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Volume : 2 Numero: 30 Data: Giugno 2011 Sede: Gruppo Alternativa Liguria Di: Asta Paolo, Martini Claudio

Alternativa news
In collaborazione con: Megachip

IN QUESTO NUMERO
1 Una vittoria grande e vera Di: Marino Badiale [ pag. 1] 2 Vittoria! Ma non finisce qui Di: Fabrizio Tringali [ pag. 1] 3 Aule come scatole di sardine. Ma i ragazzi non sono i puffi n i nani di biancaneve Di: Gesualdo La Porta [ pag. 2 ] 4 Scuola 2011. La fine il suo inizio: lalternativa Di: Michele Maggino [ pag. 3] 5 Alternativa: scuola statale, la grande riforma Di: Alternativa (Bontempelli e Bontivoglio) [ pag. 3/4/5/6] 6 Cina, la moratoria sulla pena di morte e quello strano silenzio dei media Di: Gennaro Carotenuto [ pag. 6 ] 7 I giovani siciliani si sono rotti. La rivolta delle forchette spezzate Di: Giuseppe Pipitone [ pag. 7] 8 Piccoli homo videns crescono. la pubblicit e i bambini Di: Massimo Ragnedda [ pag. 7/8 ] 9 Banche, imprenditori e fiat entrano nella scuola pubblica Di: Marco Barone [ pag. 8 ] 10 LItalia e la sindrome della regina rossa Di: Pierluigi Fagan [ pag. 8 ]

Una vittoria grande e vera


di Marino Badiale*

Vittoria! Ma non finisce qui


di Fabrizio Tringali - Alternativa.

Nonostante lo spostamento del voto in estate


e l'oscuramento da parte dei media, il quorum stato raggiunto. Si tratta di un grandissimo successo, in buona parte dovuto al lavoro dei comitati di cittadini che hanno informato e coinvolto pi di 25 milioni di persone, convincendole a recarsi alle urne per difendere la loro salute, i beni comuni e la legalit. Festeggiamo. Ma non abbassiamo la guardia: la battaglia appena cominciata. E diventer molto pi dura di quanto non sia ancora stata. Da domani, tutte le forze che hanno appoggiato strumentalmente i referendum allo scopo di dare un'ulteriore spallata al governo, torneranno alla carica per riprendere politiche di devastazione dei territori e di privatizzazione dei beni comuni. Caduto Berlusconi, cercheranno di sfruttare, anche sul piano nazionale, l'effetto Pisapia: facce pulite per fare il lavoro sporco, tagli ai servizi e alle pensioni, attacco alle condizioni di lavoro, grandi opere utili solo alla speculazione privata, guerra. Continueranno a raccontare la stessa menzogna: che queste scelte sono inevitabili. Che abbiamo bisogno di sviluppo, crescita, competitivit. Il successo di oggi un primo segnale che cresce il numero di persone che non crede pi a questa menzogna. Sviluppo, crescita e competitivit servono solo ai pochi che si sono arricchiti anche durante la crisi. E che hanno in mano le leve della decisione politica e dell'informazionecomunicazione. Per impedire loro di realizzare certi progetti non basteranno i movimenti. Occorre organizzare una forza di opposizione politica che metta al centro della sua azione la partecipazione popolare alle scelte politiche, e la costruzione di un sistema di informazionecomunicazione indipendente dalle forze politiche ed economiche.

Il raggiungimento del quorum e la vittoria


dei S ai referendum sono una vittoria vera, una vittoria grande. La prima vittoria, da decenni a questa parte, ottenuta dal popolo italiano contro la follia del neoliberismo e del capitalismo assoluto. Ringraziamo per questa vittoria tutti i militanti, le associazioni, i cittadini e le cittadine che in questi mesi, in questi anni hanno impegnato le loro energie, il loro scarso tempo, i loro pochi denari in questa battaglia di civilt e di giustizia. Alternativa felice di essere oggi assieme a tutti loro, a tutti quelli che hanno lottato per questo risultato. Siamo felici di poter dire che abbiamo fatto la nostra parte. La lotta per la difesa dei beni comuni solo iniziata. Sar una lotta lunga e difficile. E' probabile che una certa percentuale dei s venga da chi voleva soprattutto dare una spallata a Berlusconi. Ed probabile che, cambiato il contesto, in altre situazioni saremo costretti a contrastare chi oggi era al nostro fianco. A partire dalla Val di Susa. Noi continueremo la nostra lotta in difesa dei beni comuni, dei territori, dei diritti di tutti ad un lavoro, alla scuola, ai servizi sociali. Questa vittoria ci d maggior forza. E' compito di tutti non disperderla. *Marino Badiale - Segretario Nazionale Laboratorio Politico Alternativa

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Aule come scatole di sardine, ma i ragazzi non sono i Puffi n i nani di Biancaneve... - di Gesualdo La Porta idocentiscapigliati.com.

Dopo

il DPR 81/2009 che indica le direttive per il numero di allievi per classe, necessario un grande impegno agonistico per sopravvivere allinterno di unaula satura come una scatola di sardine.Una maschera antigas per le scuole medie inferiori e le prime classi della superiore potrebbe salvarvi la vita dal fetore nauseabondo dellaria compressa tra i banchi. Il vecchio saggio prof. Vigna ci disse: Due cose puzzano pi di ogni altra cosa, il cadavere di un topo di fogna morto accidentalmente tra i cuscini del vostro divano nuovo e le scarpe da tennis di uno studente di scuola media talassofobico.... Prendiamo per vere le parole del saggio professore, avendo come testimone il nostro povero naso. Se proprio non resistete allolezzo, bene ingerire un antiemetico verso la seconda ora (orientativamente alle 9 del mattino). Ma la questione non connessa ovviamente alla sola igiene personale. In Italia stato stimato che oltre il 50% degli edifici scolastici stato costruito prima del 1960, si legge in un importante studio del Ministero dellAmbiente, e la concentrazione di inquinamento cosiddetto indoor cos alta che di fatto pi pulita laria in strada che in aula. Durante il giorno una popolazione eterogenea (insegnanti, personale scolastico, alunni) e gruppi vulnerabili (per esempio soggetti allergici e asmatici) trascorrono molto tempo insieme in spazi pi piccoli rispetto a un normale ufficio in termini di densit abitativa per superficie. In Italia, secondo i dati ISTAT (2007-2008), i complessivi 6.212.781 alunni di asili, elementari e medie sono ospitati in 307.074 classi insieme a 50.767 insegnanti. Varie sono le sostanze potenzialmente tossiche e allergizzanti in ambiente scolastico (vedi schede tecniche in allegato), tra queste possiamo elencare alcune fonti indoor come materiali didattici, da costruzione e di arredo, detergenti chimici, nonch muffe e pollini presenti negli spazi esterni dove i bambini giocano e spendono il loro tempo libero. Una inadeguata gestione degli ambienti interni ed esterni alla scuola di per s un ulteriore fattore di rischio: per esempio tempi e modalit delle pulizie e dei ricambi daria di aule, palestre, servizi igienici, biblioteche, laboratori didattici. Un altro elemento da non sottovalutare linterazione indoor-outdoor, ovvero linfluenza dellinquinamento esterno sullambiente confinato. La qualit dellaria nelle nostre scuole, non dipende solo

