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Estate in giardino Si inizia una serie che in luglio e agosto ci porter
a rivisitare luoghi mitici di riposo e ricreazione, rifugi di anime e corpi, tra natura e cultura, racconti e testimonianze, letteratura, arte e musica
ROMANZI
Lo schiaffo e il gabbiano
Party australiano, triangolo magiaro
GORLIER-IADICICCO P. II-III
SAGGI
PER I RAGAZZI
AI LETTORI Da oggi a fine agosto, Tuttolibri uscir ogni sabato in edizione ridotta a 8 pagine. Per 9 settimane la nostra copertina sar dedicata a una Estate in giardino, attraversando, nel tempo e nei luoghi, classici e memorie, romanzi e biografie, dallantichit al 900.
ELENA LOEWENTHAL
DIARIO DI LETTURA
TUTTOLIBRI
A cura di: LUCIANO GENTA con BRUNO QUARANTA tuttolibri@lastampa.it www.lastampa.it/tuttolibri/
LA STAMPA
Meta di una nostalgia inguaribile, oggetto di un desiderio che non c modo di estinguere, perch proprio quello spasimo remoto e indecifrabile a renderci umani, quando lo siamo: la sete del giardino di Eden, il luogo da cui tutti veniamo e dove non siamo mai stati perch cos la storia ha voluto che fosse. Dante vi approda, s, dopo la lunga e lenta risalita del Purgatorio. Ma un luogo materiale o uno spazio dellanima? Vago gi di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, dice allinizio del canto XXVII, appena lasciato il prezioso Virgilio. E certo quella ricerca che il desiderio accende pi dentro che dintorno a s: nel cuore e nelle emozioni e in una memoria carica di eternit. Laggi soffia unaura dolce, senza mutamento, come un vento che ti respira dolcemente sul viso e fa tremolare le fronde.
C una simmetria poetica e forsanche pi occulta, nelle descrizioni dellEden come lo vede la Bibbia e come lo sente Dante. La prima non indugia in una percezione umana che ancora non c, e se c soltanto alle prime armi: il giardino qui descritto come in un baedeker, forse per insegnarci a riconoscerAdamo ed Eva di Blake
Paradiso perduto
Una visione dellEden come Paradiso perduto nel poema di John Milton, 1667: lo si legge nei Classici Bompiani, con testo a fronte, o negli Oscar Mondadori.
Divina Commedia
Nella Divina Commedia Dante vi giunge dopo la lunga salita del Purgatorio, vago gi di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, dove soffia unaura dolce, senza mutamento.
Il luogo da cui tutti veniamo e dove non siamo mai stati, concepito per il benessere fisico e spirituale
lo, se capiter di trovarlo. Il secondo ha un approccio tutto soggettivo a questo luogo primordiale, sconosciuto e indimenticabile: lEden dantesco una scossa emotiva, la conquista di una beatitudine concreta, e non ancora eterea come quella che il poeta trover nei cieli. Il testo sacro ha qui una vocazione geografica e botanica
Miti e Mappe
Tra i tanti saggi, Il paradiso
LEden di Chagall
terrestre. Miti e filosofie di M.Doueihi (Ed. Colla) e Il paradiso in terra. Mappe del giardino dellEden di A. Scafi (B. Mondadori)
quasi puntigliosa, a dispetto della sua consueta concisione. Ci dice che lEterno piant un Giardino di Eden a Oriente e ci mise luomo che aveva formato (Genesi 2,8). Ma gi qui comincia lincertezza, perch quellOriente potrebbe essere una provenienza (da Oriente) oltre che uno stato in luogo, e soprattutto il termine indica tanto il luogo quanto il tempo - cio il prima, lantichit assoluta. Quasi a dirci che lEden esisteva gi quando tutto il resto era ancora da cominciare. Nel giardino, Iddio fa spuntare allistante dalla terra ogni albero grazioso alla vista e buono da mangiare (versetto 9). E in mezzo, senza verbo reggente, con un assoluto che non abbisogna di azioni ma pura esistenza, lalbero della vita. Ma c anche quello della conoscenza del bene e del male. LEden abbondantemente irrigato da un fiume che si
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II
Scrittori stranieri
ROSS MACDONALD HARPER LEE COLIN HIGGINS
IL THRILLER
PIERO SORIA
CLAUDIO GORLIER
di nebbie, droga e alcol. Fatto a pezzi dalla precendente indagine (Luomo di neve) che lha reso tanto vincente quanto solo. Abbandonato cio dalla bellissima Rakel, lamore di una vita, e dal figlioletto, coinvolti da troppa, sordida furia omicida. A stanarlo dal suo loculo la giovane e bella Kaja Solness, inviata dal commissario capo Gunnar Hagen, che ha assolutamente bisogno del suo talento da profiler Fbi per catturare il serial killer che sta uccidendo in modi stravaganti e assai sanguignolenti - uno dopo laltro in un ansimante crescendo - tutti coloro che, in una data notte, hanno trovato asilo in un solitario rifugio dalta montagna. Ma non basta, c di mezzo anche una questione politica: la sopravvivenza dellintero ufficio infatti messa in discussione dal Ministero, pi propenso ad affidare alla Kripos e al suo losco comandante Mikael Bellman la direzione di unindagine cos sconvolgente. A convincere Harry per la notizia che il padre sta finendo malamente i suoi giorni in una misera stanzetta dospedale. Hole, appena rientrato, passa pi tempo a parare i colpi bassi che gli arrivano dalle talpe della concorrenza interna che nella vera e propria caccia a un assassino seriale che pare talmente sicuro di s da organizzargli persino una sorta di sfida personale. Finch non partono le sue magiche intuizioni che lo portano a un convulso redde rationem finale, addirittura in Congo.
Melbourne, Australia: citt multietnica e peculiare a cominciare dal nome. Quando la regina Elisabetta la visit per la prima volta, la avvertirono che la elle non si pronuncia. A Melbourne nato nel 1965 Christos Tsiolkas, scrittore australiano la cui multietnicit si riconosce gi dal nome, di origine greca. Lo schiaffo, il suo quarto romanzo, si immerge profondamente nel microcosmo davvero imperioso della sua citt. Nella penetrante traduzione di Marco Rossetti supera largamente le cinquecento pagine, eppure lievita con una intensit e una seduzione davvero magistrale. I paragoni con Franzen, De Lillo e Philip Roth non sono usurpati. Lo schiaffo un titolo apparentemente circostanziale, o, se volete, occasionale. Un bimbo che sta per com-
Lo schiaffo, una storia che seduce: i paragoni con Franzen, De Lillo e Philip Roth non sono usurpati
piere quattro anni e ancora si nutre felice del latte materno, rivela forse perch viziato con carattere malizioso e provocatorio: bello, dagli occhi fascinosi, il piccolo Hugo si prende la libert di sferrare un calcetto al cugino Harry, il quale quasi ostentamente replica con uno schiaffo. Lepisodio acquista immediatamente una valenza emblematica, in quanto provoca una serie di ricadute, di episodi a catena, destinati a scompaginare quasi fatalmente lambiente nel quale Hugo vive e si sta formando. Ci troviamo, cos, nel microcosmo cui mi riferivo prima, del quale lo scrittore propone una si-
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Christo Tsiolkas LO SCHIAFFO trad. di Marco Rossari Neri Pozza, pp. 537, 18
Christo Tsiolkas
tuazione per cos dire esemplare. un pomeriggio di fine estate, e il clima mite propizia una barbecue organizzata per gli amici da Aisha e da Hector. Lei di ascendenza indiana, fascinosa, aggraziata. Lui, quarantenne di origine
greca, approfitta delloccasione per corteggiare la giovane Connie, una bionda ragazza dal forte richiamo sessuale che lavora quale assistente nellambulatorio di veterinaria di Aisha. Gli invitati coprono una vasta gamma di ascendenze etniche. Har-
ry, cugino di Hector, ha una moglie provocante, di origine serba; Anouk, sceneggiatrice di commedie televisive, si esibisce in abbigliamento vezzoso. C il padre di Hector, Manolis; arricchisce la compagnia un aborigeno australiano, Bilal, appena convertito allIslam. Mi sono accontentato di presentarvi alcuni dei personaggi chiave, riservandomi di introdurre quello che acquista gradualmente la scena e la chiuder nelle ultime pagine. Il fattore decisivo che percorre come in un crescendo musicale il romanzo, grazie a un linguaggio di spumeggiante inventiva, investe sostanzialmente la dimensione erotica, sdipanata dallo scrittore su vari livelli. Il primo, il pi banale, investe la pratica ordinaria: Cos una scopata compassionevole?, domanda un personaggio. Risposta: Quando qualcuno viene a letto con te perch gli fai pena. Ma gli adulteri, le impennate travolgenti e insopprimibili, la ossessiva masturbazione, non risparmiano nessuno, e simbolicamente, oltre che realisticamente, rimettono in gioco le identit e le conflittualit etniche. Non scandalizzatevi se vi dico che la parola probabilmente pi corrente nel romanzo cazzo, utilizzata a vari livelli come un mosaico, e dunque un referente cruciale. Il personaggio che si muove in crescendo, sino a sostenere le pagine finali, il diciottenne Richie le cui uniche certezze nella vita sono due donne: la madre e Connie. Nellultima pagina del romanzo, Richie si domanda se ancora la droga a esercitare la sua magia e si addormenta, proprio come il futuro che aveva cominciato ad avvicinarsi furtivamente. Non meno del sesso, la droga vale come rituale propiziatorio: il futuro impregna la magia del romanzo.
