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Le nostre vite si sono incontrate; hanno attraversato insieme dei momenti bui e
difficili e il suo esempio ha lasciato nel mio intimo sentimenti umani sani, i migliori,
improntati all’onestà, alla saggezza, all’amore per il prossimo.
Sì! Ricordo che a volte diceva: “Se possiamo, non inferiamo su chi non può più
difendersi!” riferendosi al nemico.
Era un giovane saggio, avveduto, con uno spirito non comune di osservazione
critico e onesto, andava d’accordo con tutti.
Era il primo a togliersi il pane di bocca per dividerlo con chi, come lui, aveva
fame.
Purtroppo le vicissitudini della vita, narrate nella parte del libro che mi riguarda,
ci hanno separati per molti anni, troppi! Quando avvenne l’incontro nel 1977
decidemmo di unire i nostri ricordi per lasciare scritto quanto entrambi avevamo da
dire a proposito di quell’epoca. Dopo di che le nostre strade si sono nuovamente
divise.
Egli è deceduto nella sua Isola in data 4 ottobre 1993.
Esattamente sessanta anni dopo il 23 aprile 1945, data in cui il Distaccamento di
Partigiani che Lui comandava e di cui facevo parte era impegnato per contribuire
alla liberazione della città di Lavagna, mi fu consegnato un plico mandatomi dalla
sua cugina ed erede Enrichetta CAMPATELLI SPINETTI:
Al suo interno, per prima cosa, trovai la fotografia fatta all’intero Distaccamento
dal medico condotto del paese di Cogorno (GE), la mattina del 23 aprile 1945.
Poi le copie manoscritte dei suoi ricordi, il diploma e la menzione con cui la
Repubblica Italiana gli conferiva la Medaglia di Bronzo al Valor Militare e diverse
lettere, tra le quali una indirizzata a me che porta la data del 26 gennaio 1985.
Lettera che non ho mai ricevuto!
Cosa avranno pensato quelli che non lo hanno creduto a suo tempo e lo hanno
bistrattato? Non è stato un Giulio Cesare né un Napoleone Bonaparte, ma per noi
che ne abbiamo condiviso parte dell’esistenza è stato e sarà sempre un uomo giusto,
il cui comportamento nei confronti di amici e nemici rimane un esempio di valore
umano al di fuori del comune per un tempo in cui spesso prevalevano la violenza e
la brutalità, anche per necessità di sopravvivenza.
I tre superstiti: