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i. Un mondo misterioso
scrizione rinvenuta su un marmo della chiesa di Santa Sofia di Villasor, con
unanaloga invocazione che attribuisce il titolo di nobilissimi arconti sia a Tor-
chitorio, regio protospatario, che a Salusio, i quali sembrebbero dunque asso-
ciati nel governo dellisola. In una quarta iscrizione, proveniente come la prima
da San Giovanni di Assemini, ricompare Sinispella (Nispella) nella qualit di
fondatrice della chiesa.
Besta ritiene che il Torchitorio investito del titolo bizantino di protospata-
rio sia successivo di almeno due generazioni a quello della prima iscrizione.
Linsieme di questa documentazione epigrafica confermerebbe, in definitiva,
lesistenza ancora dopo lanno mille, alla vigilia dellinvasione di Mugiahid, di
relazioni politiche formali certo, ma non insignificanti tra la Sardegna e Bi-
sanzio. Il titolo di protospatario (primo portaspada) non tra i primissimi nel-
la tavola delle precedenze e dei ranghi dei funzionari bizantini, n sembra esser-
vi pi connessa, a fine X secolo, una specifica funzione o carica, ma esso ha co-
munque un valore di distinzione (implicante, forse, un suo prezzo anche mone-
tario), segnala lappartenenza ad una dignit ed ordine aristocratico, per cui
difficile pensare che il potersi o volersi insignire di esso non avesse, anche per
larconte sardo, un qualche significato simbolico, se non pratico. Segno, in ogni
caso, di una perdurante influenza culturale e ideologica dellImpero bizantino,
almeno su quella famiglia eminente che andava trasformando il suo governo
dellisola, comunque acquisito, in dignit ereditaria o dinastica. Sappiamo, del
resto, che anche in ambito bizantino gi nel X secolo cominci a radicarsi il con-
cetto di lignaggio, con la fissazione di un nome di famiglia che ne diveniva il
contrassegno esteriore.
Gli arconti sardi ricordati dalle iscrizioni greche portano nomi che non sono
n personali n familiari, come ha intuito per primo Arrigo Solmi ma sono
nomi dufficio o pubblici, Torchitorio o Salusio, impressi sulle due facce dellu-
nico sigillo disponibile, utilizzate a vicenda per distinguere ciascun arconte dal
suo predecessore.
Arrigo Solmi accetta la tesi dellarconte quale titolare come poi il giudice
di un potere militare e civile, ma non ritiene che questo potere fosse dorigine
bizantina, in una continuit non solo formale degli ordinamenti imperiali nelli-
sola. Pensa piuttosto che un titolo vago e generico, privo gi da tempo di con-
tenuti reali, servisse a designare un capo del governo locale affermatosi in
rapporto alle dinamiche e alle esigenze di una realt del tutto autonoma da Bi-
sanzio, almeno dal IX secolo, e interessata da una trasformazione spontanea e
profonda.