Segue da pag. I
dirama in quattro placidi corsi: alcuni vanno verso luoghi mitici, come Havilah dove c loro e loro di quel paese puro, e lo bdellio e la pietra onice (versetto 12). Altri sono, per cos dire, pi terra terra: Cush, Assiria. La Bibbia non dice molto di pi, di questo luogo in cui lumanit rimasta troppo poco. Non lo collega certo al Paradiso, che parola persiana, entrata abbondantemente nelluso dellebraico con il prosaico eppure fragrante significato di agrumeto. Il giardino di Eden , per contro, un posto dove gli alberi non hanno nome, per-
ch Adamo non glielo ha ancora assegnato, ma un dato comune: la bellezza. LEden dunque prima di tutto una educazione allestetica. Al palato. E concepito nel suo insieme per il benessere fisico e spirituale della prima coppia. Una specie di beauty farm ante litteram, insomma, dove godere dei piaceri della vita, ma senza esagerare. E soprattutto senza sapere troppo, perch quello era lunico, tassativo divieto: Dio ordin alluomo dicendogli: di ogni albero potrai mangiare ma dellalbero della conoscenza del bene e del male non ne mangerai, perch il giorno in cui mangerai, morire morirai (Genesi 2,16-17). Quel frutto dalla natura ignota, non sappiamo nemmeno se abbiamo continuato a
mangiarlo da quel giorno in poi, o se nel giardino ci fosse lunico esemplare mai messo al mondo, come gli apax della Bibbia, le parole che compaiono una tantum e mai pi. Sappiamo solo che lalbero
Un luogo la cui inguaribile nostalgia ha generato la voce disperata di Milton e le risate di Twain
racchiudeva tutte e due le caratteristiche che lEterno aveva distribuito alla flora primordiale: era tanto bello a vedersi quanto buono a mangiarsi. E in pi dava quella consapevolezza illuminante che si tramut in immediata condanna, e prima ancora che
Dio si accorgesse della colpa indusse luomo a correre a nascondersi fra gli alberi del giardino, perch aveva capito di essere nudo. In quel momento, forse, quando Adamo ed Eva erano ancora l, coperti alla belle meglio da una foglia di fico, le orecchie tese al passo dellEterno che nella brezza del giorno camminava per il giardino di Eden, cominci la nostalgia. Perch loro due gi sapevano che non sarebbero rimasti, che il boccone proibito avrebbe privato la loro discendenza di quel paesaggio creato apposta per loro. Che peccato, davvero. E una nostalgia inguaribile ha dato voce a mille Adami e mille Eve, da quel giorno in poi. Ha gridato la disperazione della perdita nel poema di
Milton, ha provato a prenderla sul ridere nel diario che Mark Twain mette in bocca ai nostri smarriti antenati. Unico protagonista muto di questa storia, dal fatale assaggio in poi, il serpente condannato a strisciare e mangiar polvere, fuori dal giardino come gli altri due. Ma quante volte ci pare di trovarne lombra, una vaga reminiscenza: questo luogo lungo ottocentomila anni, dice un antico testo ebraico, non per niente terrestre - paradiso o giardino che sia. Ma non sta neanche in cielo, perch l c ben altro. Forse lontano un palmo di mano da noi, eppure rimane irraggiungibile se non attraverso lanima, la memoria, il desiderio. Quel che certo, e ripetuto come unossessione da poeti
antichi e moderni, da filosofi e credenti, che non ci torneremo mai pi, perch non qui che verr la pace eterna, se mai. Il giardino dellEden non vuole pazienza e non chiede di essere aspettato. Sta l, in una inafferrabile lontananza nel passato. E il sogno a ritroso di unecologia in cui luomo viveva dentro e non fuori, ignaro e non curioso, beato e non pieno daffanni. E il mondo che ci saremmo meritati, se non avessimo avuto voglia di sapere, di assaggiare. Ma proviamo per un attimo a metterci nei panni (anzi no, senza i panni di quando erano nudi e ancora non lo sapevano) dei nostri imperfetti antenati: chi di noi avrebbe resistito a quella irresistibile tentazione?
Tuttolibri
SABATO 2 LUGLIO 2011 LA STAMPA
III
HENRY JAMES
EDWIN A. ABBOTT
WALTER BENJAMIN
Irripetibile la fotografia
= Composto di tre articoli usciti su rivista nel 1931, la
Piccola storia della fotografia di Walter Benjamin esce ora da Skira (pp.48, 9) con le immagini originali (emblematica quella di Kafka bambino, con quegli occhi tristi, gi spia del suo straniamento). Documento di grandissimo interesse perch pone le basi per l'analisi semiotica della fotografia, cavallo di battaglia di tanta critica posteriore, da Barthes alla Sontag. La fotografia non come il cinema, immagine in movimento, ma conserva l'aura, la non riproducibilit di un istante irripetibile: una forma sintetica di narrazione. schede a cura di CAMILLA VALLETTI
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Sndor Mrai IL GABBIANO trad. di Laura Sgarioto Adelphi, pp. 163, 16 Il romanzo usc nel 1943, un anno dopo Le braci
Il gabbiano di Sndor Mrai un animale leggiadro e leggero, audace e vorace. Tanto virtuoso nel volteggiare con precisione maniacale quanto sdegnoso nel volare al di sopra dellinverno e della guerra per fiutare nellinfinit del cielo e dellaria il suo sentiero. Vivono. Vivono con energia. Unesistenza priva di scopo, nota osservandoli planare sul Danubio un uomo di quarantacinque anni fermo accanto a una splendida ragazza sul ponte che si inarca tra Buda e Pest. Le stesse considerazioni si possono fare riguardo al romanzo che lo scrittore ungherese pubblic nel 1943 un anno dopo Le braci - e intitol al formidabile volatore prescelto come un emblema
araldico. una scrittura superba per slancio ed eleganza nello stile. Leggera per a tratti tanto da concedersi impennate da melodramma. Ardita nellinvenzione e nellimmaginazione, ma viscerale nellinsistenza sulle vibrazioni dellen-
Il gabbiano: il triangolo amoroso di uno scrittore in bilico tra eleganza di stile e pathos di maniera
fasi e del pathos. Spettacolare per sontuosit delle metafore, preziosit delle visioni, agilit acrobatica degli intrecci di trama e destini. Quanto fredda, calcolata, manierata nelle simmetrie, le ridondanze, la perfetta prevedibilit degli effetti. Un gioco di specchi, il ritorno di un doppio, un rimbalzo di
riflessi: palleggiati tra un soggetto e il suo ritratto, una presenza e una memoria, un fantasma rievocato e uninconfessata fantasia. Su queste traiettorie il gabbiano - volando tra i protagonisti della vicenda e le loro controfigure - disegna la geometria di un triangolo amoroso, la sagoma di una somiglianza inquietante, la curva di un destino fatalmente declinante. A quarantacinque anni il non meglio identificato consigliere di Stato sa bene di aver toccato il limite della propria giovinezza. Ha appena firmato, per conto del ministro, il discorso che trasciner il suo Paese nella guerra. Quando sar finita - dice tra s e s nel 1939, prevedendone una durata quinquennale - io non sar pi giovane. Ancora non immagina che sta per incontrare colei che gli regaler un'altra
volta la vitalit dellamore. Aino Laine, un bel pezzo di figliola (sic!), della quale Marai non si fa scrupolo di rivelare la provenienza (Finlandia), il significato del nome davvero singolare (Unica Onda, come un personaggio della saga di Kalevala), le intenzioni (ottenere un permesso di soggiorno e un posto di lavoro in Ungheria) e le proporzioni ( alta un metro e cinquantotto. Cinquantadue chili). Il fatto che la sedicente Unica uguale identica a Ili, la giovane che il consigliere aveva amato perdutamente, la donna che eccitava come unintensa corrente elettrica il mio corpo e la mia anima, la studentessa di chimica che, 22enne, si era suicidata per amore del suo professore. Lenigmatica riapparizione solleva molte amletiche domande. Forse quello che tornato soltanto il suo corpo? E che cosa contava di pi, il corpo o ci che se ne irradiava?. Chi sei?... Mostrami il tuo volto, creatura. Come sono collegate tra loro le cose del mondo?. O Dimmi cuor mio, questo lamore?, come con un filo di voce aveva chiesto prima di uscire di scena Ili, citando un verso di Lord Lyttelton. Il dubbio - sullamore, sul tempo che come un amante folle stringe in un abbraccio mortale tutto ci che ha avuto la ventura di finire tra le sue braccia, e sullidentit dellamata defunta per amore e ancora preda del tempo - resta irrisolto. La risposta a tutti gli interrogativi che la strana storia pone soffia nel vento, direbbe il poeta. O plana senza direzione n appigli come Il gabbiano, uccello dalla vita senza scopo e romanzo che si svolge senza azione. Chiss se non fu per un moto di autocoscienza e autocritica che l'autore vi scrisse: molto raro il momento in cui succede qualcosa per davvero. Il pi delle volte le persone e le cose se ne stanno semplicemente l, a mezzaria.