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dalle sostanze che dalle strade piene di automobili e camion entrano nelle aule, ma anche da quelle liberate dai mobili, dalle vernici e dai prodotti che usano i collaboratori scolastici per la pulizia. Inoltre umidit, cattiva ventilazione e caldo fanno aumentare anche altri allergeni come acari, muffe e pollini, oltre a provocare laumento della concentrazione di alcuni inquinanti chimici volatili. Problemi olfattivi e polmonari a parte, la difficolt pi grande consiste nella qualit generale degli edifici scolastici, perlopi vecchi e pericolanti. una questione seria, sottovalutata, che implica una riflessione profonda e la necessit di un intervento massiccio e repentino.Tutti noi abbiamo ancora in mente la recente tragedia di Rivoli, in cui perse la vita un ragazzo di 17 anni. Nonostante i comunicati ottimistici del ministro Gelmini, che il 29 aprile 2010 dichiarava trionfalmente lo sblocco di 350 milioni di euro a favore del piano straordinario del Miur per la messa in sicurezza degli edifici scolastici, il 5 Ottobre dello stesso anno che l80% del patrimonio edilizio scolastico italiano stato oggetto di sopralluogo, e il 12 Novembre che sono stati assegnati allistituto [il Liceo Darwin di Rivoli, ndr] 100 mila euro per gli interventi pi urgenti. Successivamente stato deciso un finanziamento ad hoc di 3 milioni di euro, non c ancora, purtroppo, da stare tranquilli.Ancora recentemente si registrano incidenti decisamente gravi. A gennaio 2011, nel giro di due giorni, nella Scuola Elementare Giovanni Verga di Serradifalco (CL) crollata a mezzogiorno unintera ala delledificio alto tre piani e nella Giuseppe Tomasetti di Roma ceduta parte del solaio e lintonaco del soffitto in una classe. La fatiscenza degli edifici scolastici italiani produce, come abbiamo visto seppur brevemente, due rischi gravissimi: linquinamento indoor e la possibilit del crollo. La pericolosit della situazione amplificata dal fatto che nelle classi ci sono ormai troppi alunni. Alcune classi sono come scatole di sardine in cui i ragazzi che non sono i Puffi n i nani di Biancaneve sono praticamente incastrati in spazi ristretti e i docenti hanno al posto della cattedra un piccolo banco. Tutto ci deriva anche dalle politiche per la scuola degli ultimi anni. Per risparmiare si aumentato il coefficiente di alunni per aula mentre la normativa esistente in materia di sicurezza e agibilit dei locali scolastici [10] quantificava gli spazi necessari per poter svolgere tranquillamente lezione in 1,80 metri quadri netti per la scuola dellinfanzia, primaria e secondaria di I grado e 1,96 metri quadri netti per le scuole secondarie di II grado. Addirittura

Addirittura nel D.M. n.218 del 26 agosto 1992, al punto 5 (Affollamento) recita: Il massimo affollamento ipotizzabile fissato in: aule: 26 persone/aula. Qualora le persone effettivamente presenti siano numericamente diverse dal valore desunto dal calcolo effettuato sulla base della densit di affollamento, lindicazione del numero di persone deve risultare da apposita dichiarazione rilasciata sotto la responsabilit del titolare dellattivit [] Contro il proliferare di classi pollaio sono state proposte numerose iniziative, dalla raccolta di firme di alcuni docenti modenesi alla class action del Codacons. Noi il 16 Maggio 2010 pubblicammo un breve articolo sul nostro blog e questa fotografia: La didascalia recitava: ipotesi di classe prima Liceo Linguistico anno scolastico 2033/34 (modello gelmONTi).... Ipotizzare uno scenario del genere non poi azzardato se consideriamo che sono ormai tantissime le aule sovraffollate oggi in Italia. A Novi Ligure, nellanno scolastico 2009/2010, i ragazzi della II B dellItis Ciampini si ritrovarono addirittura in 44. Per lex ministro Castelli, intervenuto tempo fa nel programma di Santoro Annozero, tutto questo sembrerebbe assolutamente normale: mi venuta in mano laltro giorno la fotografia di seconda elementare dove ci siamo io e Formigoni... Sa quanti eravamo? ERAVAMO 44!. Se continuiamo di questo passo nel 2033 ci saranno classi di 200 persone e nel 2050 di 500. Dovremo allora sperare di avere adolescenti alti 30 centimetri.

SCUOLA 2011, LA FINE IL SUO INIZIO: L'ALTERNATIVA -

di Michele Maggino - Megachip.

L'anno scolastico 2010/2011 sta per concludersi. stato un anno difficile, contrastante, travagliato che ha visto proseguire la politica
scolastica di tagli alla scuola pubblica statale ma che ha visto anche il risveglio di iniziative di contrasto da parte delle varie componenti (insegnanti, ricercatori, genitori, studenti), su vari fronti, con azioni originali e proteste creative che hanno mantenuta viva l'attenzione dell'opinione pubblica nei confronti delle problematiche scolastiche. Le vacanze arrivano, come sempre, al momento opportuno per permettere a tutti di riposarsi, di rifocillarsi, di ritemprarsi. Ecco, per: il prossimo anno scolastico si preannuncia con problemi uguali (se non peggiori) a quelli attuali e forse proprio il caso di non mollare la presa, nemmeno durante le vacanze. Alternativa ha pensato dunque di dare il proprio contributo in vista di un rinforzo degli strumenti di analisi e di contrasto rispetto alle azioni debilitanti e destrutturanti della scuola pubblica statale italiana; ha pensato di farlo presentando una proposta quadro di riforma della scuola. Tale proposta stata elaborata all'interno del Gruppo Scuola e Universit di Alternativa. Ovviamente si tratta di un abbozzo, di un primo delineamento dei tratti distintivi principali di una scuola che voglia essere davvero alternativa all'attuale tendenza, che vede il campo scolastico ridursi ai processi produttivi (quella che viene definita come l'aziendalizzazione delle istituzioni scolastiche). Offriamo dunque questo documento a tutto quel pubblico realmente interessato a fornire un rinnovato solido slancio di seriet e di identit forte alla nostra scuola pubblica statale. La proposta vuole essere di stimolo al dibattito ed ovviamente aperta ai consigli e alle proposte di integrazione e modifica di quanti vogliano davvero contribuire a contrastare l'andamento negativo che sta portando lentamente allo snaturamento e alla distruzione progressiva di questo fondamentale organo pubblico, vitale, costituzionale, cos come era nella visione di Piero Calamandrei ed nella nostra. Nota: per intervenire al dibattito con commenti e proposte, possibile inviare i propri contributi al seguente indirizzo di posta elettronica: redazione@megachip.infoe indicare l'oggetto: Proposta quadro di riforma della scuola.

Alternativa: scuola statale, la grande riforma


1. La scuola moderna nasce in Francia, con la legislazione della Convenzione del 179295, e si diffonde in Europa tra lultimo scorcio del Settecento e i primi due decenni dellOttocento (in Italia con la legge Moscati-Paradisi del 1802), come istituzione nazionale, statale, laica, con il compito di fornire agli individui gli strumenti culturali per comprendere ed esercitare i diritti di cittadinanza. Questa la concezione della scuola che, con contenuti e metodi ovviamente aggiornati allorizzonte storico attuale, dobbiamo ancora oggi difendere in modo intransigente e coerente. Premessa alla Proposta quadro di riforma della scuola pubblica statale 2. Allo stato delle cose la scuola pubblica tale solo formalmente: la cosiddetta autonomia ha trasformato ogni singolo istituto in modello privatistico-aziendale, cos come, allopposto, la scuola privata, stata di fatto trasformata in scuola pubblica. Al di fuori di un sistema nazionale della pubblica istruzione non rimane, entro le dinamiche integralmente capitalistiche della societ attuale, che deculturizzazione di massa, passivit mentale generalizzata, pragmatismo impoverito. 3. La concezione di un sistema nazionale della pubblica istruzione traduce in pratica, a livello di scuola, il dettato dellarticolo 3 della Costituzione sui diritti egualitari della cittadinanza integrativi dei diritti universali delluomo tutelati dallarticolo 2: tale articolo esige la rimozione, da parte specificamente dello Stato ( compito della Repubblica rimuovere), degli impedimenti alleguaglianza dei diritti dei cittadini ed alla loro partecipazione alla vita democratica del Paese. Tra gli impedimenti di natura sociale devono essere annoverati la deprivazione culturale prodotta da determinate condizioni ambientali, familiari, di reddito, urbane e di induzione pubblicitaria. 4. Esistono oggi tendenze, nella sinistra anche radicale, a valorizzare innovazioni introdotte nella scuola negli ultimi decenni, non importa qui se reali o finte, con lo scopo dichiarato di rendere la scuola pi democratica e al passo con i tempi: dallautonomia dei singoli istituti alle valutazioni mediante test, dalle risposte ad esigenze puramente localistiche allassunzione di tecnicismi spacciati per scientifici, dalla scomposizione dei gruppi classe a ventagli di nuove discipline attualizzanti e via dicendo. La diffusione di queste idee nella sinistra, spesso con il vacuo argomento che il sistema nazionale della pubblica istruzione sarebbe gentiliano, lennesima prova della necessit non pi rimandabile di superare la dicotomia storicamente datata di destrasinistra. Una vasta letteratura ha ormai dimostrato il carattere illusorio di tali innovazioni e gli effetti destrutturanti sullintero sistema. I fatti stanno comunque a dimostrare che, sotto la cascata di queste innovazioni, tutte le componenti della scuola e le sue dinamiche interne sono tragicamente peggiorate. 5. Chi sostiene queste innovazioni, ritenendo che i loro effetti negativi siano dovuti al loro uso ministeriale, e che possano venire riempite da contenuti di progresso, opera inconsapevolmente per una scuola destrutturata, in funzione di un addestramento al consumo e non di uneducazione al pensiero. 6. Quello per cui occorre battersi, cercando di mobilitare le forze disponibili dentro la scuola su pratiche di obiettivi, una scuola di contenuti di vero spessore culturale la cui assimilazione da parte dei giovani consenta loro di decodificare dal punto di vista sociale, politico, antropologico ed... esistenziale il mondo in cui si chiamati a vivere; si tratta di diradare le nebbie spiritualmente asfissianti delle false narrazioni mediatiche dei poteri costituiti, e di superare gli schemi esplicativi precostituiti al sapere. 7. A questo scopo la scuola, proprio perch diretta a nuove generazioni senza memoria collettiva, abitanti di una societ senza radici, dovr darsi un asse culturale di tipo storico: ci significa la storicizzazione di tutti i suoi contenuti, non soltanto specificamente storiografici, ma anche scientifici, tecnici, artistici e letterari. Per definire gli itinerari didattici di una simile storicizzazione occorrer - come per tante altre questioni inerenti la scuola - un serio lavoro collettivo, culturale e politico. Alcuni spunti propedeutici a tale lavoro sono indicati nella Proposta di riforma che segue.

PROPOSTA QUADRO DI RIFORMA DELLA SCUOLA PUBBLICA STATALE


Per unidea regolativa di scuola pubblica statale nazionale Con questo scritto intendiamo proporre, anche attraverso lindicazione di obiettivi concreti, la prospettiva entro cui a nostro giudizio hanno un senso la discussione e il confronto sui temi della scuola e della formazione della giovent del nostro tempo. Il disegno del sistema-scuola che tracciamo come auspicabile non una possibilit concreta delloggi, dato che tutte le forze economiche e politiche dominanti, alleate con il prevalente senso comune, spingono in direzione opposta a quella qui indicata, ma serve ad indicare , appunto, la prospettiva entro cui muoversi. Quanti, magari,

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ritenendosi oppositori delle politiche scolastiche dei governi, condividono lidea di senso comune che la scuola debba istruire i giovani a proiettarsi nellagone competitivo, possono evitare la fatica di leggere quanto segue. Diversamente, con quanti concepiscono la scuola come luogo di educazione dei giovani attraverso il mondo del pensiero e della cultura, sar possibile una feconda discussione. Si potrebbe obiettare: se si ritiene che il disegno di scuola che segue non sia oggi concretizzabile, a che cosa serve parlarne? Serve a mantenere in vita unidea regolativa di scuola pubblica statale nazionale. Il fatto che tale idea possa vivere oggi soltanto sul piano teorico, non ne depotenzia la forza, perch mantenere in vita un criterio di giudizio razionalmente fondato lunico modo per cogliere gli aspetti difettivi dellattuale scenario scolastico (e non solo). Si potrebbe fare unanalogia con unipotetica riforma fiscale che realizzi davvero il dettato costituzionale promuovendo uneffettiva progressivit del prelievo tributario. Anche in questo caso si tratterebbe di unidea che oggi pu vivere solo sul piano teorico, perch non ci sono le condizioni storiche per realizzarla. Nessuno, per, riterrebbe inutile mantenere in vita lidea della necessit della giustizia fiscale, anche se esclusa dallattuale orizzonte storico. Sotto questo riguardo il mondo della cultura, gli intellettuali, gli insegnanti, e comunque quanti hanno a cuore il pensiero vivo e creativo, dovrebbero esser coscienti che la linea della resistenza (nel senso di preservare la possibilit di costruzione di un futuro diverso), passa anche attraverso la conservazione di idealit razionalmente fondate, anche quando queste sembrano del tutto oscurate dallorizzonte storico. Uno stupendo frammento di uno dei pi grandi filosofi dellantichit, Eraclito, vissuto anchegli in un frangente storico in cui sembravano persi alcuni fondamentali valori della civilt, e con essi la speranza di poterli rigenerare, ci ricorda che la giustizia e la verit spariscono definitivamente dallorizzonte umano, non tanto a causa delle contingenze storiche che le oscurano, ma ad opera del pensiero che si arrende ai fatti, e che non cercando pi n la giustizia n la verit le rende introvabili e quindi davvero irrealizzabili. Unultima nota ad evitare equivoci e sterili discussioni. diventato costume etichettare come difensore della scuola tradizionale chiunque critichi la scuola delle riforme e dellinnovazione, inaugurata da Luigi Berlinguer e portata avanti dagli ultimi governi di centrosinistra e centrodestra. Si tratta di una sciocchezza, ma talmente in uso che merita di essere liquidata sia pure in due parole. che si soliti chiamare la scuola tradizionale era ormai giunta al capolinea,

che in quella scuola i contenuti erano trasmessi in modo meccanico, arido, con formalismi insopportabili. Quella scuola, dunque, doveva essere radicalmente riformata, attingendo per i criteri della riforma dalla cultura e dal pensiero. Si trattava cio di rivitalizzare la scuola culturalmente e didatticamente, guidati da idee forti. Come sono andate le cose ormai lo sappiamo: stata imboccata la direzione opposta, attingendo i criteri della riforma da una sorta di aziendalismo caricaturale. Gli effetti (ampiamente prevedibili e previsti) sono sotto gli occhi di tutti, e se mai si potr uscire da questo immane disastro, non certo riproponendo una scuola morta.

