strategica determinante
poiché consentiva di poter disporre di una avvistamento del naviglio nemico ed in un
darsena protetta capace di accogliere i navigli precoce avvertimento di eventuali sbarchi.
che, con il piccolo cabotaggio, assicuravano i Come dire una difesa essenzialmente passiva
collegamenti dell'isola. Gli itinerari marittimi che se da una parte allertava la popolazione,
assumevano, infatti, una funzione vitale per i dall'altra non aveva immediata possibilità di
collegamenti isolani essendo preferiti, contrastare il nemico se non a sbarco avvenuto.
nonostante il pericolo rappresentato dalla L'inversione di tendenza si ebbe con la
pirateria, alle insufficienti, tortuose e disagiate costruzione di torri munite di bocche da fuoco
frazzere isolane. in grado di bloccare i tentativi di sbarco. Tali torri,
collocate in punii che permettevano la
in ai primi decenni del '600, la difesa copertura della costa in funzione della gittala
S
. del litorale acese si risolveva, come utile dell'artiglieria che alloggiavano, consenti­
abbiamo visto, solamente i n un pronto rono anche una difesa più attiva a tutto

AGOH,4 �
STORIA LOCALE •

vantaggio delle numerose piccole imbarcazioni dello piano IJersona veruna forchè sOlto il
che naviganQo sollo costa assicuravano j campanile di matina el il giorno abbasso
collegamenti dell'isola. Jbtevano, infatti, queste Sollo alcune appennate di piccole caselle et
navigare con relativa tranquillità godendo della c0l1e che vi sonno ad un lato di detto piano
protezione sotto costa dei cannoni e dei mortai et anco non teni alcuna comodità di acque
situate nelle torri. Il sistema difensivo trovò sorgenti cile per be,l! si mandano a pigliOll!
completamento nei primi decenni del Seicento, 0110 ri/Xl del mare 1... 1
quando alle Ioni di S. Anna ed Alessandrof1o, si
aggiunse il forle del Toc co che insieme al Nella relazione il duca analizza con evidente
Castello di Aci chiudeva i due estremi del competenza la darsena del Capo ed i sistemi
sistema. Il resto della costa settentrionale di difesa esprimendosi in questi tennini:
(all'incirca da S. Tecla, dove arrivava la giUata 1 .•. 1 conforme per delte precalendate let­
dell'artiglieria posta nel Tocco, sino al torrente tere mi viene ordinalo et andato a rico­
di Mangano estremo limite del territorio di Aci) noscere il disbarco con alcuni
non ebbe mai posti fissi d'arliglieria, gentilllOmini capi llelli quarteri
probabilmente perché meno popolata. dell'Aquilio ponendoci in una feluga et
Due dei quallro punti di difesa muniti di misurato l'aflezza dell'acqua che è nel
artiglieria erano situati in prossimità della rada capo delli molilli {iII tal modo chiamato
di Capo Mulini (la torre di S Mna e la tonl! degli da essi} riconobbi lo difficoltà grandi che
Alessandrano - ce ne siamo occupati nel IlOv;rebbe lo ;nimlco volendo tentar di
recente lavoro Acque, ruote e mulini nella
w poner genli in lerra per essere quel mare
Terra d i Aci"); l'artiglieria presente in questi, quasi tullo pieno di scogli coverl; dall'ac­
insieme con quella del Castello di Aci qua el anco che sia ca/X1ci iII alcuna par­
pennetteva una sufficiente difesa dell'approdo. le di (ricevere) galere sia composta al
Una attenta descrizione di Capo Mulini e dei grecale che in detti mari sol fare danno
suoi sistemi di difesa ci viene data in una notabile.
relazione del primo Seicento. Il documento è Giunslmo sino ad una piccola ;saletta la
particolannente significativo poiché l'estensore quale con il capo della torre di S.ta Anna,
è un waddettoailavori"; si tratta, infatti, di: "Don nuovamente fabbricata el finita da llui
f"rancesco Lanario Duca di Carpignano alln; a questa parte per securezza di del­
Cavoliero dell"habito di Calalrava del consiglio lo dlsbarca, fannano una conca seu scaro
di guerra di sua Maestà nello stato di Fiandra di mare et Ira dello capo et isoletta pre­
Capitano d'arme a guerra della cillà di Catania della vi è da un miglio incirca di distanza
per tullo Tavormina loro costrilli coste el mO/ine alla ripa llel quale vi è ulla abboTlda"za
sopra intendente generale delle fortificazioni et di vari et grossi sassi che remlino
fabliche di essa città di Catania" in quel periodo difficul!oso li poner genli in terra non
dimorante a Catania con l'incarico di rivedere senza gran pericolo con schifi (piccole im­
le fortificazioni della città. barcazionI) essendo quasi impossibile ap­
Il compito gli era stato affidato dal Vicerè prossimarsi galere per far preda e l
per sedare un acceso conflitto, tra gli abitanti di trallenervisi.
Aquilia e gli altri casali, vertente sulla Oltre che detto spazio seu conca di mare
collocazione della fiera franca che i primi, posto come mecza luna non solo viene
servendosi di motivazione in parte pretestuose, SCOtlel10 et guardala da della tOlTe di Snta
volevano spostare nella loro piazza principale, Anna ma anco del castello di laci nel quale
a quei tempi ben lontana dall'armonioso vi è un pezzo chiamato sacro che lira quasi
barocco che attualmente la caratterizza, se il un qual10 di miglio più auanti detta isola che
Lanario nel medesimo documento così la è un capo di delta conca di mari el di una
descrive: altra torre vicino di Sia Anna situata nel
1 .. 1
. la piacza dello dello quorteri della mezzo a man sinistra del disbarco pretenso
Aquilio situata inanti lo matri ecc/esia, delli giurati delli qU0l1eri dell'Aquilio lo quale
conobimo chiaramente esser loco molto tonl! è del barone di Lal1nicci di Calania et
caldo essendo scovel10 et esposlo al sole di vi è un peczotto che sparando passa quel
ogni parte senza alcun reparo di casi ne loco dove giungi il pezzo del castello di laei.
respiro di venti per il che nella maggior pw1e El essendoci da 1I0i conosciuto quel che
del giomo vi sia fisso il sole et vi manca aura si dovla dalla parte di mare detenninamo
di venlO et lo rende caldissima el quasi in dello capo di riconoscere il camino che
impraticabile in questi tempi come potrebbe fare l'inimici per assalire lo so­
pll!sentemente non ci si vede assistere in p r a decla Fera d i S.ta Vennira, et

