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PREFAZIONE

8 settembre 1943 - 25 aprile 1945

E’ trascorsa una vita, ed in tutti questi anni ho sempre desiderato iniziare a


scrivere quanto ho vissuto nei lontani anni dal 1943 al 1945.
Già nel 1977 avevo cercato di riassumere fatti, date, luoghi, nomi e soprannomi
di battaglia con cui si distinguevano tutti quei giovani che si erano dati alla lotta
armata contro le preponderanti forze nazi-fasciste rifugiandosi nell’entroterra ligure,
costituendosi prima in Bande armate, poi in Brigate ed infine in Divisioni.
E’ di uno di loro che mi interessa particolarmente parlare, un giovane
diciannovenne originario dell’Isola d’Elba:

MIBELLI Giuseppe, nato il 26 luglio 1924 a Marina di Campo


nome di Battaglia “ISOLANO”.

Le nostre vite si sono incontrate; hanno attraversato insieme dei momenti bui e
difficili e il suo esempio ha lasciato nel mio intimo sentimenti umani sani, i migliori,
improntati all’onestà, alla saggezza, all’amore per il prossimo.
Sì! Ricordo che a volte diceva: “Se possiamo, non inferiamo su chi non può più
difendersi!” riferendosi al nemico.
Era un giovane saggio, avveduto, con uno spirito non comune di osservazione
critico e onesto, andava d’accordo con tutti.
Era il primo a togliersi il pane di bocca per dividerlo con chi, come lui, aveva
fame.
Purtroppo le vicissitudini della vita, narrate nella parte del libro che mi riguarda,
ci hanno separati per molti anni, troppi! Quando avvenne l’incontro nel 1977
decidemmo di unire i nostri ricordi per lasciare scritto quanto entrambi avevamo da
dire a proposito di quell’epoca. Dopo di che le nostre strade si sono nuovamente
divise.
Egli è deceduto nella sua Isola in data 4 ottobre 1993.
Esattamente sessanta anni dopo il 23 aprile 1945, data in cui il Distaccamento di
Partigiani che Lui comandava e di cui facevo parte era impegnato per contribuire
alla liberazione della città di Lavagna, mi fu consegnato un plico mandatomi dalla
sua cugina ed erede Enrichetta CAMPATELLI SPINETTI:

Era la mattina del 22 aprile 2005.

Al suo interno, per prima cosa, trovai la fotografia fatta all’intero Distaccamento
dal medico condotto del paese di Cogorno (GE), la mattina del 23 aprile 1945.
Poi le copie manoscritte dei suoi ricordi, il diploma e la menzione con cui la
Repubblica Italiana gli conferiva la Medaglia di Bronzo al Valor Militare e diverse
lettere, tra le quali una indirizzata a me che porta la data del 26 gennaio 1985.
Lettera che non ho mai ricevuto!

I suoi ricordi sono in un manoscritto integrale, come integrale è la parte ricopiata


per facilitarne la lettura e sono stati inseriti nella prima parte di questo libro. Chi lo
legge sentirà nelle sue parole l’anima di un giovane semplice, attento, perspicace,
coraggioso e profondamente onesto, rivivrà la Liguria di quei giorni, i suoi monti, i
suoi paesi piccoli e grandi, la vita delle sue genti, gli usi ed i costumi, la povertà ed
anche la miseria.
Nessuno lo aveva obbligato a venire in Liguria a rischiare la vita, a vivere di
stenti e fatiche, a soffrire la fame e a camminare con le scarpe rotte, finché non
troverà il coraggio di scambiarle con quelle di un compagno morto.
Un solo rimpianto lo accompagnerà sino alla morte, ed è quello della
incomprensione dei suoi concittadini quando dopo la Liberazione ritornò a casa.
Sono sicuro di ciò perché me lo disse e lo riafferma nei suoi scritti.
Chi non ha subito sulla pelle le angherie, turpi ed infami delle Brigate Nere, dei
tedeschi e di quei corpi paramilitari che hanno devastato, bruciato case e villaggi,
ammazzato giovani che volevano solo essere liberi e contadini sospettati di avere
dato loro un tozzo di pane, non si atteggi a giudice di chi li ha combattuti giorno
dopo giorno rischiando la propria vita.

Un giusto riconoscimento gli è stato accordato dal Ministero della Difesa:

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA


ha concesso la MEDAGLIA di BRONZO al VALOR MILITARE
al
Partigiano COMBATTENTE
MIBELLI Giuseppe, nato il 26 luglio 1924 a Campo nell’Elba

Con la seguente motivazione:

“Comandante di Distaccamento Volante nella formazione partigiana


Divisione Garibaldina “CODURI”, in più azioni di guerriglia dava prove
indubbie di valore personale, di slancio, sprezzo del pericolo, entusiasmo per
l’aspra lotta intrapresa.

Durante un accerchiamento del suo reparto, benché ferito, con mirabile


calma, incitava i propri uomini alla reazione riuscendo ad arrestare il nemico
che lasciava sul campo quattro morti, compreso l’ufficiale comandante del
plotone.

Esempio di spirito di iniziativa, di alto senso del dovere e di coraggio.”

Chiavari 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945.


PECCATO CHE SIA GIUNTA il 14 novembre 1996
quando lo stesso ormai era deceduto.

Cosa avranno pensato quelli che non lo hanno creduto a suo tempo e lo hanno
bistrattato? Non è stato un Giulio Cesare né un Napoleone Bonaparte, ma per noi
che ne abbiamo condiviso parte dell’esistenza è stato e sarà sempre un uomo giusto,
il cui comportamento nei confronti di amici e nemici rimane un esempio di valore
umano al di fuori del comune per un tempo in cui spesso prevalevano la violenza e
la brutalità, anche per necessità di sopravvivenza.

Dal giorno in cui mi è stata consegnata la sua documentazione con la fotografia


del 23 aprile 1945, trovato l’elenco dei nomi di battaglia dei Partigiani che
componevano il suo Distaccamento, ho fatto delle ricerche per offrire anche a loro
l’opportunità di averne una copia. Purtroppo di quell’elenco di 14 nomi (il suo
compreso) solo tre risultano ancora viventi e due irreperibili.

ISOLANO: deceduto nell’anno 1993;


PICCOLO: deceduto nell’anno 1987;
CANDELA: deceduto nell’anno 1972;
MONELLO: deceduto nell’anno 1984;
ORNELIO: deceduto nell’anno 1999;
SMELING: deceduto nell’anno 1997;
ZURI: deceduto nell’anno 1975;
LUCIO: deceduto nell’anno 1991;
CAMPANA: deceduto nell’anno 2000;
TARZAN: nel comune di nascita e di residenza, dai dati rilevati che ha
lasciato all’atto della sua smobilitazione risultava sconosciuto;
PEPE’: il francesino, dai dati rilevati che ha lasciato nel comune di
nascita e residenza all’atto della smobilitazione, risulta
sconosciuto.

I tre superstiti:

UGO, FIRPO e TOM (io, anche se Isolano mi chiamava Folgore)

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