Il sistema scolastico
Tre ordini di scuola corrispondenti alle tre fasi dellet evolutiva Un valido sistema scolastico dovrebbe ancora oggi rimanere articolato nei tre ordini di scuola elementare, media e superioresui quali sono stati originariamente edificati in Europa, sullonda della Rivoluzione francese, i sistemi nazionali della pubblica istruzione. Oggi, tutti dicono che la prima legge italiana sulla scuola stata la legge Casati del 1859, che ha predisposto il sistema scolastico nazionale nella prospettiva imminente dellUnit dItalia. Non cos. La legge Casati attinge, oltre che al modello prussiano di scuola (che portava limpronta di personalit della statura di Humboldt e di Hegel), alla legge Moscati-Paradisi del 1802, che per prima ha costituito un sistema nazionale della pubblica istruzione, concepito per la Repubblica italiana, uno dei nuovi Stati nazionali nellambito dellEuropa napoleonica. Essa, per prima, ha articolato la scuola in tre livelli successivi, corrispondenti a tre fasi dellet evolutiva, caratterizzate da distinte strutture cognitive che richiedono modi distinti e distinti contenuti di apprendimento- che non sono cambiate negli ultimi due secoli. Dopo linfanzia vera e propria c la fanciullezza ancora infantile, caratterizzata da un pensiero non in grado, se non scarsamente ed episodicamente, di superare nellastrazione limmediatezza delle percezioni e delle immagini; a questa fase corrisponde linsegnamento elementare. C poi una fanciullezza diversa, preadolescenziale, ancora emotivamente inglobata nelle dipendenze parentali, e quindi incapace di dislocarsi nella concretezza delle molteplici prospettive del mondo, ma vigorosamente capace di apprendere a compiere procedimenti astrattivi e a manipolare mentalmente entit formali; a questa fase corrisponde linsegnamento medio. Infine ladolescenza, in cui le astrazioni mentali diventano capaci di calarsi nella concretezza del mondo per adattarla

allidea, e di agire come riferimenti di ridefinizioni identitarie; a questa fase corrisponde linsegnamento superiore. La funzione dellesame di Stato al termine di ciascun ciclo scolastico Ogni ciclo scolastico dovrebbe terminare con un esame di Stato affidato a esaminatori esterni, quale forma di pubblico controllo delleffettivo raggiungimento delle finalit educative di quel tipo di scuola. In questi anni lidea gentiliana di esami di Stato conclusivi di ogni ciclo scolastico stata oggetto di continui attacchi, con due argomentazioni sopra a tutte: unidea da superare per il solo fatto di essere gentiliana (e questo rivela lacume dei critici) unidea da superare perch riflette unidea di scuola selettiva, mentre la vera scuola quella che porta tutti al successo formativo (la scuola di tutti e di ciascuno). Lesperienza di questi anni ha mostrato il contrario: la mancanza di esami, finalizzati allo scopo di cui si detto, si tradotta nel favorire prassi didattiche che hanno reso pi virulento quel classismo che si voleva eliminare. Se la scuola, infatti, fornisce titoli privati del loro valore sociale, se i suoi esiti sono espressione di percorsi parziali e incontrollabili, inevitabile che accada quel che accaduto, e cio che la selezione si sposti a momenti successivi alla scuola ed alla stessa universit, quando lo svantaggio dei ceti bassi incolmabile, perch si misura sullentit del patrimonio familiare e sul livello delle relazioni sociali che possono garantire laccesso alle professioni.

Un asse culturale elementare

per

la

scuola

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La scuola elementare quella da cui maggiormente dipende il successo o linsuccesso dellintero sistema di istruzione pubblica statale La scuola elementare (attualmente denominata primaria) quella da cui maggiormente dipende il successo o linsuccesso dellintero sistema di istruzione pubblica statale. Sulla trasmissione di saperi e valori di una civilt attraverso la sua scuola, oggi si esercita la doppia pressione destrutturante di uneconomia del profitto socialmente totalitaria e di una tecnica universalmente pervasiva. Perci, a parte leccezione di quei bambini che hanno la fortuna di vivere in un ambiente costruttivo e stimolante dal punto di vista cognitivo ed emotivo, il depauperamento intellettuale e morale, prodotto su scala di massa dallodierna societ del mercato e della tecnica, diventa un destino inevitabile se non vigorosamente contrastato dallinsegnamento scolastico a livello dellistruzione primaria e dellet infantile. Se linsegnamento elementare non incide adeguatamente sui bambini, questi non saranno in grado di interiorizzare i

contenuti della scuola media e ancor pi di quella superiore; essi finiranno cos per proteggersi da questa incapacit con lindisciplina scolastica, la distrazione mentale e la reazione di rigetto per lo studio. Quindi, soltanto degli individui che hanno ricevuto uneducazione elementare solida e strutturata sono in condizione di ricevere linsegnamento medio e superiore. Detto in altri termini, nel mondo di oggi, se listruzione elementare non consegue i suoi scopi, nessuna scuola funziona come scuola. Le quattro condizioni necessarie perch la scuola elementare possa assolvere il suo compito educativo La scuola elementare pu assolvere il suo compito di educare allapprendimento, se sussistono queste quattro condizioni. 1) In primo luogo la sua massima valorizzazione sociale, per riceverne sufficiente prestigio e cogenza agli occhi dei bambini, cos da disporre positivamente la loro attenzione verso limpegno per il sapere, a fronte della forza invasiva delle immagini televisive, dei giochi tecnologici e delladdestramento al consumo. Non si pu, per, fare opera di valorizzazione della scuola elementare senza richiedere ai suoi insegnanti un alto profilo professionale, e senza aver aumentato le loro retribuzioni, pi dei professori medi e superiori, come riconoscimento della maggiore difficolt e dellimportanza strategica dellinsegnamento elementare. 2) In secondo luogo occorre che i bambini frequentino la scuola con orari prolungati, necessari a darle un effettivo peso per riequilibrare i dislivelli nelle capacit espressive e di apprendimento dovuti alle diverse provenienze sociali, di classe e di famiglia. Ci esige, naturalmente, una scuola che offra strutture coerenti con la realizzazione di questo programma, quindi mense, spazi, e ambienti che aiutino il bambino a sviluppare le proprie potenzialit in relazione con gli altri. 3) In terzo luogo la scuola elementare esige la figura di un vero professionista che educhi al movimento e allo sport: nuotare, correre e muoversi nel modo corretto richiede allenamento costante sotto la guida di ottimi insegnanti. Il movimento, per i bambini, necessario come laria: i fondamentali delleducazione fisica devono essere interiorizzati in questa fascia di et. Non solo: unadeguata attivit sportiva necessaria oltre che per lo sviluppo equilibrato del corpo, anche perch abitua alla corretta elaborazione di emozioni come laggressivit e la competitivit, al rispetto delle regole del gioco e dellavversario, alla collaborazione con i propri compagni nel caso degli sport di squadra. I finanziamenti per avere scuole elementari dotate delle necessarie strutture sportive (piscine vere, palestre vere, impianti veri) si potrebbero recuperare con il risparmio che

ne conseguirebbe sulle spese sanitarie destinate a curare le tante patologie causate dal pessimo stile di vita cui i bambini sono oggi costretti, sia sui banchi di scuola, sia negli ambienti cittadini. La valorizzazione sociale e il tempo lungo di frequenza sono essenziali perch la scuola elementare assolva il suo compito, ma lo sono come presupposti, come condizioni. 4) La realizzazione degli scopi educativi della scuola elementare esige una quarta condizione, fondamentale, e cio un asse culturale di tipo linguistico, finalizzato al pieno possesso della lingua materna in tutti i suoi aspetti e usi. La filosofia, infatti, ha dimostrato che il rapporto dellindividuo con le radici storiche costitutive del suo essere in origine un rapporto immediato, anteriore a ogni conoscenza e riflessivit, e che tale immediatezza il linguaggio. Il bambino umanizza la sua iniziale animalit incorporando in s la storia da cui proviene attraverso lapprendimento della lingua in cui quella storia condensata: la lingua parlata dallindividuo inizialmente la sua storia non conosciuta che parla in lui. Prima di arrivare a pensare usando creativamente il linguaggio, lindividuo non pensa che il pensato del linguaggio. Prima di arrivare a elaborare con il linguaggio schemi e valori, manifesta schemi e valori espressi dal suo linguaggio: le lacune, le opacit, le strettoie nellarticolazione del linguaggio non superate nellinfanzia sono elementi frenanti o addirittura preclusivi di tanti apprendimenti nelle et successive. Le scelte didattiche conseguenti al presupposto teorico In conformit a questo presupposto teorico si dovrebbe comprendere il perch la scuola elementare non dovrebbe disperdere le attivit dei bambini in troppi rivoli, ma concentrarsi sul far imparare la lettura, la scrittura, le regole grammaticali, la ricchezza del lessico, luso corretto della sintassi, elementi di logica e di retorica, la capacit di descrivere e riassumere fatti ed esperienze, la capacit di seguire e produrre narrazioni. Tutto questo attraverso attivit scolastiche di esplorazione dello spazio, di gioco, di discussione, di recezione di racconti storici, o mitologici, o letterari. La scuola elementare dovrebbe insomma garantire a tutti i bambini della nazione il pieno possesso della lingua materna, perch solo questo possesso la condizione per continuare ad evolversi mentalmente.

manipolazione mentale dei suoi simboli, astratti dal contesto concreto in cui sono dati. Questa corrispondenza indica per se stessa il compito educativo naturalmente proprio di una scuola media: lo sviluppo della capacit astrattiva formalistica, produttrice di quelle entit che la filosofia ha definito universali astratti. Si tratta di una capacit cognitiva assolutamente fondamentale, perch, pur non coincidendo n con lo spirito critico n con la creativit mentale, ne la condizione di base. Daltra parte, pur essendo insita nella preadolescenza una tendenza mentale al passaggio da una conoscenza meramente sensibile a una conoscenza astrattiva, tale tendenza, lasciata alla sua evoluzione spontanea, si sviluppa poco e male. Per questo il suo sviluppo deve essere assunto come compito strategico di una scuola rivolta a quella fascia di et. Un asse culturale che privilegi le materie che educano allastrazione e al ragionamento logico Definito lo scopo educativo della scuola media, ne discende che la matematica la disciplina pi educativa che deve dettarne lasse culturale: il suo insegnamento dovrebbe essere meno noioso e pesante possibile, ma ad esso andrebbe dedicata una quota importante delle ore di lezione, riducendo drasticamente la dispersivit assurda degli odierni contenuti che caratterizzano la scuola media. Attorno alla matematica dovrebbero esserci poche materie importanti. La prima, per importanza, dovrebbe essere la geografia dellItalia, dellEuropa e del mondo, fisica, politica e astronomica. Si tratta di un indispensabile strumento di apprensione mentale della realt, utile e possibile come educazione allastrazione rispetto alle esplorazioni concrete della scuola elementare, e prerequisito di ogni conoscenza antropologica successiva. Una simile geografia infatti costituita da nozioni, disegni cartografici, quantificazioni e connessioni cui si giunge soltanto medianti procedimenti astrattivi dallesperienza sensibile (sapere che cosa un fiume ben pi che vedere scorrere sotto i propri occhi le acque del fiume che attraversa la citt; capire che cosa la densit di popolazione di una citt ben pi che percepirne laffollamento durante una passeggiata ecc.). In questa prospettiva si potrebbe discutere anche lopportunit di inserire il latino: a suo tempo soppresso perch discriminatorio, potrebbe non esserlo pi se studiato dopo una scuola elementare rigenerata. Come lo studio della geografia ben fatto opera sinergicamente con lapprendimento matematico nel promuovere lo sviluppo della capacit astrattiva, altrettanto il latino promuove lo sviluppo delle facolt astrattive, propedeutico al ragionamento logico, ed

Un asse culturale per la scuola media


Scopo educativo della scuola media: lo sviluppo della capacit astrattiva formalistica La scuola media corrisponde a una fase successiva dellet evolutiva, quella in cui lancoraggio immediato al linguaggio proprio dellinfanzia tende a trasformarsi nella

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dotato di forza di retroazione nella conoscenza della nostra lingua (che deve essere stata adeguatamente assimilata alle elementari). La questione del latino dovrebbe comunque essere discussa, senza pregiudizi. La scuola media quella pi adatta per un primo insegnamento di una lingua straniera. Attivit sportiva tassativamente non agonistica Per quanto concerne lo sport, il discorso analogo a quello svolto per la scuola elementare, ovviamente adattato alle esigenze dello sviluppo fisico di questa fascia di et, e organizzato con modalit tassativamente non agonistiche. utile ricordare come lassimilazione dei principi di una vera pratica sportiva oltre ad essere determinante per il benessere dellindividuo, rappresenti la via pi logica, utile e lungimirante per ridurre una gran quantit di patologie sociali con gigantesco risparmio in termini di spese farmaceutiche e pi in generale di spesa sanitaria. Viene, legittimo, il dubbio che sia proprio questo ci che si vuole evitare: quello che per noi benessere e riduzione di spesa, dal punto di vista dei tanti soggetti che operano con logiche di mercato in ambito sanitario , al contrario, malessere e contrazione dei profitti. Del resto, viviamo in un contesto sociale in cui ci si indigna se uno stadio di calcio non ha strutture ipermoderne, ma non ci si indigna quando i propri figli trascorrono la parte pi importante della loro giornata e della loro vita in edifici le cui condizioni dovrebbero essere percepite come una vergogna nazionale.