temperanze delle due figlie che, superata l'adolescenza, devono fare i conti con la vita e le sue asprezze. Si dipanano cos due storie stile chiklit complesse e tenere insieme, come tutte quelle delle ragazze, affrontate dall'una con tenace sfrontatezza, dall'altra con incertezze e tormenti. Molti generi si contemperano con armonia in questo lungo romanzo che solo in qualche breve tratto allenta curiosit e tensione. Si distingue per assurdit l'incredibile vicenda della figlia illegittima della Regina d'Inghilterra, proprio lei, Elisabetta II, che, madre a sua volta di un amatissimo rampollo, macina ancora risentimento e amore per l'augusta genitrice. Brilla poi l'avvincente racconto di un castello scozzese con il suo signore ubriacone e infelice schiacciato da un passato glorioso, a misurarsi con episodi horror di fantasmi irrispettosi. E ancora il giallo di un diario misterioso intorno all'amore di un giovane per Cary Grant, miracolosamente ritrovato nelle immondizie e il brivido parapsicologico di un bambino di tre anni che disserta come un accademico di Francia terrorizzando una teoria di tate stupefatte, e legge a distanza il pensiero degli umani. C' materiale di buona qualit per occupare una settimana di divertimento intelligente che lambisce l'amore con svagatezza e l'amicizia, l'impegno e la sofferenza con mano gentile.
ALESSANDRO MONTI
corrente in India il romanzo domestico, non saga sulfurea alloccidentale ma cronaca minimalista degli intricati rapporti e gerarchie allinterno della multicomprensiva famiglia indiana. Sono spaccati di vita borghese, ambientati in genere tra i commercianti, bania, di tessuti o di dolci. Ne tipico esempio il romanzo Dolceamaro a Bombay di Namita Devidayal, in cui una figura autoritaria, e tuttavia fragile, di madre domina e tiene insieme un labirintico tessuto familiare composto da figli e figlie, nuore e cognati, amanti, nipoti e domestici, in lotta tra di loro per i soldi e il potere. Tali conflitti si riflettono anche nei nuclei familiari acquisiti, in modo tale da costituire un dolente affresco sullo zoccolo duro della societ indiana. Non dobbiamo dimenticare che liden-
stessa di questa prorompente cronaca familiare cela un fondo crudele di solitudine e di inespressa malinconia; la stessa che percorre da cima a fondo lepopea micro-capitalistica di Dolceamaro a Bombay, il cui titolo originale non a caso Aftertaste, ossia retrogusto. Tale spietata pratica del prop p p p
Namita Devidayal DOLCEAMARO A BOMBAY trad. di Gioia Guerzoni Neri Pozza, pp. 255, 16,50
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Ernest van der Kwast MAMA TANDOORI trad. di Alessandra Liberati Isbn, pp. 288, 15,90
vischiarsi le vite dei personaggi. Il romanzo si conclude con la morte della madre e lenigma irrisolto, sotto gli occhi beffardi di Lakshmi, dea non tanto del profitto ma del benessere, dei diamanti nascosti e del codice che libera il conto bancario in Svizzera. Il concetto di arth come grottesca coazione allammasso di cianfrusaglie di ogni gene-
re pervade il romanzo, in apparenza autobiografico, Mama Tandoori dellesordiente indoolandese Ernest van der Kwast. Una formidabile e sopra le righe figura di madre indiana espatriata imperversa al centro di una narrazione del tipo lessico familiare estremo, solo in apparenza parodica nel resoconto di una spietata tirannide matriarcale. Tuttavia, lassurdit
Dolceamaro a Bombay e Mama Tandoori: le cronache familiari di Namita Devidayal e Ernest van der Kwast
fitto - nelle conversazioni che ho avuto con un commerciante di Benares le parole my profit costituivano un ritornello ripetuto -, diventa fuori dallIndia affermazione spropositata e iperbolica della propria identit di origine, diventa leccesso che conferma e mantiene il proprio io nei confronti di un mondo estraneo e mai assimilato.
IV
Scrittori italiani
BIBLIOFILI IN GIALLO
MARIO BAUDINO
CARLA MARELLO
l vecchio titolo ancora nelle ultime parole del romanzo, che evocano un mondo perfetto come il cielo sullAnnapurna, e cio la terza avventura del commissario Melis, ormai vicequestore, uscita per Sylvestre Bonnard nel 2004. Ma con Un posto sbagliato per morire (Bollati Boringhieri, pp. 160, 15,50) Hans Tuzzi non si limita a riproporre in versione aggiornata un suo classico giallo: il nuovo romanzo nuovo davvero, riscritto in parte e riposizionato nella biografia del protagonista. Il lettore pignolo di La morte segue i magi, penultimo della serie, non trover salti logici o incongruenze, come del resto in tutti i libri di Tuzzi, scrittore da un lato elegiaco, quando si tratta di psicologie, ambienti urbani o atmosfere milanesi, e dallaltro analitico, quando parla di libri, opere darte, portinaie, tipi sospetti o assassini. Qui il posto sbagliato per morire quello dove viene trovato il cadavere di un notissimo architetto, in una zona di Milano frequentata da travestiti e prostitute. Perch proprio l? Che cosa significa? Le indagini di Melis e dei suoi abituali collaboratori puntano ai luoghi del potere, fra politici e costruttori, in quegli Anni Ottanta che non gli piacciono per niente; ma la verit che emerge a poco a poco sar alla fine quasi una delusione per il vicequestore, sempre pi filosoficamente perplesso su di s, sulla citt in cui vive e sulle cose del mondo. Accanto a lui c naturalmente Fiorenza, la dolce e ironica editor che lo aveva introdotto alla bibliofilia, oltre a Kim, linseparabile cane. Hans Tuzzi, ovvero Adriano Bon, grande conoscitore di libri antichi, anche questa volta non dimentica le sue passioni (bibliofilia, ippica, cani) e le distilla sapientemente nella costruzione del plot. Per un bel po ci chiederemo, leggendo, se davvero unasta di preziosi volumi di antiquariato abbia qualcosa a che vedere col delitto, e che cosa
centrino le belle edizioni di architettura del Cinque e Settecento che collezionano sia la vittima sia, con una potenza finanziaria molto superiore, un ricchissimo e discusso imprenditore che potrebbe anche essere coinvolto. E perch mai la giovane moglie - separata - dellarchitetto ucciso trascura cos vistosamente il bambino che ha avuto da lui? Le piste sono molte, alla fine ne resta una, a sorpresa ma non troppo, almeno per il lettore avveduto. In questo Tuzzi un giallista classico, che conosce le regole senza eccessive rigidit. Un posto sbagliato per morire trova una lingua e una narrazione pi asciutte rispetto a una certa effusivit che non manca nei suoi romanzi precedenti. Qui i risultati sono godibili, anche nel gioco delle citazioni colte, sempre - o quasi sempre - spiegate con naturalezza, e delle divagazioni che poi divagazioni non sono. Il risultato un equilibrio ammirevole fra le componenti del romanzo, che sono a ben guardare abbastanza eterogenee. Bisogna riconoscerlo: il giallo bibliofilo, che sta tentando parecchi autori, una narrazione altamente artificiale, quindi delicata e difficile. Una distrazione pu rovinare tutto, e le distrazioni in questo campo sono allordine del giorno (se no, che ci farebbero i poliziotti?) Ce n ad esempio qualcuna di troppo in un libro di gradevole lettura come Lultima eredit (Fanucci, pp. 214, 16) di Valentina Pittavino, che aveva esordito con un apprezzato La libraia di Orvieto. Qui la libraia torna a indagare, e lo fa su certe misteriose fosse che qualcuno scava accanto alle tombe; ma soprattutto ci racconta molte storie, anche affascinanti. Si sa che i librai possono essere grandi lettori e quindi grandi affabulatori; riesce per difficile cogliere il legame di tutto questo ricco materiale con la trama, e quindi la sua funzionalit narrativa. Alla fine, non sar la libraia detective a trovare la chiave del mistero, ma il mistero stesso a piombare - letteralmente - sulla sua schiena, imponendo la soluzione.