� AOORA
,.: STORIA LOCALE

relrovamo essendosi in delto capo uniti i provenienti da tutto il Regno, rendeva i luoghi
quatlro giurati el molti persulIl di molto appetibili ai corsari.
considerattioni di lutti i quarterl /n detta Il sistema difensivo di Capo Mulini si
ripa del mare sudetto essirci molli casel­ mantenne pressoché immutato sin al J 674
le "abitale da persone che fanno matto­ quando fu necessario potenziarlo durante la
ni et ch/oram/dl et stanno armali con rivolta di Messina. Ma è questa una vicenda
archibugi li quali chiaramente si conosci che merita di essere analizzala a parle in una
che servillo per guardie di detto loco ol­ prossima occasione. •
tre le astarie el altre habilallionl che pre­
sentemente vi sono el di più li forasteri
et viandanti che con filughe el altri gene­ l-

-
re di barche che ordinariamente vi soglino
capitare el in nostra presenza ni
,
sopravenniro due per non poter passare
Inante per lo forte grecalala Il che vlen
fomlUta quasi una continua habitatione
,...
,

bellchè picclola d'onde ci Incamlnamo per


lo istesso camino che dai predelti giurati
et gentilhominl ci fu anteposto et mostra­
lo per giungere nello foca di detta (era el
relrovamo detto camino esser di spada
d'un miglio et un Quarto incirca di salita
et in alcune parti plano et n
i altre sasso­
so et montuoso ave Quasi per detta strata
è poco distanti d'essa vi si retrovano da
decl et selli molinl d'acque l!abitali
ordinariamenti da molti genti per Il ron­
corso di macinare et In ciasclleduno d'essi
vi stanno dul IIomini assunti et armati
ron archibugi et alcuni di detti mol/ni elle
stanno collocati in lochl eminenti nella
strata sudetta appariscono e possano ! () � liE D : S I\ N ��
V't'().t..:.t u. lk,i!c. pC'!.. Co "b \ "t'�",,"H�ICJ
servire per fortificazione inrecolata
(militarmente non regolari) dalli Quali
può essere facilmente offeso l'lnimlco CO"
pochi genti stando ( I mulini) a cavaleri NOTE
et domnando
i i passagieri. ( ... )(131•
t) Per la descrizione dci confini ci serviamo di: G. A. FlLOTEO DEGLI OMODEl,
La descrizione del Lanario evidenzia Descrizione (Iella Sicilia del secolo XVI, in OpereSloriclle inedite .. . , a cura di G.
l'efficace integrazione del sistema e ci permette DI MARZO, Palenno 1826, p. 8 1 , e di alcuni documenti dell'Archivio Storico
di osservare come i punti muniti di artiglieria Comune di Acireale (ASCA).
2) G. A. FILOTEO DEGLI m.10DEI, Descrizione . . . ciI. p.8t
trovavano vicendevole integrazione. L.:artiglieria
3) Vedi il mio recente lavoro: $ARO BELLA, Acque, Ruote e Mulini /Iella 'Ierra
di S. Anna incrociava, infatti, il proprio tiro con
diAci, Catania 1999.
quella del Castello nell'assicurare una copertura
4) Trallo l'argomento nel mio lavoro: SARO BELLA, S. Hmera al fuzzo:
balistica di lunga gittata, mentre la torre degli L'ospedale, in Lògos n. IO, Acireale 1 996.
A1essandrano, armata di bocche da fuoco più 5) V.EPIFANIO A.GULLI, Cronaca Siciliana del secolo XVI, PA1902, p. 63
piccole contrastava eventuali vascelli che, 6) lvi p. 79
scampati al fuoco incrociato, tentavano di 7) DOMENICO LlGRESn, L'oryanizzazione militare del Regno di Sicilia tra
Cinque e Seicento, in Governo e territorio nella Sicilia Moderna Saggi, Catania
penetrare nella rada. La popolazione
199,p.57.
residente, in particolare gli uomini armati
8) lvi j). 74
stanziati nei mulini, costituiva una prima forza 9) FERNAND BRAUDEL, Civiltà e imperidelMeditclTU/leo nell'età dififippo fi,
d i pronto intervento nell'attesa che dal
retroterra giungessero forze più consistenti.
L.:obiettivo a distanza di un secolo era i n
3 ediz. Torino 1986, p.1274
IO) ASCA, Governo Generale 001. Vdi Guerre Fan/i Torri Guardie . f. 34.
I l ) TQMMASO PAPANDRfA;La Torre di San/Anna. COn/ribulo alfa storia di
.
Acireale, in MAtti e Rendiconti dell'Accademia Dafnica di Scienze Lettere ed
ogni caso l o stesso: difendere Capo Mulini ed
Arti in Acireale voI. V anno 1 897, p. 207
il suo retToterra, in particolare durante lo
12) SARO BELLA, Acque . . . op. ciI., pago 80.
svolgimento della Fiera Franca di S. Venera,
13) Il documento si trova in divcrsi archivi: nell'Archivio Stato di Palermo,
evento che attirando nella zona gli abitanti di nell' Archivio di Stato di Catania ed anchc, in fonna mutila e poco correta,
t
tulli i casali della Terra e ricchi mercanti preSSO l'Archivio Comunale di Acireale.

/l ool/A •

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