Un asse superiore

culturale

per

la

scuola

Ladolescenza let pi a rischio in una societ integralmente costruita intorno alla logica del mercato La scuola superiore la scuola frequentata dagli adolescenti. Ladolescenza let della ridefinizione identitaria, dei problemi relazionali, dellansia esistenziale, dei bisogni ideali. Ed , quindi, let pi a rischio in una societ integralmente costruita intorno alla logica del mercato e alle prescrizioni della tecnica: una societ che sottomette identit, relazioni, elaborazioni e progetti a stili di vita decisi dalle convenienze aziendali e appiattiti sul consumo. La storia la disciplina adatta a costituire lasse culturale di una scuola superiore Per ritrovarsi e dirsi chi e cosa vuole, ladolescente deve riannodare mentalmente i contenuti della propria esistenza a un contesto globale che contiene le loro ragioni generative, cio ad una storia. Senza una storia di riferimento, tutto dato senza significato alcuno. La storia trattenuta dalla memoria, per cui la sua

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appropriazione mentale la ricostituzione di una memoria delle radici oggi di vitale importanza, perch minacciata di estinzione da un mondo fatto del solo presente delle cose da consumare e manipolare. La storia dovrebbe costituire dunque lasse culturale di una scuola superiore che sia veramente tale, in tutti gli indirizzi in cui la si voglia ripartire. Ci significa che tutte le discipline di studio superiore, dalla letteratura alla filosofia, dalla fisica allarte, dallinformatica alle scienze, dovrebbero essere insegnate in modo tale da poter essere collocate nella storia e comprese sotto laspetto storico. Senza il tessuto connettivo concettuale costituito dalla storia, lisolamento settoriale e specialistico in cui sono costituite le discipline odierne le rende dispersive e dogmatiche. Alcuni esempi Se nellinsegnare la geometria euclidea, si spiegasse come il suo artefice, Euclide, ne abbia derivato il metodo deduttivo dallAccademia platonica, basandolo sulla priorit di assiomi che per Platone erano teoremi derivabili dallidea assiologica, con questa contestualizzazione storica si collegherebbero matematica e filosofia, e si problematizzerebbe il discorso scientifico aprendolo a nuovi possibili significati. Se si parlasse del computer in modo storico e non soltanto tecnico, lo studente non sarebbe addestrato a un uso puramente meccanico e criticamente ottuso del computer, ma nella sua mente si connetterebbero, attorno al computer, economia, tecnologia, guerra e politica: gli andrebbe infatti spiegata una storia di scoperte tecnologiche dal transistor, al microprocessore, al modem, una storia delle lotte di mercato da cui sono nati i personal computer ed i software, una storia di Internet dalle sue origini militari ed universitarie ai suoi usi commerciali e di speculazione finanziaria. E via dicendo. La formazione di una memoria storica oggi lunico luogo possibile di apertura al senso critico, di un rapporto mentale non passivo con la societ e con la vita. Del resto labbandono del punto di vista storico nellinsegnamento della filosofia e della letteratura italiana non ha dato buoni frutti, comera logico aspettarsi; le stesse discipline scientifiche dovrebbero essere in certa misura storicizzate. La storia come disciplina scientifica, articolata in storia etico-politica e socio-economica, sarebbe il primo antidoto contro la perdita della memoria nazionale e sociale. Anche nella scuola superiore deve essere riservato uno spazio significativo allo sport, portando a compimento il lavoro impostato nei cicli precedenti, mantenendo quindi i caratteri non agonisti, ma funzionali allassimilazione di un sano stile di vita e al piacere dellinterazione con gli altri

attraverso i giochi di squadra. Palestre, piscine, spogliatoi, docce, attrezzi... e quantaltro devono diventare la norma e non leccezione. Il tutto gestito da personale qualificato e ben remunerato. Questo documento stato redatto da Massimo Bontempelli e da Fabio Bentivoglio, docenti di storia e filosofia a Pisa e fatto proprio dal Gruppo Scuola e Universit di Alternativa come base della propria proposta per una rivitalizzazione della scuola pubblica statale italiana.

La Cina, la moratoria sulla pena di morte e quello strano silenzio dei media - di Gennaro Carotenuto. La notizia che la Corte suprema cinese
abbia dichiarato una moratoria di due anni sulla pena di morte una splendida ed importantissima novit che meriterebbe la prima pagina sui giornali. Va celebrata come un grandissimo trionfo di chi da sempre si battuto contro la pena di morte anche in quel grande paese. Tuttavia c qualcosa che strideCome si spiega infatti che dopo aver dedicato migliaia di articoli a denunciare luso della pena di morte in Cina oggi i nostri media non raccolgano i frutti di un successo che in teoria anche un po loro? Come mai a parte un buon articolo della Repubblica (a p. 19 del cartaceo, online c una breve delle 19 del 25 maggio) nulla si trovi sul Corriere della Sera? Come mai La Stampa preferisca avere tra i titoli degli Esteri un pezzullo sul golf a Cuba (un evergreen) e nulla su un notizia cos importante. Google news, che in queste cose non mente, ci spiega che in chiave Cina quella sulla moratoria solo la quinta notizia del giorno, dopo il viaggio della Lagarde in quel paese per perorare la sua causa allFMI, lacquisto cinese di titoli del debito portoghese, la visita del dittatore nordcoreano Kim Jong-il e un attentato terroristico. Oltre alla Repubblica e agli ovvi siti del Partito Radicale non c nessun altro grande giornale che si occupi del caso. Sorge spontaneo pertanto un retropensiero. Si occupavano di pena di morte perch erano davvero contro la pena di morte o perch la notizia della pena di morte in Cina era funzionale alla costruzione retorica occidentalista mentre la moratoria non lo ?