Si scriver anni '60 o anni Sessanta? Bisogna sempre mettere la d eufonica dopo e quando alla congiunzione segue una parola che inizia per vocale? Alla fine dell'800 o alla fine dell''800 con due apostrofi, visto che quando voglio intendere il secolo XIII scrivo nel '300 o nel Trecento? Come debbo iniziare una lettera alla Preside o a un Professore? O all'assessore, o all'amministratore? Cara/o o Egregio o Gentile pi il titolo? Come organizzo la pagina della mia relazione per l'esame? Come faccio i titoli delle parti in cui la suddivido? Quando devo andare a capo? Il capoverso va rientrato? Va bene iniziare con L'argomento che intendo sviluppare che? Prendete un'autrice di dizionari come Maria Teresa Nesci e l'autrice di un testo sull'abilit di scrittura per stranieri come Marina Beltramo, mettetele a fare i corsi di scrittura per ingegneri al Politecnico di Torino e capirete perch il loro Dizionario di stile e scrittura la ricetta giusta per accedere alla lingua italiana in pratica, come recita il sottotitolo. E' un dizionario perch d accesso alla materia attraverso 400 voci alfabeticamente ordinate, ma collegate da una fitta rete di rinvii tematici. Ad esempio I eufonica felicemente all'inizio del capitolo delle voci che iniziano per I, mentre d eufonica finita fra destinatario e diacritici. Alla voce ordine alfabetico sono spiegati i rischi di adottare l'ordine parola per parola, ma per future edizioni suggeriamo un bel rimando all'inizio del capitolo delle voci che iniziano per D, prima delle importanti voci data del testo e date. Alcune voci sono brevi, dedicate a parole che possono suscitare dubbi quando si pensa di usarle, come la voce codesto in cui si dice che fuor di Toscana burocratico o affettato, o quella relativa ad affatto, in cui si avvisa che meglio non usarlo da solo per non generare ambiguit (Mi ha risposto Affatto: avr voluto dire s certo o no per niente?). Non si respira aria di purismo, ma con delicata chiarezza le autrici spiegano che il registro neostandard va usato con grande cautela quando si scrive. E poi, dato che un esempio vale mille prediche, forniscono una dimostrazione concreta di quello che consigliano di evitare e di quello che consigliano di fare.
p Marina Beltramo
Maria Teresa Nesci
p DIZIONARIO DI STILE
E SCRITTURA
p Zanichelli, pp.1312, 29
Ma quando andare
Nell'introduzione Beltramo e Nesci spiegano la loro filosofia: il Dizionario di stile e scrittura vuole aiutare chiunque abbia necessit di scrivere testi informativi anche partendo da livelli iniziali, da novellini della scrittura. Affrontano quindi tutti gli aspetti: dalla ricerca e organizzazione dei contenuti fino alla cura dello stile editoriale (quello che gli anglofili nostrani chiamano style sheet, con pronuncia
Un nuovo Dizionario di stile e scrittura, larte di esprimersi nel tempo della rete: regole, tecniche, esempi
spesso esilarante perch pericolosamente vicina alla pronuncia di shit), passando attraverso le tecniche per ottenere un'esposizione comprensibile. Non mirano alla scrittura creativa, ma molte delle cose che dicono per la scrittura funzionale sono estendibili a qualsiasi tipo di scrittura. Ci sono voci che spiegano l'effetto di certe figure retoriche, o di frasi con costruzioni marcate o con troppe nominalizzazioni . Si sviluppano su varie pagine prosa strutturata (forma di scrittura che rappresenta anche graficamente l'organizzazione del testo in temi e sottotemi) e finanche voci come trattino (cos piccolo, cos noioso) o maiuscola iniziale. Fra le pi lunghe, quasi una cinquantina di pagine, quella dedicata alla stesura dei riferimenti bibliografici, croce e delizia di chiunque voglia fare bella figura in qualunque sede. Con revisione, volantino, avviso al pubblico, lettera di rifiuto, scaletta, intervista siamo nel cuore del manuale di scrittura funzionale, e quando l'occhio cade su voci come ipertesto, blog, newsgroup, netiquette, codifica dei caratteri Ascii, ci rendiamo conto che le autrici sono ben informate anche sulla scrittura al tempo della rete.
SERGIO PENT
Un esordiente quasi cinquantenne e un quasi esordiente trentenne affrontano, a distanza di et e di geografie regionali - la Sardegna di Leonardo Casula e la Torino di Matteo De Simone - tematiche piuttosto simili di disappartenenza e mal di vivere. Affiora una societ in disarmo di offerte, idee, valori e stimoli - alle spalle di entrambe le opere. Non c' una denuncia aperta, una condanna morale o un coltello piantato nelle ferite di questo presente precario: i due narratori hanno cercato la strada dellapologo senza lieto fine, per mostrare i segnali sempre pi accesi di una marginalit esistenziale che sta diventando endemica, nellindifferenza di un sistema politico allo sbando in cui la folla senza volto un cancro da estirpare anzich la risorsa del futuro. Non ci sono, comunque, neanche proclami
sidiarli con le sue offerte d'amicizia che ben presto diventano subdole armi di violenza psicologica? Il trasloco che ha portato i due coniugi nelle villetta dallaltra parte della citt come un simbolo di spostamento etico e geografico, ma diventa anche - in una escalation di scomode rivelazioni - il metro di misura di un disagio che parte da lontano, dai paesi d'origine dei protagonisti, che si ritrova-
no a conquistare il loro presente nella terra di nessuno di una casualit quasi kafkiana di misteri occulti che nascono dalla paura di guardare avanti seppellendo il passato. Nella Torino ben riconoscibile di De Simone, i personaggi sono pi giovani - quasi adolescenti - e concreti: Denti guasti un romanzo acerbo e feroce, ma allo stesso tempo gentile e sorridente nel ritrarre le inutili
speranze dei suoi protagonisti. Giulia ha una voce da schianto e una madre che muore a quarantanni per un mix di rum e psicofarmaci. Roman un diciannovenne moldavo arrivato in Italia in cerca di futuro insieme al sedicenne Silviu. Giulia e Roman hanno il tempo di incontrarsi in un supermercato, di amarsi una sola volta con la passione di un'occasione unica, poi il destino li sbatte al muro, mentre il mondo va avanti e non se ne accorge: Giulia, con il suo goffo tentativo di partecipare al grande reality musicale, Roman, che incrocia la strada di gente che prima ti taglia la gola e poi chiede chi sei. In questo piccolo, intenso dramma giovanile si cela la sconfitta delle anonime sorti individuali che si sprecano in un presente affannoso e insensato, in cui qualche delitto tiene banco in tv per intere stagioni mentre altri delitti, altri anonimi destini, si spengono nellindifferenza collettiva.
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SABATO 2 LUGLIO 2011 LA STAMPA
o si deve a capo?
IL RICORDO
Con una Mont Blanc catturai Barthes
Come mi accaduto di ricordare in un giornale di memorie editoriali anni fa, fu grazie ad una penna, per lesattezza una Mont Blanc nera di classico stile, che riuscii a portare Roland Barthes nel catalogo Einaudi. Le cose andarono come segue. Ludovico Zorzi, poi eminente storico del teatro a Torino e a Firenze, allora responsabile dei servizi culturali dellOlivetti a Ivrea, aveva invitato il semiologo parigino ad una conferenza ai suoi. Mi chiese se ero disposto ad accompagnarlo da Caselle alla meta col suo scassato Maggiolino Volkswagen. Accettai con entusiasmo, perch consideravo un privilegio conoscere un cos fine studioso. A conferenza ultimata, Zorzi regal a Barthes unOlivetti Lettera 22. Nel ritorno, sempre in auto, chiesi spudoratamente a Barthes se non fosse disposto a divenire un autore dello Struzzo, dove lavoravo da quattro anni (cero entrato a ventitr, nel 61). Barthes aveva pubblicato allepoca solo un libro da Bompiani sulla retorica antica, su invito di Umberto Eco, allora responsabile della saggistica,e mi rispose garbatamente che era legato per riconoscenza a Umberto. Un poco confuso, cambiai discorso e gli chiesi come scriveva i suoi saggi: La stesura definitiva la batto a macchina, per questo sono entusiasta del dono appena ricevuto. Ma prima scrivo e riscrivo a penna.... Con che penna?, gli chiesi. Con una Mont Blanc, la sola penna con cui mi riesce.... Estrassi di scatto la mia Mont Blanc nera, e dissi tutto orgoglioso: Esattamente come faccio io!. Allingresso passeggeri di Caselle mi disse sorridendo: Se vuole provare con Eco non glielo vieto.... Umberto - con una signorilit che oggi pi nessun collega sarebbe disposto a dimostrare - mi disse al telefono: Guido, penso che Barthes si collochi meglio nel catalogo Einaudi. Lanno dopo pubblicammo dun colpo gli Elementi di semiologia e i Saggi critici. Guido Davico Bonino
Il modello G.B. Shaw della penna Mont Blanc, Writers Edition 2008: immagine dal volume di Alessandro Gusmano Gli inchiostri nella storia della scrittura e della stampa, Editrice Bibliografica
Adelphi) avevano gi posto dinanzi agli occhi del lettore, opere in cui la realt non rinuncia alla letteratura, ma anche la letteratura non rinuncia alla realt. Capote che era un uomo attento allo spettacolo, ovvero uno scrittore americano, aveva ben presente il problema della comunicazione di ci che scriveva, sino al punto da includerlo nel suo scrivere stesso, quando affermava, ricapitolando le ragioni del suo romanzo non fiction: Volevo presentare un romanzo giornalistico, qualcosa di ampio respiro che avesse la profondit del fatto reale, l'immediatezza del film, la profondit e la libert della prosa e la precisione della poesia. Mazzarella ha il merito di mettere bene in luce come la soggettivit in questi scrittori della realt deformi la conoscenza stessa sino al punto da divenire il prodotto di una verifica operata dal soggetto, e perci di accrescere la conoscenza. Detto altrimenti, nellopera di Saviano, come di Capote, c' un vero e proprio straripamento dell'io narrante. Il modello di Gomorra, come ha messo in luce Andrea Cortelles-
Bloc notes
FESTIVAL A PESARO
Per la parola
= Dal 7 al 10 luglio, a
Pesaro, il festival della filologia Il salone della parola in 80 appuntamenti, ideato e curato da marcello di Bella. Tra gli ospiti, il filosofo Massimo Cacciari, il giornalista e scrittore Alain Elkann, il filologo e saggista Luciano Canfora, il teologo e biblista Paolo De Benedetti, la storica Silvia Ronchey, il poeta Gianni DElia. www.oliverianapu.it
MOSTRA A GENOVA
Con Mordillo
= Al Museo Luzzati di
Genova, dal 7 all8 gennaio 2012, una mostra di Guillermo Mordillo, oltre cento opere del cartoonist argentino. Tra i suoi temi: il rapporto uomo-donna, le citt (il loro anonimato), lo sport (in particolare calcio e golf), gli animali (di safari in safari, in prima fila la giraffa). In programma incontri con lartista e laboratori sulla sua tecnica. www.museoluzzati.it
CON VOLTAIRE E DIDEROT
Inchiostri e calamai LEditrice Bibliografica solita occuparsi di manuali, cataloghi e letteratura grigia: a maggior ragione spicca questo illustrato Gli inchiostri nella storia della scrittura e della stampa, curato da Alessandro Gusmano (pp. 252, 70). Un testo ricco di informazioni storiche e tecniche, che coinvolge addetti ai lavori e collezionisti di penne, pennini e calamai. Ma pu affascinare chiunque, lettore e scrivente, attraverso le immagini (due esempi, qui a sinistra e sopra) da cui, almeno per chi ha superato gli anta, scaturiscono ricordi e nostalgia.
Il primo stato Truman Capote, un capostipite contemporaneo. Il suo A sangue freddo (1966) la prima fiction non-fiction, un modello insuperato di scrittura narrativa non pi fondata sulla finzione. Capote, che rest poi bruciato da questa esperienza, per l'intensit emotiva e per la ineguagliabile soluzione letteraria raggiunta, anni dopo, raccontando come aveva scritto il suo libro dedicato ai due efferati assassini, scriveva che l tutto era irreale perch troppo reale, come tendono a essere i riflessi della realt. Il rapporto tra letteratura e realt complesso, se non addirittura problematico, come aveva intuito lo scrittore americano o come, su un altro versante, poteva affermare Primo Levi per cui la vocazione letteraria faceva a pugni con la sua esigenza di testimone. E il testimone non solo colui che assiste agli avvenimenti, ma soprattutto chi li riferisce, come sottolinea all'inizio del suo saggio, Politiche dellirrealt, Arturo Mazzarella. Cosa sia oggi la realt, e ancor di pi il suo racconto, assai problematico. A rendere incerto questo passaggio dagli avvenimenti al loro racconto (o descrizione o trasmissione fotografica) il tema stesso della finzione che Mazzarella prende di petto nel suo libro.
Il difficile passaggio dagli avvenimenti al racconto, il rapporto tra fatti e soggettivit: un saggio di Mazzarella
sa, senza dubbio Pasolini, l'ultimo Pasolini degli Scritti corsari. Il problema della rappresentazione della realt si pone a diversi livelli dal momento che nella medesima personalit sono compresenti lo scrittore ma anche il narratore e il protagonista. Cos il caso di Gomorra, il libro pi significativo degli ultimi anni, quello che mescola insieme letteratura e vita, alla Pasolini: in modo manierista. La Verit, cui si richiama Mazzarella nel suo acuto saggio, diventa un terreno assai scivoloso proprio per il trionfo progressivo della finzione: oggi il reale copia la finzione; perci la letteratura e il cinema sono costretti a copiare la finzione stessa del reale. Qual il risultato? Mazzarella indica un punto centrale della poetica di questi scrittori-di-realt: l'opera funziona l dove la rete dei fatti presenta una smagliatura, dove si manifestano buchi evidenti. Cos Anatomia di un istante di Javier Cercas (Guanda), una delle opere che sembrano aver risolto quei dilemmi che Mazzarella mette ben in luce, dandoci al tempo stesso uno dei lavori letterari pi belli delle ultime stagioni.
Libri malvagi
= Potrebbe non
signoreggiare, Voltaire, fra gli autori messi allIndice dalla Chiesa? E cos il filosofo francese chiamato a battezzare Sui libri malvagi, unantologia di testi sulla libert di stampa al tempo dello Stato pontificio (a cura di Aldo Canovari, liberilibri editore, pp. 169, 16). Lironica e dissacratrice facezia volterriana Lorrenda perniciosit della lettura rischiara lanimus proibizionista di papi, vescovi, stampatori sino a quando, nel 1966, Paolo VI abol lIndex Librorum Prohibitorum. In appendice un campionario di libri malvagi tratto dallIndice. Sulla libert della stampa il saggio-antidoto di Denis Diderot edito da La Vita Felice (pp. 247, 13,50, a cura di Pino di Branco, testo francese a fronte).
IL CONVEGNO
p p p p
Se con Guy Debord de La societ dello spettacolo noi possiamo dire che nel mondo realmente rovesciato, il vero un momento del falso, ci s'impone, anche sulla scorta della lezione etica di Levi e degli altri testimoni-scrittori dei massacri del XX secolo, come Vasilij Grossman, il problema di restituire un luogo alla Verit, di ricavarlo dal susseguirsi dei fatti, e perci di ritrovarla all'interno della loro narrazione, o rappresentazione. Che cosa trasforma la nonfiction in fiction, si chiede a un certo punto del suo ragionamento Mazzarella, che nella prima parte un corpo a corpo con Gomorra? Come il racconto divora la realt stessa e ce la restituisce dilatata, alterata, aumentata, in una parola, straordinaria? Tutti problemi che romanzi come Kaputt e La pelle di Malaparte (ristampati di recente da
Per Bachtin
= Quattordicesimo
convegno sul filosofo, critico letterario, storico russo Michail Bachitn nel centro universitario di Bertinoro (4-8 luglio), a cura dellUniversit di Bologna. www.bakhtinconference2011.it/prov_Prog.pdf
BRUNO GAMBAROTTA
E' un peccato che il protagonista di Un calcio in bocca fa miracoli, romanzo d'esordio di Marco Presta, che i radioascoltatori conoscono come autore e conduttore, in coppia con Antonello Dose, del Ruggito del coniglio, non abbia nome, perch come molte generazioni di giovani si sono rispecchiate nel giovane Holden, a molti di noi vecchi sarebbe piaciuto eleggere a eroe questo irriducibile malpensante, fucina di battute irresistibili, perfetto antidoto alla ributtante melassa sulla saggia canizie dell'et avanzata. (Anch' io Ho aspettato come una liberazione la fine della giovinezza). Come per i capolavori della letteratura nordamericana, anche questo un romanzo su un'amicizia virile. Il Nostro, un incrocio fra il Barney di Mordecai Richler e il Paul Lautaud del diario intimo,
Marco Presta
l'uno per l'altra e che la sua mission consista nel dare una mano al destino. Arriver persino ad affittare una discoteca per farli incontrare. Ma lasciamo che il lettore scopra da solo le tante ed esilaranti mosse di questa surreale partita con il destino. Occupiamoci piuttosto dell'Innominato; stato mollato dalla moglie Orietta e ha una figlia, Anna, quarantenne senza figli, che, in crisi con il marito avvoca-
to come lei, gli piomba in casa da Milano. Anna: Mio marito non ti mai stato simpatico; Sei ingiusta, mi sempre stato sui coglioni. Quanto alla salute, il Nostro potrebbe dire, parafrasando Oscar Wilde, mi sempre pi difficile vivere all'altezza della mia prostata. Si piazza sul balcone e compie esperimenti scientifici, a spese dei passanti, sull'incontinenza urinaria. Resi-
ste pi che pu alle esortazioni a sottoporsi alle visite mediche: l'urologo pratica della sodomia digitale. Fa una corte senza speranza alla portinaia, o meglio sbava dietro di lei che al massimo delle concessioni gli dice sei una cara persona. E lui commenta nessuna donna si mai fatta portare a letto da una cara persona. Cinque o sei volte l'anno fa visita a una prostituta sessantenne, ma dopo l'ultimo faticoso incontro decide di desistere. Il corpo di un vecchio vive la stessa imbarazzante situazione nella quale si trova da anni il Paese: mentre il Nord cerca ancora di darsi un tono, al Sud non funziona pi niente. In questa prosa brillante, sotto il luccichio di un costante fuoco d'artificio di battute e di calembour, scorre una storia che, come i veri romanzi, documenta il lavoro del Tempo sui personaggi, fino alla palingenesi finale del nostro Vecchio. Che non racconteremo. Leggetelo, non ve ne pentirete.
VI
Per i ragazzi
Futuro apocalittico Il tempo dellarte
Tuttolibri
SABATO 2 LUGLIO 2011 LA STAMPA
pparentemente un tipico romanzo del dopobomba, Il rifugio di S.A. Bodeen, ma senza bomba. Un miliardario americano ripara con la famiglia in un enorme rifugio antiatomico per resistere quindici anni, ma quando scatta lallarme restano fuori la nonna ed Eddy, il gemello di Ely. Che ora, passati sei anni, ne ha quindici e ha un segreto, un rimorso lacerante che diventato nevrosi, tanto da non sopportare nessun contatto fisico con i genitori, le due sorelle e i tre fratellini che sono nati nel frattempo e che, chiss perch, vengono chiamati le Scorte. In unatmosfera sempre pi claustrofobia, ossessiva, carica di tensioni e sospetti, la vicenda procede per accumulo progressivo di particolari, dettagli, indizi, come il regalo che Ely riceve per il compleanno: Lultima spiaggia di Shute, un classico post-apocalittico del 1957 (da cui un film nel 1959), nel quale ai sopravvissuti il governo distribuisce capsule di cianuro. Perch pap parla di esperimenti di clonazione come fonte alternativa di cibo e fa un riferimento allEffetto Donner, cio ai pionieri che nel 1845 rimasero isolati tra la neve sulle montagne e, secondo la leggenda, si mangiarono tra loro? Che
cosa nasconde? Finch Ely, spiando il padre, scopre che pu collegarsi a Internet e arriva addirittura a chattare, con Eddy e la nonna. Che cosa succede fuori? E c davvero un fuori o il padre, perso dietro alla sua paranoia e ai suoi deliri di onnipotenza, che si prende gioco di tutti? Ely con laiuto delle sorelle va alla ricerca del codice segreto che apre la porta del rifugio e che sembra nascosto dietro a una catena di successivi indizi, enigmi, chiavi Non va raccontato oltre di una storia che prende, piena di suspense e suggestioni. Nel finale, per, su una spiaggia bianchissima e sotto un cielo azzurrissimo, scivola unombra inquietante. E c da chiedersi il perch di questo ritorno della fantascienza distopica, post-catastrofista, sia nella letteratura adulta, come nella Strada di McCarthy, sia in quella per ragazzi, come in Bambini nel bosco della Masini. Quali fobie, inquietudini, nevrosi gli adulti intravedono nellimmaginario giovanile contemporaneo? O nel proprio? Fernando Rotondo
S.A. Bodeen IL RIFUGIO trad. di Anna Ricci, Fanucci pp. 224, 16
le scomposizioni di Paul Klee. In evidenza aree tematiche quali le battaglie raffigurate nel Rinascimento da Paolo Uccello e Piero della Francesca, la quotidianit ritratta nel Seicento da Vermeer e la societ dei consumi celebrata dalla Pop Art allinizio degli Anni Sessanta, accanto a innovazioni tecniche dallinvenzione della pittura a olio nel XV secolo, su tela anzich su tavolette lignee, alle vibrazioni cromatiche di Rothko e alle sgocciolature di Pollock nel Novecento. Intanto scorre a pi di pagina un righello del tempo tarato dal 3000 a. C. al 2000 d. C.: il periodo in oggetto visualizzato da colori accesi, via via pi sfumati a sinistra o a destra per indicare influenze subite o esercitate. Daltronde il divenire dellarte proprio un susseguirsi di vasi comunicanti, senza tuttavia dimenticare che certe risposte ai perch scaturiti dallosservazione di opere sorprendenti, firmate da grandi innovatori, possono affondare le radici nelle testimonianze di epoche remote. Ferdinando Albertazzi
Batrice Fontanel LA MIA PRIMA STORIA DELL'ARTE trad. di M. Cerretelli, Sonda, pp. 112, 24,50
Chiamatemi Sandokan!
