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Carte da Pareti

Le Carte da Pareti rendono la poesia fruibile sulle pareti. Esse sollevano il lettore da alcuni gesti tipici della lettura, quali quelli legati all'oggetto-libro, e dai limiti che ad essa sono imposti. Baster il libero movimento degli occhi. Dalle pareti il testo, attraverso la lettura a voce alta, si apre nuove strade nella memoria degli abitanti della casa, dando una forma inusitata a quello che va sotto il nome di "mente locale". Con la guida di Dante, il gioco si impara presto e senza sforzo, anzi con gioia sempre maggiore. Richiamata in servizio dalle pi belle parole mai scritte nella lingua del s, la memoria presto si dispone allo scatto da atleta. Sapere la Commedia a memoria non mai stato cos facile. Canti disponibili: Francesco carta millerighe marrone, cm 100 x 17 Inferno I, II, III, IV Inferno V, VI, VII, VIII Inferno IX, X, XXVI, XXXI Inferno XXXIII, Purgatorio I, V, VI Purgatorio XI, XIII, Paradiso XI, XXXIII ! 12,00 Domenico carta avoriata, cm 140 x 25 Inferno I Inferno V Inferno XXVI Paradiso XXXIII ! 9,50

Carte da Pareti

Istruito come sei, non ignori quanto giovi una lettura ripetuta per comprendere quel che si legge. In realt non v alcuna difficolt di comprendere o certo minima quando esiste la facilit di leggere, la quale diventa tanto maggiore quanto pi la lettura ripetuta, di modo che mediante la continua ripetizione si capisce chiaramente quello che, per mancanza di diligenza, era stato duro da intendere. S. Agostino, Lettera a Firmo, 426 d.C.

Carte da Pareti

Possono esserci persone che hanno distrutto totalmente in se stesse il desiderio della verit e la disponibilit all'amore: persone in cui tutto diventato menzogna; persone che hanno vissuto per l'odio e hanno calpestato in se stesse l'amore. , questa, una prospettiva terribile, ma alcune figure della stessa nostra storia lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere. In simili individui non ci sarebbe pi niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: questo che si indica con la parola inferno. Benedetto XVI, Spes Salvi Novembre 2007

Carte da Pareti

Certamente la Divina Commedia poema di pace: lugubre canto della pace per sempre perduta nellInferno; dolce canto della pace verso cui sospira la speranza il Purgatorio; e il Paradiso un magnifico canto di esultanza della pace posseduta nella pienezza e per sempre (...). pi utile che, come Virgilio fu guida a Dante, cos Dante possa essere per altri, quanto pi numerosi possibile, un secondo Virgilio, che li introduca nel santuario dellarte, e soprattutto dellarte poetica. E questo ancor pi auspicabile ai nostri tempi, in cui al progresso economico e tecnologico non di rado corrisponde un regresso della vita spirituale. Paolo VI, Altissmi cantus Motu proprio, 1965

Carte da Pareti

La conoscenza che abbiamo per ragione naturale richiede due cose: cio dei fantasmi [o immagini], che ci vengono dalle cose sensibili, e il lume naturale dell'intelligenza, in forza del quale astraiamo dai fantasmi concezioni intelligibili. Ora quanto all'una e all'altra cosa, la conoscenza umana aiutata dalla rivelazione della grazia. Infatti: il lume naturale dell'intelletto viene rinvigorito dall'infusione del lume di grazia. E talora si formano per virt divina nella immaginazione dell'uomo anche immagini sensibili, assai pi espressive delle cose divine, di quel che non siano quelle che ricaviamo naturalmente dalle cose esterne; come apparisce chiaro nelle visioni profetiche. S. Tommaso, Summa Theologiae c.a 1270 d.C.

Carte da Pareti

...le tre cantiche potranno essere viste come memoria, che ricorda i vizi e le loro punizioni nell'Inferno, intelligentia, l'uso del presente per far penitenza e aquistare virt (il Purgatorio, ndr), e providentia, il guardare innanzi, verso il Paradiso. Secondo questa interpretazione i princip della memoria artificiale, quali erano intesi nel Medioevo, dovevano stimolare l'intensa visualizzazione di molte similitudini, nello sforzo teso a fissare nella memoria lo schema della salvazione e la complessa trama delle virt e dei vizi con i loro premi e le loro pene: obiettivo di un uomo 'prudente' che usa la memoria come una parte di prudenza (...). Questa arte interiore, che incoraggiava l'uso dell'immaginazione sino a farne un dovere, deve essere stata sicuramente un fattore di primo piano (...). E' possibile che la memoria possa valere come spiegazione dell'amore medievale per il grottesco, lo strano? Sono forse, le strane figure da "vedere" sulle pagine di manoscritti e in ogni forma di arte medievale, non tanto la rivelazione di una psicologia torturata, quanto prova del fatto che il Medioevo, quando doveva ricordare, ricorreva alle regole classiche per la formazione di immagini "memorabili"? Frances A. Yates, L'arte della memoria Einaudi, Torino, 1968

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