I giovani siciliani si sono rotti. La rivolta delle forchette spezzate - di Giuseppe Pipitone Dopo la spedizione di un migliaio di buste anonime ad esponenti della classe dirigente siciliana, nasce ufficialmente il movimento delle
Forchette Rotte: "I giovani siciliani si sono rotti. Col nostro futuro non ci mangia piu nessuno. Altri due blitz via mail a deputati regionali e rettori universitari per protestare contro la legge 104 e le parentopoli negli atenei isolani. I rivoluzionari delle forchette spezzate inoltre lanciano l'appuntamento per il 25 giugno a Palermo. Tutto iniziato con un migliaio di buste chiuse recapitate due giorni fa a politici, amministratori comunali, industriali, rappresentanti degli ordini professionali, sindacalisti, docenti e amministratori universitari siciliani. Il mittente era anonimo. Ma non si trattava di una minaccia di massa alla classe dirigente siciliana. O meglio non di una minaccia di stampo mafioso o criminale (in quel caso si potrebbe anche parlare di un auto minaccia). Dentro le buste infatti non cerano pallottole. E neanche disegni di croci o bare. Contenevano invece forchette di plastica spezzate. Sissignori. Una forchetta spezzata per ogni destinatario. Insieme alla posata di plastica anche unanonima cartolina con scritto I giovani siciliani si sono rotti. Col nostro futuro non ci mangia piu nessuno. Allegato al messaggio un non meglio precisato appuntamento per il 25 giugno a Palermo. Cos partita in Sicilia la rivoluzione delle forchette spezzate. Anzi, come si definiscono loro, la rivoluzione delle forchette rotte. Neanche il tempo di metabolizzare lo storico atto di ribellione giovanile che le forchette rotte sono tornate nuovamente allattacco. Con due rapidi blitz via mail. Il primo messaggio di posta elettronica stato inviato ai 90 deputati regionali dellisola: In Sicilia succede che i laureati con 110 e lode scrivono le forchette rotte a 40 anni sono ancora disoccupati e alla Regione, grazie alla legge 104 in salsa siciliana, a 40 anni si gi super pensionati. Diciamo basta. In pratica il movimento giovanile chiede limmediata cancellazione della legge che consente di andare in pensione anticipata e di cui in Sicilia si fatto un ampio utilizzo negli ultimi anni. Subito dopo il messaggio ai consiglieri regionali il movimento ha inoltrato proprio poche ore fa - unaltra mail, questa volta indirizzata ai rettori delle universit dellisola: Roberto Lagalla che guida lateneo di Palermo, Salvo And a capo di quello di Enna, Antonio Recca rettore dellunversit di Catania e Francesco Tomasello a Messina. I parenti salgono in cattedra e diventano docenti e i talenti prendono la valigia e diventano migranti recita la cartolina telematica del movimento - A questo modello universitario diciamo basta e ai vertici delluniversit siciliana diciamo che ci siamo rotti e che col nostro futuro non ci mangia pi nessuno. Alla fine del jaccuse nei confronti dei baroni delluniversit isolana, le forchette rotte hanno nuovamente lanciato lappuntamento nel capoluogo siciliano sempre per il 25 giugno. Nel frattempo nata anche la pagina su Facebook del movimento che in pochissime ore ha superato quota 500 amici. Sulla bacheca il movimento scrive di essere in attesa delle risposte dei politici, che verranno pubblicate sul social network: Questione di trasparenza ammettono. Nel frattempo gi stata anticipata una nuova spedizione per domani. In attesa di capirci qualcosa il 25 giugno sembra proprio che in Sicilia stia nascendo qualcosa di nuovo e dal sapore storico. Quei giovani costretti a vendersi ai potenti di turno per vivere stanno finalmente cercando di alzare la testa. Le forchette con cui si sono mangiati il loro futuro si sono spezzate. Anzi, rotte.

Piccoli "homo videns" crescono. La arrivare a sentirsi frustrati e ansiosi perch pubblicit e i bambini - di Massimo ci non accade nella realt ma solo
Ragnedda.

La pubblicit influenza davvero i bambini?


E come? un tema molto dibattuto in ambito sociologico e le opinioni non sempre sono unanimi. Anzi, il dibattito molto acceso. Non si tratta solo delle classiche dispute tra apocalittici e integrati di echiana memoria, ma di metodologia danalisi, punti di vista, formazione culturale e scuole di appartenenza. Non voglio ripercorrere questa disputa, ma offrire alcuni spunti di riflessione partendo da alcuni dati ottenuti in ricerche condotte sul campo. Penso, sulla base delle ricerche sin qui condotte, che la pubblicit e il suo fantastico, ma "reale", mondo, gioca un ruolo cruciale come processo di socializzazione per i bambini. un modo, spesso uno dei pi importanti, che i bambini hanno per entrare in contatto con la realt, per conoscere valori e modelli comportamentali, per apprezzare e desiderare alcune cose. Al di l del prodotto reclamizzato i bambini (ma il fenomeno estendibile ovviamente, anche se in misura diversa, anche agli adulti) desiderano ci che sta dietro quel mondo che fa da sfondo al prodotto. Desiderano unidea di mondo, desiderano essere come i loro idoli: persone di successo, belli (di una bellezza stereotipata) e vincenti. E tutto questo credono di ottenerlo consumando per poi

nelliperrealt che, come diceva Baudrillard, pur non essendo reale pi reale del reale. In una ricerca (N=282) da me portata avanti nel 2009 assieme a Maria Laura Ruiu, i bambini delle scuole medie di Sassari intervistati e che hanno partecipato al nostro esperimento (ascolto della musica contenuta nella pubblicit) hanno chiaramente dimostrato di riconoscere varie marche pubblicitarie e di riconoscere i testimonial presenti nelle pubblicit. Sono persone e simboli a loro familiari perch fanno parte del loro mondo, poich trascorrono ogni giorno ore e ore in loro compagnia. A loro prestano ascolto, poich li sentono vicini. Infatti, tutti i bambini intervistati conoscono almeno cinque marche di grandi corporation (spesso straniere) e hanno familiarit con esse. Conoscono quel mondo e vi sono a diretto contatto: una buona parte, infatti, sostiene di trascorrere dalle 3 alle 5 ore al giorno (il 73%), anche se solo il 24% ammette che guardare la TV la loro attivit preferita e preferirebbero uscire allaperto a giocare piuttosto di restare a casa incollati alla tv (su questo punto sarebbe bene che i genitori riflettessero, mentre troppo spesso delegano alla Televisione il ruolo della baby sitter). I bambini sognano un mondo (quello visto e vissuto nellesperienze mediale) che sentono loro, ma che esiste solo nelliperrealt, sullo schermo e nei cartoon

desiderati. I bambini sono sempre pi spettatori, da un lato, dei modelli proposti dal mondo della pubblicit che evoca una realt immaginaria costituita da bambini riccamente abbigliati e sempre felici e, dallaltro, di quei programmi rivolti ai pi grandi nei quali la notoriet, lambizione e la sessualizzazione di ogni comportamento la regola. Ma forse il rischio pi grande , non solo la progressiva sostituzione del ruolo di genitore da parte della TV o il fatto che i bambini siano target privilegiati di azioni di marketing, ma quella che Postman (1982) definiva "scomparsa dellinfanzia", quale conseguenza dellattacco compiuto dalle immagini allastrazione del linguaggio. Il mondo simbolico della televisione e della pubblicit televisiva aggredisce il mondo alfabetizzato minandone le basi e offrendo come alternativa un mondo primitivo, narcotizzante, che pu essere passivamente e silenziosamente osservato. Sartori, a tal proposito, parla del tele-bambino plasmato, fin da piccolo, dalla televisione per divenire un homo videns et insipiens (2005). Tanti piccoli homo videns crescono. Ma laggressione del mondo delle immagini e della pubblicit continua con la violenza simbolica, con la ridondante riproposizione di schemi comportamentali e dinamiche di potere che fanno introiettare e accettare una visione del mondo a soggetti che al mondo si stanno affacciando. I bambini PAGINA 7 Alternativa news n30

vengono sedotti e invitati ad entrare in questo fantastico mondo, accettandone passivamente le imposizioni valoriali. La televisione, dalla pubblicit ai film, tende a sostituire la famiglia, la scuola e le altre agenzie di socializzazione nel processo di formazione valoriale dei bambini. La pubblicit, in particolare, racconta un mondo fantastico e irreale, che per i bambini , spesso, il mondo ideale in cui vivono. La pubblicit, pertanto, influenza i bambini, non tanto nellimmediato o in un processo di stimolo-risposta, ma in un processo a lungo termine, proponendo valori e modelli comportamentali ai quali ispirarsi.