entanni dalla morte di Emilio Salgari: immenso e mondiale successo letterario, triste e negativa la vita quotidiana. Lo scrittore stato ignorato e considerato di mediocre livello e nello stesso tempo esaltato come lesempio del libro di avventura valido in tutto il mondo. Gli scrittori sud-americani della seconda met del secolo scorso (Garca Mrquez in testa) sostengono che la loro stagione doro non sarebbe stata possibile senza la full immersion salgariana. Le pagine di Salgari sono inadatte ai giovani lettori doggi: troppi particolari e descrizioni che hanno fatto il loro tempo. Eppure Salgari stato lunico antidoto allItalia Umbertina e al fascismo delle chiacchiere inutili. E ingiusto che le nuove generazioni conoscano Salgari per sentito dire o per qualche film darchivio che passa la tv. Ha fatto quindi molto bene Fabian Negrin a proporre alcuni brevi passi di questo incredibile autore per linfanzia di oggi, nel suo bel racconto illustrato Chiamatemi Sandokan!. Una bambina in vacanza dalla nonna e scopre tutti i libri
Immagine da Chiamatemi Sandokan! di Fabian Negrin (nato in Argentina nel 1963), tra i pi apprezzati illustratori per ragazzi
Un omaggio a Salgari di Fabian Negrin, con occhi di bambina: una efficace simbiosi fra testo e immagini
diciotto romanzi di Salgari hanno, gi nel titolo, il nome di una donna). Ecco alcuni esempi delle frasi scritte da Salgari e scelte da Negrin: Cinque minuti dopo un essere umano, avvolto in un ampio mantello grondante dacqua, si presentava dinanzi
allarrembaggio. Aiutandosi con le mani e coi piedi, aggrappandosi agli sportelli delle batterie e alle gomene, sarrampicarono su per la tambura, raggiunsero le murate e si precipitarono sul ponte dellincrociatore, prima ancora che gli inglesi, stupiti da tanta audacia, avessero pensato a ributtarli. Colla Tigre della Malesia alla testa si scagliarono contro gli artiglieri, massacrandoli sui loro pezzi, sbaragliarono i fucilieri che erano accorsi per sbarrare loro il passo.... Alle parole di Salgari si aggiungono le tavole a colori di Fabian Negrin: una meravigliosa simbiosi di testo e immagine. A giustificare questa piacevolissima proposta sarebbe sufficiente la doppia pagina che illustra la battaglia navale fra gli inglesi e le tigri di Mompracem. Gioco fantasia cultura: una cosa non esclude laltra. Anzi la esalta. Roberto Denti
Classifiche
AI PUNTI
LUCIANO GENTA
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SABATO 2 LUGLIO 2011 LA STAMPA
VII
punteggi dei 10 titoli pi venduti si riavvicinano un po, perch il valore dei 100 punti di Camilleri, ancora e sempre primo, continua la sua fisiologica discesa, attestandosi ora a quota 15 mila. Per il resto, nove conferme e un solo nuovo ingresso, Calabresi, balzato al secondo posto: le sue storie di italiani che non hanno smesso di credere nel futuro, partite come un diesel, stanno prendendo velocit, si suppone anche grazie al multijet della tv. Vecchio discorso, rimesso in ordine geometrico con la consueta chiarezza da Stefano Bartezzaghi su la Repubblica mercoled scorso. Forse con una sola eccessiva affermazione: difficile che un libro entri in classifica senza promozione tv. Invece, sfo-
gliando le nostre tabelle, possibile ritrovare titoli che riescono ad apparire, e anche a salire in alto, con le proprie forze. Vale soprattutto per i romanzi di genere e per autori che, grazie al passaparola, si sono costruiti un pubblico di fedeli lettori. Ma non sono nemmeno cos rari i casi di esordienti: basti pensare, adesso, a Clara Snchez e Vanessa Diffenbaugh. E vale anche per gli italiani: ad esempio questa settimana entra in tabella la Veladiano, in corsa per lo Strega, ma gi prima scelta dal premio Calvino, organizzato da Lindice dei libri, il mensile fondato e guidato in origine da Migone e Cases, gran maestro di recensori, che resiste da 27 anni, pur tra mille difficolt, ora pi acute
(si veda il suo Sos su www.lindiceonline.com). Si pu discutere sulla forma rivista e sulla critica accademica al tempo della Rete, ma resta essenziale il loro ruolo di formazione e indirizzo dei lettori forti e dei promotori dal basso della lettura, dalla scuola alle biblioteche: ne fa testimonianza il lavoro di Lidia De Federicis, scomparsa marted scorso a 81 anni, che della rivista fu tra gli artefici, attenta e imperiosa talent scout di giovani, scrittori e lettori. Perch lei stessa era e sempre rimase tra i giovani e vivi, pieni di idee e di parole, e dalla parte giusta. E cos la ricorderemo: immersa nel suo archivio di materiale e immaginario, la prof. che sapeva tenere accese le stelle dei buoni libri.
1
CAMILLERI SELLERIO
100
43
3
KATE RIZZOLI
38
38
31
Passion
Le luci di settembre
RUIZ ZAFN MONDADORI
22
21
8
SNCHEZ GARZANTI
21
9
NESB EINAUDI
20
10
DANDINI RIZZOLI
19
Autopsia virtuale
CORNWELL MONDADORI
Il leopardo
Narrativa italiana
1. Il gioco degli specchi CAMILLERI
14,00 SELLERIO
Narrativa straniera
100 1. Passion KATE
18,00 RIZZOLI
Saggistica
38 1. Cosa tiene accese le stelle CALABRESI
17,00 MONDADORI
Varia
43 1. Dai diamanti non nasce niente 19 DANDINI
19,00 RIZZOLI
Tascabili
1. Il piccolo principe SAINT-EXUPRY
7,90 BOMPIANI
Ragazzi
18 1. Viaggio nel tempo 4 STILTON
23,50 PIEMME
18
22
16
16
16
10
19
31
13
10
15
21
13
12
5. Indignatevi! HESSEL
5,00 ADD EDITORE
10
11
6. Il leopardo NESB
21,00 EINAUDI
20
10
12
11
13
8. Io e te AMMANITI
10,00 EINAUDI
10
13
11
9. Il gabbiano MRAI
16,00 ADELPHI
13
11
10
LA CLASSIFICA DI TUTTOLIBRI REALIZZATA DALLA SOCIET NIELSEN BOOKSCAN, ANALIZZANDO I DATI DELLE COPIE VENDUTE OGNI SETTIMANA, RACCOLTI IN UN CAMPIONE DI 1100 LIBRERIE. SI ASSEGNANO I 100 PUNTI AL TITOLO PI VENDUTO TRA LE NOVIT. TUTTI GLI ALTRI SONO CALCOLATI IN PROPORZIONE. LA RILEVAZIONE SI RIFERISCE AI GIORNI DAL 19 AL 25 GIUGNO.
ostiene Pessoa: I viaggi sono i viaggiatori. Filosofia spicciola. Ma non poi cos tanto. Specie nel nostro Paese dove comincia ad essere applicata su larga scala, per fortuna. Gli italiani stanno diventando grandi esploratori proprio del termine viaggio". Scelte, percorsi, qualit.... Ne ha consapevolezza chi, come Angelo Pittro, dirige, anche dal punto di vista marketing, la EDT, sigla meritoriamente specializzata in questo settore (oltre che nelleditoria musicale e per ragazzi) con collane ormai storiche, la Biblioteca di Ulisse, e che da ventanni pubblica in italiano le guide Lonely Planet, inventate nei primi 70 dai due giovani inglesi Tony e Maureen Wheeler, celebri nel mondo grazie al binomio: grande avventura-piccola spesa. Libretti semplici e insieme elitari, utili e sorprendenti, pratici e fantasiosi. Per lestate 2011, oltre a permettere di scegliere in un catalogo di 250 titoli con 180 destina-
PROSSIMA MENTE
MIRELLA APPIOTTI
sa), opera di una dozzina di specialisti. Itinerari dautore, in cui dopo Bruxelles, Firenze, Roma, Marrakech, arriva Praga, la nuova collana, made Lonely francese, dedicata a grandi citt illustrate dal fumettista Guillaume Sorel con tracce culturali, dallarte alla cucina, per visitatori della seconda volta. Tutta EDT, cospicuo successo delleditore tedesco Mair Dumont, la terza novit: Marco Polo, ovvero mappe stradali tra turismo-cultura-happening rivolte in specie al pubblico giovane che sembra decretare una piccola rivincita della carta. Una lettura parecchio amena ma non gratuita, consigliabile specie per avventure virtuali, sono i 1000 viaggi straordinari, dai pi classici ai pi stravaganti: il nostro Paese presente tra ammirazione e ironia, tutti daccordo infine con Byron (nellantologia Poesie di viaggio a cura di Roberto Mussapi, EDT): Con tutti i suoi peccati, devo dire/che lItalia mi piace, che mi piace/vedere il sole splendere ogni giorno....
er quale imperscrutabile motivo Tony Blair si porterebbe sulla classica isola deserta lautobiografia di Salvatore Ferragamo Shoemaker of Dreams ossia Scarparo dei sogni? Con tutto il rispetto per Ferragamo, e anche per Tony Blair, e perfino per questi vecchi giochini ambientati in torri e isolotti e altre stravaganti location, il personaggio appare scarsamente congruo con gli altri protagonisti delle letture blairiane: Ivanhoe, il Signore degli anelli, Lev Trotskij nella biografia di Isaac Deutscher, Maometto e Ges. Lelenchino appare sul primo numero di We Love This Book, rivista di libri distribuita gratuitamente in centomila copie in biblioteche e librerie. Shoemaker of Dreams, racconta Blair, gli fu regalato anni fa dalla vedova di Ferragamo. Quello che so di moda potrebbe essere riassunto sul tac-
ro e lenergia della sua creativit erano notevolissime si riferiscono rispettivamente a Maometto e Trotskij, o allex potente che ne legge le storie? Pi divertente la variazione del Guardian sul consunto tema delle letture estive: abbinare libri e luoghi. effettivamente cos che un libro risulta memorabile, per il come e il dove e il quando. Andrew Motion ha letto lOdissea a Itaca, Jonathan Raban Morte a Venezia a Venezia, anzi in una stanza dalbergo bollente e zanzarosa al Lido, David Hare Le correzioni di Jonathan Franzen in Patagonia, e Jonathan Franzen Independent People dellislandese Halldor Laxness in Alaska, e poi Anna Karenina in spiaggia e Proust su unamaca a Tulum. Non chiarissimo se raccontini come questi facciano correre in libreria oppure nellagenzia di viaggi pi vicina: se prevalga cio il desiderio di Tolstoj o quello dellamaca.