Banche, imprenditori e Fiat entrano nel mondo della scuola pubblica


di Marco Barone.

Quando si parla di scuola azienda, sembra di parlare di un qualcosa di astratto, di ideologico, di politico. Ma la realt dimostra che la scuola pubblica italiana corre verso un processo di aziendalizzazione compiuta della stessa. Ed il tutto ha avuto inizio grazie alle riforme poste in essere da quei governi, chiamateli se volete di sinistra, ma in verit solo sinistrati, con lintroduzione per esempio dellautonomia scolastica, con i Pof, con i progetti nel settore scolastico. Che altro scopo non avevano se non quello di mettere in concorrenza le varie scuole pubbliche tra di loro, di offrire un prodotto spendibile per ottenere iscritti e maggiori fondi. Alla faccia della solidariet tra le scuole, il cui unico scopo sarebbe quello di cooperare per la salvaguardia del diritto allistruzione, per la salvaguardia della scuola pubblica. Si affermano sempre con maggior consistenza termini come mission, utenza, cliente. E badate, questi termini, vengono utilizzati specialmente dagli apparati ministeriali e governativi, anche periferici. Non chiamateli studenti ma chiamateli utenti. Quasi come se la scuola fosse uno sportello postale o bancario. Veniamo al dunque di tale vicenda. Il ministro Mariastella Gelmini ha fatto il punto sulla situazione dei due progetti di valutazione, insegnanti e istituti scolastici, avviati nel febbraio scorso. Sostiente che sarebbero stati premiati 276 docenti, che hanno preso parte al progetto, con una mensilit in pi. Ovviamente nulla si dice sul caso di quelle scuole che hanno rifiutato il concetto della

premialit e della fatica che ha dovuto fare il Ministero per trovare gli insegnanti disponibili a partecipare a tale sistema che de facto vuole introdurre quella meritocrazia che divider i lavoratori della scuola che collegher il salario alla produttivit, concetto caro anche ad alcune sigle sindacali confederali. Concetti di stampo aziendalistico che dovrebbero essere lungi dal settore scolastico ma la realt sembra essere diversa. Perch non parlare degli stipendi dei docenti ? Perch non incrementare lo stipendio di tutti i docenti della scuola sui livelli di quelli tedeschi o svizzeri? Perch non investire nella formazione del personale scuola? Il MIUR parla diProgetto Valorizza: la valutazione dei docenti. La sperimentazione avrebbe coinvolto 905 docenti di 33 scuole delle Regioni Piemonte, Lombardia e Campania. Elementi principali del progetto: *autovalutazione professionale * apprezzamento comprovato e condiviso allinterno di ciascuna scuola *apprezzamento dellutenza (genitori e studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado), opportunamente rilevato e validato. Ma la cosa che dovrebbe fare riflettere la stretta collaborazione che matura tra il MIUR ed alcune realt. Parlo della Fondazione per la Scuola della Compagnia di S. Paolo che ente strumentale della Compagnia San Paolo che risulta essere il principale azionista di Intesa Sanpaolo con azioni pari al 9,888%. Parlo dell Associazione TreeLLLe nella cui Assemblea dei soci fondatori e garanti si leggono i nomi di Fedele Confalonieri, Gian Carlo Lombardi, Luigi Maramotti, Pietro Marzotto, Attilio Oliva,

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Marco Tronchetti Provera. Segretario Assemblea: Guido Alpa. Tutte realt che, a detta del MIUR, in piena autonomia, stanno conducendo una ricerca scientifica sul progetto Valorizza per raccogliere indicazioni ed elementi per perfezionare il metodo.I risultati di questa ricerca verranno presentati nel mese di ottobre. Ma si parla anche del Progetto VSQ (Valutazione per lo Sviluppo della Qualit delle scuole): la valutazione degli istituti scolastici. Il Progetto riguarda 77 scuole delle province di Arezzo, Mantova, Pavia e Siracusa, di cui 69 Istituti comprensivi e 8 scuole secondarie di primo grado, circa 5.600 docenti e 57.000 famiglie. Ovviamente anche in questo caso nulla si dice del rifiuto di vari Istituti a non voler collaborare a tale progettualit. Penso per esempio a Pisa. Chi collabora a questo progetto? Anche sul funzionamento di VSQ in corso una ricerca scientifica condotta in piena autonomia e con proprie risorse dalla Fondazione Giovanni Agnelli. La Fondazione Giovanni Agnelli un istituto indipendente di cultura e di ricerca nel campo delle scienze umane e sociali. stata fondata nel 1966 dalla Fiat e dallIFI, che le hanno conferito il patrimonio, in occasione del centenario della nascita del Senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat. Ha sede a Torino. Consiglieri: Anna Agnelli, Vittorio Avogadro di Collobiano, Carlo Barel di SantAlbano, Vittorino Chiusano, Sergio Chiamparino, Gianluigi Gabetti, Gianni Letta, Sergio Marchionne,Mario Monti, Tiziana Nasi. Ed infine, tra tagli e ridimensionamenti di organici spuntano fuori 15 milioni di euro per il sistema INVALSI. E questa la scuola del futuro? La scuola di Marchionne? delle Banche? del Capitale? La scuola pubblica deve essere difesa, nei prossimi giorni vi

sar lo sciopero degli scrutini, indetto dai Cobas scuola, con tanto di manifestazione a Roma, per difendere proprio quella scuola pubblica che il capitale dei privati vuole lentamente controllare e gestire. Indignarsi un diritto ma in questo caso un dovere.

L'ITALIA E LA SINDROME DELLA REGINA ROSSA di Pierluigi Fagan - Megachip.

Mutuata

da Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, la metafora della "Regina Rossa" dice che bisogna correre tanto per restare nello stesso posto e bisogna correre tantissimo per muoversi appena. Capita cos che non crescendo economicamente parlando, noi si passi dalla quinta alla settima posizione dei paesi di maggior ricchezza, sopravvanzati da regine pi giovani, atletiche e vispe ( India e Corea secondo Confindustria). Solo per dire che siamo gi una societ in decrescita; ma senza una mentalit n una convenzione sociale ed istituzionale "decrescista", finiamo con lo scivolare in depressione e recessione. A breve supereremo la decima posizione e la nostra marginalit globale sar conclamata. Non detto per sia un male assoluto. Verificata la nostra costituzionale incapacit a correre nella direzione in cui tutti gli altri corrono, potremmo sempre inaugurare (certamente con altre regine decadute) una nuova corsa nella direzione opposta. Un radioso futuro decrescista si apre alle nostre spalle. Dobbiamo solo sbrigarci a girarci.

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