VIII
Diario di lettura
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SABATO 2 LUGLIO 2011 LA STAMPA
Il profilo delle Dolomiti assomiglia al disegno delle note di un preludio di Bach. Ho provato a sovrapporre il segno lasciato dalla cresta di una cima sul rigo musicale: la musica e la montagna si sono rivelate, senza saperlo, l'una con l'altra. Salire e suonare, un rifugio e una suite, il violoncello e lo scarpone. Il silenzio della natura e la musica, perch soltanto lei pu rispettarlo. Mario Brunello, 51 anni, nato a Castelfranco Veneto, dove ancora risiede, le Dolomiti da sempre all'orizzonte, violoncellista e scalatore, ha appena pubblicato, per Rizzoli,
lui un poliziotto italiano che invece di catturarla se ne innamora. In Fuori con la musica riportato il suo testo e collegandosi al mio sito si possono ascoltare tutte le musiche di cui si parla nel libro.
Pu chiarire il senso di questa sua immagine: una lampadina lasciata accesa in una stanza dove non c' pi nessuno? Sembra che la tormenti l'idea di uno spreco di energia.
Tutti ne abbiamo fatto esperienza, nelle nostre case. Non riesco a capacitarmi di questa energia che rimane in una stanza e che non viene usata, di cui nessuno gode. Pensi alla musica: alle prove, ai concerti con il pubblico e gli interpreti uno di
Le Leggende del croato Felix Wolff hanno dato anima a questo paesaggio, ne hanno fatto un mito
un libro dedicato alle due sue passioni predominanti: Fuori con la musica. Tu sei fuori, dicevano dalle mie parti quando ho cominciato a portarmi il violoncello in spalla sulle cime. Intendevano "fuori di testa". Un titolo cos mi sembrato esatto: suonare all'aperto, ma anche lontano dagli schemi consueti, portando la musica "fuori" di me.
Che cosa unisce davvero, al di l dell'immagine letteraria, le due M della sua vita?
Con Baricco siamo amici, ho suonato un movimento di Beethoven per il suo film Lezione 21
fronte all'altro. E' come avere un'immensa energia a disposizione e usarne una piccola parte, non sfruttando tutta la meraviglia e il godimento che invece possibile condividere.
In un capitolo di Fuori con la musica il protagonista Alessandro Baricco. Siete amici, lei ha suonato un movimento del Quartetto op. 132 di Beethoven per il suo film Lezione 21. Quale il libro di Baricco che preferisce?
La vita. Mario Brunello nato a Castelfranco Veneto nel 1960. Ha studiato al Conservatorio di Venezia con Adriano Vendramelli e Antonio Janigro. Nel 1986 ha vinto il primo premio al Concorso internazionale Tchaikovskj di Mosca nella categoria dedicata al violoncello. Si esibito con le principali orchestre e con i maggiori direttori mondiali (da Abbado a Gergiev, da Temirkanov a Muti, da Chailly a Giulini). E accademico di Santa Cecilia. Le opere. Esce da Rizzoli Fuori con la musica, scritto con Daniela Basso (pp. 179, 18).
Le accomuna il fatto che non sono misurabili. Nessuna delle due pu essere conquistata calcolando i metri o le battute, le distanze o i colpi d'arco. Non le puoi racchiudere in un barattolo.
Quando nata la voglia di andar su?
I PREFERITI
Una vita salendo e suonando, allaperto e oltre i soliti schemi: la montagna e lo spartito, due passioni predominanti che svettano in Fuori con la musica
Da piccolo per farmi prendere sonno mi leggevano un libro ambientato nelle Dolomiti, tra i suoi abitanti e i suoi spiriti, e non capivi dove finivano i primi e cominciavano i secondi. Le leggende dei Monti Pallidi di Karl Felix Wolff. Nato in Croazia, morto nel 1966 a Bolzano, Wolff ha ascoltato, raccolto, dato un'anima a questi territori, ne ha fatto un mito.
Cesare Maestri, il grande rocciatore, stato suo compagno di camminate durante i trekking musicali de I suoni delle Dolomiti, il festival da lei creato, la cui edizione 2011 comincia domani. Maestri le ha consi-
DINO BUZZATI
Le montagne di vetro
Cda&Vivalda, pp. 232, 12,39
Preferisco i narratori della montagna ai fotografi, i libri di immagini, anche se belli, hanno una certa rigidit
Questa storia. Rispetto agli altri suoi libri, che magari mi hanno conquistato dal punto di vista delle immagini e delle invenzioni letterarie, qui mi sono trovato pi dentro alla vicenda, cos ben costruita, cos intelligente, tanto che, pensando al sogno di Ultimo Parri, il protagonista, ho disegnato un circuito seguendo le parole del libro, l'ho chiuso in una busta e l'ho spedito in modo che alla fine del viaggio questa lettera arrivasse a casa di Alessandro. Un gioco tra noi.
A parte il violoncello sulle spalle, nello zaino che sta preparando prima di partire per I suoni delle Dolomiti c' spazio anche per qualche libro?
I racconti di Roberto Bolao, lo scrittore cileno morto nel 2003 a cinquanta anni. 2666 il suo ultimo libro, incompiuto e pubblicato postumo. Realismo e magia, le cose che puoi toccare e le altre, nascoste. Come le montagne, come la musica. Ma
Mi piace far divenire i concerti anche dei racconti, penso a Schoenberg recitato da Marco Paolini
gliato qualche libro tecnico di arrampicate?
GLI INCONTRI
IL LIBRO
In questestate poco il tempo per i libri: sto preparando per Torino Spiritualit Bach Street View
questa estate avr poco tempo per leggere.
Troppi concerti in programma in giro per il mondo?
Non mi attirano molto. Nemmeno i libri di fotografia dedicati alla montagna, anche se ce ne sono di bellissimi. Mi sembra abbiano una certa rigidit, che siano come bloccati. Preferisco i racconti, come quelli che alla montagna hanno dedicato Dino Buzzati e Davide Longo. Mi piacciono le storie dei contrabbandieri, che andavano di qua e di l del confine, tra Italia e Austria. I sentieri segreti, le vie notturne, i libri che trovi nelle edicole dei paesi.
Anche la lettura di una partitura la affascina allo stesso modo?
Quandero piccolo, per farmi dormire, mi leggevano un libro sulle Dolomiti, il mio paesaggio
ALESSANDRO BARICCO
Questa storia
Feltrinelli, pp. 279, 8
S, e mi accade con qualsiasi partitura. Quando le leggo provo la sensazione della libert
Una vicenca cos ben costruita, cos intelligente, mi sono trovato veramente dentro la storia
Mi piace, quando ne avverto la possibilit, mettere le mani sulle partiture, intervenire con dei testi, aprire la porta ad altri artisti, far diventare i concerti anche dei racconti. Sono molto legato all'esperienza vissuta con Marco Paolini, per Notte trasfigurata di Arnold Schoenberg. Sono convinto che questa musica, scritta per soli strumenti ad arco, senza voci, ma ispirata ad una poesia di Richard Dehmel abbia una teatralit fortissima. Paolini l'ha compresa e ha inventato una storia di amanti di oggi: lei un'emigrata in fuga, stuprata e incinta,
No, devo studiare. Il 1 ottobre, per Torino Spiritualit, debutter Bach Street View. Ci stiamo lavorando con il compositore Teo Teardo. Si tratta di far scendere l'Arte della Fuga di Bach nelle strade, nelle piazze, nel territorio di una citt, usando proprio il sistema messo a punto da Google. Invece dell'omino che si avvicina sempre pi al luogo cercato, saranno le diverse voci di questo capolavoro a venire disegnate su un computer e a calarsi e muoversi nella mappa della citt dove vado a suonare. Lo spirito e la scienza di Bach verranno tra noi, come fossero a portata di mano.